Bollettino Ecclesiale - Gennaio - Marzo 2007

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Anno CX - n. 1

Gennaio - M arzo 2007

EAC

Bollettino Ecclesiale

ARCID IOCES I D I CATANIA

ATTI UFFICIALI E ATTIVITÀ PASTORALI

DELLA COMUNITÀ DIOCESANA

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Arcidiocesi di Catania - BOLLETTINO ECCLESIALE Atti ufficiali e attività pastorali della comunità diocesana -Editore: EAC , Edizioni Arcidiocesi Catania - Am m inistrazione: Curia Arcivescovile di Catania - tel.095.7159062 - fax 095.2504358 www.diocesi.catania.it e-mail: [email protected] - Via V. Emanuele, 15995131 Catania - Redazione: Franco Beninato, Rosa Balsamo - Direttore responsabile: Antonino Legname,Direttore: Giuseppe Longo - Im paginazione e Stam pa: Tipolitografia C. Anfuso - tei. 095.363029 - Catania -Autorizzazione: Tribunale di Catania n. 43 del 4 settembre 1948.

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SOMMARIO

009 SANTA SEDE

Messaggio del Santo Padre per la celebrazione della GiornataMondiale della Pace.

Messaggio del Santo Padre per la Giornata del Migrante e delRifugiato.

Messaggio del Santo Padre per la XV Giornata Mondiale del Malato.

025 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Messaggio in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento dellareligione cattolica nell’anno scolastico 2007-2008.

Comunicato finale del Consiglio Permanente, Roma 22-25 gennaio.

Messaggio per la XI Giornata Mondiale della Vita Consacrata.

Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, giustizia epace “II Giornata per la salvaguardia del creato”.

047 CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA

Sessione invernale 2007 14-16 febbraio.

053 ARCIVESCOVO

Lettera ai Parroci e Rettori di Chiese, ai Superiori/e di Comunità reli-giose (17-01-2007).

Omelia per la Santa Messa trasmessa dalla Rai.

Lettera ai Presbiteri ed ai diaconi dell’arcidiocesi (23-01-2007).

FESTA DI S. AGATA

Messaggio per il settimanale “Prospettive” e il quotidiano “La Sicilia”.

Comunicato stampa (03-02-2007).

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Comunicato stampa (04-02-2007).

Messaggio alla Città in Piazza Stesicoro.

Saluto iniziale di S. E. Mons. Salvatore Gristina alla Santa MessaPontificale.

Omelia per l’Ottava di Sant’Agata.

Lettera ai Presbiteri della diocesi (03-03-2007).

Messaggio per la Giornata del Seminario (4 marzo 2007).

Lettera ai Rev.mi Presbiteri che festeggiano il giubileo sacerdotale(05-03-2007).Lettera ai Membri dei Consigli Presbiterale e Pastorale (16-03-2007).

Omelia per la Santa Messa trasmessa da Rete 4.

Lettera ai Presbiteri dell’arcidiocesi (29-03-2007).

AGENDALuglio - Dicembre.

089 CURIA

CANCELLERIANomine Gennaio – Marzo.

CONSIGLIO PRESBITERALEAssemblea del 30 gennaio.

UFFICIO PER PASTORALERiunione aggregazioni laicali.Incontro straordinario Uffici Pastorali (07-02-2007).Incontro straordinario Consiglio Pastorale diocesano (08-02-2007).Diffusione atti Convegno Verona.Convocazione Consiglio Pastorale diocesano sulla ReligiositàPopolare (16-02-2007).

UFFICIO PER LA VITA CONSACRATAGiornata mondiale degli Istituti di Vita Consacrata.

UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANOLaboratori di fede per catechisti.

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UFFICIO LITURGICO DIOCESANORinnovo ministero straordinario dell’Eucaristia.Corso per Lettori.

UFFICIO PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIAFesta dei fidanzati (11-02-2007).

UFFICIO PER LA PASTORALE DEI GIOVANIRitiro di Quaresima.Invito alla partecipazione al “Pente…Thlon”.

UFFICIO DIOCESANO PER L’ANIMAZIONE MISSIONARIAGiornata diocesana dei ragazzi missionari (21-01-2007).Giornata diocesana dei ragazzi missionari (11-02-2007).

UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DELLA SALUTEGiornata mondiale del malato.

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI44ª giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.Veglia di preghiera per i giovani.

UFFICIO DIOCESANO F.A.C.I.Invito adesione FACI anno 2007.

SERVIZIO DIOCESANO CATECUMENATOCelebrazione del secondo grado Iniziazione cristiana.

CONSULTA DIOCESANA DELLE AGGREGAZIONI LAICALIConvocazione assemblea rinnovo cariche di segreteria.

119 VARIETelegramma del S. Padre (Festa di S. Agata 2007).Pontificale presieduto da S. E. Mons. Paolo Romeo (Festa di S. Agata).

Mons. Carmelo Scalia e il Seminario Arcivescovile di Catania.

137 IN PACE CHRISTISac. Salvatore Incognito.Sac. Salvatore Pignataro.

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Santa Sede

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Messaggio di Sua Santità Benedetto XVIper la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace

1 gennaio 2007

“La persona umana, cuore della pace”

1. All’inizio del nuovo anno, vorrei far giungere ai Governanti e aiResponsabili delle Nazioni, come anche a tutti gli uomini e le donne di buonavolontà, il mio augurio di pace. Lo rivolgo, in particolare, a quanti sono neldolore e nella sofferenza, a chi vive minacciato dalla violenza e dalla forzadelle armi o, calpestato nella sua dignità, attende il proprio riscatto umano esociale. Lo rivolgo ai bambini, che con la loro innocenza arricchiscono l’uma-nità di bontà e di speranza e, con il loro dolore, ci stimolano a farci tutti ope-ratori di giustizia e di pace. Proprio pensando ai bambini, specialmente aquelli il cui futuro è compromesso dallo sfruttamento e dalla cattiveria diadulti senza scrupoli, ho voluto che in occasione della Giornata Mondialedella Pace la comune attenzione si concentrasse sul tema: Persona umana,cuore della pace. Sono infatti convinto che rispettando la persona si promuo-ve la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autenticoumanesimo integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuovegenerazioni.

La persona umana e la pace: dono e compito

2. Afferma la Sacra Scrittura: «Dio creò l’uomo a sua immagine; aimmagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1,27). Perché crea-to ad immagine di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona; non è sol-tanto qualche cosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di possedersi, di libe-ramente donarsi e di entrare in comunione con altre persone. Al tempo stes-so, egli è chiamato, per grazia, ad un’alleanza con il suo Creatore, a offrirgliuna risposta di fede e di amore che nessun altro può dare al posto suo (1). Inquesta mirabile prospettiva, si comprende il compito affidato all’essereumano di maturare se stesso nella capacità d’amore e di far progredire ilmondo, rinnovandolo nella giustizia e nella pace. Con un’efficace sintesisant'Agostino insegna: «Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto sal-varci senza di noi» (2). È pertanto doveroso per tutti gli esseri umani coltiva-re la consapevolezza del duplice aspetto di dono e di compito.

3. Anche la pace è insieme un dono e un compito. Se è vero che la pacetra gli individui ed i popoli - la capacità di vivere gli uni accanto agli altri tes-sendo rapporti di giustizia e di solidarietà - rappresenta un impegno che non

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conosce sosta, è anche vero, lo è anzi di più, che la pace è dono di Dio. Lapace è, infatti, una caratteristica dell’agire divino, che si manifesta sia nellacreazione di un universo ordinato e armonioso come anche nella redenzionedell’umanità bisognosa di essere recuperata dal disordine del peccato.Creazione e redenzione offrono dunque la chiave di lettura che introduce allacomprensione del senso della nostra esistenza sulla terra. Il mio veneratopredecessore Giovanni Paolo II, rivolgendosi all’Assemblea Generale delleNazioni Unite il 5 ottobre 1995, ebbe a dire che noi « non viviamo in unmondo irrazionale o privo di senso [...] vi è una logica morale che illuminal’esistenza umana e rende possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli »(3).La trascendente “grammatica”, vale a dire l’insieme di regole dell’agire indi-viduale e del reciproco rapportarsi delle persone secondo giustizia e solida-rietà, è iscritta nelle coscienze, nelle quali si rispecchia il progetto sapiente diDio. Come recentemente ho voluto riaffermare, «noi crediamo che all’originec’è il Verbo eterno, la Ragione e non l’Irrazionalità»(4). La pace è quindianche un compito che impegna ciascuno ad una risposta personale coerentecol piano divino. Il criterio cui deve ispirarsi tale risposta non può che esse-re il rispetto della “grammatica” scritta nel cuore dell’uomo dal divino suoCreatore.

In tale prospettiva, le norme del diritto naturale non vanno considerate comedirettive che si impongono dall'esterno, quasi coartando la libertà dell’uomo.Al contrario, esse vanno accolte come una chiamata a realizzare fedelmentel’universale progetto divino iscritto nella natura dell’essere umano. Guidatida tali norme, i popoli – all’interno delle rispettive culture - possono così avvi-cinarsi al mistero più grande, che è il mistero di Dio. Il riconoscimento e ilrispetto della legge naturale pertanto costituiscono anche oggi la grande baseper il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra i credenti e gli stessinon credenti. È questo un grande punto di incontro e, quindi, un fondamen-tale presupposto per un’autentica pace.

Il diritto alla vita e alla libertà religiosa

4. Il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere umano, nella cuinatura si rispecchia l’immagine del Creatore, comporta come conseguenzache della persona non si possa disporre a piacimento. Chi gode di maggiorepotere politico, tecnologico, economico, non può avvalersene per violare idiritti degli altri meno fortunati. È infatti sul rispetto dei diritti di tutti che sifonda la pace. Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina dei diritti fonda-mentali di ogni persona. In particolare, essa rivendica il rispetto della vita edella libertà religiosa di ciascuno. Il rispetto del diritto alla vita in ogni suafase stabilisce un punto fermo di decisiva importanza: la vita è un dono di cuiil soggetto non ha la completa disponibilità. Ugualmente, l’affermazione del

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diritto alla libertà religiosa pone l’essere umano in rapporto con un Principiotrascendente che lo sottrae all’arbitrio dell’uomo. Il diritto alla vita e allalibera espressione della propria fede in Dio non è in potere dell'uomo. Lapace ha bisogno che si stabilisca un chiaro confine tra ciò che è disponibile eciò che non lo è: saranno così evitate intromissioni inaccettabili in quel patri-monio di valori che è proprio dell'uomo in quanto tale.

