Bonacini potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in sicilia

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programma politica e cultura 0XVHR $UFKHRORJLFR 5HJLRQDOH 3DROR 2UVL 21 oobr 2011 - or 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi Primo Incontro Il “valore” della cultura per il turismo Saluti delle Autorità Ing. Roberto Visentin Sindaco di Siracusa On. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa Relatori Fabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del Plemmirio Dott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in Sicilia Dott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riqualificazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europei Discussione un’altra

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21 o��obr� 2011 - or� 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi

Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

Salviamo Siracusa

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Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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dedicare al turismo e ai beni culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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Potenzialità economiche della culturae v@lorizzazione negata in Sicilia

Elisa Bonacini

Sono grata alla prof.ssa M.R. Sgarlata e alla dott.ssa B. Basile per avermi invitata a parlare in que-

sta occasione e sono onorata di farlo in questa sede. I due temi che mi accingo a trattare sono intima-

mente legati fra loro: il ‘valore’ della cultura e le for-me di comunicazione e valorizzazione del patrimo-nio culturale attraverso il medium di Internet.

Il ‘valore’ della cultura

Nel rapporto Confcultura 2009, commissionato alla PriceWaterhouseCoopers (PWC), emerge

con chiarezza la ricchezza del patrimonio artistico-culturale nazionale rispetto ai principali competitors mondiali: l’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, 2.000 aree e parchi archeologici e 45 siti Unesco:

Le opportunità che potrebbero derivare dal set-tore culturale e artistico sono indicate come fonte primaria di generazione di valore economico per il settore delle industrie culturali e creative1 e per l’in-tera economia, ma dallo studio emerge chiaramente come questo potenziale culturale ed economico sia fortemente inespresso, non consentendo all’Italia di averne un adeguato ritorno in termini di P.I.L., di oc-cupazione e di quelle esternalità positive che scaturi-rebbero all’indotto e dall’indotto.

Vi presento i dati del fatturato del settore cultura-le e creativo ricavati nello studio commissionato nel 2006 dall’Unione Europea alla Kea European Affairs:

2003: € 636 miliardi fatturato per settore culturale e creativo = 6,4% P.I.L. europeo

(€ 271 miliardi industria automobilistica nel 2001; € 541 miliardi industria tecnologie avanzate nel 2003)

€ 260 miliardi fatturato per il solo settore culturale=

2,6% P.I.L. europeo

Torniamo all’Italia: scendiamo un attimo nello specifico del ‘peso’ economico analizzando il valo-re aggiunto del settore turismo, cultura e creatività dell’Italia rispetto ai suoi maggiori competitors euro-pei nel settore.

Per quanto riguarda il peso del fatturato del settore culturale e creativo sul P.I.L. di Germania, Regno Uni-to, Francia, Italia e Spagna, si evidenzia che tra il 2005 e il 2008 vi è una sostanziale stabilità, attestandosi in Italia nel 2008 a € 104 miliardi, posizionandosi dopo UK (circa € 190 miliardi), Germania (€ 158 miliardi) e Francia (€ 166 miliardi). Ultima compare la Spagna con un fatturato di € 61 miliardi.

Leggendo più attentamente i dati, diviene eviden-te come il settore culturale e creativo non sia adegua-tamente messo a frutto nel nostro Paese.

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Figura 1 (nostra elaborazione da Confcultura 2009, p. 18)

Figura 2 (dati da Kea European Affairs 2006, p. 73, tab. 4)

Figura 3 (da Confcultura 2009, p. 9)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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Il rapporto con il P.I.L. si attesta al 2,2% nel 2005-2006, raggiungendo il 2,3% nel 2007-2008: valori poco superiori a quelli di Spagna (2%) e Germania (2,2%), ma inferiori a Francia (3%) e Regno Unito (3,3%). Come si evince dalla tabella, pur avendo il patrimo-nio culturale maggiore al mondo, il nostro fatturato è quasi il peggiore tra i top 5 paesi culturali europei.

Ma se osserviamo in dettaglio il valore di Turismo e cultura a livello aggregato, possiamo vedere come i due settori forniscano un contributo ingente alle eco-nomie dei principali paesi europei, contributo che da solo rappresenta la seconda o terza voce delle rispet-tive economie, coprendo in media il 14% del P.I.L. na-zionale (in valore assoluto). Una classifica che vede svettare la Spagna col 21% e € 227 miliardi e posi-zionarsi ai poli opposti Italia (13%, € 203 miliardi) e Germania (12%), che però è prima per quantità di ric-chezza prodotta, circa € 300 miliardi.

In realtà, dunque, a ben comprendere i dati insie-me, siamo il paese che fa peggio in termini assoluti di produzione di ricchezza e di incidenza sul P.I.L.

L’Italia, in questa maniera, risulta ben lontana dal-le performances dei suoi più diretti competitors culturali che riescono ad avere fatturati più alti o più ‘pesanti’ del nostro in termini di P.I.L. grazie a una sapiente valorizzazione economica della cultura.

È proprio la capacità di produrre fatturato a co-stituire l’aspetto di maggiore criticità. Come a dire che, al di là delle maggiori o minori risorse storico-artistiche, conta in primis la capacità di metterle a sistema, di fare promozione con efficacia e di impa-rare a fare adeguate politiche di comunicazione, va-lorizzazione e marketing culturale, ovvero, nel sen-

so più positivo del termine, a sapere adeguatamente mettere a frutto la nostra offerta culturale.

Dallo studio della Bain & Company sulle poten-zialità di sviluppo del turismo culturale in Italia, presentato nel novembre 2009, si è calcolato che se solo l’Italia riuscisse ad adeguare i suoi standard di efficienza nel settore del turismo culturale a quelli attuali (e decisamente concorrenziali) della Spagna, investendo nel settore culturale, potrebbe far cresce-re di un punto percentuale il P.I.L. italiano, creando nel contempo all’incirca un milione di nuovi posti di lavoro (+ 5%). Sono queste le potenzialità ancora ine-spresse dell’economia culturale del nostro Paese.

Adeguamento standard di efficienza a quelli spagnoli:

+ 1% del P.I.L.

+ 5% occupazione

Investendo sul settore culturale sarebbe possibile, infatti, avviare un processo virtuoso in grado di coin-volgere anche altri settori correlati ad esso in modo sinergico: infrastrutture, artigianato, industria ed al-tri servizi.

Il ‘caso Bilbao’ e il ‘caso Torino’

Sono già numerosi gli studi in grado di di-mostrare che laddove vi sia maggiore inves-

timento in cultura aumenta la qualità della vita, di-minuisce la criminalità e di conseguenza cresce la capacità di attrarre investimenti.

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Figura 4 (da Confcultura 2009, p. 7)

Figura 5 (dati da Bain & Company 2009, pp. 13-14)

Figura 6 (da Bain & Company 2009, p. 14)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altraNon voglio rimanere nel vago, ma porto due

esempi ormai classici delle ‘esternalità’ positive che l’investimento in cultura provoca sul settore econo-mico e sociale.

Il primo fra tutti è il ‘caso Bilbao’ e il cosiddetto effetto Guggenheim.

Gli analisti ritengono infatti che la costruzione del museo, nel 1997, abbia guidato la rinascita della capi-tale basca, che solo un ventennio fa aveva un tasso di disoccupazione del 25% e una percentuale di tossico-dipendenza tra le più alte in Europa. Impressionanti i dati economici al riguardo, provenienti dagli studi commissionati nel 2006 e nel 2009 dall’Unione Euro-pea alla Kea European Affairs:

“Avendo aperto i battenti nel 1997 nel 2005 il museo ha recuperato l’investimento fatto per la costruzio-ne dell’edificio, ma moltiplicando la somma per 18. I ricavi diretti (i biglietti venduti, i profitti dei negozi, ris-toranti e caffè del museo, i profitti della sponsorizzazi-one e i profitti diretti provenienti dall’organizzazione degli eventi speciali) ammontarono a € 26 milioni nel 2005. I ricavi indiretti derivanti dai ristoranti, dai bar e dai caffè in città, dai negozi, dagli alberghi e da altri alloggi, e anche dal tempo libero, ammontavano a € 139 milioni nel 2005”2.

