CAREER DECISION MAKING

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PSICOLOGIA DELLE SCELTE mod. 2 - le scelte di carriera Paola Magnano [email protected] LEZ. 3 è un processo difficile e complesso per una serie di ragioni (Gati & Tal, 2008) : le informazioni sono numerose la qualità delle informazioni è spesso discutibile le preferenze delle persone e le possibili alternative professionali si caratterizzano per una certa dose di incertezza CAREER DECISION MAKING

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PSICOLOGIA DELLE SCELTE mod. 2 - le scelte di carriera

Paola Magnano

[email protected]

LEZ. 3

è un processo difficile e complesso per una serie di ragioni (Gati & Tal, 2008):

le informazioni sono numerose la qualità delle informazioni è spesso discutibile le preferenze delle persone e le possibil i alternative professionali si caratterizzano per una certa dose di incertezza

C A R E E R D E C I S I O N M A K I N G

C A R E E R D E C I S I O N M A K I N G

inoltre… vi possono essere fattori emotivi e di personalità che ostacolano il decision-making (Saka, Gati & Kelly, 2008)

bisogna saper gestire le barriere sociali, reali o percepite (Cejka & Eagly, 1999) bisogna essere capaci di tener conto delle conseguenze psicologiche e finanziarie delle proprie decisioni

I N D E C I S I O N E S C O L A S T I C O-P R O F E S S I O N A L E

indecisione si riferisce ad uno stato transitorio, che le persone devono attraversare per compiere una scelta ogni decisione comporta una difficoltà legata allo sforzo cognitivo di individuare le alternative possibili, esaminarle e selezionare la più vantaggiosa

Osipow, 1999

I N D E C I S I O N E S C O L A S T I C O-P R O F E S S I O N A L E

assenza di decisionalità si riferisce ad una caratterist ica individuale che si manifesta nelle situazioni decisionali di fronte ad una situazione decisionale queste persone entrano in una situazione di impasse al punto che non riescono ad implementare il comportamento appropriato nei tempi necessari

Osipow, 1999

I C O R R E L A T I D E L L ’ I N D E C I S I O N E P R O F E S S I O N A L E (Brown & Rector, 2010)

I fattore - Indecisione cronica o permanente elevat i livelli di ansia, depressione, propensione al nevroticismo bassi livelli di autostima, di resistenza psicologica e di fiducia nelle proprie capacità di problem solving

tendenza al pessimismo e coping centrato sull’evitamento o sulla richiesta di supporto locus of control esterno

I C O R R E L A T I D E L L ’ I N D E C I S I O N E P R O F E S S I O N A L E

II fattore - Mancanza di informazione

III fattore - Barriere e conflitti

(Brown & Rector, 2010)

I C O R R E L A T I D E L L ’ I N D E C I S I O N E P R O F E S S I O N A L E

IV fattore - Scarsa Identità (mancanza di prontezza nelle decisioni scolastico-professionali)

mancanza di chiarezza su se stessi scarsa fiducia nelle proprie capacità di decision-making professionale mancanza di obiettivi professionali mancanza di motivazione a compiere una scelta professionale scarsi livelli di coscienziosità

(Brown & Rector, 2010)

T A S S O N O M I A D E L L E D I F F I C O L T À D E C I S I O N A L I

prima di iniziare il processo mancanza di prontezza decisionale

mancanza di motivazione, cioè l’incapacità di iniziare il processo decisionale perché non si ritiene che la decisione sia sufficientemente rilevante

assenza di decisionalità, cioè l’incapacità di iniziare un processo decisionale per una tendenza generale a posticipare le decisioni miti/credenze disfunzionali

(Gati, Garty & Fassa, 1996)

T A S S O N O M I A D E L L E D I F F I C O L T À D E C I S I O N A L I

durante il processo mancanza di informazione

1. sul processo decisionale stesso: il soggetto sperimenta una carenza nelle competenze decisionali relative alle procedure e ai passaggi da effettuare per arrivare ad una decisione

