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1 C O M U N E DI O D E R Z O C ITTÀ A RCHEOLOGICA (Provincia di Treviso) http://www.comune.oderzo.tv.it SERVIZIO AFFARI GENERALI – DEMOGRAFICI – CULTURA UFFICIO SEGRETERIA GENERALE TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 29 MARZO 2011 Il presente documento è una trascrizione degli interventi registrati durante la seduta consiliare e non ha carattere di ufficialità. ARGOMENTI IN DISCUSSIONE: 1 RICEVIMENTO UFFICIALE DI CITTADINI CENTENARI. 2 INDIVIDUAZIONE DEGLI ORGANISMI COLLEGIALI RITENUTI INDISPENSABILI PER LA REALIZZAZIONE DEI FINI ISTITUZIONALI DELL’ENTE. 3 PROGRAMMA DEGLI INCARICHI DI COLLABORAZIONE AUTONOMA PER L’ANNO 2011 – INTEGRAZIONE. 4 VARIAZIONE N. 1 AL BILANCIO DELL’ESERCIZIO IN CORSO. 5 INTEGRAZIONE AL VIGENTE REGOLAMENTO GENERALE SULLE ENTRATE APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL C.C. N. 100 DEL 2 DICEMBRE 1999. 6 ADOZIONE VARIANTE PARZIALE N. 2 AL PIANO DEGLI INTERVENTI – APP. N. 19 – ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO AI SENSI DELL’ART. 6 L.R. 11/2004 – DITTA TER.DA.BA.. 7 APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE TOMASELLA – SIMONETTI IN VIA ZARA. 8 APPROVAZIONE MODIFICA ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO – CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE DI VIA PANTANO AI SENSI DEL 6° COMMA ART. 20 L.R. 11/2004 AREA STRATEGICA 1.3. 9 APPROVAZIONE ACCORDO DI PIANIFICAZIONE CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PUBBLICA INERENTE L’AREA DENOMINATA “PIAZZALE DELLA VITTORIA”. 10 APPROVAZIONE VARIANTE N. 3 AL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO RESIDENZIALE – COMPARTO C2.2/11-C1.2/13 DENOMINATO MIXER. 11 MOZIONE DEL CAPOGRUPPO DEL “POPOLO DELLA LIBERTÀ” PAOLO FERRI IN ORDINE AL DINIEGO D’ACCESSO AGLI ATTI OPPOSTO DALLA R.A.O. ALL’EX PRESIDENTE MARCELLO FERRI E RELATIVE CONSEGUENZE. 12 “ORDINE DEL GIORNO SUL CONTENUTO DELLE DELIBERE DI APPROVAZIONE DI ACCORDI PUBBLICI PRIVATI” PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE “LEGA NORD”. PRESIDENTE: Buonasera, benvenuti a tutti. Diamo inizio a questa seduta del Consiglio comunale. Sono le ore 19,24. Passo la parola al Segretario per l’appello. Il Segretario procede all’appello nominale. Consiglieri comunali presenti: Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Battistella, Vedovelli, Scardellato, Luzzu, Alescio.

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C O M U N E DI O D E R Z O

C ITTÀ ARCHEOLOGICA

(Provincia di Treviso) http://www.comune.oderzo.tv.it

SERVIZIO AFFARI GENERALI – DEMOGRAFICI – CULTURA

UFFICIO SEGRETERIA GENERALE

TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE

DEL 29 MARZO 2011 Il presente documento è una trascrizione degli interventi registrati durante la seduta consiliare e non ha carattere di ufficialità. ARGOMENTI IN DISCUSSIONE: 1 RICEVIMENTO UFFICIALE DI CITTADINI CENTENARI. 2 INDIVIDUAZIONE DEGLI ORGANISMI COLLEGIALI RITENUTI INDISPENSABILI PER LA

REALIZZAZIONE DEI FINI ISTITUZIONALI DELL’ENTE. 3 PROGRAMMA DEGLI INCARICHI DI COLLABORAZIONE AUTONOMA PER L’ANNO 2011

– INTEGRAZIONE. 4 VARIAZIONE N. 1 AL BILANCIO DELL’ESERCIZIO IN CORSO. 5 INTEGRAZIONE AL VIGENTE REGOLAMENTO GENERALE SULLE ENTRATE

APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL C.C. N. 100 DEL 2 DICEMBRE 1999. 6 ADOZIONE VARIANTE PARZIALE N. 2 AL PIANO DEGLI INTERVENTI – APP. N. 19 –

ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO AI SENSI DELL’ART. 6 L.R. 11/2004 – DITTA TER.DA.BA..

7 APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE TOMASELLA – SIMONETTI IN VIA ZARA.

8 APPROVAZIONE MODIFICA ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO – CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE DI VIA PANTANO AI SENSI DEL 6° COMMA ART. 20 L.R. 11/2004 AREA STRATEGICA 1.3.

9 APPROVAZIONE ACCORDO DI PIANIFICAZIONE – CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PUBBLICA INERENTE L’AREA DENOMINATA “PIAZZALE DELLA VITTORIA ”.

10 APPROVAZIONE VARIANTE N. 3 AL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO RESIDENZIALE – COMPARTO C2.2/11-C1.2/13 DENOMINATO MIXER.

11 MOZIONE DEL CAPOGRUPPO DEL “POPOLO DELLA LIBERTÀ” PAOLO FERRI IN ORDINE AL DINIEGO D’ACCESSO AGLI ATTI OPPOSTO DALLA R.A.O. ALL’EX PRESIDENTE MARCELLO FERRI E RELATIVE CONSEGUENZE.

12 “ORDINE DEL GIORNO SUL CONTENUTO DELLE DELIBERE DI APPROVAZIONE DI ACCORDI PUBBLICI PRIVATI” PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE “LEGA NORD”.

PRESIDENTE: Buonasera, benvenuti a tutti. Diamo inizio a questa seduta del Consiglio comunale. Sono le ore 19,24. Passo la parola al Segretario per l’appello. Il Segretario procede all’appello nominale. Consiglieri comunali presenti: Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Battistella, Vedovelli, Scardellato, Luzzu, Alescio.

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Consiglieri comunali assenti: Perissinotto, Rebecca, (intervenuto dopo l’appello), Sarri (intervenuto dopo l’appello), Tessarolo, Freschi (intervenuto dopo l’appello), Campigotto (intervenuto dopo l’appello), Ferri (intervenuto dopo l’appello), Polesello (intervenuto dopo l’appello). PRESIDENTE: Va bene. Allora, prima di cominciare il Consiglio voglio salutare e dare il benvenuto alla professoressa Elsa Costanzo.. Vedo che è partito subito un applauso spontaneo dagli studenti, quindi questa la dice lunga insomma. Dicevo, la professoressa Elsa Costanzo che ha accompagnato la classe quarta ginnasio del Liceo Classico Scarpa della sede di Oderzo. Quindi do il benvenuto a nome di tutto il Consiglio comunale agli studenti questa sera. So che con la loro professoressa Selene Zanette hanno compiuto un percorso di studio e di avvicinamento allo studio e al funzionamento delle Amministrazioni locali e del Consiglio comunale in particolare. Spero questa sera possano trovare dei riscontri e degli spunti per l’approfondimento. Poi naturalmente saluto e faccio gli auguri di pronta guarigione, perché so che la professoressa Selene Zanette è a casa malata, quindi le auguro di rimettersi prontamente. Professoressa Zanette con cui sono in contatto da alcuni mesi, appunto proprio in vista di questa serata, e so che ci avrebbe tenuto tantissimo ad essere presente qui stasera con la sua classe, quindi voglio salutarla in special modo. Quindi benvenuti, e buon Consiglio anche a voi. Passiamo al primo punto. PUNTO 1° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «RICEVIMENTO UFFICI ALE DI CITTADINI CENTENARI» PRESIDENTE: Allora, tanto per cominciare io chiedo ai nostri due centenari presenti, il signor Candido Zanardo e la signora Rosa Varnier, a raggiungere qui accanto il Sindaco per dare inizio al ricevimento. A nome di tutto il Consiglio comunale faccio gli auguri di buon compleanno. Entrambi compiono cent’anni nel 2011, anche se non sembra. Passo la parola al Sindaco. SINDACO: Bene, allora buonasera a tutti. Un benvenuto qua nella sala comunale ai nostri due centenari, un saluto anche a tutti gli altri presenti, in particolare agli amici e ai parenti dei nostri due centenari, alla scolaresca che qui c’è questa sera, quindi agli studenti e all’insegnante, e a tutti gli altri cittadini presenti. Diciamo che ogni anno noi vogliamo festeggiare adeguatamente questo meritato e bel traguardo raggiunto da nostri concittadini. In questo caso questa sera abbiamo qui con noi due concittadini centenari, che veramente in un certo senso fanno anche invidia a vedere il loro stato di salute così bello, così diciamo a posto, sia fisicamente che mentalmente, perché a volte ci sono persone che raggiungono i cento anni e anche li superano, però o fisicamente o mentalmente hanno qualche deficit. Nel nostro caso, invece, abbiamo delle persone veramente che sembra che di anni ne abbiano molto meno. E allora vediamo un po’ quali sono i centenari che abbiamo nella nostra Città di Oderzo? Ne abbiamo diversi, esattamente ne abbiamo 11 e posso anche elencarli: la signora Favretto Lucia. Ecco, queste quattro signore sono nella Residenza per anziani Luzzatti di Oderzo, vedo anche il Presidente che saluto e altri amministratori che saluto della Residenza per anziani. E sono dunque la signora Favretto Lucia, che ha 101 anni, la signora Polesello Costantina che ne ha 103, la signora Serafin Luigia che ne ha 100 e la signora Vanni Valerea che ne ha 102. Ecco, queste signore non sono state in grado di venire a partecipare alla seduta del Consiglio, anche se ricordo l’anno scorso qualcuna di loro era intervenuta. Poi ce ne sono anche in Casa Soggiorno Simonetti, altre due: la signora Cracco Anna e la signora Fedon Enni, entrambe di 101 anni.

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Poi abbiamo la signora Mascherin Clara che ha 100 anni, però non sta tanto bene e quindi non è potuta venire, e poi abbiamo i nostri due arzilli dirò centenari perché stanno molto bene, e sono la signora Varnier Rosa e il signor Zanardo Candido, che saluto veramente volentieri. Dirò che è veramente un piacere festeggiare insieme, tutta la comunità, tutti i rappresentanti che sono qui seduti nei banchi del Consiglio comunale della nostra Città di Oderzo, festeggiare dei cittadini che hanno raggiunto traguardi così importanti. Trascorrendo i loro cento anni hanno passato tutto, pensiamo un po’ alle vicende della loro vita, i percorsi. Quindi sono nati nel 1911, hanno visto la Prima Guerra Mondiale, hanno visto la dittatura, hanno visto la Seconda Guerra Mondiale, la Liberazione, la nascita della Repubblica e hanno percorso tutti questi anni, chiaro anche la Repubblica Italiana. Per cui un sacco di vicende, loro un po’ la storia degli ultimi cento anni la trasportano sulle loro spalle perché l’hanno vissuta ed è nella loro mente. Questo fa piacere perché chi lo sa come era cento anni fa l’Italia nel 1911, quando loro sono nati. Cento anni insomma sono stati veramente un passaggio epocale, soprattutto nel ‘900 con l’informatica, con tante cose che sono capitate in questi anni e che hanno veramente cambiato il mondo rispetto a cento anni fa. Ecco, loro hanno percorso diciamo tutta questa lunga stagione e a loro veramente auguro di cuore di andare avanti ancora, ancora per tanti anni, sempre in salute come siete, e anche con l’amore e l’affetto dei vostri cari che vi sono vicini e di tante persone che vengono qua a festeggiare. PRESIDENTE: Chiedo al signor Candido se vuole dire due parole. Prego. SIG. ZANARDO: Un ringraziamento tutti quelli che fanno per me, gli auguri di tutti. Grazie a tutti, mille volte grazie e grazie al Sindaco. Grazie a tutti. SIG.RA VARNIER: Prima di tutto grazie infinite al signor Sindaco che ha voluto che venga qui a passare due o tre ore. Cosa devo dire? Ringrazio tanto prima di tutto il signor Sindaco, poi tutte le autorità e tutti quelli che hanno voluto partecipare. Grazie, grazie infinite. PRESIDENTE: Grazie a voi di cuore, veramente. Adesso vediamo se c’è qualche intervento. La parola va al Capogruppo di Oderzo Sicura, Ginaldi. Prego. CONS. GINALDI: Sì, io ho sempre il piacere di salutare i nostri cittadini centenari che ci vengono a trovare. Insomma questa sera mi pare che ci sia una seduta consiliare veramente piena di vita. Piacerà sentire ai ragazzi del liceo classico che siamo in presenza dell’Alfa e dell’Omega, perché abbiamo proprio tutte le età questa sera. Ai cittadini centenari anche nelle altre occasioni ho detto più di una volta che si associa alla loro età sempre la saggezza, quasi che si volesse dire che, solo perché una persona raggiunge una certa età, la saggezza è una prerogativa di quella età, quindi ci si aspetta da questa persona, per la sua età, che sia saggia. Io ho sottolineato più volte, e mi piace dirlo anche ai ragazzi, invece che forse è vero proprio il contrario. Cioè chi è saggio arriva a questa età, e quindi sappiate che se sarete saggi, se condurrete una vita saggia arriverete a questa età. Penso che le condizioni fisiche e mentali, come ha detto il Sindaco, proprio di questi cittadini non possano che attestare quello che sto dicendo.

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Ai ragazzi mi piace domandare: che cosa fate di solito a quest’ora, e dove avete visto la politica fino adesso? Penso alla televisione. Non so se avete tante altre volte partecipato ad una seduta consiliare, non so, ma è probabile che a quest’ora generalmente voi siate davanti alla televisione. Ecco, mi piace molto pensare che invece questa sera siete qua, e mi piace molto pensare che avrete un’idea completamente diversa da quella che ricavate dalla televisione. E purtroppo mi è più volte venuta la riflessione che, proprio quello che vediamo alla televisione ci fa disamorare della cosa pubblica. Questa sera non sentirete parlare di Berlusconi, non sentirete di parlare di Bersani, non ne abbiamo nemmeno mai parlato, perché noi qui parliamo, ci occupiamo principalmente, perché questo è il nostro livello, dei nostri problemi. E quindi se qualcuno di noi può anche essere disinteressato rispetto a quello che si svolge in altri ambienti, nessuno di noi e nemmeno voi potete essere disinteressati a quello che accade qui, al buco, come viene tantissime volte richiamato qui in questa sala, al buco che c’è nel marciapiede o alla vostra sede del liceo. Questa sera non si parlerà della vostra sede, ma in altre sedute consiliari il vostro problema è stato preso in considerazione. Allora quello che si vede alla televisione dicevo tante volte ci fa disamorare, ci condiziona, e non ci rende quindi poi liberi invece di decidere come condurre la nostra vita e anche le nostre scelte politiche. Mi ricordo una vecchissima canzone che diceva invece che, appunto, dobbiamo essere liberi e che la libertà è partecipazione. Credo che vadano ringraziati gli insegnanti che vi hanno portato fino a qui. Credo che vada sottolineato il fatto che vi stanno insegnando come ci sia un senso tra quello che state studiando adesso a scuola e quello che poi vivete. Per esempio studierete la storia romana e vi sarà spiegato, perché ci sono degli opuscoli a servizio delle scuole, vi sarà spiegato che il Difensore Civico attuale che è la persona, l’istituzione che difende i cittadini, il Difensore Civico altro non è oggi che il vecchio tribuno della plebe. Un’istituzione che prende le mosse dal 494 avanti Cristo. E quindi credo che sia veramente pregevole il lavoro dei vostri insegnanti, credo che avrete l’esatta contezza che quello che studiate non è avulso dalla realtà ma che oggi stiamo vivendo la diretta conseguenza di quello che è successo nell’antichità. E mi piace concludere, mi scuso, mi sono dilungata, mi sono fatta prendere, comunque mi piace concludere proprio con delle parole che il Difensore Civico, questo Difensore Civico della Provincia di Trento, ma anche a scuola vostra c’è un opuscolo proprio sul Difensore Civico del Veneto, ha detto: essere cittadini consapevoli ed attivi, abbandonare il mondo dell’indifferenza migliora la vita di tutti ed aiuta a far crescere le istituzioni. Quindi grazie per essere venuti, e grazie ai cittadini centenari. PRESIDENTE: La parola va al Consigliere di Oderzo Sicura, Paladin. CONS. PALADIN: Grazie, signor Presidente. Buonasera a tutti. Mi accodo a quanto detto dalla mia collega, la Consigliera Ginaldi, riguardo ai giovani. È giusto che cominciate a vedere quella che è la vita amministrativa del vostro Comune o dei Comuni qui vicini, perché solo avvicinandosi ad essa si può capire e poi essere attori partecipanti alla propria vita. Mi soffermo un attimo su quelli che sono i due ospiti d’onore di questa serata e li saluto entrambi, uno in particolar modo lo conosco, anzi lui conosce me da quando sono nata perché i miei genitori quando si sono sposati sono andati a vivere nella casa di Candido, quindi per me è quasi un nonno acquisito e lo ricordo con tantissimo affetto, lui come tutta la famiglia. E mi piace che siano qui questa sera perché questo praticamente, se non è l’ultimo, è il penultimo Consiglio comunale di questa tornata amministrativa. Poi ci sarà la corsa a quella che si chiama campagna elettorale, ci saranno gli esiti delle urne e poi si ricomincerà la strada. Mi fa piacere siano qui questa sera perché vedendo loro soprattutto, ripeto, Candido, ma anche la signora perché la vedo così serena; vedendo loro con la storia che portano sulle loro spalle, giustamente il Sindaco ha detto sono cento anni e la nostra Patria è stata attraversata da tantissimi fatti in questi cento anni. Forse quei cento che a scuola si studiano meno degli altri perché si arriva sempre in dirittura finale e non sono spesso approfonditi come dovrebbero essere. Loro hanno questa storia sulle spalle, ma io che conosco uno di loro personalmente, conosco quella che è la sua lealtà, la sua forza, il suo coraggio, il suo non arrendersi mai davanti a nessuna difficoltà, la sua serietà nei confronti delle persone, il fatto proprio di uno stile di vita sereno, senza mai offendere nessuno.

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E questo mi fa piacere ricollegarlo a quella che è la chiusura di quello che io considero ormai il nostro mandato che si volge verso la fine, perché deve essere un insegnamento proprio a trattare le persone con dignità, senza mai offenderle. E questo è sintomo proprio di una cultura che forse in qualche modo ci sta abbandonando. Quindi, io ringrazio loro della loro presenza, naturalmente anche le loro famiglie che gli sono molto vicine. Gli auguro tutto il bene che posso augurare loro e, come mi ha detto Candido, quegli anni che arrivano io li prendo. Quindi tutti quelli che il Signore le vorrà dare, a lei e anche alla signora, soprattutto che possiate viverli serenamente come state vivendo adesso e con l’amore della vostra famiglia. Grazie. PRESIDENTE: La parola al Consigliere di Oderzo Sicura, Dell’Aica. CONS. DALL’AICA: Grazie, Presidente. Solo per accodarmi anch’io a questi auguri che vengono fatti a questi due concittadini, in special modo a quello che conosco personalmente perché fin da bambino lo vedevo passare per Piavon essendo compaesano. Devo dire che da allora in poi lo vedo sempre uguale, sempre deciso, sempre fermo, sempre diciamo sicuro di quello che fa, però d’altro canto ti infonde sempre questa tranquillità, questa pace quando lo vedi e quando ci parli assieme, che è un qualcosa veramente di straordinario. E devo dire che questa peculiarità la trovo poi anche trasmessa ai figli, quelli che perlomeno conosco personalmente, e anche con Ulderico che ho avuto modo di conoscere in particolar modo giocando a calcio, la pazienza che ha e penso che abbia ereditato appunto dal padre. Per questo gli faccio sinceramente i miei complimenti e, pubblicamente ancora, ho il piacere di fare e rinnovare gli auguri per questi cento anni e forza per altri ancora eh! Grazie. PRESIDENTE: Dico due parole anch’io riguardo i nostri due ospiti centenari qua, perché anch’io essendo di Piavon conosco in special modo Candido Zanardo, non solo siamo compaesani ma abitando lui in via Ronche di Sotto siamo anche vicini di casa. Quindi, io sono abituato a vederlo fin da quando ero bambino. Sì, di solito si dice i bambini basta che vedano una persona di trent’anni e subito la giudicano di chissà quale età. Ma quand’ero bambino io, io credo che non si offenda, lui era veramente anziano e quindi anch’io, come diceva il collega Dell’Aica, negli anni lo vedo sempre uguale, me lo ricordo come un vecchio saggio, sempre pronto a darti qualche consiglio, sempre pronto alla battuta. Sapeva veramente trattare con i bambini, e quindi in tutti questi anni io l’ho sempre visto così. Poi da ultimo vorrei dire che io spero che nella ricetta per arrivare a cent’anni così, il motivo principale sia appunto l’aria che si respira in via Ronche di Sotto, ecco. Va bene, auguri ancora e complimenti! Proseguiamo con la cerimonia, direi che possiamo passare alle firme nel libro d’onore del Comune, poi la foto. Allora adesso facciamo la foto, la facciamo magari accanto alla torta, e poi brevemente ci sposteremo nella saletta accanto alla sala consiliare per brindare in onore dei nostri concittadini centenari, una fettina di torta per tutti. Siete tutti invitati, naturalmente anche gli studenti della quarta ginnasio. La parola al Sindaco. SINDACO: Io sono stato molto vicino ai due centenari perché magari penso che, se essere centenari si può pensare a qualcosa di contagioso, mi prendo subito questa malattia e pensare di poter arrivare a cento anch’io, e poi anche di divulgarla agli altri. Avete visto che hanno firmato, e hanno firmato anche senza occhiali e hanno letto quello che hanno firmato. Quindi bene. Adesso io, compiacendomi ancora con voi per la vostra età, per come la portate e per la vostra esperienza e la vostra saggezza, direi di seguire l’indicazione che ha dato il Presidente e di passare alla foto e al taglio della torta.

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PRESIDENTE: Invito tutti i Consiglieri a prendere il loro posto. Allora proseguiamo con i lavori del Consiglio. Nomino gli scrutatori: per la maggioranza nomino i consiglieri Graziano Dell’Aica di Oderzo Sicura e Battistella Stefano di Cittadini Uniti. Per le minoranze nomino il Consigliere Maria Scardellato della Lega Nord. PUNTO 2° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «INDIVIDUAZIONE DEG LI ORGANISMI COLLEGIALI RITENUTI INDISPENSABILI PER LA REALIZZAZ IONE DEI FINI ISTITUZIONALI DELL’ENTE» (Omissis deliberazione n. 16) PRESIDENTE: Quindi individuazione è prevista dalla legge. Io darei per letta la delibera, e quindi passo direttamente alle votazioni. Quindi metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 2 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 17 Contrari: nessuno Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Polesello) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera che abbiamo appena approvato. Favorevoli: n. 17 Contrari: nessuno Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Polesello) PUNTO 3° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «PROGRAMMA DEGLI IN CARICHI DI COLLABORAZIONE AUTONOMA PER L’ANNO 2011 – INTEGRAZI ONE» (Omissis deliberazione n. 17) PRESIDENTE: Anche in questo caso se non ci sono interventi io darei per letta… Vedo che c’è un intervento e quindi passo la parola al Consigliere della Lega Nord, Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Buonasera. Allora premesso che possiamo dichiarare subito il voto favorevole, c’è però una domanda che volevo fare. Dunque, visto che siamo a fine marzo e a fine marzo si prevede di nominare un consulente per la procedura di affidamento della gestione della farmacia, domando in che tempi che la procedura venga conclusa. Questo perché? Perché a febbraio abbiamo messo a bilancio 200.000 euro di entrate per la concessione della farmacia. Quindi, se adesso dobbiamo ancora nominare il consulente che metta in piedi la gara per fare l’assegnazione, questi 200 temo che non entreranno mai, che abbiamo appena messo a bilancio. Questa è una domanda.

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PRESIDENTE: Allora passo la parola al tecnico Da Re per la risposta. GEOM. DA RE: Sì, il discorso del bando, il consulente è necessario per poter avere dei dati precisi visto il carattere particolare dell’intervento. L’ipotesi è nel giro di tre, massimo quattro mesi di avere espletato il bando. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Vuole completare la risposta? GEOM. DA RE: Beh, le previsioni si erano fatti i calcoli per vedere una tantum, appunto, quei 200.000 euro. Però dopo come tutti i bandi dipende dalle offerte che vengono proposte. Quindi non si sa. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Il primo anno è una tantum. GEOM. DA RE: Sì, perché il bando prevede una quota fissa una tantum e dopo una quota annuale. Quindi quella di partenza è una tantum. PRESIDENTE: Va bene, allora possiamo passare alla votazione. Metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 3 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 17 Contrari: nessuno Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Polesello) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 17 Contrari: nessuno Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Polesello)

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PUNTO 4° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «VARIAZIONE N. 1 AL BILANCIO DELL’ESERCIZIO IN CORSO». (Omissis deliberazione n. 18) PRESIDENTE: Anche in questo caso, se non ci sono interventi... Vedo che c’è l’intervento del Capogruppo della Lega Nord, Sarri. Prego. CONS. SARRI: Grazie, Presidente. Senza dubbio noi avevamo lamentato anche ieri sera che c’era una Commissione, visto che c’è una variazione al bilancio, se magari era possibile avere qualche chiarimento, visto che lo spostamento più sostanziale è nel Fondo di Riserva e sappiamo che il Fondo di Riserva serve, appunto in caso di emergenza o di necessità. Noto che vengono tolti circa 11.000 euro, volevo sapere se appunto si può sapere la motivazione, come mai questa scelta di togliere dei fondi dal fondo di riserva insomma. Ecco. PRESIDENTE: La parola al Consigliere del Partito Democratico, Campigotto. CONS. CAMPIGOTTO: Anch’io volevo dei chiarimenti sulle varie voci di variazione, perché vedo nella delibera che ci sono questi 13.000 euro di entrate derivanti da contributo e trasferimenti correnti dello Stato, ecc. al Titolo 2, che mi sembra di capire hanno movimentato un po’ tutta la questione, oltre al Fondo di Riserva di cui già parlava il collega Sarri. Poi vedo che c’è una serie di voci trasferimenti che vanno in aumento e in diminuzione e volevamo capire che voci, che capitoli vengono movimentati su questi importi. Grazie. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Uno, delle previsioni di prelievo dal Fondo di Riserva è proprio per la consulenza relativa al bando per la farmacia. Poi ci sono dei piccoli prelievi diciamo per vari spostamenti, di cui era necessario l’intervento e si è ritenuto utile, in questo frangente, farlo attingendo dal Fondo di Riserva piuttosto che fare variazioni di bilancio visto che si trattava di poca cosa e che quindi il Fondo di Riserva era comunque capiente e non c’erano diciamo problemi. Per quanto riguarda il resto sono dei piccoli assestamenti che vengono fatti da un capitolo all’altro. Il funzionario questa sera non c’è e quindi esattamente non saprei a quale voce e a quale capitolo possono riferirsi, però mi pare che siano degli assestamenti dovuti e che bisogna fare insomma, che dagli uffici ci hanno mandato per muoverci in tal senso. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Sarri.

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CONS. SARRI: Grazie. Sicuramente non sono grandi spostamenti, però credo che, visto che le carte arrivano 5 giorni prima, magari convocare una Commissione dove noi, che dobbiamo comunque votare e votare a favore o contrari in merito ad una delibera, almeno sapere dove vengono spostati questi soldi sostanzialmente. Cioè adesso non vuole essere una polemica per l’amor di Dio, però ci sembra corretto saperle le cose prima di votarle. In merito al Fondo di Riserva, da quanto ne so io il Fondo di Riserva dovrebbe essere utilizzato esclusivamente per emergenze, calamità o quanto altro. Per cui credo che fare una variazione di bilancio ci sia stato a monte tutto il tempo necessario per poter variare il bilancio in merito all’intervento della farmacia. E, quindi, il fondo di riserva dal nostro punto di vista sarebbe stato il caso che avesse avuto il suo bacino consistente, anche perché sarebbe stato potuto usare nell’emergenza di via Donizetti. Quello l’avremmo capito, ma usarlo per queste cose, anche perché siamo a marzo quindi sono passati tre mesi dal 1° di gennaio e orientare questa variazione spostando notevolmente e togliendo dal Fondo di Riserva ci sembra non troppo opportuno. E risottolineo che magari una spiegazione più esauriente non sarebbe stata male, anche perché visto che questa sera si è parlato, rivolgo alla Consigliera Ginaldi. dei ragazzi che seguono il Consiglio per capire come funziona la politica, se capiscono che funziona che dobbiamo votare senza sapere nulla è meglio che non seguono questo tipo di politica. Grazie. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Campigotto. Prego. CONS. CAMPIGOTTO: Sì, appunto, concordo pienamente con il Consigliere Sarri e anche questi contributi dello Stato finalizzati, finalizzati a cosa dovremmo essere in grado di sapere prima di votare. E poi noto appunto, come dicevo prima, alcune voci di trasferimenti che vengono diminuite e altre vengono aumentate. Per esempio la quart’ultima 14.000 euro di trasferimenti in più. Adesso permettetemi una battuta, se questi 14.000 euro vengono per finanziare la campagna elettorale del Sindaco uscente, permettetemi che potremmo avere qualche dubbio. So che non è possibile, ma lasciatemi la battuta. Quindi, penso anch’io che sarebbe necessario, è necessario un chiarimento sulle varie voci. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Sì, appunto ho parlato adesso con il funzionario, la dottoressa Nobile, che anche lei mi conferma che si tratta di piccole movimentazioni che bisogna andare in ufficio e controllare le carte. Però, Consigliere Sarri, se esattamente, capisco lei può fare anche un ragionamento giusto, che viene in Consiglio, però aveva ricevuto anche lei cinque giorni prima l’avviso di Consiglio comunale con l’ordine del giorno. Quindi se a lei interessava andare a fondo esattamente su tutti i minimi spostamenti che vengono indicati qua, bastava andare negli uffici e sa che gli uffici sono tenuti, per obbligo di legge, a dare le dovute informazioni a ogni Consigliere comunale, di maggioranza o di minoranza. Per cui questa sera la dottoressa Nobile non ha potuto intervenire, non aveva neanche le carte con sé per dire e non era in grado di dare una risposta precisa, però mi ha lasciato detto che, se lei ritiene di voler esattamente conoscere tutti questi minimi spostamenti da un capitolo all’altro che lei definisce abbastanza irrilevanti, può andare domani comunque nel suo studio e la dottoressa Nobile le rammostrerà tutte le carte. Se non l’ha fatto prima lei è disponibile anche domani. Se lo faceva prima era meglio anche per lei, perché giustamente…

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E per quanto riguarda invece i 13.000 euro la dottoressa Nobile mi dice che riguardano dei contributi che arrivano dallo Stato per assistenza scolastica. Buoni entrate che arrivano per assistenza, tipo buoni libro da dare ai ragazzi appartenenti magari a famiglie disagiate che possono attingere a questi. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Sì, non è per piantare polemiche perché, ripeto, le cifre sono abbastanza contenute, ma non più contenute del solito. Normalmente una variazione di questa entità viene spiegata dettagliatamente. Si fa la Commissione e il Presidente della Commissione Urbanistica può testimoniare che, quando abbiamo avuto la Commissione Urbanistica, abbiamo chiesto: e l’altra Commissione dov’è? Perché non abbiamo nessuna spiegazione? Tra l’altro non è l’unico argomento, c’erano altri argomenti. Quello che segue per esempio è consistente e non ci è stata data nessuna spiegazione. Adesso lei dice “vada dagli uffici”. Io vorrei anche delle spiegazioni dalla parte politica, non dalla parte degli uffici e quindi la Commissione a questo serve e il Consiglio a questo serve. Comunque questa, ovviamente, per quanto possa anche essere un contenuto, non una cosa grave di contento, ma di sostanza doveva essere spiegata e non è stata spiegata. Basta, tutto qua. PRESIDENTE: Va bene, allora metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 4 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 6 (Sarri, Scardellato, Freschi, Campigotto, Luzzu, Polesello) Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 6 (Sarri, Scardellato, Freschi, Campigotto, Luzzu, Polesello) Astenuti: n. 1 (Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) PUNTO N° 5 ALL’ORDINE DEL GIORNO: «INTEGRAZIONE AL VIGENTE REGOLAMENTO GENERALE SULLE ENTRATE APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL C.C. N. 100 DEL 2 DICEMBRE 1999» (Omissis deliberazione n. 19) PRESIDENTE: Se non ci sono interventi, io andrei anche in questo caso… CONS. SCARDELLATO: Vorrei una spiegazione, Madonna! Questa è grossa, grossa, grossa, vogliono spiegarmela? Madonna!