5. Per quanto concerne il diritto alla vita, è doveroso denunciare loscempio che di essa si fa nella nostra società: accanto alle vittime dei conflit-ti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silen-ziose provocate dalla fame, dall’aborto, dalla sperimentazione sugli embrionie dall'eutanasia. Come non vedere in tutto questo un attentato alla pace?

L’aborto e la sperimentazione sugli embrioni costituiscono la diretta negazio-ne dell’atteggiamento di accoglienza verso l’altro che è indispensabile perinstaurare durevoli rapporti di pace. Per quanto riguarda poi la libera espres-sione della propria fede, un altro preoccupante sintomo di mancanza di pacenel mondo è rappresentato dalle difficoltà che tanto i cristiani quanto i segua-ci di altre religioni incontrano spesso nel professare pubblicamente e libera-mente le proprie convinzioni religiose. Parlando in particolare dei cristiani,debbo rilevare con dolore che essi non soltanto sono a volte impediti; in alcu-ni Stati vengono addirittura perseguitati, ed anche di recente si sono dovutiregistrare tragici episodi di efferata violenza. Vi sono regimi che impongonoa tutti un’unica religione, mentre regimi indifferenti alimentano non una per-secuzione violenta, ma un sistematico dileggio culturale nei confronti dellecredenze religiose. In ogni caso, non viene rispettato un diritto umano fonda-mentale, con gravi ripercussioni sulla convivenza pacifica. Ciò non può chepromuovere una mentalità e una cultura negative per la pace.

L’uguaglianza di natura di tutte le persone

6. All’origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono sicura-mente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nelmondo. Tra esse particolarmente insidiose sono, da una parte, le disugua-glianze nell’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salu-te; dall'altra, le persistenti disuguaglianze tra uomo e donna nell'eserciziodei diritti umani fondamentali.

Costituisce un elemento di primaria importanza per la costruzione della paceil riconoscimento dell’essenziale uguaglianza tra le persone umane, che sca-turisce dalla loro comune trascendente dignità. L’uguaglianza a questo livelloè quindi un bene di tutti inscritto in quella “grammatica” naturale, desumibi-le dal progetto divino della creazione; un bene che non può essere disattesoo vilipeso senza provocare pesanti ripercussioni da cui è messa a rischio lapace. Le gravissime carenze di cui soffrono molte popolazioni, specialmente

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del Continente africano, sono all'origine di violente rivendicazioni e costitui-scono pertanto una tremenda ferita inferta alla pace.

7. Anche la non sufficiente considerazione per la condizione femminileintroduce fattori di instabilità nell'assetto sociale. Penso allo sfruttamento didonne trattate come oggetti e alle tante forme di mancanza di rispetto per laloro dignità; penso anche - in contesto diverso - alle visioni antropologichepersistenti in alcune culture, che riservano alla donna una collocazione anco-ra fortemente sottomessa all’arbitrio dell’uomo, con conseguenze lesive perla sua dignità di persona e per l’esercizio delle stesse libertà fondamentali.Non ci si può illudere che la pace sia assicurata finché non siano superateanche queste forme di discriminazione, che ledono la dignità personale,inscritta dal Creatore in ogni essere umano (5).

L’« ecologia della pace »

8. Scrive Giovanni Paolo II nella Lettera enciclica Centesimus annus:«Non solo la terra è stata data da Dio all'uomo, che deve usarla rispettandol’intenzione originaria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l’uo-mo è stato donato a se stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la strutturanaturale e morale, di cui è stato dotato» (6). È rispondendo a questa conse-gna, a lui affidata dal Creatore, che l'uomo, insieme ai suoi simili, può darvita a un mondo di pace. Accanto all’ecologia della natura c’è dunque un’eco-logia che potremmo dire “umana”, la quale a sua volta richiede un’“ecologiasociale”. E ciò comporta che l’umanità, se ha a cuore la pace, debba teneresempre più presenti le connessioni esistenti tra l’ecologia naturale, ossia ilrispetto della natura, e l’ecologia umana. L’esperienza dimostra che ogniatteggiamento irrispettoso verso l’ambiente reca danni alla convivenzaumana, e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibiletra la pace con il creato e la pace tra gli uomini. L’una e l’altra presuppongo-no la pace con Dio. La poesia-preghiera di San Francesco, nota anche come«Cantico di Frate Sole», costituisce un mirabile esempio - sempre attuale - diquesta multiforme ecologia della pace.

9. Ci aiuta a comprendere quanto sia stretto questo nesso tra l’una eco-logia e l’altra il problema ogni giorno più grave dei rifornimenti energetici. Inquesti anni nuove Nazioni sono entrate con slancio nella produzione indu-striale, incrementando i bisogni energetici. Ciò sta provocando una corsa allerisorse disponibili che non ha confronti con situazioni precedenti. Nel frat-tempo, in alcune regioni del pianeta si vivono ancora condizioni di grandearretratezza, in cui lo sviluppo è praticamente inceppato anche a motivo delrialzo dei prezzi dell'energia. Che ne sarà di quelle popolazioni? Quale gene-re di sviluppo o di non-sviluppo sarà loro imposto dalla scarsità di riforni-menti energetici? Quali ingiustizie e antagonismi provocherà la corsa alle

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fonti di energia? E come reagiranno gli esclusi da questa corsa? Sono doman-de che pongono in evidenza come il rispetto della natura sia strettamentelegato alla necessità di tessere tra gli uomini e tra le Nazioni rapporti attentialla dignità della persona e capaci di soddisfare ai suoi autentici bisogni. Ladistruzione dell’ambiente, un suo uso improprio o egoistico e l’accaparra-mento violento delle risorse della terra generano lacerazioni, conflitti e guer-re, proprio perché sono frutto di un concetto disumano di sviluppo. Uno svi-luppo infatti che si limitasse all’aspetto tecnico-economico, trascurando ladimensione morale-religiosa, non sarebbe uno sviluppo umano integrale efinirebbe, in quanto unilaterale, per incentivare le capacità distruttive dell’uo-mo.

Visioni riduttive dell’uomo

10. Urge pertanto, pur nel quadro delle attuali difficoltà e tensioni inter-nazionali, impegnarsi per dar vita ad un’ecologia umana che favorisca la cre-scita dell’«albero della pace». Per tentare una simile impresa è necessariolasciarsi guidare da una visione della persona non viziata da pregiudizi ideo-logici e culturali o da interessi politici ed economici, che incitino all'odio e allaviolenza. È comprensibile che le visioni dell’uomo variino nelle diverse cultu-re. Ciò che invece non si può ammettere è che vengano coltivate concezioniantropologiche che rechino in se stesse il germe della contrapposizione edella violenza. Ugualmente inaccettabili sono concezioni di Dio che stimolinoall’insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla violenza nei loro confron-ti. È questo un punto da ribadire con chiarezza: una guerra in nome di Dionon è mai accettabile! Quando una certa concezione di Dio è all’origine di fatticriminosi, è segno che tale concezione si è già trasformata in ideologia.

11. Oggi, però, la pace non è messa in questione solo dal conflitto tra levisioni riduttive dell’uomo, ossia tra le ideologie. Lo è anche dall’indifferenzaper ciò che costituisce la vera natura dell’uomo. Molti contemporanei nega-no, infatti, l’esistenza di una specifica natura umana e rendono così possibi-li le più stravaganti interpretazioni dei costitutivi essenziali dell’essereumano. Anche qui è necessaria la chiarezza: una visione «debole» della per-sona, che lasci spazio ad ogni anche eccentrica concezione, solo apparente-mente favorisce la pace. In realtà impedisce il dialogo autentico ed apre lastrada all’intervento di imposizioni autoritarie, finendo così per lasciare lapersona stessa indifesa e, conseguentemente, facile preda dell’oppressione edella violenza.

Diritti umani e Organizzazioni internazionali

12. Una pace vera e stabile presuppone il rispetto dei diritti dell’uomo. Seperò questi diritti si fondano su una concezione debole della persona, come

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non ne risulteranno anch’essi indeboliti? Si rende qui evidente la profondainsufficienza di una concezione relativistica della persona, quando si trattadi giustificarne e difenderne i diritti. L’aporia in tal caso è palese: i diritti ven-gono proposti come assoluti, ma il fondamento che per essi si adduce è solorelativo. C’è da meravigliarsi se, di fronte alle esigenze “scomode” poste dal-l’uno o dall’altro diritto, possa insorgere qualcuno a contestarlo o a decider-ne l’accantonamento? Solo se radicati in oggettive istanze della natura dona-ta all’uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti possono essere affermatisenza timore di smentita. Va da sé, peraltro, che i diritti dell’uomo implicanoa suo carico dei doveri. Bene sentenziava, al riguardo, il mahatma Gandhi:«Il Gange dei diritti discende dall’Himalaia dei doveri». È solo facendo chia-rezza su questi presupposti di fondo che i diritti umani, oggi sottoposti a con-tinui attacchi, possono essere adeguatamente difesi. Senza tale chiarezza, sifinisce per utilizzare la stessa espressione, ‘diritti umani’ appunto, sottinten-dendo soggetti assai diversi fra loro: per alcuni, la persona umana contraddi-stinta da dignità permanente e da diritti validi sempre, dovunque e per chiun-que; per altri, una persona dalla dignità cangiante e dai diritti sempre nego-ziabili: nei contenuti, nel tempo e nello spazio.

13. Alla tutela dei diritti umani fanno costante riferimento gli Organismiinternazionali e, in particolare, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che conla Dichiarazione Universale del 1948 si è prefissata, quale compito fonda-mentale, la promozione dei diritti dell’uomo. A tale Dichiarazione si guardacome ad una sorta di impegno morale assunto dall’umanità intera. Ciò hauna sua profonda verità soprattutto se i diritti descritti nella Dichiarazionesono considerati come aventi fondamento non semplicemente nella decisionedell’assemblea che li ha approvati, ma nella natura stessa dell’uomo e nellasua inalienabile dignità di persona creata da Dio. È importante, pertanto, chegli Organismi internazionali non perdano di vista il fondamento naturale deidiritti dell’uomo. Ciò li sottrarrà al rischio, purtroppo sempre latente, di sci-volare verso una loro interpretazione solo positivistica. Se ciò accadesse, gliOrganismi internazionali risulterebbero carenti dell’autorevolezza necessariaper svolgere il ruolo di difensori dei diritti fondamentali della persona e deipopoli, principale giustificazione del loro stesso esistere ed operare.

