CarFleet speciale volvo n.46

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N.46 GIUGNO 2012 PERIODICO TRIMESTRALE 6,00 EURO SPECIALE VOLVO FILOSOFIA VOLVO Il contenuto definisce il contenitore HO SCOPERTO IL MONDO AL VOLANTE Intervista a Zucchero OBIETTIVO 2020 Volvo fissa l’orizzonte SCOPRI IL TUO MONDO Volvo social network VOLVO C30? OGNI GIORNO UNA NUOVA SCOPERTA Intervista a Catherine Spaak L’AUTO DALLE QUALITÀ VISIBILI E INVISIBILI Volvo fa incetta di premi VOLVO, O DEL LUSSO Stare al centro senza essere messi in mezzo VOLVO V40 LA COMPATTA COSTRUITA INTORNO A TE

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CarFleet speciale volvo n.46

Transcript of CarFleet speciale volvo n.46

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N.46GIUGNO 2012PERIODICO TRIMESTRALE6,00 EURO

SPECIALEVOLVO

FILOSOFIA VOLVO Il contenuto definisce il contenitore

HO SCOPERTO IL MONDO AL VOLANTEIntervista a Zucchero

OBIETTIVO 2020Volvo fissa l’orizzonte

SCOPRI IL TUO MONDOVolvo social network

VOLVO C30? OGNI GIORNOUNA NUOVA SCOPERTAIntervista a Catherine Spaak

L’AUTO DALLE QUALITÀVISIBILI E INVISIBILIVolvo fa incetta di premi

VOLVO, O DEL LUSSOStare al centro senza esseremessi in mezzo

VOLVO V40 LA COMPATTA COSTRUITA INTORNO A TE

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1CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

EDITORIALE

INTORNO ATESiamo particolarmente lieti di dedicare a Volvo Auto Italia questo numero speciale di Car Fleet,perché suggella un intero anno di collaborazione, reciprocamente fruttuosa e interessante.Siamo stati insieme nell’incontro con i nostri clienti più rilevanti, che partecipano e danno valoreal nostro Client Advisory Board, dove abbiamo presentato e fatto provare la nuova Volvo XC60Ibrida Plug-IN. Abbiamo partecipato con curioso interesse alla visita organizzata da Volvo Carspresso la loro casa madre di Goteborg, dove abbiamo potuto percepire tutta la carica innovativache farà arrivare sulle nostre strade e nelle nostre flotte una nuova generazione di veicoli semprepiù all’avanguardia della sicurezza e del confort. In quell’occasione abbiamo avuto anchel’opportunità di provare la prossima gamma di auto elettriche, davvero rivoluzionaria pertecnologia e rispetto per l’ambiente. Ma siamo anche molto soddisfatti che questacollaborazione abbia prodotto dei risultati positivi per entrambi, Volvo Italia e i nostri clienti, chesempre più apprezzano e scelgono l’offerta di vetture Volvo per le loro flotte, e siamo certi che ilfuturo ci riserverà ancora maggiori soddisfazioni.Auguro personalmente buona lettura e buon viaggio, magari a bordo di una Volvo.

Alfonso Martinez Corderoamministratore delegato di LeasePlan Italia

È un’immensa soddisfazione poter dedicare questo numero speciale di Car Fleet ai clienti delleflotte, che hanno sempre dimostrato di apprezzare l’attenzione che noi di Volvo Cars mettiamoper andare incontro alle loro reali esigenze.I driver delle aziende servite da LeasePlan Italia riconoscono il valore delle dotazioni di sicurezzadei nostri veicoli, sempre all’avanguardia nella ricerca e nelle soluzioni tecnologiche.L’airbag esterno a protezione dei pedoni, il sistema di “pedestrian detection” che aiuta aprevenire gli investimenti e tutte le dotazioni di “city-safety” sono ormai uno standardirrinunciabile per molti utilizzatori, che vogliono vivere la company car in tranquillità oltre che insicurezza. La nostra filosofia Volvo Cars è proprio quella di rendere queste tecnologie disponibiliper tutti, non esclusive delle vetture di altissimo prezzo. Come ad esempio la tecnologia Drive-e,oggi presente anche per una vettura piuttosto alla portata come la V50 Polar. Poi, entro fine annoavremo disponibile la versione “Hybrid plug-in” per la V60, a un posizionamento tale da restare“dentro” il livello di mercato, così da poter consentire a tutti di scegliere una soluzione abassissimo impatto ambientale. Buon viaggio, con Volvo e LeasePlan.Con attenzione e rispetto,

Michele Criscipresidente e amministratore delegato di Volvo Italia

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SOMMARIO

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FILOSOFIA VOLVO Il contenuto definisce il contenitore

HO SCOPERTO IL MONDO AL VOLANTEIntervista a Zucchero

VOLVO V40La compatta costruita intorno a te

OBIETTIVO 2020Volvo fissa l’orizzonte

SCOPRI IL TUO MONDOVolvo social network

VOLVO C30? OGNI GIORNO UNA NUOVA SCOPERTAIntervista a Catherine Spaak

VOLVO, L’AUTO DALLE QUALITÀ VISIBILI E INVISIBILIVolvo fa incetta di premi

VOLVO, O DEL LUSSOStare al centro senza essere messi in mezzo

SCELGO CONSUMI CONTENUTI E RISPETTO PER L’AMBIENTEIntervista a Gilda Sanfelici, operations manager di HPI Fleet&Mobility Italia

GIUGNO 2012

EDITORELEASEPLAN ITALIA SpaViale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707815 email: [email protected] www.leaseplan.it/press/carfleet.php

DIRETTORE EDITORIALE Alfonso Martinez Cordero

DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Manzoni

DIRETTORE SCIENTIFICO Pier Luigi del Viscovo

ART DIRECTOR Indro Uttinacci

HANNO COLLABORATOPier Luigi del ViscovoNicola Desiderio Gerardo Di LecceRoberto LonardiAlessandro PalumboAlessia Seri

PROVE SU STRADA a cura di Nicola Desiderio

PUBBLICITÀGDN Marketing & Comunicazione [email protected]

STAMPA Modulgraf SrlVia di Santa Procula, 23/23A00040 Pomezia (Roma)

Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997

TIRATURA: 15.000 COPIE

SPECIALE VOLVO

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4 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

n che senso, precisamente, un sec-chiello di pop-corn è un segno del

lusso? E di quale lusso? Cos’è il lusso? Questa è una domanda difficile. Oggi piùdifficile che mai. Per noi Europei soprat-tutto. E per noi Italiani ancora di più – cipiace pensarlo, almeno. Un tempo era facile rispondere. Quandouna piccola porzione della società riunivadentro di sé il massimo di ogni cosascarsa e dunque esclusiva. I ricchi potevano permettersi le cose mi-gliori: dalla bella casa alla bella macchina.Ed erano anche quelli che avevano stu-diato, quelli che potevano viaggiare e co-noscere il mondo. Andavano in villeggia-tura. Indossavano orologi e gioielli, equello era lusso. Guidavano belle e co-stose auto di marca, e quello era lusso.La massa indossava al massimo una ca-tenina d’oro e andava in giro nelle utilita-rie. E quello non era lusso. A parte ognialtra considerazione, e forse prima e so-pra ogni altra considerazione, c’era unoschema. E questo schema era semplice,anzi rendeva semplice capire cosa fosseroil lusso e il suo contrario. Oggi lo schemaè saltato. Abbiamo fatto dei passi inavanti, mettendo in discussione la rigiditàdello schema, e questo è un grande tra-guardo di civiltà. Che però complica la let-tura della società e delle sue cose. Le cosesono importanti, perché spesso sintetiz-zano l’essere e i suoi comportamenti.Sono i segnali con cui ognuno comunicaistantaneamente agli altri la sintesi di sé.

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5CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

FILOSOFIA VOLVO

Andare avanti, progredire, significa esserepiù bravi, più sofisticati, capaci di muo-versi in modo armonico senza bisognodello schema. In assenza di uno schemarigido, la civiltà è la differenza tra l’armo-nia e il caos: uno stormo di uccelli è ar-monico. In ambiente fluido, definire illusso è piuttosto improbabile. Le catego-rie classiche non aiutano, perché si asso-ciano tra loro in entrambe le direzioni. Ilprezzo elevato è indice di lusso. La qualitàè indice di lusso. Ma a un prezzo elevatocorrisponde sempre una qualità elevata?Quale e quanta qualità c’è in un jeansstracciato, premium price rispetto agli al-tri? C’è una qualità intangibile, nel look,che arriva a contrastare, fino a distrug-gerla, la qualità tangibile del tessuto. Di-venta più facile definire il lusso per diffe-renza. La non-qualità è non-lusso. Ciò checosta poco è poco selettivo e dunque nondi lusso. Il lusso deve comunque asso-ciarsi a una forma di esclusività. Può dare tanto, il lusso, a livello tangibilecome intangibile, ma certo non può nonaiutare a distinguere. Distinguersi per dif-ferenza conduce dritto al concetto di scar-sità. Ciò che è scarso è per pochi, by defi-nition, dunque un lusso. Siamo abituati amisurare la scarsità secondo le logichedel mondo materiale, quello dal qualeproveniamo e che tanto ha coinvolto l’oc-cidente negli ultimi due secoli. Come af-francare il maggior numero di personedalla scarsità delle risorse essenziali? Ilcibo, un tetto, la salute. Non è stato facile.

Per la salute, il Nuovo Mondo ha dovutoaspettare addirittura questo secolo, primadi avere una sanità distribuita. È statocomplicato, a tratti lacerante, perché ibeni materiali sono ripartibili ma non mol-tiplicabili. Oggi, faremmo torto a noi stessise considerassimo tutto ciò di cui dispo-niamo o che desideriamo secondo unamisurazione materiale. Ci sono risorse,anche preziose, non necessariamente ri-partibili perché condivisibili, ossia molti-plicabili. Una è la conoscenza. È ormai evidente che in questo nuovo se-colo dovremo dipanare il busillis di comediffondere la conoscenza preservandoneil valore. Un’altra è la verità oggettiva.Nell’epoca del trionfo dell’individuo, re-stare saldamente agganciati ai fatti ma-teriali, oggettivi per natura, è sfida tita-nica: per ora siamo in svantaggio, ma c’èil secondo tempo e possiamo recuperare. Nello scenario attuale, il lusso sembra ri-fugiarsi, più che nella conoscenza, nellasua interpretazione: le idee. Queste sì,scarse. E queste sì, soggettive. Al puntoche la massima valorizzazione sta nel-l’idea di sé. In quello che ciascuno intendeche sia la sua vita e la sua testimonianzadi vita. L’individuo, con la sua unicità chediventa intimità condivisa. Non celata –perché non stimola pudore – ma neancheostentata. Condivisa, appunto, ossia per-cepita e capita da quelli che sono sullastessa lunghezza d’onda. Un’individualitàche dunque mira a relazionarsi con gli al-tri, non a sopraffarli. E che non accetta di

essere sopraffatta. Né dagli altri né tan-tomeno dalle cose. Ecco il punto. La filo-sofia Volvo. Nel rapporto auto-automobilista, è l’indi-vidualità del secondo che deve prevalere.Una Volvo è costruita intorno al suo gui-datore. Ma non è l’unica, in questo. Tante,forse tutte sono costruite intorno al-l’uomo. Non è questo rapporto a fare ladifferenza, bensì la sua direzione, la suainterpretazione. L’auto può essere con-cepita come il prodotto della tecnologiae costruita per contenere l’uomo: è in-torno. Oppure può essere una Volvo: mo-dellata intorno all’uomo. Chi sta pen-sando all’ergonomia dia una regolata alsintonizzatore: parliamo di umanità inte-riore, non di lombi e posture. Accettareche il contenitore (la macchina) è in realtàun accessorio di colui che è contenuto(l’uomo). Il pensiero forte è quello del-l’automobilista, non del costruttore di au-tomobili. Ma se l’automobilista è un indi-viduo, e se gli individui sono molti, allorasono tante le individualità da ospitareconfortevolmente. Tante interpretazioni conducono a un’automeno invadente, meno ingombrante nelsenso che lascia spazio all’individuo, nonpretendendo di caratterizzarlo in modovincolante. È un’auto di lusso perché dàlusso, il lusso di interpretarsi liberamente,di non essere condizionato dall’identitàdel costruttore. Il lusso della libertà di es-sere, di pensarsi. Volvo, auto di lusso checapiscono le persone.

di Pier Luigi del Viscovo

FILOSOFIA VOLVO:IL CONTENUTO DEFINISCE IL CONTENITORE

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7CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

INTERVISTA

om’è nato Chocabeck? Eperché questo nickname?Quando ero piccolo e

chiedevo a mio padre cosa ci sa-rebbe stato da mangiare, spessomi diceva in dialetto emiliano cisono i ciocabec. Io non capivo, poi mia nonna Dia-mante mi spiegò che è un modoper dire che non c’è niente, comefa il becco (bec) che sbatte (cioca)a vuoto quando non c’è cibo. Iomi immaginavo una bella torta alcioccolato… e la sto ancora aspet-tando. Poi ho inglesizzato il tuttoper intitolare il mio album.

