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Che si dice al Delfinoni 10° uscita Marzo 2015

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Che si dice al Delfinoni

10° uscita – Marzo 2015

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I nostri principali appuntamenti sono:

Ogni martedì alle ore 16:00 si celebra la Santa Messa

Ogni mercoledì alle ore 10:00 si recita il S.Rosario

Ogni ultimo giovedì del mese dalle ore 15:00 si celebrano i compleanni dei nostri cari Ospiti con l’orchestra!

Inoltre…

2 marzo ore 15: pomeriggio in compagnia dei ragazzi americani della Chiesa Evangelica

19 marzo ore 15: merenda speciale con pane e salame in occasione della Festa del Papà

3 aprile ore 15: festeggiamo la Pasqua con colomba e cioccolato

Vi aspettiamo numerosi!!

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I ringraziamenti del Comitato Pro Ospiti

Il Comitato Pro Ospiti,

lieto del successo riscontrato dalla Bancarella

nel mese di dicembre,

ringrazia sentitamente tutti coloro

che si sono rivolti alla Bancarella per i loro “acquisti natalizi”,

in modo particolare il personale del Delfinoni e i parenti dei nostri Ospiti

che hanno entrambi mostrato molta sensibilità e interesse per tale iniziativa.

Un grazie speciale va anche ad Elisa per i suoi preziosissimi prodotti

decorati a mano.

Il ricavato potrà pertanto essere utilizzato per i nostri cari Ospiti:

per organizzare le feste con l’orchestra,

per acquistare i regali per i compleanni

e per realizzare piccole gite.

Grazie di cuore a tutti!!

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VI PRESENTO... MANUELA!!

Da quanti anni lavori al Delfinoni?

Dal 2005... quest’anno festeggio il decennale!! Prima ho lavorato alla casa di

riposo di Trivolzio dove ho fatto il corso per Operatore Tecnico Assistenziale

(OTA)

Sei soddisfatta del tuo lavoro?

Si, perché mi piace stare in compagnia degli anziani e di conseguenza riesco a

svolgere il mio lavoro con passione.

È difficile organizzarti con i turni di lavoro? Mattino, pomeriggio, notte...

No, non ho problemi di gestione perché non ho grossi impegni famigliari da

necessitare cambi di turno.

Hai buoni rapporti coi colleghi?

Si, mi trovo bene con tutti ma sono più

legata a Laura che conosco orami da un

po’ di anni...

Cosa ne pensi degli anziani?

Meno male che ci sono!!! ;-)

Qual è stato il tuo primo lavoro?

Dai 16 ai 30 anni ho lavorato al ristorante dei miei genitori, servivo ai

tavoli. Dopo che lo hanno venduto ho sempre lavorato nei bar fino a quando ho

letto sulla Provincia Pavese di un corso per OTA che si svolgeva alla casa di

riposo di Trivolzio. L’ho fatto e ho cominciato a lavorare lì fino al 2003.

Sei una brava ragazza?

Non lo so... dovete dirlo voi nonni!!! ;-)

Sei sposata? Hai figli?

Sono sposata e ho un figlio di 34 anni che si chiama Alessandro e che mi ha resa

nonna di Lorenzo... compie tre anni ad aprile.

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Dove abiti?

A Casorate da 11 anni! Da ragazza ho vissuto a Rozzano

dove sono nata, poi ho abitato a Pasturago dove i miei

genitori avevano un ristorante, “Il Capriolo”.

Successivamente ho traslocato in una cascina vicino

Papiago per poi trasferirmi a Casorate.

Cosa fai nel tempo libero?

Ho due cani da accudire, Lady e Rino, che mi portano via molto tempo perché

vogliono essere coccolati. Mi piace

viaggiare: sono stata in Marocco, in

Kenya... Mi piace vedere posti nuovi.

Hai già deciso dove andrai in vacanza?

Dovrei andare in Liguria con la mia mamma

che ha una casa a Ceriale... sempre che non cambi idea prima!!

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I GIOCHI ALL’APERTO

“Il mio cortile era grande e c’erano 36 bambini: sei della mia famiglia, dieci dei miei

vicini… solo due famiglie facevano 16 bambini! Noi giocavamo a nascondino. Uno contava ad alta

voce fino a dieci con la faccia rivolta verso il muro mentre gli altri si nascondevano qua e là. Il

primo bambino che veniva trovato doveva poi andare a contare.”

