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BOLLETTINO SALESIANO RIVISTA DELLA FAMIGLIASALESIANAFONDATADASANGIOVANNIBOSCONEL1877 annifa moriva Mamma Margherita Lasuavita nelleparole diDonBosco Inserto UNANNO CONDONBOSCO Calendario1982 ANNO105N .16 1°QUINDICINA 1NOVEMBRE lisi SPEDIZIONEINABBONAMENTOPOSTALEGRUPPO2°(70)

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BOLLETTINO

SALESIANORIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877

anni famorivaMamma

Margherita

La sua vitanelle paroledi Don Bosco

InsertoUN ANNOCON DON BOSCOCalendario 1982

ANNO 105 N . 16 • 1° QUINDICINA • 1 NOVEMBRE lisiSPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)

BOLLETTINO SALESIANO

2 - BOLLETTINO SALESIANO - l 'NOVEMBRE 1981 ∎

VIGNETTA .DIECI E LODE.

FMA di Aosta in pellegrinaggio al Becchi,hanno recitato per i loro compagni «lapartenza di Don Bosco e mamma Mar-gherita dalla Casetta» .Foto : Paolo Fogagnolo .Servizio dl copertina a pag . 35.9.

INSERTO CENTRALE«UN ANNO CON DON BOSCO» (Calendario Salesiano 1982)

* Anche per l'anno prossimo II Bollettino Salesiano offre IIsuo Calendario, con le immagini care agli amici di Don Bosco :Don Bosco stesso, Maria Ausiliatrice, e tanti volti giovani, ra-gazzi di casa nostra e ragazzi del terzo mondo, che sono ilcentro e lo scopo del progetto salesiano .

* Sia anche questo calendario, appeso alla parete di casa,un sereno Invito per la Famiglia Salesiana a un concreto efruttuoso impegno in favore dei ragazzi di tutto il mondo .

LE IDEERETTOR MAGGIORE / La Strenna del 1982, 3SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ /Tema: «Le vocazioni nella Famiglia Salesiana», 4CONVEGNO UPS / Il punto su «La Chiesa e i giovani», 4PROBLEMI EDUCATIVI /Non ci sono soltanto I ragazzi del Boh! 6 .7

LE FORZECOOPERATORI / L'8 dicembre, il Cerchio Mariano, 4FMA / I lavori del 17° Capitolo Generale, 5MISSIONI / Nuovo documentario sul Rwanda, 5VESCOVI SALESIANI /A mons. Amoroso l'anello di mons. Mathias, 3Mons. Coronado trasferito a Duitama, 5DIFFUSIONE / Amici di Don Bosco senza Bollettino? 39

L'AZIONEBHUTAN / Voi sarete I costruttori dei moderno Bhutan, 10INDIA / Abbiamo cambiato le capanne in case, 5ITALIA / Scomparso il maestro Pizzini, 4Annunciano Cristo nel terremoto, 8 .9LESOTHO / È arrivato anche qui il Progetto Africa, 3

IL PASSATO25 NOVEMBRE 1865 / 125 anni fa moriva mamma MargheritaMamma ti ricordo (testimonianza di Don Bosco), 35.39RUBRICHE . Don Bosco è notizia, 3.5 - Libreri, 40 - I nostrisanti, 41 - I nostri morti, 42 - Solidarietà, 43 .

- E ora, in diretta, le ultima notiziesu tua figlia Pinuccia!

RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANAFondata da san Giovanni Bosco nel 1877Quindicinale di informazione e culturareligiosa edito dalla CongregazioneSalesiana di San Giovanni Bosco

INDIRIZZOVia della Pisana 1111 - Casella post . 909200163 Roma-Aurelio. Tel . 06/69 .31 .341 .Conto corr . post. n . 46 .20 .02 intestato aDirezione Gen . Opere Don Bosco, Roma .

DON ENZO BIANCOCollaboratori. Giuliana Accornero - Marco Bongioanni - Um-berto De Vanna - Elia Ferrante - Domenica Grassiano - AdolfoL'ArcoFotografia Fulgenzio CecconArchivio Guido CantoniDiffusione Arnaldo MontecchioFotocomposizione e ImpaginazioneScuola Grafica Salesiana Pio XI - RomaStampa Officine Grafiche SEI - TorinoRegistrazione Tribunale di Torino n . 403 del 16 .2 .1949

IL .

SIO» Si

;AYr il primo di ogni mese (undici numeri, eccetto agosto) perla Famiglia Salesiana ;* il 15 del mese peri Cooperatori Salesiani .Collaborazione. La Direzione invita a mandare notizie e fotoriguardanti la Famiglia Salesiana, e s'impegna a pubblicarlesecondo il loro interesse generale e la disponibilità di spazio.Edizione di metà mese. Redattore don Armando Buttarelli .Viale dei Salesiani 9, 00175 Roma . Tel . (06) 74 .80 .433.

IL «BOLLETTt'

»LESIANO» Nt:

OIl BS esce nel mondo in 41 edizioni nazionali e 20 lingue di-verse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie) in :Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia - Austria- Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Canada - CentroAmerica (a San Salvador) - Cile - BS Cinese (a Hong Kong) -Colombia - Ecuador - Filippine - Francia - Germania -Giappone - Gran Bretagna - India (in inglese, malayalam,tamil e telugú) - Irlanda - Italia - Jugoslavia (in croato e insloveno) - Korea del Sud - BS Lituano (edito a Roma) -Malta - Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -Portogallo - Spagna - Stati Uniti - Sudafrica - Thailandla -Uruguay - Venezuela .

IE

AMENTIIl BS è dono di Don Bosco ai componenti la Famiglia Sa-lesiana, agli amici e sostenitori delle sue Opere .È Inviato In omaggio a quanti lo richiedono.Copie arretrate o di propaganda : a richiesta, nei limiti delpossibile .Cambio di Indirizzo : comunicare anche l'indirizzo vecchio .Per queste operazioni: Ufficio Propaganda SalesianaVia Maria Ausiliatrice 32 .10152 Torino. Tel . (011) 48 .29 .24 .

i LIBRI t

'`NTAT1 SUL BS vanno richiesti alle EditriciY`t o contrassegno (spese di spedizione a carico del ri-

chiedente) ;* o con versamento anticipato su conto corrente postale

(spedizione a carico dell'Editrice):LAS : Libreria Ateneo Salesiano - Piazza Ateneo Salesiano 1,00139 Roma . Ccp . 57 .49 .20 .01 .LDC : Libreria Dottrina Cristiana - 10096 Leumann (TO) . Ccp .8128 .SEI : Società Editrice Internazionale - Corso Regina Mar-gherita 176, 10152 Torino . Ccp . 20 .41 .07 .

IL C:

4.LE Dt

ai lettori che- contribuiscono a sostenere le spese per Il Bollettino,- aiutano lo Opere di Don Bosco nel mondo,- e soprattutto aiutano le Missioni Salesiane .

1 NOVEMBRE 1981ANNO 105 - NUMERO 16

IN COPERTINAMarcello e Doriana, piccoli allievi delle

LESOTHO

È GIUNTO ANCHE QUIIL »PROGETTO AFRICA»Nel 1980 arrivò un primo

sacerdote, poi un secondo, epresto si uniranno altri due:nasce così a poco a pocouna nuova presenza sa-lesiana in uno stato cosìpiccolo che nella grandeAfrica quasi non si vede . IlLesotho . Il vescovo di Leribe,una delle cinque diocesi incui è diviso il paese, ha tantoinsistito per avere i figli diDon Bosco, che essi stannoarrivando . Sono quelli del-l'ispettoria irlandese che giàlavorano in Sudafrica .

Il Lesotho è vasto poco piùdella Sicilia, è molto mon-tagnoso e circondato tuttodal Sudafrica come da unmare. La gente, 1 .310.000abitanti, è nera dei gruppoBantu. Il paese era pro-tettorato inglese con nome diBasutoland ; dal 1966 è in-dipendente ma è rimastonell'area del Commonwealthbritannico . È una monarchiacostituzionale con governoparlamentare . Naturalmenteha un sacco di problemieconomici, dovendo di-pendere in tutto e per tutto alSudafrica . Ma ci si mettonodi mezzo anche le piogge ela siccità, che alternandosistrappano via dalle mon-tagne il terreno fertile . E gliuomini sono costretti a«vendersi» nelle miniere dicarbone e d'oro sudafricane.

La Chiesa ha fatto grandipassi avanti: 558 .000 abitantisono cattolici, il 42,5% dellapopolazione . La città uni-versitaria del paese, istituitadai missionari, si chiamaRoma .L'evangelizzazione rego-

lare è molto recente: haavuto i suoi timidi inizi solonel 1839; il primo sacerdotenativo è stato ordinato nel1931, il primo vescovo nel1953. II Vangelo ha ricevutoottima accoglienza, e oraanche i salesiani irlandesivanno a portare il loro pic-colo contributo . La loroopera nella diocesi di Leribesi trova a Maputsoe : per oraè stata affidata loro la par-rocchia di San Luca checonta 5.000 cristiani, e l'an-nessa scuola con 900 allievi .

DON BOSCO È NOTIZIA

IL RETTOR MAGGIORE

»LAVORO E TEMPERANZA»LA STRENNA DEL 1982

La Strenna che il RettorMaggiore è solito affidareogni anno alla Famiglia sa-lesiana, per l'anno 1982 avràcome tema «lavoro e tem-peranza». È un binomio cheforse non riscuote moltasimpatia nell'opinione cor-rente, più abituata a ri-cercare i valori di segnocontrario. Ma è un binomiocaro a Don Bosco, da lui as-segnato come parola d'or-

rioso gli disse : «Bisogna chetu faccia stampare questeparole, che siano come ilvostro stemma, la vostra pa-rola d'ordine, il vostro di-stintivo . Notale bene : "Il la-voro e la temperanza fa-ranno fiorire la con-gregazione salesiana" .Queste parole le farai spie-gare, le ripeterai, insisterai .Farai stampare un manualeche le spieghi, e faccia ca-pire bene che il lavoro e latemperanza sono l'eredità

RANOCCHIETTI . Questi bambini tutto occhi e saltelli, così simili airanocchietti, erano destinati al tugurio e alla denutrizione. Nel .Vil.laggio delle Beatitudini» di Vyasarpady (Madras) trovano la gioia .

dine alla sua Congregazione .Per l'esattezza, dalla suamonumentale biografia ri-sulta che Don Bosco si eraimbattuto in questo mottodurante un «sogno», e che ilmotto venne pronunciato daun personaggio misterioso .

II sogno avvenne a LanzoTorinese e fu raccontato daDon Bosco ai salesiani lasera del 28 settembre 1876 .Nel resoconto messo per

che

lasci

alla

con-gregazione» .

Qualunque sia la sua ori-gine, si tratta di un'ereditàimpegnativa per i salesiani . Eil Rettor Maggiore ora laestende alla Famiglia sa-lesiana, assegnando allaStrenna anche un significatodi contestazione nei con-fronti di questa società chetanto spesso rifugge daquanto sa di impegno e di

blicherà nel fascicolo digennaio .

NUOVI VESCOVI

L'ANELLO DI MONS . MATHIASA DON DOMENICO AMOROSOGiovanni Paolo Il nello

scorso settembre ha ri-servato una gradita sorpresaai salesiani di Sicilia che dapoco hanno celebrato ilcentenario della loro pre-senza sull'isola : ha chiamatoall'episcopato uno di loro . Sitratta di don DomenicoAmoroso, nominato vescovoausiliare dell'arcidiocesi diMessina .Mons. Amoroso - unico

vescovo salesiano oggi nellaChiesa italiana - è nato aMessina il 25 .9.1927. Da ra-gazzo aveva frequentatol'oratorio «Domenico Savio»della sua città, dove ebbe perdirettore il futuro RettorMaggiore don Luigi Ricceri .Conquistato dal clima di fa-miglia e di impegno apo-stolico che regnava in queglianni nell'oratorio di via Len-zi, decise di farsi salesiano enel 1954 fu ordinato sa-cerdote .

Conseguita la licenza inteologia a Torino pressol'Università salesiana, silaureò poi in Storia dellaChiesa presso la Gregorianadi Roma. Per oltre un ven-tennio ha insegnato pressolo studentato teologico sa-lesiano di Messina, che èfrequentato anche da se-minaristi, religiosi non sa-lesiani, e laici . Docente bril-lante e apprezzato studioso,mons. Amoroso ha sempreconservato lo spirito del«suo» oratorio, quell'ac-coglienza sorridente che fasentire chiunque a proprioagio. La nomina a vescovol'ha colto di sorpresa ; egli è il124° vescovo salesiano,l'undicesimo nominato daPapa Giovanni Paolo Il .

I suoi confratelli di Siciliahanno fatto a mons . Amo-roso un dono significativo :l'anello di mons. Mathias .Questo intrepido missio-nario salesiano, arcivescovodi Madras in India, alla morteaveva lasciato il suo anello

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1 98 1 ∎ 3

scritto dai presenti, e rivisto sacrificio . Don Viganò stada Don Bosco stesso, risulta preparando un commentoche il personaggio miste- alla Strenna, che il BS pub-

all'ispettoria di Sicilia, l'i-spettoria dove si era formatocome salesiano e aveva vis-suto i primi anni di sa-cerdozio .

eCOOPERATORI SALESIANI

L'OTTO DICEMBRE TUTTINEL «CERCHIO MARIANO»

Anche quest'anno si ripetel'iniziativa del «Cerchio Ma-riano» proposta dai Coo-peratori salesiani . Essa è le-gata al ricordo dell'incontrofra Bartolomeo Garelli e DonBosco, avvenuto l'8 di-cembre 1841 nella sacrestiadella chiesa torinese di sanFrancesco di Sales . In quel-l'incontro, che viene giu-stamente considerato comel'inizio dell'attività di DonBosco a servizio dei giovani,egli recitò un'Ave Maria che,come scrisse poi, «fu fe-conda di grandi cose» .Da diversi anni ormai i

Cooperatori, uniti spiritual-mente in cerchio per unideale appuntamento di pre-ghiera, alle ore 12 dell'8 di-cembre, singolarmente o ingruppo, si fermano a recitarequella stessa preghiera allaMadonna. Quanti si sentonolegati a Don Bosco e alla suaopera, volentieri si associanoalle iniziative dei Cooperatoried «entrano» in questo Cer-chio Mariano che ogni annosi fa più grande .

eITALIA

SCOMPARSO IL MAESTROCARLO ALBERTO PIZZINIInsigne compositore mu-

sicale, autore dell'oratorio daconcerto «Ricordi del fu-turo» (eseguito alla Rai) concui aveva voluto celebrare ilcentenario delle missionisalesiane, cooperatore diDon Bosco veramente af-fezionato, 1'8 settembrescorso è stato rapito da unatrombosi cerebrale all'affettodei suoi cari e della Famigliasalesiana .Aveva 76 anni, essendo

nato a Roma nel 1905. Dabambino, udito qualchebrano musicale eseguitodalla sorella al piano, cor-reva allo strumento per ri-peterlo ; in casa dicevano chenelle sue vene scorrevanoglobuli musicali . Frequentòperò gli studi tecnici e si di-plomò come perito in-dustriale. Ma a vent'anni lapassione per la musica ebbeil sopravvento, e frequentò ilconservatorio diplomandosisotto Respighi nel 1929 .