Diritto internazionale umanitario e diritto interno degli Stati

14. A partire dalla consapevolezza che esistono diritti umani inalienabiliconnessi con la comune natura degli uomini, è stato elaborato un dirittointernazionale umanitario, alla cui osservanza gli Stati sono impegnati anchein caso di guerra. Ciò purtroppo non ha trovato coerente attuazione, a pre-scindere dal passato, in alcune situazioni di guerra verificatesi di recente.Così, ad esempio, è avvenuto nel conflitto che mesi fa ha avuto per teatro il

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Libano del Sud, dove l'obbligo di proteggere e aiutare le vittime innocenti edi non coinvolgere la popolazione civile è stato in gran parte disatteso. Ladolorosa vicenda del Libano e la nuova configurazione dei conflitti, soprattut-to da quando la minaccia terroristica ha posto in atto inedite modalità di vio-lenza, richiedono che la comunità internazionale ribadisca il diritto interna-zionale umanitario e lo applichi a tutte le odierne situazioni di conflitto arma-to, comprese quelle non previste dal diritto internazionale in vigore. Inoltre,la piaga del terrorismo postula un’approfondita riflessione sui limiti etici chesono inerenti all’utilizzo degli strumenti odierni di tutela della sicurezzanazionale. Sempre più spesso, in effetti, i conflitti non vengono dichiarati,soprattutto quando li scatenano gruppi terroristici decisi a raggiungere conqualunque mezzo i loro scopi. Dinanzi agli sconvolgenti scenari di questi ulti-mi anni, gli Stati non possono non avvertire la necessità di darsi delle regolepiù chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cuistiamo assistendo. La guerra rappresenta sempre un insuccesso per la comu-nità internazionale ed una grave perdita di umanità. Quando, nonostantetutto, ad essa si arriva, occorre almeno salvaguardare i principi essenziali diumanità e i valori fondanti di ogni civile convivenza, stabilendo norme dicomportamento che ne limitino il più possibile i danni e tendano ad alleviarele sofferenze dei civili e di tutte le vittime dei conflitti(7).

15. Altro elemento che suscita grande inquietudine è la volontà, manife-stata di recente da alcuni Stati, di dotarsi di armi nucleari. Ne è risultato ulte-riormente accentuato il diffuso clima di incertezza e di paura per una possi-bile catastrofe atomica. Ciò riporta gli animi indietro nel tempo, alle ansielogoranti del periodo della cosiddetta «guerra fredda». Dopo di allora si spe-rava che il pericolo atomico fosse definitivamente scongiurato e che l’umani-tà potesse finalmente tirare un durevole sospiro di sollievo. Quanto appareattuale, a questo proposito, il monito del Concilio Ecumenico Vaticano II:«Ogni azione bellica che indiscriminatamente mira alla distruzione di interecittà o di vaste regioni con i loro abitanti è un crimine contro Dio e control’uomo, che deve essere condannato con fermezza e senza esitazione»(8).Purtroppo ombre minacciose continuano ad addensarsi all’orizzonte del-l’umanità. La via per assicurare un futuro di pace per tutti è rappresentatanon solo da accordi internazionali per la non proliferazione delle arminucleari, ma anche dall’impegno di perseguire con determinazione la lorodiminuzione e il loro definitivo smantellamento. Niente si lasci di intentatoper arrivare, con la trattativa, al conseguimento di tali obiettivi! È in gioco ildestino dell’intera famiglia umana!

La Chiesa a tutela della trascendenza della persona umana

16. Desidero, infine, rivolgere un pressante appello al Popolo di Dio, per-ché ogni cristiano si senta impegnato ad essere infaticabile operatore di pace

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e strenuo difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalienabilidiritti. Grato al Signore per averlo chiamato ad appartenere alla sua Chiesache, nel mondo, è «segno e tutela della trascendenza della personaumana»(9), il cristiano non si stancherà di implorare da Lui il fondamentalebene della pace che tanta rilevanza ha nella vita di ciascuno. Egli inoltre sen-tirà la fierezza di servire con generosa dedizione la causa della pace, andan-do incontro ai fratelli, specialmente a coloro che, oltre a patire povertà e pri-vazioni, sono anche privi di tale prezioso bene. Gesù ci ha rivelato che «Dioè amore» (1 Gv 4,8) e che la vocazione più grande di ogni persona è ‘'amore.In Cristo noi possiamo trovare le ragioni supreme per farci fermi paladinidella dignità umana e coraggiosi costruttori di pace.

17. Non venga quindi mai meno il contributo di ogni credente alla pro-mozione di un vero umanesimo integrale, secondo gli insegnamenti delleLettere encicliche Populorum progressio e Sollicitudo rei socialis, delle qualici apprestiamo a celebrare proprio quest’anno il 40º e il 20º anniversario.Alla Regina della Pace, Madre di Gesù Cristo «nostra pace» (Ef 2,14), affidola mia insistente preghiera per l’intera umanità all’inizio dell’anno 2007, acui guardiamo - pur tra pericoli e problemi - con cuore colmo di speranza.Sia Maria a mostrarci nel Figlio suo la Via della pace, ed illumini i nostriocchi, perché sappiano riconoscere il suo Volto nel volto di ogni personaumana, cuore della pace!

Dal Vaticano, 8 Dicembre 2006

BENEDETTO XVI

(1) Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 357.

(2) Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923.

(3) N. 3.

(4) Omelia all'Islinger Feld di Regensburg (12 settembre 2006).

(5) Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sullacollaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo (31 maggio 2004), nn. 15-16.

(6) N. 38.

(7) A tale riguardo, il Catechismo della Chiesa Cattolica ha dettato criteri molto severi e preci-si: cfr nn. 2307-2317.

(8) Cost. past. Gaudium et spes, 80.

(9) Conc. Ecum. Vat. II, ibid. n. 76.

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Messaggio di Sua Santità Benedetto XVIper la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

14 gennaio 2007

Cari fratelli e sorelle!

In occasione della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato,guardando alla Santa Famiglia di Nazaret, icona di tutte le famiglie, vorreiinvitarvi a riflettere sulla condizione della famiglia migrante. Narra l’evange-lista Matteo che, poco tempo dopo la nascita di Gesù, Giuseppe fu costretto apartire di notte per l’Egitto prendendo con sé il bambino e sua madre, al finedi sfuggire alla persecuzione del re Erode (cfr Mt 2,13-15). Commentandoquesta pagina evangelica, il mio venerato Predecessore, il Servo di Dio PapaPio XII scrisse nel 1952: “La famiglia di Nazaret in esilio, Gesù, Maria eGiuseppe emigranti in Egitto e ivi rifugiati per sottrarsi alle ire di un empiore, sono il modello, l’esempio e il sostegno di tutti gli emigranti e pellegrini diogni età e di ogni Paese, di tutti i profughi di qualsiasi condizione che, incal-zati dalla persecuzione o dal bisogno, si vedono costretti ad abbandonare lapatria, i cari parenti, i vicini, i dolci amici, e a recarsi in terra straniera”(Exsul familia, AAS 44, 1952, 649). Nel dramma della Famiglia di Nazaret,obbligata a rifugiarsi in Egitto, intravediamo la dolorosa condizione di tutti imigranti, specialmente dei rifugiati, degli esuli, degli sfollati, dei profughi, deiperseguitati. Intravediamo le difficoltà di ogni famiglia migrante, i disagi, leumiliazioni, le strettezze e la fragilità di milioni e milioni di migranti, profu-ghi e rifugiati. La Famiglia di Nazaret riflette l’immagine di Dio custodita nelcuore di ogni umana famiglia, anche se sfigurata e debilitata dall’emigrazio-ne.

Il tema della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - Lafamiglia migrante - si pone in continuità con quelli del 1980, 1986 e 1993, eintende ulteriormente sottolineare l’impegno della Chiesa a favore non solodell’individuo migrante, ma anche della sua famiglia, luogo e risorsa dellacultura della vita e fattore di integrazione di valori. Tante sono le difficoltà cheincontra la famiglia del migrante. La lontananza fra i suoi membri e il man-cato ricongiungimento sono spesso occasione di rottura degli originari lega-mi. Si instaurano rapporti nuovi e nascono nuovi affetti; si dimenticano il pas-sato e i propri doveri, posti a dura prova dalla lontananza e dalla solitudine.Se non si assicura alla famiglia immigrata una reale possibilità di inserimen-to e di partecipazione, è difficile prevedere un suo sviluppo armonico. LaConvenzione Internazionale per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori

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migranti e dei membri delle loro famiglie, entrata in vigore il 10 luglio 2003,intende tutelare i lavoratori e le lavoratrici migranti e i membri delle rispet-tive famiglie. Si riconosce, cioè, il valore della famiglia anche per quel cheriguarda l’emigrazione, fenomeno ormai strutturale delle nostre società. LaChiesa incoraggia la ratifica degli strumenti internazionali legali tesi a difen-dere i diritti dei migranti, dei rifugiati e delle loro famiglie, ed offre, in variesue Istituzioni e Associazioni, quell’advocacy che si rende sempre più neces-saria. Sono stati aperti, a tal fine, Centri di ascolto dei migranti, Case peraccoglierli, Uffici per servizi alle persone e alle famiglie, e si è dato vita adaltre iniziative per rispondere alle crescenti esigenze in questo campo.

Già molto si sta lavorando per l’integrazione delle famiglie degli immigrati,anche se tanto resta da fare. Esistono effettive difficoltà connesse ad alcuni“meccanismi di difesa” della prima generazione immigrata, che rischiano dicostituire un impedimento per un’ulteriore maturazione dei giovani dellaseconda generazione. Ecco perché si rende necessario predisporre interven-ti legislativi, giuridici e sociali per facilitare tale integrazione. Negli ultimitempi è aumentato il numero delle donne che lasciano il proprio Paese d’ori-gine alla ricerca di migliori condizioni di vita, in vista di più promettenti pro-spettive professionali. Non poche però sono quelle donne che finiscono vitti-me del traffico di esseri umani e della prostituzione. Nei ricongiungimentifamiliari le assistenti sociali, in particolare le religiose, possono rendere unservizio di mediazione apprezzato e meritevole di sempre maggiore valoriz-zazione.

