CagliariPad 10

24

description

Cagliari Pad

Transcript of CagliariPad 10

Page 1: CagliariPad 10
Page 2: CagliariPad 10

Speciale aSSemini Via Sardegna

attiVità commerciali di aSSemini

Erbe officinaliFiori di Bach

Vasta gamma di téOggettisticaDiffusori

Tisaniere • TeiereVasto Assortimento

Via Sardegna 92 • [email protected]

Pescheria di Atzeni Maria Cristina

Via Sardegna, 86 • 09032 assemini (CA)

Tel. 070.940969

IDEE REGALO • CASALINGHI

LISTA NOZZE

BOMBONIERE • ARGENTERIA

Tel. 070.8565028

Via Sardegna, 95 • ASSEMINI (CA)

LAVASECCO M.A.E.N.di Piano Mauro

Via Sardegna, 101 Assemini

Via San Sperate, Decimomannu070.961356 • 348.0444849

Via Sardegna, 121 Assemini070.946770

Page 3: CagliariPad 10

L’editoriale

2012, fuga dalla città di Guido Garau

Culla dello sviluppo economico e sociale dell’Isola, Cagliari era considerata, fino a ieri, un luogo ideale in cui vivere. Da qual-che tempo, però, la città ha perso insieme la sua attrattività e la sua sostenibilità. Oggi un luogo d’ap-prodo o un punto di fuga? È ancora conveniente viverci?

I dati raccontano di un lento, inesorabile fenomeno di spopolamento: di un numero crescente di abitanti che, re-spinto dalle proibitive condizioni del centro - e non solo di quelle materiali - saluta via Roma e dintorni per andare altrove. Basta l’alibi dell’alto costo degli immobili a giusti-ficare questa tendenza? Crediamo di no.

La vita in città è diventata molto più precaria di un tem-po. L’offerta di lavoro non dà garanzie (il classico posto fisso è ormai privilegio di pochi eletti), il caro vita rende l’esistenza impossibile alle famiglie monoreddito, aggiun-gi la congestione del traffico, l’estenuante ricerca di un parcheggio, la difficoltà di trovare un sostegno quando nascono i figli, il degrado di molti – di tutti! – i quartieri. Vivere nell’hinterland, forse, significa allora scegliere un tipo di vita più semplice e meno raffinato ma qualitativa-mente migliore.

Il fenomeno di erosione dell’habitat cagliaritano è ogget-tivamente in atto, ma qualcosa per invertire la tendenza si potrebbe fare. Dotare il Comune di un piano regolato-re che stabilisca un principio molto semplice, “nessuna nuova abitazione prima di aver ristrutturato quelle già esi-stenti”, sarebbe un primo passo. Costruire un parcheggio multipiano là dove finisce la Statale 131, per non stipare in città tonnellate di gomme e di acciaio, sarebbe poi una se-conda fondamentale conquista. Si tratta di due idee, due proposte per rendere Cagliari più attraente e vivibile, e in-vitare i sardi a non abbandonarla.

A noi piacciono. Lei cosa ne pensa, signor sindaco?

[email protected]

INDICE

Lavori in corso Poddighepag. 4

Il campus della discordia Pusceddupag. 6

Servitù militari Seupag. 7

Filosofia di una piazza Puddupag. 8

L’intervista Sarritzupag. 9

Opinioni Murgia, Pisano, Aspidepag. 11

Reportage da San Michele Ghianipag. 12

Quartucciu: museo e polemica Garaupag. 14

CAGLIARIpad.itANNO II • Numero 10 • 17 gennaio 2012

EditoreGCS Green Comm Services S.r.l.

Direttore responsabileGuido Garau

Hanno collaborato:Alessandra GhianiLexaCarlo PoddigheLaura PudduMaria Grazia PuscedduClaudia SarritzuMichela Seu

FotografieGuido GarauAlessandra Ghiani

Progetto grafico e impaginazioneCesare Giombetti

VignetteBruno Olivieri

StampaGrafiche Ghiani • Monastir

Sede legaleVia Giotto, 5 • 09121 • Cagliari

RedazioneLargo Carlo Felice, 1809124 [email protected]. 070.3321559 • 366.4376649

Autorizzazione Tribunale di Cagliari15/11 del 6 settembre 2011

pag. 3

Page 4: CagliariPad 10

IN PRIMO PIANO

Un centro storico decadenteil comUne annUncia misUre di decoro

di Carlo [email protected]

Riqualificare il centro storico di Cagliari è

una missione che le ultime giunte comunali si sono prefisse, ma non hanno mai realizzato appieno.

Molti quartieri, prima de-gradati ed abbandonati come Marina e Stampace, sono tornati a nuova vita, diventando grandi spazi culturali all’aperto. Diver-se le rassegne che hanno trasformato questi rioni in palcoscenici naturali. Ul-timo in ordine di tempo il Capodanno diffuso che il sindaco Zedda ha voluto avesse il suo centro alla Marina. La pedonalizza-zione delle vie, voluta dalla precedente Giunta Floris, ha da tempo richiamato cagliaritani e turisti per le strette stradine del centro che si è popolato sempre più di locali e ristoranti che apparecchiano i loro tavoli

all’aperto.

Ma se la sostanza è accresciuta negli anni a mancare è ancora la for-ma. Infatti basta che i tanti frequentatori dei locali del-la Marina alzino la testa dal loro drink del venerdì sera o i sempre più nu-merosi turisti sollevino gli occhi dalle mappe con cui

si orientano nel loro tour di Castello, perché notino come nel centro storico si-ano ancora troppi gli edifici fatiscenti. Facciate corrose dall’umidità, cornicioni pe-ricolanti, edifici disabitati o abbandonati per incuria al passare del tempo.Non è la migliore vetrina da offrire a chi visita la cit-tà. Né il carattere ‘naïf’ dei

rioni storici può giustificare il mancato intervento del Comune e dei privati per una vera e realizzata ri-qualificazione.

Il problema è ben presen-te all’assessore comunale all’urbanistica, Paolo Frau. Non potrebbe essere altri-menti. Basta che si affac-ci ad una finestra del suo

L’assessore all’Urbanistica Frau: “Pensiamo di destinare i fondi trasferiti dalla Regione sotto forma di incentivi al rifacimento delle parti comuni (tetto, facciata) delle abitazioni private”

LAvoRI IN CoRso

Page 5: CagliariPad 10

pag. 5

assessorato perché veda dall’altra parte della strada, in viale Trieste ai limiti di Stampace bassa, una fila di casolari diroccati e semi crollati, diventati ormai una discarica abusiva e dimora per i ratti. «Purtroppo man-cano i fondi al Comune per finanziare un intervento deciso di riqualificazione della città», spiega Frau.

«Contiamo però di por-tare in Consiglio, entro il primo semestre dell’anno,

il Piano particolareggiato del centro storico, dove inseriremo alcune misure per il decoro urbanistico di Cagliari». L’idea è quella di individuare i fondi trasferiti dalla Regione da destinare sotto forma di incentivi al rifacimento delle parti co-muni (tetto, facciata) delle abitazioni private. Si pen-sa, inoltre, di consentire la

riduzione delle metrature di molte abitazioni per ren-derle più appetibili al mer-cato. «Siamo consapevoli, però, del difficile momento di crisi che viviamo e non possiamo imporre a nes-suno un rifacimento coatto della propria casa», chiari-sce Frau.

