LIBERTA E IDENTITA NEGATA · Fabrizio Di Giulio LIBERTÀ E IDENTITÀ NEGATA Realtà e apparenza...

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LIBERTÀ E IDENTITÀ NEGATA Realtà e apparenza della condotta umana Diario di due anni di facebook novembre 2014-febbraio 2017 Del Professor Fabrizio Di Giulio Questo libro è preceduto da una Conferenza dello stesso titolo che è, a mio avviso, una premessa per capire meglio il combattimento, che avviene in tutti noi, tra il bisogno di libertà e l'obbligazione interna che abbiamo. La Conferenza si può trovare sul mio sito internet al seguente indirizzo: http://www.fabriziodigiulio-parloate.com , cliccando in alto a sinistra su Aspetti sociali, poi su Conferenze (alto a destra), pag. 2 “Libertà e identità negata”.

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  • LIBERTÀ E IDENTITÀ NEGATA Realtà e apparenza della condotta umana

    Diario di due anni di facebook novembre 2014-febbraio 2017

    Del Professor Fabrizio Di Giulio

    Questo libro è preceduto da una Conferenza dello stesso titolo che è, a mio

    avviso, una premessa per capire meglio il combattimento, che avviene in tutti

    noi, tra il bisogno di libertà e l'obbligazione interna che abbiamo.

    La Conferenza si può trovare sul mio sito internet al seguente indirizzo:

    http://www.fabriziodigiulio-parloate.com, cliccando in alto a sinistra su Aspetti

    sociali, poi su Conferenze (alto a destra), pag. 2 “Libertà e identità negata”.

  • Fabrizio Di Giulio

    LIBERTÀ E IDENTITÀ NEGATA Realtà e apparenza della condotta umana

    Diario di due anni di facebook novembre 2014-febbraio 2017

    NOVEMBRE 2014 SENSO DI COLPA E POTERE. In fondo il rimorso è stato il primo atto morale dell'orda umana, quando ci mangiavamo l'un l'altro. Il rigurgito della colpa che torna su, come a soffocarci. Fu il primo atto umano. Umano. Al posto del rimorso però, adesso, non dobbiamo mettere il perdono, che in fondo è spesso ipocrita, ma la comprensione profonda del perché? di quella che viviamo come "colpa". Il delitto e la colpa devono servire a capire l'origine del Male. Così il Male servirà a far capire il Bene. Ma è anche vero che con il senso di colpa il potere ha sempre "educato" alla sottomissione cieca e alla negazione dell'uomo. La colpa è stata sempre un'arma sicura e terribile del potere. Di ogni potere. Laico o religioso. Dai governi alla chiesa. Al posto della colpa dobbiamo mettere non il perdono, che in fondo è teorico e spesso ipocrita, ma la comprensione profonda del perché? della colpa, nella sua origine e derivati. E parlarne insieme col colpevole, e diventare insieme interlocutori della comprensione reciproca che prende il posto del male. Sembra utopico, ma in realtà sarebbe la vera strada. Capire veramente il Male. Il delitto e la colpa debbono servire a capire l'origine del Male. Capire tutte le miserie che ha avuto il futuro Male, sarebbe una grande evoluzione dell'uomo.

  • LA VITA NON ROMANZATA (FALSIFICAZIONE). Il romanzo della vita non deve essere romanzato, come aveva capito Flaubert nell'"Educazione sentimentale". Quello che è necessario più di ogni altra cosa è l'educazione dei sentimenti negli esseri umani. Ma non attraverso dettami razionali, pseudomorali o pseudosentimentali o pseudoreligiosi, bensì attraverso una crescita guidata da un'autorità vera (vedi il mio esperimento 1970-1980) che sarà un catalizzatore autorevole per il bene altrui, che permetterà così la trasfigurazione dal male al bene. Un'autorità nuova che diventa tale dopo un'educazione onesta al potere. Manca una scuola per i futuri governanti. Bisogna specificare bene e chiaramente quello che dovremmo fare dentro di noi, per giungere allo scopo. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, non basta più, anche se è la strada maestra. L'uomo deve salvare l'uomo, conoscendo le ragioni del male. Bisogna domandare al Male: chi ti ha fatto tanto male, da diventare tu, Male? Perché questa è la verità. Tutti i popoli che hanno avuto dittatori o governi analoghi, avevano e hanno una parte distruttiva interna che si è materializzata poi nello scegliere un tiranno come capo. Questo avviene in qualunque scelta. Chi ha avuto un tiranno nell'infanzia è costretto, senza saperlo, a “scegliere” il suo tiranno adulto: uomo, donna, governo, ecc. ecc. Chiunque abbia un potere negativo che uccide l'anima. L'ODIO NASCOSTO. Andare per il mondo, dal Cinquecento all'Ottocento, è stato il preambolo delle conoscenze geografiche. L'atto secondo, oggi, è l'andare dentro di noi, capire e capirci, e perdonarci, perché anche il nostro dolore, il nostro nero, hanno un perché che annulla la critica, il giudizio e la condanna. Andare oltre le colonne d'Ercole del nostro Oceano interno proibito e andare a ricercare la terra sconosciuta che

  • abbiamo dentro di noi, e che è formata dai residui indelebili dell'educazione avuta nei primi 15 anni di vita. Dobbiamo conoscerla, e lentamente sanarla. Dietro di essa c'è il vero se stesso. Tutte le mancanze, tutto il vuoto, tutti i soprusi dell'infanzia che ci hanno marchiato nell'animo e che ritornano, poi, sotto forma di scelte sbagliate, di incastri affettivi, di solitudini profonde, di un odio nascosto che spesso è camuffato da un sorriso affettuoso. COSTRETTI A NON ESSERE. Noi ci muoviamo, nel singolo e nel collettivo, secondo il nostro inconscio condizionato. Dallo stupro, al colonialismo, allo schiavismo, dentro alla famiglia o fuori, in Africa o in India, è lo stesso. Caste, religioni, bramosie di possesso, o di una fede. Potere cieco. Ingiustizia perpetua. Oggi si continua con lo stesso metodo, camuffato con altre etichette a seconda dell'epoca. Però, a pensare più a fondo, c'è sempre stato un double face in ogni caso. Per esempio, la bramosia del possesso, di uomini o continenti, è servita anche a conoscere nuove dimensioni di vita, a CAPIRE. Lo schiavo, a forza di frustate, ha cominciato a capire il padrone, il tiranno, e così fanno molte donne con gli uomini violenti. E questo è stato tanto. Però si cambiava padrone, ma non cambiava il sistema. Dopo Budda, si è avuto il lamaismo; dopo Cristo, la Chiesa burocratica, cioè le istituzioni. Dal divino alla burocrazia. L'amore e la libertà sono diventati potere. Oscuriamo ogni luce. Le istituzioni, dietro l'apparente ordine, sono fatte da uomini che spesso si rifugiano in esse per nascondere il loro vero io. Si dovrebbero elevare gli animi degli uomini, fino dalle elementari, dando loro un'educazione umanistica e lungimirante. L'animo umano ha bisogno di lievito, per poter diventare una pianta rigogliosa. Non SAPERE, ma SENTIRE, chi era Socrate, chi era San Francesco, chi erano i Trecento alle Termopili, che prima di morire scrissero con il

  • loro sangue sulla pietra, "o viandante di' a Sparta che noi morimmo per la Patria", dove "patria” deve essere intesa, oggi, come l'appartenenza al vero se stesso. La terra dove nascemmo. La nostra vera identità. Noi ci affanniamo a curare un singolo essere umano. Ci affanniamo per un solo delitto. Poi però uccidiamo interi popoli. Come se l'individuo curato, fosse differente dai milioni di morti in guerra. L'umanità è molto coerente. E' sempre un circolo chiuso: un sopruso enorme che genera vendetta. A questa vendetta si risponde con un atto di violenza. A questa violenza, con un'altra violenza. Senza mai domandarsi, onestamente, come è cominciato tutto. Nessuno ammette di essere il primo violento. Viviamo nella disonestà e nel buio. Genitori, generali, papi, capifamiglia o di Stato, autoritari, hanno spesso creato dei figli o dei cittadini o inesistenti, o drogati, o impazziti, o ambivalenti o autodistruttivi. Esistono certamente tanti individui normali, senza appartenere a quelle categorie che abbiamo detto, ma la loro vita, i loro sbagli, le loro scelte distruttive, le loro politiche settarie, la loro incapacità a capire mai il mondo dell'Altro, dimostrano che anche i normali sono dei malati senza malattia, sono dei fantasmi che pensano di essere degli uomini veri. Il senso di onnipotenza megalomane è nell'essere umano, il segnale della sua malattia mentale nascosta. Il tentativo di dominare un debole, o un popolo arretrato, non farà crescere mai nessuno, anzi genereranno solo odio, vendetta, ritorsione, scoppio di ostilità, sia individuale che collettiva. La vigliaccheria è nascosta dal sadismo. Chi sta al comando, per meritarsi quella responsabilità, dovrebbe essere fotografato nel suo inconscio: sia i capi di stato, sia i capi religiosi, sia anche l'ultimo dei genitori e, stranamente l'ultimo assassino, che va capito nel perché del suo essere assassino. Ci sono test mentali proiettivi, per primo il Rorschach e seguenti, che darebbero la carta d'identità, la nostra vera identità, senza le buffonate

  • tragiche con cui noi ci copriamo. La politica deve diventare una scienza. E non soddisfare, invece, i più bassi istinti di chi sta al potere (ricchezza, soprusi, sperpero del denaro pubblico, arroganza e presunzione che nascondono abissi di ignoranza e spesso odio camuffato da etichette politiche). Camicie rosse, nere, brune, bianche, sono tutte menzogne illusorie, anche se forse all'inizio c'era un vero ideale. Noi dovremmo avere come garanzia di un Governo la prova scientifica dell'equilibrio, prima di tutto inconscio della personalità di chi ci guida, e che invece quasi sempre ci manda all'inferno o al massimo al limbo di una mediocrità cieca continua. Una frase di una signora inserita in un ambiente politico: “la politica non si fa con la purezza”. In tutti c'è il nemico interno. E' l'interiorizzazione del negativo più o meno grave che ogni individuo ha incamerato nel suo inconscio, dalla nascita in poi. Nel collettivo si ha lo stesso problema inconscio dovuto alla storia negativa di ogni popolo. Ad esempio: un individuo a 50 anni, per rompere il suo legame col mondo dorato della sua infanzia, non vende, ma butta via una villa di 800 metri quadri coperti, oltre il parco, dicendo a se stesso "mi sono liberato". L'anno dopo egli ritorna nello stesso posto, spinto da una forza inconscia irrefrenabile, prendendo in affitto un appartamento di tre camere e cucina (fatto accaduto). Dal 1970 al 1980 ho fatto un esperimento rivoluzionario (per approfondire si veda il mio libro "Parlo a te", edizione Pellegrini): L'esperimento sondava le cause reali del rapporto tra autorità e masse. Realizzai un risultato estremamente nuovo, che in dieci anni (un incontro a settimana), ha dato il metro dell'evoluzione di una massa di individui a me sconosciuta (circa 200/300 persone, componenti delle associazioni genitori Roma e Lazio) di fronte all'autorità. L'esperimento, dunque, portò all'individuazione di varie fasi di evoluzione del grande gruppo sconosciuto, nel rapporto con la mia autorità. Analizzavo il