In tema di integrazione delle famiglie degli immigrati, sento il dovere dirichiamare l’attenzione sulle famiglie dei rifugiati, le cui condizioni sembra-no peggiorate rispetto al passato, anche per quanto riguarda proprio il ricon-giungimento dei nuclei familiari. Nei campi loro destinati, alle difficoltà logi-stiche, a quelle personali legate ai traumi e allo stress emozionale per le tra-giche esperienze vissute, si unisce qualche volta persino il rischio del coinvol-gimento di donne e bambini nello sfruttamento sessuale, come meccanismodi sopravvivenza. In questi casi occorre un’attenta presenza pastorale che,oltre all’assistenza capace di lenire le ferite del cuore, offra un sostegno daparte della comunità cristiana in grado di ripristinare la cultura del rispettoe di far riscoprire il vero valore dell’amore. Occorre incoraggiare chi è inte-riormente distrutto a recuperare la fiducia in se stesso. Bisogna poi impe-gnarsi perché siano garantiti i diritti e la dignità delle famiglie e venga assi-curato ad esse un alloggio consono alle loro esigenze. Ai rifugiati va chiestodi coltivare un atteggiamento aperto e positivo verso la società che li accoglie,mantenendo una disponibilità attiva alle proposte di partecipazione percostruire insieme una comunità integrata, che sia “casa comune” di tutti. Trai migranti vi è una categoria da considerare in modo speciale: è quella deglistudenti di altri Paesi, che si ritrovano lontani da casa, senza un’adeguata

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conoscenza della lingua, talora privi di amicizie e in possesso non raramen-te di borse di studio insufficienti. Ancor più grave diviene la loro condizionequando si tratta di studenti sposati. Con le sue Istituzioni la Chiesa si sforzadi rendere meno dolorosa la mancanza del sostegno familiare di questi gio-vani studenti, e li aiuta ad integrarsi nelle città che li accolgono, mettendoliin contatto con famiglie pronte ad ospitarli e a facilitarne la reciproca cono-scenza. Come ho avuto modo di dire in altra occasione, venire in aiuto deglistudenti esteri è “un importante campo d’azione pastorale. Infatti, i giovaniche lasciano il proprio Paese per motivo di studio vanno incontro a non pochiproblemi e soprattutto al rischio di una crisi d’identità” (L’OsservatoreRomano, 15 dicembre 2005).

Cari fratelli e sorelle, possa la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiatodiventare utile occasione per sensibilizzare le Comunità ecclesiali e l’opinio-ne pubblica sulle necessità e i problemi, come pure sulle potenzialità positivedelle famiglie migranti. Rivolgo in modo speciale il mio pensiero a quantisono direttamente coinvolti nel vasto fenomeno della migrazione, ed a coloroche spendono le loro energie pastorali a servizio della mobilità umana. Laparola dell’apostolo Paolo: “caritas Christi urget nos” (2 Cor 5,14), li spinga adonarsi preferenzialmente ai fratelli e alle sorelle che più sono nel bisogno.Con questi sentimenti, invoco su ciascuno la divina assistenza ed a tuttiimparto con affetto una speciale Benedizione Apostolica.

18 ottobre 2006

BENEDETTO XVI

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Messaggio di Sua Santità Benedetto XVIper la Giornata Mondiale del Malato

Seoul, Corea – 11 febbraio 2007

Cari fratelli e care sorelle, l’11 febbraio 2007, giorno in cui la Chiesa celebrala memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, si svolgerà a Seoul, inCorea, la Quindicesima Giornata Mondiale del Malato. Un certo numero diincontri, conferenze, raduni pastorali e celebrazioni liturgiche avrà luogo coni rappresentanti della Chiesa in Corea, con il personale sanitario, i malati e leloro famiglie. Ancora una volta, la Chiesa guarda a quanti soffrono e richia-ma l’attenzione sui malati incurabili, molti dei quali stanno morendo a causadi malattie in fase terminale. Essi sono presenti in ogni continente, in parti-colare in luoghi in cui la povertà e le difficoltà causano miseria e doloreimmensi. Conscio di tali sofferenze, sarò spiritualmente presente allaGiornata Mondiale del Malato, unito a quanti si incontreranno per discuteredella piaga delle malattie incurabili nel nostro mondo e incoraggeranno glisforzi delle comunità cristiane nella loro testimonianza della tenerezza e dellamisericordia del Signore.

L’essere malati porta inevitabilmente con sé un momento di crisi e un serioconfronto con la propria situazione personale. I progressi nelle scienze medi-che spesso offrono gli strumenti necessari ad affrontare questa sfida, almenorelativamente ai suoi aspetti fisici. La vita umana, comunque, ha i suoi limitiintrinseci, e, prima o poi, termina con la morte. Questa è un’esperienza allaquale è chiamato ogni essere umano e alla quale deve essere preparato.Nonostante i progressi della scienza, non si può trovare una cura per ognimalattia, e, quindi, negli ospedali, negli ospizi e nelle case in tutto il mondoci imbattiamo nella sofferenza di numerosi nostri fratelli e numerose nostresorelle incurabili e spesso in fase terminale. Inoltre, molti milioni di personenel mondo vivono ancora in condizioni insalubri e non hanno accesso a risor-se mediche molto necessarie, spesso del tipo più basilare, con il risultato cheil numero di esseri umani considerato “incurabile” è grandemente aumenta-to.

La Chiesa desidera sostenere i malati incurabili e quelli in fase terminaleesortando a politiche sociali eque che possano contribuire a eliminare lecause di molte malattie e chiedendo con urgenza migliore assistenza perquanti stanno morendo e per quanti non possono contare su alcuna curamedica. É necessario promuovere politiche in grado di creare condizioni incui gli esseri umani possano sopportare anche malattie incurabili ed affron-tare la morte in una maniera degna. A questo proposito, è necessario sottoli-

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neare ancora una volta la necessità di più centri per le cure palliative cheoffrano un’assistenza integrale, fornendo ai malati l’aiuto umano e l’accom-pagnamento spirituale di cui hanno bisogno.

Questo è un diritto che appartiene a ogni essere umano e che tutti dobbiamoimpegnarci a difendere. Desidero incoraggiare gli sforzi di quanti operanoquotidianamente per garantire che i malati incurabili e quelli che si trovanonella fase terminale, insieme alle proprie famiglie, ricevano un’assistenzaadeguata e amorevole. La Chiesa, seguendo l’esempio del Buon Samaritano,ha sempre mostrato particolare sollecitudine per gli infermi. Mediante i suoisingoli membri e le sue istituzioni, continua a stare accanto ai sofferenti e aimorenti, cercando di preservare la loro dignità in questi momenti significati-vi dell’esistenza umana. Molti di questi individui, personale sanitario, agentipastorali e volontari, e istituzioni in tutto il mondo, servono instancabilmen-te i malati, negli ospedali e nelle unità per le cure palliative, nelle strade cit-tadine, nell’ambito dei progetti di assistenza domiciliare e nelle parrocchie.

Ora, mi rivolgo a voi, cari fratelli e care sorelle che soffrite di malattie incu-rabili e che siete nella fase terminale. Vi incoraggio a contemplare le sofferen-ze di Cristo crocifisso e, in unione con Lui, a rivolgervi al Padre con totalefiducia nel fatto che tutta la vita, e la vostra in particolare, è nelle sue mani.Sappiate che le vostre sofferenze, unite a quelle di Cristo, si dimostrerannofeconde per le necessità della Chiesa e del mondo. Chiedo al Signore di raf-forzare la vostra fede nel Suo amore, in particolare durante queste prove chestate affrontando. Spero che, ovunque voi siate, troviate sempre l’incoraggia-mento e la forza spirituali necessari a nutrire la vostra fede e a condurvi piùvicini al Padre della vita. Attraverso i suoi sacerdoti e i suoi collaboratoripastorali, la Chiesa desidera assistervi e stare al vostro fianco, aiutandovi nel-l’ora del bisogno, e quindi, rendendo presente l’amorevole misericordia diCristo verso chi soffre.

Infine, chiedo alle comunità ecclesiali in tutto il mondo, e in particolare aquante si dedicano al servizio degli infermi, a continuare, con l’ausilio diMaria, Salus Infirmorum, a rendere un’efficace testimonianza della solleci-tudine amorevole di Dio, nostro Padre. Che la Beata Vergine, nostra Madre,conforti quanti sono malati e sostenga quanti hanno dedicato la propria vita,come Buoni Samaritani, a curare le ferite fisiche e spirituali dei sofferenti.Unito a voi nel pensiero e nella preghiera, imparto di cuore la miaBenedizione Apostolica quale pegno di forza e di pace nel Signore.

Dal Vaticano, 8 dicembre 2006

BENEDETTO XVI

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Conferenza EpiscopaleItaliana

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Messaggio in vista della scelta di avvalersidell’insegnamento della religione cattolica

nell’anno scolastico 2007-2008

Siamo ogni giorno spinti a fermarci all’immediato, a guardare solo a ciò checi sta vicino, dimenticando ciò che costituisce l’orizzonte in cui la vita quoti-diana prende significato, perché vi trova fondamento e orientamento. A que-sti condizionamenti culturali occorre reagire. Lo ribadisce con forza e conti-nuità il Papa Benedetto XVI, ricordandoci quanto sia pericoloso togliereall’uomo la prospettiva di Dio e la testimonianza che della sete di lui dannole religioni; soprattutto la rivelazione che di lui ci offre la religione cristiananel volto e nell’opera del Figlio Gesù. La nostra Europa, il mondo occidenta-le sarà in grado di ritrovare se stesso e la capacità di parlare al mondo, “sol-tanto se cresce di nuovo la fede in Dio, se Dio sarà di nuovo presente per noie in noi”, perché “senza Dio i conti non tornano”.

