Caso Stakić (IT-97-24) Prijedor. Regno di Jugoslavia Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia...

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Caso Stakić (IT-97-24) “Prijedor”

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Caso Stakić

(IT-97-24) “Prijedor”

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Regno di Jugoslavia

Repubblica Federale

Socialista di

Jugoslavia (dopo la II

guerra mondiale)

Repubblica Socialista

di Bosnia-Erzegovina

(Municipalità di Prijedor)

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Elezioni 18/11/1990

Bosnia-Erzegovina:

SDA (Partito per l’Azione Democratica)

SDS (Partito Democratico Serbo)

HDZ (Unione Croata Democratica)

accordo interpartitico

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SDA vs. SDS

Regione Autonoma di Krajina (ARK)

Assemblea del popolo serbo

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1992 Repubblica del popolo

serbo

(Stato bosniaco-serbo

autonomo)

Repubblica della

Bosnia-Erzegovina (riconosciuta da CE e USA)

Municipalità di Prijedor

Censimento 1991: 43,9% musulmani

42,3% serbi

5,6% croati

8,2% altri

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Milomir Stakić

Presidente dell’Assemblea del popolo serbo

della Municipalità di Prijedor

Presidente del Consiglio della difesa nazionale

dei popoli della Municipalità di Prijedor;

Presidente dell’unità di crisi della Municipalità

di Prijedor

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Arresto : 23 marzo 2001

Capi d’accusa:• persecuzione (crimine contro l’umanità)

deportazione (crimine contro l’umanità)

sterminio (crimine contro l’umanità)

omicidio (violazione delle leggi e dei costumi

della guerra)

Condanna: 40 anni di reclusione

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Crimine di sterminio

Capo d’accusa 4

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Tribunale di primo grado:

ACCUSA Definizione dell’accusa del crimine di

sterminio:

- uccisione di individui su larga scala

(actus reus)

- intenzionalità nell’esecuzione del

crimine (mens rea)

• L’accusa ritiene entrambi gli elementi a carico

dell’imputato

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Tribunale di primo grado:

DIFESA Insufficienza di prove a sostegno

dell’esecuzione del reato su “larga scala”

Insufficienza di prove a sostegno della presenza del requisito di mens rea

Uccisioni: sporadiche e commesse da soldati ubriachi

Accusato=non partecipa fisicamente alle uccisioni

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Tribunale di primo grado:Prove a carico dell’imputato

L’accusa riconosce 3 modalità di

esecuzione del crimine effettuate su

larga scala:

- commesse nei campi o in altre strutture

detentive

- commesse durante sommosse organizzate

- commesse a seguito di azioni militari

contro non-serbi

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Tribunale di primo grado:

Prove a carico dell’imputato

Dimostrazione della presenza del requisito di mens rea:

- Accusato = consapevole perché collaborava con le autorità militari

- Accusato = responsabile perché non punisce o contrasta le uccisioni

- Propaganda radio contro non serbi

- Dichiarazione Channel 4 britannico

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Tribunale di primo grado:

SENTENZA Data la sua posizione politica, l’imputato era

consapevole delle uccisioni dei non-serbi e

della perpetrazione di tale reato su larga scala.

Il Tribunale di primo grado giudica l’imputato

Stakic Milomir colpevole del crimine di

sterminio ai sensi dell’articolo 5(b) dello

Statuto del Tribunale Penale per la ex

Jugoslavia.

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Camera d’appelloRICORSO DELL’IMPUTATO

La difesa contesta l’analisi degli elementi a favore dell’accusa di sterminio, decisa dal Tribunale di primo grado.

Si sostiene che:

- per motivare l’actus reus sia necessaria la conoscenza di un “vasto piano di uccisioni di massa”

- per motivare la mens rea sia necessario stabilire l’intento di uccidere un elevato numero di vittime (migliaia) che soddisfi i requisiti di gravità e violenza

- le prove a carico dell’imputato non siano state attentamente vagliate

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Camera d’appello:ANALISI DEL RICORSO

1) È richiesta, nella giurisprudenza, la

conoscenza di un vasto piano di

uccisioni di massa?

