Catalogo Mostra Vasarely Fontana

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Fontana - Vasarely, due mondi, due culture, due scuole a confronto 21 2014 Fontana Vasarely due mondi, due culture, due scuole a confronto

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Catalogo della mostra "Vasarely - Fontana- Due mondi, due culture, due scuole a confronto". Dal 12 luglio al 19 ottobre 2014 al MACA (Museo Arte Contemporanea Acri). www.museomaca.it; [email protected]

Transcript of Catalogo Mostra Vasarely Fontana

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    21

    2014

    FontanaVasarely

    due mondi, due culture, due scuole a confronto

  • 21Collana Quaderni del Museo

    MACA

    Museo Arte Contemporanea Acri

    Regione Calabria

    Cultura

    Citt di Acri

    @museomaca

  • MACA Museo Arte Contemporanea Acri

    Silvio Vigliaturo, direttore artistico

    Boris Brollo, curatore esterno

    Curatore della mostra

    Valmore Zordan

    Organizzazione e coordinamento

    Valmore Studio dArte, Vicenza

    Alice Traforti

    Oesum Led Icima

    Allestimento mostra a cura di

    Massimo Garofalo

    Giuseppe Tunnera

    Crediti fotografici

    Monica Bonollo

    Luca Casonato

    Rolando Coser

    Antonio Dalan

    Dario Lasagni

    Kalos Villaba

    Rapporti con gli organi di informazione

    Federico Bria, Ufficio Stampa BCC Mediocrati

    Francesco Kostner, relazioni esterne e comunicazione Unical

    Andrea Rodi, responsabile Ufficio Stampa MACA

    Collaboratori

    Antonella Algieri

    Ermanno Benna

    Pierangelo Cauda

    Milizia Foto - Acri, Cs

    Antonio Tancredi

    Claudio Zucca

    Giulia Zucca

    Zucca Grafica - Pessione, Torino

    Partner:

    Per la disponibilit delle opere si ringrazia:

    Federico Bonioni

    Kanalidarte, Brescia

    Galleria Bergamo, Bergamo

    P420, Bologna

    Studio dArte GR, Sacile

    Valmore Studio dArte, Vicenza

    Le Collezioni Private

    Stampa:

    Stabilimento Tipografico De Rose, Montalto Uffugo, Cs

    Fontana - Vasarelydue mondi, due culture, due scuole a confronto

    a cura di Valmore Zordan

    Oesum led icima - edizione 2014

  • MACA

    Museo Arte Contemporanea Acri

    Palazzo Sanseverino Falcone, Acri (CS)

    12 luglio - 19 ottobre 2014

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    Spesso abbiamo la tendenza a guardare unopera darte come un oggetto isolato, pregevole espressione di unartista, a volte di un grande artista, ma nulla pi. I musei, con le loro collezioni permanenti e le mostre temporanee,hanno il compito di farci capire cosa, in ogni singola opera, trascenda la sua forma visibile, quale storia narrie perch sia importante darle una localizzazione spazio-temporale. Perch ogni grande opera darte unamanifestazione delle istanze pi vibranti della sua epoca storica e ogni grande artista linterprete di quelleistanze, o addirittura, ne anticipatore. Con questa nuova importante mostra il MACA risponde a questa esigenzadi storicizzazione culturale e sociale del ruolo dellartista e della sua opera, offrendo al pubblico una visionepi approfondita di due nomi di prima importanza nel panorama artistico europeo della seconda met delNovecento: Lucio Fontana e Victor Vasarely. La curatrice Valmore Zordan tratta questi artisti come dei maestrinel senso pi proprio del termine, ossia dei capiscuola, mostrando quanto le loro intuizioni rivoluzionare,nate da uno stretto contatto con la realt che li circondava, abbiano trovato uneco importante e duratura nellegenerazioni a venire, fino a giungere ai nostri giorni e a quella che viene definita arte contemporanea.

    Nicola TenutaSindaco Citt di Acri

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    Lucio Fontana nasce in Argentina e si trasferisce una prima volta in Italia fra il 1928 e il 1936 e definitivamente allafine della seconda guerra mondiale. Victor Vasarely nasce in Ungheria e si trasferisce in Francia a Parigi nel 1930.La dislocazione geografica delle origini e larricchimento della loro cultura di provenienza, determinata dallacontaminazione con la cultura del paese ospite, esercitano una profonda influenza sulle idee dei due grandiinterpreti dei mutamenti dell'arte nella met del XX secolo.Le nuove scoperte scientifiche, le conseguenti invenzioni tecnologiche e le nuove esplorazioni spaziali del secondodopo guerra determinano un grande desiderio di cambiamento, un crescente fervore di idee che sfociano innuove espressioni artistiche rivoluzionarie, in cui scienza ed arte non saranno mai pi distinte.Lucio Fontana e Victor Vasarely interpretano questi radicali cambiamenti tracciando due percorsi molto diversi fraloro ma altrettanto fondativi per la ricerca artistica degli anni a seguire.La grandezza delle loro idee avr infatti una profonda influenza su molti giovani artisti, che pur dimostrando lapropria originalit esprimono nelle loro opere le idee formative dei due grandi maestri.Entrambi gli artisti hanno trovato nelle loro radici culturali, seppur lontane fra loro, la forza dirompente di rifiutodelle correnti artistiche allepoca pi seguite e riconosciute e inizialmente punto di riferimento anche per loro inEuropa. Per Fontana ci rappresentato dall'espressionismo figurativo sfociato poi nello spazialismo, per Vasarelyda postcubismo, espressionismo e surrealismo che, una volta abbandonati, sfoceranno nelloptical art.

    Fontana nasce in Argentina a Rosario di Santa Fe nel 1899 e nel 1928 a Milano dove entra in contatto con il climaartistico del Novecento e dal 37 al '39 partecipa al movimento Corrente, ma insoddisfatto sperimentamateriali nuovi con spirito di ricerca e provocazione.Nel 1939 ritorna in Argentina dove rimane fino al 1947. Questo per lui un periodo di meditazione e ricarica perlo scatto decisivo che lo caratterizzer nel dopo guerra. Infatti nel 1946 a Buenos Aires punto di riferimento perun gruppo di giovani che stendono il famoso Manifesto Blanco, nel quale si asserisce che: colore, l'elementodello spazio, suono, l'elemento del tempo e movimento che si svolge nel tempo e nello spazio, sono le formefondamentali dell'arte nuova, che contiene le quattro dimensioni dell'esistenza, aggiungendo allo spazio iltempo. Incita ad un rinnovamento totale in accordo con le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche. Si inneggiaa quel espiritu nuevo di cui si sente unimpellente necessit.La nuova arte costituita dal verificarsi simultaneo di materia, colore, suono in movimento, che scaturiscono dalsubcosciente in quanto la ragione non crea.Tutto questo in contrapposizione dialettica rispetto ad Arte Concreto Invencin (Buenos Aires 1945) e almovimento Madi (1946).Nel 1947 ritorna in Italia con questo impeto di rinnovamento. L'Ambiente nero presentato nel 1949 propriolespressione del suo concetto di immaterialit dell'arte (si tratta di un ambiente a luce nera con forme fluttuantinello spazio), concetto suggerito dal nuovo mezzo di comunicazione di massa: la televisione.Dal 1947 al 1952 escono i Manifesti Spaziali nei quali si afferma la supremazia del gesto creativo che, al contrariodella materia, eterno. La grande rivoluzione degli Spaziali sta nell'evoluzione del mezzo dell'arte, nell'impiego

    dei mezzi nuovi, la radio, la televisione, la luce nera, il radar e tutti quei mezzi che l'intelligenza umana potrancora scoprire. L'artista spaziale non impone pi allo spettatore un tema figurativo, ma lo pone nella condizionedi crearselo da s attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve.Fontana afferma inoltre: quando l'uomo si sar messo nella testa () che lui niente () puro spirito, non avrpi le ambizioni materiali () diventer come un essere semplice, come un fiore, una pianta, e vivr solo dellasua intelligenza, della bellezza della natura (). La mia arte tutta portata su questa purezza, su questa filosofiadel niente che non un niente di distruzione ma un niente di creazione () . Il taglio e il buco non ladistruzione del quadro, ma una dimensione al di l del quadro, la libert di concepire l'arte attraverso qualunquemezzo, attraverso qualunque forma.Nel 1949 iniziano le sue tele con i buchi. Tra il '58 e il '60 iniziano i tagli delle tele. Con i buchi e i tagli egli nonvuole infierire sulla tela ma vuole dimostrare che essa non pi luogo di rappresentazione ma una realt su cuioperare, per cui l'opera non va pi considerata come rappresentazione della realt ma essa stessa realt. Ilpoliedrico lavoro di Fontana sviluppatosi negli anni va comunque sempre considerato in termini di spazio,materia e luce, anche se espressi in modi molto diversi.Il movimento spaziale, dalla compagine variabile, si presenta come un'aggregazione di singole e forti individua-lit coagulate intorno al carisma di Fontana. Peverelli infatti cos afferma credo che sia per me che per gli altri lavisione dello spazialismo fosse legata ad una sorta di ammirazione e adesione per qualcuno, come Lucio, pivecchio di noi, che sconvolgeva le regole della buona pittura. Alcune di queste individualit le troviamo comefirmatarie dei molti manifesti: Roberto Crippa, Mario Deluigi, Gianni Dova, Enrico Donati, Virgilio Guidi, CesarePeverelli, Vinicio Vianello. Altre per uno spirito di assoluta indipendenza non risultano come firmatarie, mavengono riconosciute nel loro operare come aderenti alle idee informative dello spazialismo e chiamate adesporre nelle mostre storiche del movimento spaziale: Edmondo Bacci, Ennio Finzi, Lucio Gaspari, BrunaGasparini, Riccardo Licata, Gino Morandis, Saverio Rampin.Affascinati dalle idee di libert operativa di Lucio Fontana e influenzati dall'idea rivoluzionaria del rapportospazio-tempo, ricordiamo anche i fondatori e aderenti alla rivista Azimuth (1959) Piero Manzoni ed EnricoCastellani, e tutte le pi importanti personalit del rinnovamento dell'arte del dopo guerra, transitate dallo spazioAzimut (senza h finale).Dal primo Manifesto dello spazialismo del 1947 a Milano, citiamo l'arte eterna, ma non pu essere immortale.E' eterna in quanto un suo gesto () non pu non continuare a permanere nello spirito dell'uomo () rimarreterno come gesto, ma morir come materia. Pertanto non serve materia adatta a fare durare lopera nel tempo,conta un atto dello spirito svincolato da ogni materia ().Il rapporto di collaborazione con le gallerie del Naviglio a Milano e del Cavallino a Venezia, promuove e diffon-de queste idee espresse nei molteplici Manifesti e nella Proposta di un regolamento del movimento spaziale.Importante anche il Manifesto del movimento spaziale per la televisione uscito in occasione di una trasmissio-ne televisiva allestita da Lucio Fontana. Qui si ribadisce che l'opera d'arte deve essere svincolata dalla materia, cheattraverso lo spazio pu durare nel tempo e che le conquiste della tecnica sono a servizio dell'arte.