Gli ambienti e le occasioni per questa ricerca e questo ascolto non mancano.La scuola è uno di questi. Essa può e deve dare il suo contributo alla rifles-sione sul mistero della vita, soprattutto oggi che, per la presenza di un nume-ro in continua crescita di bambini e ragazzi provenienti da altri paesi, stadiventando sempre più un luogo di confronto di tradizioni culturali e religio-se. Memoria viva del passato, progettazione creativa del futuro, la scuola èinnanzitutto un tempo dedicato alla maturazione integrale degli alunni, quin-di anche della dimensione spirituale e religiosa, all’interno e in dialogo con ilcontesto culturale e sociale in cui essi sono inseriti. L’insegnamento della reli-gione cattolica (IRC) si colloca in maniera pertinente in questo “luogo”, perdare un contributo significativo e originale allo sviluppo di personalità capa-ci di “guardare in alto” e di costruirsi in atteggiamento di accoglienza deglialtri e di disponibilità all’incontro e alla collaborazione, con una chiara con-sapevolezza delle radici religiose su cui è ancorata l’identità del nostro popo-lo.

Il consolidamento della scelta di avvalersi dell’IRC da parte delle famiglie edei ragazzi (ribadito anche nell’anno scolastico 2005—2006 nell’altissimapercentuale del 91,6%) è incoraggiante riscontro dell’importanza di questoinsegnamento. Esso infatti favorisce un inserimento più pieno e consapevolenell’identità culturale e sociale del nostro Paese; affronta una opportunariflessione sul cattolicesimo, in dialogo con le altre confessioni cristiane e lealtre religioni; costituisce un terreno fecondo per indagare il significato pro-fondo della vita umana nell’orizzonte della trascendenza e prospettare deci-

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sioni impegnative per l’esistenza personale e per la vita sociale.

Il Convegno Ecclesiale nazionale di Verona ha posto al centro dell’attenzionel’uomo del nostro tempo, alla ricerca di un futuro personale e comunitariorinnovato, più giusto e in pace; per i cristiani chiaramente segnato dalla spe-ranza che scaturisce dalla morte e risurrezione di Gesù Cristo. In questaricerca emerge quanto sia decisivo lo spessore culturale e sociale della fede eil suo rapporto con il mondo. L’IRC si offre come disciplina scolastica in gradodi dare un suo specifico contributo per decifrare meglio le aspirazioni dell’uo-mo di oggi e rendere a lui più vicina e comprensibile la speranza che vienedal Vangelo. Sono ulteriori motivi per rinnovare la scelta di tale insegnamen-to.

Mentre ringraziamo gli insegnanti di religione cattolica per la loro dedizioneprofessionale, qualificata con adeguato aggiornamento, come pure gli ufficiscuola diocesani e regionali nonché i dirigenti scolastici per la solerzia con cuioperano in vista di una piena valorizzazione dell’IRC, invitiamo le famiglie ei ragazzi a continuare ad avvalersi di tale insegnamento per l’anno scolasti-co 2007—2008. Ci auguriamo, anche, che coloro che per gli anni passati nonse ne sono avvalsi possano farlo in futuro. Non è, infatti, una proposta disci-plinare che limita la loro libertà, la rende piuttosto matura e responsabile,consolidando rapporti, confronti, accoglienze, per un’autentica integrazionedi persone, esperienze e culture.

Roma, 30 novembre 2006

PRESIDENZA DELLA CEI

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Conferenza Episcopale Italiana

CONSIGLIO PERMANENTE

Roma, 22-25 gennaio 2007

Comunicato finale

La sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente si è svolta, comedi consueto, a Roma, presso la sede della CEI, dal 22 al 25 gennaio, nel corsodella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. In apertura dei lavori,oltre al saluto ai nuovi membri del Consiglio, il Cardinale Presidente ha ricor-dato il Card. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo emerito di Palermo e a lungoVicepresidente della CEI, e Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo di Monreale ePresidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazionisociali, scomparsi nei mesi scorsi Nella preghiera, inoltre, i vescovi hannovoluto ricordare i tanti missionari che ancora oggi coronano con il sacrificiodella vita il loro servizio in terra di missione; tra questi don Andrea Santoro,don Bruno Baldacci e suor Leonella Sgorbati. Al centro dei lavori, oltre allascelta del tema principale della 57ª Assemblea Generale, un’ampia riflessio-ne sul 4° Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona con indicazioni per l’ela-borazione di una nota pastorale da proporre all’approvazione della prossimaAssemblea di maggio. È stata data puntuale informazione sia sulle attività diquest’ultimo decennio del Comitato per gli interventi caritativi a favore delTerzo Mondo, come anche del programma dell’“Agorà dei giovani italiani”,con particolare riferimento al pellegrinaggio nazionale che si terrà a Loretodal 29 agosto al 2 settembre 2007, che culminerà nell’incontro con il SantoPadre Benedetto XVI. È stato fatto anche il punto sulla preparazione della 45ªSettimana Sociale dei Cattolici Italiani ed è stata scelta la città di Anconacome sede del 25° Congresso Eucaristico Nazionale.

1. La comunione con Benedetto XVI e la gratitudine per il suo magiste-ro e lo slancio apostolico

I vescovi, nel rinnovare profonda gratitudine al Santo Padre per la sua parte-cipazione al Convegno di Verona e per il messaggio forte e autorevole con cuiha esortato la Chiesa italiana a continuare il cammino del decennio nella con-templazione del volto di Cristo e a manifestarsi come “madre e maestra” nel-l’oggi della storia, hanno espresso, come già aveva fatto il CardinalePresidente nella sua prolusione, la più viva ammirazione per “lo spirito difede e l’autentica umiltà, il coraggio e lo slancio apostolico” con i quali egli ha

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condotto la missione in Turchia. In essa Benedetto XVI ha certamenteimpresso un nuovo stile e un coraggioso indirizzo ai rapporti tra il cristiane-simo e l’islam, un più intenso dialogo a livello ecumenico con il PatriarcaEcumenico Bartolomeo I e ha dato sostegno e incitamento alla comunità cat-tolica presente in quel Paese. Piena adesione, inoltre, i presuli hanno manife-stato alle indicazioni magisteriali del Papa che, nel Messaggio per la GiornataMondiale della Pace, ha riproposto quale fondamentale presupposto perun’autentica pace “il riconoscimento e il rispetto della legge naturale” come“grande base per il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra i creden-ti e gli stessi non credenti”. Un criterio decisivo, si legge nel documento pon-tificio, che, a partire dal “riconoscimento dell’essenziale uguaglianza tra lepersone umane”, si concretizza in due diritti essenziali: il diritto alla vita e ildiritto alla libertà religiosa. Nasce da qui l’impegno a sostenere una “ecologiadella pace”, che sappia tenere conto delle connessioni esistenti tra ecologianaturale ed ecologia umana e sociale, superando una sempre più diffusavisione “debole” e relativistica della persona. In questo senso, i vescovi, inconvinta sintonia con il magistero di Benedetto XVI, sottolineano che la vitaumana, la famiglia e il matrimonio non sono meno importanti della pace,della non violenza, della giustizia e rientrano nell’ambito di quell’unica eticache ha come orizzonte un umanesimo pieno e condiviso. Infine, i presuli,attendendo la pubblicazione della prima parte del libro del Papa su Gesù diNazareth, dettato dal dichiarato intento di colmare il limite di una teologia euna esegesi che talora sembrano separare il “Cristo della fede” e il reale“Gesù storico”, hanno rivolto “un forte e affettuoso invito” ai teologi e agli ese-geti perché condividano questo orientamento e contribuiscano con il loroingegno e la loro competenza a superare approcci superficiali e inadeguatialla figura di Gesù Cristo, nei cui confronti, peraltro, si registra un crescenteinteresse. In questo contesto, i presuli, anche per favorire il superamento diun certo misticismo e spiritualismo disincarnati, invitano a riprendere lo stu-dio della storicità dei Vangeli e a riproporre con forza il kerygma del Risorto,vivente nella storia.

2. La complesse vicende internazionali e il cammino dell’Europa

Considerando l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europa, i vescoviauspicano che si stabiliscano regole più idonee ad assicurare l’effettiva earmonica convergenza e integrazione di un grande numero di Paesi cosìdiversi tra loro per storia e cultura, oltre che per livello di sviluppo economi-co.

Rimane forte la preoccupazione per la tragedia che si consuma giorno dopogiorno in Iraq, anche dopo l’esecuzione di Saddam Hussein, con un crescen-te numero di vittime tra civili e militari, tra cui, a causa di un incidente, un

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soldato italiano. I vescovi, al riguardo, più che un aumento della presenzamilitare, chiedono la ricerca di un nuovo e più efficace approccio politico, conil quale riportare la pace in questa martoriato paese. Oltre a manifestare pre-occupazione per la difficile situazione in Afghanistan, in cui sono morti altridue soldati italiani, i vescovi hanno espresso vicinanza alla popolazione liba-nese, segnata da una crescente instabilità e conflittualità interna, e solidarie-tà ai cattolici presenti in Terra Santa e nel Medio Oriente. Seguendo l’esem-pio di Benedetto XVI che, nell’imminenza del Natale ha reso nota la sua spe-ranza di recare pellegrino in Terra Santa, i vescovi hanno ribadito sostegnoe aiuto alle comunità che vivono nella terra del Signore e hanno confermatol’impegno a continuare a promuovere pellegrinaggi nei luoghi santi, convin-ti, comunque, che, elemento decisivo per un futuro di pace e di sicurezza intutta l’area mediorientale, rimane il riconoscimento reciproco del popolopalestinese e di Israele.

In riferimento ai Paesi dell’Africa, verso i quali rimane alta l’attenzione dellaChiesa italiana, come evidenziato anche dal resoconto circa l’impegno delComitato per gli aiuti al Terzo Mondo nell’ultimo decennio, i presuli hannoancora una volta ricordato le persistenti conflittualità in Somalia, la gravecrisi del Darfur e le violente azioni di guerriglia in Nigeria, che hanno coin-volto anche cittadini italiani. Al riguardo, nella linea di quanto auspicatorecentemente dal Papa, è stata segnalata la positiva evoluzione di diversi pro-cessi di riconciliazione nazionale e lo sforzo per ripristinare il corretto funzio-namento delle istituzioni, a livello nazionale, regionale e continentale. Nelcorso dei lavori, inoltre, la Presidenza della CEI ha espresso una particolarevicinanza alle popolazioni della Guinea Conakry, colpite da violenti scontri trafazioni avverse.

