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Ore 17.00: «La Vergine del canto» CELEBRAZIONE DI CHIUSURA Due temi dominanti vengono proposti e celebrati: la verginità di Maria e il suo Canto: «la Vergine» totalmente consacrata a Dio, a Cristo, alla Chiesa, all'uomo; e la «Vergine del Magnificat», che celebra le «grandi cose>> che Dio ha compiuto in Lei, volgendo lo sguardo all'umiltà della sua Serva: la quale, celebrata da tutte le generazioni, diviene il modello perenne della totale consacrazione di sé a Cristo e alla sua missione, all'uomo e alla sua vocazione, e protitipo di ognuno che celebri cantando le meraviglie di Dio nelle loro pluriformi manifestazioni e faccia soprat- tutto della sua vita un «Magnificat» vivente. L'itinerario di Maria è Illumina d'un colpo il senso e le dimensioni della ver- ginità cristiana: l. nasce dal movimento stesso della fede, nella povertà della carne e nell'umiltà del cuore, come espressione dell'assoluta fiducia in Dio e della sottomis- sione alla sua parola (dimensione carismatica); 2. si sviluppa per la carità: nella potenza dello Spirito, incontra Gesù e si polarizza interamente su di Lui (dimensio- ne eristica); 3. poi in Gesù salvatore si apre a tutti i fratelli e si mette al servizio della loro (dimensione apostolica); 4. tende verso la sua fine _per la speran- za: veglia nell'attesa della venuta di Gesù risuscitato per partecipare alla sua gloria e vivere con lui in pienezza (dimensione escatologica). I due momenti si intrecciano: la celebrazione si apre col «canto del mare»- il canti- co di Mosé e di Maria sua sorella, che guidava i cori delle donne nel magnificare il Potente che aveva steso il suo braccio sul mare e rovesciato i potenti dal trono, innalzando e arricchendo i poveri e gli umili -; prosegue mostrando il cammino luminoso e faticoso della verginità per il Regno, sulla filigrana del testo di Osea;.si chiude con la processione delle vergini di tutti i popoli e lingue, che vengono a can- tare con Maria la fedeltà del Signore, che tutti chiama al suo servizio di amore e di pace per l'umanità, fino all'ultimo compimento nel Regno. l. CANTO D' APER1URA Quando tutti i partecipanti hanno preso posto nell'aula della chiesa, il Solista into- na il ritornello del Cantico di Mosè (Es 15, 1-17); l'Assemblea lo ripete dopo ogni strofa. Can- tia-mo_afìi-gnore stu- perla_è la sua vi t - to- ria, Si- J j .. _....,_ J J J Jll J J J ) j :Il gnore_è_il tuo no- me. Al le lu ia. 97

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Ore 17.00: «La Vergine del canto»

CELEBRAZIONE DI CHIUSURA

Due temi dominanti vengono proposti e celebrati: la verginità di Maria e il suo Canto: «la Vergine» totalmente consacrata a Dio, a Cristo, alla Chiesa, all'uomo; e la «Vergine del Magnificat», che celebra le «grandi cose>> che Dio ha compiuto in Lei, volgendo lo sguardo all'umiltà della sua Serva: la quale, celebrata da tutte le generazioni, diviene il modello perenne della totale consacrazione di sé a Cristo e alla sua missione, all'uomo e alla sua vocazione, e protitipo di ognuno che celebri cantando le meraviglie di Dio nelle loro pluriformi manifestazioni e faccia soprat­tutto della sua vita un «Magnificat» vivente.

L'itinerario di Maria è tipi~o. Illumina d'un colpo il senso e le dimensioni della ver­ginità cristiana: l. nasce dal movimento stesso della fede, nella povertà della carne e nell'umiltà del cuore, come espressione dell'assoluta fiducia in Dio e della sottomis­sione alla sua parola (dimensione carismatica); 2. si sviluppa per la carità: nella potenza dello Spirito, incontra Gesù e si polarizza interamente su di Lui (dimensio­ne eristica); 3. poi in Gesù salvatore si apre a tutti i fratelli e si mette al servizio della loro ri~enerazione (dimensione apostolica); 4. tende verso la sua fine _per la speran­za: veglia nell'attesa della venuta di Gesù risuscitato per partecipare alla sua gloria e vivere con lui in pienezza (dimensione escatologica).