2. su di sé: la mancanza di conoscenza sulle proprie abilità o preferenze impedisce loro di portare a termine il processo decisionale

3. sulle occupazioni

4. sui modi per raccogliere le informazioni

(Gati, Garty & Fassa, 1996)

T A S S O N O M I A D E L L E D I F F I C O L T À D E C I S I O N A L I

durante il processo

inconsistenza dell’informazione

1. scarsa attendibilità delle informazioni su di sé, sulle procedure decisionali e sulle alternative di scelta

2. conflitti interni, cioè ambivalenze nei confronti delle diverse alternative, incapacità di accettare il compromesso

3. conflitti esterni, quando la scelta si scontra con le opinioni o la volontà delle persone significative

(Gati, Garty & Fassa, 1996)

STIL I DECISIONALI

la competenza decisionale matura progressivamente nel tempo e si forma fin dai primi periodi di sviluppo, anche se riguarda scelte meno pregnanti sul piano pratico ma comunque caratterizzanti uno «stile» decisionale

bisognerebbe quindi porsi il problema di come le persone «scelgono» non soltanto nel momento della gestione di situazioni critiche, ma nel lavoro educativo sulle modalità per affrontare le scelte, con finalità preventive rispetto a future situazioni di momenti decisionali difficili e/o importanti

lo stile decisionale può essere definito la tendenza ad affrontare le situazioni di scelta seguendo modalità costanti legate a delle tendenze personali.

STIL I DECISIONALI

Scott & Bruce (1995, p. 820), definiscono il career decision-making style come “un pattern di risposta abituale e appreso che viene utilizzato da un individuo quando si confronta con situazioni decisionali. Non è un tratto di personalità ma una propensione, basata sull’abitudine, a reagire in una certa maniera in uno specifico contesto decisionale”

quindi, anche se numerose variabili esterne (es., grado di coinvolgimento nella decisione, tempo necessario per un buon processo decisionale) e interne (motivazione, autostima, auto-determinazione, risorse percepite) influenzano il processo decisionale, quando una scelta è percepita come importante per il futuro, le persone tendono ad utilizzare un pattern di risposta abituale (Magnano & Paolillo, 2015)

ST IL I DECISIONALI (Janis & Mann, 1977; Mann, 2000)

T E O R I A D E L C O N F L I T T O D E C I S I O N A L E

considera 5 modalità di fronteggiamento delle situazioni difficili:

1. Adesione non conflittuale: si verifica quando la persona decide di continuare a fare ciò che sta facendo, ignorando le informazioni sui rischi e sulle perdite.

2. Cambiamento non conflittuale: è caratterizzato dalla decisione acritica di adottare qualsiasi nuovo corso di azione che venga consigliato e indicato da altri.

STIL I DECISIONALI (Janis & Mann, 1977; Mann, 2000)

3. ipervigilanza: è lo stile adottato da chi sente di non avere sufficiente tempo per decidere e per dedicarsi con attenzione all'esame del problema decisionale: in questo caso si accontenta di una soluzione approssimativa purché possa essere concretizzata velocemente in modo da ottenere sollievo dalla condizione di stress e di conflitto

STIL I DECISIONALI (Janis & Mann, 1977; Mann, 2000)

4. evitamento difensivo: tendenza a rimandare la presa di decisione o a delegare ad altri. Sono stati identificati tre tipi di evitamento:

il procrastinare (rimandare la questione);

lo scaricare la propria responsabilità su altri (trasferire la responsabilità ad un'altra persona e accettare acriticamente la sua scelta);

il razionalizzare (ignorare le informazioni disponibili su alcune alternative e alterare dati di realtà).

STIL I DECISIONALI (Janis & Mann, 1977; Mann, 2000)

5. vigilanza: viene utilizzata con maggiore frequenza da persone ottimiste nei confronti del futuro, convinte che esista una soluzione ai loro problemi. Chi adotta questo stile è attento alla valutazione delle opzioni e delle loro conseguenze. È considerato uno stile adattivo che comprende i seguenti passaggi:

individuare i valori e gli obiettivi importanti;

vagliare una serie di opzioni che permettano di perseguire i propri obiettivi;

condurre una ricerca accurata di informazioni;

valutare le informazioni senza pregiudizi;

assimilare nuove informazioni;

riesaminare tutte le informazioni;

scegliere ed implementare quanto deciso.

