Bollettino (I/2006)

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ANNO LVIII MMVI - 1 BOLLETTINO UFFICIALE DELL'ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI PESCARA-PENNE

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Il semestrale di documenti ufficiali dell'arcidiocesi di Pescara-Penne. Anno 2006, I semestre

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ANNO LVIII MMVI - 1

BOLLETTINO UFFICIALEDELL'ARCIDIOCESI METROPOLITANA

DI PESCARA-PENNE

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Periodicodella Diocesi di PescaraAnno LVIII - N° 1

Presidente:S. E. R. Mons. Tommaso VALENTINETTI

Direttore:Sor. Lidia BASTI

Direttore Responsabile:Dott. Ernesto GRIPPO

Amministratore:Can. Antonio DI GIULIO

Editore:Curia Arcivescovile Metropolitana Pescara-Penne

Sede Legale:

Curia Arcivescovile Metropolitana Pescara-Penne

Piazza Spirito Santo, 5

65121 PESCARA

Fotocomposizione e Stampa:

Tipografia MAX PRINT

65016 MONTESILVANO (PE)

Rivista Diocesana

1 copia t 4

C.C.P. n° 16126658

Periodico registrato presso il Tribunale di Pescara

al n° 11/95 in data 24.05.1995

Spedizione in abb. postale 50% PESCARA

CURIA METROPOLITANA:

Piazza Spirito Santo, 5 - 65121 Pescara - Tel. 085.4222571 - Fax 085.4213149

ARCIVESCOVADO:

Piazza Spirito Santo, 2 - 65121 Pescara - Tel. 085.2058897

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MMVI - 1

LA PAROLA DEL PAPA

Messaggio per la Quaresima 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Messaggio per la Giornata della Gioventù . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni . .

Concistoro - Omelia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

VITA DIOCESANA

NOMINE

Uffici della Curia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Consiglio presbiterale e Collegio Consultori . . . . . . . . . . . . . . . . .

Consiglio Affari economici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Consiglieri Fondazione Caritas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Consiglio Amministrazione “Fraternità Magistrale” . . . . . . . . . . .

Consiglio Istituto Diocesano Sostentamento Clero . . . . . . . . . . . .

Consiglio Pastorale Diocesano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

STATUTI

Consiglio Presbiterale e Collegio dei Consultori . . . . . . . . . . . . . .

Fondazione Caritas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Consulta delle Aggregazioni laicali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AMMINISTRAZIONE

Rendiconto Erogazioni Cei - Anno 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

COMUNICAZIONI DELL’ARCIVESCOVO

Triduo Pasquale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

SOMMARIO

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BOLLA DI NOMINADI S. E. MONS. TOMMASO VALENTINETTI

Arcivescovo Metropolita di Pescara-Penne

Benedetto Vescovo, Servo dei Servi di Dio, al Venerabile fratello Tommaso Valentinetti,finora Vescovo di Termoli-Larino trasferito all’Archidiocesi di Pescara-Penne, salute e ApostolicaBenedizione.

Da poco posti sulla Cattedra del Beato Pietro Ci adoperiamo per curare il benessere spirituale ditutto il gregge del Signore.

Dovendosi, appunto, provvedere alla Sede Metropolitana di Pescara-Penne, vacante per la rinunziadell’Eccellentissimo Monsignore Francesco Cuccarese, Noi riteniamo di operare in modo ottimo sel’affidiamo a Te, venerabile fratello, donato di comprovate virtù ed esperto di attività pastorali.

Pertanto, accogliamo il parere della Congregazione per i Vescovi, in forza della massima autoritàApostolica, sciolto dal vincolo con la summenzionata Diocesi di Termoili-Larino, Ti nominiamoArcivescovo Metropolita di Pescara-Penne, con tutti i diritti e i doveri.

Diposniamo, inoltre, che questa lettera sia resa nota al clero e al popolo della medsima Sede, cheesortiamo ad accoglierTi con gioia e a restare in comunione con Te.

Per Te, infine, Venerabile Fratello, invochiamo i doni dello Spirito Paraclito, affinchè da Luisostenuto, Tu possa condurre i fedeli affidati alla Tua cura, con le parole e soprattutto con l’esempio,a perseguire la Santità della vita, assidui alla Mensa del Pane eucaristico e della Parola di Dio: Parolanon vuota e vana, ma viva ed efficace perchè realizza ciò che dice e contiene la stessa forza di Dio.

La grazia di Dio, per l’intercessione della Vergine Maria sia sempre con Te e con la comunitàDiocesana di Pescara-Penne, a Noi carissima.

Dato in Roma, presso San Pietro, il giorno quattro del mese di Novembre, Memoria di San CarloBorromeo Vescovo, nell’Anno del Signore duemila e cinque, Primo del Nostro Pontificato.

BENEDETTO PP. XVI

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LA PAROLA DEL PAPA

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MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2006

Carissimi fratelli e sorelle!La Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso

Colui che è la fonte della misericordia. È un pellegrinaggio in cui Lui stessoci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nelcammino verso la gioia intensa della Pasqua. Anche nella “valle oscura” dicui parla il Salmista (Sal 23,4), mentre il tentatore ci suggerisce di disperar-ci o di riporre una speranza illusoria nell’opera delle nostre mani, Dio ci cu-stodisce e ci sostiene. Sì, anche oggi il Signore ascolta il grido delle molti-tudini affamate di gioia, di pace, di amore. Come in ogni epoca, esse si sen-tono abbandonate. Eppure, anche nella desolazione della miseria, della soli-tudine, della violenza e della fame, che colpiscono senza distinzione anzia-ni, adulti e bambini, Dio non permette che il buio dell’orrore spadroneggi.Come infatti ha scritto il mio amato Predecessore Giovanni Paolo II, c’è un“limite divino imposto al male”, ed è la misericordia (Memoria e identità,29 ss). È in questa prospettiva che ho voluto porre all’inizio di questo Mes-saggio l’annotazione evangelica secondo cui “Gesù, vedendo le folle, nesentì compassione” (Mt 9,36). In questa luce vorrei soffermarmi a rifletteresu di una questione molto dibattuta tra i nostri contemporanei: la questionedello sviluppo. Anche oggi lo “sguardo” commosso di Cristo non cessa diposarsi sugli uomini e sui popoli. Egli li guarda sapendo che il “progetto”divino ne prevede la chiamata alla salvezza. Gesù conosce le insidie che sioppongono a tale progetto e si commuove per le folle: decide di difenderledai lupi anche a prezzo della sua vita. Con quello sguardo Gesù abbraccia isingoli e le moltitudini e tutti consegna al Padre, offrendo se stesso in sacri-ficio di espiazione.

Illuminata da questa verità pasquale, la Chiesa sa che, per promuovereun pieno sviluppo, è necessario che il nostro “sguardo” sull’uomo si misurisu quello di Cristo. Infatti, in nessun modo è possibile separare la risposta aibisogni materiali e sociali degli uomini dal soddisfacimento delle profondenecessità del loro cuore. Questo si deve sottolineare tanto maggiormente inquesta nostra epoca di grandi trasformazioni, nella quale percepiamo in ma-niera sempre più viva e urgente la nostra responsabilità verso i poveri delmondo. Già il mio venerato Predecessore, il Papa Paolo VI, identificava con

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precisione i guasti del sottosviluppo come una sottrazione di umanità. Inquesto senso nell’Enciclica Populorum progressio egli denunciava “le ca-renze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale, e le carenzemorali di coloro che sono mutilati dall’egoismo… le strutture oppressive,sia che provengano dagli abusi del possesso che da quelli del potere, siadallo sfruttamento dei lavoratori che dall’ingiustizia delle transazioni” (n.21). Come antidoto a tali mali Paolo VI suggeriva non soltanto “l’accresciu-ta considerazione della dignità degli altri, l’orientarsi verso lo spirito di po-vertà, la cooperazione al bene comune, la volontà di pace”, ma anche “il ri-conoscimento da parte dell’uomo dei valori supremi e di Dio, che ne è lasorgente e il termine” (ibid.). In questa linea il Papa non esitava a proporre“soprattutto la fede, dono di Dio accolto dalla buona volontà dell’uomo, el’unità nella carità di Cristo” (ibid.). Dunque, lo “sguardo” di Cristo sullafolla, ci impone di affermare i veri contenuti di quell’«umanesimo plenario»che, ancora secondo Paolo VI, consiste nello “sviluppo di tutto l’uomo e ditutti gli uomini” (ibid., n. 42). Per questo il primo contributo che la Chiesaoffre allo sviluppo dell’uomo e dei popoli non si sostanzia in mezzi materia-li o in soluzioni tecniche, ma nell’annuncio della verità di Cristo che educale coscienze e insegna l’autentica dignità della persona e del lavoro, pro-muovendo la formazione di una cultura che risponda veramente a tutte ledomande dell’uomo.

Dinanzi alle terribili sfide della povertà di tanta parte dell’umanità, l’in-differenza e la chiusura nel proprio egoismo si pongono in un contrasto in-tollerabile con lo “sguardo” di Cristo. Il digiuno e l’elemosina, che, insiemecon la preghiera, la Chiesa propone in modo speciale nel periodo della Qua-resima, sono occasione propizia per conformarci a quello “sguardo”. Gliesempi dei santi e le molte esperienze missionarie che caratterizzano la sto-ria della Chiesa costituiscono indicazioni preziose sul modo migliore di so-stenere lo sviluppo. Anche oggi, nel tempo della interdipendenza globale, sipuò constatare che nessun progetto economico, sociale o politico sostituiscequel dono di sé all’altro nel quale si esprime la carità. Chi opera secondoquesta logica evangelica vive la fede come amicizia con il Dio incarnato e,come Lui, si fa carico dei bisogni materiali e spirituali del prossimo. Loguarda come incommensurabile mistero, degno di infinita cura ed attenzio-ne. Sa che chi non dà Dio dà troppo poco, come diceva la beata Teresa diCalcutta: “La prima povertà dei popoli è di non conoscere Cristo”. Perciò

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occorre far trovare Dio nel volto misericordioso di Cristo: senza questa pro-spettiva, una civiltà non si costruisce su basi solide.

Grazie a uomini e donne obbedienti allo Spirito Santo, nella Chiesa sonosorte molte opere di carità, volte a promuovere lo sviluppo: ospedali, uni-versità, scuole di formazione professionale, micro-imprese. Sono iniziativeche, molto prima di altre espressioni della società civile, hanno dato provadella sincera preoccupazione per l’uomo da parte di persone mosse dal mes-saggio evangelico. Queste opere indicano una strada per guidare ancora og-gi il mondo verso una globalizzazione che abbia al suo centro il vero benedell’uomo e così conduca alla pace autentica. Con la stessa compassione diGesù per le folle, la Chiesa sente anche oggi come proprio compito quellodi chiedere a chi ha responsabilità politiche ed ha tra le mani le leve del po-tere economico e finanziario di promuovere uno sviluppo basato sul rispettodella dignità di ogni uomo. Un’importante verifica di questo sforzo saràl’effettiva libertà religiosa, non intesa semplicemente come possibilità diannunciare e celebrare Cristo, ma anche di contribuire alla edificazione diun mondo animato dalla carità. In questo sforzo si iscrive pure l’effettivaconsiderazione del ruolo centrale che gli autentici valori religiosi svolgononella vita dell’uomo, quale risposta ai suoi più profondi interrogativi e qualemotivazione etica rispetto alle sue responsabilità personali e sociali. Sonoquesti i criteri in base ai quali i cristiani dovranno imparare anche a valutarecon sapienza i programmi di chi li governa.

Non possiamo nasconderci che errori sono stati compiuti nel corso dellastoria da molti che si professavano discepoli di Gesù. Non di rado, di fronteall’incombenza di problemi gravi, essi hanno pensato che si dovesse primamigliorare la terra e poi pensare al cielo. La tentazione è stata di ritenereche dinanzi ad urgenze pressanti si dovesse in primo luogo provvedere acambiare le strutture esterne. Questo ebbe per alcuni come conseguenza latrasformazione del cristianesimo in un moralismo, la sostituzione del crede-re con il fare. A ragione, perciò, il mio Predecessore di venerata memoria,Giovanni Paolo II, osservava: “La tentazione oggi è di ridurre il cristianesi-mo ad una sapienza meramente umana, quasi a una scienza del buon vivere.In un mondo fortemente secolarizzato è avvenuta una graduale secolarizza-zione della salvezza, per cui ci si batte sì per l’uomo, ma per un uomo di-mezzato. Noi invece sappiamo che Gesù è venuto a portare la salvezza inte-grale” (Enc.Redemptoris missio, 11).

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È proprio a questa salvezza integrale che la Quaresima ci vuole condurrein vista della vittoria di Cristo su ogni male che opprime l’uomo. Nel vol-gerci al divino Maestro, nel convertirci a Lui, nello sperimentare la sua mi-sericordia grazie al sacramento della Riconciliazione, scopriremo uno“sguardo” che ci scruta nel profondo e può rianimare le folle e ciascuno dinoi. Esso restituisce la fiducia a quanti non si chiudono nello scetticismo,aprendo di fronte a loro la prospettiva dell’eternità beata. Già nella storia,dunque, il Signore, anche quando l’odio sembra dominare, non fa mai man-care la testimonianza luminosa del suo amore. A Maria, “di speranza fonta-na vivace” (Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII, 12) affido il nostro cammi-no quaresimale, perché ci conduca al suo Figlio. A Lei affido in particolarele moltitudini che ancora oggi, provate dalla povertà, invocano aiuto, soste-gno, comprensione. Con questi sentimenti a tutti imparto di cuore una spe-ciale Benedizione Apostolica.

29 Settembre 2005

MESSAGGIO PER LA GIORNATA DELLA GIOVENTÙ

«Lampada per i miei passi è la tua parola,luce sul mio cammino» (Sal 118[119], 105)

Cari giovani!Nel rivolgermi con gioia a voi che state preparandovi alla XXI Giornata

Mondiale della Gioventù, rivivo nel mio animo il ricordo delle arricchentiesperienze fatte nell’agosto dello scorso anno in Germania. La Giornata diquest’anno verrà celebrata nelle diverse Chiese locali e sarà un’occasioneopportuna per ravvivare la fiamma di entusiasmo accesa a Colonia e chemolti di voi hanno portato nelle proprie famiglie, parrocchie, associazioni emovimenti. Sarà al tempo stesso un momento privilegiato per coinvolgeretanti vostri amici nel pellegrinaggio spirituale delle nuove generazioni versoCristo.

