Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A...

8
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo vimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno i - n° 0 martedì 29 novembre 2016 L’Oscar del giorno lo assegniamo a Piero Di Cristinzi. Rieletto alla guida del Comitato regionale della Federazione italiana Giuoco calcio, continua a mantenere dritta la barra dell’azione sportiva sul territorio. Un compito non facile considerato l’attuale momento economico e lo spopolamento dei paesi. Piero Di Cristinzi IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro al segretario regionale Udc Teresio Di Pietro, per la serie “chi si loda s’imbroda”. Autore di una nota agli organi di informazione in cui si definisce "la vera anima dell’Udc in regione" senza peraltro specificare … il co- lore. Come dargli torto. Nonostante la lista del partito abbia contribuito all'annullamento delle elezioni regionali 2011, è l’unico che ha avuto ed ha incarichi presidenziali dalla Regione. Teresio Di Pietro Politica, sindaci, autolesionismo e la morte del Molise L’Ardire di Giuseppe Saluppo C ome se non bastasse Matteo Renzi a sbeffeggiare il Mo- lise, ora ci pensa, anche, l'ex ministro ai Lavori pubblici, Maurizio Lupi: “Con la nuova Carta addio veti, il Molise da solo blocca l’alta velocità. Una regione di 300 mila abitanti vieta il raddoppio della ferrovia su un tratto di 33 km bloccando l’alta velocità su tutta la linea adriatica". Ma- gari la Regione Molise avesse proce- duto in tal senso! Avrebbe mostrato all'Italia intera di non avere una linea ferroviaria diretta da Termoli a Venafro. Da ieri, ancora, tagliate altre corse e ri- dotte solo a tre quelle su strada ferrata tra Termoli e Campobasso. Di non avere una strada a scorrimento veloce degno di tal nome. Di avere strade di collegamento con i comuni malconce. Con ciò significando la marginalizza- zione rispetto alle grandi rete di comu- nicazione. Ma Lupi, tutto questo, fa finta di non accorgersene. Sbaglio, o è stato anche ministro dei Trasporti? E, oggi, facendo finta di dimenticare la di- sastrosa situazione dei trasporti ferro- viari e stradali, si permette pure di apostrofarci come per dire "questo sacco di abitanti cosa vuole"? Magari la Regione Molise avesse bloccato quei lavori per richiamare l'attenzione sulla disattenzione del governo rispetto ai di- ritti dei cittadini molisani di avere una mobilità ferroviaria, e non solo, al passo con i tempi. Magari, i sindaci di alcuni comuni del Molise che scendono per strada per illustrare le ragioni del Sì fos- sero scesi in piazza per difendere le ra- gioni dei propri amministrati. Non si rendono nemmeno conto che malaugu- ratamente quella riforma dovesse pas- sare il Molise verrebbe ad essere cancellato con un semplice tratto di penna. Autolesionismo allo stato puro. Qui, invece, andrebbe ripensata una se- conda fase dell'autonomia. Un circolo di illuminati capace di sprigionare un fuoco di idee per accendere un sogno e lasciarlo bruciare tra la gente. IL NOSTRO OSCAR Regionali 2013, per le firme false amministratori chiamati in causa Per le presunte firme false, fino a questo momento, sono stati chia- mati a rispondere sei amministratori. Anche se l’inchiesta rischia di allargarsi. Al Comune di Campobasso, intanto, va ad aprirsi una vera e propria questione morale. pagina 2 IL FATTO Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la soppressione, Regione verso la cancellazione mentre Renzi e Lupi ci umiliano www.gazzettamolisana.com Seguici anche Su Facebook e twitter Servizio a pagina 7

Transcript of Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A...

Page 1: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppovimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]

www.gazzettamolisana.com

E-mail: [email protected]

anno i - n° 0 martedì 29 novembre 2016

L’Oscar del giorno lo assegniamo aPiero Di Cristinzi. Rieletto allaguida del Comitato regionale dellaFederazione italiana Giuoco calcio,continua a mantenere dritta la barradell’azione sportiva sul territorio.Un compito non facile consideratol’attuale momento economico e lospopolamento dei paesi.

Piero Di Cristinzi

IL N

OS

TR

OTA

PIR

O

Il Tapiro al segretario regionale Udc TeresioDi Pietro, per la serie “chi si loda s’imbroda”.Autore di una nota agli organi di informazionein cui si definisce "la vera anima dell’Udc inregione" senza peraltro specificare … il co-lore. Come dargli torto. Nonostante la lista delpartito abbia contribuito all'annullamento delleelezioni regionali 2011, è l’unico che ha avutoed ha incarichi presidenziali dalla Regione.

Teresio Di Pietro

Politica, sindaci,

autolesionismo

e la morte del Molise

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

Come se non bastasse MatteoRenzi a sbeffeggiare il Mo-lise, ora ci pensa, anche, l'exministro ai Lavori pubblici,

Maurizio Lupi: “Con la nuova Cartaaddio veti, il Molise da solo bloccal’alta velocità. Una regione di 300 milaabitanti vieta il raddoppio della ferroviasu un tratto di 33 km bloccando l’altavelocità su tutta la linea adriatica". Ma-gari la Regione Molise avesse proce-duto in tal senso! Avrebbe mostratoall'Italia intera di non avere una lineaferroviaria diretta da Termoli a Venafro.Da ieri, ancora, tagliate altre corse e ri-dotte solo a tre quelle su strada ferratatra Termoli e Campobasso. Di nonavere una strada a scorrimento velocedegno di tal nome. Di avere strade dicollegamento con i comuni malconce.Con ciò significando la marginalizza-zione rispetto alle grandi rete di comu-nicazione. Ma Lupi, tutto questo, fafinta di non accorgersene. Sbaglio, o èstato anche ministro dei Trasporti? E,oggi, facendo finta di dimenticare la di-sastrosa situazione dei trasporti ferro-viari e stradali, si permette pure diapostrofarci come per dire "questosacco di abitanti cosa vuole"? Magari laRegione Molise avesse bloccato queilavori per richiamare l'attenzione sulladisattenzione del governo rispetto ai di-ritti dei cittadini molisani di avere unamobilità ferroviaria, e non solo, al passocon i tempi. Magari, i sindaci di alcunicomuni del Molise che scendono perstrada per illustrare le ragioni del Sì fos-sero scesi in piazza per difendere le ra-gioni dei propri amministrati. Non sirendono nemmeno conto che malaugu-ratamente quella riforma dovesse pas-sare il Molise verrebbe ad esserecancellato con un semplice tratto dipenna. Autolesionismo allo stato puro.Qui, invece, andrebbe ripensata una se-conda fase dell'autonomia. Un circolodi illuminati capace di sprigionare unfuoco di idee per accendere un sogno elasciarlo bruciare tra la gente.