Maggiori margini di manovra il Comune può senz’altro avere riguardo al problema dei ponteggi dis-seminati lungo le principali

vie battute dai turisti appe-na sbarcati in città. Pon-teggi ‘para sassi’ installati in emergenza a seguito di piccoli crolli che rimangono per anni, decenni in alcuni casi. Molti casi riguardano palazzi di proprietà del Co-mune. Il palazzo Accardo,

ad esempio, all’angolo tra il corso Vittorio Emanuele e via Crispi, sopra il caffè Svizzero, proprio alle spal-le del Municipio. C’è poi il palazzo tra via Mercato vecchio e via Baylle alla Marina, da anni puntella-to e a rischio crolli, subito dietro i portici di via Roma. Un altro esempio è il co-siddetto ‘palazzo Caide’, in piazza del Carmine angolo via Sassari, anche qui un eterno ponteggio, impieto-so per quella che è stata

la sede delle prime riunioni del Consiglio regionale au-tonomo della Sardegna.

Eppure anche da privati ri-qualificare si può, facendo-ne pure un business. Ci sta provando Nicola Grauso. Il costruttore cagliaritano,

negli ultimi anni, ha inve-stito molte energie per mi-gliorare, con l’acquisto e la ristrutturazione di vec-chi edifici, i quartieri storici cittadini.

Ha curato il rifacimento del palazzo di fronte al Bastione in via Sulis a Vil-lanova e rimesso a nuovo uno stabile in via Barcel-lona, oltre all’ottocentesco palazzo delle Vecchie po-ste di via Baylle, alla Mari-na. Proprio di quest’ultimo rione parla come ne fosse innamorato. «La Marina è come un villaggio, una cit-tà nella città che negli ulti-mi anni è tornata a nuova vita», spiega. «Se devo dirla tutta sembra che proprio i turisti, rispetto ai cagliaritani, apprezzino maggiormente il quartie-re. I miei appartamenti in via Barcellona – continua – li ho venduti a non sar-di, a persone che hanno scelto di avere una casa per le vacanze al centro di Cagliari, invece che a Pula o a Villasimius.

Sono persone che non cercano il parcheggio sotto casa e che, più che usare la macchina, prefe-riscono avere il motosca-fo ormeggiato nel vicino porto». C’è da dire che i prezzi al metro quadro delle case di Grauso sono quasi da villa al mare, ap-punto.

Una riqualificazione mi-rata delle abitazioni del centro di Cagliari, oltre a contribuire al decoro della città, attirerebbe le coppie giovani nei rioni storici, evitandone così il conti-nuo, fisiologico spopola-mento.

Lavori in corso nella chiesa di Sant’Anna, detta “Sa Fabbrica”

Page 6: CagliariPad 10

L’INCHIESTA

di Maria Grazia [email protected]

Costerà 35 milioni di euro il campus universita-rio che sorgerà a Cagliari, nell’ex Semoleria di viale La Plaia. Un sogno che finalmente si realizza per tanti studenti, a più di die-ci anni dal primo proget-to. Non sarà un semplice dormitorio ma un vero e proprio campus che com-prenderà, oltre a 504 posti letto, anche la mensa, la palestra, un auditorium da 380 posti e un impian-to polisportivo. “Siamo contenti – dice Alice Mar-ras, rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Er-su – perché si realizza un progetto che aspettavamo da tempo. Inoltre sorgerà in un punto nodale della città che potrebbe far di-ventare il campus stesso il centro della mobilità in-ternazionale”. “I posti – ha aggiunto Alice Marras –

dovrebbero essere suffi-cienti visto che ne sono previsti 500. L’importante è non fermarsi ai primi 200 ma portare a conclusione l’intero piano”. Una storia lunga più di un decennio. La storia del campus universitario co-mincia nel 2000 quando l’Ersu, dopo aver pubbli-

cato un bando per l’acqui-sizione di un immobile da destinare a casa dello stu-dente, approva la propo-sta avanzata dalla società Edilia per un programma di riqualificazione urbani-stica nell’area dell’ex Se-moleria di viale La Plaia. Ma questo è solo l’inizio. Nel 2002 infatti il Rettore

Pasquale Mistretta annun-cia la costruzione di una casa dello studente nella zona di Tuvixeddu. Intan-to però la Regione, l’Ersu e il Comune raggiungo-no un accordo per la re-alizzazione del campus nell’ex-Semoleria. L’anno successivo il commissa-rio straordinario dell’Ersu

blocca gli accordi presi con l’Edilia e si ritorna a parlare della zona di Tuvi-xeddu. Ma i costi eccessivi per la realizzazione di soli 330 posti letto riporta in essere il progetto di viale La Plaia. È il 2006 quando il Comune e la Regione firmano un Protocollo d’In-tesa in cui si impegnano

a realizzare la casa dello studente nell’ex-Semole-ria. Nel 2007 la Giunta re-gionale guidata da Renato Soru dà il via libera alla realizzazione del campus. Il progetto, firmato dall’ar-chitetto brasiliano Paulo Mendes Da Rocha. Il pia-no viene però bocciato dal Comune per difformità urbanistiche. Intanto l’Ersu acquista per 38 milioni di euro il terreno dell’ex Se-moleria e dopo più di dieci anni, il progetto campus universitario, più volte ab-bandonato e poi ripreso, fi-nalmente diventerà realtà. Il progetto. Il piano, redatto dall’ufficio tecnico dell’Ersu e dai dipartimenti di Archi-tettura, Ingegneria elettrica e del territorio dell’Univer-sità, prevede tre blocchi: due destinati agli alloggi, di otto piani ciascuno, che ri-usciranno ad ospitare fino a 504 studenti e uno che comprende una palestra coperta, la biblioteca, una mensa da 350 posti, un auditorium e un impianto polisportivo. I lavori per la realizzazione del primo blocco dovrebbero iniziare nel 2012 con la costruzio-ne di 240 posti letto.

tRENtACINquE mILIoNI DI EuRo pER fAR RINAsCERE vIALE LA pLAyA

I lavori potrebbero iniziare già nel 2012, gli studenti fanno festa Alice marras: “È un sogno che si realizza, sarà un centro internazionale”

Il Campus non piace alla professoressa mongiu

Il progetto non piace all’ex assessore regionale alla Cultura Maria Antonietta Mongiu. “Si sta realizzando – ha dichiarato – un progetto al ribasso che non si può certo definire campus”. La Mongiu sostiene infatti che l’unico piano da adot-tare per garantire veramente il diritto allo studio degli studenti sardi era quello ideato dall’architetto brasiliano Da Rocha: “Quel piano – ha aggiunto – preve-deva un campus nel vero senso della parola, non una città dormitorio.

L’ex semoleria di viale La Playa, dove dovrebbe sorgere il campus

Page 7: CagliariPad 10

pag. 7

SeSSAntA mILIonI CerCASI per Un’UnICA grAnde CASermA

di Michela [email protected]

I più indignati le defini-scono “servitù militari”, gli altri, in maniera più asetti-ca, “aree militarizzate”. In qualsiasi modo si vogliano chiamare, a Cagliari gli spazi in mano al Ministe-ro della Difesa sono tanti, forse troppi: 58 edifici in tutto, che complessiva-mente coprono una su-perficie di 260 mila metri quadri.

Alcuni di questi assolvono appieno la propria funzio-ne di caserma, deposito e simili. Altri no. Sono le cosiddette aree dismes-se o, nel migliore dei casi, sottoutilizzate.

L’esempio più eclatante è quello di Monte Urpinu, dove ci sono addirittura quattro edifici “ex” mi-litari: ex deposito della Marina, dismesso da una trentina d’anni, ex deposi-to carburanti dell’ex Cral, abbandonato da oltre 35 anni e frequentato, at-tualmente, da abusivi, ex casa del Comandante ed ex deposito dell’Aeronau-tica.