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PRESIDENTE: Allora passo la parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: No, voglio spiegazione della delibera. Invitate anche i giovani a vedere e non gli dite niente neanche a loro, non so! Dobbiamo votare cosa? Facciamo per posta, votiamo. PRESIDENTE: Ha concluso l’intervento? CONS. SCARDELLATO: Non ho concluso l’intervento, voglio la spiegazione e poi faccio l’intervento. Non ho fatto finora nessun intervento finora. Prima c’è la spiegazione della delibera, poi faccio l’intervento. PRESIDENTE: Sì, le ho chiesto con calma le sue intenzioni. Non è il caso di… CONS. SCARDELLATO: No, perché poi mi dice che non posso più intervenire perché ne ho già fatto uno. Non è un intervento questo. PRESIDENTE: Passo la parola al Sindaco per l’illustrazione. SINDACO: Ma io sinceramente penso che, trovandosi in Consiglio comunale, ci sia anche un modus operandi, un modo di comportarsi e un modo di atteggiarsi. Non mi pare che il modo di comportarsi suo, come in altre occasioni, sia consono all’importanza del ruolo di un Consigliere comunale. Detto questo vengo alla delibera spiegandole che se lei la legge integralmente capirebbe esattamente il significato della delibera. All’art. 19 ter, che è stato inserito come modifica del regolamento delle entrate, presso il Comune di Oderzo è vigente un regolamento delle entrate. Con questa delibera si opera una modifica e si dice: accordi per l’esecuzione di opere pubbliche. In presenza di una richiesta di accordo pubblico/privato per la realizzazione di opere pubbliche, la Giunta comunale può disporre l’estinzione anticipata di una obbligazione tributaria o di una entrata comunale nel limite massimo di euro 40.000, alle condizioni e con le modalità di cui ai commi seguenti. Nei seguenti commi vengono spiegate tutte le motivazioni e tutte le modalità, che se vuole che io gliele leggo, ma farei un torto alla sua intelligenza che conosco essere elevata. Allora, sostanzialmente cosa cambia con questa introduzione? Cambia in questo senso che, in base ad un accordo pubblico/privato un privato può eseguire, nell’esecuzione di un suo intervento anche un’opera o una parte di un’opera di interesse pubblico su proprietà pubblica anziché essere remunerato, o anziché essere pagato dall’Amministrazione comunale viene ad avere un credito che viene pagato attraverso l’estinzione di una sua obbligazione pecuniaria tributaria futura.

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Potrebbe essere l’ICI, la TOSAP che lui deve pagare, avanza supponiamo 10.000 euro per il lavoro pubblico che ha fatto, anziché essere pagato l’Amministrazione può dire “non ti do i soldi, ma non ti faccio pagare la tassa che tu dovevi pagare perché vai in compensazione, ed estingue in pratica la tua obbligazione e anche il tuo diritto che avevi nei nostri confronti di essere remunerato per l’opera che hai fatto”. Questo naturalmente ha dei limiti. È stato inserito un limite massimo di 40.000 euro. Quindi non si può fare per un valore di oltre 40.000 euro. Può essere utilizzato da qualsiasi cittadino di Oderzo che volesse in pratica nell’esecuzione di un suo intervento sulla base di un accordo pubblico/privato, realizzare anche un’opera pubblica o fare degli interventi pubblici, e quindi può ricorrere, si può addivenire a trovare una soluzione concordata in questo senso: che anziché l’Amministrazione paghi il suo intervento, come dicevo prima, tale rimborso della spesa, dell’intervento che ha fatto avvenga attraverso l’estinzione della sua obbligazione pecuniaria nei confronti del Comune, derivante diciamo da un’obbligazione fiscale o tributaria. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Ritengo che una spiegazione fosse assolutamente doverosa perché questa non è affatto una delibera su un concetto semplice, elementare e scontato, ma è una cosa di una rilevanza veramente notevole. Approvare o non approvare una cosa di questo genere significa creare un precedente, innescare un meccanismo. Io adesso non sto discutendo se è fattibile o non è fattibile, probabilmente legalmente è fattibile, ma da un punto di vista politico e di Amministrazione della città sconvolge veramente tanto, ma tanto tanto e dal punto di vista della programmazione e dal punto di vista della realizzazione delle opere pubbliche. Allora io l’ho letta bene, Sindaco, la delibera, ma proprio perché l’ho letta bene ci ho visto parecchie cose. È un argomento sul quale è bene fermarsi, no passiamo e votiamo, che tutti quelli che votano si fermino, ragioniamo insieme e parliamo insieme a lungo di questa cosa perché non è una cosa da far passare via. Dunque, lei spiegandola ha detto: “se un imprenditore deve essere pagato invece che essere pagato presta l’opera”. Ma può anche essere il contrario, uno deve pagare le tasse e invece che pagarle dice: “guarda, ti devo quel tributo, no ti propongo invece che pagare il tributo di fare quest’opera pubblica”. Quindi è il rovescio di quello che ha detto lei. Non è il privato che deve essere pagato dal Comune che dice: “devo essere pagato allora compensiamo con il tributo”. È il contrario. Io devo pagare il tributo e dico:”guarda, invece che pagare il tributo ti cambio tutte le lampadine dell’illuminazione.” Allora, dal punto di vista della programmazione è un disastro perché già non abbiamo mai soldi. Allora non abbiamo i soldi, gli oneri di urbanizzazione vanno a finire in scomputo oneri e poi spesa corrente, quindi ogni volta che dobbiamo fare il bilancio e stabilire questi quattro soldi dove metterli non abbiamo mai una lira. Adesso se anche i tributi pensiamo di farli sparire senza una programmazione, ho letto che ogni proposta comporta una variazione di bilancio, ciò non di meno se succederà come per la perequazione, che si dovrà approfittare poi di tutti i treni che passano “perché il privato mi ha fatto questa proposta non perderò mica il treno!” Per cui si prenderanno tutti i treni che proporrà il privato, che siano di interesse reale o meno, che siano programmati o meno, come si sta facendo adesso con l’urbanistica. Perché noi abbiamo detto in tutte le salse che la perequazione è un’arma a doppio taglio. È una cosa che può andare benissimo, ma che deve essere usata con molta, molta, molta cautela perché finisce che si prendono tutte le occasioni. L’ha detto anche l’Assessore Montagner la volta scorsa, il treno passa una volta sola e bisogna prenderlo. Bisogna sapere dove va a finire questo treno però, perché se si prendono tutti i treni per paura di perdere l’occasione del momento senza sapere poi dove si va a finire, salta la pianificazione. Quindi, questa cosa è un pericolo che abbiamo già in mano per quanto riguarda l’urbanistica, lo mettiamo anche sui tributi non se ne parla più. Questo dal punto di vista della pianificazione. Dal punto di vista poi della realizzazione delle opere pubbliche ho letto attentamente la delibera e c’è un’altra cosa, Sindaco. Il ribasso d’asta se lo tiene il privato. Quindi il meccanismo che si mette in piedi qual è? Allora io devo pagare un tributo e dico: “va beh, invece che pagarti il tributo ti faccio il marciapiede.” Allora il progettista me lo scelgo io.

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Allora io il progettista bene o male, io sono il cliente del progettista quindi starà un po’ dalla mia parte, mentre i lavori pubblici il progettista e direttore dei lavori stanno dalla parte dell’Amministrazione normalmente nei lavori pubblici, e quindi fanno l’interesse dell’Amministrazione. Se invece io privato mi scelgo il progettista, il progettista sta dalla mia parte e il direttore dei lavori pure. Quindi, è probabile che questo progetto sia un po’ più ampio piuttosto che più stretto come costi. Dopodiché cosa faccio? Andrò a gara. Nella gara cosa faccio? Mi tengo a ribasso, quindi non farò mai più una gara - perché devo rispettare la normativa dei lavori pubblici - con il criterio economicamente più vantaggioso, ma sempre al massimo ribasso. Chiaramente a me conviene, siccome il ribasso me lo tengo io andrò sempre al massimo ribasso. Poi questi lavori chi cavolo li controllerà lo sa solo il Padreterno. Quindi, avremo dei lavori pubblici che faranno schifo a fronte di entrate che non ci sono e quindi non posso pianificare. Cioè abbiamo mandato completamente all’aria tutto il sistema perché se già la cosa era difficilmente gestibile con l’urbanistica, adesso ci aggiungiamo i tributi e via! Quindi, sono assolutamente contraria personalmente, ma vorrei che questa discussione facesse comunque riflettere, poi uno può essere d’accordo e uno può essere contrario, ma doverosissima un’ampia discussione sull’argomento perché non è una cosina da poco. PRESIDENTE: La parola va al capogruppo del Partito Democratico, Luzzu. CONS. LUZZU: Grazie, Presidente. Non ripeto alcuni concetti che condivido del Consigliere Scardellato, mi piace però ripetere perché anche noi abbiamo una perplessità sul punto 7 dell’art. 19, lì dove praticamente si dice che “..l’accordo è tenuto al rispetto della normativa sugli appalti pubblici e tale condizione deve essere espressamente recepita nell’accordo, ed è di sua spettanza l’eventuale ribasso d’asta.” Concordo diciamo con la Consigliera Scardellato, in quanto si scatenerà una gara sempre al minimo ribasso, non qualificando l’intervento dal punto di vista magari, sotto altri punti di vista, con magari l’offerta migliore dal punto di vista vantaggioso non solo economicamente, ma anche dal punto di vista tecnico e, quindi, noi pensiamo che questo punto sia un po’ debole. Oltretutto diciamo va un po’ in conflitto con un progetto validato dall’Ufficio Tecnico, che quindi valida il prezzo. Se poi questo prezzo non è più quello per il quale viene eseguito l’opera, ma è un 20-30% più basso il prezzo reale, diciamo va un po’ anche in conflitto con una validazione del progetto. Volevo così chiedere due cose molto veloci, due precisazioni. Al punto 1 quando si parla che l’estinzione anticipata di un’obbligazione tributaria o di un’entrata comunale, se si intendono anche gli oneri di urbanizzazione secondaria. L’Assessore scuote la testa, quindi credo che è una precisazione comunque che va data. E il punto 3. Noi finora nelle perequazioni che sono passate in Consiglio le spese tecniche sono sempre state valutate al 5% del valore dei lavori. C’è anche nelle perequazioni che vedremo oggi. È stato innalzato ad un 10%. Essendo che perlopiù le perequazioni sono opere diciamo di infrastrutture stradali, diciamo 10% è anche abbastanza alto secondo noi. Quindi anche qui vorremmo capire come mai è stato alzato dal 5 al 10% il valore delle spese tecniche. Grazie. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Perché, Consigliere Luzzu, se lei legge bene non parla soltanto di spese tecniche, ma parla anche di imprevisti. Quindi il 10% ha questa ragione. Ma penso abbia letto la delibera.

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Poi per quanto riguarda invece l’accordo, voglio dire non è che il privato abbia il diritto di pretendere di non pagare le tasse perché fa un’opera pubblica. Innanzitutto c’è un limite di 40.000 euro e quindi abbiamo un limite di valore, poi è l’Amministrazione comunale che deve decidere e valutare se è nel suo interesse. Se è nell’interesse pubblico fare questo accordo o meno. In questo caso quindi questa introduzione è un’introduzione fatta per tutelare gli interessi pubblici, non privati, perché sembra, dai discorsi che voi state facendo, soprattutto l’ing. Scardellato, che questa innovazione venga fatta per agevolare il privato. No, è il contrario. Sarà la Pubblica Amministrazione che, se lo ritiene, se riterrà sia suo interesse dirà: “va bene, anziché pagarti perché ho i miei problemi, non ho i soldi in bilancio, vado fuori del Patto di Stabilità, chi lo sa cosa, mi va bene che questo piccolo lavoretto da 30.000 euro venga, esempio, o da 20.000, o da 15.000, venga fatto in questo modo. Tu fallo, facciamo la valutazione corretta”. Al punto 3 se voi leggete è proprio scritto: “il proponente l’accordo deve presentare un progetto tecnico delle opere la cui congruità dei valori sarà attestata dagli Uffici Tecnici Comunali. Quindi l’Ufficio Tecnico Comunale valuterà la congruità dei lavori, e poi sarà l’Amministrazione che deciderà se dire: “ti pago il lavoro pubblico che tu hai fatto”, oppure:“non te lo pago ma ti sconterò la tassa che tu dovevi pagarmi per esempio per TOSAP”, faccio un esempio. Gli oneri di urbanizzazione secondari, come è anche attestato dal geometra Da Re, non sono diciamo compensabili, chiamiamoli così. Poi anche con i termini, Consigliere Scardellato, andiamo calmi perché lavori pubblici che fanno schifo in questi cinque anni io non ne ho visto nessuno. Quando lei faceva l’Assessore ne abbiamo anche uno che è la palestra della scuola materna di San Vincenzo, che perde acqua da quando lei era Assessore. Ma è una piccola parentesi. Oggi come lavori pubblici fatti da questa Amministrazione, scuola di Faè, bagni, mensa, a posto, perfetta. Palestra perfetta, Caserma dei Carabinieri a posto, scuola elementare Dall’Ongaro a posto, faremo il secondo stralcio tra poco. E così via. Io non ho visto nessun lavoro pubblico in questi cinque anni che faccia schifo, ma allora perché parlare così? C’è modo e modo di parlare e di ragionare, soprattutto perché questa sera abbiamo anche tanti ragazzi che devono imparare da noi non solo cognizioni, ma comportamenti, diventare veramente uomini e donne che sapranno reggere la nostra comunità fra qualche anno. E, quindi, noi abbiamo una grande responsabilità anche nel modo di atteggiarsi e di comportarsi questa sera. PRESIDENTE: La parola va al Capogruppo Sarri. CONS. SARRI: Grazie. È già la seconda volta che il Sindaco fa riferimento ai ragazzi che sono qua. Se il comportamento è pretendere che il Consiglio comunale, che è sovrano, voti senza avere una spiegazione in merito, credo che questo sia un comportamento che i ragazzi non devono mai imparare. Primo. Secondo. Lei ha parlato di opere fatte bene e opere fatte male. Secondo me esistono opere, punto. Una fatta ieri di certo non può essere manutentata oggi. Una fatta dieci anni fa le strutture vanno anche manutentate, molto probabilmente lei non si è interessato a manutentore determinate strutture e le ha lasciate andare per poi potersi… (Intervento fuori microfono) CONS. SARRI: Credo che dovrebbe insegnare l’educazione anche ai suoi Consiglieri visto che c’è gente che ascolta. Primo. Secondo. Lei parla di limite di 40.000 euro. È vero. 40.000 euro si può chiedere al privato di fare l’opera da 40.000 euro. Quell’opera alla fine costerà 30.000 euro, 10.000 euro, che sarebbe il ribasso d’asta, se li riporta a casa il privato. Per cui il privato… (Intervento fuori microfono)

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CONS. SARRI: Così c’è scritto, forse è lei che non l’ha letta bene, Sindaco. Così c’è scritto. Per cui il ribasso d’asta, che è a carico dell’utente, l’utente pagherà “le tasse” minori di quello che era previsto. Primo. Secondo, e questo lo trovo un aspetto molto a mio avviso grave. Rifacendomi anche su quello che dicevo prima, che ci ritroviamo qua in Consiglio comunale non per alzare la mano, dire sì, no, favorevole o contrario. Almeno da parte mia io non faccio così. Voto favorevole se considero l’operazione fatta bene, voto contrario se considero l’operazione fatta male. Non trovo la stessa coerenza dall’altra parte. Comunque che questa operazione la debba decidere esclusivamente la Giunta mi sembra inverosimile, perché se devo dare la possibilità al privato di scorporare gli oneri con un’opera, è giusto che questo sia deciso e discusso in Consiglio comunale, non alla Giunta che sappiamo che, per prese di posizione, la Giunta sarà sempre unanime e favorevole a tutto, senza mai nessuna discussione pubblica che i cittadini è giusto che sappiano se viviamo in una Oderzo democratica. Se viviamo in una Oderzo, come diceva una volta uno “democristianica” allora il discorso cambia. Ma a me così non va bene però. Io gradirei che ci fossero dei ripensamenti in merito a questa delibera per rivedere un attimo e per mettere in condizione che, nel momento in cui si va a decidere a quali singole persone andare incontro con questi principi, ci sia la possibilità di discutere caso per caso. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Io pregherei il Sindaco davanti ai ragazzi di non fare campagna elettorale, perché per esempio io avevo parlato delle opere che fanno schifo, non avevo parlato delle opere esistenti. Ho detto verranno fuori opere che fanno schifo e ho spiegato le motivazioni, Sindaco. Lei ha colto l’occasione per mettermi in bocca una cosa che non avevo detto, che peraltro se vuole la dico e le dico anche quali sono le opere che fanno schifo, però non avevo detto quello. Non avevo detto quello perché stavo sostenendo un ragionamento ed è lo stesso ragionamento che aveva fatto il Consigliere Luzzu. Diceva le opere non verranno fuori bene perché verranno appaltate con il criterio del massimo ribasso, invece che l’offerta economicamente più vantaggiosa, le stavo facendo un tipo di ragionamento e, quindi, parlavo delle opere che verrebbero fuori da qui in futuro. Non parlavo di quelle del passato. Lei invece mi ha tirato a parlare di quelle del passato. Se vuole le leggo quelle del passato recente, quelle appena fatte che non vanno bene. Se vuole gliele elenco, ma non era quello il mio discorso. E io non vado in quel discorso perché non sto facendo campagna elettorale e sto parlando dell’argomento oggi. Veda per piacere di fare altrettanto. Parli dell’argomento di oggi e non metta in bocca a me cose che non ho detto. Io non stavo parlando delle opere che lei ha fatto in questi cinque anni. Lei però ha colto l’occasione per farmi dire una cosa che non avevo detto e per fare la sua filippica. Per piacere parliamo dell’argomento all’ordine del giorno. PRESIDENTE: La parola va al Consigliere del Partito Democratico, Freschi. CONS. FRESCHI: Molto rapidamente. Cioè sembra anche a me che qui consegniamo…, poi non ho capito quale sia il vantaggio, che uno paghi con i debiti esistenti o che paghi in contanti, o che la Giunta decide se deve pagare o no, poi alla fine se uno decide che quel lavoro costa 45.000 euro, se non ha pagato le tasse ci teniamo i 45.000 euro, se le ha pagate glieli diamo.

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Quindi, non ho capito perché dobbiamo fare questa variante. Per quanto riguarda le opere pubbliche lei, signor Sindaco, è intervenuto per dire delle opere pubbliche che questa Amministrazione in questi cinque anni ha fatto e sono tutte opere pubbliche che non fanno parte di quell’area delle opere delle quali vengono mercanteggiati gli oneri. Mentre la palestra di San Vincenzo è stata fatta in cambio di…, la scuola è stata finanziata con soldi in contanti, la palestra di Faè lo stesso, e via discorrendo. Per quanto riguarda le schifezze c’è il marciapiede di via Maddalena che è la più obbrobriosa opera pubblica che è stata fatta negli ultimi anni a Oderzo e penso che lei si sia dimenticato di dirla. Perché invece di urbanisticamente, come per fortuna qualche ufficio di queste Comune voleva, veniva ampliata via Maddalena e modificato il marciapiede che dava un impatto urbanistico di città visto che siamo a tutti gli effetti a 20 metri dal palazzo Foscolo e in centro abitato, invece questa Amministrazione cosa ha fatto? Ha fatto una cunetta per l’acqua e quando piove noi passeggiamo con tanta acqua così. Questa è l’ultima opera, fatta qualche mese fa con vent’anni di ritardo. E non parliamo poi perché anche sulle procedure siamo con due anni di ritardo, e fatta in maniera che vedremo l’erba, purtroppo non prima… PRESIDENTE: Va bene, chiudiamo la parentesi. L’ha detto, torniamo all’argomento. CONS. FRESCHI: La ringrazio. Lei, Presidente, che è molto bravo si ricordi che c’è il Sindaco. PRESIDENTE: Le ho lasciato fare l’affermazione, adesso chiudiamo la parentesi e andiamo avanti. CONS. FRESCHI: Ma lei deve fermarlo prima così nessuno parla, capito! Deve fermarlo, dirgli “non divaghi”. PRESIDENTE: Vada, vada. CONS. FRESCHI: Noi non divaghiamo. Quindi mi sembra che anche qui, e poi ritorneremo su altre questioni che sono all’ordine del giorno, dopo, come il vecchio Foro Boario perché siamo arrivati oggi, solo questa sera a una definizione di un accordo. PRESIDENTE: Ritorni sull’argomento che stiamo parlando, il punto n. 5. CONS. FRESCHI: Questo qui è inerente a tutte queste cose, signor Presidente. E come sostiene qualcuno di tesi…

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(Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: No, guardi lei non ha rispetto perché sta interrompendo. Lei parla da fuori mi… (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Io non le rispondo perché lei sta parlando da fuori microfono e senza essersi prenotato. Le chiedo invece di avere rispetto per chi sta parlando. Per chi sta parlando. Prego, continui. CONS. FRESCHI: Comunque io credo che questo regolamento non sia un’opportunità per la Città di Oderzo, forse è un’opportunità per chi amministra questa Città. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Consigliere Freschi, parto dalla fine. Un’opportunità per chi amministra possiamo essere noi ancora per un mese, può essere la nuova Amministrazione che può essere composta chissà da chi, o da noi o da altre compagini, saranno gli elettori che lo decidono. Ma non penso che venga fatta con scopi particolari, perché è a un mese dalle elezioni. Si tratta soltanto di valutare un interesse che può avere la comunità, ed è questa la ratio della norma che vorrei che lei capisse e che i Consiglieri capissero, è quella in pratica di far sì che l’Amministrazione comunale, di fronte a piccole opere pubbliche, nelle quali magari o per mancanza di disponibilità economica nel momento, o per mancanza di possibilità di spendere per il rispetto del Patto di Stabilità, preferisca a sua scelta e non a scelta del privato, a sua scelta far sì che quest’opera pubblica, di interesse pubblico possa essere eseguita da dopo privato e che questo privato, tramite un accordo la esegua senza essere pagato dall’Amministrazione, scomputando il suo credito con il debito futuro che egli avrà nei confronti dell’Amministrazione comunale per pagamenti di tasse, imposte. Ecco, questa è la ratio. Quindi, senz’altro l’Amministrazione comunale fa una valutazione che può essere una valutazione importante che gli consente magari di realizzare delle piccole opere che in realtà, invece, non avrebbe in quel momento potuto realizzare perché magari gli mancava la disponibilità economica, o perché gli mancava la capacità di spendere, altrimenti potrebbe uscire dal Patto di Stabilità. Questa è la logica che può andar bene per poco a questa Amministrazione, per un mese o due, quindi relativamente. Può andare molto bene per i prossimi cinque anni, per la prossima Amministrazione che verrà, che potrà essere di qualsiasi colore. E, quindi, può essere un vantaggio e un’opportunità per tutti. Due parole solo sul marciapiede della Maddalena. Ma la Maddalena è sempre stata senza quel marciapiede. Adesso il marciapiede è un marciapiede che rispetta la normativa del Codice della Strada, se si fosse potuto farlo più largo era meglio. Anche quando si fa una strada si dice se invece della strada tu avessi fatto un’autostrada, benissimo, sarebbe stato bene. Però, se lì fisicamente non possiamo farlo più largo di così perché nel primo tratto ci sono giardini, case private e poi la strada, nel tratto più avanti c’è una proprietà dell’ULSS, della Casa di Riposo, l’abbiamo fatto così, rispetta la normativa.

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Da anni veniva richiesto dalle famiglie che vivono là, per cui ci sembra che sia una buona opera pubblica, tra l’altro anche bene illuminata. È una soluzione a un problema. Volevo terminare con la questione di competenza, Consigliere Sarri. Giustamente non decide la Giunta, siamo qua in Consiglio che stiamo decidendo. È il Consiglio che decide. Poi, su ogni questione non è il Sindaco o la Giunta che decide se la competenza è della Giunta o del Consiglio, deciderà la Giunta o il Consiglio su ogni argomento, a seconda della competenza che gli viene attribuita in base alla normativa vigente. Quindi, se spetta al Consiglio decide il Consiglio, se spetta alla Giunta spetta alla Giunta. Qualsiasi Giunta sia e di qualsiasi colore sia. Le Giunte vengono elette dalla maggioranza nominate dal Sindaco, eletti dai cittadini. Democraticamente eletti dai cittadini, come viene nominato ed eletto democraticamente il Sindaco dai cittadini, di qualsiasi partito sia e di qualsiasi gruppo sia. Oggi c’è uno, fra due mesi potrebbe essercene un altro e questo argomento verrà discusso all’interno di una Giunta diversa sicuramente da quella che c’è oggi. PRESIDENTE: Passo la parola al capogruppo di Cittadini Uniti, Rebecca. CONS. REBECCA: Grazie. Sì, ha ragione la Consigliera Scardellato quando dice che in questo Consiglio si decide una tantum, fino all’eventuale nuova decisione di un nuovo Consiglio beninteso, non sono mica delle decisioni eterne. Se il nuovo Consiglio, ed eventualmente una diversa maggioranza decideranno diversamente anche tra pochi mesi, gli effetti di questa delibera saranno stati certamente limitati. Ebbene, questo Consiglio questa sera decide che, per piccoli importi, piccoli rispetto a ciò che si può fare con quel denaro di opere pubbliche, e tutti sappiamo che con 40.000 euro di opere pubbliche non si possono fare cose enormi, si possono fare delle opere di complemento, delle opere di completamento, insomma si possono fare delle cose limitate dal punto di vista dell’impatto anche urbanistico e però utili. Bene, rivendichiamo come maggioranza in questo Consiglio di affidare alla Giunta una competenza a decidere su questa sorta di compensazione entro limitati confini, entro confini molto precisi. Il principio. Il principio è quello della compensazione. Ma nella prassi economica da sempre è un principio praticato con il quale si estinguono le obbligazioni. La compensazione è, come tutti sanno, regolata dal Codice Civile. Quando invece io e te siamo entrambi l’uno dell’altro debitore e creditore, estinguiamo reciprocamente le nostre obbligazioni fino alla concorrenza di un certo valore. E’ un principio assolutamente normale dal punto di vista della prassi e anche del buonsenso. I pericoli evocati dal Consigliere Scardellato, dal mio punto di vista molto pacatamente, sono pericoli in realtà non sussistenti perché, ripeto, vi è un limite di valore assolutamente modesto, c’è un controllo che permane da parte degli Uffici Pubblici. Consente invece, questa delibera, di andare a fare delle piccole opere di complemento che diversamente non si sarebbero fatte. Perché diversamente non si sarebbero fatte? Faccio un esempio. Sappiamo tutti quanto siano ristretti, coartati i bilanci delle Amministrazioni locali. Sappiamo in sostanza quanti pochi soldi ci sono per fare opere pubbliche. Bene, noi pensiamo che in questi anni le opere pubbliche siano state in parte gestite con il meccanismo della perequazione e pensiamo che sia stato gestito bene. Questo meccanismo diventa in qualche modo complementare nel senso che, per esempio, se ci fossero ristrettezze di bilancio e non si potessero fare spese, potrebbe consentire a un privato di fare delle opere pubbliche a fronte di oneri che magari il privato potrebbe dover pagare in futuro. Immaginiamo, mi viene in mente la tariffa TOSAP, immaginiamo, che so l’occupazione di suolo pubblico che dovesse essere pagata in futuro e immaginiamo contemporaneamente un’esigenza di realizzare una piccola opera che vi fosse invece attualmente. Con questo meccanismo si può permettere al privato di fare un’opera al servizio della comunità, andando poi a scontare al privato i futuri oneri, i futuri oneri però, non quelli attuali, che dovrà corrispondere al Comune. Ora se i timori delle minoranze rispetto a questo meccanismo sono gli stessi che sono stati espressi rispetto alla perequazione, dico che abbiamo una conferma in più del fatto che sono timori infondati perché la perequazione, è una nostra opinione naturalmente, però crediamo che sia stata gestita in maniera sana, in maniera buona dal punto di vista dei risultati e certamente in maniera non complessivamente impattante sull’assetto urbanistico della città, che riteniamo non sia stato stravolto.

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Questo ha permesso anche la perequazione, ripeto il paragone lo faccio perché chi mi ha preceduto lo ha fatto per primo, questo ha consentito di fare opere pubbliche di interesse pubblico andando a limitare l’impatto sul bilancio dei Comuni, sul bilancio degli Enti Locali. Noi sappiamo che il federalismo che è in arrivo permetterà al Comune di Oderzo di aumentare, anche per fare opere pubbliche che è uno dei capitoli che interessa maggiormente a questo Consiglio e alla comunità, di aumentare l’addizionale IRPEF, possiamo farlo e siamo solo 20 Comuni dei 95 della Provincia di Treviso che possono farlo, perché abbiamo mantenuto bassa l’addizionale fino adesso e in ordine assolutamente i conti. E uno dei meccanismi con i quali i conti, a mio avviso, sono stati tenuti in ordine è anche quello della perequazione. Cioè non andare ad anticipare di cassa denaro per la realizzazione di opere pubbliche che il privato, con il controllo serrato dell’Amministrazione, degli Uffici Tecnici, può realizzare al posto del Comune. Ripeto, è un’opera complementare che si inserisce nella stessa logica, che consente anche in prospettiva futura forse di non alzare le tasse perché, ripeto, noi siamo tra i pochissimi che potremmo farlo ma credo che sia interesse e volontà di tutti il fatto di non farlo. Consente, ripeto, di realizzare piccole opere di complemento anche con i denari che o il Comune non ha o il Comune non intende spendere. Quindi, complessivamente mi sembrava un meccanismo poco impattante perché, ripeto, i valori sono piccoli e i controlli degli Uffici Comunali sono sempre precisi, che sono persuaso che darà buoni frutti. Dopodiché questo Consiglio dà una sorta di delega alla Giunta per questi piccoli lavori e dopodiché il prossimo Consiglio potrà revocarla se lo intenderà. Grazie. PRESIDENTE: La parola va al Capogruppo di Oderzo Sicura, Ginaldi. CONS. GINALDI: In maniera molto concisa perché è già stato detto tanto. Dunque, mi dispiace sentire che si pensi che la maggioranza vota con parere favorevole semplicemente per adesione supina e apatica a quello che l’Amministrazione propone. A volte vota così senza tante esitazioni semplicemente perché ha ben capito i meccanismi. Ecco, in questo caso effettivamente il meccanismo da capire, la ratio della norma che si va a introdurre e modificare e il meccanismo di cui si parla, è effettivamente facilmente intuibile. Si tratta del principio della compensazione, che è oramai affermato in tutti i campi e che è reso possibile adesso anche per i crediti di tipo tributario dell’Amministrazione in virtù, appunto, come spiegato bene nella parte esplicitava della delibera e reso possibile dalla riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione. Questo principio è comunque un principio che corrisponde all’esigenza di chiudere questioni con carattere di celerità, questioni che i privati possono avere nei confronti dell’Amministrazione, con un carattere di celerità e sempre con un carattere di composizione bonaria delle questioni, che è sempre una soluzione premiale delle questioni, che corrisponde a tanti altri modi che si stanno affermando di risoluzioni in genere delle questioni. E d’altra parte se questi meccanismi: compensazione e perequazione sono resi possibili dalle norme attuali, vuol dire che questo tipo di risoluzione delle questioni è particolarmente sentito in questo momento storico. La norma è sempre il recepimento di un determinato sentire in un determinato momento storico. Se la norma permette la compensazione della perequazione vuol dire che, in questo momento storico, si ritiene che compensazione e perequazione sono meccanismi che permettono appunto di arrivare in maniera celere alla soluzione di qualsiasi questione in piedi. Quindi, la votazione del mio gruppo, il voto sarà senz’altro favorevole ma perché abbiamo ben compreso la convenienza dell’introduzione di questo 19 ter. Oltretutto mi pare che non si ponga il problema che il Consigliere Sarri profila, cioè questo, perché rimettere poi la decisione alla Giunta perché in questo modo, mi pare di capire, si potrebbero avvalorare dei favoritismi. Siccome le ipotesi sono precisamente determinate dai commi seguenti, dai commi successivi a quello in cui si determina la competenza della Giunta, secondo me questo pericolo non c’è assolutamente. Quando c’è una precisazione della fattispecie o ci sono tutti gli estremi della fattispecie oppure non si concede. Quindi il mio gruppo voterà favorevolmente. PRESIDENTE:

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La parola va al Capogruppo Sarri. CONS. SARRI: Grazie. Il Consigliere Rebecca ha fatto un riferimento che il Consiglio che verrà, visto che si va a votare a maggio, potrà revocarlo. Io credo che quando si amministra non si deve amministrare o comunque deliberare pensando ai cinque anni di mandato, ma pensando allo sviluppo della città, a prescindere di chi amministra o di chi non amministra. Per cui è anche per questo che sto ribadendo, per la seconda volta, il fatto che trovo, a mio avviso, non corretto che la Giunta abbia l’autonomia di decidere l’estinzione anticipata dei tributi, perché il Sindaco prima ha sottolineato che comunque la Giunta viene eletta dai cittadini. No, il Consiglio rappresenta il cento per cento dei cittadini, la Giunta rappresenta il 50 più 1 perché la Giunta è eletta dal Sindaco. I cittadini quando vanno a votare esprimono delle preferenze e questo si traduce in Consiglieri. Per cui dare questo compito esclusivo alla Giunta e non lo dico solo per questo mandato, ma anche per quello che verrà, è giusto che ci sia un confronto, che si capisca da entrambe le parti come la pensano, chi rappresenta l’una o l’altra parte dei cittadini e, in una discussione normale e pacata, si arrivi ad una conclusione. Questo sarebbe il principio democratico che a me piacerebbe mettere in atto. Per cui io propongo innanzitutto sull’art. 1 che non sia “la Giunta comunale può disporre dell’estinzione anticipata dei tributi”, ma “il Consiglio comunale può disporre l’estinzione anticipata dei tributi”, anche perché, diceva un nostro carissimo amico, dice tuttora perché è vivo e vegeto, che da soli è vero si fa prima, ma insieme si fa meglio, Sindaco. Per cui a volte è meglio fare insieme, aprire, collaborare, che si fa molto meglio che la frenesia di fare tutto e subito per far vedere che si fa, perché magari si fa prima, ma non è detto che si faccia meglio. E un’altra cosa propongo comunque, visto che mi è stato in qualche maniera detto il contrario, ma io leggo e credo che insomma l’interpretazione di quello che leggo sia chiara. L’art. 7: “Il proponente dell’accordo è tenuto al rispetto della normativa sugli appalti pubblici, e tale condizione deve essere espressamente recepita nell’accordo, ed è di sua spettanza l’eventuale ribasso d’asta.” Questo significa che il proponente si ritiene il ribasso d’asta. Visto che ho capito che questa delibera nessuno si è reso conto che sarebbe il caso di rivederla, e per cui la maggioranza ho capito la voterà a favore, propongo venga modificato l’art. 7 e che venga introdotto che con il ribasso d’asta sarà creato un fondo per ulteriori opere perché non è giusto che il privato, con la scusa di pagare i tributi, risparmi su quello che deve pagare. Perché quello che torna indietro è comunque un risparmio. Se io devo versare 100 e con il ribasso d’asta verso 80 ho risparmiato 20. Quindi, che il ribasso d’asta venga creato un fondo per ulteriori opere in modo che mettiamo tutti i cittadini nello stesso gradino, che non siano cittadini di serie A che possono usufruire di questi vantaggi e cittadini di serie B che non possono usufruire di questi vantaggi. Io la vedo così. Per cui, Presidente, le due proposte di integrazione sono una all’art. 1. PRESIDENTE: No, no, scusi, allora lei vuole fare delle proposte di emendamento? CONS. SARRI: Sì. PRESIDENTE: Sì, allora magari se li prepari bene, perché devono essere… (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE:

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Lei me li deve proprio dettare. Se li prepari e poi le darò la parola esclusivamente per proporre questi due emendamenti alla fine. CONS. SARRI: Se voleva visto che…, va bene okay. PRESIDENTE: Sì, sì, ma lo faccio anche per lei così si mette giù la parola esatta. Dunque, il Consigliere Scardellato ha già svolto i suoi due interventi e quindi passo la parola al Consigliere Campigotto. CONS. CAMPIGOTTO: Penso ci sia un errore di battitura alla seconda riga della delibera perché la legge costituzionale n. 3 dell’8 ottobre 2001 credo sia, non “20010” come c’è scritto. Va beh che gli zeri non contano niente. PRESIDENTE: Prendiamo atto di questo refuso, okay. CONS. CAMPIGOTTO: Grazie. Ribadisco quanto già è emerso. Vengono escluse alcune voci di entrata come gli oneri di urbanizzazione secondaria, come si diceva prima. Al punto 1 invece c’è scritto chiaramente: ”la Giunta comunale può disporre l’estinzione anticipata di una obbligazione tributaria o di una entrata comunale nel limite massimo, ecc. ecc.” Quindi entrata comunale e anche oneri di urbanizzazione, non so dopo. Quindi, o si specifica meglio, altrimenti ci potrà essere senz’altro il dubbio che gli oneri possano entrare, o altre voci magari che per altri motivi non possono entrare. Secondo me. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Sì, Consigliere Sarri, il ribasso d’asta di cui lei fa cenno, ci può essere come non ci può essere. E se c’è può essere in una misura più alta o in una misura più bassa. Con questo provvedimento noi comunque l’abbiamo calcolato in un fisso del 5% che viene dato per scontato. Che sia più o che sia meno un 5% che resterà all’Amministrazione comunale. Quindi se è 100 l’asta, se si va al ribasso con 97 il privato ci rimette 2. Se invece va al ribasso con 93 ha guadagnato lui 2. Però, in ogni caso, che il ribasso ci sia o che non ci sia il 5% del ribasso d’asta va in ogni caso al Comune. Quindi anche qua c’è un vantaggio per il Comune. Ma quello che veramente non capisco è perché, o che forse capisco, sono delle normative anche queste nuove che vengono introdotte nel nostro Comune di Oderzo, grazie all’esperienza e alla validità anche dei nostri collaboratori che sono i funzionari, i responsabili di servizio che lavorano e si adoperano molto su questo, seguendo lo sviluppo della normativa in itinere, per esempio sul federalismo fiscale, a cui so che voi siete sempre molto attenti nelle vostre esternazioni, ma poi quando di fatto noi ci troviamo ad una prima applicazione di quello che è il federalismo fiscale, una prima applicazione di una norma costituzionale che ha ampliato la possibilità ai Comuni voi, come in questo caso, fate opposizione.

