N 51 2014 milan udinese

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domenica 30 novembre 2014 Anno 4 n 51 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Parola al Baffo INTER SORPRENDICI Il commento della bandiera interista Sandro Mazzola a pag. 2 TRE PUNTI PER IL SORPASSO MILAN UDINESE Severa Bisceglia pag. 3 DIAVOLO PRONTO AL SORPASSO LA PARTITA Mancano i suoi gol

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domenica 30 novembre 2014 Anno 4 n 51 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

Parola al BaffoINTER

SORPRENDICIIl commento della bandiera interistaSandro Mazzola a pag. 2

TRE PUNTI PER IL SORPASSO

MILAN UDINESE

Severa Bisceglia pag. 3

DIAVOLO PRONTO

AL SORPASSO

LA PARTITAMancanoi suoi gol

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domenica 30 novembre 20142

MILAN (4-2-3-1 )

Arbitro: Paolo Valeri di Roma

UDINESE (4-3-1-2)

Diego Lopez;Bonera, Rami, Mexes,De Sciglio;

Essien, Muntari;Bonaventura, Menez, El Shaarawy;

Torres

Karnezis;Piris, Heurtaux, Danilo, Widmer;

Pinzi, Allan, Guilherme;Fernandes;

Thereau, Di Natale

STADIO MEAZZA ORE 15.00Milan Udinese

SandroMazzola Pino Sardiello

scommesse

La Serie A continua a re-galare imprendibilità, so-

prattutto nella pancia della classifica. Là davanti, Juven-tus e Roma sembrano fare una corsa a sé, mentre già dalla terza posizione in giù tutto è ancora da decifrare. Non stia-mo parlando di chissà quali squadre, ma l’equilibrio regna sovrano. A proposito di ciò, il Milan riceve in casa l’Udine-se, che la appaia a 18 punti. Un motivo per provare a ren-dere la classifica ancora più interessante per Inzaghi, che non può sprecare un’occasio-ne così ghiotta. Stramaccioni, bravo a far rendere Di Natale al meglio, ha la possibilità di interpretare la partita secon-do il suo credo tattico, poiché potrà agire in contropiede. Domenica sera, si saprà di più ma ogni risultato è degno di poca sorpresa. Non così sarà all’Olimpico, scenario in cui alle 20.45 avrà luogo Roma-Inter. Il pronostico è tutto dalla parte dei giallorossi, che vogliono riscattarsi dal mez-zo passo falso con il CSKA in Champions League. Capito-lini e Beneamata a braccetto per le fatiche di coppa, ma divisi da ben 11 punti in sole 12 partite. Quasi un match senza storia, se il blasone dei milanesi non richiamasse sussulti di antica memoria. La vittoria in Europa li avrà caricati a dovere, anche se con gli ucraini del Dnipro non abbiamo visto una squadra irresistibile. Mancini avrà molto da lavorare. Intanto il passaggio ai sedicesimi di finale è garantito: per il mo-mento basta. Per i nerazzurri uscire indenni dall’Olimpico sarà un’impresa. A oggi, la differenza che c’è con la Roma è abissale, soprattutto nella convinzione. Domenica sera, sapremo se Milan e Inter po-tranno aspirare al terzo posto o se dovranno accontentarsi, anche quest’anno, di fare le comparse. Concludo con un sorriso: finalmente in Euro-pa abbiamo fatto sentire la nostra voce. Quattro vittorie e due pareggi, roba da ricchi. Corriamo il bellissimo rischio di trovare tutte le nostre squa-dre qualificate al prossimo turno. Sarebbe un record, so-prattutto per smentire il luogo comune che il nostro campio-nato è di basso livello. La vedo diversamente: gli altri sono come noi, fin quando non li incontriamo. Il campo dice che siamo in corsa su tutto. Il resto sono chiacchiere. Da Bar.

Milan-Udinese all’insegna dell’Over 2,5

Inzaghi va a caccia di una vittoria che manca da cinque turni

Il Milan di Inzaghi cerca contro l’Udinese di Stra-

maccioni un successo che manca dalla gara di Verona in cui vinse contro l’Hel-las per rilanciarsi in chiave europea. Sono, infatti, ben cinque la gare senza vittoria per i rossoneri con un ma-gro bottino di soli 4 punti

in virtù di quattro pareggi e una sconfitta (quella in-terna contro il Palermo) che hanno frenato la corsa di Menez e compagni. Di fronte c’è un’Udinese che non se la passa meglio e che non vince da quattro turni ma che può contare su un Di Natale motivatissimo a caccia di nuovi record dopo aver raggiunto i 200 gol in Serie A domenica scorsa contro il Chievo. Entrambe le formazioni hanno il loro punto di forza nell’attacco, ma sono accomunate an-che dai numeri non certo esaltanti della difesa: ben 17 i gol subiti dalla difesa rossonera, 15 quelli subi-ti dai ragazzi di Stramac-cioni. Anche in virtù di

questi numeri andiamo in direzione di un Over 2,5 che viene posto in lavagna dai maggiori concessiona-ri italiani intorno all’1,80. Seguendo questa linea ci si può sbilanciare su un successo dei rossoneri con tanti gol nell’incontro (1 + Over 2,5) che viene offer-to intorno al 2,70. Come

‘Primo Marcatore’ le quote vanno in direzione di Icar-di offerto intorno al 4,50, più staccati Palacio (5,50), Guarin (6,5) e Kovacic (7,00), mentre tra i friulani i più gettonati sono Di Na-tale (5,00) e Thereau (7,50). Per i più tecnologici ricor-datevi che, attraverso il vostro Iphone, Smarthpo-ne o Tablet, potete sca-ricare le applicazioni di diversi Concessionari di Gioco che vi permette-ranno di scommettere live sull’evento. Il diver-timento è assicurato ma ricordatevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’.Infine uno sguardo al po-sticipo di domani sera tra Sampdoria e Napoli: sfida

Champions a Marassi dove i blucerchiati di Mihajlovic cercano il sorpasso al terzo posto nei confronti del Na-poli, con le due formazioni separate da un solo punto in classifica. Doriani autori di un inizio di campiona-to fantastico e che hanno subito una sola sconfitta a San Siro contro l’Inter con

un rigore nei minuti finali, mentre gli azzurri, dopo lo shock dell’eliminazione dalla Champions, sono ri-saliti inanellando una serie di 9 risultati utili consecu-tivi ma che arrivano dal pa-reggio deludente al San Pa-olo contro il Cagliari. Tutto fa pensare a una gara equi-librata con gli azzurri che potrebbero avere la meglio in una specie di fiera del gol: interessante il 2 + Over 2,5 che viene offerto oltre 4 volte e mezzo la giocata.In bocca al lupo

