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ANNO105N .8 1 QUINDICINA 1MAGGIO1981 SPEDIZIONEINABBONAMENTOPOSTALEGRUPPO2°(70) RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL1877

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ANNO 105 N.8 • 1 • QUINDICINA • 1 MAGGIO 1981SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)

RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877

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BOLLETTINO SALESIANO

RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANAfondata da san Giovanni Bosco nel 1877Quindicinale d'informazione e cultura religiosaedito dalla Congregazione Salesiana di san Giovanni Bosco

DIRETTORE RESPONSABILE DON ENZO BIANCOCollaboratori . Giuliana Accornero - Marco Bongioanni - TeresioBosco - Elia Ferrante - Domenica Grassiano - Adolfo L'ArcoFotografia Fulgenzio CecconArchivio Guido CantoniDiffusione Arnaldo MontecchioFotocomposizione e impaginazioneScuola Grafica Salesiana Pio XI - RomaStampa Officine Grafiche SEI -TorinoRegistrazione Tribunale di Torino n . 403 del 16.2 .1949

IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA- il primo di ogni mese (undici numeri, eccetto agosto) per la

Famiglia Salesiana ;- il 15 del mese per i Cooperatori Salesiani .

Collaborazione. La Direzione invita a mandare notizie e foto ri-guardanti la Famiglia Salesiana, e s'impegna a pubblicarle secondoil loro interesse generale e la disponibilità di spazio .Edizione di metà mese. Redattore don Armando Buttarelli . Viale deiSalesiani 9, 00175 Roma . Tel . (06) 74 .80 .433 .

IL BOLLETTINO SALESIANO» NEL MONDOIl BS esce nel mondo in 40 edizioni nazionali e 20 lingue diverse(tiratura annua oltre 10 milioni di copie) in :Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia - Austria - Belgio(in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Canada - Centro America (a SanSalvador) - Cile - BS Cinese (a Hong Kong) - Colombia - Ecuador -Filippine - Francia - Germania - Giappone - Gran Bretagna - India(in inglese, malayalam, tamil e telugú) - Irlanda - Italia - Jugoslavia(in croato e in sloveno) - Korea del Sud - BS Lituano (edito a Roma)- Malta - Messico - Olanda - Perù - Polonia - Portogallo - Spagna -Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia - Uruguay - Venezuela .

DIFFUSIONE E ABBONAMENTIIl BS è dono di Don Bosco ai componenti la Famiglia Salesiana, agliamici e sostenitori delle sue Opere .E' inviato in omaggio a quanti lo richiedono all'Ufficio Propaganda .Copie arretrate o di propaganda : a richiesta, nei limiti del possibile .Cambio di indirizzo: comunicare anche l'indirizzo vecchio .Per queste operazioni: Ufficio Propaganda SalesianaVia Maria Ausiliatrice 32 . 10152 Torino . Tel . (011) 48.29 .24 .

I LIBRI PRESENTATI SUL BS vanno richiesti alle Editrici- o contrassegno (spese di spedizione a carico del richiedente) ;- o con versamento anticipato su conto corrente postale (spe-

dizione a carico dell'Editrice) :LAS : Libreria Ateneo Salesiano - Piazza Ateneo Salesiano 1, 00139Roma. Ccp . 57 .49 .20 .01 .LDC : Libreria Dottrina Cristiana - 10096 Leumann (TO). Ccp . 8128 .SEI : Società Editrice Internazionale - Corso Regina Margherita 176,10152 Torino. Ccp 20 .41 .07 .

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEIndirizzo : Via della Pisana 1111 - Casella Postale 909200163 Roma-Aurelio. Tel . (06) 69 .31 .341Conto corrente postale numero 46 .20 .02 intestato a:Direzione Generale Opere Don Bosco, Roma .

IL GRAZIE CORDIALE DI DON BOSCO ai lettori che- contribuiscono a sostenere le spese per il Bollettino,- aiutano le Opere di Don Bosco nel mondo,- e soprattutto le Missioni Salesiane.

2 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎

IN QUESTO NUMERO

LE IDEE

PROBLEMI EDUCATIVI / Ecco le paure dei ragazzi, 12-14r- r .

yF37E1,1

FMA / A settembre il 17° Capitolo Generale, 3EXALLIEVI : Scelti i temi del prossimo Eurobosco, 6PROGETTO AFRICA /Undici germogli verdi sul continente nero, 7-10POSTULAZIONE SALESIANA /I piccoli passi avanti dei Servi di Dio, 24-25Foto di gruppo con Don Bosco in paradiso, 26-27COOPERATORI / Esercizi spirituali, perché no? 27

L'AZIONEAUSTRALIA / La comunità italiana ricorda padre Colussi, 5

AUSTRIA / Un paesino lontano e sconosciuto, 6BRASILE /Mons. D'Aversa scommette sulle comunità di base, 14-16CILE / Manipoli e veli servono ancora, 4CINA / La messa sulla grande muraglia, 3FRANCIA / Soeur Gabrielle educa gli educatori, 22-23GIAPPONE / A pranzo col Papa, 5-6HONG KONG / Noi di Kowloon cooperiamo così, 4

INDIA /A Vyasarpadi è sempre anno dell'handicappato, 20-21IRAN / Parola di ayatollah : non erano spie, 6ITALIA / Il servizio civile con i salesiani, 3Centro di raccolta per giovani di colore, 4Una primavera chiamata Paola, 17-19Il mese dell'Ausiliatrice 1981 a Valdocco, 31

IL PASSATOSTORIA SALESIANA / Maggio secondo Don Bosco, 28-31

RUBRICHE. Brevi dal mondo, 3 - Libreria, 11 - I nostri santi,31-33 - I nostri morti, 34 - Solidarietà, 35 .

È vero chela primaveraè la stagionedell'amore?

1 ° MAGGIO 1981ANNO 105 - NUMERO 8

In copertina : foglia di pipal, alberodella gomma, trattata con acidi per larimozione della clorofilla e dipinta concolori a olio (Bangalore, India)

Servizio di copertina: pag . 28-31

. . . vuoi dire chedovremo archiviaretutti i nostri rancorifino a quest'estate?

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ITALIAFARE IL SERVIZIO CIVILE

CON I SALESIANI

Oggi è possibile in Italia fareil servizio civile con i salesiani :quattro giovani obiettori di co-scienza già lo stanno facendo,e altri sette o otto sono in atte-sa di risposta dal Ministerodella difesa .

Questa iniziativa, appena av-viata e suscettibile di incorag-gianti sviluppi, è stata presadall'Ispettoria salesiana Meri-dionale, che il 9 .9 .1979 ha fir-mato con il Ministero della Di-fesa una convenzione riguar-dante l'assegnazione di obiet-tori di coscienza che chiedanoil servizio civile come sostituti-vo di quello militare.

Nel gennaio dell'anno scorsoun primo obiettore di coscien-za, Luigi Marsano, ha comin-ciato a lavorare con i salesianidi Castellammare di Stabia(Napoli) : suo compito è l'ani-mazione nel quartiere Caporivodove tanta gente, soprattuttoragazzi, vive in condizioni pre-carie sotto vari aspetti . E im-pegnato in una scuola di alfa-betizzazione per ragazzi e gio-vani, nel doposcuola in casa dibambini che raduna a piccoligruppi, in giochi di quartiere edi oratorio, in attività espressi-va e di animazione teatrale .Nel luglio scorso un secondo

obiettore di coscienza, BrunoDominijanni, è entrato in servi-zio civile con i salesiani diBuonalbergo (BN) . Anche luista lavorando con i ragazzidella zona e ha posto comebase un serio impegno di vitacristiana : « In questa mia scelta- ha scritto - oltre a esserciuna convinzione di ordine mo-rale, c'è un altro motivo di fon-do: la scelta di un modello divita in Gesù Cristo, l'intenzionedi mettermi al servizio degli al-tri, in particolare dei più biso-gnosi, Altri due obiettori dicoscienza sono al lavoro inNapoli rione Amicizia, e a San-tomenna in zona terremotata .

Tra gli altri in attesa del viadal Ministero c'è anche ungiovane cooperatore, GiacomoDe Candia, che spiega coe-rentemente : « Il mio motivoispiratore è Don Bosco », egiustifica il suo sentimento an-timilitarista «come seguace diCristo, e ispirandomi al suo in-

BREVI DAL MONDO

segnamento nel cercare l'unitàin Dio attraverso l'amore, insintonia col comando che diceespressamente di non uccide-re » . In sostanza, ritiene, « Il la-to positivo del servizio civile èche nessuno ti obbliga a mar-ciare in fila per quattro al suo-no di una banda, mentre ac-canto a te c'è qualcuno che titende la mano » .

Il servizio civile presso leopere salesiane si colora dellecaratteristiche del progetto diDon Bosco per la gioventù,come del resto spiega un opu-scolo che presenta l'iniziativa :« L'obiettore contribuisce allacreazione, tra i ragazzi e i gio-vani in difficoltà, di un ambien-te educativo dove il soggettopossa liberarsi e crescere in

CINALA MESSA

SULLA GRANDE MURAGLIA

Questa messa l'ha celebratail 6.12.1980 il missionario sale-siano in Giappone padre Gae-tano Campri (e il BS ne ha datonotizia nell'articolo « C'è di-sgelo nella Cina del dopoMao » apparso sul fascicolodello scorso marzo): ora ègiunta anche la suggestiva fo-tografia .

un'esperienza comunitaria, ali-mentata dalla responsabilità edalla fiducia» .

Il nome esatto dell'Ente chesi occupa degli obiettori di co-scienza è il ISMIOC (IspettoriaSalesiana Meridionale impiegoobiettori di coscienza) ; l'indi-rizzo per eventuali informazioniè: via Don Bosco 8, 80141 Na-poli, tel . 081/29 .04 .00 .

FIGLIE DI MARIA AUSIL .A SETTEMBRE

IL 17° CAPITOLO GENERALE

« Valendomi delle facoltà chele Costituzioni conferisconoalla Superiora generale, con-voco il Capitolo Generale 17°nella Casa Generalizia di Ro-

Aveva raccontato padreCampri: «Salimmo sul puntopiù alto che ci era possibile,portandoci dietro un grandescatolone come altare . Circon-dammo tutti l'altare improvvi-sato, e celebrammo la messacon la sola stola, per non daretroppo nell'occhio . Pregammoper tutta la Cina e per i cristianicinesi che ancora soffrono .Questa messa sulla muragliacinese aveva un valore simbo-lico, era segno di speranza» .

ma, per il 15 settembre 1981 » .Con questa formula di rito ma-dre Ersilia Canta ha dato avviaall'avvenimento forse più im-portante per l'istituto delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice, du-rante l'anno centenario di san-ta Maria Mazzarello .

Il documento - una letterainviata alle FMA di tutto ilmondo - precisa che nel Ca-pitolo sarà trattato un argo-mento unico: la revisione delleCostituzioni e degli annessiRegolamenti. Sono i testi fon-damentali su cui si basa la vitadi una Congregazione . Dopo ilrinnovamento ecclesiale avve-nuto nel Concilio, anche questitesti sono stati profondamenterinnovati in tutti gli istituti reli-giosi ; negli anni recenti sonopassati attraverso il vaglio dellesperimentazioni concrete, eora devono venire fissati inmodo stabile. Le Costituzionipoi saranno presentate allaSanta Sede per l'approvazionedefinitiva .

L'argomento del 17° Capitologenerale risulta unico, ma ditali proporzioni che in praticacomprende tutti gli aspetti dellavita religiosa . Già da tempo leFMA lavoravano per questa re-visione: rispondendo ad appo-siti questionari hanno fattopervenire osservazioni e pro-poste, sia come singole reli-giose e sia come gruppi (Ispet-torie) . Un abbondante materia-le è già affluito a Roma ; ora« alcune suore competenti,servendosi delle risposte aiquestionari e delle osservazio-ni mandate al Centro, stende-ranno un abbozzo di revisionedei testi che possa servire co-me strumento di lavoro» du-rante il Capitolo Generalestesso .

Un Capitolo costituisce sem-pre un momento privilegiatoper la vita di un Istituto ; è anzi-tutto « un'opera profonda delloSpirito Santo », come ha preci-sato il card . Pironio; un avve-nimento cioè «che si misuranon per la profondità o bellez-za dei suoi documenti, ma perla sua capacità di trasformarel'intelligenza e il cuore» ; è insostanza « un elemento salvifi-co, un fatto ecclesiale, un av-venimento di famiglia che noninteressa solo la vita privata diun Istituto ma la Chiesa e ilmondo » .

Questo Capitolo poi, illumi-nato dalla forte e dolce figura

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 ° MAGGIO 1981 ∎

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di santa Maria Mazzarello, ri-sulta di particolare rilievoperché in alcuni mesi di dibat-tito consentirà di mettere apunto per tutte le FMA - comeprecisa madre Canta - « uncodice di vita che, fedelmenteseguito, possa aiutare a realiz-zare nella Chiesa la nostraidentità » .

HONG KONGNOI COOPERATORI

DI KOWLOONCOOPERIAMO COSÌ

A parte il « brodo di serpenteper dare il benvenuto ai nuoviCooperatori », iniziativa chesolo i buoni intenditori dellacucina cinese possono ap-prezzare in modo adeguato,tutto il resto nel lungo elenco diattività promosse dal CentroCooperatori di Kowloon nonpuò che essere approvato . Eproposto all'imitazione deglialtri Centri .

L'elenco di queste attività èstato compilato da MonicaChiu Pik Ling, presidente delCentro Cooperatori di Kow-loon, e inviato a Roma comerelazione per l'anno 1980 .(Peccato dover riassumere) .Gennaio. I Cooperatori ini-

ziano il catechismo nel rifor-

matorio femminile . Distribui-scono indumenti ai senzatetto .Proiezioni organizzate per rac-cogliere fondi in aiuto dei pro-fughi cambogiani . Febbraio . Il24, inizio dell'anno cinese, tuttinella casa salesiana per loscambio degli auguri . Aprile.Marcia podistica : fondi raccoltia favore della biblioteca scola-stica del collegio salesiano .Maggio. Visita con doni a un

centro di handicappati . Giu-gno. Vendita di bandierine : ifondi per i mutilati . Visita aicarcerati. Altro incontro con lacomunità salesiana, per scam-bio di auguri . Luglio . Visita a unaltro carcere . Visita agli anziani

4 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 - MAGGIO 1981 ∎

di un ospizio . Agosto. Tremiladollari di Hong Kong (600 .000lire) a una famiglia che ha per-so un figlio annegato. Battesi-mo di 23 catecumeni preparatidai Cooperatori (vedi foto). Gi-ta turistica e raccolta di oltremille dollari (duecentomila lire)per l'erigenda chiesa parroc-chiale salesiana di Tai Nan(Taiwan) .Settembre . Ricevimento ai

giovani rifugiati vietnamiti, edistribuzione di doni . Più dimille dollari di Hong Kong spesiin medicinali per i ricoveratidell'ospizio . Ottobre. Visita alledetenute. Offerta di 700 .000 li-re al salesiano cinese padreChung, missionario in AmericaLatina . Novembre. Nuova visitaalle detenute ; visita ai bambinispastici di un asilo. Brodo diserpente per dare il benvenutoai nuovi Cooperatori . Si ac-compagnano i ciechi alla visitamedica . Dicembre. Aumentanole visite alle varie categorie dipersone, come segno di soli-darietà cristiana in preparazio-ne del Natale . E non si va mai amani vuote . . .

Tutto questo, oltre alle atti-vità normali del Centro (riunio-ni, incontri di preghiera, con-ferenze). Se il Papa riuscirà -come è suo desiderio - a re-carsi in visita nella Cina, fareb-be bene a passare da Kowloon .

Kowloon : catecumeni preparati dai Cooperatori, nel giorno del battesimo .

eCILE

MANIPOLI E VELISERVONO ANCORA

Chi ha mai detto che i vecchimanipoli e i desueti veli delcalice, che in tante sacrestiesono relegati in qualche cas-sone fuori mano, non servonopiù? I salesiani della parrocchiadi Catemu, vicino a Santiagodel Cile, li hanno utilizzati, e inmaniera pittoresca, per ornarei bambini e le bambine dellaprima comunione . Scrive pa-dre Julio Geleyn .

Dato che vari pezzi degli or-

namenti sacerdotali sono statiaboliti - per esempio il mani-polo e il velo del calice - ab-biamo pensato di utilizzarli peri bambini e le bambine dellaprima comunione . Con chegioia le bambine si misero incapo i veli del calice, dal mo-mento che essi sarebbero tor-nati a ricoprire il corpo e ilsangue di nostro Signorequando avesse preso possessodel loro cuore? Anche i ragazzisi sono impossessati con or-

Bambine della prima comunione, raccolte col velo del calice sul capo . . .

ITALIA

CENTRO DI ACCOGLIENZAPER GIOVANI DI COLORE

« L'Ispettoria salesiana ro-mana, in collegamento con ladiocesi di Roma, si impegna ainiziare e sostenere, con per-sonale e locali adeguati, un"Centro di prima accoglienza"presso l'opera del Sacro Cuorein favore dei giovani di colore » .La decisione è stata presa du-rante il Capitolo Ispettoriale1980, in cui si sono precisatianche i motivi di fondo per l'i-niziativa, cioè «la realtà am-bientale della stazione Termini,l'invito della Chiesa di Roma aireligiosi ed esplicitamente aisalesiani, la missione tipica-mente nostra verso la gioventùpericolante, avvalorata dallepresenze salesiane di frontiera(vedi gli sciuscià del dopo-guerra) » .

Il Capitolo ispettoriale avevagià tracciato un itinerario direalizzazione : « Gradualmentesi potrà provvedere a qualchestruttura per assemblee di cul-to, a incontri di tempo libero, ea iniziative di promozione cui-turale» . In questi mesi il pro-getto è stato studiato nei det-tagli, ed ecco i dati emersi .

La situazione . A Roma vivo-no circa 60.000 stranieri, per lamaggior parte provenienti dalTerzo Mondo, abbandonati ase stessi, nell'impossibilità direalizzare un collegamento tra

goglio dei manipoli, e li hannocollocati come piccole sciarpeattorno al collo, e con esse so-no sfilati lungo il cortile comeperfetti soldatini del Re delcielo .Catemu, dove è stato com-

piuto questo curioso esperi-mento che forse non tutti i li-turgisti approveranno, è uncentro agricolo dove tantibambini della prima comunio-ne non possono permettersi loscialo di un vestito nuovo.

loro non disponendo di unpunto di riferimento comune .Unico luogo d'incontro è lastazione Termini, vera e pro-pria casbah romana, per nienteadatta a realizzare quei rap-porti interpersonali utili e ne-cessari ad aiutare chi vive in unpaese straniero . . .

I vescovi di Roma hanno ri-chiamato ripetutamente l'at-tenzione sulla gravità di questasituazione; gli aspetti del pro-blema sono tanti da richiedereuna collaborazione tra diocesi,religiosi e organismi vari .La risposta salesiana. L'I-

spettoria si è sentita interpel-lare in prima persona in quantol'opera del Sacro Cuore, per lasua ubicazione a due passidalla stazione Termini, offrepossibilità di una soluzione ot-timale e unica . È infatti possi-bile utilizzare i locali della par-rocchia siti ai lati e nel retrodella basilica con ingresso in-dipendente. Dopo l'approva-zione all'iniziativa del Capitoloispettoriale 1980, il Consiglioispettoriale riunito nell'ottobrescorso ha esaminato un pro-getto di massima elaboratod'intesa con la Caritas dioce-sana, e ha deliberato un primoavvio dell'opera .

Il centro di accoglienza . Al-l'inizio si dovrebbe trattare solodi un luogo di primo incontro,accogliente e funzionale, nelquale il giovane straniero pos-sa ascoltare una voce amica,

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ricevere quel conforto che vacercando, quel segno di inte-ressamento che lo faccia sen-tire meno smarrito . Destinatari :stranieri profughi politici, o insituazione illegale, o in diffi-coltà (attualmente provengonoin prevalenza da Eritrea, Etio-pia, Somalia, Isole Mauritius,Filippine) .Sarebbe funzione del centro :

ascoltare lo straniero che vie-ne, identificare le sue neces-sità, venire incontro alle piùimmediate (mangiare, dormire,avvio alle strutture cittadine pereventuali prestazioni sanitarie) .La gestione ordinaria dovrebbeessere affidata a un responsa-bile a tempo pieno, con fun-zioni di direttore ; egli dovrebbeavere l'appoggio di volontariper servizio di segreteria, col-loqui ecc . (si pensa a giovanireligiosi stranieri, a obiettori dicoscienza in servizio civile, adaltri laici) .Questo nucleo iniziale do-

vrebbe essere man mano ar-ricchito con l'aggiunta di nuo-ve attività . Per esempio uncentro giovanile con possibilitàdi incontri, di iniziative culturaliper il tempo libero, biblioteca,attività teatrale . E poi un pa-tronato, in cui assistenti sociali,sindacalisti, avvocati possanoprestare la loro opera per pra-tiche di tipo previdenziale, as-sistenziale, occupazionale . Eancora un poliambulatorio, unservizio mensa . . .

Nell'annunciare ai salesiani ilprossimo inizio delle attività,l'ispettore don Mario Prina hascritto : «Cent'anni fa Don Bo-sco, dando inizio ai lavori per laBasilica del Sacro Cuore, pen-sava anche a un ospizio per iragazzi abbandonati che avevavisto aggirarsi nei dintorni . Nonvi sembra che, se si aggirasseoggi per le vie del Castro Pre-torio, guarderebbe attento ecommosso proprio ai giovaniafricani e asiatici che affollanole strade, i bar, la stazione?Che cosa non farebbe per ri-parare le ingiustizie e il lorosecolare abbandono?» .

oGIAPPONEA PRANZO

CON IL PAPA

Durante la visita del Papa inGiappone nel febbraio scorso, imass-media hanno sottolineatoil suo incontro con un missio-nario francescano polacco di82 anni, infermo, che fu con-dotto con l'ambulanza a farglivisita . Ma il Papa ha avuto gestidi simpatia e di affetto con tuttii missionari incontrati : anchecon tre missionari salesiani,che ne hanno ricavato un ri- R

AUSTRALIALA COMUNITÀ ITALIANARICORDA PADRE COLUSSI

Un murale in memoria di padre GiuseppeColussi, e un monumento a Laura Vicuna,nei cortili di un asilo infantile tenuto dalleFiglie di Maria Ausiliatrice in Australia : l'i-naugurazione è avvenuta a Clayton, stato diVictoria, nell'asilo Domenico Savio,('1 .2 .1981 alla presenza della comunità degliemigrati italiani al gran completo .

Vicino all'asilo le suore avevano acqui-stato un terreno che da tempo utilizzano perle attività di doposcuola, oratorio ecc . E èsempre pieno di bambini . Ogni mattina uncentinaio di bambini aspettano lì l'arrivodell'ora della scuola, giocando e studiandosotto la supervisione delle suore . Poi vi tor-nano al pomeriggio, e vi rimangono finché igenitori al rientro dal lavoro vengono a pre-levarli . Alla domenica quell'area diventa do-minio delle ragazze, che vi trascorrono oredi gioco, canti, attività varie . Proprio questoangolo di terra dove Don Bosco è padrone,è stato utilizzato per rendere memoria a unodei suoi figli benemeriti .

Si tratta appunto di padre Giuseppe Co-lussi, già professore di letturatura e lingue aNapoli, missionario in India, cappellano de-gli italiani in California, e infine approdato aOakleigh tra gli emigrati d'Australia . Per 13anni ha lavorato con loro, in mezzo a diffi-

coltà d'ogni genere, a non poche incom-prensioni, finché non si logorò la salute (èmorto il 26 .12.1978, a 63 anni) . Ma quantoaveva cominciato a realizzare è stato pro-seguito da altri, e proprio il suo continuatorepadre Giuliano Cavarzan ha voluto che ci siricordasse di lui .

La comunità italiana ha risposto all'ap-pello, aiutando nella sistemazione di quel-l'area consacrata alla gioventù . I piccoli coni loro risparmi hanno contribuito al monu-mento dedicato a Laura Vicuna, i grandi alresto . Il murale rappresenta a vivaci colori ibambini che giocano sotto l'assistenza diuna suora ; una targa in bronzo commemorapadre Colussi .

Negli ultimi dieci anni le opere salesianedella zona sono diventate centri di intensaattività a beneficio soprattutto della nume-rosa comunità italiana . C'è l'asilo sempregremito. Alla domenica le chiese di Oakleighe Clayton si riempiono ; due cori ben prepa-rati rallegrano e solennizzano le funzioni . Unclub per i giovani, intitolato « Freccia azzur-ra » e realizzato dalla comunità italiana, è sulpunto di essere inaugurato . Al sabato mat-tino 320 bambini frequentano corsi di linguaitaliana . E poi alla domenica la gioventùfemminile diventa padrona della casa diClayton . Come non ricordare padre Colussi,che ha pagato di persona, secondo lo stiledel buon pastore, perché tutto questo di-ventasse realtà?

La comunità italiana alla festa di Clayton gli immigrati dall'Italia in quella zona sono molto numerosi . Fotoin alto : il monumento a Laura Vicuna e l'allegro murale per la gioia dei bambini .

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎ 5

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cordo indelebile .Uno di essi, padre Alberto

Castiglioni che lavora a Tokyoin un'opera per handicappati,ha inviato una lunga relazionedella visita compiuta dal Papa,e un breve cenno al suo in-contro con lui . Erano in 4.000tra sacerdoti e religiose nellacattedrale, e il comitato orga-nizzatore aveva concesso a luie a un altro salesiano, il polac-co padre Michele Moskwa, dueposti in prima fila . « Ero addi-rittura il primo della fila, e poteibaciare la mano del Papa siaall'andata che al ritorno . PadreMoskwa gli rivolse la parola inpolacco, e il Papa si fermò aparlare con lui . . . » .Più fortunato padre Leone

Liviabella, che è stato a pranzocol Papa nella Nunziatura per« meriti missionari » : è al lavoroin Giappone da 55 anni . An-ch'egli ha scritto, lieto dell'o-nore toccatogli «di sedere amensa col Papa, e di ascoltarela sua piacevole conversazio-ne . . . Alle molte grazie ricevutein 60 anni di sacerdozio, oraposso aggiungere questa diaver ricevuto la benedizione el'abbraccio del Papa, qui nellamia terra di missione » .

oAUSTRIA

UN PAESINOLONTANO E SCONOSCIUTO

«Questo bel paesino è unpezzo di paradiso nella natu-ra»: si chiama Viktorsberg,sorge in montagna a quota1 .000, e da 44 anni ospita unacomunità di Figlie di Maria Au-siliatrice . Le tredici suore han-no scritto per far sapere checosa fanno: hanno l'Oratoriodel paese, le Exallieve e leCooperatrici; ma soprattutto sioccupano di bimbi convale-scenti di età tra i 6 mesi e i 14anni. Bambini colpiti da pol-monite, asma, bronchite ecc .,che hanno bisogno di un aiuto

6 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1° MAGGIO 1981 ∎

particolare e di tanta pazienzaper rimettersi in salute . Vengo-no seguiti uno per uno (ognunoè un caso a sé), anche nellascuola e nella maturazione allafede. Alcuni arrivano ancora dabattezzare, altri sono preparatialla prima comunione, alla cre-sima . . . E magari anche i geni-tori si convertono : nel settem-bre scorso la famiglia di unabambina ha abbracciato la fe-de cattolica, e è stata festagrande .

« Siamo contente perché ve-diamo la mano di Dio sul nostrolavoro », conclude la direttricenella sua breve relazione.

IRANPAROLA D'AYATOLLAH :

I PADRI SALESIANINON ERANO SPIE

« In base alle inchieste svoltedalla "Procura generale dellarivoluzione islamica dell'Iran"sui problemi riguardanti lascuola (salesiana) Andisheh,non è stato trovato alcun do-cumento comprovante che ipadri salesiani fossero dellespie» . Questo il limpido conte-nuto di una lettera su carta in-testata allo stesso Procuratoregenerale, in data 1 Bahman1359 (cioè 21 .1 .1981), e a firmadel suddetto Ayatollah : Alì Qo-dussi .

