Verifica e ottimizzazione strutturale di una protesi trans-tibiale in fibra di carbonio Laura...
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Verifica e ottimizzazione strutturale di una protesi trans-tibiale in fibra di carbonio
Laura Vergani*, Chiara Colombo, Daniele Bonacini
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
2Contesto scientifico di riferimento
Solo in Italia ogni anno ci sono circa 10.000 nuovi amputati di arto inferiore*, di cui l'80% dell'utenza sono anziani, il 10 % adulti vittime di incidenti sul lavoro e il 10% residuo sono giovani vittime di incidenti stradali.
Per consentire il recupero di una condizione di vita accettabile, per uso quotidiano ma anche per uso sportivo, è indispensabile l’utilizzo di protesi, che però hanno un costo molto elevato.
E’ quindi importante sviluppare tecnologie che permettano di contenere i costi, pur producendo prodotti di qualità.
* Fonte Fioto :Federazione italiani Tecnici Ortopedici
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
3Introduzione
Oggetto del lavoro:Testing di un piede protesico da correre in fibra
di carbonioFornitore:Roadrunnerfoot Engineering srl
Scopo del lavoro: verifica strutturale attraverso prove
sperimentali statiche e di fatica allestimento di una procedura di prova
semplice e sistematica omologazione delle protesi secondo
normativa EN ISO 10328:2006 ottimizzazione della protesi attraverso una
modellazione con metodo degli elementi finiti
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
4Caratteristiche principali
Piede protesico ideato per amputazioni trans-tibiali e trans-femorali, presente in 4 classi a seconda del peso dell’utente, del numero di scarpe e del livello di “dinamicità” con una versione più rigida e una più flessibile. Ogni piede di classe differente presenta una sua configurazione di montaggio che dipende dalla lunghezza dell’arto del soggetto in quanto resta sempre costante il punto di fissaggio, collocato 10 cm al di sotto del cavo popliteo, corrispondente all’origine del tendine d’achille.
Caratteristiche principali di leggerezza, resistenza ed elasticità (capacità di accumulare e restituire energia elastica) legate ai materiali utilizzati (fibra di carbonio)
Sezione di appoggio in corrispondenza dell’avampiede dimensionata in riferimento all’arto sano in modo da consentire un’elevata stabilità per l’atleta e un equilibrio nella corsa tale da ottenere elevate prestazioni agonistiche
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Caratteristiche principali
La morfologia innovativa consente: di eliminare la componente resistente
all'avanzamento durante il caricamento del piede, presente nei piedi in commercio, minimizzando l’energia spesa e quindi la fatica, e migliorando la performance dell’atleta agonista
di avere la funzionalità muscolo-tendinea del gruppo gastrocnemio-soleo-tendine d’Achille grazie alla sua morfologia e alla posizione di attacco, garantendo una elasticità paragonabile a quella di un arto sano
Fissaggio della protesi all’arto: utilizzo di una staffa con completa aderenza
della protesi punto di ancoraggio posteriore rispetto
all'invaso in corrispondenza dell’origine del tendine d’achille
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L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Materiale del piede protesico
La protesi è costituita da un’unica lamina multi-strato di fibra di carbonio impregnata in una matrice di resina epossidica.
Per valutare correttamente le caratteristiche meccaniche delle lamine, sono stati estratti dei campioni di materiale e condotte prove di trazione per valutare: E long = 100600 MPa
E trasv = 6200 MPa
ν = 0.55
Ogni singola lamina unidirezionale ha spessore 0.19 mm, dato verificato al microscopio ottico e mediato sullo spessore totale.
Esternamente sono presenti due strati di tessuto 0-90° con spessore totale 0.55 mm.