Oggi a San Siro è di scena Milan-Udinese e sono

INTER, SORPRENDICIsicuro che il mio amico Stra-maccioni regalerà ai tifosi del buon calcio un ottima partita. I cugini dovranno tenere gli occhi molto aperti perché i friulani sono bra-vissimi nei rovesciamenti di fronte. Hanno quello “sbar-batello” di Di Natale che ti regala giocate gol meravi-gliose. Inzaghi dovrà fare attenzione a non dar spazio a Totò perché per qualsiasi avversaria è una spina nel fianco. La mia Inter, che ho visto abbastanza pimpante in Europa col Dnipro affron-terà una trasferta veramente insidiosa. L’Olimpico è un campo difficile. Ricordo che quando scendevo in campo sentivo i tifosi a pochi passi da me anche se invece nella realtà di questo stadio sono lontanissimi. Provate ad an-dare nelle tribune dietro le

porte e capirete che si vede ben poco. Ma loro, i tifosi giallorossi, sono caldissi-mi e te li senti addosso. Per Mancini sarà una specie di derby perché il suo passato è legato in particolari modo alla Lazio sia da giocatore

che da allenatore. Oggi, ol-tre a quella dell’Olimpico e la sfida di San Siro, c’è un’al-tra grande partita, il derby della Mole fra Juventus e To-rino. I granata, ovviamente, sono il mio secondo amore soprattutto per il ricordo che ho di mio padre per quei colori. Sicuramente sarà una partita spettacolare perché i bianconeri hanno nelle loro file giocatori d’alto livel-lo come Pogbà e Tevez, per non parlare di Pirlo. Un oc-chio domani al Napoli che gli toccherà tastare il pol-so della Sampdoria quarta forza del campionato e an-che li ci sarà da divertirsi.

AllenatoreFilippo Inzaghi

Allenatore Andra Stramaccioni

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Severa Bisceglia Enzo

Occhiuto

bioritmipartita

TRE PUNTI PER IL SORPASSOIl derby pareggiato dome-

nica scorsa ha lasciato un po’ di amaro in bocca ai rossoneri che hanno lotta-to fino alla fine, ma sareb-be potuto andare peggio se fosse entrata almeno una

delle due palle gol sprecate da Mauro Icardi. Il Milan mette in campo, gara dopo gara, la voglia di vincere e lo spirito giusto ma mancano i gol di Torres che latita come centrale d’attacco in area di

rigore. Al tecnico rossonero anche l’impegno di correg-gere i tanti errori sotto rete per evitare a El Shaarawy e Poli di fallire troppe vol-te. Nel tredicesimo turno di campionato Inzaghi ospi-ta l’Udinese e soprattutto ha l’onere di contenere un certo signor Toto Di Natale che ha raggiunto quota 200 gol nella classifica dei più grandi marcatori di sempre.

L’attaccante friulano, come primo obiettivo, punta a raggiungere Roberto Bag-gio a quota 205 e proverà a rosicchiare almeno uno dei 5 gol utili proprio a San Siro. El Shaarawy e compa-

gni sono avvertiti. Inzaghi, nella speranza di riusci-re a contenere Di Natale e compagni, deve preoccu-parsi anzitutto di sblocca-re la situazione in mezzo al campo dove ha palesato ancora una volta notevoli difficoltà a costruire gioco, il rientro di Montolivo po-trebbe non bastare. Manca qualcosa a questo Milan, buona compattezza in di-

fesa e grandi ripartenze che non garantiscono ancora la continuità dei tre punti. Il Diavolo deve tornare a vin-cere e la poca qualità della rosa dà poche garanzie in questo senso con il rischio

di non raggiungere l’unico obiettivo della stagione: il terzo posto. Una delle due squadre, appaiate in classi-fica, oggi potrebbe fare lar-go all’altra e se guardiamo le statistiche degli ultimi 5 scontri diretti, l’Udinese è in vantaggio per 3-2. Arri-vare a questa sfida con un pareggio in csa col Chievo non esalta neppure i friu-lani ma rossoneri hanno

un po’ deluso le aspettative e sul campo, delle tante oc-casioni avute più dell’Inter una sola è andata a segno. Urgono punti utili a risali-re la classifica per non per-dere di vista il terzo posto.

Il Milan arriva a que-sto match con un po’

di preoccupazione, la deludente prestazione nel derby di domeni-ca scorsa ha messo in luce ancora una volta i problemi della squadra. Inzaghi ha bisogno dei tre punti per dare mo-rale e fiducia alla squa-dra, la stessa fiducia le la dirigenza rossonera

ha riposto in lui. In que-sto momento il Diavolo è fuori dalla zona Euro-pa e se Totò Di Natale si trova in giornata giusta rischia di allontanarsi ulteriormente. Di contro la Stessa Udinese non vive il suo momento più florido e 2 punti nelle ul-time quattro giornate po-trebbero mettere fuoco a Stamaccioni che non

gradirebbe un secondo esonero. Inspiegabile il rallentamento di marcia dei bianconeri, dopo una partenza di campionato col botto, l’ultimo mese sono sembrati lonta-ni cugini di loro stessi. Una vittoria consenti-rebbe il sorpasso della squadra di Stramaccioni e darebbe morale a tut-to l’ambiente rossonero

TOTO

panc

hina

?

Occhio a Di Natale

Il pareggio dell’ultimo derby tra Milan e Inter

ha soddisfatto solo il suo Presidente Silvio Berlusco-ni, non certamente i tifosi. L’insoddisfazione è ancora maggiore al pensiero che al Milan, sarebbe bastato davvero poco per vincere, secondo la teoria dei bio-ritmi, non convocando il giocatore del Ghana Mi-chael Essien, che si trova-va in uno stato psicofisico altamente “critico”. Certo, adesso è inutile piange-re sul latte versato, dopo questa delusione al Milan serve una reazione imme-diata: ritornare finalmente alla vittoria dopo cinque partite (quattro pareggi ed una sconfitta) e recuperare cosi, in parte, questo de-ludente derby. L’occasione d’incontrare oggi l’Udi-nese è veramente ghiotta. Lo dicono le analisi bio-ritmiche eseguite sulle due probabili formazioni che scenderanno in campo a San Siro. La loro lettura certifica infatti che il valore medio riguardante lo stato di benessere psicofisico del Milan di 6,09 è decisamen-te superiore a quello della squadra friulana di 5,99.

FINALMENTE MILANOggi il sorpasso

Quindi, secondo il pen-siero bioritmico, il prono-stico dovrebbe favorire la squadra rossonera e farle fare un balzo in avanti di tre punti. Ogni partita ha

la sua storia, però se Pippo Inzaghi tenesse conto dei dati bioritmici dei propri atleti, questi potrebbero essere decisamente ispi-ratori. Anche la prova del nove bio dovrebbe avvan-taggiare i padroni di casa con una terna di valori po-sitivi 6,10 al di sopra della media. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, il Milan risulta più tonica e resi-stente agli scontri con 6,19 contro il 5,98 degli ospiti. Dal punto di vista emoti-vo gli uomini di Pippo con 6,10 d imostreranno mag-gior grinta e personalità rispetto al passato recente e più concentrazione dei veneti con 5,98. Sul fron-te delle energie intelletti-ve ed intuitive i rossoneri saranno più perspicaci ed intraprendenti con 6,07 rispetto agli antagonisti con 5,94. I più incisivi e determinanti si dimostre-ranno : Honda 6.49, Van Ginkel 6.47, El Shaarawy e De Jong 6.45, Menez 6.35 da parte rossonera, e Di Natale 6.40, Widmer 6.49, Thereau, Pinzi e Danilo 6.50 da parte bianconera. Al campo l’ultima parola.