Bella la valigia sul palco dei con-certi… Ma è grande abbastanzaper contenere tutta la vita di unartista?Metaforicamente contiene tuttala mia vita, le mie origini, il mioandare in giro per il mondo. Cisono i miei ricordi, e ci sono leesperienze quotidiane in tutto ilmondo. Siamo in tour da un anno…e l’avventura continua.

Chitarra acustica? Pianoforte? Oaltro? Quale strumento o cosasuona Zucchero quando è a casa,per sé?Io suono tantissimi strumenti. Di-pende dal momento: in casa o lachitarra o il pianoforte.

“Libera l'amore o liberatene persempre”. Cosa sceglie Zucchero?Scelgo l’amore in tutte le sue forme.Soprattutto scelgo l’armonia persé stessi ma anche per la gente,per la mia famiglia, per tutti. Anchese so quanto è difficile trovarla.

“Non esiste un contadino senzacappello”. Tu sei un appassionatodi cappelli. Quanti ne possiedi?Ce n'è uno che ami in particolare?Mi sento contadino dentro, come

erano contadini i miei. Il cappelloper me vuol dire molto, non è unsemplice oggetto, mi rappresenta.Ne ho tantissimi, non li conto più,mi piacciono ancora tutti perchéognuno mi ricorda un periododella mia vita.

Hai detto: “La musica è come ilsesso: bisogna sperimentare sem-pre nuove posizioni”. Che posi-zione non hai ancora provato?Più che parlare di sesso, è ovvioche è un gioco di parole, dico chenella musica bisogna aver semprela voglia, la curiosità di sperimen-tare. E di voglia ne ho ancoratanta e ho ancora molto da fare,da dire, da costruire.

Musicalmente parlando, c'è unacosa che vuoi fare da tempo enon sei ancora riuscito a concre-tizzare?Un duetto con Aretha Franklin mamolto altro ancora.

Che rocker o bluesman è Zucche-ro? Eroe maledetto o attento pro-fessionista della musica? Non sono assolutamente un eroee tanto meno maledetto, se maitrasgressivo. Sono solo un musi-cista che ama ciò che fa.

Zucchero e i grandi artisti inter-nazionali: con chi ti sei sentitopiù “vicino”? E chi ti manca dipiù?Sicuramente mi manca tanto Pa-varotti. Quelli più vicini sono Sting,Bono, Clapton, Paul Young.

Bono ha tradotto “Someone else’stears”. Chi ha chiesto all’altro dicollaborare?È venuto spontaneo fargli ascoltarela musica, non c’era ancora il testo,quindi è errato dire che ha tradotto.Gli è piaciuta molto, e ha scritto il

suo testo con grande sensibilità.È un testo bellissimo. Poi dopoho scritto il mio in italiano, masono diversi.

Hai dichiarato: “Sono cresciutotra due mondi contrapposti: lasede del PCI e la chiesa dovesuonavo l'organo”. Sei Pepponeo Don Camillo? O i due opposti siconciliano?Appunto è giusto dire che si con-ciliano.

Ti piace viaggiare? E in auto? Mipiace molto viaggiare, come po-trebbe essere diversamente conil lavoro che faccio? Ma anchequando vado in vacanza con i miei,quando è possibile si parte! Sicu-ramente preferisco l’auto, è moltopiù rilassante, è un viaggio vero eproprio, fisico e mentale. Si vedonopaesaggi, colori, gente… E soprat-tutto adoro ascoltare musica quan-do viaggio. Il Chocabeck tour èstato lungo, con spostamenti dicentinaia di chilometri da una dataall’altra e i trasferimenti non misono pesati, proprio perchè viag-giando in auto si era indipendenti.Nessun check-in, niente metal de-tector o code per controlli comeavviene negli aeroporti…

E ti capita di comporre canzoni?Più che comporre in auto, diciamoche trovo ispirazione, lasciandomicontaminare da ciò che vedo. Du-rante la scrittura di un album amogirovagare ore e ore per le mon-tagne, le colline, per “la bassa”.

E spesso le immagini che vedo equello che assimilo sono un grandespunto per me.

Da un po' di tempo guidi Volvo.Sicuramente avevi un'idea di Vol-vo anche prima. Cosa hai scopertodi Volvo che non sapevi? Cosa tipiace di più della tua XC60?L'estetica o la qualità tecnologicache esprime? E il City Safety? Tiha mai salvato da un possibiletamponamento, magari mentreeri distratto da un nuovo riff cheavevi in mente?Durante il Chocabeck tour abbiamoviaggiato con una macchina con-fortevole, un modello comodo, spa-zioso e ovviamente sicuro. Quandosi affrontano lunghe distanze, digiorno, di notte, è importante l’af-fidabilità del mezzo. E di chilometrine abbiamo fatti… eppure è statauna passeggiata anche quando letrasferte comportavano un viaggiodi 7-8 ore: mi siedo o mi sdraio,ascolto musica, mi rilasso e guardoi paesaggi. Ci sono trasferte cheregalano delle immagini fantastiche,soprattutto nel Nord Europa. Ab-biamo fatto anche parecchie tra-sferte di notte, dopo i concerti.Abbiamo viaggiato in estate contemperature tropicali, in invernocon pioggia, ghiaccio e nebbia.Ma, come ho sempre detto, prefe-risco di gran lunga la macchina al-l’aereo. È più rilassante, più co-moda. Il mio tour sta continuando.Ora siamo in Russia e attraverse-remo per due settimane i Paesibalcani in macchina!

di Roberto Lonardi

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HO SCOPERTO IL MONDOAL VOLANTE

Zucchero con la sua Volvo XC60

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8 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