“C’era anche il gioco della corda: due amiche facevano ruotare la corda e gli altri al centro

la saltavano… Bisognava seguire tutti lo stesso ritmo altrimenti si inciampava!!”

“Io abitavo in paese e con le amiche giocavamo a fare le capriole nei prati e andavamo

sull’altalena. Per costruirla si attaccava un asse con una corda a una grossa pianta e l’amica dietro

spingeva. Poi ci davamo il cambio.”

“Un altro gioco che facevamo era la lipa: con un bastone dovevi colpire un legnetto a terra

che saltava e, nel momento in cui era in aria, si doveva colpire di nuovo per farlo andare lontano. Ci

voleva una bella mira e prontezza di riflessi!”

“Giocavamo anche con le biglie: facevamo un solchetto nella terra per creare la pista e col

dito medio dovevamo colpirle… Vinceva chi completava per primo un giro di pista con la sua

biglia.”

“Mi piaceva giocare a mondo. Disegnavamo col gesso tanti quadrati sul marciapiede e li

numeravamo. Il gioco consisteva nel saltellare con una gamba sola e poi con due in modo alternato

senza mai appoggiare il piede sulle righe fatte col gesso. Chi sbagliava doveva ricominciare

daccapo. Era un po’ complicato ma divertente perché ad un certo punto dovevi anche saltellare a

marcia indietro e così era facile sbagliare!”

“E spesso quando tornavamo a casa i genitori ci sgridavano perché rovinavamo le scarpe a

forza di correre e saltare…”

Angela B. Carolina M., Caterina ,Giovanna S., Teresina D.B.

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ANALISI DI UN PROBLEMA: il medico risponde

IL DIABETE MELLITO DI TIPO 2

Il diabete mellito di tipo 2 è la forma di diabete più frequente (interessa il 90% dei casi) ed è tipico dell’età matura. È caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino resistenza). Il risultato è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia). Questo tipo di diabete è detto non insulino-dipendente perché l’iniezione di insulina esterna, a differenza del diabete di tipo 1, non è di vitale importanza.

Le cause alla base dell’insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in fattori ereditari ed ambientali. Si è evidenziato che esiste un fattore di trasmissione ereditario che espone alcune popolazioni o addirittura alcune famiglie a tale patologia. Alla ereditarietà si affiancano aspetti caratteristici della persona quali l’obesità: le cellule hanno bisogno di zucchero per vivere, tanto maggiore è il numero di cellule da alimentare tanto maggiore sarà il fabbisogno di insulina. Nelle persone obese, quindi, l’insulina viene prodotta ma non in quantità sufficiente. La vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano

l’insorgenza del disturbo. Anche l’età gioca il suo ruolo: l’invecchiamento dell’organismo si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere prontamente alla richiesta di insulina ricevuta.

Non bisogna sottovalutare alcuni fattori di rischio che rendono alcune persone più predisposte di altre a sviluppare il diabete di tipo 2:

Obesità (BMI ≥ 30 kg/m²) Inattività fisica Ipertensione Colesterolo HDL ≤ 35 mg/dl

Trigliceridi ≥ 250 mg/dl

Alcuni dei sintomi tipi del diabete di tipo 2 sono:

sensazione di stanchezza,

frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne,

sete inusuale,

perdita di peso improvvisa e immotivata,

visione offuscata e lenta guarigione delle ferite.

La persona affetta da diabete di tipo 2 è quindi generalmente una persona della seconda o terza età, con un peso superiore a quello ideale, spesso con parenti di primo grado diabetici. I sintomi non sono generalmente evidenti come nel diabete di tipo 1, vengono facilmente ignorati e la scoperta del diabete può avvenire in modo del tutto casuale. La diagnosi di questa forma di diabete, pertanto, può essere anche molto tardiva e, per questo motivo, è facile riscontrare al momento della diagnosi la presenza di complicanze in stato avanzato.

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LE ATTIVITÀ OCCUPAZIONALI AL DELFINONI

A cura della Dr.ssa Sabrina Cangemi

I laboratori di Terapia Occupazionale sono finalizzati al contenimento degli stati ansiosi e confusionali,

al miglioramento del tono dell’umore, del senso di autoefficacia e dell’autostima, al potenziamento

delle abilità di socializzazione e delle abilità espressive, al mantenimento delle funzioni cognitive

residue e, in generale, quindi, al miglioramento della qualità di vita dell’ospite.