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Infermeriarossonera

statistiche

MarjljaBisceglia

Fernando Torres,

Marjlja Bisceglia

attesissimi i suoi golRossoneri in ritardo con

i tre punti da oltre un mese e, se vogliono allon-tanare la crisi e lasciare Pippo Inzaghi sulla pan-china, contro la squadra di Stramaccioni non sono ammesse scuse. Al Milan serve vincere per il mora-le e soprattuttoper la clas-sifica. Milan e Udinese, in Serie A, al Meazza si sono scontrate 39 volte e le sta-tistiche non lasciano dubbi, la vittoria, almeno questa, è dei rossoneri che han-no raccolto bottino pieno in 22 occasioni a dispetto delle sole quattro vittorie friulane. I pareggi sono 13. Anche il numero dei gol danno ragione al Diavolo, 91 contro i 43 messi a se-gno dall’Udinese. L’ultima vittoria che Totò Di Nata-le ha potuto festeggiare di ritorno da San Siro risale al 19 maggio 2007 por-tando a casa un bellissimo 2-3, a segno Asamoah, Di Natale (manco a dirlo) e Barreto per i bianconeri e per il Milan inutilmente andati in rete Costacurta e Gourcuff. Questa sconfitta

non ha danneggiato i ros-soneri che quattro giorni dopo conquistano contro il Liverpool la Champions League ad Atene grazie alla doppietta di Pippo Inzaghi. Di Natale, domenica scor-sa in casa contro il Chievo ha festeggiato le 200 reti, oggi ha la possibilità di av-

vicinarsi a Roberto Baggio (205 gol) nella classifica dei migliori marcatori. Occhio all’attaccante napoletano, l’occasione è molto ghiot-ta e soprattutto ci ha preso gusto. Al Milan manca-no tanto i gol di Fernando Torres che rischia di spro-fondare in una vera cri-

si. Questa gara potrebbe mettere in seria difficoltà il tecnico rossonero che non può assumersi tutte le responsabilità, la rosa a di-sposizione forse è poca cosa rispetto alle aspettative di inizio stagione. Il rischio di non riuscire ad agguantare il terzo posto è molto alto.

Ancora qualche problema per tecnico rossonero Fi-lippo Inzaghi. L’incontro con la squadra allenata

dall’ex tecnico nerazzurri Andrea Stramaccioni lo co-stringe a rinunciare ai tre attaccanti Abate ancora sof-ferente per la tendinopatia achillea. Alex, il cui rientro in rosa è previsto per metà dicembre, deve recupera-re la lesione al flessore mediale e De Jong, ultima tegola in casa rossonera, per un problema al bicipite femorale.

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5domenica 30 novembre 2014

Alessandra Caronni

l’ospite

Il ganese, almeno fino al 2018, da Udine non si muo-

ve, Badu è uno che pensa in grande, nonostante i suoi limiti tecnici. Ha giocato nel Ghana Under 20, Under 23 e nella nazionale maggiore. Con questa ha esordito l’8 giugno 2008 contro il Lesotho dopo una precedente convo-cazione, la prima, risalente al 22 maggio del 2008. Nel mese di settembre dell’anno successivo è stato convoca-to dalla Nazionale Under 20 per disputare i Mondiali di categoria in Egitto. Il 16 otto-bre 2009 ha segnato il rigore vincente nella finale dei Mon-diali Under-20 contro il Brasi-le, permettendo al Ghana la vittoria del Mondiale, di cui ri-sulta essere uno dei dieci gio-catori più forti. Quindi, il suo

Chi è

BADU, DAL GANA DIRETTAMENTE A UDINEpensiero va subito alla sele-zione della sua terra. Badu ha iniziato la sua carriera pro-fessionistica nel Berlin F.C. in Berekum, prima della suc-cessiva firma per il Berekum Arsenal nel 2001. In seguito, il 21 maggio 2007, ha debut-tato nel campionato ghanese. A inizio luglio dell’anno dopo ha lasciato l’Arsenal Be-rekum e firmato un contratto di prestito annuale con l’A-sante Kotoko. Nel 2009, gra-zie a un contratto di prestito semestrale, e con un’opzione fino al 30 giugno del 2012, passa al Recreativo de Huel-va. Un dettaglio questo che non è stato notato e tantome-no esercitato dal Recreativo: così che Badu nel mese di settembre, sempre del 2009, ritorna all’Asante Kotoko. A gennaio 2010 si trasferisce in Italia. Arriva all’Udinese e il 28 marzo 2010 esordisce nel nostro campionato. Entra nel finale di Fiorentina-Udinese a giochi praticamente fatti (4-1).

Emmanuel Agyemang-Badu è nato nel distretto di Berekum, in Ghana, il 2 dicembre del ’90, è un centrocampista in grado di disimpegnarsi in più ruoli. Tuttavia, rende benissimo quando gioca da centrale davanti la difesa. È forte, re-sistente anche se non dottissimo a livello tecnico. Sembra di veder giocare i media-ni di un tempo.

La visita a Milanello di almeno due ore del le-

ader indiscusso rossonero Silvio Berlusconi ha por-tato carica ad un ambiente che ne ha tanto bisogno in questo momento di qua-si stasi. Nel post derby la squadra e lo staff tecnico sono investiti ancora della fiducia che ha come obietti-vo finale la conquista di un posto in Champions. Ber-lusconi si dice soddisfatto della prestazione messa in campo contro l’inter, per essere riuscita o contene-re Kovacic e compagni. Un po’ di rammarico an-che per il presidentissimo rossonero per la ghiottis-sima palla gol fallita da El Shaarawy: “Quando tiri stai con la testa più bassa, se tiri con  il corpo troppo all’indietro il pallone  va alto. Ricordati di metterti

BERLUSCONI SOSTIENE I SUOI INVITANDOLI A VINCERE

più avanti con la testa così il tiro va più basso, il ciuffo riempilo di cose pesanti così ti viene normale abbassare la testa e il tiro va basso”. Berlusconi rinnova anche la sua piena disponibilità nei confronti della squadra dopo la lunga pausa degli anni precedenti che l’han-no visto troppo impegnato su altri fronti. Il consiglio per il tecnico Pippo In-zaghi è quello di maggior turnover affinché nessu-no si senta escluso dall’o-biettivo comune di fare bene. Un quasi ultimatum però Berlusconi l’ha dato: ad ogni partita il Milan deve fare un passo avanti, devo mettere in campo un continuo miglioramento. Quindi Inzaghi è avvisa-to, nelle prossime partite sarà contemplata unica-mente la vittoria, a partire

da oggi contro l’Udinese. I primi tre punti sono as-solutamente alla porta del

Diavolo. In caso di falli-mento potrebbe iniziare ad aprirsi per SuperPippo

la porta del dubbio di aver mal riposto la fiducia in lui. Inzaghi questo lo sa e

non deluderà il suo presi-dente e soprattutto i tifosi.