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    Victor Vasarely nasce a Pcs in Ungheria nel 1906. Nel 1925 inizia la sua formazione artistica all'accademia privataPodolini-Volkmann. Nel 1929 si trasferisce a Budapest al famoso istituto Mhely, fondato da Alexander Bornyiksul modello del Bauhaus di Weimar.Il periodo trascorso al Mhely esercita un forte influsso sullo sviluppo della sua ricerca artistica in quanto glisuggerisce una radicale ridefinizione del ruolo dell'arte e dell'artista nella societ, l'uso di tecniche e materialinon tradizionali, la collaborazione con l'industria, l'integrazione fra arte e tecnica e il rifiuto dell'idea romanticadell'artista privo di finalit. Nel 1930 si trasferisce in una Parigi dominata dai surrealisti. Ancora non si conoscel'astrazione geometrica che fa la sua comparsa dopo la seconda guerra mondiale. I suoi lavori di quel periodomostrano quindi tratti cubisti, espressionisti e surrealisti. Ma Vasarely non convinto del suo percorso e liquidaquesto suo periodo come due anni di smarrimenti: fausses routes (strade sbagliate). Riconosce invece comedeterminante per il futuro corso della sua opera l'insegnamento di Budapest e l'importanza delle sue radici.Nel 1947 egli trova un proprio linguaggio geometrico-astratto ispirato inizialmente ad un'intima geometria dellanatura (ciclo di Belle-Isle) e a paesaggi enigmatici suggeriti dalla crepe che il tempo ha impresso sulle piastrel-le della stazione metropolitana Denfert (ciclo di Denfert). Da queste sue osservazioni naturalistiche nasconoopere che si articolano in piani spaziali ambigui e ambivalenti nell'alternanza tra forme e sfondi che impedisconouna visione statica costringendo l'occhio ad un incessante movimento. Effetto che si ritrova anche nelle opere delperiodo Gordes-Cristal dei primi anni '50.Nel 1955 organizza l'importantissima mostra collettiva Le Mouvement che ufficializza l'arte cinetica e in seguitoalla quale propone il Manifesto giallo. Alla mostra partecipano oltre a Vasarely molti artisti uniti dalla convinzioneche spazio, tempo e movimento entrino a far parte dell'opera cinetica. In seguito a questo evento chiamatoad esporre in tutto il mondo entusiasmando molti giovani artisti che si trasferiscono a Parigi, gravitando tra il suostudio e la galleria Denise Ren. Alcuni di questi, Julio Le Parc, Hugo Demarco, Horacio Garca Rossi, FranoisMorellet, Francisco Sobrino, Jol Stein, Yvaral, formano, con configurazioni variabili, prima il gruppo Motus, poiil Centre de Recherche dart visuel infine il GRAV (Gruppo di Ricerca Arte Visuale), altri tra cui Dario Perez-Flores,

    Jesus Rafael Soto, Martha Boto e Gregorio Vardanega ed Enrique Careaga sono attivi nell'abbracciare le teoriedell'arte ottico-cinetica e nel condividere la passione per la sperimentazione.

    Nel 1959 Vasarely brevetta l' unit plastique, unit compositiva formata da un quadrato e da una figura geometricacolorata inscritta al suo interno. Come le lettere dell'alfabeto essa permette di costruire composizioni innumerevolisulla base di programmi o partiture che possono essere eseguite da altri.La forte personalit, il radicale rifiuto dell'arte del passato, le sue idee innovative che guardano alle ricerchescientifiche sulla percezione visiva, contribuiscono a coagulare intorno a lui l'attenzione di molti giovani artisti inun rapporto concreto e fattivo tra maestro e discepoli. Importante la sua collaborazione con la galleria pariginaDenise Ren che gli permette di mettere in luce oltre alla sua opera anche i molti artisti che gravitano nel suo studioe che condividono la sua attenzione per le teorie sulla percezione visiva e sul movimento.In quegli anni cominciano ad essere approfondite le nuove teorie della fisica secondo le quali losservazionegioca un ruolo decisivo nellevento e, come afferma Heisenberg, la realt varia a seconda che noi losserviamo ono. La fisica classica presupponeva un mondo stabile, di cui si poteva dare una descrizione oggettiva a prescinderedal punto di vista dellosservatore, avvallando lesistenza separata e autonoma di un soggetto osservante e di unoggetto osservato. Limmagine rappresentava, ri-presentava, il mondo cos comera. I numerosi studi sui meccanismidella visione mettono in crisi lidea di un occhio innocente, e con essa lidea di un oggetto autonomo, liberoda qualsiasi vincolo e complicit con locchio e con il cervello. Oggetto, immagine ed occhio vanno sempreconsiderati in relazione, perch nessuno di questi elementi pu funzionare separatamente. Gli artisti otticocinetici mettono in funzione un dispositivo (lopera) che pone in una relazione interattiva limmagine con lospettatore. Solo locchio dello spettatore suscita e stabilizza limmagine, allinterno di un movimento virtualeintrinseco.Questa consapevolezza spinge gli artisti ottico-cinetici ad una incessante sperimentazione con esiti straordinarianche se difformi fra loro, dando risalto a forti e autonome personalit.

    Valmore Zordan

  • Lucio Fontana Vasarely Victordue mondi, due culture, due scuole a confronto

  • Lucio Fontana

    Nudo1944inchiostro su cartacm 27,5x17Courtesy collezione privata, Reggio Emilia

  • 16_17

    Studi per concetti spaziali1958inchiosstro su cartacm 32,3x25,4Courtesy Kanalidarte, Brescia

    Manifesto mostra Galleria Il Cavallino (Ve)1957disegno originale a pastello su carta cm 50x40Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    Opera gi esposta al MACA, nella mostra lo spazialismo e lapporto veneziano, 2007

    Studio per Pietre1953/57china su carta cm 19x27Courtesy collezione privata, Reggio Emilia

    Concetto spaziale1950

    buchi e graffito su terracottacm 33x27,5

    Courtesy collezione privata, Milano

  • 18_19

    Concetto spaziale1965matita su carta e foricm 35,5x25,5Courtesy collezione privata, Vicenza

    Concetto spaziale1965carta e foricm 35,5x25,5Courtesy collezione privata, Vicenza

    150 copie firmate e numerate nel libro Apocalissi e sedici traduzioni di G. Ungaretti, ed. Bucciarelli, Ancona, 1965

    Teatrino1964/1966

    idropittura su tela e legnocm 75x75

    Courtesy collezione privata, Milano

  • Concetto spaziale1965serigrafiacm 69,9x49,6 Edizione Galerie Kasper, Lausanne, es. 53/100Courtesy collezione privata, Verona

    Ambiente spaziale1965

    tempera nera e verde su cartoncinocm 50x33

    Courtesy collezione privata, Reggio Emilia

    Il sette magnetico1968acquafortecm 45x31,5 Edizione Arturo Schwarz, Milano, es. 45/100Courtesy collezione privata, Verona

    20_21

  • 22_23 Spazialismo veneto

    Edmondo Bacci

    Mario Deluigi

    Ennio Finzi

    Luciano Gaspari

    Bruna Gasparini

    Virgilio Guidi

    Riccardo Licata

    Gino Morandis

    Saverio Rampin

    Vinicio VianelloArea di influenza di Lucio Fontana

  • 24_25

    BACCI EDMONDOFabbrica1950tempera e carboncino su telacm 68x100Courtesy collezione privata, Vicenza

    DELUIGI MARIOSpazi e luce

    1951olio su telacm 80x110

    Courtesy collezione privata, Treviso

    BACCI EDMONDOSenza titolo1974cagesso e tempera su telacm 75x90Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 26_27

    FINZI ENNIORitmi vibrazione1954tecnica mista su telacm 110x83Courtesy collezione privata, Vicenza

    FINZI ENNIOTimbrico

    1965tempera su faesite

    cm 130x100Courtesy collezione privata, Vicenza

    GASPARI LUCIANOGiardino n. 21952olio su telacm 88x117Courtesy collezione privata, Vicenza

    GASPARI LUCIANOGerminazione1983olio su telacm 50x65Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    GASPARI LUCIANOOmaggio a Fontana1990coppa in vetro sommerso policromocm 17x55esecuzione Pino SignorettoCourtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 28_29

    GASPARINI BRUNARitmi1955

    tempera su carta intelata cm 49x64

    Courtesy collezione privata, Vicenza

    GUIDI VIRGILIOSenza titolo

    1965tecnica serigrafica, es 16/90

    cm 50x70Courtesy collezione privata, Vicenza

    GASPARINI BRUNARitmi1955tempera su carta intelata cm 49x64Courtesy collezione privata, Vicenza

  • 30_31

    LICATA RICCARDOSenza titolo

    1958matita e gouache su carta intelata

    cm 32x42Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    MORANDIS GINOSenza titolo1970tecnica mistacm 80x80Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    MORANDIS GINOImmagine n.6451976tecnica mistacm 70x90Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    LICATA RICCARDOBolgheri

    1957tecnica mista su carta incollata su tela

    cm 32x46Courtesy collezione privata, Vicenza

  • RAMPIN SAVERIOMomento di natura

    1958olio su telacm 60x50

    Courtesy collezione privata, Vicenza

    32_33

    RAMPIN SAVERIOMomento di natura

    1957olio su telacm 60x50

    Courtesy collezione privata, Vicenza

    VIANELLO VINICIORocket1953

    olio su telacm 60x98

    Courtesy Studio d'arte G.R., Sacile (PN)

  • 34_35 Spazialismo lombardoArea di influenza di Lucio Fontana

    Roberto Crippa

    Enrico Donati

    Gianni Dova

    Cesare Peverelli

    Emilio Scanavino

    Giuseppe Capogrossi

  • 36_37

    CAPOGROSSI GIUSEPPESuperficie G8

    1960tempera su carta intelata

    cm 50,5x71,5Courtesy collezione privata, Bergamo

    CRIPPA ROBERTOSpirale1953olio su telacm 50x60Courtesy Galleria Bergamo, Bergamo

  • 38_39

    PEVERELLI CESAREEtude pour latelier de lartiste1964tecnica mista su tavola cm 95,5x98,2Courtesy collezione privata, Vicenza

    DOVA GIANNIPaesaggio lunare1951/52olio e smalto su telacm 98x98Courtesy Galleria Bergamo, Bergamo

    DONATI ENRICONingir Sou God - nina series

    1959olio, polvere quarzo su tela

    cm 146x116Courtesy Galleria Bergamo, Bergamo

  • SCANAVINO EMILIOIl giorno dei morti - senza titolo (ovvero, chi ridedi venerdi, piange di domenica)

    1955olio su tela cm.100x70Courtesy collezione privata

    SCANAVINO EMILIOlitografia p.a.cm 120x160Courtesy collezione permanente MACA, Acri

    SCANAVINO EMILIOserigrafia p.a.cm 61x74Courtesy collezione permanente MACA, Acri

  • Compositionanni '50

    matita e collage su cartacm 46,5x35,5

    Courtesy collezione privata, Vicenza

    VictorVasarely

  • 44_45

    lxium C 1955/1975collage su cartonecm 47x33Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    Davalaghiri1955collage su tavolacm 69x46Courtesy collezione privata, Vicenza

    lxium1951disegno su cartacm 43x29Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • Diam-va1969/1970olio su telacm 100x69

    Courtesy collezione privata, Falz di Piave (TV)

    Sir-Ris-BB1959/1968olio e acrilico su tavola cm 59x59Courtesy collezione privata, Vicenza

  • 48_49

    2170 VP 1061969

    olio su telacm 120x60

    Courtesy collezione privata, Falz di Piave (TV)

    Nefeleys 21971olio su tavolacm 60x60Courtesy collezione privata, Treviso

  • Area di influenza di Victor Vasarely

    Martha BotoEnrique Careaga

    Hugo DemarcoHoracio Garcia RossiFrancesco Guerrieri

    Julio Le ParcDario Perez-Flores

    Francisco SobrinoJesus Rafael Soto

    Jol SteinGregorio Vardanega

    Yvaral

  • 52_53

    CAREAGA ENRIQUEMouvement Circulaire MBU 92006/2013acrilico su telacm 100x100Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    BOTO MARTHADeplacement optique-B1969metallo, plexiglass e motore elettricocm 48x40x22Editions Denise Rene, es.29/200Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    CAREAGA ENRIQUEStructures Spatio-Temporelles UP 762171976acrilico su telacm 100x100Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    CAREAGA ENRIQUEMouvement Circulaire LUM 451967/2004acrilico su telacm 90x90Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 54_55

    DEMARCO HUGOCouleur1964acrilico su telacm 80x80Courtesy collezione privata, Verona

    DEMARCO HUGORelation

    1968/1970acciaio inox, legno, motore

    cm 251x50x50Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    DEMARCO HUGOProgretion Lumiere