IL N

OS

TR

OO

SC

AR

Regionali 2013, per le firme falseamministratori chiamati in causa

Per le presunte firme false, fino a questo momento, sono stati chia-mati a rispondere sei amministratori. Anche se l’inchiesta rischia diallargarsi. Al Comune di Campobasso, intanto, va ad aprirsi una verae propria questione morale.

pagina 2IL FATTO

Chiude la Campobasso - Termoli,Corte d’Appello verso la soppressione,

Regione verso la cancellazionementre Renzi e Lupi ci umiliano

www.gazzettamolisana.com

Seguici anche Su Facebook e twitter

Servizio a pagina 7

Page 2: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

229 novembre 2016

TAagliolto

A Palazzo san Giorgio si allarga

la giunta e si restringe la legalità,

al punto da ritenere che, stante le

cose, si debba e si possa parlare

di questione morale. Sappiamo

bene che questa locuzione riferita

a faccende che vedono coinvolti

in guai giudiziari politici e ammi-

nistratori, ha perso molto del suo

significato interdittivo, per di-

ventare una questione meramente

linguistica e interpretativa, che

molti preferiscono confinare nelle

quisquilie della cronaca. Vale a

dire che se il presidente del con-

siglio comunale, Michele Du-

rante, nella funzione di pubblico

ufficiale è indagato, secondo l’ac-

cusa, per aver avallato in calce

alle liste elettorali della campagna

regionale 2013, firme che sareb-

bero false; che se l’assessore Co-

lagiovanni anch’egli sarebbe

indagato come Durante per le

stesse ragioni, mentre lo è per una

presunta vicenda di riscossione

dei tributi per l’occupazione di

suolo pubblico da parte degli am-

bulanti abusivi in occasione della

festività del Corpus Domini; che

se il neo assessore De Bernardo è

anch’egli alle prese con una fac-

cenda giudiziaria non come am-

ministratore, ma come

appartenente al corpo della Poli-

zia di Stato; che se il già assessore

Colarusso nella giunta presieduta

da Gino Di Bartolomeo, per aver

intascato impropriamente una in-

dennità superiore a quella che gli

sarebbe spettata, è stato costretto

a dimettersi da consigliere comu-

nale in questa sindacatura e a re-

stituire la parte che ha ecceduto il

dovuto, bene, vale dire che di-

nanzi a tutto questo si debba far

finta di niente, chiudere gli occhi,

adagiarsi sulla vulgata secondo

cui fino a sentenza passata in giu-

dicato sono tutti innocenti. Ci

mancherebbe altro. Qui nessuno

parla di colpevolezza o presunta

tale, ma di etica e di moralità, che

sono due categorie che chiunque

è assoggettato ad una carica elet-

tiva dovrebbe rispettare e se, per

un accidenti qualsiasi, l’etica e la

morale che riguardano stretta-

mente la qualità dei comporta-

menti, vengono in una qualche

misura intaccate, il soggetto col-

pito dovrebbe avvertire il dovere

(etico e morale) quantomeno di

autosospendersi per non arrivare,

come Colarusso, a doversi dimet-

tersi. Prendiamo Durante.

La sua immagine pubblica è stata

costruita sul rigore etico e morale

da lui invocato e posto a base

della funzione di presidente del

consiglio. Egli più degli altri do-

vrebbe essere pertanto conse-

quenziale alle sue convinzioni e

alla sue pratiche di uomo pub-

blico toccato da una indagine giu-

diziaria. Ma anche gli altri a loro

volta dovrebbero avvertire il bi-

sogno di rendersi immuni da ri-

lievi critici (etici e morali)

fintanto la loro posizione non

viene chiarita positivamente,

come si spera. Oltretutto, a Pa-

lazzo san Giorgio, per iniziativa

del consigliere Michele Ambro-

sio, vige, approvato all’unani-

mità, un codice etico

comportamentale. Sarebbe suffi-

ciente rifarsi ad esso. Nella storia

del comune di Campobasso mai

s’è formata una situazione cosi

densa di crisi morale e, sebbene

la si vuole in tutti i modi negare,

anche di crisi politica. Non si

contano infatti i distinguo di que-

sto o di quel consigliere di mag-

gioranza e/o di minoranza

rispetto al modus operandi del

sindaco Battista.

Purtroppo, sono manifestazioni

ad uso e consumo personale,

come farsi pubblicità, come gua-

dagnare un taccuino giornalistico

o un microfono radio/televisivo.

Ma è gente che si guarda bene dal

prendere la decisione di sottoscri-

vere e presentare una mozione di

sfiducia.

Dovesse passare, andrebbero tutti

a casa. E questa generazione po-

litica che amministra la città, ha

le terga incollate con la pece alla

poltrona. Demagoghi da quattro

soldi. Il consigliere di maggio-

ranza Lello Bucci e di minoranza

Michele Coralbo si sono iscritti al

club degli insoddisfatti con argo-

mentazioni al fulmicotone; Bucci

del Pd, ha marchiato a fuoco la

decisione di Battista di allargare

la giunta che, partita a 6, è diven-

tata a 9, non per esigenze di ge-

stione (ché l’amministrazione è

allo stallo), quanto per mero equi-

librio politico, con l’aggiunta del

diktat del consigliere regionale

Vincenzo Niro, che ha imposto in

giunta una carneade. Ebbene, che

hanno fatto Bucci e Coralbo? Si

sono costituiti in gruppo auto-

nomo, in aggiunta a chi li aveva

preceduti: Iafigliola col “Gruppo

misto”, Di Giorgio e De Bernardo

con “Molise di tutti”.

Gruppi che nascono e sopravvi-

vano potendo avvantaggiare il ca-

pogruppo di molte ore di

permesso dal posto di lavoro, e la

partecipazione indiscriminata alle

commissioni consiliari. Pecunia

non olet!

Ma se Niro può disporre di un as-

sessorato in giunta al comune di

Campobasso, il presidente Frat-

tura indubitabilmente dell’intera

amministrazione. Col risultato

sotto gli occhi di tutti: allarga-

mento della giunta, stallo ammi-

nistrativo, e quattro indagati.

Prosit!

Dardo

Mai prima d’ora a Palazzo san Giorgio s’era formata una situazione così densa di rilievi critici e comportamentali

Con quattro amministratori indagati èopportuno porre la questione morale?