STIL I DECISIONALI

Sei stili decisionali: 1. Logico, il cui scopo è raggiungere i propri obiettivi e far valere i propri

meriti. 2. Cieco, in cui la decisione è presa in breve tempo e senza sforzo.

3. Esitante, assimilabile alla «procrastinazione» (tendenza a rinviare).

4. Emotivo, che si fonda soprattutto sui sentimenti e gli aspetti soggettivi.

5. Accomodante, in cui le decisioni sono conformi alle aspettative degli altri.

6. Intuitivo, in cui la decisione si impone alla persona senza che sia in grado di giustificarla.

Arroba, 1977

Harren (1979) organizza gli stili in tre categorie, secondo due dimensioni: responsabilità vs fatalismo e razionalità vs emotività; i tre stili vengono così descritti:

1. Razionale, caratterizzato dalla capac ità di riconoscere la sequenzialità delle informazioni e di anticipare le decisioni future attraverso la ricerca delle informazioni. Chi utilizza questo stile può essere definito «l’architetto del proprio futuro».

2. Intuitivo, accomunato al precedente dalla capacità di assumersi la responsabilità della propria decisione, ma caratterizzato — differentemente — dall’utilizzo della creatività, dall’attenzione alle sensazioni e alle emozioni.

3.Dipendente, caratterizzato, a differenza dei precedenti, dalla negazione della responsabilità personale nel processo decisionale. Le persone che utilizzano uno stile dipendente si sentono fortemente influenzate dalle aspettative e dai desideri che gli altri hanno nei suoi confronti; esse percepiscono l’ambiente come restrittivo, con limitate alternative

Harren, 1979STIL I DECISIONALI

STIL I DECISIONALI1. Du bbios ità, che s i riferisc e all’interferenza emot iva, c ome ad es.

preoccupazione o ansietà riguardo alla scelta. Si riferisce ad un’attivazione emotiva negativa, all’incertezza.

2. Delega, che include la tendenza ad attribuire ad altri (significativi o meno) la responsibilità della scelta. È simile allo stile dipendente di Harren (1979) e molto vicino all’evitamento nella classificazione di Mann et al. (1997). È correlato all’external locus of control.

3. Procrastinazione, si riferisce alla tendenza ad evitare o rimandare il processo di career decision-making.

4. No problem, che è analogo allo stile razionale (Harren, 1979), logico (Arroba, 1977), e vigilante (Mann et al., 1997); comprende l’abilità di definire gli obiettivi, pianificare le azioni, cercare le informazioni, e valutare le alternative attentamente.

Di Nuovo & Magnano, 2013

STIL I DECISIONALI

1. Stile centrato sulle aspirazioni, tipico dei clienti che si

prefiggono obiettivi professionali molto ampi e distanti. Le

dec isioni professionali si intrecc iano con le priorità

personali e con le circostanze. Queste persone hanno

solitamente bisogno di individuare obiettivi intermedi

Bimrose & Barnes, 2010

STIL I DECISIONALI2. Stile centrato sulle valutazioni: le decisioni rispecchiano un processo

di valutazione sistematico; le riflessioni culminano in una decisione che può contribuire a raggiungere l'obiettivo a lungo termine nonostante una certa dose di incertezza e ambiguità.

Il processo di riflessione e di autovalutazione favorisce una maggiore fiducia nele capacità decisionali e una maggiore consapevolezza delle proprie abilità.

Questo stile è caratterizzato da una dimensione emotiva, da un processo di autoriflessione, da una maggiore consapevolezza delle abilità individuali e dalla considerazione delle conseguenze a lungo termine delle proprie decisioni

Bimrose & Barnes, 2010

STIL I DECISIONALI

3. Stile strategico: è centrato su obiettivi specific i, consapevole, razionale. Evidenzia un approccio produttivo e determinato basato su un’attenta considerazione delle opzioni alternative, dei vantaggi e degli svantaggi.