  • transfert della gente verso di me e il mio controtransfert. Cioè io volevo studiare i passaggi che fanno i grandi gruppi, popoli etc, dinanzi all'autorità che si pone alla loro guida. PRIMA FASE. Il comportamento comune portò alla deificazione, senza critica, della mia persona. Mi vollero vedere come un assoluto di Bene sovrumano. Siccome io spiegavo nel profondo i loro comportamenti sia familiari sia extrafamiliari, mi gridavano "Sei come S. Agostino, sei grande!". Io invece spiegavo che questo era il loro bisogno infantile di avere un Padreterno ideale che doveva proteggerli e guidarli e a cui volevano delegare tutto il loro IO infantile. SECONDA FASE. Si ritorsero con ostilità contro la mia persona, perché non mi piegavo ad accettare questo ruolo assurdo che volevano darmi; cosa che in genere è il pane quotidiano dell'autorità. L'analisi del mio atteggiamento verso di loro era visto come una stranezza incomprensibile, non si spiegavano come io non volessi, né potere, né onori, e tanto meno la deificazione (il tutto gratis). TERZA FASE. Si realizzarono piccoli gruppi con piccoli capi (psicologi infiltrati che soddisfacevano la fame di dipendenza protettiva della gente). In poche parole si erano creati cioè dei PARTITI in seno alla grande massa, ognuno convinto che il proprio piccolo gruppo fosse da seguire ciecamente. Ognuno la verità indiscutibile in tasca. QUARTA FASE. Analizzata tutta la sequenza dei comportamenti del gruppo, avendo visto essi stessi quanto delegassero sempre il loro Io a qualcuno, si ebbe gradualmente una maturazione di tutti, e ognuno passò dalla passività, alla propria attività di vita, secondo la propria condizione psico-affettiva. Erano finalmente maturi e liberi. E io avevo dimostrato qual'è l'autorità vera che fa crescere un popolo. Cioè uno specchio che fa vedere al popolo la sua passività e schiavitù. Un

  • catalizzatore, come deve essere ogni autorità. Tratto dal mio libro "Parlo a te", Luigi Pellegrini Editore: Nel 1971 un collega che veniva regolarmente ai miei seminari all'Università, dopo un seminario particolarmente profondo mi disse: "Lei dovrebbe parlare alla gente anche fuori dall'Università, gente che è desiderosa di capire, e di sapere il perché o comunque i motivi, anche se parziali, che spingono gli esseri umani alla maggior parte delle scelte". In effetti, non soltanto i malati stanno male, ci sono innumerevoli persone che pur non presentando nessun sintomo psichiatrico, vivono e fanno vivere situazioni altamente negative. Genitori e figli, figli e genitori, coppie di coniugi, coppie extraconiugali, scelte di lavoro, tipi di carattere che soffrono e fanno soffrire, sadismo familiare e sociale, masochismo familiare e sociale, gli alibi che tutti si danno per non voler capire e se possibile migliorare. Continuando ancora: come si organizza la società, perché uno vuol diventare un capo e vuol comandare sugli altri, perche qualcuno (e sono una categoria) si arroga il diritto di dominare gli altri e spesso interi popoli senza nessuna garanzia per i dominati della validità vera e profonda di questo comando? Che c'è dietro la smania e la necessità di comandare? Che cosa c'è dietro il bisogno cieco di avere un capo o dei capi che dirigono e comandano, senza che nessuno sappia la validità e l'essenza profonda dell'autorità che si autoproclama dirigente di vita, o di masse o di popoli interi? Come potevamo sapere qual era la personalità di Hitler, di Stalin, di Mussolini, di Polpot, e andando a ritroso nella storia, di Ivan il Terribile, della Santa Inquisizione, del potere di un Alessandro VI, di una Elisabetta I, o di una Caterina di tutte le Russie? Com'è che passano i millenni e i secoli, e gli anni, e ci sono sempre Cesari e Cleopatre e tiranni singoli o tirannie oligarchiche, e poteri nascosti nelle società di tutto il mondo, che mangiano, vivono, si accrescono enormemente, sulla pelle di miliardi di persone che nulla sanno del potere negativo, anzi spesso lo acclamano finche’ non ne

  • sono distrutti, per poi acclamare subito dopo un altro potere subentrato, che ripeterà e farà loro ripetere l'ignominia di “non essere”, con mille promesse e fantasmi di libertà che poi sono altre galere di illusione sotto altre forme. La croce e il fucile, entrambi simboli di potere, sono spesso inestricabilmente uniti per formare una impossibilità interiore a ribellarsi. C'è il falso sacro che blocca la libertà. L'abisso è anche l'impazzire senza un perché apparente. Nessuno ha mai voluto sapere perché qualcuno impazzisce. perché il mondo impazzisce con le guerre o con l'odio di uno solo che uccide all'improvviso degli innocenti. perché? L'odio e la vendetta e la rabbia vengono da una delusione primaria profonda patita. L'aver creduto al bene quando era male. L'aver creduto per fede ciò che invece era infido e mancante. Il vuoto alla richiesta del pieno. Ti odio per quanto mi ero illuso. Credevo in te, donna, uomo, chiesa, governo, dio, universo. Il vuoto, la non risposta, il silenzio dinanzi al cuore che attende disperato, cuore che ha bisogno ,per respirare, che l'altro gli parli. Il bisogno rattrappito di amore, calore, sole, vita, quando non è corrisposto, genera l'essere che diventa pietra, il non sentire più niente. Oppure sentire un moto irrefrenabile di vendetta, di uccidere quella fonte che è secca, ma che a sua volta uccide col suo NO che non è nemmeno detto, perché il silenzio è la sua voce. La vera rivoluzione-evoluzione umana, dal singolo al collettivo, (e che porterebbe a una libertà autentica di comportamento), consiste nell'estrema difficile strada, di fare diventare razionale ciò che era inconscio, irrazionale dentro di noi. L'inconscio infatti determina tutti i nostri comportamenti, essendo il portatore profondo, nel bene e nel male, di ciò che è stato seminato dalla famiglia nei primi dieci anni di vita, senza saperlo. Tutto ciò, comprese le persone sane, è il punto fondamentale, che finora non è stato detto. Tutti siamo condizionati dal nostro ambiente formativo. L'inconscio della madre è il fondamento dell'equilibrio futuro e

  • dell'autostima del figlio; l'inconscio del padre invece dovrebbe essere quell'elemento di amore paterno che trasporta il bambino dall'infanzia all'età adulta, e poi nella realtà esterna. Detto questo, si può capire benissimo l'estrema difficoltà di un equilibrio simile. Tutto ciò, oggi, crea molte resistenze nell'opinione pubblica, perché farebbe crollare le difese personali e sociali dinanzi al sistema attuale. Muoviamoci sempre, per rimanere fermi. Ci sono sfingi, non solo in Egitto, che misurano chi hanno di fronte. Certe volte, per passare nella vita, bisogna risolvere tanti enigmi per ogni ignoto che portiamo nel cuore. Perfino una roccia può avere un'anima, quando la sua bellezza è il raggio della nostra luce. E' in questo modo che molti esseri umani si innamorano. Ricercano la luce, e trovano il buio. Il cuore di pietra, che era creduto amore. Noi siamo spinti continuamente a ingannarci. Il dittatore fa cadere in estasi ipnotica la folla attraverso il suo potere perverso. L'umanità, infatti, ricerca sempre un Dio. O politico o religioso. Il male può divenire così male quando è fatto con uno pseudo amore, da essere tutt'uno col piacere. Il godimento del male, la sua estasi, è la più grande offesa all'armonia dell'essere umano. Perfino nella religione si annida questo seme perverso con la scusa della colpa e dell'espiazione. La passività, condizionata all'estremo, può dare il piacere terribile di essere schiavo e di volere la punizione.

    Qual è la differenza tra autoritarismo e autorevolezza?

    Si possono avere chiarimenti molto più profondi cliccando sul mio sito internet sulla conferenza fatta a 500 generali stranieri nella sede dello Stato Maggiore Italiano nel 1975. Volendo comunque dare una conoscenza sintetica dell'argomento valida per un social network, diremo che l'autoritarismo è appannaggio delle persone che esercitano negativamente il potere che detengono.

  • Cioè non fanno crescere mai, nè i figli, nè i sudditi. L'autoritarismo non fa crescere perché l'autoritario ha bisogno sempre della dipendenza degli altri, per poter avere la sua pseudo-identità. Mentre invece l'autorevole (molto raro), dai genitori ai popoli, è caratterizzato da un profondo slancio creativo e affettivo, che fa avvenire una crescita. Però, ed è importante sottolinearlo, è principalmente un catalizzatore della reazione accrescitiva che non entra mai nei confini dell'altro. La razionalità, quando è estrema (matematica, fisica, economia, senza sentimenti) molto spesso nasconde il vuoto affettivo ed esistenziale, che viene tenuto gelosamente nascosto attraverso ideali di scienza, di partito, e di “amore” per gli altri. Questo amore è il più perverso di tutti, perché con la scusa dell'amore, tradisce l'ultimo barlume di speranza dell'uomo o donna che ci credeva. Nessuno si domanda perché un popolo tanto intelligente come quello italiano, creatore di geni universali, di immense opere d'arte, di grande creatività, poi possa buttarsi fango addosso continuamente e faccia di tutto per farsi schifare e ricevere disprezzo come pane quotidiano. Vogliamo capire? Una educazione millenaria alla passività, al porgere l'altra guancia, all'essere sottomesso come ideale spirituale, alla non ribellione come precetto possono aver creato un profilo inconscio di un popolo. Essere protestanti è stato per altri popoli il salvare l'onore e la virilità? Un popolo può essere paragonato a una puttana? E' un sacrilegio dire che l'Italia, come le puttane, ha avuto troppi protettori e padroni, da troppi secoli? Ecco perché ha un super-io collettivo inconscio nemico di se stessa e sadico. Il risultato dei millenni di schiavitù. Nell'inconscio dell'Italia, oltre la sua grandezza profonda, utero dei suoi geni universali, oggi c'è schiavitù, desiderio castrato di vendetta, autodistruzione, servilismo, passività, disprezzo per se stessa e per i propri figli migliori. È costretta inconsciamente a essere storta, trasgressiva, passiva, inefficiente, insolente, settaria. Perdente, ma con

  • una rabbia interna che non esce. Non crede più a nulla, non crede più al bene. Il bene è creduto l'illusione con cui ci si è sentiti, sempre, traditi e ingannati. Solo il male, il nero, il brutto, il malvagio è vero,. L'altro, il bene, è stato soltanto un'illusione. Non basta la nazionale di calcio come rivalsa. Viene insegnata la disperazione, attraverso una continua disperazione televisiva quotidiana, fatta da una sequenza di violenze di ogni tipo, di orrore di ogni tipo, di distruzione di ogni tipo, che portano, poi, alla disperazione. Quale altra strada potrebbe rispondere a noi? L'unica strada è la conoscenza, sia storica che psicologica, del nostro inconscio collettivo, che tanto è stato asservito per secoli e secoli. Però, tale conoscenza, viene ostacolata da falsi elementi e da poteri che non vogliono che si dica la verità. È un delitto sottolineare, con masochistico atteggiamento, sempre e solo i nostri difetti. Siamo stati portati a ridere della nostra vergogna al cinema. Quale nube ti pende sul capo, figlio mio? Chi ti ha fatto tanto male da diventare tu, male? E quel male sorriderà, mi abbraccerà e mi dirà grazie di avermi capito. Come è accaduto. Essere cattivi, odiare, produrre danni gravi alle persone e alle cose, non nasce soltanto per un caso. Dostoevskij ha detto: “i cattivi saranno buoni quando saranno trattati da bambini, come i buoni”. In fondo il delinquere, perfino il delitto, è una vendetta si, ma è anche un urlo nascosto di far sapere quanto si è stati abbandonati dalla famiglia e dalla sorte. Il vuoto produce il danno. Un giudice ben pasciuto non dovrebbe giudicare un uomo morto di fame, e per morto di fame intendo morto per mancanza di tutto. L'amore quando manca produce il baratro dell'odio, dove il dannato è punito per le sue nefandezze. Ma non si punisce la mano che ha creato questo delinquente. Si vede sempre e solo l'effetto, ma mai la causa. Si deve vedere oltre l'orizzonte per poter giungere al Tu. Gli psicologi parlano di intersoggettività, ma io credo che si potrebbe soltanto dire, e basterebbe, parliamo del rapporto umano tra un essere