4 • BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'NOVEMBRE 1981 ∎

Compì il corso di per-fezionamento all'accademiaSanta Cecilia e nel 1932conseguì il primo premiocome miglior allievo .

Da allora una vita dedicataalla carriera artistica . Fucompositore di musiche peril teatro, per film, da camera,sinfonica, sacra . Le suecomposizioni sono stateeseguite alla scala di Milano,al Metropolitan di New York,al Philarmonik di Berlino .Come direttore d'orchestra èstato chiamato dai principaliteatri d'Europa, sovente hafatto parte di giurie per con-

ITALIA. II sorriso *parto deimaestro Carlo Alberto Plzzini .

corsi nazionali e interna-ali . a occupato posti di re-sponsabilità presso la RadioVaticana e Italiana, pre-stando la sua opera nelcoordinare programmi re-ligiosi e musicali in col-legamento fra le due emit-tenti. Era anche vice pre-sidente dell'Accademia diSanta Cecilia. Alla base dellesue affermazioni stavanouna grande sensibilità,competenza, rigore pro-fessionale e morale .

Nel 1975, su invito del-l'allora Rettor Maggiore donLuigi Ricceri, compose l'af-fresco da concerto intitolato«Ricordi del futuro» per soli,due cori, organo e grandeorchestra. L'oratorio, in dueparti, riprendeva cinque so-gni profetici di Don Bosco esi chiudeva col santo fon-datore che invia i suoi mis-sionari oltre gli oceani . Fuun'opera profondamentesentita dal maestro Pizzini,che aveva fatto suo lo slogandi Goethe : «Arriva al cuoresolo ciò che parte dal cuo-re» .La composizione è stata

eseguita la prima volta al-l'Auditorium di Torino nel1976, con orchestra e coridella Rai e direttore d'or-chestra il maestro Maurizio

Arena. Sarà di nuovo in car-tellone nel prossimo no-vembre, in Giappone, dove- sempre sotto la direzionedel maestro Arena - verràeseguito presso l'Universitàmusicale giapponese di At-sugi-Shi (Tokyo) .

Il maestro Pizzini era par-ticolarmente felice della ri-proposta di quest'opera, incui aveva trasfuso tutti i suoisentimenti di amico di DonBosco. I familiari nel darel'annuncio con uno stampatodella sua scomparsa, hannoelencato le sue benemerenze(accademico, cavaliere, uf-ficiale, commendatore, ecc .) ;al primo posto in capo allalunga lista figura la qualificaforse da lui più ambita,quella di Cooperatore sa-lesiano .

FARANNO IL PUNTOSU «LA CHIESA E I GIOVANI»

L'Università Pontificia Sa-lesiana di Roma nei giorni28-30 dicembre 1981 or-ganizza un convegno su «LaChiesa e i giovani» . Esso èrivolto specialmente aglioperatori pastorali (sacer-doti, educatori, suore, ca-techisti e laici impegnati) chedesiderano aggiornarsi e fa-re il punto sul difficile rap-porto Chiesa-giovani . I con-tenuti del convegno sono fi-nalizzati a fotografare l'at-tuale situazione, offrire unripensamento biblico-teolo-gico dell'identità della Chie-sa, e suggerire progetti con-creti di educazione dei gio-vani al senso e alla vita ec-clesiale .

Fra i relatori, oltre a nu-merosi docenti della stessaUniversità, sono previsti pa-dre Bartolomeo Sorge di-rettore de «La civiltà cat-tolica», il cardinale MichelePellegrino arcivescovo già diTorino, don Egidio ViganòRettor Maggiore dei Sale-siani . Informazioni : Se-greteria del Convegno,Piazza Ateneo Salesiano 1,00139 Roma (tel . 06 /81 .84 .641) .

L'iniziativa, che si realizzaquest'anno per la nona volta,avrà per tema : «Le vocazioninella Famiglia Salesiana» .

Con questa scelta gli or-ganizzatori intendono -come ha dichiarato il re-sponsabile del Dicastero perla Famiglia Salesiana donGiovanni Raineri - «sti-molare in tutti i membri dellaFamiglia la conoscenza delpensiero e dell'azione di DonBosco in merito al problemavocazionale, e nella pro-spettiva dell'attuale situa-zione socio-ecclesiale» . Lapartecipazione alla Set-timana è a invito .

oFIGLIE DI MARIA AUS.

17 0 CAPITOLO GENERALEPROSEGUONO I LAVORI

Il diciassettesimo CapitoloCONVEGNO ALL'UPS

Il diciassettesimo CapitoloGenerale delle Figlie di MariaAusiliatrice, aperto il 15 set-tembre scorso, prosegue isuoi lavori. Le 148 capitolaririunite in rappresentanza di17.000 suore di 64 ispettorie,hanno un doppio obiettivoda raggiungere: la revisionedelle loro Costituzioni, e ilrinnovo del Consiglio Ge-nerale .Il Capitolo è stato pre-

ceduto da un corso di Eser-cizi Spirituali predicati dalRettor Maggiore don EgidioViganò. Entrato ormai nelvivo dei lavori, esso si pre-para al giro di boa con l'e-

SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ

TEMA: LE VOCAZIONINELLA FAMIGLIA SALESIANACome di consueto anche

nel 1982 al Salesianum diRoma i giorni dal 24 al 30gennaio saranno dedicatialla Settimana di Spiritualitàdella Famiglia Salesiana .

FMA. Madre Ersilla Canta e liRettor Maggiore all'apertura del17° Capitolo Generate .

lezione delle 14 superioreche formeranno il nuovoConsiglio Generale .

Il Capitolo viene seguitocon attenzione da tutta lafamiglia salesiana . Il card .Ugo Poletti, cui compete lacura pastorale della città diRoma, nel ringraziare lesuore per il loro apostolatonella capitale ha annunciatoche una popolosa par-rocchia romana, limitrofa aquella del Tempio Don Bo-sco retta dai salesiani, verràdedicata a madre Mazzarello

nel ricordo centenario dellasua morte .

Dal 7 al 10 ottobre le ca-pitolari si sono recate in pel-legrinaggio a Mornese, Nizza• Torino, per ripercorrere iluoghi che oltre cent'anni favidero la vicenda umana disanta Maria Mazzarello e leorigini del loro Istituto, e pertrarne ispirazione a un rin-novato impegno di servizioalla gioventù .

eBREVISSIME

• 600 ciclisti a .Udinepedala» : il pittoresco ser-pentone di biciclette il 24maggio scorso si è snodatoper le strade cittadine e dicampagna per un'allegrasgroppata che si è conclusatrionfalmente nei cortili delBearzi. La manifestazioneera organizzata dal «GruppoFriul» del Turismo GiovanileSociale .• Cooperatore indiano

parte missionario per l'A-frica: si chiama John Wil-liams, è stato finora il se-gretario coordinatore delcentro Cooperatori di Tengra(Calcutta) e membro delConsiglio Ispettoriale. Esper-to tipografo, aveva co-nosciuto i salesiani nel 1967a Tengra, e poco dopo di-ventava loro aiutante comeistruttore nella scuola ti-pografica. Lascia ora questoimpegno per raggiungere isalesiani indiani missionari inAfrica che da poco hannoaperto le loro, opere in Kenya• Tanzania . E il primo coo-peratore indiano che partemissionario, e ha ricevuto ilcrocefisso nello scorso set-tembre dalle mani di donRaineri, superiore della Fa-miglia Salesiana .• aRwanda la terra

dalle mille colline» è unnuovo documentario perl'animazione missionariasalesiana realizzato in questigiorni dalla «Don BoscoFilms» . Il Rwanda, uno deipaesi più affascinanti del-l'Africa, abitato da un popolomite e saggio, con l'aiuto deimissionari si sta avvicinandoa grandi marce al Vangelo .Nel documentario un ra-gazzo rwandese, Iko, guidalo spettatore alla scopertadel suo paese e delle attivitàmissionarie . Il documentarioè edito in Super 8 e in 16mm, e è già disponibile initaliano (presto lo sarà purein spagnolo e inglese) . Le ri-chieste v'nno inoltrate alSegretariato Salesiano per leComunicazioni Sociali, c .p .9092 - 00163 Roma/Aurelio .

QUILON. Una delle quindici casette dei pescatori, già costruite con il contributo dei lettori .

INDIA

ABBIAMO CAMBIATOLE CAPANNE IN CASE

li BS due anni fa pubblicava tara cor-rispondenza di un salesiano in visita al-l'India, e non immaginava che quel-l'articolo avrebbe suscitato tra i lettoriuna vera gara di generosità . L'articolo,scritto da don Antonio Alessi della LDC(Torino), era intitolato «I pescatori diQuílon», e descriveva il lavoro socialesvolto dai salesiani indiani per sollevarele condizioni di vita di quei poverissimipescatori. Tra l'altro quei salesiani eranointenti a costruire per loro delle casetteche, con la mano d'opera gratuita trovatasul posto, venivano a costare sul mezzomilione di lire ciascuna. Ora risulta chegli aiuti inviati spontaneamente dai lettoridel BS sono serviti a costruire 15 casettein muratura, e che altre casette sarannopresto costruire.È quanto comunica il direttore sa-

lesiano di Quílon, ringraziando i lettoriinsieme con i suoi amici pescatori . Eccola sua lettera .

Caro BS, voglio dirti un enorme grazieanche a nome dei pescatori di Quilon,per il grande aiuto che ci avete dato .Dopo il tuo articolo, molti lettori ci hannoaiutato a costruire le casette . Allego 15fotografie delle prime 15 case già co-struite nel periodo 1980-81 . Ma abbiamoricevuto aiuti per altre casette, e le'co-

* Trasferito a Duitama(Colombia) mons . JesúsCoronado . L'importante cen-tro culturale e industrialenell'Oriente colombiano cheora la Santa Sede gli affida,possiede un collegio sa-lesiano, e mons. Coronadoprima di essere fatto vescovovi lavorò come direttore, anzicome fondatore dell'opera .Lascia ora dopo otto anni ladiocesi di Girardot, più al suddel paese, cara ai salesiani

chiese locali : da Duitama inun primo tempo era stato in-viato dalla Santa Sede nellaprefettura apostolica del-l'Ariari, in piena foresta, dovela vita civile appena co-

struiremo al più presto .Le case hanno la luce elettrica, tavoli,

sedie, ecc. Ma il beneficio che se ne ri-cava va molto al di là di queste semplicicose. Grazie al villaggio che si sta svi-luppando, i poveri pescatori di Quilon e iloro familiari stanno cambiando modo divivere. Sono più fiduciosi riguardo al loroavvenire, più sicuri di se stessi . I loro ra-gazzi possono studiare meglio in casa, equindi a scuola rendono di più . Sentonopoi che un giorno potranno occupare unposto più dignitoso nella società .Ora stiamo preparando una scuola

professionale per questi ragazzi, chetanto spesso e volentieri - non sapendoche fare - gironzolano oziando per lestrade e sulla spiaggia . Il nostro obiettivoè di insegnar loro qualche mestieresemplice come sartoria, falegnameria,saldatura, meccanica . In questo modotroveranno una possibilità di lavoro e di-venteranno capaci di provvedere a sestessi . Abbiamo già acquistato dieci acri(40.000 mq.) di terreno in località Kot-tiyam, e stiamo raccogliendo fondi percostruire la scuola e dotarla del minimodi attrezzature necessarie .

La nostra gente, e noi salesiani di Qui-lon, vogliamo ringraziare di cuore i lettoridel BS che ci hanno permesso di so-stituire le capanne dalle pareti fatte constuoie di palma, con delle casette in mu-ratura, dignitose e a prova di . . . monsone .

Padre Joseph Chapanath

∎ BOLLETTINO

diocesi mezzo milione di fe-deli di cui rispondere davantial Signore. Ma a Duitama loconoscono bene e lo aspet-tano, come uno che torna fi-nalmente a casa .

SALESIANO ∎ l 'NOVEMBRE 1981 • 5

per il lebbrosario di Agua de minciava e tutto era da or-Dios in cui lavorano dal ganizzare . Ora trova un1891, e in cui operò anche il centro moderno di quasiservo di Dio don Luigi Va- 150 .000 abitanti, con au-riara . tostrada e tante fabbricheMons . Coronado ha 63 compresa quella della Coca

anni, e è alla terza re- Cola .

E

trova

com-sponsabilità come capo di plessivamente nella vasta

PROBLEMI EDUCATIVI

Q uale fisionomia presentanooggi gli abitanti del «pianetagiovani»? Un primo dato

può chiarire le idee. Su cento gio-vani di età compresa fra i 15 e i 24anni, 75 si esprimono con stili divita prevalentemente consumistici,occupandosi della bellezza fisica,dell'eleganza, dei divertimenti ecc . esolo 25 su cento organizzerebbero laloro vita quotidiana avendo comecentro di riferimento un'occupa-zione o un impegno sociale. Sonoqueste le preoccupanti conclusionidi una recente indagine svolta dalprofessore Gabriele Calvi, docentedi Psicologia sociale presso la Cat-tolica di Milano .

Il quadro risulterà più variegatocon l'esame delle svariate tendenzeofferte oggi dalla gioventù. Genitorie educatori di fatto si imbattono in«tipi» di giovani abbastanza bendefiniti, che studiosi e giornalistiindividuano con curiose etichette .I «giovani della terra bru-

ciata» . Un certo numero di giovanihanno assistito con rabbia, o conscoraggiamento, al crollo dei miti incui avevano creduto e per cui sierano battuti . Sono i miti fabbricatidal mondo socialista, ma non menoquelli fabbricati dal mondo ca-pitalista :• i miti del comunismo sovietico,

che è stato infranto dai carri armatidi Praga e dell'Afghanistan, daigulag e dagli ospedali psichiatrici ;• il sogno della rivoluzione ci-

nese fatto naufragare dalla «bandadei quattro» e dall'attuale ricerca diun benessere di tipo occidentale ;• il mito del Vietnam, che da

lotta per la liberazione di un popoloè scaduto in una dittatura di ferroche trasforma i cittadini nei fug-giaschi disperati del «boat people»ed esporta la guerra ai popoli vicini ;• il mito dell'occidente ca-

pitalista, che con la sua fiducia ciecanella tecnologia promette a tuttibenessere all'infinito, e intantoproduce colonialismo economico,consumismo sfrenato, inquinamentoe droga .Non sono pochi i giovani che

crescendo sulla «terra bruciata deimiti infranti» maturano dentro di sésolo rabbia e violenza, oppure sfi-ducia e abbandono .I ragazzi del Boh! Vivono in

totale apatia l'eclissi dei valori .Impossibile dire a che cosa credono.«I miei giorni - ha scritto unaRoberta di 14 anni - sono tuttiuguali e trascorrono tutti ba-nalmente . . . Anche se so di sbagliare,

6 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎

Gli abitanti del «pianeta giovani» presentano fisionomie con-traddittorie e sconcertanti . Ci sono i giovani dei miti infranti, igiovani in perenne ricerca e quelli che non cercano più, i giovanidel qualunquismo o del comitivismo, I giovani del malessere e

quelli della speranza. E diventa difficile capirli e aiutarli

non mi preoccupo assolutamentedella mia vita futura e continuo avivere così senza interessarmi diniente, lasciando che le cose vadanocome vanno» .