I due momenti si intrecciano: la celebrazione si apre col «canto del mare»- il canti­co di Mosé e di Maria sua sorella, che guidava i cori delle donne nel magnificare il Potente che aveva steso il suo braccio sul mare e rovesciato i potenti dal trono, innalzando e arricchendo i poveri e gli umili -; prosegue mostrando il cammino luminoso e faticoso della verginità per il Regno, sulla filigrana del testo di Osea;.si chiude con la processione delle vergini di tutti i popoli e lingue, che vengono a can­tare con Maria la fedeltà del Signore, che tutti chiama al suo servizio di amore e di pace per l'umanità, fino all'ultimo compimento nel Regno.

l. CANTO D' APER1URA

Quando tutti i partecipanti hanno preso posto nell'aula della chiesa, il Solista into­na il ritornello del Cantico di Mosè (Es 15, 1-17); l'Assemblea lo ripete dopo ogni strofa.

Can- tia-mo_afìi-gnore stu- perla_ è la sua vi t - to- ria, Si-

~~~ J j .. ~ _....,_

J J J Jll J J J ) j :Il gnore_è_il tuo no- me. Al le lu ia.

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Rit. Cantiamo a/Signore) stupenda è la sua vittoria. Signore è il suo nome, alleluia.'

l. Voglio cantare in onore del Signore, perché ha trionfato. Alleluja! Ha gettato in mare cavallo e cavaliere. Mia forza e mio vanto è il Signore, il mio salvatore è il Dio di mio padre ed io lo voglio esaltare. Rit.

2. Dio è prode in guerra, si chiama Signore. Travolse nel mare gli eserciti, i carri d'Egitto sommerse nel Mar Rosso, abissi profondi li coprono. La tua destra, Signore, si è innalzata, la tua potenza è terribile. Rit.

3. Si accumularon le acque al tuo soffio, s'alzarono l'onde come un argine. Si raggelaron gli abissi in fondo al mare. Chi è come te, o Signore? Guidasti con forza il popolo redento e lo conducesti verso Sion. Rit.

2. SALUTO

G. La grazia di Dio che ci ha creati e prescelti, la forza di Cristo che ci ha chiamati a seguirlo, la gioia dello Spirito che ci accompagna nella sequela, sia con tutti voi.

T. E con il tuo spirito.

3. MONIZIONE

Tutti siedono. La Guida introduce e presenta la celebrazione, indicandone il signifi­cato e i momenti saienti. Conclude invitando l'Assemblea ad invocare lo Spirito che solo può rendere feconda la Parola del Padre.

G. Per meditare sul delicato tema della nostra consacrazione vergi­nale a Cristo, per seguirlo nella povertà e nell'ubbidienza totale al Padre per il Regno, faremo risuonare la voce del profeta Osea: una voce appassionata e segnata dalla tenerezza, anche quando

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diventa protesta, accusa, denuncia. Il profeta alimenta il suo canto ad una drammatica esperienza autobiografica - il suo amore inestinguibile per Gomer, la moglie che lo tradisce e lo abbandona -. Pur nella veemenza dello sdegno per l'affronto subìto, Osea non sa non amare e il suo sogno è quello di riab­bracciare la donna amata ricomponendo con lei la felicità di una famiglia unita. Questa vicenda personale si trasforma in una specie di cifra sim­bolica della storia dell'amore di Dio per l'uomo, un amore delu­so e tradito, ma che non si rassegna mai a morire. Ad ogni stanza del canto di Osea si risponde con la preghiera litanica alla Vergine, a Lei che per eccellenza è l'anima illuminata dallo Spirito («pneumatofora») e da Lui sedotta. La presente celebrazione - incentrata sulla Parola - vuole dunque accostare un modello negativo di verginità (Israele) ad uno posi­tivo (Maria): guardiamo alla nostra esperienza umana e preghia­mo Maria, donna del «fiet» (avverrà ... ?) e del «fiat» (avven­ga ... !) per ottenere la grazia di un rinnovato cammino di fedeltà .

4. CANTO DELLA CHIAMATA

«SAMUEL»