  • umano e un essere umano. Dal bambino con la madre, all'ambasciatore che parla con l'ambasciatore di un altro stato. perché il Tu diventa veramente accessibile, soltanto quando il proprio Io è carico dello slancio verso l'altro, che presuppone un dialogo vero. Il fuoco dell'amore scioglie il gelo che bloccava le parole sul centro del Volga ghiacciato, secondo una leggenda russa. I mercanti tra le due rive potevano finalmente sentire le parole ghiacciate in mezzo al fiume. Lo ripeto, l'amore è come quel fuoco, però mette paura, paura nascosta dal disprezzo. La solitudine primaria, l'orrore nudo, non ci appartiene più. L'amore ha cancellato il buio. L'ineffabile è la mia casa e il mio rifugio. L'amare l'altro è il mio io segreto. LA TERAPIA ANALITICA VERA. Sento i rumori della strada, le miserie del fuori comune, ma vivo la mia esistenza di uomo che cura per giustificare il debito di essere nato. Non tacerò più: amerò finalmente l'altro non per un diritto della carne, ma per un diritto dell'anima. E cioè Io sono te; Tu sei me. L'uomo che in guerra trafigge il nemico, trafigge se stesso. L'uomo che in pace porta la croce di un altro, redime l'altro, ma soprattutto continua la sua rinascita. Dove sei, Dio, se non nel Tu che alcuni rinnegano e altri salvano? Se dentro di noi non avremo questo, non faremo un cammino verso l'umanità. Non cercheremo un potere sotto forma del dare. Consegneremo il suo vero io a colui che venne un giorno a chiederti un perché. Ti amerò come un figlio, come un padre, come una madre, come il qualcuno che è l'unico al mondo, perché quell'uno sono io e te nel destino di sangue che gli altri stravolgono con le guerre, le torture, con certi amori che sono un insulto all'amore, perché non vogliono incontrare l'amore. Non sarai mai solo. La tua solitudine di base sarà sanata dall'essere Tu

  • col mondo. Con l'analisi profonda avviene un rinascimento e un umanesimo della condizione umana che si trasfigura in un messaggio evangelico. Io sono te e tu sei me. L'uomo che in pace porta la croce di un altro, redime l'altro, ma soprattutto continua la sua rinascita. Dove sei Dio, se non nel Tu che alcuni rinnegano e che altri salvano? Von Gebsattel a Vienna parla di attività redentoristica. Non c'è niente di paranoicale. Quanta Siberia hai conosciuto? Quante scarpe di ferro hai consumato? Quante lacrime hai versato? Se dentro di noi non avremo questo, non faremo un cammino verso l'umanità. Non cercheremo un potere sotto forma del dare. Consegneremo il suo vero Io, a colui che venne un giorno a chiedere un perché. Dovrò patire con te, vivere a spalla con te, traverseremo fiumi e foreste, faremo luce lì dov'era buio, faremo santo chi abbiamo odiato. Non crederò in nient'altro che in te, perché tu mi fai capire Dio e Iddio capirà me. Ti porterò sulle spalle quando non potrai camminare, ti starò vicino quando camminerai. Ma farò in modo che tu sia quello che sei tu, senza frammenti del mio io. Sarò tanto rispettoso di te, da essere soltanto il lievito in cui ti farai pane per sfamare i fratelli. Sarai Tu l'uomo che, nel fondo di te, tu già sapevi di essere.

    DICEMBRE 2014 L'autorità dei genitori negativi fa regredire chi ha di fronte o a livello infantile o addirittura alla personalità annullata per quanto sono mancate le basi. L'autorità negativa che incontriamo da adulti, vive sul condizionamento di sottomissione che da prima le autorità negative familiari hanno effettuato nell'infanzia. Ma d'altronde lo schiavo difende il suo padrone, teme di perdere la protezione, la sua comoda-scomoda schiavitù, perché non concepisce alternative. Il potere

  • negativo, alla fine, non è più l'altro esterno che noi riteniamo il nostro padrone, ma la parte di noi interna oppressiva e colpevolizzante che abbiamo incorporato fin dall'infanzia e che ci comanda, chiusi nella nostra schiavitù, da cui abbiamo un'enorme difficoltà a liberarci. Il nemico interno (titolo del mio primo libro) è la parte di noi che ci opprime, ci colpevolizza, ci svaluta, ci deforma e ci priva della nostra vera vita. Padrone di noi stessi, anche quando non ne siamo assolutamente consapevoli. Il rifiuto della comunicazione tra gli esseri umani, ognuno chiuso nel proprio condizionamento inconscio infantile, produce enorme difficoltà a riconoscere l'altro, a riconoscere il nostro condizionamento, la nostra indifferenza, il nostro SETTARISMO, la nostra difficoltà di sentimenti, il nostro gelo, la nostra non intelligenza vera, la nostra menzogna obbligata con noi stessi e con gli altri. Infatti è un'intelligenza limitata che in realtà è una resistenza profonda a capire il nucleo dell'animo umano. Un'intelligenza che quindi non capisce quello che c'è dietro la facciata proprio perché fa parte del sistema che è nato come paravento della verità. Sembra un paradosso, ma è così: un'intelligenza che va dallo scienziato allo scrittore che si adegua alla realtà falsa in cui ognuno parla una lingua diversa credendo di comunicare. Una malafede in buona fede che rasenta l'assurdo per quanto è chiara (vedi l'apparente uguaglianza dei popoli, gli aiuti ai diseredati e ai popoli selvaggi per cui il problema di soluzione non è mai risolto). Nei dibattiti politici, ognuno è chiuso nel suo condizionamento, e non può dialogare veramente con l'altro. Ecco una mia riflessione per voi dal mio libro "La forza che muove il mondo": Il passaggio dall'altruismo all'egoismo della scimmia di Koehler a Tenerife (esperimento differenziale tra animale e uomo) è molto indicativo sul problema fra fissità istintiva e capacità invece nell'essere umano di andare oltre l'egoismo animale. Infatti, la scimmia femmina di Koehler, che era in pieno estro sessuale, portava tutto il suo cibo,

  • compresa l'acqua, al suo maschio tenuto completamente a digiuno da Koehler per farlo gridare. Però avvenne che, finito l'estro, la femmina rimaneva sorda ad ogni urlo o richiamo del maschio perché, finita la soddisfazione del bisogno, finiva l'altruismo. Talvolta anche noi siamo così. E' necessario e urgente ormai andare nell'altra parte dell'essere umano, nell'inconscio, utero psicoaffettivo istintivo, per capirlo e iniziare a modificarlo rendendolo cosciente. L'interazione inconscio-ragione sarebbe il vero motore del progresso umano, cioè la conoscenza. E questo dovrebbe essere il futuro del nostro progresso. SUL CANCRO. Un fatto interessante oltremodo è l'osservazione che io ho fatto in 65 anni di esperienza: i pazienti affetti da psiconevrosi fobico-ossessiva avevano nella maggioranza una vita lunghissima benché tormentata. Le persone sane mentalmente, invece, in genere morivano molto prima. perché? Si può ragionevolmente supporre che la sofferenza psichica ossessiva scarichi l'elemento distruttivo presente in ogni essere umano, al punto tale che lo preserva dalla maggior parte delle malattie fisiche tra cui il cancro. Che, a mio avviso, è un concentrato di odio dentro se stessi che viene pagato con la tortura ossessivo-fobica. Le persone sane mentalmente, invece, hanno lo stesso elemento distruttivo interno che non si sfoga sul piano psichico, ma si scarica sulle cellule, producendo la regressione di esse che diventano cancro. Interessante è che sia il cancro (fisico) che la schizofrenia (psichica) hanno in comune un elemento: la regressione fino a livelli arcaici delle cellule (della mente nello schizofrenico e del corpo nella persona fisicamente sana). Cioè: schizofasia prelogica incomprensibile nello psicotico; cancro nelle persone sane mentalmente, cioè cellule primarie. L'affetto profondo e la partecipazione per il fratello della nostra

  • condizione umana e il riconoscersi in lui o lei è il nostro obiettivo. Il capire la differenza che c'è tra l'apparenza e la realtà è fondamentale. Se noi capiremo le cause delle nostre strutture negative, e modificheremo la base dei nostri errori, rendendoci conto dei falsi valori finora avuti sostituendoli con una nuova ragione scaturita dalla conoscenza del male precedente, avremo compiuto un passo profondo. Dobbiamo capire che tutti i difetti e le storture che noi odiamo negli altri sono le cicatrici delle bastonate che le circostanze provocate da sistemi familiari sbagliati hanno elargito ai più. Noi dovremmo, sapendolo, avere finalmente una partecipazione più solidale alla nostra e altrui sofferenza. Solo un "tu" di amore può creare un “io” che vive veramente la vita. Una vera analisi della terapia psichiatrica è essenzialmente un rapporto io-tu dove il "tu" redime gli sbagli altrui e non varca mai i confini dell'Io dell'altro. La forza che muove il mondo: è il titolo del mio terzo libro (Gruppo Editoriale Viator). Oggi vi scrivo della solitudine. La solitudine primaria. L'orrore nudo. Forse il "sistema del mondo" cominciò così, dalla disperazione della solitudine primaria. Si è creato un sistema iper razionale, superficiale, tanto da nascondere dietro la ragione un universo di sentimenti ignorati ma esplosivi. Quell'angoscia primaria di nascere e morire soli, chiamata da Ludwig Binswanger "l'orrore nudo", era urgente che stesse dietro a una diga. Si scende sempre verso il baratro gelido dell'esistenza quando non c'è amore, nè Dio, nè fede. Intorno c'è il gelo del non-amore che diventa non-essere, c'è la durezza che diviene per molti una difesa dinanzi all'annientamento dell'Io. Si diventa freddi e duri per salvare il proprio Io dalla follia che l'essere solo produce. Nella solitudine primaria si scende sempre più giù nella disperazione, dove non c'è una goccia di amore che smorzi la sete: si sta raggomitolati nell'angolo più buio del proprio essere, senza più simboli di speranza che riparino, come nudi, sentendo una impossibilità a vestire un po' di tepore - che già sarebbe