- NO. Non si è a conoscenza di precedenti casi

in cui sia stata dichiarata necessaria la

conoscenza di un piano

RICORSO RESPINTO

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Camera d’appello:ANALISI DEL RICORSO

2) È richiesta, nella giurisprudenza, la necessità di stabilire l’intento di uccidere un elevato numero di individui (migliaia)che raggiunga una soglia minima?

- SI. La mens rea dello sterminio richiede l’intento di uccidere su larga scala

- Tuttavia, non è stabilita una precisa soglia minima di vittime

RICORSO RESPINTO

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Sentenza della Camera

d’appello:ANALISI DEL RICORSO

3) La camera di primo grado ha eseguito un’attenta analisi di tutte le prove?

- SI. Sono state valutate al meglio, in particolare tenendo conto della posizione politica dell’imputato

RICORSO RESPINTO

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Camera d’appello:

SENTENZA Per tutte le ragioni sopra elencate…

• In considerazione del fatto che l’uccisione di individui su larga scala è stata una conseguenza naturale e prevedibile del perseguimento di un fine comune a cui l’imputato stesso ha preso parte,

In accordo con la sentenza del Tribunale di primo grado, la camera d’appello giudica l’imputato Stakic Milomir colpevole del crimine di sterminio ai sensi dell’articolo 5(b) dello Statuto del Tribunale Penale per la ex Jugoslavia.

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DEPORTAZIONE

ALTRI ATTI INUMANI

SENTENZA 1° GRADO

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DEPORTAZIONE

capo di accusa 7

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Elementi dell'Accusa L'accusato ha rimosso con la forza uno o più persone con l'espulsione o altri

atti coercitivi dall'aerea in cui erano legittimamente presenti, senza ragioni

permesse dalla legge internazionale

L'accusato ha commesso volontariamente l'espulsione o altri atti coercitivi.

Lo Statuto non può ritenere lo spostamento un crimine solo se oltre i confini

perché può essere difficile determinare i questi durante un conflitto e perché lo

spostamento interno spesso è preludio di quello esterno.

E' irrilevante il successivo rimpatrio perché contrario al volere di chi li ha

deportati.

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Elementi della Difesa

Il crimine di deportazione non è stato commesso perché:

non era involontario

permesso dalla legge internazionale

non è durato oltre le ostilità

sono stati rimpatriati

In accordo con la Quarta Convenzione di Ginevra, i civili sono stati spostati

dalla zona sia per loro sicurezza che per evitare di intralciare le operazioni

militari.

Non tutti gli spostamenti sono in disaccordo con le leggi internazionali, in

quanto i civili possono chiedere di essere spostati se temono di essere

soggetti a persecuzioni e violenze perché soggetti a minoranze etniche. Il

crimine di deportazione esiste solo oltre i confini nazionali.

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Discussione Lo Statuto della Corte Criminale Internazionale usa sia il

termine deportazione che trasferimento forzato. Tuttavia è

chiaro come non richieda le prove dell'avvenuto passaggio di

confine, ma solo dello spostamento della popolazione.

Gli interessi che sono protetti riguardano il diritto di un

individuo di rimanere nella propria casa e comunità senza

interferenze di un aggressore sia dello stesso stato che estero. E'

l'actus reus dello spostamento forzato, essenzialmente uno

sradicamento, che da la possibilità di imporre la responsabilità

criminale e non la destinazione risultante. Tra l'altro spesso la

destinazione finale non è la prima, per cui è difficile stabilire

dove è stato commesso cosa.

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In questo contesto il crimine di deportazione viene definito come lo

spostamento forzato di persone attraverso l'espulsione o altri atti

coercitivi per ragioni non permesse dalla legge internazionale da

un'area in cui sono legalmente presenti ad un'altra sotto il controllo

di un'altra parte.

Qualsiasi spostamento di popolazione comprende l'abbandono della

propria casa, la perdita della proprietà e lo spostamento sotto la

coercizione verso un altro luogo. Serve per proteggere i civili in

tempo di guerra da qualsiasi sradicamento da parte di un

aggressore.

La definizione di deportazione richiede l'uso della forza. Lo

spostamento basato sulla volontà è quindi legale. Tuttavia esistono

vari modi di coercizione per far richiedere lo spostamento.

L'assistenza da parte di agenzie umanitarie non è un fattore di resa

legale dello spostamento.