La lettera era indirizzata alPro Nunzio apostolico mons.Annibale Bugnini, che avevasollecitato una dichiarazionesull'argomento . Appena rice-vuta tale lettera, mons . Bugninisi è affrettato a informare delsuo contenuto tutti gli amba-sciatori stranieri a Tehran, lecomunità religiose e le autoritàlocali . Questo riconoscimentoha avuto alcune conseguenzepositive, che lo stesso ProNunzio ha elencato .

1 . II 21 gennaio sono statirestituiti ai salesiani cinquesacchi di documenti che erano

Viktorsberg . Le suore preparano una recita con i bambini convalescenti .

stati prelevati dalla scuola Adi-sheh 1'1 .7 .1980 e nei giorni se-guenti. Non sono tutti i docu-menti allora sequestrati, ma èdata assicurazione che anchegli altri verranno resi .

2 . Una lettera è stata inviataal tribunale di Nowshar sul MarCaspio (dove i salesiani aveva-no la colonia estiva per i ra-gazzi), ordinandogli la restitu-zione ai padri di tale colonia .Quest'ordine è già stato ese-guito, e il 30 gennaio la coloniaè stata affidata con atto uffi-ciale a padre Rodolfo Anto-

niazzi, superiore dei salesiani .3 . Un'altra lettera inviata allo

stesso tribunale ha ordinato larestituzione di due automobilimesse sotto sequestro . Anchetale restituzione è stata fatta .

« In questo modo - ha pre-cisato il Pro Nunzio mons . Bu-gnini - si chiude una paginamolto dolorosa per la Chiesacattolica in Iran » .Notizie giunte da Tehran

confermano tutto questo .Quanto alla colonia estiva, isalesiani di laggiù precisano :« Possiamo entrarci, e fra alcu-ni giorni andremo a piantarvimandarini, limoni, qualchepompelmo e altre piante dafrutta . Un gruppo di scouts sista organizzando per passarvile vacanze con noi . Dovremoportarci dietro quasi tutto,perché vi è rimasto quasi nien-te». Quanto ai sacchi di docu-menti restituiti, « abbiamo tro-vato di tutto, perfino la cartastraccia che avevano preso daicestini degli uffici e delle ca-mere». Quanto invece alle dueauto, una è stata restituita alproprietario non salesiano ;l'altra, una Fiat 128, « è in con-dizioni da cimitero : semiassirotti, sbilanciate le ruote ante-riori, buchi nella carrozzeria,parafanghi e paraurti scassa-ti . . . E non abbiamo soldi perfarla riparare » .

Speranze ci sono anche perla restituzione del complessoedilizio dell'Andisheh . «Gli al-lievi e le loro famiglie lo desi-derano» . Questa la situazionedi oggi .

E dire che nei giorni dram-matici del sequestro i giornalidi Tehran avevano scritto : « Idocumenti in nostra mano, tro-vati in quel nido di spie che èl'Andisheh, non sono menoimportanti di quelli trovati nelnido di spie americane (l'am-basciata) . E forse sono ancorpiù importanti » .

A

Tehran, immagini di altri tempi : il cortile dell'Andisheh, lariore salesiana, in giorno di premiazione scolastica .

scuola supe-

0EXALLIEVI DI DON BOSCO

SCELTI l TEMIDEL PROSSIMO EUROBOSCO

« Il nostro impegno con igiovani e per i giovani in Euro-pa », è il tema generale asse-gnato dagli Exallievi al loroprossimo Congresso europeo(Eurobosco). Questo tema ge-nerale si fraziona in cinquesottotemi, che saranno argo-menti di viva discussione :« Giovani e società, giovani escuola, giovani e chiesa, gio-vani e famiglia, giovani e orga-nizzazione exallievi » . Tuttoquesto è stato deciso dallaGiunta confederale degli Exal-lievi riunitasi di recente a Ro-ma .Il Congresso europeo, il

quarto della serie, si svolgerà aLugano in Svizzera dal 15 al 18del prossimo ottobre, e avràun'appendice facoltativa ma amolti gradita, di carattere turi-stico, nei due giorni successivi .

La Federazione svizzera de-gli Exallievi, responsabile del-l'organizzazione, ha dato vita asvariati comitati (direttivo, dilavoro, logistico ecc .), ora inpiena attività per assicurare alCongresso una precisione che- dato il paese ospitante -tutti si attendono cronometrica .

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IL PUNTO SUL PROGETTOAFRICA

N el 1975, quando spuntò quasi asorpresa l'idea del ProgettoAfrica, i figli di Don Bosco si

trovavano al lavoro in 14 paesi afri-cani; oggi si trovano in 25 . Essi cioèhanno aperto - con 124 missionari- nuove opere in 11 nuovi paesi . E inaltri paesi stanno per cominciare illavoro. A prendersi cura di questigermogli verdi già spuntati, e deglialtri che stanno per schiudersi, c'è unsalesiano che il Rettor Maggiore nel1979 ha fatto venire apposta dagliStati Uniti : don Harry Rasmussen .Nato a St. Paul nel Minnesota cin-

quant'anni fa, salesiano a vent'anni,studi teologici all'Università salesianae ordinazione sacerdotale a Torinonel 1962, don Harry fu prima diretto-re della casa di formazione a Newtone poi ispettore dei salesiani nellaparte Ovest degli Stati Uniti . Alloscadere del mandato lo attendevaquesto nuovo compito di seminatoredi missioni salesiane in Africa .Perché il progetto. Allora, don

Harry, perché il « Progetto Africa »?R. Sono tante le ragioni. Nel 1977 il

Capitolo Generale aveva deciso che isalesiani dovessero impegnarsi adaumentare notevolmente la loro pre-senza in Africa, e questa è una . Difatto molte diocesi africane hannoancora bisogno dei missionari, e èun'altra ragione. L'Africa poi ha bi-sogno di «vita religiosa», anche làdove c'è un numero discreto di pretiafricani. Poi, c'è bisogno di apostola-to giovanile .

Nel sud della Tanzania ho prlatocon un vescovo che ha in diocesi unclero abbastanza numeroso, ma chemi diceva: « Mandateci i salesiani perinsegnare ai nostri preti africani co-me si lavora con la gioventù ». È unpo' troppo ottimista nei nostri con-fronti, perché i suoi preti conosconomolto bene i loro giovani, e di sicurosanno come trattarli. Ma è anche veroche il carisma salesiano per la gio-ventù potrebbe rendere un buon ser-vizio in tante parti dell'Africa . Il Ret-tor Maggiore insiste su questa neces-sità di portare in Africa il carismasalesiano, di lavorare per la nascita diun Don Bosco africano .Abbiamo bucato sei volte . Così lei è

diventato un po' il commesso viaggia-tore dei missionari salesiani in Africa .Quanti viaggi ha già compiuto? Quantigiorni, quanti km?R. Finora ho compiuto sei viaggi,

compreso quello della mia venutadall'America nell'agosto 1979, che houtilizzato per una sosta di una setti-mana in Liberia. Gli altri cinqueviaggi sono stati abbastanza lunghi,da cinque a sette settimane ciascuno .

Una presenza salesiana in Africa: la moderna chiesa parrocchiale di San Cipriano a Lubumbashi .

Undici germogli verdisul continente nero

Nato sei anni fa, il « Progetto Africa » è in pieno sviluppo e ha giàportato i missionari salesiani ad aprire opere in 11 paesi del conti-nente nero . Il « Delegato per le nuove fondazioni in Africa » e unaserie di tabelle riassuntive fanno ora il punto su questa svolta del-

l'impegno salesiano nella Chiesa e nel Terzo mondo

Ogni spostamento richiede ore di ae-reo. Quanti km? Non li ho contati, edel resto viaggiare in aereo non costamolti sforzi . I viaggi che si ricordanosono quelli fatti in jeep o sulla LandRover, per strade sovente in pessimostato. Per esempio ho impiegato ottoore a percorrere 150 km nella diocesidi Rumbek (Sud Sudan) per arrivarea Meridi dove ora c'è la nostra mis-sione. Nel Madagascar abbiamo im-piegato 18 ore per fare meno di 400chilometri, perché la strada era incondizioni così cattive che abbiamobucato sei volte . . .

Faccio l'avvocato del diavolo. DonHarry, come ci si sente con, una re-sponsabilità come la sua sulle spalle?R. Lo confesso, sento molto il peso

di questa responsabilità . Devo esa-minare le possibilità concrete diaprire una missione che ci sono nellevarie località, e devo farlo in pochigiorni .

Arrivo in una diocesi, incontro ilvescovo, alle volte lui stesso mi ac-compagna a visitare le varie località,opere, scuole. La visita a una diocesidura una settimana, anche meno .Dopo aver visto, parlato e soprattuttoascoltato, raccolgo le informazioniper poi scrivere una relazione . Nel-l'ultima parte di questa relazione

riassumo le mie raccomandazioni, incui suggerisco se impegnarsi o meno,in quali delle varie località, per qualitipi di apostolato, se subito o se con-viene dare precedenza a opere piùurgenti. Ma che responsabilità espri-mere un giudizio dopo una breve vi-sita! Io sono stato sul posto pochigiorni, ma i missionari dovranno la-vorarci per anni, forse una vita . . .

Per questo, cerco di fare un po' laparte dell'avvocato del diavolo, cioècerco di scoprire tutte le difficoltàche i missionari dovranno un giornoaffrontare. Cerco di capire se il ve-scovo vuole davvero una comunitàsalesiana, se i rapporti col clero e glialtri missionari potranno essere buo-ni, e anzitutto se c'è davvero bisognodell'invio dei salesiani per un'operache sia di autentica pastorale giova-nile . Poi mi informo sul clima, sullapopolazione, sulla possibilità per imissionari di essere economicamenteautosufficienti .

Tutti questi dati, e tanti altri, devometterli insieme in pochi giorni, ecercare di capire bene come stannodavvero le cose, perché se poi i mis-sionari dovranno affrontare difficoltàe inconvenienti imprevisti o troppopesanti, sarà segno che ho fatto maleil mio lavoro . b∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎ 7

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Ci chiedono scuole professionali .Quante richieste di opere sono giuntefinora dai vescovi africani?R. Sono 96. La maggior parte sono

giunte di recente, anche perché i ve-scovi africani hanno appreso da altrivescovi che noi salesiani abbiamo inprogramma questo Progetto Africa, esi affrettano a scrivere per avere no-stre opere anche nella loro diocesi .

Il più delle volte ci chiedono scuoleprofessionali, ma spesso anche mis-sioni nel senso classico, cioè parroc-chie in terra di missione, e con fre-quenza ci chiedono pure di aiutarlinei seminari, soprattutto minori . Perònon sono queste ultime le opere sucui cade di solito la nostra scelta .Secondo i piani, ma... Il Progetto

Africa: risulta che si sta realizzandosecondo i piani? O stanno sorgendodifficoltà lungo la strada?R. Procediamo secondo le previ-

sioni. I superiori a Roma avevanostabilito che le nuove fondazioni ri-

PROGETTO AFRICA : I PAESICHE INVIANO MISSIONARI

Missionari salesiani per l'Africa sonopartiti un po' da tutti i paesi d'Europa .L'elenco che segue - incompleto -segnala soprattutto l'impegno attuale,che si va estendendo anche in paesiextra-europei .

Belgio . I salesiani del Belgio lavoranonello Zaire dal 1911, in Rwanda dal1953 e in Burundi dal '62 . Con l'aiuto dimissionari giunti da altri paesi hannodato vita all'Ispettoria dell'Africa Cen-trale (unica Ispettoria salesiana in Afri-ca), che conta su vocazioni locali . I sa-lesiani belgi sono oggi impegnati nelsostegno di questa Ispettoria, anchecon l'apertura di nuove opere .

Brasile . I salesiani si sono impegnatiper il gemellaggio con l'Angola (dove siparla portoghese). Hanno già preso ac-cordi con un vescovo per l'apertura diuna prima opera, e hanno sei missionaripronti a partire (un settimo si aggiun-gerà dall'Uruguay). Ma si fanno atten-dere i visti d'ingresso .

Francia . Francesi furono i primi mis-sionari salesiani in Africa, impegnatidapprima in Algeria (dal 1891, ora riti-rati), in Tunisia (dal 1894, ora ritirati) ein Marocco (dal 1929, ancora presenti) .L'ispettoria di Parigi ha costituito unaDelegazione negli stati di Cameroun,Congo e Gabon (al lavoro rispettiva-mente dal 1972, '59 e '64) . L'Ispettoriadi Lyon ha due salesiani in Costa d'A-vorio .

Gran Bretagna. Ha costituito il ge-mellaggio con la Liberia, dove ha co-minciato a inviare i primi missionari .

India. Le cinque Ispettorie indianenel 1980 hanno costituito alcuni gemel-laggi e inviato quindici missionari inKenya (Marsabit), Sudan (Maridi) eTanzania (Dodoma, Iringa e Mafinga).Hanno dato vita a un ciclostilato di in-

8 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎

manessero affidate alle Ispettoriedelle varie parti del mondo, e èquanto sta avvenendo . Ne risulta unaspecie di decentramento molto van-taggioso : il dicastero delle Missioninon avrebbe potuto organizzare tuttodal centro, non avrebbe potuto af-frontare i problemi piccoli e grandiriguardanti le singole fondazioni e isingoli salesiani partenti . Invece lesingole ispettorie prendono interessemolto vivo al loro territorio in mis-sione, all'opera che aprono, ai mis-sionari che inviano . Di solito l'ispet-tore fa una visita prima che si co-minci l'opera, e poi torna almeno unavolta all'anno a trovare i suoi missio-nari .

Naturalmente non mancano le dif-ficoltà, e a volte cominciano primadell'apertura. Accade per esempio inAngola : i sette missionari - sei dalBrasile e uno dall'Uruguay - chesono pronti a recarvisi, attendono dapiù di un anno e non hanno ancora

formazione missionaria, « Harambee »,che in lingua swahili significa : «Lavo-riamo insieme » .

Irlanda . Questi salesiani hanno la re-sponsabilità della presenza missionariain Sudafrica (i primi missionari nel 1896)e Swaziland (dal 1953) . Nel 1980 hannoaperto la prima opera nel Lesotho .

Italia . In passato ha inviato salesianinei diversi stati d'Africa, particolarmen-te in Egitto (1896), e per alcuni anni inLibia (vicariato di Derna, 1939-46). Oggiquasi tutte le Ispettorie sono impegnatenel Progetto Africa : la Centrale in Ke-nya; la Lombarda in Etiopia ; la Meridio-nale, Romana, Sicula e Veneta Orienta-le in Madagascar; la Novarese e la Su-balpina apriranno opere probabilmentein Nigeria .

Polonia . Presente da tempo con nu-merosi salesiani nelle diverse missioni,ha ora costituito il gemellaggio con laZambia. I primi otto salesiani si prepa-rano per aprirvi le prime opere .

Portogallo. Continua ad assistere leopere missionarie nelle ex colonie diCabo Verde (dal 1943) e del Mozambico(dal 1907 al '13, e poi dal 1952) . Un'o-pera dal 1950 nell'isola di Madeira (po-liticamente portoghese) .Spagna . Presente in passato in alcu-

ne sue colonie. Ora vede tutte le sueIspettorie impegnate con gemellaggi nelProgetto Africa: quella di Barcellona hamandato missionari in Costa d'Avorio ;quella di Bilbao dal 1980 è nel Benin (aLokossa); Córdoba e Sevilla sono intrattative per opere in Togo o Carne-roun ; Leòn dal 1980 ha missionari inSénégal (parrocchia e centro giovanilea Tambacounda, parrocchia e scuola aSaint-Louis); Madrid dal 1980 è tornataal lavoro nella Guinea Equatoriale ; Va-lencia è in contatto con i vescovi delMali . L'Ispettoria di Córdoba si estendeanche alle isole Canarie, territorio spa-gnolo, dove ha tre opere .

avuto dal governo angolano il vistod'ingresso . Difficoltà per i visti, anchese non così gravi, incontrano pure lequattro ispettorie italiane che voglio-no mandare missionari in Madaga-scar.

Altre difficoltà si incontrano poinella stessa zona di missione . I sale-siani dell'India per esempio hannoaperto un'opera nel nord del Kenyatra popolazioni seminomadi e in zonadesertica. Il posto si chiama Korr . C'èdifficoltà per tutto, anche per man-giare: se si vuole mangiare cibi occi-dentali, occorre andare ad acquistarlia 200 km di distanza . Non c'è acquadi rubinetto, l'acqua di pozzo più vi-cina è a un km. E come se non ba-stasse, la gente era stata un po' trop-po abituata dai missionari precedentia ricevere denaro e aiuti d'ogni gene-re in tutte le circostanze . . .

Anche le lingue creano difficoltà alProgetto Africa . A cominciare daquelle europee parlate in Africa, so-

PROGETTO AFRICA : I PAESICON OPERE SALESIANE

Paesi di antica presenza : Burundi, Ca-bo Verde, Cameroun, Canarie (Spa-gna), Congo, Egitto, Gabon, Madeira(Portogallo), Marocco, Mozambico,Rwanda, Sudafrica, Swaziland, Zaire .

Paesi con opere aperte dal ProgettoAfrica : Benin, Costa d'Avorio, Etiopia,Guinea Equatoriale, Kenya, Lesotho,Liberia, Madagascar, Sénégal, Su-dan, Tanzania .

Paesi in cui è già decisa l'apertura diopere: Angola e Zambia .

Paesi in cui si tratta con i Vescovi : Mali,Nigeria, Togo .

Paesi da cui i salesiani si sono ritirati :Algeria (è rimasto un parroco a Ar-zew), Libia (ma di recente due sacer-doti polacchi vi seguono i loro con-nazionali), Tunisia .

PROGETTO AFRICA :LE TAPPE PERCORSE

1975. Durante l'anno centenario dellemissioni salesiane nasce l'idea di aprireuna «nuova frontiera» in Africa . E sicompie il primo passo, quasi simbolico :fondazione di un'opera in Etiopia (aMakalé) .1977. Il Capitolo Generale (massima

assemblea deliberante della Congrega-zione Salesiana) formula la «delibera-zione operativa» : «I salesiani si impe-gnano ad aumentare notevolmente laloro presenza in Africa» .1978 . Il Superiore per le missioni don

Tohill formula il piano (che sarà scaval-cato dagli avvenimenti) : « Aprire almenodue o tre centri, con tre o quattro sale-siani ciascuno, in sette o otto nazioni ;potremo così essere presenti in Africa

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prattutto il francese e l'inglese : senon si possiedono già, occorre impa-rarle bene prima di partire . Poi, arri-vati in Africa, i missionari devonoimparare anche la lingua locale, avolte « le » lingue locali .

Altre difficoltà per i missionari èpenetrare nella mentalità delle popo-lazioni. Non c'è solo disparità dimentalità tra l'Africa e gli altri conti-nenti, ma nell'Africa stessa, da paesea paese, anche da regione a regione .Capire e fare propria questa menta-

Bimba nera con i preziosi ricciolini alla moda bantu che la mamma ha arrotolato con cura .

con circa 80 salesiani in più, entro il1983 » .Viene nominata una commissione per

« la scelta dei luoghi, tempi e modi perl'attuazione di nuove frontiere in Afri-ca» ; primo passo sarà esaminare le 40richieste di fondazione giunte dai Ve-scovi .1979. Dagli Stati Uniti tre salesiani si

recano in Liberia per assumere unaparrocchia e una scuola professionalenella capitale Monrovia .

Il Rettor Maggiore nomina un «dele-gato per le nuove fondazioni in Africa»nella persona di don Harry Rasmussen,e lo inserisce nel dicastero delle Mis-sioni salesiane.1980. Vengono aperte opere per la

prima volta in Benin, Kenya, Lesotho,Sénégal, Tanzania . I salesiani di Madridritornano nella Guinea Equatoriale dacui erano stati cacciati nel 1977. LaSanta Sede nomina il secondo vescovosalesiano africano, il gabonese mons .Basile Mvé .

1981 . Vengono aperte opere per laprima volta in Madagascar e Sudan . Isalesiani partiti come missionari perl'Africa negli ultimi sei anni (1975-80)risultano 124 .

lità è una condizione se si vuole por-tare il Vangelo ai popoli .

Quindi stiamo seguendo sì il piano,che incontra interesse e anche entu-siasmo nella Famiglia Salesiana . Male difficoltà ci sono, e non sono pic-cole .Terra adatta a Don Bosco . Don

Harry, lei è stato sul posto è ha visto.Ritiene che l'Africa sia davvero unaterra adatta per il trapianto dell'operasalesiana nel continente nero?R. La mia risposta è sì : senz'altro

l'Africa è terra adatta al trapianto diDon Bosco. Di questo parere sonoanzitutto i salesiani che da tempo la-vorano nel continente: nello Zaire,nel Gabon, in Sudafrica per esempio,dove si sono anche avute vocazioni .

Non che sia tutto facile, di diffi-coltà ce ne sono, e alcune le ho giàricordate. Dobbiamo soprattutto cer-care di capire l'Africa, penetrare nellamentalità della gente . Il Rettor Mag-giore ha detto che c'è molto studioancora da fare. Scriveva in una lette-ra del giugno scorso: «Non avendofino a oggi delle esperienze collauda-te nel campo dell'africanizzazione delcarisma di Don Bosco, sarà necessa-rio un prolungato lavoro di ricerca, distudio, di dialogo, di confronto, diverifica, e un ininterrotto atteggia-mento di fiduciosa preghiera » .A una prima serena valutazione,

credo di poter dire che il mondoafricano presenta alcune caratteristi-che che sembrano favorire l'africa-nizzazione dell'opera di Don Bosco .

Una prima caratteristica è il sensodella famiglia, della comunità, così

radicato negli africani . Famiglia ecomunità sono qualcosa di impor-tantissimo, di essenziale, nella vitadell'africano ; quindi quello spirito difamiglia che Don Bosco voleva per isuoi salesiani dovrebbe riprodursicon facilità in Africa .

Altra caratteristica riguarda i de-stinatari della missione salesiana, igiovani, in particolare quelli poveri .Ora c'è tanta gioventù in Africa, egioventù povera . Dunque il nostro ti-po di apostolato è necessario nelcontinente. I vescovi ci chiamanoproprio per lavorare tra la gioventù .La Chiesa africana è stata finorachiesa missionaria, che non ha anco-ra potuto prestare una sufficiente at-tenzione ai giovani . Ma ora la gio-ventù diventa numericamente sem-pre più rilevante . Diminuisce infattinel continente la mortalità infantile, eaumentano di conseguenza i giovanie i problemi dei giovani . Il nostrocampo di lavoro è dunque sempre piùvasto e urgente .

Altra caratteristica africana conge-niale con noi salesiani è lo spirito diallegria delle popolazioni . Gente delsorriso facile, ricca di humour, diun'apparente spensieratezza che laaiuta a superare le tante difficoltàquotidiane, le sofferenze, la povertà .Sono cordiali, aperti, simpatici, spe-cialmente i giovani . Ci si trova benetra loro, perfino quando ancora nonsi conosce la loro lingua. Quindil'ambiente risulta ideale per i figli diDon Bosco .Ancora : gli africani hanno un

grande senso della presenza di Dio .La loro tradizione non solo monotei-stica, ma di un Dio che è attivo nellaloro vita, di un Dio che conta, dallacui volontà si sentono dipendenti, èuna tradizione che lascia molto spa-zio all'innesto della visione cristianadella vita, e in particolare del metododi Don Bosco . Egli infatti basava l'o-pera educativa sulla presenza di Dio .

Le vocazioni ci saranno . Don Har-ry, perché questo trapianto dell'operasalesiana in Africa possa avvenire, oc-corrono vocazioni africane. Ci sonosperanze?R. Direi di sì. Come dappertutto,

c'è da distinguere paese da paese eregione da regione, ma l'Africa è ingrado di offrire alla Chiesa e anche aDon Bosco numerose e buone, voca-zioni .

Su questo punto i vescovi si dimo-strano aperti . Un vescovo del sud delMali, a cui avevo chiesto se avremmopotuto cercare vocazioni nell'area incui ci invitava a lavorare, mi rispose :« Non ho alcuna intenzione di mettereostacoli all'opera dello Spirito San-to ». Del resto l'interesse è reciproco :il vescovo di Bafia nel Cameroun, per

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎ 9

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esempio, sosteneva un certo suo di-ritto di avere più numerosi salesiani alavorare in diocesi proprio perchéessa aveva già dato vocazioni a DonBosco .

La speranza di future vocazioni sibasa anche sul fatto che i ragazzicorrispondono in pieno, quando sidimostra vero interessamento per lo-ro. Dicevo che sono tanti i ragazzi, eaggiungo che sovente sono anche af-famati di affetto, di un affetto chenon sempre trovano nelle famiglie disolito tanto numerose . Allora bastastare un po' con simpatia con loro, eloro sono contenti di stare con noi .Questo può essere dapprima l'iniziodella chiamata alla vita di fede, mapoi anche - per alcuni - alla vitareligiosa .Un ragazzo che ho incontrato a

Laisamis nel Kenya dove lavorano isalesiani indiani, mi ha mandato lasua foto e una lettera : « Io credo chediventerò salesiano, andrò in un se-minario e sarò prete di san GiovanniBosco come te ». In Gabon abbiamoavuto due sole vocazioni, ma uno deidue salesiani oggi è vescovo : mons .Basile Mvé, consacrato appena l'annoscorso. Dunque una vocazione pie-namente riuscita .

A mio modo di vedere, il problemanon sarà tanto di trovare delle voca-zioni, quanto di sceglierle bene e so-prattutto di formarle in modo giusto .Non dobbiamo formarle « fuori del-l'Africa », soprattutto nei primi annidi vita salesiana, ma sul posto: cosaper noi molto difficile in tanti paesi,in cui l'opera salesiana appena co-mincia e conta pochissimi salesiani.L'adattamento . E non ci sono diffi-

coltà anche per gli stessi missionariche giungono in Africa dai vari conti-nenti? Voglio dire difficoltà di adatta-mento, il passaggio da un certo tipo divita piena di comfort a un'altra piùdura, il cambio di clima e di menta-lità. . .R. Sì, ho già accennato a queste

difficoltà, e sono convinto che c'è bi-sogno di molta generosità e spirito diperseveranza. Ritengo che i missio-nari destinati all'Africa devono ancheessere giovani, o almeno non troppoanziani . Devono essere molto equili-brati, molto maturi, ma nello stessotempo giovani. Per abituarsi al cibo,alle lingue, al clima, alla mentalità, auna cultura diversa, occorre avere lospirito duttile e molto tempo davantia sé . . . Io sono quasi cinquantenne, esento di essere ormai troppo vecchio :troverei molte difficoltà a adattarmi.

Si richiede poi nei partenti un'altraqualità : lo spirito di collaborazione .Non si va per mettersi a capo, ma permettersi al servizio e collaborare . Siva dove c'è già un clero, un vescovo,

1 0 ∎ BOLLETTINO SALESIANO1 ∎ 1 OMAGGIO 1981 ∎

altri missionari al lavoro magari dadecenni, pieni di tanta esperienza .Quindi andiamo non per assumereresponsabilità di territori o diocesi,ma per collaborare con i responsabilie con i laici . Questo spirito di col-laborazione è tanto più necessario inAfrica, dove la gente è abituata adialogare e a lavorare in comune . Se inostri missionari fossero sprovvisti diquesto spirito, si troverebbero scon-tenti fin dal primo giorno .

Devono poi abituarsi a una diversaconcezione del tempo. Gli africaninon hanno fretta, non sono preoccu-pati della puntualità, e tanto menodell'efficienza . Per loro non conta ilfare in fretta le cose, contano soprat-tutto le relazioni umane . Se incon-trano una persona si fermano a par-larle, e anche a lungo . Chiedono dellasalute, del lavoro, della famiglia, deifigli . . . E non è solo una forma super-

Padre Harry Rasmussen viagga anche in bici-cletta, e ha amici neri un po' in tutta l'Africa . ..

ficiale di galateo, ma un vero interes-samento. Di fronte a un nuovo venuto(è capitato anche a me di arrivare al-l'improvviso, per esempio pressoqualche vescovo o missione), sonodisposti a cambiare tutti i loro pro-grammi per accoglierlo. In questosenso sono molto più flessibili di noi .Questo diverso atteggiamento neiconfronti del tempo e delle program-mazioni - mi assicurano i missionariin Africa da lunga data - può costi-tuire per i nuovi missionari un veroostacolo .