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Quindi, federalisti bisogna essere non a parole, non a slogan, ma bisogna essere in concreto. Questa è una concreta applicazione di una norma costituzionale federalista introdotta con la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione, con legge costituzionale n. 3 dell’8 ottobre 2001. Siamo in campo di pieno federalismo, che è in itinere voglio dire. È in itinere perché stiamo sviluppando anche adesso decreti attuativi, ecc. del federalismo e andiamo avanti. Ma poi uno può essere a favore e uno può essere contro. Con rammarico prendo atto che, chi si dimostra federalista, in realtà quando è l’ora di applicare i principi del federalismo non lo è. E invece noi cerchiamo di comportarci sempre correttamente cercando di dare strumenti sulla base della logica federalista all’Amministrazione comunale perché possa districarsi al meglio nell’interesse pubblico, nei confronti delle mille situazioni di difficoltà che si presentano agli amministratori, soprattutto in periodi in cui i trasferimenti dallo Stato di anno in anno diminuiscono sempre di più. CONS. SCARDELLATO: Prima fa l’emendamento, vero? PRESIDENTE: Sì. Ma poi le ho già detto che ha già fatti suoi interventi. CONS. SCARDELLATO: Posso fare la dichiarazione di voto per il mio gruppo? PRESIDENTE: Certo, certo. Va bene. CONS. SCARDELLATO: Ora o dopo? PRESIDENTE: È pronto Capogruppo Sarri? Allora lei intende insistere nelle due proposte di emendamento? CONS. SARRI: Certo. PRESIDENTE: Okay. Prego. CONS. SARRI:

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Allora la prima proposta, e qua mi rivolgo anche al Segretario perché sembra che il Sindaco abbia detto che non è possibile modificare da “la Giunta comunale o il Consiglio comunale”. Credo che sostanzialmente cambi solamente l’organo di decisione. PRESIDENTE: Va bene, allora diamo una risposta al volo. Prego, Segretario. CONS. SARRI: Siamo qui per discuterne. SEGRETARIO: Se l’opera avesse avuto un valore pari a 101.000 euro stia tranquillo che questo fatto non ci sarebbe stato. C’è un motivo. Come sapete per opere di un valore pari o superiore a 100.000 euro bisogna includere questo in un atto a parte dal bilancio, che è il Programma delle Opere Pubbliche, Programma delle Opere Pubbliche che si fa sulla base di uno studio di fattibilità. Per cui il Consiglio comunale per opere pari o superiori a 100.000 euro deve sapere che quell’opera si fa. CONS. SARRI: È d’obbligo, per legge. SEGRETARIO: È la legge che lo prevede. Perfetto. Ma per opere da 100.000 in su. Sotto… CONS. SARRI: È una scelta. SEGRETARIO: È una scelta. No, lo dico per chiudere il cerchio. Cioè il Consiglio comunale in realtà quando approva il bilancio per opere inferiori a 100.000 euro, in realtà fa degli stanziamenti, non individua, questo per amore di verità, quella opera piuttosto che l’altra. Mette 300.000 per manutenzioni strade, poi se si fa il marciapiede da una parte o dall’altra questo attiene alla programmazione esecutiva. Solo qualora il valore fosse pari o superiore scatta l’inclusione nel programma e, quindi, la necessità che l’opera venga individuata ex ante, prima della delibera consiliare. CONS. SARRI: Perfetto, chiarissimo. Al di sopra dei 100.000 euro è d’obbligo per legge che passi in Consiglio, al di sotto è una scelta. Prendo atto, è una scelta che facciamo oggi qua in questa sede. Prendo atto che il Sindaco vuole mantenere questa scelta a discrezione della Giunta e non porla a discrezione del Consiglio. È una scelta politica, Sindaco. Lei fa le sue scelte perché governa, noi abbiamo il diritto di dire se queste scelte le condividiamo oppure no.

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PRESIDENTE: Veniamo agli emendamenti. CONS. SARRI: Sì, Presidente. Ha sempre paura che qualcuno dica un po’ troppo nei confronti del suo Sindaco? Allora, primo emendamento, all’art. 1, al posto che “la Giunta comunale”, sia scritto “il Consiglio comunale”, e all’art. 7 “deve essere espressamente recepito nell’accordo e l’eventuale ribasso d’asta venga versato in un fondo comune”. Qua vorrei un attimo con il Segretario se si può capire come poter creare un fondo in merito al ribasso d’asta. PRESIDENTE: Le avevo dato appunto il tempo per predisporre esattamente. CONS. SARRI: Sindaco, lei all’inizio mi ha detto che ci sono i tecnici, io non essendo un tecnico in merito chiedo al Segretario, siamo qui, stiamo parlando e chiedo al Segretario se si può studiare una maniera per poter creare e che sia a norma e legale, un fondo su questi ribassi d’asta. PRESIDENTE: Sì, sì, no, no, io comunque le avevo dato il tempo per individuare esattamente un testo su cui votare perché il Consiglio comunale deve votare su un testo. SEGRETARIO: Il senso del suo emendamento che credo possa, anche se non ci sono i funzionari, credo che nella sostanza del parere possa essere assunta dal sottoscritto, quindi il problema si risolve, qual è? È quello di dire non spetta a Tizio, spetta all’Amministrazione. CONS. SARRI: Esatto. SEGRETARIO: Così fa questo, automaticamente… CONS. SARRI: Bisogna escludere il 5%. SEGRETARIO:

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Deve escludere il 5%. CONS. SARRI: E certo. SEGRETARIO: La prima cosa. Poi sta a lei se si vuole limitare a questo, oppure prevedere il fondo. Se c’è una economia le consiglierei semplicemente di limitarsi a dire che il ribasso, se questa è la sua volontà, d’asta spetta all’Amministrazione. Senza dire fondo o non fondo. CONS. SARRI: Okay. Perfetto. SEGRETARIO: Questa è una cosa che consiglierei. CONS. SARRI: Perfetto. Chiarimento esauriente, per cui introduco che il ribasso d’asta spetti all’Amministrazione in automatico, ma escluso il 5%. SEGRETARIO: Quindi dopo la parola “accordo” mettere un punto e… CONS. SARRI: E l’eventuale ribasso d’asta spetti all’Amministrazione. SEGRETARIO: E sopra al comma 3. CONS. SARRI: A comma 3 va tolto il 5% logicamente. SEGRETARIO: Al comma 4 eliminare il 5%. CONS. SARRI:

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Sì, il comma 4 pardon. SEGRETARIO: Quindi un unico emendamento. CONS. SARRI: Esatto. Questo credo sia a favore della trasparenza, della democrazia e tutti possano confrontarsi e trarne la conclusione migliore. SEGRETARIO: Eliminazione dell’inciso e decurtato fino al 5%. E aggiungere l’eventuale ribasso spetta all’Amministrazione, spetta al Comune. Quindi ricapitolando, se mi è consentito, al comma 1 al posto di “Giunta“, “Consiglio”, al comma 7 eliminare l’espressione “..ed è di sua spettanza l’eventuale ribasso d’asta” e aggiungere l’espressione “l’eventuale ribasso d’asta spetta al Comune”. Contestualmente con eliminazione dell’inciso al comma 4, ed è decurtato fino all’espressione 5%. È corretto? Quindi sono due emendamenti. PRESIDENTE: Due emendamenti. Su questi emendamenti lei può esprimere…? SEGRETARIO: Sì, mi sento di poter dare un parere tecnico favorevole. PRESIDENTE: Favorevole ad entrambi. Allora facciamo la dichiarazione di voto da parte della Lega Nord. CONS. SCARDELLATO: Prima mi vota l’emendamento. PRESIDENTE: E no, la votazione la facciamo alla fine. CONS. SCARDELLATO: La dichiarazione di voto la faccio dopo che avete votato l’emendamento, se permette. Se mi accetta l’emendamento è una cosa, sennò è diversa! PRESIDENTE:

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Va bene, allora andiamo avanti. Passo la parola al Consigliere Freschi. CONS. FRESCHI: Sì, noi a parte alcune questioni, al posto di “ribasso d’asta” eravamo tutti d’accordo sull’offerta più vantaggiosa che molto spesso è più coerente. Perché i ribassi d’asta molto spesso creano gravi problemi nell’attuazione delle opere pubbliche. Poi ho fatto una riflessione: vista che è una legge del 2001 e che lei, signor Sindaco, come io e come altri siamo tutti federalisti da una vita perché speriamo che le cose vadano meglio. Ma io mi dico: che senso ha cambiare un regolamento che poi va a modificare il modo di operare dell’Amministrazione futura, perché questo ormai è l’ultimo Consiglio comunale utile? Abbiamo un mese di lavoro e su un mese sicuramente non riusciamo ad operare con questo regolamento. E, quindi, noi di fatto andiamo ad approvare un regolamento nell’ultima seduta pubblica scoprendo il federalismo giustamente, per l’amor di Dio e che poi cadrà sulle nuove Amministrazioni. Cosa che sarebbe stata molto più opportuna lasciare a quelli che si presenteranno qua il 1° giugno o il 2 giugno. Per questi motivi noi ci asteniamo. Poi vi dico anche un’altra cosa: che questo regolamento le generazioni future che verranno su questi banchi avranno molto da discutere e da modificare andando avanti, perché quando faremo le prime perequazioni e poi nei punti successivi ritornerò, vedrete che dovremo mettere molti paletti perché altrimenti facciamo acqua da tutte le parti. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Sì, Consigliere Luciano, la proponiamo questa sera perché la riteniamo vantaggiosa questa modifica del regolamento. Certo che il prossimo Consiglio comunale che verrà eletto tra poco è sovrano, potrebbe anche decidere in una seduta come questa di revocare, di tornare indietro, come siamo adesso. Per cui non è che si vada a vincolare nessuno, perché lo stesso organo che ha emanato un regolamento o che ha preso una disposizione, può in un momento successivo anche revocarla se la pensa diversamente o la vede in modo diverso. Quindi non c’è nessun vincolo per la prossima Amministrazione. Noi riteniamo soltanto che da questo derivi una grossa opportunità e l’ho spiegato prima che la ratio della normativa è quella di attuare una compensazione, ma è l’Amministrazione comunale che valuta se è suo interesse andare verso la compensazione o no. Potrebbe dire no, nel suo interesse. Per cui lo riteniamo appunto vantaggioso. Per quanto poi riguarda i due emendamenti proposti, nella delibera c’è la proposta di avere sempre un 5% di ribasso d’asta; che ci sia, che non ci sia, che sia maggiore o inferiore, comunque il 5% va all’Amministrazione. Viene fatta una proposta diversa, verrà valutata dai Consiglieri comunali insomma. L’altro invece: “Giunta” o “Consiglio”, “Giunta” o “Consiglio”, qui la normativa prevede che sopra i 100.000 euro quando si fa un’opera pubblica venga in Consiglio comunale e sia il Consiglio comunale che decide. Sotto i 100.000 euro invece la norma non vincola a questa decisione del Consiglio. Fatto sta che è una prassi consolidata in questi ultimi anni e utilizzata anche dall’Amministrazione precedente alla nostra, dalle precedenti, dall’Amministrazione Pujatti e Covre che tutte le opere sotto i 100.000 euro non sono mai venute in Consiglio comunale, le ha sempre decise la Giunta perché fa parte dell’attività di carattere chiamiamola esecutiva, con velocità di esecuzione, immediatezza, per dare una risposta meno burocratica ai cittadini. Mi pare che anche questa sia una esigenza che è stata portata avanti negli anni, che si è sviluppata e che in pratica consente, appunto, di dare risposte immediate ai cittadini, evitando tanta burocrazia. Questo è stato seguito, come dicevo prima, dalle Amministrazioni precedenti fino adesso, anche da questa. Quindi, introdurre questa normativa che dice: “la competenza non è più della Giunta ma diventa del Consiglio anche per un intervento fino a 40.000 euro”, significa, in pratica, creare una discrasia con tutti i comportamenti precedenti e con tutte anche le altre deliberazioni e decisioni che verranno prese in situazioni analoghe, per le quali decide sempre la Giunta.

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Quindi, per omogeneità di comportamenti e per non creare delle disarmonie all’interno dell’attività amministrativa, noi abbiamo proposto che fosse la Giunta, in linea, come dicevo prima con tutti gli altri provvedimenti che sono sotto i 100.000 euro per opere, a decidere anche su questa questione. E mi sembra che la proposta che è venuta dall’Amministrazione sia corretta, logica e che non vi sia alcuna motivazione per cambiarla. PRESIDENTE: Va bene, allora adesso veniamo alla votazione degli emendamenti proposti dal gruppo della Lega Nord. Allora metto in votazione il primo emendamento, quello, per intenderci, relativo al primo comma dell’art. 19 ter. Favorevoli: n. 3 Contrari: n. 12 (Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Rebecca, Battistella, Vedovelli, Alescio) Astenuti: n. 3 (Freschi, Campigotto, Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) PRESIDENTE: Metto in votazione il secondo emendamento, quello, per intenderci, relativo al comma 7, in relazione anche al comma 4 sempre dell’art. 19.3. Favorevoli: n. 3 Contrari: n. 12 (Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Rebecca, Battistella, Vedovelli, Alescio) Astenuti: n. 3 (Freschi, Campigotto, Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) PRESIDENTE: Prima della votazione sulla delibera do la parola al Consigliere Scardellato per dichiarazione di voto. Prego. CONS. SCARDELLATO: Volevo ringraziare il Consigliere Rebecca, il Consigliere Ginaldi e il Segretario perché hanno contributo a chiarire l’argomento, cosa che era assolutamente necessaria. Vede, Sindaco, loro hanno parlato, hanno espresso un’opinione diversa dalla mia, io ho espressa la mia, rimango della mia. Abbiamo approvato, a dimostrazione che non siamo bastian contrario, a ridurre quello che per noi era un danno. Abbiamo provato a fare degli emendamenti per migliorare quella che era una delibera secondo noi sbagliata, voi li avete rifiutati, ma ognuno è libero di avere le proprie decisioni. Quello che loro hanno fatto, hanno cercato, come ho fatto io e come ha fatto il Segretario, di chiarire a tutto il Consiglio e anche al pubblico, il contenuto di questa delibera, cosa che il Sindaco non ha fatto perché ha tirato fuori il federalismo che non c’entrava un tubo, ha tirato fuori le opere del passato che non c’entravano un tubo, cosa che sistematicamente fa. E ringrazio quelli che invece hanno contribuito a chiarire il contenuto di questa delibera, e il voto sarà contrario perché noi avevamo provato a renderla…, siamo contrari, abbiamo provato a renderla meno peggio dal nostro punto di vista ovviamente. Quindi il nostro voto sarà contrario. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Rebecca.

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CONS. REBECCA: Sì, grazie. Brevissimamente. Chissà che questo sia un metodo anche per i futuri punti dell’ordine del giorno e sarebbe un comportamento qualificante per tutti e per ciascuno. Devo anche dire che dopo il mio intervento c’è stato un intervento di replica del Consigliere Sarri inconferente, cioè che non c’entrava un fico secco con quello che ho detto io. Non so se per difetto di comprensione o per mancanza di volontà di comprendere. Di fatto, non ho replicato proprio perché ho raccolto in qualche modo l’appello alla pacatezza. Però obiettivamente la replica del Consigliere Sarri non era conferente rispetto a ciò che ho detto io. CONS. SCARDELLATO: Non era rivolta a te, ma rivolta al Sindaco. CONS. REBECCA: No, no, era rivolta personalmente a me, mi ha anche chiamato per nome e dico anche in quale passaggio. Ha esordito dicendo: il Consigliere Rebecca dice che questa decisione qui, che questa delibera è revocabile. Questo è stato l’esordio del Consigliere Sarri, questa impostazione è sbagliata, questa è la sostanza, non ricordo le parole esatte, perché bisogna guardare al futuro. Appunto, io credo di avere guardato al futuro come tutta l’Amministrazione perché mi sono dilungato per almeno credo un quarto d’ora, a parlare esattamente di tutti i buoni motivi per cui in futuro questa è la scelta giusta. Ma sono stati saltati a piè pari, appunto, dall’intervento che mi ha seguito. Comunque giusto per precisare quanto diceva il Consigliere Scardellato, e senza alcuna vis polemica. Grazie. PRESIDENTE: Voleva fare un chiarimento il Segretario. A lui la parola, prego. SEGRETARIO: Prima il Consigliere Campigotto, la sottrazione degli oneri secondari, come giustamente mi… perché hanno una normativa ad hoc. Una normativa ad hoc, gli oneri secondari. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Un attimo che il Segretario sta fornendo un chiarimento, penso utile. SEGRETARIO: Come correttamente mi rammentava Da Re, ma è una acquisizione, hanno una norma ad hoc. Quindi già prima si potevano fare. Ovviamente dovevano andare in evidenza pubblica, questo lo sappiamo perfettamente. La novità sta nell’estendere questo principio ad altre fattispecie. Quindi, è ovvio che, se c’è una normativa speciale, c’è già la copertura. PRESIDENTE:

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Bene, allora adesso metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 5 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 4 (Sarri, Scardellato, Polesello, Ferri) Astenuti: n. 2 (Freschi, Campigotto) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera che abbiamo appena approvato. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 4 (Sarri, Scardellato, Polesello, Ferri) Astenuti: n. 2 (Freschi, Campigotto) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) PRESIDENTE: Do la parola al Sindaco per una breve comunicazione. SINDACO: Credo faccia piacere anche ai Consiglieri comunali e anche ai cittadini che io dia lettura a questa comunicazione, che mi è arrivata dal neoeletto Segretario Generale del Senato della Repubblica, che tra l’altro è una opitergina. La quale mi scrive dicendo: “Signor Sindaco, ho ricevuto con molto piacere le felicitazioni del primo cittadino di Oderzo, meraviglioso Comune del Veneto, dove risiedono le mie radici familiari. Grazie di cuore. Elisabetta Serafin”. È una opitergina che adesso vive a Roma, ha qui ancora tantissimi parenti, a Oderzo, tra cui anche il Consigliere comunale Marco Drusian, che è stata recentemente eletta Segretario Generale del Senato. Io spero che magari durante la prossima legislatura l’Amministrazione nuova inviti la neo Segretaria Generale del Senato a partecipare a una seduta del nostro Consiglio comunale, naturalmente come ospite d’onore. Spero che si faccia perché è di grande soddisfazione e di grande orgoglio per la nostra città vedere che i nostri cittadini riescono, dovunque vadano, a raggiungere livelli notevoli e a ricoprire posti anche di responsabilità molto elevati. PUNTO 6° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «ADOZIONE VARIANTE PARZIALE N. 2 AL PIANO DEGLI INTERVENTI – APP. N. 19 – ACCORDO PUBBLICO-PR IVATO AI SENSI DELL’ART. 6 L.R. 11/2004 – DITTA TER.DA.BA» (Omissis deliberazione n. 20) PRESIDENTE: Do atto che il Consigliere Drusian esce dall’aula, sarà assente sia dalla discussione e sia dalla votazione per motivi di opportunità. Passo la parola, per l’illustrazione, all’Assessore De Luca. ASS. DE LUCA: Grazie, Presidente. Si tratta di approvare lo schema di un accordo di pianificazione, quelli previsti dal Piano degli Interventi, e di adottare la variante parziale n. 2. Una variante parziale che ci consente di riqualificare un’area piuttosto degradata. Si tratta di un’area in via Fornase, il I Tronco, dove ci sono dei vecchi capannoni fatiscenti ormai da anni, che hanno bisogno appunto di essere abbattuti e riqualificata. Quest’area avrà questo abbattimento dei capannoni esistenti ex mi sembra allevamento dei polli, da questi si dedurrà un credito edilizio di 3.700 cubi. Poi si danno in questo accordo, in questa variante, anche 2.800 metri cubi aggiuntivi per un totale di 6.500.

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In tal modo potremmo completare il tratto di pista ciclopedonale che va dall’incrocio di via Capitone fino alla rotonda, in questa zona dove facciamo questa variante. La prima parte viene eseguita dall’intervento già approvato in questo Consiglio nell’area del ristorante Gallo e questa parte va a completare l’intervento nella sua completezza di via Fornase I Tronco, la parte più interessante. Naturalmente è previsto anche il prolungamento dei servizi quale fognatura, impianto di illuminazione pubblica, impianto delle tubazioni delle acque meteoriche, ecc. in maniera di sviluppare diciamo anche in quella strada un intervento completo. Abbiamo qui dunque questo accordo, questa variante parziale e naturalmente l’accordo perequativo, alla quale fa riferimento. Sugli allegati avete la scheda di variante in cui sono elencati l’oggetto stesso, che è quello che vi ho testé raccontato. Perciò il credito edilizio, come prevedono le norme tecniche, è il 50% del volume esistente calcolato tenendo conto dell’altezza media dei piani di tre metri perché si tratta in questo caso di un capannone che ha un volume ben più alto, ma essendo la trasformazione in residenziale c’è il conteggio previsto dalla norma che prevede di conteggiare la superficie con un’altezza media di tre metri. Poi c’è l’impegno da parte del privato, che è il completamento della pista ciclopedonale. I dati, i parametri urbanistici sono elencati, perciò superficie dell’ambito 7.650 metri e 6.500 metri cubi, l’altezza massima di 7 metri e mezzo. Qui si vede l’ambito di intervento, fa parte in questo momento del PAT della città consolidata, perciò è trasformabile essendo oltre 4.000 metri quadri, 8.000 cubi, attraverso il meccanismo perequativo. Ecco, ho citato un po’ la normativa utilizzata, sia del credito edilizio sia quella che permette la trasformazione della città consolidata per ambiti di una certa rilevanza. Vedete dov’è la zona, lì c’è già la ristrutturazione di un capannone, rimaneva quell’altro lì, in situazione di abbandono anche con problemi con il vicinante, la presenza di, come in tutte le aree abbandonate, di ratti, pantegane e altro. Io avrei anche terminato la spiegazione, eventualmente se ci sono… Scusate un attimo. Il Sindaco giustamente mi chiede un dato che adesso vi darò subito, che riguarda gli oneri. Allora, gli oneri complessivi sono 28.000 euro, mentre il contributo totale dei permessi a costruire sarà di 75.000 euro. Tutti oneri che rientreranno, nel momento in cui si andrà a realizzare l’intervento e poi l’edificazione, nelle casse comunali già previsti, alcuni nel 2011 e gli altri negli anni successivi. 75, più i 140.000 delle opere in perequazione che vengono realizzate. (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: No, no, era già la somma 75. Questo è 28, 75 oneri complessivi. Poi ci sono gli oneri per l’edificazione nel momento in cui presentano l’edificio. PRESIDENTE: Va bene. Passo la parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Diciamo che il tentativo di risolvere quella situazione ci trova favorevoli, nel senso che siamo sicuramente favorevoli allo spostamento dell’attività impropria, all’eliminazione dei capannoni fatiscenti. Quindi l’intento è senz’altro buono. Avrei una domanda da fare, è un po’ sempre la solita. Cioè a me dispiace fare la figura della “rompi”, ma credo sia il mio dovere farlo. È un po’ sempre la stessa domanda che faccio, è di chiarirmi un po’ i conti. Allora io, sempre solita domanda che ho fatto mille volte, era per esempio il discorso dei prezziari, dei listini, per come viene fatto il calcolo della perequazione. Allora per esempio, è una domanda che ho già fatto altre volte ma adesso chiedo la domanda specifica. Allora il cubo del volume edificabile residenziale talvolta vale 120 e talvolta vale 100. Allora, per esempio nella delibera che viene dopo, che è quella Simonetti e Tomasella, vale 100. Non so, Dametto che era a poca distanza valeva 120, qui vale 120. Ho già fatto questa domanda e mi è già stato risposto che da 100 a 120 la differenza è per la maggiore o minore incidenza delle opere di urbanizzazione.

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Però guardando, o comunque per le carte che ho non riesco a capire perché questo intervento abbia delle opere di urbanizzazione in misura differente da quello di Simonetti e Tomasella. Cioè la risposta è: la differenza del prezzo è perché qua ci sono più opere di urbanizzazione, o meno opere di urbanizzazione, adesso non mi ricordo qual è il più e qual è il meno. Domando perché l’incidenza delle opere di urbanizzazione è diversa in questo posto, in questa delibera qua rispetto a quella invece che viene dopo per esempio, quella di Simonetti e Tomasella. Cioè quali sono le opere di urbanizzazione diverse, che incidono in modo diverso. Prima domanda. Poi la seconda domanda era sempre relativa a quel discorso forfetario che viene fatto dopo, perché adesso il Sindaco ci fornisce addirittura gli oneri di urbanizzazione che non aveva mai fornito. Già è faticoso capire quelli di perequazione, questo giro ci ha fornito anche quanto incassa il Comune con gli oneri di urbanizzazione. Vogliamo capire invece, allora, abbiamo detto quelli della perequazione e poi l’opera che viene data in cambio e questa pista ciclabile, nella tabella di calcolo c’è scritto: “considerato che le opere previste in preventivo sono inferiori all’importo della perequazione e, inoltre, che le spese tecniche vanno limitate al 5% del costo delle opere, come stabilito per le altre opere di perequazione; considerato tutto ciò si propone che l’intervento vada valutato in modo forfetario precisando che, con la realizzazione della pista deve essere mantenuta la sezione dell’attuale asse stradale di via Fornase, eventualmente recuperando la larghezza sul lato opposto rispetto alla pista”. Sì, va bene, si può sempre fare il discorso a corpo, però si sa che…, adesso non so se è stato verificato, cioè su questa pista è stato fatto uno studio di fattibilità? Perché se è vero che bisogna spostare l’asse stradale, caspita se cresce. Cioè il concetto è di dire: “poi sono tutti affari del privato”, poi il privato non so se lo fa se non ci sta dentro. Quindi questo discorso a forfait è un po’ da capire se è stato analizzato perbene e se è sostenibile, perché si chiede una cosa abbastanza consistente. Cioè se ci sarà la sorpresa, dice: “tu la pista la devi tenere sempre da una parte, senza spostare l’asse stradale. Se dovesse succedere che la pista non ci sta e quindi devi spostarmi l’asse, devi calibrarmi tutta la strada”. Bel costo! Non so se il privato poi lo può sostenere perché nel momento in cui va sopra la sua cifra ti dice: “alt, non lo faccio più”. Chiara la domanda? Quando va sopra i 140 non ci sono santi, non la fa quella cosa. Le domande quindi sono due, aspetto la risposta. Grazie. PRESIDENTE: Passo la parola al Consigliere Campigotto. CONS. CAMPIGOTTO: Sì, ho anch’io una domanda tecnica. Nello schema a fine delibera c’è il valore area post-intervento. Il valore area edificabile, come già detto, 120 euro al metro quadro, meno valore area agricola, 20 euro. Volevo sapere da dove viene questo valore dell’area agricola, se è la tabella provinciale in base alla coltura esistente o quale stima viene fatta. Grazie. PRESIDENTE: La parola all’Assessore per le risposte. ASS. DE LUCA: Comincio dal Consigliere Scardellato. Per quanto riguarda gli impegni del contraente questo ha firmato un impegno che riporta esattamente che “ove necessario va ricalibrata la strada”. Perciò è un impegno che ha preso, se è cosciente di quello che firma direi che io non ho problemi. Non mi prendo cura del fatto che dopo manterrà l’impegno o meno, l’ha firmato. Succede come per tutti quanti, cioè firmano un impegno, avranno fatto le loro valutazioni, i tecnici lo hanno supportato sulla decisione e andiamo avanti così. Perciò non andrei… Per quanto riguarda…

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(Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: No, lui ha preso un impegno per quanto riguarda cosa dovrà fare, in cambio di 6.000…, a prescindere da quello che gli costa. Ecco, per quanto riguarda invece il valore delle aree, magari non so se eventualmente poi il geometra Da Re vuole essere più preciso, e così rispondo anche a Campigotto, noi abbiamo due valori, 120 e 100 euro. Per le aree abbiamo stabilito dei valori standard che sono o 20 o 10 euro e anche 15. Cioè 10, 20 o 10, a seconda del tipo di area. Sono questi i valori che usiamo. Per quanto riguarda ovviamente se usare il parametro 120 o 100 è una valutazione che fa l’Ufficio Tecnico in base a quelle che sono le opere, che sono opere che poi credo vengono presentate dal progettista, perciò la valutazione delle opere in carico a quella lottizzazione il tecnico valuta se scegliere un parametro o l’altro. Questo è il meccanismo. (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: Sono valutazioni che fa il tecnico, penso che spetti a lui la risposta. Eventualmente se vuole integrarla. PRESIDENTE: Se vuole integrare il tecnico gli do la parola, altrimenti andiamo avanti. Prego, prego, tecnico Da Re. GEOM. DA RE: Allora sappiamo benissimo che i valori delle aree sono valori convenzionali, nel senso che il vero valore di mercato dopo varia in base alle varie opportunità e anche il periodo che viene fatta l’operazione. Il valore di 20 euro iniziali come valore agricolo, anche questo è stata presa una decisione, che quelle aree che sono sì con destinazione in base al PRG destinazione agricola, ma che di per sé non sono agricole, com’è anche questa perché non possiamo dire che un’area del genere è un’area agricola, è un’area che ha destinazione agricola in base al Piano Regolatore, però di per sé non aveva queste indicazioni. Per cui ecco che i valori di 20 euro a metro quadrato sono riferiti ad aree che sono potenzialmente edificabili qualora vengano oggetto di variante del Piano Regolatore. Il valore finale, 100/120, anche questo varia sia in base all’entità delle opere di urbanizzazione perché sono delle aree che hanno bisogno di tante opere di urbanizzazione, sono costose e quelle che sono minori. Questa qua è una di quelle che ha poche opere di urbanizzazione perché è già servita dalla strada, praticamente c’è poco da fare. Ma anche nello stesso tempo è un’area che si trova nell’area di Oderzo. Sicuramente è un altro valore come area rispetto a quella di Camino o di Tomasella, che si trova all’estremità di Camino. Chiunque ha da farsi una casa o comperare una casa sicuramente dà un valore diverso ad un’area che si trova in prossimità del Brandolini rispetto a un’area che si trova al margine di Camino. Queste sono le valutazioni che vengono fatte sempre nelle stime. Ci siamo dati una regola abbastanza omogenea per non fare sperequazioni, visto che si parla di opere di perequazione, che sono dopo, come diceva prima il Vice Sindaco, sono sottoscritte e accettate dalla parte per cui a questo punto credo che possiamo essere tranquilli dal punto di vista di contestazioni o quello che possa succedere. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Polesello.