La ricaduta economica e sociale di questa ‘icona culturale’ in una città post-industriale, socialmente e culturalmente depressa, è stata impressionante, com-portando, quale benefit a breve termine, una trasfor-mazione globale dell’immagine della città. Il turismo d’oltreoceano tra il 1994 e il 2000 è cresciuto del 43% e quello domestico del 58%3.

Il Gugghenheim di Bilbao è subito diventato uno di quei musei che in Economia della Cultura e dei Musei o in Museologia si definiscono superstar.

Dell’effetto Gugghenheim ha risentito tutta la città: i tassi di malessere sociale legati a disoccupazione e tossicodipendenza sono vertiginosamente diminuiti ma si è verificato anche quel fenomeno noto in Eco-nomia come bandwagon, ovvero ‘trascinamento’, per cui anche il piccolo museo che si trova di fronte al Gugghenheim ha notevolmente migliorato le sue ‘prestazioni’.

Passiamo al ‘caso Torino’: l’analisi dei risultati del Progetto capitale culturale, promossa dalla Divisione Servizi Culturali della Città di Torino, è stata incen-trata sullo sviluppo del settore culturale come gene-ratore di ricadute positive sul territorio in termini di benessere sia meramente economico che sociale-culturale, quantificando l’impatto economico e le ricadute finanziarie che il settore è stato in grado di

innescare, dimostrando come “le esternalità positive prettamente monetarie sono di una portata tale da giustificare un incremento degli investimenti rispet-to ai valori attuali”4. Nonostante i dati della ricerca riguardino il 2006, anno in cui Torino ha ospitato i XX Giochi Olimpici Invernali, gli studiosi hanno eviden-ziato una ricaduta a lungo termine per tutto il 2007, con un effetto di ricaduta permanente dell’80%.

A fronte di investimenti per € 320 milioni, il flus-so economico generato è stato pari a 1,72 miliardi di euro l’anno: la ricerca ha dimostrato, in questo caso, “che l’effetto leva degli investimenti in cultura pro-duce oltre 5 euro e mezzo per ogni euro investito”5.

Una idea delle ricadute economiche e sociali di un ‘sistema’ basato sull’investimento nella cultura è for-nito da questo schema:

Sono significativi anche i ‘numeri’ presentati nel report effettuato da The European House Ambrosetti sul turismo culturale nell’ambito del progetto Florens 20106:

“100 Euro di incremento di PIL nel settore cultu-rale generano un aumento di 249 Euro di PIL nel si-

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Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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Figura 7 (da Farina 2003, p. 72)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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stema economico, di cui 62 Euro nella sola industria manifatturiera”.

A questo punto, conclude The European House - Ambrosetti, risulta “[…] evidente che possibili tagli alla Cultura nel nostro Paese non solo danneggiano il patrimonio artistico e culturale, indeboliscono la crescita sociale e riducono la possibilità per cittadini e turisti di usufruire di prodotti e servizi di valore, ma si ripercuotono negativamente anche sulla cre-scita dell’intera economia: a titolo esemplificativo, applicando i moltiplicatori economico-statistici, una riduzione di 500 milioni di Euro del PIL del settore culturale, imputabile ad esempio ad un taglio dei fi-nanziamenti, si tradurrebbe nella mancata attivazione di 1,2 miliardi di Euro di PIL nazionale, di cui oltre 300 milioni di Euro nel solo comparto manifatturiero”7.

La ‘percezione’ del concetto di cultura

Numerosi studi sono stati condotti anche sulla ‘percezione’ del concetto di cultura fra le va-

rie nazioni: secondo The European House Ambrosetti il 34% degli italiani associa l’idea di ‘vacanza ideale’ a ‘città d’arte’, rivelandosi particolarmente alta rispetto ad altri paesi: in Spagna la percentuale è di 25%, negli Usa e nel Regno Unito è del 20%, in Francia del 14% e in Germania dell’8,5%.

Questi dati non sono mere esercitazioni statistiche ma dovrebbero aiutare ad indirizzare correttamente le politiche culturali e creative di una regione, dal momento che:

“La scelta di puntare sul turismo culturale richiede una attenta valutazione delle ‘reali’ aspettative cultu-rali dei potenziali turisti. Le scelte turistiche vincenti si connotano sempre più come pacchetti dove è pos-sibile unire differenti aspetti ed esperienze. […] pun-tare solamente sulle città d’arte e sui luoghi ricchi di storia e cultura per attirare i turisti stranieri potrebbe non essere, in assoluto, la scelta vincente. Comporre un’offerta turistica in grado di far leva su differenti aspetti del territorio, come la tranquillità, le tradizio-ni enogastronomiche ecc. potrebbe consentire di co-gliere maggiori opportunità. […] ad esempio, poiché gli inglesi associano l’enogastronomia alla cultura in modo più che doppio rispetto a quello italiano, men-tre dichiarano di preferire le città d’arte come meta per la vacanza ideale, in misura inferiore al 40% circa, unendo in un pacchetto turistico entrambe le offer-te è possibile estrarre il massimo delle potenzialità dall’intero settore culturale che assume connotati, perimetri e caratteristiche differenti tra i vari Paesi”8.

Sulla medesima linea si collocano i dati ricavati dalle statistiche culturali europee pubblicate dall’Eu-

rostat nel 2011: la principale motivazione per i viag-giatori europei nella scelta di una vacanza è l’attrat-tività culturale, motivazione che è seconda solo alla disponibilità di spesa9.

Le politiche economico-culturali Europee

A questo punto, facciamo un attimo il quadro della situazione delle strategie politiche ed

economiche europee. Presento brevemente i maggio-ri progetti, programmi-quadro, strategie e reports co-noscitivi al riguardo, portati avanti dal 2000 ad oggi dall’Unione Europea10:

2000: Programma Cultura 2000-2004 Strategia di Lisbona 2000/2003: Programmi e-Europe 2000 - 2002 - 20052005: Programma-quadro i-2010 European Digital Library2006: Programma Cultura 2007-2013 Jan Fiegel Report (Kea European Affairs 2006) 2007: Agenda Europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione Europeana 2008: Secondo ciclo Strategia di Lisbona Conclusioni per il piano sulla cultura 2008-20102009: Kea European Affairs 20092010: Programma Europa 2020 Agenda digitale Europea Piano di lavoro per la Cultura 2011-20142011: e-G8 Report McKinsey Global institute 2011

Dal marzo 2000, e in particolare dalla cosiddetta Strategia di Lisbona, l’Europa si è data come unico core (obiettivo) strategico quello di diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo, come indicato al punto I, art. 5 del documento finale:

“Diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”, in modo da pervenire alla piena occupazione entro il 201011.

Questo accade perché l’Europa è ben consapevole di quale sia la sua ricchezza effettiva rispetto ad una concorrenza globale schiacciante: non ci sono pozzi di petrolio, né diamanti, né materie prime.

Ma c’è la cultura e la cultura oggi è economia. Questa equazione non deve più far ‘inorridire’,

poiché si può affermare che “i due termini rappre-

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altrasentano, invero, una sorta di endiadi: ‘cultura è eco-nomia, quanto economia è cultura’, nel senso che una cultura evoluta genera buona economia, redditi e profitti, allo stesso modo in cui un’organizzazione economica razionale ed efficiente esprime un pensie-ro, una cultura vincente”12.

La cultura è, dunque, “un’industria che sta assu-mendo un peso crescente nelle economie contempo-ranee […] perché rappresenta, a tutti gli effetti, una risorsa fondamentale per una crescita economica sostenibile”13.

Tra l’altro, alla luce degli studi riguardanti la cul-tura, la conoscenza e l’informazione (ognuna oggetto di studio di branche specifiche dell’Economia e del-la Sociologia), possiamo dire di vivere oggi in una Knowledge Era14 in cui il capitale è un capitale fatto di conoscenza e il modello di capitalismo che ne deri-va è quello del Capitalismo culturale e cognitivo15.