Le difficoltà quindi ci sono, sononumerose, e vanno prese sul serio .Lo scoraggiamento . Per questi mis-

sionari giunti dagli altri continenti nonc'è dunque il rischio che a un facileentusiasmo iniziale succeda lo scorag-giamento e l'abbandono delle opere?R. Credo che soprattutto il senso di

isolamento possa portare il missio-nario allo scoraggiamento . Ma pro-prio contro l'isolamento dovrebbeintervenire l'Ispettoria da cui il mis-sionario proviene . Egli deve sentirel'appoggio e la solidarietà dei suoiconfratelli, deve sentire vicina a sé laFamiglia Salesiana che lo ha inviato .E quando il senso dell'isolamentonon fosse superabile, il missionariopuò sempre essere sostituito da unconfratello dell'Ispettoria .

Poi là sul posto i missionari devonocercare di incontrarsi sovente . È veroche le opere sono molto distanti fraloro (sembrano vicine solo sulla cartageografica . . .), ma i missionari devonoabituarsi a queste distanze, e accet-tare di compiere lunghi viaggi, anchedi 500 km, per incontrarsi .Rischio di abbandonare qualche

opera? Non credo . Dopo qualchetempo che è in Africa, il missionariosente tutta la necessità della sua pre-senza in questa Chiesa giovane, e cosìbisognosa di sacerdoti. Poi non è fa-cile staccarsi da gente che di solitorisponde così bene alle cure del mis-sionario. Dicevo che è gente aperta,amabile, simpatica, soprattutto lagioventù . Che è molto bisognosa . Inqueste condizioni, chi ha il coraggiodi venire via?Solo a dare una mano . Allora don

Harry, a chi volesse recarsi in Africache cosa richiede come preparazione,come qualità morali?R. Il discorso si farebbe lungo . . .

C'è bisogno di studio, occorre cono-scere la missiologia, l'Africa, la na-zione, il posto, le lingue ecc . Cose giàdette. Ma la cosa più importante, amio modo di vedere, è l'umiltà.

I nostri missionari non saranno igrandi leader, ma solo coloro chevanno a dare una mano dove c'è unbisogno urgente, e perciò accettanodi inserirsi in una struttura preesi-stente che devono rispettare . Soprat-tutto all'inizio hanno tutto da impa-rare, devono cercare di capire in chemodo possono rendersi utili .Devono poi appoggiare e incorag-

giare molto il clero africano, il laicatoafricano, a sentirsi Chiesa . La Chiesad'Africa non è del missionario, ma èla Chiesa degli africani, e noi dobbia-mo ricordarci che andiamo soltanto acollaborare. Così per le vocazioniafricane che il salesiano potrà susci-tare : bisogna ricordare che sarannoloro - e non i missionari venuti dalontano - ad avere un giorno la re-sponsabilità della congregazione inAfrica .

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Il volume, quarto dell'agilecollana « Scuola Viva », acco-glie una serie organica di le-zioni universitarie, e si rivolgeagli insegnanti della scuolamedia decisi a fare della storiaqualcosa di più che un aridoelenco di nomi e date . Offreinfatti gli argomenti e le basiper un discorso sulla «co-scienza storica » e sulla ricercanella scuola. Partendo da unventaglio di ipotesi storiografi-che (dall'illuminismo al marxi-smo d'oggi), conclude con unaconcreta proposta per l'appli-cazione sui banchi scolastici .

BISSOLI CESAREBibbia e educazioneLAS 1981 . Pag . 384, lire 17.500Che cosa dice la Bibbia a

proposito dell'educazione?L'argomento è quanto mai va-sto, e ciò spiega anche la moledel volume, che intende essere- come dice il sottotitolo -

LIbIltt

un « contributo storico-critico auna teologia dell'educazione » .L'autore, biblista con sensibi-lità pedagogica, si è preoccu-pato anzitutto di raccogliere eriordinare quanto gli specialistihanno già scritto sull'argo-mento; nella seconda parte hadefinito il metodo di ricercaadottato precisando come in-tendeva costruire una teologiabiblica della educazione . Nellaterza parte, la più ampia e ori-ginale, ha condotto una « veri-fica biblica» del fenomenoeducativo, visto in se stesso, enella prospettiva - interes-sante per l'educatore cristiano- della rivelazione .

AUTORI VARIIl sistema preventivo vissutocome cammino di santitàLDC 1981 . Pag . 214, lire 6.000

II volume raccoglie i testifondamentali - relazioni, co-municazioni, esperienze -della « Settimana di spiritualitàsalesiana » svoltasi sotto lostesso titolo presso la CasaGeneralizia nel gennaio 1980 .Ed esce a cura del « Dicasterodella Pastorale Giovanile » cheaveva organizzato la Settima-na. Il tema del Sistema Pre-ventivo era già stato trattatonella Settimana del 1974, masotto il profilo pedagogico-pa-storale ; ora invece viene rivisi-tato partendo dal versanteascetico. Un versante certa-mente suggestivo (si pensi aifrutti di santità che il metodo diDon Bosco ha dato da Dome-nico Savio in poi), ma anchearduo e impegnativo . Chi vivenell'area di Don Bosco si senteinfatti interpellato in personaprima, se è vero quanto ha as-serito don Ceria : « Il sistemapreventivo fa il buon allievo,perché prima fa il buon educa-tore » .

* SINODO 1980La famiglia cristiananel mondo contemporaneoLDC 1981 . Pag. 120, lire 2.000

Il quinto Sinodo dei vescoviha affrontato il tema scottantedella famiglia cristiana, e que-sto volumetto raccoglie i testifondamentali . Anzitutto il mes-saggio conclusivo del Sinodo,poi due omelie e un discorso diGiovanni Paolo li, e infine tresolidi studi .

E per ora l'essenziale, in at-

tesa che il Papa faccia propri ifrutti della vasta discussioneavvenuta nel Sinodo elaboran-do un suo nuovo documento,che sarà accolto col più vivointeresse non solo nel mondocattolico .

ASSOC. BIBLICA ITALIANADio nella Bibbia e nelle cultureLDC 1980 . Pag . 416, lire 12.000

L'Associazione Biblica Italia-na ha voluto coronare il 30°della sua fondazione con unsimposio di cui il volume rac-coglie gli atti . A I simposio han-no preso parte docenti di SacraScrittura e altre discipline sto-riche, non solo cattolici, coin-volti dal fascino del tema .L'applicazione dei metodi edelle tecniche d'indagine stori-co-positiva e risulta ben giusti-ficata dal fatto che il Verbo si èfatto carne e storia . Nel tempostesso gli studiosi hanno rico-nosciuto il limite della loro ri-cerca, che consiste nel racco-gliere materiali da offrire allariflessione e alla sintesi teolo-gica . Volume suggestivo, maadatto a persone culturalmentepreparate .

* FERRERO BRUNOIl taccuino della cortesiaLDC 1981 . Pag. 64, lire 1.200Se c'è ancora qualcuno che

stima il galateo (e francamentesi spera siano molti), e chepensa di poterlo proporre airagazzi d'oggi, ecco il «ma-nuale» su misura allo scopo .Sono 64 pagine di saggezzadivertente, illustrate a colori, incui - tra un aneddoto, unabattuta e un'affettuosa tiratinadi orecchi - si spiega la parolagalateo, il tu e il lei, il saluto, laconversazione, lo starnuto, l'e-leganza, i pasti, la corrispon-denza, la telefonata, lo sport . . .E c'è anche una pagina su co-me comportarsi in chiesa .

UN AUDIOVISIVO SULL'UOMO AUDIOVISIVO

48

fotogrammi(più cassetta di so-norizzazione) per in-trodurre i ragazzi aldiscorso della co-municazione socialee delle sue implican-ze nella vita d'oggi . Ilragazzo nasce, cre-sce, vive in una cul-tura

audiovisiva,sotto la pressionedei mezzi di comuni-

cazione di massa . Questo audiovisivo della LDC vuole aiutarlo aprendere coscienza del significato globale della «cultura audio-visiva », dell'influsso che le macchine hanno sulla persona, dellepossibilità nuove che la comunicazione di massa gli offre . Stainfatti nascendo un nuovo tipo d'uomo, che trova nella ciberne-tica un formidabile potenziamento del sistema nervoso centrale edella coscienza . E ciò pone all'uomo nuove modalità di realizzarsie nuovi problemi morali .

L'audiovisivo LDC offre la possibilità di creare nei ragazzi unatteggiamento di «distanza critica» di fronte ai mezzi di comu-nicazione sociale, e quindi di stimolare il bisogno della decodificadei messaggi . Più semplicemente, di favorire la loro liberazionedai condizionamenti tecnologici . (Prezioso per l'utilizzazionedell'audiovisivo risulta il libretto guida allegato) .

* L'uomo audiovisivo . Editrice LDCAudiovisivo con cassetta di sonorizzazione sincronizzata

(durata dieci minuti). Filmina di 48 fotogrammi, lire 6 .000 (oppure48 diapositive su telaietto lire 14 .500) . Cassetta lire 3 .000 .

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎ 1 1

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PROBLEMI EDUCATIVI

Ecco le pauredei nostri ragazzi

A volte sono gli adulti ad avere paura dei giovani, ma quanto piùnumerose sono le paure dei ragazzi : di fronte agli adulti, alla vita coni suoi mille problemi, al mistero che portano in sé . E ogni età ha i suoi

timori . .. che è bene conoscere

M a cos'è di noi che fa paura aigrandi? - si domanda Patri-zia -. La nostra voglia di vi-

vere, il nostro voler sorridere, la no-stra spavalderia? A volte ho l'impres-sione che ci vogliano boicottare, checi vogliano diversi da come siamo» .Patrizia ha colto nel segno. Lo con-ferma un'inchiesta condotta in questianni dal settimanale Le Nouvel Ob-servateur, dalla quale risulta che il37% dei francesi ritiene che il pericolopiù grande per la nostra società siarappresentato dai giovani, mentresolo il 36% teme la bomba atomica .

In ogni tempo del resto i giovanisono stati guardati con diffidenza egiudicati con molta severità . Già So-crate scriveva : « I nostri giovaniamano il lusso, sono stati educatimale, ridono dell'autorità, non si al-zano in piedi davanti a un anziano» .E un coccio babilonese datato tremilaanni avanti Cristo : « Questi giovanisono marci nel cuore : sono malvagi epigri, e non riusciranno a portareavanti la nostra cultura » .

Ciò nonostante tutte le organizza-zioni si fanno in quattro per attirarsi igiovani . Sindacati e partiti politici,organizzazioni commerciali e movi-menti religiosi, tutti cercano di averlicon sé, pretendono di impostare su diloro il rinnovamento della società .Quanto agli adolescenti, essi si ritro-vano incollate addosso le stesse pauree le stesse speranze . Anch'essi guar-dano al futuro e se lo propongonocome una meta da conquistare . Mavedono che il loro presente è pieno dicontraddizioni, e spesso non se lasentono di prendere troppo sul seriola costruzione della loro vita . Talvoltavorrebbero superare di colpo gli annidell'adolescenza per trovarsi subitoadulti, ma più spesso preferisconolasciarsi vivere, rimanendo attaccatiai loro anni verdi il più a lungo pos-sibile . . .Preadolescenza :il peso della crescita

« Ho voglia di vivere, di correre, diessere felice e anche triste. Forsequalcuno mi definirà lunatica, men-

12 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎

tre io credo di essere soltanto giova-ne. Mi ribello ai pregiudizi e alleconvenzioni, vivo la mia vita così,sorridendo ai giorni . Se crescere si-gnifica diventare insensibili, preferi-sco restare come sono » (Tiziana) .« Da bambino immaginavo la vitacome una porta da aprire senza fati-ca. Ma a furia di passeggiare davantia quella porta, mi sembra sempre piùdifficile aprirla . . . » (Stefano) .

Certamente ha visto giusto chi hadefinito l'adolescenza come l'età in-grata, l'età polveriera : in nessun altroperiodo della vita le situazioni si pre-sentano con tanta problematicità .Ogni nuova esperienza si offre ai ra-gazzi come una sfida, e nello stessotempo tutto può portare alla gioia piùesplosiva o allo scoraggiamento piùnero. Prima o poi c'è un momento incui gli adolescenti sentono il pesodella loro crescita . È una sensazionenuova, e tutto sommato piacevole,dal momento che nel giro di pochianni si ritroveranno perfettamente aloro agio nella nuova pelle. Ciò nontoglie che lì per lì il disagio bruciprofondamente, che gli adolescentirimangano turbati, ansiosi, e guardi-no al loro futuro quasi come a unmiraggio .

I motivi. I motivi per essere preoc-cupati non gli mancano, anche se so-no spesso banali . Semplificando unpo' le cose possiamo dire così .

A 11 anni si è tristi per un castigoingiusto o perché non si sa con chigiocare . A questa età si piange molto :per dispetto, per rabbia, 'per cose danulla .A 12 anni una ragazzina può sen-

tirsi costernata perché ha perso ilgattino, o perché i genitori hanno li-tigato o la costringono a un corso ditennis .A 13 anni la tristezza può essere

profonda, «esistenziale» : si piangesenza un motivo preciso, semplice-mente perché si vede tutto grigiosenza speranza .A 14 anni gli adolescenti si conce-

dono un momento di tregua : amanol'allegria, la baraonda, sentono il bi-sogno di scollarsi di dosso la noia . Ma

soffrono vivamente per gli insuccessiscolastici, sono scocciati se « non rie-scono a combinare nulla di buono »,se non hanno abbastanza amici e ap-puntamenti con loro .

A 15 anni piangono poco, ma sonospesso irritabili, nervosi . Soprattuttovivono un'angoscia di carattere psi-cologico: sentono la frustrazione,l'insuccesso, la critica, l'incapacità diraggiungere gli obiettivi che si pro-pongono .A 16 anni il discorso si fa più com-

plesso, perché l'insoddisfazione è piùrazionale, logica. I ragazzi chiedonodi contare di più nella società, di de-cidere liberamente sulle cose che liriguardano, ma difficilmente trovanosul loro cammino chi sia disposto adaiutarli . Anche a livello personale è aquesta età che nascono gli esauri-menti nervosi, alcuni segni di nevrosi,qualche problema di disattamentosociale dovuto all'incapacità di ac-cettare se stessi e gli altri, a vederecon realismo la realtà che li circonda .

Ripiegati su se stessi . Durante glianni della preadolescenza (o « primaadolescenza », praticamente gli annidella scuola media), la cosa che creapiù problemi ai ragazzi è senza dub-bio la crescita fisica. Essi cresconoanche di venti centimetri in brevetempo, aumentano di peso, ritrovan-dosi al termine dei tre anni le forme ei lineamenti marcati propri degliadolescenti .

Durante la scuola media avviene lamaturazione sessuale . Essa rappre-senta una fase molto delicata e im-portante non solo per il fenomeno fi-

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siologico in sé (a 11 anni i ragazziquasi non sanno che significhi esseresessuati, mentre a 14 potrebbero es-sere praticamente capaci di riprodu-zione), ma soprattutto per le riper-cussioni che questo fatto provocanell'animo di chi si ritrova improvvi-samente, e non di rado senza prepa-razione, uomo o donna .

I preadolescenti « partecipano » inmodo intenso dalla loro crescita,spesso si riscoprono come ripiegati suse stessi a osservarsi. Appaiono comedisorientati e quasi sommersi da unacrescita troppo improvvisa . Le variefasi dello sviluppo infatti non si ma-nifestano sempre con progressione edolcemente, non avvengono cioè a«lievi flutti», ma invece con la vio-lenza delle ondate che tutto travol-gono. Sta di fatto che si sentono comesopraffatti dalla loro crescita . Diven-tano irrequieti, instabili, confusi, tro-vano difficile concentrarsi .

Le ragazze si dimostrano affaticate,depresse, volubili, scontrose, suscet-

lo sviluppo fisico, avviene ancheun'evoluzione nella personalità . Daquesto punto di vista i ragazzi e leragazze appaiono soprattutto impe-gnati in una lotta senza tregua con ipropri genitori . Affermano di averediritto a un po' di autonomia, di nonessere più dei bambini. Vogliono sce-gliere le proprie cose, concedersi unpo' di libertà . Se in prima media laprotesta si manifesta in un aumentodella disobbedienza e nello sbatterele porte di casa, in seconda-terzamedia il dialogo con i genitori assumedelle tonalità più dure : i preadole-scenti chiedono di uscire di casa dasoli, vogliono farsi degli amici nuovi,pretendono di imitare i compagni piùgrandi che hanno già il motorino efrequentano la discoteca .I genitori vivono in questi anni

abitualmente nella costernazione,perché avvertono l'insofferenza deifigli, il loro desiderio di fare espe-rienze nuove ed eccitanti, ma nellostesso tempo hanno paura che non

I ragazzi « partecipano » in modo intenso allaloro crescita, spesso si riscoprono ripiegati suse stessi a osservarsi .

tibili e anche litigiose : assumono fa-cilmente atteggiamenti affettati, vo-gliono vestire in modo sproporziona-to alla loro età, chiedono di truccarsi,di seguire la moda .I maschi invece non sanno soprat-

tutto come gestire le nuove dimen-sioni del loro corpo : diventano ag-gressivi, oppure impacciati, introversie chiusi . Ogni tanto il loro stato d'a-nimo rasenta il panico : sono presidall'ansia, fanno dei sogni che lisconvolgono e che creano in loroagitazione e incertezza .Lotta contro i genitori . Accanto al-

siano ancora capaci di valutare i ri-schi che alcune scelte possono com-portare. E mentre alcuni di loro tira-no i remi in barca e abbandonano ifigli a se stessi, altri si rimboccano lemaniche e reagiscono con scapaccio-ni e maggior severità . Pochi comun-que scelgono di mettersi serenamenteal fianco dei figli, accettando fino infondo il proprio ruolo educativo per«crescere» insieme a loro .

Se gli anni della scuola media sonocaratterizzati prima di tutto dallacrescita fisica, quelli del «biennio15-16 anni» presentano soprattutto

problemi di personalità : gli adole-scenti, usciti dalla bufera della prea-dolescenza, hanno difficoltà ad ac-cettare la loro nuova personalità esono in cerca di un nuovo equilibriopersonale, di nuovi rapporti sociali.Adolescenza :problemi di personalitàIl primo anno dopo la scuola me-

dia, dicevamo, è spesso un anno digrande serenità e gioia esplosiva. Iragazzi amano lo sport e la musica, legite, la moto, le festicciole tra amici.Soprattutto amano stare in gruppo. Auna lunga conversazione preferisco-no però stare insieme in modo di-simpegnato : fuggono i problemi, vi-vono soddisfatti, sentono a fior dipelle la gioia di vivere . Chi entra inquesto momento nel mondo del la-voro lo fa con molta soddisfazione esi impegna volentieri .

Questo periodo di grande ottimi-smo non durerà però a lungo : gliadolescenti si scontreranno ben pre-sto con nuove difficoltà provenientida se stessi, dalla società, dalla fami-glia, dal mondo della scuola . Baste-ranno pochi mesi e il periodo di feli-cità e di fiducia in se stessi lascerà ilposto a indifferenza e delusione.

I conflitti in famiglia. Natural-mente i conflitti quotidiani avverran-no ancora in famiglia .

« Mia madre si lamenta sempre chesono cambiata, che sono diventataun'estranea . Mi accusa di essere irri-conoscente, dopo tutti i sacrifici cheha fatto per me. Ma chi le chiedeniente? E poi è una maniaca dell'or-dine e della pulizia. Il sabato non ècontenta se non sposta tutti i mobili,dico tutti, e non lava i pavimenti al-meno quattro o cinque volte . E iosono una figlia ingrata perché non miva di fare cose simili » (Maria) .

« Il mio conflitto con mia madre èprofondo, perché lei dice che la re-spingo, che sono cambiato, che men-tre prima le volevo bene ora sonocattivo. Tutti questi discorsi mi fannostar male. Mi fanno sentire colpevolee non so neanche io di che . Lei vuoleche io le racconti sempre tutto, equesto non può essere . . . » (Marco) .Sapere cosa pensano di me. A li-

vello personale, ma anche nei con-fronti degli altri, gli adolescenti sisentono fatti male, timidi, comples-sati, rifiutati. Hanno mille paure estentano a costruirsi una personalitàdisinvolta e sicura di sé . «Mi piace-rebbe sapere cosa pensano di me glialtri, ma se lo vai a chiedere, poi tisfottono. Forse ha ragione mia madrea dire che ho sempre idee sceme perla testa» (Cristina) .Anche la scuola superiore crea

problemi. Essi che già si vedevano nei

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 7°MAGGIO 1981 ∎ 13

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panni dell'interprete, del ragioniere,dell'assistente sociale, dell'elettrotec-nico, ora fanno fatica a capire lo spi-rito della nuova scuola, non riesconoa trovare interessanti i nuovi «conte-nuti culturali» e stentano ad am-bientarsi tra i nuovi compagni .

Molti hanno serie difficoltà di riu-scita scolastica : questione di promo-zione . . . « Durante l'ora di matematicadi ieri non ho capito proprio nulla .Quel ciarlatano di professore gettavaa destra e a sinistra formule e proce-dimenti di calcolo, e tutto per me eraturco. Ero infuriato, anche perché insé la matematica mi piace, ma so-prattutto perché, non comprendendotutto, io vengo trascurato in questamateria. Avevo una gran voglia diimprecare e di esplodere » (Silvio) .Così i sedicenni rompono nuova-

mente l'equilibrio. In famiglia pre-tendono libertà e indipendenza, comese non ne avessero mai avuta ; ascuola chiedono di poter diventare iprotagonisti del loro sapere, voglionoprogrammare in prima persona ciòche li riguarda. E rifiutano l'autorita-rismo : a volte in modo violento, op-pure manifestando un assoluto disin-teresse per ciò che viene proposto .

Si dedice il futuro della fede . L'e-voluzione critica della religiosità degliadolescenti meriterebbe un discorsoa parte . In questi anni infatti si decideil futuro della loro fede, che già du-rante la preadolescenza aveva avutodegli scossoni .Gli anni della scuola media in fon-

do potrebbero essere un momentomolto favorevole per un'intensa vitareligiosa . È facile vedere nella propriacrescita una manifestazione del Diodella vita. Se i ragazzi vanno in crisi èperché c'è chi si interessa di loro .Dove però c'è una parrocchia o unoratorio in piena attività, i preadole-scenti si inseriscono volentieri . Oraperò, durante l'adolescenza, si trattadi decidere in forma personale chefare della propria fede, perché si di-venta cristiani maturi soltanto attra-verso scelte personali . Da tempo piùnessuno li obbliga a pratiche religioseo a credere. La fede però non può ri-manere bambina . Tra un paio d'anni,se questi adolescenti non avrannotrovato un fondamento nuovo allaloro fede, entreranno nel numero deicristiani senza volto .

D'altra parte l'adolescente chiededi incontrarsi con una religiosità chenon gli impedisca di crescere, di vi-vere pienamente il suo presente, diinserirsi nella società in modo attivo,per darle un volto nuovo . L'adole-scente rifiuta d'istinto una religiositàdisincarnata, staccata dalla vita .

Nasce di qui spesso un rifiuto vi-scerale per la Chiesa, i preti, il mondo

1 4 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981

della parrocchia . « Contestano tutto- si lamentava un parroco -, dalPapa all'ultimo sacerdote ». Sta difatto che questi atteggiamenti dicontestazione, uniti al clima della so-cietà, indifferente al problema reli-gioso e secolarizzato, fanno piombaregli adolescenti in una crisi della qualerischiano di non riuscire a liberarsiper tutta la vita .Uscire dalla paura . Gli adolescenti

a questo punto della loro esistenzavita sono chiamati a costruirsi unprogetto di vita concreto, a compiereuno sforzo di maturazione senzaprecedenti : uno sforzo che li segneràper sempre, dal momento che gliadulti sono spesso ciò che sono stati asedici anni .

Di fronte a questo compito c'è an-che chi reagisce con il rifiuto : c'è chisceglie la droga, chi si dà alla violen-za, al furto, chi fugge di casa alla ri-cerca di mille espedienti per vivere .

Sentono il peso della loro crescita, il disagio ditrovarsi addosso una pelle nuova .

Altri però a questa stessa età si so-no fatti già un buon orientamento divita, vedono già più chiaro sul lorofuturo, e lavorano per rendere possi-bili le proprie aspirazioni . Si sforzanodi conoscersi meglio, di accettarsi, divalorizzarsi . Magari hanno trovato unposto fisso in un gruppo, e lì trovanolo spazio per partecipare alla costru-zione della società e per sentirsi cor-responsabili.

Si può veramente dire che a sedicianni chi vuole vive il momento ma-gico per « uscire dalla paura » propriadella crisi adolescenziale . Non man-cheranno le difficoltà, ma saranno dicarattere diverso, non più quelle cosìinquietanti dell'adolescenza .

Umberto De Vanna

BRASILE

I o e i sacerdoti che lavorano conme, siamo contenti di come ope-rano le nostre comunità di base » .

Mons. D'Aversa lo dice soppesando leparole, come fanno di solito gli uo-mini investiti di responsabilità . « Erada molto tempo - aggiunge - che siparlava di introdurle nella nostradiocesi, ma in diversi posti questecomunità avevano suscitato qualcheperplessità. Perciò abbiamo preferitoattendere. Poi, nel 1977 abbiamo co-minciato » .

Il vescovo ha fatto venire un grup-po di sei laici qualificati dalla diocesidi Caratinha (Minas Gerais), dovequeste comunità dette della buonanovella sono fiorenti e positive . « I seisi sono fermati con noi un mese, ehanno gettato le fondamenta per inostri primi 24 gruppi » .

L'avvio è stato lento e la marciaprogressiva : «Nel 1978 abbiamosvolto la fase preparatoria ; nel '79 igruppi hanno cominciato a consoli-darsi; il vero inizio delle attività si èavuto nel 1980 » . La preparazione deiresponsabili è avvenuta attraversobrevi corsi di cinque giorni, a cuihanno preso parte quasi 200 persone.E ora queste comunità della buonanovella, un'ottantina sparse per ladiocesi, si riuniscono regolarmente .

Il bisogno di acqua viva . I gruppicomprendono da sei a otto persone(non di più : l'esperienza dice che al-trimenti non funzionano bene) . Inciascun gruppo c'è un leader e unsegretario che si rendono responsa-bili . All'inizio dell'anno ricevono unmanuale che contiene orientamenti ei testi da affrontare nelle riunioni ditutto l'anno . Nella riunione settima-nale - che si tiene in casa ora del-l'uno ora dell'altro - leggono un te-sto della Bibbia, per lo più dal Van-gelo ; poi cercano di approfondirlo, edi trarre conclusioni per la loro vita.Alla fine del mese i gruppi vicini ten-gono una riunione tra loro detta ple-nario ; ogni tre mesi al plenario par-tecipano tutti i gruppi che è possibileriunire nella zona. Si scambiano leesperienze, si avanzano proposte dicarattere generale .Mons. D'Aversa sottolinea lo spirito

di semplicità con cui si svolgonoqueste riunioni : « È gente sempliceche trasmette la buona novella agente altrettanto semplice, e in modosemplicissimo » . Eppure quanto c'èda imparare da loro. Il vescovo ri-corda una donna di 60 anni che dice-va : " Quando ho sentito parlare dellasamaritana che andava ad attingerel'acqua, mi sono ricordata che an-ch'io da tanti anni vado tutti i giorni aprendere acqua al fiume col mio sec-

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UN ESPERIMENTO DI PASTORALE NELL'AMAZONAS

Mons. D'Aversa scommettesulle comunità di base

Il loro nome esatto è « Comunità della Buona Novella » . E in unadiocesi enorme con appena 11 sacerdoti, cominciano a svolgere un

prezioso lavoro per l'animazione cristiana della popolazione

chio. . . " . E così le è stato facile appli-care a se stessa il Vangelo : per lei ilbisogno di un'acqua viva capace didissetare per sempre, era esperienzaquotidiana » .

«Nelle loro riunioni - aggiunge ilvescovo - hanno espresso il deside-rio di avere sempre presente il sacer-dote, o la suora. Non perché montinoin cattedra, o per discutere con loro,per sentirsi confermati nelle veritàche scoprono . Perché non voglionoessere gruppi indipendenti da noi, main accordo col sacerdote, col vescovo.Insomma, con la Chiesa » .