    1989acrilico su telacm 100x100

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    DEMARCO HUGOProgretion

    1981acrilico su tela

    cm 60x60Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

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    GARCIA ROSSI HORACIOCouleur gris Lumiere

    2001acrilico su telacm 100x100

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    GARCIA ROSSI HORACIOCouleur lumiere1992acrilico su telacm 50x50Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    GARCIA ROSSI HORACIOSenza titolo1983acrilico su telacm 50x50Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 58_59

    GUERRIERI FRANCESCODinamismo

    2011acrilico su tela

    cm 80x100Courtesy collezione permanente Maca, Acri

    LE PARC JULIOModulation n.53

    1976acrilico su telacm 100x100

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    LE PARC JULIOCourbes virtuelles

    1970/2001legno, serigrafia, superficie specchiante

    cm 32,1x42,1Ed.Valmore studio dArte, tiratura 40 esemplari

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 60_61

    LE PARC JULIOModulation 10381991acrilico su telacm 73x100Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    LE PARC JULIOModulation

    1983acrilico su cartoncino riportato su tela

    cm 75x55 Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    PEREZ-FLORES DARIOProchromatique n11072013acrilico su tela-legno-metallocm 99x99Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

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    SOBRINO FRANCISCODeplacement instable MV1967plexiglascm 58,5x33,3x9Editions Denise Ren, es. 85/100Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    SOBRINO FRANCISCOSenza titolo

    1985plexiglas

    cm 154,5x39,5Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    SOTO JESUS RAPHAELSenza titolo1969legno e metallocm 50,5x15,5x15Ed. Marlborough, es. 28/300Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

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    STEIN JOLQuadrature du cercle1959/2005acrilico su telacm 90x90Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    STEIN JOLSenza titolo

    1972acrilico su telacm 130x80,5

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    STEIN JOLTriangle primaire

    1975acrilico su telacm 100x100

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

  • 66_67

    YVARALStructure ambigue quadri brv1972acrilico su tavolacm 50x50Courtesy collezione privata, Verona

    YVARALStructure cubique K

    1973olio su telacm 100x100

    Courtesy Valmore studio d'arte, Vicenza

    VARDANEGA GREGORIOCarrs lumineux

    1968metallo, plexiglas, luce

    cm 34,5x33,5x24ed. Denise Ren, es. 14/200

    Courtesy P420, Bologna

  • Biografie

    Lucio Fontana

    Nasce il 19 febbraio 1899 a Rosario di Santa F, in Argentina, da genitori di origine italiana (il padre Luigi scultore e la madre Lucia Bottino attrice diteatro). Viene mandato in Italia per gli studi ed affidato allo zio di Castiglione Olona (VA). Dopo una prima formazione tecnica, inizia la pratica nellostudio del padre, rientrato in Italia, e contemporaneamente studia presso la Scuola dei maestri edili dell'Istituto Tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano,dove si diploma nel 1918, dopo un'interruzione di due anni trascorsi nell'esercito durante il primo conflitto mondiale.Nel 1921 torna a Rosario di Santa F per vivere di sola scultura, inizialmente nell'atelier del padre, e dal 1924 in un proprio studio dove si dedica allascultura come ricerca, vincendo diversi concorsi pubblici e ricevendo le prime importanti commissioni.Nel 1927 torna in Italia per iscriversi al corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, con Adolfo Wildt e la Scuola del marmo, dovesi diploma nel 1929.Il 1930 per Fontana un anno colmo di avvenimenti significativi: partecipa alla XVII Biennale di Venezia e tiene la sua prima personale alla Galleria delMilione, a Milano, dove espone Uomo nero (1930), opera di profonda rottura. Inizia cos il tema delle figure umane, private del loro valore plastico eridotte a sagome geometrizzanti, che continua poi con compiutezza in una vasta serie di disegni e di tavolette graffite, tra il 1931 e il 1932, inaugurandouna fase produttiva all'insegna della sperimentazione sia figurativa che tecnica. Nel 1934 Fontana realizza una serie di sculture astratte, in gesso,sorrette da esili fusti in fil di ferro, esposte l'anno successivo in una discussa mostra personale alla galleria del Milione, frequentata anche dagli artistidell'astrattismo lombardo.Dal 1935 al 1939 si dedica all'attivit di ceramista, lavorando intensamente ad Albisola.Nel 1940 le sperimentazioni formali continuano con la realizzazione di diverse sculture a tuttotondo in mosaico colorato e con l'inaugurazione dellasua prima opera di vocazione ambientale: il fregio Volo di Vittorie sul soffitto del Sacrario dei martiri fascisti, in piazza san Sepolcro a Milano.Sempre nello stesso anno, si imbarca per l'Argentina per seguire il concorso per il Monumento Nacional a la Bandera, da erigersi a Rosario di Santa F.Diventa protagonista di numerose esposizioni, ricevendo numerosi riconoscimenti, ed professore di "modellato" alla Esquela de Artes Plasticas diRosario e, allo stesso tempo, insegna "decorazione" all'Accademia di Bellas Artes "Prilidiano Pueyrredn" di Buenos Aires.Nel 1946, con Jorge Rornero Brest e Jorge Larco, organizza a Buenos Aires "Altamira, Escuela libre de artes plsticas", che diviene un importantecentro di diffusione culturale. Dal contatto con giovani artisti e intellettuali e dalle nuove idee di ricerca che respira, nasce in novembre il ManifiestoBlanco, pubblicato in forma di volantino e redatto da Bernardo Arias, Horacio Cazenueve, Marcos Fridman, firmato anche da Pablo Arias, RodolfoBurgos, Enrique Benito, Csar Bernal, Luis Coli, Alfredo Hansen e Jorge (Amelio) Rocamonte (Fontana non lo firma probabilmente per via della propriaposizione, che anche di riconoscimento ufficiale). Nello stesso anno, in un gruppo di disegni dell'artista compare il termine "Concetto Spaziale".Nel 1947 torna ancora in Italia per riprendere ad Albisola la sua attivit di ceramista, attirando l'attenzione della critica. A Milano entra in contatto conun gruppo di giovani artisti e, dopo incontri e discussioni, nasce in dicembre il primo Manifesto dello Spazialismo, firmato, oltre che da Fontana, dalcritico Giorgio Kaisserlian, dal filosofo Beniamino Joppolo e dalla scrittrice Milena Milani.Nel 1948, la seconda stesura del Manifesto (seguita a breve da una terza versione: Proposta per un regolamento, 1950) ribadisce l'esigenza di superarel'arte del passato, facendo "uscire il quadro dalla sua cornice e la scultura dalla sua campana di vetro", e di produrre nuove forme d'arte utilizzando imezzi innovativi messi a disposizione dalla tecnica.Mosso dallo slancio di modernit, nel 1949 Fontana realizza alla galleria del Naviglio un'opera emblematica: l'Ambiente spaziale a luce nera, in cui unaserie di elementi fosforescenti e fluttuanti sono appesi al soffitto dello spazio espositivo completamente nero.Nello stesso anno, approfondisce la ricerca spaziale con l'avvio del ciclo dei "Buchi", opere pittoriche dove all'intervento cromatico vengono aggiunti"vortici" di fori eseguiti con un punteruolo. Prosegue anche la sua attivit di ceramista, trovando coronamento nella mostra Twentieth-Century Italian Art,al MoMA di New York (1949), nonch nella personale del maggio 1950 organizzata alla XXV edizione della Biennale di Venezia. L'anno si chiude conla sua partecipazione al concorso per la V porta del Duomo di Milano, indetto dalla Veneranda Fabbrica del Duomo.Dall'inizio degli anni Sessanta, Fontana si concentra con particolare impegno sulla serie degli "Olii", opere su tela dove lo spesso strato di materiapittorica attraversato da buchi o lacerazioni. A questa serie appartengono le opere dedicate a una rievocazione della citt di Venezia, esposte allasua prima mostra personale statunitense alla Martha Jackson Gallery di New York (1961). Nello stesso anno, ispirato dalla metropoli newyorkese,concepisce anche una nuova tipologia di lavori: i "Metalli", lamiere specchianti su cui interviene squarciando e tagliando la superficie. Alla suainarrestabile vena inventiva corrispondono le molteplici mostre a lui dedicate: a Milano, Venezia, Tokyo, Londra, Bruxelles. Il 1963 e il 1964 sono gli anni della serie della "Fine di Dio": tele di forma ovale, monocrome o talvolta cosparse di lustrini, attraversate da buchi elacerazioni, esposte prima alla Galleria dell'Ariete a Milano e in seguito alla galleria Iris Clert di Parigi.Poi la volta della serie dei "Teatrini" (1964-1966), lavori in cui le cornici di legno laccato sono sagomate e compongono forme differenziate.Il 1966 l'anno di importanti successi internazionali: mostre personali al Walker Art Center di Minneapolis, alla Marlborough Gallery di New York e allaGalerie Alexander Iolas di Parigi; sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia con Carlo Scarpa (ambiente ovale labirintico illuminato da luce bianca epercorso da tele bianche attraversate da un unico taglio) e vittoria del premio della Biennale.Il 1967 vede il culmine del rigoroso monocromatismo e la tendenza a lacerare le tele utilizzando segni sempre pi regolari ed essenziali con la serie delle"Ellissi": tavole ellittiche di legno laccato variamente colorate e attraversate da buchi eseguiti a macchina, in linea con le nuove conquiste della tecnica.All'inizio del 1968 Lucio Fontana lascia il suo studio di Milano e si trasferisce a Comabbio (VA). Morir a Varese il 7 settembre dello stesso anno.

  • Area di influenza di Lucio Fontana - Spazialismo veneto

    Edmondo Bacci nasce a Venezia il 21 luglio 1913.Dal 1932 al 1937 studia all'Accademia di Belle arti di Venezia, con Ettore Tito e Virgilio Guidi. Nel 1945 tiene la prima personale alla Galleria del Cavallinodi Venezia; nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Espone nel 1951 alla prima Biennale di Genova, e nel 1953 a Venezia a unamostra del gruppo Movimento spaziale, fondato da Lucio Fontana; da allora regolarmente presente alle esposizioni dello Spazialismo, tra cuiEspacialismo, nel 1956, alla Galeria Bonino di Buenos Aires. Verso la met degli anni '50 Peggy Guggenheim rimane affascinata dalla sua pittura e nediventa attiva sostenitrice.Bacci tiene unimportante personale alla Galleria del Cavallino nel 1955 e, lanno seguente, la prima personale negli Stati Uniti,alla Seventy-Five Gallery di New York. Nel 1957 espone in personali alla Galleria del Naviglio di Milano, alla Galleria d'Arte Selecta di Roma, e alla Galleria"La Cittadella" di Ascona (Svizzera); sempre nel 1957 partecipa alla mostra Between Space and Earth alla Marlborough Gallery di Londra.Nel 1958 gli viene dedicata una sala alla Biennale di Venezia, e nel 1959 gli viene assegnato il Premio del Comune di Venezia alla Terza Biennaledell'Incisione Italiana Contemporanea. Nel 1961 espone alla Drian Gallery di Londra e partecipa alla mostra Neue italienische kunst alla Galerie 59 diAschaffenburg; lanno dopo espone alla Frank Perls Gallery di Beverly Hills. Nel 1972 realizza alcune litografie per la poesia di Guido Ballo Il ci-loKinos. Lartista muore a Venezia il 16 ottobre 1978.