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CONS. POLESELLO: Grazie, Presidente. Era solo per fare una precisazione. Vedo qua scritto: “premesso che il Comune di Oderzo, dotato di PAT approvato in Conferenza dei servizi in data 26.11.2008 e ratificato dalla Regione Veneto con delibera n. 3972 del 16.12.2008”, ricordo che il Sindaco in tante occasioni aveva ribadito che il PAT di Oderzo era stato il primo nel Veneto, se ricordo bene, signor Sindaco, lei diceva così, e abbiamo sentito diverse volte questa sua affermazione. Mi sono controllato nel sito della Regione… PRESIDENTE: Sì, ma non c’entra nulla con l’argomento comunque. CONS. POLESELLO: Sto parlando della delibera, quindi… Perché il Sindaco quando fa queste divagazioni gliele lascia fare, e io non posso farle? Il PAT di Oderzo è 17°; 17°, signor Sindaco, non primo. PRESIDENTE: Va bene, prendiamo atto di questa classifica, vanno anche di moda le classifiche. Va bene. CONS. POLESELLO: Ecco, grazie. Volevo solo fare questa precisazione, anche per onore di cronaca. Tante volte quando si sbaglia so che tante volte si è preteso le scuse dei Consiglieri, avrei piacere che anche il Sindaco si scusasse nei confronti dei Consiglieri. PRESIDENTE: Va bene, allora le do la possibilità di avere una risposta al volo dal Sindaco. Prego. SINDACO: Guardi mi scuso subito, Consigliere Polesello. Intanto il n. 17 è un bel numero, mi piace. Essere 17° nel Veneto quando ci sono oltre 500 Comuni è una bella cosa. Però si ricordi che io ho sempre detto: siamo stati i primi nel Veneto ad approvare il PAT e ad avere la menzione speciale nel “Sole 24 Ore” come primo PAT che veramente approvava normative importanti sulla perequazione edilizia, sul credito edilizio e soprattutto, per l’attenzione verso l’ambiente e verso la qualità della vita. Io ho sempre detto questo. Non penso fossimo i 17° a essere pubblicati. Tutto qua. Mi sono scusato. PRESIDENTE: Va bene, chiudiamo la parentesi e proseguiamo con l’argomento. La parola va al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Non è un intervento, brevissima. Sempre sul discorso dei prezzi, sempre per chiarezza. Allora abbiamo detto che i 120…

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PRESIDENTE: Allora le chiedo scusa, anche per la sua tranquillità dell’intervento. Vedo che giustamente abbiamo raggiunto le ore 22.00… (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Grazie a voi per essere intervenuti in questa seduta. Ringraziamo sia la professoressa e sia gli studenti, arrivederci a una prossima seduta. Attendiamo che la classe esca dall’aula. Va bene allora, se vuole proseguire, però brevissimamente altrimenti lo considero come intervento. CONS. SCARDELLATO: Lo consideri come intervento. PRESIDENTE: Va bene, okay. CONS. SCARDELLATO: Allora due considerazioni: una è il valore del cubo residenziale. Abbiamo detto che dipende dalla ubicazione e dalla quantità di opere di urbanizzazione che necessita. Allora avevo chiesto che differenza di opere di urbanizzazione c’erano tra questo intervento e quello che viene dopo, perché uno vale 100 e l’altro 120, mi ha detto “il posto”. L’altra volta avevo chiesto che differenza c’era tra Dametto e Tomasella che sono attaccati, e mi ha detto “le opere di urbanizzazione”. Che differenza c’è tra queste opere di urbanizzazione, io continuo a non capirle queste differenze. Allora che differenza di opere di urbanizzazione c’è tra Dametto e Tomasella che sono attaccati. Questa è una. Vi disturbano le domande, mi dispiace ma io sono qua per farle. Vi disturbano. Allora, sul valore del cubo. Sul concetto che poi ha espresso prima il tecnico Da Re non sono neanche proprio d’accordo, perché non è giusto valutare 20 l’area agricola perché poi diventerà residenziale, perché il valore del residenziale ce lo metto dopo. Quindi, io devo avere il valore del terreno agricolo se non diventerà residenziale e il valore prima dell’operazione urbanistica. Cioè il concetto è proprio sbagliato, perché il valore che acquisterà dopo è il 120 che vado a mettere. Quindi, io faccio la differenza tra il valore che ha il terreno se non lo rendessi edificabile e quindi come agricolo e quello che avrà dopo l’operazione. Quindi, non può dirmi che dice gli dà il valore maggiore al terreno agricolo perché diventerà residenziale. Il fatto che diventi residenziale è la valutazione che faccio successiva e sulla quale faccio la differenza. Quindi, il valore iniziale del terreno, va valutato proprio nell’ipotesi che non diventi affatto residenziale, che rimanga agricolo. E quindi dipenderà dal tipo di coltura, se può essere estensiva, se può essere accessibile, se ci faccio un vigneto DOC o se ci pianto le patate, se è dedicato a questo. Quello è il valore agricolo del terreno da cui devo partire. Per cui non capisco perché ora vale 20, ora vale 15 e ora vale 10. Se lo compro o se lo vendo vale in modo diverso, cioè se lo cedo o se l’acquisto. E su questi argomenti non ci si può arrabbiare. Io avevo chiesto di chiarirli questi argomenti, all’inizio di tutte le operazioni perché cambiare il terreno agricolo valore da 10 a 20 modifica completamente il calcolo della perequazione. E, quindi, non è una cosa da poco. Io avevo detto: “questi ragionamenti facciamoli all’inizio, uno per tutti!” Adesso questa che è la 19^ operazione e per la prima volta ci viene presentata allegata in Consiglio la scheda del calcolo della perequazione, il Consigliere Campigotto ha fatto per la prima volta una domanda che io faccio dall’inizio.

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Cioè queste domande sui valori, su come viene fuori il calcolo io le faccio dall’inizio e non mi hanno mai voluto mettere questo allegato. Questa è la prima volta, dopo 19 operazioni, che c’è l’allegato, e guarda te viene fuori una domanda anche da un’altra parte! Scusate se le faccio le domande, sarò rompi ma le voglio capire. Torno a ripetere. Allora il discorso del terreno agricolo di partenza, gli si dà la valutazione 20 o 15 o 10, a seconda del valore agricolo che il terreno ha di per sé, non perché debba diventare edificabile. Perché il fatto che debba diventare edificabile è la seconda valutazione, che faccio dopo, dopo l’operazione, cioè dopo che l’ho reso edificabile quanto vale e allora faccio la differenza. Allora faccio la differenza tra il valore iniziale del terreno agricolo, se non potesse edificabile, del terreno diventato edificabile, faccio la differenza, divido a metà, metà al Comune e metà al privato. Questo è il concetto. Ma nel quanto vale il terreno agricolo non c’entra niente il fatto che debba diventare residenziale. Dipende se posso piantarci le patate o un vigneto DOC. Se è vicino alla strada, se è accessibile. Quello è il prezzo di mercato del terreno, non che poi possa diventare edificabile. Non c’entra niente. PRESIDENTE: La parola va al Capogruppo Ginaldi. CONS. GINALDI: È un concetto che abbiamo discusso anche ieri sera. Anche nell’ubicazione del terreno agricolo c’è una differenza. È più appetibile il terreno agricolo che sarà fronte strada e poi sarà più appetibile il terreno agricolo che è vicino a un insediamento, vicino a terreni già edificabili perché la prospettiva è quella. Non perché sicuramente diventerà edificabile, ma perché se io devo scegliere uno vicino a un terreno già edificabile e un terreno agricolo lontano, scelgo di comperare quello vicino. È una questione di mercato. (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Ma quando tu hai un terreno agricolo e vuoi scegliere tra due terreni agricoli da comperare, uno vicino a terreni già edificabili e un altro lontano dai terreni edificabili, nella scelta dell’uomo medio la scelta avverrà sicuramente nei confronti del terreno agricolo vicino a un terreno già edificabile. Il geometra Da Re questo vuol dire, secondo me. È una questione, appunto di mercato. Sono d’accordo con te che non è la potestà, la vocazione edificatoria che rende quel terreno agricolo con più valore perché quella vocazione edificatoria in quel momento non ce l’ha. Ma è la sua ubicazione vicino a qualcosa di già edificabile che lo rende più appetibile. (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: No, ma no. Guarda, non è così. PRESIDENTE: Concludiamo. Se dovevi finire, finisci, però.

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CONS. GINALDI: Perché di questo abbiamo già discusso ieri sera in Commissione. PRESIDENTE: Va bene, allora passiamo alla votazione. Metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 6 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 11 Contrari: nessuno Astenuti: n. 5 (Sarri, Scardellato, Freschi, Campigotto, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 5 (Drusian, Tessarolo, Perissinotto, Luzzu, Ferri) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 11 Contrari: nessuno Astenuti: n. 5 (Sarri, Scardellato, Freschi, Campigotto, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 5 (Drusian, Tessarolo, Perissinotto, Luzzu, Ferri). PUNTO 7° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE TOMASELLA – SIMONETTI IN VIA ZARA» (Omissis deliberazione n. 21) PRESIDENTE: Qui non sono intervenute osservazioni, io passerei direttamente alla votazione. Quindi, metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 7 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 14 Contrari: nessuno Astenuti: n. 4 (Sarri, Scardellato, Ferri, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 14 Contrari: nessuno Astenuti: n. 4 (Sarri, Scardellato, Ferri, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Luzzu) PUNTO 8° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «APPROVAZIONE MODIF ICA ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO – CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZION I E APPROVAZIONE PIANO DI LOTTIZZAZIONE RESIDENZIALE DI VIA PANTANO AI SENSI DEL 6° COMMA ART. 20 L.R. 11/2004 AREA STRATEGICA 1.3» (Omissis deliberazione n. 22) PRESIDENTE:

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Passo la parola per l’illustrazione, all’Assessore De Luca. ASS. DE LUCA: Parliamo adesso sia dell’approvazione con modifica di un accordo che abbiamo già visto nel luglio 2010, sia di approvare l’approvazione di un Piano di Lottizzazione residenziale. Si parla qua di una zona di cui abbiamo discusso molto durante il PAT. È una delle aree strategiche, la 1.3, un’area strategica perché lì abbiamo, fin dall’inizio puntato gli occhi e fatto uno dei primi accordi perché avevamo bisogno di creare, di destinare questa vasta area, erano 45.000 metri quadri, a bacino di laminazione proprio per salvaguardare sia tutta l’area Brandolini che sappiamo che ha avuto in passato parecchi problemi di acqua alta, sia tutta la parte a nord della ferrovia. Parte a nord della ferrovia che è salvaguardata in via definitiva da questa vasca di laminazione e sia dalla vasca di laminazione che abbiamo in zona cimitero, sulla destra del cimitero, che abbiamo approvato poco tempo fa. Dunque due vasche di laminazione sul Navisego. Qui avevamo fin dall’inizio definito questa qua perché era forse la più importante. Con delibera del luglio 2010 appunto è stata approvata la proposta di accordo pubblico-privato che era finalizzata all’esecuzione dell’intervento sull’area privata e alcune opere in perequazione importanti: l’aula magna della scuola media di Oderzo, che doveva essere sistemata perché attualmente è chiusa in quanto sono caduti alcuni elementi, pochi anche, ma insomma è diventata pericolosa, alcuni elementi del controsoffitto e poi abbiamo deciso anche, se vi ricordate, di renderla antisismica. Non solo, il progetto prevede anche l’isolamento di questa grande aula rispetto al resto della scuola media in modo di poter disporre, per la città di Oderzo, di una sala riunioni o sala convegni di una certa importanza, autonoma, con servizi, con una stanza anche ad uso ufficio, uso utilizzazioni varie, con impianto di riscaldamento autonomo e anche l’impianto elettrico. Una sala per oltre 100 persone, perciò anche tutte le autorizzazioni, i Vigili del Fuoco e quello che serve e con uscite di sicurezza. Perciò un intervento piuttosto impegnativo che è previsto in questo accordo pubblico-privato. Devo anche dire che abbiamo già i progetti di questo lavoro, che saranno portati all’attenzione della Giunta comunale per l’approvazione e poi inizieranno subito i cantieri. I cantieri in qualche modo sono già iniziati perché le fondazioni sono state tutte già testate con prelievi di calcestruzzo ecc., per verificare la congruità del progetto antisismico. Verrà anche sistemata dal punto di vista dell’isolamento. Insomma viene creata una struttura che sta in sintonia con l’esistente, ma di qualità. Mi auguro che in questi mesi estivi, durante la chiusura della scuola possiamo concludere i lavori. Cessione di un’area da destinare a cassa di laminazione, l’area di 45.000 metri per destinare ad area di laminazione, poter costruire questa vasca di laminazione e anche ad uso parco fluviale, cioè nei periodi di secca la maggior parte del tempo dell’anno anche per divertimento e passatempo. La sistemazione dell’asfaltatura della pista ciclo-pedonale, il sottopasso Brandolini, fino a via Tre Piere. Noi avevamo approvato anche, nel dicembre 2010, la variante urbanistica con tutti i parametri edificatori, che sono i 45.000 metri cubi su 45.000 metri quadri. Ora, ripeto, questo Piano di Lottizzazione che è stato presentato ai privati prevede anche una modifica dell’accordo. E dunque propone di cedere 38.000 metri quadri anziché i 45.000, 7.000 metri quadri in meno, di cui 5.000 circa restano a disposizione per ulteriori ampliamenti delle vasche che andremo a fare, mentre 2.000 e qualcosa vengono utilizzati nel Piano Attuativo, senza incremento di cubatura. Ed è un margine che sta sotto, sulla parte sinistra del disegno e serve soprattutto per dare un disegno complessivo alla lottizzazione per congiungersi con la strada. Poi diremo due parole sulla lottizzazione stessa. Perché proponiamo di accettare questa soluzione? Perché dalla relazione tecnica, dalla relazione idrogeologica di compatibilità idraulica, si dicono alcune cose, vagliata anche dal Genio Civile: prima di tutto di privilegiare interventi relativi all’adeguamento del canale Navisego. Ora il Basso Piave ha risezionato tutto il Navisego, che dopo diventa Piavon, fino all’altezza di via Sgarbariol. Manca e non hanno più intenzione di fare, la parte che rimane da via Sgarbariol, penso che il geometra vi stia indicando, fino alla ferrovia. Dunque, nella risposta all’analisi idraulica, di compatibilità idraulica, il Genio Civile ci dice: date preferenza a questo lavoro. Probabilmente perché non avendo soldi di farlo il Basso Piave, interessa che facciamo noi. Però risezionando, come è stato fatto a valle, aumenta anche l’invaso di questo canale. Perciò, si riduce l’invaso necessario nella vasca di laminazione ed è più che opportuno. Ecco, noi allora avremmo scaricato in questo modo l’opera, questa opera alla ditta contraente.

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In secondo luogo, cosa importantissima, perché c’è il sottopasso alla ferrovia che è una strozzatura sia come altezza rispetto all’altezza del canale, sia come sezione. Senza risolvere quel problema lì noi avremmo comunque il problema di scolo delle acque da parte della città, via Martiri, via Maddalena, ecc. Perciò risulta importantissimo poter eseguire questo ampliamento della sezione che passa sotto la ferrovia. Allora, sul progetto idraulico sono previsti due passaggi, due sottopassi da 2 metri, che verrebbero eseguiti a spinta. Onere che si sarebbe preso la ditta nell’accordo. Allora gli oneri che si prende la ditta nell’accordo sono sia il sezionamento, sia questo ampliamento della sezione di sottopasso. E questo va molto bene, ed è nella linea proprio di sgrondare il più velocemente possibile le acque nella parte cittadina. La vasca di laminazione è ancora importante e sempre nel rispetto della relazione idraulica convalidata dal Genio Civile, è necessaria per tutta la parte nuova che si va a realizzare per l’invarianza idraulica e per la parte anche esistente, la parte più bassa esistente della lottizzazione Brandolini. Perciò avremmo messo in salvaguardia la lottizzazione Brandolini attraverso questa vasca di laminazione che facciamo nel parco idraulico con 30.000 metri quadri, i 7.000 metri quadri che restano a monte rimangono lì, però non li acquistiamo, non passano di proprietà ma restano vincolati e un domani, se necessitano, potremmo acquisirli. Non vale la pena di acquisirli adesso perché non ci servono. La differenza, il fatto che gli lasciamo i 2.045 metri quadri, che non portiamo a casa i 7.000 metri quadri complessivi, ci dà un delta in più nella tabella di perequazione di 175.000 euro, che utilizzeremo per fare le opere che ho appena accennato. E per quanto riguarda le altre opere che ho elencato, opere di perequazione. Dunque, cercando di riassumere e dare un quadro complessivo: abbiamo sempre i 45.000 metri cubi il volume totale edificabile a residenziale nell’area di lottizzazione. La superficie da cedere in perequazione da 45.000 diventa 38.033 e una parte, che sono, non ho qui i dati ma mi sembra che siano 2.040, una cifra del genere, una cifra intorno a questo numero, ma scusate non trovo qui nei miei appunti, viene inserita nella superficie fondiaria della lottizzazione. Il resto invece rimane area agricola, ma con il vincolo di poter diventare, quando servirà, anche quella vasca di laminazione. Per quanto riguarda invece la lottizzazione, il Piano di Lottizzazione, abbiamo riportato anche qui in delibera che l’ambito del Piano Urbanistico contiene anche la proprietà del signor Fiorella Antonio, che è dissenziente, però la superficie della ditta dissenziente è pari all’1,38% e le ditte proponenti hanno anche prodotto copia della documentazione con la quale invitavano la ditta Fiorella a partecipare al Piano Urbanistico Attuativo. Dunque seguirà la sua strada, come prevede la normativa, in quanto è inferiore al 25% e perciò, come è previsto dalla legislazione vigente, viene comunque inserito nel PUA. Poi c’è un’altra nota importante da riportare. Cioè, se andiamo a guardare la lottizzazione, quello è il lotto della ditta dissenziente, il signor Fiorella e, come si vede in questo disegno, la strada, perché abbiamo lasciato diciamo la lottizzazione che tenesse la strada attuale, via Capitone e proseguisse diciamo nella capezzagna che c’è per lasciare il disegno originario. E questo va a lambire proprio il lotto di terra che è del signor Fiorella. Abbiamo recepito e dunque andava a incidere diciamo le opere di urbanizzazioni anche su questa proprietà, però abbiamo ricevuto il 21 marzo, perciò in questi giorni, che la ditta Furlan Dante e Bonotto Eles, essendo proprietari dell’area che sta a fianco, fuori ambito ma prospiciente la proprietà Fiorella, ha dato la disponibilità che le opere di urbanizzazione relative alla sistemazione della strada possono essere eseguite nella propria proprietà, senza dover, in tal modo, acquisire l’area di proprietà Fiorella dissenziente. Dunque, sposteremo leggermente quello che è necessario la strada per non andare a incidere proprio sulla proprietà del signor Fiorella e così anche non dà il motivo..., diciamo rispettare quelli che sono i propri intendimenti e le proprie volontà. Ci sono anche, se avete letto, alcune prescrizioni per quanto riguarda la lottizzazione, soprattutto per quanto riguarda la parte del verde che mantenga una configurazione migliore, più regolare, senza l’inserimento di viabilità, di accesso a dei lotti. Cioè quella parte centrale che ci sia insomma una limitazione della parte di accessibilità alle autovetture, in modo di dare una valenza più di verde pubblico, perciò ambito senza problemi per i bambini ecc. Poi ci sia anche un’indicazione di idoneo arredo urbano per quando saranno presentati i documenti, i progetti esecutivi. Queste sono le due prescrizioni dunque: modifica dell’accordo, riduzione di 7.000 metri che ci permette di fare anche queste opere e le opere invece più prescrittive dall’Ufficio Genio Civile che sono la ricalibratura del fosso Navisego, l’allargamento del sottopasso, cosa fondamentale altrimenti andremmo solo a risolvere marginalmente i problemi del centro e invece la cassa di laminazione che mi serve tutta quanta l’area del Brandolini.

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Per quanto riguarda il Piano di Lottizzazione c’è questo dissenziente e ci sono queste prescrizioni che abbiamo indicato nella delibera. Queste le due aree: questa viene aggiunta al fondiario della lottizzazione, mentre l’altra, che sono circa 5.000 metri, rimane vincolata. È un vigneto, è anche un anziano che lo sta lavorando, non serve, non abbiamo neanche ritenuto opportuno fare un dispetto all’anziano, portargli via il vigneto e magari dopo lasciarlo là abbandonato. Lo continua a coltivare, ha 80 anni, probabilmente quando servirà l’area per eseguire una vasca di laminazione il povero vecchietto non se ne accorgerà più, perché non ci sarà. Altri 100 anni perché noi vediamo parecchi centenari. Ecco, mi sembrava quasi di fare un dispetto insomma portarla via e non utilizzarla. Questo è, mi sembra di dire, quasi tutto, dopo magari... Per quanto riguarda il tema invece degli oneri, questa operazione, a parte le opere di perequazione che abbiamo visto e che risalgono a una cifra complessiva, che sono 781.825 euro, ci sono eventualmente gli oneri che poi scaturiscono da questa operazione nel suo complesso, che sono 820.000. Perciò un’operazione, per la città di Oderzo, piuttosto importante. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Io ritengo che questa delibera non sia approvabile, proponibile e approvabile, per tre motivi molto seri. Parto dal primo motivo, quello del quale ho già parlato anche in Commissione e avevo anche raccomandato la Consigliera Ginaldi, in quanto Avvocato, di coinvolgere gli Avvocati e la Giunta perché è un problema legale molto serio. Allora, adesso per la prima volta sentiamo parlare di un dissenziente. Il dissenziente in realtà c’era anche prima quando abbiamo fatto la variante urbanistica. E non abbiamo fatto una variante con i vecchi metodi classici di variante urbanistica. Abbiamo fatto una variante urbanistica utilizzando lo strumento dell’accordo pubblico-privato. Cioè abbiamo portato in Consiglio questo accordo e in una delibera abbiamo detto: questo è l’accordo che ci propongono i privati, noi approviamo questo accordo e contestualmente adottiamo la variante urbanistica. Ora questo strumento io ritengo che, perché la variante sia valida, debba avere il 100% della adesione dei privati. Se si va a vedere la legge in realtà la legge nulla dice in proposito. Nel senso che dice che gli accordi di cui al comma 1 sono finalizzati alla determinazione di alcune previsioni dal contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale urbanistica, nel rispetto della legislazione e della pianificazione sovraordinata, senza pregiudizi ai diritti di terzi. Dopodiché il discorso cui faceva riferimento adesso il Vice Sindaco invece è riferito al Piano Attuativo. La legge sì consente che il Piano Attuativo sia portato avanti con la volontà del 75% dei privati, quindi che ci sia il dissenziente, nel Piano Urbanistico può esserci il dissenziente. Per la variante urbanistica invece io ritengo, ma non sono un Giudice, non dico un Avvocato, ma un Giudice perché siccome non c’è la giurisprudenza probabilmente sarà solo un Giudice che potrà tagliare la testa al toro, ma io dico che la variante urbanistica, con lo strumento dell’accordo pubblico-privato debba avere il cento per cento della disponibilità dei privati, dell’adesione dei privati. In questo caso l’attuale signore, quello che abbiamo nominato, il signor Fiorella, non aveva firmato l’accordo pubblico-privato che è stato portato in Consiglio con l’adozione della variante. Questo dal punto di vista strettamente legale. Poi c’è il concetto invece anche, che avevo già espresso la volta scorsa, che perlomeno questo dissenziente segnamelo al Consiglio. Dimmi, c’è il dubbio, non c’è il dubbio che la cosa sia legittima. Ma di questo dissenziente noi non l’abbiamo mai sentito parlare. Cioè lo sentiamo oggi per la prima volta. Quando noi abbiamo adottato la variante in base ad un accordo, tutti noi e vi prego di dire anche voi, se avevate il minimo dubbio che ci fosse un dissenso. Se non eravate tutti convinti che ci fosse il cento per cento dell’adesione dei privati. Adesso io prego tutti i Consiglieri qui presenti di dirmi se anche loro, quando hanno fatto quella votazione, avevano o non avevano la consapevolezza e la certezza che ci fosse l’adesione e la volontà del cento per cento dei privati di fare quell’accordo e quindi di fare quella variante. Per cui noi abbiamo votato quella variante pensando che l’accordo fosse un accordo al cento per cento. In realtà così non era. E questa è la prima argomentazione, diciamo è una argomentazione che si compone di due fasi: una, proprio la validità della variante a termini di legge; due, comunque la mancanza di trasparenza nel presentarci gli atti e non dirci le cose come stavano.

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E quindi quando noi abbiamo votato non sapevamo come stavano le cose. Questo è il primo punto per il quale io ritengo che questa delibera non sia approvabile. Poi c’è un secondo punto. Il secondo punto. Ammettiamo che il Giudice ci abbia già detto che quella variante, quella che abbiamo approvato in dicembre, sia valida. Ammesso e non concesso che sia valida, allora lo strumento urbanistico vigente il giorno della delibera di Giunta, cioè la Giunta che adotta il Piano di Lottizzazione è stata fatta in febbraio 2011. A febbraio 2011 lo strumento vigente sarebbe stato quella famosa variante. Allora quella variante non era compatibile, cioè scusi, il Piano Urbanistico che è stato adottato in Giunta non era compatibile con quella variante perché il Piano Urbanistico lo stiamo cambiando adesso con questa variazione dell’accordo. Quindi, stiamo cambiando quell’accordo che aveva dato seguito alla variante. Allora la variante urbanistica che abbiamo approvato, ammesso che fosse vera, che abbiamo approvato in dicembre, a febbraio era lo strumento urbanistico vigente. E la legge dice che se un Piano Urbanistico Attuativo non è conforme allo strumento urbanistico vigente, la Giunta lo deve restituire. Quindi, la Giunta non poteva adottare un Piano Urbanistico Attuativo che non era coerente con lo strumento urbanistico vigente. Lo strumento urbanistico vigente era quello dell’APP 8 che avevamo approvato in Consiglio, ammesso che fosse valido. Quindi, ripeto, secondo punto è: la Giunta non poteva approvare quel PUA perché era difforme dallo strumento urbanistico vigente in quel momento. La difformità si vede qua, anche se nella delibera si scrive: “Ritenuto che la modifica proposta con il Piano di Lottizzazione in merito alla riduzione di circa 7.000 metri quadrati dell’area oggetto di cessione non sia in contrasto con l’indicazione della scheda urbanistica”, ma ritiene una cosa sbagliata perché è in contrasto con la scheda urbanistica, tanto è vero che mi fai addirittura una tabellina di raffronto dove c’è prima la scheda di orientamento progettuale APP 8 e poi il Piano di Lottizzazione. Non sono uguali, c’è una proposta, la stiamo modificando. Quindi il Piano Urbanistico adottato in Giunta non è coerente con lo strumento urbanistico vigente in quel momento. E questa è la seconda motivazione. E poi ce n’è una terza. Adesso con questa proposta andiamo a ridurre l’area da destinare a cassa di espansione, da 45.000 metri arriviamo..., dunque una parte facciamo la cassa, una parte la destiniamo..., però arriviamo a 43.000 metri di area destinata a cassa di laminazione e da vincolare. Si è detto, dunque leggo solamente intanto cosa dice la Regione a questo proposito, solo questa frase e poi ritorno un po’ sull’argomento. La Regione dice, il parere che il Genio Civile dà sul Piano degli Interventi, riferito a questa cassa dice questa frase: “fin da subito però tutta l’area di 45.000 metri quadrati deve essere resa disponibile per tale intervento strutturale - cioè la cassa di espansione -, e vincolata a tale scopo”. Per cui quei 2.000 che abbiamo invece ceduto adesso, reso di nuovo come superficie fondiaria, non potevamo farlo perché i 5.000 li abbiamo comunque mantenuti vincolati, ma i 2.000 non possiamo perché il parere della Regione ci dice che comunque i 45.000 li devi tenere tutti vincolati per la cassa. E qui veniamo a un’altra cosa che io chiedo spiegazioni, perché c’è un’altra cosa che non mi torna e che non riesco proprio a capire. Questo è il parere della Regione chiesto ovviamente dal Comune quando ha fatto il Piano degli Interventi. Dunque il PAT si è chiesto il parere alla Regione, la Regione aveva dato un parere, però diceva: mi raccomando, siccome adesso non è ancora tutto definito, quando farai il Piano degli Interventi mi devi tornare a chiedere il parere, mi devi portare di nuovo lo studio idraulico e tutti gli interventi che vai a fare puntualmente per i vari Piani. Allora cosa succede qui? Allora noi approviamo il Piano degli Interventi il 29 novembre, e quindi subito dopo mandiamo via la richiesta di parere in Regione. Il 14 febbraio la Regione ci dice: “mi hai mandato tutta la documentazione sul Piano degli Interventi, però mi devi mandare anche le schede relative agli accordi pubblici-privati già attuati - cioè tutte le APP che abbiamo passato in Consiglio in precedenza -, mandami anche quelle che devo darti il parere su tutto.” Sul PI globale che abbiamo fatto in una botta sola, e tutti i PI fatti in precedenza già attivati. Insomma il Comune manda le APP già passate in Consiglio e già attivate. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Parliamo solo della APP 8, non parliamo alle altre. La APP 8 è questa, cioè accordo pubblico-privato 8, è quella in questione. La Regione scrive come parere e dice, sulla documentazione, sulla APP 8 che avrebbe aver ricevuto il 14 febbraio dice: “APP 8 relativo all’ambito di via Pantana e via Donizetti.

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Per tale ambito la ditta Mimosa si impegna a realizzare la cassa di espansione in destra Navisego, limitata al volume necessario per compensare gli effetti prodotti dalla futura lottizzazione, oltre agli interventi di risezionamento del canale Navisego e della ferrovia, fino a via Fornase, e di adeguamento al sottopasso ferroviario”. Ma quando mai il 14 di febbraio! La variante è di adesso. Il 14 febbraio gli impegni erano tutt’altro. Che cavolo gli abbiamo mandato in Regione perché ci rispondano così. Cioè il 14 febbraio io non capisco, loro dicono: dai documenti che mi hai mandato il 14 febbraio mi dici che la Mimosa si è impegnata a fare quello che stiamo dicendo adesso. Invece era impegnata a fare la sua cassa di 30.000 metri allora il 14 febbraio, perché erano gli accordi che abbiamo fatto finora. Boh, non lo so! Quindi la Regione ci dice che va bene, come opere idrauliche, va bene fare il sottopasso della ferrovia, anche perché erano le opere strutturali già previste. Quindi, va bene il passaggio dell’acqua sotto la ferrovia e il risezionamento del Navisego. Lo dice infatti. Però, ripeto, è una cosa strana che dica che il 14 febbraio Mimosa aveva già questo impegno. Il 14 febbraio Mimosa non aveva questo impegno. Cioè lo stiamo parlando adesso di questo impegno. PRESIDENTE: Mi scusi, se prosegue lo devo considerare anche il secondo intervento. CONS. SCARDELLADO: Mi fermo, vado avanti dopo. PRESIDENTE: La parola all’Assessore De Luca. ASS. DE LUCA: Parlerò un po’ io, dopo passerò anche il microfono al geometra perché un po’ di peso per ciascuno, vero geometra? Intanto devo fare una premessa, che c’è un ordine del giorno sul caso Fiorella. Perciò sarà ampiamente descritto nel momento in cui parleremo dell’ordine del giorno, perché altrimenti facciamo confusione tra le varie cose. Quello che posso dire è che lo strumento urbanistico si può fare così come è stato fatto, è assolutamente regolare. Cioè la variante urbanistica che abbiamo fatto per noi è assolutamente regolare. Questo per dirlo a chi deve votare e dopo lo spiegheremo. Io faccio anche un caso molto semplice, banalissimo: se devo fare un ospedale e scelgo un’area agricola, non è che se quello che mi dà la terra per fare l’ospedale si oppone allo strumento urbanistico io non posso farlo. È ovvio che farò l’esproprio e vado avanti. (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: No, qui stiamo parlando di variante urbanistica, dell’accordo pubblico-privato ne parliamo dopo. Lei ha parlato di variante urbanistica. Bon, okay! Allora dopo parliamo dell’altro, altrimenti facciamo confusione. Il Piano Attuativo, lo ha detto anche lei, il 75% è dei privati , basta che sia d’accordo. Qui siamo a 98,23 circa, perciò credo che ci siamo. No, perché sennò qui è già la terza volta che argomenta su questa cosa, una volta sono stato anche preso per uno che fa delle azioni diciamo illecite, perciò comincio anche a stancarmi. Poi, per l’adozione del Piano di Lottizzazione rispetto allo strumento vigente, magari se il geometra mi conforta con le date perché si parla di incompatibile..., io adesso non ho in mano le date a memoria, perciò magari se può rispondere lei su questo secondo punto. Per quanto riguarda il terzo, i 45.000 e per quanto riguarda il problema del Genio Idraulico. Ecco, Mimosa si impegna. Mimosa si è impegnata, dimostra il suo impegno che stasera noi avvaloriamo.