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Prove riguardo la Deportazione

Giornali provano che già da prima della presa del

potere serba, c'erano scintille tra la popolazione serba

e quella musulmana. Tra il 1991 ed il 1992 circa 3000

persone prevalentemente musulmane lasciarono il

comune.

Ci sono varie prove che lo fecero sotto pressione.

Sebbene l'esodo iniziò prima della presa del potere,

dopo che questa avvenne subì una considerabile

accelerazione.

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Secondo il censimento del 1° aprile 1991, il comune di

Prijedor aveva 112543 abitanti di cui: 49351 (43,9%)

Musulmani, 47581 (42,3%) Serbi, 6316 (5,6%) Croati.

Secondo un articolo pubblicato il 2 luglio 1993, la

popolazione era di 65551 abitanti, di cui: 53637

ortodossi, 6124 musulmani e 3169 cattolici.

Non solo l'intera popolazione era stata ridotta quasi

del 60%, ma i Musulmani ed i Croati erano stati

decimati del 87,6% e 49,8% rispettivamente.

Il nuove censimento mostra come il comune di

Prijedor fosse stato trasformato in un comune

virtualmente puramente Serbo con il 96,3% di Serbi.

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L'atmosfera nel comune di Prijedor durante il periodo

rilevante per il processo, era di una tale natura coercitiva,

che le persone che stavano lasciandolo non possono essere

considerate come volontarie.

Le prove hanno stabilito la vicina e coordinata cooperazione

fra le autorità cittadine, comandate dall'accusato, il SJB e le

autorità militari.

Questo dimostra come la condotta dell'accusato fosse una

conditio sine qua non per il raggiungimento della

deportazione.

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Il Tribunale è convinto che la deportazione della

popolazione non serba fosse lo strumento centrale per

creare uno stato puramente serbo.

Non solo l'accusato ha commesso il crimine di

deportazione come co-perpetratore, ma l'ha anche

pianificato ed ordinato.

Per questi motivi il tribunale dichiara colpevole

l'accusato del crimine di deportazione, crimine contro

l'umanità secondo l'articolo 5 dello statuto.

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ALTRI ATTI INUMANI

capo di accusa 8

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Difesa

L'accusa sta cercando di accusare l'accusato con lo stesso crimine più di una volta.

Entrambe le accuse sono contenute nell'accusa di deportazione.

Discussione

Il termine “altri atti inumani” può essere fuorviante, perché al suo interno si può trovare

una vasta gamma di comportamenti criminali che possono mancare di sufficiente

chiarezza, precisione e definizione. Questo può portare alla violazione del principio

nullum crimen sine lege certa.

Il Tribunale ha concluso che la vasta maggioranza di queste forme ricade nella

definizione di deportazione secondo l'Articolo 5.

In relazione ad altri esempi forniti dall'Accusa, il Trial Chamber non è convinto che :

siano sufficenti per un'accusa cumulativa secondo l'Articolo 5

in questo caso si potrebbe arrivare ad un'infrazione del principio nullum crime sine lege

certa.

Il capo di accusa 8 per altri atti inumani (trasferimento forzato) viene di conseguenza

respinta.

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Deportazione

Sentenza d’appello

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Ricorso dell’imputato

Non è deportazione perché:

Trasferimenti erano volontari

Organizzazioni umanitarie hanno partecipato ai

trasferimenti

Non ci sono prove che la deportazione fosse

permanente (secondo la propria definizione di

“deportazione”)

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Ricorso dell’accusa

Imputato non è stato accusato di deportazione, ma

persecuzione

Diversa definizione di “deportazione”

Trasferimento era involontario

L’aiuto umanitario è stato conseguente alla crisi

umanitaria creata dall’imputato

Trasferimento era permanente

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Discussione in appello

Definizione di deportazione:

“Deportation is the forced displacement of persons

by expulsion or other forms of coercion from the

area in which they are lawfully present, across a

de jure state border or, in certain circumstances,

a de facto border, without grounds permitted

under international law.”

Non deve necessariamente essere permanente

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Trasferimenti erano involontari La partecipazione di un NGO non rende questo

trasferimento legale

Modifiche alla sentenza di I° grado: Non deportazione ma trasferimento forzato Deportazione può essere temporanea Formulazione di accusa per 6 atti di trasferimento

forzato (rientra in “other inhumane acts” art. 5i)

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L'imputato Dr. Milomir Stakic è accusato di persecuzione su basi politiche, razziali e religiose, quale crimine contro l'umanità in base all'articolo 5 (h) dello statuto.