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Il tema che propongo alla vostra considerazione è un versetto del Salmo118[119]: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammi-no» (v. 105). L’amato Giovanni Paolo II ha commentato così queste paroledel Salmo: «L’orante si effonde nella lode della Legge di Dio, che egli adot-ta come lampada per i suoi passi nel cammino spesso oscuro della vita» (In-segnamenti di Giovanni Paolo II, XXIV/2, 2001, p. 715). Dio si rivela nellastoria, parla agli uomini e la sua parola è creatrice. In effetti, il concettoebraico «dabar», abitualmente tradotto con il termine «parola», sta a signi-ficare tanto parola che atto. Dio dice ciò che fa e fa ciò che dice. Nell’Anti-co Testamento annuncia ai figli d’Israele la venuta del Messia e l’instaura-zione di una «nuova» alleanza; nel Verbo fatto carne Egli compie le suepromesse. Lo evidenzia bene anche il Catechismo della Chiesa Cattolica:«Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitivadel Padre, il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella» (n.65). Lo Spirito Santo, che ha guidato il popolo eletto ispirando gli autoridelle Sacre Scritture, apre il cuore dei credenti all’intelligenza di quanto è inesse contenuto. Lo stesso Spirito è attivamente presente nella CelebrazioneEucaristica quando il sacerdote, pronunciando «in persona Christi» le paro-le della consacrazione, converte il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cri-sto, perché siano nutrimento spirituale dei fedeli. Per avanzare nel pellegri-naggio terreno verso la Patria celeste, abbiamo tutti bisogno di nutrirci dellaparola e del pane di Vita eterna, inseparabili tra loro!

Gli Apostoli hanno accolto la parola di salvezza e l’hanno tramandata ailoro successori come un gioiello prezioso custodito nel sicuro scrigno dellaChiesa: senza la Chiesa questa perla rischia di perdersi o di frantumarsi. Ca-ri giovani, amate la parola di Dio e amate la Chiesa, che vi permette di ac-cedere a un tesoro di così alto valore introducendovi ad apprezzarne la ric-chezza. Amate e seguite la Chiesa, che ha ricevuto dal suo Fondatore lamissione di indicare agli uomini il cammino della vera felicità. Non è facilericonoscere ed incontrare l’autentica felicità nel mondo in cui viviamo, incui l’uomo è spesso ostaggio di correnti di pensiero, che lo conducono, purcredendosi «libero», a perdersi negli errori o nelle illusioni di ideologieaberranti. È urgente «liberare la libertà» (cfr Enciclica Veritatis splendor,86), rischiarare l’oscurità in cui l’umanità sta brancolando. Gesù ha indicatocome ciò possa avvenire: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davve-ro miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,

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3132). Il Verbo incarnato, Parola di Verità, ci rende liberi e dirige la nostralibertà verso il bene. Cari giovani, meditate spesso la parola di Dio, e lascia-te che lo Spirito Santo sia il vostro maestro. Scoprirete allora che i pensieridi Dio non sono quelli degli uomini; sarete portati a contemplare il vero Dioe a leggere gli avvenimenti della storia con i suoi occhi; gusterete in pienez-za la gioia che nasce dalla verità. Sul cammino della vita, non facile né pri-vo di insidie, potrete incontrare difficoltà e sofferenze e a volte sarete tentatidi esclamare con il Salmista: «Sono stanco di soffrire» (Sal 118[119], v.107). Non dimenticate di aggiungere insieme con lui: «Signore, dammi vitasecondo la tua parola... La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimenticola tua legge» (ibid., vv. 107.109). La presenza amorevole di Dio, attraversola sua parola, è lampada che dissipa le tenebre della paura e rischiara ilcammino anche nei momenti più difficili.

Scrive l’Autore della Lettera agli Ebrei: «La parola di Dio è viva, effica-ce e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto didivisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta isentimenti e i pensieri del cuore» (4, 12). Occorre prendere sul serio l’esor-tazione a considerare la parola di Dio come un’«arma» indispensabile nellalotta spirituale; essa agisce efficacemente e porta frutto se impariamo adascoltarla, per poi obbedire ad essa. Spiega il Catechismo della Chiesa Cat-tolica: «Obbedire (ob-audire) nella fede è sottomettersi liberamente alla Pa-rola ascoltata, perché la sua verità è garantita da Dio, il quale è la Veritàstessa» (n. 144). Se Abramo è il modello di questo ascolto che è obbedien-za, Salomone si rivela a sua volta un ricercatore appassionato della sapienzaracchiusa nella Parola. Quando Dio gli propone: «Chiedimi ciò che io devoconcederti», il saggio re risponde: «Concedi al tuo servo un cuore docile»(1 Re 3, 5.9). Il segreto per avere «un cuore docile» è di formarsi un cuorecapace di ascoltare. Ciò si ottiene meditando senza sosta la parola di Dio erestandovi radicati, mediante l’impegno di conoscerla sempre meglio.

Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a te-nerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica lastrada da seguire. Leggendola, imparerete a conoscere Cristo. Osserva inproposito San Girolamo: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo»(PL 24, 17; cfr Dei Verbum, 25). Una via ben collaudata per approfondire egustare la parola di Dio è la lectio divina, che costituisce un vero e proprioitinerario spirituale a tappe. Dalla lectio, che consiste nel leggere e rilegge-

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re un passaggio della Sacra Scrittura cogliendone gli elementi principali, sipassa alla meditatio, che è come una sosta interiore, in cui l’anima si volgea Dio cercando di capire quello che la sua parola dice oggi per la vita con-creta. Segue poi l’oratio, che ci fa intrattenere con Dio nel colloquio diretto,e si giunge infine alla contemplatio, che ci aiuta a mantenere il cuore attentoalla presenza di Cristo, la cui parola è «lampada che brilla in luogo oscuro,finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori» (2Pt 1, 19). La lettura, lo studio e la meditazione della Parola devono poi sfo-ciare in una vita di coerente adesione a Cristo ed ai suoi insegnamenti.

Avverte San Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola enon soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltantoe non mette in pratica la Parola, somiglia a un uomo che osserva il propriovolto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimenticacom’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della li-bertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come unoche la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla» (1, 22-25). Chi ascolta la parola di Dio e ad essa fa costante riferimento poggia lapropria esistenza su un saldo fondamento. «Chiunque ascolta queste mie pa-role e le mette in pratica — dice Gesù — è simile a un uomo saggio che hacostruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7, 24): non cederà alle intemperie.

Costruire la vita su Cristo, accogliendone con gioia la parola e mettendo-ne in pratica gli insegnamenti: ecco, giovani del terzo millennio, qualedev’essere il vostro programma! È urgente che sorga una nuova generazio-ne di apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfidedel nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo. Questo vichiede il Signore, a questo vi invita la Chiesa, questo il mondo — anchesenza saperlo — attende da voi! E se Gesù vi chiama, non abbiate paura dirispondergli con generosità, specialmente quando vi propone di seguirlonella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Non abbiate paura; fidatevi diLui e non resterete delusi.

Cari amici, con la XXI Giornata Mondiale della Gioventù, che celebrere-mo il prossimo 9 aprile, Domenica delle Palme, intraprenderemo un idealepellegrinaggio verso l’incontro mondiale dei giovani, che avrà luogo a Syd-ney nel luglio 2008. Ci prepareremo a questo grande appuntamento riflet-tendo insieme sul tema Lo Spirito Santo e la missione, attraverso tappe suc-cessive. Quest’anno l’attenzione si concentrerà sullo Spirito Santo, Spirito

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di verità, che ci rivela Cristo, il Verbo fatto carne, aprendo il cuore di cia-scuno alla Parola di salvezza, che conduce alla Verità tutta intera. L’annoprossimo, 2007, mediteremo su un versetto del Vangelo di Giovanni: «Co-me io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» ( 13, 34) e sco-priremo ancor più a fondo come lo Spirito Santo sia Spirito d’amore, cheinfonde in noi la carità divina e ci rende sensibili ai bisogni materiali e spi-rituali dei fratelli. Giungeremo, infine, all’incontro mondiale del 2008, cheavrà per tema: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e misarete testimoni» (At 1, 8).

Sin d’ora, in un clima di incessante ascolto della parola di Dio, invocate,cari giovani, lo Spirito Santo, Spirito di fortezza e di testimonianza, perchévi renda capaci di proclamare senza timore il Vangelo sino agli estremi con-fini della terra. Maria, presente nel Cenacolo con gli Apostoli in attesa dellaPentecoste, vi sia madre e guida. Vi insegni ad accogliere la parola di Dio, aconservarla e a meditarla nel vostro cuore (cfr Lc 2, 19) come Lei ha fattodurante tutta la vita. Vi incoraggi a dire il vostro «sì» al Signore, vivendol’«obbedienza della fede». Vi aiuti a restare saldi nella fede, costanti nellasperanza, perseveranti nella carità, sempre docili alla parola di Dio. Io vi ac-compagno con la mia preghiera, mentre di cuore tutti vi benedico.

22 febbraio 2006

MESSAGGIO PER LA XLIII GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Venerati Fratelli nell'Episcopato,Cari fratelli e sorelle!La celebrazione della prossima Giornata Mondiale di Preghiera per le

Vocazioni mi offre l'occasione per invitare tutto il Popolo di Dio a rifletteresul tema della Vocazione nel mistero della Chiesa. Scrive l’apostolo Paolo:“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo ... In lui ci hascelti prima della creazione del mondo ... predestinandoci a essere suoi figli

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adottivi per opera di Gesù Cristo" (Ef 1,3-5). Prima della creazione delmondo, prima della nostra venuta all'esistenza, il Padre celeste ci ha sceltipersonalmente, per chiamarci ad entrare in relazione filiale con Lui, me-diante Gesù, Verbo incarnato, sotto la guida dello Spirito Santo. Morendoper noi, Gesù ci ha introdotti nel mistero dell'amore del Padre, amore chetotalmente lo avvolge e che Egli offre a tutti noi. In questo modo, uniti aGesù, che è il Capo, noi formiamo un solo corpo, la Chiesa.

Il peso di due millenni di storia rende difficile percepire la novità del mi-stero affascinante dell'adozione divina, che è al centro dell'insegnamento disan Paolo. Il Padre, ricorda l’Apostolo, “ci ha fatto conoscere il mistero del-la sua volontà ..., il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose” (Ef1,9-10). Ed aggiunge, non senza entusiasmo: “Noi sappiamo che tutto con-corre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo ilsuo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche pre-destinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia ilprimogenito tra molti fratelli” (Rm 8,28-29). La prospettiva è davvero affa-scinante: siamo chiamati a vivere da fratelli e sorelle di Gesù, a sentirci figlie figlie del medesimo Padre. E’ un dono che capovolge ogni idea e progettoesclusivamente umani. La confessione della vera fede spalanca le menti e icuori all'inesauribile mistero di Dio, che permea l’esistenza umana. Che di-re allora della tentazione, molto forte ai nostri giorni, di sentirci autosuffi-cienti fino a chiuderci al misterioso piano di Dio nei nostri confronti? L’a-more del Padre, che si rivela nella persona di Cristo, ci interpella.

Per rispondere alla chiamata di Dio e mettersi in cammino, non è neces-sario essere già perfetti. Sappiamo che la consapevolezza del proprio pecca-to ha permesso al figliol prodigo di intraprendere la via del ritorno e di spe-rimentare così la gioia della riconciliazione con il Padre. Le fragilità e i li-miti umani non rappresentano un ostacolo, a condizione che contribuiscanoa renderci sempre più consapevoli del fatto che abbiamo bisogno della gra-zia redentrice di Cristo. E’ questa l’esperienza di san Paolo che confidava:“Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in mela potenza di Cristo” (2 Cor 12,9). Nel mistero della Chiesa, Corpo misticodi Cristo, il potere divino dell'amore cambia il cuore dell'uomo, rendendolocapace di comunicare l'amore di Dio ai fratelli. Nel corso dei secoli tantiuomini e donne, trasformati dall’amore divino, hanno consacrato le proprieesistenze alla causa del Regno. Già sulle rive del mare di Galilea, molti si

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sono lasciati conquistare da Gesù: erano alla ricerca della guarigione delcorpo o dello spirito e sono stati toccati dalla potenza della sua grazia. Altrisono stati scelti personalmente da Lui e sono diventati suoi apostoli. Trovia-mo pure persone, come Maria Maddalena e altre donne, che lo hanno segui-to di propria iniziativa, semplicemente per amore, ma, al pari del discepoloGiovanni, hanno occupato esse pure un posto speciale nel suo cuore. Questiuomini e queste donne, che hanno conosciuto attraverso Cristo il misterodell'amore del Padre, rappresentano la molteplicità delle vocazioni da sem-pre presenti nella Chiesa. Modello di chi è chiamato a testimoniare in ma-niera particolare l’amore di Dio è Maria, la Madre di Gesù, direttamente as-sociata, nel suo pellegrinaggio di fede, al mistero dell'Incarnazione e dellaRedenzione.

In Cristo, Capo della Chiesa, che è il suo Corpo, tutti i cristiani formano“la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si èacquistato perché proclami le opere meravigliose di lui” (1 Pt 2,9). La Chie-sa è santa, anche se i suoi membri hanno bisogno di essere purificati, per farsì che la santità, dono di Dio, possa in loro risplendere fino al suo pieno ful-gore. Il Concilio Vaticano II mette in luce l'universale chiamata alla santità,affermando che “i seguaci di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loroopere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù Signore,nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e comparteci-pi della natura divina, e perciò realmente santi” (Lumen gentium, 40). Nelquadro di questa chiamata universale, Cristo, Sommo Sacerdote, nella suasollecitudine per la Chiesa chiama poi, in ogni generazione, persone che siprendano cura del suo popolo; in particolare, chiama al ministero sacerdota-le uomini che esercitino una funzione paterna, la cui sorgente è nella pater-nità stessa di Dio (cfr Ef 3,15). La missione del sacerdote nella Chiesa è in-sostituibile. Pertanto, anche se in alcune regioni si registra scarsità di clero,non deve mai venir meno la certezza che Cristo continua a suscitare uomini,i quali, come gli Apostoli, abbandonata ogni altra occupazione, si dedicanototalmente alla celebrazione dei sacri misteri, alla predicazione del Vangeloe al ministero pastorale. Nell’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis, ilmio venerato Predecessore Giovanni Paolo II ha scritto in proposito: “La re-lazione del sacerdote con Gesù Cristo e, in Lui, con la sua Chiesa si situanell'essere stesso del sacerdote, in forza della sua consacrazione-unzione sa-cramentale, e nel suo agire, ossia nella sua missione o ministero. In partico-

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lare, «il sacerdote ministro è servitore di Cristo presente nella Chiesa miste-ro, comunione e missione. Per il fatto di partecipare all’“unzione” e alla“missione” di Cristo, egli può prolungare nella Chiesa la sua preghiera, lasua parola, il suo sacrificio, la sua azione salvifica. E’ dunque servitore del-la Chiesa mistero perché attua i segni ecclesiali e sacramentali della presen-za di Cristo risorto»” (n. 16).