Cultura e Conoscenza sono considerate, all’inter-no delle politiche europee, come il nostro potenziale vantaggio competitivo.

Tutti i progetti europei sono orientati esclusiva-mente ad una serie di obiettivi strategici (Ricerca e Università; Inclusione sociale e culturale; Sistema infor-mativo; Innovazione tecnologica; Digitalizzazione del pa-trimonio culturale).

Questi elementi servono a comprendere come ci sia una Comunità Europea che sta scommettendo e investendo sulla cultura e sulle opportunità fornite dalle nuove tecnologie della comunicazione per la ri-scoperta, la fruizione e la valorizzazione del patrimo-nio culturale comune, da perseguirsi attraverso una sistematica campagna di digitalizzazione che coin-volga tutti i paesi dell’Unione.

Tra le varie opzioni strategiche di rilancio econo-mico e sociale, vengono individuate in modo prima-rio da un lato lo sviluppo della fruizione museale, at-traverso tutte le potenzialità offerte dal mercato del merchandising museale e da una migliore gestione degli orari di apertura e dall’allargamento dei servizi collegati, dall’altro l’applicazione di nuove tecnologie a supporto della cultura lungo tutta la catena economi-ca del valore16.

Il ‘peso’ di Internet

Parlando di nuove tecnologie per la comunica-zione, ecco, allora, i ‘numeri’ riguardanti Inter-

net e il suo ‘peso’ in termini economici secondo lo studio commissionato alla McKinsey Global Institute nel maggio 2011 dal presidente N. Sarkozy in occa-sione del primo e-G817, studio allargato a 13 paesi, quelli del G8 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Re-

gno Unito, Francia, Canada, Russia, Italia) insieme a Cina, Brasile, Corea del Sud, India e Svezia18.

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Figure 8-9 (da McKinsey 2011, pp. viii-ix

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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Internet, dunque, ha un peso sui P.I.L. dei 13 paesi in esame del 3.4%; non è vero che ha causato la per-dita di posti di lavoro; la maggior parte delle imprese che ne hanno tratto benifici in termini di crescita eco-nomica appartengono alle industrie tradizionali (cioé non ‘vivono’ sul Web ma sono industrie reali); le PMI che utilizzano Internet ne traggono comunque bene-fici; quelle PMI che, invece, hanno saputo utilizzare Internet sfruttandone appieno tutte le potenzialità, hanno avuto una crescita del 200%.

Se Internet fosse un ‘settore’ economico al pari degli altri tradizionalmente intesi, con il suo 3.4% starebbe ben al di sopra del settore Educazione (comprenden-te scuola e università), Comunicazione, Agricoltura, Servizi (elettricità, gas, acqua) e industrie estrattive:

Ed ecco i ‘numeri’ riguardanti la diffusione di In-ternet e il suo ‘peso’ a livello linguistico secondo lo studio della Miniwatts Marketing Group aggiornato al 31 marzo 2011.

Anche questi dati non devono essere considerati mere esercitazioni statistiche ma vanno interpretati in una prospettiva ‘intelligente’: al marzo del 2011, gli ‘internauti’ asiatici sono già molti di più di quelli eu-ropei e nord-americani messi insieme; gli ‘internauti’ sud-americani sono solo un terzo in meno dei ‘fratel-li’ benestanti e tecnologicamente avanzati del Nord.

Nel decennio 2000-2011 si è registrato un incre-mento esponenziale in alcuni paesi (Africa, Medio Oriente, America Latina e Asia).

La lingua inglese rischia di perdere a breve il suo ‘primato’ come mother tongue di Internet a vantaggio del cinese, ma bisogna tenere in considerazione il progredire esponenziale di arabo e russo e, soprat-tutto, l’exploit ed il ‘peso’ statistico di spagnolo e por-toghese perché denunciano come anche le ex colonie di Spagna e Portogallo (soprattutto America Latina ma anche ampie regioni dell’Africa) stiano pesante-mente affacciandosi sul Web.

Quando un’impresa, e quindi anche un’impresa culturale, decida di ‘mettersi’ sul Web, non può più pensare di avere visibilità a livello globale interlo-

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Figura 10 (da McKinsey 2011, p. 14, exibit 3)

Figura 11 (da http://www.internetworldstats.com/stats.htm)

Figura 12 (da http://www.internetworldstats.com/stats.htm)

Figura 13 (da http://www.internetworldstats.com/stats7.htm)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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21 o��obr� 2011 - or� 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi

Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

un’altraquendo solo in lingua italiana: bisogna cambiare pro-spettiva e valutare un’accessibilità multilingue che preveda almeno le lingue più ‘parlate’ sul Web.

La dimestichezza con queste nuove tecnologie della comunicazione è divenuta un’abilità, la cui mancanza non può se non spingere ad una emargi-nazione sociale ed economica (digital divide in varie forme19), limitando inoltre il forte effetto moltiplica-tore sull’aumento della produttività che deriverebbe dalla loro adozione.

L’Italia a rischio Terzo Mondo Digitale

Presento adesso una serie di ‘classifiche’ in cui a parlare siano con evidenza i ‘numeri’.

Negli anni 2006-2010 l’Italia avrebbe dovuto tenta-re di recuperare un po’ del gap già registrato nel quin-quennio precedente; invece, il nostro paese è sempre collocato in fondo a tutte le classifiche.

Siamo ben sotto la media europea in termini di ‘in-ternauti’, con una penetrazione del 49,2%. In termini di ‘contributo’ al P.I.L. dei 13 paesi ana-

lizzati nel report McKinsey, l’Italia, con la sua pene-

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Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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Figura 14 (G. Livraghi, in http://gandalf.it/data/data3.htm)

Figura 15 (da http://www.internetworldstats.com/stats9.htm)

Figura 16 (da McKinsey 2011, p. 15, exibit 4)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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trazione della banda larga a poco più del 51,7% e una popolazione che utilizza Internet appena meno della metà, ‘pesa’ quasi quanto il Brasile, in cui l’indice di penetrazione fra la popolazione è - già - del 37,4%.

Ancora più desolante la situazione in classifiche più ampie:

Nel nostro paese, dunque, l’indice di penetrazio-ne di Internet e della banda larga sono inferiori alla maggior parte dei paesi industrializzati.

In realtà, l’Italia costituisce una vera e propria ‘anomalia’20 rispetto ai paesi europei al punto che, dopo i dati acquisiti nell’indagine per l’e-G8 dal Re-port McKinsley, è stato commissionato un ulteriore re-port esclusivamente sull’Italia mirato a comprendere il perché di un’arretratezza digitale che è stata quan-tificata in un decennio e che rischia di farci entrare, a buon diritto, nella moderna versione povera del mondo, il Terzo Mondo Digitale.

Le ‘ragioni’ di una ‘anomalia’

Ecco quali sono stati e quali sono i ‘legacci’ giu-ridici al nostro sviluppo che potrebbero, per

gran parte, spiegare questo debacle digitale italiano:

2004: Legge Gasparri (L. 112 del 3 maggio 2004) - limiti allo sviluppo delle web tv e della banda larga2005: Decreto Pisanu (D. Legs. 144 del 27 luglio 2005) - limiti allo sviluppo delle connessioni Wi-Fi e della banda larga2010: Decreto Romani (D. Legs. 44 del 15 marzo 2010) - con modifiche successive - limiti allo sviluppo della libertà di diffusione delle informazioni su internet, delle web tv, della banda larga2010: D. Legs. 198 del 26 ottobre 2010 (regolamento attuativo in attesa di approvazione da parte del Consiglio di Stato) - ‘patentino’ per installazione e manutenzione router e Wi-Fi 2010: Decreto Milleproroghe (D. Legs. 225 del 29 dicembre 2010) - prevista parziale abrogazione Decreto Pisanu (INATTUATO)2011: Piano Digitale per l’Italia (INATTUATO)

Sulla rallentata modernizzazione digitale del nos-tro paese alcuni interventi legislativi hanno ‘pesato’ enormemente proprio nel periodo in cui lo sviluppo della banda larga avrebbe dovuto realizzarsi (secon-do numerosi studiosi, causa principale è soprattutto il cronico conflitto d’interessi berlusconiano in mate-ria d’informazione digitale e diritti pubblicitari21).