Una ventata di spiritualità, grazie aqueste comunità di base, entra cosìnella lontana diocesi di Humaità.Sparpagliati in 70.000 . L'enorme

diocesi di mons . D'Aversa, vasta unterzo d'Italia, raccoglie (ma sarebbepiù esatto usare il verbo sparpagliare)appena 70 .000 abitanti, e gli undicisacerdoti del vescovo non sono certoin grado di andarli a trovare tutti . Sesono cristiani - e lo sono - devonoper forza darsi da fare loro stessi, perproteggere e nutrire la loro fede . E lecomunità di base sembrano un modooriginale e felice di « darsi da fare » .

E questo spiega l'ottimismo dei sa-cerdoti . Finora quelli che hanno la-vorato nella zona avevano provatosoprattutto l'angoscia di non arrivarea tutti, l'ostacolo di quelle distanzeche le strade d'oggi riescono solo adaccorciare un poco . Le parrocchienell'intera diocesi sono appena quat-tro, e situate (per farsi un'idea) comese fossero una a Trieste, un'altra aVerona, la terza a Milano e la quarta aTorino. Questo oggi, ma immaginarecome andavano le cose agli inizi . . .La fede in quelle terre sperdute

l'avevano portata i missionari Gesuitisulla fine del secolo 17° : c'erano al-lora molti indios, e rari bianchi . Hu-maità sul rio Madeira, l'attuale sedevescovile, fu fondata (se si può direcosì) nel 1869 da alcuni coloni . C'erada qualche altra parte ancora unamissione dei Gesuiti, che nel 1885 fupromossa a parrocchia . E visto che ilpiccolo centro di Humaità andavaprendendo consistenza, tre anni dopola parrocchia vi fu trasferita . Pocodopo fu costruita una bella chiesetta,

in piedi ancora oggi . Ma nel 1925 laparrocchia era come abbandonata, efu affidata ai salesiani ; primo parro-co fu padre José Pena, un uruguyanospericolato, che tuttavia impiegò treanni per poter raggiungere la sua se-de. Da allora Humaità ha sempreavuto i suoi pastori, anzi è diventatasede di prelatura e poi di diocesi . Lacrescita però è stata lenta e sofferta .

La lenta crescita . Dopo il suo arri-vo, padre Pena aprì a Humaità unpronto soccorso, che nel '31 diventòdispensario e nel '35 piccolo ospedale .Ma durò poco : tre anni dopo un ura-gano sfasciava tutto . E i figli di Don

Humaità : la cattedrale di mons . D'Aversa, affacciata sul rio Madeira (che in quel punto misura unchilometro di larghezza).

Bosco ricostruirono l'ospedale (oggivi lavorano le suore Martelline) .

Nel 1941 arrivarrono le FMA, e fuuna benedizione : aprirono l'internatoe la scuola elementare, fecero un po'di oratorio, cominciarono le visite allefamiglie nelle zone vicine . Altre dueiniziative a Humaità nel 1960 : i sale-siani aprirono un'altra scuola ele-mentare dedicata a Don Bosco, e leFMA il «Club delle madri» intitolatoa Mamma Margherita, con macchineda cucire, stufe a gas e altre cosesemplici di cui insegnare l'uso alledonne e ragazze attraverso corsi ditaglio, cucito e cucina.

Fino ad allora l'impegno salesianoera stato blando e si era fermato lì ;ma nel '61 la Santa Sede creava la

prelatura a Humaità e gliela affidava ;da quel giorno il lavoro si intensificò .

Lungo il rio Madeira, nella partepiù vicina allo sbocco nel rio Amazo-nas, si stava sviluppando il centro diManicorè, e lì nel '62 i salesiani apri-rono la seconda opera. Nel '70 giun-gevano anche le FMA e riaprivanoun'antica scuola da tempo abbando-nata (era accaduto che nel 1959 lemaestre non erano state retribuite, enaturalmente se ne erano andate) .

Poi a Humaità, sotto la spinta delvescovo, le nuove iniziative. Un sale-siano con due FMA e tre catechisti,dettero vita agli oratori volanti per ipiccoli centri attorno alla cittadina :vanno a fare catechismo, insegnanoigiene ed economia domestica, spia-nano tante difficoltà della vita quoti-diana. In anni più recenti a Humaitàsi è tentato un corso sulla Bibbia chenon ha dato risultati entusiasmanti ;più tardi un riuscito corso per prepa-rare catechisti .Torneremo come gli animali? In-

tanto lungo il rio Madeira, tra Hu-maità e Manicorè, vennero apertedue nuove opere : la parrocchia Au-

xiliadora do Uruapiara, e quella diCarapanatuba . La prima, aperta nel1965, sorse in un punto dove non c'e-ra neppure un abitante, ma era unposto strategico per chi viaggiavalungo il fiume ; ora la gente è venuta . Itre salesiani hanno la casetta e lachiesa in legno con tetto di lamiera,hanno aperto la scuola elementare el'ambulatorio. Manda avanti l'altraparrocchia l'unico sacerdote non sa-lesiano della diocesi .

La sua storia è per lo meno singo-lare. Nel 1934 era morto a Manicorèun sacerdote che vi aveva lavoratoper 25 anni . Era stato un ottimo pa-store, amato dalla gente . Alla suascomparsa la gente si disse sbigottita :« Ora noi torneremo a vivere come gli

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animali, perché non abbiamo più ilsacerdote ». Ma una giovane madre inattesa di una nuova creatura saltò sua dire: « Se il Signore mi concede unfiglio maschio e lo chiede per séperché diventi sacerdote, io sonomolto contenta di fargliene dono» .Quel bambino è ora padre FerreiroLobato, parroco di Carapanatuba, ela sua storia l'ha udita mons . D'Aver-sa proprio dalle labbra di quellamamma generosa .Le mille difficoltà . Padre Luigi

Venzon, che fu vicario della prelaturae è scomparso due anni fa, riassume-va così gli ostacoli del lavoro aposto-lico .Difficoltà dalla natura, anzitutto .

Qui l'umidità è dilagante, a volte rag-giunge il 100 per 100, e sfibra chi nonè abituato. Ci sono poi le malattieendemiche : malaria, ameba, la dis-senteria che si accanisce contro ibambini. E le inondazioni del rioMadeira . Qualche volta il suo livello siabbassa, e allora lascia apparire sulfondo le sue lucenti pietre nere (Hu-maità significa appunto «pietre ne-re ») ; ma quando gonfia di acque ecresce anche di 15 metri oltre il livel-lo, allora allaga tutto e sono guai .Difficoltà vengono anche dagli

animali. I serpenti anaconda, enormi .E nel fiume i pesci Piraiba, lunghianche tre metri, pericolosissimi.

Altre difficoltà poi sono create dal-le distanze, e fino a non molti anni fadalla mancanza di strade . L'unica viadi comunicazione era il fiume . Perscendere a Manaus, la capitale dellostato, occorrevano quattro giorni dinavigazione con la corrente favore-vole, e per tornare indietro da otto adieci di navigazione contro corrente .

Ora a Humaità sono giunte le stra-de, ma la diocesi ha ancora sei barchedi 9-12 metri di lunghezza, per lenormali visite apostoliche . «In cia-scuna delle quattro parrocchie -spiega mons . D'Aversa - c'è sempreun sacerdote fisso e un altro chechiamiamo itinerante. È lui che saltasulle barche e va a visitare i piccolicentri lungo i fiumi, entra nelle sin-gole case » .Ha raccontato padre Venzon : « Il

sacerdote itinerante arriva con l'alta-rino portatile e tutto il necessario,sceglie una casa che gli pare adatta,avvisa i vicini se ce ne sono, e si fer-ma a celebrare l'Eucaristia. È purel'occasione delle confessioni, dei bat-tesimi, dei matrimoni da regolarizza-re ecc. Messa a posto ogni cosa, l'in-domani riparte con la sua barca incerca di altre case adatte . . . Il Dio delsacerdote itinerante è ancora il Diodell'Esodo, del deserto degli antichiebrei, che andava di tenda in tenda,ramingo come il suo popolo » .

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L'ENORME DIOCESIDI DOM MIGUEL D'AVERSA

La diocesi di Humaità si trova nelcuore dello stato Amazonas (Brasi-le) ; è vasta 93 .600 kmq, ma contaappena 70 .000 abitanti .La popolazione è formata in mas-

sima parte da coloni bianchi ; esisteuna minoranza di Caboclos - di-scendenti degli indios - antichiabitanti della zona (tribù dei Parin-tintins, Boca Larga, Waicàs) .

Il territorio nel 1961 è stato costi-tuito in Prelatura Nullius, e nel '79elevato a diocesi . Le sue quattroparrocchie sono affidate a dieci sa-cerdoti salesiani e uno diocesano . Vilavorano tre comunità di suore, dicui due delle FMA .

Il vescovo Dom Miguel D'Aversa ènato a Benevento 66 anni fa . Nel '35,mentre i suoi coetanei partivano perla conquista dell'Abissinia, egli an-dava novizio salesiano in Brasile ;dieci anni dopo era sacerdote . Fudirettore di varie opere salesiane,maestro dei novizi, ispettore . Nel1962 venne consacrato vescovo, echiamato a succedere al primo ve-scovo della prelatura, mons . JoséDomitrovitsch, anch'egli salesiano,che era morto dopo neppure un an-no di lavoro .

Humaità, la sede vescovile, conta25.000 abitanti e è in piena espan-sione. Il resto della popolazione èdisseminato lungo le rive del rioMadeira e dei suoi affluenti . Questofiume, che attraversa tutta la dioce-si, solo in questo tratto misura 660km di lunghezza (qualcosa in piùdell'intero Po), ed è a sua volta af-fluente del rio Amazonas .

Le comunità aumentano . Ora dun-que sono arrivate le strade . La Tran-samazonica passa per Humaità, pri-ma di giungere a Porto Velho e an-dare poi a lambire la Bolivia e il Perù .Risultato: a Manaus ora si arriva inuna giornata. Altre due strade for-mano un incrocio di cui Humaità è alcentro, finalmente collegata al restodel mondo . L'Adveniat ha donato alladiocesi una solida auto, e un itine-rante la usa al posto della barca .

Con le strade è arrivata la gente : ilgoverno distribuisce le terre ai coloni,e lo stesso centro di Humaità è pas-sato in vent'anni da 1 .300 abitanti a25 .000. Sorgono quindi nuovi proble-mi, c'è tanta gioventù a cui badare, imass media diffondono una menta-lità consumistica . Alla religiositàsemplice e forse superficiale di ieri,c'è ora il rischio che succeda l'irreli-giosità . Mons . D'Aversa fronteggia lasituazione, tra l'altro, con queste co-munità di base che perseguono unfecondo approfondimento della fede.Alcuni dei gruppi fondati all'inizio sisono sciolti (anche a causa della mo-bilità delle persone) . Ma altre comu-nità, cresciute di partecipanti, si sonoscisse in due . Tra i coloni nuovi ve-nuti c'è di tutto, com'è naturale, main genere sono di cultura superiore emolti sono cristiani maturi, pronti ainserirsi nelle comunità .

Negli anni scorsi erano state co-struite nei vari punti della diocesi unasettantina di cappelle, alcune in le-gno, altre già in mattone, e ora essestanno diventando la sede naturaledelle comunità di base .Se continuiamo a lavorare . Mons .

D'Aversa ha pure costruito un piccolocentro per la preparazione dei re-sponsabili. Sorge sulla Transamazo-nica al km. 12, e « km 12 » è anche ilsuo nome. Il vescovo ci tiene a questonome, che evoca qualcosa d'altro (elui lo ricorda in ogni occasione) : ilmeridiano numero 12, quello chepassa per Roma, e ricorda il Papa .Ormai il nome è entrato nel linguag-gio comune : si dice « Vado al 12 » etutti sanno cosa vuol dire .Il piccolo centro comprende 4 pa-

diglioni molto semplici, con un mini-mo di attrezzature per consentire diviverci . Serve a tante cose (c'è ancheun bel campo di calcio, e i futuri Pelèci vanno volentieri), ma serve soprat-tutto a raccogliere e preparare gliuomini delle comunità di base .

Il loro impegno ha subito trovatoun campo di attività naturale nellaliturgia : essi organizzano tutto, ren-dendo meno pesante il compito delsacerdote. Quando giunge Natale -che là è non al freddo e al gelo ma alcaldo e alla pioggia - sono loro cheguidano le funzioni della novena epreparano la gente . Così nel mesedelle missioni, e in tante altre circo-stanze della vita cristiana.Mons. D'Aversa ha fiducia nel fu-

turo. Ha designato un salesiano, pa-dre Sebastiào Carvalho, a occuparsidelle comunità della buona novella, edice: « È necessario perseverare ; senoi continuiamo a lavorare con l'im-pegno di oggi, potremo ottenerebuoni risultati in mezzo a questa no-stra brava gente » . a

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ITALIA * RAGAZZI D'OGGI

Una primaverachiamata Paola

« Ciao mondo, ciao gente, ciao a tutti! » Storia di una ragazza felice-mente inserita nella sua famiglia, che voleva avvolgere tutti in uncaldo clima di amicizia, e voleva diventare architetto come i genitori

per rendersi utile agli altri

L a stanzetta è rimasta come l'halasciata, lassù all'undicesimopiano di un edificio che si

specchia sul golfo di Taranto . Il ca-lendario a cubi è bloccato sulla data28 giugno 1978, giorno in cui morì . Làdentro sono ancora tutte le sue cose,papà Claudio e mamma Lucia nonhanno il coraggio di spostarle .

Alle pareti quadri e posters, e ilpallone della pallavolo . Poi una nu-trita biblioteca con libri d'arte, ro-manzi, albi di Topolino, la rivista«Mondo Erre». Accanto al letto duelibri : uno di poesie, e l'altro una vitadi Don Bosco . « Leggeva a sera qual-che brano, prima di addormentarsi -spiega il babbo - . Don Bosco eral'amico di Paola, la sua fiaccola» . Inun angolo a terra, appoggiata al mu-ro, una chitarra con una corda rotta .Sul tavolino il giradischi, il registra-tore . Nel cassetto il diario, cominciatoa nove anni .

La stanzetta dà sulla terrazza del-l'attico ; Paola si affacciava, allargavale braccia quasi a contenere l'oriz-zonte, e di lassù gridava : « Ciao mon-do! Ciao gente! Ciao a tutti! » Qual-cuno dal basso guardava in su, noncapiva, ma rispondeva col sorriso .

Era il dialogo vivente . «Mancavaun mese alla nascita di Paola - rac-conta mamma Lucia - quando migiunse la nomina per insegnare in unistituto tecnico . Ed ecco l'alternativa :o l'insegnamento, o la cura dellacreaturina che portavo in grembo .Furono giorni di vera agitazione :quale strada scegliere? Rinunciai atutto, ma non alla gioia che man ma-no mi donava quella creaturina . Lamia missione fu Paola, e la mia dedi-zione a lei fu totale » .« Quando cominciò la scuola ele-

mentare - continua la mamma -cominciai anch'io a studiare tutto dacapo, perché ero oltre che la suamamma anche la sua compagna pre-ferita, con cui gradiva fare i compiti » .Un giorno Paola, ricca di questa in-tensa esperienza, scriverà in un com-ponimento : « Io credo che sia doveredei figli far evolvere i genitori insiemea loro, facendoli partecipare per

Paola Adamo, figlia degli architetti eCooperatori salesiani Lucia e ClaudioAdamo, era nata a Napoli il 24.10 .1963, evissuta a Taranto nella parrocchia di sanGiovanni Bosco. Frequentava il liceo ar-tistico quando un'epatite virale in tregiorni stroncò la sua forte fibra: morì il28.6 .1978, a 14 anni e 8 mesi .

quanto possibile ai loro studi, al loroavanzamento » .Ora che Paola non è più, papà e

mamma hanno scritto un piccolo li-bro intitolato Dialoghi con Paola . Lohanno potuto fare perché - spiega ilbabbo - « Paola era un dialogo vi-vente. Un dialogo continuo, sereno,impegnato, che si esprimeva in millemaniere. Con le parole, in_ lunghi eluminosi sorrisi, in salti di gioia, nelrincorrersi tra i viali, nel fare la lottacon me, nel fare le poesie . . . » . Il dia-logo era possibile perché Paola pro-vava un'ammirazione sconfinata perpapà Claudio e una tenerezza senzalimiti per mamma Lucia .

« A volte - dice la mamma - inostri dialoghi erano fatti di solisguardi. Lei afferrava ogni sfumaturadel mio viso, e capiva quando eropienamente soddisfatta di lei oquando qualcosa mi aveva amareg-giato. La chiamavo allegramente "lamia zingara" perché mi inseguiva per

tutta la casa. "Mamma, cosa devi fareoggi?" "Devo stirare" . Poco dopo ar-rivava carica come un somaro strin-gendo la sua chitarra con la mano,sotto il braccio i libri di musica, nel-l'altra mano il leggio e sotto l'altrobraccio il poggiapiedi. Sistemava tut-to, e mentre io stiravo lei suonava . Afine di ogni esecuzione voleva sapereil mio giudizio ». Quanto a Paola, hariferito : « Mamma diceva che per menon ha mai fatto sacrifici, ma soli attidi amore » .

E papà Claudio? « Si specchiava insuo padre, fidava in lui, leggeva in lui,amava tutto e tutti in lui » . « Semprepiù assomigliava a Claudio - dice lamamma - sia nei tratti somatici chenel carattere fiero, volitivo, generoso,affettuoso, espansivo. E io ero lì,contenta e orgogliosa di lei » .

« Era capace di farci trovare,quando andavamo a dormire, dei bi-glietti: sul tappeto, lungo il corridoio,sotto il cuscino, sul comodino, attac-cati alla porta con l'adesivo . Peresempio? "Papà, ti ringrazio perchémi hai dato una bella mamma,perché mi hai dato questa mamma" ."Mamma, sei bella, vorrei essere co-me te" » .

Si costruiva con serietà . Dice papàClaudio : « Cresceva e si costruiva conserietà, studiando e ricercando sem-pre, anche nelle ore di svago, neimomenti liberi, nelle giornate di va-canza, senza mai perdere in genuità eallegria . Osservava tutto e tutti criti-camente, cercando di cogliere il piùpossibile per la formazione del suo io,attraverso una costruzione verificata .Voleva essere migliore, cristianamen-te migliore » .

Scrisse in un componimento : « Nonavendo ancora la capacità di critica,data la mia giovane età, non sono ingrado di analizzarmi e di stabilire imiei pregi, né i miei difetti . Altrimentili avrei già corretti» . In un altrocomponimento : « La sera, prima diaddormentarmi, faccio il bilanciodella giornata». E mamma Luciaconferma : « Faceva passare momen-to per momento la sua giornata, ana-lizzava azioni, parole sentimenti . Echiedeva perdono al Signore se lacoscienza un poco la rimordeva » .

Ricorda Giuliana, una compagna discuola, la sua più grande amica : « Eraforte e fiera di carattere, buona dicuore, pronta a schierarsi a favore dichi avesse bisogno. Fin da piccola nelsuo cuore vennero messi i poveri, gliafflitti . Ricordo i suoi scontri con unacompagna di scuola volgare e be-stemmiatrice, i suoi scontri perfinoviolenti con la maestra che protegge-va quell'alunna . . . » « La nostra Paola- dice il babbo - aveva capito che lavita è lotta, sacrificio, moralità, rigo-

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re, impegno continuo » .Le prime cose segrete . Paola era

piena di interessi . Amava la pittura, lascultura, la musica, la filetelia, i mi-nerali, perfino le conchiglie di cui siera fatta una ricca collezione. Amavatutto e tutti .Mamma Lucia le fece frequentare

danza classica: « Durante gli esercizimi guardava con i suoi occhi grandi, ecapiva dal mio volto se andava beneo male ». Ma dopo tre anni smise difare danza perché « avevo capito chetutto quello che facevo non mi dicevapiù nulla » . La mamma la iniziò ancheal nuoto, ma poi. . . « Ho smesso, anchese con grande dispiacere della mam-ma. Il nuoto non era consono al miocarattere. Amavo la compagnia, l'al-legria, mi sembrava da folli nuotaresu e giù in una vasca per ore e ore,senza vedere in faccia nessuno, poicorrere alla doccia, vestirsi veloce-mente e andare via senza avere iltempo di scambiare una parola con lecompagne». Un giorno troverà losport che fa per lei : la pallavolo, do-ve . . . si gioca in gruppo .

A nove anni il diario . Nella primapagina in data 19 dicembre 1972 silegge : «Mi sono decisa a scrivere leprime cose segrete, di cui babbo emamma solo possono sapere» . È ungrosso quaderno rilegato in stoffavariopinta, e chiuso con un piccololucchetto . Dice mamma Lucia :«Tante cose meravigliose la nostrabambina vi ha chiuso dentro . . . Unafrase, una massima, colpisce e fapensare : "Se credi in Dio, ha il mon-do in pugno" » .Non l'abbiamo capita . « Paola -

dice il suo primo parroco don Schia-varelli - sentiva la gioia dell'amici-zia, dello stare insieme, la gioia dellacomunicazione delle idee e dei fatti .Perciò soffriva quando non la capi-vano, non dialogavano, quando die-tro un'amicizia solo apparente c'eral'interesse». «Di fatto - aggiungemond. Traversa, il vicario episcopaledi Taranto che la conosceva bene -non sempre Paola è riuscita in queldialogo che voleva instaurare conogni suo simile ». Testimone di questesue difficoltà è Angela, una dellecompagne di scuola : « Non sono maistata vicina a Paola, non sono maistata aperta con lei : è stata solo lei aessere aperta con me, mi ha sempreparlato con espansione e chiarezza » .

Gli ostacoli che Paola incontravanell'amicizia possono sembrare aprima vista paradossali . Un primoostacolo era già «la sua saggezzaprecoce, che - ha notato mons . Tra-versa - tante volte si scontrava conla superficiliatà degli altri» . Al saba-to, per esempio, invitava semprequalche compagna a casa sua :

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« Vengono - ha descritto in un com-ponimento -, io le accetto con tantoentusiasmo pronta a giocare, a sfrut-tare al massimo tutto il tempo a no-stra disposizione, pronta a correre,ridere, scatenarmi. Invece loro, ap-pena arrivano, si inchiodano davantial televisore, e a nulla valgono i mieisforzi per invogliarle a fare qualco-sa . . . Quando a sera, prima di addor-mentarmi, faccio il bilancio dellagiornata, mi rimane tanta amarezzaper le ore libere che sono sfuggitecosì stupidamente . . . » .

Un ostacolo è perfino la ricchezzadi sentimenti e interiorità della suafamiglia: lo hanno testimoniato le suestesse compagne. Tonia: « Paola vi-veva in un ambiente familiare stu-pendo, tutti i suoi problemi li risolve-va nell'ambito della sua famiglia . Elei voleva trasportare questo am-biente nella scuola. Ma noi non l'ab-biamo capita, non abbiamo accettatoquesto suo modo di fare » . Brunella :« Paola ha trovato nella famigliamolto affetto, e ha creduto di potertrovare in classe uguale affetto ecomprensione. Invece ha trovatocompagne più grandi di lei, chel'hanno molto ostacolata » . Angela :« Avere il dialogo con i genitori, a mesembrava impossibile . . . Mi sembravaimpossibile che un padre potesse direparole dolci . . . Io però penso che noisì, l'abbiamo capita, ma che nessunaha avuto il coraggio di vivere quellarealtà che per lei era naturale» .

Da sola contro tutti, con noi . Altroostacolo era la sua fermezza morale,Non sapeva scendere a compromessi .«Un giorno - ha raccontato papàClaudio - si trovava a scuola : eraalla lavagna e in attesa della profes-soressa tracciava dei disegni . Unacompagna lancia una volgarità . Paolacon calma le si avvicina e le caccia inbocca il cancellino imbrattando digesso la faccia della ragazza . Quellareagisce con altre volgarità più pe-santi, e Paola ripete imperterrita ilgesto. Ancora una volta, e così perben tre volte . "Ma sei una pazza!"urla la compagna. "E continuerò aesserlo finché tu no la smetti di diredelle volgarità" » .Ormai le compagne la conosceva-

no: « Spesso entrava in scuola mentrei loro discorsi scivolavano sul cattivogusto: "Smettetela - avvertiva unadi loro - arriva Paola Adamo . At-tente che si offende" » .

In un'altra storia c'è tutta la suafermezza. La racconta la compagnaGiuliana. « Quando io e mia sorellaEmilia entrammo nella scuola media,eravamo talmente timide che fummoscambiate per subnormali . Venimmoguardate con ironia e disprezzo. Unaprofessoressa frazionò la classe in

gruppi formati secondo presunti me-riti intellettivi, fino a lasciare noi dueultime, sole ed emarginate . Paola, cheera nel gruppo delle migliori, era ad-dolorata e afflitta per quanto avveni-va. Senza paura lasciò il suo gruppo,e si schierò, da sola contro tutti, connoi. Formammo un terzetto che duròfino alla terza media » .Il concorso del francobollo . Tonia,

compagna di scuola : « Ci conosceva-mo dalla prima media . Aveva dueanni meno di me, era troppo maturaper la sua età . Finite le medie deci-demmo di andare nella stessa scuola,al liceo artistico . L'impatto per lei fuduro: nella nostra classe c'erano ra-gazze anche di 17-18 anni, e lei non neaveva ancora 13 ; quel primo anno fuquasi un disastro . Ma nel secondo cifu un cambiamento : divenne amicadi tutte, partecipava ai discorsi, eraaperta, allegra, spiritosa » .E giungeva a entusiasmarsi per

Taranto, la chiesa parrocchiale Don Bosco,costruita dagli architetti Adamo. A destraun'altra immagine di Paola .

tutte le materie scolastiche. « Era lànel primo banco - ricorda il suo in-segnante di storia - con un cumulodi appunti, sempre pronta all'inter-vento, garbata, sorridente, libera neisuoi pensieri e nel suo cuore . Eraprecoce, semplice e chiara, cristallinae amabile nel porgere . . . » .

Nel '75 partecipò alla gara indettadal Ministero delle Poste per la«giornata del francobollo», e il suocomponimento - quasi una fiaba incui un francobollo da 25 racconta lasua storia - vinse il primo premioper la provincia di Taranto . «Che fe-sta quando vinse il concorso! - ri-corda l'amica Giuliana con la sorella-. Abbiamo avuto tutte e tre il nostromomento di gloria, e eravamo fiere diPaola ». Quanto a lei, trasse le sue

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sconcertanti conclusioni : « Quellavittoria fu la vittoria su me stessa . Miresi conto allora che nella vita tutto èpossibile se si è, perseveranti, e cheper tutti viene il momento della gioiae del riscatto che fa dimenticare leamarezze . . . » .Credeva nell'architettura. Nei

componimenti Paola infondeva la suasorprendente maturità di giudizio,sugli argomenti più vari. A 13 anniscriveva sui giovani la sua esperienzapersonale : « L'unico modo per ovvia-re ai problemi dei giovani d'oggi, è ildialogo tra genitori e figli » . E altrove :«Non sono le privazioni che creano iproblemi, ma l'agiatezza » . Sulla mo-da giovanile : « L'uomo dovrebbe,nella scelta dei capi di abbigliamento,poterli trasformare personalizzando-li . Ciò eviterebbe così, senza nulla to-gliere agli interessi delle grandi indu-strie, la gran pena di scoprirci tuttiuguali . . . » Sulla fantasia : « Che grande

alleata! Guai però a trasformarla inabitudine : si finisce per estraniarsi almondo reale, andando incontro agrandi delusioni » .

Dell'architettura, una delle materieche più la entisiasmavano, scrisse :« Questa profesione è per me il mi-glior modo di esprimermi. Essa non èfine a se stessa come tante manife-stazioni artistiche, ma è strettamentelegata alle necessità dell'uomo, unicoperno intorno al quale credo debbanoruotare i sentimenti e gli sforzi del-l'artista » . C'è in queste righe tuttol'insegnamento paterno. E c'è il ger-me della sua vocazione .

Di fatto si era buttata nello studiocon tenacia : sono rimasti in unagrande cartella i suoi primi disegni,gli studi, ripetuti, perfezionati, limati

fino all'esasperazione, fino a rasenta-re la pignoleria .