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Fin d’ora si era detto: se devo avere altri impegni rispetto a quello che era stato deciso, io mi impegno a farli. Si è impegnata lei in via assolutamente univoca. Si era proposta di eseguire quelle opere che il Genio Civile riteneva di dover fare in via prioritaria, che era il risezionamento, lo sapevamo, mancavano dei soldi, non volevano, non potevano fare l’appalto ed era stato discusso con il Sinistra Piave, con il Destra Piave in via preventiva dai tecnici che stavano facendo l’analisi idraulica e presentare il progetto, era emersa questa questione, i progettisti, pagati tra l’altro dalla Mimosa e non certamente dal Comune, si erano rivolti alla società dicendo: scusate, voi cosa avete intenzione di fare? E loro hanno sottoscritto un impegno unilaterale di cui ha preso atto il Genio Civile. Si prende atto che si possono fare queste opere al posto delle altre. I 45.000 metri devono essere vincolati. Noi ne abbiamo vincolati 43, riteniamo che si possono vincolare anche i 43 rispetto ai 45 perché i 45 venivano fuori da una perimetrazione dell’area che adesso non è più congruente. 2.000 metri su 45.000 credo che non siano un problema per il Genio Civile a cui abbiamo già parlato. Dunque non è un problema riguardo al sistema idraulico di salvaguardia delle acque. Tenuto conto del risezionamento, cosa importantissima perché diventa anche bacino, questo è il problema, che il sezionamento diventa bacino, perciò riteniamo che quei 45.000 metri che adesso sono 43, sono anche esuberanti perché, ripeto, risezionando tutto quel tratto molto lungo tra via Fornase e il sottopasso, abbiamo un bacino di raccolta delle acque che è piuttosto importante e che va a scaricare quello che è il bacino che avremmo dovuto fare anche un domani sull’area a parco fluviale. Perciò avremo un parco migliore e tutto sommato un bacino che servirà l’area del Brandolini. Per quanto riguarda il punto n. 2, non so se il geometra ha ascoltato, che riguardava l’attuazione del Piano di Lottizzazione del febbraio 2011, però lo strumento vigente allora, cioè la variante non era quella al Piano Urbanistico. Se vuoi rispondere su questo perché io non ricordo con precisione le date. PRESIDENTE: Vuole completare la risposta? Prego, tecnico Da Re. GEOM. DA RE: Sinceramente non ho capito la domanda. Cioè che il Piano Attuativo non è conforme alla variante urbanistica. Il Piano Urbanistico è conforme alla variante urbanistica, ha quella piccola modifica che è prevista per legge, sia per legge urbanistica che per articoli di norme di PAT, che con il Piano Attuativo si possono fare delle variazioni di limitate dimensioni rispetto a quello che è il Piano vigente che, diciamo, in quel periodo si passava dal PRG/PI al PI puro praticamente. Sempre quelle fasi interlocutorie, però di fatto erano le stesse. La norma del PAT, che è lo strumento che dà le indicazioni di come sviluppare dopo gli interventi di livello inferiori, che sono i Piani Attuativi, dà la possibilità di modificare l’ambito e anche di ridurre, se del caso, le aree previste in cessione a fronte di realizzazione di opere di pari valore che vanno a compensare il valore. In questo caso per quei 7.000 metri, di cui solo 2.000 sono quelli che vengono tolti dalla destinazione prevista dal PAT, sono stati attuati con questo principio. Per cui la congruità urbanistica non mi sembra che non sia venuta a essere. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Paladin. CONS. PALADIN: Grazie, signor Presidente. Intanto ringrazio l’Assessore De Luca per l’ulteriore delucidazione che ha dato. Tra parentesi volevo dire al Consigliere Scardellato: io capisco che lei magari essendo ingegnere si prenda a cuore questo tipo di temi, però quando lei parla personalmente a me mette un po’ d’ansia e penso anche a qualcun altro, perché ha questo modo di esporre così aggressivo che non permette…

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(Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: No, lasci parlare chi sta parlando. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Va bene, ognuno fa le sue considerazioni, ma non può interrompere chi sta parlando. Poi nella replica lei a sua volta potrà lamentarsene. CONS. PALADIN: Questa è la dimostrazione di quanto i Consiglieri della Lega considerino il Consiglio comunale sovrano. Allora, a me veniva spontanea un’altra domanda piuttosto: ma il Consorzio Piave, Basso Piave, Sinistra Piave, quel che sia, cioè non ha i soldi per risezionare il Navisego o una parte del Navisego. Quindi il Comune di Oderzo deve farsi carico di questo. In questo caso si fa carico, tramite un tipo di intervento che stava portando avanti, in un altro caso avrebbe dovuto sostenere da sé le spese. Mi chiedo: ma i contribuenti che pagano questi Consorzi i soldi poi dove vanno a finire se ci sono tutti questi problemi in giro e, in questo caso, ne viene sollevato uno nel nostro intervento. Poi per quanto riguarda il PAT leggevo domenica scorsa, il 20, sulla Tribuna, un intervento del nostro governatore Zaia a Conegliano, dove diceva testualmente: “Quello che servirebbe sono i bacini di laminazione della piena dei fiumi, cioè le aree in cui la piena può espandersi, grandi laghi da riempire d’acqua a seconda del bisogno. Se ne parla dal 1970, non li vedremo certo prima dell’estate 2011”. Allora, ritornando al nostro PAT, che volevo dare l’informazione esatta, è sì stilato al n. 17 della graduatoria del Veneto, ma se lei va a vedere la data di Conferenza dei Servizi, quindi si intende che il PAT è approvato, vedrà che in classifica Regione del Veneto è il n. 13, per quanto riguarda la Provincia è il n. 4 come data di adozione, ma n. 2 come data di approvazione. Quindi, quando si parlava che il PAT di Oderzo era uno dei primi in Provincia di Treviso, perché l’ho detto anch’io questo, ce l’ha lei la tabella Consigliere Polesello, si diceva questo. E, quindi, in questo caso ben venga questo tipo di approvazione dove andiamo a risolvere questo problema dei bacini di laminazione, andando a rispondere anche a quelle che sono le esigenze che non sono solo del nostro territorio, ma che abbiamo visto pochi giorni fa, sono di tutto il comprensorio, di tutta la Provincia e anche di tutto il Veneto perché si parte da Verona e chi più ne ha più ne metta. Quindi, al di là di tutto bisogna essere consapevoli che con questo tipo di interventi andiamo a risolvere delle situazioni che in altri termini non si potrebbero risolvere perché non ci sono i soldi per farle. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Parto dal discorso fatto dall’Assessore, che ha detto che la documentazione che è stata mandata in Regione è l’impegno che ha preso adesso la ditta Mimosa. Scusate, questo qui è il parere che la Regione dà sul Piano degli Interventi, dà un parere. Quindi non è che dà un parere su quello che farai, che avrai voglia di fare e che non farai.

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E chiede apposta l’integrazione, oltre a quella degli interventi, chiede: mandami anche le schede relative degli accordi pubblici-privati già attivati. Quelle già approvate. Quindi, tu non puoi mandargli “ma guarda che faremo così”. E noi, ripeto, è un problemino che ho già risollevato oggi, se queste persone a cui oggi nel pieno diritto decidessero di non votare questa cosa, il parere della Regione che fine fa? Cioè noi abbiamo chiesto un parere alla Regione su cose che dobbiamo ancora approvare? No, cerca di capire. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: No, no, scusa un attimo per piacere. Quando tu mandi dei documenti, degli atti ufficiali alla Regione li mandi via come cose approvate, no come intenzioni di quello che faremo. La Regione ti dà il parere su quello che forse faremo dopo, ti dice “parere favorevole sul Piano degli Interventi perché hai già approvato questo e questo, sennò non te lo do il parere favorevole”. E ti ha chiesto le schede. Le schede sono quelle che abbiamo approvato in Consiglio, non sono le intenzioni del futuro. Perché se non sono ancora approvate in Consiglio cosa mando documentazione alla Regione di esprimere il parere su quello che forse farò? Perché se adesso noi dicessimo di no mi ha espresso un parere su quello che non faremo? Ma insomma è proprio una presa in giro! Poi mi dite che ho i toni alterati. Ma vogliamo seguirla la logica? Ma domandate a chiunque. Cioè deve esprimere un parere, su cosa lo esprime il parere? Oltretutto poi il parere non è che l’Assessore dice che lui ritiene che 43 vada bene. Se la Regione ha scritto nel parere comunicato che devono essere 45, non possono essere 43 perché a lui vanno bene 43. Scusi! Sul fatto che poi queste opere siano necessarie, ma per carità lo so benissimo che sono necessarie. Ma il fatto, se mi lamento perché non riesco a capire niente delle carte, perché non c’è niente che vada per il suo verso, è perché ho questi dubbi. Il primo punto, che poi l’Assessore ha detto “ne parleremo dopo”, però è un dubbio di legittimità della delibera che io continuo a porre e che a questo punto se voi invece ogni volta ridete quando io parlo e non mi date risposte, io dovrò fare un esposto per capire chi ha ragione e chi ha torto. Perché io non sono neanche sicura al cento per cento del fatto che, come stavamo dicendo prima, ci voglia veramente il cento per cento dell’adesione dei proprietari per fare la variante urbanistica, perché l’Assessore mi ha fatto un discorso come se la variante si può fare lo stesso per fare l’ospedale. Ma certo, usi altri strumenti. Cioè la variante che segue l’accordo pubblico-privato è una cosa diversa dalla variante generale del PRG. In Consiglio me l’hanno portata dicendomi “c’è questo accordo pubblico-privato”. È una delibera unica, si chiama adozione variante parziale al PRG., accordo pubblico-privato ai sensi dell’art. 6 della legge vattelappesca. Sono allegate! È una delibera unica. Approvo il piano pubblico-privato e adotto la variante di conseguenza. Ripeto, siccome io non sono sicura al cento per cento, questa cosa sicuramente non la mando avanti, ma poi voglio essere sicura e quindi… Se invece voi decidete di andare avanti io valuterò un esposto perché ci deve essere un Giudice che dice come devono essere fatte le cose, perché non si facciano errori in futuro. Perché se legalmente non si può pestare sopra la testa del privato e fargli la variante sopra la testa e se non si può portare in Consiglio come io sto dicendo, un accordo senza la firma dei privati e senza dirmelo, bisogna che qualcuno lo dica che non si può. E allora se voi non siete d’accordo bisognerà chiederlo a qualcuno che ha voce in capitolo più di noi. Magari darà ragione a voi e in futuro sapremo che le cose vanno così. Ma bisogna saperlo. Non si può andare avanti dicendo: “ io voglio 43, va ben 43”, quando c’è un parere obbligatorio da rispettare e che mi dice che devono essere 45. Se il parere cambierà, cambierà, ma fino adesso il parere è 43 e 43 deve essere. Quindi questa non può essere approvata. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Scusa, il parere attuale che ha dato oggi la Regione è 45 e non puoi Assessore dire: “ma a me va bene 43!” Se la Regione cambierà parere se ne parlerà, ma oggi non può essere approvata una delibera dove c’è scritto che deve essere 45. Sì, insomma si è capito.

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PRESIDENTE: Passo la parola al Capogruppo Ginaldi. CONS. GINALDI: Solo per dire che io appunto mi sono informata, però credo che tutta la discussione vada rinviata veramente alla mozione. Io sono arrivata alle mie considerazioni e ritengo che la delibera sia perfettamente approvabile e le spiegazioni verranno dopo. (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Secondo me è a tutto a posto. Il mio gruppo voterà con parere favorevole. (Intervento fuori microfono) CONS. GIRALDI: No, credo che il parere possa essere anche… (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Passo la parola al Capogruppo Ferri. CONS. FERRI: Volevo chiedere al Segretario: questo parere che tipo di parere è? Obbligatorio, vincolante? Tanto per vederci chiaro. Obbligatorio non vincolante, o vincolante, facoltativo? Ce lo dice? SEGRETARIO: È una norma tecnica specifica che può essere meglio di me illustrata da Da Re. Certamente è obbligatorio. Normalmente i pareri vincolanti sono a numero chiuso. Concettualmente i pareri vincolanti sono a numero chiuso. Questo come principio. Però su questo credo che sia giusto acquisire il punto di vista di Da Re. Parere obbligatorio non necessariamente vincolante, altrimenti avrebbe detto “su parere conforme”. Se c’è una adeguata motivazione anche su un parere obbligatorio si può arrivare a una determinazione diversa. Però ci deve essere una motivazione. Se il parere è vincolante… CONS. FERRI: E già un problema è risolto. Già un dubbio di legittimità è risolto o no?

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SEGRETARIO: Normalmente la vincolatività del parere è numero chiuso. CONS. FERRI: Cioè se non è vincolante l’Amministrazione si discosta e motiva il perché. La motivazione bisogna che sia, secondo chi approva, che sia congrua e poi caso mai… SEGRETARIO: È una normativa di ordine tecnico sul quale non avrei dubbi a chiedere conferma anche al geometra Da Re. Se mi si chiede su due piedi: a suo giudizio il parere è obbligatorio o vincolante, devo vedere il testo della… Dico che, se non è scritto diversamente e non è una attestazione, una certificazione, ma è un parere, quand’anche fosse considerato obbligatorio non necessariamente è vincolante, perché altrimenti non sarebbe un parere. Normalmente il parere appunto dà, altrimenti sarebbe stato su parere conforme, una sorta di autorizzazione sarebbe. Penso di aver risposto. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: No, mi scusi un attimo. Lei ha già svolto i suoi due interventi. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Va bene, se intende… CONS. SCARDELLATO: Il parere della Regione Veneto … sia vincolante o meno. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Prego, Da Re. GEOM. DA RE: Come giustamente ha detto il Segretario, i pareri sono obbligatori. Praticamente sono due i pareri obbligatori per i Piani Urbanistici, quello dell’ULSS e quello del Genio Civile per quanto riguarda la parte idraulica. Il parere non è vincolante, certamente se ci si discosta bisogna anche motivare e bisogna che siano delle..., perché altrimenti uno non è che possa fare quello che vuole, però a un certo momento delle modifiche..., oppure se ci sono delle prescrizioni ben precise sarebbe un discorso diverso. Quando si dice, è il parere, che è opportuno, è necessaria la cassa di 45.000 sono dati sempre indicativi e non prescrittivi.

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Quindi 43 o 45.000 la percentuale è talmente minima di realizzazione. Oltretutto quando lo studio di compatibilità idraulica prevede che è necessaria una vasca di 30.000 metri quadrati, quindi siamo ben al di sopra di quella che è la necessità. Per cui ritengo, come diceva prima sia l’Assessore che il Segretario, che non ci sia nessuna difformità. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Sarri. CONS. SARRI: Grazie. Visto che la collega esperta in materia non può più fare interventi, e allora integro io e vado a leggere testualmente, anche per evitare interpretazioni, testualmente quanto è scritto sul parere appunto di compatibilità idraulica favorevole, o contrario. “Per quanto riguarda gli interventi proposti all’APP 8 essi sono condivisibili in linea generale.” (Intervento fuori microfono) CONS. SARRI: Sì, questi interventi. In riferimento all’attuazione di questo Piano, dell’APP 8, come per il precedente APP. “In fase esecutiva dovranno essere definiti, con maggior dettaglio, gli aspetti progettuali relativi alle opere idrauliche da realizzare. E prima del rilascio del permesso di costruire dovrà essere richiesto il nullaosta al Consorzio di Bonifica competente in merito alle soluzioni progettuali adottate per tali interventi. Per quanto riguarda la cassa di espansione di destra Navisego che, a parere del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale dovrebbe garantire un volume di invaso pari ad almeno 25.000 metri cubi, invece dei 2.500 proposti dall’ingegner Aprili. Si propone, per essa, una realizzazione in stralci successivi. In una prima fase potrà essere realizzato un volume di laminazione sufficiente a garantire l’invariazione idraulica della futura lottizzazione, tenuto conto che la ditta Mimosa si è già impegnata - quindi si è già impegnata -, a realizzare il risezionamento del Navisego e l’adeguamento del sottopasso ferroviario. Successivamente questa Amministrazione comunale, di intesa con il Consorzio di Bonifica, provvederà, se necessario, ad ampliare con interventi ulteriori la volumetria disponibile per la laminazione fin da subito. Però tutta l’area di 45.000 metri quadri deve essere resa disponibile per tale intervento strutturale e vincolata a tale scopo”. Deve essere. (Intervento fuori microfono) CONS. SARRI: Sì, deve essere vincolata perché comunque deve avere un invaso di 25.000 metri cubi. CONS. SCARDELLATO: Sì, non è che deve avere. CONS. SARRI: Sì, okay. Però deve andare a coprire l’invaso di quella portata, e non di 2.500 come…

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PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Rebecca. CONS. REBECCA: Sì, grazie. Ho ascoltato con attenzione la lettura del parere della Regione, premesso che non sono un amministrativista e premesso dunque che io aderisco, certamente per la maggiore competenza in materia, ai pareri tecnici finora ascoltati dal Segretario e dal Responsabile di Servizio, osservo che il verbo “deve” che ha letto il Consigliere Sarri e che è contenuto in questo parere, non cambia di una virgola la natura del parere. E ho appreso che questo parere per natura, per sua natura, a prescindere dal suo contenuto, cioè a prescindere da quello che dice, è un parere obbligatorio, cioè deve essere necessariamente richiesto e quindi necessariamente reso, ma non è vincolante nel suo contenuto. Ergo… (Intervento fuori microfono) CONS. REBECCA: Questo è quello che ho capito. (Intervento fuori microfono ) PRESIDENTE: No, no, lei ha già svolto i suoi interventi. La parola al Capogruppo Ferri. CONS. SCARDELLATO: Forse interessa ai Consiglieri! (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Ferri. CONS. FERRI: Dice il Consigliere Rebecca: “se il parere non è vincolante noi andiamo tranquilli”. Giusto? Allora è semplice vedere se è vincolante, perché come ha detto il Segretario il numero chiuso significa “testuale”. Si va a vedere un attimo la norma di legge e lo si vede. Però normalmente i pareri tecnici, proprio perché non hanno discrezionalità, hanno discrezionalità limitata, sono vincolanti. Però andiamo a vedere la norma di legge. PRESIDENTE: Va bene. Metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 8 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 14 Contrari: n. 4 (Sarri , Scardellato, Polesello, Ferri)

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Astenuti: nessuno Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Freschi) Stante l’urgenza metto in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 15 Contrari: n. 4 (Sarri , Scardellato, Polesello, Ferri) Astenuti: nessuno Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) PUNTO 9° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «APPROVAZIONE ACCOR DO DI PIANIFICAZIONE – CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE PI ANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PUBBLICA INERENTE L’AREA DENOMINATA “PIA ZZALE DELLA VITTORIA”» (Omissis deliberazione n. 23) PRESIDENTE: Illustra l’Assessore De Luca. ASS. DE LUCA: Grazie, Presidente. Allora, parliamo adesso di un accordo che da quasi cinque anni ci sto lavorando per portarlo a compimento. Non è riuscito al cento per cento perché questo accordo del Piano di Recupero doveva comportare anche la realizzazione della ristrutturazione del Piazzale della Vittoria, però è rimasto talmente in forse l’accordo relativo che, per aver certezza di riuscire a portare a termine quell’importante intervento di ristrutturazione del Piazzale della Vittoria, che grida vendetta ormai da parecchi anni, perché è una situazione indecorosa, abbiamo colto l’occasione e l’abbiamo portato in Consiglio comunale con l’accordo Cama su via Postumia, verso Ponte di Piave. In quella occasione abbiamo avuto l’opportunità di un’operazione economica che aveva un valore equivalente all’intervento del Piazzale Vittoria e l’abbiamo concluso nell’incertezza, ripeto nell’incertezza, di poter concludere questo accordo di pianificazione. Abbiamo concluso proprio nel filo di lana, perché addirittura è stato spostato a questo Consiglio comunale previsto per ieri sera, proprio per poter concludere con i privati questo Piano di Recupero e relativo accordo di pianificazione. Ecco, tanto per dare un quadro, cinque anni di lavoro, purtroppo ricordo che è morto da poco tempo anche uno dei professionisti impegnati proprio in questa attività e dopo cinque anni siamo riusciti a concluderlo sul fino di lana. Si tratta di un SUOP 1.4 previsto ancora, se vi ricordate quando abbiamo discusso il PAT abbiamo detto le schede non le tocchiamo, verranno ridiscusse di volta in volta se saranno attivate, e comunque nel PI. Ecco, questa è una di quelle schede, la SUOP 1.4 del PI che conteneva in sé l’obbligo della perequazione. Queste ditte hanno presentato il Piano di Recupero finalizzato alla riqualificazione dell’area, che è quella del Piazzale Vittoria, ricordate Bar Vittoria, che è una parte del Piano di Recupero che per il momento non viene attivato in quanto i proprietari non sono interessati, poi l’altra parte successiva, fino all’incrocio con via Montello. È un’area molto importante, nel centro della città che ha bisogno di essere ristrutturata quanto prima per dar decoro al contesto. La proposta però è relativa all’intero ambito. L’intervento prevede sia la prima parte, cioè direi di Boz e una porzione di proprietà comunale, la quale però si integra con la seconda parte dell’intervento, che è la prima che si attiverà, che è quella che riguarda le ditte Buso Rosalia e Immobiliare Campiello Spa.. Però lo studio è stato complessivo. Noi vogliamo sempre uno studio complessivo, poi l’attuazione può essere anche per parti. Questo è un caso classico, c’è lo studio complessivo del comparto, ma poi parte solo il privato, questi due privati che sono Immobiliare Campiello e il Buso.

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Mentre la parte che riguarda il Boz e che è vicina all’incrocio, quella c’è già diciamo la composizione volumetrica e la posizione del fabbricato, ma la sua ottimizzazione e il suo contesto architettonico verrà definito nel momento in cui il privato si attiverà. Però essendo che il volume nel suo contesto rimane quello che è, non c’è neanche perequazione relativa a quel privato. Ecco perché siamo riusciti a concludere anche questo intervento. Le cubature della superficie territoriale sono - è la scheda urbanistica - 3.400 metri quadri, il volume per l’unità che attiviamo sono 6.400 metri cubi. Per l’attività invece, la parte che riguarda il Bar Vittoria sono 1.800, che è il volume esistente. Poi ci sono le monetizzazioni del parcheggio essendo che lì non c’è necessità di far parcheggio in quanto siamo nei pressi dell’ambito Vittoria, dunque il parcheggio sarà monetizzato. Ci sono delle prescrizioni per quanto riguarda il Piano di Recupero, che è stato sia valutato favorevolmente dalla Commissione Edilizia, ma ci sono anche delle prescrizioni. Da una parte, dice la Commissione Edilizia, che venga aumentato il fronte del fabbricato B verso la piazza, del fabbricato B sia aumentato il fronte, creando in tal modo una cortina urbana. Questo Piano di Recupero prevede i portici classici per Oderzo, una salvaguardia di 50 centimetri, che è prevista anche come prescrizione della Commissione. Infatti, chiede la Commissione:” siano arretrati i fabbricati rispetto alla nuova strada da realizzarsi nell’area del piazzale, lasciando un marciapiede oltre il portico di progetto di circa 50 centimetri per salvaguardare il portico stesso, i pilastri, perché altrimenti il movimento delle macchine dal parcheggio, la strada che è una strada di passaggio contenuta, potrebbe arrecare danno a questi fabbricati. Il terzo punto è che sia prolungato il marciapiede lungo via Montello sino al limite di proprietà.” Poi c’è stata un’osservazione da parte dei proponenti, perché si era chiesto che ci fosse un unico ingresso dalla parte di via Montello e fosse chiuso l’ingresso dalla parte principale, dalla strada per creare meno confusione di movimentazione e pericolo per l’uscita dei mezzi. Però data la conformazione dei fabbricati e delle singole proprietà si sarebbe creato un danno su quella di via Montello. E dunque è stata accettata parzialmente l’osservazione della ditta Campiello e Buso, che dice: “non è attuabile la realizzazione per i lotti A e B di un unico accesso carrabile”, ma hanno dato soluzione togliendo un accesso dalla via principale, restringendo e facendolo rientrare (penso che Da Re con la freccetta stia valutando). È rientrato sulla zona grigia e non è tutto aperto, ma c’è un muro che lo divide a metà. L’ingresso è unico, poi si divide per il fabbricato A e per il fabbricato B e soprattutto è arretrato in maniera che la macchina entri nella proprietà direttamente, senza fermarsi in strada e poi si distribuisca. Poi lo schema di accordo pubblico-privato, qui siamo alla seconda parte, sottoscritto preliminarmente dalle due ditte, prevede queste opere. Vediamo un po’ lo skyline dei fabbricati. Vedete che sul fronte del piazzale c’è questa cortina, c’è la prima parte di immobili che sono delle case tipo moderno e poi una parte del secondo immobile della stessa tipologia, un po’ arretrato e infine l’edificio che conteneva la Pizzeria Vittoria, che rimane per il momento nella situazione attuale. Però nel contesto, quando verrà modificato anche quello, c’è già la soluzione planivolumetrica che prevede un piccolo arretramento in modo di migliorare l’incrocio e soprattutto l’impatto sulla piccola rotatoria su via Mazzini. Qui vediamo quello che è stato detto, purtroppo è l’unico accesso. Qui sono indicati i portici, mentre l’altra entra su via Montello per una parte. Vedete la situazione invece di quella che sarà la soluzione per il primo edificio staccato, ma leggermente rientrato rispetto alla situazione attuale, anche quello con i portici in maniera di dare un percorso complessivo e anche un confronto con l’edificio che sta dalla parte opposta. Mentre lo schema di accordo prevede tre opere sostanziali. Tre opere sostanziali che sono, una, la rotatoria per sostituire l’incrocio di Rustignè. Rustignè ha un incrocio, il grosso problema è il passaggio tra Rustignè e Faè e dunque dovremo dare soluzione, ormai anche lì è una rotatoria che dà la possibilità di rallentare sempre le macchine, perciò il passaggio con la corsia centrale in sicurezza per chi passa da una parte all’altra della strada. Stesso problema che ritroviamo anche a Camino, per la strada che va al cimitero, ma lì ancora una soluzione non siamo riusciti a trovarla. Poi una pista ciclabile che parta da lì e che vada a continuare, a raggiungere la parte in via Fornase II Tronco, cioè che ti congiunge a Oderzo lungo la Postumia. Perciò rotatoria, completamento della pista ciclabile attualmente interrotta per raggiungere Rustignè da Oderzo lungo la Postumia. E poi una sistemazione del marciapiede dall’incrocio alla chiesa di Rustignè. Quel tratto di strada rettilineo manca di un tratto di marciapiede che va sistemato e migliorato. E poi anche parte di arredo urbano. L’importo totale della perequazione sono 454.819 euro, definiti dall’accordo. L’accordo è stato firmato proprio negli ultimi giorni, è del 22 marzo. Pensando che le delibere devono uscire cinque giorni prima, fate un po’ i conti. Io avrei completato e sono a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.

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PRESIDENTE: La parola al Consigliere Freschi. CONS. FRESCHI: Come peraltro ho detto anche ieri sera, siccome a questo Piano io ho dato sempre una grande attenzione, ma non tanto perché mi interessassero i palazzi che si costruiscono e altre cose, anche se sono importanti perché quella è un’area centralissima, è un’area di degrado da troppi anni, ma per me il problema più importante era anche la ristrutturazione e il rifacimento, poi di fatto, dell’area dell’ex Foro Boario, che una volta era un’area molto dignitosa, con il suo bel pavé, il porfido e che negli ultimi cinque anni è arrivata a un livello di degrado tra rotture e continue manutenzioni, fatte di “tacconi” con l’asfalto. C’è la cementificazione dei marciapiedi che erano piastrellati e anche il Foro Boario ha avuto questa grande idea manutentiva. Siamo passati dalla pietra dura all’asfalto, tutte macchie nere dappertutto, dove ci sono le macchie o sennò proprio non c’è niente. E, quindi, ero molto più impegnato sulla questione di vedere se c’era la possibilità di sistemare quest’area, tenuto conto che le perequazioni andrebbero fatte nel luogo in cui viene fatto l’intervento, per due motivi molto importanti. Il primo è perché ne beneficia sia la città, i cittadini che usufruiscono di questo importante spazio, il secondo perché anche quei privati cittadini o aziende che intervengono in queste costruzioni, vedrebbero con favore ed anche a loro diretto compendio, una sistemazione coerente di questo piazzale. Siccome non abbiamo ancora capito, ma credo che nessuno lo sappia se poi la ditta Cestaro interverrà a costruire il supermercato quasi a Rustignè e quindi tutte queste opere guardo caso vanno a Rustignè. Bastava scambiare i proprietari e probabilmente le cose sarebbero andate meglio, anche perché mi sembra che la cifra a disposizione sia sempre quella. Cioè l’unica cosa che non capisco è se poi andiamo a fare interventi con mattonelle in cemento in quell’area, andiamo a degradare ancora. ASS. DE LUCA: Andiamo a…? CONS. FRESCHI: Degradare, perché se dal porfido passiamo al cemento non ci sono paragoni. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: No, non è inerente all’oggetto di cui stiamo discutendo. CONS. FRESCHI: Siccome che il Vice Sindaco è molto attento, io per votare questo Piano vorrei capire davanti cosa mettiamo. Perché i palazzi stanno bene se c’è… (Intervento fuori microfono)

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CONS. FRESCHI: Il signor Vice Sindaco dica quello che vuole, il problema è che i palazzi - tutta questa coreografia attorno - hanno una loro logica se anche il piazzale antistante è fatto in una determinata maniera perché il voto è fatto anche e soprattutto per alcune cose, per lo stile, per le opere che ci stanno attorno uno vota bene o no, oltre che per i metri cubi e altre cose, che per fortuna ci sono leggi e regolamenti che decidono. PRESIDENTE: Sì, va bene. Ho capito, abbiamo già approvato. CONS. FRESCHI: E quindi, siccome quando abbiamo discusso la precedente volta di questo piazzale, nessuno mi ha detto in che cosa verrà fatto e dunque nessuno può capire, dal punto di vista perequativo, qual è il problema per cui questi non devono fare questo, visto che i soldi sono gli stessi e gli altri non dovrebbero farlo perché, se per caso, come è molto probabile, il mercato a San Vincenzo non si fa, facciamo… PRESIDENTE: Va bene, va bene, ho capito la sua questione, magari dopo l’Assessore se vuole le risponde, visto che è un argomento di cui abbiamo già discusso e approvato. CONS. FRESCHI: E allora non le piace l’argomento? PRESIDENTE: No. CONS. FRESCHI: Ho capito, allora cambiamo argomento. PRESIDENTE: Scegliamo un argomento a caso, quello della delibera di cui al n. 9. CONS. FRESCHI: Dunque, intanto vorrei capire perché ci abbiamo messo tre anni e i motivi del dissenso che c’erano e capire tutte le fasi della contrattazione di questo Piano dal primo giorno all’ultimo. Vorrei che l’Assessore, che ha seguito tutta questa cosa per mesi e per anni, adesso mi spieghi perché fino a un mese fa non c’era l’accordo, fino a due mesi fa non c’era, fino a tre non c’era. Cosa è cambiato? Allora, anche noi capiremmo perché questa sera dobbiamo votare, e perché no! Partiamo da questo punto?! Siccome io non so, perché prima non si poteva e adesso si può e le cose erano sempre così perché io le ho sempre viste così, compresi i soldi erano così dalle mie “Radio Scarpa” che mi davano le notizie.

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E qui invece non possiamo sapere perché sei mesi fa non potevamo fare questo accordo, abbiamo accelerato per fare il supermercato a San Vincenzo per poi inventarne un altro a Piavon contestualmente e via discorrendo. Queste sono le questioni per cui poi uno può dire che la perequazione è giusta, corretta o non è corretta o non è giusta. Io l’ho detto prima che quest’opera mi va bene perché all’interno di quest’opera c’era la sistemazione di un’opera pubblica importante, che è il Foro Boario, che è una cosa disastrosa da anni. Adesso facciamo questo e un mese fa abbiamo approvato la sistemazione del Foro, ma non sappiamo come. Nessuno. Voi sapete qualcosa del Foro? E allora che perequazione abbiamo approvato? Cosa abbiamo approvato se non sappiamo con che materiali, con cosa lo fanno. Che costi hanno. Perché? Perché poi la questione di prima che vi ho detto che quelli che arriveranno dopo di noi, di me sicuramente, guarderanno quando approveranno i primi Piani sulle perequazioni, sulle cose se è meglio o non è meglio mettere qualche paletto. Perché le leggi sono giuste, opportune, facciamole partire e poi si controllano. Difatti noi ci siamo astenuti sul regolamento di prima, perché poi speriamo sempre che il buon senso, almeno nella nostra città quasi sempre ha avuto il sopravvento su interessi poco gentili… E, quindi, su questa questione può darsi che sia una mia fissazione quest’area, però io la vedo così. E vedo che questi imprenditori hanno grande vantaggio a mettere a posto il Foro Boario in maniera corretta. Altri che fanno il supermercato a Rustignè hanno altri problemi. Quelli che fanno le piste ciclabili, le rotonde per i loro supermercati, ecc. ecc. Quindi, non capisco perché non si possano scambiare i ruoli, che poi i soldi sono gli stessi e far sì che questi facciano l’intervento lì davanti alle loro case. Vi ringrazio. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Ginaldi. CONS. GINALDI: Dico se la Commissione serve a discutere, ho sentito gli stessi interventi identici di ieri sera. E quindi mi sembrava già superato tutto, la spiegazione delle date, l’accordo è stato presentato solo adesso. Le abbiamo lette anche nel testo della delibera, non so mi sembra veramente un po’ pesante ripetere gli stessi argomenti ai quali già è stata data risposta. CONS. FRESCHI: È stata data già risposta … (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: No, ma ieri sera ti è stata data e ti è stata richiamata la lettura della proposta di delibera. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Sì, ma lasciamo parlare, dai! CONS. GINALDI: Comunque noi esprimeremo voto favorevole. PRESIDENTE:

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Allora metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 9 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 12 Contrari: nessuno Astenuti: n. 7 (Freschi, Campigotto, Luzzu, Sarri, Scardellato, Ferri, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 12 Contrari: nessuno Astenuti: n. 7 (Freschi, Campigotto, Luzzu, Sarri, Scardellato, Ferri, Polesello) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Ferri. CONS. FERRI: Volevo comunicare che io questa sera non ho intenzione, a mezzanotte o l’una, di trattare la mozione che ho presentato. Quindi, la ritiro questa sera e la ripresenterò. Nelle precedenti Amministrazioni non è mai successo questo, cioè che sistematicamente mozioni, ordini del giorno e interpellanze fossero trattati agli ultimi punti del giorno. Capitava, però a volte venivano trattati nel mezzo, oppure all’inizio. Questa sera c’erano una mozione un ordine del giorno, potevano essere trattati prima, per esempio, del ricevimento dei centenari. È sempre così, si dà la precedenza alle premiazioni, cioè alla campagna elettorale, piuttosto che a questioni che possono essere un po’ più importanti rispetto a mangiare la torta. Quindi, se la prossima volta sarà l’ultimo Consiglio comunale, almeno all’ultimo Consiglio comunale cerchiamo di invertire la rotta e di mettere all’ordine del giorno mozioni e interpellanze. Magari io inviterei anche i Consiglieri della Lega a fare come sto facendo io, in maniera tale che ci sia anche un po’ di pubblico che sente non solo le lodi sperticate a questa Amministrazione, ma anche qualche critica che a volte può essere salutare. PRESIDENTE: Quindi io ho interpretato, lei ritira il punto di cui al n. 11. Va bene. Quindi non si tratterà questo punto questa sera, il punto n. 11. Il Segretario giustamente voleva esprimere un chiarimento. SEGRETARIO: Il periodo bianco ovviamente riguarda quelle delibere che non siano urgenti. Cosa si intende per urgenti? Nel corpo della delibera dovrà essere esplicitato. Quindi, è un atto discrezionale considerarla o meno la delibera come urgente, però va motivato di volta in volta. CONS. SCARDELLATO: Poi lo valuterà il Presidente se… SEGRETARIO: No, no, no, se l’assumerà il Consiglio la responsabilità.

