Che si dice al Delfinoni - Comune di Casorate Primo 2015/Servizi... · Non so, non ci ho mai...

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Che si dice al Delfinoni 14° uscita Dicembre 2015

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Che si dice al Delfinoni

14° uscita – Dicembre 2015

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I nostri principali appuntamenti sono:

Ogni martedì alle ore 16:00 si celebra la Santa Messa,

Ogni mercoledì alle ore 10:00

si recita il S. Rosario,

Ogni ultimo giovedì del mese

dalle ore 15:00 si festeggiano

i compleanni dei nostri cari

Ospiti con l’orchestra.

Inoltre…

12 dicembre ore 15: esibizione di musica dei ragazzi delle scuole medie.

13 dicembre ore 15: esibizione del coro di adulti dell’associazione AVIS.

17 dicembre ore 15: merenda con Babbo Natale.

19 dicembre ore 15: esibizione di ballo dell’associazione Evidentia.

20 dicembre ore 15.30: auguri dai bambini del Girotondo.

23 dicembre ore 15: festa di Natale e dei compleanni dei nostri Ospiti con l’orchestra.

29 novembre, 6, 8, 13 e 20 dicembre: per tutta la giornata troverete la “bancarella natalizia” del Comitato Pro-Ospiti nell’atrio della struttura

Venite a trovarci,vi aspettiamo!!

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“è bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale,

allorché il suo onnipotente fondatore era egli stesso un bambino...“

- C. Dickens -

Quale miglior occasione del Natale per dimenticare le responsabilità che gravano ogni giorno sulla

nostra vita da adulti e vivere la leggerezza di bambino che ci faccia sentire un po’ più felici?

E penso ai nostri Ospiti, che invecchiando sono ritornati ad essere un po’ bambini.

E’ trascorso già un anno per me da Presidente della Casa di Riposo, un anno di problemi, di

pensieri, di grande impegno ma anche di belle soddisfazioni. Ho imparato a conoscere i nomi degli

anziani, a conoscere le storie di alcuni di loro, ad avvicinare ed ascoltare chi quotidianamente si

occupa di loro con impegno e dedizione, a qualsiasi livello.

All’interno della nostra Casa di Riposo possiamo contare su risorse umane che lavorano con spirito

di sacrificio, dedizione e professionalità. Questo insieme alla consapevolezza che mi trovo ad

occuparmi della gestione della vita di persone fragili ed indifese, a volte malate, che meritano di

avere tutta la dignità che meritano, mi induce ad affrontare le difficoltà con uno spirito di positività

e collaborazione, sempre ponendomi come obiettivo primario una migliore qualità di vita per i

nostri Ospiti; senza dimenticare di mantenere un ambiente lavorativo accogliente per il nostro

personale e di garantire serietà e rispetto per chiunque entri in contatto con la nostra Struttura.

Voglio augurare a tutti, ma proprio tutti, Ospiti, familiari degli Ospiti, personale, colleghi

Consiglieri, volontari ed a tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella “vita” della Struttura,

un Natale ricco di gioia e serenità.

Il Presidente

Paola Repossi

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VI PRESENTO.... MATTIA!!

Dove vivi?

Vivo a Cassolnovo, vicino Vigevano, con Sofia che è la mia ragazza.

Ma hai figli?

No, non sono sposato!

Hai intenzione di sposarti?

Ma certo, quando non si sa!!

Dove sei nato?

A Vigevano il 13 febbraio 1990.

Stai bene con la barba ma perché la porti così

lunga? Per sembrare più grande?

Macché, per pigrizia!!

Possiamo vederti senza barba un giorno di questi?

No no, meglio di no! Al massimo vi porto una foto!

Ti piace fare il fisioterapista?

Moltissimo, mi piace stare con voi quando facciamo ginnastica e mi piace vedere i

vostri miglioramenti.

Hai sempre fatto questo mestiere?

Si, perché mi sono laureato l’anno scorso a novembre e ho cominciato a lavorare qui a

fine dicembre. Anni fa però ho fatto il bagnino in piscina a Vigevano per due anni...

Che lavoro vorresti fare al posto di questo?

Non so, non ci ho mai pensato.

Fai il fisioterapista per vocazione?

Dopo le superiori mi ero iscritto a ingegneria biomedica ma col tempo ho capito che non

era il mio lavoro e ho optato per il corso di laurea triennale in fisioterapia... mi

vedevo più fisioterapista che ingegnere!

Mattia qualche anno fa

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Sei un tipo sportivo?