Il consigliere comunale di Campobasso

Raffaele Bucci ufficializza l’uscita dal

gruppo consiliare del Partito Democra-

tico e adesione al gruppo consiliare di

nuova formazione “DEMOCRATICI

PER LA CITTA’” al cui gruppo ha ade-

rito, anche, Michele Coralbo eletto nel-

l'area civica che aveva sostenuto Michele

Scasserra e, poi, confluito nel Centro de-

mocratico con Elio Madonna. "Tale

scelta, sofferta ma indispensabile - scrive

Bucci - è dovuta all’impossibilità di

svolgere in maniera efficace la propria

azione amministrativa in un gruppo con-

siliare coordinato dal capogruppo Giose

Trivisonno il quale, alla luce dei fatti si è

dimostrato, a giudizio dello scrivente,

completamente inadeguato al ruolo che

otto eletti nelle liste del Partito democra-

tico gli avevano affidato. L’uscita dal

gruppo consiliare al Comune di Campo-

basso, comunicata alla segreteria regio-

nale PD, non significa ovviamente uscita

dal Partito Democratico di cui se ne con-

dividono in maniera decisa i valori ispi-

ratori e le linee politiche generali e di cui

mi onoro di essere tesserato e rappresen-

tante nell’assemblea regionale con il

ruolo di vice-presidente". Il consigliere

Bucci, però, in un precedente comunicato

ha duramente criticato l'operato della

Giunta Battista. Cosa farà, ora?

Bucci lascia il gruppo del PdForma con Michele Coralbo, che è uscito dai Civici, un nuovo gruppoMa cosa farà rispetto all’argamento della Giunta?

Riferita a faccende che vedono coinvolti in guai giudiziari politici e amministratori, la questione morale ha perso molto del suo significato interdittivo, per diventare meramente linguistica e interpretativa, chemolti preferiscono confinare nelle quisquilie della cronaca

Page 3: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

329 novembre 2016

TAagliolto

A riportare la notizia è l’ANSA. La pro-

cura di Campobasso ha concluso le inda-

gini relativamente a sei amministratori

locali per le firme false che supportavano

alcune delle candidature alle elezioni Re-

gionali del 2013. In particolare per due

persone, il presidente del Consiglio co-

munale di Campobasso, Michele Du-

rante, e il sindaco di Santa Croce di

Magliano, Donato D’Ambrosio, è stato

chiesto il rinvio a giudizio. Mentre per

altri 4 è stato notificato l’avviso di con-

clusione indagini; si tratta dell’assessore

comunale di Campobasso Salvatore Co-

lagiovanni e dei sindaci Luciano Di Biase

(Mirabello Sannitico), Antonio Cerio

(Ferrazzano) e Franco Antenucci (Rocca-

vivara).

La procura contesta complessivamente

alle 6 persone 30 firme false. Secondo il

sostituto procuratore Nicola D’Angelo

hanno “formato falsamente atti separati

di dichiarazioni di presentazione delle

liste attestando falsamente che alcuni cit-

tadini, previamente da loro identificati,

avevano sottoscritto l’atto in loro pre-

senza”. Nel mirino della magistratura

dunque sono finiti amministratori locali

che hanno autenticato le firme presentate

a supporto delle liste, firme che in alcuni

casi si sarebbero rivelate false. La Digos

infatti ha sentito sottoscrittori che non

hanno riconosciuto i loro nomi e co-

gnomi. Nel dettaglio a Durante vengono

contestate 4 firme della lista ‘Democra-

tici per il Molise’ (lista che sosteneva il

candidato presidente Massimo Romano),

a D’Ambrosio 5 firme per ‘Fare Molise’

(altra lista che sosteneva Romano), a Di

Biase 4 firme per ‘Rialzati Molise’ (lista

che sosteneva l’attuale governatore di

centro-sinistra Paolo Frattura), a Cola-

giovanni 5 firme a sostegno della lista ‘La

Destra’ (che sosteneva il candidato go-

vernatore del centro-destra Michele

Iorio), a Cerio 5 firme per il ‘Guerriero

sannita’ (lista che fu esclusa e non parte-

cipò alla competizione elettorale), una

firma per Sel e una firma per il Pd (liste

che sostenevano Frattura), ad Antenucci 5

firme per ‘Grande Sud’ (lista che soste-

neva Iorio). Fonti del Palazzo di giustizia

evidenziano che al momento sono questi

sei gli unici indagati in Procura. La Digos

sta svolgendo accertamenti su altri am-

ministratori locali ma si tratta di posizioni

tutte ancora da vagliare. In questura nei

mesi passati sono state sentite diverse

persone che avrebbero così scoperto che

i propri nomi erano stati utilizzati a loro

insaputa per la presentazione delle candi-

dature.