Sono «i ragazzi del Boh», la ge-nerazione dell'alzata di spalle, del-l'indifferenza . «L'adolescenza -osservava uno studioso sul quoti-diano francese Nouvel Observa-teur - è stata sempre un momentodifficile, ma il male dei giovanid'oggi è più sordo, continuo, in-sidioso; il loro mondo è grigio, non cisono più fuochi di ideologie négrandi battaglie . . .» .I ragazzi che abitano la mu-

sica. Questi credono almeno in unvalore, la musica . Come quel Gio-vanni quattordicenne che ha scritto :«La realtà in cui vorrei vivere è

questa. Atto primo, abolizione delgoverno, dei gruppi di polizia, deipartiti . .. Atto secondo, abolizionedei tram, treni, aerei, auto per tor-nare al viaggio a piedi . Atto terzo :favorire la musicalizzazione col-lettiva. Vorrei vivere muovendomial suono della musica più bella . . .» .

È recente e tutt'altro che su-perato, anche se non più in faseacuta, il fenomeno del travoltismo,la febbre del sabato sera, il ritornoal ballo con la disco music.

Più recente è la moda degli stero-auricolari, lanciata nel 1980 negliStati Uniti e già approdata in Italia .I ragazzi (non solo loro) circolanocon il registratore stereo a tracolla el'auricolare conficcato sulla testa .Oppure con la radio stereo e la cuf-fia che innesta al vento la sua pie-

cola antenna. Magari sono in due,legati con doppio filo a un unicoapparecchio, lui e lei. Col rischio,quando attraversano la strada, dinon sentire i clacson e finire sottoun'auto. Sono i patiti dello stereoambulante, i giovani che abitano lamusica.I ragazzi del comitivismo. Si

sono accorti che da soli non si puòvivere, e si aggregano . La comitivadiventa sempre più di moda. Lepizzerie, soprattutto il sabato sera,sono strapiene di gruppi di giovani,adolescenti, perfino preadolescenti,che trascorrono la serata, scherzano• cercano di divertirsi lontano dagliocchi degli adulti, e celebrano la«festa dello stare insieme» .

Altri invece saltano in groppa allemotorette assordanti (magari in due• tre sulla stessa motoretta), o siassiepano in piroettanti utilitarie ; evanno a fare le loro «puntate di vitaaggregativa», magari anche qualchebravata, in posti dove c'è qualchespazio di libertà .

Il rifugio nella coppia . Con lasempre maggior libertà concessadalle famiglie, con la caduta di certitabù in campo sentimentale e ses-suale, e la forte stimolazione pro-veniente da mas-, media e da unacerta pubblicità, sono molti i gio-vani che intraprendono l'esperienzalibera e precoce della coppia . E unanovità assoluta di vita : in due è piùfacile comunicare, capirsi, scambiarericchezze dei sentimenti, appagarele irrompenti energie di una vita chesale in libertà . Ma le cose non vannopoi così lisce. Molti genitori nonaccettano e contrastano questi tipidi esperienza, con conseguenze spes-so pesanti e talvolta drammatiche.E del resto un rapporto troppospesso impostato in termini soltantofisiologici, con le complicazioniprovocate dagli anticoncezionali emagari dal ricorso all'aborto, non fache accrescere il vuoto e l'infelicitàdi questi ragazzi allo sbando .

I giovani del malessere. Tantidi questi ragazzi, anche quandosembrano felici, non lo sono .

* C'è qualcosa che li rode den-tro . Sentono il bisogno «esi-stenziale» di comunicare con gli al-tri, di scoprire un quadro di valoriassoluti da condividere e in cui cre-dere, di formarsi una propria iden-tità e personalità, di sentirsi benintegrati nel sistema sociale, inmezzo agli altri .* Ebbene, la nostra società

adulta è così guasta, contraddittoria•

dilacerata, che non sa offrire ai

giovani d'oggi i valori di cui hannobisogno, un clima sociale disteso esereno, uno spazio in cui realizzarsi .

* Cosi, al di là di tante ap-parenze esteriori, di tanta felicitàconclamata, troppi ragazzi si tro-vano colpiti da un disagio profondoe senza speranza . Quegli stessi chelottano con disperazione, quelli chesi mostrano apatici e disinteressati, i«musico-dipendenti» che si ubria-cano di suoni per non doversi in-terrogare, quelli che cercano nellacomitiva e nel frastuono delle mo-torette la liberazione dall'obbligo dipensare. Confluiscono tutti nellacategoria dei «giovani del ma-lessere», che anche senza saperlodenunciano le magagne della societàcon la fuga dalla realtà adulta, colripiegamento dentro il mondo gio-vanile, attraverso il riflusso nelprivato. Ragazzi che potrebberosottoscrivere questa amara con-fessione di una Patrizia quasi se-dicenne che ha scritto : «Non vogliovedere la realtà, _ non voglio piùcrederci, viverci . E troppo brutta .Sto con gli altri, ma a che vale starecon loro se poi mi sento sempre piùsola? Sto male, non fisicamente madentro. Lunedì compio sedici anni .Non voglio. Voglio tornare indietro,non andare avanti. Non voglio af-frontare la realtà, è brutta . Ma èdestino. . . Vorrei rimanere per sem-pre bimba e ritornare a quandoavevo otto anni . . .» .I giovani della speranza. Nel

mare stagnante di una società sen-z'anima, non tutti i giovani per

fortuna colano a picco . Ce ne sono, eabbastanza numerosi, che credononella vita, che vincono le spinte ne-gative, lottano e fanno progredire ilmondo. Ragazzi che sanno superarel'inquietudine e lo smarrimento, lasfiducia e la disperazione . Moltospesso ce la fanno grazie ai valorireligiosi di cui si nutrono, grazie auna vita comunitaria alimentata dalVangelo, grazie all'oblatività sco-perta come unico vero grande se-greto dell'esistenza .

Il tragico novembre 1980 ha vistofluire nell'Italia meridionale scon-volta dal terremoto migliaia di gio-vani volontari . Migliaia di giovanilavorano silenziosi accanto ai ma-lati, agli anziani, ai bambini han-dicappati. Nei paesi anglosassoni sidice «I care» cioè, «Mi impegno» .Sono questi giovani dell'«I care»,capaci di farsi carico degli altri,quelli che mandano avanti il mondo .Ragazzi come quel Franco di 19anni, perito industriale, che lavoracome volontario nella scuola pro-fessionale Don Bosco del Cairo, ilquale scriveva : «Devo ringraziare ilSignore per i genitori che mi hadato perché è grazie a loro se sonoqui in Egitto, dove è veramentebello condividere tutto, tutto quelloche si può» .Non ci sono dunque soltanto i

ragazzi del Boh sul «pianeta gio-vani» : ci sono anche quelli che ali-mentano la speranza.

Adattamento di Giuseppe Costadal volume di Michele Emma

«La violenza sui giovani»

SPUNTI DI RIFLESSIONEI giovani sono le vittime più il-

lustri di questa società . Bisognasalvarli con ogni sforzo, bisognache le famiglie salvino in-nanzitutto i propri figli . Ma come?Per esempio . . .

9 . I genitori sanno dialogareschiettamente, apertamente, ser-ratamente, sia all'interno dellacoppia che con i figli? E gli edu-catori nella scuola?2. Sappiamo trattare con essi

qualsiasi problema, senza falsipudori, senza paura di abbassarcia discutere «alla pari»?3. Cerchiamo insieme la so-

luzione ai problemi della famiglia?Del gruppo, della classe? Sap-piamo dare ai ragazzi una giustafiducia e una responsabilità pro-porzionale al loro livello di ma-turazione?4. Oppure continuiamo a trat-

tarli come se fossero degli eternibambini? È questo il modo sicuroperché si allontanino ine-sorabilmente da noi .

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 ° NOVEMBRE 1981 ∎ 7

ITALIA * LA «MISSIONE GIOVANILE» DEI GIOVANI COOPERATORI

Annunciano Cristonel terremoto

Dimenticato da troppi, il terremoto del Friuli non è stato di-menticato dai Giovani Cooperatori del Veneto : con la loro Mis-sione Giovanile visitano I paesi più provati e ancor oggi da ri-costruire. E vi portano - con l'amicizia e il fermento cristiano

- un po' di speranza e il desiderio di ricominciare

S iamo qui, amici tra amici,venuti d'accordo con i vostrisacerdoti . Siamo giovani

cristiani che intendono vivere convoi il loro cristianesimo, la speranzae la gioia che li animano . Saremocon voi a Natale, a Pasqua e nel-l'estate. Vi chiediamo di aprire laporta alla venuta di Cristo.

«Saremo con voi spesso nei finesettimana : giocheremo con i bam-bini; ci incontreremo con i ragazzi ei giovani; verremo a messa con voi ;staremo a parlare e a cantare in-sieme; entreremo nelle vostre casese ci accoglierete . . .» .

Con questo volantino consegnatodi persona, i Giovani Cooperatori sisono presentati nelle case di alcunipaesi del Friuli martoriati dal ter-remoto, alla gente che vive ancoranelle baracche, a quelli che portanoancora incise nella pelle le ferite delterremoto. Questa loro iniziativachiamata Missione Giovanile è incorso da alcuni anni, e continua .

«Chi ve lo fa fare?» Eccodunque i dati salienti, a cominciareda chi sono i protagonisti . Sono iGiovani Cooperatori dell'ispettoriaVeneta Est, di Mogliano, Venezia,Conegliano, Cison, Tolmezzo, Por-denone, San Donà, Vigonovo, Loria,Montebelluna, Godego, Udine . . . coni loro animatori, primo fra tutti donBruno Martelossi, un udinese di 54anni che li trascina con la parola econ l'esempio .

Ecco che cosa fanno. A giudicaredai gesti esteriori : catechesi aibambini; giochi; incontri con i ra-gazzi, i giovani, i genitori, i giovanisposi; celebrazioni eucaristiche; vi-site alle famiglie . Spiegano: «Mis-sione Giovanile ha per scopo l'a-nimazione cristiana dei giovanifatta da giovani, con stile di gioia,amicizia, e semplicità . Ma con au-tentico coraggio apostolico e mis-sionario». Aggiungono : «MissioneGiovanile è una profonda esperienzadi fede proposta a una comunitàparrocchiale, collocandola di frontealla domanda fondamentale della8 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1°NOVEMBRE 1981 ∎

vita e disponendola ad accogliere larisposta che Cristo offre a tutti gliuomini» .

I Giovani Cooperatori donanoamicizia ; e naturalmente gli altri, iragazzi del posto, si domandano evogliono sapere «che cosa ci stadietro. Che cosa vi spinge a venirenei nostri paesi? Chi ve lo fa fare?» IGiovani Cooperatori si spiegano :«Non è un interesse, né un'ideologia .E un messaggio di vita nuova cheintendiamo annunciare, e vivereinsieme a voi . Noi vi portiamo que-sta speranza, questa novità : Gesù diNazareth. Egli vuole entrare de-cisamente nella vostra vita e nellavostra storia» .

Un'impresa difficile per i GiovaniCooperatori, e ne sono convinti .«Dobbiamo dare l'impressione cheper le loro strade si aggira Gesù diNazareth non più con gli apostoli diallora, ma con i nuovi discepoli dioggi. Davanti il Cristo, e noi dietro alui». Col rischio - se manca lacoerenza - della non autenticità,della falsa testimonianza.Ricostruttori di coscienze.

Destinatari della Missione Gio-vanile sono dunque gli abitanti, so-

prattutto i giovani, di qualche paesedel Friuli devastato dal terremoto ebisognoso di aiuti . A scegliere i postie il tipo di missione ha dato unamano anche il loro vescovo, mons .Battisti .

Lui fornisce ogni anno la listadelle località (e sono tante, e c'è solol'imbarazzo della scelta), e proponeil tipo di intervento. I muratori cisono già, o almeno dovrebbero es-serci; ma a detta dell'arcivescovo diUdine «il Friuli oltre ai costruttoridi case ha bisogno di ricostruttori dicoscienze cristiane» . E è li che iGiovani Cooperatori si impegnano :soprattutto con i loro coetanei, maanche con gli anziani, così numerosinelle vecchie case diroccate e nellebaracche nuove ma non a misurad'uomo .

I Giovani Cooperatori non pun-tano tanto a impartire una te-stimonianza esteriore, quantopiuttosto a coinvolgere i giovani delposto, a metterli in crisi con sestessi, a suscitare in loro le in-quietudini cristiane, a trasformarliin protagonisti di una vita nuova .Come?Diventare credibili . Il come è il

vero punto importante : anche qui sifa in fretta a elencare i gesti, i pro-grammi, i tempi d'esecuzione.L'attività segue un ciclo annuale,che vede i primi contatti nei finesettimana dell'Avvento, la primasosta prolungata sul posto (circauna settimana) tra Natale e Ca-podanno, un ritorno nei week enddella Quaresima, un'altra lunga so-sta nella Settimana Santa, e infineun campo di lavoro durante l'estate .

Si divide la parrocchia in zone, sicompiono le visite casa per casa, si

TRASAGNIS. Una chitarra e quattro canti : i Cooperatori portano nelle case un po' di allegria .

organizzano gli incontri per ca-tegoria, a sera ci si ritrova nei«centri di ascolto» per una conver-sazione-riflessione comune : uncanto, una lettura biblica, un com-mento, il dialogo a molte voci, an-cora un canto . O molti canti, con lechitarre . . .

Ma il vero «come» di questa te-stimonianza risiede altrove, nel di-ventare credibili come testimoni, nelcostruire la propria autenticitàgiorno per giorno . Sono GiovaniCooperatori, gente che si impegnaattraverso una disciplina personalealla fedeltà a Cristo. Sarebbe lungodescrivere la loro vita di gruppo, maè proprio questo sforzo di ap-profondimento e di coerenza vissutoinsieme che renderà autentico ecredibile il loro annuncio.Trasaghis e Braulins. La Mis-

sione Giovanile non è nata adultama. . . piccola. I Giovani Cooperatorihanno sperimentato per così dire inpiccolo, in vari centri : a Vigonovo,Zellina, Loria, Martignacco. Inquest'ultima località, nell'estate1979, l'arcivescovo li sorprese nelloro campo di lavoro, e suggerì unalunga lista di località in cui «la ri-costruzione materiale, morale e re-ligiosa era urgentissima» . Loroscelsero per il nuovo anno socialeTrasaghis e Braulins, due località adieci Km da Gemona .

Così, dicono, «abbiamo lasciato lenostre vie per imboccare quelle delSignore». Si imbatterono in queidue paesi quasi completamente di-strutti dal terremoto, dove la gentevive ancora nelle scomode baracche .Ecco la montagna deturpata dallefrane antiche e recenti, che incombesul paese, e più sotto la sfilata dellebaracche allineate, in silenzio, inattesa paziente della lenta ri-costruzione . «Sui volti c'è ancora lapaura, lo scoraggiamento, la sfi-ducia» .