Abbastanza... Ho cominciato a nuotare quando

avevo quattro anni, dai sette ai diciotto anni

ho praticato pallanuoto. Nel periodo

dell’università ho fatto solo un po’ di nuoto

libero ma da qualche mese invece sto praticando

pugilato.

Prendi a pugni il sacco?

Si si... per tenermi in allenamento.

Che scuole hai frequentato?

Le elementari a Gravellona, le medie a Vigevano,

il liceo scientifico a Mortara e l’università a

Pavia. Sono un vagabondo!

Cucini tu a casa?

Principalmente cucina Sofia, però so cucinare anche io! So sopravvivere! Lei cucina ed

io lavo i piatti. Non faccio la lavatrice e non stiro però faccio le pulizie.

Ti concedi qualche giornata di svago?

La domenica mi piace andare in giro... al mare, in montagna, qualche scampagnata in

bicicletta al Ticino. Sto in movimento!

Se di mattina sei qui, nel pomeriggio che fai?

Faccio il fisioterapista a domicilio.

Alcuni commenti degli ospiti:

“È molto paziente. Quando ci sono dei miglioramenti te lo fa notare e ti fa

sentire meglio”

“È disponibile e se hai bisogno qualcosa ti aiuta”

“È un bravo ragazzo”

“È bravo nel suo lavoro, è paziente e disponibile”

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IL NATALE

“Ricordo che a mezzanotte in punto il mio papà faceva suonare una pastorale natalizia al

grammofono. Io avevo quattordici anni e mio fratello tre. Il regalo più bello che ho ricevuto dai miei

nonni era una bambola che camminava. Dopo pranzo venivano da noi i nonni e lo zio per trascorrere il

resto della giornata insieme.” Caterina

“Io dato che non ho figli festeggiavo il Natale con i miei nipoti… Mi piace stare in compagnia.”

Carolina M.

“Ricordo poco, eravamo una famiglia povera… Ricordo che mio papà mi aveva portato a casa

una bambola seduta sul seggiolino e io la tiravo in giro per casa con una corda. Ero piccolina.” Angela

B.

“Il giorno di Natale ci riunivamo tutti anche per festeggiare il compleanno di Luca e di

Maurizio, mio genero. Formavamo una tavolata numerosa!” Anna D.

“Il Natale più bello da festeggiare era quello degli anni successivi alla guerra perché non c’erano

più bombardamenti, potevamo permetterci più cose, e soprattutto i nostri fratelli avevano terminato il

militare e la famiglia era finalmente riunita.” Irene e Carlotta

“Il bello del Natale era andare a casa della mamma (che aveva la casa più grande di tutti) con

fratelli e nipoti.” Mariangela

“A Natale mia figlia mi ha regalato un orologio. Sono rimasta contenta perché non me lo

aspettavo!” Primina

“Quasi tutti gli anni mia zia Ernesta che lavorava al servizio di una signora mi regalava una

camicia da giorno. La signora sapeva che eravamo in tanti e aiutava la mia famiglia per farci avere i

regali. Se non c’era la camicia ci regalavano le castagne. La sera della Vigilia io e i miei sette fratelli

lasciavamo le scarpe sul tavolo e la mattina di Natale trovavamo dentro i doni.” Maria P.

“Una volta mia mamma aveva mandato me e i miei fratelli alla messa di mezzanotte e, sulla

strada del ritorno, abbiamo incrociato i zampognari che suonavano la piva! Piva piva l’oli d’uliva, piva

piva l’oli gros par vungert al gos.” Teresina

“Del Natale ho sempre un bel ricordo perché è il giorno in cui si riuniva tutta la famiglia e dopo

il pranzo giocavamo a tombola con i soldini” Gianna

“Mi piaceva il Natale… C’era un pranzo abbondante e io ricevevo in dono sempre dei bei

vestiti.” Piera M.

“Mi piaceva andare alla messa di mezzanotte perché il mio papà suonava l’organo in chiesa. Io,

mamma ed Emma, mia sorella, aspettavamo che finisse per ritornare a casa tutti insieme. Rientravamo

a casa che era la una e mezza, andavamo a dormire e la mattina di Natale la mia mamma tirava fuori

dall’armadio (dove li nascondeva!) i nostri regali di Natale. Pranzavamo noi quattro e nel pomeriggio ci

raggiungevano altri parenti per giocare a carte e a tombola.” Wanda

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Menù di Natale tradizionale

Gli ospiti del Delfinoni propongono ai lettori un menù per il pranzo di Natale che consiste in una

serie di piatti tipici natalizi, ricette che gli anni e la storia hanno associato alla tradizione del

Natale. Dall’antipasto al dolce, ecco cosa portare in tavola per un perfetto menu di Natale

tradizionale, un menù che ha permesso agli ospiti di raccontarsi e di fare un tuffo nel passato.