  • un barlume di umanità. L'angolo buio dell'anima è l'ultimo rifugio del non essere pur essendo vivi. Questo è il fondo della depressione esistenziale, ma anche l'origine del male. Infatti, a che cosa porta tutto questo? Alle compensazioni e alle menzogne di ogni genere, a cui credere per forza, dinanzi alla disperazione di essere nati. Porta alla cieca violenza continua, alla disperata vita quotidiana, che per molti oggi ci è data. QUELLO CHE DICO NEL MIO ULTIMO LIBRO "LA FORZA CHE MUOVE IL MONDO" E' UNA SVOLTA EPOCALE PERCHE' DALL'EPOCA TOLEMAICA DEL PENSIERO UMANO (COGITO ERGO SUM DI CARTESIO) IO PASSO ALL'EPOCA COPERNICANA COMPLETAMENTE NUOVA CHE DICE "CONOSCO LE CAUSE DEL MIO COMPORTAMENTO, QUINDI SONO". QUESTA E' LA VERA GRANDE RIVOLUZIONE CHE SI DEVE FARE. DOBBIAMO CONOSCERE ATTRAVERSO I TEST MENTALI L'INCONSCIO DEI GENITORI, L'INCONSCIO DEI GOVERNANTI, L'INCONSCIO DEI RELIGIOSI PERCHE' ATTRAVERSO DI LORO SI PERPETUANO GLI SBAGLI PIU' GRANDI DELL'UMANITA'. PER RIMANERE NEL NOSTRO TEMPO: CHI CONOSCEVA L'INCONSCIO DI HITLER? O DI STALIN? O DI POLPOT? O DEGLI AMERICANI NEL VIETNAM? O DEI VIETCONG DURANTE LA STESSA GUERRA? IL CONFLITTO TRA PREPOTENZA, OCCUPAZIONE E RITORSIONE E' L'ETERNO DRAMMA UMANO. Mi domandano: perché il femminicidio? La mia risposta è questa. Ci sono due corni del problema: uno è la vendetta sulla madre che in qualche modo è stata castrante, o per mancanza d'amore, o per eccesso di (falso) amore soffocante, o per il gelo affettivo e il blocco voluto da

  • lei delle pulsioni istintive del figlio/a. Oppure, c'è un fatto ancora più arcaico: mentre fino a pochi anni fa il mito della madre copriva tutte le mancanze, le delusioni, della figura femminile, oggi, in un'epoca di violenza così disperata senza paraventi, l'uomo dinanzi a un abbandono, dinanzi a una donna perfida, dinanzi magari a una donna normale ma che viene caricata di tutte le proiezioni che quest'uomo ha avuto dalla madre, può uccidere, poichè il delitto è enormemente più facile della comprensione. Non fa pensare perché è un corto circuito. A proposito di capire l'inconoscibile e quindi andare oltre l'orizzonte limitato, Bini riporta nel suo trattato di psichiatria un brano dove dimostra l'enorme distruzione della mente dello schizofrenico attraverso la sua schizofasia (= discorso senza senso come una "insalata di idee"). Il brano dice: “Lo psichiatra di guardia, alla Clinica universitaria, domanda al paziente che entra: lei perché viene qui? E l'altro risponde:" perché non si svita? Non vede che ho la prostituzione addosso? E' stata tutta colpa dei muri!" Effettivamente è incomprensibile, ma se sei vicino contemporaneamente con l'intelligenza e col cuore a quest'uomo che ormai sta fuori dal mondo, il puzzle si ricompone. Sapete cosa significa?" perché non ti sviti dal pensare comune? Non vedi che sono disastrato nel corpo e nell'anima come una puttana? E' stata tutta colpa della freddezza e della durezza, della mancanza d'amore, della enorme solitudine del calcestruzzo dell'animo dei mie genitori che mi ha ridotto così, come sono i muri!". Il cuore illumina il cervello. L'Italia è perdente ma con una rabbia interna che non riesce a uscire. Non crede più a nulla, e soprattutto non crede più al bene. Solo il male, il nero, il brutto, il malvagio, è considerato vero. Il bene è visto come un'illusione dei tempi passati, considerato non vero e sostituito con una visione del mondo che esclude la conoscenza di sè. L'Italia è come una persona malata psicologicamente, ha un Io diviso, frammentario, di cui i partiti si sono appropriati pezzetto per pezzetto.

  • L'Io diviso è l'emblema della “schizofrenia” dell'individuo. Come ogni grave malato che qualunque cosa faccia lo porta a un vicolo cieco, così l'Italia, debole e nevrotica, non riesce a sostenere una realtà concreta continua. I partiti, qualunque partito, sono l'espressione del male dell'Italia. Passano i secoli, i millenni, e sempre l'Italia è come nave in pericolo senza nocchiero (Dante). Come l'individuo singolo disastrato da genitori completamente distruttivi, così il popolo italiano, frantumato da genitori stranieri distruttivi, non ha più un Io personale. E' inutile rifarsi alla grandezza di Roma per trovare un alibi. Dobbiamo pensare all'Italia malata di oggi. Cosa fare? La conoscenza del perché l'Italia sia così deve essere insegnata dalle scuole fino a Montecitorio, deve essere data come verità che permette un'evoluzione e una crescita. Cambiare continuamente presidenti non risolve niente. Porterò un esempio psichiatrico: nelle fobie il paziente teme terribilmente alcune cose (serpenti, ragni, spille, etc); se vuol vivere un giorno da leone, riesce forse ad abbattere quella fobia di turno, ma credete che sia guarito? No! perché si è abbattuto il paravento ma non il motore che c'è dietro. Bisogna arrivare a capire qual è il danno di base per poi lavorare sul quel danno. E qual è il danno di base dell'Italia? L'inesistenza dell'Io collettivo. Bisogna formare una coscienza di sè. I difetti dell'Italia tanto da far ridere di noi (da Sordi a Totò) non ci fanno crescere. Bisogna essere tanto veri italiani da volere la propria madre-Italia finalmente viva. Cioè la nostra identità. Un esempio vero dei risultati di un'Italia così. Parola di un giovane che conosce pochissimo e male la storia, specie dell'Italia : “ma che mi frega a me! Ma so cazzi loro..”. Cantilenando: “So cazzi loro l'hai capito??”. Ricevuto forte e chiaro, mio giovane amico. UNA HIROSHIMA E UNA NAGASAKI INTRAPSICHICI. BOMBE ATOMICHE E PSICHICHE. IGNORANZA,

  • NICHILISMO, DISFATTISMO, PATRIA UGUALE FASCISMO, CINISMO, SOLITUDINE, VUOTO TOTALE, FUTURO INESISTENTE, VIOLENZA DEPRECATA MA SUGGERITA, TV PILOTATA E RECLAME, ABOLIZIONE DELLA BONTÀ, FINO ALL'ANESTESIA COMPLETA. Un politico che parla di democrazia e di libertà di pensiero e poi annienta un giornalista che lo ha messo in difficoltà: non è forse un uomo che condanna a morte un debole? E questo stesso uomo aveva detto pochi giorni prima: “Noi siamo sempre pronti al dialogo, basta che sia un dialogo corretto, democratico, di rispetto reciproco”. Ci sono tanti modi di fucilare la gente anche senza la pena di morte che è immorale. Ci sono tanti altri modi che sono tanto più “democratici”. In fondo il sistema del mondo è costruito a cerniera: il male si incernia nel bene e il bene si incernia nel male. Certe morali sono immorali e certe immoralità portano a capire una superiore morale. Ad esempio la purezza consiste nel credere di aver superato gli istinti, e invece un'educazione castrante, molto spirituale, fatta di silenzio assoluto sulle pulsioni primarie o di minacce per l'aldilà, possono aver creato un falso silenzio istintivo che dovrebbe elevare l'animo verso la spiritualità, mentre spesso nasconde il pericolo dell'individuo alterato (vedi molti preti) sotto l'apparente calma delle acque. Che cos'è l'onestà e la purezza? Un pedofilo o un sadico o un essere umano che odia e impazzisce e uccide, e diviene una moneta falsa nella zecca della vita sono morali? Certo che sono immorali in senso stretto ma quali condizionamenti inesorabili hanno creato esseri simili? L'uomo che si cava gli occhi avanti all'altare, pochi anni fa, e poi racconta di avere avuto una voce inesorabile interna che gli comandava questo, che cos'è? Altro fatto accaduto: una donna senza figli che uccide all'improvviso un'amica, lei e i figli, che cos'è? Spesso il delitto è un modo atroce ed ermetico di effettuare un comando inconscio atroce per tentare di ristabilire un equilibrio. E a proposito di morale: anche essere ipocriti è

  • immorale. Il potere negativo richiede una corte di succubi senza critica, e allora? Tutti gli sciacalli, i vermi, le iene che brulicano dove c'è il potere che cosa fanno? Sostengono la croce del mondo. Apposta hanno crocifisso Cristo: perché aveva smascherato l'ignominia del potere negativo. Le perversioni sono la conseguenza della mente arcaica dell'essere umano dinanzi al blocco della sessualità e dell'aggressività. L'angoscia di castrazione dell'uomo è una entità arcaica, storica della violenza del nemico dinanzi al suo prigioniero. Ancora, nella seconda guerra mondiale le truppe siberiane che combattevano contro i tedeschi, talvolta castravano i prigionieri come simbolo dell'evirazione dell'energia del nemico. In fondo tutte le perversioni sono legate ai concetti più arcaici della mente umana: la donna è stata vista inconsciamente dalla notte dei tempi come un essere mancante, menomato, senza pene. E siccome l'angoscia di castrazione nell'uomo era fortissima, la donna diventava il bersaglio di tutte le paure e le offese che il maschio arcaico (e ancora oggi) proietta sulla donna. Questo spiega la donna che fa innamorare mentre orina: perché il filo dell'urina è una tranquillizazione che esce qualcosa da quella ferita che mette paura all'uomo arcaico. Si è arrivati perfino alla donna che defeca come rassicurazione, nelle perversioni, del cilindro fecale che sostituisce il pene mancante. E tanto è vero questo, che ancora oggi uomini sposati e con figli vanno di nascosto dai viados, perché in fondo ciò rappresenta una scarica della loro ansia inconscia. L'equazione simbolica è questa: lui ha un pene ma è una femmina quindi io fornico con una donna col pene ma lei è la femmina e io il maschio. Suprema menzogna che il pervertito fa a se stesso, perché in fondo, inconsciamente, lui è anche la femmina che subisce ciò che subisce il Viados. Riguardo al male e al bene noi dobbiamo dire che in fondo sono necessari l'uno all'altro perché il bene, se non ci fosse il male, non potrebbe sapere di essere bene, e il male ha due strade per esprimersi: o

  • colpire il bene come vendetta del vuoto ricevuto o redimersi attraverso un'evoluzione di se stesso. Noi dobbiamo capire che molto probabilmente questi due opposti sono il vero motore del mondo perché soltanto le antinomie generano il movimento. E questo spiega il cobra e il leopardo, l'orrore e la bellezza. Quindi dovremmo presumere che il male sia necessario purchè sia in evoluzione. Comprendere oggi il male significa un'altra tappa della nostra evoluzione. Il male è figlio del vuoto affettivo. Dal figlio distrutto dai genitori, ai popoli occupati e trucidati. Vedi nel Vietnam la compagnia Charlie e vedi Toro Seduto che mangia il cuore sanguinante ancora pulsante del generale Custer.