La prima esperienza dei GiovaniCooperatori fu di ascolto : Dio par-lava loro attraverso i terremotati .Ecco i fine settimana dell'Avvento,l'impressione di non essere accolti,lasciati quasi soli . «Visto che quisiamo in pochi, perché non andiamoper i bar, le case, le famiglie? Av-viciniamo i giovani nei loro am-bienti, a qualunque costo» . I giovanidapprima sono stati a sentire, poialcuni se ne sono andati, ma altri sisono uniti ai Cooperatori. Per isuccessivi week end della Quaresimaerano ormai attesi . Il Venerdì Santoi ragazzi del posto costruirono con leloro mani la grossa croce per la ViaCrucis, poi l'hanno portata per le vie

di Trasaghis sulle loro spalle .«L'abbiamo piantata là dove lachiesa è stata distrutta dal ter-remoto, vicino al cimitero, comememoria del passaggio dalla mortealla vita nuova» .Tre suore . Su segnalazione del

vescovo, per l'anno 1980-81 i Gio-vani Cooperatori hanno scelto Se-dilis, Ciseriis e Zomeais, tre piccolicentri a quattro chilometri da Tar-cento. Paesi con problemi atavici eora devastati dal terremoto, conpochi giovani e molti anziani, pochecase e molte baracche, poca spe-ranza e molta tristezza .

Due parroci, don Valentino e donAngelo, si occupano di loro, mahanno anche altri centri più im-portanti a cui badare, e risiedonoaltrove. Però la loro parte l'hannofatta: hanno preparato le baraccheper ospitare i Giovani Cooperatori, e

buoni anche gli effetti . «Prima delvostro arrivo - ha dichiarato sod-disfatto il parroco don Valentino -,di questi giovani in chiesa non sivedeva neanche l'ombra» .

All'inizio i ragazzi del posto simostravano interessati soprattuttoagli aspetti esteriori delle iniziative ;poi una sera, constatando che iGiovani Cooperatori «pagavano dipersona», uno chiese a bruciapelo :«Ma perché venite qui?» Allora unCooperatore ha risposto per tutti :«Perché crediamo» . E poi si è spie-gato. Si è spiegato molto bene, e halasciato interdetti i ragazzi . Daquella sera gli incontri sono statimolto più densi, ricchi di contenuto,di problematiche e di impegno .

Il fatto è che il terremoto ha fattoproblema ai Giovani Cooperatori,essi hanno cercato di capirlo . Essinon l'hanno subito forse, lo vedono

VIA CRUCIS . I ragazzi dei posto hanno costruito la croce, e al Venerdì Santo tutti gli abitantidel paese si raccolgono per meditare sulle vie crucis di Cristo e degli uomini .

hanno preparato la popolazione adaccoglierli . A dar loro il benvenutosul posto c'erano poi tre Figlie diMaria Ausiliatrice: suor Elsa, suorGiuliana e suor Flora. Risiedonoproprio li a Ciseriis, baraccate vo-lontarie per vivere accanto allagente. Conoscono tutti, e tutti co-noscono loro. I friulani, si sa, sonotipi piuttosto chiusi ; anche i ra-gazzi. Ma i ragazzi del posto hannoimparato presto a suonare il cam-panello delle suore, e sono sempre lì,perché sanno che le suore sono ve-nute lì soprattutto per loro .Terremoto è . La nuova missione

si è svolta come la precedente : di-stribuzione dei volantini, presenzanei fine settimana di Avvento eQuaresima, le lunghe soste a Natalee Pasqua, il campo estivo di lavoro .L'accoglienza è risultata buona,

negli altri, e potrebbero anche di-sinteressarsene. Invece si sentonocoinvolti. Ci hanno pensato su, ehanno formulato definizioni che nonsi trovano nei manuali di geologia .«Terremoto è scossa di Dio achiunque non sia sordo. È scre-polatura del tuo egoismo. È scrol-lata . per quanto è vecchio dentro dite. E frana provvidenziale lungo ipendii della tua indifferenza . Èprecettazione di emergenza, chia-mata urgente a ricostruire» .

E loro, i Giovani Cooperatoriprecettati per la Missione Giovanile,ora che hanno lavorato per un annoa Sedilis a Ciseriis e Zomeais, susegnalazione del loro vescovo sonogià impegnati per l'anno 1981-82 inaltre località friulane visitate dalterremoto .

Enzo Bianco

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎ 9

BHUTAN * IL RE Al RAGAZZI DELLA SCUOLA SALESIANA

Voi sarete i costruttoridel moderno Bhutan

Un discorsetto tutto per I ragazzi della scuola Don Bosco è statorivolto dal re del Bhutan, che poi è sceso a giocare con i ragazziuna partita a pallacanestro . Che c'è di strano, dal momento che

sua maestà aveva soltanto 24 anni?

Q uel giorno, 17 dicembre 1980,era festa nazionale per ilBhutan, e la banda della

scuola professionale salesiana diPhuntsholing era stata invitata aMongar, per partecipare alla sfilatadegli studenti . I ragazzi furono ac-compagnati dal direttore padreGiorgio Menamparampil e dal sa-lesiano coadiutore Benedetto Top-po. La sera di quel giorno me-morabile il re, che si chiama JigmeSingye Wangchuck, si incontrò conpadre Giorgio e si congratulò con luiper la bravura della banda. Il di-rettore allora chiese un'udienza persé e i suoi ragazzi, e il re gliela ac-cordò. Cosi due giorni dopo la bandadel Don Bosco era ricevuta a corteal gran completo. . .

Il re si intrattenne con i ragazziper 25 minuti, poi regalò cento rupie(circa 12.000 lire) a ciascun ragazzo,e ai due salesiani un «bakhu»(splendido costume bhutanese) . Poitenne ai ragazzi questo discorso .

Irrobustitevi, preparatevi.«Voi ragazzi della "Don BoscoBand" avete suonato veramentebene. Tutto il popolo si è rallegratoper la vostra musica, e l'ha moltoapprezzata. Bravi!

Ho desiderato incontrarvi perdirvi che la nostra nazione vi seguecon attenzione. La scuola Don Bo-sco infatti prepara gli uomini ideali,di cui il paese ha grande bisogno.Nessuno può fare il lavoro che statesvolgendo voi al giorno d'oggi, ilvostro lavoro sarà vitale per la na-zione. Buona parte di noi qui (cioèalla corte) sa soltanto trasportarescartoffie da un ufficio all'altro, enon è certo questo che costruisce lanazione. Sarete voi, invece, i co-struttori del moderno Bhutan . Voisiete in una situazione veramenteprivilegiata .

Noi oggi manchiamo di personepreparate in molti settori, ma pervoi - che sarete persone tec-nicamente preparate - il Bhutan ècome un'immensa foresta vergineche offre infinite possibilità di la-10 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎

IL RE GIOVANE. Prima sua maestà tenne airagazzi II discorso solenne, poi scese agiocare con loro a pallacanestro .

voro. Qualsiasi livello di educazionee formazione voi potrete rag-giungere, sarete preziosi per noi, eavrete un sicuro avvenire. Abbiamocentinaia di altri studenti che tuttigli anni vengono sfornati dallescuole centrali, ma io temo chepresto avremo per loro il grossoproblema della disoccupazione . In-vece voi avete grandissime pos-sibilità. Invece, per esempio, pen-sate a me: se dovessi cercarmi unlavoro, avrei difficoltà a trovarlo . . .(E qui il re sorrise, e tutti risero digusto con lui .)

Vi dico poi che siamo disposti aogni sacrificio, lieve o pesante chesia, per inviarvi all'estero in vista diuna specializzazione ulteriore.

Vedete, il nostro paese è come unapiramide: una piramide non puòessere costruita senza una base largae solida. Cosi, lo sviluppo del nostro

paese deve basarsi sulle vostre solidespalle. Irrobustitevi perciò con unapreparazione ben qualificata .

Mentre studiate, poi, cercate dinon perdere i contatti col vostropopolo. Per quanto è possibile,conviene che venga evitata per voiun'educazione diversa, perché ri-marreste poi estranei alla vostragente, ai suoi problemi, e alla suasensibilità e cultura . Cercate di ri-manere sempre una parte viva del-l'intera comunità . La preparazioneche state ricevendo vi rende adattiper un valido servizio alla col-lettività. Preparatevi dunque, conquesto spirito di servizio» .Fin qui il discorso del re del

Bhutan. Il momento era solenne,perciò venne immortalato con. . . unafoto ricordo .

Un re giovane. Il Bhutan è unpiccolo stato-cuscinetto tra l'India ela Cina, sui contrafforti dell-'Himalaia. Vasto due volte il Pie-monte, ha tanti abitanti quanto lacittà di Torino (1 .269.000) . A livellointernazionale, e anche presso l'O-NU, è rappresentato dall'India; èperò quanto a sviluppo un paesetipico del terzo mondo . La po-polazione è di religione buddista ; sicontano appena 300 cattolici . I sa-lesiani sono al lavoro a Phunt-sholing dal 1965, e la loro scuolatecnica professionale ha varie spe-cializzazioni in falegnameria, mec-canica, elettrotecnica ecc .

La scuola salesiana è la prima, eper ora l'unica, di questo tipo sortanel paese. Per questo il re l'ha moltoin simpatia. Un re giovane - di 24anni - che si trova bene con i ra-gazzi della scuola salesiana, nonmolto più giovani di lui .Durante l'udienza egli aveva

chiesto amichevolmente ai ragazziinformazioni sulla loro squadra dipallacanestro, e promesso che sa-rebbe venuto a disputare una par-tita con loro . Non sarebbe stata laprima volta: era già venuto nel 1974,con i suoi soldati della GuardiaReale, e con la loro squadra avevasfidato i ragazzi. Anche ora hamantenuto la promessa : il 6 feb-braio scorso è arrivato nel collegio,sempre accompagnato dalla Guar-dia Reale, e con elementi della lorosquadra ha sfidato i ragazzi . Si èfermato nella scuola per oltre un'o-ra, ma il tempo è stato dedicatoquasi tutto alla cosa più importante,cioè. . . la partita .

Prima di lasciare l'opera salesianail re ha promesso che tornerà, pervedere i ragazzi in classe e nei la-boratori, e per discutere i problemidella loro scuola. Promessa di re: iragazzi lo aspettano .

Mia madremi voleva molto bene

Il nome di mia madre era Mar-gherita Occhiena di Capriglio ;Francesco quello di mio padre .Erano contadini, che col lavoro ecolla parsimonia si guadagnavanoonestamente il pane della vita . Ionon toccavo ancora i due anni,quando Dio misericordioso ci colpicon una grave sciagura. L'amatogenitore, pieno di robustezza e sulfiore dell'età, un giorno venuto dallavoro a casa tutto molle di sudore,incautamente andò nella cantinasotterranea e fredda. In sulla sera simanifestò una violenta febbre, tornòinutile ogni cura, e fra pochi giornisi trovò all'estremo di vita. Rac-comandando a mia madre la con-fidenza in Dio, cessava di viverenella buona età di 34 anni .

Non so che ne sia stato di me inquella luttuosa occorrenza ; soltantomi ricordo - ed è il primo fattodella vita di cui tengo memoria -che tutti uscivano dalla camera deldefunto e io ci volevo assolutamenterimanere. «Vieni, Giovanni, vienicon me», ripeteva l'addolorata ge-nitrice. «Se non viene papà, non civoglio andare», risposi . «Povero fi-glio - ripigliò mia madre -, vienicon me, tu non hai più padre» . Ciòdetto, ruppe in forte pianto, miprese per mano e mi trasse altrove,mentre io piangevo perché leipiangeva. Giacché in quella età nonpotevo certamente comprenderequanto grande infortunio fosse laperdita del padre.

Così Don Bosco all'inizio dellesue «Memorie dell'oratorio» . Un

125 ANNI FA MORIVA MAMMA MARGHERITA

Mammati ricordo

Don Bosco scrisse parecchie pagine sulla suamamma, e sovente anche parlò di lei . E mammaMargherita ancora oggi è ben viva e presentenella realtà salesiana. Ecco, 125 anni dopo lasua scomparsa, qualcuno di quei ricordi lontani

4La più fedele immagine di mamma Margherita . Nel 1855 la mamma diDon Bosco fu ritratta In un disegno, che fece dire a Don Bosco : Aproprio lei, le manca solo la parola» . Da quel disegno Il Rollini ha ri-cavato Il dipinto qui riprodotto, che ancora si conserva a Valdocco .

testo che egli non intendeva scri-vere, che scrisse solo per obbedienzaal Papa Pio IX quando glielo chieseper la seconda volta, anzi glielocomandò. Un testo che egli riservòai suoi «carissimi figli salesiani, conproibizione di darne pubblicità» .Era un racconto autobiografico cheDon Bosco - con tutto ciò cheaveva da fare - naturalmente nonriuscì a terminare, ma interruppeall'anno 1855. Purtroppo, un annoprima che mamma Margheritamorisse. Però nelle 180 pagine fittedi quaderno che riempì, Don Boscoparlò sovente della sua mamma, constima e affetto. Il brano iniziale quiriportato continuava così .Una terribile siccità Questo

fatto (cioè la morte del padre) mi-se tutta la famiglia nella co-sternazione. Erano cinque personeda mantenere ; i raccolti dell'annata,unica nostra risorsa, andarono fallitiper una terribile siccità; i com-mestibili giunsero a prezzi favolosi . . .Si trovarono persone morte neiprati, con la bocca piena d'erba concui avevano tentato di acquetare larabbiosa fame .

Mia madre mi raccontò più volteche diede alimento alla famigliafinché ne ebbe, di poi porse unasomma di denaro a un vicino af-finché andasse in cerca di che nu-trirci. Quell'amico andò in varimercati e non poté nulla prov-vedere, anche a prezzi esorbitanti . . .All'annunzio che nulla aveva ri-portato seco se non danaro, il ter-rore invase la mente di tutti ; in quelgiorno avendo ognuno ricevutoscarsissimo nutrimento, temevansifuneste coriseguenze per la fame inquella notte. Mia madre prese aparlare : «Venite dunque, in-

ginocchiamoci e preghiamo» . Poicon l'aiuto di quel vicino andò nellastalla, uccise un vitello e facendonecuocere una parte in tutta fretta,poté con quella sfamare la sfinitafamiglia. . .Ognuno può immaginare quanto

abbia dovuto soffrire e faticare miamadre in quella calamitosa annata .

Perché i bei vestiti. Poi DonBosco parla dell'educazione ri-cevuta da mamma Margherita .