IMPUTAZIONE

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LEGGE APPLICABILE

Decisione della corte

La corte afferma di adottare la giurisprudenza già definita dal tribunale riguardo alla persecuzione, e la definisce come:Atti o omissioni che 1. Discriminano nei fatti e negano o infrangono un diritto fondamentale (actus reus)2. Sono commessi deliberatamente con intento discriminatorio (mens rea)

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LEGGE APPLICABILE

Actus reus

- La corte riconosce che l’atto persecutorio deve essere fatto per e risultare nell’infrangimento di un diritto fondamentale. Sono quindi importanti le conseguenze.- Le vittime colpite dal trattamento persecutorio sono definite dal colpevole.- Il crimine può assumere diverse forme. Non vi è un elenco preciso.- In assenza di tale elenco, per aderire al principio di nullum crimen sine lege certa devono essere posti dei limiti chiaramente definiti su quali atti ricadono nella definizione di persecuzione e quali no. [Gli atti non elencati all’articolo 5 devono essere di pari gravità]- Va considerato il contesto degli atti nonché il loro effetto cumulativo.

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LEGGE APPLICABILE

Mens rea

- La corte sostiene che il termine “intento discriminatorio” raggiunge i requisiti di “dolus specialis”.- Nel crimine di persecuzione, la mens rea (intenzione) consiste sia nell’intento di commettere l’atto sia nell’intento di discriminare.- Non è necessaria un’esplicita politica discriminatoria.- L’accusato non è imputato come diretto agente, ma come colpevole indiretto in base alla sua posizione di massima autorità. [Non interessa che l’agente diretto avesse l’intento discriminatorio, in quanto può essere utilizzato come mero strumento]

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LEGGE APPLICABILE

Mens rea (2)

- In questo specifico caso, la prova della modalità discriminatoria di un attacco contro la popolazione è una base sufficiente per stabilire l’intento discriminatorio dell’accusato in tutti gli atti commessi.- Per riassumere, ciò che è richiesto è la prova dell’attacco discriminatorio contro la popolazione non serba; non interessa, invece, l’intento del diretto agente, ma bensì quella del colpevole indiretto.

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OMICIDIO

LEGGE APPLICABILE: Art. 5(f) dello statuto; discusso precedentemente in section III (f)

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OMICIDIO (decisione del Tribunale di Primo grado riguardo l’actus reus degli atti)

Stakic già ritenuto responsabile di uccisioni secondo artt. 3 e 5 dello Statuto.

Ora bisogna stabilire se questo sterminio può rientrare anche nel crimine di “persecuzione”, cioè se è stato commesso con intento di discriminare la popolazione NON-serba di Prijedor

TESTIMONIANZEI. Villaggio di Cemernica, testimone “S” (300-350

morti)II. Detenuti di Trnopolje uccisi nel Mount Vlasic (200

morti)III. Sparatoria nel campo di Trnopolje, Tupe Topala

(11 persone portate fuori dal campo)

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Article 3Violations of the laws or customs of war

The International Tribunal shall have the power to prosecute persons violating the laws or customs ofwar. Such violations shall include, but not be limited to:(a) employment of poisonous weapons or other weapons calculated to cause unnecessary suffering;(b) wanton destruction of cities, towns or villages, or devastation not justified by military necessity;(c) attack, or bombardment, by whatever means, of undefended towns, villages, dwellings, orbuildings;(d) seizure of, destruction or wilful damage done to institutions dedicated to religion, charity andeducation, the arts and sciences, historic monuments and works of art and science;(e) plunder of public or private property.

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Article 5Crimes against humanity

The International Tribunal shall have the power to prosecute persons responsible for the followingcrimes when committed in armed conflict, whether international or internal in character, and directedagainst any civilian population:(a) murder;(b) extermination;(c) enslavement;(d) deportation;(e) imprisonment;(f) torture;(g) rape;(h) persecutions on political, racial and religious grounds;(i) other inhumane acts.