    GENNAIO 2015 E' molto più facile ignorare che capire. E' chiaro che siamo di fronte a una nuova Era dove l'inconoscibile deve venire svelato per far sì che la razionalità sia sempre più vera e adoperata nella sua verità di comportamento, che spesso ancora oggi non è affatto lucida e razionale come dovrebbe essere nella sua essenza. La razionalità, grande conquista dello spirito umano, è condizionata dai sentimenti inconsci, positivi o negativi che siano. Essi stanno nel nostro interno buio e non permettono una vera libertà di azione da parte della razionalità che meriterebbe molto più questo nome se fosse veramente libera dalle pastoie di un motore inconscio nascosto. Il mondo si ribella a tale verità, perché si sente menomato ad ammettere di non essere libero nelle proprie azioni. Ma la mia osservazione del fisiologico e patologico umano, ci fa vedere che questa libertà di azione è profondamente determinata dal suo inconscio, sia personale che collettivo, cioè da motivi sconosciuti nel nostro interno. La famiglia, come sistema politico primario, è dominata dalle situazioni inconsce dei genitori, che poi si riversano sui figli, producendo il bene e

  • il male a seconda di ciò che è stato seminato. E' per questo che io ho creduto di poter affermare che il "cogito ergo sum" di Cartesio è vero, ma è superato. Oggi dovremmo infatti dire che la frase "conosco le ragioni del mio agire, quindi sono" è più vicina alla verità dell'essere umano vero. Questa frase è la mia firma. Per rimanere nel nostro tempo, il passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale, e poi alla Repubblica, è un segnale, così avviene nell'individuo, quando passa dal potere assoluto di un genitore allo sblocco che porta l'evoluzione e quindi alla crescita del figlio. Quando l'evoluzione non avviene, dal figlio ai sudditi, si ha una patologia. Sia sociale e politica nel collettivo, sia individuale: cioè rivoluzione ed eccidi nel collettivo, nevrosi o psicosi nell'individuo. C'è un lavoro inconscio costante verso l'evoluzione, quando è positivo. Si ha un arresto, o addirittura una regressione, quando è negativo, nel senso che il potere perverso che tanto c'è nell'essere umano, può castrare la libertà dell'altro. Da qui nascono orizzonti sempre più ampi. La spinta è continua dall'interno. Porto un esempio storico: la rivoluzione nell'India inglese del 1857 da parte dei Cipai indiani cominciò con un bagno di sangue inglese e finì dopo quasi un anno in un bagno di sangue indiano. Tanto crudele e pazza fu la reazione inglese da suscitare lo sdegno della stessa loro nazione. Questa ribellione praticamente non dette alcun risultato per la libertà dell'India, ma circa 90 anni dopo Gandhi, attraverso la sua Satiagrava, cioè la resistenza passiva, riuscì a ottenere la libertà totale dell'India. Che cosa era avvenuto? La ribellione del 57 aveva dato l'allarme all'inconscio indiano, ma come tutte le ribellioni non era ancora una rivoluzione. Però il seme era stato gettato nell'inconscio del popolo indiano. E in quei 90 anni di intervallo fra i ribelli del 57 e Gandhi del 1947, c'è stata una "meditazione inconscia" del collettivo indiano verso la libertà che poi si è realizzata. Chi avrebbe mai sospettato nell'epoca preistorica che oggi avremmo parlato di diritto alla libertà? Chi avrebbe sospettato che, oltre alle

  • Colonne d'Ercole, simbolo di ogni limite, c'era nel mondo lo sterminato Oceano Pacifico ,che simbolicamente è l'inconscio dell'umanità? Chi avrebbe mai sospettato che, oltre il periodo delle scoperte geografiche ,sarebbe giunto il periodo del conoscibile dell'animo umano? Cioè la vera continua avventura dell'uomo? Il passaggio dall'ominide all'uomo non fu forse il primo destino di libertà? E ancora oggi è il problema più urgente perché la libertà è il problema dei problemi, il problema per cui si sono erette croci e troni, ghigliottine e stupri. Solo la conoscenza che illumina ciò che era nascosto nell'inconscio produce la liberazione dalla fissità del comportamento obbligato. Il male che è il frutto del buio della mancanza di ogni amore, non concepisce la libertà che è legata all'amore vero (la molla di tanti delitti è questa). La libertà vera, come l'amore vero, mettono paura. Per chi non si è rassegnato a vivere nella menzogna quotidiana: Quando la disperazione di non essere se stessi arriva al punto che niente è più reale e niente è raggiungibile, ci può essere un barlume di chiaro, che può essere chiunque, anche una parte di sé, che col suo amore di umanità in comune (tutti apparteniamo al tessuto della vita) ci fa vedere questo barlume come un disegno per noi imperscrutabile, che poi in realtà è la verità vera di noi stessi e di tutti, cosi come siamo. Viene allora una luce di felicità indicibile. Capiamo, abbacinati, perché siamo nati, la ricchezza enorme della nostra povertà, per compiere il nostro destino fino al giorno dell'ultimo respiro. Così come a noi sembrava, adesso già scritto. L'universo non più capovolto, fratello mio. Ho avuto a distanza di pochi anni due pazienti giovani che credevano fermamente di essere la Madonna. Un delirio, senza dubbio. Una alterazione totale della coscienza della realtà che si divide, a sua volta, nell'alterazione del sentimento della realtà, e nell'alterazione del giudizio della realtà. Se io immergo un bastoncino nell'acqua, per un fenomeno

  • di rifrazione, io vedo il bastoncino deformato nella sua realtà. Ma se io lo tolgo dall'acqua, riassume la sua vera dimensione. Quando vediamo il bastoncino deformato e crediamo a questa percezione, senza tener conto della sua vera realtà, abbiamo una alterazione del sentimento di realtà. Se crediamo ancora al bastoncino deformato dopo averlo tolto dall'acqua, abbiamo una alterazione del giudizio della realtà. Ora in queste pazienti era alterato sia il sentimento che il giudizio della realtà. Erano cioè pazze. Il sentimento della realtà era alterato per una intuizione delirante, io sono la Madonna, e il giudizio della realtà era alterato perché, dinanzi all'enormità dell'intuizione delirante, il giudizio critico obiettivo non incideva assolutamente sull'idea errata. Ma è importante d'altronde seguire le vie che possono portare alla follia. Ambedue queste ragazze avevano avuto una educazione estremamente rigida dal punto di vista morale. Tutto ciò che era istintivo era stato taciuto in famiglia o fermamente riprovato da grandi, fino alla condanna di qualunque pulsione. Lo schiavo però ha una sua ribellione che può essere aperta o diretta, o tortuosa, subdola e scarsamente visibile. Per esempio una ragazza cosi educata può diventare una pornostar (come è avvenuto realmente in un particolare caso), ma senza arrivare a questo, può svolgere attività istintiva, magari sfrenata, come reazione, salvo pagare un prezzo al super io interno, cioè la coscienza, con fobie, alterazione della personalità, o altro. Oppure può ferocemente divenire schiava del dictat supremo della morale insegnata, e allora non vorrà apparire donna, non accetterà le forme femminili, si vestirà come una monaca, o si vestirà come una pezzente, squalificando la sua identità di donna e negandola e credendo (e questa è l'ultima offesa all'umanità) che lei vuole tutto questo e che è una sua libera scelta. Ora queste due donne-Madonne avevano trasgredito l'ordine inconscio estremizzato "non fornicare". Ambedue avevano avuto rapporti sessuali continuati con vari uomini, ambedue avevano cercato, e si erano fatte cercare, dall'istinto sessuale più acceso, che sembrava anche quasi eccessivo, anche se una frigidità di base dell'orgasmo era la

  • luce rossa che lampeggiava sul segnale "pericolo". Ambedue non avevano sensi di colpa coscienti, nè si erano mai poste lontanamente ad imitare l'educazione ricevuta. Anzi, prima caldeggiavano ideologicamente la libertà istintiva e sostenevano l'assurdità della castrazione istintiva come un non senso dei tempi andati. Poi di colpo, l'idea delirante, il sentimento fuori del solco razionale di essere la Madonna, senza nessuna critica e anzi difendendo questo delirio dinanzi a qualunque contestazione, anche minima, o appena a una cauta critica che si fosse opposta. La follia era la risposta sia alla castrazione, sia alla ribellione. Il movimento che avveniva sotto il livello della coscienza, era questo: io non posso sopportare di essere una puttana, secondo quanto mi è stato inculcato, cioè puttana è qualunque donna che fornichi al di fuori del matrimonio. Se io sento e credo di essere la Madonna ottengo il lasciapassare verso la soluzione del problema. La Madonna ha avuto il figlio senza fornicare, è stata donna pur rimanendo pura e immacolata. Divenendo io la Madonna, rimuovo e nego completamente il peccato. Non c'è mai stato. Io divengo pura e illibata e piena di luce, così come sempre hanno voluto i miei genitori. Io "devo" credere di essere la Madonna perché cosi salverò il mio io infantile dinanzi al giudizio terribile morale del potere che mi scaccerebbe dal "tempio" (la famiglia, la società). Riguardo alla religione, anche se oggi è utopico ciò che dico, spero che verrà un giorno in cui sia nella famiglia, sia nei posti di potere, sarà obbligatorio, per i figli, per i genitori, preti, politici, una verifica dell'inconscio affinché non producano disastri sia individuali sia collettivi. Senza voler essere iconoclasta, dovremmo parlare degli sbagli che fa la religione. Per esempio, pretendere il blocco della sessualità, la castità dei sacerdoti, è un modo nascosto e inconscio di creare i futuri pedofili o amanti di donne provocando scandalo sia tra i colleghi sia tra i fedeli. Una religione veramente religione non ha bisogno di castrati ma di uomini o donne che abbiano uno slancio profondo verso il bene

  • dell'altro e quindi siano sacerdoti benedetti prima dalla propria anima e poi dalla chiesa. Se Gesù tornasse su questa terra non so cosa accetterebbe dello stato Vaticano: perché la burocrazia dei vari ordini (vescovi, cardinali, etc), la lotta per il potere, le correnti settarie anche li come in qualunque parlamento, l'ignoranza della personalità dei vari componenti, tutti fino al papa, permettono che false vocazioni prendano piede e persone gravemente disturbate (perché inibite) si rifugino nel contesto religioso creando cosi dei nuclei di falsità anche se in buona fede. Questo che ho detto sembra blasfemo, forse, ma è detto con tanto amore per nostro Signore e tanto amore per le sue creature, che siamo noi, che mi permette di parlare con la verità di ciò che tutti si affannano a coprire con la menzogna. Bisogna educare le persone all'amore vero, attraverso l'esempio, perché la chiesa di Gesù sta nel nostro cuore più che nei palazzi principeschi. Oggi, se mi permettete, farò un quadro, il più possibile completo, dei cardini della presenza umana nel mondo, cioè l'uomo singolo, la famiglia, la società, la religione e la politica. E' chiaro che l'uomo singolo, e le mie osservazioni lo confermano, è libero apparentemente ma in realtà è condizionato in tutte le sue scelte dall'inconscio personale che a sua volta è stato impresso dalla educazione e dagli accadimenti (dall'infanzia ai 20 anni circa). Per ovviare a tale situazione, come c'è una carta di identità per ogni persona, così ci dovrebbe essere una sorta di carta di identità psichica creata attraverso test mentali proiettivi in modo che la persona possa conoscere quale situazione interna lo diriga, anche se non lo sa o non ci crede. Riguardo alla società, è la stessa cosa. Cominciando dal rapporto uomo-donna, per arrivare alla profilassi e alla prevenzione del futuro figlio, dovrebbe essere obbligatorio per legge, che prima di fare il figlio i componenti della coppia, coniugi o conviventi, dovranno fare i test mentali proiettivi che danno una fotografia esatta del loro inconscio. Questo perché qualunque alterazione dei due si riverbera poi nella psiche del figlio, molto spesso con dei disastri senza nome. Mi rendo