GAMMA PRODOTTI

n’automobile progettata per es-sere cucita intorno a te. È la Volvo

V40, la nuova 5 porte compatta che rap-presenta per la casa di Goteborg il mani-festo di una nuova visione aziendale rac-chiusa nella frase “Designed Around you”.Strategia, motto o tagline, si tratta in ognicaso di un’affermazione impegnativa.Tante automobili ci provano, promettonofacendo sfoggio di tecnologia, dotazionie quant’altro, ma poi perdono di vista pro-prio te. Tu che la guidi, tu che ci viaggi etu che da pedone pretendi gli stessi livellidi sicurezza. Per Volvo è un concetto scon-tato, che risale alla filosofia dei suoi fon-datori e da sempre è applicata ai propriprodotti, ma che con la V40 guarda oltreracchiudendo in 4,36 metri tutto il megliodella ricerca Volvo associato a livelli distile, tecnologia e raffinatezza che le con-sentono di posizionarsi al vertice del sem-pre più combattuto ed importante seg-mento delle hatchback compatte di fasciapremium. Lo stile è tipicamente Volvo, ulteriormenteevoluto, ma sa anche citare il passato. Ac-canto al frontale affilato, all’andamentoa cuneo della finestratura e ai fari poste-riori verticali, troviamo infatti la coda alta,avvolta dal lunotto, e un rigonfiamentosulla spalla in corrispondenza della ruotaposteriore che ricorda l’indimenticataP1800 ES. Un insieme forte e dinamico,impreziosito dai Led utilizzati per le lucidiurne anteriori, quelle di posizione, maanche per le luci di stop (compresa quellacentrale), gli indicatori di direzione inte-grati nei gusci dei retrovisori e per l’illu-minazione della targa. Evoluzione anche all’interno dell’abitacolodove i sedili anteriori come sempre sonodotati del sistema WHIPS contro il colpodi frusta e sono più scolpiti che in pas-sato, mentre il divano posteriore al centrocustodisce un pratico porta bicchieri a

scomparsa. Il vano di carico ha una capa-cità di 335 litri ed è adattabile in ognimodo attraverso un doppio fondo rego-labile e sistemi di ripartizione che preve-dono paratie, reti, ganci e rotaie. Nonmancano il vano refrigerato, quello sottoil bracciolo regolabile, il portaocchiali elo spazio portaoggetti dietro la consolecentrale sospesa, un altro marchio di fab-brica delle Volvo da qualche anno a que-sta parte, e che può essere rivestito in 4modi diversi tra cui l’eccentrico CentreCourt, adornato di una fascia rossa dichiara ispirazione tennistica. Immancabileanche il pratico raschietto per il ghiacciocustodito in un apposito vano situato sulpannello della portiera del guidatore.

Ma è proprio quando ti siedi di fronte alvolante che emergono le novità maggiori,a cominciare dal sistema infotelematicoVolvo Sensus che sfrutta la tecnologiaTFT, per adattare configurazioni e coloridella strumentazione, e lo schermo da 5o 7 pollici al centro della plancia. Con quest’ultimo, oltre a istruire il navi-gatore attraverso la voce, puoi sceglierecome impostare numerose funzioni se-condo i tuoi desideri mentre di fronte agliocchi tre sono i temi accompagnati da ➔

di Nicola Desiderio

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V40 LA COMPATTA VOLVO

La nuova hatchback svedeseè la prima Volvo sviluppatasecondo la filosofia“Designed around you” ed è la prima auto al mondoad essere dotata dell’airbagper i pedoni oltre che del City Safety che evitatamponamenti fino a 50km/h. È pensata per essereelegante, raffinata, masoprattutto per pensare.

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COSTRUITA INTORNO A TE

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10 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

GAMMA PRODOTTI

altrettante colorazioni: Elegance, quandoguidi normalmente e gli strumenti si colo-rano d’ambra; Eco se scegli di adottareuno stile “verde” ed infine Performanceche, accanto all’illuminazione rossa, scam-bia la posizione di tachimetro e contagirie mette a disposizione un indicatore dellapotenza utilizzata. Il tutto con una sobrietàmeno minimalista di quella tradizionaleVolvo che tuttavia si esprime con un’er-gonomia impeccabile e un’attenzione aidettagli altrove assente. Ad esempio, lepelli sono prive di cromo e, così come itessuti in tre tonalità sono certificati dal-l'Organizzazione Svedese contro l'Asmae le Allergie, mentre le linee essenziali e imateriali ispirano solidità, come il metallosatinato, e sono impreziositi da particolarieleganti come lo specchietto retrovisoreinterno privo di cornice e il pomello delcambio trasparente illuminato all’internoda un Led. La Volvo che accompagna iltuo stile di guida ha i Led per illuminazionedell’abitacolo regolabile in 7 diverse tonalitàispirate alla cromoterapia, ma con i colorisa anche accompagnare la temperatura el’atmosfera del viaggio passando dal blual rosso quando si riscalda e, quando èparcheggiata, comunica con te anche at-traverso lo smartphone. Volvo Sensusinfatti ti consente di localizzare l’auto,aprire e chiudere le portiere a distanza,avviare il riscaldamento, fare il check-up,controllare i dati che leggeresti sul cruscotto

e persino richiamare sullo schermo deltelefonino il diario di bordo con i dati degliultimi 40 giorni. Una funzione utilissimanelle flotte, sia per l’utilizzatore sia per ilfleet manager. E se qualcuno tenta dirubarti la tua V40, lei ti avverte ovunquetu sia. Quando invece la vivi, a coccolartici pensa il climatizzatore automatico bizonaa controllo elettronico e uno tra i 5 sistemiaudio disponibili tra cui il Premium Sound

Multimedia dotato di amplificatore diclasse D da 5x130 Watt, 10 altoparlanti,Dolby Pro Logic II Surround, sistema diauto equalizzazione MultiEQ della Audysseye ogni forma di connettività con fonti ester-ne (USB, iPod, Bluetooth) e formato (mp3,wma ma anche divX). Piacere d’ascolto,ma anche il massimo della sicurezza edella serenità con contenuti di sicurezzadi livello assoluto.

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GAMMA PRODOTTI

Oltre a proteggere te e chi ti sta accantocon una scocca in acciai ad altissima resi-stenza, cinture pretensionate e airbag an-che per le ginocchia del guidatore, la V40è la prima auto al mondo ad avere un air-bag che, in caso di urto con un pedone,solleva il cofano e fuoriesce alla base edei montanti per proteggerne la testa. Un'altra innovazione di Volvo a favore deipedoni dopo il Pedestrian Detection, in-trodotto per la prima volta sulla XC60, cheriesce ad evitare l’investimento entro i 35km/h e a limitarne i danni a velocità su-periori. Migliorato anche il sistema CitySafety – altra prima Volvo che lo ha appli-cato per la prima volta sulla XC60 – cheora frena automaticamente la vettura finoa 50 km/h (prima era a 30 km/h) evitandocosì quei tamponamenti che, nel miglioredei casi, si trasformano in conti salati dalcarrozziere e aumenti dei premi assicura-tivi. La V40 sa frenare automaticamenteanche a velocità superiori se c’è il rischiodi tamponamento e con l’Active CruiseControl, se dotata di cambio automatico,in colonna si arresta e riparte automati-camente riaccelerando fino alla velocità