    Mario Deluigi (De Luigi) nasce a Treviso nel 1901.All' Accademia di Belle Arti segue il corso di pittura tenuto da Ettore Tito, e quindi le lezioni di Virgilio Guidi. Inizia la sua attivit espositiva nel 1928partecipando alla XIX collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa, e nel 1930 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia. Intorno al 1934 si interessa alleproblematiche poste dalla ricerca cubista, e soprattutto dal cubismo sintetico. Dal 1942 al 1944 sar assistente di Arturo Martini all'Accademia di BelleArti di Venezia. Nel 1944 tiene la sua prima personale alla galleria del Cavallino. Nel 1946 insieme a Carlo Scarpa e Anton Giulio Ambrosini fonda laScuola Libera di Arti Plastiche, e nello stesso anno chiamato ad insegnare scenografia presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, doverimarr fino al 1971. Nel 1946 vince il Premio Burano e nel 1947 il Premio Abano. Nei primi anni cinquanta l' artista si orienta verso l' astrazione.Nel 1951 firma a Milano il Manifesto dell'arte spaziale, e quindi il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952).Continua la sua riflessione sullo spazio legato al colore e alla luce, che diventer il tema dominante della sua opera. La luce concepita come un valorestrutturale, non dipinta ma creata all'interno del dipinto mediante segni incisi sulla superficie pittorica. E' questa la tecnica del grattage che caratterizzertutta la sua futura produzione artistica, e che appare ben definita nelle opere esposte alla Biennale di Venezia nel 1954, chiamate Motivi sui vuoti. Nelcorso degli anni sessanta e settanta Deluigi prosegue la sua ricerca sulla luce. Partecipa a manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, tra cui siricordano le Biennali di Venezia del 1930, 1932, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962 (sala personale), 1968 (sala personale) e le Quadriennali di Roma del1959 e 1972. Scompare a Venezia nel 1978.Nel 1980 la Biennale di Venezia organizza una mostra retrospettiva nella chiesa di S. Stae. Nel 1991 a Venezia, Galleria d'Arte Moderna di C Pesaro, enel 1997 a Sacile, Palazzo Regazzoni - Flangini Biglia, sono state organizzate importanti mostre antologiche.

    Ennio Finzi nasce a Venezia nel 1931 e si interessa di pittura e di musica, frequentando i corsi dell'Istituto d'Arte di Venezia. Con la Biennale del 1948si riapre a Venezia l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee e cos ha modo di studiare i maestri delle avanguardie storiche. L'incontro con AtanasioSoldati genera le prime "invenzioni" in cui il ritmo, il colore, la luce, il timbro, assumono il ruolo di elementi portanti di tutta la sua ricerca. Notevoleinfluenza viene esercitata su Finzi anche da Virgilio Guidi e da Emilio Vedova. La scoperta della musica dodecafonica lo porta ad appropriarsi delprincipio della "dissonanza". Il rapporto suono-colore, un colore che Finzi pi che "vedere" ama "ascoltare", gli permette di esprimersi secondo altreregole del tutto aleatorie in svincolata autonomia. Gli ultimi anni '50 sono segnati dalle sconvolgenti intuizioni di Lucio Fontana, che Finzi conosce aMilano in occasione di una sua mostra alla galleria Apollinaire. La turbolenza gestuale e l'urgenza espressiva si placano e subentra una dimensione piriflessiva nella direzione di un superamento della pittura stessa. Si avvicina in seguito alle teorie gestaltiche sulla fenomenologia della percezione pertornare con gli anni '80 alla riconquista dello spazio dominante con un alternarsi di colore e non colore, di luce ed oscurit che si contendono lasuperficie dell'opera. Il nero viene posto come la luce del buio, del vuoto, del silenzio e lo conduce a sondare le risonanze pi segrete dell'inesistentesull'invisibilit della pittura stessa. Ha cominciato ad esporre nel 1949 alla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dove nel 1956 ha tenuto la suaprima personale. Ha partecipato, su invito, nel 1959 e nel 2000 alla Quadriennale di Roma e nel 1986 alla XLII Biennale d'Arte di Venezia. Sono da ricordare,oltre alla mostra antologica del 1980 alla Bevilacqua La Masa di Venezia, l'esposizione alla Galleria d'arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Forti(Verona) e quella alla Galleria d'Arte Moderna a Palazzo dei Diamanti (Ferrara). Nel corso del 2002 stata allestita a Roma e Spoleto una granderetrospettiva e nel 2005 una personale al Palazzo Ducale di Urbino. Nel corso del 2006 e del 2007 assieme alle opere di Gino Morandis ha esposto a Praga,presso la Fondazione Manes, e a Napoli nelle sale di Palazzo Reale. Ha insegnato all'Accademia di Venezia. Vive e lavora a Venezia - Mestre.

    Luciano Gaspari nasce a Venezia il 22 marzo del 1913. Allievo di Virgilio Guidi allAccademia di Venezia, dopo aver esordito giovanissimo, nel 1931,alla Collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa, ed essersi aggiudicato lanno successivo il premio per il pi giovane Espositore alla Biennale diVenezia, nel 1935 seguir il maestro allAccademia Clementina. Ivi concluder i propri studi seguendo il corso di Incisione tenuto da Morandi. Nel 1939,assieme a Edmondo Bacci, esegue un vasto affresco sui Massimi Geni Italiani nellAula Magna del Liceo Fianchetti. In quegli anni le sue opere sono

    riconducibili agli insegnamenti guidiani, in una particolare accentuazione espressiva che toccher addirittura accenti espressionistici nellimmediatodopoguerra. Nel 1948 uno dei firmatari dellAlleanza della Cultura e, in quellambito, espone alla Prima Mostra Internazionale di Arte Contemporanea,rassegna che susciter le dure critiche su Rinascitadi Togliatti-Roderigo di Castiglia. In seguito, attento e aperto alle nuove istanze culturali manifestatesi neiprimi anni Cinquanta, abbandonata ogni diretta referenzialit oggettuale, Gaspari verr incentrando la propria attenzione sulle segrete processualitdella materia pittorica ritrovando in esse, nellambito di un molteplice universo metaforico, straordinarie analogie con i fenomeni naturali della nascita,della crescita, della germinazione, in una continua metamorfosi delle forme e delle cromie. Attivo anche con materiali e in ambiti diversi, a lungo direttoreartistico delle Vetrerie Salviati, Gaspari realizzer numerosi vetri di assoluto impatto cromatico e dalle forme lievi e inconsuete. Per Italia 61 ha creato unagrande vetrata per il Padiglione del Veneto allestito da Carlo Scarpa. Amplissima la sua attivit espositiva in Italia e allestero, soprattutto in Svizzera: aLosanna, a Ginevra, ad Ascona, a Zurigo, a Lugano. Ed ancora negli Stati Uniti al Museo Cedar Rapids (Iowa), al Museo Elliot in California, e in Israele alMuseo di Tel Aviv. Oltre a numerosissime personali nelle pi prestigiose Galleria italiane ed europee, Gaspari ha preso parte a 5 edizioni dellaQuadriennale di Roma e a ben 11 edizioni della Biennale di Venezia. Muore a Venezia nel 2007.

    Bruna Gasparini nasce a Mantova nel 1913. Nel 1937 giunge giovanissima da Mantova a Venezia, dove coltiva le sue grandi passioni per la pittura e lapoesia. Autodidatta, inizia a dipingere seguendo i suggerimenti di maestri affermati come Virgilio Guidi e Arturo Martiri, e di giovani amici artisti comeGaspari, Bacci, Morandis, Basaldella e molti altri. Nel 1938 inizia la sua attivit espositiva partecipando alla Prima mostra universitaria triveneta a Padova,presentata da Guidi. Nel 1940 partecipa alla XXII Biennale di Venezia, dove esporr ancora nel 1948, nel 1950 e nel 1964, invitata con una sala personaleallestita per l'occasione da Carlo Scarpa, espone 12 gouaches dedicate a Baudelaire. Partecipa alle Quadriennali di Roma nel 1948 e nel 1955, anni incui la pittrice definisce la propria grammatica pittorica avvicinandosi all'astrattismo e alle esperienze spaziali, mantenendo un ruolo assai riservato. Nonfirma infatti alcun manifesto spaziale ma sviluppa le tematiche spazio-luce-colore, esprimendo il proprio universo interiore in modo del tutto personale.Dal 1955, anno della prima mostra Personale alla Bevilacqua la Masa, l'artista espone le nuove opere, frutto delle continue ricerche e sperimentazionipittoriche, in interessanti esposizioni personali come: Galleria Il Camino, Roma 1956; Galleria Montenapoleone, Milano 1958; Galleria "L'Entracte",Losanna 1962; Galleria Bon Tirer, Milano 1973; Frammenti alla Galleria Rizzardi di Milano 1975, dove vengono pubblicate "Tre inediti", poesie di A.Gatto; Galleria Civica di Suzzara, mostra antologica 1986; Galleria Il Traghetto, 1986, presentazione di G. Mazzariol; Galleria Il Cavallino, Venezia 1992;Casa del Mantegna, Mantova 1996, presentazione e catalogo curato da L. M. Barbero. Numerose sono poi le sue partecipazioni a manifestazioni erassegne nazionali e internazionali: Premio Bergamo nel 1942 e 1959, Premio Graziano nel 1953 e 1956, Premio Burano nel 1956, a Sion nel 1957, aDusseldorf, nella mostra itinerante che la porter poi a Leverkusen nel 1959, a Parigi nel 1959 al 75 "Salon" dove viene segnalata, Otto pittori venezianial Prado di Madrid, successivamente a Siviglia, Colonia, Berlino, Dortmund nel 1960. In questi anni puntuali sono i riconoscimenti e i successi, vincediversi premi per la pittura: premio Watteau a Milano nel 1947, l'anno dopo Premio alla Collettiva della Bevilacqua la Masa, premio Marinotti a Venezianel 1954. Negli ultimi anni '80 e '90 la ritroviamo in alcune importanti rassegne spaziali: Spazialismo a Venezia, 1987 Bevilacqua la Masa, trasferitasi poia Ferrara Palazzo dei Diamanti, e Spazialismo Arte astratta Venezia 1950-60, Vicenza 1996-97. Scompare a Venezia nel 1998.

    Virgilio Guidi nasce a Roma nel 1891. Studia allIstituto tecnico e segue i corsi serali della Scuola libera di pittura. Nel 1908 abbandona gli studi e va afar pratica nella bottega del restauratore e decoratore romano Giovanni Capranesi fino al 1911, quando si iscrive all'Accademia di Belle Arti a Roma.Per conto proprio studia Giotto, Piero della Francesca, Correggio e gli olandesi, Chardin e Courbet. Comincia a riflettere (e a scrivere) sulla luce comedeterminante dei propri dipinti. Nel 1913 partecipa e vince il concorso Lana in pittura bandito dallAccademia e inizia ad esporre i suoi primi lavori.Lanno seguente viene a diretto contatto con le opere di Czanne e Matisse (in particolare lo studio della forma-colore di Czanne) e non resta indifferenteal cromatismo di Renoir e a Spadini. Nel 1915 partecipa alla III Esposizione Internazionale dArte della Secessione Romana. Dal 1916 lavora per dueanni come disegnatore presso il Genio civile a Roma. Espone alla XIII Biennale di Venezia del 1922. Comincia a vendere i suoi dipinti e frequenta la"terza saletta" del Caff Aragno dove entra in contatto con De Chirico, Giuseppe Ungaretti, Roberto Longhi. Nel 1924 raggiunge il successo alla XIVBiennale di Venezia con il suo Tram. Il parere favorevole della critica sancisce un riconoscimento internazionale tanto che il Granducato diLussemburgo si offre di acquistare lopera, ma Guidi preferisce farla rimanere in Italia (ora alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma). Nel 1926prende parte alla prima mostra del "Novecento Italiano" a Milano al Palazzo della Permanente e parteciper anche alla seconda, nel 1929, pur conservandouna certa autonomia rispetto agli indirizzi di quella tendenza. Nel 1927 viene chiamato a insegnare pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Lannosuccessivo partecipa alla XVI Biennale di Venezia. Pubblica appunti e osservazioni sulla pittura, alcune delle quali nel catalogo della I Quadriennaleromana. Tiene una prima mostra personale a Firenze ed espone nella XVIII Biennale di Venezia. Nel 1935 si trasferisce a Bologna, dove insegnaall'Accademia di Belle Arti. Ha una sala personale nella II Quadriennale dArte Nazionale a Roma, dov' premiato. Lanno successivo espone alla XXBiennale di Venezia e tiene un'altra personale a Milano, alla Galleria del Milione. Il 1937 lanno della prima monografia, edita a New York e curata dallagiornalista americana Nedda Arnova. Inoltre pubblica a Bologna "Bollettino d'Arte" ed elabora un sintetismo plastico di luce-forma-colore. Nel 1940viene invitato dallAccademia alla XXII Biennale di Venezia dove avr riservata una intera sala personale. Comincia ad individuare temi teorico-compositivicostanti come l'apparizione di una figura femminile e la Visita. Nel 1942 comincia a scrivere i primi versi poetici, editi per solo nel 59. Riprende anche le sue riflessioni scritte sull'arte, sulla luce-spazio ed invia Vista nello studio alla XII Biennale. Nel 1946 pubblica una serie di litografie.