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CONS. FERRI: Scusa Presidente, io non ho capito la risposta del Segretario. Cioè l’urgenza nell’ordine del giorno? Sì, ma voglio sapere che urgenza ha la presentazione o il ricevimento dei centenari. SEGRETARIO: Sto parlando delle urgenze del giorno 31 in poi, non del giorno 29, avvocato. CONS. FERRI: Infatti non capivo.. SEGRETARIO: Sto parlando del prossimo Consiglio, che si presuppone… CONS. FERRI: Va bene. SEGRETARIO: Che si presuppone ricadere nel periodo bianco. Si possono fare solo atti urgenti. CONS. FERRI: Speriamo che non ci siano ricevimenti la prossima volta. SEGRETARIO: Io di questo non rispondo. L’ingegnere mi ha fatto una domanda, il Consigliere Scardellato mi ha fatto una domanda e io ho risposto che, nel testo della delibera, dovrà essere scritto questo. Per cui effettivamente chi presenta la proposta di delibera dovrà motivarla e il Presidente, sulla base di quella motivazione, procederà o meno all’inclusione del punto all’ordine del giorno. Però deve trattarsi di una effettiva urgenza. PRESIDENTE: Va bene, allora abbiamo il punto n. 10. PUNTO 10° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «APPROVAZIONE VARI ANTE N. 3 AL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO RESIDENZIALE – COMPARTO C2.2/ 11-C1.2/13 DENOMINATO MIXER» (Omissis deliberazione n. 24)

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PRESIDENTE: La parola all’Assessore De Luca. ASS. DE LUCA: Grazie, Presidente. Qui questa sera parliamo di tutte le delibere che riguardano ambiti con vasche di laminazione, parchi fluviali. Questa è una delibera che ormai abbiamo visto parecchie volte in Consiglio comunale. Partirei dalla precedente amministrazione 20 febbraio 2006 ad alcune altre volte con noi. Se magari incominciamo a far vedere qualcosa, il Piano Mixer è un Piano che abbiamo preso in mano anche questo tra i primi atti del mio Assessorato, che hanno riguardato il tema idraulico di quella zona. Abbiamo preso quello che c’era, cioè il fatto di dover fare… Faccio una piccola cronistoria proprio abbastanza breve, ma credo significativa per dire: questo è un diritto acquisito, ha una volumetria che discende dagli accordi relativi al PRUSST, 181 PRUSST dello spostamento delle attività nelle zone a PRUSST, ai quali venivano riconosciuti dei crediti, delle trasformazioni edilizie. Questo era stato fatto ancora nel 2006, naturalmente dalle precedenti amministrazioni. Abbiamo trovato questa convenzione urbanistica, che è del 19.05.2006, riportato anche nella delibera, cioè pochi giorni prima delle elezioni, ma ormai queste sono cose già dette molte volte, e abbiamo cercato di rivederla traendone dei vantaggi, per noi vantaggi importanti, che erano vantaggi che riguardavano la salvaguardia dagli allagamenti di tutta la sinistra al Monticano, perché lì scorrono le acque che partono da Camino, zona industriale di Camino, via Padova, ecc., giù, canale di scolo, fino all’idrovora Paludei, in modo di risolvere definitivamente il problema. Abbiamo avuto un rapporto costante, continuo e approfondito con i soci di questa società, che abbiamo trovato anche partecipativi, disponibili al colloquio, disponibili alle nostre richieste che erano quelle di fare, lo ripeto, un intervento ecocompatibile. Avevamo fatto anche all’epoca una grossa Conferenza qui sulle ecocompatibilità, avevamo studiato la modifica al regolamento per quanto riguarda l’ecosostenibilità in edilizia e gli abbiamo chiesto di fare un intervento, modificare quello che c’era per creare un qualcosa che fosse ecosostenibile, perciò apertura nei due lati degli edifici, perciò edifici più fini e alti magari e risolvere il problema dei Paludei. E dunque avevamo previsto alcune opere che erano queste: il risezionamento dell’ultimo tratto di canale, uno sfogo in caso di blocco idrovora delle acque che potrebbero essere continuate a scendere verso i Paludei, perciò un canale che è quello celeste credo - eccolo là -, quel canale celeste che dà il troppo pieno in caso di blocco di idrovora o per esempio nel caso come in questo periodo che l’idrovora non ha funzionato per motivi strani, questo mi consentirà un domani da troppo pieno, cioè sfogare tutte le acque che si riversano nella zona in fondo. Già nel 2006 era stato previsto un mandracchio, ma il mandracchio serve soltanto per dare acqua all’idrovora perché se sono idrovore abbastanza potenti come quelle che sono previste, cioè mi pare due idrovore da 1.500 litri al secondo, è chiaro che hanno bisogno di un bacino di accumulo perché se è troppo piccolo lo svuotano e l’idrovora tira dentro aria. Perciò c’è questo mandracchio, c’è lo spostamento del canale e c’è tutta l’area verde verso il Monticano. Poi in uno dei vari passaggi vedendo che il Consorzio di Bonifica..., c’era quell’accordo Consorzio di Bonifica, Regione Veneto e Comune di Oderzo per risolvere, attraverso un risezionamento, vari lavori a monte della Postumia e anche per l’idrovora, però si doveva spostare l’idrovora. Questo appalto aveva un valore completo di 1.200.000 euro, 600.000 dovrebbe metterli la Regione, 600.000 li mettiamo noi e però il conteggio complessivo dell’appalto veniva 1 milione 4 e qualcosa. Abbiamo anche lì trovato un accordo con la società Mixer perché, a fronte di alcuni benefici che davamo, loro mettevano a disposizione anche questi 200.000 euro che passavano a noi e dopo noi davamo al Consorzio, in modo di fare un lavoro complessivo. Si trattava più o meno dei soldi che servivano per il nuovo edificio che ospitava le idrovore. Idrovore che vanno montate, vanno sostanzialmente costruite in loco, perciò anche l’edificio tutto il calcestruzzo deve essere ben piantato sul terreno perché le idrovore hanno uno sforzo piuttosto notevole quando pompano. Tutti questi passaggi sono nelle varianti urbanistiche, con tutto l’edificato che abbiamo visto più volte. Quella è la zona di intervento. L’Ufficio ha sempre inviato, di volta in volta, la documentazione dei Piani Urbanistici ai Beni Ambientali, la quale fino a poco tempo fa, fino a qualche mese fa aveva l’uso di far passare i 60 giorni per dare il silenzio/assenso. Perciò venivano tutte approvate con il silenzio queste varianti urbanistiche e i Piani Attuativi.

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Il problema è che con l’inizio, Piano Attuativo definitivo vengono inviati i primi progetti edilizi, il primo stralcio, quello che riguarda la parte verso via Donizetti, la piazza, la Sovrintendenza ha cambiato usi e costumi, perché c’è anche una nuova modifica dei Regolamenti e sta esaminando in questo periodo tutti i progetti, non c’è più il silenzio/assenso, boccia questo progetto. Boccia questo progetto e interpellata: “ma come, se non avete mai detto niente perciò sono stati considerati sempre approvati, come mai adesso…?” E lì è nata tutta una questione. Nella sostanza, ed è l’oggetto sostanziale di questa delibera, noi avevamo prescritto..., il Consiglio comunale aveva votato una delibera in cui si prescriveva che davanti, verso il fiume, la linea degli edifici verso il fiume fosse più alta e quella degli edifici verso la Postumia fosse più bassa, perché ci sembrava che la cortina fatta dal Monticano dovesse ridurre un po’ l’impatto. E poi invece l’alta, con visione verso le montagne dovesse essere posta in quel modo. Niente di più falso. Ognuno evidentemente su queste cose la può pensare e può dire che il suo parere è quello giusto, in effetti il parere più giusto naturalmente è deputato a dare i pareri, in questo caso la Sovrintendenza che… (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: È vincolante, in questo caso sono molto vincolanti. E’ uno dei due pareri vincolanti. Sono vincolanti perché se non ti danno il permesso non possiamo lasciare costruire. È molto semplice. (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: Scusa, dopo fai le domande. A questo punto la società ci ha chiesto di riproporre il Piano sostanzialmente trasferendo le due altezze, la più alta, che era verso il Monticano, dalla parte invece sul lato Postumia e quella che era prevista sul lato Postumia portare all’interno. La Commissione Urbanistica ha già esaminato questi progetti e ha dato delle prescrizioni. Mi sembra che sia ritornata la fascia di rispetto sulla Postumia, riportata una fascia di verde di rispetto sulla Postumia. E questa è una parte della delibera. Sostanzialmente è quella che andremo a deliberare. C’è un altro tema, quando cominciano le disgrazie non finiscono più. L’ultima disgrazia in ordine di tempo è che dopo le ultime alluvioni, non nostre, quelle di novembre, il Consiglio dei Ministri ha ripristinato il PAIL. Il PAIL è una storia di cui ne abbiamo parlato anche qua nel 2006, che è quel Piano di salvaguardia idrogeologica che è stato studiato dall’Autorità di Bacino. Il PAIL del Livenza che era decaduto nel 2007 perché dopo tre anni dall’adozione se non viene approvato decadeva. Era decaduto. Tra l’altro questa società, per poter operare in quell’area, essendo adottato il PAIL a suo tempo, nel 2003/2004 aveva dovuto fare lavori pari a un valore economico di 800.000 euro per innalzare la parte di argine dal Ponte della Postumia fino al depuratore per poter - perché con il PAIL P3, cioè grado di protezione P3 non si può più costruire assolutamente nulla - passare dal P3 a un grado P2, che è un grado più leggero in cui si possa costruire con prescrizioni, ha dovuto fare questi lavori importanti. Una volta finiti, una volta presentati i progetti adesso si ritrova con il PAIL. PAIL che ha un difetto. Il PAIL ha un difetto perché non tiene conto dello spostamento del canale dell’idrovora. Il PAIL si ferma in quella linea rossa, che è grosso modo l’andamento del canale attuale. Essendo il canale che va verso l’idrovora veniva abbastanza logico che il passaggio diciamo da P3 a P2 fosse in corrispondenza del canale, però senza tener conto tra l’altro che l’innalzamento dell’argine arriva fino al depuratore, perché chi va a camminare sa che quando arriva verso il depuratore c’è un abbassamento di oltre un metro e mezzo quasi. Essendo il PAIL stato adottato anche con la modifica che era stata fatta allora con l’innalzamento, però questa modifica non tiene conto che, in fase di realizzazione di quest’opera, il canale viene spostato. Perché viene spostato? Viene spostato per lasciare più spazio, ma soprattutto viene spostata anche l’idrovora perché, per non lasciare i Paludei senza idrovora per il periodo di costruzione.

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Perciò resta l’idrovora vecchia, si farà l’idrovora nuova sul nuovo ambito vicino al depuratore, dopodiché si smonterà l’altra. Cioè ci sarà il periodo..., infatti c’è anche un canale di congiungimento tra le due idrovore che serve proprio per mantenere sempre in salvaguardia i Paludei e tutta la sinistra del Monticano. Perciò questo Piano che è stato redatto, ha avuto anche il parere positivo dell’Ufficio Tecnico, riguarda tutto l’ambito, però quello che evidentemente può essere utilizzato è solo la parte fuori dell’ambito PAIL. Come vedete la situazione dei fabbricati è sempre similare a quella che si era previsto prima, perciò dei fabbricati molto distanti, con grande ambito di verde, come è prescritto, ci sono delle prescrizioni. È stata ripristinata lungo la Postumia quella fascia di 20 metri di salvaguardia di verde per i fabbricati e per un intero ambito residenziale. Qui davanti invece c’è una piazza pubblica e un fabbricato anche a uso direzionale-commerciale. Mentre la parte interna è solamente residenziale. Vedete la parte che, invece, per il momento non può essere costruita, ma c’è già diciamo. Una volta che prenderanno atto che il canale è spostato e dunque non ha senso lasciare quel segno ma verrà riportato nell’ambito della nuova idrovora, nel mandracchio del canale, potrà essere, eventualmente attraverso una norma prevista dall’articolato del PAIL, fatta l’osservazione e riportato nella sua giusta posizione insomma. Anche qua, perché mi pare che sia importante sempre ricordare che le opere che loro fanno sono tutte queste opere idrauliche che ho appena accennato, per quanto riguarda gli oneri permissori, qui stiamo parlando di Mixer, sono 480.000 gli oneri permissori di questo intervento, eventualmente. Per fare questo intervento noi abbiamo, ancora due anni fa, acquisito l’area Martin e quello diventerà l’ambito del parco fluviale che è anche cassa di espansione. Dunque il concetto idraulico di questo ambito è_ un grande mandracchio per avere sempre disponibile l’acqua che le pompe devono assorbire, un grande parco usato anche a vasca di espansione che è di 25.000 metri quadri, che è già acquisito e che la società dovrà lavorare, cioè predisporre le opere, la sistemazione dei terreni e anche costituire una pista ciclopedonale che va verso Fratta con l’illuminazione, l’arredo e così via. Perciò diventerà un vero parco urbano. E poi la strada ciclo-pedonale che va verso Fratta, lungo via Comunale. Queste sono le opere che sono opere nel loro complesso, tenuto conto anche di 200.000 euro che dovranno consegnare al Comune per poi essere girate al Consorzio, mi pare di ricordare che aggirano attorno a 1.100.000 euro, queste opere idrauliche previste. PRESIDENTE: Va bene. Se non ci sono interventi metto in votazione la proposta di delibera di cui al punto n. 10 dell’ordine del giorno. In sostituzione della scrutatrice Scardellato per la minoranza nomino il Consigliere Freschi, che è qui presente. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 4 (Freschi, Campigotto, Luzzu, Ferri) Astenuti: n. 2 (Polesello, Sarri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Scardellato) Stante l’urgenza pongo in votazione l’immediata eseguibilità della delibera appena approvata. Favorevoli: n. 12 Contrari: n. 4 (Freschi, Campigotto, Luzzu, Ferri) Astenuti: n. 2 (Polesello, Sarri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 3 (Tessarolo, Perissinotto, Scardellato) CONS. FERRI: Preso atto di quello che ha detto il Segretario prima, a questo punto la tratterei. Tratterei la mozione. PRESIDENTE: Lei tratterebbe l’argomento?

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CONS. FERRI: Sì, sì. PRESIDENTE: Quindi lei non era a conoscenza della legge amministrativa che c’è un periodo bianco. CONS. FERRI: Però l’ha detto il Segretario. PRESIDENTE: Non posso impedire al Segretario di dire la verità, insomma. Quindi lei adesso tratterebbe il suo argomento. SEGRETARIO: Chiedo scusa, indicativo o condizionale? CONS. FERRI: Se siete d’accordo. Se è d’accordo il Segretario. PRESIDENTE: Sentito anche il Segretario per un principio di favore, poiché il ritiro non è irrevocabile finché non è concluso il Consiglio comunale o almeno il punto all’ordine del giorno, riammettiamo il punto n. 11. PUNTO 11° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «MOZIONE DEL CAPOG RUPPO DEL “POPOLO DELLA LIBERTÀ” PAOLO FERRI IN ORDINE AL DINIEGO D’A CCESSO AGLI ATTI OPPOSTO DALLA R.A.O. ALL’EX PRESIDENTE MARCELLO FER RI E RELATIVE CONSEGUENZE» (Omissis deliberazione n. 25) CONS. FERRI: La leggo così faccio prima. PRESIDENTE: La parola a Paolo Ferri, per illustrare la mozione. CONS. FERRI:

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Sì, la leggo. “Premesso che il Sindaco di Oderzo nomina il Presidente della R.A.O. – ho scritto RSA, mi sono sbagliato – che attualmente detto Presidente è il signor Valerio; che la R.A.O. rappresentata dal Valerio ha rifiutato espressamente di fornire della documentazione al precedente Presidente, che legittimamente era stata richiesta a tutela del proprio nome e operato, a seguito di dibattito avvento in Consiglio comunale e ripreso dalla stampa; che il TAR Veneto, con sentenza esecutiva, aggiungo non impugnata, ha ordinato alla R.A.O. di fornire i predetti documenti al dott. Ferri; che solo oggi la R.A.O., su ordine del TAR e piegandosi finalmente alla legge, ha comunicato di mettere a disposizione del dott. Ferri la documentazione da lui richiesta; che la vicenda dell’illegittimo rifiuto di consegnare al precedente Presidente della documentazione costituisce comportamento non corretto dell’Ente e di chi lo rappresenta; che il rifiuto opposto ad un ex Presidente dell’Ente non è di buon auspicio per il semplice cittadino che volesse accedere agli atti amministrativi; che le motivazioni del rifiuto disattese dal TAR non hanno consistenza, di talché è ancora oscuro il motivo per il quale la R.A.O. non ha subito messo a disposizione la documentazione richiesta; che il comportamento degli organi che hanno deciso di rifiutare illegittimamente la consegna del carteggio in questione ha leso l’immagine della R.A.O. e arreca nocumento anche a chi è deputato per legge a nominare il suo Presidente; che la R.A.O., nell’opporre un illegittimo quanto ingiustificato rifiuto al dott. Ferri, ha resistito alla richiesta costituendosi in giudizio, non accontentandosi dunque di attendere la decisione del TAR, come molte Amministrazioni sono solite fare; che la costituzione in giudizio è stata assegnata a un legale esterno, con conseguenza di costi - e aggiungo, inspiegabilmente non è stata data al funzionario interno all’Ente come solitamente ultimamente si fa, perché le Amministrazioni sono da vari anni difese al TAR dai legali interni -; che il Presidente della R.A.O. non ha ancora dato convincenti spiegazioni; ciò premesso il Consiglio comunale esprime disappunto per il comportamento del Presidente della R.A.O. signor Valerio, invita il medesimo a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni; invita il signor Valerio a comunicare alla pubblica opinione e al Sindaco i costi sostenuti per la difesa legale di un comportamento ritenuto illegittimo da un Tribunale dello Stato; invita lo stesso ad assumersi il relativo costo affinché le spese legali non gravino sugli anziani ospiti della R.A.O.” Allora è evidente che questa vicenda è costituita in un braccio di ferro tra il Presidente precedente e il nuovo Presidente, circa la consegna di alcune documentazioni che servivano all’ex Presidente per poter tutelare il proprio nome e l’immagine da dichiarazioni che aveva fatto il nuovo Presidente anche in Consiglio comunale e riprese dalla stampa, che in qualche modo lo avevano leso. E, quindi, l’interesse ad ottenere questa documentazione per dimostrare nelle competenti sedi, ma penso in primis sui giornali, che quel che diceva il nuovo Presidente Valerio non era vero, questo interesse era palese. Nonostante tutto il nuovo Presidente ha inteso opporre un braccio di ferro, ma che è stato poi alla fine insomma ritenuto illegittimo da parte del TAR. Ora, il succo della questione è questo: il privato, nella fattispecie il dott. Marcello Ferri, quando decide di intraprendere, diciamo di cimentarsi in un braccio di ferro, lo fa a proprio costo, cioè ci mette la propria immagine e ci mette il proprio portafoglio. È un privato e quindi lo fa. Non può il Presidente di un Ente usare soldi dell’Ente per resistere a un braccio di ferro che non ha senso dal suo punto di vista, perché consegnare della documentazione non costa niente e ci rimette anche, in termini di immagine perché la figuraccia che ha fatto questo Presidente alla prima grana, diciamo, giudiziaria che ha avuto, è una figuraccia insomma da stigmatizzare. È una figuraccia veramente diciamo clamorosa. Figuraccia a cui non ha neanche inteso rimediare provando a fare un ricorso al Consiglio di Stato, come aveva promesso sulla stampa. Da precisare poi alla fine che nel tecnico, affinché non vengano dette stupidate che ho letto sulla stampa e cioè che sono stati fatti due ricorsi al TAR. Il primo ricorso al TAR era stato fatto contro il silenzio/rigetto, perché nei termini non erano stati consegnati questi documenti e quindi non arrivava nemmeno il rifiuto espresso. Successivamente alla notifica del primo ricorso è arrivato il rifiuto espresso, quindi è stato fatto un altro ricorso e ovviamente il primo è stato rigettato a dire la verità per un cavillo, ma non aveva neanche più interesse che fosse coltivato perché il secondo poi alla fine è stato accolto pienamente con ordine del TAR all’Amministrazione di consegnare questi documenti. Allora chi si lava la bocca con il concetto di legalità, io in 18 anni non ho mai, o quasi mai parlato di legalità, ma chi si lava la bocca con il concetto di legalità alla fine deve anche trarre le conseguenze. Perché voi siete stati molto attenti quando vi faceva comodo, invocare il concetto di legalità in tutti questi anni. Allora dovreste essere coerenti in questo momento nel prendere atto che il Presidente della Casa di Riposo, che è stato nominato dal Sindaco, si è comportato contra legem, e c’è una sentenza dello Stato che lo dice, esecutiva e ad oggi, ma credo che siano trascorsi anche i termini, non impugnata. Io non mi attendo che il Consiglio, che la maggioranza inviti il Presidente della Casa di Riposo a rassegnare le dimissioni.

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Questo non me lo attendo, anche se dovrebbe farlo spontaneamente perché, ripeto, alla prima grana che ha avuto ha fatto una figuraccia, ma almeno di esprimere un disappunto, un ammonimento a che questo non si ripeta più, ma non con l’ex Presidente della Casa di Riposo, ma in genere con i cittadini. Perché se ad un ex Presidente della Casa di Riposo con cui hai fatto delle riunioni fino al giorno prima neghi della documentazione, che era palese che dovesse essere consegnata, io immagino quale può essere la chiusura, da parte di questo Presidente e dell’Ente che rappresenta, alla domanda di un semplice cittadino di avere della documentazione. Finisco dicendo questo: io e credo un po’ tutti vogliamo sapere perché è stato incaricato un legale esterno e l’Amministrazione, come fanno quasi tutte, anche questo Consiglio comunale, salvo questioni molto complicate, perché l’Amministrazione non si è costituita con il legale interno che c’è. C’è una dottoressa che fa da legale interno. Quali sono stati i costi, quali saranno i costi dei due ricorsi e non vorrei mai che questi costi fossero addossati agli ospiti, agli anziani e alle loro famiglie. Quindi, è giusto che questi gravino su chi ha sbagliato, cioè sul Presidente. Quindi, chiedo la votazione. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Ginaldi. CONS. GINALDI: Io credo che alcune precisazioni vadano fatte perché è vero che il TAR nell’accogliere il secondo ricorso del dott. Ferri in quanto il primo ricorso era stato dichiarato irricevibile per scadenza dei termini, è vero che il TAR ha riconosciuto il diritto del dott. Marcello Ferri, appunto cittadino, ex Presidente, però intanto precisando che il suo diritto era quale dott. Ferri e non quale rappresentate del PDL, come ha presentato il ricorso e sulla carta intestata con la quale è stata fatta la richiesta alla R.A.O. Assunta informazione, appunto per discutere questa sera la mozione, ne è risultato che l’accesso agli atti era stato negato in quanto la richiesta non proveniva dal dott. Marcello Ferri, ma proveniva dal PDL, è nell’interesse dei propri elettori e non a Marcello Ferri come appunto… (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Sì, il TAR cosa ha detto? Il TAR ha detto… PRESIDENTE: Lasciamo parlare? Lasciamo parlare? (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Possiamo leggere la sentenza se vuoi. Il TAR appunto… (Intervento fuori microfono)

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CONS. GINALDI: Senti Paolo, Paolo, è nell’interesse della tua mozione che siano detti i termini esattamente come sono stati pronunciati dal TAR. Allora… PRESIDENTE: Ferri, Ferri lasciamo parlare, okay? CONS. GINALDI: La sentenza dice che l’interesse del dott. Marcello Ferri come ex Presidente ordina l’esibizione, tanto è vero che ordina… (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Allora posso leggerla? CONS. FERRI: Tutta la devi leggere. CONS. GINALDI: Certo. (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Lei sta parlando da fuori microfono. Lei non esiste. CONS. FERRI: Chi è pubblico stia zitto, va bene!? CONS. GINALDI: Comunque il mio intervento era per riportare la questione nei termini suoi. Adesso io lo finisco e dopo caso mai leggiamo la sentenza. Il diritto poi è stato riconosciuto dal TAR per il periodo, appunto limitato in cui la Presidenza è stata svolta dal dott. Marcello Ferri e, cosa che la dice molto lunga, il TAR ha compensato le spese di lite. CONS. FERRI:

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Cosa dice, cosa dice? CONS. GINALDI: Dice che… CONS. FERRI: Ti prendi in giro, Francesca dai! CONS. GINALDI: No, non mi sto prendendo in giro, adesso la leggo. Comunque non ha affrontato… CONS. FERRI: Accoglie il ricorso è scritto. (Intervento fuori microfono ) PRESIDENTE: Consigliere Ferri, Consigliere Ferri, lei ha svolto le sue argomentazioni come ha creduto e adesso il Capogruppo Ginaldi farà altrettanto, senza che lei lo interrompa. Va bene? CONS. GINALDI: Comunque è pregevole aver portato la questione in Consiglio comunale, cioè che il singolo cittadino abbia diritto ad avere un accesso agli atti. Ma il singolo cittadino si presenta come singolo cittadino e ha diritto a quegli atti per suo interesse, a quello che lo riguardano. Non si presenta come rappresentate del PDL strumentalizzando la sua richiesta. Sul punto perché sia stata presentata la richiesta… CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) CONS. GINALDI: Allora ti lamenti che viene sprecato denaro pubblico, quando a un certo punto considera di venire a miti consigli perché si dice: va beh il dott. Ferri aveva il diritto e glielo riconosciamo, e il diritto… (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: Ma senti, Paolo, smettila però!

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CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) CONS. GINALDI: Guarda, io non sento neanche quello che dici! PRESIDENTE: Prosegua il suo intervento. Lei non deve più interrompere, va bene! CONS. FERRI: Sennò? PRESIDENTE: E sennò continuerà a parlare finché vuole. CONS. GINALDI: Sennò la votiamo subito, sappiate che è assolutamente manipolata. L’esposizione è manipolata. Leggo il numero della sentenza e andate a leggervela. Allora finisco il mio intervento che diceva che, appunto, il diritto viene riconosciuto come il dott. Marcello Ferri… CONS. FERRI: È inutile che interpreti, leggila! PRESIDENTE: Io sottolineo la sua grandissima scorrettezza. Il Capogruppo Ginaldi sta cercando di svolgere le sue argomentazioni, che poi possono essere giudicate da tutti e possono essere anche criticate in seguito. Se lei interrompe continuamente non può svolgere le sue argomentazioni. Lei è stato molto scorretto. Lei ha potuto svolgere le sue argomentazioni senza problemi. Prego. CONS. GINALDI: Accoglie il ricorso nel limite in cui il soggetto Marcello Ferri, no rappresentante del PDL, ha interesse per la tutela della sua immagine. La sentenza parla del dott. Marcello Ferri. Non parla invece della istanza fatta su carta intestata del PDL. Questo è l’aspetto per cui il legale della R.A.O. aveva anche ravvisato gli estremi per il ricorso al Consiglio di Stato. Da notare poi che la sentenza si chiude con una compensazione delle spese di lite, quando il principio di diritto è che chi vince porta a casa tutto. Quindi, se la decisione riguardo alle spese arriva ad una compensazione significa che la domanda, quanto meno per come prospettata dal ricorrente, non era accoglibile da tutti i punti di vista. Nel complesso il ricorso è stato accolto. Quindi, è stato sancito il diritto del cittadino di avere gli accessi agli atti. È stato altrettanto sancito il principio che…

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CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) PRESIDENTE: Ma io non ho parole guardi, io non ho parole. CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) PRESIDENTE: Ma robe da matti! CONS. GINALDI: Ma guarda, Paolo. Allora io chiedo… CONS. FERRI: Leggi la sentenza… PRESIDENTE: Va bene, per il momento allora proseguiamo. Passo la parola al Sindaco, poi vediamo. SINDACO: Allora, la sentenza dice così, andiamo in fatto: “con il provvedimento impugnato è stata rigettata l’istanza di accesso ai documenti presentata dal ricorrente, cioè dal dott. Marcello Ferri, al direttore, - e non al Presidente -, al direttore dell’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo”. So che, perché l’ho nominato io, il dott. Valerio non è il direttore, è il Presidente. L’istanza fa riferimento alla nota questione Pagani, ovverosia quella relativa alla sicurezza del padiglione gestito dall’Istituto denominato ex Pagani. La documentazione richiesta viene indicata in quella successiva all’ispezione dei NAS dell’estate 2009: il verbale da loro redatto, le sanzioni di conseguenza comminate, la corrispondenza intercorsa con l’ULSS e la Regione, le determinazioni assunte dal segretario direttore, le delibere del C.d.A. in cui si è discusso dell’argomento e comunque copia di ogni altro provvedimento o atto a questi collegato. L’istanza fa riferimento alla circostanza che, si è insinuato sulla stampa, che si sia voluto gettare fango sull’Ente presieduto dal ricorrente fino a poco prima in relazione alla nota questione Pagani, su cui egli è intervenuto in qualità di Presidente dell’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo. Il ricorrente allega copia del sopra richiamato articolo pubblicato dal “Gazzettino” in data 11 settembre 2010. In tale articolo di stampa, a cui fa riferimento l’istanza di accesso, viene rivolta al ricorrente l’accusa di gettare fango sull’Ente presieduto, in relazione alla circostanza che egli avrebbe richiesto alla Procura della Repubblica di indagare circa le responsabilità dell’ULSS in merito alla sicurezza della Residenza Pagani gestita dall’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo.

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Questo è il fatto, andiamo in diritto. “Il Collegio richiama alla nozione di soggetto interessato ai fini dell’esercizio del diritto di accesso contenuta nell’art. 22 della legge 241/90, tale è chi abbia un interesse diretto, concreto ed attuale, corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento del quale ha chiesto l’accesso. Il Collegio osserva che il ricorrente effettivamente si configura come soggetto interessato ai fini del diritto di esercizio di accesso ai documenti, perché egli ha esercitato l’incarico di Presidente dell’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo. Infatti, è interesse del ricorrente avere la documentazione necessaria per affermare che, con riferimento alla particolare questione della sicurezza della Residenza Pagani gestita dall’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo, egli abbia agito correttamente nel momento in cui sulla stampa affiorano dubbi sulla gestione da lui condotta con riferimento alla questione Pagani. L’oggetto della documentazione richiesta è sufficientemente circoscritto in relazione appunto alla questione Pagani. Deve essere, dunque, ordinata l’esibizione della documentazione richiesta a R.A.O. con un’istanza in data 13 settembre 2010 e prodotta o acquisita, fino al giorno, compreso, in cui il ricorrente ha espletato l’incarico di Presidente dell’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo. L’Ente intimato deve consegnare copia anche della documentazione detenuta da R.A.O. redatta da terzi, od oggetto di corrispondenza con terzi, quali il verbale redatto dai NAS e la corrispondenza intercorsa con l’ULSS e la Regione, trattandosi comunque di documenti detenuti da R.A.O. Sotto tale profilo il Collegio osserva: che l’art. 22, 1 comma lett. d) della legge 241/90 prevede che il diritto di accesso sia riconosciuto nei confronti dell’Amministrazione che detiene il documento, a prescindere da quale sia l’Amministrazione che lo abbia formato. Deve essere, invece, rigettata la domanda risarcitoria non avendo, parte ricorrente, provato l’esistenza di danni. Le spese possono essere compensate in relazione alla peculiarità della questione. Per cui il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, Sezione Terza, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto ordina a R.A.O. l’esibizione entro 30 giorni dalla comunicazione e notificazione della presente sentenza, della documentazione richiesta a R.A.O. con istanza in data 13 settembre 2010 di cui sopra, prodotta o acquisita da R.A.O. fino al giorno, compreso, in cui il ricorrente ha espletato l’incarico di Presidente dell’Istituto Residenza per Anziani di Oderzo. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Così deciso, in Venezia.” Quindi mi pare che quello che diceva l’Avvocato Ginaldi fosse corretto. Nel senso che questa acquisizione aveva dei limiti, dati temporali, in quanto si riferiva a documentazione relativa al periodo in cui il dott. Ferri era Presidente della Casa di Riposo. Quindi, era tutta documentazione di cui lui aveva la massima disponibilità durante l’esercizio della sua funzione, che lui conosceva bene e che adesso gli è stato ordinato alla R.A.O. di dover dare. Un’altra importante decisione è stata la decisione, ribadita sempre correttamente dall’avvocato Ginaldi, che in questa sentenza in pratica si compensano le spese, “vista - dice proprio la sentenza - la peculiarità della questione”, cioè la particolarità della questione. Un altro importante elemento, che risulta dalla sentenza, è quello che questa richiesta e il successivo provvedimento di diniego, non è stato dato dal Presidente, ma bensì dal direttore, con tutto il rispetto che abbiamo per il direttore dell’Opera Pia Casa R.A.O. Quindi, letta la sentenza che era stata ben spiegata, esattamente e correttamente spiegata nei suoi termini dall’avvocato Ginaldi, l’opinione mia personale è che nulla sia da obiettare al comportamento del Presidente dott. Valerio, il quale peraltro in questi anni sia come Vice Presidente e sia come Presidente ha dato sempre dimostrazione di correttezza, di competenza, di capacità, di dedizione, di essersi sempre comportato bene nell’interesse della comunità opitergina e soprattutto anche, da ultimo, con riferimento alle fasi che stanno portando verso la costruzione della nuova residenza per Anziani di Oderzo, affiancato dal suo nuovo Consiglio di amministrazione. Per cui da parte mia esprimo la massima solidarietà, e auguro al Presidente dott. Valerio e ai suoi collaboratori di continuare nella loro opera per il bene della comunità. PRESIDENTE: Volevi continuare? Capogruppo Ginaldi, allora. CONS. GINALDI:

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Volevo precisare appunto che l’interesse sostanziale quello del dott. Marcello Ferri, è solo per il periodo della sua Presidenza. Che la domanda iniziale era quella dell’esibizione di ogni atto. CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) PRESIDENTE: Non ricominciamo! CONS. GINALDI: La precisazione temporale…, comunque io non so, non so se ce l’ha con me. CONS. FERRI: No… (Intervento fuori microfono ) CONS. GINALDI: Ma rispondimi dopo. Ma dai, l’abbiamo letta. (Intervento fuori microfono) CONS. GINALDI: La lettura è uguale per tutto. Guarda, era tanto meglio che stavi zitto perché la cosa veniva precisata nei suoi limiti, veniva esaltato il fatto che un cittadino ha diritto di avere accesso agli atti e che si presenti come cittadino, ecco. E il tentativo di riportare la questione nei termini evidentemente ti fa andare fuori dai gangheri. Comunque la sentenza è accessibile a tutti. PRESIDENTE: La parola va al Capogruppo Rebecca. CONS. FRESCHI: (Intervento fuori microfono ) CONS. REBECCA: Grazie. Per me questo è il mio primo intervento. Consigliere Freschi, a differenza dei tuoi normalmente i miei sono in tema e più brevi e non fuori campo. Detto questo, adesso io mi limito a due, se non mi costringono a fare il contrario, dico due parole nei confronti del Consigliere Ferri per il quale, lui lo sa, nutro una sincera simpatia, contraddetta francamente da questa miserrima figura che fa lui, che francamente finora in questi cinque anni, almeno che io non me ne fossi accorto, non aveva mai fatto.