impostata. La svedese legge per te i se-gnali stradali, tiene sotto controllo l’an-golo cieco degli specchietti fino a 70 me-tri, commuta automaticamente gliabbaglianti, si accorge quando sei stancoe ti avverte con una vibrazione sul volantese stai superando inavvertitamente le li-nee di demarcazione della carreggiataagendo persino sullo sterzo. Lo sterzo, fatutto solo anche quando si tratta di par-cheggiare in città, con l’ausilio dei sensorie della telecamera posteriore, e un piùc’è il Cross Traffic Alert, che ti avverte al-l’uscita degli spazi a pettine se dai latistanno arrivano mezzi o persone entro 30metri. La V40 è un passo avanti tangibileverso l’auto capace di azzerare morti eferiti sulle strade cominciando dall’evitarele situazioni di pericolo. Tanta sicurezza,ma anche efficienza e dinamismo. I motoridella V40 sono tutti turbo e dotati distop&start e recupero dell’energia in ri-lascio. Al vertice delle unità a benzina c’èil 5 cilindri 2.5 da 254 CV con cambio au-tomatico a 6 rapporti della T5 che imprimeun’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,7secondi, seguono il 2 litri di uguale fra-

zionamento da 213 CV e 180 CV e il 4 ci-lindri 1.6 a iniezione diretta da 180 CV perla T4 (anche con cambio Powershift a dop-pia frizione) e da 150 CV per la T3. Tra iDiesel la scelta è tra il 5 cilindri 2 litri da177 CV della D4 o 150 CV della D3 (en-trambi anche con cambio automatico) eil 4 cilindri 1.6 da 115 CV (anche con Po-wershift) della versione DRIVe che con-suma solo 3,6 litri/100 km e ha emissionidi CO2 di soli 94 g/km. Evoluto anche ilresto dell’autotelaio. Due gli assetti: Dy-namic e Sport, più basso di 10 mm conmolle e ammortizzatori più duri. Puoi re-golare la risposta dello sterzo – per laprima volta a servoassistenza elettromec-canica su una Volvo – in ogni momentosu Low, Medium o High variando legge-rezza e sensibilità. L’Advanced StabiltyControl è ora dotato di uno speciale sen-sore di rollio, tiene conto eventualmentedella presenza di un traino ed ha la spe-ciale funzione Corner Traction Control cheesalta motricità e direzionalità. Ecco laVolvo V40 che, dopo qualche curva, escevelocemente ed è pronta a riaccelerare.Proteggendoti e divertendoti.

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12 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

SICUREZZA E AMBIENTE

utto entro il 2020. È questo l’oriz-zonte temporale fissato da Volvo

per diventare il brand premium più desi-derato e orientato al futuro, consolidandola leadership in campo ambientale e dellasicurezza con 800mila auto prodotte, ca-paci su strada di azzerare gli incidentigravi o mortali e con emissioni di CO2 nonsuperiori a 95 g/km.

Obiettivi qualitativi e quantitativi che ri-guardano innanzitutto i prodotti per iquali saranno investiti 10 miliardi di dollarinei prossimi anni e che saranno concepitisulla base della filosofia “Designedaround you” offrendo qualcosa in più ri-spetto alla tradizionale razionalità sve-dese, qualcosa che arrivi al cuore senzafalse commistioni tra marketing e anato-mia, astrazioni che troppo spesso dimen-ticano i veri desideri di chi sceglie e guidaautomobili, di chi è come te. Più dei sentimenti, conteranno le convin-zioni e le strategie che prendono le sigledi SPA e VEA. SPA sta per Scalable Producte Architecture: una sola piattaforma pervetture di più dimensioni e segmenti, chepossono essere prodotte sulle stesse li-nee e condividono il 90% dei componenti,a tutto vantaggio dei costi e della qualità.Approccio simile per VEA – Volvo Environ-ment Architecture – la cui idea fondamen-

tale è avere solo motori 4 cilindri le cuiprestazioni possono essere adattate emodificate adottando altre tecnologie eintegrate attraverso la parte elettrica conl’obiettivo di avere prestazioni superioria quelle offerte oggi dai 6 cilindri, ma conconsumi inferiori a quelli di un 4 cilindri.Il primo modello a beneficiare di SPA eVEA sarà la prossima XC90 prevista nel2014, ma già da oggi Volvo può vantarsidi essere il marchio premium ad aver ab-battuto più di tutti la CO2 con un pro-gresso in Europa del 9% solo nel 2011 fis-sando il valore medio a 157 g/km.

Merito della gamma DRIVe e di 7 modelliche già oggi hanno emissioni di CO2 infe-riori a 120 g/km – di questi 3 scendonosotto i 100 g/km –, delle versioni alimen-tate con biocarburante E85 e dell’ado-zione di motori più piccoli e moderni, do-tati di turbo, iniezione diretta, stop&start,recupero dell’energia e cambio a doppiafrizione che da solo taglia i consumidell’8% rispetto a un automatico tradizio-

nale. Volvo sta inoltre sviluppando un piùefficiente cambio automatico a 8 rapportie il recupero di energia meccanica attra-verso volano in aggiunta a un’aggressivastrategia di elettrificazione per la qualeGoteborg ha trovato la collaborazione diun partner come Siemens.

di Nicola Desiderio

T

OBIETTIVO 2020

Il marchio di Goteborg vuole diventare il più desiderato tra ipremium entro la fine di questo decennio e produrre 800milaauto. Sicurezza, rispetto per l’ambiente anche attraverso unintenso programma di elettrificazione e un’attenzione sempremaggiore per il cliente. Non uno qualsiasi: te.

VOLVO FISSA L’ORIZZONTE

La presa di ricarica

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13CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

SICUREZZA E AMBIENTE

Il futuro molto prossimo si chiama inveceV60 D6 Plug-in Hybrid, ovvero la primaauto Diesel ibrida plug-in al mondo chesarà messa in commercio nella secondametà del 2012. La prima tranche di pro-duzione è di mille esemplari, con l’obiet-tivo di salire a 4-6mila unità entro dueanni, l’80% delle quali assorbite da flotte.La V60 D6 Plug-in Hybrid è dotata di un 5cilindri a gasolio 2,4 litri biturbo da 215CV e 440 Nm di coppia collegato alle ruoteanteriori attraverso un cambio automaticoa 6 rapporti mentre per le ruote posterioric’è un motore elettrico da 70 CV e 200Nm, alimentato da una batteria agli ionidi litio da 11,2 kWh di capacità ricaricabilein un tempo compreso tra 3 e 7,5 ore.