  • Torna ad esporre alla XXIV Biennale di Venezia e prende parte al movimento spaziale, animato da Lucio Fontana. Nel triennio 1952-55 la sua ricercapittorica procede per cicli tematico-compositivi ricorrenti: Figure nello spazio, Angoscia, Presenze, Teste, Marine. Ha, come ormai da molti anni,una sala personale nella XXVII Biennale di Venezia. Nel 1959 lavora alle Architetture umane e a Riflessioni del tempo. Rebellato pubblica a Padovala prima raccolta in volume di sue liriche: Spazi dell'esistenza. Inizia nel 1960 il ciclo dei Tumulti. Riceve nel 1961 una medaglia per la cultura dellaPresidenza della Repubblica Italiana e inizia a dipingere le prime Architetture cosmiche. Nel 1962 il Comune di Venezia organizza una sua ampia mostraantologica nell'Ala Napoleonica, a Venezia. Sviluppa le Architetture cosmiche e riprende il tema delle Marine. Lanno 1963 vede iniziare i nuovi ciclitematici: Prigioniera, Marine astratte, Grandi occhi, Cielo. Come consuetudine nel 1964 ha una sala personale nella XXXII Biennale di Venezia. Il Poliedropubblica a Roma la raccolta di poesie La ragione di essere. Nel biennio 1969-70 da inizio al primo ciclo sul tema dell'Albero. Suggestionato da forestemarchigiane conosciute in occasione del viaggio a Recanati, inizia a dipingere i Grandi Alberi. Tra il 1974 e il 1976 nella Galleria di Palazzo d'Accursioa Bologna si espongono le opere donate alla Galleria d'Arte Moderna. Una mostra di 100 opere e dieci poesie inedite presentata nella Villa Simes aPiazzola sul Brenta. In questi anni dipinge nuovi cicli: Incontri, Figure agitate, Figure inquiete. Un'antologica di dipinti a partire dagli anni Quaranta ospitatanella Villa Malpensata di Lugano. L'attivit poetica di Guidi ormai una costante quotidiana: nel 1979 Rebellato pubblica a Padova L'Et improbabile.Celebra a Venezia i novant'anni con un convegno della Fondazione Cini all'isola di S. Giorgio. Dona due dipinti al Museo d'Arte Contemporanea diZagabria. Dipinge un nuovo ciclo: Branco da branco. Nel 1983 lavora a Venezia alla realizzazione di un ciclo di dipinti sul tema L'uomo e il cielo.Il 7 gennaio del 1984 muore a Venezia mentre in corso alla Galleria il Traghetto unesposizione dei suoi ultimi dipinti che testimoniano lestrema vitalit eattualit dellartista.

    Riccardo Licata nato a Torino il 20 dicembre 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma e dal 1946 a Venezia, dovestudia allAccademia di Belle Arti tra il 1947 e il 1955. Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal Governo francese per sperimentare lincisione a colorie le nuove tecniche a Parigi Friedlaender, Hayter e Goetz. Nello stesso anno chiamato come assistente di Gino Severini allEcole dArt Italienne deParis. Nel 1961 nominato professore di mosaico all'Ecole Nationale de Paris, dove insegna fino al 1995. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, cos nel1969 professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione allAcademie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimotitolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e allEcole Americaine dArchitecture de Fontainebleau.Con vasta esperienza darte (pittore, incisore, mosaicista, scultore, scenografo) inizia ad esporre a Venezia e a Firenze nel 1949 con il gruppo deiGiovani Pittori Astratti. La sua prima esposizione personale si tiene a Venezia nel 1951, seguono oltre 400 personali in 35 diverse Nazioni. Dal 1952 haesposto alla Biennale di Venezia, alla Biennale di San Paolo del Brasile, di Tokyo, di Parigi, di Lubiana, di Alessandria dEgitto e alle Quadriennali di Roma,le Triennali di Milano, come pure nei principali Salons parigini.Nel 1985 tiene due importanti mostre a Venezia: Il segno e il simbolo, Ca Vendramin Calergi e Riccardo Licata. Mostra antologica, FondazioneBevilacqua La Masa. Nel 1993 ha tenuto una mostra antologica presso il Museo dArte Moderna di Ca Pesaro, Venezia. Nel 1996 ha realizzato un gruppodi 71 dipinti su rame per la mostra Parigi 1996. I rami, sede Verso lArte Edizioni, che ha dato vita in seguito ad altre mostre a Parigi, Roma, Torino.Dagli ultimi anni Novanta ad oggi la sua intensa attivit ha prodotto altre opere ed eventi di notevole rilevanza. Il gruppo principale composto da circa90 opere tra dipinti di grandi, medie e piccole dimensioni, sculture, mosaici, grafica, tutte ispirate dal poema Rime, di Curzio Gonzaga ed esposte nellamostra DallAmor pungente allAmor di Gloria per il riarredo dellappartamento di Isabella dEste a Palazzo Ducale di Mantova (1998). La stessa mostra stata esposta presso gli spazi progettati dallarchitetto Sotsass della Fondazione Teatro Nuovo di Torino. Altre mostre sono state ospitate presso: ilCastello di Ebenau, Austria; la galleria Davidov, di Parigi; a Bologna e a Milano. Inoltre lI.N.A.C. (Istituto Nazionale dArte Contemporanea) ha presentatole sue opere allInternazionale di Venezia (marzo 1999), allEuropArt di Ginevra (aprile 1999), allArt London (giugno 1999). Ottiene il primo PremioSulmona di Pittura nel 2001 e l'anno seguente a Milano il Premio Internazionale per la Cultura. Negli anni 2000 l'attivit espositiva molto intensa, in Italiae all'estero, con molte mostre personali e antologiche. Alcuni esempi: nel 2001 Centro Culturale di Mayenne in Francia e Archivio di Stato di Firenze;nel 2002 Palazzo Graneri di Torino, Prigioni Vecchie a Venezia, Miami negli USA e Strasburgo in Francia, Galleria Comunale dArte Contemporanea diArezzo; nel 2003 Palazzo Ducale di Urbino e New York (USA); poi al Museu Maritim Drassanes Reials de Barcelona in Spagna; Museo Nazionale di CastelSantAngelo a Roma; Castello Svevo di Bari; Museo dArte Moderna di Mosca e molti altri. Riccardo Licata vive e lavora tra Parigi e Venezia.

    Gino Morandis (Venezia 1915-1994) dopo aver frequentato lIstituto darte, continua i suoi studi artistici allAccademia di belle arti di Venezia sotto laguida di Virgilio Guidi, seguendolo con lamico L. Gaspari allAccademia di Bologna quando sar costretto a lasciare la citt lagunare nel 1935. ABologna ha modo di frequentare anche le lezioni di Giorgio Morandi, arricchendo cos gli insegnamenti di Guidi sulla luce di una particolare attenzione alvalore emozionale del colore tonale. Le prime esperienze pittoriche risentono degli insegnamenti dei due maestri e si traducono in raffinate e delicatecomposizioni naturalistiche a cui si accompagna ben presto una particolare riflessione sullopera di G. Braque. Inizia a esporre giovanissimo partecipandonel 1932 alla Mostra Collettiva dellOpera Bevilacqua La Masa. Lartista, che si diplomer in pittura nel 1937, espone anche alla II Quadriennale di Romadel 1935; ma chiamato sotto le armi nel 1938 costretto a interrompere la sua attivit espositiva fino al 1943. Sar assistente di Guidi a Bologna dal 1943al 1945, anno in cui ottiene linsegnamento al Liceo artistico di Venezia, a cui far seguito la docenza allAccademia di belle arti. Alla fine degli anniquaranta Morandis risente del particolare clima culturale della citt e partecipa con gli amici Bacci e Gaspari ai dibattiti artistici che seguono la riapertura

    della Biennale con la storica edizione del 1948, che segna il delinearsi di due tendenze artistiche, una legata al realismo e una legata a una propostanon-figurativa. In questi anni lartista instaura un rapporto privilegiato con E. Vedova. Nel frattempo lartista si allontana dalla pittura figurativa per orientarela sua ricerca verso espressioni astratte. Vince nel 1947 il Premio Gino Rossi alla Fondazione Bevilacqua La Masa e tiene nel 1949 la prima mostrapersonale alla Galleria dello Scorpione a Trieste, cui seguir nel 1957 la personale alla Galleria del Cavallino a Venezia. Aderisce nei primi anni cinquantaal movimento spaziale ed entra in contatto con il gallerista C. Cardazzo. Partecipa alle mostre degli artisti spaziali cominciando da quelle tenutesi nel1952 a Venezia, alla Galleria del Cavallino, e a Trieste, alla Galleria Casanova. Nel 1953 espone con gli altri artisti spaziali a Venezia al Ridotto (Sala degliSpecchi) di Ca Giustinian, sottoscrivendo il manifesto Lo spazialismo e la pittura italiana nel secolo XX redatto per loccasione da A.G. Ambrosini. Lapittura di Morandis in questi anni assume un ruolo particolare allinterno del movimento spaziale: la sua particolare sensibilit coloristica, a cui siaccompagna una decisa vocazione formale, lo porta a elaborare un linguaggio di pura astrazione fantastica adatto a esprimere luniverso immaginariodella personale ricerca introspettiva. Dal carattere timido e riservato, Morandis nelle sue tele esprime una concezione spaziale che si risolve in un lirismotendente a individuare le forme con un cromatismo luminoso che si espande in unatmosfera magica, dove il segno e il colore assumono valenzesimboliche e narrative. Lartista opera una sorta di scomposizione strutturale della forma che non si apre nello spazio ma mantiene una sua unit dinamica.Questo aspetto acquister grande importanza nella ricerca espressiva sullo spazio-colore degli anni successivi che vedranno lartista operare una sortadi essenzializzazione della forma servendosi di colori marcati, sperimentando forme plastiche in rilievo e utilizzando dei retini, che permettono unaricerca legata alla materia trasparente. Nel 1951 vince il premio Saviat al Premio Michetti e nel 1964 vince il concorso nazionale per gli affreschi del nuovo Policlinico dellUniversit di Padova.Partecipa a numerose e importanti manifestazioni artistiche nazionali e internazionali tra cui si ricordano le sue partecipazioni alle Biennali di Venezianel 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956, 1958, presentato da G. Giani, 1962, presentato da G. Mazzariol, 1968, dove ha una sala personale ed presentato da B. Morucchio e alle Quadriennali di Roma nel 1935, 1951, 1955, 1959, 1972. Negli ultimi anni, laumento dellinteresse, di pubblico edi critica, per le sue opere trova riscontro in importanti mostre pubbliche, collettive e personali.

    Saverio Rampin (Stra Venezia 1930 - Venezia 1992). Negli anni cinquanta la pittura di Rampin caratterizzata da una forte e vitale carica espressiva,ricca di un acceso cromatismo, che lo allontana dalle prime esperienze di matrice cubo-futurista. L'artista si orienta verso un espressionismo astrattoche lo avvicina alle sperimentazioni cromatiche degli artisti spaziali veneziani. Le sue opere, anche se non figurative, nascono da un esame attento degliaspetti naturalistici, tanto che chiama i suoi lavori: Momenti di Natura. L'incontro con Guidi porta Rampin a mutare gradatamente il proprio linguaggioespressivo. Da una pittura impulsiva dalle tinte accese, impetuosa e materica, passa a dar voce a una liricit interiore che trova espressione in formepallide e tremanti di un cromatismo diafano e delicato. uno sviluppo della ricerca sulla luce e sullo spazio che viene espressa con chiarezza dallestesse parole dell'artista: se domani trovo uno "spazio ideale" oggi lo cerco.