  • conto di quanta resistenza ci possa essere a tale prevenzione, ma il caos attuale psicosociale, individuale e collettivo, i delitti sempre più numerosi e assurdi ma quotidiani, il caos dei valori, la violenza, la cecità, o l'assenteismo dell'autorità, rendono necessario attuare una prevenzione valida per sanare sempre più tale grave situazione. Sarebbe una vera onestà. Il 41978 era il numero di telefono della grande casa dell'infanzia. Negli anni 20 e 30 telefonavano da Varsavia, Cracovia, Ungheria, Germania. Ricordo una sera d'inverno, un salone dove in fondo c'era il telefono e la governante disse: chiamano da Cracovia. Era una sera buia, di quegli inverni di allora, e a me sembrava ancora più calda e protettiva la casa che, pur essendo circondata dal buio, era illuminata e parlava con Cracovia. Un bambino sente così. C'era Ivonne, una micetta grigia tigrata, che giocava con me e la targa di ottone fuori e le scale immense e lontano là sotto il portone che dava sul mondo che attirava e atterriva. Avevo forse 4 anni e Serafina cuoceva la cena. Noi mangiavamo in un salotto rosso e nero dove sul tavolo c'era un candelabro coi paralumi di pergamena dove era scritto "fugit irreparabile tempus". Un altro tempo. Un tempo lontanissimo. Nel ricordo sento ancora il fischio del carriolo che passava alle tre di notte di inverno, andando alla stazione, e vedo ancora la luce giallastra del bar di via Manin aperto tutta la notte, dove andavano i facchini della stazione a bere grappa e qualche puttana a mangiare in fretta un panino. E l'alba lontana, il buio come se fosse eterno, e l'essere io così perduto nel tempo, un millesimo di uomo che nasceva e viveva in quegli anni lontani che avevano la loro storia di cui io facevo parte. Era il senso del precario e della sicurezza mischiato insieme e non c'era carezza di mamma che tenesse. La psichiatria è in apparenza la classificazione delle malattie mentali con terapia farmacologica prevalentemente. E questo è molto giusto. Il male è che non si parla mai delle cause, ma sempre dell'effetto più o meno catastrofico di un punto interrogativo che non dà risposta. Far parlare i malati mentali stando ad ascoltare per circa 60 anni mi ha fatto

  • sempre più addentrare nella enorme selva oscura del perché l'essere umano diventa alienato. Un esempio: nel trattato di Bini di psichiatria c'è un punto dove parla della schizofasia (il parlare sconnesso dello schizofrenico), che lui giustamente chiama un'"insalata di idee". Ma non è così. Infatti riporta un caso di uno schizofrenico che si presenta alla clinica delle malattie mentali e nervose di Roma e lo psichiatra di turno gli chiede: -lei perché viene qui? -perché non si svita? Non vede che ho la prostituzione addosso? E' tutta colpa dei muri. Questo secondo Bini e Jaspers è la incomprensibilità della malattia mentale che è divisa tra comprensibilità e incomprensibilità. In realtà quel paziente ha denunciato apparentemente in modo incomprensibile tutta la sua storia. Adesso vi spiego: il "perché non si svita" significa "perché non si toglie dal pensare comune solo razionale che non fa capire nulla della sofferenza di chi ha dovuto usare un cifrario simbolico per poter comunicare?". "Non vede che ho la prostituzione addosso" invece significa "Non vede il degrado più atroce a cui sono arrivato per cui sono alienato, pervertito, oppure sadico, etc? E poi: "E' tutta colpa dei muri". E' la durezza del cemento umano, la mancanza di amore e di affetto e soprattutto la deformazione che la insensibilità produce nel bambino già a un anno di età. Ci sono innumerevoli muri nell'esistenza tenera di un essere umano. L'amore è bandito in moltissime famiglie pure essendo sbandierato come ideale. La follia è il cifrario segreto delle vittime dell'ignominia umana. Questo non è avvenuto solo nei malati mentali, ma in tutti coloro che dovettero usare dei simboli, parole o segni, che potessero far comunicare solo tra gli schiavi fratelli. I carbonari rivoluzionari del 21, i cristiani dell'epoca di Gesù che usavano il pesce come simbolo di Cristo, tutte le coperture che lo schiavo, che tutti gli schiavi, hanno dovuto inventare per poter denunciare il male subìto. Quindi la frase

  • dello schizofrenico è lo squillo dell'aliseo quando spinge la nave della conoscenza verso l'orizzonte sempre più ampio. Riguardo all'onestà: che cosa sono onestà e purezza? Spesso sono immorali certe moralità. Un pedofilo, un sadico o un assassino divengono la moneta falsa nella zecca della vita. Sono immorali? Certo. Eppure sono figli della moralità. Sono immorali in senso stretto, ma quali condizionamenti inesorabili inconsci hanno creato esseri simili? Dov'è la moralità? Nel giudicare immorale chi fu determinato dalle violenze e dalle enormi mancanze fino al punto di diventare immorale? Fino a delinquere come prodotto dei tanti sepolcri imbiancati che hanno portato a quei destini neri, delittuosi e immorali? L'umanità si deve difendere, certamente, ma almeno cerchi di capire meglio i prodotti sbagliati del perbenismo morale nostro. Ho scritto molto dettagliatamente nel mio ultimo libro quale sarebbe la prevenzione e la profilassi. Spesso il delitto, qualunque esso sia, è un modo atroce ed ermetico per tentare di ristabilire un equilibrio con lo squilibrio. Una donna che non può avere figli può, per folle invidia e furore di giustizia, uccidere un'altra donna incinta e i suoi due figli. Fatto accaduto. E a proposito di morale anche esseri ipocriti e apparentemente dipinti di bianco, è immorale. Il potere negativo richiede una corte di sciacalli ipocriti. E allora? Tutti gli sciacalli, le iene, i vermi che brulicano dove c'è il potere che fanno? La gente li considera facenti parte della classe del potere, avendone un sacro rispetto, ma non si rendono conto di quale mondezza abbiano invidia. Tutti fanno finta di essere quello che non sono. Se qualcuno è in buona fede lo fanno fuori in quattro e quattr'otto. E' stato sempre un mio bisogno scientifico imprescindibile di analizzare i minimi sistemi profondamente per vedere poi le dilatazioni di essi nei massimi sistemi nel mondo. Credo che faccia parte del sistema dell'universo per cui il sistema solare corrisponde alla struttura dell'atomo come un modulo da infinitamente piccolo a infinitamente grande. Alludendo ai minimi sistemi nel mio caso, ho sempre

  • considerato la psichiatria la chiave di volta per capire la struttura fondamentale della politica nel mondo: dalla famiglia ai governi alla politica delle singole strutture. Curare analiticamente i casi clinici diventa una grande scuola per chi sa vederla: andando oltre l'orizzonte limitato solo della clinica descrittiva. Sotto questo aspetto una psiconevrosi fobico-ossessiva può diventare nel suo microcosmo individuale un'illuminazione del ripetersi nel grande sistema della politica nel mondo. Nella psiconevrosi fobico ossessiva su cui ho scritto e lavorato tanto, c'è una parte legata ai numeri: per esempio, il 5 o il 10 o il 12 possono diventare talmente fobici che non si possono nemmeno nominare. Tanto che i pazienti, aggravandosi sempre di più, cominciano a fare i multipli di questi numeri arrivando all'immobilismo più totale per non toccare altri elementi numerici. Ora, quando uno psichiatra chiede al paziente di fare un atto eroico e di cominciare a fare le cose proprio con quel numero fobico, noi vediamo che il fatto eroico (perché di vero eroismo si tratta data la minaccia di un'ansia devastante) può durare pochi giorni o anche un mese, ma dopo un pò quel numero superato viene rimpiazzato da un altro numero che prende lo stesso aspetto terribilmente fobico come era il primo. Che cosa mi ha insegnato questo? Io ho visto che le scelte per esempio politiche o religiose di un certo livello sono apparentemente risolutorie almeno teoricamente di alcuni problemi, ma dopo che i cittadini hanno fatto esperienza negativa di ciò, è automatico cercare un altro leader o governo che sia diverso dal primo. E magari apparentemente lo è. Ma destra o sinistra che sia, la soluzione definitiva non avviene mai: sia nella nevrosi fobico ossessiva, sia nella politica, c'è inconsciamente un modulo interno non risolto che proietta i suoi raggi negativi inamovibili. Per cui si potrebbero cambiare centinaia di leader o soluzioni socioeconomiche, ma nulla cambierebbe realmente, se non si porta a coscienza quell'elemento distruttivo interno la cui luce sinistra oscura il comportamento umano. Curiamo la causa e non solo l'effetto. Quando io dico: ci vuole un "tu" per concepire un "io", non è una frase

  • criptica. E' molto chiaro: è una frase che comincia quando il bambino si accorge che il latte, la coperta, la protezione viene da un altro che non è sè, questa è la prima divisione tra io e tu. E' chiaro che il primo TU è la mamma. Dipenderà poi dall'inconscio della madre se questo Tu sarà azzurro o nero. Ecco una pagina del mio libro "La forza che muove il mondo" (Gruppo Editoriale Viator): L'incomprensione fra uomo e donna, l'incomprensione tra figlio e genitore, tra politico e popolo, tra fazioni e partiti... la non concezione dell'unità e dall'unità partire per una civiltà superiore non è mai detto. E' una Babele di voci e pensieri. Ognuno parla una sua lingua dettata dal suo inconscio condizionato fin dalla prima infanzia e ognuno crede che il suo piccolo spicchio di visione sia la verità. La lingua è falsa perché attraverso l'ipocrisia involontaria conseguente alla visione condizionata personale, nasconde la verità totale di ogni situazione vista da ogni lato. Ne volete un esempio? "Noi ci vendicheremo dei terroristi!", "No alla guerra!", "No alla povertà!", "No alla pedofilia!", etc. Ma volete piuttosto capire PERCHE' tutto ciò accade? In maniera inoppugnabile ogni effetto ha una sua causa. Ogni causa viene stranamente ignorata per dire solamente l'ignominia dell'effetto. Ma l'ignominia della causa? Taciuta! Il delinquente, il pervertito, il sadico o il masochista o il pedofilo, hanno una loro precisa origine. Perfino il vigliacco, obrobrio di ogni famiglia o nazione, è una vittima di altrui viltà. Perfino la donna è stata negata nella sua identità terrena. Il fatto è che ognuno parte da una situazione inconscia infantile diversa. A questo punto in un dibattito le due lingue che si contrappongono non avranno mai una intesa, perché il condizionamento inconscio di ognuno, inaccessibile come una roccia sottomarina, non permette un linguaggio comune. Ognuno il suo piccolo orizzonte senza uscita. Le motivazioni vere non le vogliamo sapere. L'essere umano, genitore, prete, o politico, ignora la lingua comune a