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TORTURA

LEGGE APPLICABILE:art. 5 dello Statuto, la “Convention against Torture and other Cruel, Inhuman of Degrading Treatment of Punishment” del 10/12/84 (artt. 1 e 2);definizione dalla sentenza d’appello del Caso Kunarac.

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TORTURA (2)

Il Tribunale ha già provato che molti detenuti nei campi di Omarska, Keraterm e Trnopoljie sono stati oggetto di seri maltrattamenti e torture. I detenuti venivano picchiati, spesso coi fucili, catene etc. A Omarska e a Keraterm questo avveniva tutti i giorni. Di conseguenza i detenuti rimanevano seriamente feriti. La camera è convinta che altri maltrattamenti avvenissero nel Centro comunitario di Miska Glava, nello stadio di calcio di Ljubia, nel SUP, a al di fuori dei campi….

Non solo questi atti sono stati accertati, ma addirittura rientrano nella categoria della “persecuzione” in quanto: 1)hanno dimostrato l’intenzione dei diretti responsabili di infliggere queste pene 2)alcuni esempi dimostrano che i diretti attori intendevano ottenere informazioni dalle vittime 3)dimostrano il dolus specialis “come here, you Turk”….

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VIOLENZA FISICA

LEGGE APPLICABILE: non è inclusa nell’art. 5 dello Statuto, nemmeno come “tortura”, perciò è da contemplare come “persecuzione”.

Il tribunale di Primo grado si riferisce alla condizione in cui i detenuti erano obbligati a vivere (privazione di acqua, cibo, aria, freddo, caldo)

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VIOLENZA FISICA (2)

I detenuti nei campi vivevano in condizioni disumane e soggetti a violenze fisiche e verbali (insulti come “ustasa”,”balija”, “Green Berets”)

TESTIMONIANZE:I. A Omarska, Muharem Murselovic picchiato.II. Dr. Merdzanic “tutti i balija devono morire” (attacco di

Korazac)I diretti responsabili avevano l’intento preciso di causare

questa sofferenza proprio perché le vittime non erano serbe.

La Trial è sicura che la violenza fisica rientra nei La Trial è sicura che la violenza fisica rientra nei crimini contro l’umanità.crimini contro l’umanità.

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STUPRO E VIOLENZA SESSUALE

LEGGE APPLICABILE:è un crimine contro l’umanita (art.5 dello Statuto); definizione nella sentenza di Kunarac; include qualsiasi abuso di natura sessuale che affligga l’integrità della persona tramite coercizione, intimidazione, umiliazione, denigrazione della dignità della vittima.

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STUPRO E VIOLENZA SESSUALE (2)

Stupro commesso all’interno del campo di Trnopolje, la vittima è “Q” l’intento discriminatorio del diretto responsabile è molto importante.

VERSIONE VITTIMA VERSIONE STUPRATORE•Il comandante Kurozovic, l’insegnante di suo fratello,la chiamò.•Con gli occhiali da sole la minaccia con la pistola, la picchia, ne abusa.Lei trova dei vestiti puliti nell’abitazione da sostituire a quelli appena strappati col coltello…•La seconda notte lei cerca di difendersi strozzandolo, ma lui la ferisce sulla spalla•La terza volta lei gli scongiura di liberare suo fratello.•Il giorno dopo suo fratello venne portato li, sa cosa fanno alla sorella.

•Dice che nell’abitazione dove sono avvenuti gli stupri c’è andato solo poche volte per vedere la tele, dà la lista di chi c’è stato•Dice che è stata lei a chiedere di vedere il suo insegnante..•Disconosce Q in fotografia•Dopo il video: “maybe one of the Muslims had done this!Is she trying to denigrate the Serbian people as such?”•Lei è stata nel campo pochi giorni, se fosse stata davvero ferita non sarebbe potuta andar via•Lui non ha bisogno di stuprare perché è già “relatively good-looking man”!

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STUPRO E VIOLENZA SESSUALE (3)

CONCLUSIONI DELLA CORTE• Dopo tutte queste contraddizioni la camera non crede all’innocenza

di Kuruzovic.• La sua insistenza sul fatto che era impossibile nascondere le ferite

dovute allo stupro e quindi non avrebbe potuto lasciare il campo è in contrapposizione col fatto che Q è rimasta nel campo per più di un mese e che nessuno poteva accedere alla sua abitazione.