    Vinicio Vianello nasce a Venezia nel 1923. Frequenta la Scuola libera del nudo e nel 1940 si iscrive all'Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel 1945.Si manifesta subito un innato interesse all'utilizzo di nuovi materiali e mezzi di espressione artistica e artigianale. Intorno alla fine degli anni quarantaVianello entra in contatto con artisti e letterati milanesi ed tra i primi artisti veneziani ad avvicinarsi al movimento spaziale. Firma il Manifesto dell'artespaziale (1951), il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952), e aderisce al manifesto Lo spazialismo e la pittura italiana nel secolo XX(1953), redatto da A. G. Ambrosini in occasione della mostra spazialista a Venezia al Ridotto (Sala degli Specchi) di Ca' Giustinian. Dall'inizio degli annicinquanta la sua sperimentazione ininterrotta e si sviluppa in aderenza alle ricerche formali e tecniche spaziali. Attraverso una pittura programma-ticamente priva di ogni seduzione pittorica e classica, Vianello acquisisce il "potere visivo" e decisionale sullo spazio. La dialettica esistente tra il segnomodulato orizzontalmente e lo spazio vibrante di profondit artificiali, genera una visione sincronizzata e alterata dei valori percettivi. Il dipinto unmomento spaziale, arrestato nuclearmente, scientificamente, per un attimo. La scissione dello spazio e il suo slancio vitale vengono presentati allosguardo come se fosse stato possibile rappresentare il rapporto spazio tempo. Nel 1950 la mostra personale alla Galleria Barbaroux di Milano segnal'apertura verso ambiti operativi diversi dalla pittura; in questa occasione espone infatti ceramiche e vetri che preannunciano le sperimentazioni deldecennio successivo. Alle Biennali di Venezia e alle Triennali di Milano fra il 1950 e il 1954 presenta le serie dei vasi asimmetrici, degli atomici espaziali, dei Milleocchi. Negli stessi anni, a testimonianza dell'interesse nei confronti dell'architettura e di un possibile dialogo fra le arti, intervienecon proprie decorazioni murali sulle nuove case Ina realizzate a Mestre, Lido di Venezia e Grado. Sin dal 1950 considerato come un ingegnososperimentatore e inventore di forme nel mondo del vetro e del design, un interesse che lo accompagner tutta la vita. A Venezia fond con Giulio CarloArgan, Carlo Scarpa e Franco Albini l'antesignano corso sperimentale di progettazione per disegnatori industriali e per artigiani presso l'Istituto Venetoper il Lavoro, volto a fornire una specifica preparazione nella progettazione di oggetti d'uso destinati alla produzione industriale. Assume la curatela divarie mostre dedicate al vetro muranese, generalmente itineranti in Europa e negli Stati Uniti, nelle quali spesso espone anche le sue opere.Pittura, ceramica, vetro, design, illuminazione, scultura al neon, interventi nellarchitettura sino alla ricerca delle energie solari e alternative sono i campidi interesse di questo poliedrico artista che ottenne il prestigioso Premio del Compasso dOro nel 1957.Nello stesso anno, l'assegnazione del Grand Prix dell'XI Triennale di Milano un significativo riconoscimento al valore dei suoi oggetti.Vinicio Vianello muore nell'aprile 1999.

  • Area di influenza di Lucio Fontana - Spazialismo lombardo

    Giuseppe Capogrossi Nasce a Roma il 7 marzo del 1900. Laureato in Giurisprudenza, si sempre dedicato alla pittura. Nel 1923 frequenta la Liberascuola di nudo di Felice Carena, in quel tempo tra le pi accreditate di Roma. Tra il 1927 e il 1933 compie ripetuti soggiorni a Parigi dove elabora unapittura figurativa e tonale che si ricollega a fonti classiche italiane. Espone per la prima volta nel 1927 in una mostra collettiva alla Pensione Dinesen diRoma con Cavalli, e Di Cocco; ancora con Cavalli, Cagli e Sclavi partecipa nel 1933 alla mostra nella Galleria Bonjean di Parigi, presentata dal notocritico Waldemar George che per primo si rifer a questo gruppo con il termine Ecole de Rome (da cui quello di Scuola Romana).Dora in avanti partecipa a numerose mostre in gallerie private e spazi pubblici. Dagli inizi degli anni Quaranta avvia una trasformazione della suaricerca pittorica: il colore si accende nelle gamme dei rossi, viola e arancio, e la pennellata si anima. Con il graduale abbandono della figurazione, dopoun breve periodo di esperienze a carattere neo cubista (1947-1949), approda a un rigoroso e personale astrattismo caratterizzato da una unica forma-segnoche coniugandosi in infinite variazioni arriva a costruire lo spazio del quadro, rappresentazione simbolica di una interiore organizzazione spaziale.Espone le opere della sua nuova maniera in una famosa mostra nel 1950 alla Galleria del Secolo di Roma, poi alla Galleria Il Milione di Milano edalla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel 1951 partecipa alla fondazione del gruppo Origine, con Ballocco, Burri e Colla e raggiunge la notorietinternazionale partecipando nel marzo 1951 a Parigi - unico italiano - alla mostra Vhmences Confrontes.Dal 1940 diviene titolare dellinsegnamento di Figura disegnata al Liceo Artistico di Roma fino al 1966 anno in cui viene chiamato alla cattedra diDecorazione nella Accademia di Belle Arti di Napoli fino al 1970. Nella sua lunga carriera artistica ottiene numerosi premi e riconoscimenti: nel 1962con una sala personale alla XXXI Biennale di Venezia il premio per la pittura, ex aequo con Morlotti; nel 1971 il premio Ventanni di Biennale allaBiennale di San Paolo del Brasile e il Prix dhonneur alla Esposizione Internazionale dellincisione di Lubiana.Nello stesso anno il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la medaglia doro per meriti culturali. Muore a Roma il 9 ottobre del 1972.

    Gaetano detto Roberto Crippa nasce a Monza il 7 maggio 1921.Dopo aver cominciato a dipingere nel 1945, in stile figurativo con influenze cubiste vicine allo stile di Picasso, ader al movimento spazialista con LucioFontana, Gian Carozzi, Giorgio Kaisserlian, Beniamino Joppolo, Milena Milani, Sergio Dangelo, Carlo Cardazzo, Cesare Peverelli.Diplomatosi in arte nel 1947/1948 all'Accademia di Brera (dove incontr Aldo Carpi, Carlo Carr e Achille Funi), partecip l'anno successivo alla Biennaledi Venezia ed espose opere alla Triennale di Milano. Di nuovo nel 1950, 1954 e 1956 fu presente alla Biennale e sempre nel 1950 espose a Trieste nelcorso di una collettiva dal titolo Arte spaziale. A seguito dell'amicizia con Lucio Fontana, fu uno dei firmatari del terzo "Manifesto dello Spazialismo(Proposta di un regolamento) del 1950. Nel 1951 partecip anche al "Manifesto dell'Arte Spaziale".L'opera di Crippa all'inizio degli anni cinquanta si incentrava attorno a una serie di dipinti detti Spirali, di carattere geometrico e astratto: con il gestogeometrico quasi-circolare (ma mai perfettamente tondo) Crippa creava degli spazi involuti, da cui si generavano raggi che idealmente si proiettavanofuori dalla bidimensionalit della tela, in linea coi principi del "Manifesto" spazialista.Divenuto noto anche all'estero per le sue opere, Crippa raggiunse New York, dove conobbe i surrealisti Max Ernst, Victor Brauner e Yves Tanguy, edespose alla galleria di Alexander Iolas. Le Spirali cambiarono, divenendo pi pesanti, incisive ed involute, interlacciate tra di loro. Queste figure,sviluppate tra il 1954 e il 1956 vengono definite Totem. Nel 1955 pass alla produzione di opere polimateriche, che popolarono una mostra personalepresso la galleria del Naviglio di Milano. L'anno successivo l'ispirazione dei dipinti polimaterici venne sviluppata ulteriormente, con la produzione diopere in ferro, bronzo, acciaio ispirate al simbolismo primitivo. Con queste opere partecip alla Biennale del 1958.L'uso di materiali originali nel 1960 sfoci nella produzione di opere in amianto, sughero, carta di giornale e velina, unite con diversi materiali e colori.Le opere furono esposte in una mostra itinerante che raggiunse il Giappone, gli Stati Uniti e l'Australia. Nel 1962 rimase vittima di un incidente di volo:Crippa era un appassionato di acrobazia aerea, tanto che nel 1971 fu invitato come rappresentativa italiana ai Campionati Mondiali di acrobazia aerea.L'incidente del '62 lo costrinse sulla sedia a rotelle per quasi un anno: ci nonostante, partecip con i suoi quadri a diverse esposizioni in Europa eStati Uniti. In questa fase Crippa pass a dipingere paesaggi (Landscape) con la tecnica polimaterica e con il consueto stile astratto. Sempre di questoperiodo sono le amiantiti, non-dipinti realizzati con sottili fogli di amianto applicati su una tavola incisa.Nel 1967 lo Stato della Rhodesia dedic a Crippa un francobollo; l'anno successivo l'artista, pienamente ripresosi, partecip alle Biennali di Venezia edi Mentone. Il 19 marzo 1972, durante un volo di preparazione ai Campionati Mondiali, l'aereo di Crippa precipit nei dintorni dell'aeroporto di Bresso,uccidendo l'artista e il suo allievo Piero Crespi.

    Enrico Donati nasce a Milano nel 1909. Non si dedica subito all'arte: dopo gli studi classici segue un indirizzo sociologico all'Universit di Pavia (1929)per iscriversi poi ad un corso di composizione presso il Conservatorio di Milano. Tra il 1933 e il 1934 si trasferisce a Parigi, dove compone musicad'avanguardia, frequenta le gallerie e visita i musei, per viaggiare poi negli Stati Uniti d'America e in Canada, spinto dall'interesse per la cultura indigena,soggiornando a New York fino al 1936, dove impara i processi di incisione. Rientrato a Parigi, impara la tecnica del disegno all'Ecole de Rue de Berri.Nel 1939 torna definitivamente a New York, come numerosi altri artisti fuggiti alla guerra.Qui inizia a dipingere in modo assiduo, interessandosi soprattutto al fenomeno della creazione che in natura ha la forza di rigenerarsi attraverso la morte.I quadri di questo periodo riflettono un immaginario assai vicino a quello dei surrealisti, con i quali entra in contatto grazie ad una mostra alla New

    School for Social Research organizzata da Camillo Egas nel 1942. Conosce Lionello Venturi, Andr Breton e Marcel Duchamp, e partecipa alle riunionidel gruppo surrealista.Alla fine del secondo conflitto mondiale gran parte degli artisti immigrati in America fanno ritorno in Europa. Enrico Donati, invece, resta a vivere a NewYork senza tralasciare Milano, dove ritorna con periodicit annuale per far visita ai suoi genitori. Verso il1946, spinto dall'esigenza di razionalizzare, passaattraverso una fase post-cubista per approdare alla seconda avanguardia che dilaga negli Stati Uniti in termini di Espressionismo e in Europa coimovimenti dello Spazialismo e del Nuclearismo. L'artista entra cos in contatto con la cultura milanese del dopoguerra, prendendo parte attiva alla suastoria, come documenta la personale alla Galleria del Milione (1950).Sempre a quest'anno risalgono le esposizioni alla Biennale di Venezia e alla Galleria romana dell'Obelisco. A questi anni risale il rapporto di amiciziastretto con Roberto Crippa che lo presenta a Lucio Fontana. Sottoscrive due manifesti: Manifesto del Movimento spaziale per la televisione (1952) e LoSpazialismo e la pittura italiana nel secolo XX (1953). Altrettanto significativa l'attivit espositiva nella Galleria milanese del Naviglio e in quellaveneziana del Cavallino, le sedi in cui si svolgono le principali sperimentazioni spaziali.Allo spazialismo da ricondurre la serie dei Moonscapes (termine coniato da Duchamp in occasione della mostra alla Betty Parsons Gallery di NewYork, 1954) in cui l'artista fissa cumuli di polvere sulla tela. Fossil series si inaugura nel 1962 con la personale presso la Staempfli Gallery di New Yorke presenta l'icona di un fossile contro un fondo monocromo. Agli anni sessanta risale l'ultima delle tante svolte della sua vita: Donati entra nellaHoubigant, una famosa societ di profumi di origine francese, fornitore storico di numerosi reali europei, per acquistarla cinque anni dopo, nel 1965,fino agli anni '90. Opere di Donati si trovano in alcuni dei principali musei americani, come il Moma, il Guggenheim e il Whitney di New York, o il FineArts di Houston, in Texas. Nel 2007 tiene un'importante mostra personale al San Francisco DeYoung Museum of Art. Muore nel 2008 a Manhattan all'etdi 99 anni.

