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ANDREA, TORNA!L’Udinese è una grande squadra, Guido-lin è un grande allenatore, dunque que-sta partita è importante per la Fiorentina e per la sua storia, nella quale mancano successi nei grandi appuntamenti.Questa potrebbe essere un’occasione da non perdere anche perché, subito dopo, i viola dovranno incontrarsi con l’Inter. Ma in questo momento conta molto di più la battaglia che Andrea della Valle sta dispu-tando con se stesso.Non dobbiamo nasconderci, il ritorno del presidente ci appare, per il momen-to, meno vicino di quanto non avessimo sperato. Corvino in questi giorni è stato chiaro: la proprietà non farà passi falsi indietro, ma allo stesso tempo, di sicuro,

non tornerà ad investire pesantemente.Per questo il ritorno della figura del presi-dente sarebbe stata fondamentale. Cre-diamo che tutta Firenze debba chiedere ad Andrea di prendere la decisione giusta ovvero quella di assumere in prima perso-na la carica massima. Forse solo davanti alla frizzante richiesta della città, Della Valle potrebbe finalmente togliere ogni dubbio.Sappiamo benissimo che si fida cieca-mente dei propri collaboratori, ma una cosa è gestire in seconda battuta la so-cietà e un’altra sarebbe metterci la faccia davanti al mondo. Per questo noi speria-mo che Andrea torni alla sua scrivania. Intanto chiediamo a Mihajlovic di provare

a vincere questa gara con l’Udinese per dimostrare che l’orgoglio resta dentro questa sua Fiorentina, anche se oramai i traguardi sono tutti lontani.

domenica 1 maggio 20113

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Tra previsioni di nuovi Jovetic e avvistamenti di Alessio Secco, anche quella appena trascorsa è stata una settimana a suo modo intensa, con lo sguardo rivolto al futuro, ma un occhio anche ad un presente che, a Pasqua, ha portato tre punti forse insperati, quasi certamente inutili, ma comunque graditi. Se nel finale di campio-nato, come è normale che succeda, i ritmi si abbassano, soprattutto nelle gare nelle quali la posta in palio è relativa, non c’è dubbio che la Fiorentina potrà avvantaggiarsene perché è stata proprio la mancanza di cambi di ritmo ad aver contraddistinto, in negativo, tutta l’annata. Questo campionato, nato sotto il segno sba-gliato fin dall’inizio con l’infortunio di di Stevan Jovetic, oggi finalmente tornato ad allenarsi in campo, aveva comunque nell’impostazione ini-ziale il suo peccato originale, perché si è pen-sato, dopo il logoramento del finale di torneo dell’anno scorso, che solo sostituendo Prandelli con un allenatore maggiormente “motivatore” bastasse per riaccendere la molla dei quattro scudetti precedenti, per dirla alla Corvino. I fatti hanno dimostrato che non era così, ma onesta-mente non era difficile prevederlo perché, per quanto io fossi convinto che l’esperienza del tecnico di Orzinuovi fosse arrivata al capolinea, non era certo solo a lui che era dovuta la fine della spinta propulsiva della squadra attuale. Si

doveva, quindi, rimodellare la squadra dando al tecnico serbo, sul quale al momento ci sono comunque più ombre che luci, una squadra più “sua”, magari con qualche giocatore di sua fidu-cia reduce dalla positiva esperienza di Catania. Non è stato fatto, e così si è praticamente getta-to al vento un campionato nel quale non c’è davvero niente da salvare: nessuna impresa contro le grandi, pochissime giornate di gloria, l’onta dell’ultimo posto che non viveva-mo da tempo immemorabile e una sensazione di dover rifare tutto da capo che potrebbe anche essere esagerata, per quanto comprensi-bile. Gettare il bambino con l’acqua sporca, nell’ansia di rinnovamento, è un errore che si rischia di compie-re in situazioni come queste, anche se è indubbio che oggi serva una robusta trasfusione di energie nuo-ve. Il simbolo di questo è proprio Valon Behrami, al quale abbiamo dedicato la copertina facendogli ve-stire i panni di Thor, eroe immortale protagonista di un (bel) film uscito in questi giorni. Oggi a lui e ai suoi compagni è affidato un compito, quello di far vivere un pomeriggio

calcisticamente difficile a Guidolin, allenatore bravo e preparato, ma non troppo popolare a Firenze. Finire la stagione in maniera opposta da quella dello scorso anno potrebbe almeno farci auspicare di iniziare diversamente anche la prossima.

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Per la Fiorentina, quella odierna, è la classica partita di fine campionato. Non ha più niente da chiedere alla classifica, né ha più obiettivi da raggiungere. Deve onorare, però, tutti gli incontri che le restano, per la regolarità del torneo, a co-minciare da quello con l’Udinese. La squadra di Mihahlovic potrà scendere comunque in campo tranquilla, con la mente libera, e senza pressioni particolari addosso. Non ha niente da perdere nel confronto con la formazione di Guidolin. E giocando tranquilla, come ha fatto otto giorni fa al Sant’Elia contro il Cagliari, magari potrà anche tornare a quel successo che al Fran-chi manca da quasi due mesi, ovvero dal 6 marzo scorso, quando si impose sul Catania per 3-0. I tifosi si attendono una prestazio-ne decisamente migliore rispetto a quella di due settimane fa con la Juventus, davvero scialba. E aspettano con curiosità di vedere finalmente Alessio Cerci esprimersi a buoni livelli. La doppietta realizzata in Sardegna sicuramente lo ha rasserenato. Ora dovrà ripetersi al Franchi, dove la gente non gli perdonerà nulla. Mihajlovic riproporrà ancora una volta, per l’assenza di Santana, la squadra con il 4-3-3. Il tecnico serbo ha grandissime motivazioni e spera di concludere il campionato alla gran-de. Intanto la Fiorentina ha gli stessi punti della scorsa stagione dopo 34 giornate. E negli ultimi quattro turni allora conquistò solo un pareggio. Cercherà così, negli ultimi 360 minuti, di migliorare la classifica rispetto a un anno fa. Mihajlovic intanto non smette mai di caricare i suoi giocatori. Li vuole concentrati. Così anche con l’Udinese manderà in cam-po la formazione migliore, senza fare ricorso ai ragazzi di Buso, impegnati peraltro ieri in un match decisivo con il Livorno. Vedremo

se la Fiorentina sarà capace di ripetere oggi la buona prova offerta con il Cagliari. Certo, l’av-versario è molto diverso e di caratura nettamen-te superiore alla formazione di Donadoni. L’Udi-nese, infatti, è in piena corsa per il quarto posto, quello che vale per quest’anno ancora l’accesso ai preliminari di Champions. I bianconeri dopo la sconfitta interna di sabato scorso col Parma (tra le polemiche per l’arbitraggio di Valeri), vogliono i tre punti a Firenze. La squadra di Guidolin ha tutte le carte in regola per conquistarli. E’ quella

che sta giocando il miglior calcio del campiona-to ed ha grandissime motivazioni. Ma scende-rà in campo anche con molta tensione. Se da una parte ciò può rappresentare un vantaggio, perché sicuramente l’Udinese sarà supercon-centrata, dall’altra può costituire un handicap sotto il profilo nervoso, visto che dovrà cercare il successo a tutti i costi. Le motivazioni non mancheranno certamente a Francesco Guido-lin, che nell’estate del 2005 fu molto vicino alla Fiorentina. L’arrivo di Pantaleo Corvino mutò, però, le strategie della famiglia Della Valle che finì con l’ingaggiare Cesare Prandelli. E questa cosa al tecnico di Castelfranco Veneto non è mai andata giù. Solo così si possono spiegare certi suoi eccessi di entusiasmo dopo le vittorie delle squadre da lui allenate al Franchi (il Pa-lermo nel 2006 e il Parma nella passata stagio-ne). Meno male che oggi all’Udinese manche-ranno per squalifica elementi importanti come Inler, Armero e Domizzi (tutti e tre squalificati) oltre a Sanchez infortunato. Speriamo che i viola siano bravi ad approfittarne. Resta il fat-to che quella di Guidolin è una squadra che, comunque, ha fatto bene, anche quando ha giocato senza diversi titolari. E poi in trasferta ha già vinto otto partite. Perciò la Fiorentina per fare risultato e magari vincere dovrà disputare comunque una grande partita.