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Spesso nel calcio le gran-di sfide diventano belle ed

elettrizzanti quando in cam-po scendono gli ex di turno. Roma–Inter, una delle partitis-sime della 13esima giornata di campionato, ne presenta ben cinque. Tre giocatori, Osvaldo, Dodò e Andreolli, indossano la maglia nerazzurra, mentre gli altri due (ex Inter) Maicon e De-stro, vestono quella giallorossa. La gara dell’Olimpico avrà un sapore particolare soprattutto per Maicon Douglas Sisenando, chiamato semplicemente Mai-con che, dopo un mese e mez-zo di stop per un infortunio al ginocchio, questa volta, a diffe-renza dello scorso anno quando dovette rinunciare sempre per problemi fisici alle due gare di campionato, non intende asso-lutamente saltare la sua prima sfida in maglia giallorossa con-tro la sua ex squadra. Tantissimi infatti sono i ricordi di Maicon in maglia nerazzurra, ad iniziare dal suo arrivo in Italia nel 2006, quando con Mancini prima e Mourinho, a partire dalla sta-gione 2008 riuscì a vincere ben 11 trofei in sei stagioni, diven-tando uno dei leader dell’Inter vincente in Italia e nel mondo. Non tanto felice sono invece le due stagioni di Osvaldo disputa-

Roma–Inter, una grande sfida per tanti ex

te con la Roma dal 2011 al 2013. Pur realizzando 27 gol in cam-pionato in 55 partite, Simba, come lo chiamavano i supporter giallorossi non ha mai avuto un ottimo rapporto con la società e i tifosi. Scritte ingiuriose contro

la sua abitazione, lo costrinsero a lasciare la società giallorossa per approdare poi in Inghilterra con il Southampton. L’arrivo all’In-ter, comunque, a distanza di due anni, sembra aver trasformato l’argentino, che proprio nella capitale, potrebbe far valere la sua rivincita rispondendo con il gol nella sfida con l’altro ex difensore ed avversario Maicon in una gara che, senza dubbio, si annuncia spettacolare. Caricato a mille anche il giovane Dodò. Il difensore brasiliano si è bene integrato nel gruppo nerazzur-ro. Proprio contro la Roma, da-vanti a Sabatini, che lo ha ceduto forse frettolosamente all’Inter, potrebbe esplodere la rabbia di un giovane che, oltre alle ragaz-ze piace ai tifosi nerazzurri per

Luigi Rubino

i cugini

di ieri e di oggi

il suo impegno, per il dinamismo e la velocità ha meritanto la fiducia di Maz-zarri prima e quella di Mancini subito dopo. I suoi cross potrebbero rivelarsi un’arma vincente, capaci di far ammu-tolire il caloroso pubblico dell’Olimpi-co. Non solo Maicon, l’altro pericolo per l’Inter porta il nome di Mattia Destro. Il giocatore, cresciuto nelle giovanili ne-razzurre, potrebbe essere inserito subito da Garcia nell’undici titolare anti Inter, in varie occasioni ha dato dei dispiace-ri ai tifosi della beneamata realizzando reti decisive con la maglia giallorossa.

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7domenica 30 novembre 2014

Milan Club Tirana GiovanniLabanca

La passione e la fede calcistica, come si sa, non conoscono

confini e si può, a ragion vedu-ta, affermare che l’allocuzione trovi massima applicazione nel mondo del tifo calcistico. E suc-cede, naturalmente, anche per il Milan poter contare su una vasta tifoseria sparsa in tutto il globo terrestre. In questa occa-sione ci occuperemo del Milan

Albania?“Negli anni ’90, dopo la caduta della dittatura comunista, tutti gli appassionati di calcio hanno avuto l’opportunità di guardare per televisione il grande Milan di Van Basten, Gullit, Baresi, Savicevic, e da allora la passio-ne per il Milan è stata trasmessa di generazione in generazione, fino ad arrivare all’esplosione di oggi, anche se ultimamente, la situazione societaria e della stes-sa squadra, non ci rallegra tanto. Si balbetta e non riusciamo più a ritrovare il bandolo della matas-sa. Chiediamo maggiore impe-gno, anche alla Società che non

“Sì, In uno dei nostri viaggi a Milano abbiamo avuto l’oppor-tunità di visitare Milanello, dove abbiamo incontrato: Balotelli, Poli, Pazzini, Rami, De Jong, anche Braida che si sono dimo-strati molto gentili e accoglienti con noi. Proprio per questo colgo l’occasione per ringraziarli, dalle colonne di Stadio5, a nome del Milan Club Albania”.Cosa pensi delle voci su un pos-sibile passaggio di proprietà? Destabilizzano l’ambiente? “Credo che se il Milan è il Club più titolato al mondo la maggior parte dei meriti siano da attri-buire a Silvio Berlusconi, anche

Club di Tirana. Per conoscerlo meglio, abbiamo avuto il pia-cere di incontrare il presiden-te del club Elton Guanjacku, a Milano per assistere al derby. Non è particolarmente con-tento del pareggio, ma non si dispiace del punticino guada-gnato contro i rivali di sempre. “Effettivamente, ci dice Elton, mi sarei aspettato di più dalla squadra, viste le premesse che con Inzaghi sembravano più con-crete degli altri anni. Evidente-mente, c’è qualcosa che non sap-piamo individuare possa essere la causa strana che attanaglia la squadra nei momenti decisivi: con l’Inter si doveva chiudere la partita, ma ci è mancata la for-za, più che l’impegno tattico”.Dimentichiamo in fretta que-sta delusione e parliamo del tuo Milan Club. Da dove deriva tanta passione per il Diavolo, tanto accorato tifo per i nostri giocatori? “Il Milan Club Albania è stato creato circa un anno fa a Tirana da un gruppo di appassionati. Siamo regolarmente registrati all’AIMC, gli iscritti al nostro club sono più di cento e orga-nizziamo eventi a Tirana per se-guire il Milan e spesso anche in trasferta“.Come spieghi il fatto che il Milan abbia tanto seguito in

può sempre aspettare l’arrivo del Cavaliere per risollevare le sorti di un grosso Club come il nostro”.Come e dove seguite le partite del Milan? Avete un luogo pre-ferito e scaramantico?“Niente di tutto questo. Ci ritro-viamo, di solito, nel nostro bar, dove ha sede il Club. Qui seguia-mo le partite in sana compagnia e divertimento e, nonostante i ri-sultati negativi, le presenze non sono in calo, anzi, quello che si nota ancora di più è l’amore per il Milan che non finisce mai. Gli anni passati, siamo stati anche a S. Siro per seguire le partite contro il Barcellona e contro l’At-letico MADRID, sospinti dalla indomabile passione, come la nostra aquila, tanto che i duemi-la chilometri che ci separano da questo stadio magico non sono un ostacolo per noi tutti, abituati a ben altri sacrifici”.Qual è il giocatore che seguite con più affetto? “Il mio giocatore preferito resterà per sempre Paolo Maldini. I tifosi del Milan in Albania hanno visto giocare grandi campioni, come Shevchenko, Kakà, Inzaghi, Ne-sta che, purtroppo, fino ad oggi, non sono stati sostituiti ancora da giocatori all’altezza”.Avete mai avuto modo di cono-scere di persona qualche gioca-tore?