Antipasto

Tagliere di salumi, paté, insalata russa

Primo

Ravioli fatti in casa in brodo

Trippa

Pasta al forno

Secondo

Cappone ripieno o lessato

Oca arrosto o lessata

Contorno

Insalata

Patate al forno o purè

Frutta

Mandarini e arance

Dolce

Panettone e spumante per il brindisi

“Non eravamo soliti festeggiare la Vigilia di Natale però si andava con la famiglia alla Messa di

mezzanotte. Anche se avevamo poco, il giorno di Natale mangiavamo molto più del solito e

dopo il pranzo si giocava a tombola o, chi era capace, a carte. Chi vinceva riceveva come

premio un soldino o qualche caramella.”

BUON APPETITO E AUGURI DI BUONE FESTE!

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L’intervista a “uno di noi”: Anna In questo numero conosceremo Anna D., un’Ospite della Casa di Riposo G. Delfinoni. Nel

prossimo numero le interviste continuano!!

Quando sei nata?

Il 30 maggio 1926 a Luzzara (RE).

Ti sei sposata?

Si, mi sono sposata con Alberto il 12

ottobre alle 7.00 del mattino in chiesa a

Milano.

Hai figli?

Una, si chiama Tiziana e ha 54 anni.

Dove hai vissuto?

Dopo aver vissuto per ventotto anni a

Reggio Emilia, mi sono trasferita a Milano

per cercare un lavoro.

Lo hai trovato?

Si, ho fatto la collaboratrice domestica a casa di un medico che lavorava al

manicomio e che aveva sei figli. Avevo il compito di fare le pulizie e curare i figli. Io

non dovevo cucinare perché ci pensava la moglie. L’orario

di lavoro andava alle 8.00 alle 18.00 e la domenica era il

mio giorno di riposo.

Oltre a questo quali altri lavori hai fatto?

Ho cominciato a lavorare a tredici anni in un’azienda che

produceva cappelli da donna, io ero l’addetta alle

consegne. La gente rideva quando mi vedeva portare le

scatole perché erano molto grandi per me che sono

piuttosto bassa! Ho lavorato anche come mondina per dieci anni. Successivamente

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sono stata addetta alle pulizie presso il Trubunale di Milano e alla Rinascente, e ho

fatto la cuoca alla Pirelli e all’ATM.

Che studi hai fatto?

Ho frequentato le scuole elementari a Reggio Emilia e,

dopo il matrimonio quando mia figlia era già

grandicella, ho frequentato le serali per conseguire la

licenza media. Ero la più grande del mio corso!

Ti piace di più il mare o la montagna?

Mi piacciono le montagne del Trentino! Sono andata quattordici anni a Brentonico

dove portavo i miei due nipoti durante il periodo estivo. Quante gite che abbiamo

fatto!!

Ti piacciono i dolci?

Sono golosa io!! Quando vivevo a Milano andavo in

panetteria e compravo un vassoio di pasticcini, uno per

ogni tipo! Che bontà!!

Ti piace cucinare?

Eccome! Sono brava un po’ in tutto… facevo il pesce al

cartoccio, le sarde panate, la mozzarella in carrozza, i

sughi. Il sabato sera infatti venivano sempre a cenare da me mia figlia con la sua

famiglia.

Sei qui da tanto? Ti trovi bene?

Orami sono quattro anni che vivo qui ma non mi piace molto perché nella struttura

dove ero ricoverata prima riuscivo a fare più lavoretti manuali… mi piace lavorare!

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“LIBRIAMOCI”: la settimana della lettura

Giovedì 29 ottobre la classe 3°D della scuola media di Casorate Primo è venuta a leggere per noi

alcuni brani riguardanti il periodo fascista tratti dai loro libri scolastici.

Per accoglierli, noi ci siamo disposti in cerchio e i ragazzi si sono seduti per terra in mezzo a noi.

A ognuno di noi hanno gentilmente regalato un segnalibro personalizzato ideato e realizzato da

loro.

Inoltre hanno cantato alcune canzoni rap scritte di loro pugno dove il tema principale era la pace.

A questo proposito noi abbiamo raccontato i nostri vissuti di quegli anni in cui il cibo scarseggiava,

c’era il coprifuoco e serviva la “tessera” per poter avere pane e generi di prima necessità.

Dopo essere stati con noi, gli abbiamo offerto una merenda salata per ringraziarli della loro visita.

A noi è piaciuto molto e con queste parole li ringraziamo pubblicamente!

Gli ospiti

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Se un giorno mi vedrai vecchio...