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Che il popolo viola si metta d’accordo, una volta per tutte. Giovani o non giovani, onora-re il campionato o fregarsene dei punti finali in classifica. Tanto non servono a niente! Que-sto sembra essere il dilemma viola. Partiamo dalle parole di Mihajlovic, che ha giustamen-te dichiarato: “Daremo tutto fino alla fine”. È vero che la Fiorentina non ha più obiettivi, ma è anche vero che non vorremmo mai vedere un finale di stagione come quello dello scor-so anno, contraddistinto da sconfitte e brutte figure. Dunque, in molti vorrebbero che la squadra onorasse il campionato fino alla fine (io sono di quel partito), ma nel momento in cui Sinisa ha mandato in campo una formazione priva di giovani (a Cagliari), ecco le prime critiche: “Non ha provato neanche un giovane. Arrivati a questo punto della stagione, almeno portali con te i ragazzini e abbi il coraggio di buttarli nella mischia”. Non fa una piega. La voglia di vedere all’opera i giovani campioni della Pri-mavera di Buso ce l’abbiamo tutti, soprattutto c’è la voglia di scoprire se hanno già caratte-re e fisico per confrontarsi contro squadre di serie A, esperte e scaltre. Ma ci sono delle priorità. Per questo, a ragione, Mihajlovic ha

pensato di far giocare prima chi della prima squadra ha avuto meno spazio durante l’anno (vedi Cerci, De Silvestri e forse, presto, an-che D’Agostino, solo per fare tre esempi), poi, eventualmente, dare spazio ai giovani. Ma c’è un altro fattore da non sottovalutare: chi l’ha detto che non ci sia un tacito accordo tra Mihajlovic e Buso affinché, almeno per il mo-mento, non vengano chiamati i gioiellini della Primavera dal serbo? Del resto, i Buso Boys hanno un campionato da provare a vincere e comprometterlo per un infortunio “inutile” sa-rebbe da pazzi. Però, non c’è niente da fare. C’è la fermezza da parte di molti nel voler ve-dere all’opera i giovani viola! Tutto lecito, per carità… ma siamo convinti che se venissero impiegati due-tre giovani della Primavera e la Fiorentina di Mihajlovic facesse un paio di brutte figure, sulla graticola ci sarebbe sem-pre e comunque il nostro mister serbo. Del re-sto, ormai, le sue mosse sono diventate tutte discutibili (non per me). E allora, nel caso in cui scendessero presto in campo i vari Car-raro, Acosty, Iemmello & Co., e la Fiorentina non riuscisse a fare un risultato positivo, ci sarebbe qualcuno che commenterebbe: “Vien via, per forza! O che si fa giocare così tanti pi-

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schelli in serie A? E’ chiaro che poi si perde, no?”, oppure: “Non solo siamo arrivati esimi in classifica non avendo più obiettivi da varie giornate, ma non si chiude neanche degna-mente la stagione!”. Insomma, giovani si, ma anche punti. Perché in realtà, se la squadra provasse a non fare i suoi punticini in questo finale di stagione, non è che chi ha pagato il

biglietto sarebbe molto felice e neanche chi, come me, pensa che fino alla fine è giusto dare il massimo. Vorrei vincerle tutte, vorrei vedere Cerci segnare altri gol per tramutare i fischi in applausi, vorrei vedere De Silvestri convincerci tutti che il prossimo anno, il suo campionato sarà di alto livello, vorrei vede-re D’Agostino dimostrare il suo valore per mettere in difficoltà l’allenatore per la pros-sima stagione, vorrei vedere anche Gilardino segnare gli ultimi suoi gol in viola, nel caso dovesse andare via. Vorrei vedere il rientro in campo di Frey tra l’ovazione generale, e quello di Jovetic come fosse un segnale: “Ci sono anche io, il prossimo anno ricomincere-mo insieme”. Vorrei addirittura sperare di ar-rivare ottavo, superando il Palermo. Perché no! E allora, accontentiamoci di vedere una squadra che non è ancora andata in vacanza perché vuole onorare la stagione, acconten-tiamoci di vedere l’impegno da parte di tutti alla ricerca di nuove vittorie, accontentiamoci di vedere gli inserimenti graduali dei giovani. Tutto e subito non si può. Io vorrei continua-re a conquistare i 3 punti, come a Cagliari. Magari partendo proprio dalla gara di oggi contro l’Udinese! Vincere è sempre bello, an-

che quando non conta più a niente. Perdere, invece, ti lascia sempre l’amaro in bocca, an-che quando non conta più a niente.

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Gli uomini di fede, altresidetti preti prelati e an-cora più su, credono nei miracoli. In fondo, il loro titolare è il massimo fornitore di tale mate-ria. Non possono fare altrimenti. Io, che uomo di fede non sono, nei miracoli non credo. Al massimo, posso credere o meglio sperare nei colori viola. Che quei colori viola possano un giorno dominare la scena calcistica. Italiana, europea, mondiale. Sono sogni più che mira-coli, ma meglio coltivare quelli. Ecco che per Pasqua, di miracoli di fede viola, ce ne sono stati addirittura due. A distanza di un quarto d’ora d’intervallo, a soli cinque minuti l’uno dall’altro. Il ricciolo Cerci espugna Cagliari, un tiro dal limite dall’area e un gol sotto misura. La Fiorentina vince e i rimpianti aumentano. Per una stagione che poteva essere tutt’altro, per tutti quei punti persi con Bari, Sampdoria, Lecce, Palermo, Lazio. Ma per fortuna questa stagione è finita. O almeno è agli sgoccioli. Po-chi stimoli, poche emozioni, forse qualche novi-tà di formazione e i miracoli pasquali che pos-sono diventare certezze. Perché ora davvero, più di ieri, è arrivato il momento di programmare la prossima stagione. Da questa non ci si può aspettare altro. Credere nella vittoria a Milano con l’Inter equivale a credere che, da qui alla fine del campionato, Cerci continui a fare dop-piette. Magari qualche prelato può intercedere con il titolare per farci avere un qualche favo-

re. Il più piccolo. Come se, accecato da luce angelica, Julio Cesar scivoli su un debole tiro di Comotto. Miracoli invece non si chiedono a quei personaggi che si richiudono nelle segrete dell’ACF Fiorentina. L’idea nuova è quella di for-mare un triumvirato, giusto per restare in tema latino, Cognigni-Mencucci-Panerai, che possa gestire tutta la società senza che un presiden-te alla fine prenda posto sulla sua poltrona. O sul suo trono. Sbagliato. Di un presidente, che come nome ha Andrea Della Valle, ce ne sareb-be tanto bisogno. Intanto, da azionista di riferi-mento, ha confermato la presenza di Mihajlovic sulla panchina della Fiorentina per la prossima

stagione. Vuoi per non pagare due allenatori, vuoi perché una seconda occasione non la si nega a nessuno. E magari si punta anche sul fatto che una stagione come questa insegna molte cose. O almeno si spera. Si crede in qualcosa di più grande. Sempre Andrea, poi, ha confermato anche la presenza di Corvino, che ha una proposta fino al 2015. Benissimo, continuiamo tutti insieme. Manca solo una cosa, che è stata inseguita per tutto l’anno e che ancora non è mai arrivata: la chiarezza. Bisogna abbassare il tetto ingaggi. Lo sap-piamo. Ma si riesce a costruire una squadra competitiva per centrare l’Europa la prossima stagione? Grande o piccola che sia. Io mi ri-cordo di Ehindoven, come di Villareal o di Li-verpool sponda Everton. Rivivere quelle parti-

te non mi dispiacerebbe. Poi, fate voi. Tornando alla squadra competitiva. Se così sarà, allora si potrà trattenere anche i giocatori più forti. Come Montolivo. Che vuole certezze, non tanto soldo-ni milanesi. Come Gilardino, stesso discorso. Ci saranno trattative e un’altra estate di fuoco. Con pochi soldi e si spera tante idee. Poi qualcuno se ne andrà, è sicuro. Magari però il cugino lo lascia qui. Cerci ha bisogno di un parcheggiato-re per la sua Maserati blu. Soprattutto quando non si trova posto, l’abilità di ribaltare le auto può essere sempre utile. Occupano meno spa-zio. Come in uno spogliatoio.