  • tutti che farebbe parlare i padri coi figli, le donne con gli uomini, i popoli coi popoli. Alla richiesta di comunicazione si risponde "Tu non capisci". Si ha così una falsa lingua solo razionale, che è falsa proprio perché è fatta per coprire la nostra difficoltà a riconoscere l'altro, il nostro condizionamento, la nostra indifferenza gelida, il nostro settarismo, la nostra incapacità di sentimenti veri, la nostra non intelligenza vera, la nostra menzogna obbligata con noi stessi e con gli altri. Una intelligenza limitata che in realtà è una resistenza profonda a capire, quando il cuore non illumina l'intelletto. Un'intelligenza quindi che non capisce ciò che c'è dietro la facciata proprio perché fa parte del sistema cieco di questo mondo. Ecco una pagina del mio libro "La forza che muove il mondo" (Gruppo Editoriale Viator): A costo di sembrare immodesto, credo di essere stato il primo a concepire la divisione nel mondo uguale alla divisione dell'io diviso schizofrenico. Forze irresistibili inconsce frantumano l'unità dell'io del bambino e fanno in modo che egli non possa comunicare veramente ne con se stesso ne con gli altri. Mi spiego meglio. Certo che comunicano, eccetto gli autistici, ma sono costretti a comunicare con una lingua falsa che poi è la regola della vita di questa terra. Le guerre, le torture, le ipocrisie piu nere, la fede intesa come odio, creare su questa terra degli dei falsi, da Hitler a Stalin a Polpot, significa essere ancora dei bambini con un livello arcaico del cervello che non concepisce il dialogo padre-figlio. perché non si vuole mai raggiungere l'età adulta. Questo lo si riscontra in ogni terapia e nella politica di questo mondo. Oggi vi racconto di un altro terribile caso clinico che ho guarito. Forse il più grave tra i gravissimi che ho curato. Si tratta di un giovane, negli anni 70, che era in preda a un panico continuo. Non poteva più mangiare nè bere nè dormire. perché, su un

  • piano fobico, tutto era peccato data l'educazione spaventosamente sessuofobica che aveva ricevuto da un padre (che sarebbe dovuto stare al posto del figlio - ossia in terapia!) di un autoritarismo cosi grave da prendere la testa del bimbo piccolo che aveva defecato in un bagno turco della loro proprietà in campagna sfregandogli la faccia sulla cacca per ricordargli di non sporcare mai fuori dal gabinetto. Era stato portato da tutti i più grandi psichiatri di Italia, Svizzera e Francia: alla fine tutti avevano concluso che non c'era nulla da fare. Faccio parlare lui (dal mio libro "Il nemico interno"): Piero (nome di fantasia): sembra incredibile a pensarci oggi che sono guarito. Lei ricorderà, professore, com'era mio padre, autoritario al massimo grado, incuteva timore a tutti, in famiglia e fuori. Bastava una sua occhiata per far tremare tutti, in famiglia e al lavoro. Era un'autorità politica, e ho visto dipendenti di sessant'anni temere di andare alla firma nel suo ufficio. A tutti i livelli mio padre distruggeva. Mia madre era diventata alcolizzata per la paura e per la solitudine. Io a 18 anni mi sono ammalato improvvisamente. In termini letteralmente mortali. Non potevo mangiare niente, non potevo bere niente, non potevo dormire mai, sempre con la paura di un panico che io ritenevo mortale dinanzi al timore di peccare continuamente. Badi bene che mio padre era un cattolico non solo osservante ma parlava continuamente di amore per il prossimo, di Vangelo, di Gesù. Era grande amico dei preti, diventava furioso se qualcuno soltanto discuteva su aspetti religiosi non fondati sulle parole di Cristo. Come dicevo mi sono ammalato di colpo e per più di 20 anni non ho potuto vivere se non in termini di estrema sopravvivenza. Non potevo fare nulla di ciò che è considerato basilare nella vita come dormire, mangiare, bere, uscire, lavorare, avere un affetto, o il sesso. Tutto mi era precluso totalmente dal mio interno che era diventato la voce del mio padre tiranno. Potevo bere e mangiare un sorso di acqua al giorno e un solo pisello o un cucchiaio di pasta. Riguardo al dormire invece, la notte mi mettevo davanti al water per espellere l'ultima goccia di urina dal mio corpo, temendo che il

  • trattenere anche solo una goccia potesse essere nel sonno una tentazione sessuale. Finivo per svenire sfinito ogni mattina alle 5, o alle 6, ripeto svenivo al gabinetto nel tentativo assurdo di ubbidire al mio carnefice interno. Dopo innumerevoli psichiatri mi mandarono dal professor Di Giulio che, vedendo la gravità del caso, mi fece andare gratis alla sua villa dove ho soggiornato per circa due mesi. Per togliere l'autoritarismo volle subito che lo chiamassi Fabrizio e cominciò una terapia di 4 volte alla settimana facendo venire fuori tutto l'orrore che avevo incamerato in 30 anni di vita. Per abbreviare: sono guarito completamente dopo due anni e mezzo di terapia e il fatto interessante è che più guarivo e più mio padre affondava nel non essere. Man mano diventava un relitto umano. Il mio diventare uomo vero, lo uccideva". Ancora uno stralcio dal mio libro "Parlo a te": “Pur vivendo nell'epoca della bontà c'era il sottofondo uguale per l'essere umano. Per esempio solo una vitellina, mi ricordo, uccisa a martellate in testa da Cerasa, in un macelletto vicino ai depositi del grano. Colava il sangue dal muso della vitellina e quello, giù, un altro colpo sulla testa che era piccola, bianca e ancora non sfondata. Muggiva, povera piccola, come poi ho sentito muggire innumerevoli inermi nella vita, uomini e donne, fanciulli e militari metà prezzo. Si gode a spaccare, torturare, far male con le parole, con gli atti, coi pensieri, con le illusioni, e d'altronde alcuni sono stati talmente "educati" a subire che si mettono sempre in condizioni di farsi fare sempre più male. Non esistono colori, partiti, fedi, associazioni, religioni etc: esistono esseri umani che stanno sopra a infierire da vigliacchi e altri che stanno sotto e che hanno per campioni di rivalsa da Che Guevara a San Francesco, dall'Arcangelo Gabriele a Giuseppe Garibaldi. Non si finisce mai. Ho sempre detto da quando avevo trent’anni che si potrebbero già evidenziare fin dalle elementari i futuri carnefici e le future vittime attraverso test mentali proiettivi. Ma sapete la risposta: "Eh, ma allora la libertà?". La chiamano libertà. Come quella di non far sapere ai futuri sposi e comunque genitori

  • quello che essi saranno sia come coppia sia come educatori di esseri umani. Dovrebbe essere obbligatorio per legge, come si fa oggi per la poliomelite e tutte le altre malattie, fare i test proiettivi in questo caso per tutti quelli che in futuro avranno un potere sugli altri. Dai figli, ai genitori, a tutti i dirigenti fino ai preti e ai politici. Dovrebbero avere la consapevolezza e la responsabilità della propria situazione psicoaffettiva interna, cioè la loro vera identità nascosta che poi verrà fuori automaticamente. Riconoscere il perché dalle fantasie di potere. Riconoscere se si è sadici o masochisti, sia sessualmente che caratterialmente. Riconoscere se c'è un gelo affettivo interno che ucciderebbe l'anima del partner e dei figli. Ci sarebbe ancora da dire tanto ma almeno cerchiamo di avere l'onestà di fare tutto ciò. Domani parlerò della coscienza della realtà che si divide in sentimento della realtà e giudizio della realtà. Lo farò perché è il fondamento del rapporto nostro con la realtà e ognuno del nostro essere umani incappa continuamente in questo problema della vera coscienza della realtà. Oggi invece vi scrivo una lettera stupenda di una mia paziente del 1992, che possiamo considerare il manifesto della psichiatria analitica che io ritengo essere l'unica vera terapia per l'essere umano colpito nel suo non-essere, portando così un documento che a me sembra un compimento del nostro profondo essere. L'Aquila, novembre '92. “Sono contenta che Roberto non sia ancora tornato a casa. Sono contenta perché è tanto tempo che non scrivo e questo momento di quiete mi consente di farlo. Sono appena tornata da Roma dalla seduta con un tempo da lupi e voglio cercare di dire ciò che in macchina sentivo, ciò che davvero sentivo di dire dopo una delle più belle e importanti sedute della mia terapia. Davvero stasera sentivo di poter dire ciò che provavo nel cuore, quella gioia di sapere che un grande dolore, una orrenda ferita, sta davvero guarendo; con fatica e difficoltà, ma sta davvero passando per lasciare il posto a una nuova Luisa, a una

  • persona nuova e sconosciuta che sente di stare nascendo per la prima volta. Io so che queste non sono parole, so bene che questo non è solo un momento positivo di serenità, io so che questa è la costruzione di una fondamenta essenziale di me stessa, che è la costruzione di una mia interiorità autentica, vera e definitiva. E come dicevamo con Fabrizio io sento davvero di cominciare a appartenermi, ad essere davvero io il centro di me stessa, sento di avere spostato la ricerca della mia più sincera, profonda, autentica mia verità da fuori a dentro di me. E so che questo è un vero passo verso l'età adulta. Sento di avere lasciato la straziante e dolente ricerca di una compensazione esterna al male, al dolore, alla mancanza che da sempre vivevano dentro di me e eternamente frustrata. Come davvero il bambino in culla, io ho confuso per tutti questi anni la mia identità e quella di mia madre. Sento di averlo fatto subito, appena nata (e questo sarebbe normale, ma non 10 anni dopo) e sento di avere ricevuto costante, continua, una delusione cosi forte a questo mio darmi a mia madre, da essere costretta per questi lunghi 30 anni della mia vita a cercare surrogati continui a questa mancanza, a questo vuoto, a questa latitanza di affetto vero di mia madre e a questa conseguente mancanza di una mia identità. Ho delegato la mia vita a mia madre e al suo affetto e ho avuto in cambio il vuoto. Negli uomini, nella fede, negli amici, perfino nei miei alunni ho sempre costantemente ricercato, preteso, voluto mia madre, il suo amore e la mia identità. Adesso però anche dopo altre delusioni, dopo altri dolori, so che riesco a esserci anche senza di lei, che esisto, vivo e resisto nella vita anche senza di lei. E' finita l'angosciosa ricerca della bambina dedicata tutta a lei, è finita la ricerca spasmodica ed infinita di quell'amore negato; so di avere risanato quell'io infranto, so di non piangere più il pianto del bambino, so di avere trovato davvero nel rapporto con Fabrizio la base essenziale per poter fare tutto ciò. Davvero il suo amore umano, il nostro rapporto, è stato liberante. Ha permesso a me di capire come una persona possa volere bene a un'altra senza porre condizioni, accettandola così com'è, senza chiedere, senza

  • aspettative, senza pretese. La sua integrità interiore, il suo appartenersi ha permesso che si realizzasse questo. Il rapporto terapeutico certo è tanto complesso, richiede una infinità conoscenza, una preparazione ed una capacità professionale enorme da parte dello psichiatra. ma senza quella infinita, comunicativa, profonda, coinvolgente, rispettosa umanità dei confini, senza quell'affetto sincero di un essere umano di fronte a un altro essere umano la terapia non avrebbe senso. Penso a quanto sarebbe osteggiato questo tipo di discorso da tante perone di cultura, anche psichiatri. eppure se dovessi dire a loro queste cose, pur dicendole così, come le ho scritte, direi anche che non devo spiegare niente di tutto ciò, che davvero loro non fanno parte di quella umanità a cui la lettera che Fabrizio mi ha letto stasera si rivolgeva. Direi che provo pena per loro che non hanno vissuto l'esperienza più autentica che una persona possa fare: stare di fronte a un suo simile e volergli bene, e sentire per lui solo sentimenti di profondo rispetto, solo sentimenti di autentica umanità, di profonda partecipazione al dolore umano. Chi vuole solo avere un potere sugli uomini mascherando questo da pseudo interesse e partecipazione non può neppure avvicinarsi a comprendere tutto questo". Oggi vi dono un frammento della mia lontana infanzia: A cinque anni Serafina mi raccontava favole dell'Amiata. Di notte, i lupi mannari che chiedevano di entrare mentre fuori c'era la tormenta, e la donna apriva e... tutto il terrore, l'ignoto, la bestia urlante si scatenavano nella mente di fanciullo, e ancora. E ancora. La ragazza che era fermata alla fonte da un bel giovane di cui lei si invaghiva ma poi, guardando il piede, si accorgeva che era biforcuto. L'Amiata come un monte dantesco, tutto di neve e qualche casupola nera che accresceva l'orrore e il fascino di quel luogo che non aveva più connotazione storico-geografica ma stato d'animo perenne fanciullo, che non conosceva altre dimensioni. Sarebbe sempre stato inverno, e notte, e sempre i lupi mannari a bussare, e le donne ad aprire la porta