Regionali 2013, sei amministratorichiamati in causa per firme false

Il Palazzo di Governo (alias la

Prefettura) e la sede del comando

provinciale dei carabinieri di Via

Mazzini 97 sono stati messi al-

l’asta. Beni pubblici dalla valenza

fortemente simbolica potrebbero

finire pertanto in mani private,

oggetto di speculazione, oggetto

comunque di un utilizzo estraneo

all’interesse pubblico. Infatti, se

ci sarà un imprenditore o un’as-

sociazione temporanea d’imprese

disposti a sborsare un euro in più

di quanto è disposta la Invimit sgr

spa, gli stabili corrispondenti alla

caserma dei carabinieri e alla pre-

fettura di Campobasso, non sa-

ranno più patrimonio della

Provincia, ma del ministero

dell’Economia e delle Finanze,

alias dello Stato. Non saranno più

patrimonio dei cittadini molisani

della provincia di Campobasso,

ma dei cittadini italiani. Alla spo-

liazione sistematica degli istituti

territoriali, il Molise aggiunge

quindi anche la spoliazione di

beni patrimoniali la cui valenza

storica è racchiusa soprattutto

nella loro funzione rappresenta-

tiva. Ci impoveriamo e ci impo-

veriscono nella più avvilente

indifferenza, sospinti a farci fa-

zione con il “Sì” e con il “No” al

referendum costituzionale propo-

sto e pilotato dal Governo, quello

che, appunto, sta spogliando il

Molise di Uffici e Servizi e al

quale, se il capitale privato moli-

sano il 5 dicembre non sarà nella

condizione di superare il milione

e 900 mila euro per la caserma, e

i tre milioni e 300mila euro per la

prefettura, il Molise gli passerà la

titolarità della caserma e della

prefettura. Questa faccenda dai

contorni decisamente straordi-

nari, come certamente straordina-

ria è l’alienazione di due strutture

immobiliari che sono nella me-

moria dei molisani e nella storia

urbanistica e architettonica della

città, è conseguenza della follia

con cui la legge Delrio del 2014

ha fatto credere agli italiani che

avrebbe smantellate le Province e

ha fatto immaginare le Aree vaste

che nessuno, oltre i cervelloni go-

vernativi, sanno cosa siano e cosa

faranno. La Invimit sgr spa (ov-

vero il ministero dell’Economia,

ovvero lo Stato) ha l’obiettivo di

acquistare e di gestire immobili

ad uso ufficio di proprietà degli

Enti territoriali – in particolare

Province e Città metropolitane –

concessi in locazione passiva ad

amministrazioni centrali dello

Stato, ovvero comunque da que-

ste amministrazioni occupati a ti-

tolo oneroso. Nel caso di cui

stiamo scrivendo, l’immobile di

Via Mazzini è quello di Piazza

Prefettura sono in fitto al mini-

stero dell’Interno ad uso ufficio,

ed inseriti in programmi di valo-

rizzazione, recupero e sviluppo

del territorio da parte della Pro-

vincia. Costrettavi ad inserirli, di-

ciamolo meglio, perché ha il

bilancio in rosso, pertanto obbli-

gata a mettere in atto tutte le so-

luzioni praticabili per portalo in

pareggio. Senza troppi ghirigori

dialettici, la maniera più semplice

per fare cassa gliela ha offerta lo

Stato, proponendo attraverso una

sua società immobiliare (la Invi-

mit) l’acquisizione della caserma

e della prefettura, stabilendo il

valore, a corpo, in un milione

900mila euro per la caserma e in

tre milioni e 300mila euro per la

prefettura. Saranno dello Stato

sempre che entro il termine di

scadenza del bando non si farà

avanti un acquirente privato (sin-

golo o in associazione) in grado

di offrire di più. Al momento in

cui scriviamo offerte private pare

non siano arrivate agli uffici pro-

vinciali di Via Roma, ma è noto

che ci sono strategie che suggeri-

scono di presentare le offerte al-

l’ultimo istante per evitare fughe

di notizie e possibili altri concor-

renti. Dovesse esserci a Campo-

basso un acquirente privato

(singolo o associato) della forza

economica di circa cinque milioni

di euro pronto cassa, in un pros-

simo futuro, ai carabinieri in Via

Mazzini e ai prefettizi della

piazza omonima, dovremmo so-

stituire inquilini della medio/alta

borghesia, o trovarci un bed&bre-

akfast o un albergo. Purtroppo,

anche in questa circostanza siamo

costretti a prendere atto che la Re-

gione Molise, che ha postulato la

necessità di indire un concorso in-

ternazionale d’idee per la realiz-

zazione della propria sede unica,

e che postula tutt’ora la necessità

di lasciare le locazioni private

per occupare strutture pubbliche,

non ha ritenuto opportuno risol-

vere le sue esigenze logistiche

prendendo in considerazione

l’occasione venutasi a creare.

L’avesse fatto, avrebbe potuto ri-

solvere i problemi ricettivi la-

sciando al patrimonio pubblico

molisano due immobili di valenza

storica e di notevole rappresenta-

tività urbanistica ed architetto-

nica.

Dardo

La Caserma “Frate” e la Prefettura se non finiranno nelle mani del capitale privato,sicuramente allo Stato

Questa faccenda dai contorni decisamente straordinari è conseguenza dellafollia con cui la legge Delrio del 2014 ha fatto credere agli italiani cheavrebbe smantellate le Province e ha fatto immaginare le Aree vaste chenessuno, oltre i cervelloni governativi, sanno cosa siano e cosa faranno

La Caserma “Frate” e la Prefettura se non finirannonelle mani del capitale privato, sicuramente allo Stato

Page 4: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

429 novembre 2016

TAagliolto

Oggi pomeriggio (16,30), nella Sala “E.

Fermi” della Biblioteca di Ateneo, ad

opera del Centro di Cultura dell’univer-

sità, in collaborazione con l’Istituto Re-

gionale per gli Studi Storici del Molise

“V. Cuoco”, verrà presentato il volume

“Stato e Opere Pubbliche”: una raccolta

di fonti documentarie e iconografiche

per la storia del Molise, curata da Ro-

berto Parisi e Ilaria Zilli, con contributi

di Alfredo Buccaro, Annalisa Carlascio,

Maddalena Chimisso, Maria Iarossi, An-

tonietta Santilli (Iresmo /Palladino Edi-

tore).

Il volume è la conclusione di un lavoro

di ricerca in parte già confluito nel-

l’omonima mostra documentaria inau-

gurata in occasione del 150° dell’Unità

italiana. Un’ampia selezione critica delle

fonti documentarie e iconografiche con-

servate presso le biblioteche pubbliche e

gli archivi statali e comunali del Molise,

da cui si ricava un efficace sguardo d’in-

sieme sulla storia delle opere di interesse

e d’utilità pubblica progettate e realiz-

zate in Molise tra la metà dell’Ottocento

e il secondo Novecento. Alla presenta-

zione, introdotta da Giorgio Palmieri, re-

sponsabile dell’Area delle attività

culturali e museali dell’UniMol, prende-

ranno parte Giovanni Cerchia, docente

di Storia contemporanea dell’università

del Molise e Francesca Castanò, docente

di Storia dell’architettura della Seconda

università di Napoli, presenti i curatori

dell’opera.

Opere di interesse e d’utilità pubblica progettate e realizzatein Molise tra la metà dell’Ottocento e il secondo Novecento

Raccolte in un volume a cura di Roberto Parisi e Ilaria Zilli

Non si fermeranno i dipendenti

della ex Camera di Commercio

di Isernia a far di tutto per an-

nullare lo spauracchio della

messa in mobilità dell’intero per-

sonale camerale e della chiusura

della loro sede secondaria . Fra

le proposte quella di non vendere

l’immobile di Corso Risorgi-

mento, ma di concordare con

L’Ente Regione Molise la loca-

zione di parte dell’ampio edifi-

cio al personale regionale. Ma

vediamo nel dettaglio la nota

delle RSU diramata alla stampa,

dalla quale ancora dopo setti-

mane, non ricevono risposta:

“La storia recente delle Camere

di Commercio di Campobasso e

Isernia ha visto numerose evolu-

zioni e cambiamenti che hanno

comportato grandi sforzi orga-

nizzativi e impegno di tutte le

componenti delle strutture. Sono

state attuate politiche di conteni-

mento dei costi, di efficienta-

mento delle funzioni, di

riduzione della forza lavoro nel

modo più incisivo possibile con-

sentito senza ledere i diritti di al-

cuno. Un impegno notevole che

ha portato alla nascita della Ca-

mera di Commercio del Molise,

seconda Camera in Italia a na-

scere dall’accorpamento di due

enti, ben prima dell’emanazione

dei decreti del Governo che sono

a tutt’oggi in itinere. Abbiamo

anticipato i tempi e abbiamo uti-

lizzato quest’anno 2016 per ar-

monizzare, riorganizzare,

ottimizzare le performance nel

miglior modo possibile, come di-

mostrano, ad esempio, i dati dei

tempi di evasione delle pratiche

Registro Imprese, con risultati

più che soddisfacenti sopra le

medie nazionali. Anche questo è

segno del grande impegno pro-

fuso dalle strutture nella sfida na-

scente dalla fusione degli enti.

