Il fatto. La scuola negata I - diocesiacerra.it

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Camera Omicidio stradale: pene inasprite fino a 18 anni di carcere LIVERANI A PAGINA 14 Quotidiano di ispirazione cattolica www.avvenire.it ANNO XLVIII n° 256 1,40 Opportunità di acquisto in edicola: Avvenire + Luoghi dell’Infinito 4,00 Giovedì 29 ottobre 2015 Beata Chiara Luce Badano Sergio Zavoli on potendo rinunciare, per via di ragione, a ciò che di straordinario continuerà a riservarci la ricerca, e volendo elevare a nostro compito anche le parole del salmista - il quale invita a «far nuove», anche noi, «tutte le cose» - non dovremmo cedere alla tentazione di affrontare una prova di questa natura trattenendola nelle sue remore di princìpio. Mentre le divisioni pregiudiziali ci attardano nel passato, sarà l’ostinato ottimismo di chi sa che un uomo è un uomo per il suo avvenire a sospingere idee, progetti e speranze; persuasi di doverci rivolgere, sempre più, alle norme che investono istanze condivise di natura sociale, civile, interiore. È un argomento nel quale non mi avventuro, essendo privo dell’attrezzatura necessaria, ma non rinuncio alla riflessione di un filosofo ateo del nostro tempo, il tedesco di origine ebraica Ernst Bloch: «La ragione non può fiorire senza la speranza, la speranza non può parlare senza la ragione». Senza privarci, dunque, del valore senza prezzo del cercare per sapere, del sapere per capire e del capire per scegliere, come recita un bel po’ di retorica. Credere, in ogni caso, che non può essere la faziosità a infilarci in distinzioni, e addirittura lontananze cui assegnare conclusioni "scientifiche" o "umanistiche" sempre più inseparabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA N Il Bloch notes rima dei fatti EDITORIALE ANCORA SUL SINODO E SUL SUO ESITO IL METODO FELICE PIERANGELO SEQUERI l metodo caldamente incoraggiato da Francesco ha avuto il suo felice riscontro, vincendo le perplessità e i timori dell’ini- zio. La franchezza della parresia, nella cor- nice dell’ordinata alternanza dell’assem- blea e dei gruppi di lavoro disposta dalla Segre- teria del Sinodo, ha infine prodotto una conver- genza conquistata e convinta dell’ekklesia. L’evento di comunione ecclesiale che ne è scatu- rito – non precostruito, non pilotato, non di ma- niera, checché alcuni ne dicano – ha sorpreso an- che i commentatori più smaliziati. E molti lo han- no lealmente riconosciuto. In ogni caso, coloro che cercavano (e forse speravano) altro, alla fine, non l’hanno trovato. Il tono del documento fina- le è apparso concreto e onesto, ma anche caldo e propositivo, in grado di restituire il clima del consenso più ampio. Per quanto concerne il te- ma in oggetto, in ogni modo, la convinzione che emerge dal consenso dei Padri sinodali è chiara: senza la saldezza di questo "nodo d’oro" – ossia la famiglia credente, che genera alla vita e alla fe- de nel grembo della Chiesa – la Chiesa stessa non si fa. Negli interventi in Aula, come anche nel- l’ampio e appassionato confronto dei gruppi lin- guistici, l’intonazione di questo registro è pro- gressivamente cresciuta. La convinzione di dover dedicare molta più attenzione e affezione allo spirito di alleanza fra la Chiesa e la famiglia ha i- spirato sempre più interventi. Quando un Pasto- re è compreso della responsabilità di custodire la verità della fede – di questo parliamo, natural- mente, non di altri interessi – in quello stesso mo- mento è animato dal desiderio di custodire e di proteggere la fedeltà, spesso a caro prezzo, di tut- ti coloro che a quella verità hanno affidato la lo- ro vita e ne sono testimoni. Ma il buon Pastore sa benissimo che la