Nipotina di san Paolo. Il suo in-contro con la fede è stato limido . Alladomanda « È stato lei ha prepararePaola alla prima comunione? », il suoprimo parroco ha risposto : « No, no. . .Con Claudio e Lucia catechisti nati,sarebbe stato un usurpare il lororuolo » . E aggiunge : « Quella di Paolaè stata una crescita spirituale, uncammino di fede, del tutto normale .Gesù diventò il depositario dei suoisegreti, dei suoi problemi, che si ri-solvevano nella luce di Dio . Claudio eLucia erano al centro di questa luce » .

Tra le poesie di Paola tredicennec'è anche questa preghiera : « Penso acome sarei/ senza di te, Gesù,/ senzadi te che mi infondi/ pace, sicurezza,amore./ Ma poi guardo i tuoi occhi/ esi perdono i pensieri/ nell'amore deltuo caldo abbraccio,/ Gesù » .La famiglia Adamo frequentava la

moderna chiesa parrocchiale del DonBosco, che Claudio e Lucia da braviarchitetti avevano costruito . Dopo lamessa tutti e tre avevano l'abitudinedi raggiungere il celebrante in sacre-stia e scambiare qualche idea con lui .« Si commentava la parola di Dio, sichiarivano dubbi emersi nell'ascoltodell'omelia . Paola voleva leggeredentro a ogni frase del sacerdote, vo-leva capire » .

La scena più bella avveniva duran-te la messa. I tre erano abitualmentenel primo banco, Paola in mezzo .« Pochi attimi prima della consacra-zione lei guardava alternativamente igenitori, e sorridendo li traeva a sé ;poi tenendo le loro braccia serratequasi li costringeva a un intrecciarsidi mani e di braccia, in forma di crocesul suo petto . Poi pregava in una to-tale fusione fisica e spirituale, fino altermine della consacrazione » .

«Paola è stata qualcosa di impor-tante nella mia carriera di insegnantedi religione - ammette la sua pro-fessoressa - . Mi colpì l'acutezza delsuo pensiero quando mi rivolse tre-pidante una domanda sulla risurre-zione finale. Le lessi un brano di sanPaolo, che apprezzò molto ; e da al-lora cominciò la sua ammirazione perlui». Papà Claudio dovette compe-rarle le « Lettere di san Paolo », un li-bro che per le sue tematiche esorbitadalla psicologia del preadolescente,ma che invece era congeniale a lei .« Pare una nipotina di san Paolo »,qualcuno osservò .Abbiamo perduto . Giugno 1978, ul-

timi giorni di scuola . Paola sta male,chiede alla mamma il permesso di ri-manere a casa. Del resto è già statainterrogata in tutte le materie . A papàquel malessere sembra un pretesto,dice che la figlia di due insegnanti

deve dare il buon esempio, e Paola -intimamente ferita per non esserestata creduta dal suo papà - piangema va a scuola . Un'ultima prova dimatematica, andata benissimo, e tor-na contenta . Dice papà Claudio : « Miringraziò per averle fatto compierequel passo, ma adesso ho un tor-mento che non riesco a cancellare .Paola già moriva, e io non le ho cre-duto » .

« L'ultimo giorno della sua perma-nenza in casa - ricorda mammaLucia - anche se gravemente mala-ta, senza che le dicessi nulla si feceportare la chitarra e stando distesasul letto suonò per me i più bei pezziche conosceva . Poi disse : "Da oggi inpoi la chitarra sarà la compagna dellamia vita, e suonerò sempre e solo perte". Mi porse la chitarra, era sfinita » .

La portarono d'urgenza all'ospeda-le di Napoli . « Papà, perché siamo aNapoli? Papà, cosa ho di grave? Papà,quando guarirò? Ma guarirò? Papà,aiutami! » « Scioccherellina - le di-ceva il babbo -. Vedrai, tra poco tileverai, e faremo la lotta» . Con l'an-goscia in cuore Claudio cercò di ani-marla: « Coraggio, Paola vinceremo » .Ma lei a un tratto, consapevole : « No,papà. Abbiamo perduto » .Come la quercia caduta . A prima

vista Paola appariva come nulla dieccezionale : una ragazza d'oggi, cari-ca di tensioni, angolazioni luminose ebuie, risentimenti, difetti, attriti,slanci di bontà e donazione, contro-sensi. Poi l'hanno riconsiderata inprospettiva. « Quando penso a Paola- dice ora la sua amica Tonia - miviene in mente la poesia La querciacaduta . Lei sembrava inutile come laquercia, di cui la gente si accorse soloquando non c'era più : era venutameno l'ombra, gli uccelli erravanosenza nido . . . Così noi solo oggi ci ac-corgiamo del valore di Paola, che co-sa rappresentava per noi . Ieri ognisuo gesto ci sembrava banale, oggi ciappare molto importante . E ci lameditare» .

Paola è come se fosse ancora viva,là nella sua stanzetta dove tutto at-tende il suo ritorno. Da un momentoall'altro sembra si possa affacciare alterrazzo per gridare ancora « Ciaomondo, ciao gente, ciao a tutti » . Oggitra Claudio e Lucia c'è quasi unospazio, come in chiesa durante lamessa : un vuoto a misura di Paola .

Il suo tempo è stato breve : 14 annie 8 mesi, ma non inutile . Quel checonta non è la lunghezza della stradapercorsa ma come la si percorre, co-me si arriva al traguardo, quanta lucesi lascia dietro di sé.

Condensato da Franco Solarino :« Una primavera chiamata Paola » .

Ed. LDC 1981, pag. 40

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L anno dell'handicappato, promul-gato dall'ONU per il 1981, a Vya-sarpadi è cominciato si può dire

nel 1964, quando padre Orfeo Manto-vani prese a occuparsi dei più derelittidi quell'immensa città. E a Dio piacen-do, chissà quando finirà .

Il «Centro di assistenza sociale» dipadre Mantovani è dedicato alle Beati-tudini perché lì si coniugano e si decli-nano tutte . A padre Orfeo, italiano, èsucceduto un olandese, padre Schlooz,che tanti lettori del BS ricorderanno. Eda un anno la fiaccola è passata nellemani di un indiano, padre IttyachenManjil, 59 anni . Sulle sue spalle il pesodi tante miserie e provvidenziali operedi bene. Quali? Eccole .

Centro Giovanile. Organizza 600 ra-gazzi e ragazze della zona, maturando imigliori alle responsabilità di leaders .

Orfanotrofio. Ospita un centinaio diragazzi, in gran parte figli sani di geni-tori lebbrosi. A scuola imparano un

Padre Orfeo Mantovani, fondatore dell'ope-ra, con due creaturine raccolte per strada .

mestiere e si preparano all'inserimentonella società. Le FMA ne hanno cura .Il giardino di Papa Giovanni. È il vil-

laggio dei lebbrosi, ne raccogliequasi 400 tra uomini e donne . Lì i leb-brosi sono curati, e riabilitati mediantelavori semplici che restituiscono loro ladignità di persona autosufficiente: tes-sono, mandano avanti i telai, fabbrica-no candele, confezionano indumenti .Sezione automeccanica. Ragazzi e

padri di famiglia, sani, imparano a ri-parare le auto, a tenerle in ordine,anche a guidarle .Sezione artigianato. Dà lavoro a 500 e

più ragazze e donne, in maggioranzarimpatriate dalla Birmania, in attesa diuna sistemazione migliore . Comprendevari laboratori : taglio e cucito, ricamo,pizzi, lavori in fibra e cocco . . .

Sezione per handicappati . Anche quinumerosi laboratori : falegnameria,meccanica, lavorazione del ferro, sta-gnatura, installazioni elettriche, lavora-

INDIA

A Vyasarpadiè sempreanno dell'

handicappatoEcco immagini e volti dal « Centrodi assistenza sociale» fondato nel1964 da padre Mantovani nella pe-riferia di Madras, e dedicato alleBeatitudini evangeliche perché lì si

praticano tutte

zione del cuoio, confezione giocattoli .Assistenza della mamma e del bambi-

no . Con l'aiuto di un gruppo di volon-tarie ben preparate, si fa visita a 2 .000famiglie insegnando le norme dell'igie-ne, la cura della casa e dei bambini .

Parrocchia delle Beatitudini. È dedi-cata alla Madonna Consolata, e com-prende 500 famiglie cattoliche . Era cre-sciuta troppo, e nel 1978 è stata divisa inquattro: una parte è restata ai salesiani,e il resto forma altre tre parrocchie .Cucina Mamma Margherita. Provvede

ai pasti dei poveri, con una media di5000 al giorno . Si distribuiscono inoltre2000 tazze di latte ogni giorno .Dispensario medico . Sono centinaia i

poveri che vi accorrono per visite me-diche e medicine (distribuite gratis) .La casa degli abbandonati . Sono una

novantina, uomini e donne, malati onon più in grado di badare a se stessi,rifiuti della società, ma lì accolti concarità cristiana . a

Padre Francis Schlooz, suo successore, si

Padre Manjil, indiano, il nuovo coraggiosofa piccolo con i piccolini dell'asilo .

direttore dell'opera delle Beatitudini .

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Qui tutti si rendono utili, come possono,anche se si trovano senza gambe .

O senza occhi. Chi ha mai detto che sianonecessari, se i lavori li fanno le mani?

Qui anche si muore . Gente raccolta suimarciapiedi, abbandonata da tutti .

Ragazze rimpatriate dalla Birmania, che non avrebbero saputo do- Ragazzi handicappati, imparano a riparare le biciclette così diffuse nelve andare. Imparano un mestiere, si preparano un avvenire .

paese. Altri handicappati imparano a riparare anche le automobili.

ì

L'ultimo ospite illustre : dall'Olanda è arrivato ìn visita il principe Claus, curioso diesaminare il contenuto delle pentole, che sono uno dei grossi problemi di Vyasarpadi .

E in onore dell'ospite la danza Bharatanatyami,perché c'è anche tanta allegria a Vyasarpadi .

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FRANCIA

Aun certo punto della Salita diChoulans, nella verde perifferiadi Lyon,ci si imbatte in una cu-

riosa villa dal bel taglio architettonico,quasi soffocata tra gli alberi: è la sededell'Institut Saint Laurent, la « Scuolaper educatrici dell'infanzia » dovesoeur Gabrielle educa gli educatori .Già il suo modo di presentarsi - osemplicemente di essere - è una le-zione di pedagogia : un bel viso roton-do, sorridente e sprizzante comunica-tiva, una grossa croce pendente dalcollo che dice subito il senso del suolavoro, e le sue mani pratiche e sicuresempre intente a fare qualcosa. Sì, lascuola per educatrici si trova senz'al-tro in «buone mani» .

Questo istituto - spiega - ha loscopo di assicurare la formazionepedagogica e il perfezionamento deifuturi lavoratori in campo sociale» .Questi lavoratori, come li definisce,polivalenti e specializzati, apparten-gono a due categorie e vengono pre-parati in due tipi di corsi diversi : sono isorveglianti educatori e gli animatorisociali . La terminologia al maschile èd'obbligo, perché anche se la maggio-ranza è formata da allieve, la scuola èmista e gli allievi non mancano.

Frequenta soprattutto gente giova-ne, in cerca di una prima qualifica-zione, in vista di un impiego utile nellasocietà .I sorveglianti educatori . Chi è il

sorvegliante preparato dalla scuola?Spiega soeur Gabrielle : « L colui chein un istituto specializzato si occupadel bambino, del ragazzo, nei varimomenti della sua vita quotidiana : lalevata, i vari spostamenti, i pasti, leserate, il riposo. L nient'altro chequesto, ma . . . è proprio tutto questo . Epoi si tratta in genere di ragazzi chesoffrono nella loro personalità di-sturbata, e molto spesso soffrono dinon sentirsi amati» .

Facile vedere la salesianità di questoimpegno: secondo Don Bosco nonbasta voler bene ai ragazzi, ma biso-gna fare in modo che essi sentano esappiano di essere amati .

« Il sorvegliante educatore - pro-segue soeur Gabrielle - dovrà dun-que accompagnare i ragazzi sul cam-mino difficile del ricupero ; dovràperciò in un primo momento aiutarloa tenersi in piedi nel suo mondo, e poimetterlo in orbita progressivamentenel mondo degli adulti . Lavoro diffi-cile e assorbente, a tempo pieno,perché impegna in un continuo dia-logo a tu per tu » .

Soeur Gabrielle parla volentieri, conconvinzione, del suo lavoro, e l'inter-vista scorre facile .Domanda. Come avviene nel suo

22 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎

Soeur Gabrielleeduca gli educatori

Alla periferia di Lyon le Figlie di Maria Ausiliatrice da anni mandanoavanti una « Scuola per educatrici dell'infanzia » che prepara centi-naia di persone, soprattutto ragazze, a un lavoro prezioso tra gli

handicappati e nei più diversi ambienti sociali

istituto la formazione dei sorvegliantieducatori?

Risposta . I candidati passano at-traverso una severa selezione. Devo-no iscriversi per questa selezione,entro il 15 settembre dell'anno pre-cedente l'inizio del corso . Non si ri-chiede loro alcun diploma, ma sepossono dimostrare un anno di«esperienza sul campo» va tutto avantaggio della loro candidatura.

La selezione viene fatta attraversodei test e dei colloqui . Due test d'in-telligenza ci informano sul livelloreale del candidato (si può avere undiploma ed essere con poco cervello,non possedere alcun pezzo di cartama avere particolari doti naturali) .Un terzo test sulla personalità, fattodopo i colloqui, ci consente una veri-fica dei dati raccolti . I test sono pernoi come uno sguardo oggettivo suicandidati.

Quanto ai colloqui, sono anch'essitre: con uno psicologo, uno psichia-tra, un professionista del ramo. Sidomanda al candidato di raccontarela propria storia, di spiegare perchédesidera frequentare il corso e intra-prendere questa professione .

Dopo le prove l'équipe formativa siriunisce e decide . I candidati am-messi vengono avvertiti, e invitati acompiere un breve tirocinio praticodi quattro o sei settimane : sul postoove già lavorano, oppure in altro po-

sto da noi indicato .D. E la formazione propriamente

detta, in che cosa consiste?R. Il corso comprende due anni. Vi

si insegna cultura generale, pedago-gia, psicologia, igiene, sociologia e le-gislazione. Ma anche si insegnano letecniche manuali e sportive, e si of-frono tempi di riflessione in gruppo,sulla pratica professionale .

Nei primi sei mesi si frequenta daesterni, e intanto gli allievi comincia-no ad ambientarsi nella scuola . Cisono allievi che hanno conosciuto fi-nora solo fallimenti scolastici, mentrehanno tutte le qualità per riuscire : èciò che dovranno dimostrare in que-sto primo periodo . Gli alunni sonosuddivisi in gruppi e sottogruppi, eciascuno trova il suo posto giusto .Intanto pone a se stesso le domandedi fondo : « Che cosa sono venuto acercare qui? Che cosa stiamo combi-nando tutti insieme? Che cosa ci ri-serva più avanti il corso? » .Ognuno man mano prende co-

scienza delle sue possibilità personalidi essere educatore, cioè di far cre-scere l'altro, il ragazzo, e non neces-sariamente di farlo diventare un altrose stesso .

Dopo i primi sei mesi, seguono duestages di cinque mesi ciascuno . Nelprimo gli allievi vengono in sede duegiorni al mese per affrontare i pro-blemi concreti della loro professione,

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Nelle tre foto, momenti di vita - sempre moltoconcreta - nella scuola di soeur Gabrielle.

per imparare a situarsi negli ambientidi lavoro, e proprio in quanto educa-tori. Il secondo stage è più esigente,porta l'allievo a indagare sul suo po-sto in rapporto all'équipe di lavoro,sulla sua parte nel lavoro comune . Inquesto periodo gli allievi si fermanoanche per scegliere una tesina e co-minciare a elaborarla .D . Quali temi affrontano in queste

tesine?R. In 15-20 pagine dattiloscritte af-

frontano problemi che costituisconoil vissuto della loro esperienza . Qual-che titolo: « Chi sono essi e chi sonoio? Il lavoro in équipe . Il potere del-l'educatore . La terra : possibilità cheessa offre all'educatore . . . » . Questielaborati rivelano come gli allievi sistanno situando di fronte al ragazzo,a un gruppo di ragazzi sbandati, al-l'interno dell'équipe degli educatori . . .D . E al termine del corso?R. Il Ministero dell'Educazione

Nazionale rilascia loro un diploma, il« Certificato di attitudine alle funzionidi sorvegliante educatore » .Gli animatori sociali . Le FMA sono

nella casa di Lyon dal 1928, e vi hannosempre tenuto scuole superiori diorientamento professionale e sociale .Una radicale trasformazione del com-plesso scolastico è avvenuta nel 1954 ;quella definitiva - con accordo col« Ministero per l'azione sociale » chefinanzia ora la scuola - nel 1971. Daallora centinaia di allievi sono uscitidiplomati dalla scuola. Oltre ai sorve-gliandi educatori, essa prepara anchegli animatori sociali. Chi sono? La pa-rola ancora a soeur Gabrielle .R. Sono persone che lavorano in

tutte quelle situazioni che necessita-no dell'animazione nel settore socia-le: case d'infanzia, case della giovane,centri sociali, centri di accoglienza,

quarto mondo, ospizi e club dellaterza età, turismo sociale . . .

La formazione di questi animatorisi fa mentre essi sono già al lavoro, edura tre anni . Gli allievi vengono tregiorni al mese, e trascorrono ognianno una settimana di internato . Ilprogramma è vasto, ricoprendo varietematiche come : tecniche di anima-zione, relazioni umane, amministra-zione, ambiente sociale . . . A ciò vannoaggiunti tempi di tirocinio pratico eelaborati personali .D. Soeur Gabrielle, sono molti i

giovani che si presentano a frequenta-re i corsi? E poi trovano un posto dilavoro?R. Noi non possiamo accogliere più

di 240 studenti per anno, e ogni annosi presentano per essere ammessi al-l'incirca 2000 candidati . In base a unostudio realizzato dal sociologo dell'é-quipe insegnante, i nostri giovaniprovengono soprattutto dal ceto me-dio, mentre sono poco rappresentati iceti alti e quelli di estrazione conta-dina. Stanno invece nascendo quelliprovenienti dal ceto operaio. Quantoal posto di lavoro, non ci sono pro-blemi. Tutti quelli che hanno conse-guito il nostro titolo e hanno volutolavorare nel settore, l'hanno potutofare .D. C'è da immaginare che l'équipe

insegnante costituisca un gruppo benaffiatato e solidale . . .R. Sì. Il nucleo base lavora insieme

da 14 anni . Formiamo un gruppo ab-bastanza omogeneo. Dal 1971, quan-do ottenemmo l'aiuto economico delministero, abbiamo potuto aggregaregente veramente onesta, seria e com-petente. Molti aderiscono in pienoalla fede, e sono una ricchezza per laChiesa. Sul piano ideologico abbiamotutti in comune il più profondo ri-spetto per l'individuo, per la vita .

Io sono convinta che ci si collocanella linea di Don Bosco già per ilsolo fatto che formiamo dei sorve-glianti educatori che si appassionanoai ragazzi . Penso anche che c'è uncerto stile di relazioni nella nostracomunità, una qualità di presenza,che è salesiana . Qualcosa che riguar-da non solo la comunità salesiana(siamo in sei suore), ma anche i laiciche lavorano con noi .Come non convenire con soeur Ga-

brielle? Si trova infatti a Lyon uno stiledi famiglia, sia nella comunità delle seisuore che nelle relazioni con gli edu-catori, che ha a fondamento l'amoreverso il bambino. E anche gli studentisentono che si tratta non di una pre-senza casuale, ma pienamente qualifi-cata in senso salesiano. E ne restanocontagiati.

Intervista raccolta dalBS francese

STORIA DI MARIE-CLAIRESORVEGLIANTEEDUCATRIC'.

Ecco una tra le centinaia di testi-monianze, scelta a caso . È una ripro-va che la pedagogia nello stile sale-siano aiuta il giovane approdato allascuola di Lyon, a ritrovare in se stessoquelle capacità che neppure sa diavere, e lo porta a riprendere fiduciain se stesso fino a diventare in gradodi aiutare gli altri.

Figlia di operai, voglio dire il perchée il come della mia formazione dieducatrice. Nella mia infanzia e ado-lescenza io mi sono sempre sentitaemarginata . C'erano come delle bar-riere davanti a me, che non riuscivo asuperare . Non mi era possibile conti-nuare gli studi, mi vedevo impossibili-tata a realizzarmi. Tutto sembravadirmi che non avrei mai potuto cam-biare il mio destino di figlia di operai,che ero condannata alla fabbrica .Ho fatto la commessa e ho subìto

un'infinità di umiliazioni, mi parevache la gente mi disprezzasse . Peròquando veniva il tempo delle ferie,assumevo volentieri la responsabilitàdei campeggi estivi in montagna . Du-rante un campeggio ho fatto cono-scenza di due ragazze handicappatementali, Colette e Elisabeth di 21 e 23anni, e sono entrata in contatto conl'équipe educativa da cui dipendeva-no. Un'educatrice stava per partire : '_cercavano una sostituta, e mi hannoinvitata a entrare nel gruppo . Mi parveun riconoscimento, una promozione,e accettai . L'organizzazione mi pia- ,ceva perché agile, e sistemata in uncomplesso di appartamenti indipen-denti ; ma più di tutto mi parve di sco-prire un significato nuovo nella parolalavoro . Quell'esperienza mi ha moltoaiutata, ho trascorso due anni conquel gruppo . Alla fine ho cercato didarmi un'istruzione adeguata a questomio compito di educatrice, e è perquesto che sono qui .Marie-Claire, sorvegliante educatrice

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎ 23

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POSTULAZIONE SALESIANA

uante sono in questo momentole Cause di beatificazione e ca-nonizzazione dei Servi di Dio

sa eslani?Attualmente - risponde il Postula-

tore salesiano don Luigi Fiora - lanostra Postulazione sta promovendo22 Cause di salesiani, Figlie di MariaAusiliatrice, Cooperatori, Exallievi eallievi . Inoltre ci occupiamo con re-sponsabilità diretta di 5 Cause nonsalesiane, che per ragioni varie sonostate affidate alla nostra Postulazio-ne. A queste vanno aggiunte le treCause dei 97 Martiri della guerra ci-vile spagnola .E quante sono in tutto le Cause

trattate al presente presso la SacraCongregazione per le Cause dei santi?Rispondo con due cifre approssi-

mative, che però consentiranno difare un rilievo importante . All'iniziodel secolo la Sacra Congregazione deiRiti, che si occupava allora delleCause dei santi, trattava poco più di200 Cause . Oggi, nonostante il nume-ro elevato di beatificazioni e cano-nizzazioni che ci furono negli ultimipontificati, le Cause in esame supe-rano di parecchie centinaia il mi-gliaio. Praticamente si sono moltipli-cate quasi per dieci.Diminuisce la devozione. L'osser-

vazione che possiamo fare è questa :nella lunga storia della Chiesa si rile-va che il culto dei santi è stato unadelle caratteristiche della religiositàpopolare ; ciò è confermato dalla ve-nerazione dei martiri già dai primisecoli fino ad oggi, attraverso le ma-nifestazioni che si sono avute si puòdire in tutti i tempi e in tutti i centridella fede nel mondo cristiano .Oggi si constata invece che in tutta

la Chiesa la venerazione pubblica epopolare dei santi è venuta notevol-mente diminuendo .Non solo vengono meno certe pra-

tiche esteriori e folcloristiche (che èbene siano cadute perché avevanoperso il loro vero senso religioso), maanche quell'atteggiamento serio espirituale verso i beati e i santi delcalendario liturgico, che era statoconfermato dalla Chiesa nel Concilio .Aumentano le Cause . Ora, mentre

si constata questo calo di devozione equasi di interesse a carattere pubbli-co e popolare, la Congregazione deiSanti è impegnata a esaminare Causedi beatificazione e canonizzazionecome mai era stata in passato . Qual-che volta si tratta di Servi di Dio deitempi passati, ma spesso sono Causedi uomini e donne del nostro tempo, enon solo di ecclesiastici e religiosi maanche di laici e di giovani . E si stanno

24 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎

I piccoli passi avantidei Servi di Dio

A camminare sono le loro Cause, e qui lo racconta il Postulatoredelle Cause salesiane don Luigi Fiora . Che riferisce pure un datosorprendente: mentre sembra diminuire la devozione dei fedeli versoi santi, le Cause introdotte a Roma presso la Sacra Congregazione

dei santi risultano invece in continuo aumento

pure varcando i limiti tradizionalidella cosiddetta «area dei santi» -Italia, Spagna e Francia - per co-gliere i segni della santità in altre re-gioni lontane .

Si direbbe che, mentre il mondo siva scristianizzando e laicizzando,quasi per reazione emergano le figuredi coloro che seguono invece con in-tegralità il richiamo del Signore allavita cristiana. In questi ultimi anni èuscita una fortunata serie di volumidi padre Domenico Mandrone intito-lata « I santi ci sono ancora ». E unalunga rassegna di uomini vissuti inquesti ultimi decenni, presentati inscorci rapidi e incisivi, che confermaquesta fioritura straordinaria di santità .

Tutto ciò è un buon auspicio per ilfuturo della Chiesa . E anche la Fa-miglia Salesiana, se può avere uncerto compiacimento per lo sviluppodelle sue opere, può averlo anche peri frutti di santità che ha dato allaChiesa .

Vediamoli allora questi frutti. Come« camminano » le Cause salesiane?

Cominciamo dai tre venerabili- Namuncurà, Beltrami e Czartory-ski - e dai due martiri mons. Versi-glia e don Caravario . Essi attendonoper la beatificazione solo più il sigillo

dei miracoli ; la Chiesa, dichiarando levirtù eroiche e il titolo di venerabile omartire, ha fatto quanto è di suacompetenza . Ora è la fede dei devotiche deve provocare i miracoli : nondimentichiamo perciò di pregare inostri santi, se vogliamo che essi in-tercedano per noi .

* Suor Teresa Valsè Pantellini èla più prossima alla discussione per iltitolo di venerabile . Ci si danno sem-pre assicurazioni in questo senso, mapoi le fanno perdere il turno . I santisono nostri protettori in cielo, ma cisono dei Servi di Dio fortunati chehanno anche potenti protettori interra!

* Suor Maddalena Morano edonna Dorotea Chopitea attendonoanch'esse l'esame per le virtù eroichee il titolo di venerabile, ma sono an-cora indietro nella « lista di attesa » .

x Per don Filippo Rinaldi si è fat-to un buon passo avanti con la con-clusione del Processo apostolico il 24marzo 1981 a Torino. Sono stati in-terrogati 24 testi e si è arricchita ladocumentazione con molti autografidi don Rinaldi e con 4 biografie : Ce-ria, Castano, Peter Rinaldi, Larese-Cella. I verbali del Processo apostoli-co constano di 710 pagine, e con letestimonianze del Processo ordinario

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serviranno di base per l'ultimo studiodella Sacra Congregazione in vistadel titolo di venerabile .L'anno scorso, come fu già riferito

nel BS (dicembre 1980, pag . 30), si èpure concluso il Processo apostolicosul presunto miracolo di suor CarlaDe Noni di Mondovì ; esso però saràpreso in esame dalla Sacra Congre-gazione solo dopo che don Rinaldi siadichiarato venerabile .

* All'inizio di maggio comincia aGerusalemme il Processo apostolicoper la Causa di Simone Srugi . È unbel passo avanti, e il Patriarca favo-risce con grande impegno lo svolgi-mento del Processo, interessantequanto altri mai per il suo carattereecumenico : Srugi è infatti di Naza-reth (e quindi il primo candidato allasantità come concittadino di Gesù,dopo la Madonna e san Giuseppe!),era di religione greco-melchita, ed èstato apostolo tra i musulmani e gliortodossi .