L’inserimento dell’ospite in un determinato laboratorio sarà conseguente ad un’attenta valutazione

individuale delle capacità residue, delle

potenzialità, dei possibili obiettivi nonché

degli interessi e del vissuto del singolo. I

laboratori sono condotti giornalmente

dall’animatrice presente in struttura, con la

collaborazione della psicologa.

Tra i laboratori svolti nella Casa di

Riposo Delfinoni vi sono:

• Laboratorio ludico (tombola, nomi-città-

animali, giochi di squadra) è volto a facilitare la

socializzazione tra gli ospiti e si pone come obiettivi il mantenimento delle capacità cognitive e

motorie residue, la gestione delle turbe comportamentali e l’incremento della motivazione e delle

competenze interpersonali.

• Laboratorio di Orticoltura. L’animatrice

seguirà gli ospiti nelle varie fasi di

organizzazione, cura dell’orto e acquisizione

del raccolto. Il laboratorio si pone come

obiettivi la riattivazione sensitivo-motoria,

la riorganizzazione cognitiva, la stimolazione

sensoriale e l’incremento delle interazioni

sociali tra gli ospiti con la conseguente

riduzione della tendenza all’isolamento.

• Laboratorio di Lettura prevede la lettura

da parte dell’animatrice di un articolo di giornale o di un libro adeguato alle capacità di comprensione

ed elaborazione degli ospiti oltre che ai

loro interessi. In un secondo momento si

avvierà una discussione su quanto letto,

nella quale ognuno potrà condividere

con gli altri partecipanti il proprio

parere personale ed eventualmente le

proprie conoscenze o esperienze di vita

correlate. Questa attività consente

dunque di incrementare la

socializzazione tra gli ospiti, la

condivisione ed in alcuni casi

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l’espressione e l’acquisizione di

consapevolezza dei propri vissuti

emotivi.

• Laboratorio grafico-pittorico e

Laboratorio creativo hanno come

obiettivi la stimolazione delle

capacità prassiche e di

coordinazione visuo-motoria

residue. Stimolano inoltre le

capacità creative, la concentrazione, la percezione tattile, e agiscono sullo sviluppo delle capacità

espressive, con riduzione delle

stereotipie e dei comportamenti

inadeguati.

•Laboratorio di Cucina riguarda la

pianificazione e la preparazione di pasti

freddi (panini, macedonie…) da parte

degli ospiti, opportunamente monitorati

e guidati dall’animatrice. L’attività è

infatti utile a stimolare i vari sensi, le

capacità attentive, di pianificazione, le

memorie procedurali ed episodiche. Il laboratorio è un piacevole momento di conoscenza,

condivisione e socializzazione tra gli ospiti ed è inoltre

finalizzato all’incremento dell’autostima ed al ripristino

di un ruolo occupazionale e sociale.

• Laboratorio di Preghiera: la partecipazione alla S.

Messa e al Rosario è utile ad indurre sia un senso di

benessere e di rilassamento che la riattivazione di

memorie procedurali e verbali.

• Musicoterapia ha lo scopo di mantenere attiva la

memoria, di accrescere la produzione linguistica e di

tranquillizzare l'ospite riducendo i comportamenti

inadeguati.

• Attività di festa: con tale termine si possono

riassumere i momenti gioiosi, quali le feste a tema, dei compleanni, ecc. che incrementano la

socializzazione e contrastano

l’isolamento.

• Attività rivolte all’esterno della

struttura: possono riguardare, per

esempio, i lavori svolti in

collaborazione con il territorio (la

scuola e i bambini, ecc.), le uscite

(il mercato…), le gite, gli incontri

con altre RSA o le scuole, ecc.

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L’intervista a “uno di noi”: Carolina In questo numero conosceremo Carolina M., un’Ospite della Casa di Riposo G. Delfinoni, nel prossimo numero le interviste continuano!!

Dove sei nata? Quanti anni hai?

Sono nata a Casorate Primo il 6 luglio 1927. Ho 87 anni ed ho sempre vissuto a Casorate.

Ti sei sposata? Hai figli?

Si, con Luigi. Ci siamo sposati nel 1956 nella chiesa di S. Vittore di Casorate ma non abbiamo avuto figli. Mio marito è morto nel 1991 dopo solo 35 anni di matrimonio.

Che scuole hai frequentato?

Sono andata a scuola fino alla quinta elementare che per quei tempi era tanto!

Che lavoro facevi?

Andavo nella fabbrica delle piume qui a Casorate e facevo i cappelli dei bersaglieri, degli alpini…

Ti piaceva il tuo lavoro?