sua sollecitudine per la verità di Dio deve lasciarsi giudicare e mettere alla prova dell’inaudita novità evangelica della grazia. Nel ministero del Vangelo deve infatti risplendere, con la luce più forte, l’amore di Dio in cerca di tut- te le sue figlie e tutti i suoi figli dispersi. La verità di Gesù è capace di una cosa che la mediazione della legge, anche la più perfetta, non sa fare: è capace di intercessione. Fra i Padri sinodali questa capacità di interces- sione, che si espone fra Dio e l’uomo, in favore del- l’uomo, è risuonata scopertamente e coraggio- samente. Il punto più alto e in certo modo rivo- luzionario dell’evento sinodale va trovato pro- prio qui. La capacità di intercessione della Chie- sa, in favore delle famiglie – e specialmente di quelle ferite – stabilisce un punto di non ritorno, con il quale ora la coscienza ecclesiale dovrà mi- surarsi seriamente. La Chiesa non entra in campo soltanto quando sono confetti e fiori d’arancio. E non sparisce quando le cose vanno male. La Chiesa rimane in campo quando i giovani cercano la loro strada, magari per prove ed errori, per incoraggiarli a tro- vare la via, collaborando con affetto a sciogliere le paure e gli stordimenti che inceppano il cam- mino. La Chiesa rimane in campo quando le fa- miglie sono trafitte dall’imprevisto doloroso e drammatico che fa traballare tutto: l’impossibi- lità di avere bambini, la nascita di un figlio ferito, la mancanza di mezzi e la perdita del lavoro, le de- vastazioni della natura, della guerra, della perse- cuzione. La Chiesa rimane in campo quando sto- rie di vita difficili e distruttive impongono uno stato di separazione e di abbandono che per mol- ti è quasi impossibile fronteggiare da soli. Il Sinodo offre al Papa la testimonianza collegiale di una Chiesa che ha riaperto se stessa alla vocazione bellissima e vulnerabile del sacramento della fa- miglia, ponendo le basi per pensarlo e viverlo davvero come un momento essenziale della sua costituzione divina. L’appello è dunque a una Chiesa di menti lucide, cuori saldi e spiriti bambini, disposti a lasciarsi ri- vestire dei «sentimenti di Cristo» (Col 3, 12; Fil 2, 5). Fino a diventare capaci, quando lo Spirito di Dio è accolto, di autentici miracoli: come tra- sformare vite annacquate in un vino perfino mi- gliore, o riaccendere una fede che sembrava ri- dotta a uno stoppino fumoso. (Cose così, insom- ma). È vero, è stato "solo" un Sinodo dei Vescovi, e non un Concilio ecumenico (in ogni caso cum Petro e sub Petro). Eppure, vi pare poco quello che ne è uscito? © RIPRODUZIONE RISERVATA I Dario Fo «Milano prima? Ma giù la cultura e pure il lavoro» Intervista Lo psichiatra Borgna sui peccati: «Quella paura di guardarsi dentro» ZANINI A PAGINA 24 Testimonianza Così padre Fantuzzi rivede l’amico Pasolini «regista del sacro» ZACCURI A PAGINA 26 Olimpiadi 2024 Inizia un viaggio fra le città candidate per i Giochi Parigi ora vuole vincere ZAPPALÀ A PAGINA 28 Andrea Riccardi «Sì, è caos triste A Roma più tane che piazze» LA DENUNCIA DELLA PENSATRICE. IL 2 FEBBRAIO CONVEGNO A PARIGI Agacinski: «Orrore l’utero in affitto Femministe, svegliamoci» Il fatto. I genitori affidatari della bambina scrivono al ministro dell’Istruzione: «Nostra figlia ha diritto a crescere in classe come tutti» La scuola negata Francesca, 11 anni, malata di Aids: esclusa I 50 anni di Nostra aetate Il Papa: dal dialogo semi di bene Ebrei: rapporti ottimi LUCA MAZZA "Slide", determinazione e obiettivi ambi- ziosi. È questo il bagaglio con cui Antonio Campo Dall’Orto e Monica Maggioni si so- no presentati all’audizione in commissio- ne di vigilanza Rai. Sfida doppia, riassun- ta nello slogan "costi bassi e più