Un peso decisivo, sulla rallentata modernizzazi-one digitale del nostro paese, hanno avuto da un lato la cosiddetta Legge Gasparri (L. 112/2004), sulla gene-

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Figura 17 (http://www.internetworldstats.com/top25.htm)

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altrarale trasformazione del sistema televisivo analogico in digitale, che ha favorito il trasferimento su canali digitali dei canali televisivi, rallentando la diffusione di canali televisivi via Web, dall’altro il cosiddetto Decreto Pisanu (D.L. 144 del 27 luglio 2005), con-cernente limiti all’esercizio e all’uso delle postazioni pubbliche per comunicazioni telematiche e dei punti di accesso a Internet mediante la tecnologia wireless, che ha di fatto limitato lo sviluppo delle connessioni Wi-Fi e della banda larga ed è stata prorogata di anno in anno, senza significative modifiche o correttivi22.

Nel marzo del 2010 viene promulgato il cosiddetto Decreto Romani (D.Lgs. 44 del 15 marzo 2010, pre-sentato dall’allora Sottosegretario alle Comunicazio-ni Paolo Romani come schema di decreto legislativo n. 169 a fine del 2009), concernente la regolamenta-zione del sistema audio televisivo, con l’obiettivo di recepire la direttiva europea in materia (2007/65/CE).

Il decreto ha suscitato non poche polemiche già nella sua versione di schema di decreto, con l’equiparazione in materia disciplinare dei siti Web alle tv, poi non presente nel decreto licenziato, inter-pretata come un ‘bavaglio’ al Web (e visto in relazi-one con il contenzioso legale tra Mediaset e Google per la condivisione su Youtube di video coperti da copyright). L’imposizione di un ‘tetto’ in materia di pubblicità nelle emittenti pay tv è stato considerato, invece, un danno per Sky, diretta concorrente di Me-diaset (che non ne risulterebbe danneggiata perché la maggior parte degli introiti pubblicitari provengono dalla tv in chiaro e non da quella a pagamento).

Il ‘danno collaterale’ al Web da parte del de-creto si è reso evidente nella delibera di attuazione dell’AGCOM che - imponendo alle Web tv il paga-mento, all’apertura, di € 3.000 euro, numerosi pas-saggi burocratici, obblighi di rettifica e di tutela dei minori (divieto di video v.m.14 dalle 7 alle 22.30, an-che on demand) rischiando sanzioni da € 15.000 a € 2 milioni - , di fatto costituisce un ostacolo alle Web tv, settore in crescita e, soprattutto, potenziale concorr-ente dei canali televisivi tradizionali23.

Un colpo alla diffusione del Wi-Fi è stato ‘asse-stato’ dal D.L. 198 del 26 ottobre 2010, relativo alla concorrenza sui mercati delle apparecchiature ter-minali di telecomunicazioni in vigore dal 15 dicem-bre. Il decreto, secondo l’opinione di tecnici, giuristi, associazioni24, anziché applicare la direttiva europea in termini di liberalizzazione di tutti gli apparati ter-minali d’utente (ovvero i dispositivi, come i routers, che funzionano da medium fra gli operatori pubblici e l’utenza finale), stabilisce regole precise e molto ri-strette sulla installazione e manutenzione di quei di-

spositivi, sia pertinenti a reti pubbliche che private, e sanzioni comprese fra € 15.000 e € 150.000 in mancan-za di adeguamento.

Il cosiddetto Decreto Milleproroghe (D. Legs. 225 del 29 dicembre 2010) aveva previsto finalmente la parziale abrogazione di tutti gli obblighi e divieti con-tenuti nel Decreto Pisanu che, a partire dall’1 gennaio 2011 non avrebbero più gravato sull’installazione di hotspots pubblici di Wi-Fi, comportando una euforia generale da parte dei maggiori comuni italiani. Nella sua definitiva approvazione del 26 febbraio 2011 nel-la versione del maxiemendamento il termine per una totale liberalizzazione del Wi-Fi era stato fatto slittare al 31 marzo 2011.

Nel frattempo, il 31 gennaio del 2011 alcune per-sonalità del mondo accademico ed imprenditoriale, per sollecitare il nostro governo di fronte ad un gap digitale sempre più evidente, avevano lanciato la campagna Diamo all’Italia una strategia digitale - L’Italia riparta da Internet e dalla tecnologia, utilizzando media tradizionali e il Web25.

Solo nel febbraio 2011, e dopo numerose polemi-che e richiami da parte dell’Europa per il ritardo ris-petto alle indicazioni comunitarie, il Ministero dello Sviluppo Economico ha - finalmente - lanciato un Piano Digitale per l’Italia.

Nonostante le ‘belle parole’ programmatiche del ministero26, finora si sono svolti solo un paio di tavoli tecnici con le compagnie di telecomunicazioni che non hanno portato a nulla.

Il Ministero aveva anche promesso 800 milioni per la diffusione della banda larga (tecnologia di trasmis-sione di 1 Megabyte al secondo; in America il piano di sviluppo 2010 prevede di portare in 100 milioni di case americane la banda ultralarga che trasmette 100 Megabyte al secondo). Quei soldi erano in realtà già stati ufficialmente tolti ad ottobre del 2010 per il ‘pi-ano di austerità del governo’ prima della definitiva e conclamata eliminazione degli inizi di ottobre 2011.

Nel frattempo, il 23 marzo 2011, il Ministero ‘lan-ciava’ sul suo sito Web la procedura di consultazione pubblica (fino al 15 aprile) per la valutazione della bozza del Decreto Ministeriale sul regolamento di attuazione dell’articolo 2, comma 2, del D. Lgs. del 26 ottobre 2010, n. 198 sulla “Attuazione della Direttiva 2008/63/CE relativa alla concorrenza sui mercati delle ap-parecchiature terminali di telecomunicazioni”27.

Questa bozza di regolamento e in particolare l’art. 1028 (bozza fra l’altro criticata da più parti per una generale mancanza di chiarezza in una materia così complessa) rischiano di rendere definitiva la regola del ’patentino’ per installatori, complicando ulterior-

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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mente la ‘vita’ del Wi-Fi in Italia, poiché si obbligh-erebbero gli utenti a chiamare (e pagare) dei tecnici specializzati per l’installazione29, con il rischio, venti-lato da più parti, di creare una vera e propria “lobby degli installatori di apparati di reti”, iscritti ad un ap-posito albo. Anche nel regolamento attuativo, come ovvio, rimane invariato il target delle sanzioni, com-prese fra € 15.000 e € 150.00030.

Il 3 maggio è stato diffuso il Documento di sintesi della Comunicazione pubblica31 il testo del regolamento attende di essere approvato definitivamente dal Con-siglio di Stato.

L’Italia, dunque, sta accumulando un ritardo tec-nologico e infrastrutturale impressionante che non fa che lasciarci indietro rispetto non solo agli altri paesi occidentali ma alla gran parte del mondo.

Nel nostro paese, infatti, nonostante vengano uni-versalmente riconosciuti il valore della banda larga e quello correlato della diffusione di Internet in termini economici ed occupazionali, sembra piuttosto esser-ci una volontà precisa di ritardare uno sviluppo che potrebbe, invece, dare respiro all’economia nazionale (l’1,6% sul P.I.L. contribuisce in realtà al 18% della sua crescita)32 e all’impiego33, lasciandoci indietro non solo rispetto agli altri paesi sviluppati ma, in realtà, rispetto al resto del mondo, come risulta evidente da-gli studi dell’economista bocconiano F. Sacco, che sta collaborando all’indagine su questo debacle digitale (a seguito del report McKinsey):

In questo quadro, se al settore culturale italiano non è dato di ‘girare’ sul Web alla stessa velocità e con la stessa qualità comunicativa degli altri paesi, noi stiamo negando al nostro patrimonio di essere valorizzato in modo avanzato.