    Gianni Dova Nasce a Roma nel 1925, da madre tedesca (il nonno Carl von Rauchenstein, pittore, affresc numerose chiese nel Tirolo e in Baviera) epadre commerciante in tessuti. Muore a Pisa nel 1991. Dopo aver studiato nel Collegio dei Gesuiti San Leone Magno, frequenta il liceo artistico a Milano(1939) dove la famiglia si trasferita e si diploma nel 1945 allAccademia di Brera, dopo aver seguito i corsi di Funi, Carpi, Carr (come compagni haAjmone, Cavaliere, Cremonini, Crippa e Peverelli).Gi impegnato nella rivista Numero (1941) e aderente (assieme ad altri, tra cui Morlotti e Cassinari) al manifesto Oltre Guernica (1943), costituisce conJoppolo, Porzio, Tullier e i pittori Casorati, Meloni, Kodra, il Gruppo di Linea (1947), ribadendo un deciso orientamento pittorico neocubista.Nel 1946 tiene la sua prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel 1950 prende parte alla mostra del MAC con Vedova, Fontana, Crippa,Bertini e Soldati, distaccandosi dallastrattismo geometrico e virando verso una gestualit pi libera e una tattilit della materia. Lanno successivo,divenuto amico di Lucio Fontana, sottoscrive il manifesto dello Spazialismo. Gillo Dorfles, in una mostra al Milione di Milano, presenta la sua pittu-ra definendola nucleare e informale. Nel 53 Dova si stacca dal gruppo e d vita a unarte embrionale. Nel 54 alla Biennale di Venezia, poi sitrasferisce a Parigi dove espone con Michel Tapi. Nel 56 apre uno studio ad Anversa, in Belgio, stringe amicizia con Lam, Matta e Jorn. Le nuovesuggestioni sono surrealiste, con una visionariet vicina a quella di Max Ernst. Torna in Francia, ma viaggia moltissimo, esponendo le sue opere in tuttoil mondo: nel 1957 premiato alla Biennale di San Paolo del Brasile, nel 1959 espone al Salon de Mai (Darmstadter Sezession) e partecipa a DocumentaKassel.Gli anni Sessanta lo vedono fra i protagonisti del nuovo linguaggio artistico italiano, ospite di collettive a Lima, New York, Amsterdam, Bruxelles. Nel1964 il Palazzo Reale di Milano gli dedica una intera sala, nel 66 ha una personale alla Biennale di Venezia. Un lungo soggiorno in Bretagna, nel 1968,far virare la sua pittura verso nuovi soggetti: giardini, rocce, uccelli. Sto in Bretagna. Lho scelta perch cercavo una luce diversa dalla nostra, coscolorata. Avevo bisogno di luce fredda tesa metallica, con lunghe ombre viola. Ho seguito gli itinerari degli impressionisti; di Gauguin che amo e diPicasso a Dinard. Mi sono trovato a volare in un mare di leggende, di magie, di sortilegi. I Dolmen e i Menir, in quegli spazi, mi sono apparsi comevisioni folgoranti; immagini che sono diventate racconto. Mi lascio andare al flusso delloceano e nuoto come un cormorano a picco sulle dune. Pittore,scultore, ceramista e incisore, Dova nellultimo ventennio della sua vita ha dato luogo a una serie di paesaggi interiori, di pura introspezione psicologica,abbandonando ogni naturalismo. Nel 1971, Colonia gli dedica una grande retrospettiva, il Palazzo dei Diamanti di Ferrara una monografica nel 1990,due anni dopo sar la volta di Messina. Muore a Milano nel 1991.

    Cesare Peverelli nasce a Milano nel 1922. Formatosi ai corsi di Funi all'Accademia di Brera, partecipa al Premio Bergamo 1942 con opere cubiste. Tienela prima personale al Milione nel 1944. Nel 1945 fonda con Ajmone la rivista "Numero". Vince il Premio Torino, si lega d'amicizia con Pavese. Nel 1948 tra i fondatori della rivista "Pittura". Nel 1950 accosta l'automatismo gestuale a fianco di Crippa e Dova ed espone alla XXV Biennale di Venezia. Nel1952 firma il Manifesto Spaziale; partecipa alla mostra dello Spazialismo alla galleria del Naviglio e organizza la mostra surrealista agli Amici della Franciacon opere di Ernst, Duchamp, Matta, Lam, Brauner, Magritte, Seligman, Donati, Crippa, Dova, Peverelli. Nel 1954 allestisce una mostra in omaggio a DylanThomas alla galleria del Naviglio. Presenta dipinti colmi d'ansia sul tema di insetti che evolvono in breve in personaggi: la concezione biomorfa dellafigura in Peverelli si apparenta a quella dei surrealisti Ernst e Brauner. Nel 1957 si stabilisce a Parigi ed entra in contatto con la Galerie du Dragon;

  • espone da Jolas a New York. La citt come luogo di visioni, fantasie inquietanti che emergono da velari di grigi o punteggiano i neri insondabili di minimema abbaglianti presenze, diventa il tema d'elezione della sua pittura. Nel 1958 espone al Salon de Mai, a Malerei der junge Italien e allestisce una salaalla Biennale di Venezia. Frequenta Tzara e Max Ernst. Nel 1959 espone alla VIII Quadriennale. Sala personale alla XXX Biennale con testo di Jouffroy.Nel corso degli anni Sessanta partecipa a numerose mostre: a Stoccolma, a Parigi, a Vienna, a Milano; a Gent e a Torino e Amsetrdam e alla Biennale diSan Paolo del Brasile. Nascono le Crisalidi. Nel 1966 l'artista soggiorna a New York e compone dipinti dedicati alla citt. Partecipa al Salon de majo aCuba; espone a Milano e a Rio. Del 1969 sono sculture in bronzo su ipotesi narrative. Nel 1976 espone a Monza da Montrasio e al Muse d'Art Modernede la Ville de Paris la grande tela sul tema dell'Atelier de l'artiste, poi presentata in vari musei francesi: scrivono di lui Calvino e Restany. A Cannesl'artista soggiorna dal 1963: nel 1982 crea il ciclo delle Stagioni; esegue le incisioni per "L'office des muettes" di Michel Butor nel 1984; disegni per testidi Butor alla galleria Editart di Ginevra. Compone il ciclo sul tema Tristano e Isotta nel 1985, nel 1986 compie interventi pittorici su fotografie di AndrViller a fronte di testi di Butor. Espone nel 1986 a Roma in Villa Medici alla rassegna Voyage de l'imaginaire. Pittori italiani a Parigi con Adami, Cremoninie Maselli. Nel 1992 presente alle rassegne Automatismos paralelos a Madrid e Las Palmas e a Pittura a Milano 1945-1990 alla Permanente. Nei primianni Novanta realizza ceramiche che espone al Museo di Antibes nel 1993. Muore a Nizza nel 2000 all'et di 78 anni.

    Emilio Scanavino nasce a Genova il 28 febbraio del 1922. Frequenta il Liceo Artistico Nicol Barabino, allievo di Mario Calonghi e nel 1942 tiene la suaprima mostra personale presso il Salone Romano di Genova, presentando paesaggi e soggetti umili. Nello stesso anno si iscrive alla Facolt diArchitettura dellUniversit di Milano, che abbandona nel 1943 quando chiamato alle armi. Nel dopoguerra lavora come disegnatore tecnico pressolamministrazione comunale di Genova.Nel 1947 Scanavino si reca per la prima volta a Parigi dove incontra poeti e artisti come Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. Gli echi del postcubismoassimilato a Parigi si vedono fin dal 1948, quando espone alla Galleria lIsola di Genova.Nel 1950 espone alla XXV Biennale di Venezia e riceve ex aequo il Primo Premio alla V Mostra regionale genovese. L'anno seguente sinaugura una mostrapersonale alla Apollinaire Gallery di Londra. Conosce Philip Martin, Eduardo Paolozzi e Francis Bacon. Frequenta il laboratorio di ceramica di TulliodAlbisola, in Liguria,dove incontra Fontana, Dangelo, Baj, Dova, Crippa, Jorn, Appel, Corneille del gruppo Cobra, Matta, Lam. Continua a tornare a Parigiper brevi viaggi fino al 1958. In questo periodo incontra e conosce anche Carlo Cardazzo, colui che sar il suo attento e lungimirante mercante. Nel1952 titolare della cattedra di disegno e figura presso il Liceo Artistico di Genova.Nel 1953 gravita intorno al gruppo milanese degli spazialisti senza per mai aderire ufficialmente agli intenti del movimento.Nel 1954 Scanavino nuovamente invitato a esporre alla XXVII Biennale di Venezia, partecipa al primo degli Incontri Internazionali della ceramica,organizzati ad Albisola da Jorn. L'anno seguente riceve il Premio Graziano. Scanavino entra in contatto con Peppino Palazzoli della Galleria Blu,sensibile alle pi contemporanee ricerche della poetica dellInformale europeo.Nel 1957 incontra Enrico Crispolti. Nascono in questo periodo i primi Rituali e gli Alfabeti senza fine. Sempre nel 1957 Scanavino realizza il bassorilievoper il Genio Civile di Imperia, esempio del dialogo e della costante verifica fra pittura, scultura, ceramica e arti applicate, ravvisabile nella coevaproduzione di oggetti in ceramica, vasi, formelle e nelle sculture.Nel 1958 invitato alla XXIX Biennale di Venezia, riceve il Premio Prampolini e partecipa al X Premio Lissone. Si trasferisce con la famiglia a Milanoe inizia un rapporto esclusivo con Cardazzo. Conosce Gianpiero Giani, Gillo Dorfles, Roberto Sanesi, Franco Russoli e Alain Jouffroy.Nel 1960 invitato alla XXX Biennale di Venezia con una sala personale, vince il Premio Spoleto, il Premio Sassari, il Premio Valsesia, il Premio Lignanoe nel 1963 riceve il Premio La Spezia.Nel 1965 espone alla Quadriennale e nel 1966 invitato di nuovo alla XXXIII Biennale di Venezia con con una sala personale: vince il Premio Pininfarina.Nel 1968 risiede nel suo atelier a Calice Ligure, dove si stabiliscono molti altri artisti che formano intorno al maestro una piccola comunit. Nel 1970riceve il Gran Premio alla Biennale di Mentone. Nel 1971 si trasferisce per qualche tempo a Roma ed invitato alla Biennale di San Paolo del Brasile.Lungo gli anni Settanta Scanavino trascorre periodi sempre pi lunghi nella sua casa di Calice Ligure; il suo segno si semplifica e si raccoglie in griglie oarchitetture geometriche, che preludono a una riflessione sulloggettivazione della pittura.Nel 1973 la Kunsthalle di Darmstadt gli dedica una vasta e approfondita antologica, itinerante in Italia, a Venezia a Palazzo Grassi e a Milano a PalazzoReale. Nel 1976 Scanavino alterna la sua attivit artistica tra Parigi e lItalia. Tra il 1979 e il 1980 espone alla Galerie Matthias Fels di Parigi e a PalazzoMassari a Ferrara. Negli anni Ottanta partecipa alle mostre dedicate alla pittura degli anni Cinquanta e Settanta. Tra il 1984 e il 1985 si svolge una suamostra personale a Firenze al Palazzo dei Congressi e presso il Chateau de Tours. Muore a Milano il 28 novembre del 1986.