Ora ci troviamo di fronte alla ri-

chiesta di altri tagli e sacrifici,

con l’ipotesi di procedere alla

chiusura di strutture e addirittura

alla messa in mobilità del perso-

nale del sistema camerale. Dob-

biamo però chiedere con forza

che in questo caso non si proceda

anticipando i tempi di una ri-

forma ormai imminente, della

quale sono definite linee e tempi:

agire in anticipo vuol dire allo

stato precludersi una valutazione

su quelli che saranno i fabbisogni

di personale e di strutture per lo

svolgimento dei compiti asse-

gnati alle Camere di Commercio.

Ricordiamo, infatti, che nell’ul-

tima versione del decreto sono

confermate le funzioni istituzio-

nali del Registro Imprese, traspa-

renza e garanzia, regolazione e

tutela del mercato; sostegno alla

competitività delle imprese e dei

territori; informazione econo-

mica; realizzazione d’infrastrut-

ture negli ambiti di competenza,

mentre sono assegnate nuove

funzioni:

• orientamento al lavoro e inseri-

mento occupazionale dei gio-

vani;

• punto di raccordo tra imprese e

PA;

• creazione d’impresa e start up;

• valorizzazione del patrimonio

culturale e sviluppo del turismo;

• assistenza alle PMI per la par-

tecipazione a gare pubbliche;

• supporto alle PMI per i mercati

esteri (sono escluse solo le atti-

vità promozionali direttamente

svolte all’estero).

Il paventato movente economico

su cui si potrebbe fondarsi il ri-

corso alla mobilità del personale,

seppure astrattamente configura-

bile in futuro, non è, almeno ad

oggi, idoneo a giustificare un in-

tervento così drastico ed irrever-

sibile, in quanto la Camera,

grazie al patrimonio immobiliare

di proprietà, risulta, comunque,

in equilibrio finanziario almeno

per i prossimi quattro anni: per-

ché, quindi, accelerare i tempi di

una procedura dolorosa e magari

evitabile? E’ da evidenziare, poi,

che un’auspicabile riforma del-

l’attuale quadro normativo in ma-

teria di pensioni, potrebbe

alleggerire la situazione del per-

sonale camerale scongiurando

l’ipotesi di far ricorso all’istituto

della mobilità. Inoltre, l’ipotesi di

chiusura e successiva vendita

della sede secondaria di Isernia e

del forte ridimensionamento

degli uffici sul territorio appare

come un segno di forte sfiducia

nelle speranze di ripresa e tenuta

economica del territorio, senza,

però, dar luogo ad un effettivo

vantaggio delle finanze camerali:

risulta, infatti, alquanto improba-

bile, dato il mercato immobiliare,

una vantaggiosa vendita di un

immobile fortemente limitato dal

punto di vista del possibile riuti-

lizzo essendo strutturato per uf-

fici, mentre dall’altro lato il

ricorso a locali in affitto per la-

sciare un servizio mutilato alle

imprese espone a un sicuro

esborso economico . Ricordiamo

che le tasse comunali sull’edifi-

cio di Isernia ammontano a circa

10.000 euro l’anno: quanto co-

sterebbe un fitto in alternativa?

Tra l’altro, appare inopportuno

ricorrere a locali in affitto ancor

prima di aver provveduto alla

vendita dell’immobile di pro-

prietà, con conseguente aggravio

di spesa del bilancio camerale. E’

da valutare, invece, una diversa

gestione dell’immobile, i cui lo-

cali potrebbero essere parzial-

mente locati a soggetti che

svolgono attività di servizi, asso-

ciazioni imprenditoriali, giovani

imprenditori, startup, che porte-

rebbero a una riduzione delle

spese generali della struttura

(suddivise tra i vari utilizzatori) e

addirittura all’incasso di canoni

di affitto per l’ente camerale.

Non ultima va considerata la pos-

sibilità, essendo in fase di trasfe-

rimento gli uffici di Isernia della

Regione Molise, di allocare in

Corso Risorgimento quegli uffici

che maggiormente interessano

l’imprenditore nel suo operare

quotidiano: attività produttive,

artigianato, commercio, fondi e

finanziamenti alle imprese,

ecc. Nel riproporre quindi il

grande spirito di collaborazione

del personale tutto al migliora-

mento della struttura e al miglior

svolgimento possibile delle fun-

zioni del sistema camerale, si

chiede pertanto al Presidente, al

Segretario Generale, alla Giunta

e al Consiglio di valutare, con

l’attenzione e il senso di respon-

sabilità sempre rivolto al servizio

degli stakeholders, l’opportunità

di avviare procedure impegnative

e foriere di situazioni potenzial-

mente peggiorative dei rapporti

con le parti sociali e con il tessuto

imprenditoriale della Regione”.

La Rsu aziendale rilancia la necessità di mantenere in vita la sede distaccata

“Camera di commercio,perchè chiudere Isernia?”

Page 5: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

529 novembre 2016

TAagliolto

di Domenico Di Lisa

Renzi e i sostenitori del SI al referen-

dum costituzionale strumentalmente

incentrano, la campagna referendaria

sulla questione della riduzione dei costi

della politica. La parola d’ordine è: la

riforma prevede la riduzione del nu-

mero dei senatori, i nuovi senatori non

percepiranno l’indennità, i consiglieri

regionali non potranno percepire una

indennità superiore a quella del sin-

daco del comune capoluogo di regione.

Quello della riduzione dei costi della

politica è oggi un tema sensibilissimo

per l’opinione pubblica che, bisogna ri-

conoscerlo, anche la sinistra ha siste-

maticamente sottovalutato o

volutamente ignorato. Ma è proprio

questo il terreno sul quale Renzi spera

di fare maggiori proseliti e di giocarsi

l’esito del referendum.