• Per le donne, lo stupro è peggio della morte, perché porta vergogna.• Il continuo sottolineare da parte della donna del modo in cui veniva

spogliata, era un modo per dimostrare la sua resistenza.• Il suo descrivere lo stupro sempre nello stesso modo (quindi non

proprio senza contraddizioni), conferma il suo vivere ogni notte lo stesso incubo.

• Perciò si ritiene la testimonianza della donna credibile.• Violenze e stupri avvenivano anche negli altri campi.

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UMILIAZIONE EDEGRADAZIONE COSTANTE

Il crimine non è elencato nell’articolo 5, ma la corte afferma che rientra nel crimine di persecuzione.In primo luogo le condizioni di vita nei campi di Omarska, Keraterm e Trnopolje erano loro stesse umilianti e degradanti; a questo si aggiungono gli insulti razzisti e l’atteggiamento discriminatorio subito dai detenuti.La corte si dichiara soddisfatta nel ritenere che questi atti furono commessi dagli agenti diretti per infliggere un trattamento umiliante e degradante nei confronti delle vittime. Questi atti costituiscono un crimine contro l’umanità.

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DISTRUZIONE E SACCHEGGIO DI PROPRIETA’ RESIDENZIALI E COMMERCIALI

In base all’articolo 3 dello statuto, la distruzione deve:- Occorrere su larga scala.- Non essere giustificata da una necessità militare.- Essere stata commessa con l’intento di distruggere.

La corte afferma che nel contesto di una campagna persecutoria generalizzata la privazione di domicilio e l’impossibilità di procurarsi un supporto economico possono essere atti di coercizione e intimidazione. Inoltre, se l’effetto cumulativo di queste distruzioni è la rimozione di civili dalle loro case, può rientrare tra gli atti persecutori.La corte si ritiene soddisfatta con le prove di avvenute distruzioni in zone della città abitate prevalentemente da popolazione non serba.

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DISTRUZIONE O GRAVI DANNI A EDIFICI RELIGIOSI O CULTURALI

Secondo l’articolo 3 dello statuto, questo crimine è classificato come violazione del diritto dei conflitti armati.Il tribunale militare internazionale ha già affermato che la distruzione di edifici religiosi è un chiaro caso di persecuzione come crimine contro l’umanità.La corte si ritiene soddisfatta con le prove di avvenuta distruzione di edifici religiosi musulmani e cattolici, mentre permanevano intatti quelli ortodossi.

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DEPORTAZIONE E TRASFERIMENTO FORZATO

La corte aggiunge alla già avvenuta discussione sul crimine di deportazione il clima persecutorio e discriminatorio nel quale questo avvenne.

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NEGAZIONE DI DIRITTI FONDAMENTALI QUALI DIRITTO AL LAVORO, LIBERTA’ DI MOVIMENTO, EQUO PROCESSO E CURE MEDICHE

La violazione di tali diritti rientra nel crimine di persecuzione in quanto sono diritti fondamentali.La corte, però, si asterrà dal giudicare riguardo alla violazione di diritti non espressamente menzionati.

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LA MENS REA DEL CRIMINE DI PERSECUZIONE DELL’IMPUTATO

- Furono commessi molti crimini con intento discriminatorio, ma ciò che è cruciale è che gli stessi formavano parte di una campagna persecutoria capeggiata inter alia dall’accusato.- La corte è convinta che la campagna persecutoria fu commessa contro i non serbi o coloro che non condividevano il piano di consolidamento del potere e del controllo sulla municipalità di Prijedor.- La corte ha già concluso che furono uccisi più di 1500 non serbi, e che molti altri furono arrestati e detenuti dalle autorità serbe.

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LA MENS REA DEL CRIMINE DI PERSECUZIONE DELL’IMPUTATO

- L’imputato ha confermato lui stesso che i campi furono creati in conformità alle decisioni dell’autorità di Prijedor definendoli “una necessità del momento”.- Stakic, quale massimo rappresentante dell’autorità civile, giocò un ruolo cruciale nelle operazioni coordinate con polizia ed esercito.- E’ stato provato che l’imputato era perfettamente a conoscenza delle uccisioni di massa e delle condizioni di vita nei campi.