  • nelle notte atroci, e il diavolo sempre ad apparire alle fanciulle alla fonte che non era legata a nessun villaggio. Solo sensazioni e sentimenti e fantasie al di là della camera, del letto, del comò che si intravedeva in quell'ora di notte. Le storie fosche del Casentino, la battaglia di Campaldino, l'ombra del Sire di Narbona, le novelle della Perodi, Poppi, la Verna, Bibbiena, la Toscana del Duecento, e più in là ancora, senza tempo, il tesoro della regina di Saba, Turno che voleva spiare nella notte dei tempi mentre gli angeli uscivano allo stellato dal camino della casa stregata. C'era da stare sotto le coltri, il fiato sospeso a rivedere dentro tutto questo mondo. Le fate, le favole dei tre merangoli d'oro che nonna mi raccontava su quella chaise-longue che poi è sempre stato il mio divano di psichiatra. Nonna che stava in fondo al salone da letto e aveva vicino sempre un vasetto di cold-creme con cui si massaggiava le mani e il volto e il collo. Avevo forse tre o quattro anni e mi affascinava quest'albero dove erano nascoste le tre ragazze che erano poi i tre melangoli d'oro, non ne sono sicuro, ma certo è che non volli mai sapere il vero racconto dei tre merangoli. Stregonerie, fate, maghi, l'albero che nascondeva con la sua chioma le tre bellezze nascoste e non sapevo che cosa vedevano. Il meraviglioso era le tre fanciulle-fate che si intravedevano tra le fronde dell'albero. E più in là nel tempo invece, a dodici anni, c'erano Labuan e i pirati malesi illanun con i prahos grandi e le casacche rosse oro e i turbanti con gli smeraldi e il mare di Solu e i fiumi del Borneo con James Brook e il Royalist e i kampilan e le corte carabine e Muda Hassim e i Daiachi tagliatori di teste. Sarebbero sempre stati nei mari d'oriente dinanzi agli igoroti delle foreste e il Kabatuan e le foci dei fiumi coi pirati Sarebas. C'erano gli incrociatori inglesi che eruttavano fuoco e fiamme sui pirati, coi tramonti tragici, dinanzi alle coste che svanivano ormai sull'orizzonte buio. C'era il Kina Ballu da dove la fanciulla abbandonata si era gettata nel mare. Si intravedevano gli amori con le baiadere, che

  • erano poi principesse, e i thogs e le Sunderbunds. Il mistero di Kalì, le giungle, Darma, i fiori di mussenda: gli elefanti comereeh e merghee, e le tigri, e i serpenti, e i cinesi che si ribellavano nelle taverne di Sarawak, o a Kuching. In tutta la mia carriera il tema che mi ha più affascinato è l'avventura umana: nulla è più passionale scientifico epico tragico della avventura dell'essere umano quando di generazione in generazione muove verso il suo lontanissimo se stesso autentico. E che c'è di più affascinante della follia umana. Questo andare a ritrovare il vero se stesso, sperduto nella tempesta dell'oceano umano. Io personalmente ho sviluppato un mio pensiero riguardo a due epoche del cervello umano. Il periodo tolemaico (si pensava che la terra fosse piatta) che culmina col cogito ergo sum di Cartesio; se nel Seicento poteva bastare (elevava l'uomo al di sopra dell'animale), oggi, tre secoli dopo, si impone una nuova dimensione che io ho racchiuso nella nuova formula: "conosco le cause del mio comportamento quindi sono". Questa è la nuova epoca copernicana: l'essere umano nella sua vera identità muove verso il vero se stesso annullando così la menzogna in cui ha vissuto e vive fino a questo momento. In fondo l'evoluzione della nostra specie è inarrestabile: dalle scoperte geografiche di tre secoli fa, fino all'Ottocento, si passa alla scoperta dell'inconscio (900), si passa cioè a un nuovo oceano dove le navi atre alberi di Colombo, Magellano e Coock divengono un nuovo tre alberi simbolico che sta dinnanzi alla barriera corallina della menzogna umana. Ogni abisso ha la sua luce negativa che può accecare l'essere umano. La differenza tra innamoramento e amore in una coppia: ecco cos'è. L'innamoramento è profondamente legato all'ideale che noi cerchiamo affannosamente, da dio alla donna (o uomo). L'innamoramento è una proiezione del nostro azzurro interno su un altro essere che per qualsiasi ragione inconscia si identifica con quell'azzurro. L'innamorato chiama la sua donna creatura celeste, l'innamorata dice tu sei il mio dio.

  • Sono nata con te. Ma quanto dura? L'innamoramento è come la fanciullezza per cui Saffo diceva "fanciullezza, fanciullezza dove vai?", e lei rispondeva "mai più ritornerò". Anche nella società ci sono innamoramenti: di un dittatore, di un Governo: E pur rispettando il valore di questi, rimane l'innamoramento dei seguaci, che sono accecati e non vedono la realtà autentica dell'altro. Giuseppe Bandi, ufficiale di ordinanza di Garibaldi, non poteva vedere Garibaldi che orinava sulla prua del vapore, sia per il pericolo che correva, ma sia (e soprattutto) perché non poteva vedere che fosse un uomo, con le sue umane necessità. Quindi l'innamoramento è un sogno. L'innamoramento si interrompe quando il quotidiano uccide il sogno. A quel punto l'amore vero avviene quando reciprocamente la coppia ha una profonda vicinanza al bambino-lui e alla bambina-lei di un tempo con la loro solitudine. L'amore è quindi un trasporto profondamente costruttivo in cui il bene dell'altro diviene il bene proprio e la felicità consiste stranamente con la libertà interna di ambedue. Ma non è strano: questo è il vero amore, il possesso dell'altro è veleno. Riguardo alla strage di ieri a Parigi, cieco furore e cieca distruzione: si uccidono gli esseri umani senza che da parte nostra ci sia una richiesta del perché. Il perché è dato dal sopruso di base, dalla prepotenza, dall'occupazione pseudo coloniale, dal negare ogni diritto a coloro che sono deboli. Quindi la ritorsione atroce sconvolge qualunque animo. Ma nessuno si domanda perché abbiano fatto questo, o perché le torri gemelle. perché Nassyria, etc. Il fatto è che noi creiamo i nostri nemici! Come? Con la nostra nascosta inciviltà che ci sembra tanto civile. Gli oppressi, da che mondo e mondo, vista l'impossibilità di comunicare col nemico e di arrivare a una comprensione reciproca, sfogano il loro furore nella maniera più barbarica e atroce che ci sia. Ma è un serpente

  • che si mangia la coda. perché nessuno ha l'onestà, la rettitudine e il coraggio di osservare criticando il proprio operato. Il nemico prima di essere fuori e è dentro di noi. E questo nemico ci fa stuprare i corpi e le anime degli altri, ci fa violentare e distruggere l'essenza vera dell'altro. Un pezzo di terra occupato nel mondo, occupato da gente estranea e straniera con scopi di potere, non solo rappresenta un peccato contro l'umanità ma è la scintilla atomica nei rapporti umani che così vengono dilaniati, incompresi, e soprattutto diventano ciechi con la nostra falsa intelligenza (perché l'intelligenza vera vede ogni lato delle questioni). Causa ed effetto non sono visti. È visto solo l'effetto. Il comando che soffoca nasce dalla forza perversa egoistica dell'essere umano che non vuole la crescita dell'altro ma vuole solo sottomissione e sudditanza perenne che va dai figli ai popoli per coprire la propria debolezza. La violenza così è la firma dell'immaturità dell'essere umano. perché c'è ancora l'animalità umana che è peggiore dell'animale. L'organizzazione economica, in tutti i suoi aspetti, essendo collegata col potere, è la conseguenza logica di ciò che abbiamo detto finora. Vi interessa capire le origini delle guerre? Ecco il mio pensiero, tratto dal mio ultimo libro "La forza che muove il mondo": Tutto inizia con il bisogno primario del neonato (latte-protezione-etc) che morirebbe se non ci fosse una cura esterna a custodirlo. Quindi il bisogno imprescindibile della sicurezza. Poichè l'essere umano divenuto razionale è l'unica creatura vivente sulla terra a concepire e immaginare un futuro, è chiaro che un futuro precario, cioè mancante di sicurezza, produce il bisogno urgente di accumulare. Con il possesso, all'inizio di beni di sostentamento che,

  • garantiscano la vita. Ma il possesso eccessivo come sicurezza crea una fame di avere a scapito degli altri. Fame che diviene una perversità del bisogno e un inizio delle ostilità nel sistema perverso dell'essere umano. Da qui: IO TI ODIO PERCHE TU OCCUPI IL MIO E ME LO RUBI. E viceversa, IO TI ODIO PERCHE TI OPPONI AL MIO BISOGNO DI POSSEDERE. Ecco la guerra. E' chiaro che il più forte fisicamente in origine, oggi inteso come nazione, ha la meglio sul più debole dei due. Si crea così il potere negativo.

    FEBBRAIO 2015 Cari amici, io già accennai qualche tempo fa, ed è qualche anno che lo penso, a una cosa profondamente importante e forse illuminante. Cioè, la connessione tra la schizofrenia (la più terribile malattia mentale) e il cancro (la più terribile malattia del corpo). Attraverso la mia lunga esperienza ho notato che ambedue hanno un "comune denominatore", ossia la regressione (elemento presente nelle due malattie suddette ma c'è anche nel corso della vita perché, dalla nascita alla morte, dopo un periodo di crescita, c'è la regressione fino alla vecchiaia). La regressione è sinonimo di distruzione e il nesso che unisce shizofrenia e cancro è questo: mentre la schizofrenia fa regredire il pensiero umano dai livelli razionali conquistati al pensiero pre-logico che porta all'incomprensibilità totale delle parole, il cancro fa regredire le cellule del corpo umano fino alle cellule di un arcaicismo totale che divengono un elemento divorante dell'essere umano. La regressione porta a una corsa verso l'annientamento, è un suicidio dell'io nella malattia mentale (la morte dell'anima) e un suicidio inconscio del malato di cancro che uccide il suo corpo. La mia

  • esperienza di terapia in pazienti cancerosi e schizofrenici mi ha fatto riscontrare questo: solo una psicoterapia analitica può migliorare tale corsa verso la morte, come è avvenuto in alcuni casi di mia osservazione. Bisogna però sottolineare che questa terapia deve avere la base di un amore vero, profondo, verso l'altro. Questi abissi, sia dello schizofrenico sia del canceroso, possono essere almeno parzialmente riempiti da una datività che spesso rasenta, come disse un giorno Von Gebsattel, quando parlò giustamente di una attività redentoristica. Ma se questo è vero, com'è vero, allora dobbiamo domandarci: quale è l'imponderabile del profondo affetto, che produce tale miglioramento? Il pensiero prelogico e le cellule cancerose, perché ritornano verso il bene, invece che annegare nel male?