La visibilità on-line del patrimonio culturale siciliano e forme di v@lorizzazione negata

Voglio concludere questo mio intervento con una ricerca, un vero e proprio survey on-line

sulla visibilità del patrimonio culturale siciliano sul Web, che sarà pubblicato prossimamente e di cui qui anticipo alcuni dati34.

In un quadro di arretratezza generale dell’Italia rispetto agli altri paesi, la Sicilia è fra le regioni più disagiate al riguardo: a parte forme di social, digital and press divide molto più accentuate che nelle altre regioni, nella Parte I del volume il mio studio mette in evidenza la mancanza pressoché totale di una ca-pacità imprenditoriale e manageriale del ‘sistema’ culturale regionale attraverso la rete35.

In questo survey sono stati analizzati 14 portali, a tematica turistico-culturale, a tematica esclusivamen-te museale-culturale e portali di matrice istituzionale, da quelli ministeriali a quelli regionali e delle Apt, per valutare la visibilità non solo del nostro patrimo-nio e dei nostri musei, ma anche dei loro siti web.

Ecco i portali analizzati nella Parte II36:

Portali turistico-culturali • SicilyOnTour.com • Sicilyweb.com• Saperviaggiare.it

Portali aggregatori a tematica museale e culturale (non istituzionali)• Musei.it • Museitaliani.org• Museionline.info• Siciliamusei.it

Portali istituzionali• Beniculturali.it • Museionline.it MiBAC • CulturaItalia.it• Italia.it Ministero del Turismo • Il portale della Regione Siciliana e del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana • Sicilia per il Turista Assessorato Regionale al Turismo • CulturaSicilia.it Aziende Provinciali per il Turismo

Su 463 siti culturali censiti (pubblici e privati ad esclusione di archivi, biblioteche e giardini) varia-mente e spesso malamente indicati nei portali (con schede più o meno dettagliate, i cui dati forniti sono spesso pieni di errori, in un caso sono persino indica-te le Lire; in molti casi sono forniti links non funzio-nanti etc.), su questi 463 siti, dicevo, si è potuta mette-re in evidenza l’esistenza di siti web, degni almeno di

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21 o��obr� 2011 - or� 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi

Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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Figura 18 (da Sacco 2011, slide 3)

}

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altraquesto nome, solo per 75 istituzioni culturali (di cui 3 pertinenti a musei esclusivamente virtuali), ovvero il 16,19% dei siti censiti.

A questi 75 sono stati aggiunti altri 21 siti web rin-tracciati diversamente sul on-line e che, dunque, non avevano alcuna visibilità sui portali analizzati (tra questi, altri 7 sono musei interamente virtuali).

I 96 siti web sono sono stati distinti secondo le se-guenti macrocategorie:

• musei regionali, provinciali e civici (29);• musei di associazioni o altri enti pubblici (6);• musei ecclesiastici (8);• musei universitari (9);• musei privati (16);• musei di associazioni e fondazioni private (15);• musei misti (2)• art-hotel (1);• musei virtuali (10)

Questi siti web sono stati analizzati nelle modali-tà di ‘comunicazione avanzata’ della propria offerta culturale (dalle informazioni sugli orari di apertura all’e-bookshop, al catalogo on-line o alla presenza sui maggiori social networks), evidenziando qualche rara eccezione di validi prodotti multimediali in un pa-norama generalmente desolante. Questa schedatura, che costituisce la Parte III del volume, si è trasformata in una sorta di guida multimediale ai siti web con l’ag-giunta di QR codes per consentire l’accesso diretto ai rispettivi siti tramite smartphone37.

Nel valutare la visibilità on-line dei 75 siti web rin-tracciati, ecco il panorama che ne è venuto fuori, raf-figurato graficamente con l’indicazione dell’indice di visibilità IdV (il massimo è 7 citazioni su 14 portali):

Si è evidenziato che un altissimo 57,33% dei siti web indagati ha una visibilità nulla o quasi nulla sui

portali del nostro mapping; che il 32% ha una visibi-lità medio-scarsa; che solo 8 siti web museali, corri-spondenti in conclusione ad una percentuale totale di 10,65%, hanno una visibilità on-line più che digni-tosa.

Di questi 8 musei, 6 sono etno-antropologici; il massimo di visibilità è raggiunta dai siti web di due musei privati: il Museo Internazionale delle Mario-nette “Antonio Pasqualino” a Palermo (Idv 6) ed il Museo del Giocattolo e della Coroplastica “Pietro Pi-raino” a Bagheria (IdV 7).

Nessuno dei 14 siti web dei musei regionali ana-lizzati ha un IdV superiore a 3; 11 di questi siti web hanno un IdV compreso fra 2 e 3; due hanno un IdV pari a 0 (Complesso Minerario Trabia Tallarita a Riesi e Arsenale - Museo del Mare a Palermo), uno solo ha un IdV pari a 1 (Museo di Palazzo Mirto a Palermo).

I siti web di alcuni fra i complessi o i musei più importanti della nostra regione, dunque, hanno una visibilità on-line tendenzialmente scadente.

Infine, fanno da corredo al volume quattro tavole sinottiche in Appendice (Tabella I: L’offerta culturale e museale siciliana sul web38, in cui sono evidenziate le caratteristiche ‘numeriche’ dei 14 portali; Tabella II: La visibilità museale siciliana sul web attraverso i portali del survey39, in cui è evidenziata la visibilità sui 14 porta-li dei 463 siti con indicazione dei links in cui trovare le corrispondenti notizie ufficiali; Tabella III: I siti web museali40, in cui è evidenziata la qualità delle infor-mazioni e dei servizi presenti sui 96 siti web museali schedati; Tabella IV: Indici di visibilità dei siti web mu-seali41).

Certamente con notevole ritardo, anche la Sicilia ha lentamente iniziato a dotarsi di siti web museali attraverso cui promuovere, comunicare e valoriz-zare il suo patrimonio culturale, nonostante rimanga assai ben radicata quella tradizionale tendenza alla ‘negazione museale’ - che in questo caso è anche una forma di valorizzazione digitale negata - tipica delle nostre amministrazioni locali, ‘negazione museale’ ancora di recente tristemente descritta dalla museo-loga Alessandra Mottola Molfino, le cui dure parole preferisco riportare interamente:

“Quelli che in Sicilia per me sono i ‘musei negati’ non si possono racchiudere in una categoria ben definita. Non si tratta solo di musei colpevolmente chiusi, o che non hanno attività educativa e culturale pur essendo saltuariamente aperti; ma anche di musei da fare; di ‘musei diffusi’ da creare per permettere la visita di chiese e monumenti semia-bbandonati; di musei mancanti, ovvero di nuovi musei che possono arricchire la vita culturale di una città; di musei necessari all’esposizione e alla fruizione pubblica di mer-

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Figura 19 (da Bonacini c.d.s., p. 257)

Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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avigliosi patrimoni sepolti; di musei da rifare e riallestire perché ormai cadenti, brutti, venuti male, dimenticati.”42

Si dovrebbe, dunque, entrare in un’altra ottica e si dovrebbe farlo anche velocemente.

Vi ho presentato i dati sulla visibilità on-line del nostro patrimonio, in un quadro generale di un enor-me gap nazionale rispetto agli altri paesi nel mondo e all’interno delle politiche culturali europee, e vi ho fornito i mezzi per valutare, piuttosto, quanto grande sia il peso economico del Web e quante potenziali-tà imprenditoriali inespresse ruotino ancora intorno alla cultura. Si tratterebbe, quindi, di “una doppia sfi-da da cogliere: da una parte vi è la responsabilità di custodire, tutelare, promuovere e valorizzare le testi-monianze di un passato di immenso valore, una ‘ere-dità’ da cui apprendere e di cui la più ampia fascia di popolazione deve poter godere, secondo il concetto di ‘heritage’; dall’altra vi è la necessità di far diventa-re questo settore un asset economico a tutti gli effetti, integrato in una logica di marketing territoriale”43.

Nonostante tutto, qualcosa si muove - e qui mi ri-collego alle iniziative di Energie Nuove - anche fra i siciliani che stanno dimostrando in svariate occasioni di non volersi trovare costretti a rinunciare alla cultu-ra e alle bellezze del proprio territorio.