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L’ex Dg dei friulani Pierpaolo Marino legge la sfida di oggi

“IO A FIRENZE? MAGARI…”


Per un punto sul campionato e su Fio-rentina-Udinese abbiamo intervistato Pierpaolo Marino, ex dg del Napoli e anche dei friulani.La Fiorentina riuscirà a vincere con-tro la ‘bestia nera’ Guidolin? “Credo che per la Fiorentina sarà dif-ficilissimo cogliere almeno un punto. L’Udinese vorrà riscattare la brutta sconfitta interna contro il Parma e con-tinuare la corsa per il quarto posto. I bianconeri, inoltre, in trasferta sono temibilissimi e Guidolin ogni volta che affronta la formazione viola dà sempre qualcosa in più”. Quale ‘big’ vede più lontano da Fi-renze? “Prevedo che quasi nessun ‘big’ rimarrà in viola. Come ha dichiarato recente-mente Corvino, il ciclo è finito e questa volta ci sarà una vera rivoluzione. Questa squadra non ha più prospettive, perché in molti non hanno più stimoli, e per migliorare si dovrà puntare sui giovani e su qualche buon gio-catore che si trova chiuso in altre formazioni. Sono convinto che Montolivo e Gilardino par-tiranno sicuramente. Anche Frey ha poche possibilità di restare, e penso inoltre che Cor-vino voglia effettuare una bella plusvalenza sull’altro portiere, Boruc. La società punterà forte sul giovane portiere brasiliano Neto, già nel giro della Nazionale verdeoro. Vargas ha un prezzo alto, ma se arriva un’offerta congrua lascerà Firenze. Infine è chiaro che la soci-età vorrà vendere anche Mutu, per scrollarsi di dosso uno stipendio elevato e tanti punti interrogativi sul suo carattere, ma a sorpresa potrebbe rimanere, visto che non so quante squadre siano disposte ad accettare tutto ciò che ne comporterebbe l’acquisto del romeno”.

Jovetic in futuro potrebbe essere utilizzato come prima punta alla Messi per intend-erci? “Potrebbe essere una buona idea, perché non darebbe riferimenti all’avversario e potrebbe magari migliorare in fase realizzativa”. A proposito di Messi, potrebbe diventare più forte di Pelè e Maradona? “Messi a soli 23 anni già è considerato tra i gio-catori più forti di tutti i tempi. Quest’anno ha già segnato 11 gol in Champions, superando il suo record personale, e 30 reti in Liga e potrebbe vincere la sua terza Coppa dei Campioni e il suo terzo Pallone d’Oro. Messi per diventare come Pelè e Maradona deve vincere con la sua Nazionale il Mondiale, mentre fino ad ora, con la maglia albiceleste non ha mostrato la person-alità che lo ha contraddistinto con il Barcellona. Comunque è giovanissimo e ha tutto il tempo a disposizione. Intanto il suo nome possiamo già accostarlo ai vari Di Stefano, Cruyff, Platini, Zidane, Ronaldo, Van Basten ed Eusebio”.

Tornando al campionato, la Roma a Bari potrà approfittare del turno difficile che hanno la Lazio e l’Udinese? “Questo campionato ci ha insegnato che quello che succede la domenica prece-dente conta poco o niente. L’Udinese, due giornate fa, aveva vinto al San Paolo con-tro il Napoli e poi ha perso in casa contro il Parma che lotta per non retrocedere. Sin-ceramente però faccio davvero fatica a im-maginare una Roma che non porta a casa tre punti contro il Bari già retrocesso. La Lazio sfiderà una Juventus che giocherà per l’orgoglio e non sarà facile. Sì, tutto lascia pensare a una giornata pro Roma nella lotta per il quarto posto”. Se la sente di fare dei pronostici sulle sfide salvezza Sampdoria-Brescia e Chievo-Lecce?

“Mi sbilancio e dico che saranno due vittorie esterne. La Sampdoria la vedo in netta diffi-coltà e il Brescia non meritava di perdere con-tro il Milan, anzi avrebbe meritato i tre punti. La classifica delle rondinelle è disperata e questa tensione, però, potrebbe avvantaggi-are la Samp. Il Lecce invece ci ha abituati a grossi risultati quando nessuno l’immaginava e anche questa volta potrebbe essere così, ma al Chievo basterà benissimo un pareg-gio”. A breve ci sarà il c.d.a della Fiorentina e successivamente avverranno delle nuove nomine. Lei potrebbe rientrare in un even-tuale nuovo progetto? “Mi piacerebbe tantissimo perché la Fioren-tina è una squadra blasonata e i Della Valle sono molto ambiziosi. Penso che in giro di po-chi anni la squadra viola potrà tornare più che competitiva. Purtroppo però parliamo di ‘aria fritta’ perché nessun mi ha mai contattato”.

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Un po’ perché Firenze sembra averla voluta fortemente, un po’ perché sincero e guerriero

al punto giusto, quasi ‘extraterrestre’, a Valon Behrami sono bastati pochi mesi per entra-

re nel cuore dei tifosi, che a lui hanno dedicato il coro che fu di Iachini: “Fa sempre piacere, forse ci accomuna lo spirito” anche se “nel calcio si fa in fretta ad esse-re apprezzati, così come si fa in fretta anche a vivere momenti di difficoltà”. Dal West Ham alla Fiorentina con furore, lo svizzero è arrivato nel momento più complicato: “Abbia-mo buttato via parecchi punti: con Samp, Bari, Cesena... avremmo potuto essere ancora in lotta per l’Europa. Per il futuro l’obiettivo deve essere questo, Firenze è una piazza abituata a grandi traguardi. Sicuramente cercheremo di finire nel miglior modo possibile questo campionato. Le motivazioni non mancano. Nonostante gli obiettivi non siano così primari, anche i giocatori in scadenza di contratto stanno dando il massimo”. C’è chi viene e chi va. O forse

no. Behrami ci tiene a sottolineare quanto il capitano Montolivo sia “un punto di riferimento fondamentale per la squadra, dentro e fuori dal campo. Uno tra i migliori giocatori, la personali-tà non gli manca”. Insomma, il concetto è chia-ro: “Farei la ‘guerra’ per trattenerlo”. Per una Fiorentina del futuro decisa a puntare all’Euro-pa “Mihajlovic è l’allenatore ideale. I giocatori sono dalla sua parte – spiega Valon - invece di convincere a parole chi lo critica penso che i risultati in campo siano la miglior soluzione per dimostrarlo”. In vista della sfida con l’Udinese: “Inler è straordinario, ha tante qualità: è un giocatore fisico, ma bravo anche coi piedi, po-trebbe far bene da qualsiasi parte”. Su Ziegler invece: “Noi siamo messi benissimo così, Pa-squal è del suo livello, uno dei migliori in Italia”. E a proposito di Italia, e di calcio italiano: “Devo dire che è migliorato, adesso è più equilibrato anche se mancano ancora le strutture”. In con-clusione, un giudizio interessante sui giovani: “Camporese sicuramente mi ha sorpreso, gli altri si stanno allenando con noi, ma è neces-sario che non si facciano trascinare. La Serie A non è così facile come si pensa. E’ giusto quello che sta facendo l’allenatore, dovrebbero essere loro a dire se sono pronti per giocare”.