G . Ogni consacrazione, anzi, ogni risposta a Dioè sempre preceduta da una chiamata d'amore: misteriosa, come misterioso e Santo è il Signore. La singolarità delle risposte è proporzionata alla sin­golarità della chiamata divina. Samuele come tutti i profeti, com­preso Osea, furono «chiamati» e «risposero» a Dio. Maria è la creatura al centro di ogni «chiamata», che ricapitola e dà senso ad ogni altra «risposta» al progetto di Dio.

1!~1 cJ J l I_J J J 0:: u:

Sa - mu- el! Sa - mu - el!

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Sa - mu- el! Sa - mu - el!

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F*J J J J La mia not - te

fJ l J. ) J l -non fi m - sce mai

j J J J l iJJ. l "" e la lu - ce non si spe- gne qua - si mai

I'"D * U tr EJ l Jl J n ~ J J J l non t'a- ve- vo co- no - sciu- to, ma sen-ti- vo la tua

IJ * Il vo-ce.------

l. La mia notte non finisce mai

2.

e la luce non si spegne quasi mai: non t'avevo conosciuto, ma sentivo la tua voce

Ho capito, eri tu, Signore, e ti ho detto: «Parla, ecco io ti ascolto». E così ti ho conosciuto, ho sentito la tua voce.

3. «Tu sei mio da quando ti creai, la mia luce cammina insieme a te. Va' nel mondo con amore, fa' sentire la mia voce».

4. «Se dovrai soffrire in nome mio

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ti darò la mia parola in quel momento, il mio Spirito ti guida, io ti porto tra le mani».

5. VERGINITÀ CARISMATICA

l. Una chiamata insolita per Osea

L. «Disse il Signore ad Osea: Va' e sposati con una prostituta e abbi figli bastardi poichè questa terra si è prostituita e si allontana dal Signore». (Os. 1,2).

G. L'avventura umana e spirituale di Osea inizia in un giorno ignoto di un anno non definito dell'VIII sec. a.C., con queste strane parole di Dio. In questo primo giorno della sua vicenda persona­le e profetica Osea è messo da Dio sulla strada di una prostituta, Gomer bat-Diblaim.

S. Maria, terra vergine adombrata dallo Spirito, T. Insegnaci la fede adulta di chi non teme di interrogare chieden­

do spiegazioni e itinerari a un Dio che propone l'inconoscibile, l'insolito, l'impossibile. Tu, che sola conosci i drammi dell'uo­mo giusto, le sue notti inenarrabili, le domande annegate in mari di silenzio, esaurisci gli spazi della nostra ragione per inse­gnarci a credere.

«CANTO DEL DESERTO»

J J J l l ;,l Io l'at- ti - re - rò a me, la con-dur - rò nel de-

3

l' [P l d H l 1 J J l J J ff~ l ~ l ser - to e par-le rò al suo cuo-re, di- ce_il Si - gno-

re. E can-te - rai co- me nei gior-ni del-la tua gio-vi-

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3

t21 lr ~ E f nez- za.-- Tu non sa - rai più l'ab- han- do

u IF #f: f na-ta: sei mi - a per sem - pre.----

l. E canterai come nei giorni della tua giovànezza. Tu non sarai più l'abbandonata; sei mia per sempre.

2. Ti veglierò come una madre veglia sul suo bambvino; poi mi chinerò sopra di te per darti il mio cibo.

3. Ti chiamerò Popolo mio, figlio del Dio vivente. Io sarò per te come rugiada e i frutti verranno.

4. E crescerà la tua stirpe come le sabbie del mare. Io ti sazierò di olio e grano, o popolo mio.

2. I figli non-frutti

L. «Gomer partorì un figlio. E il Signore disse ad Osea: Chiamalo Izreel! Tra poco infatti vendicherò tutto il sangue versato ad Izreel dalla casa di leu. Gomer partorì una bambina. E il Signore disse ad Osea: Chiamala Non-Amata! Infatti io non amerò più la casa di Israele, mai più le perdonerò. Gomer partorì ancora un figlio. E il Signore disse ad Osea: Chiamalo Non-Mio-Popolo! Infatti voi non siete più mio popolo e io non esisto più per voi». (Os. 1,3-4.6.8-9).

Il

G. Ancora una volta ecco uno sconcertante ordine di Dio: il primo­genito di Osea porterà il nome di una «città del sangue».