In tempi non sospetti, molto tempo

prima che nascessero politicamente i

“grillini” e il “fiorentino”, ho cercato

di richiamare l’attenzione dei partiti, di

sinistra in particolare, e degli schiera-

menti, sulla necessità di affrontare il

problema. Quando Berta filava, la

stessa società era fondamentalmente

indifferente alla questione. Era il 2003

quando in consiglio regionale presen-

tai la proposta di legge per dimezzare

le indennità ed abolire il vitalizio. Nel

2014 abbiamo raccolto seimila firme in

calce alla proposta di legge per dimez-

zare le indennità dei consiglieri regio-

nali del Molise. Seimila firme

cestinate dal Consiglio regionale in una

manciata di minuti. Tra i consiglieri

regionali che bocciarono la proposta di

legge ci sono gran parte di coloro che

sono schierati per il NO alla riforma

costituzionale e che Renzi sbeffeggia,

ed insieme a loro il Molise ed i moli-

sani, sostenendo esplicitamente che

sono contrari unicamente per conser-

vare le loro prebende. Forse vale la

pena ricordare a Renzi che gli stessi

consiglieri schierati per il SI, tutti,

Frattura in testa, votarono contro il di-

mezzamento delle indennità e che ad-

dirittura nel 2015, su proposta della

Giunta, con la legge di bilancio è stato

ripristinato il vitalizio. Se un obiettivo

della riforma fosse quello della ridu-

zione dei costi e soprat-

tutto dei privilegi, ed io lo

ritengo importante per

riavvicinare gradual-

mente il cittadino alla po-

litica, chi ha impedito a

Renzi e al Parlamento,

che ha approvato la ri-

forma, di ridurre imme-

diatamente gli

emolumenti di deputati,

senatori e consiglieri re-

gionali con legge ordina-

ria? E perché non

dimezzare anche il nu-

mero dei parlamentari per ridurre in

modo consistente i costi? Perché do-

vremmo dare credito a quei parlamen-

tari, e consiglieri regionali, che finora

non si sono tagliati un centesimo di

emolumenti? E’ vero che secondo

quanto previsto dalla riforma i nuovi

senatori non percepiranno l’indennità,

ma quanto costeranno alla collettività

le loro trasferte, i loro rimborsi ? Non

c’era e non c’è bisogno di stravolgere

la Costituzione per ridurre le indennità

e i privilegi della politica. C’erano e ci

sono strumenti più efficaci e rapidi. E’

mancata la reale volontà di farlo. Non

si combattono i moscerini con i can-

noni. Né ha fondamento l’obiezione di

chi sostiene che con legge ordinaria

non si poteva mettere mano alle inden-

nità dei consiglieri regionali. Il decreto

Monti, convertito in legge, lo fece.

Con legge ordinaria è stato ridotto il

numero dei consiglieri. La verità e che

la riforma punta a ben altro e non solo

non comporterà una sensibile riduzione

dei costi e privilegi, oltremodo auspi-

cabile, ma rappresenta il tentativo di li-

mitare ulteriormente i residui spazi

democratici rimasti ai cittadini.

Comunque, proprio per spuntare le

frecce all’arco di Renzi mi permetto di

dare un suggerimento a quei consiglieri

regionali, e mi pare siano numerica-

mente in maggioranza, che si oppon-

gono alla riforma costituzionale. Per

smentire Renzi, fugare legittimi dubbi,

dare credibilità al loro impegno per la

campagna per il NO, immediatamente,

prima del referendum, presentino e ap-

provino, è possibile farlo, una proposta

di legge che preveda gli stessi emolu-

menti previsti nella riforma costituzio-

nale, comprensivi di rimborso spese.

Sfidino Frattura ed i consiglieri schie-

rati per il SI a fare altrettanto. Se non

riuscissero ad approvarla prima del 4

dicembre, si impegnino pubblicamente

e solennemente ad approvarla entro il

2016 anche e soprattutto se vincesse il

NO.

Per ridurre le indennità e i privilegi della politica non c’era e non c’è bisogno di stravolgere la Costituzione

“Il nostro No alla riforma Renzi

– Boschi è un No liberale. Non

accettiamo la contrapposizione

innovatori – conservatori che il

Pd vuole far passare, perché

cambiare il Paese è un dovere,

ma cambiarlo in peggio è un

lusso che l’Italia non può per-

mettersi.

Un testo che illustri costituzio-

nalisti di varie estrazioni cultu-

rali e politiche giudicano

pasticciato, incapace di rendere

più efficace il nostro sistema isti-

tuzionale”. Lo sostiene il movi-

mento di Forza Italia giovani.

“Un testo che non nasce da un

serio e approfondito confronto

tra le forze parlamentari, ma è

stato imposto dall’esecutivo e

approvato a colpi di fiducia. Un

vero e proprio colpo di mano di

un Partito Democratico che

pensa di poter monopolizzare la

scena politica in barba alle più

elementari regole democratiche.

Un testo che ormai viene pro-

mosso in tv e sulle piazze solo

cavalcando l’onda del taglio dei

costi (tra l’altro irrisorio), un ap-

piglio populista per chi sa che

non esistono altri modi per con-

vincere l’elettorato, tra l’altro in

aperta contraddizione con una

politica invece fondata proprio

sullo spreco (il debito pubblico è

in continuo aumento).

Troviamo poi inaccettabile la

scelta di Renzi di convincere gli

italiani puntando tutto sul Mo-

lise come modello negativo, Re-

gione simbolo della Casta. Una

rappresentazione alquanto di-

storta della realtà (basta guar-

darsi in giro), che è solo frutto di

una cinica strategia di marketing

elettorale. Il premier attacca il

Molise perché giudica inin-

fluente, per ovvie ragioni demo-

grafiche, i nostri voti per il

risultato finale alle urne. Ciò la

dice lunga sullo spessore poli-

tico del personaggio in que-

stione.

Chissà, può darsi che alla fine il

No vinca sul filo di lana, proprio

grazie al voto dei molisani. Così

Matteo Renzi si accorgerà che in

fondo la nostra Regione non è

ininfluente. E nemmeno inutile”.

“Al referendum un doppio No Il Molise preso dal governocome il mondo di Bengodi”

I giovani del movimento di Forza Italia, denunciano gli attacchi di Renzi alla regione

Page 6: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

629 novembre 2016

TAagliolto

di Oreste Campopiano

Il vivace dibattito sulle ragioni del Si o

del NO alla riforma costituzionale, non

può prescindere da qualche considera-

zione di carattere storico politico, che non

mi è parso di leggere nella propaganda

delle contrapposte posizioni. La Costitu-

zione costituisce l’epilogo di un processo

conseguito ad una guerra persa ed alla ri-

voluzione civile che divise il Paese con-

clusasi con il referendum istituzionale e

l’elezione dell’assemblea costituente. La

Carta costituzionale è stata opera di una

delicata mediazione di una classe politica

che fu capace di ottenere un sostegno fi-

duciario popolare quasi illimitato e con-

vinto, anche per il suo alto profilo morale

e culturale.

I padri costituenti optarono per un mo-

dello di società fondato sui valori di li-

bertà, di uguaglianza e di controllo delle

dinamiche economiche, funzionali alle

esigenze sociali dell’epoca.

Le “due parti” della Costituzione dove-

vano assicurare pertanto, da un lato i prin-

cipi fondamentali e gli obblighi

programmatici; dall’altro i sistemi e gli

organi di bilanciamento dei poteri con

previsione dei processi di garanzia e di re-

visione costituzionale.