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L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
7Allestimento prove per i test statici(EN ISO 10328:2006)
Prove statiche su protesi da corsa:
• Macchina di prova MTS Alliance RT/100• Prova statica in controllo di forza• Velocità imposta alla traversa: 10 mm/min• Campionamento dati condotto a frequenza 5
Hz• Posizionamento e serraggio della protesi con
staffa superiore opportunamente adattata• Utilizzo di una staffa verticale all’estremità
inferiore della protesi per evitare che il provino perda in aderenza col supporto, slittando in avanti e provocando picchi anomali nei valori del carico
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Esito prove sperimentali statiche
Il piede protesico da correre non rientra nelle protesi ortopediche previste dalla Norma ISO 10328 perché non è un ausilio per deambulare, ma un ausilio sportivo. La normativa prevede un carico massimo a compressione di 3360 N che viene applicato al piede: infatti secondo le acquisizioni cineto-dinamiche della corsa di soggetti amputati e normali è emerso che l’arto protesico scarica al terreno una forza verticale di 2500-2700 N, mentre l’arto sano arriva a 3000 N e nel caso di atleti normodotati di alto livello arriva a 3200 N perciò è corretto il carico di test applicato. La prova è stata condotta superando ampiamente tale valore, senza rottura della protesi. L’esito della prova statica risulta quindi positivo.
Provino Carico raggiunto [kN] Spostamento [mm] Esito prova
1 -5.324 -79.75 Positivo
2 -1.865 -31.41 Positivo
2 -4.997 -58.66 Positivo
2 -7.975 -79.622 Rottura-120
-100
-80
-60
-40
-20
00 100 200 300 400 500 600 700
T empo [s ]
Spos
tam
ento
[mm
]
-4.5
-4
-3.5
-3
-2.5
-2
-1.5
-1
-0.5
0
Car
ico
[kN
]
S pos tamento [mm] C arico [kN]
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9Esito prove sperimentali statiche
•Prova statica sulla protesi: controllo spostamento e montaggio estensimetri
•Estensimetri: posizionati a 400 (A) e 300 (B) mm (coordinate curvilinee) dall’estremità della protesi
A
B
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Cilindro idraulico attuatore con cella di carico
Allestimento prove per i test dinamici(EN ISO 10328:2006)
Staffe di bloccaggio
Protesi testata
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
11Allestimento prove per i test dinamici(EN ISO 10328:2006)
Prova di fatica in controllo di forza: da 0 a -3000 N
Frequenza di prova: 0.5 Hz
Campionamento dati condotto a frequenza 100 Hz, ogni 20000 s
Numero di cicli condotti: 300.000 (la condizione di esercizio prevede -3000 N per un numero di cicli pari a circa 3 h di allenamento quotidiano per tutto l’anno, al termine del quale la protesi va sostituita, perché non garantisce più le stesse prestazioni)
La prova dinamica è stata superata con esito positivo.
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Esito prove sperimentali dinamiche
Osservazioni: ▲ = rottura viti serraggio abbassamento protesi da 40 a 70 mm tratto centrale della prova con abbassamento fino 90 mm: ingrassaggio
della zona di appoggio della protesi
12
0.00
10.00
20.00
30.00
40.00
50.00
60.00
70.00
80.00
90.00
100.00
0 50000 100000 150000 200000 250000 300000
N° cicli
Sp
os
tam
en
to p
isto
ne
[m
m)]
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Modellazione FEM
Modello FEM: caratteristiche:Geometria attuale: acquisizione con tastatoreMateriale:
Lamine in fibra di carbonio: caratteristiche ottenute
da prove sperimentali
Tessuto: valori da letteratura E long = 13600 MPa
E trasv = 6500 MPa
ν = 0.07Carico:
F applicata a un RP con inclinazione secondo normativa valore di riferimento: 3000 N
Vincoli: contatto su piastra rigida orizzontale vincoli per piastra rigida verticale
Elementi: shell quadratici, 8 nodi, 5 dof, integrazione ridotta
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Lamina Tessuto
E1 (GPa) 100.60 13.60
E2 (GPa) 6.20 13.60
12 0.55 0.07
G12 (GPa) 32.40 6.30
G13 (GPa) 32.40 0.86
G23 (GPa) 7.60 0.86
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Modellazione FEM
Divisione del modello in 5 e 6 parti: sequenza di laminazione (dall’attacco alla punta):
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5 parti 6 parti
N° elementi 1200 4848 1176 4704
Spostamento (mm)
41.54 41.52 41.42 41.13
Variazione 0.05% 0.71%
Modello a 6 parti:
1. 0-13 cm, 46 lamine
2. 13-25 cm, 43 lamine
3. 25-36 cm, 34 lamine
4. 36-46 cm, 30 lamine
5. 46-52 cm, 28 lamine
6. 52-70 cm, 22 lamine
Modello a 5 parti:
1. 0-13 cm, 40 lamine
2. 13-36 cm, 36 lamine
3. 36-46 cm, 32 lamine
4. 46-52 cm, 25 lamine
5. 52-70 cm, 22 lamine
E’ possibile adottare la mesh con il numero minore di elementi, alleggerendo l’analisi.