    Victor Varasely

    Nasce a Pcs (Ungheria) il 9 aprile 1906 e scompare a Parigi il 15 marzo 1997. Manifesta le sue tendenze artistiche a 12 anni con un quadro di paesaggio.Secondo il volere del padre nel 1925 frequenta l'universit, prima medicina e poi lettere, e nel 1927 si iscrive all'Accademia artistica privataPodolini-Wolkmann, realizzando fin da subito manifesti pubblicitari, piccoli dipinti e numerosi studi di quelli che saranno poi i suoi quadri.Nel 1929 si trasferisce a Budapest e frequenta la scuola Mhely, considerata "il Bauhaus ungherese" in quanto fondata da Sndor Bortnyik, un exprofessore di quest'ultima. In questo periodo avviene un cambiamento nell'arte di Vasarely che fa molta pi attenzione alla composizione geometricadell'opera.Nel 1930, dopo aver transitato per breve tempo attorno al De Stijl, si trasferisce a Parigi, il centro dell'arte di quell'epoca. Si sposa con Claire,conosciuta al Mhely. Nel 1931 nasce il suo primo figlio Andr, e pensa di fondare una scuola simile al Bauhaus. Nel 1934 nasce il figlio Jean-Pierre,noto poi come Yvaral. Fino al 1939 si dedica completamente al suo lavoro di artista pubblicitario. Intanto continua (senza n esporre n mostrare i suoiquadri) a studiare, sperimentando gli effetti ottici nella grafica, creando singolari rappresentazioni di zebre ed altri animali con contrasti tra il bianco eil nero.Si interessa sempre pi alla pittura, influenzato da quella di Paul Klee, Josef Albers, Antoine Pevsner e Sophie Taeuber-Arp. Nel 1940 conosce DeniseRen, con la quale collaborer fino al 1975, e nel 1944 ha la sua prima mostra personale alla galleria Denise Ren appena aperta a Parigi.Nel 1947 cambia stile di pittura iniziando con l'analisi degli astrattismi geometrici. Soggiorna a Belle-Isle e nel villaggio di Gordes. Il periodo Belle-Isle(1947-1958) segna il debutto di un vero e proprio percorso astratto e lelaborazione di un linguaggio geometrico personale: analisi della visionesteroscopica, lavoro sulle irritazioni ottiche, sulle immagini mobili, sulla prospettiva assonometrica. Il periodo Gordes-Cristal caratterizzato da formesemplificate e pochi colori, soprattutto giallo, verde e nero.Nel 1951 si trasferisce ad Arcueil. Ha inizio il periodo "Noir et Blanc" e la realizzazione di Hommage Malevi (1952-1958) che segna la svolta diVasarely verso larte cinetica. Espone ancora alla galleria Denise Ren con gli ingrandimenti dei suoi disegni in bianco e nero e realizza i primi quadricinetici profondi: composizioni in bianco e nero su fogli di plexiglas. Nel 1955 Victor Vasarely espone alla galleria Denise Ren insieme a Yaacov Agam,Nicolas Schffer, Pol Bury, Jess Rafael Soto, Jean Tinguely, Marcel Duchamp, Alexander Calder e altri nella mostra "Le Mouvement".In questa occasione pubblica il Manifesto giallo nel quale espone le sue idee riguardanti l'invenzione di un linguaggio cinetico figurativo, basato sulladisposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi e il concetto di "Unit plastica": Due forme-coloriformano l'unit plastica, vale a dire l'unit di quella creazione artistica: e la persistente, onnipresente dualit viene finalmente riconosciuta inscindibile (Victor Vasarely). Semplificando, il principio dell'unit plastica l'inserimento di forme una dentro l'altra con colori e sfumature diverse, come perdare un senso di movimento unilaterale alla figura. Questa mostra consacra linizio dellArte Cinetica e allo stesso tempo lancia la carriera di Agam, Bury,Soto e Tinguely, oltre ad aumentare la reputazione della galleria Denise Ren. La posta in gioco non pi il cuore, ma la retina, e l'anima bella ormai divenuta un oggetto di studio della psicologia sperimentale. I bruschi contrasti in bianco e nero, l'insostenibile vibrazione dei colori complementari, ilbaluginante intreccio di linee e le strutture permutate [...] sono tutti elementi della mia opera il cui compito non pi quello di immergere l'osservatore[...] in una dolce melanconia, ma di stimolarlo, e il suo occhio con lui (Victor Vasarely).Vasarely partecipa a numerose mostre internazionali, che lo consacrano a livello mondiale, tra cui: 50 anni darte moderna (Palais des Beaux-Arts,Bruxelles, 1958), che si tenuta in occasione dellEsposizione universale; Inaugural Selection (Guggenheim Museum, New York, 1959); e numerosepartecipazioni alla Documenta di Kassel tra il 1955 e il 1968. Espone anche individualmente in tutto il mondo, in particolare presso il Museo Nazionaledi Belle Arti di Buenos Aires (1958), alla galleria Der Spiegel a Colonia (1959), alla Hannover Gallery di Londra e alla Pace Gallery di New York (1964),alla Brook Street Gallery di Londra e Sidney Janis di New York (1966).Nel 1959 deposita un brevetto per il sistema dellunit plastica, elemento pittorico fondamentale composto da un quadrato nel quale inserita unafigura geometrica colorata, che permette una produzione di serie delle opere grazie a unit pittoriche prefabbricate e a programmi realizzati in atelierda assistenti. A partire da questa combinazione di colori e forme Vasarely realizza una serie di opere intitolate Folklore planetario, Permutazioni,Algoritmi.Nel 1960 sostiene la fondazione del GRAV (Gruppo di Ricerca Arti Visive) al quale prende parte suo figlio Yvaral con Julio Le Parc, Horacio Garcia-Rossi,Franois Morellet, Jol Stein e Francisco Sobrino. Nasce suo nipote Pierre.Gli anni sessanta e settanta sono stati il periodo pi produttivo di Vasarely dal punto di vista artistico e culturale.Nel 1964 riceve il premio Guggenheim a New York e lnel 1965 partecipa alla mostra collettiva The Responsive Eye presso il MOMA (Museum ofModern Art) di New York allestita in collaborazione con la galleria Denise Ren. Questa mostra consacra la fama internazionale di Vasarely come padree maestro dellOptical Art. A questo periodo risalgono Tridim e Bidim.Nel 1967 espone al Muse del'Art Moderne de la Ville de Paris alla mostra "Lumire et Mouvement". Sono gli anni dei periodi Vega e Vonal.Nei suoi ultimi anni Vasarely completa gli studi sulla forma e si dedica anche all'architettura con la costruzione del Museo didattico di Gordes,inaugurato nel 1970 e smantellato nel 1996, e della Fondazione di Aix-en-Provence, inaugurata nel 1976, anno in cui apre anche il Museo Vasarely aPecs nella sua casa natale. Nel 1987 inaugura il Museo Vasarely presso il castello Zichy di Budapest.Vasarely muore il 15 marzo 1997 a Parigi.

  • Area di influenza di Victor Varasely

    Martha Boto nasce a Buenos Aires nel 1925. Negli anni 30 conosce Gregorio Vardanega: anch'egli artista, di origine italiana, che diverr il suo compagnoe con il quale partecipa allanimata atmosfera artistica del periodo. In Argentina gli anni '40 e '50 sono di intensa ricerca sulla pittura impressionista,espressionista, surrealista e astratta, rivolgendosi in seguito allarte optical e cinetica.Dal 1951 al 1955 vive a Parigi. Nel 1956 uno dei membri fondatori del Gruppo di artisti non figurativi argentini.Nel 1957 inizia i suoi studi sull'estetica della luce e del movimento utilizzando delle costruzioni mobili (mobiles) in plexiglas, spesso sospese nellospazio, illuminate e contenenti talvolta dell'acqua che, sfruttando il movimento naturale, creano bagliori e riflessi.Nel 1959 a Parigi continua il suo lavoro con strutture trasparenti e mobiles rotanti luminosi. Nel 1960 si trasferisce definitivamente a Parigi ed esponefin da subito alla Galerie Denise Ren partecipando alla mostra Art Abstrait Constructif International.Sviluppando la sua ricerca attorno al movimento, allilluminazione e al colore, lartista esplora il potenziale dei materiali adatti a modificare, assorbire eriflettere la luce: il plexiglas, lalluminio o linox. Nel 1964 approda cos a unestetica pi articolata utilizzando meccanismi elettrici e luce proiettata suelementi in movimento. Nascono cos le prime scatole lumino-cinetiche. Gli specchi, le superfici sfacettate o di metallo riflettente, giocano un ruolofondamentale nellabilit dellartista di distorcere lo spazio e di trasformare lapparenza di ogni elemento regolare per creare una profondit indefinita.Nello stesso 1964 Martha Boto espone presso la Maison des Beaux-Arts di Parigi e nuovamente alla Galerie Denise Ren: Esquisse d'un salon eMouvement II (Rive droite) nel 1964, Structure et Mouvement nel 1966, una doppia personale Boto Vardanega (Rive droite) nel 1969, Latinamericans (New York) nel 1976, Lumire et Mouvement nel 1996, Art construit Art cintique d'Amrique latine nel 1999.Nel corso degli anni 90 le sue opere vengono esposte in Francia presso lEspace Bateau Lavoir (1993), la Galerie Argentine (1996) e al Saint-LambertPost Office (1997). Martha Boto muore a Parigi il 13 ottobre 2004. Nel 2006 La Sicardi Gallery di Houston dedica alla sua opera e a quella del compagnoGregorio Vardanega la mostra Contact. Le cyber Cosmos de Boto et Vardanega.

    Enrique Careaga Nato nel 1944 ad Asuncin (Paraguay), ha vissuto e lavorato a Parigi dal 1966 al 1978.Scompare ad Asuncin il 9 maggio 2014.Nel 1964 tra i fondatori di "Los Novsimos", gruppo di artisti che, sollecitati dal fermento culturale di Buenos Aires e del Brasile, si prefigge di portare ilParaguay verso l'avanguardia internazionale uscendo dall'isolamento culturale.Enrique Careaga, che rappresentava la figura di spicco del gruppo, trasferitosi a Parigi con una borsa di studio, incontra Vasarely e il GRAV. Queste frequentazioni rafforzano il suo interesse verso il costruttivismo e l'arte ottica.Come scrive Mario Sartor, da questo interesse derivano "opere bidimensionali di grande bravura, in cui gli effetti di vibrazione ed instabilit eranoprodotti dallazione reciproca di colori fortemente contrastanti." (M. Sartor, Arte latinoamericana contemporanea, 2003, Jaca Book).Fin dagli anni Sessanta ha esposto in gallerie e musei di tutta l'America Latina; a Parigi al Grand Palais, alla Biblioteca Nazionale, e presso la galleria DeniseRen; in Germania, in Austria, nella Repubblica Slovacca, in Spagna, a NYC e negli Stati Uniti, Hong Kong e Corea.In Italia ha esposto, fin dagli anni Settanta, pi volte presso la Galleria Sincron di Brescia, a Parma e Milano.Ha esposto, fra gli altri, con: Le Parc, Soto, Vasarely, Agam, Rivers, Riley, Torres Garcia.Fra i numerosi premi ricevuti citiamo nel 1999 il premio per il suo apporto allo sviluppo dell'arte moderna in Paraguay.Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche a Parigi, Washington, Texas, Uruguay, Paraguay, California, ecc.

    Hugo Demarco