Un’altra vocazione speciale, che occupa un posto d'onore nella Chiesa, èla chiamata alla vita consacrata. Sull'esempio di Maria di Betania, che “se-dutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola” (Lc 10,39), molti uomini edonne si consacrano ad una sequela totale ed esclusiva di Cristo. Essi, pursvolgendo diversi servizi nel campo della formazione umana e della curadei poveri, nell'insegnamento o nell’assistenza dei malati, non consideranoqueste attività come lo scopo principale della loro vita, poiché, come bensottolinea il Codice di Diritto Canonico, “primo e particolare dovere di tuttii religiosi deve essere la contemplazione delle verità divine e la costanteunione con Dio nell'orazione” (can. 663, § 1). E nell'Esortazione apostolicaVita consecrata Giovanni Paolo II annotava: “Nella tradizione della Chiesala professione religiosa viene considerata come un singolare e fecondo ap-profondimento della consacrazione battesimale in quanto, per suo mezzo,l'intima unione con Cristo, già inaugurata col Battesimo, si sviluppa nel do-no di una conformazione più compiutamente espressa e realizzata, attraver-so la professione dei consigli evangelici” (n. 30).

Memori della raccomandazione di Gesù: “La messe è molta, ma gli ope-rai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operainella sua messe!” (Mt 9,37), avvertiamo vivamente il bisogno di pregare perle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Non sorprende che, laddo-ve si prega con fervore, fioriscano le vocazioni. La santità della Chiesa di-pende essenzialmente dall'unione con Cristo e dall'apertura al mistero dellagrazia che opera nel cuore dei credenti. Per questo vorrei invitare tutti i fe-deli a coltivare un’intima relazione con Cristo, Maestro e Pastore del suopopolo, imitando Maria, che custodiva nell’animo i divini misteri e li medi-tava assiduamente (cfr Lc 2,19). Insieme con Lei, che occupa un posto cen-trale nel mistero della Chiesa, preghiamo:

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O Padre, fa’ sorgere fra i cristianinumerose e sante vocazioni al sacerdozio,che mantengano viva la fedee custodiscano la grata memoria del tuo Figlio Gesùmediante la predicazione della sua parolae l'amministrazione dei Sacramenti,con i quali tu rinnovi continuamente i tuoi fedeli.

Donaci santi ministri del tuo altare,che siano attenti e fervorosi custodi dell'Eucaristia,sacramento del dono supremo di Cristoper la redenzione del mondo.

Chiama ministri della tua misericordia,che, mediante il sacramento della Riconciliazione,diffondano la gioia del tuo perdono.

Fa', o Padre, che la Chiesa accolga con gioiale numerose ispirazioni dello Spirito del Figlio tuoe, docile ai suoi insegnamenti,si curi delle vocazioni al ministero sacerdotalee alla vita consacrata.

Sostieni i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi,i consacrati e tutti i battezzati in Cristo,affinché adempiano fedelmente la loro missioneal servizio del Vangelo.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Maria, Regina degli Apostoli, prega per noi!

5 Marzo 2006

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CONCISTORO - OMELIA

Venerati Cardinali, Patriarchi e Vescovi,illustri Signori e Signore,cari fratelli e sorelle!In questa vigilia della solennità dell’Annunciazione del Signore, il clima

penitenziale della Quaresima lascia spazio alla festa: oggi, infatti, il Colle-gio dei Cardinali si arricchisce di quindici nuovi membri. Anzitutto a voi,cari Fratelli, che ho avuto la gioia di creare Cardinali, rivolgo il mio salutocon viva cordialità, mentre ringrazio il Card. William Joseph Levada per isentimenti e i pensieri che a nome di tutti voi mi ha poc’anzi espresso. Sonolieto poi di salutare gli altri Signori Cardinali, i venerati Patriarchi, i Vesco-vi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i numerosi fedeli, in modo partico-lare i familiari, qui convenuti per fare corona, nella preghiera e nella gioiacristiana, ai nuovi Porporati. Con speciale riconoscenza accolgo le distinteAutorità governative e civili, che rappresentano diverse Nazioni e Istituzio-ni. Il Concistoro Ordinario pubblico è un avvenimento che manifesta congrande eloquenza la natura universale della Chiesa, diffusa in ogni angolodel mondo per annunciare a tutti la Buona Novella di Cristo Salvatore. L’a-mato Giovanni Paolo II ne celebrò ben nove, contribuendo così in manieradeterminante a rinnovare il Collegio Cardinalizio, secondo gli orientamentiche il Concilio Vaticano II e il Servo di Dio Paolo VI avevano dato. Se è ve-ro che nel corso dei secoli molte cose sono mutate per quanto concerne ilCollegio cardinalizio, non sono però cambiate la sostanza e la natura essen-ziale di questo importante organismo ecclesiale. Le sue antiche radici, il suosviluppo storico e l’odierna sua composizione ne fanno veramente una sortadi “Senato”, chiamato a cooperare strettamente con il Successore di Pietronell’adempimento dei compiti connessi con l’universale suo ministero apo-stolico.

La Parola di Dio, che poc’anzi è stata proclamata, ci porta indietro neltempo. Con l’evangelista Marco siamo risaliti all’origine stessa della Chiesae, in particolare, all’origine del ministero petrino. Con gli occhi del cuoreabbiamo rivisto il Signore Gesù, a lode e gloria del quale l’atto che stiamocompiendo è totalmente orientato e dedicato. Egli ci ha detto parole che cihanno richiamato alla mente la definizione del Romano Pontefice cara a san

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Gregorio Magno:“Servus servorum Dei”. Infatti, Gesù, spiegando ai dodiciApostoli che la loro autorità avrebbe dovuto essere esercitata in modo bendiverso da quello dei “capi delle nazioni”, riassume tale modalità nello stiledel servizio: “Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore (Diako-nos); e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti (qui Gesù usa laparola più forte: dulos)” (Mc 10,43-44). La totale e generosa disponibilitànel servire gli altri è il segno distintivo di chi nella Chiesa è posto in auto-rità, perché così è stato per il Figlio dell’uomo, il quale non venne “per esse-re servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). Pur essendo Dio, anzi, spinto proprio dalla sua divinità, Egli assunse laforma di servo – “formam servi” -, come mirabilmente si esprime l’inno aCristo contenuto nella Lettera ai Filippesi (cfr 2,6-7).

Il primo “Servo dei servi di Dio” è dunque Gesù. Dietro di Lui, e uniti aLui, gli Apostoli; e tra questi, in modo speciale, Pietro, al quale il Signoreha affidato la responsabilità di guidare il suo gregge. Compito del Papa è difarsi per primo servitore di tutti. La testimonianza di tale atteggiamentoemerge chiaramente dalla prima Lettura di questa Liturgia, che ci riproponeun’esortazione di Pietro ai “presbiteri” e agli anziani della comunità (cfr 1Pt 5,1). E’ un’esortazione fatta con quell’autorità che all’Apostolo derivadall’essere stato testimone delle sofferenze di Cristo, Buon Pastore. Si senteche le parole di Pietro provengono dall’esperienza personale del servizio algregge di Dio, ma prima e più ancora si fondano sull’esperienza diretta delcomportamento di Gesù: del suo modo di servire fino al sacrificio di sé, delsuo umiliarsi fino alla morte e alla morte di croce, confidando solo nel Pa-dre, che lo ha esaltato al tempo opportuno. Pietro, come Paolo, è stato inti-mamente “conquistato” da Cristo – “comprehensus sum a Christo Iesu” (cfrFil 3,12) -, e come Paolo può esortare gli anziani con piena autorevolezza,perché non è più lui che vive, ma Cristo vive in lui – “vivo autem iam nonego, vivit vero in me Christus” (Gal 2,20).

Sì, venerati e cari Fratelli, quanto afferma il Principe degli Apostoli siaddice particolarmente a chi è chiamato a vestire la porpora cardinalizia:“Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimonedelle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi” (1Pt 5,1). Sono parole che, anche nella loro struttura essenziale, richiamano ilmistero pasquale, particolarmente presente al nostro cuore in questi giornidi Quaresima. San Pietro le riferisce a se stesso in quanto “anziano come lo-

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ro” lasciando con ciò intendere che l’anziano nella Chiesa, il presbitero, perl’esperienza accumulata negli anni e per le prove affrontate e superate, deveessere particolarmente “sintonizzato” con l’intimo dinamismo del misteropasquale. Quante volte, cari Fratelli che avete poc'anzi ricevuto la dignitàcardinalizia, avete trovato in queste parole motivo di meditazione e di spiri-tuale stimolo a seguire le orme del Signore crocifisso e risorto! Esse avran-no un’ulteriore e impegnativa conferma in ciò che la nuova responsabilitàesigerà da voi. Più strettamente legati al Successore di Pietro, sarete chia-mati a collaborare con lui nell’adempimento del suo peculiare servizio ec-clesiale, e ciò significherà per voi una più intensa partecipazione al misterodella Croce nella condivisione delle sofferenze di Cristo. E noi tutti siamorealmente testimoni delle sue sofferenze oggi, nel mondo e anche nellaChiesa, e proprio così siamo anche partecipi della sua gloria. Questo vi con-sentirà di attingere più abbondantemente alle sorgenti della grazia e didiffonderne intorno a voi più efficacemente i frutti benefici.

Venerati e cari Fratelli, vorrei riassumere il senso di questa vostra nuovachiamata nella parola che ho posto al centro della mia prima Enciclica: cari-tas. Essa ben si associa anche al colore dell’abito cardinalizio. La porporache indossate sia sempre espressione dellacaritas Christi, stimolandovi adun amore appassionato per Cristo, per la sua Chiesa e per l’umanità. Aveteora un ulteriore motivo per cercare di rivivere gli stessi sentimenti che spin-sero il Figlio di Dio fatto uomo a versare il suo sangue in espiazione deipeccati dell’intera umanità. Conto su di voi, venerati Fratelli, conto sull’in-tero Collegio di cui entrate a far parte, per annunciare al mondo che “Deuscaritas est”, e per farlo anzitutto mediante la testimonianza di sincera comu-nione tra i cristiani: “Da questo – disse Gesù – tutti sapranno che siete mieidiscepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Conto su di voi,cari Fratelli Cardinali, per far sì che il principio della carità possa irradiarsie riesca a vivificare la Chiesa in ogni grado della sua gerarchia, in ogni Co-munità e Istituto religioso, in ogni iniziativa spirituale, apostolica e di ani-mazione sociale. Conto su di voi affinché il comune sforzo di fissare losguardo sul Cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il camminoverso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all’attentavalorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo in-cisivo l’annuncio e la sfida della civiltà dell’amore. Tutto questo mi piacevedere simboleggiato nella porpora di cui siete insigniti. Che essa sia vera-

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mente simbolo dell’ardente amore cristiano che traspare dalla vostra esi-stenza.

Affido questo auspicio alle mani materne della Vergine di Nazaret, dallaquale il Figlio di Dio prese il sangue che avrebbe poi versato sulla Crocecome testimonianza suprema della sua carità. Nel mistero dell’Annunciazio-ne, che ci apprestiamo a celebrare, ci viene rivelato che per opera dello Spi-rito Santo il Verbo divino si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.Per intercessione di Maria, scenda abbondante sui nuovi Cardinali e su tuttinoi l’effusione dello Spirito di verità e di carità affinché, sempre più piena-mente conformi a Cristo, possiamo dedicarci instancabilmente all’edifica-zione della Chiesa e alla diffusione del Vangelo nel mondo.

24 marzo 2006

I NUOVI CARDINALI

1. Card. WILLIAM JOSEPH LEVADA 2. Card. FRANC RODÉ 3. Card. AGOSTINO VALLINI 4. Card. JORGE LIBERATO UROSA SAVINO 5. Card. GAUDENCIO B. ROSALES6. Card. JEAN-PIERRE RICARD 7. Card. ANTONIO CAÑIZARES LLOVERA 8. Card. NICHOLAS CHEONG JINSUK9. Card. SEAN PATRICK O’MALLEY, O.F.M. Cap.10. Card. STANISLAW DZIWISZ11. Card. CARLO CAFFARRA 12. Card. JOSEPH ZEN ZE-KIUN, S.D.B.13. Card. ANDREA CORDERO LANZA DI MONTEZEMOLO14. Card. PETER POREKU DERY 15. Card. ALBERT VANHOYE, S.I.

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VITA DIOCESANANOMINE

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UFFICI DELLA CURIA

Carissimi,ringrazio il Signore all’inizio di questa Quaresima per il dono di Grazia cheriversa sulla Nostra Chiesa Diocesana.

Dopo circa tre mesi di conoscenza della realtà diocesana, in tutte le suecomponenti, mi vado convincendo delle tante ricchezze ministeriali chequesta Comunità Diocesana ha espresso, desiderosa di affrettare l’Avventodel Regno di Dio.

Come umile serva del Signore, ma anche come Sposa di Cristo che rive-ste l’abito nuziale, Voi siete le Pietre vive di questa Chiesa, scelte e prezioseper l’edificazione del Tempio Santo, dove continuamente si innalza la lode,si edifica la carità, si annuncia l’unico Evangelo.

In attesa di contemplare il Mistero della Pasqua, Cristo Risorto dai morti,Speranza per tutti noi, camminiamo nella conversione dei cuori, delle mentie degli spiriti, per giungere rigenerati a celebrare nell’unità la vittoria diCristo sulla morte.

Il tempo che abbiamo vissuto dal 17 dicembre ad oggi, è stato per me ol-tre che tempo di incontri, anche tempo di discernimento e di intensa pre-ghiera.

Proprio per dare maggiore vitalità alla Nostra vita diocesana nei suoi varisettori pastorali e nei servizi di evangelizzazione, di liturgia e di carità, sonoin grado di comunicarVi in questa prima settimana di Quaresima, i nomi deifratelli che ho chiamato ad un impegno maggiore nei confronti di tutto ilpopolo di Dio.

Devo ringraziare tutti i Presbiteri e i laici che hanno prestato il loro servi-zio in Curia fino a questo momento. Vorrei citare solo un nome Mons. Vin-cenzo Amadio, Vicario Generale dal 1992 ad oggi, ma ringraziando lui de-sidero ringraziare tutti e ciascuno, quelli che si sono prodigati in questi anniper il cammino della Chiesa e la risoluzione di problemi che inevitabilmen-te sono sempre presenti all’interno della Chiesa locale. Il Vostro servizioumile e prezioso, senz’altro in molte circostanze anche faticoso, non è ri-compensato dalla gratitudine umana, ma dalla coscienza di avere operatoper il bene di questa Chiesa.