se, negli ultimi anni, sembra che abbia perso la passione per il Milan, dovuta anche alla crisi economica che influisce forte-mente sui risultati della squa-dra. Secondo me, ci sono due modi per riportare nuovamente il Milan sul tetto del mondo: o si punta sullo stadio di proprietà, il marketing, e una pianificazione precisa e dettagliata o la vendita delle azioni da parte della fami-glia Berlusconi, come hanno fat-to club come PSG, Manchester

City e Chelsea. La speranza di tutti i tifosi è quella di rivedere il Milan di nuovo sul tetto del mondo”.Taçi, noto petroliere albanese, con la sua azienda è uno dei main sponsor del Milan. Sa-

resti felice se fosse lui il nuovo presidente? Come vedi la sua figura? “Noi albanesi saremo sempre grati a Rezart Taçi perchè ha portato il Milan per la prima volta in Albania, realizzando

il sogno di tantissimi fan. Però come presidente del Milan sono convinto che sia più appropriato Berlusconi, ma con la voglia e la passione che aveva fino a poco tempo fa”.Hai visto la partita con l’Inter con altri 200 tifosi, quali sen-sazioni ne hai ricavato in fatto puramente emozionale?“Devo confessare che siamo an-cora un po’ delusi. La sensa-zione di uno stadio pieno fino all’inverosimile, è bellissima e toccante. Non la dimentichere-mo facilmente. Per tornare alla squadra, sottolineo la necessità assoluta che non si possa andare avanti senza un progetto serio e soprattutto non si può pensare di poter competere in Europa con giocatori ormai sulla via del tramonto. Speriamo di vedere un cambiamento di rotta”. Si spengono le ultime luci a San Siro, mesto e senza la gioia del-la vittoria tanto attesa, il popolo albanese segue il suo presidente Elton verso l’aereo che lo ripor-terà in Patria, mestamente, ma pur sempre felice di aver tifato con passione per la squadra del cuore.

Un po’ di storia dei Milan Club più importanti ed at-

tivi. Merita una menzione spe-ciale quello di Dalmine, la città dei ponteggi, in provincia di Bergamo. E’ stato fondato nel 1985, da un gruppo di amici uniti dalla stessa passione per i colori rossoneri (nella foto il primo direttivo). Il gruppo piano piano è cresciuto, fino a superare i 200 iscritti. Il primo presidente è stato il dottore Pa-lamara, che ha ricoperto la cari-ca sino al 1988, seguito da Enzo Martinelli sino al 1991, al quale è subentrato Leonardo Saggia, ancora oggi ben saldo sulla sua poltrona.Il Club, soprattutto nei primi anni di vita, ha organiz-zato numerose attività sia lega-te al Milan che al sociale. Tra le tante ricordiamo le trasferte per San Siro e quelle storiche di Barcellona e l’organizzazione di marce non competitive per aiutare il volontariato con una

Milan Club Dalminespeciale raccolta fondi. La sede ha visto varie collocazioni, ma dal 1992 è fissa presso un bar di Dalmine, dove tutti i venerdì sera c’è la riunione per discu-tere sui temi vari che il Milan offre, per le sue alterne fortune. Il simbolo del Club è “l’anten-

na”. Il club per due volte, nel 1994 e nel 2006, è stato invitato a Milanello ed è stato sempre pronto a rispondere alla inizia-tive organizzate dall’AIMC, con la collaborazione di altri Milan Club, La vita del Club va avanti, sempre più sorretta dall’antica passione che ne ha determina-to la nascita, guidata com’è da un direttivo di prima classe.

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domenica 30 novembre 20148

GiovanniLabanca

gli ospiti

Abbiamo cercato a fondo nella nostra memoria per

trovare quale fosse l’anima aral-dica dell’Udinese, ma non sia-mo stati fortunati. Non esiste nessun emblema che si identifi-chi con la squadra friulna, come avviene, invece, per le altre Bi-scione, Zebra, Ciuccio, Aquila e così via. Abbiamo scoperto, in compenso, che nella sua sto-ria iniziata nel lontano 1896, ben quattro stemma, riporta-ti fedelmente sulle magliette bianconere, ma già cambiate tre volte. Non ci sembra, tuttavia, una mancanza grave, se consi-deriamo che non è questo ciò che conta nella vita di un club. L’importante sono i fatti, la filo-sofia di vita, un progetto credi-bile della Società che tracci con fiducia il suo cammino, con un aratro ben tagliente che sappia

Diavolo alla “Friulana”ben preparare un campo che poi dia i frutti desiderati. Questo è quanto avviene da tempo per l’Udinese. Non ci sono in testa ai dirigenti grandiosi progetti, ma piani di una immediata at-tuazione. Il massimo cui aspira da sempre la squadra di Pozzo è la salvezza immediata, accon-tentandosi di quello che di più potrebbe arrivare e, soprattut-to, agire secondo una precisa logica commerciale di mercato: “allevare” baldi giovanotti da mettere poi sul mercato, nella speranza di trasformarli in so-nanti quattrini di cui c’è sempre bisogno. Avviene così da sem-pre e la politica di mister Gui-dolin è stata sempre premiata. Ora che questi, arcistufo della panca, siede su una poltrona più comoda tra le alte sfere del-la dirigenza, nulla è cambiato, con Andrea Stramaccioni, anzi, superati i primi momenti l’U-

dinese ha trovato il suo assetto in classifica, quello che le com-pete. Tutti sono felici e contenti, anche perchè il vero pezzo da novanta è sempre nelle carte in mano loro, quel Tonino Di Na-tale che, come i vini friulani, invecchiando diventa sempre più buono. Oggi, al cospetto di un povero costipato Diavolo, gli undici giovanotti di Udine, non avranno paura a utilizzare tutte le munizioni in loro possesso, velocità e centrocampo mobile a tal punto da poter imbrigliare quello avversario che dà segnali preoccupanti di atavica statici-tà, puntando molto sull’effetto “freccia” del loro centravanti. Con Guidolin i friulani han-no sempre fatto vedere un bel gioco in ogni occasione e figu-rarsi se gli stessi non abbiano voglia di tentare il colpaccio a San Siro, non più terra proibita ed impossibile da conquistare.