* Anche la Causa di AlexandrinaDa Costa, Cooperatrice salesiana, hafatto un notevole progresso: sonostati presentati il « Sommario » e una«Informazione» che raccolgono leprincipali testimonianze sulle suevirtù, inoltre la ricca serie delle « Let-tere Postulatorie » in suo favore, e in-fine una duplice memoria sui puntipiù importanti della sua vita . L'esamedegli scritti della Serva di Dio haavuto un esito lusinghiero, e ciò èparticolarmente importante trattan-dosi di scritti di carattere mistico .Anzi il serio e apprezzato giudizio fa-vorevole formulato dai Censori degliScritti ha permesso di ottenere la di-spensa da un esame fatto da espertidi mistica e di psicologia, come èquasi di norma in questi casi .* Anche per Rodolfo Komorek,

sacerdote polacco morto in Brasile,sono stati presentati gli stessi docu-menti che per Alexandrina . La devo-zione verso «Padre Rodolfo» in Bra-sile ha assunto proporzioni straordi-narie : la sua tomba è tutti i giorniletteralmente coperta di fiori, e tutti igiorni dell'anno - mattino e pome-riggio - è circondata da fedeli chepregano. Pochi Servi di Dio hannotali segni di venerazione popolare .E di Padre Rodolfo - come sem-

plicemente lo chiamano in Brasile -si è occupato anche il Papa nella suarecente visita in quel lontano paese .Parlando ai Polacchi in Curitiba, hadetto loro : « Preghiamo perché laCausa di beatificazione di Padre Ro-dolfo cammini il più in fretta possi-bile! »

4 Mons. Luigi Olivares e donLuigi Variara sono in un momento di

attesa, dopo che si è preparata e pre-sentata tutta la documentazione perl'esame della Sacra Congregazione invista del Processo apostolico . È unapausa obbligata per tutte le Cause .

• Di don Vincenzo Cimatti è statapreparata dalla Sacra Congregazionela cosiddetta « Copia Pubblica » deiProcessi di Tokyo e di Torino . I Cen-sori stanno esaminando i 22 volumi discritti . Se, come tutto fa credere, l'e-sito sarà positivo, si comincerà il la-voro sui Processi veri e propri . L'esa-me degli Scritti è preliminare a ognialtro studio della Causa, e un even-tuale giudizio negativo arresterebbeimmediatamente la Causa stessa .

• Suor Eusebia Palomino ha in-cominciato, dopo non breve attesa, ilsuo cammino. L'Ufficio Giudiziale

Laura Vicuna (nel riquadro) e la povera casetta sulle Ande dove visse la sua breve stagione . Fotosopra il titolo: la tomba di padre Rodolfo Komorek a Sào José dos Campos (Brasile), semprecircondata di fedeli in preghiera, e sempre abbondantemente coperta di fiori .

della Sacra Congregazione haespresso il suo giudizio, e presente-mente si sta aspettando il voto delPromotore della Fede per iniziare ilProcesso nella diocesi di Huelva .

A Viedma da circa un anno èavviato il Processo del salesiano coa-diutore Artemide Zatti . Abbiamo tro-vato un generoso interessamento daparte del Vescovo e del Presidente delTribunale, mons . Luigi Nolasco, co-me da parte del Vicepostulatore donItalo Martin . Le distanze patagonicherallentano l'esame dei testi, ma ilProcesso sarà portato a buon termi-ne. Per quei luoghi fare un Processo èper se stesso una vera impresa!

• Per Laura Vicuna si vive unmomento di attesa e di speranza . Inquesti ultimi anni erano state sospesetutte le Cause dei Servi di Dio giovani,

perché si era avanzata da vari teologil'obiezione che essi non siano capacidi compiere atti di virtù eroica . Ora,durante la quaresima 1981, deve riu-nirsi la « Congregazione generale deiCardinali per lo studio delle Cause deisanti », e viene proposto loro proprioil problema se i giovani siano o noidonei all'esercizio eroico della virtù .A quanto si sente dire, la rispostapare orientata in senso positivo ; secosì sarà, si spera di poter riprenderequesta Causa che tanto sta a cuorealle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Laura Vicuna ha purtroppo solo 13anni neppure compiuti, ma ci sononella sua vita - anche a quanto sipuò cogliere nel giudizio di esperti -le disposizioni del più autentico eroi-smo cristiano : la sua profonda reli-giosità, la sua lotta vittoriosa per di-fendere la purezza, l'offerta coscientedella sua vita per ottenere la conver-sione della mamma succube di unfazendero immorale . Migliore testi-monianza non si potrebbe offrire alla

gioventù femminile del nostro tempo,proprio mentre la Chiesa attraverso ilSinodo ha posto in evidenza il gra-vissimo impegno per il risanamentocristiano della famiglia . Il fatto stessoche la sua vita si sia svolta quasi aimargini del mondo accresce il fascinodella sua figura e l'efficacia del suoesempio .

Si può rilevare ancora come nes-suno dei Servi di Dio giovani abbiadietro di sé tante schiere di devoti,come quelle che già si raccolgono nelsuo nome tra i popoli più diversi, permerito delle Figlie di Maria Ausilia-trice . È quindi il momento di una ve-ra mobilitazione di preghiere, perchéla Chiesa riconosca ufficialmente lasantità di questa figlia delle Ande .

Don Luigi FioraPostulatore delle Cause salesiane

BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎ 25

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«Foto di gruppo»con Don E o in uaradiso

Sono numerosi coloro che accanto a Don Bosco, o nella sua scia, hanno vis-suto un chiaro impegno di santità, e ora lo vedono riconosciuto con l'introduzionedella loro causa di canonizzazione . Tentiamo di scattare una «foto di gruppo» perquanto possibile completa e aggiornata .

In maggior parte le figure qui elencate appartengono alla Famiglia Salesianaintesa in senso stretto, ma ci sono anche i . . . parenti prossimi e quelli alla lontana,figure più o meno legate a Don Bosco e alla sua opera .

(Un grazie a chi vorrà segnalare le lacune più vistose) .

1 . Cause già concluse, promosse dal-la Postulazione salesiana

San Giovanni Bosco, fondatore deisalesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatri-ce e dei Cooperatori . Nato a Castel-nuovo Don Bosco (Asti) il 16 .8 .1815,morto a Torino il 31 .1 .1888 .Santa Maria Domenica Mazzarello,

confondatrice delle Figlie di Maria Au-siliatrice. Nata a Mornese (Alessandria)il 9 .5.1837, morta a Nizza Monferrato(Asti) il 14 .5 .1881 . Santa il 24 .6 .1951 .San Domenico Savio, allievo di Don

Bosco, aspirante salesiano, patrono deiPueri Cantores, e dei Chierichetti . Natoa Riva di Chieri (Torino) il 2 .4 .1842,morto a Mondonio (Torino) il 9 .3 .1857 .Santo il 12 .6.1954 .San Giuseppe Cafasso (1811-1860),

patrono dei carcerati . Fu direttore spiri-tuale di Don Bosco, suo orientatoreverso l'apostolato degli Oratori, e suobenefattore. Santo il 22 .6 .1947 .

2. Cause in corso, promosse dallaPostulazione salesiana

Quelle strettamente riguardanti la Fa-miglia salesiana risultano 22, e vengonoqui presentate secondo l'ordine diavanzamento .Beato Michele Rua, primo successo-

re di Don Bosco. Nato a Torino il9 .6.1837, morto a Torino il 6 .4 .1910 .Beato il 29 .10 .1972 .

Martiri : mons. Luigi Versiglia vescovodi Shiu Chow (nato a Oliva Gessi, Pavia,il 5 .6 .1873) e don Callisto Caravarionato a Courgnè (Torino), 1'8 .6 .1903 .Uccisi a Li Tau Tseu (Cina) il 25 .2 .1930 .Riconosciuti martiri il 13 .11 .1976 .Venerabile Andrea Beltrami, sacer-

dote salesiano . Nato a Omegna (Nova-ra) il 24.6.1870, morto a Torino il13.12.1897. Venerabile il 5 .12 .1966 .Venerabile Zeffirino Namuncurà, fi-

glio dei cacico araucano Manuel Na-muncurà, nato a Chimpay (Patagonia,Argentina) il 26 .8.1886, morto a Roma1'11 .5 .1905 . Venerabile il 22 .6 .1972 .

Venerabile Augusto Czartoryski,principe polacco e sacerdote salesiano .Nato a Parigi il 2 .8.1858, morto adAlassio (Savona) 1'8 .4 .1893 .

Servi di DioSuor Teresa Valsé Pantellini, Figlia di

Maria Ausiliatrice, morta a Torino nel1907 a 29 anni .Donna Dorotea Chopitea, cooperatri-

26 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1°MAGGIO1981 ∎

ce salesiana, morta a Barcelona (Spa-gna) nel 1891 a 74 anni .Suor Maddalena Morano, ispettrice

delle Figlie di Maria Ausiliatrice, morta aCatania nel 1908 a 61 anni .

Don Filippo Rinaldi, terzo successoredi Don Bosco, morto nel 1931 a 74 anni .Simone Srugi, salesiano coadiutore,

nato a Nazareth e morto nel 1943 a 66anni .Don Luigi Variara, missionario in

America Latina, fondatore delle Suoredei Sacri Cuori, morto in Colombia nel1923 a 48 anni .Mons. Luigi Olivares, vescovo sale-

siano di Sutri morto nel 1943 a 70 anni .Don Luigi Mertens, morto a Liegi

(Belgio) nel 1920 a 55 anni .

Il cardinale salesiano Augusto Hiond : prestoanche lui sarà tra i Servi di Dio?

Laura Vicuna, allieva delle FMA,morta a Junín de los Andes (Argentina)nel 1904 a 13 anni .Don Rodolfo Komorek, sacerdote

polacco missionario in Brasile, mortonel 1949 a 59 anni .Alexandrina Da Costa, cooperatrice

salesiana, morta a Balazàr presso Braga(Portogallo) nel 1955 a 51 anni .

Martiri di Spagna : sono in corso treCause, comprendenti complessivamen-te 97 nomi di Salesiani, Figlie di MariaAusiliatrice, Cooperatori e altri laici,trucidati durante la guerra civile (1936) .Mons. Vincenzo Cimatti, fondatore

dell'opera salesiana in Giappone, morto

a Tokyo nel 1965 a 86 anni .Artemide Zatti, salesiano coadiutore,

emigrato da ragazzo in Argentina emorto a Viedma nel 1951 a 70 anni .Suor Eusebia Palomino, Figlia di Ma-

ria Ausiliatrice spagnola, morta a Val-verde del Camino nel 1935 a 35 anni .

3 . Figure legate a Don BoscoAlcune sono già canonizzate. Ai ri-

cordati Savio, Mazzarello, Cafasso,vanno aggiunti :San Leonardo Murialdo (1828-1900).

Amico di Don Bosco e suo collaborato-re della prima ora, accettò da lui la di-rezione di uno dei suoi primi Oratori,quello di San Luigi presso Porta Nuova .Santo il 3 .5 .1970 .San Pio X (1835-1914). Nel 1880, an-

cora canonico a Treviso, ricevette daDon Bosco l'invito a diventare Coope-ratore salesiano, e l'accettò .

Tra le figure avviate agli altari, si sonogià nominati Rua, Versiglia (fu perqualche anno allievo dell'Oratorio conDon Bosco), Beltrami, Czartoryski,Chopitea, Rinaldi . Vanno aggiunti :Beato Luigi Orione (1872-1940). Al-

lievo di Don Bosco, Cooperatore e di-rettore diocesano dei Cooperatori, ebbein Don Bosco un ispiratore .

Beato Luigi Guanella (1842-1915). Fua Torino con Don Bosco, per tre annisalesiano, prima che il Signore loorientasse verso diverso apostolato .Beata Anna Michelotti (1843-1888) .

Fondatrice delle «Piccole Serve deimalati poveri», ricorse al consiglio diDon Bosco per le sue opere. Morì ilgiorno dopo Don Bosco ; avvertita dellasua morte, disse : « Oggi a lui, domani ame. Ci rivedremo in paradiso, La suaCausa è promossa dalla Postulazionesalesiana.Venerabile Federico Albert, canonico(1820-1876). Fondatore delle Vincenzi-ne di Maria Immacolata . Su invito di DonBosco predicò il primo corso di esercizispirituali ai ragazzi di Valdocco ; e susuo invito, Don Bosco fondò il collegiodi Lanzo .

Servo di Dio can . Giuseppe Allamano(1851-1926). Nato a Castelnuovo DonBosco, figlio di una sorella di san Giu-seppe Cafasso, allievo di Don Bosconegli anni del ginnasio, Cooperatoresalesiano, rettore del santuario dellaConsolata, fondatore dei Missionari eMissionarie della Consolata .Servo di Dio Giuseppe Toniolo

(1845-1918): estimatore dell'impegnosociale salesiano, ricevette da Don Bo-sco il diploma di Cooperatore e chiamò isalesiani a Pisa .

Servo di Dio Francesco Faà di Bruno(1825-1888): capitano di Stato Maggio-re, scienziato, uomo politico, infine sa-cerdote e fondatore di istituti religiosi,ebbe a lungo in Don Bosco un amico econsigliere. Un affresco in Valdocco loraffigura mentre serve la Messa a DonBosco in divisa militare .

Serva di Dio madre Maria Luigia Cla-rac (1817-1887). Fondatrice delle Suoredi Carità di Santa Maria, in momentidifficili per le sue istituzioni ebbe in Don

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Bosco il consiglio e l'appoggio . La suacausa è promossa dalla Postulazionesalesiana .

Servo di Dio padre Giuseppe Picco,gesuita (1867-1946). Allievo salesiano aLanzo, servì la messa a Don Bosco econservò i suoi consigli per tutta la vita .

4. Figure più recenti, della Famigliasalesiana

Numerosi risultano i Cooperatori Sa-lesiani . Oltre alle figure antiche già no-minate (Chopitea, Da Costa) :Servo di Dio mons. Manuel Mendes

Santos: vescovo portoghese e Coope-ratore, introdusse i salesiani nel suopaese .Inoltre la Serva di Dio Edvige Carboni(1898-1952) : Cooperatrice di Roma,anima mistica .Servo di Dio barone Antonio Petix(1874-1935) : exallievo salesiano di Sici-lia, Cooperatore, esemplare padre difamiglia, apostolo della carità e dellastampa cristiana .Servo di Dio Giacomo Gaglione

(1896-1962) : singolare cooperatore sa-lesiano, costretto dalla malattia per 50anni alla completa immobilità, seppedare a sé e a tanti altri malati un signi-ficato della sofferenza .

Ci sono anche degli Exallievi ; oltre alricordato Petix :Servo di Dio Egidio Bullesi

(1906-1929) . Giovane dell'Oratorio sa-lesiano di Rovigno (Istria) .Servo di Dio ing . Alberto Marvelli

(1918-1946) : giovane dell'Oratorio diRimini .

5. Cause non salesiane promessedalla Postulazione salesiana

Serva di Dio madre Margherita Claretde la Touche (1868-1915) . Fondatricedelle suore di Betania . Le sue istituzionitrovarono l'appoggio nel card . Caglieroe in altri salesiani .

Servo di Dio Casimiro Barello Morello(1857-1884) . Nato a Cavagnolo Pie-monte e morto ad Alcoy (Spagna): sin-golare figura di penitente, « Pellegrinodella Madonna». La Causa è stata vo-luta dai salesiani di Alcoy .

Servo di Dio mons . Ismaele Perdomo(1872-1950) . Arcivescovo di Bogotà(Colombia), fu in ottimi rapporti con isalesiani e favorì lo sviluppo della loroopera nel suo paese .

Servo di Dio Camillo Costa di Beau-regard (1841-1884). Sacerdote e edu-catore secondo il cuore di Don Bosco,fondò l'orfanotrofio «Le Bocage » diChambéry, oggi retto dai salesiani .

6. Figure di cui è probabile l'introdu-zione della causa

Le Figlie di Maria Ausiliatrice stannoraccogliendo la documentazione peruna eventuale introduzione della Causadi suor Maria Troncati!, missionaria tragli Shuar dell'Ecuador .Gli « Operai di Cristo Re », congrega-

zione fondata dal card . Augusto Hlond,avrebbero l'intenzione di introdurre lacausa del loro fondatore, salesiano eprimate di Polonia, morto nel 1948 .

COOPERATORI SALESIANI

Eserciispirituali

pere!Anche quest'anno i Consigli ispet-

toriali offrono ai Cooperatori la pos-sbilità di « ritirarsi qualche giorno conil Signore » in località adatte a tem-prare lo spirito e anche il fisico .I cooperatori possono dare il nome

a corsi di qualsiasi regione. Per in-formazioni e iscrizioni rivolgersi alproprio Consiglio ispettoriale .

COOPERATORI E COOPERATRICI

SOLO COOPERATORI

COOPERATORI CONIUGI

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎ 27

Marche Loreto (AN)

27-31 agosto

SOLO COOPERATRICILombardia Como 4-7 giugnoPiemonte Roccavione (CN) 16-20 giugnoLombardia Como 6-10 luglioPiemonte Torre Canavese (TO) 10-14 luglioPiemonte Muzzano Biellese (VC) 7-11 agostoMarche Loreto (AN) 23-27 agostoPiemonte Roccavione (CN) 1-5 settembrePiemonte Zoverallo (NO) 1-5 settembreLombardia Varese 8-12 settembrePiemonte S. Salvatore Monferrato (AL) 8-12 settembreVeneto Cison di Valmarino (TV) 12-16 settembreLombardia Triuggio (MI) 15-19 settembre

CampaniaLombardia

Pacognano di Vico Eq. (NA)Como

23-27 agosto3-6 settembre

GIOVANI COOPERATORI

Veneto Cesuna (VI) 1-3 maggioMarche Ussita (MC) 26 luglio -1° agostoPuglia Martina Franca (TA) 28 agosto-1 ° settembreCampania Pacognano di Vico Eq . (NA) 4-8 settembreLombardia Varese 6-8 settembre

Lazio Frascati (Roma) 3-6 giugnoSicilia La Rocca (PA) 23-27 giugnoCampania Pacognano di Vico Eq. (NA) 28 giugno-2 luglioPuglia Martina Franca (TA) 4-8 luglioPiemonte Muzzano Biellese (VC) 12-16 agostoSicilia Zafferana Etnea (CT) 2-6 settembreVeneto Verona 3-6 settembreLazio Frascati (Roma) 7-10 settembreCampania Pacognano di Vico Eq. (NA) 9-13 settembreLiguria Bocca di Magra (SP) 10-13 settembre

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STORIA SALESIANA

MaggiosecondoDonBosco

I o non toccavo ancora i due anniquando mi morì il padre . . . Ricor-do, e è il primo fatto della vita di

cui tengo memoria, che mia madremi disse : "Eccoti senza padre!" Tuttiuscivano dalla camera del defunto eio volevo assolutamente rimanere ."Vieni, Giovanni - ripeteva doloro-samente mia madre -. Vieni conme" . "Se non viene papà non ci vo-glio venire", risposi . "Povero figlio -ripigliò mia madre -, vieni con me :tu non hai più padre" . Ruppe in fortepianto, mi prese per mano e mi trassealtrove, mentre io piangevo perché leipiangeva . . . » .

Era il 17 maggio 1817, un precocis-simo maggio già inserito nei ricordi diGiovannino Bosco, dolorosamenteimportante. Gli restava la mamma,che presto avrebbe cominciato aorientarlo verso un'altra Mamma,quella del cielo. E nella luce di que-st'altra Mamma, sull'onda della de-vozione popolare docilmente accolta,i mesi di maggio acquisteranno per luiun rilievo sempre maggiore . Non èdifficile, e può essere interessante,seguire oggi - sulla scorta della suamonumentale vita in venti volumi, leMemorie Biografiche - questo cre-scendo di importanza del « maggio »nella sua visione teologica e pedago-gica e nella sua prassi educativa .Come era nel suo stile, anche in

quest'ambito egli non fece scenderel'azione da lunghe ricerche teorichema maturò le sue convinzioni e deci-sioni durante l'azione stessa, attenta-mente osservata e corretta . Nei primitempi dell'Oratorio il mese di maggionon aveva ancora grande risalto, ed

28 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎

Don Bosco aveva saputo vivere in forma originale - per sé e per i suoi ragazzi - questotempo mariano così ricco di valori . E ha lasciato alla Famiglia Salesiana il « mese dell'Ausi-

liatrice» come eredità spirituale da diffondere nel mondo

era incentrato sulla figura della Ma-donna Immacolata ; nel 1862 inveceDon Bosco spostò l'accento sulla fi-gura dell'Ausiliatrice ; con l'inaugura-zione poi del santuario di Valdocconel 1868, la sua creatività gli suggerìmodalità più originali ; infine nel 1876realizzò il vero e proprio «mese diMaria Ausiliatrice» . Era un qualcosadi nuovo e diverso, che la FamigliaSalesiana ancora oggi vive e diffondein tutto il mondo .

Ecco dunque alcune indicazioni sui« mesi di maggio » di Don Bosco, spi-golate con qualche nota di coloredalle Memorie Biografiche .Il maggio in sordina. Il maggio

1841 vede l'ultimo esame di teologiasostenuto dal seminarista GiovanniBosco a Chieri, e valutato plus quamoptime. Il mese seguente Don Bosco èsacerdote, l'8 dicembre è ancora stu-dente nel convitto per sacerdoti delCafasso, e con un'Ave recitata insie-me al piccolo muratore BartolomeoGarelli comincia il suo apostolato frala gioventù torinese .

Poi vengono i tempi dell'Oratoriovolante: nel maggio 1845 Don Boscotenta invano di dare ai suoi ragazziuna sede stabile presso la chiesa diSan Pietro in Vincoli : il 24 magio devesubire le invettive del cappellano edella sua fantesca ; la domenica suc-cessiva trova affisso sulla porta dellachiesa un decreto municipale che gliproibisce l'ingresso, e trova le guardieper farlo rispettare .

Nel maggio 1846 le cose per l'Ora-torio vanno anche peggio. Il marche-se di Cavour, vicario della città, hadeciso di chiudere l'Oratorio perché

lo ritiene pericoloso : assembramentidi giovani, in quel delicato momentopolitico, sono per lo meno sospetti .L'Oratorio è salvato in extremis dalministro delle finanze, amico di DonBosco ; ma il marchese da allora e perparecchie domeniche manda « alcuniarcieri o guardie civiche a passare lagiornata all'Oratorio » . Risultato fuche le guardie, non trovando rivolu-zioni da sedare, finiscono per confes-sarsi da Don Bosco e fare la pasquacon i ragazzi .

Nel 1847 Don Bosco ha già con sémamma Margherita, e apre, se così sipuò dire, l'internato . In aprile avevaospitato sul fienile per una notte unadozzina di giovanotti randagi, che gliportarono via lenzuola e coperte . Maa maggio in una sera piovosa arrivaun ragazzino morto di fame, e mam-ma Margherita al vederlo si mette apiangere. Gli preparano un lettino al-la meglio in cucina, poi mammaMargherita gli fa recitare le preghieredella sera. Poi, temendo che il ragaz-zo le porti via le pentole, gli fa un belpredicozzo : è la prima buonanottesalesiana. In quello stesso maggioparticolarmente fecondo, Don Boscoinaugura due iniziative per i suoioratoriani : fonda la sua prima asso-ciazione giovanile, la Compagnia disan Luigi ; e organizza per una venti-na di loro i primi esercizi spirituali .Questa pratica per diversi decenni ri-marrà collocata durante il mese dimaggio, e solo più tardi verrà antici-pata nel tempo di quaresima .Negli anni successivi i mesi di

maggio trascorrono tranquilli, con gliesercizi per i ragazzi, e con grandiose

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lotterie per i benefattori, che acqui-stando e distribuendo biglietti aiuta-no Don Bosco a mandare avanti l'O-ratorio . Il maggio 1851 vede i lavori disterro per la costruzione della Chiesadi san Francesco di Sales . La Ma-donna è nel cuore e sulle labbra diDon Bosco, ma i mesi di maggio al-l'Oratorio trascorrono ancora in sor-dina, con qualche preghiera o letturain cappella e nulla più . Solo dall'annosuccessivo cominciano a colorirsi diqualche novità significativa .

Nella luce dell'Immacolata . Nel '52Don Bosco ha già i primi chierici alsuo fianco, è riconosciuto dal suo ar-civescovo direttore di tre Oratori, e amaggio colloca la prima campananella nuova chiesa, già a buon puntonella costruzione . Il fatto di cui an-cora tutti parlano è l'esplosione dellapolveriera avvenuta in aprile . C'erada aspettarsi un disastro di propor-zioni spaventose, per fortuna non èavvenuto, e i buoni torinesi ne attri-buiscono il merito alla protezionedella Madonna. Come non dirle gra-zie in modo speciale durante il mesedi maggio?A Valdocco c'è un buon motivo in

più per farlo : l'Oratorio era molto vi-cino alla polveriera, e a parte le fine-stre e le porte volate via, e varie crepenei muri, non ha subito danni irrepa-rabili . Così, nel mese dei fiori, i ra-gazzi sotto l'esortazione di Don Boscocominciano a portare i loro fiori -materiali e spirituali - a Maria .

Realizzano nei dormitori l'altarinodella Madonna, lo addobbano perbene, lo illuminano con lumini e loornano di fiori freschi. Don Bosco al-la buonanotte assegna loro anche unfioretto, cioè qualcosa di positivo dafare, che i ragazzi il giorno dopo siimpegnano con buona volontà a

mettere in pratica. Chi essendo statoper qualche tempo nelle case salesia-ne non ricorda queste consuetudini?Sono nate in quell'anno 1852, l'annodella polveriera .

Nel maggio '53 il conte Cays donauna nuova campana dalla voce acu-tissima, che per anni e anni richia-merà all'Oratorio i ragazzi sparsi perTorino . Nel '54 - anno del dogmadell'Immacolata - Don Bosco chia-ma già i suoi primi aiutanti col nomedi salesiani ; a maggio avvia il suoprimo laboratorio di legatoria rifilan-do il primo volume con la mezzalunache mamma Margherita usa per tri-turare il prezzemolo . Nuova lotteria,anche il governo anticlericale e il mi-nistro mangiapreti Rattazzi acquista-no biglietti .

Sull'aprile del 1856 bussano allaporta di Don Bosco : c'è uno dei suoiragazzi, e gli domanda che cosa devefare per trascorrere bene il mese dimaggio. Si chiama Domenico Savio .Poi una bella gita : dietro espresso in-vito, Don Bosco porta i ragazzi achiudere il mese di maggio a Susanella cattedrale, e il giornale L'Armo-nia dedica al fatto un articolo .

Nel '57 il re compera 500 bigliettidella lotteria. Nel '58 Don Bosco rac-coglie le sue idee ed esperienze, escrive « Mese di maggio consacrato aMaria Immacolata, a uso del popo-lo », che l'editore Paravia distribuisce :è un testo facile, che insegna « il mo-do col quale si può in famiglia ono-rare ogni sera Maria Santissima» . Ilsuo allievo prediletto Domenico Sa-vio è morto da più di un anno, e DonBosco racconta nel libro la sua finecommovente (il suo ultimo pensieroera stato per la Madonna) .L'Almanacco «Il Galantuomo»,

che Don Bosco dona ogni anno ai

La basilica di Maria Ausiliatrice con la piazza antistante, in un disegno del 1884 . Nella paginaaccanto : espressione di fede durante una recente festa mariana a Valdocco .

suoi amici, nel 1860 porta una grossanovità: in corrispondenza al giorno 24maggio si legge « Beata Vergine Ausi-liatrice » . Finora i calendari non ri-portavano questa festa . Nel '61 DonBosco ribadisce il concetto : « LaSantissima Vergine col titolo benmeritato : Ausiliatrice dei cristiani» .Sono i primi indizi che Don Bosco stamaturando la sua scelta preferenzia-le: dopo aver guidato i giovani nellaluce dell'Immacolata, ora comincia aorientarli verso la sua Ausiliatrice .

Nella luce dell'Ausiliatrice . Unatestimonianza di Don Cagliero aiuta acapire quanto accade. Ha scritto :« Nel 1862 Don Bosco mi disse : "Fi-nora abbiamo celebrato con solennitàla festa dell'Immacolata : in questogiorno erano cominciate le nostreprime opere degli oratori festivi . Maora la Madonna vuole che la onoria-mo sotto il titolo di Maria Ausiliatri-ce" ». Secondo questa autorevole te-stimonianza, Don Bosco spiegavaanche un motivo del suo cambia-mento : « I tempi corrono così tristi,che abbiamo proprio bisogno che laVergine santissima ci aiuti . . . » .Ed ecco Don Bosco progettare

qualcosa di grandioso per la sua Au-siliatrice : una basilica. Nel maggio1863 acquista il terreno e le assi perrecintarlo . All'Ufficio degli Edili, a cuicompete l'approvazione dei disegnidella chiesa, incontra grosse difficoltàper il titolo : quell'Aiuto dei cristiani -mentre i sostenitori dello Stato Pon-tificio e quelli dell'unità nazionalesono ai ferri corti tra loro - sembraantipatriottico .