Gli incarichi che mi accingo a comunicarVi saranno operativi dalla data

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del 20 Marzo, quest’anno solennità liturgica di San Giuseppe, sposo dellaBeata Vergine Maria, Patrono della Chiesa Universale, e per la durata delquinquennio 2006-2011.

Invito perciò coloro che hanno ricoperto gli stessi incarichi e uffici, a cuifaremo riferimento, a disporre il giusto avvicendamento a far data dalla ri-cezione di questa Nostra lettera, entro il 18 marzo 2006.

Vicario Generale e Moderatore di Curia Sac. BRITTI don GustavoVicario Episcopale per la Pastorale Sac. MORICONI don GiorgioVicario Giudiziale Sac. SPADACCINI don MarcoCancelliere Sac. BERTOIA don RobertoVice Cancelliere/Ufficio Matrimoni Mons. LIZZA don GiovanniEconomo Diocesano, Beni Patrimoniali Sac. DI GIULIO don AntonioCoadiuvato per l’Ufficio Amministrativo dal Diac. DI NINO DonatoPresidente dell’Istituto Sostentamento Clero Sac. SCARPONE don GiuseppeDirettore Ufficio Catechistico Sac. LONZI don EmilioCoadiuvato per il settore Pastorale Biblica dal Sac. VOLANTE don Maurizio Responsabile per il catecumenato per gli adulti Sac. CAMPOVERDE don GiovanniDirettore Ufficio Liturgico Sac. CANTO’ don Vitoche assumerà anche l’incarico di cerimoniere episcopaleCoadiuvato dal Segretario di S. E. l’Arcivescovo Direttore Caritas Diocesana Sac. PAGNIELLO don MarcoDirettore Fondazione Caritas Diocesana e Delegatoarcivescovile della Fraternità Magistrale Sac. SOCCIO don RodolfoDirettore Uff. Arte sacra, Sac. DI BARTOLOMEO don G.Beni culturali e ArchivistaDirettore Uff. Pastorale Scolastica Sac. DEL CASALE don AntonioCoadiuvato per la parte legislativa dal Diac. CIRCEO LaurinoDirettore Ufficio Missionario Diocesano Sac. DI TOMMASO don ToninoDirettore Uff. Comunicazioni Sociali Sac. CHIAPPETTA don SimoneCoadiuvato per la pagina di “Avvenire sette” dal Dott. GRIPPO ErnestoCoadiuvato per la radio diocesana dal Sac. CHIODITTI don RemoDirettore Uff. Pastorale Giovanile Sac. IEZZI don ValentinoDirettore Uff. Pastorale Vocazionale Sac. DI MICHELE don AndreaDirettore Uff. Pastorale Familiare Sac. MARCUCCI don CristianoDirettore Uff. Pastorale sociale e del lavoro Sac. DI LULLO don MassimoDirettore Uff. per il turismo, il tempo libero,lo sport, i pellegrinaggi Sac. DE LUCA don MassimilianoDirettore Pastorale Sanitaria Diac. CIRILLO GiancarloDirettore Pastorale Ecumenica Sac. VILLANUCCI don AchilleDirettore Pastorale della Cultura Sac. FEMMINELLA don GiuseppeDelegato per la formazione permanentedei Presbiteri nei primi 10 anni di ordinazione Sac. CILLI don Gino

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Delegato per l’edilizia di culto Sac. DI FRANCESCO don NinoDelegato Cappella Universitaria Sac. PALLINI don FernandoDelegato Formazione operatori pastorali Rev. DI PAOLO fr. Roberto ofmcDelegato Vita consacrata e religiosa Rev. VILLA fr. Roberto omiDelegato Diaconato e ministeri Sac. FORTUNATO don LuigiDelegato Consulta Apostolato dei laici Sac. CAMPILI don GiorgioDelegato per il Bollettino diocesano Sor. BASTI Lidia

Sono altresì nominati per l’Azione Cattolica:Assistente Unitario e settore Adulti Sac. BERTOIA don RobertoSettore Giovani Sac. IEZZI don Valentino coadiuvato

dal diac. CIPOLLONE NelsonSettore A. C. R. Diac. TRAVE DarioAssistente di zona Scout AGESCI Sac. GIACINTUCCI don LucioAssistente di zona Scout FSE Sac. PALLINI don FernandoReferente presbiterale diocesano per i Cursillos Sac. SCARPONE don GiuseppeReferente presbiterale diocesano per il Cammino Neocatecumenale Sac. COMERLATI don Giuseppe

Alla luce di queste nomine sono anche in grado di comunicarVi la com-posizione definitiva del Consiglio Presbiterale Diocesano:

Membri di diritto: Sac. BRITTI don GustavoVicario GeneraleSac. MORICONI don GiorgioVicario Episcopale per la Pastorale

Membri eletti in ordine di preferenza di voti:Mons. AMADIO don VincenzoSac. DI FULVIO don FulvioSac. IEZZI don ValentinoSac. COMERLATI don GiuseppeSac. LONZI don EmilioSac. DI TOMMASO don ToninoSac. SANTUCCIONE don Francesco

Religiosi eletti: Rev. RENZETTI fr. Orazio ofm cappRev. FIORENTINO don Natale fdp

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Membri di nomina episcopale: Sac. NATOLI don GiuseppeSac. DI BARTOLOMEO don GiuseppeSac. CILLI don GinoSac. DI LULLO don Massimo

Dopo la prima riunione del Consiglio Presbiterale, che sarà convocata alpiù presto possibile, renderò noto i nomi del Collegio dei Consultori, deiVicari Foranei e del Consiglio per gli Affari Economici, nonché i membridel Consiglio di Amministrazione e dei revisori dei conti dell’Istituto So-stentamento Clero, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ca-ritas, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fraternità Magi-strale e, i nominativi della coppia di coniugi responsabili per la PastoraleFamiliare.

Comunico, infine, che in accordo con S. E. Mons. Antonio Iannucci, Ar-civescovo Emerito della Nostra Arcidiocesi, sto studiando la possibilità dirivedere gli statuti della Fondazione Paolo VI e dell’Opera Iuventutis perprocedere, successivamente, alla nomina del Consiglio di Amministrazione.

Come ultima notizia, chiedendo scusa per l’aridità comunicativa di que-sta seconda parte della lettera, Vi comunico che i nuovi numeri di telefonodell’episcopio sono i seguenti: Tel. 085. 2058897; Fax 085. 4293163.

Con l’auspicio che la Vostra preghiera accompagni il ministero di tuttiquesti fratelli che hanno accolto di mettersi al servizio della Comunità Dio-cesana, colgo l’occasione per salutarVi e benedirVi di vero cuore.

Buona Quaresima.

7 Marzo 2006

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

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CONSIGLIO PRESBITERALE E COLLEGIO CONSULTORI

Nella riunione plenaria del Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Pe-scara-Penne, convocata il giorno 14 febbraio 2006 presso l’Oasi dello Spiri-to a Montesilvano, per il consueto ritiro mensile, i Reverendi Presbiteri han-no eletto, secondo le procedure canoniche, i loro rappresentanti al ConsiglioPresbiterale Diocesano.

L’Arcivescovo in data 7 Marzo 2006 ha reso pubbliche le nomine del Vi-cario Generale e del Vicario Episcopale insieme ai nominativi dei Reveren-di Presbiteri designati da Lui per lo stesso Consiglio Presbiterale.

Pertanto a norma dello Statuto-Regolamento dello Stesso Consiglio Pre-sbiterale, approvato in data 5 Gennaio 2006 e a norma dei canoni 495-501del Codice di Diritto canonico

DECRETALA COSTITUZIONE DEL NUOVO CONSIGLIO PRESBITERALEDELL’ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI PESCARA-PENNE

PER IL QUINQUENNIO 2006-2011

Membri di Diritto: Sac. BRITTI don Gustavo, Vicario GeneraleSac. MORICONI don Giorgio, Vicario Epi-

scopale

Membri eletti in ordine di preferenza di voti: Mons. AMADIO don Vincenzo

Sac. DI FULVIO don FulvioSac. IEZZI don ValentinoSac. COMERLATI don GiuseppeSac. LONZI don EmilioSac. DI TOMMASO don ToninoSac. SANTUCCIONE don Francesco

Religiosi eletti: Fr. RENZETTI Orazio ofm capp.Sac. FIORENTINO don Natale fdp

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Membri di nomina episcopale:Sac. NATOLI don GiuseppeSac. DI BARTOLOMEO don GiuseppeSac. CILLI don GinoSac. DI LULLO don Massimo

Viene altresì costituito dall’Arcivescovo, a norma del canone 502 delCodice di Diritto Canonico, il

COLLEGIO DEI CONSULTORIDELL’ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI PESCARA-PENNE

PER IL QUINQUENNIO 2006-2011

Sac. BRITTI don GustavoSac. MORICONI don GiorgioSac. CILLI don GinoSac. DI BARTOLOMEO don GiuseppeSac. SANTUCCIONE don FrancescoSac. NATOLI don Giuseppe.

Dato a Pescara, nel giorno 20 Marzo dell’Anno del Signore 2006, Solen-nità Liturgica di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Nel piano di riordino della Nostra Curia Metropolitana di Pescara-Penne,visti i canoni 492-493 del Codice di Diritto Canonico, ci è sembrato oppor-tuno avvalerci della fattiva collaborazione di Presbiteri e di Fedeli Laici cheCi possano coadiuvare nell’esercizio del Nostro Ministero Pastorale.

Pertanto, ai sensi del canone 157 del Codice di Diritto Canonico,

NOMINIAMOMEMBRO DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

DELL’ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI PESCARA-PENNE

M. R. D’ANTONIO don AntonioM. R. GIACINTUCCI don LucioDott. Arch. TUOR Maria VittoriaDott. Avv. DI CRESCENZO LuciaDott. Comm. POLIDORO Francesco

Con tutti i diritti e i doveri derivanti dall’incarico affidatovi.La presente Nomina è da considerarsi per l’Anno 2006-2007, rinnovabile

fino ad un quinquennio.Con la viva speranza che saprete adempiere fedelmente e con generosità

d’impegno tale Ufficio, invochiamo su di Voi la Benedizione di Dio Onni-potente.

Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 20 Marzodell’Anno del Signore 2006, Solennità di San Giuseppe Sposo della BeataVergine Maria

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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CONSIGLIERI FONDAZIONE CARITAS

Volendo provvedere al riordino della Nostra Curia Metropolitana di Pe-scara-Penne, perché potesse corrispondere sempre meglio alle sue finalitàistituzionali, dopo la costituzione e l’avvio del Consiglio per gli Affari eco-nomici, la nomina dell’Economo Diocesano e la nomina del Direttore dellaCaritas Diocesana, si rendeva necessario completare l’organizzazione am-ministrativa con la nomina del Consiglio di Amministrazione della Fonda-zione Caritas Onlus dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, CF 91054310684,Ente riconosciuto agli effetti civili.

Essendo stato modificato lo Statuto di Fondazione redatto e sottoscrittoin data 3 marzo 2006 (Repertorio n. 157902, Raccolta n. 35128), dal com-parente don Nicola Ielo in qualità di Presidente, da Petricca Massimilianoteste, da Cotumaccio Sandro teste, innanzi al Dott. Antonio Mastroberardi-no, Notaio residente a Pescara, iscritto al collegio notarile dei distretti riuni-ti di Teramo e Pescara;

Avendo Noi assunta la Presidenza pro-tempore a norma dell’Art. 5 delsuccitato Statuto di Fondazione, e secondo quanto prescritto all’Art. 7 dellostesso, procediamo alla

NOMINA DEI CONSIGLIERI DELLA FONDAZIONE CARITAS ONLUS

DELL’ARCIDIOCESI DI PESCARA-PENNE

MEMBRI DI DIRITTO:

- Rev.do Sac. Don Rodolfo SOCCIO, Direttore Fondazione Caritas Onlus;- Rev.do Sac. Don Marco PAGNIELLO, Direttore Caritas Diocesana;

MEMBRI PROPOSTI DAL CONSIGLIO PRESBITERALE, riunitosi nellaseduta del 28 Marzo 2006 e a norma dello stesso Art. 7 dello Statuto diFondazione:

- Rev.do Sac. Don Giorgio GIAMPAOLO, Parroco di Alanno;- Rev.do Sac. Don Raffaele DI GIACINTO, Amm. Parr. Di Villa Celiera e

Vestea.

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MEMBRI DI NOMINA EPISCOPALE:

- Dott. Ernesto GRIPPO, Avvocato;- Dott. Vincenzo SAVINI, Commercialista.

I Membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione CaritasOnlus dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, hanno i diritti e i doveri stabilitidalla Modifica dello Statuto di Fondazione summenzionato.

Con tale nomina si intende sostituito il precedente Consiglio di Ammini-strazione della Fondazione Caritas Onlus.

La durata dello stesso Consiglio di Amministrazione è da considerarsi adquinquennium a partire dalla data del presente decreto e ai sensi dell’Art. 4dello Statuto.

Con la viva speranza che i Membri nominati sapranno compiere diligen-temente e con premura il delicato compito loro affidato, soprattutto come ri-sposta al comando evangelico di servire Cristo nell’uomo, specie negli ulti-mi e negli emarginati (Cfr. Art. 1 dello Statuto), invochiamo su di loro laBenedizione di Dio Onnipotente.

Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 31 Marzodell’Anno del Signore 2006.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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CONSIGLIO AMMINISTRAZIONE “FRATERNITA’ MAGISTRALE”

Dopo aver completato il riordino della Nostra Curia Metropolitana di Pe-scara-Penne, si rende necessario il riordino del Consiglio di Amministrazio-ne della Fondazione Fraternità Magistrale Onlus con sede in Città Sant’An-gelo (Pe), Viale L. Petruzzi, 83.

Visto che l’Arcivescovo pro-tempore di questa Arcidiocesi o un suo de-legato è il Presidente dello stesso Consiglio di Amministrazione, a normadell’Art. 6 dello Statuto.

Visto che il suddetto Statuto, modificato una prima volta l’ 11 Aprile2001 e in data 18 Aprile 2005 veniva ulteriormente modificato dal Nostropredecessore S. E. R. Mons. Cuccarese Francesco con Atto notarile delDott. Francesco Paolo Cotellessa, coadiutore del Dott. Antonio Mastrober-dino, Notaio in Pescara, iscritto nel ruolo dei distretti riuniti di Teramo ePescara, Repertorio 153866; Raccolta 33504.