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A Izreel, infatti, si erano consumati i delitti del re Acab e di sua moglie Gezabele che avevano ucciso un contadino onesto (l Re 21) e avevano imposto l'idolatria fenicia. A Izreel si era consu-

S. T.

mato il colpo di stato del generale leu che era finito in un bagno di sangue (2 Re 10). Anche il nome della bambina è quasi disumano («Odiata»), così come quello del terzogenito («Estraneo»).

Maria, tabernacolo dell'Altissimo, fa' dei nostri corpi templi dello Spirito, delle nostre comunità santuari di Bellezza, delle nostre famiglie umili case di N azaret, affinchè Egli, che della vita è l'Iddio e l'amante, ponga sulle nostre vite il sigillo della sua appartenenza.

INTERMEZZO: «ECCOMI» (M. Frisina)

co- mi, e c co - mi, Si - gno - re Io

t ~ l~: ~ ~ ve n go. E c co- mi, e c co - mi,

l~ ~ft ~ tJ ~ D l J. ]5 J Il i r f

si- com- pia_in me la tua v o lon - tà.

6. VERGINITÀ CRISTI CA

3. La rabbia e il divorzio

L. «Denunziate, denunziate vostra madre! Essa non è più mia moglie nè io suo marito! Si pulisce la faccia dalle sue prostituzioni e il seno dagli adultèri, altrimenti la spoglierò nuda come il giorno in cui nacque. Essa diceva fra sè: Correrò dietro ai miei amanti

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perchè mi danno pane, acqua, lana, lino, olio e vino. Ebbene, io le ostruirò con rovi spinosi la strada, alzerò barriere e recinzioni così da bloccarle il sentiero. Correrà dietro ai suoi amanti ma non riuscirà a raggiungerli. Li cercherà e non li troverà più. · Ed allora dirà: Tornerò dal mio primo marito! Con lui ero ben più felice di adesso». (Os. 2,4-5.7 -9) .

G. Con un avvio impetuoso si apre uno stupendo soliloquio di Osea, uomo innamorato e tradito, desideroso di detestare la donna della sua vita ma sempre sottilmente legato dalla tenerez­za per lei. Davanti ai tre figli egli pronunzia la formula di divorzio e minac­cia il gesto ufficiale della «pena delle adultere» (Ez. 16,37 -38) . Nel canto straziato del profeta entra in scena il soliloquio della donna: sono parole volgari di bieco interesse perché dagli amanti essa attende più regali che amore. Ma lo stesso canto d'amore continua, anzi, esso ora si fa quasi sogno: nella donna fiorisce di nuovo la purezza dell 'amore sul terreno delle miserie passate, dell'insoddisfazione e delle delu­sioni.

S. Maria, Sposa fedele in ogni tempo, T. mostraci il segreto della tua perseveranza,

che sa superare le difficoltà insite in ogni rapporto, che non corre dietro al fascino dell'istante, che guarda al fondo delle cose e allontana da sé ciò che è vanità.

4. La riproposta nuziale

L. «Ecco, la sedurrò di nuovo, la porterò nel deserto, parlerò al suo cuore .. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza. Per sempre sarai mia sposa, mia sposa sarai nella giustizia e nel diritto, nell'affetto e nell'amore. Sarai mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore». (Os. 2,16-17.21-22).

G. Osea sogna di ritrovare Gomer, la donna amata, e di celebrare con lei un nuovo fidanzamento. Per tre volte proclama la formu-

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la matrimoniale ; cinque invece sono i doni nuziali: giustizia , diritto, affetto, amore e fedeltà.

S. Maria, Arca della nuova Alleanza, T. Tu sola hai saputo rispondere al Dio delle ripetute infinite

alleanze, Dio d'Israele, Dio così fallito a causa dei nostri innu­merevoli ripudi. lnsegnaci a non essere insensibili al Dio che sosta alla porta di ogni cuore in attesa che gli si apra, al Dio mendicante d'amore che amore dona.

CANTO: «VA' , ARCA DEL SIGNORE!»

1.Va, Ar - ca del Si - gno re, ver- so_il

luo- go del tuo n - po - so. Can-ti- no i tuoi fe -

l ~ ~1'b rEi r ( r l F r- p C2i de li per la gio - i a di que-sto

gior-no. Al - le lu 3f1T ia, -al - le lu