Due anni dopo, nel '65, il mese dimaggio trascorre nel ricordo di unafesta celebrata pochi giorni prima : laposa della prima pietra della basilica .C'era un inviato di grande prestigio, ilprincipe Amedeo figlio del Re Vitto-rio Emanuele II e Duca d'Aosta, cheviene accolto col suo nobile corteggioal suono della marcia reale . Presiedeil rito il vescovo di Susa . I ragazzieseguono canti, fanfare, e recitano undialogo scritto da Don Bosco ; i pro-tagonisti, s~condo la tradizione dotta,portano i nòmi greci di Filotico, Cra-tippo e Teodoro, e comunque con-cludono che il sole dall'Occidentetornerà all'Oriente, e i fiumi risali-ranno alla sorgente, prima che unagiornata così memoranda possa es-sere dimenticata . Quei ragazzi sonofacili profeti: è difficile dire quantol'opera salesiana sarà legata alla ba-silica che sta per sorgere .In quello stesso mese di maggio

Don Bosco pubblica l'opuscolo di ca-rattere storico «Devozione di MariaAusiliatrice in Torino» . Ormai diven-ta una consuetudine per lui : ognimaggio, un nuovo opuscolo mariano .

BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1 ° MAGGIO 1981 ∎ 29

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Del maggio 1866 è rimasto l'elencocompleto dei fioretti proposti da DonBosco ai suoi ragazzi: fioretti chemetterebbero piuttosto in difficoltà iragazzi d'oggi . Nel '67 il maggio èchiuso a Valdocco nientemeno che daun vescovo. Poi il maggio 1868 si ri-vela particolarmente caldo per DonBosco: la costruzione della basilicasta per finire (sarà inaugurata il 9giugno), e fervono i preparativi . Daqualche tempo ha preso maggior im-portanza la novena di Maria Ausilia-trice, e Don Bosco invita i ragazzi achiedere la grazia di cui hanno piùbisogno. « E per me quale grazia do-manderò? Per me pregherò perchépossa salvare tutte le vostre anime » .

Il 21 giugno è festa : alla presenza diuna quantità di invitati si benediconosolennemente le cinque campane de-stinate alla basilica, che formano un« concerto in mi bemolle, il primonella città di Torino » . E dopo la be-nedizione, un maestro nell'arte cam-panaria, venuto da lontano, dà con-certo. Poi Don Bosco acquista altroterreno nell'area antistante la basili-ca, pensa alla sistemazione dellapiazza. Ci vedrebbe bene un bel mo-numento a Mosè che colpisce la roc-cia e ne fa scaturire uno zampillo chealimenti un laghetto . E in un edificiolaterale, da costruire, accoglierebbevolentieri quanti venissero ospiti invisita al santuario . . . Il monumento ungiorno sorgerà, ma sarà dedicato aDon Bosco . Intanto la sua pietà ma-riana è entrata ormai completamentenella luce dell'Ausiliatrice .Slittano le date . Nel maggio '69

esce un nuovo opuscolo, in cui DonBosco che presenta come un com-plemento della basilica innalzata :«L'associazione dei devoti di MariaAusiliatrice» . Questa associazionenasce allora, come edificio di pietrevive accanto all'altro appena termi-nato di costruire. L'opuscolo neglianni seguenti sarà ristampato qual-che decina di volte, e del resto l'asso-ciazione è viva e vitale ancora oggi .Ma le cose cambiano soprattutto

nella basilica : lì si tiene per la primavolta la novena, e la festa del 24maggio. Il tempo è piovoso, ma, comeriferisce il quotidiano L'unità cattoli-ca, « fu incredibile il concorso dei fe-deli alla nuova chiesa » . I ragazzicantano (400 voci), la musica è delCagliero .

Nel '71 cade l'anniversario dellabattaglia di Lepanto, e don Caglierone approfitta per comporre un innoeseguito nei vespri del 24 maggio, incui viene « rappresentata con notemusicali (e 300 voci) la famosa bat-taglia e il trionfo dei cristiani a Le-panto con l'aiuto di Maria Ausiliatri-ce» . Così si legge nel programma . A

30 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981

fare da contorno c'è il « Gran padi-glione della Ruota della fortuna », contanti biglietti e tanti premi da sorteg-giare (ogni biglietto centesimi 10) .Capo del comitato che organizza laRuota e altre simili manifestazioni, èil marchese Carlo Carrassi del Villar,che al termine della sua fatica è lietodi consegnare a Don Bosco 4 .000 lire :una somma allora di tutto rispetto .Negli anni seguenti, maggio tra-

scorre su questo schema collaudato.Don Bosco che ogni anno compieparecchi viaggi in Italia e all'estero, fasempre in modo di trascorrere se nonl'intero mese almeno la novena aValdocco, con i suoi .E nel 1876 introduce ancora una

novità: l'inizio del mese mariano an-ticipato al 23 aprile, e la sua conclu-sione il 24 maggio. Racconta la cro-naca che fin dal primo giorno i gio-

Torino. Altro momento di intensa espressionedi fede, durante la processione di Maria Ausi-liatrice.

vani fanno quasi tutti la comunione, eche viene introdotto l'oratorio estivo.Levata eroica alle ore 5, passeggiodopo la messa, e tanta musica dopo laricreazione del pomeriggio, per pre-parare la festa . La banda, i cantori,una compagnia di 12 violinisti . Can-tano e suonano dappertutto .

La festa del 24 maggio registra uninconveniente . L'arcivescovo di Tori-no, in quegli anni, non è proprioamico di Don Bosco, e gli nega ilpermesso di far presiedere le funzionida un vescovo. Don Bosco crede diaggirare l'ostacolo invitando unmonsignore che pur non essendo ve-scovo può vestire di viola e usarequalche distintivo prelatizio . Ma il

fatto veramente importante è quelloslittamento delle date, la conclusionedelle celebrazioni il 24 maggio, la na-scita insomma del «mese di MariaAusiliatrice » .

Feste simili solo in paradiso . Colpassare degli anni Don Bosco è sem-pre meno protagonista, per così dire,del mese di maggio a Valdocco. Con-tinua tutti gli anni ad arrivare dai suoiviaggi puntuale, e lo farà fino alla fi-ne, ma tante altre cose lo assorbono edistraggono . Gli succede questo fattostrano, che volendo lavorare per unnumero sempre più vasto di ragazzi, ècostretto a stare sempre mano a con-tatto con loro : il suo tempo è tuttopreso nell'organizzare e rafforzare levarie istituzioni a cui ha dato vita, e acui è costretto a demandare il con-tatto immediato con i ragazzi .In basilica la festa continua a

« crescere » : nel '77 c'è messa a quat-tro voci di Rossini, ai vespri si replicala « battaglia di Lepanto » (come or-mai la chiamano) .

Durante la novena del '78 Don Bo-sco tiene la sua prima conferenza aiCooperatori torinesi (l'associazione èstata fondata da poco) . In passato sierano visti ancora pochi pellegrinaggipartecipare alla festa, da quell'annone giungono fin dalla Lombardia (eandranno man mano aumentando) .La festa del '79 può essere riassuntain due righe scritte da Don Bosco aun salesiano : «Che spettacolo! Più diseimila comunioni nel solo giornodella festa » .

Alla festa dell'80 messa di Bene-detto Marcello. Don Bosco teme dinon riuscir a trovare un vescovo, maalla fine ne ha tre . Uno viene per suadevozione privata, il secondo è ilpredicatore del triduo, che proprio inquei giorni viene fatto vescovo, ilterzo è l'eccezionale tempra di ve-scovo missionario mons . DanieleComboni. « Maestà della persona,lunga barba, voce sonora che riempiela chiesa e si fa sentire fin dalla piaz-za . . . » A sera egli parla più di un'oracon i ragazzi, e eccoli tutti pronti apartire per le missioni dell'Africa .Qualche giorno dopo L'Unità Cattoli-ca conclude un alato resoconto dellafesta con queste perentorie parole :«Finché il nostro popolo si mostreràcosì devoto e affezionato (a MariaAusiliatrice), non teniamo che sia pervenire nei nostri paesi il regno di Sa-tana » .

Nel 1881 l'Arcivescovo di nuovonega il permesso di tenere pontificale,e tocca a Don Bosco cantare la mes-sa. Anche se egli si sente molto stan-co, « la cosa rallegra tutti » . La chiesarisulta per la prima volta troppo pic-cola, molti fedeli devono assisteredalla piazza. A sera, fra la sorpresa

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generale, si fa la prima grande il-luminazione a gas della basilica .Nell'82 all'ultimo momento Don

Bosco ottiene il permesso di invitareun vescovo, e quello di Alessandria èfelice di accorrere . Prima di tornare acas confida a Don Bosco : « Io credoche feste simili si celebrino solo inparadiso » .L'eredità . Negli ultimi anni di Don

Bosco i mesi di maggio non si arric-chiscono più di nuove idee, ma diepisodi commoventi che sarebbetroppo lungo narrare. Alla festa del1884 prende parte un ospite illustre : ilprincipe Augusto Czartoryski . Giàpensava di andar a stare con DonBosco e di farsi salesiano, quel sog-giorno lo determina nel proposito .Sarà salesiano e sacerdote (e ora èvenerabile). Il 24 maggio 1885 DonBosco celebra in basilica a un altarelaterale, e - secondo un testimoneoculare-la bastare per 200 persone laventina di particole che aveva consa-crato per un gruppetto di visitatoriinglesi . Nel 1886 è così stanco chedopo aver preparato la conferenzaper i suoi Cooperatori, non ha la forzadi tenerla ; parla don Bonetti, mentre iCooperatori gli stanno attorno com-mossi. Stessa scena l'anno seguente,nell'ultimo mese di maggio della suavita; ma la calca questa volta è taleche a fatica Don Bosco può lasciare lachiesa. Persone venute da lontano atrovarlo, se ne partono col presenti-mento che non lo vedranno più .Nelle relazioni che le Memorie

Biografiche fanno dei mesi di maggiodi Don Bosco, un aspetto singolare èandato crescendo di anno in anno, apartire dal progetto per la Basilica : legrazie ottenute dai fedeli mediante labenedizione di Don Bosco . Lui nonvoleva che la chiamssero così, volevache si dicesse « benedizione di MariaAusiliatrice », ma è tutt'uno . Fatto stache il mese di Maria Ausiliatrice è« cresciuto » insieme con la fama ditaumaturgo che la gente attribuiva aDon Bosco e che lui con i frequentiprodigi non faceva che rafforzare . Ilconte Cays di Caselette, dopo unaguarigione a cui ha assistito di per-sona in un mese di maggio, si fa sa-lesiano e diventerà sacerdote . . .Insomma Don Bosco propagò an-

che con i prodigi impetrati dalla Ma-donna il bel titolo di Ausiliatrice . Econ il mese a lei dedicato ha conse-gnato alla Famiglia Salesiana unapreziosa eredità, una forma originaledi pregare la Madonna, di dimostrarsisuoi figli, di ottenere la sua protezio-ne. Così oggi nei cinque continenti,dovunque la famiglia salesiana metteradice, si diffonde il bel « maggio se-condo Don Bosco » .

Enzo Bianco

MAGGIO 1981

Il Mese dell'Ausiliatrice3

Ecco alcuni dati sullo svolgimento del « Mese dell'Auailiatrice» 1981

É

a Valdocco, forniti dal Rettore del santuario don Gianni Sangalli

J1 Mese di Maria Ausiliatrice risul-ta denso di celebrazioni di pre-ghiera, di incontri di catechesi e di

manifestazioni .In ogni giorno . Tutte le funzioni del

i mese mariano verranno curate conparticolare impegno, ma avrannospeciale rilevanza le celebrazioniquotidiane delle ore 10, 16,30 e 18,30,con la Messa e la predica quotidiana.

Sarà ripresa quest'anno la tradi-zione della funzione serale alle 21 .L'invito è rivolto in modo particolareai giovani delle parrocchie e oratoricittadini, chiamati ad animare gli in-contri di preghiera .Durante tutto il mese, con le mani-

festazioni musicali della Corale dellaBasilica, del Complesso bandisticodel Martinetto, dei Pueri Cantores diMacerata e di altri gruppi, verrà sot-tolineato il carattere gioioso dellanostra devozione a Maria .

Giornate speciali . Incontri partico-lari per gli ammalati, gli anziani, ibambini ecc. caratterizzeranno alcu-ne giornate .

Il 6 maggio . La festa di san Dome-nico Savio richiamerà quest'anno,insieme a numerosi devoti, anche ilpellegrinaggio degli « Amici Domeni-co Savio » .La festa della Mazzarello. La festa

della Confòndatrice (con Don Bosco)delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ri-veste quest'anno grande solennità,perché vi ricorre il centenario dellasua morte . Il 10 maggio avrà luogoL'« incontro nazionale delle Exallievedi Maria Ausiliatrice» . Il Vicario ge-nerale dell'arcidiocesi torinese mons .Franco Peradotto presiederà la Con-celebrazione delle ore 11 . Per il po-meriggio è prevista una funzionespeciale per le Religiose .

Mercoledì 13, giorno della festa, ilCardinale Arcivescovo presiederà laConcelebrazione delle ore 7 per leFMA; poi il Rettor Maggiore alle ore11 quella per la gioventù femminile .Per il pomeriggio è prevista una fun-zione speciale per le Religiose .La Novena . La preparazione alla

festa di Maria Ausiliatrice sarà con-traddistinta da un intensificato im-pegno di partecipazione delle Comu-nità salesiane e delle FMA di Valdoc-co e di Torino città . Si moltipliche-ranno, particolarmente in questi

T

giorni, i pellegrinaggi delle parroc-chie, oratori, istituti dei Salesiani edelle FMA di tutto il Piemonte, giàprogrammati del resto anche per tut-to il mese, come filiale omaggio dellaFamiglia Salesiana alla loro Madre eMaestra .La veglia di preghiera . La notte

della vigilia è da anni una delle ma-nifestazioni più straordinarie di fedee di devozione cui è dato di assisterenella Basilica La Veglia avrà inizioalle ore 21 di sabato 23 con la fun-zione penitenziale comunitaria, e siprotrarrà tutta la notte con la recitadell'Ufficio delle letture, il Rosariomeditato, e la celebrazione di Messedalla mezzanotte all'alba .

Il 24 maggio. La festa di Maria Au-siliatrice quest'anno cade di domeni-ca. È prevedibile che la massa deifedeli - che anche in giorno feriale èsolita gremire la Basilica ininterrot-tamente dall'alba a sera tarda - saràquest'anno ancora maggiore, e met-terà a dura prova le strutture dell'or-ganizzazione. La presenza del Card .Ballestrero, del Rettor Maggiore e diVescovi salesiani, renderà più solennile celebrazioni .

A sera, la Processione cittadina avràinizio alle ore 20 : di sicuro richiameràmigliaia di giovani e adulti in un de-voto e festoso omaggio alla VergineAusiliatrice, e si concluderà sullapiazza con l'invocazione della suabenedizione .Dopo la festa . Il nostro impegno di

omaggio alla Madonna non termineràcerto il 24 maggio. Sempre aperto al-l'accoglienza, il Santuario vedrà an-che negli ultimi giorni del mese ilsusseguirsi di pellegrinaggi, e conser-verà con gli stessi orari le funzioni delmese mariano.Sabato 30 maggio chiuderemo le

celebrazioni mariane con una Vegliadi preghiera e con la fiaccolata neicortili e nella Piazza, attorno al mo-numento di Don Bosco, dal qualeabbiamo imparato quanto sia neces-sario essere devoti della Madonna .Domenica 31 maggio : è previsto il

«Primo Convegno annuale» dell'As-sociazione Devoti di Maria Ausiliatri-ce, che quest'anno ha avuto un note-vole rilancio. Insieme verranno stu-diate le mete per ulteriori sviluppi .

Don Gianni Sangalli∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l' MAGGIO 1981 ∎ 3 1

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HO PIANTO E MI SONO DISPERATAMA NON HO PERDUTO LA FEDE

Circa due anni fafui colpita da pleuri-te essudativa, che inbrevissimo tempoprodusse più di duelitri di siero, pregiu-dicando le mie con-dizioni generali . Sirese necessario il ri-covero in ospedale esin dal primo istante,pur con la febbre al-

tissima e col respiro ansimante, mi misinelle mani della Madonna Ausiliatrice e diDon Rua, invocando la guarigione . Mi fuestratto per tre volte il siero in un alter-narsi di speranze e preoccupazioni : si te-meva che il siero si potesse produrre perun lungo arco di tempo, per cui la de-genza si prospettava di alcuni mesi .

Ho pianto e mi sono disperata, ma nonperso la fede . Insieme ai miei ho pregatoincessantemente e, inaspettatamente,dopo soli due giorni i medici decisero didimettermi perché le mie condizioni era-no rapidamente migliorate ed ero sulla viadella guarigione. Dopo un mese dal rico-vero sono potuta tornare a scuola, a ri-prendere l'insegnamento ; e dopo soli tremesi un esame radiologico confermavache « non vi erano tracce di pleurite né inatto né recente » .

Rosy 1952 (Taranto)

LA MIA RICONOSCENZAPER TUTTE LE GRAZIE RICEVUTE

I NOSTRI SANTI

Sia pure con mol-to ritardo adempio lapromessa di pubbli-care la mia ricono-scenza a Maria Au-siliatrice e a sanGiovanni Bosco, pertutte le grazie otte-nute durante la miavita, incominciandofin dall'epoca dellascuola e poi durante

il matrimonio e durante la guerra . In modoparticolare mi preme ricordare due fatti .

Il primo : per un incidente stradale mor-tale venne data una versione falsa deifatti, e per mancanza di testimoni mi sistava incolpando . Dopo preghiere allaMadonna e a Don Bosco, passati alcunigiorni, comparve uno che potè testimo-niare la verità.

Il secondo: in occasione della nascitadel mio quinto figlio, avvenuta per tagliocesareo (siamo nel 1942), i medici, per lagrande perdita di sangue e per soprav-venuto blocco intestinale disperavano disalvare mia moglie . Abbiamo pregato tut-ta la notte. Al mattino il blocco era supe-rato e fu la salvezza.

Sarebbe lungo enumerare tutte le altrevolte in cui il mio ricorso, assieme a mia

32 h BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1°MAGGIO 1981 ∎

moglie, alla Madonna Ausiliatrice e a sanGiovanni Bosco, non è stato deluso . . .

Bruno Guidorizzi (Verona)

RINGRAZIANO MARIA AUSILIATRICEE SAN GIOVANNI BOSCO

• Luciana Bianchetti Corè (Ceres, To-rino), per aver potuto superare un mo-mento di grave difficoltà per la sua salute :« Gli esami medici sono risultati negativi,e la temuta malattia si è trasformata uni-camente in una grande paura » .

• Rinaldo Zanarotti (Arsiero, VI)perché, colpito da grave emorragia ga-strica, e dopo quattro giorni in sala riani-mazione, si è ripreso così celermente davenire rimesso dall'ospedale completa-mente guarito .• P.M.T., mammari conoscente per la

grazia concessa da Don Bosco alla suafiglia .

• C.C.M. (Pisa), gravemente malata,anzi « con quasi nessuna probabilità diguarigione, dato che avevo avuto una ri-caduta», ringrazia per aver superato ilmomento critico e cominciato a migliora-re . « Ho fatto promessa di andare, appenami sarà possibile, al Santuario di Torinoper dire ai miei protettori il mio grazie ri-conoscente» .

UNA NOSTRA PARENTECI MOSTRO' IL BOLLETTINO

San DomenicoSavio ci ha aiutati adallietare la nostracasa con la nascitadi un bel bambino .Eravamo sposati daben sette anni eavevamo sempredesiderato che visbocciasse un fioreper rendere la nostraunione completa, ma

ormai avevamo perduto ogni speranza .Un giorno una mia parente ci parlò delpiccolo santo delle mamme e ci fede ve-dere un Bollettino Salesiano dove c'eranorelazioni di grazie ottenute per la sua in-tercessione. Mandammo subito a pren-dere un abitino del piccolo santo e ini-ziammo con fervore la novena . E siamostati esauditi . Trascorremmo nove mesipiuttosto burrascosi, ma continuammo apregare con fede. E nel gennaio scorso ciè nato un bellissimo bambino, che inonore del santo abbiamo chiamato Ro-berto Domenico . Ora continuiamo a pre-gare Domenico Savio invocando la suaprotezione sul nostro piccino .Marisa e Mario Beltramo (Savigliano, CN)

IO PREGAVO: MADONNINA MIATI RIMANE MENO DEL 10 PER CENTO

Quando mia figlia Anna rimase incinta, imedici dissero : «Taglio cesareo, proba-bilità più del 90%» . Quindici giorni prima

del parto confermarono la previsione . loascoltai quelle parole sorridendo, e pen-sai che loro non sapevano che io pregavoMaria Ausiliatrice con fede . La mia pre-ghiera era questa : « Maria Ausiliatrice!Madonnina mia! Ti rimane meno del 10%,ma tu puoi più di loro» . Pregavo insi-stentemente, con fede viva, e con moltaconvinzione che sarei stata esaudita .Quando mia figlia venne ricoverata,

entrò in maternità con l'abitino di sanDomenico Savio, che aveva già portatodurante tutta la gravidanza . E dopo quat-tro ore nacque un bel maschietto, conparto regolare . Quando mi telefonarono,non chiesi nemmeno se era nato col ta-glio cesareo, tanto ero convinta che laMadonna non mi aveva abbandonato .Ringrazio e mai finirò di ringraziare MariaAusiliatrice .

Lia Della Giustina (Vittorio Veneto, TV)

I MEDICI LO CHIAMAVANO«IL MIRACOLATO»

Verso la fine di dicembre il nostro ni-potino Francesco di quattro mesi vennericoverato d'urgenza all'ospedale BambinGesù di Roma : i medici lo dichiararonogravissimo, e non lasciavano più intrave-dere alcuna speranza . Da Torino corsi aRoma al capezzale del bimbo, e gli portail'abitino di Domenico Savio ; lo misi sottoil suo guanciale e pregai il piccolo santodi ottenerci la grazia insieme con MariaAusiliatrice.

Dopo pochi giorni i medici al colmodello stupore dichiararono che il bimboera fuori pericolo e presero a chiamarloil miracolato » . Ora il piccolo Francesco

ha lasciato definitivamente l'ospedale esta bene .

Maria Pipitone (Torino)

RINGRAZIANO ANCORASAN DOMENICO SAVIO

* Concetta Mangione (Mazzarino, CL)perché la nipotina Antonella di due mesi,colpita da inizio di meningite, dopo fer-vorose preghiere fatte anche dalla comu-nità delle FMA è potuta tornare a casacompletamente guarita .

HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE

Armas Letizia - Aschiero Sr. Palmina - Audisio Giulio -Badini Lucia - Baio Caldirola Maria - Bargiggia Rosa -Bellone Dr. Francesco - Bertolotto Simone - BianchettiLuciana - Bieler Giuseppe - Borio Maria e Lorenzo -Brignone Nina - Caronna Vincenzo - Cavallotto Sabina- Cerutti Margherita - Cicerale Marco - Cullaro Angela -Cuminetti Carla e Beppe - D'Ambrosio Amalia - D'Am-brosio Antonio - De Martini Maria - Fallabrino Madda-lena - Fantini Emma - Fedalto Bruna - Francois Anita -Gazzola Maria - Geuna Domenica - Ghirardi Giuseppe -Giudici Angela - Guazzo Margherita - Jacono Tina -Jantorno Delfina - Lazzarotto Giovanna - Lo Porto Ma-ria - Mannucci Salvo - Marengo Giovanni e Giuseppina- Martire Maria - Menani Licia - Mongini Benedetta -Morello Regina - Noero Gianluca - Novero OcchiettiAdele - Papalini Assunta - Pepe Baldassare e Antonia -Pertica Giuseppe - Pettinelli Emma - Piovano Chiara,Maria, Domenica - Ranise Piero Paolo - Ratti Isabella -Ravera Caterina - Restivo Maria - Riccobene Lina -Rocchi Flora - Santoncini (Famiglia) - Saporiti Giuditta- Schioppa Luisa - Secco Rosa - Sesia Adriano - Son-nino Lucia - Stella Cioffi Adriana - Tallone Angela -Torchia M . Adelaide - Torello Teresa - Truno Michelina- Vercelli Rina - Vicario Giuseppina - Zeppa Paola .

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• Clotilde Alagia in Damiano (Napoli,Vomero), mamma di tre bambini, per es-sere stata restituita in buona salute allafamiglia dopo che il suo cuore avevacessato di battere per un minuto e diecisecondi in seguito ad arresto cardiaco .• Flora Voarino (Roascio, CN) per una

grave operazione felicemente superatadalla figlia, e perché il figlio sposato dasei anni ha finalmente visto allietata la suacasa dall'arrivo del piccolo Alberto .• Anna V. (Torino), che da anni cer-

cava invano un posto di lavoro, per averloora trovato del tutto confacente alle pro-prie necessità .• Maria Concetta Demichelis per la

felice nascita del suo quinto nipotino, chemette insieme con gli altri sotto la prote-zione affettuosa del Santino delle culle .• Franco ed Elena Mosetti (Roma) . Per

la nascita di Luca Maria, e invocandoancora l'intercessione del piccolo santoper una nuova vita che presto verrà adallietare la loro casa .

• Adele e Francesco Rocchietti (Note,TO), perché la loro figlia di tre anni rico-verata d'urgenza all'ospedale per cistiemorragica e sospetta nefrite accompa-gnata da forte febbre, dopo intense pre-ghiere ha ricuperato la salute .

DI' A GESU' CHE FACCIA GUARIRELA MAMMA DI ENRICA

Il male bussò allamia porta nel feb-braio dell'annoscorso . Fui compitada febbre a 40 conmale di gola perun'escrescenza dicarne alla ghiandoladestra . Il dottore difamiglia, dopo aver-mi curata per unasettimana senza al-

cun miglioramento, mi fece ricoverare al-l'ospedale di Vercelli, dove rimasi per unadecina di giorni . Si fecero molti esami, mai medici non si pronunciavano e mi man-darono alle « Molinette » di Torino . Dopoaltri venti giorni di cure, il professore ve-dendo che l'escrescenza non scompari-va, anzi era diventata dura come unapietra, decise per un intervento .

I bimbi della scuola materna delle Figliedi Maria Ausiliatrice frequentata dalla miabambina, pregavano ogni giorno dicendo :«Santa Maria Mazzarello, di' a Gesù chefaccia guarire la mamma di Enrica» . L'o-perazione non si presentava facile, e ilprofessore richiese il consenso scritto dimio marito e dei miei genitori . E prima cheentrassi in sala operatoria volle ancoravisitarmi, ma quale non fu la sua meravi-glia nel constatare che l'escrescenza dicarne era completamente scomparsa . . .Fui dimessa dall'ospedale . Corsi allascuola materna ad abbracciare la miabambina e a ringraziare delle preghierefatte .

Renata Bossola (Vercelli)

• Una Figlia di Maria Ausiliatrice(Agliè, TO): «Mia nipote Daniela di 13anni d'improvviso si trovò bloccata negliarti inferiori : la gamba sinistra era com-pletamente paralizzata . Ricoverata all'o-spedale, i medici diagnosticarono una

La pietà . Particolare da urla fazione della ViaCrucis scolpita dallo scultore Luigi Riva, sale-siano coadiutore. L'artistica Via Crucis durantela scorsa quaresima è stata collocata nel tem-pio Sacro Cuore di Bologna .

mielite virale . II caso si prospettava gravee complicato. Avvertita per telefono, su-bito incoraggiai i miei cari dicendo che lanostra Comunità aveva affidato Daniela asanta Maria Domenica Mazzarello e asan Domenico Savio . La nostra fiducianon venne delusa : dopo un'intensa tera-pia e fisioterapia Daniela potè ritornare acasa completamente guarita, e a distanzadi due anni la gamba non presenta nes-suna deformazione o residuo del male » .* Rita (Roma) scrive : «Sono una ra-

gazza di 15 anni, che ha avuto parecchiecose tristi nella vita . Due mesi fa ho lettoper la prima volta il BS . Era un periodo dicrisi, e mi sono rivolta a madre Mazza-rello pregandola di farmi stare meglio (eroin gravi condizioni morali e fisiche), e difarmi trovare amiche vere nella nuovascuola . Ora dico grazie, perché tutto si èavverato, e prego santa Mazzarelloperché mi protegga sempre » .