Gli elementi fondanti di tale visione ga-

rantista si concretizzarono essenzial-

mente: a) nella rigidità delle procedure di

revisione; b) nella indipendenza della

Magistratura; c) nella integrazione orga-

nica tra democrazia diretta (referendum) e

democrazia indiretta ( rappresentanza). Vi

era la necessità di chiudere una frattura

storica e su questi tre punti le culture della

sinistra di classe e quella cattolica demo-

cratica trovarono una giusta intesa.

Dall’inizio degli anni 90 l’Italia si è tro-

vata immersa nella complessiva crisi

mondiale, ma con due problemi in più: il

superamento dei partiti tradizionali che

erano i veri garanti della Costituzione e la

cd questione morale, utilizzata per giusti-

ficare un sistema sempre più fuori con-

trollo, ove convivevano e convivono

contraddizioni evidenti: la sinistra di op-

posizione contro quella di Governo; la de-

stra contro il suo stesso passato; il

capitalismo assistito contro quello com-

petitivo; il lavoro garantito contro il pre-

cariato. In questo scenario si sono mosse

le forze politiche ( o quello che è restato

dei partiti politici) ,scegliendo la strada

delle leggi elettorali a base maggioritaria

e la supina acquiescenza al vincolo estero,

lasciando quindi spazio ad una oggettiva

erosione della sovranità nazionale. Le

leggi elettorali sono state concepite per

garantire “stabilità” ai Governi, diventati

anch’essi però precari in un gioco di

scomposizione e ricomposizione dei par-

titi politici.

Quanto accaduto è sotto gli occhi di tutti:

non solo non vi è stata alcuna stabilità nei

Governi, ma , ciò che è più preoccupante,

si sono gettate le basi per passare da una

Costituzione rigida ad una flessibile

Gli odierni sistemi elettorali consentono

di fatto a maggioranze relative sempre più

risicate di elettori di esprimere maggio-

ranze assolute alla Camera ed al Senato

della Repubblica con la conseguente con-

creta possibilità di cambiare le regole ed

i principi costituzionali secondo le opi-

nioni o peggio ancora le convenienze dei

“vincitori “. La tutela del carattere “ri-

gido” della Costituzione diventa di fatto

il presidio più forte per evitare che la

Carta possa diventare strumento in mano

della sola coalizione vittoriosa.

Per tale ragione in quasi tutte le grandi de-

mocrazie si ritiene che le leggi di revi-

sione debbano essere il prodotto di larghe

convergenze fra maggioranza ed opposi-

zione, al fine di assicurare e garantire la

esigenza di stabilità ed il ruolo dei diritti

e delle libertà di tutti, minoranze com-

prese.

Se questa è la prospettiva, La riforma che

viene proposta oggi è inu-

tile, dannosa e fuorviante.

Inutile, non solo perché circa l’80% delle

nostre leggi è di derivazione comunitaria

e come tale sottratta al giudizio di costi-

tuzionalità in forza dell’art 11, ma soprat-

tutto perchè per la semplificazione del

processo legislativo e la eliminazione del

parlamentarismo basterebbe intervenire

sul regolamento della Camera dei Depu-

tati, senza necessità di ulteriori modifiche

c o s t i t u z i o n a l i .

La riforma è dannosa, perché fa passare

il principio che le modifiche costituzio-

nali possono essere chieste dal Governo

con la procedura dell’art 138.

Questo principio costituisce un evidente

vulnus e, laddove incrociato ad una legge

elettorale maggioritaria, romperebbe la ri-

gidità del sistema Costituzionale, scardi-

nando di fatto anche la difesa dei principi

della prima parte della Costituzione .

E’ fuorviante, perché gli argomenti ad-

dotti sono privi di consistenza giuridica :

non si può invero confondere gli sprechi

da eliminare con il costo della democrazia

da difendere, così come non si può igno-

rare che il problema della riduzione del

numero dei parlamentari non è quantita-

tivo ,ma soprattutto qualitativo. Quanto

alla velocità delle decisioni si osserva che

il processo legislativo ha necessità di at-

tenta riflessione e non solo di speditezza

e che comunque quando si è voluto, il

percorso legislativo parlamentare si è

consumato in tempi brevissimi.

Temo francamente che gli argomenti ed il

linguaggio populista di questa campagna

elettorale coprano, in realtà, il rifiuto di

varare una vera ed organica riforma della

Costituzione che assicuri e concili i prin-

cipi irrinunciabili di democrazia e di li-

bertà con una larga partecipazione alle

decisioni e che sappia regolare la cessione

di sovranità ad organismi sovranazionali

fissando criteri per l’adesione, le condi-

zioni di permanenza e di recesso.

Siamo ad un appuntamento con la storia

di questo Paese, non possiamo mancarlo.

Si consenta al popolo italiano di espri-

mersi liberamente; si elegga una assem-

blea costituente; si proponga un progetto

organico di riforma che dia a tutti stabili

garanzie ,perché in ultima analisi è in

gioco proprio la democrazia e la libertà

della Nazione.

Il No per battere derive oligarchichePoi, un’assemblea costituente

Le corse dei treni da Campobasso

a Termoli sono state ridotte dra-

sticamente: questo il motivo che

ha spinto i sindaci di Casaca-

lenda, Larino e Termoli a rivol-

gersi a Regione Trenitalia.

“Preso atto che negli orari delle

coppie dei treni Campobasso-Ter-

moli che andrà in vigore il pros-

simo 11 dicembre le corse

passeranno dalle attuali 9 a 3 nel-

l’arco dell’intera giornata; consi-

derato che il treno è l’unico

mezzo di trasporto pubblico che

collega il centri interni con la

costa e con il Capoluogo di re-

gione e, di conseguenza, anche

con le direttrici Lecce-Milano e

Campobasso-Roma e Campo-

basso-Napoli; preso atto della

chiusura degli ospedali territoriali

con conseguente obbligo dei cit-

tadini all’utilizzo delle strutture

sanitarie di Termoli e Campo-

basso così come il pendolarismo

esistente scolastico per raggiun-

gere gli Istituti di Casacalenda,

Larino, Termoli e Campobasso;

considerato che il personale ope-

rante negli Istituti scolastici e

presso Uffici pubblici, nelle gior-

nate in cui è previsto il rientro po-

meridiano, non avrebbe più la

possibilità di rientrare a casa in

tempi ragionevoli; appurato che

NESSUN amministratore del ter-

ritorio è stato messo al corrente di

questa scelta “strategica” che, di

fatto, chiude ogni possibilità di

vivere nelle aree interne e in

quelle del cosiddetto Cratere si-

smico”- i sindaci di Casacalenda,

Larino e Termoli chiedono – “il

ripristino delle corse esistenti o,

in subordine, la rivisitazione degli

orari determinando anche una ri-

duzione, purché condivisa dalla

cittadinanza/utenza e dagli ammi-

nistratori locali che la rappresen-

tano. Siamo disposti a presentare

una proposta alternativa che veda

la riduzione delle corse senza

creare disservizi alla pubblica uti-

lità da parte di chi quotidiana-

mente utilizza il prezioso

servizio”

I sindaco di Casacalenda, Larino e Termoli scrivono alla Regione Molise e a Trenitalia

“Perchè sopprimere in silenziola Campobasso-Termoli?”