In particolare quest’ulti-

mo, dismesso nel 2007 e passato dallo Stato alla Regione l’anno succes-sivo, sarebbe destinato a ospitare il Corpo Foresta-le: nel frattempo, tuttavia, si continuano a spendere 240 mila euro l’anno per servizi di guardiania. A denunciarlo è Paolo Era-smo, ex militare in pen-sione, che con la sua as-sociazione Musa (Monte Urpinu Salvaguardia Am-bientale) si impegna da anni per valorizzare il colle cagliaritano, proponendo, assieme ad Anna Rosa Zedda e tanti altri, alcune prospettive di riutilizzo dei siti militari: centri polifun-zionali, orti urbani, banca delle sementi, aree sport e giochi per bambini, fattorie didattiche per le scuole.

“Attività che non solo farebbero rivivere le strut-ture dismesse – racconta Erasmo – ma che porte-rebbero anche economia e occupazione, proget-tando alternative a quel-la esistente ora, magari attraverso visite guidate in cui possano cogliere le potenzialità degli spazi di-smessi”. Quali sono nello specifi-co? L’ex carcere militare di San Bartolomeo e l’ex poligono di tiro, entrambi a Calamosca, l’ex tettoia ricovero per quadrupe-di e l’ex batteria Dicat a Sant’Elia, l’ex deposito carburanti e l’ex centro sanitario dell’Aeronautica Militare, rispettivamente a Sant’Elia e in viale Me-rello e i magazzini dell’A-

eronuatica di via Simeto, tornati alla ribalta lo scorso anno quando accolsero 700 tunisini.

Se la Regione si fosse impegnata a costruire un grande edificio in cui as-semblare le realtà militari diffuse a Cagliari – per una spesa che si sarebbe aggirata intorno ai 60 mila euro – avrebbe potuto ac-quisire sette suggestive aree: l’ex ospedale milita-re Amerigo De Murtas, in via Azuni, l’ex magazzino-vestiario in via Liguria, l’ex caserma Giodda e Mar-tinazzo in via Nuoro, l’ex panificio militare in viale

Buoncammino, il com-plesso alloggiativo Belve-dere e l’ex caserma Griffa, i magazzini del genio e gli alloggi militari in viale San Vincenzo e, infine, la ca-serma Ederle a Calamo-sca. “Avrebbero tratto be-nefici sia le Forze Armate, perché si sarebbero con-centrate su un’unica area vasta con vantaggi in ter-mini logistici ed economici – precisa Alessio Mereu, consigliere comunale dei Riformatori – sia la città di Cagliari, che si sareb-be potuta riappropriare di beni di inestimabile valore artistico, storico ed econo-mico”.

Ex Manifattura Tabacchi, ex location per sporadici eventi estemporanei come il Forum del Libro “Pas-saparola”, dei Presidi del Libro, e Festarch. D’ora in poi sarà più consono defi-nirla futura Fabbrica della Creatività. L’edificio di via-le Regina Margherita sta-rebbe infatti per dare voce ai creativi cagliaritani con l’apertura di spazi adibiti a digital library, aule didatti-che, atelier di architettura, cineteca e laboratori. Ol-tre dieci anni di inutilizzo o quasi – l’ultimo pacchetto di sigarette venne fabbricato il

17 dicembre 2001 – per un riutilizzo, almeno sulla car-ta, coi fiocchi. “I lavori, co-minciati a maggio scorso e costati in tutto 7,4 milioni di euro, interessano per il mo-mento una parte della strut-tura – spiega Maria Laura Corda, direttore del servizio spettacolo, sport, editoria e informazione della Regione Sardegna – che verrà inau-gurata a giugno prossimo. Non escludiamo che nuovi finanziamenti ci permetta-no di proseguire col resto dell’edificio, come è nelle intenzioni della Giunta”.

Nell’ex manifattura tabacchiuna fabbrica della creatività

sERvItù mILItARI

Page 8: CagliariPad 10

L’INCHIESTA

mEGLIo uNA pIAzzAutILE o BELLA?Filosofie a confronto: da una parte i fautori del lato estetico, dall’altra

i favorevoli agli spazi più vitali e vivibili

di Laura [email protected]

La riqua-lificazio-ne di una p i a z z a non è s i c u r a -

mente un com-pito facile, per-ché legata alla trasformazione e all’evoluzione urbana. Ruolo primario spetta all’amministra-zione comunale che deve mo-strarsi capace di scegliere un progetto e di creare, intor-no a esso, una partecipazione informata della gente attraver-so un concorso di idee.

Due scuole di pensiero. La ristrutturazione di una piazza crea non di rado uno scontro tra due scuole di pensiero: da una parte, ci sono i fautori del lato estetico. Dall’altra, co-loro che sostengono sia importante renderla più vitale, vivibile e fruibile per i cittadini. In quest’ultimo caso è implicita la neces-sità di un coinvolgimento degli abitanti.

piazza garibaldi. Per comprendere la differen-za tra le due filosofie, si può citare l’esempio della Piazza Garibaldi a Ca-gliari: è da tantissimi anni

che vengono presentati dei progetti per una sua riqualificazione e, fino ad ora, nessuno di essi è stato approvato. L’ammi-nistrazione precedente, quella del sindaco Floris, propose lo spostamen-to ai lati dei ficus che si trovano al centro, per co-struire una fontana sotto la scalinata. Questo di-segno non è condiviso dall’associazione Urban Center, che ha presenta-to un suo piano nel giu-gno del 2011. Esso mira alla creazione di un’agorà che badi sì all’estetica, ma soprattutto al futuro utilizzo, trasformando l’a-rea centrale in uno spazio per eventi come concerti, mostre e rassegne.

L’Urban Center è un “la-boratorio di idee” per migliorare l’urbanistica e lo sviluppo della città di Cagliari. Due i motivi che hanno portato ad una controproposta: “Innanzi-tutto - ha spiegato Stefa-no Gregorini, presidente dell’associazione – per-ché non abbiamo biso-gno di una piazza inutile e non vitale. In secondo luogo, perché nel proces-so non si era tenuto conto del parere dei fruitori della stessa. Il nostro progetto ha dettato delle linee gui-da, ma invitiamo i cittadini a partecipare al dibattito”.

Altri esempi. Due i casi molto famosi: in Piaz-za Giovanni XXIII, con il

progetto già approvato e il contratto firmato, ci fu-rono sit-in degli ambien-talisti e di conseguenza delle modifiche in corsa. Piazza Maxia divide più di tutte: c’è chi pensa che il dislivello abbia cre-ato uno spazio più intimo e vivibile perché non a diretto contatto con il traf-

fico automo-bilistico e c’è, invece, chi la ri-tiene un obbro-brio architetto-nico (e questa è l’opinione più diffusa). “Piaz-za Maxia – ha dichiarato il regista caglia-ritano enrico Pau – è la di-mostrazione di come si sman-telli uno spazio funzionale per farlo diventare un luogo privo di interesse e stimoli. Perso-nalmente pre-ferisco un’a-gorà vivibile. I progettisti devono parti-re dallo studio

di chi la frequenta, della posizione del sole e della sistemazione delle pan-chine. Il loro non deve essere un lavoro tecnico ma prima di tutto umani-stico”.

Un bilanciamento tra le due tesi. La speranza è che il sindaco Zedda dia dall’inizio molta rilevanza alla partecipazione per evitare ciò che succede-va in precedenza: incap-pare in errori grossolani. L’ideale sarebbe la ricer-ca dell’equilibrio perfetto: elemento estetico unito a quello funzionale.