~~~~·,,1 ,P1J l~ 3 A ~~ ia, al - le lu - ia. al - le - lu ia.

l. Va' Arca del Signore, verso il luogo del tuo riposo. Cantino i tuoi fedeli per la gioia di questo giorno.

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.

Il

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2. Dio ha scelto Maria, l'ha voluta per sua dimora. Questo è il mio riposo, questa casa abiterò.

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia. 3. Dove trovi il tuo riposo, o Signore dell'universo?

Tu non vuoi la casa in cedro, cerchi in noi la tua dimora. Rit. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.

4. Vieni, Arca del Signore, benedetta perché hai creduto. Dio ci hai visitati: è tra noi l'Onnipotente.

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.

5. I figli·frutti

L. «Di nuovo seminerò per me nella terra, amerò Non-Amata, e a Non-Mio-Popolo dirò: Mio-Popolo e lui mi dirà: Mio Dio». (Os. 2,25).

G. Quest'ultima battuta del canto d'amore vede il trasformarsi dei nomi dei figli. n nome del primogenito, Izreel («Assassinio»), in ebraico significa letteralmente «seme di Dio», «seme fecondo», e quindi brillerà nel suo vero senso.

S. Maria, ricettacolo vivo dello Spirito, T. donaci la forza di comprendere che ogni vita è un atto di fede,

che concepire e generare è un atto di fede; donaci il coraggio di verificare continuamente la nostra fede guardando ai frutti che essa produce, ai segni tangibili che essa lascia.

INTERMEZZO: «ECCOMI» (vedi p. 7)

7. VERGINITÀ APOSTOLICA

6. Il processo per infedeltà

L. «11 Signore apre un processo con gli abitanti della terra.

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Non c'è più verità né amore, nè conoscenza di Dio, ma spergiuro, menzogna, assassinio, furto , adulterio, libertinaggio, sangue senza fine. Tornerò nella mia dimora

finchè non avranno espiato. Allora cercheranno il mio volto e nella loro angoscia si leveranno per correre da me». (Os. 4,1-2; 5,15).

G . Dieci sono i capi d'accusa: tre carenze (ipocrisia, odio, idolatria) e sette delitti. n processo si chiude con un vuoto: Dio si ritira disgustato dalla storia.

S. Maria, modello di santità, T. non permetterei di scandalizzare il piccolo che incontriamo,

attenua in lui le conseguenze del nostro peccare; liberarci da ogni idolatria e fa' che nessuno abusi della propria dignità, di nessuna idea si faccia un mito, neppure dell'idea più santa. Donaci di accettare Io Sposo cosi com'è, Dio geloso, «amato e crudele», ma giusto con coloro che arrivano ad amarlo; fermalo nel suo proposito di abbandonarci.

7. La falsa conversione

L. «Venite, torniamo al Signore: lui ci ha straziato, lui ci guarirà; lui ci ha ferito, lui ci fascerà. Dopo due giorni ci farà rivivere, il terzo giorno ci rialzerà e vivremo alla sua presenza». (Os. 6,1-2).