1. Di Natale Antonio Udinese 261. Cavani Edinson Napoli 263. Eto’o Samuel Inter 204. Di vaio Marco Bologna 195. Matri Alessandro Juventus 186. Ibrahimovic Zlatan AC Milan 14

7. Pato AC Milan 148. Pazzini Giampaolo Samp. 128. Sanchez Alexis Udinese 128. Totti Francesco Roma 128. Robinho AC Milan 1212. GILARDINO ALBERTO FIORENTINA 11

CLASSIFICA MARCATORI

Giornata 22 - 30/01/2011Cagliari – Bari 2 1Lecce – Cesena 1 1Brescia – Chievo 0 3Lazio – Fiorentina 2 0Catania – Milan 0 2Inter – Palermo 3 2Genoa – Parma 3 1Bologna – Roma - -Napoli – Sampdoria 4 0Juventus – Udinese 1 2

Giornata 23 - 02/02/2011Udinese – Bologna 1 1Roma – Brescia 1 1Sampdoria – Cagliari 0 1Cesena – Catania 1 1Fiorentina – Genoa 1 0Bari – Inter 0 3Palermo – Juventus 2 1Milan – Lazio 0 0Parma – Lecce 0 1Chievo – Napoli 2 0

Giornata 24 - 06/02/2011Brescia – Bari 2 0Bologna – Catania 1 0Napoli – Cesena 2 0Lazio – Chievo 1 1Parma – Fiorentina 1 1Cagliari – Juventus 1 3Genoa – Milan 1 1Lecce – Palermo 2 4Inter – Roma 5 3Udinese – Sampdoria 2 0

Giornata 25 - 13/02/2011Sampdoria – Bologna 3 1Cagliari – Chievo 4 1Palermo – Fiorentina 2 4Bari – Genoa 0 0Juventus – Inter 1 0Brescia – Lazio 0 2Catania – Lecce 3 2Roma – Napoli 0 2Milan – Parma 4 0Cesena – Udinese 0 3

Recuperi giornata 17 16/02/2011Fiorentina - Inter 1 2Sampdoria – Genoa 0 1

Giornata 26 - 20/02/2011Lazio – Bari 1 0Udinese – Brescia 0 0Inter – Cagliari 1 0Napoli – Catania 1 0Parma – Cesena 2 2Lecce – Juventus 2 0Chievo – Milan 1 2Bologna – Palermo 1 0Genoa – Roma 4 3Fiorentina – Sampdoria 0 0

Giornata 27 - 27/02/2011Juventus – Bologna 0 2Cesena – Chievo 1 0Bari – Fiorentina 1 1Catania – Genoa 2 1Sampdoria – Inter 0 2Cagliari – Lazio 1 0Brescia – Lecce 2 2Milan – Napoli 3 0Roma – Parma 2 2Palermo – Udinese 0 7

Giornata 28 - 06/03/2011Udinese – Bari 1 0Napoli – Brescia 0 0Bologna – Cagliari 2 2Fiorentina – Catania 3 0Sampdoria – Cesena 2 3Inter – Genoa 5 2Juventus – Milan 0 1Lazio – Palermo 2 0Chievo – Parma 0 0Lecce – Roma 1 2

Giornata 29 - 13/03/2011Milan – Bari 1 1Lecce – Bologna 0 1Chievo – Fiorentina 0 1Brescia – Inter 1 1Cesena – Juventus 2 2Roma – Lazio 2 0Parma – Napoli 1 3Genoa – Palermo 1 0Catania – Sampdoria 1 0Cagliari – Udinese 0 4

Giornata 30 - 20/03/2011Juventus – Brescia 2 1Napoli – Cagliari 2 1Udinese – Catania 2 0Lazio – Cesena 1 0Bari – Chievo 1 2Bologna – Genoa 1 1Inter – Lecce 1 0Palermo – Milan 1 0Sampdoria – Parma 0 1Fiorentina – Roma 2 2

Giornata 31 - 03/04/2011Parma – Bari 1 2Brescia – Bologna 3 1Genoa – Cagliari 0 1Cesena – Fiorentina 2 2Milan – Inter 3 0Roma – Juventus 0 2Napoli – Lazio 4 3Catania – Palermo 4 0Chievo – Sampdoria 0 0Lecce – Udinese 2 0

Giornata 32 - 10/04/2011Cagliari – Brescia 1 1Bari – Catania 1 1Palermo – Cesena 2 2Inter – Chievo 2 0Juventus – Genoa 3 2Sampdoria – Lecce 1 2Fiorentina – Milan 1 2Bologna – Napoli 0 2Lazio – Parma 2 0Udinese – Roma 1 2

Giornata 33 - 17/04/2011Cesena – Bari 1 0Chievo – Bologna 2 0Genoa – Brescia 3 0Lecce – Cagliari 3 3Parma – Inter 2 0Fiorentina – Juventus 0 0Catania – Lazio 1 4Roma – Palermo 2 3Milan – Sampdoria 3 0Napoli – Udinese 1 2

Giornata 34 - 23/04/2011Juventus – Catania 2 2Bologna – Cesena 0 2Roma – Chievo 1 0Cagliari – Fiorentina 1 2Inter – Lazio 2 1Genoa – Lecce 4 2Brescia – Milan 0 1Palermo – Napoli 2 1Udinese – Parma 0 2Bari – Sampdoria 0 1

Giornata 35 - 01/05/2011Milan – BolognaSampdoria – BresciaCatania – CagliariNapoli – GenoaCesena – InterLazio – JuventusChievo – LecceParma – PalermoBari – RomaFiorentina – Udinese

Giornata 36 - 08/05/2011Palermo – BariBrescia – CataniaCagliari – CesenaJuventus – ChievoInter – FiorentinaUdinese – LazioRoma – MilanLecce – NapoliBologna – ParmaGenoa – Sampdoria

Giornata 37 - 15/05/2011Fiorentina – BolognaCesena – BresciaMilan – CagliariLazio – GenoaNapoli – InterParma – JuventusBari – LecceSampdoria – PalermoCatania – RomaChievo – Udinese

Giornata 38 - 22/05/2011Bologna – BariInter – CataniaGenoa – CesenaPalermo – ChievoBrescia – FiorentinaLecce – LazioUdinese – MilanJuventus – NapoliCagliari – ParmaRoma – Sampdoria

.