Page 9: CagliariPad 10

L’INTERVISTA

di Claudia Sarritzu

È nato a Sa-m u -gheo , m a v i v e da cin-

quant’anni a Cagliari e ha ben chiari quali sono i servizi che la sua città adottiva non deve perdere “Sono per il decentramen-to di alcuni enti. È giusto trasferire strutture che a Cagliari non hanno ragion d’essere, in modo da in-tegrare le altre comunità e combattere lo spopola-mento. Si possono anche spostare nell’area vasta multi sale, centri commer-ciali, ma per quanto riguar-da le strutture ospedaliere sono del parere che que-ste debbano restare all’in-terno della città”.

emanuele Sanna, se-condo lei l’ospedale civile dovrebbe essere smantellato e trasforma-to in un museo?

Credo che l’esodo delle cliniche universitarie ver-so il polo di Monserrato basti e avanzi. Sarebbe infatti inaccettabile decre-tare il “fine vita” dello sto-rico ospedale costruito da Gaetano Cima 170 anni fa. Ogni mattina a Cagliari sono 200 mila le persone in movimento che per mo-tivi perlopiù lavorativi en-trano in città. Spostare gli ospedali significherebbe privare un centro abitato di uno dei servizi primari necessari a qualsiasi co-munità. Si verificherebbe un controesodo inutile e dannoso.

Quindi quando parla di decentramento a cosa si riferisce?

Di sicuro agli appara-ti burocra-tici e a tutti quei servizi che se tra-sferiti nella prov inc ia salverebbe-ro lo spo-polamento di quelle

zone. La Sardegna ha 377 comuni e solo quattordici superano i 20 mila abitanti. Cagliari non può perdere i servizi basilari che la carat-terizzano come centro abi-tato, perché facendo così si incoraggia la tendenza ormai decennale di perce-pire la città esclusivamen-te come luogo dove ci si riversa per svolgere attività commerciali, lavorative e così via. La città ha già per-so negli ultimi decenni molti residenti che per i costi ele-vati delle case si sono tra-sferiti nell’area vasta. I ser-vizi che deve cedere sono per esempio alcuni poli universitari di ricerca. Anni fa mi sono battuto perché il parco scientifico tecnolo-

gico avesse la sua base nel Sulcis.

In questo modo alcu-ni giovani potrebbe-ro restare nel proprio territorio m e n t r e studiano?

Esatto, ci sono delle facol-tà scientifiche che potreb-bero benissimo risiedere in zone dell’isola più ap-propriate. Dove il tessuto sociale e ambientale si cuce alla perfezione con l’oggetto di studio. Tener-si in città alcune strutture è una forzature a scapito di regioni molto più adatte che ne trarrebbero sicura-mente vantaggi.

non lo considera uno spreco economico, il decentramento univer-sitario?

No, ci sono dei servizi che i piccoli comuni dovrebbe-ro condividere, ecco per-ché sono a favore dei con-sorzi fra piccole comunità. Ma se vogliamo migliorare la qualità della vita nelle città come nei paesi non possiamo prescindere da un decentramento buro-cratico o universitario che porti la popolazione adulta e giovane a restare nelle proprie comunità.

Emanuelesanna

Ex-assessore alla Sanità

spostiamoi servizi

nel cuore dell’Isola

“Una soluzione allo spopolamento è quella di trasferire alcuni

apparati burocratici nel territorio”

“Si possono anche portare nell’area vasta multi sale, centri com-

merciali, ma per quanto riguarda le strutture

ospedaliere sono del parere che queste deb-bano restare all’interno

della città”

Page 10: CagliariPad 10
Page 11: CagliariPad 10

opINIoNI

LA BAttAGLIA DELLE pARoLE

di Bruno Murgia diffido del dibattito po-litico sulla toponomastica: si trasforma sempre in una sciocca lotta senza alcun senso. Parto dal principio.

Può una mozione - quella presentata dal Pd cagliarita-no- definire una città ‘ sarda e democratica’, come se i liberali, i cattolici, i moderati e gli uomini di destra fossero degli alieni rispetto al conte-sto in cui vivevano e opera-vano?

È giusto che qualcuno, senza la minima prospetti-va storica, stabilisca che il galantuomo Enrico Endrich, podestà fascista che per Cagliari fece cose egregie, non sia degno della via che precedentemente gli venne

intitolata?

Ha un significato affer-mare - come ho letto- che Endrich facesse parte di fa-miglie forti cagliaritane, con tutto ciò che questo com-portava? Famiglie che pote-vano comprarsi un piccolo pezzo di gloria cittadina per gli anni a venire?

tutto questo a me pare una gran perdita di tempo.

non solo perché alcuni passi in avanti erano stati fat-ti nel segno del rispetto delle reciproche storie, ma perché la Cagliari vendoliana rompe l’assetto del potere conso-lidato ma evita la triste lotta politica del dopoguerra.Il dibattito delle idee rispetta gli uomini che con coraggio si sono schierati per le pro-prie idee ma poi guarda al futuro.

non ho capito perché il sin-daco Massimo Zedda non abbia stroncato la mozione bollandola come inutile e ingenua. Eppure, benché ideologicamente schiera-to, Zedda dovrebbe essere

aperto. Come il suo leader Nichi Vendola.

Una parola del sindaco, nella direzione del rispetto, servirebbe a qualificarne an-che l’azione politico cultura-le. Come dire: ho le mie idee, ho una idea di futuro ma ho anche il dovere di difende-re, per il ruolo che i cittadini mi hanno dato, la memoria condivisa della città, fatta di storie e di personaggi reali e tosti.

di solito, affidare la lotta po-litica a simboli inutili nascon-de poverta’ di idee. Sarebbe troppo semplice commissio-nare ai consiglieri comunali di destra di tutta Italia una mozione che chieda la rimo-zione di targhe e riferimenti al comunismo italiano e russo. Ma sarebbe una barzelletta.

ecco perché aspetto un cenno dal giovane sindaco Zedda. Farsi guidare dalla curva o camminare veloce nel ventunesimo secolo?

* Onorevole del Pdl

scrivici: [email protected]

Caro Zedda, cosa pensa di via Endrich?Visto da Destra

A chi serve davvero il Campus Visto da Sinistra

di MorenoPisano

A chi serve il Campus uni-versitario a Cagliari? Sono

918 i posti letto nelle strutture Ersu, gli stu-denti fuorisede sono circa 19.000. Di que-sti, circa 5.000 hanno contratti regolari, gli altri in nero. Bisogna pensare di aggiun-gere a questi dati la parte di neo-laureati

che decidono di rimanere a Cagliari per cercare lavoro, e dobbiamo pensare che questa quota si stratifica nel corso degli anni. Il campus rappresenta dunque un passo importante per gli studenti dell’Ate-neo cagliaritano.

Proprio in queste settimane abbiamo avuto la notizia di una accelerazione del procedimento per la realizzazione dell’o-pera. Se il progetto prenderà piede, orien-tato alla realizzazione di azioni in favore

degli studenti, Cagliari diventerà una città universitaria animata da giovani che vivo-no pienamente la cittadinanza studen-tesca. L’accordo prevede la possibilità di utilizzo di una parte dei servizi del campus anche ai giovani non iscritti all’università: si allargherà così la fruibilità e nascerà un polo culturale cittadino nel quale inserire pienamente le politiche giovanili.

* Presidente Consulta provinciale giovanile

“L’arcano minore” squarcia un velo sul mistero che avvolge la fama di Eleonora d’Arborea e fa scoprire un’artista vera: Stefania de Michele.Da non perdere.

“non sto tanto male” di Gianni Zanata. Un direttore di un quoti-diano cinico e arrogante, un’esi-stenza scandita dalle riunioni di redazione, dagli incontri con l’ana-lista, dalla ricerca di un avvocato e da timidi sforzi per disintossicarsi dalla dipendenza da cocaina. Pro-fondità, lampi di inferno in terra e ironia: un libro da comprare.