Infine, guardando alla regione asiatica, oltre a manifestare preoccupazioneper gli esperimenti nucleari compiuti dalla Corea del Nord e turbamento perl’assassinio a Mosca della giornalista Anna Politovskaia, nota per le sueinchieste sulle violazioni dei diritti umani, i vescovi hanno espresso nuova-mente la loro vicinanza al popolo filippino provato da una grave calamitànaturale nel mese di novembre.

3. Il tema della 57ª Assemblea Generale, riflessione sul 4° ConvegnoEcclesiale di Verona e preparazione di una nota pastorale

L’ordine del giorno dei lavori prevedeva anzitutto la scelta del tema principa-le della prossima Assemblea Generale, individuato nella missionarietà, riferi-mento tematico dal quale far emergere l’unicità della missione della Chiesaper l’annuncio del Vangelo nel nostro tempo, in coincidenza con il cinquan-tesimo dell’enciclica Fidei donum. La convergenza sulla missionarietà inten-de risvegliare nelle comunità ecclesiali l’orizzonte e la responsabilità dell’an-

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nuncio, specialmente quello concernente la prima evangelizzazione, chetrova nella missio ad gentes la sua modalità esemplare, con la convinzioneche una maggiore apertura all’impegno verso le Chiese in terra di missionepuò conferire nuovo slancio alla stessa pastorale ordinaria bisognosa essastessa di recuperare slancio missionario tra noi.

Ampia e profonda è stata la riflessione sul Convegno di Verona, in vista del-l’approvazione di una nota pastorale dell’episcopato italiano sugli orienta-menti pastorali da offrire alle Chiese locali dopo il 4° Convegno Ecclesialenazionale di Verona. I presuli, nel ricordare il clima di ascolto e di fiducia, dicomunione e di speranza vissuto nelle giornate veronesi, hanno rilevato l’ef-ficienza dell’apparato organizzativo, il prezioso servizio dei media ecclesialinazionali (Avvenire, Sir, Sat2000, il circuito radiofonico Inblu e il sito inter-net), i settimanali diocesani e le molteplici iniziative informative ed editorialicattoliche che hanno permesso un’ampia informazione e una “partecipazio-ne” anche a distanza; questa molteplice offerta di servizi ha consentito unapercezione diretta dell’evento, senza il filtro di talune categorie anguste o divisioni parziali e riduttive che non raramente distorcono – ed è accadutoanche a Verona – l’informazione religiosa offerta dai principali media nazio-nali. Tra i dati significativamente rilevanti del Convegno, i vescovi hanno sot-tolineato l’ampia e diffusa partecipazione alla fase diocesana e alle giornateveronesi; la centralità dell’incontro con il Santo Padre, che ha evidenziatoancora una volta lo stretto legame del Papa con l’Italia e con i cattolici italia-ni; la grande valenza metodologica e contenutistica delle relazioni; la cura ela dignità della preghiera e delle celebrazioni eucaristiche; l’approccio esi-stenziale al tema e la riflessione per ambiti di vita, trasversali rispetto ai con-sueti settori in cui si articola la pastorale, con la conseguente proposta di unametodologia finalizzata a una pastorale realmente integrata e organica chefaccia perno sulla persona; la suggestiva proposta di momenti artistici e cul-turali che hanno esplorato la varietà dei linguaggi espressivi.

A fronte delle tante attese dei partecipanti al Convegno e della grande respon-sabilità per il futuro che tale evento ha suscitato nella Chiesa italiana, ilConsiglio Permanente ritiene doveroso proporre all’esame della prossimaAssemblea Generale una nota pastorale che punti a far emergere lo spiritodel Convegno e quanto in esso maturato come orizzonte di discernimentodella vita della Chiesa e dei cristiani nel mondo di oggi. Si pensa, perciò, a untesto che non contenga un elenco di compiti, né una semplice raccolta di idee,ma che cerchi di esprimere la rinnovata consapevolezza della Chiesa italianacirca il dono ricevuto, la sua missione, la sua vita interna; in altri termini una“Chiesa del Risorto e della speranza” e, per questo, una Chiesa della testimo-nianza. Il documento dovrebbe, tra l’altro, rileggere l’esperienza delConvegno all’interno del percorso della Chiesa italiana in questo decennio;ribadire la bellezza e l’originalità della speranza cristiana, incentrata nella

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risurrezione e nella santità; riproporre la comunicazione del Vangelo in unmondo e a un uomo che cambia; rimotivare il “sì” della Chiesa e del creden-te al “sì” di Dio, che si concretizza in un “sì” alla vita, assunto come criterioper l’evangelizzazione e il dialogo a tutti i livelli; riproporre l’esperienzaecclesiale come chiamata alla santità e come servizio alla verità e alla vita del-l’uomo.

4. L’impegno della Chiesa italiana per il Sud del mondo

Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente è stato informato sul-l’attività svolta in questi ultimi dieci anni dal Comitato per gli interventi cari-tativi a favore del Terzo Mondo. Nell’esprimere il proprio apprezzamento, ivescovi hanno incoraggiato il Comitato nell’impegno di gestione, per contodella Chiesa italiana, di quella parte delle risorse finanziarie, provenienti dal-l’otto per mille, destinate alla Chiesa cattolica per la realizzazione di progettidi promozione umana, di sviluppo e di iniziative di carità nei paesi in via disviluppo. In questi anni, il Comitato, il cui costo annuale di funzionamentonon supera € 250.000 annui, ha erogato circa € 920 milioni per 9.158 pro-getti e per far fronte a emergenze varie, nel rigoroso rispetto della normativapattizia contenuta nella legge 222 del 1985. In particolare, l’art. 48 richiedeesplicitamente alla Chiesa italiana di dispiegare le sue energie e di impegna-re l’autorevolezza del suo discernimento a sostegno di interventi caritativi,non soltanto nel territorio italiano, ma anche nei paesi in via di sviluppo, rico-noscendo in tal modo la “valenza civile” della carità e la sua preziosa funzio-ne nel processo rigenerativo del tessuto sociale dell’intera collettività umana.I vescovi hanno evidenziato, inoltre, il fatto che, grazie anche alla costantecollaborazione con le singole Conferenze Episcopali locali, il Comitato hapotuto conseguire importanti e significativi obiettivi: un appropriato e tra-sparente uso delle risorse finanziarie nel rispetto delle finalità per cui sonostate assegnate; la testimonianza che è possibile “fare il bene” anche in situa-zioni molto difficili; l’aumento tendenziale, negli anni, del budget disponibilegrazie all’attenzione dei cittadini divenuti sempre più partecipi della vita e deiproblemi dei più poveri.

Oltre alla solidarietà tempestiva nelle situazioni di emergenza (calamità natu-rali, come cicloni, terremoti, alluvioni; epidemie; situazione di guerra…), leprincipali linee di intervento del Comitato nel decennio appena trascorsohanno riguardato iniziative di sostegno allo sviluppo delle persone e dellecomunità locali, quali l’alfabetizzazione, la formazione e l’istruzione tecnicae professionale, la cooperazione universitaria, il sostegno allo studio. Sonostati finanziati, inoltre, progetti a favore della tutela dei minori, della rimozio-ne degli svantaggi legati alla disabilità, della lotta alla tossicodipendenza eall’AIDS, del diritto alla salute e della difesa dell’ambiente. Particolare atten-

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zione è stata, infine, rivolta ai giovani e alla promozione della donna, al soste-gno delle minoranze etniche e all’umanizzazione delle carceri, come anchealla concessione di microcrediti, al sostegno dell’occupazione, alla promozio-ne della cultura del lavoro, al reinserimento degli emigrati e al sostegno delleattività agricole.

5. Il pellegrinaggio-incontro dei giovani a Loreto, la 45ª SettimanaSociale dei Cattolici Italiani, il 25° Congresso Eucaristico Nazionale

Con riferimento al progetto triennale “Agorà dei giovani italiani”, inteso asostenere e rilanciare la pastorale giovanile nelle diocesi italiane, i vescovihanno ricevuto una dettagliata informazione sul pellegrinaggio-incontro diLoreto, che avrà luogo nei giorni 1-2 settembre prossimo, con l’attesa parte-cipazione di Benedetto XVI. Nei giorni precedenti, dal 29 al 31 agosto, il pro-gramma prevede l’accoglienza dei giovani in 32 diocesi dell’Abruzzo, delleMarche, della Romagna e dell’Umbria per momenti di condivisione e scam-bio di esperienze. Nel condividere le scelte organizzative che l’appositoComitato sta sviluppando, i vescovi hanno rinnovato l’invito ai giovani peruna numerosa partecipazione, come pure la sollecitazione alle diocesi a inse-rirsi nella programmazione triennale da tradurre nel contesto degli specificiprogetti pastorali diocesani.

In vista della 45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani sul tema “Il benecomune oggi: un impegno che viene da lontano”, che avrà luogo a Pisa dal 18al 21 ottobre prossimi, dopo la sessione inaugurale a Pistoia, a cento annidalla prima Settimana Sociale svoltasi proprio in questa città, i vescovi hannosottolineato la peculiare valenza della manifestazione. Essa, infatti, intendeessere memoria costruttiva del contributo offerto dai cattolici italiani per ilbene comune nel nostro Paese nel corso di tutto il XX secolo e, insieme, inco-raggiamento ai laici nei confronti dell’impegno sociale e politico. Nelle pros-sime settimane sarà pubblicato un sussidio che, insieme a un excursus stori-co sulla presenza dei cattolici nella vita della società italiana, conterrà unaprima presentazione del tema della Settimana, corredata dai più recentiinterventi di Benedetto XVI in materia di dottrina sociale e talune indicazio-ni emerse dal Convegno di Verona. Sono programmati, inoltre, alcuni incon-tri preparatori, il primo dei quali, a carattere seminariale sul tema “Benecomune e dottrina sociale della Chiesa”, è stato già tenuto il 20 gennaio scor-so a Treviso, città natale del Ven. Giuseppe Toniolo, uno dei fondatori delleSettimane Sociali; il 18 febbraio si terrà a Roma un incontro del ComitatoScientifico e Organizzatore con le Associazioni; a marzo, sempre a Roma, ilComitato incontrerà i cattolici impegnati direttamente nella vita politica; il 19maggio, infine, è previsto un secondo seminario a Bari che approfondirà,sotto l’aspetto storico, l’impegno socio-politico dei cattolici italiani.