Sua massima cura fu di istruire isuoi figli nella religione, avviarliall'ubbidienza ed occuparli in cosecompatibili a quella età. Finché eropiccolo, mi insegnò ella stessa lepreghiere; appena divenuto capacedi associarmi co' miei fratelli, mifaceva mettere con loro ginocchionimattino e sera, e tutti insieme re-citavamo le preghiere in comune . Miricordo che ella stessa mi preparòalla prima confessione, mi ac-compagnò in chiesa; cominciò aconfessarsi ella stessa, mi rac-comandò al confessore, dopo miaiutò a fare il ringraziamento . Ellacontinuò a prestarmi tale assistenzafino a tanto che mi giudicò capace difare degnamente da solo la con-fessione .A quell'epoca molti adulti por-

tavano ancora «un lungo codino,legato col nastro» come Gianduia, ei bambini di mamma Margheritaavrebbero voluto portarne uno an-che loro. Ma lei replicava: «A voibastino i ricci, dei quali lo stessobuon Dio ebbe cura di ornarvi . Vipiace fare una bella figura, non èvero?» «Sì!» «Bene, ascoltatemi .Sapete perché vi metto questi beivestiti? Perché essendo domenica, ècosa giusta che mostriate ester-namente la gioia che deve provare

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎ 35

ogni cristiano in questo giorno ; e poiperché desidero che la pulitezzadell'abito sia la figura della bellezzadelle anime vostre . Che im-porterebbe aver bei vestiti, se poil'anima fosse brutta per il peccato?Attendete adunque a meritarvi lelodi di Dio e non quelle degli uo-mini, che non valgono a niente altro,fuorché a farvi ambiziosi e superbi .Dio non può soffrire gli ambiziosi esuperbi, e li castiga. Vi han dettoche sembrate angioletti ; e angiolettidovete essere sempre, specialmenteadesso che andiamo in chiesa ; estare in ginocchio senza voltarviattorno, senza chiacchierare, e pre-gare colle mani giunte. Gesù saràcontento di vedervi devoti innanzial suo tabernacolo e vi benedirà» .

Intanto io ero giunto al nono an-no di età ; mia madre desiderava dimandarmi a scuola, ma era assaiimpacciata per la distanza, giacchédal paese di Castelnuovo eravi ladistanza di cinque chilometri . Re-carmi in collegio si opponeva il fra-tello Antonio. In tempo d'invernofrequentavo la scuola del vicinopaesello di Capriglio, dove poteiimparare gli elementi di lettura escrittura. Nell'estate poi appagavomio fratello lavorando in campagna .

Mia madre mi voleva molto bene,e io le avevo confidenza illimitata, esenza il suo consenso non avreimosso piede . Ella sapeva tutto, os-servava tutto e mi lasciava fare . . .La prima Comunione . Io ero

all'età di 11 anni, quando fui am-messo alla prima comunione . Sa-pevo tutto il piccolo catechismo ; maper lo più niuno era ammesso allacomunione se non ai dodici anni . Ioper la lontananza dalla chiesa, erosconosciuto al parroco, e dovevoquasi esclusivamente limitarmi allaistruzione religiosa della buona ge-nitrice. Desiderando però di nonlasciarmi andare più avanti nell'etàsenza farmi praticare quel grandeatto di nostra santa religione, siadoperò ella stessa a prepararmicome meglio poteva e sapeva . Lungola quaresima mi inviò ogni giorno alcatechismo; di poi fui esaminato,promosso, e si era fissato il giorno incui tutti i fanciulli dovevano farepasqua .Mia madre studiò di assistermi

più giorni; mi aveva condotto trevolte a confessarmi lungo la qua-resima. «Giovanni mio - disse ri-petutamente -, Dio ti prepara ungran dono, ma procura di preparartibene, di confessarti, di non taceralcuna cosa in confessione . Confessatutto, sii pentito di tutto, e promettia Dio di farti più buono in av-venire». Tutto promisi ; se poi sia36 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎

stato fedele, Dio lo sa. A casa mifaceva pregare, leggere un buon li-bro, dandomi quei consigli che unamadre industriosa sa trovare op-portuni pei suoi figliuoli .

Quel mattino non mi lasciò par-lare con nessuno, mi accompagnòalla sacra mensa, e fece meco lapreparazione ed il ringraziamento .In questa giornata non volle che mioccupassi in alcun lavoro materiale,ma tutta l'adoperassi a leggere epregare. Fra le molte cose mia ma-dre mi ripeté più volte queste pa-role: «O caro figlio, fu questo per teun gran giorno. Sono persuasa cheDio abbia veramente preso possessodel tuo cuore. Ora promettigli difare quanto puoi per conservartibuono sino alla fine della vita» .Procurai di praticare gli avvisi dellapia genitrice : e mi pare che da quelgiorno vi sia stato qualche mi-glioramento nella mia vita.Antonio non era soddisfatto.

Poi Giovannino, che desideravastudiare, incontrò l'opposizionesempre maggiore del fratello An-tonio .

LA MADIAdi mammaMargherita al•

ecchi . In essaIntrideva lafarina epreparava Il paneper il suoGiovannino .

ella paginaaccanto :LA CAMERAdl mammaMargherita,l'unico locale Intutta la casettacon qualchefregio : I rusticicassettonidel soffitto.

I discorsettie di mamma Margherita

Fino a tanto che durò l'inverno eche i lavori contadineschi non ri-chiedevano alcuna premura, il fra-tello Antonio mi dava tempo diapplicarmi alle cose di scuola. Mavenuta la primavera, cominciò alagnarsi dicendo che esso dovevalogorarsi la vita in pesanti fatiche,mentre io perdevo il tempo facendoil signorino . Dopo vive discussionicon me e con mia madre, per con-servare la pace in famiglia si con-chiuse che io sarei andato al mat-tino per tempo a scuola, e il ri-

manente del giorno avrei impiegatoin lavori materiali .

Ma come studiare le lezioni? Co-me fare le traduzioni? Ascoltate .L'andata e il ritorno di scuola por-gevami un po' di tempo a studiare .Giunto poi a casa, prendeva lazappa da una mano, dall'altra lagrammatica; e durante la stradastudiava fino al luogo del lavoro .

L'ora in cui gli altri solevano faremerenda, io mi ritiravo in disparte econ una mano tenevo la pagnottellamangiando, con l'altra tenevo il li-bro studiando. La medesima ope-razione facevo tornando a casa .Qualche furto al riposo, era l'unicotempo che mi rimaneva per i mieidoveri in iscritto . Malgrado tantolavoro e tanta buona volontà, ilfratello Antonio non era sod-disfatto . ..

La divisione dei beni . Mia ma-dre, scorgendomi afflitto per le dif-ficoltà che si frapponevano a' mieistudi, e disperando di ottenere ilconsenso di Antonio che già ol-trepassava i vent'anni, deliberò divenire alla divisione dei beni pa-

terni. Così la nostra famiglia fu ri-dotta a mia madre, e a mio fratelloGiuseppe. Con quella divisione mitoglieva un macigno dallo stomaco,ed io potei andare alle pubblichescuole di Castelnuovo . . .

Finalmente fu presa poi la ri-soluzione di recarmi a Chieri, oveapplicarmi seriamente allo studio .Era l'anno 1830 . La mia età e la miacorporatura mi facevano comparirecome un alto pilastro in mezzo aipiccoli compagni . . .

Dio è prima di tutto . Negli annidella sua ascesa al sacerdozioGiovanni Bosco ebbe modo diascoltare da mamma Margherita

tre «memorandi discorsi» . Il primoquando, terminato il ginnasio, egliper qualche tempo pensò di farsireligioso nelle file dei francescani . Ilparroco, informato, ritenne di doveravvertire mamma Margherita, sa-pendo che da un figlio in conventonon avrebbe poi avuto aiuti nellasua vecchiaia .La buona mamma prese in di-

sparte Giovannino e gli disse : «Iovoglio solamente che tu esaminiattentamente il passo che vuoi fare,e che poi seguiti la tua vocazionesenza guardar ad alcuno. La primacosa è la salute della tua anima . Ilparroco voleva che io ti dissuadessida questa decisione in vista del bi-sogno che potrei avere in avveniredel tuo aiuto . Ma io dico: in questecose non c'entro, perché Dio è primadi tutto . Non prenderti fastidio perme. Io da te non voglio niente;niente aspetto da te. Ritieni bene :sono nata in povertà, sono vissuta inpovertà, voglio morire in povertà .Anzi te lo protesto . Se tu ti ri-solvessi allo stato di prete secolare eper sventura diventassi ricco, io nonverrò a farti neppure una sola visita,anzi non porrò mai piede in casatua. Ricordalo bene! »

«Non disonorare questo abito» .Giovanni ventenne decise poi per ilseminario, e la sera della partenza,dopo la vestizione chiericale av-venuta in parrocchia, di nuovomamma Margherita gli tenne l'ap-propriato discorsino .

«Giovanni mio, tu hai vestitol'abito sacerdotale; io ne provotutta la consolazione, che una ma-dre può provare per la fortuna disuo figlio. Ma ricordati che non èl'abito che onora il tuo stato, è lapratica della virtù . Se mai tu avessia dubitare di tua vocazione, ah percarità! Non disonorare questo abito .Deponilo tosto. Amo meglio di avereun povero contadino, che un figlioprete trascurato nei suoi doveri» .

«Pensa solo alla salute delleanime» . Poi il seminarista BoscoGiovanni fu ordinato sacerdote, efinalmente tornò in famiglia .

Mia madre in quel giorno, avu-tomi da solo, mi disse queste me-morabili parole : «Sei prete : dici lamessa: da qui in avanti sei adunquepiù vicino a Gesù Cristo . Ricordatiperò che incominciare a dir messavuol dire cominciare a patire. Nonte ne accorgerai subito, ma a poco apoco vedrai che tua madre ti hadetto la verità. Sono sicura che tuttii giorni pregherai per me, sia ancoraio viva o sia già morta; ciò mi basta .Tu da qui innanzi pensa solamentealla salute delle anime e non pren-derti nessun pensiero di me» .

3 A Valdocco,o «se piace al Signore»Nel 1846 Don Bosco, dopo tanto

peregrinare con i suoi ragazzi per iprati della periferia torinese, avevafinalmente trovato una solida casaa Valdocco, tutta per sé e per loro.La zona però risultava malfamataper la presenza di persone equi-voche, era meglio che qualcuno vi-vesse accanto a lui . E chi se nonmamma Margherita?

In quel tempo si resero vacantidue camere in casa Pinardi e questesi pigionarono per abitazione mia edi mia madre. «Madre, le dissi un

ni» visita Giovannino e gli prefigurala sua missione . Antonio ostacola isuoi studi .

LE TAPPEDELLA SUA VITA1788 (1 aprile) . Margherita Oc-

chiena nasce a Capriglio (AT) inuna famiglia di agricoltori .1812 (6 giugno). Sposa Fran-

cesco Bosco, agricoltore di 29 anni,e va a risiedere con lui a Murialdo(borgata di Castelnuovo d'Asti) .Francesco è vedovo : in un primomatrimonio aveva avuto il figlioAntonio, ora di 9 anni, di cui Mar-gherita si occuperà come unamamma .

1813 (8 aprile) . Nasce Giuseppe,il primogenito di mamma Mar-gherita .1815 (16 agosto). Nasce il se-

condo figlio Giovannino, il futuroapostolo dei giovani .1817 (12 maggio). II padre Fran-

cesco muore di polmonite, a soli 34anni . Mamma Margherita si de-dicherà esclusivamente ai figli ; se-guono anni tremendi per le grandicarestie .1824-25 . II «sogno dei nove an-

1828. Continuando le ostilità diAntonio, mamma Margherita è co-stretta a dividere tra i figli i benipaterni (Antonio va a vivere perconto suo) .1830. Mamma Margherita mette

in pensione Giovannino a Chieri,perché possa frequentare scuoleregolari .1835. Giovannino riceve la talare

e entra in seminario : altro di-scorsetto di mamma Margherita .

1841 . Altro discorso per il figlioordinato sacerdote .

1846 (3 novembre) . MammaMargherita si trasferisce con DonBosco a Torino Valdocco .1847 (maggio) . Don Bosco ac-

coglie in Valdocco il suo primo ra-gazzo «interno», e mamma Mar-gherita fa un discorsetto anche alui . In questo predicozzo è stata vi-sta l'origine della «buonanotte sa-lesiana» . Mamma Margherita di-venta la mamma dei ragazzi del-l'oratorio .1854. Tra i ragazzi a cui fa da

madre, c'è anche Domenico Savio .Colera a Torino : mamma Mar-gherita si priva di tutta la biancheriadi casa e del suo corredo di sposa,per soccorrere i malati .1856 (25 novembre) . Muore, co-

me già il giovane marito Francesco,per una violenta polmonite .

giorno, io dovrei andare ad abitarein Valdocco ; ma a motivo dellepersone che occupano quella casa,non posso prendere meco altrapersona che voi» . Ella capì la forzadelle mie parole, e soggiunse tosto :«Se ti pare tal cosa piacere al Si-gnore, io sono pronta a partire in sulmomento». Mia madre faceva ungrande sacrifizio; perciocché in fa-miglia, sebbene non fosse agiata, eratuttavia padrona di tutto, amata datutti, ed era considerata come laregina dei piccoli e degli adulti . . .Mia madre empié un canestro di

biancheria e di altri oggetti in-dispensabili; io presi il breviario, unmessale con alcuni libri e quadernipiù necessari . Era questa tutta lanostra fortuna. Partimmo a piedidai Becchi alla volta di Torino . Fa-cemmo breve fermata a Chieri, e lasera del 3 novembre 1846 giun-gemmo in Valdocco .Al vederci in quelle camere

sprovviste di tutto, mia madrescherzando disse : «A casa avevotanti pensieri per amministrare ocomandare; qui sono assai piùtranquilla, perché non ho più né che

∎ BOLLETTINO SALESIANO • 1 'NOVEMBRE 1981 ∎ 37

1826 (26 marzo) . Prima Co-munione di Giovannino, e primo«discorsetto»gherita.

di mamma Mar-

maneggiare, né a chi fare comandi» .Ma come vivere, che mangiare,

come pagare i fitti e provvedere amolti fanciulli, che ad ogni mo-mento domandavano pane, cal-zamenta, abiti o camicie, senza cuinon potevano recarsi al lavoro?Avevamo fatto venire da casa un po'di vino, di meliga, fagiuoli, grano esimili. Per fare fronte alle primespese avevamo venduto qualchepezzo di campo ed una vigna. Miamadre avevasi fatto portare il cor-redo sposalizio, che fino allora avevagelosamente conservato intero . Al-cune sue vesti servirono a formarepianete; colla biancheria si fecerodegli amitti, dei purificatori, roc-chetti, camici e delle tovaglie . . .La stessa mia madre aveva qual-

che anello, una piccola collana d'oroche tosto vendette per comperaregalloni e guarniture pei sacri pa-ramentali. Una sera mia madre, cheera sempre di buon umore, mi can-tava ridendo : «Guai al mondo se cisente / forestieri e siam con niente! »Un ragazzo tutto inzuppato .

L'anno dopo Don Bosco e mammaMargherita accolgono in casa ilprimo ragazzo «interno» .

Molti giovanetti torinesi e fo-restieri erano pieni di buon volere didarsi a una vita morale e laboriosa .Per alloggiarne almeno alcuni - chela sera non sapevano più dove ri-coverarsi - avevasi preparato unfienile dove si poteva passare lanotte sopra un po' di paglia. Ma gliuni ripetutamente portarono via lelenzuola, altri le coperte, e infine lastessa paglia fu involata e venduta . . .

Una piovosa sera di maggio sultardi si presentò un giovanetto suiquindici anni tutto inzuppato dal-l'acqua. Egli domandava pane e ri-covero. Mia madre l'accolse in cu-cina, l'avvicinò al fuoco, e mentre siriscaldava e asciugava gli abiti,diedegli minestra e pane da ri-storarsi. «E adesso dove vuoi an-dare?» «Non so: dimando per caritàdi poter passare la notte in qualcheangolo di questa casa» . Ciò detto, simise a piangere. Mia madre pian-geva con lui; io era commosso .