Questo genere di decisori comprende il bisogno di adattarsi e aggiornare in modo continuo le proprie abilità per raggiungere l’obiettivo ultimo.

Bimrose & Barnes, 2010

STIL I DECISIONALI

4. Stile opportunistico: comporta lo sfruttamento delle opportunità disponibili per trarne vantaggio.

Questo genere di decisori ha dei programmi molto vaghi e nessun chiaro obiettivo professionale ed è spesso disposto a sperimentare nuove opportunità e optare per qualcos’altro se si presenta il caso.

Bimrose & Barnes, 2010

l’orientamento e il career counselling possono essere considerati a tutti gli effetti una

consulenza che si propone di facilitare il processo decisionale dei clienti e di consentire loro di

prendere delle buone decisioni circa il proprio futuro (Gati & Tal, 2008)

INSEGNARE A SCEGLIERE E A DECIDERE

l’adolescenza è il periodo in cu i per la prima volta si è chiamati a compiere scelte difficili (scolastiche,

professionali, relazionali, sessuali), le cu i conseguenze influenzano significativamente la vita presente e futura

in adolescenza abbiamo un potenziamento delle capacità cognitive, delle abilità di processazione delle informazioni, di individuazione di un maggior numero di opzioni risolutive in presenza di dilemmi decisionali e situazioni problematiche

…. tuttavia, gli adolescenti, rispetto alle persone anziane, hanno maggiori difficoltà a definire ed analizzare da più punti di vista una situazione difficile, a trovare diverse opzioni, a valutare l’affidabilità di consigli e suggerimenti, a prevedere le conseguenze delle scelte

il problema delle competenze dec isionali dei g iovani è importante:

sono in grado di prendere decisioni in modo adeguato e competente a vantaggio della loro vita, della vita degli altri e anche della società? sono in grado di differenziare le decisioni importanti da quelle meno importanti, di investire nelle prime i maggiori sforzi cognitivi, selezionando obiettivi adottivi, individuando più opzioni risolutive e scegliendo quella che meglio di altre permetterà di conseguire il risultato desiderato e di perseguire l’obiettivo che ci si è posti?

PERCORSI DI DECISION-MAKING

PROBLEM SOLVING E SCELTE C IRCA I L FUTURO(Ferrari, Nota, Soresi, Heppner & Heppner)

P R O C E S S O D I R I S O L U Z I O N E D I S I T U A Z I O N I D I F F I C I L I 1. si favoriscono le capacità di descrivere le situazioni problematiche attraverso

un linguaggio operazionale e di elencare le difficoltà e i problemi che gli adolescenti sperimentano più frequentemente

2. si analizzano le strategie considerate efficaci nell’ambito della risoluzione dei problemi, le strategie di coping che possono favorire il problem solving e la capacità di trasformare i problemi in obiettivi, focalizzandosi soprattutto sul problema professionale

3. si considerano le strategie decisionali utili all’individuazione delle opzioni più vantaggiose, la pianificazione delle fasi di realizzazione, la ricerca di eventuali barriere e l’analisi dei supporti

PERCORSI DI DECISION-MAKING

INCREMENTO DELLE ABIL ITÀ ASSERT IVE (Soresi & Nota, 2003, 2008)

P R O C E S S O D I G E S T I O N E D I S I T U A Z I O N I S O C I A L I D I F F I C I L I

si favorisce l’incremento delle capacità di gestire efficacemente gli aspetti sociali associati ai compiti di scelta

si potenziano 4 tipi di abilità: 1. analisi e descrizione delle situazioni relazionali problematiche

2. discriminazione di stili relazionali adattivi e disadattivi che possono comparire in presenza di situazioni problematiche

3. fronteggiamento delle situazioni difficili ricorrendo a prestazioni assertive

4. gestione delle situazioni problematiche ricorrendo a procedure efficaci di ps e dm