E’ anche il giusto e pur sempre prestigioso palcoscenico su cui mettere in bella mostra i suoi nuovi gioielli, pronti a cederli al migliore offerente, spaparanzati nella calda tribuna. Tanto per dare un logico seguito alla col-laudata linea dell’allevamento di cui abbiamo parlato. I bian-coneri, che fra poco avranno tutto lo stadio nuovo, non fanno mistero alcuno sulle loro inten-zioni “A Milano siamo venuti per non fare da tappeto, ma per scorticare qualcosa alla più bla-sonata avversaria, da portare in regalo alla nostra città, che ci aspetta sempre tornare da non perdenti. Vorremmo anche far fare bella figura al mister che torna nel suo stadio”. Blasone o non blasone, maschera o non maschera, non contano nien-te, se i propositi sono quelli di cucinarsi un bel galletto alla “Friulana” da audaci “Zebrette”.

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9domenica 30 novembre 2014amarcordInteressante la carriera di

Massimo Giacomini che indossa i colori di entrambe le società come calciatore e anche come allenatore. La carriera di calciatore, di ruolo centrocampista, inizia e finisce nella sua città natale, con l’Udinese, con cui fa anche l’esordio in Serie A. Gioca con la società bianconera dal 1957 al 1961 e dopo essere passato al Genoa (due volte) con cui vince il campionato cadetto 61-62 e la Coppa dell’Amicizia italo-francese, alla Lazio e al Brescia approda al Milan (66-68) con cui vince lo scudetto 67-68 grazie ad una sola presenza. Chiusa la carriera di calciatore ha inizio quella da allenatore e sempre nella squadra della sua città. Allena la squadra friulana in Serie C nel campionato 73-74 e vi fa ritorno, da professionista, nel 1977 portando l’Udinese dalla Serie C alla Serie A in due stagioni, conquistando il Torneo Anglo-Italiano e la Coppa Italia di Serie C. Nelle stagioni 79-81 passa al Milan riportandolo in Serie A. Nel 1987 il presidente Pozzo lo vuole alla guida dell’Udinese, ma sarò esonerato dopo solo 5 giornate. Il centrocampista Giovanni Stroppa cresce nelle giovanili del Milan e, dopo due stagioni in prestito al Monza, fa il suo esordio vincente in Serie A il 27 agosto 1989 contro il Cesena, realizzando uno dei tre gol rossoneri. Con il Milan conquista una Coppa Italiana Primavera (nelle giovanili), una Supercoppa italiana, tre Supercoppa UEFA, due Coppe Intercontinentali e una Coppa dei Campioni. Nelle due stagioni in rossonero segnerà due reti in 35 presenze in campionato. Farà ancora ritorno al Milan nel ’94 per una sola stagione. L’anno successivo si trasferisce a Udine, ma con poca fortuna. La sua carriera in bianconero viene condizionata prima da un grave incidente stradale e successivamente, una volta tornato in campo, da un grave infortunio causato da Salvatore Fresi. Stroppa conta anche 4 presenze nella Nazionale guidata da Arrigo Sacchi e 7 presenze nella Nazionale Under-21 in cui segna anche tre reti. Appese le scarpette al chiodo allena il settore giovanile del Milan e nel 2007 guida la squadra Primavera, con cui vince la Coppa Italia Primavera il 14 aprile 2010. L’attaccante brasiliano Márcio Amoroso, punta rapida con un grande fiuto del gol, arriva all’Udinese

nel 1996, inizialmente in prestito per 800 milioni di lire e subito riscattato a titolo definitivo per 7 miliardi di lire, contribuendo all’eccezionale stagione dei bianconeri che chiude il campionato al terzo posto e l’anno successivo vince la classifica marcatori con 22 reti. Nei tre anni a Udine segna 38 gol. Dopo una parentesi all’estero torna in Italia e firma un contratto di 18 mesi con il Milan, in sostituzione di Christian Vieri passato al Monaco. In rossonero non avrà molta fortuna. Viene utilizzato come quarto attaccante e quindi spesso deve sedere in panchina o in tribuna. In campionato gioca solo 4 partite, segnando 1 gol su rigore all’ultima giornata contro la Roma. Esordisce in Milan-Palermo, quarti di finale di andata di Coppa Italia, e in campionato l’esordio lo farà da ex contro l’Udinese. Nella sua carriera ha vinto 2 Campionati giapponesi, un Campionato Carioca, una Supercoppa italiana con il Parma, un Campionato tedesco con il Borussia Dortmund, una Coppa Libertadores, una Coppa del mondo per club con il San Paolo e una Coppa America. Tutti associano Osvaldo Bagnoli all’unico scudetto conquistato dai gialloblu dell’Hellas Verona (stagione 1984-1985), ma il milanese Bagnoli ha vinto anche uno scudetto come calciatore con il Milan e, sempre con i rossoneri, la Coppa Latina nel 1956. Nasce alla Bovisa, quartiere periferico della città di Milano, e inizia a giocare nell’Ausonia, formazione dilettantistica con cui vince il titolo di campione lombardo Allievi. Nel 1995 viene acquistato dal Milan, di ruolo centrocampista con un potente tiro dalla distanza, per 75 mila lire. Esordisce in Serie A disputando le ultime otto partite della stagione. L’anno successivo, quello dello scudetto e della Coppa Latina, parte titolare, ma dopo 5 giornate deve lasciare il posto a Tito Cucchiaroni. A fine stagione viene ceduto al Verona, dove si ferma tre stagioni, e nel 1960 viene acquistato dall’Udinese con cui segnerà un gol in 11 partite. Tornerà in bianconero nella stagione 57-68 e segnerà ancora 4 reti in 22 presenze. Osvaldo Bagnoli chiuderà la carriera di calciatore all’età di 38 anni, totalizzando 110 partite in Serie A e 209 in Serie B, e quella di allenatore, successivamente, a soli 59 anni dopo l’esonero dalla panchina dell’Inter pur avendo ricevute diverse altre offerte negli anni successivi. Oltre allo scudetto e la Coppa Latina vinta, come giocatore, con il

Milan e lo scudetto vinto con il Verona, Bagnoli ha vinto anche, sempre con i gialloblu, il campionato italiano di Serie B, un campionato italiano

GiacominiBagnoli

di Serie C2 con il Fano ed ha vinto il premio individuale “Seminatore d’oro” nel 1984. Sono veramente tanti i calciatori che hanno militato

in entrambe le squadre, solo per citarne alcuni: Beniamino Abate, Giancarlo Bacci, Marino Bergamasco (giocatore nell’Udinese e vice allenatore