«Se vuoi - ripigliò mia madre -,io l'accomoderò per questa notte, edomani Dio provvederà» . «Dove?»«Qui in cucina» . La buona donna,aiutata dall'orfanello, usci fuori,raccolse alcuni pezzi di mattoni, econ essi fece in cucina quattro pi-lastrini, sopra cui adagiò alcuni assi,e vi soprappose un saccone, pre-parando così il primo letto del-l'Oratorio . Infine lo invitò a recitarele preghiere . «Non le so», rispose.«Le reciterai con noi», gli disse ; ecosì fu .38 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1' NOVEMBRE 1981

Affinché poi ogni cosa fosse as-sicurata, venne chiusa a chiave lacucina, né più si apri fino al mat-tino. Questo fu il primo giovane delnostro ospizio. A questo se ne ag-giunse tosto un altro, e poi altri;però per mancanza di sito in quel-l'anno abbiamo dovuto limitarci adue. Correva l'anno 1847 . . .

Il garzone di cucina. Don Bosconon scrisse più di mamma Mar-gherita nelle «Memorie dell'ora-torio», ma scrisse e parlò di lei inaltre occasioni, e poi tante altre te-stimonianze sono pervenute .

Si sa che, cresciuti i ragazzi in-terni dell'Oratorio, tutti la chia-mavano «mamma» perché era dav-vero la mamma di tutti . Si sa chefaceva cucina, e che Don Bosco laaiutava .

Un giorno Don Bosco portò a vi-sitare l'Oratorio tre senatori della

«Dov'è questo paese?» e Don Boscosi affrettò a cambiare l'espressione .Mamma Margherita ebbe a che

fare con il Grigio, il cagnaccio cheproteggeva Don Bosco dai ma-lintenzionati . «Oh, la brutta be-stiaccia! », esclamava al vederlo,perché faceva davvero paura . E unasera che il cagnaccio impediva aDon Bosco di uscire, mamma Mar-gherita ne interpretò saggiamente ilpensiero: «Se non vuoi ascoltare me- gli disse in buon piemontese -,ascolta almeno il cane e non uscire» .Poco dopo Don Bosco fu avvertitoche quattro farabutti lo stavanoaspettando nei dintorni per fargli lafesta.

Mamma Margherita visse pure latragedia del colera scoppiato a To-rino nel 1854, e ci rimise quel pocoche ancora le rimaneva del suo belcorredo di sposa : i ragazzi di Don

UNA LAPIDE suggestiva In Valdocco ricorda oggi la casa in cui la mamma di Don Bosco mori .

nobiltà torinese, ed essi si fermaronoa conversare con mamma Mar-gherita ai fornelli : «Nessuno vi dàuna mano?» le domandò il marchesePallavicino ; e lei tranquilla : «Inaltri giorni ho si un aiutante, maoggi ha molto da fare e mi ha la-sciata sola» . «E chi è il vostro gar-zone di cucina?» «Eccolo», proseguìmamma Margherita indicando so-lennemente con la punta del me-stolo Don Bosco .

Si sa che pur essendo illetterata sirendeva a suo modo utile nellapreparazione dei libri di Don Bosco .Egli le leggeva i manoscritti, e dovemamma Margherita non capivaDon Bosco correggeva. Un giornoparlando di san Pietro lo avevachiamato «il gran clavigero» .Mamma Margherita gli domandò :

Bosco andavano ad assistere i ma-lati e portavano loro tutta la bian-cheria dell'oratorio, compreso ilcorredo e le tovaglie dell'altare.

Tra quei ragazzi coraggiosi pro-babilmente c'era anche il piccoloDomenico Savio, che mammaMargherita conobbe bene, e so-prattutto capì. «Tu hai tanti gio-vani buoni - disse un giorno a DonBosco -, ma nessuno supera labellezza del cuore e dell'anima diSavio Domenico» .

4Mia madreo era una santaA volte i ragazzi dell'Oratorio la

facevano spazientire, per esu-beranza combinavano qualcheguaio, a volte i guai erano seri. «Io

perdo la testa in mezzo a tantaconfusione - si lamentò un giornocon Don Bosco, giunta al limitedella sopportazione -. Ero cosìtranquilla quando filavo nella miastalla senza nessuno che mi rom-pesse la testa. Quasi quasi tornonella mia casetta dei Becchi, e fi-nisco in pace quei pochi giorni divita che ancora mi restano». DonBosco era commosso, non riusciva arispondere. Dopo una lunga pausaalzò la mano, e col dito indicò unpunto sulla parete. Mamma Mar-gherita levò gli occhi, in quel puntotrovò il crocefisso . «Hai ragione, hairagione», bisbigliò, e tornò tran-quilla in cucina alle sue faccende .

Ma poi veniva anche il giorno delsuo onomastico, e Don Bosco sapevaorganizzare la simpatia dei ragazziattorno a lei . Alla sera della vigiliaessi la circondavano, la facevanosedere, le leggevano discorsi e poe-sie, e le donavano un mazzolino difiori . Lei alla fine rispondeva, di-cendo ogni anno press'a poco lestesse parole . Diceva : «Vi ringrazio,anche se io faccio ben poco per voi .Chi fa tutto è Don Bosco. Però viringrazio dei vostri auguri e com-plimenti . E domani, se Don Bosco lopermette, vi darò una pietanza inpiù» . La proposta otteneva l'ap-provazione incondizionata dei ra-gazzi, e tutto finiva in applausi egrida di gioia.Una violenta polmonite. Nel

1856 verso la seconda metà di no-vembre mamma Margherita si am-malò. Il medico subito accorso dia-gnosticò una violenta polmonite,male per cui allora c'erano ben po-che speranze . Immaginare il doloredi Don Bosco e dei suoi ragazzi .Tutti i momenti quelli erano sullaporta a chiedere come stesse . Epregavano. Arrivò anche il figlioGiuseppe in fretta da Castelnuovo, ele fu accanto fino alla fine .

Mamma Margherita, quando viveche non c'era più speranza, volleancora una volta parlare ai suoi fi-gli. Aveva sempre un discorsettopronto per loro . «Io devo partire elasciare le cose dell'Oratorio in altremani - disse a Don Bosco -. LaMadonna non mancherà di guidarele cose tue. Non cercare né eleganzané splendore nelle tue opere : cercala gloria di Dio, e abbi per base lapovertà di fatto» . E poi, facendoappello all'inesauribile arguziacontadina: «Hai molti con te cheamano la povertà negli altri, ma nonin se stessi» . Gli parlò ancora deisuoi aiutanti, indicandogli di qualisi poteva fidare e di quali no .«Era una santa» . Il 24 no-

vembre, sua ultima sera, mamma

Margherita aveva ancora tante coseda dire al figlio sacerdote . «Dio saquanto ti ho amato nel corso dellamia vita. Spero di poterti amaremeglio nell'eternità . Ho la coscienzatranquilla, ho fatto il mio dovere inquel che ho potuto. Forse sembrache abbia usato rigore in qualchecaso, ma non fu così : era la voce deldovere che comandava» . Poi si ri-cordò anche dei ragazzi del-l'Oratorio: «Di' ai miei cari figlioliche ho lavorato volentieri per loro, eche ho portato loro un affetto dimamma. Preghino molto per me» .E vedendo che Don Bosco era

sconvolto, lo invitò ad allontanarsi .«Va', mio caro Giovanni, allontanatiun poco. Perché mi addolora troppoil vederti così afflitto» . Don Bosconon accennava a muoversi, e lei in-sistette: «Tu soffri e mi fai soffrire .Va' a pregare, che ci intenderemo ditutto nella beata eternità» . CosìDon Bosco fu quasi costretto auscire, la mamma del resto era benassistita. Don Bosco si ritirò in ca-mera, ma non si coricò. A un trattoudì dei passi nel corridoio, erano letre del mattino: il fratello Giuseppeaprì la porta. Si guardarono l'unl'altro, e scoppiarono a piangere .Mamma Margherita era volta alcielo .

Anche i ragazzi l'indomani eranodesolati ; Don Bosco li radunò, ecercando di consolarli diceva: «Ab-biamo perduto la madre, ma sonocerto che ci aiuterà dal paradiso .Era una santa» .Anche oggi ricordata . Qualche

tempo dopo entrava all'Oratorio lasignora Giovanna Maria Rua, lamadre del chierico Michele Rua,colui che farà in tutto « a metà conDon Bosco» . La signora Giovannaprese il posto di mamma Mar-gherita; e anche altre signore diTorino venivano a Valdocco peraiutare .Una consuetudine, questa delle

mamme al fianco dell'opera sa-lesiana, che continua da allora e unpo' dappertutto . Ora che in questaItalia del benessere sono diventaticosì rari i ragazzi poveri, questemamme si sono organizzate in«Laboratori missionari» che aiutanoi ragazzi del terzo mondo . Sonocooperatrici salesiane, hanno messoin piedi già un centinaio di questilaboratori, e naturalmente li hannointitolati a mamma Margherita .Così non solo Don Bosco ebbe un

caro ricordo di mamma Margherita,ma un po' dappertutto nella Fa-miglia salesiana questa mammasanta anche oggi viene ricordata conaffetto, e imitata .

Ferruccio Voglino

Eppure. ... ..eppure Il BS è Il donocordiale che Don Bosco dallontano 1877 Invia al suoiamici .

È la rivista della FamigliaSalesiana: Informa sul la-voro che I figli di Don Boscosvolgono tra I giovani e nellemissioni .

• Lei non riceve Il BS? ÈInteressato ai suoi con-tenuti? Lo richieda .

• Conosce persone spi-ritualmente vicine a DonBosco, che gradirebberoriceverlo? Lo richeda .Scriva chiedendo per sé,

per altri, l'omaggio del Bol-lettino Salesiano.Comunichi gli Indirizzi

chiari e completi a:

DIREZIONEBOLLETTINO SALESIANOCASELLA POSTALE 909200163 ROMA-AURELIO

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 ° NOVEMBRE 1981 ∎ 39

* AUTORI VARIRagazzi all'oratorioVolume 1 riflessioni e pro-spettive . Volume 2 orien-tamenti e sussidiLDC 1981, ciascun volumelire 3.800

Il libro, uscito quattro annifa in volume unico, ora riap-pare sdoppiato e com-pletamente rifatto . E statocoordinato dal Centro Sa-lesiano di Pastorale Gio-vanile, con la collaborazionedella Federazione OratoriMilanesi: due garanzie . Laprima parte più teorica, e laseconda più pratica, si sal-dano a formare un'operadavvero completa, e utile aglioperatori della pastorale .

* BRAIDO PIETRO (a cura di)Esperienze di pedagogiacristiana nella storiaDue volumi dipagg. 554, 430LAS 1981 . Lire 25.000 +20.000

È una delle più si-gnificative pubblicazionidell'Università salesiana inquesti ultimi tempi, e la ru-brica del BS non è certo lasede adatta per un'adeguatapresentazione . Quest'operacollettiva in due volumi pre-senta in 19 studi (di al-trettanti autori, tutti specia-listi) «le tappe fondamen-tali dell'azione educativa edella riflessione pedagogica,coincidenti con le origini dialcuni istituti religiosi» . L'e-poca storica abbracciata vadal 4 0 al 19° secolo ; vengonopresentati i vari contributiall'educazione cattolica for-niti via via dal monachesimo,dai Somaschi, dalla Com-pagnia di Gesù, dagli Sco-

40 • BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981

LIBRERIA

lopi, Barnabiti, su su fino aDon Bosco e al suo sistemapreventivo. Particolarmenteampio e significativo que-st'ultimo studio, che porta lafirma del curatore del libro,Pietro Braido .

MARGARITO SANTINATOMARIAGRAZIALa pubblicità a scuolaSEI 1981 . Pag. 200, L . 10.000

Insegnare la lingua par-tendo dai manifesti pub-blicitari? È possibile e è ef-ficace: la tendenza di portarein scuola i «testi autentici»che la vita offre ogni giorno,viene sempre più accettata eutilizzata dalla pedagogiamoderna. Il volume nella suaprima parte avvia alle diverse«letture» del manifesto pub-blicitario, e nella secondaparte suggerisce la sua uti-lizzazione pedagogica .

BARAGLI ENRICODopo McLuhanLDC 1981. Pag. 110, L . 3.500

Uno dei primi libri a ten-tare, dopo la recente im-provvisa scomparsa del«profeta dei mass media»,un primo bilancio (e piuttostonegativo) della sua opera .L'autore, noto studioso dellacomunicazione sociale, pre-senta dapprima l'uomo, lesue opere più rilevanti, ipunti-cardine del suo pen-siero . Riferisce poi quanto dilui è stato detto in bene e inmale, per discutere quindi lesue tesi fondamentali evi-denziandone pregi e limiti . Dinotevole nella prospettivacristiana, in quest'opera diBaragli, il riferimento aquanto nel pensiero diMcLuhan può contribuirealla prassi pastorale .

• BERTRAND DOMINIQUEUna preghiera per oggiLDC 1981 . Pag. 150, L . 3.900Due fatti caratterizzano

questi nostri giorni : nasconoun po' ovunque nuove formedi preghiera, e nello stessotempo tanti cristiani trovanosempre più difficile pregare .L'autore, noto studioso diquesti problemi, analizza lecause della situazione, soloin apparenza contraddittoria,e suggerisce come giungerea un modo personale di pre-gare .

* Parola dei SignorecommentataLDC-ABU 1981Pag. 800, lire 7.000

«Parola del Signore», ilben noto Nuovo Testamentoin traduzione interconfes-sionale, in pochi anni si èdiffuso in Italia con qualchemilione di copie . Ora esce innuova edizione - comespiega il titolo - com-mentata . «Ogni singoloscritto (vangeli, lettere . . .),ogni sua parte, e i singolibrani, sono preceduti da untitolo e da una breve in-troduzione» . Si tratta quasi di250 pagine in più, che aiu-tano a capire e ad amare la«lettera di Dio agli uomini» .

* BIBINI GUIDORisposta ai Testimoni diGeovaLDC 1981 . Pag. 238, L . 5.200L'autore è un parroco

d'una parrocchia di cam-pagna che ha saputo pre-venire il proselitismo dei Te-stimoni di Geova. L'operacomprende una sintesi sto-rica del loro fenomeno, unconfronto delle tesi dei Te-stimoni con la dottrina cat-tolica, l'esame approfonditodi alcuni problemi più ri-levanti, e infine interessantivalutazioni conclusive (tracui : perché il successo deiTestimoni di Geova?) .

* ENDE MICHAELMomoSEI 1981. Pag. 256, lire 6.000Una società segreta sta

perpetrando una colossale

(e senza dubbio originale)truffa ai danni dell'umanitàintera : riesce a convincere lagente a risparmiare il tempo,assicurando che le sarà re-stituito con gli interessi dopoil 62° anno . In realtà non èvero, e la piccola Momo, unabambina senza genitori escappata dall'orfanotrofio,scoprirà la truffa . . . Felice ro-manzo per i ragazzi, conmolte idee per gli adulti, oltrealle avventure e ai colpi discena .