qualità". ZAPPALÀ NELL INSERTO ÈVITA A PAGINA 17 I NOSTRI TEMI Presentati i progetti Costi bassi e qualità: ecco la nuova Rai Polemica sul canone Ieri, nel 50° della Dichiarazione conciliare «Nostra aetate», un’udienza generale in- terreligiosa. Richiamo di Francesco alla pre- ghiera come tesoro cui attingere, secondo le rispettive tradizioni, per chiedere i doni cui anela l’umanità. Dai leader religiosi pre- senti il riconoscimento: quel documento ha cambiato il modo di guardare all’altro. A PAGINA 8 PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6 E 7 «Milano si è riappropriata del ruolo di capitale morale, Roma sta dimostran- do di non avere gli anticorpi». Il presi- dente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, lo dice nel giorno in cui, dal sindaco Pisa- pia, riceve il Sigillo della città. Dopo gli anni bui di Mani Pulite e le più recenti vicende giu- diziarie, Mila- no è tornata a essere, secondo il numero uno dell’A- nac, un "modello". Subito polemica e Cantone fa una parziale rettifica. Corruzione. Mentre Marino «riflette» se ritirare le dimissioni Tra Roma e Milano Cantone rilancia la questione morale Niente scuola per la piccola Francesca (nome di fantasia), undici anni, disabile e amma- lata di Aids, ospitata in una ca- sa famiglia della Comunità di Capodarco in Campania. Uffi- cialmente i responsabili della scuola media statale hanno det- to di no alla sua iscrizione per mancanza di posti, dopo aver- la accettata in un primo tempo. In realtà dopo la comunicazio- ne dell’importante problema di salute. Così ora Fortunata e An- tonio, i due genitori "speciali" di questa famiglia hanno deci- so di scrivere una lettera aperta al ministro dell’Istruzione, Ste- fania Giannini. arebbe giusto e molto bello se quest’anno in I- talia la Giornata mon- diale contro l’Aids – che dal 1987 celebriamo ogni primo di- cembre – venisse anticipata, nel nome di France- sca. Il vero nome della bambina non è questo, ma la storia di paura e di esclusione che la riguarda è purtroppo esattamente quella che raccontiamo oggi. Ce l’hanno fatta conoscere Fortunata e An- tonio, suoi genitori affidatari, con una coraggio- sa e appassionata "lettera aperta" indirizzata al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Siamo certi, vogliamo essere certi, che si troverà una so- luzione per non far vivere a Francesca la stessa condizione di rifiuto e di isolamento che, secoli fa, toccava ai lebbrosi. Sì. Una soluzione si deve trovare e si troverà, comunque. Ne è garanzia la pronta disponibilità all’abbraccio espressa da un vescovo che di nome si chiama Angelo. Ma il problema che og- gi vogliamo porre è come sia possibile che dopo 28 anni di civili battaglie, di film, di libri, di dibattiti, di maratone, di tenace informazione scientifica e di polemiche sacrosante (anche se qualche volta forzate e un po’ pretestuose...) in I- talia scuole promosse e organizzate dallo Stato non siano capaci di "vedere" una piccola cittadi- na seriamente malata, ma accoglibile e integra- bile con saggezza e umanità e, dunque, la tenga- no fuori della porta. È bene che scandali come questo ci scuotano e ci tengano svegli. Se il "no" a Francesca si capovol- gerà in "sì" daremo un degno prologo alla Gior- nata contro l’Aids, e saremo un po’ meno in ritardo nell’avere e usare gli occhi giusti. © RIPRODUZIONE RISERVATA S Via quel no MARCO TARQUINIO ARRIVANO I CASCHI BLU DELLA CULTURA, UN ESERCITO IN DIFESA DELL’ARTE FASSINI A PAGINA 11 CALVINI A PAGINA 11 SANTAMARIA A PAGINA 11 LA LETTERA E MIRA A PAGINA 5 Istat e banche segnalano la svolta Fiducia ai massimi, boom dei mutui Renzi: ed è solo l’inizio, l’Italia ci crede FATIGANTE A PAGINA 9