La corte si ritiene quindi soddisfatta oltre ogni ragionevole dubbio che l’accusato ebbe l’intento di discriminare la popolazione non serba (e loro affiliati o simpatizzanti) durante il periodo rilevante del 1992.

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LA PERSECUZIONE come crimine contro l’umanità

Sentenza d’appello 22/03/2006

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Art. 5 dello Statuto:

The International Tribunal shall have the power to prosecute persons responsible for the following crimes…

Stakic si appella al tribunale proprio in virtù del significato di responsabilità (‘mens rea’ che consiste nello specifico crimine - in questo caso - di persecuzione e nello specifico intento discriminatorio detto DOLUS SPECIALIS):

• afferma che il Tribunale di Primo Grado aveva accettato erroneamente il DOLUS EVENTUALIS come prova sufficiente della sua responsabilità

• asserisce, inoltre, che tutte le prove che dimostrerebbero il DOLUS SPECIALIS mancano dell’intento discriminatorio, anzianzi, confermerebbero il suosuo intento di ““promozione della pacepromozione della pace”!!”!!

• Ritiene sbagliato che il Tribunale di primo grado abbia ritenuto le sue Ritiene sbagliato che il Tribunale di primo grado abbia ritenuto le sue parole “tipiche del linguaggio politico”parole “tipiche del linguaggio politico”

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Il ricorrente dimostra la mancanza dell’intento discriminatorio:

EXHIBIT D56Oltre ad annunciare via radio il

nuovo governo (30/04/92) stakic esprime il desiderio di una “peaceful co-existence”

Annex V : The Prijedor report

EXHIBIT SK46Il ricorrente afferma, riguardo al

suo “desiderio di mantenere la pace”, che il Tribunale di Primo grado aveva erroneamente giudicato la sue parole ritenendole semplicemente “un tipico linguaggio politico che nasconde le sue reali intenzioni politiche”

Stakic Case - Trial Chamber Judgement (parr. 343)

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La risposta del tribunale

EHIBIT D56Non viene messa in discussione la

volontà espressa da Stakic nel mantenere la pace nel paese, ma nello stesso discorso non nasconde il suo disprezzo verso il musulmani.

Conclude:Conclude: Ciò non è sufficiente a mettere in repentaglio la decisone del Tribunale di Primo Grado che ha dimostrato, con altre prove, il suo intento discriminatorio.

EHIBIT SK46Il Tribunale di secondo grado

riconferma la posizione del Tribunale di Primo grado in quanto ha portato prove indiscutibili (compelling evidence) dell’intenzione reale dell’imputato di organizzare il colpo di stato in Prijiedor.

Trial Judgement, parr 344, 346, 359, 364, 377, 389, 400-401, 404.

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La sentenza definitiva della Camera d’Appello

• In base alla definizione di persecuzione data dalla giurisprudenza del tribunale (an act or omission that: (1) discriminates in fact and which denies or infringes upon a fundamental right laid down in international customary or treaty law (the actus reus); and (2) was carried out deliberately with the intention to discriminate on one of the listed grounds, specifically race, religion or politics (the mens rea), la camera così conferma la versione della Trial in cui afferma che la mens rea consiste nell’intento di commettere tale atto e la discriminazione politica, raziale o religiosa è l’intento vero e proprio, cioè ‘dolus specialis’.

• Sostiene che la Trial non ha sbagliato a includere il dolus eventualis nel mens rea perché di fatto ha dimostrato si trattasse di dolus specialis

• Sostiene che il Ricorrente abbia sbagliato a giudicare errate le prove mostrate dalla Trial. E che inoltre le due prove portate da Stakic al tribunale sono citate “fuori dal contesto” e non dimostrano il suo “nonnon intento discriminatorio”

• La responsabilità dell’ intento discriminatorio non può essere trasferito ai diretti attori del crimine, poichè Stakic, in quanto più alta carica rappresentativa dell’autorità civile, “played a crucial role in the co-ordinated co-operation with the police and army in furtherance of the plan to establish a Serbian municipality in Prijedor was thus one of the main actors in the persecutorial campaign.”

• La camera conclude che il Tribunale di Primo Grado non sbagliò nella sua valutazione delle prove per la definizione della sua responsabilità del crimine di persecuzione, perciò gli argomenti del ricorrente non sono stati accolti.