* FERRARI - ROSSI - MELESIIli corpo raccontaLDC 1981. Pag. 176, L . 4.900

Gli autori hanno «percorsoil territorio inesplorato del-l'espressione corporea e delmimo», e ora si propongonodi ripercorrere la stessastrada in compagnia dei let-tori, cioè di «rifare il viaggioin 13 tappe», che sono poi i13 capitoli del libro . In ognicapitolo una prima parte èriservata alla riflessione, unaseconda a esercizi in chiavedidattica, e la terza a «gags,mimi, sequenze comiche etragiche» . Un libro per ar-ricchire la teoria e orientarela pratica di quanti operanonel settore .

* DE MARTINI NICOLAParrocchia nuovaComunità di amiciLDC 1981, pag . 262, L . 5.200

«La parrocchia si cambi inuna comunione di tante co-munità di base nelle quali siapprofondisca la Parola diDio, si viva in comunione conDio e i fratelli, si senta il tor-mento dell'evangelizzazio-ne . . .» . Parrocchie così - ri-tiene l'autore - cambiano laChiesa, e la Chiesa cambia lasocietà. Una tesi suggestiva,e un invito alla riflessione peri parroci e i laici impegnati alloro fianco .

a

LOGICAMENTE DOVEVA AVVENIREUN'ORRIBILE DISGRAZIA

Sono una Figliadi Maria Au-siliatrice della co-munità di Forette diVigasio. Un giorno,mentre assistevo ibambini della miascuola materna inricreazione, Lu-ciana di 4 anni siavvicinò non os-servata alla giostra,

superò i seggiolini e andò a mettersi alcentro dove si incrociano gli in-granaggi. Ed ecco che Cristian, un vi-vacissimo amico della piccola, pen-sando di farla divertire azionò ve-locemente la giostra. Tutto si svolse inpochi secondi, e stando alla logicadoveva sfociare in un'orribile di-sgrazia. Ricordo che appena mi ac-corsi di quanto stava succedendo,subito mi precipitai con la speranza dievitare il peggio, ma purtroppo la gio-stra aveva già fatto i primi giri tra legrida disperate della bambina . Riusciia bloccare la giostra, e cercai diestrarre la piccola dagli ingranaggi,temendo di trovarla con le gambespezzate. Quale non fu la mia gioia ecommozione nel constatare che Lu-ciana era intatta, che non aveva patitola più piccola lesione .Commossa ho congiunto le mani in

preghiera per ringraziare Maria Au-siliatrice, che proprio quel mattinoavevamo incoronato regina della no-stra scuola materna . Per questa im-mediata risposta della Madonna, tuttala nostra comunità vuole ora dire il suograzie commosso, di fronte a un fattoche ai miei occhi ha tutta l'aria di unmiracolo .

La comunità delle FMAdi Forette di Vigasio (VR)

ORA NO CAPITO CHENON DEVO PIÙ AVERE DUBBI

Una persona a noi tanto cara eragiunta in fin di vita . Era stata sempreuna donna forte, ma da qualche tempolamentava disturbi, e quando si fecevisitare subito la ricoverarono al-l'ospedale con una diagnosi che nonammetteva speranza : linfogranulomamaligno. I medici la davano per con-dannata. Noi ci sentivamo impotenti avenirle in aiuto, ma io non mi ras-segnavo alla sua perdita tanto do-lorosa. Perciò cominciai a invocareMaria Ausiliatrice perché la salvasse .

La cara inferma fu allora trasferita inaltro ospedale, dove i medici ritennerodi poterla operare, e l'operazione hadato insperabilmente esito felice. Orain famiglia il sorriso è tornato sullelabbra di tutti, e io ringrazio Maria Au-siliatrice anche per un'altra grazia chemi ha concesso insieme a questa . Vo-glio dire che in certi momenti di crisi misentivo sopraffatta da forti dubbi di fe-de, ma ora ho finalmente capito chequesti dubbi erano fuori posto, chenon devo più averli .

Lettera firmata (Napoli)

DON BOSCO PROTEGGATUTTI I MIEI CARI

I NOSTRI SANTI

Ho un fratelloall'estero che dadiversi anni non miscriveva più, e ilsuo silenzio miaddolorava tanto .In questa triste si-tuazione mi sonorivolta con con-fidenza a Don Bo-sco e ho co-minciato una no-

vena; nell'ultimo giorno ricevetti unalettera da un suo familiare, che miportava notizie rassicuranti . Ma io in-sistetti facendo un'altra novena a DonBosco, ed ecco che questa volta mi ègiunta una sua lettera con sue notiziedirette . Ringrazio perciò tanto DonBosco, e anche lo prego perché vogliaaiutare sempre tutti i miei cari .

V. S . (lettera firmata)

RINGRAZIANO DON BOSCOE MARIA AUSILIATRICE

• Maria Zambon in Rapporto (Vi-cenza) : «Ringrazio Maria Ausiliatriceperché ha protetto i miei figli in ungrave incidente automobilistico, da cuisono usciti miracolosamente indenni» .• Virgilia Cirillo (Frosinone) : « Dire

di quante grazie e benedizioni MariaAusiliatrice ha ricolmato la mia fa-miglia, e di quanta pace e serenità ri-colma la mia anima, è cosa difficile . . .» .• Speranza (Giaveno, TO): «Aven-

do bisogno di una grazia riguardante ilmio lavoro, ho recitato una novena ; giàmentre la recitavo ottenni assicu-razioni, e al termine ero pienamenteesaudita» .• Scrive Rosa Maria Di Francesco

(Catania): «Don Bosco diceva che chiprega è come chi va dal re, e io l'hosperimentato. Mia madre da tanti annisoffriva di intossicazioni, andava sog-getta a forti crisi. Nell'ultima crisi do-vevamo sostenerla con continue flebo,era una via crucis per tutti noi che do-vevamo assisterla senza sosta di gior-no e di notte . Una notte si offri a queldelicato incarico mio fratello che erastanchissimo perché tornava da unapesante giornata di lavoro. lo preoc-cupata mi rivolsi a Don Bosco, e lopregai che ci assistesse . Il fratellopurtroppo si lasciò vincere dalla stan-chezza e si addormentò, e io giunsiappena in tempo a chiudere la fleboche stava per finire, evitando una pro-babile morte per embolia . Sono passatidue anni da allora, la mamma si ècompletamente rimessa, e io voglioinvitare tutti a pregare perché il Si-gnore ci doni le sue grazie spirituali eanche temporali» .

I MEDICI DICEVANO«CI VUOLE UN MIRACOLO»

Sognavamo tantoun bambino, madopo tre anni dimatrimonio nongiungeva, i medicici dissero chiaroche non c'era nullada fare, che ci vo-leva un miracolo .lo ero disperata,ma . . . il miracolo èaccaduto. Una mia

sorella mi ha dato in prestito l'abitinodi san Domenico Savio e il libretto dellanovena, dicendomi : «Prega con fede, esarai esaudita». Oggi, dopo quattroanni di matrimonio, sono qui a tenermiin braccio il mio piccolo GiuseppeDomenico, un bel bambino sano esveglio, proprio come lo avevo chiestoa san Domenico Savio .

Angela e Enrico Di Meo

RINGRAZIANO ANCORASAN DOMENICO SAVIO

• Famiglia Francesco Enriello per-ché il loro piccolo Enrico ha superatobene le serie complicazioni so-pravvenute alla sua nascita .• Celestina Rossetti in Pellegrini

(Alona di Costo, BS) per la salute ri-cuperata: «Mi trovavo in condizionidisastrose, mi sottomettevo alle curemediche ma non servivano a nulla . Al-lora mi affidai a san Domenico . . .» .• Mary Emiliozzi (Macerata) perché

una sua cugina inferma ha potuto darealla luce la sua creaturina in condizionidi piena normalità .• Lettera firmata (Novara) : «Il più

bel dono ce lo ha fatto san DomenicoSavio con la nascita di Andrea . Primadi lui una bambina, attesissima, nac-que così delicata che dopo pochi mesitornò in cielo . Poi pregammo il Santodelle culle . . . Anche Andrea era gra-cilino, e nel primo anno di vita dovettesubire vari ricoveri . Ma ora sta bene,ha nove anni, va a scuola, è contentodi essere al mondo» .

HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE

Abls Caria - Appiani Domenica - ArdissoneDina Teresa - Bacclocchl Giuseppina - Sa-lanado Famiglia- Belfonte Filippo - BellandiMaria e Laura - Berti Grazia e Giuseppe -Bianchi Luigi - Blgilo Carolina - Bonlno-Ca-stagnero - Bonissone Luigina Manzini - Bram-bllla Antonia - Chlomento Ines - Corna Tercilia- Fermani Simone - Longhitano Nunzio - LovatiPaolo - Luraschl Pierina - Maccarlo Santina eLoredana - Magavoro salvatrice - MambrinoVittorio - Mollo Maria - Oldanl Alessandro eGiuseppina - Pagano dott. Marcello - RamoniAlfredo e Piera - Saporiti Giuditta - ScarpatlVincenza - Strada Marilena e Massimo - TonaCarmela - Tunisi Teresina.

a∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ P NOVEMBRE 1981 ∎ 4 1

ARCHENTI sac . AGOSTINO Sa-lesiano t Treviglio (BG) a 80 anni

«Rose belle, spine lunghe» avevascritto in apertura di un suo quaderno .E le rose belle furono molte, come pu-re le spine lunghe, nella sua vita . Cre-sciuto nel collegio di via Copernico aMilano, vi maturò la vocazione di apo-stolo tra i giovani . Era appassionatoper la letteratura classica, si spe-cializzò in greco biblico per conosceremeglio la parola del Signore, fu per 25anni educatore tra i giovani . E li legò asé con formule originali di in-segnamento e educazione . Gli allievi diuna classe di Treviglio, trasformati pergioco in Bororos, gli sono rimasti legatida profonda amicizia fino alla morte .A causa della malferma salute do-

vette lasciare l'insegnamento e fu per19 anni segretario del futuro RettorMaggiore don Ricceri, quindi per cin-que anni lavorò negli uffici centrali deiCooperatori . Allora si poté dedicareanche ai libri, preparando profili di sa-lesiani, e studi su san Francesco diSales. Fu soprattutto maestro di spi-rito, sempre pronto al ministero dellaconfessione, apprezzato direttore spi-rituale . La sua fragilità fisica in realtàaveva solo acuito la sua sensibilità edelicatezza d'animo.

BESSONE GIOVANNI BATTISTASalesiano Coadiutore t Roma a 70Divenuto salesiano e perito agrario,

parti missionario per l'Argentina dovedurante 40 lunghi anni lavorò nellescuole agrarie salesiane del paese . Eratempra di pioniere, sempre pieno diiniziative, e portò quelle scuole a ri-sultati brillanti e alla conquista di nu-merosi premi e riconoscimenti neiconcorsi nazionali . Tre anni fa tornò inItalia, e lavorò ancora come guida alle

I NOSTRI MORTI

42 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1°NOVEMBRE 1981 ∎

Catacombe di San Callisto, in attesadella chiamata del Signore.

COLLINE sac. CESARE Salesiano tAlassio (SV) a 68 anni

Fu salesiano tutto d'un pezzo, sa-cerdote di intensa preghiera e azionepastorale. Fece dei giovani il suoideale di vita, li servi nell'insegnamentoe nel ministero della confessione, col-tivò in mezzo a loro le vocazioni .

DE AMICIS sac. ANTONIO Sa-lesiano t Bra (CN) a 83 anniAbruzzese, figlio di poveri agri-

coltori, conobbe Don Bosco grazie alparroco che leggeva e faceva leggerea tutti il BS . «Fra me e Don Bosco sifissò una simpatia piena di fiducia»,dirà . E presto senti il richiamo dellavocazione salesiana, ma le difficoltàfamiliari gli impedirono a lungo di rea-lizzarla . Visse da militare il dramma diCaporetto, e ancora in grigioverde,solo a 22 anni, poté incontrare i primisalesiani «tanto amati e desiderati» .Ebbe il coraggio di cominciare da ca-po le scuole, e ottenne di partire mis-sionario . Fu in Cina con i due martirimons. Versiglia e don Caravario . Que-st'ultimo gli insegnò la recita del bre-viario ; il primo avrebbe dovuto or-dinarlo sacerdote ma pochi giorni pri-ma della data si consumò la sua tra-gica morte .

Divenuto prete, don De Amicis so-stituì don Caravario nella missione diLin Chow, e si impegnò senza ri-sparmiarsi . Al punto che la sua salutene risentì in forma grave, e dovetterientrare in Italia. Passò il resto dellavita in Piemonte, per 15 anni fu di-rettore, in particolare si prodigò per gliorfani raccolti ad Avigliana, collegioallora chiamato non a torto «terzomondo salesiano . . Gli ultimi 22 anni fua Bra, generoso e arguto, «centro diaggregazione comunitaria» . Una nottesentendosi male non volle disturbarenessuno; indossò la veste sacerdotale,si distese sul letto, e in quell'atteggia-mento sereno e spontaneo di riposo siaddormentò nel Signore .

RUGGERI sac. ANTONIO Salesianot Asunción (Paraguay) a 78 anni

Erano sette tra fratelli e sorelle : 3diventarono salesiani, 3 Figlie di MariaAusiliatrice, e la settima Carmelitanascalza . Nato all'ombra dell'Etna, ebbeun temperamento davvero focoso, e a47 anni dopo aver frequentato a Mi-lano un corso di medicina missionariaparti per il Chaco Paraguayo . A PuertoSastre, un avamposto, si prodigò infavore della popolazione insegnando apiccoli e grandi il catechismo con rara

competenza ; si schierò in difesa deipiù poveri diventando «voce di quelliche non sapevano parlare, forza deideboli, speranza degli oppressi», Lapopolazione viveva del lavoro di unafabbrica di tannino, e quando la fab-brica fallì, la popolazione abbandonòla zona . . . Ma intanto altri missionarisalesiani erano venuti a contatto per laprima volta con gli indios Ayoveo, chelasciavano le foreste sospinti dalla fa-me, e don Antonio andò a mettersi alloro fianco . Bisognava insegnare lorotutto, come si lavano i vestiti, come siusa l'ago, come si coltiva l'orto e si facucina . . . Si prodigò finché la sua sa-lute giunse sul punto di cedere, e do-vettero richiamarlo nella capitale. Ac-cettò perché al fianco degli indios in-tanto erano giunte le FMA; ma accettòsoprattutto perché lo nominaronoProcuratore delle missioni salesianedel Chaco . Con la nuova incombenzaebbe modo di prodigarsi per i suoi in-dios quasi più di prima, interessando esollecitando tutti . Per anni tenne anchela responsabilità di una parrocchia, magiunse il giorno in cui dovettero li-berarlo da questa incombenza permotivi di salute. Allora si, si senti dav-vero malato. Ma per poco tempo, per-ché si trovò in periferia una zona ab-bandonata e assolutamente bisognosadell'assistenza del sacerdote . Spese lìle sue ultime forze.

GIACCARIA GIUSEPPE Exalllevo eCooperatore t Cuneo

Tutta una vita dedita al-l'insegnamento, impartito con spiritosalesiano e col risultato di farsi amarepiù che temere . Lo rimpiangono fratellie sorelle, fra cui tre Figlie di Maria Au-siliatrice .