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Risultati e confronti
Confronto dell’abbassamento della protesi (RP):
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Spostamento [mm]
For
za [
N]
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Risultati e confronti
Confronto delle deformazioni:
For
za [
N]
Deformazione [%]
Estensimetro A:
● Sperimentale
▲ Numerico 5 parti
♦ Numerico 6 parti
Estensimetro B:
● Sperimentale
▲ Numerico 5 parti
♦ Numerico 6 parti
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8
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L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
17Influenza del materiale
Per valutare l’influenza delle proprietà del materiale sul comportamento della protesi sono state effettuate alcune simulazioni variando una caratteristica alla volta delle lamine unidirezionali
Valore iniziale
Valori stimati
5 parti 6 parti
U (mm) U (mm)
E1 (GPa) 100.6090.60 -1.81 -2.32
110.60 2.82 2.42
E2 (GPa) 6.200.62 -0.30 -0.19
12.40 0.36 0.17
12 0.550.35 -0.28 -0.17
0.85 0.67 0.34
G12 (GPa) 32.4016.20 -0.17 -0.05
64.80 0.16 0.04
Il parametro più importante è sicuramente E1
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18Influenza dello spessore (lamina)
Variando progressivamente il numero di lamine unidirezionali, in una sola delle partizioni alla volta, è possibile valutare l’influenza della laminazione (e quindi dello spessore) sulla rigidezza della protesi.
1
2
3
4
5
1
2
3
4
5
6
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
19Influenza della laminazione (tessuto)
Spess. Tex
(mm)
5 parti 6 parti
U (mm) U (mm)
0.35 -0.53 -0.43
0.75 1.15 0.69
In seguito sono state eseguite altre due analisi:
1. senza il tessuto;2. senza il tessuto, ma con un numero di lamine UD sufficienti a mantenere lo
spessore iniziale della protesi.
5 parti 6 parti
U (mm) U (mm)
Senza Tex -1.35 -1.79
Senza Tex + 5 UD 8.63 8.54
E’ decisamente più importante il contributo alla rigidità delle lamine UD rispetto a quelle di tessuto 0/90
Innanzitutto è stata indagata l’influenza dello spessore del tessuto 0/90, ponendolo uguale a 0.35 e 0.75 mm su ogni lato
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
20Conclusioni
In questo lavoro sono state proposte le verifiche strutturali di un piede protesico per corsa agonistica per atleti disabili, costruita di materiale composito in fibra di carbonio. In parallelo sono state condotte simulazioni agli elementi finiti per valutare i parametri significativi per un eventuale miglioramento della stessa. Dalle prove effettuate si sono tratte le seguenti conclusioni:
La protesi da corsa è stata testata staticamente con una macchina di prova, applicando una forza di compressione in corrispondenza dell’attacco.
A fatica la protesi è stata sollecitata con una forza di compressione da normativa.
Tutti i campioni testati hanno risposto adeguatamente alle sollecitazioni imposte e sono quindi stati omologati secondo normativa. Le prove sono state superate con carico nelle condizioni più gravose possibili proposte dalla normativa vigente.
Dal confronto tra la simulazione agli elementi finiti e le prove sperimentali è stato possibile validare il modello e valutare l’influenza dei parametri significativi. In particolare il valore di E nella direzione delle fibre e lo spessore delle lamine hanno grande influenza sull’abbassamento e rigidità della protesi, parametro significativo per l’atleta.
L. Vergani, C. Colombo, D. Bonacini
Sviluppi futuri
In futuro si potranno effettuare anche ulteriori analisi agli elementi finiti, sempre al fine di individuare l’influenza delle diverse variabili in gioco sul comportamento della protesi:
simulazione di una corsa (F che si sposta lungo la coordinata curvilinea del piede protesico)
variazione del lay-up, con variazione degli angoli di deposizione delle lamine unidirezionali
variazione della curvatura della protesi
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