Con lo smartphone puoi controllare a di-stanza il processo di ricarica e impostarela giusta temperatura per il momentodella partenza. Tre le modalità di guidaselezionabili. Con la “Pure”, la V60 marciaa emissioni zero per 50 km, con “Hybrid”i due motori collaborano in modo ottimaleper i consumi mentre con “Power” i 285CV in totale si scatenano imprimendo allastation wagon svedese un’accelerazioneda 0 a 100 km/h in 6,9 secondi. Se invecedesideri avere la sicurezza della trazioneintegrale senza le massime prestazioni,basta premere il tasto AWD. Strabilianti i

consumi di 1,9 litri/100 km e le emissionidi 49 g/km di CO2. Prodigi della tecnolo-gia plug-in che Volvo prevede di applicareanche ai motori a benzina come dimostrail concept su base XC60 presentato alloscorso Salone di Detroit i cui 350 CV sonofrutto della cooperazione di un 4 cilindri2 litri turbo da 280 CV e un elettrico da

70 CV. Tutto questo naturalmente senzaalcun compromesso sulla sicurezza, ap-plicando gli stessi dispositivi che rendonola gamma V60 un riferimento (Collision War-ning con sistema di frenata d’emergenza,City Safety, Pedestrian Detection…) e i me-desimi standard utilizzati per le auto do-tate di motore tradizionale. ➔

Stessa plancia e stessa ergonomia delle altre V60 per la plancia della D6 Plug-in Hybrid

La versione D6 si riconosce per lo sportellino laterale e la tinta perlata Christal White

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SICUREZZA E AMBIENTE

Un’attenzione dimostrata al Salone di De-troit nel 2011 quando Volvo ha mostratouna C30 elettrica – anche lei attesa sulmercato entro il 2012 e tutt’ora in fase disperimentazione con 250 esemplari – uscitada un crash test frontale a 64 km/h senzaalcun problema. Risultati ottenuti ancora una volta pressoil centro di ricerche sulla sicurezza di Tor-slanda e che si aggiungono alle altre inno-vazioni in tema di sicurezza targate Volvocome il concetto di scocca come gabbia diprotezione, la cintura di sicurezza a 3 punti,i seggiolini per bambini, il SIPS, gli airbaga tendina, il sistema contro il ribaltamentofino ai più recenti BLIS, City Safety, Pede-strian Detection e all’airbag pedone della

nuova V40 con la quale Volvo punta aprendere il massimo punteggio nei testper la protezione dei pedoni. Sicurezzache comprende ovviamente le capacitàprotettive dell’auto, ma guardano soprat-tutto al guidatore (responsabile degli inci-denti nel 90% dei casi) e a quello che locirconda secondo un concetto olistico. Lodimostra anche il progetto SARTRE (SAfeRoad TRains for the Environment) finanziatodalla Unione Europea nel quale Volvo èl’unico costruttore coinvolto e che, dopodue anni e mezzo di studi, è nella fasefinale per la realizzazione del cosiddetto“platooning” ovvero convogli formati daautomobili alla cui testa c’è un mezzo gui-dato da un pilota professionista. Grazie

all’elettronica, le auto del trenino manten-gono la distanza di sicurezza frenando,accelerando e sterzando automaticamente.In questo modo tu che sei alla guida sei li-berato completamente dallo stress e daipericoli della guida, il traffico diventa piùfluido, consumi ed emissioni scendono del20%. Un sogno che si pensa possa diventarerealtà entro 10 anni e che mette insiemesicurezza e ambiente, due dei pilastri diquella strategia che guarda al 2020 e pre-vede per allora 800mila Volvo all’anno. Uncammino lungo, ma iniziato con i miglioriauspici visto che nel 2011 le unità prodottesono state 449.255 ovvero il 20,3% in piùrispetto al 2010. Un cammino che diventail tuo viaggio a bordo di una Volvo.

I cerchi in lega aerodinamici Diversa la strumentazione con gli indicatori per la marcia in elettrico

La ricarica della batteria al litio dura da 3 a 7,5 ore. L'autonomia in elettrico è di 50 km

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15CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

VOLVO SOCIAL NETWORK

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16 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

INTERVISTA

a tua prima parte l’hairecitata a soli 14 anni.

Come hai vissuto l’ingressonel mondo del cinema? Qualisogni animavano la tua vita?E quali l’animano tutt’ora?Da piccola sognavo di fare laballerina classica. A 14 anniperò fui estromessa dall’ac-cademia perché ero troppoalta… al cinema sono poi arri-vata casualmente. Oggi nonho più sogni particolari: sonoconsapevole di essere statafortunata, di avere avuto unabellissima carriera professio-nale e ho una piena consape-volezza del periodo che vivia-mo, delle difficoltà che carat-terizzano il periodo attuale,non solo il mio settore.

Sei stata davanti alle teleca-mere per interpretare dei ruolidensi di femminilità; e seistata davanti alle telecamereper raccontare la femminilità:quale credi sia l’opportunitàmigliore che i mezzi di comu-nicazione hanno per raccon-tare e per dare spazio allafemminilità?Tutto ciò che è creativo è ido-neo a raccontare la femminilità:direi l’arte in generale. La scrittura, la musica, la pit-tura, la fotografia, il cinemastesso… sono tutti strumentiattraverso i quali la femminilitàpuò svelarsi.

Ti ricordi di più le grandi vit-torie o le brutte cadute?Non guardo al passato in modoossessivo, tendo a vivere il

presente e progettare il futuro.Ma quando mi guardo indietro,credo di ricordare maggior-mente i passi falsi piuttostoche le vittorie.

Ci sono viaggi che hanno la-sciato un segno nella tua vita?Da piccola la Camargue, unaregione nel sud della Francia.Natura incontaminata, selvag-gia… ricordo passeggiate a ca-vallo senza sella, vivere la na-tura in modo libero e sano.Da adulta la Sardegna: neglianni 70’, prima che divenissemeta di presunti vacanzierivip, era meravigliosa.

Che rapporto hai con i nuovimezzi di comunicazione, i so-cial media? Cosa ti piace diinternet? E cosa non ti piace?Sono spazi e opportunità perraccontare e raccontarsi?Non amo molto i “social-net-works”, le chat e tutto ciò chepermette un alone di ambiguitànell’ambito dei rapporti inter-personali, dove non si ha unapiena percezione del propriointerlocutore. Trovo invece cheinternet sia utilissimo per in-formarsi, scoprire una mostra,organizzare un viaggio, con-sultare un mappa. La sua utilitàè innegabile.

Oggi guidi una Volvo e ne haiguidate altre in precedenza.Cosa ti affascina di questomarchio?La sicurezza innanzitutto. Maanche il giusto equilibrio tral’eleganza e la sobrietà del

suo design. Un mix perfetto.