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Il Consiglio Episcopale Permanente ha scelto, poi, la città di Ancona comesede del 25° Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà nel 2011, conil coinvolgimento dell’Arcidiocesi di Ancona - Osimo e delle diocesi della pro-vincia ecclesiastica. È la prima volta che un evento ecclesiale tanto significa-tivo si svolge nelle Marche.

6. La situazione italiana e le nuove problematiche etiche e antropologi-che

Nell’attenta disamina delle questioni che interessano il Paese e con particola-re attenzione alla recente legge finanziaria, i vescovi segnalano il divariosempre più ampio tra il Mezzogiorno e il resto della Nazione sul versantedella politica occupazionale, nonché le persistenti difficoltà economiche dimolte famiglie, nonostante l’introduzione di alcune agevolazioni fiscali per inuclei familiari numerosi e a basso reddito. Al riguardo i vescovi chiedonouna più forte convergenza delle istituzioni e delle forze politiche, pur nelladistinzione dei ruoli, in particolare per quanto attiene alle problematiche ine-renti il lavoro, il potere di acquisto, la casa, la sanità, il sistema pensionisticoe quello fiscale, l’assistenza ai bambini più piccoli e agli anziani, la sicurezzadei cittadini, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione e, soprattutto, il contrastodel declino demografico della popolazione.

Riguardo al fenomeno migratorio, oltre a sollecitare le istituzioni a favorirel’immigrazione regolare e i ricongiungimenti familiari, tenendo presente lacentralità della persona umana, i vescovi hanno fatto proprie le recenti solle-citazioni del Papa a “tutelare i migranti e le loro famiglie mediante l’ausilio dipresidi legislativi, giuridici e amministrativi specifici, e anche attraverso unarete di servizi, di punti di ascolto e di strutture di assistenza sociale e pasto-rale”.

Con riferimento alla recrudescenza delle manifestazioni di violenza messe inatto dalle organizzazioni malavitose a Napoli, i presuli hanno espresso a quel-la città e alla Chiesa locale, e in particolare ai sacerdoti, sentita vicinanza efervido apprezzamento per il generoso impegno a servizio del Vangelo, pur inpresenza di gravi disagi e di oscuri condizionamenti, rallegrandosi per le pro-spettive di rinnovato impegno che stanno aprendosi anche grazie alla colla-borazione tra istituzioni ecclesiali e civili. Hanno manifestato, inoltre, affet-tuosa solidarietà alle vittime e ai familiari del gravissimo incidente avvenutonello Stretto di Messina, esprimendo nel contempo profonda gratitudine perla generosa opera di soccorso prestata da operatori e volontari, testimonian-za emblematica di rispetto e di attenzione per le persone, specie nei momen-ti di particolare sofferenza, tanto più significativa in un territorio più spessoall’onore delle cronache per episodi di violenza e di malaffare.

Nel corso dei lavori, in piena sintonia con quanto espresso dal Cardinale

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Presidente nella sua prolusione, i vescovi hanno ribadito il diritto della Chiesaad affermare e difendere i grandi valori, che prima di essere cristiani, sonoumani e che come tali danno senso alla vita della persona e ne salvaguarda-no la dignità. Di fronte alle accuse di indebita ingerenza nell’attività legislati-va, anche per ciò che concerne il riconoscimento giuridico delle unione difatto, i vescovi ricordano che al riguardo la Chiesa non può rimanere indiffe-rente e silenziosa ma ha il dovere di proclamare la verità sull’uomo e sul suodestino. A questo proposito, i vescovi hanno riaffermato che alla famiglia fon-data sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso “non possonoessere equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste posso-no ricevere in quanto tali riconoscimento legale”. Inoltre hanno chiesto airesponsabili della cosa pubblica un maggiore sostegno alla famiglia legittimafondata sul matrimonio, in accordo con il dettato costituzionale, attraverso larimozione degli ostacoli di ordine pratico, giuridico e fiscale che allontano igiovani dal matrimonio e dalla generazione di figli.

Quanto alle convivenze eterosessuali, è stato ribadito che la protezione deiloro diritti può essere assicurata dall’attuale giurisprudenza. “Per ulterioriaspetti che potessero aver bisogno di una protezione giuridica esiste anzitut-to - ha ribadito il Cardinale Presidente, confortato dal consenso dei membridel Consiglio - la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile allediverse situazioni, e a eventuali lacune o difficoltà si potrebbe porre rimedioattraverso modifiche del codice civile, rimanendo comunque nell’ambito deidiritti e dei doveri della persona. Non vi è quindi motivo di creare un model-lo legislativamente precostituito, che inevitabilmente configurerebbe qualco-sa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero ugualidoveri: sarebbe questa la strada sicura per rendere più difficile la formazio-ne di famiglie autentiche, con gravissimo danno delle persone, a cominciaredai figli, e della società italiana”. Rimane, comunque, alta la preoccupazionepastorale dei vescovi per lo sfondo culturale in cui viene condotto tale dibat-tito: molti giovani di oggi avvertono una grande difficoltà nel compiere sceltedefinitive e, soprattutto, sperimentano una crescente perdita di orientamen-to e una radicale insicurezza circa il futuro, a cui si aggiunge, in riferimentoal riconoscimento legale dell’unioni omosessuali, la perdita di “ogni rilevan-za alla mascolinità e alla femminilità della persona umana”.

Per ciò che riguarda la cosiddetta “dichiarazione anticipata di trattamento” ivescovi hanno, infine, ribadito il loro rifiuto dell’eutanasia come anche del-l’accanimento terapeutico che però, ovviamente, non può giungere a legitti-mare forme più o meno mascherate di eutanasia e in particolarequell’“abbandono terapeutico” che priva il paziente del necessario sostegnovitale attraverso l’alimentazione e l’idratazione.

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7. Adempimenti statutari e nomine

Il Consiglio Episcopale Permanente ha approvato lo statuto dell’AssociazioneTeologica Italiana per lo studio della morale (ATISM), il nuovo statutodell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, nonché modifiche par-ziali dello statuto della Gioventù Operaia Cristiana (GiOC) e dello statutodell’Associazione Canonistica Italiana.

Sono stati, inoltre, approvati i nuovi parametri per l’edilizia del culto per l’an-no 2007 ed è stata deliberata la revisione delle tabelle concernenti la remu-nerazione degli operatori dei Tribunali Ecclesiastici regionali e le tariffe deiservizi.

Infine, i vescovi hanno espresso parere favorevole alla nuova stesura, a setteanni dalla sua pubblicazione, del decreto generale concernente la tutela dellabuona fama e della riservatezza.

Il Consiglio Episcopale Permanente ha nominato:

S. E. Mons. Ignazio SANNA, Arcivescovo di Oristano, Membro dellaCommissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali

Mons. Bruno STENCO, della diocesi di Vicenza, Direttore dell’Ufficio Nazionaleper l’educazione, la scuola e l’università

Don ANDREA MANTO, della diocesi di Roma, Direttore dell’Ufficio Nazionale perla pastorale della sanità

Card. Salvatore DE GIORGI, Amministratore apostolico di Palermo, Presidentedella Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES)

Don Cataldo ZUCCARO, della diocesi di Frosinone - Veroli - Ferentino,Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Ecclesiale di ImpegnoCulturale (MEIC)

Don CARLO NANNI, della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, Consulenteecclesiastico centrale dell’Unione Cattolica Insegnanti Medi (UCIIM)

Don Francesco POLI, della diocesi di Bergamo, Vice Consulente ecclesiasticonazionale dell’Associazione Professionale Italiana Collaboratori Familiari(API-Colf)

Mons. Anton LUCACI, della diocesi di Jaci, Coordinatore pastorale per le comu-nità cattoliche rumene di rito latino in Italia

Don Agostino NGUYEN VAN DU, della diocesi di Treviso, Coordinatore pastora-le per le comunità cattoliche vietnamite in Italia.

Il Consiglio ha inoltre confermato l’elezione di Mons. Rinaldo FABRIS, dell’ar-cidiocesi di Udine, a Presidente dell’Associazione Biblica Italiana (ABI).

* * *

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La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi il 22 gennaio2007 in concomitanza con i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, haproceduto alle seguenti nomine:

Padre Giuseppe BELLUCCI, SJ; Dott. Ambrogio BONGIOVANNI, dell’arcidiocesi diCapua; Suor Azia CIAIRANO, SMIRP; Dott. Gianbenedetto COLOMBO, della dioce-si di Brescia; Dott. Giuseppe MAGRÌ, della diocesi di Verona; Dott.ssa PatriziaMORGANTI, dell’arcidiocesi di Milano; Mons. Vittorio NOZZA, Direttore dellaCaritas Italiana; Padre Gottardo PASQUALETTI, IMC; Mons. Giuseppe PELLEGRINI,Direttore dell’Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese;Prof. Gianni VAGGI, della diocesi di Pavia, membri del Comitato per gli inter-venti caritativi a favore del Terzo Mondo

Mons. Giuseppe PELLEGRINI, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la cooperazio-ne missionaria tra le Chiese, nominato Presidente della Fondazione di religio-ne “Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese” (CUM);don Maurizio CUCCOLO, dell’arcidiocesi di Milano, nominato Direttore; donGiorgio BENEDETTI, della diocesi di Verona, nominato Presidente del Collegiodei revisori dei conti della medesima Fondazione

don Decio CIPOLLONI, dell’arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche,nominato Assistente ecclesiastico presso la sede di Roma dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore

S. E. Mons. Salvatore DI CRISTINA, Arcivescovo di Monreale, nominatoAssistente ecclesiastico nazionale della Federazione Italiana Adoratrici-Adoratori del Santissimo Sacramento

Mons. Luciano VINDROLA, della diocesi di Susa, nominato Presidente dellaFederazione tra le Associazioni del Clero Italiano (FACI); Mons. MarianoASSOGNA, della diocesi di Rieti, nominato Vicepresidente della medesimaFederazione.

La Presidenza ha inoltre dato il proprio gradimento alla nomina di PadrePietro PIEROBON, SX, a Segretario nazionale della Pontificia Opera perl’Infanzia Missionaria (POIM).

Roma, 29 gennaio 2007

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COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL CLERO

E LA VITA CONSACRATA

Messaggio per la XI Giornata Mondialedella Vita Consacrata

2 febbraio 2007

Alle consacrate e ai consacrati.

Ai sacerdoti, ai diaconi e ai fedeli laici.