Essendo giunte le dimissione del Reverendo don Nicola Ielo in data 27.03. 2006, in qualità di Presidente delegato e del Reverendo don BattistaArena in data 30. 03. 2006 e del Reverendo don Antonio De Grandis, in da-ta 31. 03. 2006, in qualità di Consiglieri.

Avendo accettate le stesse dimissioni, a norma dell’ Art. 6 dello Statuto,procediamo alla

NOMINADEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA

FONDAZIONE FRATERNITÀ MAGISTRALE ONLUSDELL’ARCIDIOCESI DI PESCARA-PENNE:

- Rev.do Sac. Don Rodolfo SOCCIO;- Rev.do Sac. Don Giuseppe SCARPONE;- Rev.do Sac. Don Antonio DI GIULIO.

Contestualmente a questa nomina, provvediamo a delegare la Presidenzadel Consiglio di Amministrazione al Reverendo don Rodolfo SOCCIO, cheassumerà tutti i doveri e i diritti del Presidente così come risulta dallo stessoStatuto.

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Così come previsto dall’Art. 8, il Consiglio di Amministrazione avrà am-pi poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione ad eccezione: della ri-chiesta di nuove linee di credito o prestiti; della acquisizione, vendita o per-muta di immobili di proprietà della Fondazione; della iscrizione a favore econtro di ipoteche o altri diritti reali sul patrimonio della Fondazione; dellamodifica dello Statuto.

Per tali atti è necessario il parere vincolante dell’Arcivescovo Diocesanopro tempore dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne.

I Membri del Consiglio di Amministrazione godono dei diritti e sono te-nuti ai doveri previsti nello Statuto e per quanto non previsto in esso, alledisposizioni del Codice di Diritto Canonico e dalle disposizioni del CodiceCivile vigente in materia (Art. 12).

Con tale Decreto di Nomina si intende sostituito il precedente Consigliodi Amministrazione della Fondazione Fraternità Magistrale Onlus.

La durata dello stesso Consiglio di Amministrazione è da considerarsi adquinquennium a partire dalla data del presente Nostro Decreto e ai sensidell’Art. 6 dello Statuto di Fondazione.

Con la viva speranza che i Membri nominati sapranno compiere diligen-temente e con premura il delicato compito loro affidato, promuovendo prin-cipalmente l’istruzione, l’educazione e la formazione religiosa e catechisti-ca degli allievi, dei maestri nonché forme di iniziative religiose, catechisti-che, sociali, morali ed assistenziali (Cfr. Art. 2 dello Statuto), invochiamosu di loro la Benedizione di Dio Onnipotente.

Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 2 Apriledell’Anno del Signore 2006, V Domenica di Quaresima.

† Tommaso Valentinetti Arcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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CONSIGLIO ISTITUTO DIOCESANOSOSTENTAMENTO CLERO

VISTI gli artt. 21 § 1 e 23 delle Norme sugli enti e sui beni ecclesiastici,approvate dalle Santa Sede e dal Governo Italiano con il Protocollo del 15novembre 1984 e successivamente entrate in vigore il 3 giugno 1985;

VISTI gli artt. 7 e 18 dello Statuto dell’I.D.S.C. della Nostra Arcidiocesidi Pescara-Penne;

PRESO atto che il Clero diocesano ha designato su base elettiva i proprirappresentanti per la nomina quali membri del Consiglio di Amministrazio-ne e del Collegio dei Revisori dei Conti nelle persone del Reverendo Socciodon Rodolfo, del Reverendo Di Francesco don Nino, del Reverendo De Lu-ca don Marco e del Reverendo Spadaccini don Marco;

RITENUTO dover designare, per quanto di propna competenza, il Reve-rendo Scarpone don Giuseppe nella qualità di Presidente del Consiglio diAmministrazione, nella qualità di Consiglieri i signori Geom. Carletti Ale-sio, Geom. Di Girolamo Dino, Dott. Concordia Claudio, nonché i signoriRag. Colantuono Fiorenzo e Rag. Di Blasio Giancarlo rispettivamente nellaqualità di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti e di membro;

VISTE le dichiarazioni di accettazione della nomina;

DECRETA

I - Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Diocesano per il Sostenta-mento del Clero della Nostra Arcidiocesi è così composto:

Presidente: Sac. Scarpone Giuseppe, nato a Castilenti (Te) il13/12/1936.

Vice Presidente: Sac. Soccio Rodolfo, nato a Loreto Aprutino (Pe) il04/11/1954.

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Membri: Sac. De Luca Marco, nato a Atri (Te) il 29/11/1967.Sac. Di Francesco Nino, nato a Teramo il 10/05/1962.Geom. Carletti Alesio, nato a Montesilvano (Pe) il 14.08.1951.Dott. Concordia Claudio, nato a Pescara (Pe) il 20/09/1963.Geom. Di Girolamo Dino, nato a Pescara (Pe) il 13/09/1959.

II - Il Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Diocesano per il Sosten-tamento del Clero della Nostra Arcidiocesi è così composto:

Presidente: Rag. Colantuono Fiorenzo, nato a Tollo (Ch) il 27/08/1959.Membri: Rag. Di Blasio Giancarlo, nato a Pescara (Pe) il 27/11/1957.Sac. Spadaccini Marco, nato a Pescara (Pe) il 1°/07/1969.

III - Le cariche dei Consiglieri di Amministrazione e dei Revisori dei Contisono conferite per il quinquennio 2006 - 2010.

IV - Conferma che le persone su indicate hanno accettato la nomina.

Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arclvescovile, nel giorno 24 aprile2006.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

Fin dall’inizio del Nostro Ministero Episcopale nell’Arcidiocesi Metro-politana di Pescara-Penne abbiamo avuto vivo desiderio di poterCi avvaleredella collaborazione di un Consiglio Pastorale Diocesano.

Abbiamo ritenuto opportuno provvedere alla revisione dello Statutochiedendo consigli, pareri e consenso al Consiglio Presbiterale, ricevendonegenerosa collaborazione e approvazione.

Abbiamo successivamente chiesto ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose, al-la Consulta dell’Apostolato dei Laici e alle Foranie, di presentare nominati-vi di fedeli idonei ad essere membri del Consiglio Pastorale.

Il delicato compito di partecipazione del Consiglio ha richiesto tempoper il doveroso discernimento.

Con l’aiuto dello Spirito Santo siamo ora nella condizione di poter dare,alla Nostra Chiesa Diocesana di Pescara-Penne, il necessario sostegno e unaresponsabile animazione nel servizio Pastorale.

Pertanto, guidati dalla Norma dei canoni 511-514 del Codice di DirittoCanonico

DECRETIAMO

1. Di approvare e di fatto approviamo lo Statuto - Regolamento del Consi-glio Pastorale Diocesano;2. Di costituire e di fatto costituiamo il Consiglio Pastorale Diocesano perla Diocesi di Pescara-Penne;3. Di nominare i seguenti Membri del medesimo Consiglio per il quinquen-nio 2006-2011:

* Designati dal Consiglio Presbiterale: Mons. Gustavo BRITTI, Vicario Generale,Rev. Sac. Giorgio MORICONI, Vicario Episcopale per la Pastorale.

* Designati dal CISM:P. Bonaventura DI FEBO, ofm conv.;P. Giovanni Pietro CHERCHI, sj.

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* Designati dall’USMI:Suor Paola NAPOLEONE, Istituto Ravasco, Pescara Porta Nuova;Suor Maria Pia MAURIZI, Istituto Maestre Pie Filippini, Pescara;Suor Maria Pia TURI, Suore dell’Immacolata di S. Chiara, Montesilvano.

* Designati dalla Consulta dell’Apostolato dei Laici:Sig. Bruno MARIEN, Comunità Sant’Egidio;Sig.ra Anna Rita FOSCHINI, Azione Cattolica Italiana.

* Designata dalla Forania di Pescara Centro:Sig.ra Maria Chiara CARULLI, Parrocchia San Giuseppe.* Designata dalla Forania Pescara Nord:Sig.ra Lorena SORIA, Parrocchia Visitazione B. V. Maria.

* Designato dalla Forania Pescara Sud:Sig. Giuseppe BALDONIERI, Parrocchia San Marco.

* Designato dalla Forania di Pescara Porta Nuova:Sig. Peppino Maria GASBARRO, Parrocchia SS. Angeli Custodi.

* Designato dalla Forania di Pescara Colli:Sig. Paolo ZAZZINI, Parrocchia Cristo Re.

* Designato dalla Forania di Penne:Sig. Alessandro PERETTI, Parrocchia San Domenico, Penne.

* Designato dalla Forania di Montesilvano:Sig. Massimiliano PETRICCA, Parrocchia Sant’Antonio, Montesilvano.

* Designato dalla Forania di Spoltore:Sig. Carlo CACCIATORE, Parrocchia S. Teresa d’Avila, Spoltore.

* Designato dalla Forania di Cepagatti:Sig. Giorgio MARCHESANI, Parrocchia S. Lucia V. e M., Cepagatti.* Designato dalla Forania di Castiglione Messer Raimondo:Sig. Paolo DI BATTISTA, Parrocchia S. Donato, Castiglione M. R.

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* Designata dalla Forania di Cermignano:Sig.ra Lea DI MARTINO, Parrocchia S. Flaviano, Basciano.

* Designata dalla Forania di Torre dé Passeri:Sig.ra Daniela BIAGIOLI, Parrocchia Assunzione B. V. Maria, Alanno.

* Designati dall’ufficio Diocesano di Pastorale FamiliareConiugi Maria Rita e Franco Zugaro

4. I componenti il Consiglio Pastorale Diocesano entreranno in carica a par-tire dalla data del presente Nostro Decreto.

Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 11 Giugnodell’Anno del Signore 2006, Domenica della SS. Trinità.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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VITA DIOCESANASTATUTI

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CONSIGLIO PRESBITERALEE COLLEGIO DEI CONSULTORI

Natura e funzioni

Art. 1 - Il Consiglio presbiterale è l’organismo rappresentativo dell’interopresbiterio diocesano. Teologicamente si fonda sul principio della Comu-nione e della partecipazione affermato dall’ecclesiologia del Concilio Vati-cano II. Suo compito è: coadiuvare il Vescovo nel governo della Diocesi;promuovere il bene pastorale della porzione del popolo di Dio a lui affidata;incrementare la comunione tra il Vescovo e i presbiteri.

Art. 2 - Lo Statuto è definito tenendo presenti il Decreto conciliare ChristusDominus del 28 ottobre 1965, n. 27, il Decreto conciliare Presbiterorum Or-dinis del 7 dicembre 1965, n. 7, il Motu proprio Ecclesiae Sanctae del 6agosto 1966, I, 15, e a norma dei Cann. 495-501 del Codice di Diritto Cano-nico.

Art. 3 - Hanno diritto attivo e passivo di elezione:1) I sacerdoti secolari diocesani incardinati 2) I sacerdoti secolari non incardinati nella Arcidiocesi e i sacerdoti membridi un istituto religioso o di una società di vita apostolica, i quali, dimorandonella Arcidiocesi, esercitano in suo favore qualche ufficio su incarico delVescovo diocesano.

Art. 4 - Il Consiglio presbiterale ha voto consultivo. L’Arcivescovo nerichiede il parere nelle questioni di maggiore importanza riguardanti:a) la santificazione, la formazione permanente e la vita dei presbiteri;b) i temi del ministero sacerdotale svolto dai presbiteri a favore della comunità

ecclesiale;c) l’evangelizzazione e la promozione umana, la santificazione e l’istruzione

religiosa dei fedeli;d) l’esercizio dei vari ministeri dell’Arcidiocesi.

Art. 5 - L’Arcivescovo è tenuto a sentire il Consiglio Presbiterale nei casiespressamente previsti dal diritto:

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a) celebrazione del Sinodo diocesano (can. 461 § 1);b) erezione, soppressione e modifica rilevante delle parrocchie (can. 515 § 2);c) destinazione delle offerte parrocchiali e remunerazione dei sacerdoti con

funzioni parrocchiali (can. 531)d) remunerazione dovuta dagli Enti ecclesiastici ai sacerdoti che esercitano

presso di essi il ministero (cf. art. 33 delle “Norme circa gli enti e i beniecclesiastici in Italia”);

e) istituzione dei Consigli pastorali parrocchiali (can. 536 § 1);f) costruzione di una nuova chiesa (can. 1215 § 2);g) riduzione di chiese ad uso profano (can. 1222 § 2);h) imposizione di un contributo per le necessità dell’Arcidiocesi alle persone

giuridiche pubbliche, soggette all’autorità ecclesiastica (can. 1263).

Composizione

Art. 6 - Il Consiglio presbiterale è composto da: 1. – Membri elettivi: numero 7 sacerdoti diocesani e 2 religiosi, purchésvolgano un Ufficio a favore dell’Arcidiocesi, scelti con la procedura stabi-lita all’art. 7;

2. - Membri di dirittoa. il vicario generale;b. il/i vicari episcopali;

L'Arcivescovo si riserva la facoltà di nominare altri presbiteri, di cui al Can.497§3 del Codice di Diritto Canonico.

Art. 7 - Perché l’elezione dei membri del Consiglio sia valida, si richiede:a. la presenza della maggior parte degli aventi diritto al voto;b. la maggioranza assoluta dei suffragi al primo e secondo scrutinio;

la maggioranza relativa al terzo. In caso di parità è eletto il più anzianodi età.

Art. 8 - Presidente del Consiglio presbiterale è l'Arcivescovo.I membri del Consiglio presbiterale, nella prima seduta, eleggono, a scrutinio

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segreto, il segretario, e n.2 rappresentanti dello stesso Consiglio per laCommissione Presbiterale Regionale. Il segretario svolge compiti di segreteria, di verbalizzazione e di archivio.

Art. 9 - La scelta dei membri elettivi seguirà la procedura indicata:a) l’Arcivescovo procede a convocare il clero in seduta elettorale;b) l’assemblea presieduta dall’Arcivescovo a scrutinio segreto procede al-la

elezione;c) prima dell’elezione saranno designati due scrutatori, tra i sacerdoti ultimi

ordinati;d) il Cancelliere della Curia fungerà da attuario.Qualora un eletto non accettasse l’incarico, ne darà tempestiva comunica-zione scritta all’Arcivescovo entro 8 giorni dall’elezione, a norma del can.177 §1 del Codice di Diritto Canonico. In questo caso o quando un membroeletto venisse a mancare per qualsiasi motivo, il dimissionario verrà surro-gato con il primo dei non eletti.