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Una brutta figura perché ho azzardato a offendere la sceneggiata napoletana affermando che lo fosse, e poi sono stato fulminato dal Segretario che, giustamente, mi ricorda come Eduardo De Filippo e la tradizione culturale napoletana meriti ben altro trattamento. No, io non faccio…, dico che questo modo di fare si commenta da sé. Per fortuna è inusuale. Dico questo, faccio una considerazione politica, salvo, ripeto, tornare se sarò costretto a farlo. Faccio una considerazione politica. La considerazione politica è questa, dico se il cittadino va, ecco vedo Da Re qua di fronte che ridacchia, e quindi se si rivolge a De Re e gli chiede, ex lege 241/90, gli chiede la copia degli atti che stanno presso il suo Ufficio di cui è il responsabile di servizio e lui, per ragioni che mi sfuggono, rifiuta la richiesta. È una legge dello Stato che vige dal 1990, quindi da più di vent’anni. Rifiuta la richiesta. Ebbene, avrebbe senso per qualunque persona anche digiuna delle più elementari cognizioni politiche e giuridiche chiedere, come si chiede nella mozione del Consigliere Ferri, che il Sindaco inviti il responsabile di servizio per una cosa del genere a rassegnare le dimissioni? Secondo me non è proporzionato. Non è proporzionato secondo me. (Intervento fuori microfono) CONS. REBECCA: Fai una brutta figura nel momento in cui… (Intervento fuori microfono) CONS. REBECCA: Fai una brutta figura nel momento in cui…, fai una brutta figura come Consigliere e come cittadino nel momento in cui dopo tre mandati ancora non sai un fico secco delle regole di civiltà che presiedono lo svolgimento del Consiglio comunale e sarebbe ora che le imparassi perché essere da 30 anni o da 15 in Consiglio comunale è una aggravante per coloro che si comportano come te. Prima cosa. E impara l’educazione politica e la capacità di stare in Consiglio comunale. Primo. Secondo. Fai una brutta figura come avvocato, diciamo… CONS. FERRI: (Intervento fuori microfono ) CONS. REBECCA: Diciamo che su due ricorsi il primo lo hai perso perché non hai depositato in termine. Primo. (Intervento fuori microfono) CONS. REBECCA: E diciamo che ha compensato le spese perché davanti al Giudice hai persino ammesso di aver fatto scadere il termine, per non sapere che i termini per questo tipo di cause sono dimezzati. Primo. Secondo: fai una brutta figura come avvocato nel momento in cui non distingui fra direttore e Presidente. E, ripeto, la richiesta è stata rivolta al direttore e non al Presidente e il Sindaco lo ha detto. CONS. FERRI:

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Chi è il responsabile politico? CONS. REBECCA: Il responsabile politico non risponde di ogni atto che fanno non le persone di sua nomina, le persone incardinate in una struttura il cui vertice è di sua nomina. E non è la stessa cosa. Credo di non dovere essere costretto a ritornare sull’argomento. PRESIDENTE: Comunque io sono esterrefatto dal suo comportamento. Io sono esterrefatto dal suo comportamento. Io non ho mai visto nulla di simile. Non ho mai visto nulla di simile, va bene? Passo la parola al Capogruppo Sarri. CONS. SARRI: Grazie, vado piano perché qua il terreno è minato. (Intervento fuori microfono) CONS. SARRI: Sì, ma non dovrebbe essere contagioso mi auguro, per cui anche essendo vicino non dovrei correre rischi. No, io faccio un passetto indietro e stima e rispetto per il Presidente attuale della Casa di Riposo e per il Presidente precedente, perché la nomina è del Sindaco e, quindi, mi rivolgo al Sindaco, perché se il Sindaco non condivide i pensieri e le idee del Presidente che andrà a nominare, non lo nomina. Per cui tutto ciò che decide o che fa il Presidente, è perché è in linea di pensiero con il Sindaco. Quindi, chi nomina è il Sindaco e io mi rivolgo al Sindaco. Per me le responsabilità non sono del Presidente, ma sono del Sindaco. Primo. Un passetto alla volta. L’anno scorso o due anni fa la Lega aveva chiesto, come Consiglieri e non come cittadini, aveva chiesto il bilancio della Casa di Riposo. Non gli è mai stato dato. Non so se avevamo diritto ad averlo, oppure no. Abbiamo fatto richiesta, non ci è mai stato dato. L’abbiamo chiesto in Consiglio, Sindaco, non faccia sempre finta di non sapere nulla. Così è, l’abbiamo chiesto e non ci è mai stato dato. Non abbiamo sollevato nessuna questione, la nostra era una domanda, non sappiamo se abbiamo il diritto di farlo oppure no. Ma credo che la questione, a prescindere, al di fuori di questa diatriba tra avvocati in merito alla Casa di Riposo, sia un’altra, visto che si parla di Casa di Riposo: che in questi cinque anni la scelta amministrativa politica ha individuato un Presidente della Casa di Riposo con un’idea di costruire una nuova Casa di Riposo. Ci ritroviamo… PRESIDENTE: No, no, la smentisco, non è questa la questione. Perché la questione è un’altra, è la mozione che ha illustrato il Consigliere Ferri. CONS. SARRI: Perfetto. Okay, non parlo della nuova Casa di Riposo allora. Non parlo della nuova Casa. Parlo del Presidente della Casa di Riposo e del Sindaco che nomina il Presidente e con questi pensieri di progetti nuovi dal 1° gennaio 2011 la Casa di Riposo dovrà pagare, nei prossimi tre anni, 1 milione di euro di penale.

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PRESIDENTE: Questo esula… CONS. SARRI: Questo fa parte dell’argomento della Casa di Riposo. PRESIDENTE: Questo esula dal diritto all’accesso degli atti. Diritto all’accesso degli atti. Gliene faccio memoria, le faccio memoria. CONS. SARRI: Presidente, ogni tanto..., le rileggo la mozione del Consigliere Ferri? PRESIDENTE: No, no, l’ho già letta. L’ho già letta anche in precedenza, la conosco bene. CONS. SARRI: “Ciò premesso il Consiglio comunale invita..”, invita in determinate situazioni il Presidente, il Sindaco e quant’altro. Io credo che in merito a questo la vicenda vada allargata. PRESIDENTE: In merito all’accesso agli atti. CONS. SARRI: Non volete discuterne? PRESIDENTE: In merito agli accessi agli atti. CONS. SARRI: Avete paura di discutere di queste cose? Non lo so. PRESIDENTE: Non è questione di paura, è il regolamento, il funzionamento del Consiglio comunale non parla di paura. Parla di altre cose. Bisogna rimanere in argomento.

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CONS. SARRI: Nel momento opportuno lei, Presidente, si veda il cosiddetto, chiamiamolo... Una volta c’era il primo e il secondo che fa sempre quello che dice il primo, no. Quindi non volevo usare altri termini. PRESIDENTE: Non ho capito niente, comunque va bene. CONS. SARRI: Meglio così! PRESIDENTE: Lei prosegua, però le tolgo la parola, se prosegue su questo piano le tolgo la parola. CONS. SARRI: Io sto parlando della Casa di Riposo, non sto parlando di altro. Il Sindaco fa campagna elettorale dalla mattina alla sera, passa dai fiaschi ai fischi e lei non dice “a”! Io sto parlando di un problema importante che i cittadini si ritroveranno a dover contribuire con le rette per 1 milione di euro di penale che, grazie a scelte dell’Amministrazione vanno a carico dei cittadini, e lei dice “non è nell’argomento”. Ma è una roba vergognosa. Ma volete sempre nascondere l’evidenza davanti al pubblico? PRESIDENTE: È assolutamente così, è assolutamente così. CONS. SARRI: Mi tolga la parola. Mi spenga il microfono perché non volete sentirvi dire che c’è 1 milione di euro di penale. Questa è la verità. Sono scelte amministrative e non avete il coraggio di dare spiegazioni. Faccia quello che vuole, saluti! PRESIDENTE: Io dico una cosa molto semplice, non è in argomento. CONS. SARRI: Bene. Tanti argomenti non sono in argomento, eppure… (Intervento fuori microfono). PRESIDENTE: Un attimo di silenzio. La parola al Sindaco.

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SINDACO: Consigliere Sarri, io penso, perché lei sta introducendo un argomento nuovo e, quindi, qui in Consiglio comunale può essere anche che non conosciamo, che non siamo preparati per rispondere a questo argomento. Nuovo che lei vuole introdurre. Non un ancora sentito e capito bene che cosa intendeva dire, ma parla di una sanzione. Se lei fa un interpellanza noi andremo a fondo anche con la Casa di Riposo e le daremo una risposta corretta su quella che è una questione che oggi non è all’ordine del giorno. Oggi stiamo parlando di un’altra cosa e ci siamo preparati a rispondere in Consiglio comunale su questa cosa, su una mozione che ha presentato l’avvocato Ferri in relazione a un ricorso al TAR proposto dal dott. Marcello Ferri contro la Casa di Riposo. E mi pare che stiamo rispondendo in modo adeguato. E’ già stata data una corretta risposta, esaustiva, sulla base della quale noi abbiamo ritenuto di poter confermare la fiducia che abbiamo espresso nei confronti del Presidente e del Consiglio di amministrazione della Casa di Riposo. Se lei vuole tirar fuori altre questioni faccia una interpellanza e le rispondiamo con cognizione di causa. Non con spot elettorali o con questioni che possono essere prettamente del tutto destituite di fondamento, esattamente come quella stessa illazione che venne fatta dai suoi colleghi la scorsa volta all’una di notte, facendoci stare qua fino alle due e mezzo, andando in cerca di documenti di sopra, per smentirla perché era del tutto diffamatoria. E andremo a leggere quel verbale. Quel verbale lo andremo a leggere, perché non è finita qua. PRESIDENTE: La parola va a Polesello. CONS. POLESELLO: Grazie, Presidente. Intanto io volevo fare una richiesta… SINDACO: Andremo a leggere. CONS. POLESELLO: Volevo fare una richiesta appunto, Presidente, grazie. Intanto da quello che ho capito mi sembra che se il TAR dice che non ci sono delle spese da pagare da parte della R.A.O. e del richiedente, devo capire allora l’avvocato esterno che è stato interessato chi lo pagherà. Questa è la domanda che faccio. Cioè l’avvocato esterno ha fatto il suo lavoro gratuitamente? È una domanda che faccio all’Amministrazione. Per quanto riguarda la trasparenza agli atti leggo cosa è scritto nella Carta dei Servizi della R.A.O.: “La struttura garantisce la trasparenza della propria attività gestionale e amministrativa non solo attraverso la possibilità di visionare e chiedere copia dei documenti dell’Ente, ma anche con la chiarezza e la tempestività dell’informazione richiesta, salvaguardando la riservatezza dei dati personali trattati.” Quindi, dico se uno fa richiesta di documenti in teoria doveva essere data copia dei documenti dell’Ente ecc. con chiarezza e tempestività. Ha appena detto il consigliere Sarri che è stata fatta richiesta di bilancio, e ancora non se ne vede copia. Così, volevo solo precisare una cosa. E dopo volevo sapere e ribadisco il fatto, se il consulente esterno, quindi l’avvocato esterno, ci sarà qualcuno che lo pagherà e chi. Grazie. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Sarri. CONS. SARRI:

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Sarò breve. Di solito chi nomina controlla anche, altrimenti… Quindi lei mi dice che non sa niente, vuol dire che nomina e poi delega. Primo. Secondo: da come lei si è rivolto nei nostri confronti è più una minaccia che altro. Io delle minacce non ho proprio paura. Se lei ha coraggio lo faccia, altrimenti faccia a meno, ma non minacci. Io non ho nessunissimo problema. Se vuole procedere faccia quello che le permette di fare… e che vuole fare. Siamo qui in un mondo democratico, ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma nel modo in cui si è rivolto a noi è più una minaccia che una voglia di fare. E questo è sconvolgente da parte di un Sindaco che rappresenta i cittadini. Io rappresento una parte dei cittadini, lei rappresenta tutti i cittadini. PRESIDENTE: Va bene, oltre a rientrare in argomento cerchiamo di calmare gli animi. Diciamo l’argomento è stato estrinsecato anche in maniera sufficiente, per me si potrebbe andare al voto. Vedo… INTERVENTO: Per la domanda. PRESIDENTE: Allora per la risposta al Sindaco. SINDACO: Innanzitutto non ho minacciato nessuno. Non ho minacciato nessuno. Per quanto invece riguarda la domanda del Consigliere Polesello, è chiaro che se vengono compensate le spese vuol dire che ciascuna parte della causa deve provvedere al pagamento dell’avvocato che lo ha difeso. È evidente questo. Inoltre faccio presente, per quanto io sappia e per quanto io sono tenuto a comportarmi nell’ambito delle mie prerogative, ad esempio di Sindaco e penso che valga la stessa cosa anche per il Presidente dell’Opera Pia Moro, o dell’Opera Pia Casa di Riposo, quando viene fatta una domanda di competenza di un responsabile di servizio, come nel caso del Comune una domanda di accesso agli atti, il Sindaco non ha nessun potere di interferire sul fatto che il responsabile del servizio dica “te li concedo”, “ti do l’accesso” o “non te lo do”. Non ha nessun potere di interferire. È una responsabilità piena e autonoma del responsabile di servizio. Quindi se il responsabile di servizio dovesse negare un atto o acconsentire a dare un atto che non dovrebbe dare, sicuramente non è una responsabilità del Sindaco e sarebbe fuori luogo chiedere un atto di dimissioni del Sindaco o di sfiducia nei confronti del Sindaco. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Ferri. CONS. FERRI: Se questa sera andiamo a rileggerci i verbali gli unici che si salvano da possibili querele siamo proprio noi da questa parte qua, perché io avrò anche fatto l’irruente… PRESIDENTE: Si “salvano” nel suo caso è una parola grossa.

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CONS. FERRI: Allora, io avrò fatto anche l’irruente, però non ho offeso nessuno, Rebecca! Tu a me non vieni a dire che faccio figure miserrime. (Intervento fuori microfono) CONS. FERRI: Adesso interviene lui. PRESIDENTE: Adesso sono curioso di sapere…, sono curioso di sapere se lei mi chiede di rispettare il regolamento adesso. Non lo so. Lei ha impedito di parlare al Consigliere Ginaldi, ha interrotto sia il Sindaco e sia… CONS. FERRI: E adesso lei fa interrompere loro. Va beh, mi va bene. PRESIDENTE: … il Capogruppo, e nonostante i miei ripetuti richiami lei ha continuato a disturbare, a interrompere e a impedire di fatto l’intervento. CONS. FERRI: Va bene e adesso li fa disturbare. Vede che non è super partes. È animoso stasera, non è super partes. PRESIDENTE: Lei è anche capace di chiedere il mio intervento per richiamare? Lei è straordinario. CONS. FERRI: Non è super partes! PRESIDENTE: È straordinario. CONS. FERRI: Non è super partes. PRESIDENTE:

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Straordinario. CONS. FERRI: Non è super partes. Vede che capita anche a voi? Allora, io ho detto che avrò fatto anche un intervento irruento, però non ho offeso nessuno, non ho dato del maleducato a nessuno, non ho detto che sei un miserrimo, non ho detto che hai fatto una figura, come avvocato, meschina. Anzi, ti ripeto, io ho patrocinato il ricorso e l’ho vinto, ho stravinto. Non ho avuto bisogno di andare da legali esterni, a differenza di voi che siete un manipolo di avvocati. Siete un manipolo di avvocati però c’è stata l’esigenza di andare da un avvocato esterno. Allora le tue parole sono state obiettivamente offensive, ma non ti preoccupare. Nascondersi, e lo dico sia al Consigliere Rebecca che al Sindaco, nascondersi dietro al direttore veramente fa sorridere. Perché chi è che ha firmato la resistenza al ricorso e ribadendo l’opposizione alla richiesta degli atti? Lo ha firmato il Presidente dell’Ente perché lui ha la rappresentanza legale e politica. Quindi lui ha ratificato l’operato della sua funzionaria. E, quindi, ha continuato a resistere fino all’ultimo anche in udienza, affinché non fosse data questa documentazione. Quindi, questa argomentazione cade. Non mi dire che ho confuso il direttore con il Presidente e non mi dire neanche che Da Re è assimilabile a Valerio perché lui è un funzionario pubblico e il dott. Valerio è di nomina politica. Va bene? Quindi questo. Il Sindaco alla fine ha detto “è inutile che - facendo l’esempio dell’Opera Pia Moro - non possiamo chiedere le dimissioni ecc., ecc.” Infatti io ho detto “non mi aspetto le dimissioni, le dimissioni le chiedo io che sono all’opposizione, ma un disappunto sì. Un ammonimento sì.” Un ammonimento perché questo non si deve ripetere nei confronti dei cittadini. Non si deve ripetere e perché sono stati spesi dei soldi. Questi soldi, per favore Sindaco, convinca il Presidente della Casa di Riposo che li spenda lui di tasca sua perché lui ha sbagliato. Lui ha sbagliato resistendo illegittimamente al ricorso. Quindi io adesso non so quella che sarà la parcella dell’Avvocato incaricato. Sono anche alte le parcelle degli amministrativisti. Chi verrà dopo controllerà e anche chi verrà al mio posto per il PDL controllerà che questi soldi siano stati tirati fuori di tasca dal Presidente. PRESIDENTE: La parola al Capogruppo Rebecca. CONS. REBECCA: Allora, all’esordio, all’inizio dell’intervento del collega Ferri, il collega Ferri ha usato, credo per quattro o cinque volte la parola figuraccia con riferimento all’indirizzo del dott. Valerio, e non del signor Valerio. Benissimo, questa è l’opinione dell’Avvocato Ferri. La mia opinione è che politicamente una figuraccia enorme l’hai fatta questa sera e forse per la prima volta e spero per te l’ultima. La ragione, per non offendere l’intelligenza di nessuno dei presenti, nemmeno te la spiego perché è evidente. PRESIDENTE: La parola al Sindaco. SINDACO: Volevo dirti, Paolo, per confutare un attimino quello che tu hai detto, che si potrebbe anche opinare che, nel momento in cui voi avete fatto il ricorso al TAR, che la Casa di Riposo fosse rimasta inerte e non si fosse difesa, la conseguenza poteva essere anche stata che, a seguito dell’accoglimento della tua domanda al TAR, ci sarebbe stata magari anche la condanna alla soccombenza di spese.

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Quindi, non essendosi difesi poteva capitare anche questo, che il magistrato avesse ritenuto pienamente accoglibili, non conoscendo le ragioni da loro addotte e quindi avesse condannato la Casa di Riposo alle spese. Quindi, l’aver resistito in causa non è sicuramente una colpa diciamo da attribuire tra l’altro al dott. Valerio, perché il dott. Valerio fa parte di un Consiglio di amministrazione. Sarà tutto il Consiglio che ha deciso di resistere, non ha deciso solo lui. Lui poi come responsabile, se il Consiglio di amministrazione ha deciso di resistere avrà firmato, su mandato diciamo del Consiglio di amministrazione, la delega. Per cui anche qua le cose sono da valutare. Il momento in cui uno può dire: “ho deciso di dare l’accesso agli atti”, o “non ho deciso di dare l’accesso agli atti”, è un momento precedente a quella che è stata l’attività poi del Consiglio di amministrazione, che mi pare insomma dopo sia stata corretta. E la compensazione di spese tutto sommato va ad assolvere, per così dire, sia il comportamento del Consiglio di amministrazione, sia anche tutto sommato il comportamento del responsabile di servizio che nel frangente aveva negato diciamo l’accesso agli atti. PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione di cui al punto n . 11 dell’ordine del giorno. Favorevoli: n. 2 Contrari: n. 12 (Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Rebecca, Battistella, Vedovelli, Alescio) Astenuti: n. 5 (Sarri, Scardellato, Freschi, Campigotto, Luzzu) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) PUNTO 12° ALL’ORDINE DEL GIORNO: «ORDINE DEL GIORNO SUL CONTENUTO DELLE DELIBERE DI APPROVAZIONE DI ACCORDI PUBBLICI PRIVAT I” PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE “LEGA NORD” » (Omissis deliberazione n. 26) PRESIDENTE: Chi illustra questo ordine del giorno? La Consigliera Scardellato, prego. CONS. SCARDELLATO: Questo ordine del giorno si riferisce al Consiglio della volta scorsa e più alla delibera trattata in precedenza. Questo ordine del giorno va oltre quello che ho detto prima, cioè prima ho detto: voglio appurare legalmente come stanno le cose; qui dico: anche se non abbiamo ancora appurato le cose arrivo subito a quello che chiedo. Io al momento attuale ancora non so se, quando c’è l’accordo pubblico-privato, a cui consegue la variante, deve obbligatoriamente esserci l’adesione di tutti i partecipanti o meno. Però chiedo a questo Consiglio che perlomeno mi si porti l’accordo e mi si dichiari se l’accordo è unanime o se ci sono dei dissenzienti, cosa che non è mai stata fatta. E, ripeto, l’ordine del giorno immagino che sia stato letto, però eventualmente posso ritoccare i punti principali. La volta scorsa il Sindaco minaccia cause per le illazioni che ho fatto la volta scorsa Non ho fatto illazioni, e qua le ho scritte per filo e per segno con tutto quello… Prego, Consigliere Dall’Aica? (Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: Lasciamo proseguire indisturbato l’intervento del Consigliere Scardellato.

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(Intervento fuori microfono) PRESIDENTE: No, no. Quello che ho raggiunto con il suo livello credo che non lo raggiungerò mai più. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Ho perso il filo, adesso attenderà, mi fermerà i tempi. Grazie. PRESIDENTE: Sì, sì, sì. Riprenda, riprenda. CONS. SCARDELLATO: Dunque, stavamo dicendo dei due argomenti, uno era quello della volta scorsa e il Sindaco mi dice che ho fatto queste illazioni. Io di quello che ho detto la volta scorsa l’ho riscritto qua per filo e per segno e non ritiro proprio niente di quello che ho detto perché non ho fatto illazioni ma ho detto come stanno le carte. Prego? (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Va beh, fatto sta che quello che ho detto l’ho ripetuto qua per iscritto. Quindi non solo a verbale dove si può dire qualcosa ed essere fraintesi, qua le ho scritto tutto quello che ritengo sia attinente alle carte presentate prima di quel famoso Consiglio del 29 luglio. Poi, ripeto, l’ho anche scritto qui, non sta a me giudicare il perché poi le cose sono cambiate. Cioè il perché poi il privato ha firmato quel famoso accordo. Stiamo parlando di Paludo e dell’accordo della pescheria. Quindi, ho detto: “non sta a me indagare perché se lui ha cambiato idea, se lui si è confuso e non ha capito, se lui ha avuto delle pressioni di qualche genere non sono affari miei..”, cioè non sono affari miei, non sono deputata a scoprire i motivi per il quale lui ha cambiato opinione dopo e ha firmato quindi. O ha cambiato opinione o ha firmato senza saperlo, non lo so! Quello che torno a ribadire è che dalle carte che sono in mio possesso in Consiglio ci è stato presentato un accordo pubblico-privato al quale ha fatto seguito l’adozione della variante e questo accordo non era uguale all’accordo che invece i privati avevano preso in precedenza. Qua io cerco anche di dimostrare il perché. Le motivazioni e le spiegazioni sono: allora era stata fatta questa riunione, presenti l’Assessore, Da Re, tutti i proprietari e tutti i progettisti. Era stata fatta una riunione. Quindi, non era “affari dei privati che si mettono d’accordo fra di loro”, era una riunione dove era presente anche l’Amministrazione e in questa riunione è stato deciso che ciascun privato avrebbe dovuto presentare l’impegno a partecipare al Piano di Recupero entro il 21 luglio ed entro il 29 luglio avrebbero dovuto presentare questo Piano di Recupero. Non uno qualsiasi, quello che era l’accordo preso fino allora, perché sennò non avrebbe senso niente di tutto ciò. Allora cosa succede? Il 21, come da accordi presi con l’Amministrazione, Paludo e B.&B. presentano una lettera dove si impegnano a partecipare, assieme agli altri proprietari al Piano di Recupero, ma non si impegnano a fare nient’altro.

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Quindi loro dicono: noi non vogliamo fare nessun accordo pubblico-privato; noi ci impegniamo solamente ad eseguire il Piano di recupero per la nostra parte, così come l’abbiamo concordato in poche parole. Gli altri tre invece proprietari presentano un accordo di programma con l’Amministrazione, perché infatti c’è di mezzo anche la permuta con il Comune e, quindi, le carte presentate al Comune sono due impegni dei due privati a presentare il Piano di Recupero unitario e a realizzare le opere solo nel loro comparto, senza perequazioni, addirittura loro dicono senza neanche opere di urbanizzazione. Mentre gli altri tre presentano una proposta di accordo pubblico-privato. In questa proposta di accordo pubblico-privato i tre, quindi non Paludo ma gli altri tre, si impegnano a realizzare 400 metri quadrati di verde. E 400 metri quadrati non comprendono l’area di Paludo. Quindi, non solo è Paludo che dice che non cede l’area, ma anche gli altri partecipanti alla riunione e all’accordo dicono che realizzeranno 400 metri. Il che vuol dire che l’area di Paludo non era mai stata contemplata in cessione in quell’accordo. Il 29 presentano l’accordo. Come concordato con l’Amministrazione il 29 presentano il Piano di Recupero e il 29 sera c’è il Consiglio. In Consiglio ci viene portata questa scheda di orientamento progettuale, che è difforme dal Piano di Recupero. Da Re ci dice che non ha neanche fatto a tempo a vedere questo Piano di Recupero, sono loro che hanno presentato delle carte diverse dall’accordo che avevamo preso. L’accordo credo di aver capito, se ho capito bene che Da Re sostiene, l’accordo che avevamo è quello che ho presentato in Consiglio. Non so se sostiene questo, o se dice: “non mi interessa niente qual era l’accordo che avevano loro, io in Consiglio presento questo”. Cioè quello che io voglio capire: l’accordo che è stato presentato in Consiglio secondo l’Amministrazione, era l’accordo preso con i privati o era qualcosa di diverso dall’accordo preso con i privati? Perché la trattativa con i privati c’è stata, la scheda di orientamento progettuale che è stata portata qui secondo l’Amministrazione rispetta l’accordo con i privati ed è Paludo che poi invece dice… ecc, oppure invece l’Amministrazione vanta un diritto di portare una scheda diversa da quella che era stata la trattativa fatta con i privati? Io non ho capito qual è la posizione. Cioè l’Amministrazione, sta vantando il diritto di presentare la scheda che vuole, a prescindere dalla trattativa con i privati, o sta dicendo: “no, l’accordo con i privati era quello, io ti ho portato quello?” Cioè la domanda è: qual è l’alternativa tra queste due? Può rispondere subito, oppure se vuole vado avanti. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Perché non era solo su questo punto. Il secondo caso, che invece è quello di cui abbiamo parlato oggi, lì non c’è la possibilità d’equivoco sul fatto che il privato poi ha cambiato idea, se l’ha cambiata, se si è adeguato e ha firmato. Lì il privato non l’ha proprio mai, mai più ratificato quell’accordo. Anzi, fa addirittura ricorso al TAR perché dice: “io quell’accordo non l’ho mai firmato!” Allora io dico non lo so se c’è bisogno, io penso di sì, ma non ho una certezza perché non sono un Giudice. Né un avvocato né tanto meno un giudice per poter arrivare alla conclusione certa e matematica che c’è bisogno del consenso del cento per cento dei partecipanti per poter fare la variante, questo non lo so. Però chiedo a questo Consiglio che, quando mi si porta un accordo pubblico-privato a cui consegue una variante, mi si dica a me Consigliere e a tutti i Consiglieri perché ripeto la domanda fatta nel punto prima, quanti di voi Consiglieri sapevano che c’era un dissenso. E torno a chiederlo a tutti e nessuno mi ha risposto. Allora io domando a ciascun Consigliere se sapevano che c’era un dissenso. Io non lo sapevo, e sono convinta che non lo sapeva nessuno. Allora è giusto presentarci un accordo pubblico-privato con un dissenso senza dircelo e noi votiamo un accordo pubblico-privato a cui segue una variante urbanistica? No. Per cui chiedo che perlomeno, fino a che il Giudice non ci dirà come stanno le cose, il Consiglio comunale si esprima sulla necessità di discutere, eventualmente approvare, solo accordi pubblici-privati preventivamente accettati da tutti i privati che hanno la disponibilità delle aree interessate o perlomeno che eventuali dissensi siano chiaramente esplicitati in delibera e per questi venga prospettata una soluzione. L’Assessore prima mi ha detto che esistono altri modi di fare le varianti, certo che lo so. La variante del PRG che avevamo fatto mica avevamo chiesto l’approvazione a tutti i privati, ma era un altro strumento. Non era una variante legata all’accordo pubblico-privato dato dalla legge che cavolo è, art. 6 e via dicendo. Era un altro strumento, e quindi veniva votato con delle altre premesse e con delle altre posizioni.

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PRESIDENTE: Se vuole rispondere l’Assessore, prego. ASS. DE LUCA: Abbiamo visto in Giunta questo ordine del giorno e ho chiesto all’Ufficio che predisponesse una nota di promemoria a riguardo. Tra l’altro vorrei dire che per fare questo lavoro sono stati impegnati quattro giorni di lavoro. Quattro giorni di lavoro. E dunque voi capite che quando si fanno domande, che dopo vedremo quale fondamento hanno, c’è dietro anche un impegno di persone, di lavoro, vuol dire non fare altre cose magari urgenti, ecc. Ecco, questo per dirlo anche ai Consiglieri in modo magari che capiscano che porre certe tematiche dopo ha anche un riscontro che è pesante dal punto di vista della gestione degli uffici. Allora leggo la nota, penso che ci metterò meno di quello che il Consigliere ha impegnato per esporla. “Ordine del giorno sul contenuto delle delibere di approvazione di accordi pubblici-privati. Primo: variante parziale al PRG/PI, accordo pubblico-privato n. 8 Mimosa e altri, adottata con Consiglio comunale 14 luglio 2010. Con la redazione del PAT, al fine di dare soluzione al problema idraulico è stata prevista, nell’area strategica 1.3, quella di via Pantano che abbiamo visto questa sera, la realizzazione di una vasca di laminazione e, per reperire le risorse necessarie alla realizzazione della vasca stessa è stata individuata, a ridosso del bacino di laminazione, un’area edificabile che comprendeva anche il fabbricato rurale ex proprietà Furlan in quanto, dal punto di vista urbanistico, tutta l’area doveva essere trattata unitariamente. In tal senso veniva informato costantemente l’ing. Bellinzani, tecnico del sig. Fiorella, anche per quanto riguarda l’iter della procedura per la variante urbanistica. A dimostrazione del costante coinvolgimento in data 10 marzo 2010 il sig. Fiorella ha comunicato che: “non è intenzionato a manifestarsi dissenziente con le conseguenze del caso, ma chiede, essendo interessato allo sviluppo dei Piani eventualmente proposti, di partecipare alle scelte di lottizzazione e di essere messo a conoscenza attraverso i proponenti, o attraverso l’Amministrazione stessa delle proposte che riguardano l’area strategica 1.3 di cui in premessa, e in particolare riguardanti il suo lotto di proprietà. Protocollo 646520/2010”. Cioè esprime l’interesse e non è intenzionato a dissentire sulla variante. Questo è quello che dice. Poiché preliminarmente per il Piano di Lottizzazione era necessario procedere alla variante urbanistica di trasformazione, di destinazione dell’area da zona agricola a zona edificabile, con conseguenze e calcolo della perequazione, è stata predisposta la bozza di accordo pubblico-privato. Tale accordo indicava nelle premesse tutte le ditte proprietarie dell’intero ambito, ma veniva richiesta la sottoscrizione solo da parte dei soggetti coinvolti nella perequazione, ditta Mimosa S.r.l. e Agata S.r.l., non imponendo così l’obbligo della perequazione anche alla ditta Fiorella stante l’esiguità dell’area con soprastante fabbricato. Inoltre la cessione delle aree oggetto di perequazione fa capo alle sole due ditte firmatarie, avendo le stesse la disponibilità delle aree in oggetto. Cioè chi doveva cedere l’area per la vasca di laminazione era la Mimosa e la Agata. In tal modo il signor Fiorella viene ad avere la trasformazione della propria area da agricola a residenziale, senza dover essere soggetto a perequazione, ma mantenendo sempre compreso nell’ambito di lottizzazione, come da lui richiesto nella lettera che vi ho accennato prima, cioè il 10 marzo 2010. Tali opere di perequazione sono state approvate dalla Giunta comunale con delibera n. 139 del 28 giugno 2010, che poi ha sottoposto l’argomento al Consiglio comunale. Il Consiglio, con propria delibera n. 48 del 14 luglio 2010 ha approvato la proposta di accordo pubblico-privato e adottato la variante parziale al PRG /PI APP n. 8, con la quale tutta l’area viene resa edificabile. La variante relativa all’accordo pubblico-privato dell’ambito di via Pantano, è stata depositata presso l’Ufficio Urbanistica dal 2 agosto al 1° settembre del 2010, con la possibilità, nei successivi 30 giorni, fino al 1° ottobre 2010, di poter formulare osservazioni e/o opposizioni. Contemporaneamente alla pubblicazione con municipale 5 agosto 2010, prot. 18910, è stata data comunicazione al sig. Fiorella dell’avvenuta adozione della variante. In agosto, il 5 agosto. Successivamente, dopo aver espletato l’iter della pubblicazione e il deposito della variante e non essendo pervenuta entro il 1° ottobre alcuna osservazione né opposizione, il Consiglio comunale ha approvato la variante con propria delibera n. 94 del 9 dicembre 2010. Cioè tutto l’iter della variante non ha mai avuto nessuna opposizione, né osservazione, né dissenso da parte del sig. Fiorella.