Page 7: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

729 novembre 2016

TAagliolto

Alla luce degli attacchi posti nelle ul-

time ore alla regione Molise, Renzi e

Lupi in particolare, la questione dell'au-

tonomia regionale dovrebbe iniziare a

ritrovare ampio spazio nell'agenda po-

litica. Negli anni passati, siamo passati

da una delle zone più arretrate d’Italia,

e dunque territorio di confine e margi-

nale dell’Abruzzo ad una regione, che

pur con varie criticità è cresciuta, ha

creato benessere, ha trasformato radi-

calmente il suo assetto economico-so-

ciale, garantendo ai propri cittadini

servizi e qualità della vita. Ecco, perchè

sono quindi da rigettare con forza le

idee antistoriche di fusioni o ricongiun-

zioni con regioni limitrofe. Del resto, se

altri territori delle regioni confinanti

hanno mostrato interesse per un passag-

gio al Molise, denunciando poca atten-

zione e marginalità rispetto alle regioni

di appartenenza, evidentemente il va-

lore della nostra autonomia e della pos-

sibilità che abbiamo di costruire il

nostro futuro senza essere zona margi-

nale di realtà più grandi, è ritenuto im-

portante tanto da volerne condividere i

benefici. In quest’ottica va immaginato

un percorso che possa vedere impegnati

anche i nostri Parlamentari e quindi lo

Stato centrale per dare la possibilità ai

vari comuni limitrofi di poter disegnare

il loro futuro con noi in un’ottica che

veda a medio termine la costruzione di

più vaste aree omogenee sia per cultura,

che per economia e quindi per comu-

nanza di interessi strategici e di pro-

spettive di sviluppo. Possibile che

quanti si fregiano dell'autoreferenziale

titolo di consigliere regionale non ab-

biano inteso dire la loro su questa vi-

cenda? E’ chiaro che la volontà espressa

di mantenere il senso della piena auto-

nomia regionale non può non contem-

plare anche il passaggio per fasi

progettuali con altre realtà regionali. Il

rischio che stiamo correndo è quello di

essere cancellati dalla cartina geogra-

fica. Per evitarlo dobbiamo fare un

grosso sforzo, tutti insieme, dal primo

all’ultimo dei molisani. I tagli del go-

verno stanno colpendo , come una man-

naia, anche il nostro piccolo Molise.

Noi dobbiamo difenderlo a qualsiasi

costo, altrimenti diventeremo una peri-

feria abruzzese o pugliese . Dobbiamo

fare molti sacrifici, ma l’autonomia va

salvaguardata. L’essere piccoli non è un

problema, anzi, rappresenta un punto di

forza per ripartire. La crisi che viviamo

è un guerra vera e propria. Una guerra

economica finanziaria senza esclusione

di colpi. Se crolla l’economia crolla

anche la società civile, svanisce la coe-

sione sociale e le istituzioni diventano

inutili. Ciò premesso, dobbiamo difen-

dere quello che abbiamo, essere com-

battivi e non arrendevoli. Pensare a cosa

non va al nostro interno, invece di risol-

verlo con ipotesi fantasiose.

Il Molise deve conoscere

una seconda autonomia

L’indicazione. La storia

passata deve essere da sprone

a modificare assetti istituzionali

CAMPOBASSO. Sta por-tando all'apertura di un vero eproprio dibattito la questionerelativa all'autonomia regio-nale. Del resto, non si puòprescindere da questa se an-cora si vuole dare spazio alpensiero di una prospettivanuova per il Molise. In questigiorni c'è chi ha rilanciatol'idea di un accorpamento delMolise alle province di Be-nevento e Avellino.

Quanto di più antistorico sipotesse lanciare. Ad onor delvero si tentò nel 1921, in oc-casione delle elezioni politi-che, di dare vita alla circo-scrizione elettoraleCampobasso-Benevento-Avellino, dopo che nel 1919già si era avuta quella tra leprime due province, ma conscarsi risultati visto e consi-derato che in quelle succes-sive, nel 1924, il Molise sa-rebbe rientrato nellacircoscrizione con l'Abruzzo.Non è una questione di merocampanilismo ma il Molise,storicamente, ha avuto unasua precisa definizione fino

all'assetto maturato con il Re-gno d'Italia. Fu solo allorache il territorio venne inglo-bato all'Abruzzo e, fattograve, per dare vita alla pro-vincia di Benevento vennerotolti 15 comuni proprio a

quella di Campobasso. Oggi,però, proprio mentre si tornaa parlare di autonomia regio-nale è il caso che si ripartaproprio dalla storia. Quantoaccaduto nel passato più omeno recente deve essere

considerata la base sullaquale ricostruire un percorsodi riorganizzazione territo-riale regionale. L'autonomiaregionale è un bene troppoprezioso per potere essere sa-crificato sull'altare della po-

litica o, peggio, della con-trapposizione partitica o spe-culativa. Ci sono le ragioniperchè si possa continuare amantenere in vita l'identità ela specificità della Regione.

E' chiaro, però, che biso-gna anche avere il coraggiodi porre mano all'organizza-zione strutturale dell'edificionato nel 1963. Così come èdeterminante rivedere le pro-spettive e le strategie di cre-scita e di sviluppo che sonofondamentali per guardare alfuturo. Appare illusoria, in-fatti, l'idea che l'aggrega-zione a qualsiasi altro terri-torio possa risultaredeterminante per le sorti delMolise. Dall'area che po-trebbe fare capo alle Marchee all'Abruzzo per finire allecontermini province di Be-nevento e Avellino o, peg-gio, della Moldaunia. Cisono le condizioni, invece,per potere riallacciare quelfilo della memoria e delleprospettive capaci di dare alMolise ancora una speranza.

La questione. Da settimane

si parla di aggregazioni varie

dimenticando il territorio

Il fatto. La crescita degli anni

passati dovuta proprio alle

capacità indigene

Perché la Regioneva conservatanei suoi ambiti

Page 8: Chiude la Campobasso - Termoli, Corte d’Appello verso la ... file2 29 novembre 2016 TA aglio lto A Palazzo san Giorgio si allarga la giunta e si restringe la legalità, al punto

per scaricare il giornale:

www.gazzettamolisana.com

seguici su:

per contattarci:

[email protected]

Tel. redazione

0874.484486

Twitter

Facebook e