Giovanni Stroppa

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domenica 30 novembre 201410

Pietro Battara, incubo del Napoli

Boskov ai tempi del Napoli

giù al nord

Fiore MarroL’ira funesta del “Pelide” Benitez

Non credo sia solo questio-ne del pareggio con il Ca-

gliari, ma il mister pare davvero molto furente, anche nella con-ferenza stampa prima della gara contro lo Sparta, Don Rafè ha perso il suo aplomb e quella sim-patica aria bonaria da zio buono che  lo ha reso amabile agli occhi del popolo napoletano sin dalla prima ora, che sarà accaduto? Sarà per via della sua decisio-ne di lasciare il Napoli fra sei mesi? O forse perché gira e ri-gira, in una stagione e mezza ha compreso che nulla è cambiato tatticamente nonostante siano cambiati alcuni calciatori? Gli errori rimangono tragicomica-mente sempre gli stessi e la col-pa va attribuita certo allo sche-ma troppo ballerino del trainer ma anche allo scarso spessore dei calciatori che gli sono stati messi a disposizione e quindi da

lì, l’incazzatura. A noi tifosi az-zurri dispiace che Benitez se ne vada, io tra l’altro appartenevo alla categoria degli scettici, ma devo ammettere che mi sono ri-creduto sul suo modo di lavora-re. Ha fatto in modo che la squa-dra del Napoli ad oggi risulti, senza timore di smentita, la più europea delle compagini italia-ne, sarà anche per i pochissimi

indigeni che sono nella forma-zione e per la presenza in ogni reparto di calciatori iberici che da sempre prediligono il calcio giocato, quello palla a terra e che in molte azioni d’attacco sono capaci di presentarsi anche in nove davanti alla porta avversa-ria. Gli spagnoli e lo posso con-fermare perché mi è capitato di vedere di persona ciò che sto per dire, non amano il gioco teso solo a difendere; ricordo una bordata di fischi della tifoseria ad un loro difensore solo perché aveva fatto un rinvio in tribuna invece di mettere il pallone giù e distribuirlo rasoterra ad un compagno, insomma un’altra mentalità, sarà per il fatto che in tutti questi lustri nel loro cam-pionato hanno sempre goduto la presenza dei migliori calciatori del momento. Dispiace davvero che proprio ora che aveva messo d’accordo quasi tutti noi abbia deciso di andarsene,  anche se le

ragioni sono sacre, per noi “ter-roni” si sa la famiglia è sacra ed è una delle poche ragioni per cui vale la pena fare sacrifici. Lune-dì sera a Genova avremo modo di conoscere quello che oramai è per tutti il prossimo allenatore della nostra  Unica Fede, Siniša Mihajlović il più italiano degli allenatori stranieri del nostro campionato, anche se lui ha an-

zichè no, il canone inverso di Benitez. Le sue opinioni non solo calcistiche sono spesso con-trocorrente e talvolta per que-sto molto criticate. A lui venne attribuito lo striscione “Onore alla Tigre Arkan”,  il suo amico Željko Ražnatović, che era an-che capo degli ultras della Stella Rossa. Di Ratko Mladić, genera-le accusato di genocidio disse:

“Mladic? Un grande guerriero che combatte per il suo popolo.” Sostenitore del regime di Slobo-dan Milošević, non ha mai ripu-diato le sue origini e le ragioni del suo pensiero non convenzio-nale, pagandone le conseguenze senza mai fare però un passo indietro; insomma dal punto di vista dell’appartenenza iden-titaria non possiamo lamentar-ci, uno tosto davvero, chissà se magari prendendo a cuore Na-poli e i napoletani potremmo  ritrovarci un vero condottiero contro lo strapotere tosco-pa-dano. Al di là di Mihajlović  a noi servono i tre punti per non perdere troppo terreno verso le prime due che a mio avviso non sono migliori della banda Beni-tez. Per chi segue il Napoli dai lontani anni settanta, rievoco la figura di Pietro Battara l’incu-bo dei nostri attaccanti azzurri, talmente impenetrabile la sua porta quando giocava contro di noi, che in una di queste sue performance gli fu dedicata la copertina di  Calcio Illustra-to. Ma su tutti, il mio pensiero è dedicato al Maestro Vujadin Boškov che è venuto a mancare a maggio di quest’anno, un vero trascinatore, la giusta miscela tra Benitez e Mihajlović, alle-natore amato sia dai tifosi della Samp che del  Napoli e che avrà sempre uno spazio nell’angolo del cuore del popolo napoletano anche se tutti noi sappiamo che da lassù tiferà per i blucerchiati.

che il passaporto nostrano, più italianizzato di così non si può. Un personaggio fumantino an-

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11domenica 30 novembre 2014

Luigi Sada

esteroLaura Tangari

campionato

Rischia grosso, sostengono i tifosi granata soprattutto,

la Juventus nel derby della Mole fra i bianconeri e i granata. Il To-rino non ha certo tirato fuori la lingua nella sfida di Europa Lea-gue col Brugge e di conseguenza proverà l’accelerata vincente per bloccare la squadra di Allegri che in campionato viaggia ad alti ritmi. L’occhio di questa do-menica, da parte juventina, è so-prattutto indirizzato all’Olim-

IL TORO TENTA LO SGAMBETTO ALLA JUVE

naio di tifosi che hanno seguito il Napoli in Repubblica Ceca. Al Sant’Elia il Cagliari questo pomeriggio cercherà di respin-gere gli assalti di una Fiorentina ritornata in palla col successo in

Francia col Guingamp mentre il sempre più sorprendente Genoa proverà a difendere il quinto posto in classifica. Dopo il der-by il Milan proverà a tornare alla vittoria affrontando questo pomeriggio a San Siro l’Udine-se, beffata domenica scorsa al Friuli dal pareggio col Chievo. In fine sempre in crisi più pro-fonda, il Parma andrà a Paler-mo dove Iachini ha costruito una squadra di tutto rispetto.

pico di Roma dove i giallorossi di Garcia proveranno con l’Inter a tenere il passo dellaJuve e nel contempo cancellare l’amarezza per il pareggio incassato in zona cesarini a Mosca dal Cska. L’In-

ter del Mancio ha mostrato l’or-goglio della grande squadra bat-tendo il Dnipro con un uomo in meno per l’espulsione di Ranoc-chia rimontando lo svantaggio iniziale. Da seguire con parec-chia attenzione la sfida di Ma-rassi di domani fra Sampdoria e Napoli. I partenopei a Praga con lo Sparta hanno sofferto parec-chio pareggiando e sciupando una valanga di gol che ha fatto imbufalire Benitez e quel centi-

Scintille e alta tensione que-sto pomeriggio fra sout.. e

Manchester che si giocano la se-conda piazza alle spalle dell’im-prendibile Chelsea impegnato ieri a Sunderland. E’ anche l’oc-casione per il lancio del guanto di sfida del nostro Pellè a Kune Aguero, gasatissimo per la tri-pletta rifilata al Bayern Monaco in Champions League. E’ anche

SUPER SFIDA SOUTHAMPTON-MANCHESTER CITY

il giorno di Tottenham-Everton che provano a risalire la classifi-ca. In Bundesliga il Bayern Mo-naco, ieri, ha sfidato all’Empia Stadium l’Herta Berlino cercan-do di cancellare le tossine della sconfitta di Manchester di mer-coledì scorso. Oggi trasferta dif-ficile per i due Borussia: il Mo-enchengladblach, reduce dal 2-2

di Vilarreal, andrà a fare visita al Wolfsburg mentre il Dortmund andrà a Francoforte provando a strappare i tre punti all’Ein-taracht. La squadra di Kloop deve assolutamente risalire la classifica dopo una partenza ve-ramente pazzesca ricamata da mezza dozzina di risultati ne-gativi. Risorge lo stoccarda che lascia fanalino di coda il Verde

Brema espugnando Friburgo con un poker. Nell’anticipo il colpo è riuscito grazie ai gol di Gruezo Wermer e una doppiet-ta di Harmik. Capolavoro riu-scito grazie all’arrivo del nuovo allenatore Stevens. In Francia nell’anticipo di venerdì il Mar-siglia stende per 2-0 il Nantes grazie ai gol di Thauvin e Fanni.