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CameraOmicidio stradale:pene inasprite finoa 18 anni di carcere

LIVERANI A PAGINA 14

Quot id iano d i isp i raz ione catto l ica www.avvenire . i t

ANNO XLVIII n° 2561,40 €

Opportunità di acquistoin edicola:Avvenire+ Luoghi dell’Infinito4,00 €

Giovedì 29 ottobre2015

Beata ChiaraLuce Badano

Sergio Zavoli

on potendo rinunciare, per viadi ragione, a ciò che distraordinario continuerà a

riservarci la ricerca, e volendo elevarea nostro compito anche le parole delsalmista - il quale invita a «far nuove»,anche noi, «tutte le cose» - nondovremmo cedere alla tentazione diaffrontare una prova di questa naturatrattenendola nelle sue remore diprincìpio. Mentre le divisionipregiudiziali ci attardano nel passato,sarà l’ostinato ottimismo di chi sa cheun uomo è un uomo per il suoavvenire a sospingere idee, progetti esperanze; persuasi di doverci rivolgere,sempre più, alle norme che investonoistanze condivise di natura sociale,civile, interiore. È un argomento nel

quale non mi avventuro, essendo privodell’attrezzatura necessaria, ma nonrinuncio alla riflessione di un filosofoateo del nostro tempo, il tedesco diorigine ebraica Ernst Bloch: «Laragione non può fiorire senza lasperanza, la speranza non può parlaresenza la ragione». Senza privarci,dunque, del valore senza prezzo delcercare per sapere, del sapere percapire e del capire per scegliere, comerecita un bel po’ di retorica. Credere, inogni caso, che non può essere lafaziosità a infilarci in distinzioni, eaddirittura lontananze cui assegnareconclusioni "scientifiche" o"umanistiche" sempre piùinseparabili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

NIl Bloch notes

rima dei fatti

E D I T O R I A L E

ANCORA SUL SINODO E SUL SUO ESITO

IL METODOFELICE

PIERANGELO SEQUERI

l metodo caldamente incoraggiato daFrancesco ha avuto il suo felice riscontro,vincendo le perplessità e i timori dell’ini-zio. La franchezza della parresia, nella cor-nice dell’ordinata alternanza dell’assem-