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All’inizio settembre 2010 l’Avvocato Masutti per conto del sig. Fiorella ha chiesto un incontro presso l’Ufficio Urbanistica con i rappresentanti della ditta Mimosa, al fine di verificare la fattibilità di un accordo preliminare tra le parti per la predisposizione del Piano di Lottizzazione. Si entra già nel merito diciamo della lottizzazione stessa, come aveva chiesto il Fiorella. Nei giorni successivi è stato effettuato un incontro durante il quale le parti avevano individuato delle soluzioni e l’Avvocato Masutti si riservava di sottoporre all’approvazione da parte del sig. Fiorella, per poi comunicare all’Ufficio Urbanistica la versione definitiva. Perciò all’inizio di settembre 2010 avveniva questo contatto tra le parti, l’Avvocato Masutti e l’Ufficio. Invece in data 11 ottobre, circa un mese dopo, l’Avvocato Mocerino a nome del sig. Fiorella, qui si cambia da Masutti a Mocerino, ha inviato una lettera alla società Mimosa e Agata e, per conoscenza, al progettista del Comune, con la quale lamentava l’esclusione dello stesso Fiorella dal Piano di lottizzazione e chiedeva di potere avere un incontro con le ditte in indirizzo al fine di valutare la possibilità di giungere ad un accordo, invitando le ditte stesse a prendere contatto con lo studio per definire data, ora e luogo dell’incontro. Questo avveniva con lettera dell’11 ottobre. Alla lettera dell’Avvocato Mocerino la ditta Mimosa, in data 29 ottobre, trasmessa all’Ufficio Urbanistica con fax il giorno 2 novembre, ha risposto riconfermando, come già proposto nei precedenti tre incontri tenuti con l’ing. Bellinzani e per ultimo con l’avvocato Masutti, la loro disponibilità a un incontro presso l’Ufficio Tecnico del Comune con il sig. Fiorella. Alla nota dell’avvocato Mocerino anche l’Ufficio Urbanistica ha risposto in data 28 ottobre, precisando quanto segue: “in esito alla vostra del 15 ottobre si deve preliminarmente evidenziare che quanto adottato dal Consiglio comunale si riferisce a variante urbanistica del Piano degli Interventi, con la quale si rende urbanizzabile l’intera zona di cui alla scheda del PAT a fronte di significative opere di perequazione, come da accordo pubblico-privato di cui all’art. 6 della legge 11, sottoscritto dalle ditte proponenti. Poiché il lotto di proprietà Fiorella è già in parte edificato, non è stata chiesta anche la sua sottoscrizione significando in tal modo che le opere in perequazione faranno carico alle ditte firmatarie. Cioè Agata e Mimosa. L’iter della variante urbanistica dovrà ora concludersi con l’approvazione, sempre da parte del Consiglio comunale, stante che nel periodo di pubblicazione non sono pervenute osservazioni e opposizioni. Ciò detto, ad avvenuta approvazione della variante urbanistica le ditte proprietarie degli immobili comprese nell’ambito, così come prescritto dalle schede del PAT, dovranno presentare unitariamente il progetto di Piano Urbanistico Attuativo con il quale vengono realizzate le opere di urbanizzazione, progetto al quale deve partecipare il vostro cliente che ha già manifestato la volontà con raccomandata del 10 marzo. Va da sé che, in caso di mancato accordo tra le parti, si potrà procedere con consorzio obbligatorio nei termini di legge. Per concludere è da segnalare che quanto sopra detto è stato più volte illustrato nei vari interventi con il tecnico e il legale incaricato dal sig. Fiorella, e, nel precisare che le problematiche di tipo civilistico non sono di competenza della pubblica amministrazione, si dà la propria disponibilità per un incontro chiarificatorio tra le parti”. Finita la lettera. In data 3 novembre, con protocollo 26692 da parte della ditta Mimosa e Agata viene presentato il Piano di Lottizzazione con richiesta di approvazione. Richiesta respinta dall’Ufficio Urbanistica con municipale 28961 del 29.11 in quanto non era ancora stata approvata la variante al PRG/PI, ed era stato riscontrato che la domanda e gli elaborati non erano stati sottoscritti da tutte le ditte proprietarie dell’area oggetto dell’intervento. Successivamente la ditta Mimosa, con delega delle ditte Società Agricola Furlan, Dall’Acqua Lina, Furlan Giorgio e Furlan Marisa unitamente alle ditte Agata Srl, San Bortolo Srl, Furlan Dante e Bonotto Eles, hanno presentato in data 4 febbraio 2011, prot. 8486 del 2010, la richiesta di approvazione del Piano di Lottizzazione. Perciò il 4 febbraio fanno richiesta di approvazione al Piano di Lottizzazione, comunicando che il sig. Fiorella risulta dissenziente in quanto alla loro richiesta di adesione al PUA, inviata con raccomandata 20.12.2010, la ditta Fiorella non ha inoltrato alcuna risposta in merito nei termini entro cui era stata richiesta l’adesione. Perciò Fiorella non si fa più vivo. Stante la comunicazione che Fiorella risultava dissenziente il Vice Sindaco ha ritenuto di convocarlo per chiarimenti in merito e pertanto è stata inviata la nota del 2 febbraio 2011 che fissava l’incontro per il giorno 7 febbraio. Il sig. Fiorella si è presentato all’incontro unitamente al proprio tecnico ing. Bellinzani e, a fronte della proposta del Vice Sindaco di convocare tutte le parti, lo stesso si è espresso negativamente. Non voleva più colloquiare con nessuno. Quindi, a seguito di istruttoria la Giunta comunale, con delibera 38 del 18 febbraio 2011 ha adottato il Piano Urbanistico Attuativo dell’area di via Pantano ai sensi del 6^ comma, art. 20, legge 11/2004, comprendendo anche l’area di proprietà della ditta Fiorella, la quale rimaneva dentro. Con nota 5309 del 23 febbraio 2011 è stata notificata, ai sensi dell’art. 140 Codice di Procedura Civile, alla ditta Fiorella l’adozione del PUA dell’area di via Pantano, che comprende anche l’area di proprietà della ditta Fiorella e

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indicando, nel contempo, i termini di deposito della variante e i tempi per presentare osservazioni/opposizioni. Entro il termine del 21 marzo 2011, data di scadenza della presentazione di osservazioni e opposizioni, non è pervenuta alcuna osservazione né opposizione al Piano. In merito al ricorso presentato il 28 ottobre 2010 al Tribunale Amministrativo Regionale, che è successivo al 28 ottobre e notificato a questo Comune in data 15 novembre 2010, si evidenza che lo stesso lamenta quanto segue: 1) la Giunta comunale, con delibera 139 del 28 giugno 2010 approvava le opere di perequazione, ignorando completamente l’opposizione e l’istanza del sig. Fiorella. Controdeduzione. L’istanza del 10 marzo 2010 del sig. Fiorella è di essere interessato alla partecipazione di eventuali Piani Urbanistici Attuativi, e non di opposizione alla variante urbanistica. In questa fase trattasi di variante urbanistica al Piano degli Interventi e non di Piano Urbanistico Attuativo, che va definito in una fase successiva. Punto 2) nell’accordo viene indicato che le ditte Mimosa, Agata e Fiorella hanno la disponibilità degli immobili e che le stesse si impegnano nella perequazione. Evidenza che il sig. Fiorella non ha sottoscritto l’accordo. Controdeduzione. Nella premessa dell’accordo sono indicate tutte le ditte ivi comprese nell’ambito dell’area strategica di cui alla scheda 1.3 del PAT - perciò anche Fiorella -, detta scheda che prevede anche la cessione di aree in perequazione. Poiché nella proprietà Fiorella non sono comprese aree di cessione in perequazione, non risulta necessaria la sottoscrizione dell’accordo da parte del sig. Fiorella non avendo lo stesso alcun obbligo in quanto, anche per quanto riguarda gli obblighi finanziari, se ne sono fatti carico le ditte Mimosa e Agata. Perciò Fiorella non ha nessun obbligo. Con il ricorso viene chiesto l’annullamento della delibera di adozione della variante per illegittimità delle norme civilistiche e in materia di obbligazioni e contratti, che però non trovano riscontro in quanto nessuna obbligazione viene a far capo al sig. Fiorella con tale accordo. Per contro e finisco, il sig. Fiorella con la citata variante viene ad essere urbanisticamente avvantaggiato con il cambio di destinazione da zona agricola a zona residenziale, usufruendo degli obblighi che fanno capo ad altri soggetti. Questo è per quanto riguarda il Fiorella. E adesso vi leggo quella che riguarda l’altro, perché così discutiamo di tutto. Variante parziale PI, accordo pubblico-privato n. 12, ditte Mimosa, San Bortolo, Eredi Buoro Agostino, B&B e Paludo Luigi. Con la variante generale del P.R.G. predisposta dall’arch. Lombardi e adottata dal Consiglio comunale nel 2004 - sarebbe questa variante -, era stata prevista la scheda APP 1 relativa al contratto della pescheria nella quale, oltre alla capacità edificatoria, è indicata l’organizzazione delle aree. Come vedete l’area dove ci sono gli albereti là è a verde, è tutta completa. Quest’area qua è completa. Detta scheda prevede che tutte le aree esterne alla proprietà Paludo, residue dall’edificazione, diventassero di uso pubblico sia come percorsi pedonali, che come aree verdi in continuità di quelle previste per le altre proprietà, in modo da dare una soluzione organica a tutta l’area. Ricordiamo che noi siamo partiti dalla scheda Lombardi. Con la pubblicazione della variante relativamente a questo comparto, è pervenuta un’osservazione. Un’osservazione allora è stata fatta, ma è stata fatta dalla Holding che aveva una proprietà nei pressi della pescheria, quello dietro alla pescheria, che chiedeva che l’area da pubblica fosse mantenuta privata. Osservazione accolta con le controdeduzioni in quanto non strategica. Vi faccio vedere. Questa proprietà aveva chiesto che questo pezzettino di area, che nella scheda era pubblico, diventasse del privato. Siccome il passaggio pubblico è da queste parti, non si è ritenuto diciamo essenziale e allora nel 2004 è stata accolta l’osservazione. L’unica osservazione di quest’area. Dette previsioni sono state confermate anche con l’adozione e approvazione della variante relativa all’adeguamento del PRG/PI adottato nel settembre 2009 da questa Amministrazione, da questo Consiglio e approvato nell’ottobre 2009, senza che pervenisse alcuna osservazione da parte del signor Paludo e da altri proprietari. Perciò la destinazione di quell’area a verde pubblico è confermata nel 2004 e non c’è stata nessuna osservazione fino a settembre del 2009. Poiché era stato sempre indicato come interesse prioritario da parte dell’Amministrazione comunale dare soluzione al comparto in oggetto, le ditte sono state invitate a dichiarare la propria disponibilità a procedere al Piano di Recupero, disponibilità data da tutte le ditte, compresa la ditta Paludo la quale, con nota del 13 novembre 2009 comunica “l’intenzione di partecipare, come fatto precedentemente anni fa, a un Piano Recupero comune con gli altri proprietari dell’area in oggetto. Invito cortesemente anche a tenermi informato in tempi brevi di tutti gli sviluppi delle vostre decisioni in merito”. Conseguentemente le ditte sono state convocate in un incontro con il Vice Sindaco il giorno 14 dicembre 2009.

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A questo incontro ne seguirono numerosi altri, necessari per dirimere le controversie che di volta in volta venivano sollevate dai vari proprietari (non sempre tutti presenti, tra parentesi!). Le problematiche principali sollevate derivavano dalla richiesta nostra, dell’Amministrazione, di ridurre la volumetria prevista nella scheda progettuale al PR 1, quello Lombardi, in quanto eccessiva rispetto alla potenzialità dell’area e soprattutto relativamente alla proprietà Carrer. Cioè abbiamo chiesto di ridurre la potenzialità che era prevista nella scheda come volumetria complessiva. In tal senso si è pervenuti ad una soluzione di ridurre la volumetria totale a 12.100 metri cubi…, si partiva da 16.000 circa, fissando l’indice fondiario delle varie proprietà in 2,64 metri cubi su metro quadro e nel contempo dare la possibilità di mantenere le volumetrie esistenti per le ditte che superavano tale indice, tipo Paludo e cioè l’Immobiliare San Bortolo, B&B srl e il signor Paludo stesso. Cioè non gli veniva tolto niente perché avevano già i volumi nei fabbricati esistenti. Quanto sopra veniva comunicato alle ditte con municipale 18 giugno 2010 con la quale si rappresentava, inoltre, che l’Amministrazione comunale aveva stabilito di cedere il proprio immobile ai soggetti attuatori, chiedeva in permuta una superficie commerciale nel fabbricato da realizzare. Cioè zona pescheria. A queste rispondevano tutte le ditte di adesione al Piano di Recupero e le ditte Mimosa srl. subentrate alla proprietà Carrer, la ditta San Bortolo, Eredi Buoro Agostino, che erano inoltre interessate alla permuta con la proprietà comunale. In particolare il signor Paludo, con nota 29 giugno 2010 dichiarava: “di dare la propria adesione al Piano di Recupero globale per il comparto che riguardava la mia proprietà “ perciò dà una adesione al Piano Recupero “affacciantesi in via Umberto I, ma di non essere interessato in alcun modo a partecipare alla ristrutturazione della pescheria e ad una eventuale ridistribuzione della cubatura della medesima.” È importante questa dichiarazione del Paludo. “Contemporaneamente venivano proposte delle soluzioni per il corretto inserimento dei fabbricati nel rispetto del mantenimento della pregevole area centrale a verde e dell’impostazione di organizzazione prevista dalla scheda APR 1. In data 21 e 22 luglio 2010 le ditte hanno fatto pervenire una comunicazione di accordo tra le parti, con le quali gli eredi Buoro, Mimosa e San Bortolo si accordavano a presentare il Piano di Recupero e a realizzare le opere di urbanizzazione comprese nel medesimo, relative alle loro proprietà. In particolare un’area a parco pubblico di 400 metri quadri circa e una piazza pubblica con funzione urbanistica parcheggio e per l’esercizio di mercato del pesce di circa 350 metri quadri, oltre alla permuta dell’area della pescheria. Le ditte B&B e Paludo, con note separate, si impegnavano a partecipare congiuntamente con le altre ditte interessate alla proposta del Piano di Recupero per l’intero ambito entro il 29 luglio 2010, da sottoporre all’approvazione della Giunta comunale. Ma nel contempo precisa che lo stesso non è interessato alla partecipazione di quanto relativo alle opere di urbanizzazione, di perequazione e quant’altro, inerente alla costruzione nell’ambito della pescheria, ma ci si limiterà all’intervento del proprio comparto coincidente con l’attuale proprietà.” Perciò fa un intervento specifico nella sua proprietà. “È evidente, da quanto sopra, che non è corretto quanto indicato nella richiesta dell’ordine del giorno ove viene messo tra parentesi “ovvero non sono interessati a un accordo pubblico-privato e non si impegnano a cedere alcuna area”. Perché quello che dicono è esattamente quello che ho appena letto. (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: Scusa, finisco, finisco e poi… “Al termine di tutta questa lunga trattativa si è giunti alla predisposizione dell’accordo per la cessione dell’area della pescheria, subordinando l’approvazione dell’accordo da parte del Consiglio comunale, con la presentazione da parte dei privati del progetto di Piano di Recupero di tutta l’area”. Perciò noi vi facciamo l’accordo, però vogliamo il Piano di Recupero complessivo.” Quindi l’ufficio ha predisposto la documentazione per l’approvazione dell’accordo di cui alla delibera consiliare 56 del 29 luglio 2010, approvazione accordo pubblico-privato ai sensi dell’art. 6 legge 11/2004, scheda APP 12, area via Pescheria, il quale in allegato comprendeva la proposta di accordo e la relativa scheda tecnica che, come già detto, confermava le previsioni di organizzazione dell’area previste dal PRG/PI vigente, con alcune modifiche nella distribuzione dei volumi. Detto schema di accordo prevede che tutte le ditte si impegnano: 1) a qualificare urbanisticamente l’area di via Pescheria con la realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione, nonché cessione di aree così come indicate nel Piano di Recupero che sarà presentato congiuntamente dalle

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ditte stesse; 2) le ditte Mimosa, San Bortolo e Buoro Agostino, ad acquisire l’area di proprietà comunale in permuta di altre opere, come indicate nell’accordo. L’argomento è stato sottoposto ad approvazione del Consiglio comunale il 29 luglio 2010 e lo stesso giorno le ditte hanno depositato la proposta di Piano di Recupero. Da quanto sopra risulta che nello specifico solo le ditte Mimosa, San Bortolo e Buoro sono interessate all’accordo nella sua parte essenziale, mentre le ditte B&B e Paludo hanno solo l’impegno di realizzare il Piano di Recupero. Perciò l’accordo fa parte Mimosa, San Bortolo e Buoro mentre B&B e Paludo hanno solo l’impegno a realizzare il Piano di Recupero, strumento indispensabile per poter poi procedere al rilascio del permesso a costruire”. Il Piano di Recupero loro intendono la parte di loro proprietà. “Poiché il Piano di Recupero presentato era difforme dalla scheda urbanistica di cui al P.R.G./P.I., così come prevista fin dal 2004, indicando come privata la piccola area a fronte del Monticano di proprietà Paludo prevista pubblica, e inoltre è incompleto negli elaborati, l’Ufficio nella sua istruttoria sospendeva l’esame della pratica e richiedeva alle ditte l’adeguamento degli elaborati completi, così come previsto dalla legislazione vigente. Quindi le ditte ripresentavano gli elaborati corretti e sottoscritti da tutte le ditte, dopodiché si è potuto passare all’adozione del Piano di Recupero da parte della Giunta con delibera 268 del 20.12.2010. Dell’adozione veniva data comunicazione a tutte le proprietà con municipale 3 gennaio 2011, con la quale veniva chiesto anche l’adeguamento degli elaborati e le prescrizioni di cui alla delibera di adozione. C’erano parecchie osservazioni che abbiamo messo nel delibera di Giunta, e sono state poi.. Detto Piano di Recupero, così come presentato e adottato, è stato pubblicato per eventuali osservazioni e opposizione nei termini di legge. A seguito della pubblicazione sono pervenute l’opposizione e l’osservazione già discusse in Consiglio comunale, con la quale la ditta Paludo si opponeva al Piano di Recupero così come da lui presentato e il sig. Casonato faceva l’osservazione al Piano di Recupero presentato dal sig. Paludo essendo promissario acquirente dello stesso. Le ditte hanno ripresentato gli elaborati da loro sottoscritti al fine di poter sottoporli al Consiglio comunale, che riconfermavano le previsioni del Piano di Recupero così come adottato e, in tal modo, il sig. Paludo confermava le previsioni sulle quali aveva fatto opposizione. Il Consiglio comunale, con delibera n. 15 del 9 marzo 2011, dopo l’esame delle osservazioni e opposizioni approvava il Piano di Recupero.” Quello che è stato detto sono i fatti, queste sono le analisi.” Da quanto sopra è evidente, come richiesto dall’ordine del giorno presentato, che gli accordi pubblici-privati sono portati all’esame del Consiglio comunale solo previa definizione e accettazione scritta da parte di tutti i privati che hanno la disponibilità delle aree oggetto dell’accordo e per quelle a cui derivano obbligazioni e/o vincoli. Cioè quelli che hanno aree che fanno parte... e quelli che hanno obbligazioni o vincoli. Poiché trattasi di accordo…” (Intervento fuori microfono) ASS. DE LUCA: E/o, e vincoli o vincoli. Se hanno obbligazioni e vincoli, o solo obbligazioni o solo vincoli. Lasciami finire. “Poiché trattasi di accordo quanto sottoposto al Consiglio comunale quale organo competente, può essere presentato solo come proposta e bozza sulla quale il Consiglio comunale deve esprimersi. – Cioè è una proposta, il Consiglio è unilaterale -. Nulla vieta che, qualora il Consiglio comunale facesse delle considerazioni diverse da quanto proposto, si possa anche non giungere alla sottoscrizione dell’accordo pubblico-privato, qualora il privato non lo ritenesse di proprio interesse”. Queste sono le considerazioni finali. A voi adesso. PRESIDENTE: La parola al Consigliere Scardellato. CONS. SCARDELLATO: Intanto chiedo di potere avere copia di tutta quella documentazione che lei ha appena letto.

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(Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Sì, chiedo se è possibile avere la copia, non penso che sia una cosa tanto.., anche perché effettivamente non è facile seguire, soprattutto la prima parte. La seconda, siccome ho diciamo più documentazione, su quella di Paludo ho più documentazione, quindi mi era più facile seguire, sulla prima mi era più difficile seguire tutti i passaggi. Comunque adesso rimango un attimo in tema della delibera e poi torno indietro. La domanda che avevo fatto all’inizio, quindi, era se la posizione dell’Amministrazione era quella di dire che ha il diritto di portare un accordo pubblico-privato senza l’adesione al cento per cento, oppure se invece stava ritenendo che nel caso di Paludo invece l’accordo fosse quello, allora la risposta è che Paludo era d’accordo a cedere. Io avevo chiesto prima: nel caso di Paludo mi state dicendo: “avevo diritto di portare comunque l’accordo anche se non c’era la sua adesione, oppure mi state dicendo che Paludo era d’accordo?” Da quello che ho capito adesso mi state dicendo che Paludo era d’accordo. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Esatto, lì. Perché mi sta dicendo che il tutto parte dalla scheda di Lombardi e che quindi questa qui non è una variante urbanistica. Ma questa scheda, questa APR 1 sparisce e viene sostituita dalla SUOP 1.9, o no? Questa scheda di Lombardi sparisce e viene sostituita da questa. Quindi nel momento in cui parliamo di un accordo e questa è la scheda, questa non ha più nessuna valenza perché è questa quella che vale. Allora come fa a dirmi che l’accordo… Cioè nel momento in cui ai privati diciamo: cambiamo questo accordo, qual è l’accordo nuovo? Non è più quello. Non può dirmi che Paludo era d’accordo perché era d’accordo quattro anni prima con Lombardi. Cosa c’entra? Adesso stiamo rimettendo in campo i giochi e gli accordi sono quelli. Lei mi ha detto che la nota che io ho messo tra parentesi e in grafia diversa, proprio per far vedere che era una nota mia e non era una parte riportata invece degli atti ufficiali, io ho scritto che quando si impegnano i privati Paludo, e leggo quello che c’è scritto, quello che ha appena detto anche lei, Paludo e anche B&B “si impegna a partecipare congiuntamente con le altre ditte interessate ad una proposta di Piano di Recupero dell’intero ambito entro il 29, di sottoporre all’approvazione della Giunta. Ma, nel contempo precisa che lo stesso non è interessato alla partecipazione di quanto relativo alle opere di urbanizzazione, di perequazione e quant’altro, inerente alla costruzione all’ambito della pescheria, ma si limiterà all’intervento del proprio comparto coincidente con l’attuale proprietà”. Queste sono le due lettere che presentano due privati, mentre gli altri tre presentano, la chiamano proprio proposta di accordo pubblico-privato; quindi quello che è arrivato dai privati è una proposta di accordo pubblico-privato tra i tre, gli altri tre, mentre un impegno a partecipare, ma non a fare un accordo pubblico…, lo dicono e io metto in grassetto, proprio per dire che è una nota mia, “ovvero non sono interessati a un accordo pubblico-privato”. Gli altri scrivono accordo pubblico-privato, e loro scrivono mi impegno a fare il Piano Urbanistico Attuativo. Quindi, non sono interessati a una proposta di accordo pubblico-privato e non si impegnano a cedere alcuna area. Qui non c’è scritto che si impegnano a cedere aree. E poi dico: a comprova di questo c’è il fatto che, invece, nell’accordo che propongono gli altri tre c’è scritto che si impegnano a fare 400 metri di verde pubblico. E i 400 metri di verde pubblico non sono quelli della scheda Lombardi, perché la scheda Lombardi sono più di 400. I 400 sono quelli esclusa l’area del Paludo. Quindi, sto dicendo che nelle trattative che sono state condotte prima di giungere a questa nuova scheda, che mandavano a “remengo” questa qui, perché questa scheda sostituisce questa, quindi nella trattativa tra questa scheda e questa gli accordi con i privati non erano questi. Questo sostengo io. Perché lo dimostra il fatto che non dico Paludo, ma gli altri avallano la sua tesi, perché gli altri si impegnano a fare il verde per 400 metri e non è compresa l’area del Paludo nei 400 metri. Che vuol dire che nelle varie riunioni fatte tra tutti, compresi…

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ASS. DE LUCA: (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Cosa c’entra, dice che si impegna a realizzare il verde pubblico, glielo leggo l’impegno. Non dice che la cede, dice: “si impegna a realizzare l’area a verde”, tra le opere di urbanizzazione..., le fa tutte lui dice. Faccio tutto io, le opere di urbanizzazione e mi impegno anche a fare la piazzetta e anche a fare il verde pubblico per 400 metri quadrati. I 400 metri quadrati non comprendono l’area… Perché in realtà se lui si impegnava a far tutto il verde pubblico, si sarebbe impegnato a fare…, tanto è vero che dopo si impegna a farne 500. Nel Piano di Recupero si impegna a farne 500, Mimosa e gli altri. Non lo fa mica Paludo. Quello che ha firmato dopo, non il primo Piano, quello che ha firmato dopo, chi è che fa i 500 metri di verde? Mimosa! E perché prima allora invece si impegnava a farne 400? Perché l’area di Paludo non era compresa nella trattativa che è stata in mezzo tra la scheda di Lombardi e l’accordo che è avvenuto in Consiglio. Io questo sostengo, continuo a sostenerlo e poi perché lui dopo abbia firmato non lo so. Non sta a me dirlo. E comunque, torno a dire, questa è la mia analisi delle carte e torno a domandare, voi mi avete detto: è ovvio, è normale che quando vi portiamo un accordo pubblico-privato… (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Assessore, lei mi ha detto che è normale che quando mi portate un accordo pubblico-privato in Consiglio c’è il consenso dei privati. E, quindi, non mi portate un dissenziente. Allora d’ora in poi non succederà mai più che porterete un accordo pubblico-privato con un dissenziente? Domanda. Perché è l’oggetto vero di quello che chiedo in questo momento. PRESIDENTE: La parola alla Ginaldi. CONS. GINALDI: Forse si può distinguere. L’accordo per forza che deve essere sottoscritto da chi è d’accordo e da chi si impegna. Una cosa è la sottoscrizione dell’accordo che può vincolare solo chi lo sottoscrive e un’altra cosa è l’essere ricompresi in un Piano di Recupero. CONS. SCARDELLATO: Non ne parlo, non sto parlando di Piano di Recupero. CONS. GINALDI: Ma io penso che sia qua sai proprio l’inghippo. PRESIDENTE:

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No, va bene… CONS. SCARDELLATO: Non sto parlando di Piano di recupero, sto parlando di una variante urbanistica, le delibere … Io vi sto dicendo che mi portate una scheda urbanistica che contempla un accordo e sto dicendo che non era un accordo… (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Allora se parliamo per niente. Dopo hanno firmato. (Intervento fuori microfono) CONS. SCARDELLATO: Dopo hanno firmato. Ti ho appena detto che quando c’era questa trafila in corso e il giorno che è venuto in Consiglio dimostrami che gli accordi erano quelli. PRESIDENTE: Va bene, sentiamo due parole brevi del tecnico. Prego. GEOM. DA RE: Volevo intervenire anche per precisare alcune cose perché questi discorsi mi interessano direttamente o mi coinvolgono direttamente. Il signor Paludo dice testualmente che non vuole partecipare, non è interessato a quanto interessa la pescheria, non il Piano di Recupero. La pescheria è l’area di proprietà comunale in cui oggi si svolge il mercato del pesce. Lui dice non voglio essere interessato a far niente, non mi interessa niente l’area della pescheria. In tutte e due le lettere ha detto così. E dice:” faccio il Piano di Recupero all’interno della mia proprietà.” Fa il Piano Recupero con tutti gli oneri e onori previsti nel Piano di Recupero, come fa chiunque in qualsiasi momento. Per cui ha detto e l’abbiamo precisato riportando integralmente le note, tutte e due le volte parla di area pescheria. Tanto è vero che le altre tre ditte invece sono interessate e facciamo la permuta. Conseguentemente nessuno dice che adesso le ditte Mimosa, Buoro e le altre devono fare 500 metri loro di verde. Il Piano di Recupero, così come approvato, prevede una indicazione di area a verde che ogni proprietario, perché nessuno può fare su quello di un altro se non c’è il consenso, fa la sua parte. Quindi loro, l’ha sempre ribadito e l’ha sempre scritto e questo l’abbiamo riportato e difatti viene confermato anche da quanto è stato sottoscritto nel progetto, che lui fa all’interno le sue. Nella seconda parte dice che non è interessato a fare urbanizzazione dell’area della pescheria, non del Piano di Recupero, della pescheria. CONS. SCARDELLATO: Nell’accordo fra le parti del Piano di Recupero 500 metri li fa Mimosa, non li fa Paludo. Nell’accordo fra le parti dell’ultimo Piano di Recupero presentato.

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GEOM. DA RE: Il Piano Recupero è un Piano Recupero, dà le previsioni urbanistiche. CONS. SCARDELLATO: (Intervento fuori microfono). PRESIDENTE: Scusi, no. Facciamo un po’ d’ordine. Adesso lasciamo concludere lui, poi al limite farà una breve replica. GEOM. DA RE: Questo perché mi sembra di capire che le carte che vengono sottoposte al Consiglio comunale sono portate in modo che non sono corrette o si dice qualcosa che non va bene e questo sinceramente, siccome le carte le preparo io, non mi sembra che questo avvenga. Per quanto riguarda invece il primo argomento del sig. Fiorella, come si vede dalle date lui in marzo dice che vuole partecipare alla lottizzazione, che non vuole essere dissenziente, quindi vuole partecipate a tutti gli effetti alla lottizzazione. Quindi, credo che questa sia una dichiarazione espressa di voler partecipare e quindi non è che dice “non voglio partecipare”. E l’accordo portato in Consiglio comunale, portato a luglio, quando era che è stato portato, era con lui che aveva dichiarato “voglio partecipare alla lottizzazione”. Quindi nessuno ha portato documenti in Consiglio comunale o all’approvazione variante o quant’altro, con delle ditte dissenzienti. Assolutamente no, l’ha sempre dichiarato. Tanto è vero, come è stato scritto su tutti gli atti, anche degli incontri e tutto quello che è successo. Se dopo ha cambiato idea, come ognuno può cambiare idea, non ci riguarda. Quindi l’accordo portato in Consiglio comunale lui era consenziente. Non l’ha sottoscritto perché non aveva interesse a sottoscriverlo perché non aveva nessun obbligo. Quindi, non doveva sottoscriverlo. Sarebbe stato sbagliato farglielo sottoscrivere. (Intervento fuori microfono) GEOM. DA RE: L’ha sottoscritto chi ha gli obblighi, non chi non ha gli obblighi. PRESIDENTE: Va bene, io direi che possiamo passare al voto. Metto in votazione l’ordine del giorno. Ci sono gli scrutatori. Freschi… Voleva allegare quello che ha letto alla delibera? Va bene, allora diamo atto che viene allegato alla delibera anche quanto letto dall’Assessore De Luca. Metto in votazione l’ordine del giorno di cui al punto n. 12. Favorevoli: n. 3 Contrari: n. 12 (Dalla Libera, Paladin, Cester, Dell’Aica, Bucciol, Ginaldi, Drusian, Feltrin, Rebecca, Battistella, Vedovelli, Alescio) Astenuti: n. 4 (Freschi, Campigotto, Luzzu, Ferri) Consiglieri assenti dalla votazione: n. 2 (Tessarolo, Perissinotto) Abbiamo esaurito tutti i punti posti all’ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. Sono le ore 01.56.

- La seduta è tolta.