Se un romanzo è un edificio a più piani, che succede la volta in cui un autore scopre di aver perso le chiavi del portone? O meglio, quando capisce che, ad avergliele rubate, è stato uno dei suoi perso-naggi? “Quando tutto tace” di Alessandro De Roma ripropone il dilemma pirandelliano: è più reale la finzione o la realtà? E capiterà mai a noi di perdere le chiavi della vita? Da leggere.

Libri da leggereFocus

Page 12: CagliariPad 10

IN VETRINA

sAN mIChELE, LA voCE DEGLI ABItANtI:“DAtECI LE CAsE NuovE, ADEsso”

Nel cuore del quartiere la protesta continua. Nelle abitazioni fatiscenti, tra tegole che crollano e fili elettrici scoperti, i residenti chiedono sicurezza per bambini e anziani.

di Alessandra [email protected]

Muri di sabbia che si sgretolano, pannelli di amianto in bella vista, topi grandi come cani che di-ventano inquilini consueti di tutto il quartiere. Ma non solo: tegole e pannel-li che col vento si stacca-no rischiando di investire persone e automobili, an-tenne che crollano, cavi elettrici in bella vista che attraversano con non-chalance marciapiedi e balconi, crepe, umidità e lezzo dalle fosse settiche. Certo il rione di San Mi-chele, a vederlo da fuori non sembra una resi-denza di lusso, ma starci in mezzo ed osservare da vicino ogni dettaglio è sconcertante. Gli abitanti sono pronti a farsi sentire, di nuovo. Quello che chie-dono prima di tutto è che agli anziani venga data la possibilità di vivere sere-namente la loro vecchiaia e che i bambini non corra-no pericoli all’interno delle loro stesse case. C’è poco da dire che sia meglio di quello che gli occhi possono vedere.

REpoRtAGE

Andronico, 91enne, apre il portone con un cacciavite tettoie e pannelli d’amianto in via podgora

transenne in via La Somme Macerie abbandonate a ridosso delle case

Page 13: CagliariPad 10

pag. 13

MANUTENZIONI SERRANDE

24 H su 24COSTRUZIONI METALLICHE

Tel: 349.0563826e.mail: [email protected]

“non è così immediato” Lu-isa Anna Marras, assessore ai lavori pubblici, non promette castelli, in linea con le dichia-razioni che il sindaco Zedda aveva fatto durante la sua vi-sita al quartiere.

“non è pensabile cercare di rattoppare le falle cambian-do i portoni, sostituendo vetri o piastrelle, sarebbero soldi sprecati e in questo momento non ce lo possiamo permette-re perché tutto quello che c’è dobbiamo utilizzarlo per rico-struire totalmente il quartiere. Il problema è molto grave e stia-mo seriamente lavorando per risolverlo nel più breve tempo possibile ma è inconcepibile pretendere che in pochi mesi facciamo quello che non è stato fatto in vent’anni. Per-sonalmente intendo battermi per migliorare le prestazioni degli interventi più urgenti ma

ci aspettiamo collaborazione anche da parte dei cittadini. La manutenzione minima spetta agli inquilini degli appartamen-ti, così come l’attenzione e la cura che solitamente si devo-no alla propria casa. Questo in tanti anni non è mai stato fatto.” Il degrado poi è anche sociale, spaccio e delinquen-za sono ormai radicati nella zona e questo rende il quar-tiere un posto poco sicuro. Anche questo è un problema che non può essere ignorato.

Il Comune risponde

“I soldi a disposizione sono pochima la ricostruzione è la priorità”

REpoRtAGE

Palazzina in estremo degrado, via Podgora

Luisa Anna Marras,assessore ai Lavori Pubblici

Page 14: CagliariPad 10

chiamano le opere dello scrittore.

ma perché quella forma stravvanata? Il museo si ispira alla forma di un nuraghe e una coper-tura in legno lamellare con pannelli fotovoltaici. All’interno saranno ri-prodotte in un plastico le tombe della necropoli di Pill’e Matta e saran-no proiettati dei video che documenteranno le varie fasi di scavo. “Un nuraghe?” esclama la signora. “A me sembra un gabinetto”. Poi si si-stema la pelliccia, apre lo sportello e se ne va. Chissà cosa penserà del Guggenheim di New York.

VISIONI

Bello o brutto? L’opera che dovrebbe valorizzare pill’ ‘e matta non piace a tutti

Ecco cosa ne pensano i cittadinidi quartucciu e selargius

“Scusi, lei sa cos’è que-sto coso?” La signora im-pellicciata che sfidando il freddo è scesa dalla sua automobile per vedere meglio l’ enorme struttura cerca la risposta tra i pas-santi. Vuole sapere quale sarà la destinazione d’uso di questa gigantesca co-lata di cemento armato, un’enorme tazza che si avvita su se stessa e sale verso il cielo, spiccando come una cravatta texana su un abito in velluto tra le piccole case di Quartuc-ciu. Siamo in un crocevia molto trafficato, là dove inizia Selargius e dove la biforcazione delle strade porta a Quartu da una

parte, al Centro commer-ciale Le Vele dall’altra. “

Si chiama parco arche-ologico Sergio Atzeni questo sito, nato dopo la scoperta della necro-poli di “Pill’ ‘e Matta” per valorizzare i ritrovamenti, dare una nuova colloca-zione alla biblioteca co-munale e dare ai cittadini, nelle intenzioni almeno, uno spazio verde.

Un’opera da otto milioni di euro, finanziata dalla Regione con i bandi Por

e che permetterà di met-tere in mostra i reperti della necropoli della zona industriale fino a oggi cu-stoditi in una località sco-nosciuta ed esposti solo in rare occasioni al pub-blico. L’intervento è impo-nente e sta stravolgendo il volto della periferia del paese. Una grande area verde prenderà il posto dell’attuale sterrato: sarà un parco urbano lette-rario intitolato a Sergio Atzeni, con lunghi viali in cui saranno riportate im-magini simboliche che ri-

Capolavoro o mostro?di Guido Garau

Page 15: CagliariPad 10

GLI EROI INVISIBILI

stare così male da non capire più niente, provare tanto dolore da perdere la ragione e il contatto con la realtà. Non è l’inizio di un dramma cinematografico ma la fine di una tragedia reale, quella che accompa-gna l’ultimo alito di vita di un malato terminale. Il dolore: vederlo aggrapparsi e ac-canirsi su chi ha già con-dotto la sua battaglia e sa che probabilmente non vin-cerà, osservarlo mentre si mangia senza pietà le sue vittime e le costringe ad ar-rivare alla fine in ginocchio.

non sono cose di cui si parla volentieri, ma esi-stono, SONO, si trovano intorno a noi, magari tra le mura della casa accanto, magari tra quelle persone che incrociamo tutti i gior-ni per strada, tra i parenti, un amico, un invisibile che c’è e noi non conosciamo.

Patrizia Lai lo sa bene. Per quattro anni ha svolto servizio di volontariato nel reparto di terapia antalgi-ca all’ospedale Oncolo-gico Businco di Cagliari.