blea e dei gruppi di lavoro disposta dalla Segre-teria del Sinodo, ha infine prodotto una conver-genza conquistata e convinta dell’ekklesia.L’evento di comunione ecclesiale che ne è scatu-rito – non precostruito, non pilotato, non di ma-niera, checché alcuni ne dicano – ha sorpreso an-che i commentatori più smaliziati. E molti lo han-no lealmente riconosciuto. In ogni caso, coloroche cercavano (e forse speravano) altro, alla fine,non l’hanno trovato. Il tono del documento fina-le è apparso concreto e onesto, ma anche caldoe propositivo, in grado di restituire il clima delconsenso più ampio. Per quanto concerne il te-ma in oggetto, in ogni modo, la convinzione cheemerge dal consenso dei Padri sinodali è chiara:senza la saldezza di questo "nodo d’oro" – ossiala famiglia credente, che genera alla vita e alla fe-de nel grembo della Chiesa – la Chiesa stessa nonsi fa. Negli interventi in Aula, come anche nel-l’ampio e appassionato confronto dei gruppi lin-guistici, l’intonazione di questo registro è pro-gressivamente cresciuta. La convinzione di doverdedicare molta più attenzione e affezione allospirito di alleanza fra la Chiesa e la famiglia ha i-spirato sempre più interventi. Quando un Pasto-re è compreso della responsabilità di custodire laverità della fede – di questo parliamo, natural-mente, non di altri interessi – in quello stesso mo-mento è animato dal desiderio di custodire e diproteggere la fedeltà, spesso a caro prezzo, di tut-ti coloro che a quella verità hanno affidato la lo-ro vita e ne sono testimoni. Ma il buon Pastore sabenissimo che la sua sollecitudine per la verità diDio deve lasciarsi giudicare e mettere alla provadell’inaudita novità evangelica della grazia. Nelministero del Vangelo deve infatti risplendere,con la luce più forte, l’amore di Dio in cerca di tut-te le sue figlie e tutti i suoi figli dispersi. La veritàdi Gesù è capace di una cosa che la mediazionedella legge, anche la più perfetta, non sa fare: ècapace di intercessione.Fra i Padri sinodali questa capacità di interces-sione, che si espone fra Dio e l’uomo, in favore del-l’uomo, è risuonata scopertamente e coraggio-samente. Il punto più alto e in certo modo rivo-luzionario dell’evento sinodale va trovato pro-prio qui. La capacità di intercessione della Chie-sa, in favore delle famiglie – e specialmente diquelle ferite – stabilisce un punto di non ritorno,con il quale ora la coscienza ecclesiale dovrà mi-surarsi seriamente.La Chiesa non entra in campo soltanto quandosono confetti e fiori d’arancio. E non spariscequando le cose vanno male. La Chiesa rimane incampo quando i giovani cercano la loro strada,magari per prove ed errori, per incoraggiarli a tro-vare la via, collaborando con affetto a scioglierele paure e gli stordimenti che inceppano il cam-mino. La Chiesa rimane in campo quando le fa-miglie sono trafitte dall’imprevisto doloroso edrammatico che fa traballare tutto: l’impossibi-lità di avere bambini, la nascita di un figlio ferito,la mancanza di mezzi e la perdita del lavoro, le de-vastazioni della natura, della guerra, della perse-cuzione. La Chiesa rimane in campo quando sto-rie di vita difficili e distruttive impongono unostato di separazione e di abbandono che per mol-ti è quasi impossibile fronteggiare da soli. Il Sinodooffre al Papa la testimonianza collegiale di unaChiesa che ha riaperto se stessa alla vocazionebellissima e vulnerabile del sacramento della fa-miglia, ponendo le basi per pensarlo e viverlodavvero come un momento essenziale della suacostituzione divina.L’appello è dunque a una Chiesa di menti lucide,cuori saldi e spiriti bambini, disposti a lasciarsi ri-vestire dei «sentimenti di Cristo» (Col 3, 12; Fil 2,5). Fino a diventare capaci, quando lo Spirito diDio è accolto, di autentici miracoli: come tra-sformare vite annacquate in un vino perfino mi-gliore, o riaccendere una fede che sembrava ri-dotta a uno stoppino fumoso. (Cose così, insom-ma). È vero, è stato "solo" un Sinodo dei Vescovi,e non un Concilio ecumenico (in ogni caso cumPetro e sub Petro). Eppure, vi pare poco quello chene è uscito?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dario Fo

«Milano prima?Ma giù la culturae pure il lavoro»

IntervistaLo psichiatra Borgna sui peccati: «Quella pauradi guardarsi dentro»

ZANINI A PAGINA 24

TestimonianzaCosì padre Fantuzzirivede l’amico Pasolini«regista del sacro»

ZACCURI A PAGINA 26

Olimpiadi 2024Inizia un viaggio fra le cittàcandidate per i GiochiParigi ora vuole vincere

ZAPPALÀ A PAGINA 28

Andrea Riccardi

«Sì, è caos tristeA Roma più taneche piazze»

LA DENUNCIA DELLA PENSATRICE. IL 2 FEBBRAIO CONVEGNO A PARIGI

Agacinski: «Orrorel’utero in affittoFemministe, svegliamoci»

Il fatto. I genitori affidatari della bambina scrivono al ministrodell’Istruzione: «Nostra figlia ha diritto a crescere in classe come tutti»

La scuola negataFrancesca, 11 anni, malata di Aids: esclusa

I 50 anni di Nostra aetateIl Papa: dal dialogosemi di beneEbrei: rapporti ottimi

LUCA MAZZA

"Slide", determinazione e obiettivi ambi-ziosi. È questo il bagaglio con cui AntonioCampo Dall’Orto e Monica Maggioni si so-no presentati all’audizione in commissio-ne di vigilanza Rai. Sfida doppia, riassun-ta nello slogan "costi bassi e più qualità".