LA «LUCE» E' TORNATA!Ero cappellano e

ospite delle Suoredell'Hortus Conclu-sus vicino a Betlem-me, e fui pregato difare un giro esplora-tivo in una loro pro-prietà dove alcuniterreni erano conte-stati . Dopo un so-pralluogo di quasisei ore in un pome-

riggio caldo e afoso, avvertii un malesseree forti dolori all'occhio destro . Dopo po-chi giorni l'occhio era completamentespento, e anche l'altro in pericolo . Unavisita all'ospedale oftalmico St . John diGerusalemme non dette alcun risultato ;venni allora ricoverato all'ospedale Ha-dassah dell'Università ebraica e messosotto la cura di eminenti specialisti, chediagnosticarono un'infiammazione mali-gna assai delicata e pericolosa . Sottopo-sto a esami e cure, non si riusciva a tro-

vare la causa del male . Allora feci unanovena al Servo di Dio Simone Srugi.All'improvviso, mentre prima non vede-

vo neppure la mia mano, cominciai a ve-derci di nuovo . E dopo appena 13 giornidi degenza, venni licenziato dall'ospeda-le ; un altro mese di cure, e fui in grado diriprendere le occupazioni normali . La lu-ce era tornata come prima! Attribuisco laguarigione non solo all'intervento e allecure dei bravi dottori, ma anche all'inter-cessione del Servo di Dio, da me già altrevolte invocato : la grazia ottenuta è per meun segno della sua santità .Sac. Francesco Laconi (Cremisan, lsr )

MI RICORDAI DI UN FAZZOLETTOCHE ERA STATO DI DON RINALDI

Nei giorni seguentiil Natale scorso misentii improvvisa-mente un gran fuoconella testa, con fortidolori alle orecchie .Era notte, tutti ripo-savano, e io non sa-pevo che fare . Mi ri-cordai di avere unfazzoletto che erastato del Servo di

Dio don Filippo Rinaldi : lo presi, lo misisul capo con fede, e pregai . Immediata-mente i dolori scomparvero . Però il mat-tino seguente mi accorsi che il viso co-minciava a gonfiare, e ben presto divenniirriconoscibile : la testa e la faccia eranoun solo gonfiore . Venne il medico e con-statò una flebite alla testa, con febbremolto alta . Mi ordinò le cure del caso e lamalattia fece il suo corso, con l'aggra-vante del mio stato di cardiaco e dell'età .Però i dolori al capo non tornarono più .

Ricevetti il sacramento degli infermi ;ero pronta al gran passo, e ringraziavoDio dei miei ottant'anni da lui sempre be-nedetti . Ma continuavo a pregare don Ri-naldi e a tenere la testa fasciata con ilfazzoletto . E ciò per tutta la malattia, Econtinuo a farlo anche oggi, anche seposso ormai dichiarare a gloria di Dio edel suo Servo don Rinaldi che sono gua-rita, come da dichiarazione medica . De-sidero sottolineare che la flebite alla testaavrebbe potuto o dovuto togliermi le fa-coltà mentali, invece don Rinaldi mi ot-tenne anche la grazia di essere sempreperfettamente lucida . Oggi 11 marzo sonoandata per la prima volta alla santa Mes-sa, con la più viva gratitudine al Signore eal mio grande protettore don Rinaldi .Suor Giovanna Cavallucci (Roppolo, VC)* MFT (Venas di Cadore, BL) mamma

83enne ringrazia don Rinaldi per il mi-glioramento ottenuto nella salute del fi-glio, affetto da grave disturbo all'apparatorespiratorio, e attende con fiducia la gra-zia completa, perché « don Rinaldi non fale cose a metà » .- Scrive PR da Omegna : « Sono

un'anziana pensionata. Soffrivo di emi-crania e pur avendo provato e cambiatotantissime cure non avevo ottenuto risul-tato alcuno . Allora mi sono rivolta al miocaro concittadino, il Servo di Dio donAndrea Beltrami, e mi è venuto in aiuto :dopo qualche settimana che pregavo, ilmale è scomparso e non è più tornato .

∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ l 'MAGGIO 1981 ∎ 33

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BENCETTI ALDO Salesiano Coadiutoret Varese a 84 anni

Cresciuto all'oratorio di Treviglio, si ar-ruolò tra gli Arditi durante la prima guerramondiale ; a Caporetto aveva cercato disalvare il suo capitano ferito, e di ripor-tarlo fra i suoi soldati, ma gli era spiratofra le braccia . Quel capitano era un reli-gioso gesuita . A 24 anni diventò salesia-no, si specializzò nell'arte del legno, e sirecò missionario a Panama, dove ebbemodo di mettere a frutto la sua arte comeeducatore della gioventù . Formò genera-zioni di mobilieri, vinse numerosi concorsinazionali, ricevette dal governo attestatidi benemerenza per la sua azione edu-cativa. Dopo 32 anni di missione tornò inItalia a continuare fino all'ultimo la suapresenza salesiana fra i giovani, come laintendeva Don Bosco .

BERTOLOTTI CELESTINO SalesianoCoadiutore } Varazze a 90 anni

Cresciuto all'oratorio di Perosa Argen-tina nel clima d'intensa spiritualità delleassociazioni cattoliche, conobbe poi levicende dolorose della prima guerramondiale e lo sconforto di Caporetto .Tornato più maturo al suo oratorio, di-venne l'anima del teatro e delle attivitàmusicali . Poi, quasi quarantenne, chiesee ottenne di essere salesiano . Lavorò alungo nell'Ispettoria Novarese e poi inquella Ligure, e trascorse gli ultimi 33anni a Varazze. Fu il collaboratore intel-ligente e capace dei direttori d'oratorio, eaccompagnò tante generazioni di ragazzialle soglie della maturità . Sua specialitàera il teatro, che curò con vera passione .

BULLERI DINO Salesiano Coadiutore tAlassio (SV) a 64 anni

Semplice e operoso, donò tutte le sueenergie ai giovani nelle scuole professio-nali e negli oratori . Era l'anima della ri-creazione e un appassionato catechista .Negli ultimi anni, col venire meno delleforze, si dedicò al decoro e al culto dellachiesa nell'istituto salesiano di Alassio .

DIVINA sac. GUIDO Salesiano } SanFrancisco a 73 anni

Dalla natia Valsugana all'aspirantatosalesiano e al noviziato negli Stati Uniti :poi tutta una vita in California. Conseguì ititoli accademici nelle discipline storicheall'università di Berkeley e per qualcheanno insegnò, poi si dedicò al ministeroparrocchiale e fu anche parroco . Tra-scorse gli ultimi trent'anni nella parroc-chia per gli italiani San Pietro e Paolo diSan Francisco . Era innamorato dell'Italia,della sua arte e della sua musica, e sa-peva trasfondere la passione per il bello

34 ∎ BOLLETTINO SALESIANO ∎ 1'1~ 1981 ∎

I NOSTRI MOR

in quanti lo avvicinavano . Ma conoscevaa fondo anche la storia e la realtà dellaCalifornia e di San Francisco ; il fatto poidi essere nato nel 1906, l'anno in cui SanFrancisco fu distrutta da un violento ter-remoto, fu a lungo occasione di serenoumorismo: lo si accusava, non senza unasua connivenza, di essere stato la causadel disastro . In anni recenti estese il suoministero a un programma radiofonicopresso l'emittente Bay Area .

FALCIER sac. GIOVANNI Salesiano }Mogliano Veneto a 66 anniAveva una «scorza irsuta», ma era

« uno strato di superficie, che nasconde-va una bontà schietta rivestita di sempli-cità» . Mise a servizio della scuola in stilesalesiano un'intelligenza viva e pronta .Era fine, brioso e arguto, anche quando siesprimeva in versi, italiani e latini . Avevaun approccio tutto suo con i giovani,partecipava alla loro espansività fin quasia non saperla più arginare ; ma riuscì acreare col loro un durevole clima di ami-cizia e un'intensa corrente di simpatia .Soffri molto quando per motivi di salutedovette lasciare l'insegnamento.

LOMAZZI MASSIMO Salesiano Coadiu-tore i Roma a 64 anni

Di carattere dolce, sereno, arguto, futra i primi allievi della Scuola agricolamissionaria di Cumiana (Torino), poi mis-sionario nella Repubblica Dominicanadove mise a frutto con ottimi risultati lasua specializzazione . Tre anni soli resi-stette al forte clima tropicale, poi la suasalute si spezzò per sempre . Fu ancoraper molti anni missionario in Venezuela,alternando riposo e lavoro, poi dovetterimpatriare. E trovò ancora modo di ren-dersi utile a Roma come portinaio-telefo-nista alla Procura salesiana, poi dedican-dosi al parco della Casa Generalizia . Erainnamorato della natura : « Il paradiso ungiorno ; ma intanto, come riflesso del pa-radiso, ci rimangono il sorriso dei fan-ciulli, i fiori e le stelle » . Era fedele e pre-ciso nelle sue incombenze, piccole matante e svariate : «Avrò cura di tutta lacasa . . . » . Era di interiorità : «Io ritrovo lapace prendendo per mano Gesù . Gesù èper l'anima mia quel che è il sole per lanatura : io gli apro le porte e le finestre,egli è la vita . . . » . È stato forte anche nellasofferenza : « Benedetto Dio per i giorni, imesi e gli anni che ho trascorso nel do-lore » .

PELLEGRINO sac. PIETRO Salesiano }New York a 91 anniPiemontese, ragazzo dell'89, dopo la

dura esperienza della prima guerra mon-diale e del servizio militare al fronte passò

A quanti hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIRE-ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, ricono-sciuta giuridicamente con D .P . del 2-9-1971 n . 959, e L'ISTITUTOSALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-nalità giuridica per Decreto 13-1-1924 n . 22, possono legalmente ri-cevere Legati ed Eredità .

Formule valide sono :

- se si tratta d'un legato : « . . .lascio alla Direzione Generale OpereDon Bosco con sede in Roma (oppure all'Istituto Salesiano per lemissioni con sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire . . .,(oppure) l'immobile sito in . . . per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-

agli ordini di Don Bosco, e si recò per ilnoviziato negli Stati Uniti . Per più di 50anni ha svolto il ministero sacerdotale aNew York nella parrocchia di Maria Ausi-liatrice, dedicandosi con generosità so-prattutto agli anziani e ai malati . Nel 1972venne decorato dal Governo italiano conla Croce di Vittorio Veneto . Le suore dellacasa di cura Madre Cabrini lo assistetteronegli ultimi mesi con vero affetto, ricam-biandogli così i tanti servizi da lui prestatiper anni all'ospedale Cabrini di Manhat-tan. Sereno e silenzioso, se ne è andatolasciando un ricordo di stima e amore .

BRANDANO MARIA ved. DONGU Coo-peratrice } Roma a 91 anniDonna di grande fede e intensa pre-

ghiera, ha donato al Signore una dellesue figlie divenuta FMA. Cooperatrice daoltre 50 anni, fedele lettrice del Bollettino,ha sempre aiutato con generosità le mis-sioni di Don Bosco.

GALUPPINI SERGIO Exallievo e Coope-ratore } La Spezia a 73 anni

Di carattere gioviale e pieno di iniziati-va, non si risparmiava mai . Accanto allepreoccupazioni che gli provenivano dallafamiglia e dalla professione (era ragio-niere), seppe aggiungere e sostenere leresponsabilità di socio e dirigente in nu-merose organizzazioni cattoliche e sale-siane: gli Exallievi, i Cooperatori, la SanVincenzo, l'Azione Cattolica . . . « Con uo-mini così si costruirebbe in terra un veroregno di amore », hanno detto di lui.

MARANGONI FRANCESCO Exallievo }Ravenna a 83 anniApprese dai salesiani di Lugo il me-

stiere di sarto, e più ancora imparò adamare Maria Ausiliatrice e Don Bosco . Fufelice quando il figlio Carlo entrò in semi-nario, e sostenne la sua vocazione con laparola calda e con l'esempio della vita .Anche la figlià fu da lui educata salesia-namente, e ora che è insegnante fa co-noscere Don Bosco ai suoi scolaretti .Quanto a lui, duramente provato nella vita(durante la guerra ebbe la casa distrutta eriportò gravi ferite sotto un bombarda-mento), ma trovò nella fede la forza dioccuparsi soprattutto degli altri . Semprepresente alle adunanze degli Exallievi, siera pure recato in visita ai luoghi salesianidi Valdocco.

PALUMBIERI CARMELA L Bari a 78 anniAveva il carisma dell'amabilità, della

preghiera, della fame dell'Eucaristia .Aveva realizzato col marito una famigliacome chiesa domestica, in cui si pregavainsieme, si operava, si soffriva e gioiva

insieme, e ci si preparava all'impegnoconcreto . Ebbe la gioia di donare a DonBosco il figlio don Sabino con cui vollecondividere fin dall'inizio, con la preghie-ra e il sacrificio, l'offerta sacerdotale . Eraconosciuta e stimata da numerosi sale-siani, che si consideravano suoi «figlispirituali acquisiti», e che in una cin-quantina vennero da ogni parte d'Italia adarle l'estremo addio; la sua messa ese-quiale assunse il tono di una festa di Pa-squa.

PAOLINI sac . PAOLO Exallievo e Coo-peratore , Massa Carrara a 100 annimeno un mese

Aveva studiato presso l'opera salesianadi La Spezia, prima di diventare sacerdotein d ;ocesi . Quando don Rua nei suoi nu-merosi viaggi giungeva in Liguria, nonmancava mai di andare a fargli visita .

PRIN EMMA ved . DEMATTEIS Coopera-trice j' Chàtillon (AO) a 77 anni

Di tratto gentile, sensibilità profonda egrande fede, fu sempre disponibile a tuttiper aiuto, consiglio e affetto. Incalcolabilile sue attività : di professione insegnante,aveva dato il suo nome e il suo apportoconcreto all'Azione Cattolica, alla SanVincenzo, all'Avis, al CIF ; era terziariafrancescana, corrispondente di alcunigiornali, impegnata nella parrocchia enella comunità civile. E brava Coopera-trice, impegnata nel sostegno delle operesalesiane, in particolare delle missioni.

QUAGLIOTTO TOMMASO Exallievo }Torino a 81 anniRicevette la prima educazione a Val-

docco, a contatto con gli indimenticabilidon Pavia, commendator Garbellone, si-gnor Merlino. . . E conservò i loro inse-gnamenti come guida per tutta la vita .Ebbe la gioia di accompagnare, comemembro dell'apposito comitato, la salmadi Don Bosco quando fu trasferita da Va-salice a Valdocco . Quando il figlio Francochiese di diventare salesiano e poi dipartire missionario per l'America Latina,disse generosamente il suo sì .

ROTULI MARIA ANGELA Cooperatrice }Mombaruzzo (AT) a 91 anniAttraverso la lettura del Bollettino si

associò alle vicende delle opere di DonBosco nel mondo, e cercò di imitarne lagenerosità nei più svariati apostolati dibene. Tra l'altro, durante il conflitto1915-18 si prodigò per i prigionieri diguerra .

SPRIANO ing . CARLO Cooperatore }Roma a 84 anni

Si sentiva della famiglia di Don Bosco evisse il suo essere salesiano in pienezzadi sentimenti e di impegno apostolico .Partecipava intensamente alle attività delsuo Centro Cooperatori, e fu per svariatianni del Consiglio ispettoriale dell'asso-ciazione. Si impegnò particolarmente nelsettore della stampa educativa . Di pietàprofonda ma semplice, di carattere ilare egeneroso, era orgoglioso e felice di averconosciuto il beato Michele Rua .

I colarmente di assistenza e beneficenza, di istruzione e educazione, diculto e di religione» .

- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno ol'altro dei due Enti su indicati :

« . . .annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomi-no mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco consede in Roma (oppure l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo, pergli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente di assistenza e bene-ficenza, di istruzione e educazione, di culto e di religione» .

(luogo e data)

(firma per disteso)

Page 35: RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN …biesseonline.sdb.org/1981/198108.pdf · Stati Uniti - Sudafrica - Thailandia-Uruguay- Venezuela. DIFFUSIONE E ABBONAMENTI Il BS

Borsa : S. Giovanni Bosco, implorandoprotezione sul figlio Pierfelice, a curadella mamma L . 1 .000 .000Borsa : S. Giovanni Bosco, in suffragio diGiancarlo, a cura della mamma L.1 .000.000Borsa : Maria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco, in suffragio di Meccagno Giovan-ni, ex allievo, a cura della figlia MargheritaL . 1 .000.000Borsa: Vocazioni Salesiane, in occasionedel giubileo sacerdotale di Don Natale, acura Unione Uomini Oratorio Valdocco L .700 .000Borsa : S. Giovanni Bosco : per grazia ri-cevuta, a cura di Lina Formento L .500 .000Borsa : Don Cimatti, a cura dell'IspettoriaSalesiana Lombarda L. 500 .000Borsa : Don Antonio Tonelli, in memoria esuffragio, a cura di un exallievo L .500 .000Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoria esuffragio dei nostri defunti, a cura delleSorelle Cimaz, Susa (TO) L. 500.000Borsa : in memoria dell'exallievo GianottiAdriano, a cura della Mamma Maria,Montaldo Dora (TO) L. 150.000Borsa : Gesù Bambino, invocando bene-dizione sui familiari, a cura di Barra Se-condinaBorsa : Maria Ausiliatrice, S. DomenicoSavio: proteggete e guidate Stefano, acura di N . N . L . 150 .000Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, pergrazia ricevuta e invocando protezione, acura di Giovanni e Anna Rubiola, (TO) L .70 .000Borsa : in memoria e suffragio di mio ma-rito Sebastiano, a cura di MontanaroMargherita, Corneliano d'Alba (CN) L.60 .000Borsa : Don Bosco, a cura di Usai Gio-vanna, Terralba (OR) L . 60.000Borsa : Don Bosco, in ringraziamento, acura di Cerutti Anna (AT) L . 60 .000Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, insuffragio del marito Domenico e invo-cando protezione sui figli, a cura di SuffiDomenica (NO) L . 60.000

BORSE DI LIRE 100 .000

Borsa : S. Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice, Don Bosco, in ringraziamento e in-vocando ancora protezione, a cura diGoretti Rina (CO)Borsa : S. Giovanni Bosco, in memoria diAlberto Besozzi, ex allievo, a cura dellamoglie, Castelveccana (VA)Borsa : per i morti e per i vivi che ho nelcuore, a cura di N .N .Borsa : Beato Don Rua, invocando prote-zione, a cura di Moser LinaBorsa : in suffragio di Zazo Luigi, a cura diZazo Franco, FirenzeBorsa : Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani,invocando benedizione sulla famiglia, acura di Ternavasio Berrino Clara, BraBorsa: Divina Provvidenza, a cura di Bo-glione Francesco, TorinoBorsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Gen-co Giuseppe, Orbassano (TO)Borsa: Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, per implorare aiuto e protezione,a cura di N .N ., TorinoBorsa: Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani,per invocare protezione sulla famiglia, acura di Brusasco Maddalena, AlessandriaBorsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, acura di A.A .G ., Cinisello B . (MI)Borsa : Maria Ausiliatrice, per grazia ri-cevuta, a cura di Faralli Aurelio

Borse di studio per giovani Missionari pervenute alla Direzione Opere Don Bosco

Borsa : Maria Ausiliatrice, chiedendo aiu-to per una buona morte, a cura di Bo-scaglia Elena, Buttera (CL)Borsa : S . Domenico Savio, a cura di Bu-scaglia Elena, Buttera (CL)Borsa : S . Giovanni Bosco, ac rua di Bu-scaglia Elena, Buttera (CL)Borsa : Maria Ausiliatrice, in attesa digrazia, a cura di Gorri Paolo (MI)Borsa : Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, invocando protezione, a cura diBosetti Agostino Magenta (MI)Borsa : in memoria di Clotilde Carraro, acura di Carraro Giuseppina, Torriglia (GE)Borsa : in memoria di Don Giovanni Car-raro, a cura di Carraro GiuseppinaBorsa: Maria Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, per protezione, a cura di SegradoR. Gemma, Noiaris Sutrio (UD)Borsa: Maria Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, in ringraziamento e invocandoprotezione, a cura di Baudino B . Vittoria,Monesiglio (CN)Borsa: P. Pio da Petrelcina, a cura diGaravelli Gianni, Cingia de' Botti (CR)Borsa: Sacro Cuore, in memoria e suf-fragio della Cooperatrice Pasquali ZitaRidella, a cura del maritoBorsa: Maria Ausiliatrice, S . GiovanniBosco, ringraziando per la continua pro-tezione, a cura di N .N .Borsa : S . Giovanni Bosco, in suffragio diAntonietta Goita, a cura di L.P . NapoliBorsa : S . Giovanni Bosco, in suffragio diMaria Modugno, a cura di L .P. NapoliBorsa : S. Giovanni Bosco : in suffragio diG . Modugno, a cura di L.P .Borsa : Don Bosco, per grazia ricevuta ein suffragio dei cari defunti, a cura di Gi-lardoni Annunciata, PaviaBorsa : Maria Ausiliatrice, S . GiovanniBosco, ringraziando e invocando prote-zione e in suffragio dei cari defunti, a curadi Pilot Giuseppe (VE)Borsa : S. Giovanni Bosco, a cura di DiGiamberardino Emilia, RomaBorsa : Maria Ausiliatrice, per preghiere,a cura di Sileci Carolina (CT)

BORSE DI LIRE 50.000

Borsa: Don Bosco: =grazie» delle settesorelle, a cura di N .N .Borsa: Don Bosco, Don Rya, per graziaricevuta, a cura di Viola Giovanni (SA)Borsa: Maria Ausiliatrice e Zefirino Na-muncura, per grazia ricevuta, a cura diBarile Zuin Giuseppina, Nichelino (TO)

SOLIDARIETA

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco,invocando protezione, a cura di Monti,Mariuccia, Milena e LuigiBorsa : in suffragio dei miei defunti, a curadi R . MariucciaBorsa : S. Domenico Savio, in ringrazia-mento, a cura di Venuti Francesco, Da-niela e Sandro, TorinoBorsa : Maria Ausiliatrice, in memoria diLuigi e Sergio Zanetta, a cura di N .N .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco,per grazie ricevute, a cura della FamigliaMoscaBorsa : S . Domenico Savio, Beato M . Rua,imolorando grazie, a cura della FamigliaMoscaBorsa : S. Giovanni Bosco, a cura di Fer-rero DomenicaBorsa : Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani,in ringraziamento e invocando protezio-ne, a cura di Robino Susanna, TorinoBorsa : Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, in memoria e suffragio dell'exal-lievo Giordano Severino, a cura del fra-tello Don Antonio e familiariBorsa: Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, per grazia ricevuta e invocandoprotezione, a cura di P . Elisabetta, TorinoBorsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, acura di Gualini Clara, TorinoBorsa: S . Domenico Savio, a cura di Bot-to Arnaldo, AstiBorsa: Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, per grazia ricevuta, a cura diA .C .M ., TorinoBorsa : Cuore Immacolato di Maria, a cu-ra di N.N.Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausi-liatrice, Don Bosco, per grazia ricevuta einvocando protezione, a cura di GonellaMaria, TorinoBorsa : S. Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice, Don Bosco, ringraziando invocandoprotezione, a cura di N .N ., TorinoBorsa : S . Domenico Savio, a cura di Ca-retta Giuseppina, TorinoBorsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco, insuffragio dei miei defunti, a cura di Mon-tefameglio Spirito, TorinoBorsa : Don Bosco, a cura di D'AnielloMaddalena, S . Antimo (NA)Borsa : Santi Salesiani e Don GiacomoAngeleri, a cura di Bonaccorsi Cirino (CT)Borsa : Mamma Agnese, invocando aiutoe protezione, a cura di N .N ., TorinoBorsa : Maria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco, in suffragio dei miei defunti, acura di Francini Giulia (AR)Borsa : Don Bosco, invocando salute per ilfiglio, a cura di Ferraris B . Antonietta,Masio (AL)Borsa: Maria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco, in ringraziamento, a cura di Bar-delli Carolina, Azzio (VA)Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice, Santi Salesiani, in ringraziamento, acura di Cellerino Franca, . RomaBorsa: Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani,aiutateci, salvateci, a cura di Gioria Giu-seppina, Arona (NO)Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, S .Maria Mazzarello, chiedendo la guarigio-ne della figlia, a cura di Baraffa M . Anto-nietta, BergamoBorsa : Don Bosco, S . Domenico Savio,proteggete i miei nipotini, a cura dellanonna

Borsa : Maria Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, a cura di Affaba Raimondo (MI)Borsa : in suffragio di Maria Trombetta, acura di Trombetta Zina, MessinaBorsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco, pergrazia ricevuta, a cura di Tomarchio Ro-sina, Acireale (CT)Borsa : Don Bosco, a cura di MoscardelliGugliemina, RomaBorsa : Don Bosco, in suffragio dei fratellidefunti e invocando protezione, a cura diAndriollo Silvestro, Pontinia (LT)Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Sale-siani, a cura di Martin Luigi (VA)Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Ali-fredi Ines, TorinoBorsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, S .Domenico Savio, invocando protezione, acura di Mazzucco Felice, Cerrina (AL)Borsa: Maria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco, a cura di N .N .Borsa: Maria Ausiliatrice, S. GiovanniBosco, in suffragio dei genitori Giovanni eGrazia, a cura di Giuliani Assunta, Navelli(AQ)Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco, S .Domenico Savio, a cura di Pilia Ada (NU)Borsa : S . Maria Mazzarello, per grazia ri-cevuta, a cura di Ottonello Giuseppe,Bellano (CO)Borsa : S. Giovanni Bosco, per continuaprotezione, a cura di Salomone Giusep-pe, EnnaBorsa : Maria Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, in suffragio della moglie Giusep-pina, a cura dei marito e dei figli (CL)Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi Sale-siani, in suffragio dei familiari e invocan-do protezione, a cura di Nina Barbaro,RomaBorsa : Mons . Olivares e Don Variare, acura di Tatullo Dr. Filippo, Lido di RomaBorsa : Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani,in suffragio dei miei defunti, a cura di P .B.Borsa: Maria Ausiliatrice, in ringrazia-mento e invocando protezione, a cura diBiffi Eersilia, MesinaBorsa: Cuori di Gesù e di Maria, SantiSalesiani, in suffragio dei defunti e per lasalvezza dei familiari, a cura di LucciMaria, Chiaravalle (AN)Borsa: in suffragio dei defunti Curone-DeMicheli, a cura di Curone De Micheli Clo-tildeBorsa: S . Cuore di Gesù, in suffragio diGiuseppe e Alessandro, a cura di Girme-nia Rosa, GrossetoBorsa : S . Domenico Savio, in ringrazia-mento e invocando protezione, a cura diAlesse Ornella, RomaBorsa : Maria Ausiliatrice, in ringrazia-mento e invocando ancora protezione, acura di Cottino Teresina, Rivalta (TO)Borsa : Don Pietro Ricaldone, in ricordo ericonoscenza, a cura di Faes AlessandroA ., VicenzaBorsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco,Domenico Savio, per grazia ricevuta einvocando protezione, a cura di BelvisoRenzo e Teresa, Casale M. (AL)

Per le nuove Borse Mis-sionarie l'offerta minimaè di lire 100 .000. Grazie

∎ BOLLETTINO SALESIANO • l 'MAGGIO 1981 ∎ 35

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Spedii . in abbon. postale - Gruppo 20 (70) - 16 quindicina

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PORTALETTERE

In caso diMANCATO RECAPITOinviare a

TORINOCENTRO CORRISPONDENZAper la restituzione al mittente

D. ALIMENTI -A .MICHELINI

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Mi sono sentito SL :zmolto vicino ai giovani .. .non si può non amarli .

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SOCIETÀ EDITRICEINTERNAZIONALETORINO

Dante AlimentiAlberto Michelini

IL PAPAI GIOVALILA SPERANZAOggi tutti, e specialmente i giovani,interrogano il- Papa . A loro è destinatoquesto libro, una originalissima«intervista» con Giovanni Paolo Ilsui temi maggiormente dibattuti nelmondo giovanile. In esso il lettorepuò trovare una risposta alle difficoltàe alle attese di ogni giorno .

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