Concludo con un esempio. L’assoluto silenzio delle istituzioni locali di fronte

alla vergognosa chiusura dei cantieri culturali della Zisa a Palermo ha spinto i cittadini palermitani dap-prima a fondare un comitato intitolato I cantieri che vogliamo poi, visto il prolungato disinteresse delle istituzioni, a cercare di risolvere la mancanza di spazi culturali espositivi attraverso le nuove tecnologie….ed ecco cosa hanno creato, uno dei migliori esempi di musei interamente virtuali rintracciati durante il survey:

Bibliografia:

Bain & Company 2009 = Bain & Company, Il turismo culturale in Italia. Scenario e potenzialità di sviluppo, Roma, 5 novembre 2009

Battaglia - Santagostino 2010 = Battaglia, L. - San-tagostino, M. R., ‘Il marketing esperienziale come strumento per lo sviluppo del mercato della cultu-ra’, in “9th International Congress marketing Trends, Venice, January 21-23 2010”

BCG 2011 = The Boston Consulting Group Inc., Fattore Internet - Come Internet sta trasformando l’economia italiana, Milano, 2011

Bonacini 2011a = Bonacini, E., Il museo contempora-neo fra tradizione, marketing e nuove tecnologie, Roma, 2011

Bonacini 2011b = Bonacini, E., Nuove tecnologie per la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale, Roma, 2011

Bonacini c.d.s. = Bonacini, E., La visibilit@ sul web del patrimonio culturale siciliano: criticità e prospettive at-traverso un survey on-line. Con Guida multimediale ai musei siciliani sul web, c.d.s.

Eurostat Cultural Statistics Pocketbook 2011 = Publications Office of the European Union (edited by), Eurostat Cultural Statistics Pocketbook, Luxem-bourg, 2011

Dalla Torre 2009 = Dalla Torre, R., ‘Il valore eco-nomico della cultura in Europa’, in “Tafterjournal”, 12, marzo-aprile 2009 (http://www.tafterjournal.it/2009/04/14/il-valore-economico-della-cultura-in-europa/)

Kea European Affairs 2006 = Kea European Affairs, Economia della cultura in Europa 2006, Studio prepa-rato per la Commisione Europea (Direzione gene-rale per l’Educazione e la Cultura), ottobre 2006

Kea European Affairs 2009 = Kea European Affairs, The impact of culture on creativity 2009, A Study pre-pared for the European Commission (Directorate-General for Education and Culture), June 2009

Ferri 2006 = Ferri, P.,‘Il digital divide: i sommersi e i salvati. L’Information Communication Tecnology, la globalizzazione e la necessità di uno sviluppo interconnesso’, in Foradori, P. - Scartezzini, R. (a cura di), Globalizzazione e processi di integrazione sovranazionale: l’Europa, il mondo, Lecce, 2006, pp. 259-280

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Figura 20 (homepage del museo virtuale VirtualZisa: http://virtual.cantierizisa.it/; scheda in Bonacini c.d.s., p. 249)

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altraFlorens 2010 = The European House - Ambrosetti,

Florens 2010, L’economia dei beni culturali e ambien-tali. Una visione sistemica e integrata, 2010

Mc Kinsey 2011 = The McKinsey Global Institute & Company, Internet matters: The Net’s sweeping im-pact on growth, jobs and prosperity, May 2011

Mottola Molfino 2010: Mottola Molfino, A., Viaggio nei musei siciliani. Guida ai luoghi, protagonisti, pros-pettive, Palermo, 2010

Rifkin 2000 = Rifkin, J., L’era dell’accesso, Milano, 2000

Rullani 2004 = Rullani, E., Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti, Roma, 2004

Rullani 2005 = Rullani, E., articolo intitolato ‘L’Economia della conoscenza’, del 16 settem-bre 2005 (http://www.scarichiamoli.org/main.php?page=interviste/rullani)

Sacco 2011 = Sacco, F., (2011), ‘Un’Agenda Digita-le?’, conference at The Ruling Companies, Milano, 25 maggio 2011 (http://opendatablog.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/2011/06/2011_Ruling_Com-panies_-_Sacco.pdf)

Varricchio 2009 = Varricchio, E., Dossier Economia del-la Cultura 2009. Creatività e produzione culturale per la ripresa economica. Capitale intellettuale e innovazi-one tecnologica, forze propulsive dell’ipercapitalismo postindustriale, Centro Studi di Diritto delle Arti, del Turismo e del Paesaggio, Bari, 2009 (www.di-rittodellearti.it)

Note

1 Oltre a tutte le attività culturali, il settore riguarda anche editoria, cinema, spettacolo, tempo libero, etc. Sulle cultural and creative industries v. Bonacini 2011a, p. 29.

2 Kea European Affairs 2006, p. 163 e scheda relativa pp. 163-164.

3 “A cultural icon in a depressed, post-industrial city, the high profile capital project was joined by other major infrastructure projects, notably a high quali-ty underground rail system, designed by Norman Foster. The short-term benefits were impressive; a worldwide transformation of the city’s image, in-dicated by a large rise in tourism. Overseas tourism increased by 43% between 1994 and 2000, while

domestic tourism rose by even more (58%) over the period” (Kea European Affairs 2009, p. 86).

4 Articolo del 14 marzo 2008 intitolato ‘Effetto Guggen-heim a Torino. Risultati socio-economici degli investi-menti culturali’ (http://www.teknemedia.net/maga-zine_detail.html?mId=4531).

5 Varricchio 2009, p. 6.

6 La manifestazione Florens 2010 è stata una vera e propria iniziativa di politica industriale da cui è sorta l’omonima fondazione. All’interno della ker-messe, organizzata da Confindustria Firenze, Intesa SanPaolo, Banca Cassa di Risparmio di Firenze e Confederazione Nazionale Artigianato Piccola e Media Impresa Firenze (col sostegno, fra gli altri, della Regione Toscana, della Provincia e del Co-mune di Firenze), tra il 18 e il 20 novembre 2010 si è svolto il Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali.

7 Florens 2010, p. 3.

8 Ivi, p. 180.

9 Inoltre, dovendo ridurre al massimo la propria wil-lingness to pay (su una percentuale del 62% che si troverebbe costretto a ridurre la spesa), in vacanza si rinunzia piuttosto a ristoranti (23%) e shopping (17%) piuttosto che alle attività culturali (9%) (Eu-rostat Cultural Statistics Pocketbook 2011, p. 163 e p. 193, figure 8.31).

10 Sui progetti europei per una economia culturale so-stenibile v. Bonacini 2011a, pp. 24-28.

11 L’UE ha cercato, con simili strumenti di program-mazione e di finanziamento nel settore della cul-tura, di far fronte all’agguerrita competizione in-ternazionale, visti i poco confortanti dati sulla bassa crescita economica dell’Unione stessa e sulla diminuzione del reddito medio pro-capite dovuto all’allargamento numerico degli stati membri (Con-siglio Europeo Lisbona del 23-24 marzo 2000: http://www.europarl.europa.eu/summits/lis1_it.htm).

12 Varricchio 2009.

13 “Il contributo della cultura al benessere sociale […] si esprime […] anche nell’orientare la socie-tà verso nuovi modelli di uso del tempo e delle risorse. […] la cultura costituisce una risorsa col-lettiva che contribuisce ad alimentare la creatività, a stimolare l’innovazione e ad accrescere la qualità del capitale umano. Di queste fondamentali ester-

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21 o��obr� 2011 - or� 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi

Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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13Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

Salviamo Siracusa

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nalità beneficiano molti settori dell’economia, in particolare quelli a più elevata intensità di cono-scenza sui quali sempre più si basa la competiti-vità delle economie moderne. […] la cultura è in grado di mobilitare risorse e competenze presenti nel territorio, rafforzando la creatività e le capaci-tà di innovazione della popolazione e favorendo così l’evoluzione dei sistemi economici locali ver-so un posizionamento competitivo sostenibile in un’economia aperta” (Dalla Torre 2009).