Se un giorno mi vedrai vecchio, se mi sporcherò e non riuscirò a vestirmi, abbi

pazienza e ricorda quanto tempo ho passato ad insegnartelo.

Se quando ti parlo ripeto sempre le stesse parole, non mi interrompere e ascoltami,

quando eri piccolo ogni notte dovevo ripeterti la stessa favola per farti addormentare.

Quando non vorrò farmi il bagno, non mi

sgridare pensa a quando ti inseguivo e

inventavo mille storie per convincerti a lavarti.

Quando vedrai la mia ignoranza sulle nuove

tecnologie, abbi pazienza e non fare quel sorriso

ironico ma ricorda quanto ci ho messo a

insegnarti a leggere.

Se per un momento non riesco a ricordare, dammi tempo e non ti innervosire perché

la cosa importante non è quello che ti devo dire ma il bisogno che ho di dirtelo.

Quando le mie gambe non serviranno più, non trattarmi come un peso ma aiutami

cosi come io ho aiutato te quando eri piccolo.

Quando ti dirò che ho voglia di morire non ti arrabbiare perché un giorno capirai anche

tu perché lo dico. Capirai che alla mia età non è più vivere ma sopravvivere, e si

aspetta di potersi addormentare e risvegliare in un regno fatto di pace.

Un giorno capirai che nonostante i miei errori, ho sempre cercato di fare il meglio per

te quindi se puoi, quando sarò vecchio regalami ancora un po’ di tempo, regalami un

po’ di pazienza e dammi una spalla su cui piangere cosi come io feci con te molte

volte!

Aiutami a camminare, aiutami a terminare i miei giorni in amore e pazienza, in cambio

io ti darò un sorriso, l’eredità dell’immenso amore che mi legherà per sempre a te e la

forza di lasciarmi andare, senza aver paura.

Ti amo figlio mio e prego per te anche se mi ignori.

Papà

-Lettera scritta da un padre al figlio-

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ANALISI DI UN PROBLEMA: il medico risponde

L’OSTEOPOROSI NELL’ANZIANO

Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale, o meglio fa parte delle numerose modificazioni che il nostro organismo subisce con l'invecchiamento. Se questa perdita è eccessiva e la massa ossea scende al disotto di determinati livelli, allora si può arrivare all'osteoporosi.

Un momento critico per le donne arriva con la menopausa, tanto più se precoce o chirurgica. In assenza di precauzioni e di cure, spesso una donna di 70 anni si trova ad aver perso senza accorgersene il 30% e più della sua massa ossea adulta. Se consideriamo che le donne hanno in partenza una massa ossea minore rispetto agli uomini, aggiungiamo gli effetti della menopausa e la maggior durata della vita, ecco la prima spiegazione del perché l'osteoporosi colpisce soprattutto le donne: 1 donna su 4 contro 1 uomo su 10.

La malattia

L'osteoporosi si definisce come "una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".

Come si arriva all'osteoporosi

In sintesi, il rischio di arrivare all'osteoporosi è il risultato della combinazione di tre fattori:

il "picco di massa ossea", il nostro capitale osseo raggiunto intorno ai 25-30 anni

la velocità con cui procede la perdita di massa ossea che inevitabilmente inizia fra i 40 e i 50 anni, e in particolare, per le donne, a partire dalla menopausa

la durata di questa perdita, che ovviamente dipende dalla longevità dell'individuo, e che nelle donne è tanto più lunga quanto più la menopausa è precoce

Un corretto programma di prevenzione, basato su una dieta corretta e su una regolare attività fisica, può modificare sensibilmente i primi due fattori, e quindi ridurre significativamente i rischi di fratture ossee da osteoporosi.

I segni e i sintomi dell'osteoporosi

L'osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere: il più delle volte non dà nessun segno di sé. Solo in alcuni casi, l'osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo, che però spesso si confonde e si associa con i dolori determinati da un'altra malattia molto frequente negli anziani, l'artrosi.

Il dolore legato a queste due patologie è comunque abbastanza diverso. Infatti nel caso dell'artrosi il dolore compare nelle articolazioni colpite, soprattutto la mattina quando ci si alza dal letto, oppure dopo un certo periodo di immobilità (es. dopo aver passato un certo tempo sdraiati o seduti in poltrona), e tende a ridursi o scomparire con la ripresa del movimento.

Invece il dolore dell'osteoporosi è un dolore o senso di pesantezza alla schiena (in genere nella regione lombare) che compare dopo che si è stati a lungo in piedi, e scompare rapidamente sdraiandosi.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l'osteoporosi non dà nessun segnale premonitore, e si manifesta improvvisamente con una delle

tipiche fratture "da fragilità

ossea" dell'anziano:

fratture di polso, coste, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali.