Ieri pronta la risposta del PSG col Nizza. Oggi tre gare in pro-gramma col Lione, attualmente terzo in classifica, che va a gio-carsi la vittoria sul campo del Saint Etienne mentre il Borde-aux, quinta forza del campiona-to, ospiterà il Lille. Posta altissi-

ma per non cadere nella palude della bassa classifica fra l’Evian e il Guingamp, battuto l’altra sera dalla Fiorentina in Euro-pa League. In Liga il Barcello-na prova a rispondere al Real Madrid sfidando in trasferta il Valencia. L’Atlerico Madrid di Simeone aprirà le ostilità odier-ne con Deportivo Lacorunia.

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domenica 30 novembre 201412

Marco Papetti

teatro

Con l’arrivo del freddo il teatro Carcano dall’11 di-cembre propone un raccon-to in tema con la stagione: Il cappotto scritto da Gogol nel 1842 e già al centro di un adattamento cinemato-grafico firmato nel 1952 da Alberto Lattuada con Re-nato Rascel protagonista. Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto rac-conta, tra realismo e iro-nia, la vicenda umana del piccolo funzionario Akàkij Akàkievič Bašmàčkin che vive serenamente della pro-pria anonima attività di copista, sino al momento in cui, costretto dalle conven-zioni sociali e dall’arbitrio

Al Carcano in Cappottodegli arroganti più che dal freddo dell’inverno, acqui-sta un nuovo cappotto, per sostituire il vecchio, troppo liso per essere presentabile. L’arrivo del nuovo indu-mento, comprato dal sarto Petròvič risparmiando fino all’ultimo centesimo, è per lui un evento importante, che sembra fargli guada-gnare il rispetto di colleghi e superiori, finché non gli vie-ne rubato. Inizia così la sua agonia, in una vana ricerca di giustizia. La regia è di Alessandro D’Alatri mentre sul palco saliranno tra gli altri: Federica Fabiani, An-drea Lupo, Giuliano Bru-nazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi e Stefania Medri.

Sabato 6 dicembre al te-atro Manzoni arriva

Peppa Pig con uno spet-tacolo che accompagnerà i presenti in una magica atmosfera per 75 minuti di coloratissima simpatia. Sul palco grandi attori, tra i quali Tiziana Martello, che interpreterà Daisy, la narratrice, ed Emanue-le Buganza, George; en-trambi già conosciuti per essere protagonisti del programma Rai “L’Albero Azzurro”: Tiziana come presentatrice dei giochi per i più piccoli ed Emanuele come anima di Dodò. La regia è di Clausio Insegno.

Peppa Pig a Milano!di Marco Papetti

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13domenica 30 novembre 2014

JE e TOOLROOM presentano UMEKRiccardo Sada

musica

Raccontate i vostri esordi in consolle. “Abbiamo cominciato un po’ per caso e un po’ per gioco. Abbiamo iniziato nel 2012 grazie pro-gramma radiofonico che va tutt’ora in onda ogni venerdì sera su Radio Incontri. Poi sono iniziate le serate in discoteca e questa estate è arrivata la nostra prima produzione discografica, ‘Hey Oh’, uscita su etichetta Saifam”.Come descrivete il vostro genere musicale? “Edm e progressive house. Senza compromessi”.Questa estate avete fatto il vostro esordio al Cocoricò di Riccione, un autentico tempo della dance. “Ci è sembrato di vivere un autentico sogno: suo-nare in una consolle che ospita i migliori djs del mondo, vedere la sua pista ed il suo caratteristi-co soffitto a forma di piramide. Abbiamo com-preso fosse tutto vero soltanto quando abbiamo smesso di suonare e ci siamo tolte le cuffie”. Vantaggi e svantaggi di suonare insieme alla propria sorella? “Esclusivamente vantaggi; la complicità e l’em-patia tra due sorelle è qualcosa di unico. Basta uno sguardo, un cenno d’intesa e tutto diventa più semplice; fattore non da poco, se si pensa che suoniamo alternandoci con un disco a testa. Senza il dovuto affiatamento, come potremmo fare?”. I vostri link? www.malibuproject.comwww.malibuproject.com e www.sistercap.com

Lo sloveno amante del-

la techno UMEK è

da sempre all’avanguardia

della scena dance under-

ground delle ultime due

decadi e questo grazie alle

produzioni con alcune del-

le etichette più rispettate

nell’industria discografi-

ca tra cui Toolroom, Intec,

Spinnin’, Great Stuff e JE

Just Entertainment. Noto

per le sue performance in

alcuni dei più grandi club

del mondo come Space,

Ministry Of Sound e Pa-

cha, UMEK ha collaborato

con colleghi come Pleasu-

rekraft, Jay Lumen, Uto

Karem, Olivier Giacomot-

to, Siwell & Simon Doty.

UMEK è stato presenta-

to allo staff Toolroom nel

2010: da qui è nata l’idea

di realizzare molte tracce e

due compilation della serie

“Toolroom Knights”. “To-

olroom Presenta: UMEK”

unisce il meglio del lavoro

di questo talentuoso dj e

produttore insieme a una

manciata di collaborazioni

con Groovebox, Beltek, DJ

Dan & Mike Vale. Nella

tracklist anche il suo sen-

sazionale rework di “Me-

trum” di Fedde Le Grand

e i classici di casa Toolro-

om come “Unclear Mecha-

nics” e “Love To Dance”.

S I S T E R S C A P DJ S E T A L S I O C A F E ’ D I M I L A N OOriginarie della Puglia ma ormai tosca-ne d’adozione, le Sisters Cap sono due so-relle che in brevissimo tempo hanno dato vita a diversi progetti musicali, declinati sotto forma di radio-show, serate in di-scoteca e produzioni musicali. Il tutto

con la supervisione di Silvio Malibu Project, che ha creduto in loro prima di chiunque altro. Sabato 6 dicem-bre le Sisters Cap tornano a Mila-no, per la precisione al Sio Cafè, dove già avevano suonato la scorsa estate.

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EditoreEdizioni SBMVia Domodossola, 21 MilanoTel/fax 02.36563906Sito internetwww.stadio5.it

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Direttore responsabile GraficaBeppe Vigani - mail: [email protected] Team grafico Edizioni SBM mail: [email protected]

Collaboratori: Andrea Anelli, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Lara Comi, Bianca Ara, , Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011