14 Rullani 2004, p. 13.

15 Il modello socio-economico che si è venuto a deline-are, “una forma di capitalismo cognitivo”(Rullani 2005) o “capitalismo culturale” (Rifkin 2000, pp. 183-224) è profondamente differente dai mo-delli precedenti, “se non incommensurabile con essi”(Ferri 2006, p. 259): si tratta, infatti, “di una tendenza evolutiva del capitalismo all’interno del-la quale il ruolo della creazione, della produzione e della vendita di cultura - incorporata nei pro-dotti o servizi, o addirittura, nella sua forma più raffinata, incarnata dall’offerta sul mercato di ‘es-perienze’, culturali e non - tende sempre di più a costituire un fattore fondamentale per la creazione del valore e per l’incremento della redditività di un’impresa”(Ferri 2006, p. 263).

16 Bain & Company 2009, p. 14.

17 http://www.eg8forum.com/en.

18 Mc Kinsey 2011.

19 Bonacini 2011b, pp. 20-23.

20 Tra le ricerche internazionali rivolte alla compren-sione della ‘anomalia’ italiana, spicca anche il re-port commissionato da Google Italy al The Boston Consulting Group (BCG 2011).

21 “[…] paghiamo le non mantenute promesse, mi-nimali e scontate ovvietà direi, delle ‘3 I’, Impresa-Inglese-Internet. Un trinomio che avrebbe avuto negli ultimi dieci anni un suo perché e una sua comunque sicura efficacia in tutti i comparti del Paese, ma che è stato paradossalmente quasi una dichiarazione freudiana, una rimozione inconscia di quello che esattamente non si voleva fare, ma non si osava dirlo, perché al posto dell’Impresa, dell’Inglese e di Internet si è voluto e si vuole il posto sicuro nell’amministrazione pubblica, il dia-letto della valle o del monte, la televisione. Infatti paghiamo, a detta anche di molti analisti stranie-

ri, la trentennale dominanza industriale, tecnolo-gica, culturale e normativa della televisione, oggi arroccata sul vecchio modello di business e di consenso-consumo degli anni ’80, che si sta difen-dendo con ogni mezzo, anche e soprattutto legisla-tivo, nei confronti dei nuovi media” (intervista a Edoardo Fleischner in http://www.artwireless.it/portale/2010-aw-1-focus/l%E2%80%99economia-della-cultura-%C3%A8-la-pi%C3%B9-redditizia).

22 Sul Decreto Pisanu e sulle polemiche legate alla li-beralizzazione del sistema Wi-Fi in Italia, il gruppo editoriale de L’Espresso - La Repubblica ha condot-to una significativa ‘inchiesta’ a più puntate (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/wi-fi/2135749).

23 http://espresso.repubblica.it/dettaglio/romani-due-anni-di-servizi/2135686.

24 http://www.diritto.net/blog-fulog-avv-fulvio-sarzana/10807-multe-per-il-wi-fi-in-vigore-il-de-creto-legislativo-1982010-relativo-allobbligo-di-utilizzare-un-installatore-autorizzato-per-gli-ap-parati-di-telecomunicazioni-ie-router.html.

25 Contemporaneamente fu acquistata una pagina pubblicitaria sulla versione ‘cartacea’ del Corriere della Sera, fu aperto un sito web (http://www.agen-dadigitale.org/) ed un profilo su Facebook (http://www.facebook.com/agendadigitale.org). V. http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2011/02/03/agenda_digi-tale_internet_italia.html.

26 Secondo il Ministero, il Piano Italia Digitale “è lo strumento del Governo per accelerare lo sviluppo dell’infrastruttura digitale e promuovere la diffu-sione sul territorio nazionale dell’uso delle tecno-logie, dei servizi e processi digitali: costituisce la strategia nazionale a breve e a lungo termine, volta al raggiungimento degli obiettivi dettati dall’Agen-da Digitale Europea, una delle sette iniziative faro della Strategia EU2020 che fissa i traguardi per la crescita dell’Unione europea da raggiungere entro il 2020”. In particolare, le linee programmatiche sono così indicate: “Il Piano è costituito da una molteplicità di azioni, di cui le principali si fondano sulla necessità di assicurare a tutti i cittadini l’acces-so alla Rete, attraverso la progressiva disponibilità sul territorio nazionale di banda larga e ultralarga. Pertanto l’obiettivo cardine della strategia italia-na si allinea alle indicazioni dell’Agenda Digitale Europea, che individua tra le azioni fondamentali la realizzazione del pilastro ‘Accesso a Internet ve-loce e supeveloce’. Per perseguire questo obiettivo

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culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

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un’altrail Ministero dello Sviluppo Economico si è impe-gnato a: • Completare la copertura dell’Italia con Internet veloce attuando il Piano Nazionale Banda Larga, volto all’azzeramento del digital divide, ov-vero il divario tra i cittadini con e senza possibili-tà di accesso alla Rete. Il Piano Nazionale Banda Larga sarà concluso entro il 2013 con l’obiettivo di portare Internet veloce a oltre quattro milioni di cittadini italiani ancora esclusi dal servizio. Oggi il divario digitale è stato già abbattuto del 46 per cento grazie a questo Piano: nel 2008 erano infatti esclusi dall’accesso alla rete circa 8 milioni di citta-dini. • Sviluppare le reti a Banda Ultra Larga, ov-vero le reti di nuova generazione, attuando il Piano Nazionale Reti di Nuova Generazione (NGN) per raggiungere l’obiettivo dettato dall’Agenda Digi-tale Europea: sviluppare infrastrutture di nuova generazione affinché si abbonino a servizi a banda ultralarga almeno il 50 per cento della popolazio-ne entro il 2020” (http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&viewType=0&id=2019969&idarea1=1703&idarea2=0&idarea3=0&idarea4=0&andor=AND&sectionid=1&andorcat=AND&partebassaType=0&idareaCalendario1=0&MvediT=1&showMenu=1&showCat=1&showArchiveNewsBotton=0&idmenu=2679&directionidUser=0).

27 http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/Dip_Comunicazioni/Bozza_DM_attuati-vo_dlgs_198-10.pdf.

28 «Gli utenti possono provvedere autonomamente all’esecuzione dei lavori di cui all’articolo 2, com-ma 2, quando l’impianto interno di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla sua comples-sità e dalla larghezza di banda offerta dall’opera-tore di rete, ha una capacità non superiore a dieci punti di utilizzo finale e l’allacciamento dell’im-pianto stesso alla rete pubblica di comunicazione elettronica richiede il solo inserimento del connet-tore nel relativo punto terminale di rete. Il solo al-lacciamento diretto di un terminale ad un punto di utilizzo finale non richiede l’intervento di imprese di cui all’articolo 2, comma 2».

29 http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-04-05/cresce-rischio-debba-pagare-164442.shtml?uuid=AaYAIRMD; http://www.corriereco-mu nicazioni.it/news/82792/installatori_wifi_bu-fera_sul_patentino.

30 “L’articolo 10 della bozza spiega i casi in cui non sarebbe richiesto l’intervento del tecnico. Molti