Art. 10 - I membri del Consiglio presbiterale durano in carica cinque anni esono rieleggibili una sola volta. I membri eletti, insieme a quelli di diritto enominati dall’Arcivescovo, entreranno in funzione all’atto dell’insediamen-to, nella prima seduta del nuovo Consiglio, che sarà convocato non oltre 30giorni dalla nomina.

Funzionamento

Art. 11 - Spetta all'Arcivescovo ratificare l’elezione di cui art. 9/a, convoca-re il Consiglio presbiterale, presiederlo, determinare le questioni da trattare,accogliere quelle proposte dai membri, sia prima che durante le convocazio-ni, e farne conoscere le deliberazioni adottate.

Art. 12 - Quando l'Arcivescovo o il Consiglio, con l'assenso dell'Arcivesco-vo, lo riterrà opportuno, potranno essere chiamati a partecipare, di volta involta, alle sedute i Sacerdoti titolari dei vari Uffici di Curia o esperti anchelaici in particolari questioni e problemi di interesse diocesano, i quali nonhanno diritto al voto.

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Art.13 - Il Consiglio ordinariamente si riunisce quattro volte all' anno e,straordinariamente, tutte le volte che l'Arcivescovo ne ravvisi l'opportunitào la necessità.

Art.14 - Di norma l'ordine del giorno di ogni seduta del Consiglio presbite-rale viene comunicato ai membri quindici giorni prima, al fine di consentiread essi di consultare i Sacerdoti dell' intero presbiterio dell'Arcidiocesi.

Art. 15 - Per ogni riunione del Consiglio si richiede la presenza di almeno2/3 dei componenti il Consiglio stesso.Per l'approvazione delle deliberazioni del Consiglio si richiede la maggio-ranza relativa dei presenti.L'assenza ingiustificata di membri eletti per tre sedute consecutive di Con-siglio determina la decadenza dalla nomina.

Art. 16 - Ciascun membro può esprimere il parere o per alzata di mano o insegreto, a scelta dell'Arcivescovo, e, subordinatamente, del Consiglio conl'assenso dello stesso Arcivescovo.

Art. 17 - Il verbale delle riunioni, che conterrà il riassunto dei vari argo-menti trattati, degli interventi e delle risoluzioni, sarà redatto dal segretarioe approvato all’inizio della sessione successiva. La sostanza del suo conte-nuto, salvo le parti coperte da doveroso riserbo, sarà comunicata a tutti i sa-cerdoti dell’Arcidiocesi mediante la pubblicazione sul bollettino diocesano.Il verbale, una volta approvato dai membri, va firmato dal presidente e con-trofirmato dal segretario per diventare ufficiale.

Collegio dei consultori

Art. 18 - Tra i membri del Consiglio presbiterale l'Arcivescovo nomina perun quinquennio sei Sacerdoti a norma del can. 502 del Codice di Diritto Ca-nonico, i quali costituiscono il Collegio dei Consultori con i compiti deter-minati dal diritto, sia per i casi nei quali è necessario sentirlo, sia per i casiin cui necessario ottenerne il consenso.

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I casi in cui è necessario sentire il Collegio dei Consultori sono:- gli atti di straordinaria amministrazione determinati dal diritto;- gli atti amministrativi di maggiore importanza nell'Arcidiocesi (Can.1277).

I casi in cui è necessario ottenere il consenso del Collegio dei Consultori sono:- gli atti di straordinaria amministrazione determinati dal diritto comune odalla Conferenza Episcopale Italiana e gli atti determinati dalle tavole difondazione (cf Can. 1277);

- l’alienazione di beni dell'Arcidiocesi il cui valore è situato tra la sommaminima e massima stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana (cf. Can.1292 § 1).Oltre la somma massima, e per gli ex voto, gli oggetti preziosi di valore ar-tistico e storico, si richiede, inoltre, la licenza della S. Sede (Can. 1292 § 1);

- qualunque atto che intacchi il patrimonio delle persone giuridiche, peggio-randone la condizione (Can. 1295).

Art. 19 - Il Collegio dei Consultori tra i suoi membri nomina un segretarioper i compiti di segreteria, di verbalizzazione e di archivio; il segretarioconserva voce attiva e passiva.L'elezione viene fatta a norma dell'art. 9 del presente Statuto.

Art. 20 - Trascorsi i cinque anni dalla nomina, il Collegio dei Consultori ri-mane in carica sino alla composizione del nuovo.

Art. 21 - Il Collegio dei Consultori è presieduto dall'Arcivescovo.

Art. 22 - Durante la Sede vacante il Collegio dei Consultori è presieduto eagisce a norma del Can. 502 § 1 e 2, e dei Cann. 416-430 del Codice di Di-ritto Canonico.

Art. 23 - Per ogni altro caso non previsto dal presente Statuto valgono le di-sposizioni generali e particolari del Codice di Diritto Canonico e di altri

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eventuali documenti emanati in materia dalla legittima autorità ecclesiasti-ca. Il presente Statuto viene ratificato e promulgato dal Vescovo diocesanoed avrà validità per un quinquennio.

Pescara, 5 gennaio 2006

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

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FONDAZIONE CARITAS

Art. 1 - In considerazione della dimensione essenziale che la carità rivestenella vita della Chiesa come risposta al comando evangelico di servire Cri-sto nell’uomo specie negli ultimi e negli emarginati, l’Arcidiocesi di Pesca-ra Penne istituisce la Fondazione Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-PenneONLUS come Ente riconosciuto agli effetti civili, per sostenere la strutturae le iniziative formative dell’ufficio pastorale Caritas diocesana.La Fondazione è una organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale aisensi del D.Lgs. 4 dicembre 1997, n. 460.

Art. 2 - La Fondazione non ha scopi di lucro. Scopo della Fondazione Cari-tas è quello di provvedere alle opere di carità ed alla gestione dei servizipromossi dalla Caritas Diocesana di Pescara-Penne.La gestione dei servizi si realizza con lo stile e le finalità pastorali della Ca-ritas Diocesana, i cui indirizzi la Fondazione è obbligata a seguire.

Art. 3 - Il patrimonio della Fondazione Caritas è costituito inizialmente dal-la somma di Euro 6.000,00 (seimila/00) e può essere accresciuto per effettodi successive devoluzioni di beni mobili ed immobili a seguito di deliberadi accettazione da parte del Consiglio di Amministrazione.La Fondazione trae i suoi mezzi economici per il raggiungimento dei finistatutari:a) da raccolte ordinarie e straordinarie finalizzate per progetti specifici, in-dette dalla Caritas Diocesana;b) da eventuali lasciti, donazioni, oblazioni ricevuti specificatamente per la

Fondazione;c) da convenzioni stipulate con enti, associazioni e/o privati per servizi ge-

stiti dalla Fondazione;d) da Fondi dell’Arcidiocesi destinati a scopi caritativi.

Art. 4 - Gli organi della Fondazione sono:a) il Presidente;b) il Consiglio di Amministrazione;c) il Revisore dei Conti;d) il Direttore.

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Tutte le cariche sociali hanno la durata di cinque anni e possono essere ri-confermate. Le adunanze degli organi collegiali sono convocate da chi lepresiede con avviso scritto contenente l’ordine del giorno da inviarsi alme-no cinque giorni prima; in caso di urgenza con telegramma o a mezzo faxinviato il giorno prima.Per la validità della seduta è richiesta la presenza della metà più uno deimembri. Le decisioni verranno prese con maggioranza assoluta dei presenti;in caso di parità il Presidente ha il doppio voto.

Art. 5 - Il Presidente della Fondazione è il Vescovo diocesano pro-tempo-re. Il Direttore dell’Ufficio Caritas è membro di diritto del Consiglio diAmministrazione.

Art. 6 - Il Presidente:a) rappresenta legalmente la Fondazione;b) convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione;c) nomina il Direttore della “Fondazione Caritas Onlus” sentito il ConsiglioDiocesano degli Affari Economici.

Art. 7 - Il Consiglio di Amministrazione nominerà il Vice-presidente ed ilSegretario.I Consiglieri verranno nominati dall’Arcivescovo pro-tempore, in numerodi sei, di cui due proposti dal Consiglio Presbiterale.I componenti il Consiglio di Amministrazione non percepiscono alcun com-penso per l’attività svolta, salvo il rimborso delle eventuali spese sostenuteper ragioni di ufficio opportunamente documentate.Del Consiglio di Amministrazione farà parte il Direttore della “FondazioneCaritas Onlus”.

Art. 8 - Spetta al Consiglio di Amministrazione:a) redigere il bilancio consuntivo e preventivo annuale;b) deliberare sugli atti di straordinaria amministrazione che comportano un

incremento patrimoniale;c) conferire incarichi o deleghe;d) deliberare l’assunzione del personale.

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Art. 9 - Il Direttorea) dirige l’attività della Fondazione secondo le deliberazioni del Consiglio

di Amministrazione;b) adotta i provvedimenti di ordinaria amministrazione;c) nomina i responsabili operativi dei servizi gestiti;d) propone l’assunzione del personale.

Art. 10 - Per la validità degli atti di amministrazione sotto evidenziati oc-correrà la licenza dell’Arcivescovo di Pescara-Penne e il parere o consensodel Consiglio Diocesano per gli Affari Economici e del Collegio dei Con-sultori a norma del Canone 1277 del Codice di Diritto Canonico:a) per gli atti di alienazione di immobili comunque pervenuti nel patrimo-

nio della Fondazione;b) per le modifiche dello Statuto;c) per tutti gli atti di straordinaria amministrazione che comportino un de-

cremento patrimoniale.

Art. 11 - Il Presidente nomina un Revisore dei Conti che ha le seguenti fun-zioni:a) è garante della correttezza amministrativa e accerta la regolare tenuta

della contabilità;b) controlla le operazioni finanziarie;c) redige e presenta al Consiglio di Amministrazione una relazione annuale

da allegare al bilancio consuntivo.

Art. 12 - L’esercizio finanziario si chiude il 31 dicembre di ogni anno.Il rendiconto annuale deve assere approvato dal Consiglio Diocesano degliAffari Economici presieduto dal Vescovo protempore.

Art. 13 - In caso di scioglimento o liquidazione della Fondazione, in tutti isuoi rapporti attivi e passivi, succede l’Arcidiocesi di Pescara-Penne.Il Vescovo diocesano pro-tempore può disporre lo scioglimento della Fon-dazione, sentito il parere del Consiglio Presbiterale, del Collegio dei Con-sultori e del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.

Art. 14 - Per quanto non previsto nel presente Statuto, dovrà farsi riferi-mento alle disposizioni del Codice Civile Italiano e del Codice di DirittoCanonico.

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CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

Capitolo Primo. Identità, natura e fini

Art. 1 Istituzione della ConsultaNella Diocesi di Pescara-Penne è istituita la Consulta Diocesana delle

Aggregazioni Laicali (CDAL).

Art. 2 Composizione della ConsultaFanno parte della CDAL le Aggregazioni Laicali, presenti ed operanti

nel territorio diocesano, rappresentate presso la Consulta Nazionale delleAggregazioni Laicali (CNAL).

Possono, inoltre, far parte della CDAL, salvo il parere favorevole del-l’Arcivescovo, le Aggregazioni (associazioni, gruppi o movimenti) che ri-spondono ai seguenti requisiti:- sono state erette o riconosciute dalla competente Autorità ecclesiastica e

hanno un regolare statuto ai sensi del can. 304 del Codice di Diritto Ca-nonico;

- le finalità perseguite rientrano in quelle indicate dal Concilio Vaticano IInel Decreto sull’Apostolato dei Laici “Apostolicam Actuositatem”(capi-tolo II) e sancite dal Codice di Diritto Canonico ai cann. 215, 298 e 327;

- rispondono ai criteri di ecclesialità indicati dall’Esortazione Apostolicapostsinodale “Christifideles Laici” al n. 30 (cfr. anche la Nota Pastoraledella Conferenza Episcopale Italiana “Le Aggregazioni laicali nellaChiesa”, n. 15): il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla san-tità; la responsabilità di confessare la fede cattolica; la testimonianza diuna comunione salda e convinta, in relazione filiale con il Papa e con ilVescovo; la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chie-sa; l’impegno di una presenza nella società umana;

- sono costituite ed operano almeno a livello diocesano.Le Aggregazioni Laicali che hanno le caratteristiche summenzionate, per

far parte della CDAL, devono farne richiesta all’Arcivescovo attraverso lasegreteria della stessa.

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Art. 3 Natura e finiLa CDAL, espressione dell’ecclesiologia, descritta nella Costituzione

“Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II, e organismo per l’attuazionedell’insegnamento contenuto nel decreto conciliare “Apostolicam Actuosi-tatem”, è luogo naturale e necessario di incontro e di riferimento del laicatoorganizzato, segno e strumento della comunione tra le Aggregazioni Laicalipresenti ed operanti nella Chiesa diocesana. Ha lo scopo di accrescere l’u-nità e la comunione del Popolo di Dio e di promuovere la partecipazione al-la vita della Chiesa Locale.

La CDAL, nel rispetto dell’identità e dei compiti delle singole aggrega-zioni, si propone di:- valorizzare la forma associata dell’apostolato dei fedeli laici, richiaman-

do costantemente il suo significato nel quadro di una comunità ecclesialepartecipata e corresponsabile;

- svolgere compiti di informazione finalizzati a promuovere la reciprocaconoscenza e stima all’interno del laicato diocesano;

- accrescere uno stile di responsabilità, comunione e collaborazione peruna più attenta e consapevole partecipazione alla vita pastorale dellaChiesa da parte delle singole aggregazioni;

- assumere il piano pastorale generale e le eventuali indicazioni specifichedell’Arcivescovo, sollecitando e sostenendo la mediazione delle singoleaggregazioni ed elaborando proposte in merito alle linee pastorali;

- promuovere iniziative comuni con il consenso e la partecipazione delleaggregazioni aderenti, in ordine a istanze e problemi di particolare attua-lità, nell’ambito dell’evangelizzazione e dell’animazione cristiana del-l’ordine temporale;

- essere un valido strumento di servizio alla Chiesa Locale, ponendosi instretta collaborazione con la Gerarchia, di cui accoglie le scelte e le indi-cazioni pastorali e collaborare con il Consiglio Pastorale per l'elaborazio-ne e l'esecuzione del piano pastorale.

- favorire momenti di dialogo e di ricerca per la crescita della comunioneanche con associazioni, movimenti e gruppi non ecclesiali, promuovendoa tal fine iniziative di studio su tematiche di interesse comune.

Art. 4 Rapporti con l’ArcivescovoLa CDAL è promossa dall’Arcivescovo, accoglie le sue scelte e le sue

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indicazioni pastorali e propone le proprie riflessioni, particolarmente in rife-rimento all’apostolato del laicato.