Ora ha lasciato il suo posto a un altro volontario per de-dicarsi alle missioni – parti-rà presto, sempre come vo-lontaria, per una missione in Madagascar - ma quan-do è nato il centro di terapia del dolore, lei era lì, a dare una mano per organizzare dal niente un servizio che non era nemmeno ben vi-sto per la sua complessità, era lì tra le decine di richie-ste che iniziavano ad arri-vare e bisognava gestire. La terapia antalgica consi-ste nella somministrazione di alcuni farmaci, FANS o oppioidi (o entrambi), che servono a placare il dolore cronico da cui sono affetti la maggior parte dei malati terminali. Al Businco si la-vora per questo, anche per

restituire il diritto a una vita, o quel che ne resta, libera dalle atrocità del dolore. e il dolore è anche e soprattutto un’esperien-za emotiva. Patrizia, per anni, tutti i giorni, dopo le ore dedicate al suo lavoro

ufficiale, ha fatto un cam-bio càmice – è un’igienista dentale – ed è passata dal suo studio della Mari-na al reparto del Businco. Lì ha preso appuntamenti, compilato e riordinato car-telle, è stata un punto di

riferimento per infermieri, medici ma soprattutto ma-lati. Rispondere al telefono e archiviare cartelle era il suo compito, accogliere, parlare, ascoltare chiunque ne avesse bisogno il suo valore aggiunto. Quello che lei considera una cosa nor-male, la sua disponibilità e la partecipazione con cui ha ascoltato la disperazione dei malati, dei loro parenti, l’hanno resa invece una donna speciale che ha fatto del dolore altrui il proprio. Rientrare a casa la sera con una e mille storie che non sono la sua, mette-re da parte tutti i problemi personali per dedicarsi a quelli degli altri. E questi altri tutto quello che pos-sono fare è parlare, sfo-garsi, raccontare la loro disperazione. Patrizia li ha ascoltati e tutti, dal primo all’ultimo, anche chi non c’è più, vivono nei suoi ricordi.

di Alessandra Ghiani

Questo spazio è dedicato alle persone che quotidianamente conducono una battaglia silenziosa. Racconta anche tu la tua storia. Le migliori verranno pubblicate. Scrivi a:

[email protected]

uN CAmICE BIANCo pER sCoNfIGGERE IL DoLoRE

Patrizia Lai

Page 16: CagliariPad 10

AGENDA

AttuALItÀ

Venerdì 20 gennaio, alle 18:30, al Centro Iniziative Sociali in piazza del Car-mine, 4 a Cagliari, si terrà il convegno dal titolo: “Pri-mavera araba o Risveglio islamico?”, con Daniele Scalea, autore del libro “Capire le rivolte arabe”.

CoNCERtI

Venerdì 20 gennaio, ore 20.30 - turno A; sabato 21 gennaio, ore 19 - turno B, al teatro lirico: “gioachi-no Rossini Petite Messe solennelle per soli, coro e orchestra”; orchestra e Coro del teatro Lirico, di-rettore Filippo Maria Bres-san. Info: 07040821.

musICAL

da venerdì 20 a saba-to 21 gennaio, alle 21, all’Auditorium del Con-servatorio in piazza Por-rino, 1, la Compagnia della Rancia allestisce il musi-cal: “Happy Days”. Info: www.boxofficesardegna.it; www.greenticket.it.

tEAtRo

da mercoledì 25 a do-menica 29 gennaio, al teatro massimo in Via de Magistris, andrà in scena: “Il racconto d’inverno” di William Shakespeare, con la regia di Ferdinando Bru-ni e elio de Capitani. Info: 070270577.

a cura di Carlo Poddighe

L’oRosCopo dal 17/01 al 30/01

Leone  Frena! Va bene essere generosi, ma qui si esagera. La vita è tua, non puoi

regalarla: anche se il cuore ti porta altrove, prova a limitare i tuoi slanci.

Dedicati, piuttosto, a qualche progetto che avevi abbandonato: le stelle

dicono che questo è per te il momento migliore per cominciare.

VergIne  No. Non devi farlo: non cadere nella tentazione di lasciare la monotona perfezione che quotidianamente ti costruisci. Evita quel pensiero

trasgressivo che ti porterebbe a com-mettere un errore. Devi ritrovare la

tua proverbiale fiducia. La mondanità non fa per te, torna ai tuoi rapporti

interpersonali e intelligenti.

BILAnCIA  La stanchezza inizia a farsi sentire:

iniziare il nuovo anno a tutta birra vi ha lasciato con il fiatone. Siete fatti così: avete trascorso le feste a program-mare, pensare, lavorare, ora che la

quotidianità riprende forma cercate un pertugio di libertà: concedetevi una bel-

la vacanza. Basteranno pochi giorni, ma intensi. L’amore? A gonfie vele.

SCorpIone  È un bel momento. Siete allegri, solari,

avete messo il pungiglione nel cas-setto e ora volete godervi queste belle giornate d’inverno. Le preoccupazioni economiche non vi assillano troppo, in questi giorni: l’ottimismo ha preso il

posto dello scetticismo di qualche tem-po fa. Anche in amore note positive:

godetevi il partner.

ArIete  Incredibile ma vero: ti sei fermato,

hai abbassato la cresta, sei più mansueto del solito. Cosa succede?

Forse sei solo stanco. O forse l’amore, quello vero, sta facendo capolino: fai

attenzione. Dovrai saperlo stuzzicare, questo sentimento, fornendo spunti

sempre inconsueti e inattesi. Ma c’è un clima nuovo, lo senti: è questo sprazzo

d’inverno la tua primavera.

toro   Una bella notizia: è quello che

aspettate. Un cambiamento positivo che riporti serenità dopo un periodo

turbolento, iniziato con malintesi, proseguito con cambiamenti radicali,

finito con scontri verbali e male parole. Forse è la volta buona. In amore, però,

è ancora un’altalena. Le stelle sono male allineate: aspettate tempi migliori.

gemeLLI  Che fascino ragazzi. Vi sentite belli,

attraenti, sexy, super: è così. Gli astri, in questo periodo, vi stanno illuminan-do di quella luce che spesso vi rende grazia. Approfittatene: in amore è un

momento eccezionale, potrete sfruttar-lo per conquistare chi vi sta a cuore…

CAnCro  Voi siete così: delle rose. Dicembre è stato il mese dei petali, gennaio sarà quello delle spine. Siete nervosetti, intolleranti, e come al solito non lo

mandate a dire. Se volete mantenere un buon rapporto di coppia, contenete-vi. Il vostro partner, soprattutto se è del Toro, questa volta non sarà propenso a

tollerarvi troppo.

SAgIttArIo  Siete preoccupati, molto. La situazione economica vi pesa, e il comportamen-to di qualche collega pigro vi comincia a dare sui nervi. Dovete sbottare: sarà

così che troverete, in questo sfogo, anche la pace che cercate. In amore

occhio alle liti: se siete nervosi i rappor-ti possono risentirne parecchio…

CAprICorno  Avrete la volontà di intraprendere una nuova strada. Paradossalmente, però, vi accorgerete, passo dopo passo, che il cammino non porta al futuro, ma al passato: incontrerete infatti persone

che avevate dimenticato, e scoprirete che il tempo non ha cancellato la

sintonia che c’era tra voi. Nuovi arrivi in amore: godetevi questa gioia.

AQUARIO  È un momento particolare: non

state bene (il freddo non è mai stato un vostro amico), aggiungete una

congiunzione sfavorevole dei pianeti e avrete un’istantanea del vostro stato

d’animo. Confusione, smarrimento, preoccupazione. Stando così le cose, è bene che pazientiate: non è ancora

arrivato il vostro momento…

peSCI  Quante idee da realizzare! Siete un vaso di Pandora pronto a esplodere, ma non di rabbia: di troppo entusia-

smo. L’inevitabile risvolto negativo è la confusione: rallentate, allora, Mettete le

cose l’una dopo l’altra, non sovrap-ponetele; parlate meno, pensate in

silenzio. Tutto ciò che di buono avrete da dire verrà fuori con calma.

E sarete ricompensati.