esperti osservatori del settore, tra cui Fulvio Sar-zana e Guido Scorza, hanno notato che è una ca-sistica confusa e tendenzialmente troppo ristretta. In sintesi, se il decreto passa così com’è, bisognerà chiamare un tecnico patentato per qualunque col-legamento o configurazione che sia più complesso del semplice inserire una spina. O anche per siste-mi a cui si possano collegare dieci o più apparati. L’access point Wi-Fi, cioè gli hot spot o i semplici router casalinghi, rientrerebbero appieno negli ob-blighi, visto che permettono l’accesso a molti più utenti e sono configurabili con password (il che non è un semplice attaccare una spina). Varie as-sociazioni di settore, come Assoprovider e Apici, hanno criticato anche le modalità con cui il decreto intende certificare (cioè patentare) gli installatori. Bisogna aver lavorato presso un’azienda di instal-latori telefonici; non è richiesta una competenza in-formatica e sono esclusi i tecnici liberi professioni-sti, quindi. Le aziende che non hanno già lavorato in quel campo possono essere certificate all’instal-lazione solo se hanno una certa strumentazione, come furgoni dotati di scala. E’ notorio che serva una scala, d’altronde, per installare un router a casa o un hot spot in aeroporto. Ne derivano due ordini di preoccupazioni: per gli utenti e gli operatori. Il decreto metterebbe fuorilegge circa 30 milioni di router Wi-Fi distribuiti nelle case o nelle aziende. E quindi via alla corsa per mettersi in regola con il tecnico patentato. «Il rischio è di restringere la con-correnza nel mercato di sistemi informatici e alzare i costi di installazione», dice Scorza. «Aziende e PA non potranno più rivolgersi a tecnici di fiducia o al proprio responsabile informatico, ma ricorrere solo a imprese installatrici presenti nell’albo», continua. Danno anche per gli operatori, che non potranno più limitarsi a spedire il router Adsl a casa dei nuo-vi abbonati. Sarzana nota anche una discriminazio-ne, nel decreto, tra provider e operatori telefonici. «Gli Isp (Internet service provider) che versano in media 600 euro di contributi governativi dovranno pagare, se vogliono fare il lavoro di installatori Wi-Fi, le cifre molto più alte che già pagano gli opera-tori telefonici (almeno 23 mila euro). Questi invece potranno fare gli installatori senza versare niente in più». Si distingue la proposta di Apici al mini-stero: di riconoscere nel decreto «una professiona-lità che al momento il nostro impianto legislativo ignora completamente: quella del consulente/tecni-co informatico specializzato. Questo professionista potrà, in base alla nostra proposta, autocertificare le proprie competenze e operare configurazioni e manutenzioni (relativamente ai software presenti

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Primo IncontroIl “valore” della cultura per il turismo

Saluti delle AutoritàIng. Roberto Visentin Sindaco di SiracusaOn. Nicola Bono Presidente della Provincia di Siracusa

RelatoriFabio Morreale Presidente Natura Sicula Il valore culturale e naturalistico del PlemmirioDott.ssa Elisa Bonacini Università degli Studi di Catania Potenzialità economiche della cultura e v@lorizzazione negata in SiciliaDott. Fabrizio Scelsi Responsabile risorse naturali e riquali�cazione ambientale Parco Agricolo Sud Milano I parchi periurbani e i fondi europeiDiscussione

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politica e cultura

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21 o��obr� 2011 - or� 17.00 Siracusa - Museo Archeologico Paolo Orsi

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sugli apparati) su qualsiasi impianto di rete, a pre-scindere dalle dimensioni dello stesso». Collaterali sono i problemi che il decreto può portare al Wi-Fi pubblico gratuito. Cioè alla diffusione di un feno-meno che di recente ha cominciato a crescere bene in Italia, soprattutto grazie alle reti delle pubbliche amministrazioni o di operatori specializzati come Futur3. «Il decreto, così com’è, ci complicherebbe molto le cose», dice al Sole24Ore.com Massimilia-no Mazzarella, amministratore delegato di Futur3. «Tecnicamente per Futur3 non c’è un problema di-retto, poiché noi creiamo e vendiamo servizi che vengono installati da installatori o rivenditori. Il problema è per l’installatore che deve certificar-si e pagare per una cosa che è molto semplice da installare... indirettamente, quindi, è un problema molto importante per aziende come la nostra per-ché si riducono le società in grado di installare e quindi si riducono le opportunità di vendita. Di conseguenza aumenteranno anche i costi e quin-di il consumatore finale ne risentirà». «Se questo decreto passerà- continua-, penso che nascerà un ‘mercato’ delle certificazioni. Ovvero: le installa-zioni si faranno comunque come sempre, ma si pa-gherà un entità terzo perché rilasci un allegato di certificazione per mettere a posto la burocrazia e non per migliorare un servizio. Aumento di carte, costi e tempi… per nulla». Non sono ancora chia-re le motivazioni che hanno spinto il ministero su questa strada. Se si tratta di una formulazione erra-ta in buona fede (nel definire le esclusioni nell’arti-colo 10, soprattutto) o se c’è lo scopo di favorire le tradizionali società di cablaggio telefonico. Alcune delle quali, italiane, navigano ora in cattive acque, ma alla luce del decreto potrebbero avere da subito un grosso nuovo mercato. A spese però di utenti, aziende e operatori” (http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-04-15/wi-fi-installatori-reti-163914.shtml).

31 http://www.oppic.it/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=351&Itemid=60.

32 http://archidata.typepad.com/chezasa/2011/03/age nda-digitale.html.

33 Secondo i calcoli di F. Sacco: “È dimostrato che ogni 10 per cento di aumento di penetrazione della banda larga, la ricchezza di un paese in termini di Pil cresce dell’1 per cento. E ogni mille nuovi uten-ti di banda larga si creano 80 nuovi posti di lavo-ro” (http://www.repubblica.it/cronaca/2011/09/22/news/ in terne t_spreca ta -22040398 / index .html?ref=search). “[...] in the mature countries we studied, the Internet accounted for 10 percent of GDP growth over the past 15 years. And its in-fluence is expanding. Over the past five years, the Internet’s contribution to GDP growth in these countries doubled to 21 percent. If we look at all 13 countries in our analysis, the Internet contributed to 7 percent of growth over the past 15 years and 11 percent over the past five.” (McKinsey 2011, p. 2).

34 Bonacini c.d.s.

35 Ivi, pp. 27-69.

36 Ivi, pp. 71-140.

37 Ivi, pp. 141-253.

38 Ivi, pp. 262-263.

39 Ivi, pp. 265-285.

40 Ivi, pp. 287-294.

41 Ivi, pp. 295-298.

42 Mottola Molfino 2010, p. 23.

43 Battaglia - Santagostino 2010, p. 3.

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16Potenzialità economiche della cultura..... ......e v@lorizzazione negata in Sicilia

Energie Nuove ha pensato di dedicare al turismo e ai beni

culturali il primo appuntamento di una serie dedicata alla rigene-razione di Siracusa. Ora più che mai, ci appare concreta la pos-sibilità di disegnare un nuovo sviluppo per la nostra città, pro-prio partendo dal primo, vero successo ottenuto grazie alla stra-ordinaria sinergia tra la mobilita-zione della società civile e le scelte operate dall’attuale governo re-gionale, l’istituzione della riserva terrestre del Plemmirio, di durata biennale. Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a voi, cosa fare per il Plemmirio in questi due anni che ci separano dalla scadenza del decreto approvato a �ne luglio. Il primo passo è convincere gli im-prenditori siracusani che il treno dello sviluppo economico non passa solo dalla stazione “Cemen-to Sud” e che esiste un treno alter-nativo che ha portato, in Europa come in Italia, un inaspettato be-nessere economico a chi ha avuto la lungimiranza di prenderlo; si tratta ovviamente di una strategia non di immediato vantaggio per pochi ma di un ritorno economi-co per molti sulla lunga durata. Le Aree Protette, che possono destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsi-asi politica territoriale e fornisco-no un indubbio bene�cio non

solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’eco-nomia nazionale e locale. I dati sul turismo in Italia del 2010 ci dicono che la domanda si dimo-stra sempre più attenta ad aspetti come i parchi nazionali, le infra-strutture sportive, eventi di ri-chiamo culturale, religioso e legati al patrimonio enogastronomico. La cultura e il paesaggio devono diventare una nuova occasione per il rilancio economico di Sira-cusa. C’è una necessità urgente di mettere a punto misure più e�ca-ci e un adeguato sostegno tecnico e �nanziario per gestire al meglio e valorizzare i beni culturali e le aree protette e, in questo conte-sto, la comunità imprenditoria-le siracusana giocherà un ruolo importante, comprese le piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata a quelle piccole imprese private, capaci di portare avanti una nuo-va progettualità in ambito cultu-rale con il ricorso a contributi e �nanziamenti, mirati a produrre cultura in modo più innovativo (portali, digitalizzazione, risorse virtuali e web). S�de signi�cative ci attendono, in questi due anni, nel saper chiedere e utilizzare i �nanziamenti europei. Il nostro primo incontro cercherà di a�rontare le questioni appena poste e avviare una discussione su questi temi.

Salviamo Siracusa