G. A prima vista queste parole ci conquistano per il candore della loro fiducia, per la sincerità dell'animo che si consegna al Dio «che affanna e che consola». Ma poche righe più avanti il profe­ta farà balenare la sostanziale falsità di questa conversione effi­mera e di questa fiducia troppo comoda. Non basta la bella pre­ghiera di un istante, né il proposito di un giorno.

S. Maria, Vergine di sincera obbedienza, T. apri ad una vera conversione il nostro cuore.

AI divino desiderio di noi, risponde il nostro eterno affanno di essere uomini: è tutta una storia che ne segna il cammino, nostra storia di dolori e di errori, intrisa anche troppo di sangue. Apri il nostro cuore al mistero: usciamo dal buio del mondo e varchiamo le soglie del tempio.

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CANTO: «Ò PELLEGRINA DELLA FEDE» (D. Machetta)

CORO

~. 1DJI --- . l fi i j }1 ;1 E E O Pel - le - gri - na del · la

FJ che te ne vai al la rnon -

lg al tuo pas -saggio la valle del

u si cambia in una sor- gente

a t a sei tu,

che hai ere

l . O pellegrina della fede,

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che te ne vai alla montagna, al tuo passaggio la valle del pianto si cambia in una sorgente.

Ma - n

du - to.

fe

ta

F de,

- gna,

*i pianto

Be-

~? ~ a,

r.-,

~

2. O pellegrina della fede che porti in grembo il Paradiso, alla tua voce sussulta di gioia il nuovo Israele.

3. O pellegrina della fede, che te ne vai dalla tua terra, più delle stelle saranno i tuoi figli, virgulti d'ulivo intorno alla mensa.

4. O pellegrina della fede che hai camminato nel deserto, ti sei cibata di un unico pane conservando nel cuore ogni parola.

5. O pellegrina della fede che dalla Croce ci sei madre, tutte le genti con te canteranno: è grande il Signore!

8. La maledizione divina

L. «lo voglio amore, non sacrifici, conoscenza di Dio, non olocausti. Si sono eletti re che io non ho designato, hanno creato capi senza la mia approvazione. Si sono eretti idoli col loro oro e col loro argento e si sono rovinati . Hanno seminato vento, mieteranno tempesta. Le messi saranno senza spiga, germoglieranno ma senza dare grano ed anche se ne producessero, gli stranieri lo divorerebbero». (Os. 6,6; 8,4.7) .

G. Il culto da solo non salva, la religione senza la fede è rito sociale, la liturgia che non cambia la vita e il cuore è folclore, la preghie­ra senza la giustizia nell'esistenza è rifiutata da Dio. Instancabile è l'attacco di Osea alla falsità e all'idolatria: il Dio vero è Signore della libertà, della fede, dell'adesione gioiosa.

S. Maria, tu che sei benedetta fra le donne, T. aiutaci a ricomporre in noi l'eterna frattura tra fede e vita,

aiutaci ad essere e a vivere un amore che duri più di un mattino, perchè il Dio vero, non quello che a nostra immagine e somi­glianza abbiamo eretto, torni a benedire il nostro operare.

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Donaci una chiesa libera dal calcoli umani,_ dalla «prudenza ter­rena», dai giochi diplomatici, dal fasto, dall'ipocrisia, dalle col­lusioni con la politica e la finanza, che sa spogliarsi di ogni preoccupazione di se stessa.

9. La sterilità del senza-Dio

L. «Signore, da' loro ... Cosa darai? Un grembo che abortisce, un seno arido! ... Per i loro delitti li scaccerò dalla mia casa, non li amerò più ... Israele era una vite rigogliosa e produceva frutti generosi. Ma più fruttificava, più moitiplicava gli altari idolatrici. Più la terra era fertile, più abbelliva le stele sacre. Seminate secondo giustizia, mieterete secondo bontà. Dissodate un terreno incolto: è tempo ormai di cercare il Signore finché egli venga ed effonda la pioggia necessaria». (Os. 9,14-15;10,1.12).