Adesso che Volvo stai gui-dando? Cos’hai scoperto dellatua auto che non sapevi?Una C30 Black Design. Nonessendo una persona moltotecnologica, ogni giorno scoprouna novità. E’ sufficiente pre-mere un pulsante e mi accordodi qualcosa di nuovo che inprecedenza non avevo utiliz-zato… lo trovo divertente.

Quale caratteristica tecnolo-gica ti ha colpito di più diVolvo?Nel caso della C30 che guidooggi, l’elasticità del motore.Pur non essendo una cilindrataalta, mi consente di guidarecon assoluta serenità, ma an-che di avere una risposta ade-guata quando devo affrontareun sorpasso o le dinamiche diguida richiedono una rispostapronta del motore.

In un’auto come la Volvo C30che guidi, per te è più impor-tante l’aspetto estetico, dun-

que il design, o il cuore inter-no, cioè la tecnologia?Da giovane avrei risposto si-curamente il design. Oggi nonmi basta più: accanto all’aspet-to estetico, sono molto attentaalla sicurezza. Con una Volvoho entrambe le cose.

Cosa pensi della tecnologiaelettronica all’auto per l’usodi tutti i giorni?Può essere fantastica… ma an-che complicata da gestire. Ri-peto: sono poco tecnologicae non sempre conosco tuttele funzioni della mia auto. Ser-ve un po’ di tempo per impa-rare ad usarle in base alle sin-gole esigenze.

Che musica ascolti quandoviaggi sulla tua Volvo?Musica classica e new age.

Qual è il viaggio che vorrestifare in auto con la tua C30?Mi piacerebbe andare in AltaProvenza, in Francia, a vederela fioritura della lavanda… inauto sarebbe bellissimo.

di Roberto Lonardi

VOLVO C30?OGNI GIORNO UNA NUOVASCOPERTA

L

Catherine Spaak possiede una Volvo C30 Black Design

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17CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

QUALITÀ VOLVO

a qualità si vede, si sente, si tocca.E la qualità si misura e ha anche

un nome: J.D. Power, l’istituto che da anniè il punto di riferimento per la valutazionedi tutto quello che vuol dire qualità nel-l’automobile, da quella che emerge daisistemi utilizzati in fabbrica e dai prodottifino ad arrivare a quella percepita daiclienti, anche nei suoi aspetti più impal-pabili e che – proprio per questo – sono ipiù difficili da costruire. Sono i più impor-tanti per un marchio premium, sono quelliche fanno la differenza. Perché dunque stupirsi se la società divalutazione americana, dopo aver con-dotto uno studio sul mercato italiano incollaborazione con il mensile Quattro-ruote su un campione significativo di au-tomobilisti con almeno due anni di pos-sesso, ha rilevato che Volvo offre le autocon maggiore appeal tra quelle in listinodi 30 marchi, compresi quelli più presti-giosi, quelli con i quali Volvo vuole con-frontarsi. L’appeal è solo uno degli aspettidella soddisfazione dei clienti, ovverodella corrispondenza tra le sue aspetta-tive e l’effettiva esperienza, ma è fonda-mentale perché misura quanto un mar-chio riesce ad essere attraente attraversoi propri prodotti e perché sotto la voce“appeal” sono compresi aspetti fonda-

mentali come la dinamica, l’abitabilità, lavisibilità, la sicurezza, la comodità dei se-dili, l’efficienza della climatizzazione e laqualità dell’impianto audio e dei sistemitelematici. Insomma, quanto di più quali-ficante e percepibile da chi guida e utilizzauna vettura e che è diretta conseguenzadella qualità costruttiva dei prodotti, dellaloro tecnologia e delle attenzioni con cuianche ogni dettaglio, anche nel servizio,si trasforma in un’esperienza positiva. Ancora una volta sono i particolari chefanno la differenza. Non si conquistano805 voti su 1.000 per caso né il massimopunteggio su molti dei parametri consi-derati sopravanzando prodotti che go-dono della migliore reputazione, e non èun caso che Volvo abbia conquistato an-che il terzo posto nella graduatoria “Qua-lità e Affidabilità”. Lo studio confermaquanto già rilevato da J.D. Power in Ger-mania con un’inchiesta analoga: Volvo èil primo marchio per soddisfazione delcliente battendo i padroni di casa e i co-

struttori giapponesi, da anni leader indi-scussi di questa speciale classifica cheha visto nel 2011 la Volvo V50 aggiudicarsiil secondo posto di categoria e il terzo inassoluto mentre la V70 si è presa il bronzonella classe Executive. Un risultato cheha un significato piuttosto chiaro. Le inchieste condotte dall’istituto ameri-cano mostrano infatti una diretta correla-zione tra la soddisfazione del cliente e lafedeltà, la migliore premessa per metteresolide basi per il futuro per andare allaconquista di nuovi clienti e raggiungerel’ambizioso obiettivo di 800mila auto ven-dute nel 2020, ma soprattutto la confermache progettare auto che mettono al centrole persone è un’abitudine in Volvo che sitrasforma in tante qualità che sanno arri-vare alla ragione ed al cuore, tutte perce-pite e apprezzate da numero crescente diclienti sempre più soddisfatti e che, gui-dando e possedendo una Volvo, sentonol’emozione di sentirsi considerati in modoparticolare.

di Nicola Desiderio

L

L’AUTO DALLE MOLTE QUALITÀVISIBILI E INVISIBILI

Volvo mira a diventare il marchio premium più desideratoattraverso le doti tradizionali delle proprie vetture, ma nonsolo, e comincia a farlo già da ora. Lo dimostrano i premiricevuti da J.D.Power per la customer satisfaction in Germaniae quale brand con il maggior appeal in Italia.

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19CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

FILOSOFIA VOLVO

facile affermare che un’auto è co-struita intorno all’uomo. Il difficile

arriva dopo, quando l’individuo sale abordo e pretende di sentirsi ancora al cen-tro. I clienti Volvo lo sanno. Sono loro chevogliono “dare le carte”. Non ci stanno asubire la personalità forte e vincolantedell’auto. “Un’auto disegnata intorno a te” è un im-pegno preciso, che implica un’attenzionecostante alla persona, lungo tutte le fasidi concepimento e pro-gettazione dell’auto.Non bastano degli ac-cessori comfort-oriented. L’auto deve es-sere sviluppata vivendo insieme al cliente,rendendo tangibile e ingombrante la suapresenza, o meglio la presenza delle sueidee e del suo modo di vivere l’auto, den-tro e fuori. Sarà per questo che le Volvosono risultate le auto con il più elevatoappeal per gli automobilisti italiani (studioJ.D. Power – Quattroruote, 2011). Perchéle esigenze e le aspettative dei clientisono complesse e articolate, special-mente quando si tratta di auto di lusso.