SQUADRA PUNTI PG V P S GF GSAC Milan 74 34 22 8 4 60 23Inter 66 34 20 6 8 60 38Napoli 65 34 20 5 9 54 34Lazio 60 34 18 6 10 46 32Udinese 59 34 18 5 11 59 37AS Roma 56 34 16 8 10 52 47Juventus 53 34 14 11 9 52 42Palermo 50 34 15 5 14 52 55FIORENTINA 46 34 11 13 10 40 36Genoa 45 34 12 9 13 38 39Cagliari 44 34 12 8 14 42 42Bologna 40 34 11 10 13 34 46Chievo 39 34 9 12 13 32 35Parma 38 34 9 11 14 34 45Catania 37 34 9 10 15 33 47Cesena 37 34 9 10 15 32 45Sampdoria 35 34 8 11 15 27 39Lecce 35 34 9 8 17 40 60Brescia 30 34 7 9 18 28 44Bari 21 34 4 9 21 20 49

CLASSIFICA SERIE A

7. Pato AC Milan 148. Pazzini Giampaolo Samp. 128. Sanchez Alexis Udinese 128. Totti Francesco Roma 128. Robinho AC Milan 1212. GILARDINO ALBERTO FIORENTINA 11

13. Borriello Marco Roma 1013. Pastore Javier Palermo 1013. Pellissier Sergio Chievo 1013. Caracciolo Andrea Brescia 1013. Hamsik Marek Napoli 1014. Hernanes Lazio 9

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FIORENTINA - UDINESEMettiamo subito i puntini sulle i: come Firenze non ce n’è. Fate una passeggiata sul Lungarno, immergetevi nell’intreccio dei vicoli antichi, guardate Santa Croce illuminata dalla luna, prendete una qualsiasi chiesa secondaria del centro e riflettete sul fatto che in molte altre cit-tà sarebbe un Duomo. Andate in via Santa Margherita, dopo i profumi

del lampredottaio, fermatevi alla casa di Dante e immaginatelo sull’u-scio a chiacchierare con Beatrice. Oppure cullatevi sui verdi guanciali che abbracciano la città: Pian dei Giullari, Fiesole, via Bolognese o Set-tignano. Potrei andare avanti all’infinito, ma arrivo al nocciolo. Se tutta questa ricchezza è vostra, anzi, nostra, com’è possibile essere depres-

si? Spiegatemi com’è possibile essere apatici e non avere il cuo-re pieno d’orgoglio, tifando per la città più suggestiva del mondo. La Fiorentina va male, è vero, ma ci siamo già passati e non ab-biamo mai mollato l’osso. Non inaliamo il gas della “malinconoia” che molti media stanno (forse inavvertitamente) propagando. Ho sentito dire, ad esempio, che non si ricorda a memoria d’uomo una prestazione contro la Juventus peggiore di quella del mese scorso. Sarà, ma un anno fa i giocatori viola persero in casa 2-1 e parevano al Villaggio Valtur. Firenze possiede i cromosomi del-la passione e dell’ironia, non credo che smetterà di portarli allo stadio. Chi ha delle critiche da fare, non resti a casa per protesta, perché chi sceglie l’Aventino perde in partenza. Venga al Franchi e manifesti il suo dissenso, il suo sarcasmo o quello che vuole. E urli pure “Sinisa salta la panchina”, se gli va. Ricordate i cori del ’92 “Gigi Radice beve e non lo dice”? L’anno dopo si trasformaro-no in applausi grazie al secondo posto nel girone d’andata (poi ci pensò Vittorio Cecchi Gori a frantumare il giocattolo). Mihajlovic ha le spalle larghe e il tempo per convertire i fischi in consensi. La missione è già cominciata, niente remi in barca e obiettivo vincere sempre, fosse anche un’amichevole a rubamazzo. La formazione tipo, quindi, sarà probabilmente composta dal tridente offensivo Cerci-Gilardino-Mutu e da un terzetto di centrocampo che do-vrebbe ritrovare Vargas. In difesa, solito ballottaggio Comotto-De Silvestri, mentre il posto a sinistra è di Pasqual, sebbene la sua assenza nell’amichevole di giovedì lasci qualche interrogativo. Comunque, caso raro, stavolta è l’avversario ad avere più defe-zioni. Guidolin dovrà fare i conti con tre squalifiche (Armero, Do-mizzi, Inler) e vari giocatori claudicanti: Sanchez ko, acciaccati Di Natale, Benatia e Basta. E basta, a proposito, con questa maledi-zione del tecnico trevigiano, che a Firenze ha quasi sempre vinto. Basta così.

FIORENTINA (4-3-3): Boruc; De Silvestri, Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Behrami, Montolivo, Vargas; Cerci, Mutu, Gilardino. All.: Sinisa Mihajlovic.

UDINESE (3-5-2): Handanovic; Angella, Zapata, Coda; Isla, Abdì, Pinzi, Asamoah, Pasquale; Denis, Di Natale. All.: Francesco Guidolin.ARBITRO: Christian Brighi (sez. di Cesena), assi-

stenti Maggiani-Petrella, quarto uomo Romeo.

I 22 in campodi lucA cApAnni

BORUC84

DE SILVESTRI29

GAMBERINI5

KROLDRUP 2

PASQUAL 23

MONTOLIVO18

VARGAS6

BEHRAMI 85

CERCI24

GILARDINO11

MUTU10

DI NATALE10

CODA13

ZAPATA2

ANGELLA45

PASQUALE26

PINZI66

ABDI23

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Brivido Sportivo MAGGIO.ai 14/04/2011 2.00.47

STA TORNANDO JO-JOVenerdì scorso ha fatto il suo rientro in gruppo Stevan Jovetic. Il calcia-tore montenegrino, dopo otto mesi di assenza, è tornato ad allenarsi coi compagni, in seguito all’esito positivo della visita che ha effettuato gio-vedì in Germania, dal professor Boenish. Dunque, dopo l’ok alla ripresa della completa attività fisica, venerdì Jo-Jo si è aggregato col gruppo. Finalmente! È stato un calvario quello di Jovetic, un infortunio lunghissi-mo che lo ha sicuramente segnato, ma anche maturato. Avrà sofferto in silenzio, durante questi lunghi mesi, mentre i suoi compagni di squadra collezionavano brutte figure. Avrà sofferto, lui che doveva essere il gioca-tore simbolo di questa Fiorentina, colui al quale affidare la fantasia della manovra offensiva, il nuovo idolo sul quale ricostruire la nuova squadra.

Lui che doveva prendere il posto di Mutu in campo e nel cuore della gen-te. L’appuntamento è solo rimandato perché, come ha dichiarato anche Mihajlovic, “Jovetic sarà l’uomo simbolo della nuova Fiorentina”. Quindi, dopo tanta sofferenza, ci si appresta a costruire la squadra per la pros-sima stagione e quella di Sinisa non può prescindere dalla presenza del giocatore montenegrino. Certo, vorremmo tutti rivederlo in campo già in questo ultimo scampolo di campionato, ma anche su questo il tecnico serbo è stato chiaro: “Non voglio rischiare niente. Se starà bene, gioche-rà qualche gara alla fine di questa stagione, altrimenti tutto rimandato a settembre”. Come dargli torto? Meglio non rischiare solo per lo sfizio di rivedere il riccioluto campione in campo al Franchi con la maglia viola.

Meglio tenerselo stretto per il prossimo campionato che, ci auguriamo, possa guidare alla riconquista di un posto in Europa. E Mutu? La domanda sorge spontanea, la risposta, invece, non sembra essere tanto scontata. Stando alle parole della società giglia-ta (“Jovetic sarà il simbolo della nuova Fiorentina”), dovrebbe essere ceduto. Ma, alla fine, dove potrebbe andare? Un Fenomeno in più, in squadra, non fa mai male… e poi, il rapporto tra il romeno e Jo-Jo è ottimo e questo porterebbe solo benefici, non concorrenza negativa. Avere due giocatori straordinari come Mutu e Jovetic non sarebbe certo da tutti. E poi, chi l’ha detto che i due fuoriclasse non possono giocare in-sieme? Meditate gente, meditate. Non è necessario che un Fenomeno escluda l’altro. Anzi… Certo, tutto è possibile, ma ormai siamo affezionati ai nostri gio-ielli. Alle buone maniere di Jo-Jo e alle mattane di Adrian. Ci piacciono così come sono, con i loro ca-ratteri diversi e con quei piedi sopraffini che in pochi hanno. E che possa tornare al potere la fantasia!