Segno di comunione con l’Arcivescovo è la sua partecipazione, persona-le o mediante un suo Delegato, alla vita e alle attività della CDAL.

Art. 5 Altri rapportiLa CDAL ha rapporti:

- con la Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (CNAL);- con la Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali (CRAL);- con il Consiglio Pastorale Diocesano (CPD);- con gli uffici pastorali della Curia Diocesana;- con gli organismi diocesani di coordinamento del Clero, dei Religiosi e

delle Religiose;- con gli enti culturali che operano nell’ambito ecclesiale; - con le istituzioni civili presenti sul territorio.

Capitolo Secondo. Struttura

Art. 6 Organi della ConsultaSono organi della CDAL:

- l’Assemblea generale;- il Comitato di Presidenza;- il Segretario generale;- l’Economo.

Art. 7 Assemblea GeneraleE’ costituita dai Presidenti o responsabili diocesani delle Aggregazioni

Laicali di cui all’art. 2. All’Assemblea generale possono essere invitati gli Assistenti, Consulenti

Ecclesiastici e Consiglieri Spirituali delle singole aggregazioni, senza dirit-to di voto.

Compiti dell’Assemblea Generale sono:a) verificare le linee direttive e il programma di attività della CDAL e veri-

ficarne l’attuazione nello spirito dello statuto;b) eleggere cinque membri del Comitato di Presidenza, da sottoporre al-

l’approvazione dell’Arcivescovo;

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51

c) costituire Commissioni di Lavoro ed eventuali Gruppi di Studio (art. 10);d) esaminare e votare le proposte di delibere e i documenti elaborati dal Co-

mitato di Presidenza;e) esaminare e approvare i bilanci preventivo e consuntivo della CDAL e

fissare le norme per i contributi economici annuali delle Aggregazionimembri.

f) deliberare le modifiche del presente statuto che entrano in vigore dopol’approvazione dell’Arcivescovo.Fermo restando che l’Arcivescovo può convocare l’Assemblea Generale

ogni volta che lo ritenga opportuno, questa è convocata ordinariamente dalComitato di Presidenza almeno due volte all’anno o su richiesta di almenoun quinto delle Aggregazioni membri.

L’Assemblea Generale avrà come moderatore il Segretario Generale.Per la validità delle assemblee indette per le modifiche statutarie è neces-

saria la presenza di due terzi dei membri aventi diritto al voto.L’Assemblea Generale delibera a maggioranza assoluta dei presenti

aventi diritto al voto. Per le modifiche del presente statuto la maggioranzarichiesta è di almeno due terzi dei presenti aventi diritto al voto. Non sonoammessi deleghe all'interno dell'Assemblea. Quanto deliberato è sottopostoall’Arcivescovo per l’approvazione.

Art. 8 Comitato di PresidenzaIl Comitato di Presidenza della CDAL è composto da cinque membri

eletti dall’Assemblea Generale e dal Presidente Diocesano dell’Azione Cat-tolica.

I compiti del Comitato di Presidenza della CDAL sono:a) promuovere i rapporti con l’Arcivescovo e con il Delegato Episcopale

per la CDAL;b) curare l’esecuzione delle delibere dell’Assemblea Generale della CDAL;c) eleggere l’Economo;d) curare i rapporti con la CNAL, con la CRAL, con il CPD e con gli altri

organismi diocesani;e) seguire i lavori delle Commissioni di Lavoro e degli eventuali Gruppi di

Studio, deliberando sulle relative proposte;f) sollecitare e promuovere la partecipazione dei membri di Aggregazioni

della CDAL, secondo il loro carisma, nelle Commissioni di Lavoro,

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Gruppi di Studio e organismi diocesani, coordinandone e facilitandoneuna proficua presenza;

g) preparare l’ordine del giorno delle riunioni dell’Assemblea Generale,predisponendo i relativi documenti e convocarla;

h) controllare i bilanci e la gestione amministrativa. Il Comitato di Presidenza della CDAL è convocato e presieduto dal Se-

gretario Generale e si riunisce almeno quattro volte ogni anno. Può essereconvocato anche su richiesta della maggioranza qualificata dei membri chelo compongono.

Per la validità delle riunioni è richiesta la presenza della metà più unodei membri.

Le decisioni del Comitato di Presidenza sono prese a maggioranza deipresenti.

Art. 9 Segretario GeneraleCompiti del Segretario Generale sono:

a) rappresentare a tutti gli effetti la CDAL; b) curare le relazioni con tutte le Aggregazioni che compongono l’Assem-

blea Generale della CDAL;c) convocare, con ordine del giorno, il Comitato di Presidenza;d) fungere da moderatore del Comitato di Presidenza e dell’Assemblea Ge-

nerale;e) svolgere compiti di coordinamento, promozione e verifica nel quadro

delle decisioni assunte dall’Assemblea Generale e dal Comitato di Presi-denza;

f) verbalizzare su apposito registro le riunioni dell’Assemblea Generale edel Comitato di Presidenza della CDAL e provvedere all’archiviazionedi tutta la documentazione presso la Curia Diocesana. Il Segretario Generale è nominato dall’Arcivescovo tra i membri del Co-

mitato di Presidenza. Non rappresentando più il Segretario Generale l’Ag-gregazione di appartenenza, quest’ultima ha diritto di designare un altrorappresentante nella CDAL.

In caso di assenza o impedimento il Segretario Generale può delegare unaltro membro del Comitato di Presidenza a rappresentarlo.

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Art. 10 Commissioni di Lavoro – Gruppi di StudioE’ facoltà dell’Assemblea Generale costituire:

- Commissioni di Lavoro permanenti tra Aggregazioni di similare espe-rienza per una reciproca conoscenza, per uno scambio di esperienze, performulare proposte da presentare all’Assemblea Generale e per curare lerelazioni con le Commissioni Diocesane operanti negli ambiti corrispet-tivi;

- Gruppi di Studio, composti da membri della CDAL e anche da espertiesterni.

Commissioni di Lavoro e Gruppi di Studio sono coordinati da responsabilieletti al loro interno.

Art. 11 L’EconomoL’Economo è eletto dal Comitato di Presidenza, prepara i bilanci e cura

la gestione amministrativa della CDAL.

Capitolo Terzo. Disposizioni generali

Art. 12 IncompatibilitàL’incarico di membro della CDAL è incompatibile con il mandato parla-

mentare e con quello nelle assemblee elettive delle Regioni e degli altri entilocali e territoriali di qualsiasi livello, con la carica di Sindaco, Presidentedella Provincia, Assessore comunale, provinciale e regionale e di Presidentedi Consiglio Circoscrizionale, nonché con organi decisionali di partito o diorganizzazioni, comunque denominati, che perseguano finalità direttamentepolitiche.

Art. 13 FinanziamentoIl finanziamento della CDAL è assicurato dai contributi versati dai pro-

pri membri e da altri eventuali introiti.

Art. 14 Pubblicazione dei documenti della CDALDichiarazioni e documenti pubblici della CDAL sono resi noti dopo il

consenso ad esternarli da parte dell’Arcivescovo.

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54

Art. 15 Durata degli incarichiLa durata degli incarichi elettivi è triennale ed è rinnovabile per un altro

triennio, salvo diversa volontà dell’Arcivescovo. I membri eletti decadonoalla normale conclusione del triennio oppure per cessazione dell’incarico diresponsabilità all’interno della propria aggregazione diocesana; in questocaso sono sostituiti dalla persona che gli succede nell’ambito dell’aggrega-zione di appartenenza.

Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 20 Apriledell’Anno del Signore 2006, Giovedì nell’Ottava di Pasqua.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

DECRETO DI APPROVAZIONE

Esistono nella Chiesa associazioni distinte dagli istituti di vita consacratae dalle società di vita apostolica, nelle quali i fedeli, sia chierici, sia laici,tendono con azione comune all’attuazione di una vita più perfetta, tenendoin grande considerazione i fini spirituali e favorendo in modo efficaceun’intima armonia tra fede e vita, nel nostro territorio diocesano, comeespresso chiaramente nei canoni 215, 298, 327 del Codice di Diritto Cano-nico e da numerosi documenti Conciliari, in particolare il Decreto sull’Apo-stolato dei Laici, Apostolicam Actuositatem;

PREMESSO che tutte le associazioni di fedeli, sia pubbliche che private, deb-bono avere i propri statuti, con i quali sia definito lo scopo e la ragione so-ciale dell’associazione stessa, e siano determinati i principi e le norme del-l’attività, tenendo presente la necessità o l’utilità di tempo e di luogo, aisensi del canone 304 del Codice di Diritto Canonico;

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CONSIDERATO che sono soggette alla vigilanza dell’Ordinario del luogo leassociazioni diocesane e anche le altre, in quanto svolgono la loro attivitànella Diocesi, canone 305§ 2 del Codice di Diritto Canonico;

TENUTO CONTO dell’incontro da Noi convocato per la prima AssembleaGenerale della Consulta delle Aggregazioni Laicali, costituita dai responsa-bili delle stesse associazioni lo scorso 5 aprile 2006, per approvare lo Statu-to della stessa Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con il pre-sente Nostro decreto

APPROVIAMO

Lo Statuto della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali dell’Arci-diocesi Metropolitana di Pescara-Penne, e

NOMINIAMO

I Membri del Comitato di Presidenza, eletti dall’Assemblea Generale e ilSegretario Generale, secondo quanto prescritto dagli Articoli 7/b e 9 delsuddetto Statuto, con tutti i diritti e i doveri derivanti dallo Statuto e dal Co-dice di Diritto Canonico.

Pertanto,

Il COMITATO DI PRESIDENZA risulta così composto:

Membri eletti:Sig.ra Giselda TOPPETTI del Movimento Pro sanctitate Pescara;Sig.ra Lucia MIORINO dei Volontari della Sofferenza Pescara;Sig. Umberto MONINI del Movimento Rinnovamento

nello Spirito S., Pescara;Sig.ra Lucia MONTEFUSCO del Movimento dei Focolarini, Pescara;Sig. Bruno MARIEN della Comunità di Sant’Egidio, Pescara;

Membro di diritto:Sig.ra A. Teresa IANNACCI TULLI Presidente dell’Azione Cattolica Dio-cesana.

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Il SEGRETARIO GENERALE è nominato ilSig. Bruno MARIEN

Le presenti nomine sono da considerarsi per la durata di un quinquennioa partire dalla data del presente Nostro Decreto.

Dato a Pescara dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 20 Apriledell’Anno del Signore 2006, Giovedì nell’Ottava di Pasqua.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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VITA DIOCESANAAMMINISTRAZIONE

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RENDICONTO

RELATIVO ALLA EROGAZIONE

DELLE SOMME ATTRIBUITE ALLA DIOCESI

DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

EX ART. 47 DELLA LEGGE 222/1985

PER L’ANNO 2005

Il presente "Rendiconto" deve essere inviato alla Segreteria Generale della C.E.I. entro il

31 maggio 2006, ai sensi della determinazione approvata dalla XLV Assemblea Generale

(9-12 novembre 1998).

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RENDICONTO DELLE EROGAZIONIDEI FONDI C.E.I.

Esigenze di Culto e Pastorale (I.) Il quadro delle erogazioni nell’insieme rispetta quello delle assegnazioni.

Sono stati erogati i contributi alle Foranie per il sostegno alle attività pastorali sul ter-ritorio diocesano (A.7), alla Curia diocesana e centri di pastorale (B.2), rientrando nel-la previsione di spesa.Sono stati erogati i fondi per la Radio diocesana “Radio Speranza” (B.4), dove sonostate ultimate le migliorie agli apparati tecnici, per l’Istituto Superiore di Scienze reli-giose “G. Toniolo” (B.5) e per l’Archivio diocesano (B.7).Una cospicua somma è stata erogata per la manutenzione delle case canoniche e per ilocali di ministero pastorale (B.8) rientrando nelle previsioni di spesa.E’ stato ultimato l’acquisto dell’immobile da destinare a centro pastorale denominato“Papa Benedetto XVI” (B.14).E’ stato erogato l’importo per il Seminario Regionale (C.1), per i seminaristi (C.2) eper la formazione permanente del clero (C.4).Sono state erogate le somme per gli Uffici di Pastorale Vocazionale (C.6), Pastoralegiovanile (E.1), Pastorale catechistica (E.4), Pastorale della famiglia (G.4) e per l’Isti-tuto di Formazione politica “G. La Pira” (G.3).Una cospicua somma è stata erogata al Tribunale Ecclesiastico regionale di Chieti(G.1).E’ stata erogata una quota dell’importo per l’inventariazione dei beni ecclesiastici dio-cesani (G.2).E’ stato regolarmente erogato il contributo al servizio diocesano per la promozione delsostegno economico alla Chiesa. (F.)

Interventi Caritativi (II.) Le somme stanziate per l’anno 2005 sono state erogate in buona parte per venire

incontro direttamente a persone in stato di bisogno (A.1). Una cospicua somma è stata utilizzata per la gestione del dormitorio diocesano cittadi-no e della mensa (D.1), con un incremento di spesa rispetto alla previsione.La gestione degli altri centri (diurno, di ascolto, ecc.) (D.2) ha richiesto invece unostanziamento leggermente inferiore alla previsione.