[email protected]

Page 17: CagliariPad 10

L ’azzurro e la croce bianca in campo rosso caratterizzarono le ban-diere sarde dal 1718 fino alla fine del sec. XVIII; ma nel 1848,alla vigilia delle guerre contro l’Austria, Carlo Alberto adottò il tricolo-re con lo stemma sa-

baudo, ponendosi alla guida del processo che avrebbe portato all’uni-tà d’Italia. Nel 1860, se da un lato Nizza e la Savoia furono perdute a favore della Francia, dall’altro cominciarono le annessioni. L’unità d’Italia era alle porte.

DomANDE e RIspostE

pERChé I CoLoRIDELLA mAGLIADEL CAGLIARIsoNo RossoBLù?I colori sociali del Cagliari sono il rosso e il blu – o per meglio dire l’azzurro di Savo-ia. Questi colori sono stati utilizzati dalla squadra dal 1927, mentre nelle prime sta-gioni disputate la formazione sarda scese in campo con un completo ne-razzurro. Il ros-so e il blu adot-tati dal Cagliari sono i colori della città, riportati anche nel gonfalone e nella bandiera cittadina.

GoffREDo mAmELI,L’AutoRE DELL’INNo,ERA sARDo?goffredo mameli è stato un poeta, patriota e scrittore. Annoverato tra le figure più f a m o s e del Risor-g imento i ta l iano, morì a se-guito di una feri-ta infetta che si pro-curò durante la difesa della seconda Repubblica Romana. È l’autore delle parole dell’attuale inno nazionale ita-liano. nato nell’allora regno di Sarde-

gna, suo nonno era giorgio giovanni, della famiglia aristocratica sarda dei “Mameli” o “mameli dei mannelli”, originaria della Sar-degna e precisamente di Lanusei.

DI ChE CoLoRE ERA L’oRIGINARIA BANDIERA DEL REGNo sARDo?

La maglia azzurra venne indossata per la prima volta il 6 gen-naio 1911, in occasio-ne della partita della nazionale di calcio italiana con l’Unghe-ria, giocata a Milano. Sino ad allora l’Italia aveva disputato solo

due incontri, tutti con la maglia bianca. Il colore azzurro venne scelto in onore della casa regnante dei Sa-voia, che a sua volta lo ereditò dal Regno sardo-piemontese. Sullo stemma nobilia-re della famiglia che

regnò sino al 1946 è presente una fa-scia di colore az-zurro, disposta tra-sversalmente. La particolare tonalità d’azzurro è cono-sciuta anche sotto il nome di ‘azzurro di Savoia’.

pERChé LA mAGLIADELLA NAzIoNALEDI CALCIo È AzzuRRA?

Page 18: CagliariPad 10
Page 19: CagliariPad 10

pag. 19

Speciale SeStu

attività commerciali di SeStu

Lenti progressive € 90,00 la coppia

(con garanzia di adatta-mento)

lenti transitions € 40,00 l’unalenti antigraffio + antiriflesso

€ 50,00 la coppiamontatura completa di lenti

€ 30,00

lenti a contatto mensili € 5,00 la coppia

Inoltre:soluzione unica per lenti a

contattocompresa di portalenti € 5,00

occhiali da sole sconti fino al 50%

Armi nuove e usateMunizioni di tutti i calibriAbbigliamento per caccia

Tiro e Difesa

[email protected]

VIA GORIZIA 36SESTU

Autoscuola • MotoscuolaPista privata • Scuola nautica

Rinnovo patente • Recupero puntiMedico in sede • C.Q.C.

Sestu Via Gorizia 72 Tel. 070.261915Ussana Via Roma 146 Tel. 393.4238912

[email protected]

Le migliorimarchea prezzi

d’ingrossoTutto

a 9,90 e

19,90Venite a trovarci

nei nostri punti vendita:

Calasetta • Via Roma 76

Capoterra • Via Gramsci 127

Muravera • Via Roma 189

Sestu • Via Monserrato 122

Trasferiti nel nuovo studio

in Via Vittorio Veneto 233 • SESTU

www.rominadesoguspraticheauto.it

CALZOLERIALavorazione Pelli

Duplichiamo tutti i tipi di chiaviDuplicati telecomandiVia Cagliari 16 • Sestu

Tel. 393.7851882

Page 20: CagliariPad 10

di Alessandra Ghiani

All’accoglienza in un B&B il proprie-tario saluta gli ospiti:“Piacere io sono Ernesto e vengo dal Perù” porge la mano al capofamiglia“Onesto seu deu puru, dall’I-talia” risponde lui“O bà, là che ha detto Erne-sto, non onesto!” gli rimprove-ra a urla un altro“Ahhhh, e inzà ciao Ernesto del Perù, Usai Giuseppe, Peppi per gli amici da Mon-serrato”

Ernesto è spaesato, l’italia-no lo parla bene, ma non ha capito nulla di tutto questo battibeccare. Certo, oltre che onesto,Ernesto è anche for-tunato, gli è capitata una bella famigliola sarda, delle più tipi-che, in vacanza a Roma per la prima volta. Genitori set-tantenni, Peppi e Pinuccia, si sono concessi finalmente un viaggetto nella Capitale per un salutino al Papa, accom-pagnati dai figli Peppi (junior) di trentasette anni e Marietto, che nonostante il nomigno-lo ha quarantaquattro anni e pesa centotrenta chili. Rispet-tive mogli e pargoli ovviamen-te al seguito.

Pinuccia aveva iniziato a pre-parare il pranzo al sacco tre giorni prima, così ogni compo-nente della famiglia avrebbe avuto qualcosa da spilucca-re in caso di feroci morsi allo stomaco, soprattutto Marietto, che ultimamente sua madre vedeva un po’ pallidino e dimagrito.

Così, alle cinque e quarantacinque del mattino, in coda al gate d’im-barco in aeroporto, tutti gli otto della famiglia Usai avevano sulle spalle ognuno il proprio zainetto di viveri.

“Scusate, questi sono i nostri po-sti…” alcuni passeggeri in aereo

reclamano le loro poltrone“E chi d’ha nau? Noi ne siamo ar-rivati prima!” risponde già infastidito Peppi mentre i primi si guardano imbarazzati senza saper cosa dire.

“Signori’!? Signorinaaaa!? Ascolti siccome a me questa cintura di sicurezza non mi aggancia, e siccome questi signori vogliono il nostro po-sto, non è che ci può dare altre poltrone?” Pinuccia si rivolge (con toni discreti) a una delle hostess, che in re-altà ci mette un po’ di tempo a spiegare a tutta la famiglia che i posti sono già asse-gnati e indicati nel biglietto e le cinture sono regolabili.

Ognuno al proprio posto, con cinture allargate a modo e misura, gli Usai sono siste-mati.“Signora, preferisce la cap-pelliera?” chiede l’assistente di volo a Pinuccia indicando lo zaino che tiene tra i piedi.“Nooo grazie, non ne uso, ma poitta…meda friusu faidi in s’aereplanu?”“Oh ma’, la cappelliera è il portabagagli lì sopra, non una berrita!” grida Marietto dalle poltrone della corsia parallela“Ah, basta dirlo! No grazie signori’, la tengo qui, mai sia che si schiacciano le uova ripiene!”

Alle otto e un quarto tutta la famiglia è a Fiumicino: tutti i bagagli risultano all’appello, Peppi junior troppo contento

perché nessuno si è accorto delle salsicce che aveva imboscato in mezzo alla biancheria e la moglie di

Ayò in Continente – Prima ParteUna famiglia sarda (Un Po’ alla bUona) Prende il volo

LAIfSTAIL

storia di Ernesto e della sua sterminata prole, tra bagagli, cappellieree una sbirciatina alle gambe delle hostess così diverse dalle ragazze nostrane

Page 21: CagliariPad 10

pag. 21

Marietto è nera perché lui per tutto il viaggio non ha fatto altro che guardare le gambe dell’assistente di volo. Tutto sommato però le cose vanno alla grande.