PRATO GERONIMA Cooperatrice tPavia

Visse nella luce di Maria Ausiliatricee Don Bosco, cooperò di cuore al-l'opera salesiana, e donò all'istitutodelle FMA la figlia suor Anna .

RICCHIARDI GIACINTA ved . MIACooperatrice t Torino a 100 anniAiutò l'oratorio salesiano di Torino

Borgo San Paolo fin dalla sua aperturanel 1918, prestandosi per ogni ne-cessità e impegnandosi nelle attivitàdel laboratorio missionario. Fu unamamma per quei salesiani, e ne so-stenne le iniziative. Donò con gioia duefiglie all'istituto delle FMA, suor Giuliae suor Onorina . Il Signore la conservò

in vita 100 anni e 4'mesi, e lei fu diesempio per la gente di quel popolarequartiere, facendo del bene più chepoté, con generosità.

*AGONE dott . ENRICO Exalllevo tCatania a 78 anni

Nel collegio di Caltagirone assimilòal massimo l'insegnamento di DonBosco, che tradurrà in pratica di vita edi impegno cristiano . Medico chirurgocompetente e ricercato, svolse fino intarda età la sua professione come unamissione sacerdotale. Forte tempracristiana, era politicamente impegnatonelle file del partito di ispirazione cri-stiana, e rimase vicino alle opere sa-lesiane che aiutò in svariati modi .

SPIZZI GIOVANNA ved . OCCHIO tGallignano (CR) a 93 anni

Era nata il 29.1 .1888, 2 giorni primache Don Bosco morisse . Donò congenerosità al Signore tre dei suoi 11figli; tra essi, don Giuseppe salesiano,ora direttore di un'opera per la gio-ventù negli Stati Uniti . La ca-ratterizzava un'imperturbabile gio-vialità tipicamente salesiana, e di sanFrancesco di Sales leggeva e rileggevale opere. La sua ricca vita spiritualecomprendeva messa quotidiana, ro-sario, fedeltà al Papa, intensa pre-ghiera per le vocazioni . E di fatto il Si-gnore, dopo aver colto nella sua fa-miglia tre vocazioni, ha cominciato asceglierne altre tra i suoi numerosi ni-poti . . . L'estate scorsa, uno dei suoi figlimissionari tornò a visitarla, e lei : «Nonci rivedremo più in questa vita. Ora la-scia o Signore che muoia in pace,perché ho visto nella mia vita tutto ciòche desideravo . . Poi rivolto al figlio :«Va' dove il Signore ti chiama . E sia luia guidare i tuoi passi . lo pregherò perte e per tutti voi . .

TESSADRO ENRICO Exalllevo eCooperatore i Morbegno (SO) a 84anni

Seguendo gli insegnamenti di DonBosco crebbe nella serenità i figli,esortandoli soprattutto con l'esempioalla vita di fede . Uomo di messa quo-tidiana, esercitò la professione di di-rettore di banca con scrupolo, elar-gendo in beneficenza e aiutando an-che col consiglio competente chi fossein difficoltà . Il Signore lo preparò alpremio eterno con le prove della vita,tra cui la tragica morte della figlia, epoi le afflizioni di una paralisi pro-gressiva . Tutto seppe accettare, mor-morando il così sia che viene dalla fe-de : «Signore, amen! Sempre amen!» .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIBartagnolli Darlo - Bolognini Emilio(Conversano, BA) - Colombo Maria -Forrero Pietro (Castagnole P.te, TO)- Ganglio Francesca (CastagnoleP .te, TO) - Grand dott . Camillo (Sion,Svizzera) - Grogori Francesco -Montù Ing . Giovanni (Lucca) - MulaGiovanni (Stati Uniti) - Zadra Pio -Ziller Giuseppina .

A quanti hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIRE-ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, ricono-sciuta giuridicamente con D .P . del 2-9-1971 n . 959, e L'ISTITUTOSALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-nalità giuridica per Decreto 13-1-1924 n . 22, possono legalmente ri-cevere Legati ed Eredità .

Formule valide sono :

- se si tratta d'un legato : « . . .lascio alla Direzione Generale OpereDon Bosco con sede in Roma (oppure all'Istituto Salesiano per lemissioni con sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire . . .,(oppure) l'immobile sito in . . . per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-

colarmente di assistenza e beneficenza, di istruzione e educazione, diculto e di religione . .

- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno ol'altro dei due Enti su indicati :

« . . .annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomi-no mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco consede in Roma (oppure l'istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo, pergli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente di assistenza e bene-ficenza, di istruzione e educazione, di culto e di religione . .

(luogo e data)

(firrha per disteso)

•orsa : Maria Ausiliatrice, in memoriae suffragio di Don Giuseppe Loggia (diPietro) e Giuseppe Loggia (fu Giovanni),a cura di Loggia Giovanna, L. 2 .000.000

•orsa : In memoria e suffragio di papà,mamma e congiunti defunti, a cura diNN ., Chàtillon AO, L . 1 .000 .000

•orsa : S . Giovanni Bosco, in suffragiodel marito e per protezione a mio fratello,a cura di Castagna Linda, Milano, L.500.000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco, a cura di N .N ., GalbiateCO, L . 500.000

•orsa : S . Giovanni Bosco, in memoriae suffragio del fratello Guido, a cura diGazzola Ines, Gragnano Trebbiense PC,L .500 .000

•orsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco, per essere aiutati, protettie consigliati, a cura di Forno Anna e Ugo,Roma, L. 500 .000

Borsa : Don Angelo Ferrari, nel 50 0 diprofessione religiosa di Sr . Teresa FMA, acura delle sorelle e nipoti, L . 500.000

orsa: Maria Ausiliatrice, a cura diN.N., L . 300.000

Borsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, per grazia ricevuta, a cura diC .B ., Torino, L . 300 .000

•orsa: In memoria e suffragio dellaCooperatrice Fracchia Vittoria, a cura diFracchia Maria Parodi, Alessandria, L .300 .000

Borsa: Maria 55 . Ausiliatrice, S .Giovanni Bosco e Anime del Pur-gatorio, in memoria e suffragio dei mieigenitori e del marito Salvatore, a cura diDefrancesco Caterina, Catania, L .250 .000

•orsa: In suffragio del fratello MinaPaolo, a cura di Mina Clelio, Pieve di Ca-dore, BL, L. 250.000

Borsa: In suffragio del papà Antonio, acura di Mina Clelio, BL, L . 250.000

•orsa: In suffragio della Mamma Eu-frasia, a cura di Mina Clelio, Pieve di Ca-dore, BL, L . 250.000

•orsa: Servo di Dio Don Filippo RI-naldi, in ringraziamento, a cura di L .G .,Schio VI, L . 200 .000

Borsa: In memoria del giovane CorradoDel Buono, a cura degli InsegnantiScuola E . Pestalozzi, Roma, L. 200 .000

orsa: Sacro Cuore di Gesù, in rin-graziamento, a cura di P .S ., L . 195.000

•orsa: Santi Salesiani, in rin-graziamento e invocando protezione sullafamiglia, a cura di Silano Dalida, Canadà,L.180 .000

•orsa: Maria Ausiliatrice, Mons . Ci-matti, per ringraziamento e invocandoprotezione, a cura di Visca Vitali Emilia,Canelli, L . 150 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice, in-vocandone protezione in vita e in morte,a cura di Scarrone Maria, MombaruzzoAT, L. 150 .000

•orsa: Maria Ausiliatrice, S .G. Boscoe 5 . Domenico Savio, per grazia ri-cevuta e Invocando protezione, a cu-ra di Sbarbati Quinto, L . 70 .000

•orsa : Maria Ausiliatrice, 5 . Do-menico Savio, a cura di ScortegagnaBruno, Piovene Rocchette VI, L. 70 .000

BORSE DI LIRE 100 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, invocando protezione perla sorella Teresita, a cura di GalimbertiPina Fraschini, Milano

Borsa : Beato Don Rua, in suffragio deimiei defunti, a cura di Nogara Sandra,Ballano CO

• orsa: Don Bosco: continua a pro-teggere Orazione e la sua famiglia, a curadi N .N .

orsa : Don Bosco: proteggi la Franca etutti i suoi cari, a cura di N .N .

Borse di studio per giovani Missionari pervenute alla Direzione Opere Don Bosco

Borsa : In suffragio di Alfredo, a cura diBonomi Irma, Borgogesia VC

orsa : Santi Salesiani, a cura di Fer-rario Teresa Bruna, Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoriae suffragio di Eleonora Ajmonin, a curadella sorella

•orsa: Mons . Versiglla e Don Ce-ravarlo, per ottenere una grazia, a curadi N .N., Torino

•orsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, invocando benedizioni perla nostra famiglia, a cura di AlessandriaBruno, Torino

Borsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, in suffragio di Gaido Beppe, acura di G .G ., Carignano TO

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, in memoria e suffragio diBergerona Maddalena, a cura della figliaMaria Pia

•orsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, per grazie ricevute e in me-moria dei nostri defunti, a cura di DeRossi Ugo e Maria Spagnola, Verona

Borsa: In ricordo e suffragio del sa-lesiano Don Alfredo Ruaro, a cura di Ra-bolli Andrea, Alassio SV

Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni-Bosco, in memoria e suffragio diCesare Tamassi e Matilde Calderari, acura della cognata

Borsa : Maria Ausiliatrice: nel giornodella sua festività, ringraziando e im-plorando protezione, a cura di una exal-lieva di Faenza

•orsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, per grazia ricevuta e chiedendoprotezione per i miei familiari, a cura diN.N ., Roccavione CN

•orsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-sco, chiedendo grazie e protezione, acura di Fenu Anna Maria, Sassari

Borsa : Maria Ausiliatrice, 5 . Gio-vanni Bosco, chiedendo grazia di mi-glioramento nella salute, a cura di BaldiM . Laura, Reggio Emilia

,ULIVAKIC 1 A

•orsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, in ringraziamento e chie-dendo grazie e protezione, a cura diD'Amato Maria E ., Napoli

•orsa : Maria Ausiliatrice, per graziaricevuta, implorando sempre protezione,a cura di Griguoli Gina, Cisternino BR

Borsa : Maria Ausiliatrice, invocandola sua protezione, a cura di Longa Cle-mentina, Livigno SO

•orsa: Maria Ausiliatrice, in suffragiodella moglie Giovanna, a cura di Pel-liccioni Giovanni Porcari LU

Borsa: In memoria del fratello Don IvoPaltrinieri, salesiano, e in suffragio delmarito Attilio, a cura di Veronesi Fer-nanda, S. Felice S . Panaro, MO

NERI e figli di Don Bosco : li Rettor Maggiore In una sua recente visitaad Nalti ha voluto posare accanto a due giovani novizi salesiani .

• orsa : Maria Ausiliatrice, rin-graziando per grazia ricevuta, a cura diLa Rosa Carmelo, Ragusa

•orsa : Sacro Cuore di Gesù, confidoin voi, chiedendo grazie per la mia fa-miglia, a cura di N .N ., Serraditalco Cal-tanissetta

Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragiodei defunti, a cura di N .N ., Sondrio

•orsa : In memoria di mia madre, a curadi De Paoli Fabio, Piove di Sacco Por-denone

Borsa : Maria Ausiliatrice, invocandoprotezione per i figli, a cura di GuidottiZerbina e Vittorio, Modena

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco, ringraziando per grazia ricevuta einvocando ancora protezione, a cura diBacchi Anna, Roma

•orsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, intercedete per noi, a cura diRebora Pia, Genova

•orsa: Santi Salesiani, invocandoprotezione e in suffragio dei cari defunti,a cura di Trucco Luigia, Ville S . Se-bastiano IM

Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura diRoseti Mirella, Roma

orsa : In suffragio di Mons . Bruno D'A-

mica, chiedendo preghiere, a cura dellaCooperatrice S.D.

Borsa : Don Bosco, a cura di B.F ., Mi-rabello Monf. AL

Borsa : In memoria di Laura Zuliani, acura di T .D ., Pinerolo TO

Borsa : In memoria di Agnese Conti, acura della famiglia Brusa, Bellinzona CH

Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco, in suffragio di Giuseppe F,a cura della famiglia

•orsa : Maria Ausiliatrice e 5. Gio-vanni Bosco, invocando grazie e be-nedizioni, a cura di Bellia Vito e Nino,Catania

Borsa: Maria Ausiliatrice e 5. Gio-vanni Bosco, invocando protezione invita e in morte, a cura di T .G ., Roma

Borsa: Don Bosco, a cura di Fratini Sil-vana, Terni

orsa: Maria Ausiliatrice, a cura diMarchioro Angela, Rosà VI

Borsa: Sacro Cuore di Gesù, MariaAusiliatrice, Santi Salesiani, a cura diA .G .

•orsa: Sacro Cuore di Gesù e di Ma-ria, in suffragio dei miei cari, a cura diN .N .

orsa : Don Bosco, a cura di MiloneGiuseppe, Napoli

Borsa : Maria Ausiliatrice, invocandocostante aiuto e protezione, a cura diBertolino Marta, Vinchio AT

•orsa: Sacro Cuore di Gesù, MariaAusiliatrice e Santi Salesiani, a curadi Zanella Sonia, Schio VI

•orsa: Gesù Crocifisso e Maria Au-slliatrice, per straordinaria grazia ri-cevuta e invocando protezione sul fra-tello, a cura di A .T., Bari

BORSE Di LIRE 50 .000

•orsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, per protezione, a curadelle Sorelle Isoardi, Savigliano CN

• orsa : Laura Vicuna, per grazia ri-cevuta, a cura di Tempia Lina, Cre-scentino VC

orsa : Don Filippo Rinaldl, a cura diN .N .

• orsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco, implorando guarigione, acura di Todaro Franca M ., Catania

•orsa : S . Domenico Savio, implorandograzia e protezione, a cura di CasaroPierina, Albiano d'Ivrea TO

•orsa : Don Filippo Rlnaldi, per graziaricevuta e invocando protezione, a curadi Melloni Margherita, Fino Mornasco CO

orsa : Don Bosco, in ringraziamento, acura di Costanzo Graziella, Cesarò ME

•orsa : S . Giovanni Bosco e S. MariaMazzarello, per grazia ricevuta, in-vocando protezione per Ermanno, a curadi Bisoni Lina, Milano

•orsa : Maria Ausiliatrice, Don Boscoe Don Rua, per grazie ricevute, a cura diNocerino Maria, Portici NA

•orsa: Maria Ausiliatrice e SantiSalesiani, a cura di Zagarolo Armida,Terracina LT

Per le nuove Borse Mis-sionarie l'offerta minimaè di lire 100 .000 . Grazie

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 'NOVEMBRE 1981 ∎ 43

Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 1 • quindicina

AVVISO PER ILPORTALETTEREIn caso diMANCATO RECAPITOinviare a :TORINOCENTRO CORRISPONDENZAper la restituzione al mittente

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Mosè narra ai bimbi di oggi la storia più bellae più antica del mondo : la creazione, Adamoed Eva, Abramo e (sacco, il lungo viaggiodel popolo d'Israele verso la Terra Promessa .La narrazione, illustrata da delicati disegnia colori, si sviluppa come una piacevolissimafiaba, consentendo ai piccoli lettori una immediatainterpretazione del messaggio divinoÈ un'opera stupenda, che affascineràgrandi e piccini .

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