Pescara, 29 maggio 2006

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

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EROGAZIONE DELLE SOMME DERIVANTIDALL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF

PER L’ESERCIZIO 2005

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE

A. Esercizio del culto:

1. Nuovi complessi parrocchiali h -2. Conservazione o restauro

edifici di culto già esistenti oaltri beni culturali ecclesiastici h -

3. Arredi sacri delle nuove parrocchie h -4. Sussidi liturgici h -5. Studio, formazione e rinnovamento

delle forme di pietà popolare h -6. Formazione di operatori liturgici h -7. Contributo alle Foranie per la pastorale h 24.960,00

h 24.960,00

B. Esercizio e cura delle anime:

1. Attività pastorali straordinarie h 6.485,492. Curia diocesana e centri pastorali diocesanih 237.470,823. Tribunale ecclesiastico diocesano h -4. Mezzi di comunicazione sociale

a finalità pastorale h 39.951,005. Istituto di scienze religiose h 21.000,006. Contributo alla facoltà teologica h -7. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici h 1.560,008. Manutenzione straordinaria di case

canoniche e/o locali di ministero pastorale h 21.660,009. Consultorio familiare diocesano h -10. Parrocchie in condizione di

straordinaria necessità h -11. Enti ecclesiastici per il sostentamento

dei sacerdoti addetti h -

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12. Clero anziano e malato h -13. Istituti di vita consacrata

in straordinaria necessità h -

14. ............................................................ h 239.712,03h 567.839,34

C. Formazione del clero:

1. Seminario diocesano,interdiocesano, regionale h 57.120,20

2. Rette di seminaristi e sacerdotistudenti a Roma o pressoaltre facoltà ecclesiastiche h 4.580,00

3. Borse di studio per seminaristi h -4. Formazione permanente del clero h 1.750,005. Formazione al diaconato permanente h -6. Pastorale vocazionale h 5.000,007. ............................................................ h -

h 68.450,00

D. Scopi Missionari:

1. Centro missionario diocesanoe animazione missionaria h -

2. Volontari missionari laici h -3. Cura pastorale degli immigrati

presenti in diocesi h -

4. Sacerdoti Fidei Donum h -5. ............................................................. h -

h -

E. Catechesi ed educazione cristiana:

1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani h 8.000,002. Associazioni ecclesiali

(per la formazione dei membri) h -

3. Iniziative di cultura religiosanell’ambito della diocesi h -

4. Ufficio di Pastorale catechistica h 5.000,02h 13.000,00

Page 65: Bollettino (I/2006)

62

F. Contributo al servizio diocesano per lapromozione del sostegno economicoalla Chiesa h 4.000,00

h 4.000,00G. Altre erogazioni:

1. Attività pastorali varie e Tribunale Eccl. Regionaleh 11.400,002. Inventariazione beni ecclesiastici h 24.000,003. Istituto di formazione culturale «La Pira» h 7.000,004. Ufficio di Pastorale per la Famiglia h 5.000,005. ............................................................ h -

h 47.400,00

a) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2005 € 725.649,54

Riepilogo

- TOTALE DELLE SOMME DAEROGARE PER L’ANNO 2005 h 734.708,37(riportare la somma di cui al quadro 1, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni)

- A DEDURRE TOTALE DELLEEROGAZIONI EFFETTUATENELL’ANNO 2005 (fino al 31 marzo 2006) h 725,708,37

Riportare la somma di cui al rigo a) del presente rendiconto

- DIFFERENZA h 9.058,83L’importo “differenza” è così composto:

* Fondo diocesano di garanzia

(fino al 10% del contributo dell’anno 2005) h -* Fondo diocesano di garanzia relativo

agli esercizi precedenti h -* Totale fondo diocesano di garanzia

(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2006) h -* Somme impegnate per iniziative

pluriennali anno in corso h -* Somme impegnate per iniziative pluriennali

negli esercizi precedenti h -* Totale iniziative pluriennali

(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2006)h -* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005

e non erogate al 31.03.2006 (da riportare nel rendiconto assegnazioni 2006)h 9.058,83

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- INTERESSI NETTI del 31/12/05; 31/03/06 h 1.531,77

- ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATIMA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL’E/C h -

- SALDO CONTO CORRENTEE/O DEPOSITO TITOLI AL 31 MARZO 2006 € 9.058,83

II. PER INTERVENTI CARITATIVI

A. Distribuzione a persone bisognose:

1. Da parte della diocesi h 66.056,382. Da parte delle parrocchie h -3. Da parte di altri enti ecclesiastici h -

h 66.056,38

B. Opere caritative diocesane:

1. In favore di extracomunitari h -2. In favore di tossicodipendenti h -3. In favore di anziani h -4. In favore di portatori di handicap h -5. In favore di altri bisognosi (dormitorio) h -6. Fondo antiusura (diocesano e regionale) h -

h -

C. Opere caritative parrocchiali:

1. In favore di extracomunitari h -2. In favore di tossicodipendenti h -3. In favore di anziani h -4. In favore di portatori di handicap h -5. In favore di altri bisognosi (dormitorio) h -

h -

D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:

1. Fondazione Caritas (dormitorio mensa)h 232.000,002. Gestione centri h 101.948,283. ........................................................ h -4. ........................................................ h -

h 333.948,28

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E. Altre erogazioni:

1. ........................................................ h -2. ........................................................ h -3. ........................................................ h -4. ........................................................ h -

h -

b) TOTALE DELLE EROGAZIONI € 400.004,66

Riepilogo

- TOTALE DELLE SOMME DAEROGARE PER L’ANNO 2005 h 402.039,37Riportare la somma di cui al quadro I,lett. a) del rendiconto delle assegnazioni

- A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONIEFFETTUATE NELL’ANNO 2005(fino al 31 marzo 2006) h 400.004,66Riportare la somma di cui al quadro II lett. B) del presente rendiconto

- DIFFERENZA h 2.034,71L’importo “differenza” è così composto:

* Somme impegnate per iniziative pluriennali anno in corso h -

* Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti h -Totale iniziative pluriennali (da riportare nel rendiconto assegnazioni 2006)h -

* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005 e non erogate al 31.03.06(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2006)h -2.034,71

- INTERESSI NETTI del 30/09/05; 31/12/05 e 31/03/06 h 88,48

- ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATIMA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL’E/C h -

- SALDO CONTO CORRENTEE/O DEPOSITO TITOLI AL 31 MARZO 2006 h 2.034,71

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Si allegano:

1. Relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;2. Fotocopia delle pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01.04.2005 al

31.03.2006;3. Documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale

nel caso in cui le disponibilità siano state temporaneamente investite.

Si attesta che:* Il presente “Rendiconto” è stato sottoposto alla verifica del Consiglio

Diocesano per gli affari economici nella seduta in data 29.05.2006.* Il “Rendiconto” è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n. 1, in

data 30.06.2005.

IL VESCOVO DIOCESANO† Mons. Tommaso Valentinetti

L’ECONOMO DIOCESANO Sac. Antonio Di Giulio

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COMUNICAZIONIDELL’ARCIVESCOVO

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TRIDUO PASQUALE

Carissimi,

per il cristiano celebrare la Pasqua significa prendere coscienza dellapropria storia di peccato e di salvezza. Significa perciò assumere con la fedematura la propria responsabilità di fronte alla Croce, perché ciò che si rin-nova nei riti si compia nella vita.

Dopo l’Evento Pasquale, nessuno più vive per se stesso e muore per sestesso: Gesù Cristo Crocifisso e Risorto ha le chiavi della vita e della morte;sta al centro di tutto per portare tutto al suo compimento, secondo il disegnoeterno di Dio. Ma quanti, oggi, celebrano la Pasqua con sufficiente consape-volezza della sua capitale importanza? Ancor più che per il Natale, le festepasquali sono attese come tempo di vacanza, come felice occasione per leprime «uscite» primaverili, sprecate nelle superficialità e nella dispersione.E sono invece, questi i giorni santi della redenzione che consacrano tutto iltempo.

Approssimandosi la Pasqua e la Settimana Santa, Vi scrivo queste pochenote per ricordare alcuni impegni e fare alcune sottolineature liturgiche cheritengo necessarie per una fruttuosa celebrazione per la vita delle nostre par-rocchie.

1. La Settimana Santa inizia con la Celebrazione della Domenica delle Pal-me. Alle ore 11.00. l’Arcivescovo presiederà la celebrazione processionalepartendo dalla Sala Capitolare verso l’ingresso centrale della Cattedrale diSan Cetteo con inizio della Santa Messa alle ore 11.30

In tutte le comunità si celebri “l’Ingresso di Gesù in Gerusalemme” conla benedizione e la processione delle Palme in tutte le Sante Messe più im-portanti senz’altro in una Messa particolarmente seguita e frequentata. Sipreparino bene i ministranti perché la celebrazione possa essere vissuta frut-tuosamente dalla comunità, si proclami sempre il “Passio” nella forma lun-ga con una breve didascalia omiletica dsul testo evangelico. Si eviti accura-tamente di benedire i ramoscelli di ulivo fuori della celebrazione, così comeprescritto dal rituale.

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2. Mercoledì Santo, come di consueto, celebreremo la solenne liturgia perla consacrazione del Santo Crisma e la benedizione degli Olii Santi.

Anche quest’anno ci troveremo nella Chiesa Cattedrale di San Cetteo(vedi le indicazioni rituali allegate).

Ogni Parrocchia deve organizzare la sua piccola delegazione parrocchia-le, formata da rappresentanti dei catechisti, dei giovani e dei ragazzi che ri-ceveranno la Cresima durante l’anno, rappresentanti del gruppo dei mini-stranti, dei giovani dei gruppi parrocchiali, e dei ministri straordinari del-l’Eucaristia. I cresimandi durante la celebrazione siano accompagnati dailoro catechisti, cosi come i ministranti, specialmente se ragazzi, siano gui-dati e assistiti dai loro responsabili, i quali provvederanno a far indossare adessi l’abito liturgico e sistemarli nell’aula della chiesa. Per quanto sarà pos-sibile è bene che le delegazioni parrocchiali rimangano insieme.

Ogni categoria di persone di quelle indicate ha titolo particolare di pren-dere parte a questa Celebrazione Eucaristica, unica durante l’anno. I parrocinei giorni precedenti spieghino attentamente a tutti il senso di questa litur-gia e i motivi profondi della partecipazione. I catechisti, perché collaborato-ri nell’annuncio della Salvezza. I ministranti, perché collaboratori nella ce-lebrazione dei divini misteri. I cresimandi, perché saranno unti con l’oliodel Crisma che viene consacrato in questa Messa e dunque la loro unioneprofonda a Cristo e alla Chiesa. I ministri straordinari, perché accompagna-no gli infermi e gli anziani e spesso sono chiamati a preparare il sacramentodell’unzione dei malati per quelli che essi visitano.

3. Il Giovedì Santo, le Sante Messe in “Coena Domini” si celebrino solonelle Chiese parrocchiali. L’Adorazione eucaristica sia solo in quelle chiesee si sottolinei, anche con l’arredo liturgico, che non si tratta della visita aisepolcri bensì dell’Adorazione di Gesù Eucaristia. Particolarmente l’addob-bo floreale sia semplice e decoroso. Non si dimentichi di compiere nella li-turgia il segno della lavanda dei piedi, sottolineando la Carità e l’Amore al-l’interno della comunità e quello per i poveri e gli ultimi che deve scaturireda questo gesto. Si ricorda che l’adorazione si prolunga nella notte e cessadurante la notte. La mattina del venerdì la meditazione e la preghiera per-sonale, devono già rivolgersi al mistero della croce. Si provveda che tuttoquesto sia sottolineato anche dai segni liturgici. (L’altare della reposizionedel Santissimo dove si è tenuta l’Adorazione, non abbia più i segni della so-

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lennità). Naturalmente nei giorni prossimi e nella domenica precedente ogniparroco spieghi attentamente i motivi di queste scelte.

4. Il Venerdì Santo l’azione liturgica della Morte di Gesù si celebri, perquanto è possibile, in orario pomeridiano tra le ore 15.00 e le ore 17.00, sispieghi il motivo di questa scelta: l’ora della morte di Gesù in croce, invi-tando tutti ad organizzarsi in modo da poter essere presenti. Si ricordi so-prattutto che questo è un giorno di preghiera e di digiuno.

5. La Veglia Pasquale si celebri nella notte tra il Sabato Santo e la Domeni-ca di Pasqua. Non si inizi troppo presto (non prima delle 22.30), sottoli-neando il carattere della veglia. Tutti i riti siano fatti rispettando le normeliturgiche e la verità dei segni stessi, non si eliminino con superficialità leletture bibliche, anzi si prepari un adeguato numero di lettori in modo daevitare la monotonia e soprattutto si curi la buona dizione forte e chiara, conla possibilità di cantare qualche salmo responsoriale o almeno i ritornelli.Dove è stato previsto si celebrino i battesimi dei bambini, non quelli degliadulti, perché riservati al vescovo. E’ vivo desiderio che in ogni comunitàParrocchiale si celebri una sola Veglia Pasquale. E’ questa la notte in cuimaggiormente si esprime l’Unità della Chiesa intorno alla Verità del Risortodai morti. Nessun fedele dovrebbe sentirsi esonerato dal partecipare all’Uni-ca Veglia Pasquale che ci fa sentire Nuovo Popolo dell’Alleanza, liberatodalla schiavitù del peccato e dalla morte, desideroso di annunciare l’UnicoRegno del Signore che viene a portare Unità, Pace e vera Concordia.

Per le Parrocchie che avessero un’aula liturgica troppo piccola per acco-gliere un numero elevato di fedeli, si può suggerire di partecipare alla So-lenne Veglia Pasquale presieduta in Cattedrale dall’Arcivescovo. E’ un mo-do, questo, per sottolineare l’Unità della Chiesa Diocesana. A nessun pre-sbitero della Nostra Arcidiocesi è concesso di celebrare due o più Veglie Pa-squali, a maggior ragione se queste dovessero svolgersi fuori dalle parroc-chie o in sale prese in affitto negli alberghi. Fatta eccezione per coloro chehanno più comunità parrocchiali e che comunque sono tenuti ad organizzar-si per tempo, chiedendo la disponibilità ai sacerdoti liberi da impegni par-rocchiali.

Page 73: Bollettino (I/2006)

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6. I Presbiteri non parroci si comportino nel modo seguente: i Canonici li-beri da impegni parrocchiali concelebrino in Cattedrale; i Vicari parrocchia-li o i presbiteri a servizio delle comunità parrocchiali, concelebrino nelleproprie parrocchie o si rendano disponibili per quei parroci che abbiano piùcomunità parrocchiali.

7. I Canonici, i parroci, i presbiteri, i religiosi, i diaconi, le religiose, le con-sacrate e i ministri straordinari dell’Eucaristia presenti nella città di Pescata,sono convocati al mattino del Venerdì e del Sabato Santo alle ore 9.00 inCattedrale per la celebrazione delle Lodi e dell’Ufficio delle Letture. Si in-vitino anche i membri delle associazioni e dei movimenti e i laici che desi-derano unirsi alla preghiera comune. In nessuna altra chiesa o oratorio sitengano celebrazioni concomitanti. Lo stesso si faccia nella Concattedraledi Penne per le parrocchie di quella città. A Pescara la celebrazione saràpresieduta dall’Arcivescovo, a Penne da Don Giorgio Moriconi, Vicarioepiscopale per la pastorale. Per quanto sarà possibile si faccia ugualmentein tutte le parrocchie dell’Arcidiocesi sotto la presidenza dei parroci. Neipaesi con più parrocchie ci si riunisca nella parrocchia più importante sottola presidenza di quel parroco.

Chiedendo scusa del lungo elenco di precisazioni e di richiami, auguro atutti una buona conclusione del cammino di quaresima e la gioia di celebra-re la Santa Pasqua rigenerati dalla forza della Risurrezione di Cristo.

20 marzo 2006

† Tommaso ValentinettiArcivescovo