ZAPPALÀ NELL’INSERTO ÈVITA A PAGINA 17

I NOSTRI TEMI

Presentati i progettiCosti bassi e qualità: ecco la nuova RaiPolemica sul canone

Ieri, nel 50° della Dichiarazione conciliare«Nostra aetate», un’udienza generale in-terreligiosa. Richiamo di Francesco alla pre-ghiera come tesoro cui attingere, secondole rispettive tradizioni, per chiedere i donicui anela l’umanità. Dai leader religiosi pre-senti il riconoscimento: quel documentoha cambiato il modo di guardare all’altro.

A PAGINA 8

PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6 E 7

«Milano si è riappropriata del ruolo dicapitale morale, Roma sta dimostran-do di non avere gli anticorpi». Il presi-dente dell’Anticorruzione, RaffaeleCantone, lo dice nel giorno in cui, dal

sindaco Pisa-pia, riceve ilSigillo dellacittà. Dopo glianni bui diMani Pulite ele più recentivicende giu-diziarie, Mila-no è tornata a

essere, secondo il numero uno dell’A-nac, un "modello". Subito polemica eCantone fa una parziale rettifica.

Corruzione. Mentre Marino «riflette» se ritirare le dimissioni

Tra Roma e MilanoCantone rilanciala questione morale

Niente scuola per la piccolaFrancesca (nome di fantasia),undici anni, disabile e amma-lata di Aids, ospitata in una ca-sa famiglia della Comunità diCapodarco in Campania. Uffi-cialmente i responsabili dellascuola media statale hanno det-to di no alla sua iscrizione permancanza di posti, dopo aver-la accettata in un primo tempo.In realtà dopo la comunicazio-ne dell’importante problema disalute. Così ora Fortunata e An-tonio, i due genitori "speciali"di questa famiglia hanno deci-so di scrivere una lettera apertaal ministro dell’Istruzione, Ste-fania Giannini.

arebbe giusto e moltobello se quest’anno in I-talia la Giornata mon-

diale contro l’Aids – che dal1987 celebriamo ogni primo di-cembre – venisse anticipata, nel nome di France-sca. Il vero nome della bambina non è questo, mala storia di paura e di esclusione che la riguarda èpurtroppo esattamente quella che raccontiamooggi. Ce l’hanno fatta conoscere Fortunata e An-tonio, suoi genitori affidatari, con una coraggio-sa e appassionata "lettera aperta" indirizzata alministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Siamocerti, vogliamo essere certi, che si troverà una so-luzione per non far vivere a Francesca la stessacondizione di rifiuto e di isolamento che, secolifa, toccava ai lebbrosi. Sì. Una soluzione si devetrovare e si troverà, comunque. Ne è garanzia lapronta disponibilità all’abbraccio espressa da un

vescovo che di nome si chiamaAngelo. Ma il problema che og-gi vogliamo porre è come siapossibile che dopo 28 anni dicivili battaglie, di film, di libri,

di dibattiti, di maratone, di tenace informazionescientifica e di polemiche sacrosante (anche sequalche volta forzate e un po’ pretestuose...) in I-talia scuole promosse e organizzate dallo Statonon siano capaci di "vedere" una piccola cittadi-na seriamente malata, ma accoglibile e integra-bile con saggezza e umanità e, dunque, la tenga-no fuori della porta.È bene che scandali come questo ci scuotano e citengano svegli. Se il "no" a Francesca si capovol-gerà in "sì" daremo un degno prologo alla Gior-nata contro l’Aids, e saremo un po’ meno in ritardonell’avere e usare gli occhi giusti.

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ARRIVANO I CASCHI BLUDELLA CULTURA, UN ESERCITOIN DIFESA DELL’ARTE

FASSINI A PAGINA 11

CALVINI A PAGINA 11

SANTAMARIA A PAGINA 11

LA LETTERA E MIRA A PAGINA 5

Istat e banche segnalano la svoltaFiducia ai massimi, boom dei mutuiRenzi: ed è solo l’inizio, l’Italia ci crede

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