G. Tutta la predicazione di Osea è percorsa da una vigorosa denun­cia contro la tentazione idolatrica rappresentata dai culti cananei della fertilità . Davanti alle viti rigogliose, alle messi abbondanti, alla terra feconda , il pensiero del popolo era tentato di risalire al dio della natura, presente col suo seme nei campi, nei greggi, nel grembo delle donne e nella fecondità degli uomini.

S. Maria, segno della fecondità dello Spirito, T. invoca per noi il Signore, perché ancora scenda la sua parola

creatrice

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come pioggia che cade dolcissima, o semente che brilla nel sole avanti di essere accolta nei solchi, uguale al seme accolto in seno alle madri, Invocalo per noi, perché l'attesa di ogni cuore sia pari all'amore con cui Egli si dona, e la loro corrispondenza sia come l' abbrac­cio dello sposo e della sposa per cui la vita continua a fiorire.

INTERMEZZO: «ECCOMI>> (vedi p. 7)

PARTE CONCLUSIVA: IL «MAGNIFICAT» DELLA VITA CONSACRATA

A questo punto, si fa la processione col Vangelo e con le lampade accese: le portano rappresentanti delle nazioni del mondo, quale simbolo della loro consacrazione per la missione.

l. CANTO DI PROCESSIONE

Calmo

1$ ~q {J 1 A J: & B 1 s ~ · ii 1 Tuttz Rit.: Nel-la not- te_o Dio, n m ve- glié - re - mo con le

l$ tifi o r: ~ [Jf IF r J t lam . pa - de, ve - sti - ti_a fe - sta: pre - sto_ar

l$ tifi D o: ~ n F ~ * n - ve - rat e sa - rà g10r- no.

Strofe dal Cantico delle vergini di Metodio di Olimpo

l. Dall'alto dei cieli, o vergini, risuona una voce: «Andate insieme incontro allo S_poso! In vesti bianche andate verso l'Oriente! Svegliatevi, prima che il Re varchi la soglia!». Ant.

2. Largitore di vita tu sei, o Cristo! Io t1 saluto, o Luce senza tramonto! Il coro delle vergini ti invoca: Fiore perfetto, Gioia, Sapienza, Verbo! An t.

3. Colei che ti diede la vita, Grazia intatta ed illibata, quando senza seme portava in seno l il tuo Germe immacolato fu sospettata d 'aver tradito le sue nozze:

e così, gravida, diceva, o Beato: Ant. 4. Con i nostri inni, o felice sposa di Dio,

noi, compagne delle tue nozze, ti celebnamo, vergine-Chiesa dal corpo bianco come la neve,

casta, irreprensibile, amabile. Ant.

Il

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2. CANTO DEL VANGELO: Le l, 39-45 (la Visitazione)

Il Celebrante o il Diacono, dopo la processione, intronizza il Vangelo, attorniato dalle vergini con le lampade in mano; lo canta fino al Magnificat, il quale viene can­tato tra Coro e Assemblea.

3. CANTO DEL MAGNIFICAT

Rit.: L'anima mia magnifica il Signore e si allieta il mio spirito in Dio, mio salvatore.

l. Ha guardato all'umile sua ancella, e tutti i tempi mi diranno beata, poiché il Potente mi ha fatto grandi cose e santo, e santo è il suo Nome.

2. E il suo amore è nei secoli dei secoli su tutti quelli che han creduto in lui. Con il suo braccio egli compie meraviglie, i disegni distrugge ai superbi.

3. Ha rovesciato i potenti dai troni ed ha innalzato gli umili di cuore; e gli affamati li sazia d'ogni bene, ma gli avidi rimanda a mani vuote.

4. Ha salvato Israele suo servo, perché ricorda il suo patto d'amore, che aveva fatto un tempo ai nostri padri, ad Abramo e ai suoi figli per sempre.

4. BENEDIZIONE E CONGEDO

G. Sia in tutti voi l'anima di Maria, per magnificare il Signore; sia in tutti lo spirito di Maria, per esultare in Dio; sia in tutti il cuore di Maria, per servire con premurosa attenzione i fratelli .

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

T. Amen.

L'Assemblea si scioglie, o con un canto, o al suono dell'organo.

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