“Auto di lusso che capiscono le persone”significa proprio questo: mettere il clienteal centro, non dentro l’auto. Metterlo alcentro del progetto, per declinare l’autoin base alle sue aspettative. Certamente, non tutti i modelli sonouguali. Ognuno ha i suoi attributi – diversie mutevoli nel tempo. I modelli disegnatiintorno a personalità più singolari, quellidi classe C, sono indubbiamente diversida quelli di classe S, che inseguono ed

esprimono l’eleganza, eventualmente as-sociata alla funzionalità (la declinazioneV). Poi ci sono gli attributi più di tendenza,come è giusto che sia per la clientela mo-derna e affluente, che vuole mostrarsiforte sì, ma anche raffinata, educata ecolta: su di loro sono costruite le VolvoXC. Ma questi attributi, dicevamo, sonomutevoli nel tempo. Non tanto nel lorotempo, bensì nel nostro tempo. C’è iltempo delle macchine: tra vent’anni lestesse auto saranno diverse da se stesse.

E c’è il tempo nostro. Oggi siamo diversia secondo del tempo della nostra vita: in-terpretiamo questi attributi diversamente.Viviamo in modo spensierato, entusiastae dunque divertente, tanto da preferireuna Volvo così, una 40. Oppure ci vediamo impegnati, responsa-bili, attivi e dinamici: come una Volvo 60.Ma quando abbiamo conosciuto tanto delmondo e della vita, ci siamo sforzati di ca-pire per essere capiti, ci sentiamo in grado

di gestire le comples-sità, siamo sofisticaticome una Volvo 90.

Tanti modelli, tante versioni, tanti attri-buti, una sola filosofia: offrire il lusso piùevoluto, quello che si muove e si modellacon noi. Mai uguale perché vivo, in conti-nua evoluzione.È il lusso progressivo e perciò più desi-derato. Non ci viene dal passato, non èstato già usato e consumato da altri. Ènostro, creato per noi, proprio perché na-sce con noi, su quello che siamo. La vita è un posto dove non siamo maistati. Meglio andarci con una Volvo.

di Pier Luigi del Viscovo

È

VOLVO, O DEL LUSSO

Il vero lusso: stare al centro senza essere messi in mezzo.

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20 CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2012

INTERVISTA

esperienza di un fleet manager cosapuò insegnare al cliente privato?

I contenuti innovativi delle vetture spessonon sono subito compresi, specie in terminidi tecnologia, ma anche di sicurezza. Unbuon fleet manager può indirizzare uncliente privato nel porre più attenzione aquesti valori, indispensabili per garantireun buon acquisto.

Quali sono i fattori decisivi per l’acquistodi una flotta aziendale? TCO, Savings e “appetibilità” da parte deidriver sono i termini più dibattuti all’internodell’azienda, specie quando si prendonodecisioni in merito alla flotta aziendale. Non meno importante però è l’aspettodella salvaguardia ambientale, quindi èindispensabile porre molta attenzione alleemissioni di CO2.

Quanto incide il Marchio (valori) e quantoincide il modello (trend del momento)?Il mercato è ricco di novità in termini di pro-dotto ed è anche condizionato dalla que-stione fiscale, quindi per qualsiasi decisionebisogna considerare che le scelte di oggiavranno certamente un impatto economicoe gestionale per i prossimi 3-4 anni.

Decidere una car policy e quindi sceglieredelle vetture per conto di altri è un’espe-rienza d’acquisto fondamentalmente di-versa dalla decisione d’acquisto fatta perse stessi?I criteri sono certamente diversi. L’acquistodi una vettura di flotta è condizionata dallaconsapevolezza di operare da prima dellascelta (bel rapporto con i brand) alla ge-stione di tutto il periodo in cui la vetturarimane su strada (per i servizi che la ri-guardano, specie dove si generano i costinon previsti).

Quali sono i modelli di Volvo che meglio

soddisfano le esigenze di un fleet ma-nager?Molto dipende dalle direttive aziendali. Imodelli privilegiati per la flotta in generaledovrebbero certamente essere quelli a piùbasso consumo e con minor emissioni diCO2, quindi i prodotti DRIVe, Plug-in Hibrido la C30 Electric a emissioni zero. Tutto ciòa patto di trovare anche un buon accordoin termini di valori residui con le Società diNoleggio in caso di leasing.

Quali sono i valori di Volvo che megliosoddisfano le esigenze di un fleet ma-nager?Ritengo la sicurezza e lo studio di semprenuove tecnologie, entrambi garanti di unabuona mobilità. Non meno importante èl’attenzione verso i propri clienti, qualitànon sempre riconosciute, nonostante itempi di crisi come questo. Uno dei loroslogan è Ecologia, Economia, Efficienza. Ritengo sia un buon punto di partenza.

C’è spazio per le emozioni nelle decisionidi un fleet manager? Piacere di guida,sensazione di lusso, comfort, design pos-sono determinare le scelte delle vetture?Certamente, ma purtroppo sono valorisempre più subordinati a quelli relativi aTCO e Savings, almeno sulle flotte.

Caratteristiche dell’auto, caratteristichedel servizio: se la decisione per la flottaaziendale dovesse dipendere da uno solodei fattori, quale sarebbe preponderante?Non possono essere discussi. Entrambe svi-luppano il compromesso utile per la scelta.

Le tematiche ambientali trovano spazionelle decisioni di un fleet manager? Cisono o ci dovrebbero essere incentivi ovantaggi per scelte che tengono contodel rispetto dell’ambiente?Così come avviene ormai da tempo in moltialtri Paesi, è necessario che la legislazioneitaliana sostenga in modo concreto lo svi-luppo e la diffusione dei veicoli elettrici oa basso impatto ambientale, anche comedimostrazione di buon senso civico e at-tenzione verso l’ambiente. Diverse sonole associazioni e i consumatori che lostanno reclamando.

Le tecnologie di sicurezza attiva che aiu-tano ad evitare le collisioni sono elementiche contribuiscono a scegliere una flottaaziendale?È importante considerare i dispositivi disicurezza come fattori importanti per unaflotta aziendale, normalmente compostada professionisti che percorrono molti chi-lometri.

di Roberto Lonardi

L’

SCELGO CONSUMI CONTENUTI E RISPETTO PER L’AMBIENTE

Gilda Sanfelici, operations manager di HPI Fleet&Mobility Italia

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