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Mattinata Fiorentinadi chiArA bAglioni PICCOLI JOvETIC CRESCONO

Nell’intervista rilasciata dal Direttore Sportivo della Fiorentina, Pantaleo Corvino, al quoti-diano l’Avvenire, ha fatto scalpore la seguente dichiarazione: «Uno come Jovetic non nasce tutti i giorni, però forse un altro del suo livello ce l’abbiamo già in casa. Chi segue la Fiorentina sa chi è. Straniero? Potrebbe essere anche ita-liano, ma a noi poco importa, quello che conta non è la provenienza, ma la qualità tecnica e soprattutto morale dei ragazzi».Da questa rivelazione si sono scatenati, tra gli addetti ai lavori e tra i tifosi, un tamtam di nomi e un toto-giocatore degni del miglior fantacalcio estivo. A chi si riferiva Corvino? Chi tra i giova-ni talenti viola potrebbe assomigliare tecnica-mente al gioiello del Montenegro? Seguendo costantemente Fiorentina Primavera e Allievi Nazionali, possiamo sbilanciarci facendo qual-che nome, purché con una premessa dovero-sa: per arrivare al livello di Stevan Jovetic ci vo-gliono esperienza, classe pura, e qualche anno in più dei nostri giovanissimi ragazzi. Prendiamo ad esempio due giovani centro-campisti degli Allievi Nazionali: Leonardo Ca-pezzi, classe 1995, toscano di Figline Valdar-no, e Tommaso Palavisini, nato a San Miniato nel 1994. Entrambi, per il ruolo che hanno in campo, potrebbero essere gli indiziati, ma sicu-ramente l’età giovanissima ci porta a escludere un paragone così azzardato. Il futuro, di certo,

è loro e il prossimo anno faranno il salto in Pri-mavera, dove avranno possibilità di maturare, anche fisicamente. Le alternative più realistiche, quindi, ci giungo-no dalla Primavera di Renato Buso, dove per esperienza, per età e formazione fisica, ci po-trebbero essere delle analogie con il riferimento fatto da Corvino. Vengono in mente due nomi su tutti, oramai conosciuti al grande pubblico fiorentino: Federico Carraro e Ryder Matos. Il primo, nato nel ’92, padovano, è un centro-campista offensivo, in comune con Jovetic ha la tecnica sopraffina, la facilità con cui salta l’uomo creando superiorità numerica, è il gio-catore dell’ultimo passaggio, ma non disdegna lui stesso di segnare un sacco di gol (in questa stagione calcistica ben 25). Entrambi sono de-stri, con un ottimo calcio piazzato, non danno riferimenti agli avversari perché, da fantasisti, variano nel fronte d’attacco. Matos invece, brasiliano classe ’93, gioca attualmente come esterno sinistro di centrocampo, forse fuori po-sizione essendo di piede destro e chiuso da Carraro stesso. Per le sue caratteristiche tecni-che, il ragazzo sarebbe una seconda punta, più che un centrocampista: salta l’uomo in scioltez-za, è bravo del dribbling, è molto agile fisica-mente. Quest’anno ha totalizzato 24 presenze e segnato soltanto 2 gol, segno di un carattere altruista e di mancanza di lucidità sotto porta.

Ciò non significa che non sia un talento interes-sante: c’è da migliorare tatticamente, ma non è un caso che il Manchester City l’abbia seguito con i suoi emissari nella finale di Coppa Italia a Roma. Per la sua crescita sarà determinan-te la prossima stagione, il suo contratto scade nel 2015, e l’anno prossimo nella Primavera, causa ricambio generazionale, potrà esse-re impiegato nel ruolo a lui più congeniale. In questo momento il nome più assimilabile alla frase di Corvino sembra Federico Carraro, il cui futuro, nel caso non venisse confermato Mutu, sarebbe di contendersi la maglia numero 10 con Ljajic.


FRANCESCO RENGA DA UDINE Inni d’Italiadi MAtteo dovellini

Prima di analizzare il cantautore scelto per questa partita, vorrei ringraziare tutti i lettori che mi hanno riempito di complimenti per il nu-mero scorso “Con gli occhi di un bambino”, de-dicato alla sfida Fiorentina–Juventus. Mi fanno piacere i vostri apprezzamenti e ricambio gli affetti con un caloroso “grazie”!Ma adesso basta con queste sdolcinerie, ac-cendiamo i riflettori su Francesco Renga, nato ad Udine il 12 giugno 1968. Le sue origini lo vedono figurare sedicenne col gruppo “Modus Vivendi”. Poi passa al gruppo “Timoria”, col quale vincerà anche il Premio della critica al Festival di Sanremo del ’91 col brano “L’uomo che ride”.Nel ’98 lascerà la band per intraprendere la carriera da solista, in seguito ad un litigio con il famoso Omar Pedrini. Nel 2000 lancia il suo disco “Francesco Renga”, prodotto da Fabri-zio Barbacci, produttore di grandi altri autori come i Negrita e Gianna Nannini. La svolta

accade l’anno dopo quando si presenta a San-remo con il brano “Raccontami”, che ottiene il Premio della critica, nonostante fosse nella categoria giovani. Nel 2002 esce il suo album consacrazione, dal titolo “Tracce” e partecipa nuovamente a Sanremo col brano “Tracce di te”. Il successo clamoroso arriva nel 2004 con l’album “Camere con vista” e nel 2005 con la vittoria del Festival di Sanremo numero 55 col brano “Angelo”. In questo anno verrà ristam-pato anche il precedente album, con l’aggiunta del successo Sanremese. Ma Renga non si ferma qui e continua a sfornare grandissimi successi che riscuoteranno apprezzamenti in tutto il “Pianeta” musicale. Nel 2007, infatti, esce l’album “Ferro e cartone” col primo brano estratto “Cambio direzione”, autentico tormen-tone di quell’anno. A questo punto decide di dedicarsi anche al mercato musicale europeo. Fa uscire l’album “Orchestraevoce” con cover degli anni ’60 integrate dal successo di Sanre-mo del 2005. E nel Novembre 2010 ecco che esce il suo ultimo lavoro, “Un giorno bellissi-mo”, che tutt’ora sta riscuotendo applausi da critica e pubblico. Insomma, una carriera inizia-ta molto bene e proseguita ancora meglio per Francesco che, tra l’altro, è compagno di una donna molto famosa della Tv italiana. Sto par-lando di Ambra Angiolini, dalla quale relazione sono nati due bambini: Jolanda e Leonardo. Una Vita privata “quasi” perfetta perché, seb-

bene il rapporto tra i due sia stabile da anni, Renga vorrebbe sposare la sua dolce metà, mentre Ambra più volte si è detta contraria al matrimonio. Chissà, magari la loro storia anco-ra non ha deciso di scrivere quella parola sul libro della Vita, ma mai dire mai! Vedremo chi la spunterà dei due in questo senso! Auguri!

VINCI PER NOI Un’emozione forte bianconero per la vita c’è poi la notte magica l’Europa e una partita una città, una terra cento anni in una sera lo stadio canta una canzone. Alziamo la bandiera Vinci per noi magica Udinese vinci per noi grande cuore bianconero Che vada come vada sarete i nostri eroi e torneremo a casa raccontando anche noi che c’eravamo, eccome abbiamo vinto

ancora andiamo avanti insieme Udinese nella storia Vinci per noi magica Udinese vinci per noi grande cuore bianconero Un’emozione forte bianconero per la vita c’è poi la notte magica l’Europa e una partita una città, una terra cento anni in una sera lo stadio canta una canzone. Alziamo la bandieraVinci per noimagica Udinesevinci per noigrande cuore bian-conero


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E s’è appena passaa la Pasqua co’ i’ sorriso e ecco che gli arria Fri-gnolin con la voglia di facci entrare i’ giramento! E gli è più facile che gli entri a lui che gliene frega ancora quarche cosa perché e si gioha la Scempionse, a noi ‘nvece, la forza de’ nervi distesi, come l’espresso Bonomelli. Anzi, quasi quasi pe’ fa’ un dispetto

a giallozzozzi e gobbi… No, un diciamo bischerate ‘ntanto quelli e son morti di suo e un c’è bisogno di fagni pastette.