Certo, ho lavorato 40 anni in fabbrica. Poi sono andata in pensione perché la mia mamma non stava bene altrimenti sarei andata avanti a lavorare.

Sei mai andata a fare una gita a Milano?

Si, andavo a trovare mia zia per trascorrere una mezza giornata coi miei cugini. Andavamo in Duomo a passare il tempo… ricordo che contavamo le scale per salire sul campanile.

Dove andavi in villeggiatura?

Non ci sono mai andata, stavo sempre a Casorate. Non andavo nemmeno a fare il bagno al Ticino perché la mamma non voleva. A proposito, quando volevo andare a ballare con mio cugino dovevo chiedere il permesso alla mamma. Le dicevo continuamente “ancora una volta, ancora una volta”… Una sera, stufa di sentirsi dire sempre così, credendo che la prendessi in giro, quando poi sono tornata mi ha fatto trovare la porta di casa chiusa… sono dovuta andare a dormire dalla zia!

Da quanto tempo vivi qui?

Da ottobre dello scorso anno.

Cosa ti piace fare qui?

Mangio, bevo… e sto bene così!! (ride)

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IL MERCATO

“Sono cresciuta a Bubbiano. Da piccola mi piaceva venire al mercato di Casorate il

giovedì mattina perché c’erano tante bancarelle, molte di più di quelle che venivano al

mio paese. Venivo a piedi con mia mamma e i miei fratelli… Non era tanto lontano!

Ero curiosa di vedere le novità riguardo i vestitini, i giocattoli… Sicuramente i soldi

erano pochi ma la mamma ci comprava sempre qualche golosità, come il croccante, il

torrone e le ciliegie o le arance a seconda della stagione. Facevamo un giro veloce perché

poi la mia mamma aveva da fare per cui si doveva ritornare a casa.

C’era proprio un gran bel mercato! Nel venire a Casorate eravamo tutti contenti

ma nel tornare a casa un po’ meno perché poi eravamo stanchi per quanto si

camminava!“

Teresa D.B.

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Foiolo al pomodoro o Trippa alla milanese di Caterina,

Angela B., Giuseppina e Wanda

Il foiolo è un piatto tipico della tradizione gastronomica Milanese, dalle origini contadine, che

sta scomparendo dalle nostre tavole.

Ingredienti:

trippa (la parte del foiolo)

passato di pomodoro

una cipolla e uno spicchio d’aglio,

una carota e una costola di sedano

fagioli (vanno bene anche quelli in scatola)

vino bianco e brodo

sale e pepe

Preparazione:

1) Tagliate la trippa a striscioline sottili e lavatela bene sotto l'acqua corrente.

2) Mondate, lavate e affettate le verdure, poi fatele rosolare con olio, cipolla e aglio;

unitevi la trippa, fatela insaporire per qualche istante, mescolando, e sfumate con del

vino bianco.

3) Bagnate con del brodo, unite il passato di pomodoro; salate, pepate e continuate la

cottura per un paio d’ore.

4) Per ultimo aggiungete i fagioli lavati e scolati, regolate di sale e pepe e cuocete per

altri 30 minuti. A fine cottura la trippa dovrà avere un sughetto denso e abbondante.

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Mac (castagne cotte) di Wanda e Carlotta

Il mac è un piatto tipico della cucina regionale

lombarda, molto particolare e gustoso è originario

della zona dell'alto varesotto in cui è molto diffuso.

Preparazione:

Mettete a bagno le castagne secche per

qualche ora. Successivamente mettetele in

una pentola, ricopritele col latte e fatele

lessare a fuoco basso coperte per un paio d’ore circa. Appena saranno ben cotte,

morbide ed avranno assorbito quasi tutto il latte scolatele perché sono pronte da

mangiare!

Con le castagne cotte si può fare un’altra ricetta…

Monte bianco di Angela B. e Giuseppina

Un dolce davvero ricco, che unisce al sapore deciso delle castagne tutta la dolcezza della

panna, uniti al cacao: insomma, una deliziosa

bomba calorica!

Ingredienti:

castagne cotte

panna da montare

cacao

Preparazione:

1) Frullate le castagne cotte e disponetele direttamente sul piatto da portata.

2) Montate la panna (se necessario zuccheratela un po’) e usatela per coprire le

castagne.

3) Decorate con del cacao.

Buon appetito!!

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GIORNALINO REALIZZATO DALLE ANIMATRICI

CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE “G. DELFINONI”

E LA COLLABORAZIONE DEL PERSONALE