Pertanto a una certa età occorre valutare la propensione individuale all'osteoporosi analizzando i propri fattori di rischio. In particolare, è importantissimo che questa valutazione venga fatta, meglio se con l'aiuto del medico, da tutte le donne che si avvicinano alla menopausa, specie se non si sono mai preoccupate prima della prevenzione dell'osteoporosi.

In presenza di fattori di rischio, o comunque verso i 65 anni, è consigliabile sottoporsi a una misurazione della propria densità minerale ossea con la MOC che è oggi considerata

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l'esame più attendibile per la diagnosi di osteoporosi.

Le fratture da osteoporosi

Le fratture da osteoporosi sono più frequenti in certi distretti scheletrici.

Spesso il primo allarme viene dato da una frattura del polso, la cosiddetta frattura di Colles, a seguito di una banalissima caduta. Nell'età avanzata, sono soprattutto due i punti delicati, le vertebre e il femore. Altre sedi di fratture da osteoporosi sono la spalla (omero) e le costole.

Le fratture vertebrali si manifestano con un dolore improvviso e violento alla schiena, che di solito, specie se a livello lombare, rende difficili o quasi impossibili i movimenti. Le fratture vertebrali possono

avvenire non solo a seguito di una caduta, ma spesso anche facendo movimenti scorretti, come il classico piegamento in avanti per raccogliere un oggetto, o sollevando un peso, per esempio, prendendo in braccio un nipotino. E' importante capire che si tratta di una frattura, e non di un banale mal di schiena per altre cause, per cui, appena possibile, si dovrà fare un esame radiologico della colonna vertebrale. Fino a pochi anni fa, l'unico modo di "curare" le fratture vertebrali era il riposo, a letto nei primi giorni e successivamente in poltrona. Oggi esiste anche la possibilità di intervenire chirurgicamente, con due tecniche diverse chiamate vertebroplastica e cifoplastica. Si tratta di interventi volti a stabilizzare la situazione, soprattutto al fine di ridurre il dolore. Tuttavia la possibilità di intervenire va valutata caso per caso.

In assenza di intervento chirurgico, la fase acuta, quella in cui il dolore impedisce una vita normale, dura in genere da due a quattro settimane, durante le quali il medico prescriverà degli analgesici adatti per ridurre il dolore a livelli sopportabili. In molti casi, purtroppo, le fratture vertebrali lasciano un corredo di dolori cronici che

in genere si manifestano quando il paziente si affatica o sta troppo a lungo in posizione eretta. In alcuni casi, saranno utili corsetti e altri presidi ortopedici. Purtroppo le fratture vertebrali spesso si ripetono a distanza di tempo, e possono quindi causare una perdita anche di parecchi centimetri di altezza.

Le fratture di femore sono fortunatamente più rare, ma molto più temibili. Di solito colpiscono persone più anziane, con un'osteoporosi avanzata e magari non riconosciuta e non curata, a seguito di una caduta. Richiedono il ricovero in ospedale, un intervento chirurgico, e una più o meno lunga riabilitazione. Molte persone, anche molto anziane, riescono a superare brillantemente anche una frattura di femore e in pochi mesi riprendono la vita di prima. Altre non sono così fortunate e non recuperano più la piena indipendenza. Alcune, purtroppo, vanno incontro a complicazioni varie a causa della lunga degenza a letto, e non è neppure trascurabile la mortalità. Il recupero è in genere tanto migliore quanto più la persona, prima della frattura, faceva una vita attiva ed era in buone condizioni fisiche e mentali. Il desiderio di guarire e la buona volontà nell'impegnarsi nella riabilitazione sono elementi importantissimi per una buona ripresa dopo una frattura di femore.

In presenza di osteoporosi e in particolare dopo una frattura

Una persona con osteoporosi, in particolare se ha già avuto fratture, deve assolutamente seguire (o iniziare) una terapia farmacologica per l'osteoporosi: in questi casi, la semplice alimentazione ricca di calcio, l'attività fisica, e magari un supplemento di calcio e/o vitamina D non bastano più. Occorre aggiungere a questi mezzi di prevenzione, che restano comunque validi, anche un farmaco capace di riportare il metabolismo osseo verso l'equilibrio fra riassorbimento e formazione.

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GIORNALINO REALIZZATO DALLE ANIMATRICI

CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE “G. DELFINONI”

E LA COLLABORAZIONE DEL PERSONALE

È POSSIBILE SCARICARE IL GIORNALINO DAL SITO:

www.delfinoni.it