Allora avanti tutta, artri tre punti pe’ finire armen bene quello che s’era ‘nco-minciao che peggio e un si potea, e s’è tirao avanti alla meno peggio insino a ora. Ora gli strisciati tarocchi e vengano ‘n certe condizioni che, se un ci si vince, e siam proprio poponi. E c’è i’caso che gni tocchi a rigiohare anche a Frignolin (così e si distrae e un frigna). Davanti nessuno, Totò e Sancezze rotti (e se c’erano con que’ furmini di guerra di marcantoni che ci s’ha dreo e c’era da ridere, anzi da piangere), tre squalificai e due ‘n restauro, e un n’è poho e, va bene che a Napoli, più o meno così, e ci hanno vinto, ma e n’hanno perse anche quattro dell’urtime cinque, compreso i’Parma ‘n casa. Via, via, faeci poho ‘ngrullire, tre punti a noi e a casa.‘N campo e ci va e’ soliti a parte i’rientro dell’Inca co i’ doppio vantaggio che gli entra lui e sorte Donadello. E giovani? Un’artra vorta un tu n’avra’ miha

paura che gl’invecchino, beati loro. ‘Ntanto e dean battere i’Liorno pe’ non fassi frega’ da gobbi e poi e ci hanno un mese di ferie da’ i’ su’ campionato e allora e si vedrà. E’ viola e vanno a ranghi compatti pe’ superare i’muro de’ 50 punti (e diho stecco!) che ci potrebbe vole’ di’ i’nono posto che gli è quasi una Scempionse, fino a i’ quarto e un conta, e si sarebbe arrivati quinti, ‘nsomma quasi quarti, e sarebbe quasi Scempionse un’artra vorta. Ora se mi legge i’Corvo e mi copia e poi e lo ridice. O icche e vu’ volee e si ride pe’ non piangere, perché la morte e la ci ha a troa’ sempre vivi se no e la un ci trova gusto. Quando e la va male e vor di’ che l’è più facile che la vada meglio. Ecco a noi e la ci andrà di certo meglio, a comincia’ da domeniha che si vince e a seguità a S.Siro… Ora diacciamoci se no e va a finire che e si vince lo scudetto come e ci avean promesso e a i’ nonno e gni tocca a pigliassi una briaha epiha. Per ora e mi basterebbe che chiamassen Caravaggio. O che l’avee sentio i’Menca? “Ti telefono o no, mi telefoni o no, io non cedo per prima” e parea la Gianna di’ panforte! Vaia vaia, e te lo regalo io un gettone se tu hai i’probrema di fer prey finanziario. Fino a lì e ci arria anche i poero nonno, però chiamaevi e faela finita. Se no e vu’ mi fae veni’ voglia d’imbriacammi pe’ non sentivvi più. Ma, a parte queste beghe, comunque e sempre Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Anche se forse in questo momento è un po’ acciaccato e non è neanche assicurata oggi la sua partenza come titolare dal primo minuto, niente to-glie che il valore aggiunto dell’Udinese da almeno 7 stagioni sia Antonio Di Natale. Con i suoi 110 gol all’attivo con la maglia bianconera, è infatti il più grande marcatore di sempre della squadra friulana. Totò, napoletano classe 1977, dopo es-sere maturato calcisticamente nella Primavera dell’Empoli, ha modo di fare vedere tutta la sua classe anche vestendo la casacca di altre squa-dre che militano in categorie minori, come quel-la del Viareggio nella stagione 1998-1999, dove fa scintille segnando in tutto 12 gol. L’Empoli lo richiama così in prima squadra, dove rimane dal 1999 al 2004 collezionando 49 reti in 158 presenze tra serie B e A. Arriva poi all’Udinese, dove diventa il beniamino dei tifosi già dalla pri-ma stagione segnando gol decisivi e spettacolari, che saranno anche importanti per permettere alla squadra di arrivare al quarto posto e di raggiun-gere così la qualificazione alla Champions nel 2005. Di Natale si toglie la soddisfazione, nel corso degli anni, di segnare sia in campionato che nelle coppe Europee (anche in Coppa Uefa). Ma è negli ultimi due anni che il vero valore di

Antonio viene premiato e riconosciuto, aggiudicandosi il titolo di capocan-noniere della Serie A 2009-2010 grazie ai suoi 29 gol realizzati e ricevendo

anche la nomina di Migliore calciatore italiano 2010 dall’Associa-zione Italiana Calciatori. Attualmente è ancora una volta capo-cannoniere del campionato in corso con ben 26 reti all’attivo, a pari merito con Cavani del Napoli. Durante la sua permanenza all’Udinese ha cambiato spesso compagno in fase offensiva (tra i tanti citiamo Di Michele, Iaquinta, Quagliarella, Floro Flores), ma ha sempre trovato l’intesa giusta per poter dare sfoggio della sua qualità e mandare in gol con facilità gli altri, così come l’ha trovata adesso con il cileno Sanchez. Le sue caratteristiche di attaccante puro gli permettono infatti di sfornare molti assist, di cercare sempre la giocata personale grazie alla sua tecnica, e di essere infallibile con la sua precisione nei calci piazzati. In que-sto caso viene forse da dire quasi infallibile se qualcuno ricorda i rigori dei quarti di finale contro la Spagna, quando Totò con la maglia della Nazionale italiana si fece parare il rigore da Iker Ca-sillas. Nessun’altra macchia degna di nota, poi, nel curriculum del campione partenopeo, che nonostante i suoi 34 anni suonati, nelle precedenti sessioni di mercato è stato cercato da club tito-lati, come la Juventus, e ai quali ha detto no confessando di voler continuare e chiudere la sua carriera in Friuli. Il suo amore per la maglia si va ad aggiungere a tutte le altre caratteristiche che lo rendono l’indiscusso capitano e vero trascinatore della rivela-zione Udinese (ma sarà giusto chiamarla ancora rivelazione?).


MIANI, 10 PER CASO (E CON ONORE)

L’eventoA curA di MichelA lAnzA


SIAMO L’ESPRESSO BONOMELLI

Udinese e Fiorentina sono state le squadre nelle quali, nel corso della sua carriera, si è tolto le mag-giori soddisfazioni. Luciano Miani, è stato un buon centrocampista ed anche un discreto difensore (è nato come libero), che nei primi anni Ottanta è sta-to grande protagonista soprattutto in riva all’Arno. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Juventus, dopo una trafila con Cremonese, Terna-na e Pisa, era esploso nel Vicenza, grazie alla com-petenza di un tecnico preparato come pochi, Gio-vambattista Fabbri. Da lì era poi approdato a Udine nell’estate del 1980. In Friuli disputò uno splendi-do campionato, giocando 26 partite e realizzando 2 reti. I bianconeri si piazzarono al nono posto e Miani fece la sua parte. Attirò così l’attenzione della Fiorentina. I Pontello avevano costruito a luglio del 1981 una squadra stellare, acquistando fior di cam-pioni come Graziani e Pecci, Massaro e Monelli, Vierchowod e Cuccureddu. Mancavano, però, alcu-ni rincalzi e soprattutto un jolly, capace di ricoprire più ruoli sia in difesa che a centrocampo. Nel mer-cato di riparazione, che allora si svolgeva ai primi di novembre, decisero così l’acquisto di Miani. Per lui alla Fiorentina era prevista molta panchina. Il gio-catore, comunque, dopo pochi giorni dal suo arrivo fu mandato in campo da De Sisti come terzino sini-stro al posto di Ferroni nell’incontro in programma al Comunale contro il Genoa il 22 novembre 1981. Fu quella la partita del grave incidente di Antognoni alla testa, che cambiò, alla fine, la stagione anche a Miani. De Sisti, infatti, decise di affidare a lui la