L’unico problema è che c’è un po’ di appetito ge-nerale. Una veloce per-lustrazione e qualcuno adocchia un bar: la caro-vana si sposta verso i ta-volini.

“Cosa prendete?”“Faccia due spremutine d’arancia per i bambini”“Basta così?”“Si si, noi siamo a posto”La cameriera si allontana un po’ stranita per riappa-rire subito dopo con l’ordi-nazione“Sono 8 euro”“Esss su bugginu! E itt’as spremiu a Berlusconi?” Marietto paga scandaliz-zato per il prezzo esage-rato.

Tempo trenta secondi e i due tavoli del bar si tra-sformano in un banchet-to degno della Sagra del dolce di Monserrato. Un termos di the, uno di caffè e uno di latte. Un vassoio

di dolcetti tipici sardi, una torta alle mele, cro-stata e anche una ciot-tola di civraxiu a dadini per Peppi (padre) che è abituato a mangiare pane e caffelatte al cuc-chiaio.

“Che annate ar centro?”“No, a Roma andiamo! Nel bedd’ebref!” rispon-de Marietto fiero di aver parlato in inglese“Ve serve ‘na navetta?”“Ehhhh navetta?? E itta ses maccu? Noi abbia-mo il volo anche per rientrare!” si intromette Peppi“Oh pà, la navetta è il pullman!” grida Peppi junior“Se ve po’ interessà ve faccio tredici euro e quarantanove a testa e ve porto direttamente ar bed and breakfast, il treno ve costa quattor-dici e ve lascia a Termi-ni!”

Quattro conti veloci e tutta la famiglia è appresso al furbo autista.

All’accoglienza del B&B il proprietario saluta gli ospi-

ti:“Piacere io sono Ernesto e vengo dal Perù” porge la mano a Peppi“Onesto seu deu puru, dall’Italia” risponde lui“O bà, là che ha detto

Ernesto, non onesto!” gli rimprovera a urla Marietto“Ahhhh, e inzà ciao Erne-sto del Perù, Usai Giusep-pe, Peppi per gli amici, da Monserrato, e questa è la famiglia mia” .Passa le Feste con noi!

Divertirsi mangianDo...

Cucina Tipica SardaCarne e PescePiatti composti

BisteccheriaPizzeria con oltre 40 tipi

di pizza a sceltaOttimo locale

per festeggiare le tue ricorrenze

Via del Lavoro, 5 • SELARGIUS • 070.843318 • 348.3450028

FINE SETTIMANA

MUSICA DAL VIVO

Beni

Benius

Al Bivio

Crêpes Dessinées 3a edizione 5a puntataincontro con Luca Usai

disegnatore Disney

3 gennaio 2011dalle 20 e 30

Crêpes

e fumetti

RistorantePizzeria

VUOI FARE UN GRAN REGALOA NATALE ?

NEL PERIODO NATALIZIO ALL’AUTOSCUOLA MI.TO.TROVI TUTTI I VANTAGGI

OFFERTA DI FINE ANNOritaglia questo coupon e portalo da noi:

se vuoi regalarti o regalare una Patente “B” siamo noi a regalarti i libri o il DVD multimediale e superato l’esame di teoria 4 guide sono gratis!!!

se sei interessato alla patente superioreil regalo è ancora più grosso:

un MAXI SCONTO ti aspetta!!!!

il nostro orario di apertura è:mattina 9:00 – 13:00

pomeriggio 15:30 – 20:00sabato 9:30 – 12:30

TI ASPETTIAMO, AFFRETTATI!!!Michele e Salvatore

Page 22: CagliariPad 10
Page 23: CagliariPad 10

Uscire di casa presto al mat-tino e sentire il freddo che ti

taglia la faccia, girare l’angolo e incontrare i primi studenti, libri alla mano, occhi gonfi dal sonno, bocca spalancata da uno sbadi-glio. L’auto con i vetri appannati e il volante ghiacciato, fermarsi un attimo per sfregare tra loro le mani in cerca di un po’ di calore.

Un bidello con le chiavi in mano si avvia verso la scuo-

la, il profumo del pane mi ricor-da che qualcuno è sveglio da molto prima di me. Davanti allo studio del medico c’è già la fila dei pazienti impazienti e il traf-fico è ancora accettabile. L’odore del forno si spezza con quello del camion dell’umido, che svuota le pance dei bidoni marron. Il ter-gicristallo zampilla sempre dalla parte sbagliata, così un passante di corsa con la valigetta in mano mi manda affanculo.

Lo spazzino col naso da Mastro Geppetto e la scopa di paglia

lotta con un chewingum attac-cato sull’asfalto e tre o quattro camionette della polizia peni-tenziaria vanno di corsa verso Buoncammino. Davanti all’in-gresso dell’ospedale infermieri

e medici vanno a casa dopo il turno notturno, altri arrivano per quello mattutino. I bar sono aperti già da qualche ora e il guardiano dell’Università inter-roga le prime auto che arrivano.

Gli ambulanti tra i parcheggi sono già arrivati e braccia

all’aria vogliono farmi parcheg-giare. Il vigile urbano si aggiusta il berretto e inizia a lucidare la penna e le commesse dei negozi lavano le vetrine. L’edicolante si-stema i suoi giornali, è lì già da parecchio.

C’è quello con la mano attac-cata al clacson perché ha

fretta di arrivare chissà dove, ma qualcuno davanti a lui cerca di parcheggiare, abbandonando l’idea dopo qualche tentativo, probabilmente è una donna. I taxi fermi davanti alla stazione attendono i loro passeggeri e il fi-schio del capostazione raggiunge gli ultimi viaggiatori ritardatari. Chi scende dal treno afferra una copia di Metro senza fermarsi e corre verso l’ufficio.

L’addetto ai parcheggi mi ricor-da che devo pagare l’abbona-

mento e il mio vicino di strisce blu scende dall’auto parlando al telefono di software e macro-sistemi. Una filippina di corsa borbotta da sola in filippino ma è visibilmente adirata e ha appe-se alle braccia quattro o cinque buste del panificio.

Un nonno vigile mi fa attra-versare la strada anche se

devo andare dalla parte opposta e nel frattempo quindici bambini accompagnati da altrettanti ge-nitori che vanno di fretta mi tra-volgono a colpi di zaini enormi e ombrelli chiusi appesi al braccio.

La città è tutta un’attività fre-netica e alle otto del matti-

no dal quartiere La Vega fino a Stampace ho già incontrato de-cine di persone diverse.

Diverse ma tutte uguali a me: LAVORATORI. Mal comune,

mezzo gaudio.

“Mi piace il lavoro, mi affascina. Potrei stare per ore seduto ad osservarlo...”

Jerome Klapka Jerome

La Vega-Stampace solo andata

Il Corsivo

Page 24: CagliariPad 10

SONOARRIVATI......vENDEsI

eCAGLIARIpAD!

www.cagliaripad.it...seguici su

o scrivici: [email protected]

Pizzeria Bisteccheria RistoPubSelf Service

Pizzeria - Bisteccheria

Venerdì e Sabato dalle 20:00

Self Service

dal Lunedì al Sabato dalle 12:30 alle 15:30

Feste Private

su Prenotazione (compleanni - cerimonie)

Pizza Baby Dance

Feste per bambini

Sala Convention

Riunioni di lavoro

Mega Schermo con partite di campionato SKY

SESTU • S.S. ex 131 km 7,650

cc IperPan MediaWorld

Tel. 070.2299005

e.mail: [email protected]

facebook: Greenrabbit