gloriosa maglia numero dieci del capitano, fin dalla successiva gara di Torino contro la Juve (terminata zero a zero). L’ex giocatore dell’Udinese non aveva certo le caratteristiche tecniche di Antonio. Tuttavia, riuscì a dare un grande equilibrio al centrocam-po. Giocava in posizione arretrata, consentendo a Pecci di muoversi più avanti. E così divenne un elemento fondamentale di quella Fiorentina, che contese fino all’ultima giornata lo scudetto ai bian-coneri di Trapattoni. Miani realizzò anche reti deci-sive nelle partite giocate al Comunale con il Milan e la Roma, vinte entrambe dai viola per uno a zero. E non perse il posto in squadra neppure dopo il ri-entro di Antognoni. De Sisti, di volta in volta, lo schierava come terzino o come centrocampista, a seconda delle neces-sità. Collezionò alla fine 22 gettoni di presenza, con 4 reti all’attivo e fu il terzo goleador gigliato dopo Bertoni e Graziani. La conferma per il suc-cessivo campionato fu naturale. Ma le cose per Miani andarono male. Alla quinta giornata di campionato, il 10 ottobre 1982, nella partita con la Juve al Comunale subì

un grave infortunio al malleolo per un brutto fallo di Platini. Aveva 26 anni. E la sua carriera, almeno ad alti livelli, in pratica terminò quel giorno. Alla fine della stagione totalizzò 5 presenze, siglando anche un gol alla Sampdoria a Firenze alla penultima gior-nata. Ma non tornò più quello di prima. L’anno dopo disputò nove gare, senza peraltro segnare altre reti. Poi giocò nell’Arezzo, nel Cagliari, nell’Alessandria e nel Vicenza, dove chiuse la carriera appena tren-tatreenne. Ma, purtroppo, a causa del grave infortu-nio patito non fu più quel grande giocatore che per quattro mesi nella Fiorentina aveva saputo sostitui-re degnamente il grande Antognoni.

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Un appuntamento con un grande campione, ma anche con la solidarietà. Un appuntamento al quale, siamo sicu-ri, che Firenze non mancherà. Stiamo parlando di Stefano Borgonovo e della lotta contro la SLA. Relativamente a questi argomenti, il Museo Fiorentina è lieto di comunicare che martedì 3 maggio, alle ore 17, nel Salone dei Cinque-cento in PalazzoVecchio a Firenze, avrà luogo la presen-tazione del libro “Attaccante nato” di Stefano Borgonovo, scritto con Alessandro Alciato. Saranno presenti: Stefano Borgonovo - ex calciatore e autore del libroChantal Borgonovo - moglie di Stefano Alessandro Alciato - giornalista e coautore del libro

Dario Nardella - vicesindaco di Firenze

Nello stesso giorno, martedì 3 maggio 2011, alle ore 21.00, si terrà la cena a sostegno della Fondazione Stefa-no Borgonovo Onlus, presso il Ristorante Klass di Campi Bisenzio (FI). L’evento, il costo del quale è di 35,00 euro, è stato organiz-zato dalla Misericordia di Campi Bisenzio e dal Viola Club Stefano Borgonovo. Per prenotare è necessario contatta-re Lorenzo (335-1085017) o Paolo (340-4055156). Partecipate numerosi. Accorrete tutti a Cena con Borgono-vo per sconfiggere la SLA!

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Tra Fiorentina e Udinese, la parola chiave è libertà. Piazza Libertà è la piazza più antica di Udine, la più bella piazza in stile veneziano sulla terraferma e si trova sotto il colle del Castello. In realtà si chiama così dal secondo dopoguerra: nel Medioevo era la Piazza del Vino, ma solo fino al 1350 quando divenne la Piazza del Comune; nel ‘500 arrivarono i ve-neziani e fu Piazza Contarena, da uno dei loro luogotenenti; con l’unifica-zione del Friuli all’Italia (1866), fu intitolata a Vittorio Emanuele II. Anche Firenze ha la sua Piazza della Libertà. È a nord del centro e fu realizzata nell’’800 insieme ai viali di circonvallazione. In verità, uno spiazzo intorno a Porta S. Gallo c’era già dal ‘300, la Piazza di Porta S. Gallo. Nel ‘700 vi fu eretto l’Arco di Trionfo per celebrare i Lorena dopo l’estinzione dei Medici. Anche qui la storia narra di vari cambi di denominazione: nell’’800 la piazza fu intitolata a Camillo Cavour, ma nel 1930 divenne piazza Cia-

no; nel 1944 fu piazza Muti, infine dal 1945 Piazza della Libertà. La li-bertà vince sempre, dunque. Tanto il significato della parola è bello e importante per l’umanità, quanto la sua origine è semplice. ‘Libertà’ è una voce dotta dal latino ‘libertas, -ātis’, a sua volta derivata dall’ag-gettivo ‘liber’, ‘libero’. E Fiorentina-Udinese? Alla difesa viola chiediamo di non dare troppa libertà all’attacco bianconero, al centrocampo e alle nostre punte di spingere l’acceleratore sulla libertà della fantasia e dell’in-ventiva per perforare la retroguardia friulana, ai tifosi di cantare sempre e comunque ‘Forza Viola’ in piena libertà!

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In Premiere League, mentre il Manchester Uni-ted vola verso il titolo, il Manchester City lotta per un posto in Champions League. Domenica pomeriggio la squadra di Mancini affronterà il West Ham che occupa l’ultimo posto della clas-sifica. Pronostico che appare scontato con il segno 1 che paga 1,35. Nella Liga il Villareal, alle ore 19, proverà a tenere a distanza le di-rette concorrenti per il quarto posto. Il Getafe non può costituire un impegno proibitivo. Il se-gno 1 paga bene a 1,75. Alle 19.15 in Porto-gallo si affronteranno Olhanense e Benfica. La

squadra di Lisbona è seconda in classifica e cercherà di mantenere stretta la poltrona che le dà la possibilità di partecipare alla Cham-pions. L’Olhanense, con sei punti di vantaggio

sulla penultima, può considerarsi in posizione tranquilla. Il segno 2 è pagato a 1,70. In sera-ta, la Roma farà visita ad un Bari già retrocesso e ormai privo di stimoli. La vittoria giallorossa è scontata, ma paga pochissimo. Meglio scegliere la soluzione Over, nella convinzione che venga-no segnati più di due gol (quota 1,60). Passiamo a lunedì sera con il campionato svedese che propone la sfida tra il Malmo, terzo in classifica, e il Goteborg, che è il fanalino di coda a zero punti. La vittoria del Malmo appare scontata. Il segno 1 viene bancato a 1,75. Chiudiamo con

Lazio-Juventus, sfida delicata in prospettiva eu-ropea. La Juventus dovrà cercare di vincere a tutti i costi per tenere accesa la fiammella della speranza Champions. La Lazio potrebbe appro-fittare degli spazi offerti dagli avversari e fare sua l’intera posta in palio. Scegliamo con fiducia il segno 1 che viene offerto a cifra tonda (2,00). La quota totale della nostra multipla è 22,49. Se puntiamo 10 euro otteniamo una bolletta da 252,70 euro bonus compresi. Manchester City-West Ham 1Villareal-Getafe 1Bari-Roma OverOlhanense-Benfica 2Malmo-Goteborg 1Lazio-Juventus 1

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