Il 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore, la Chiesa celebra laGiornata della vita consacrata, ringraziando Dio per le donne e gli uomini cheseguono con dedizione gioiosa e fedele il Signore in questa forma di vita.Avremo di nuovo la possibilità di riflettere sul vangelo proclamato nella litur-gia del giorno (Lc 2,22-40). La scena lì narrata illumina la scelta della consa-crazione e offre dei modelli ancora attuali e praticabili: cogliamo da questoracconto almeno tre aspetti, tra i tanti che si potrebbero sottolineare. L’offertadi una famiglia. Il racconto di Luca è costruito intorno all’idea dell’offerta edel dono. In primo luogo, è l’offerta di Gesù: Maria e Giuseppe lo portano “aGerusalemme per offrirlo al Signore” (2,22) e accompagnano questo gestocon un’offerta al tempio (2,24), secondo la prassi liturgica ebraica. Il bambi-no è colui che viene offerto, anche se non ha ancora coscienza di cosa questosignifichi: lo imparerà però presto, secondo quanto lo stesso Luca descrivepoco più avanti nel suo Vangelo. Nel quadro successivo, Gesù è di nuovo aGerusalemme, questa volta forse per il suo bar mizvah, rito con il quale sidiventa “figlio del comandamento” cioè soggetto alla legge, e allora esprime-rà con decisione la sua volontà di “stare nelle cose del Padre suo” (cfr 2,49).

La consacrazione - ci dice l’evangelista - ha la sua origine in famiglia, nell’of-frirsi quotidiano dei genitori per i figli e nella loro capacità di trasmettere lafede: è senz’altro da gesti semplici ma densi di contenuto che Gesù avràimparato quella dedizione che lo condurrà poi, alla fine della sua vita terre-na, per l’ultima volta a Gerusalemme, dove egli si offrirà per i peccatori. Lavita consacrata, sembra ancora dirci Luca, è scandita in momenti e tappe cheesprimono lo sviluppo di una vocazione - dal momento iniziale al tempo del-l’impegno definitivo, dalla fedeltà nel quotidiano alle obbedienze più ardue -e che indicano la necessità continua di “applicarsi alla propria crescitaumana e religiosa” (Vita consacrata, 69).

Tornando alle famiglie, quanto esse offrono alla realtà della consacrazione lo

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ricevono in cambio in un’offerta di doni più che mai preziosi nel contestodella società di oggi. Dobbiamo infatti riconoscere e incoraggiare l’opera ditutti quei consacrati - in particolare le religiose - che si offrono instancabil-mente al servizio delle famiglie del nostro Paese: nell’attenzione ai bambini eai ragazzi nei vari contesti scolastici ed educativi; nell’accompagnamento aigiovani nelle parrocchie e nelle diverse realtà pastorali; nell’assistenza agliammalati negli ospedali, nelle cliniche e negli hospice; nel sostegno aglianziani negli istituti, e così via. Sappiamo bene quanto significativa sia la pro-fessionalità e importante la testimonianza che i consacrati sanno profonderein questi ambienti e auspichiamo che esse divengano sempre più qualificatee nel contempo sostenute da forti motivazioni di fede. É infatti spesso nei luo-ghi in cui i consacrati operano, e attraverso di loro, che gli uomini e le donnedel nostro tempo trovano l’occasione opportuna di incontrare un segno dellapresenza cristiana.

Simeone e Anna. Il racconto lucano passa poi a descrivere l’incontro dellafamiglia di Gesù con Simeone e Anna. Questi due pii israeliti sono anch’essidescritti nell’atto della loro offerta a Dio. In particolare, Anna è colei chesecondo le pratiche di giustizia ebraiche non si risparmia in “digiuni e pre-ghiere”, offrendosi per il tempio, e Simeone è l’uomo giusto che attende lasalvezza non solo per sé, ma anche per il suo popolo. Essi sono accomunatida una caratteristica essenziale: rappresentando l’Israele fedele che conosceil suo Dio, sono ritratti nell’atto di scoprirne la presenza per poi testimoniar-la. È Simeone ad accorgersi che la realtà è cambiata per sempre, perché quelbambino è la luce che illumina Israele e i pagani; Anna, a sua volta, scrivel’evangelista, parla del bambino “a quanti aspettavano la redenzione diGerusalemme” (2,38).

Ci sembra di cogliere in questi due atteggiamenti la sostanza della consacra-zione a Dio. Anche i consacrati infatti sono chiamati a stare nel “tempio” e ascandire la loro giornata con la preghiera della Chiesa, per essere così capa-ci di accorgersi della presenza di Dio nell’oggi. Vivendo pienamente le attesee le domande della nostra società, riescono però anche ad annunciare che, inquesto mondo che cambia così freneticamente e che perde spesso i suoi puntifermi di riferimento, la salvezza è ancora presente e viene da Dio attraversoil suo Figlio.

Di Gesù, poi, Simeone dice che sarà un “segno di contraddizione” per molti(2,34). È facile vedere in questa affermazione la realtà della consacrazionereligiosa, che, secondo le parole del Concilio Vaticano II, è ordinata proprio aessere “segno” del regno dei Cieli (Perfectae cantatis, 1), “testimonianza”evangelica (Vita consecrata, 3).

Dal tempio alla casa. Il brano del vangelo della Festa della Presentazione siconclude con la famiglia di Gesù che torna a Nazaret, la città della Galilea

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dove avranno la loro casa e dove il figlio Gesù trascorrerà molti anni in unavita nascosta, sottomesso ai suoi genitori (2,51). Cogliamo da questa dimen-sione “domestica” del Vangelo l’occasione per ricordare quelle donne e que-gli uomini che vivono la loro consacrazione nella secolarità, e anche quelledonne appartenenti all’Ordine delle vergini, o quelle vedove e quei vedovi che“mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacra-no la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa”(Vita consacrata, 7). Essi svolgono il loro prezioso servizio nella società,anche se spesso in modo poco visibile. Questa caratteristica della loro consa-crazione però non sminuisce l’importanza di quanto compiono, perchè non viè differenza, per chi offre la vita a Dio e al prossimo, tra il tempio e la casa.Maria e il suo sposo, lasciando Gerusalemme dove hanno compiuto la loroofferta, saranno chiamati a darle seguito nella quotidianità scandita dagliaffetti, dalla preghiera, dal servizio al loro figlio e dal lavoro.

È nella sua casa che la Vergine Maria, modello di consacrazione e di seque-la, custodiva nel suo cuore tutte le cose che riguardavano Gesù (cfr 2,51).L’augurio che formuliamo ai consacrati è quello di conservare, nel loro servi-zio alla Chiesa in Italia e al mondo, la certezza che l’offerta della loro vita èun dono prezioso che Dio gradisce, come ha accolto la vita del Cristo, il quale“ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef5,2).

1 gennaio 2007

COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL

CLERO E LA VITA CONSACRATA

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COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI

E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE

II Giornata per la salvaguardia del creato1 settembre 2007

Il Signore vostro Dio vi dà la pioggia in giusta misura,

per voi fa scendere l’acqua (cfr Gl 2,23)

La Chiesa italiana celebra la Giornata per la salvaguardia del Creato per testi-moniare l’importanza che essa attribuisce al dono della creazione e per ricor-dare ai cristiani e a tutti gli uomini il compito che Dio ha affidato all’umani-tà: custodire e coltivare la terra come un giardino (Gn 2,15). La Giornataintende porsi anche come risposta agli appelli di Benedetto XVI. Nel Discorsodella vigilia di Pentecoste 2006 egli invitava a lasciarsi coinvolgere dalloSpinto nella “responsabilità di Dio per il suo mondo e per l’umanità intera”.Nella Dichiarazione congiunta con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo del 30novembre 2006 sottolineava la grande importanza riconosciuta dalle dueChiese agli “sforzi compiuti per proteggere la creazione di Dio e per lasciarealle generazioni future una terra sulla quale potranno vivere” (n. 6). NelMessaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2007 egli poneva l’accentosulle “connessioni esistenti tra l’ecologia naturale, ossia il rispetto della natu-ra, e l’ecologia umana”, tra “la pace con il creato e la pace tra gli uomini” (n.8); pace, come “capacità di vivere con giustizia gli uni accanto agli altri tes-sendo rapporti di giustizia e solidarietà” che si realizza in un “mondo ordina-to e armonioso”, creazione di Dio (n. 3). Questi riferimenti evidenziano lavarietà di motivazioni sulle quali si fonda la questione ambientale e che emer-gono nitidamente proprio in relazione al tema prescelto per questa Giornatadel 2007: l’acqua, elemento importante, anzi decisivo, per la vita del nostropianeta azzurro”.

1. L’acqua per la vita

È importante riflettere sull’acqua, in primo luogo per la drammatica attuali-tà del tema e per il peso della crisi idrica che investe numerose popolazioni.Quasi un miliardo e mezzo di persone manca di un accesso adeguato all’ac-qua, mentre anche più numerose sono quelle cui manca una sufficiente dispo-nibilità di acqua potabile. È una realtà che interessa soprattutto le regioni a

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più basso reddito, nelle quali, tra l’altro, l’accesso all’acqua può spesso sca-tenare veri e propri conflitti.

Come nota Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace2007: “All’origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono sicura-mente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nelmondo. Tra di esse particolarmente insidiose sono (...) le disuguaglianze nel-l’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salute” (n. 6).Emerge qui con chiarezza quello stretto rapporto tra giustizia, pace e salva-guardia del creato tante volte richiamato in ambito ecumenico: si pensi alla IAssemblea Ecumenica Europea di Basilea del 1989 o alla ConvocazioneMondiale di Seul del 1990. Possiamo coglierlo in tutto il suo spessore consi-derando i profughi ambientali, uomini, donne e bambini, costretti ad abban-donare le loro terre, rese invivibili dalla desertificazione. È una realtà dram-maticamente evidente in vaste regioni dell’Africa e che sempre più interessa,sebbene in misura differente, anche altre aree del pianeta. Nessun ecosiste-ma può consentire una vita sostenibile, quando venga meno quella fonda-mentale risorsa che è l’acqua. Un uso inadeguato e improprio dell’acqua,assieme al progressivo riscaldamento determinato dall’accentuarsi dell’effet-to serra, fa sì che anche il nostro Paese, e non soltanto ormai le sue zone piùcalde, conosca spesso un’emergenza idrica, per buona sorte generalmentelimitata al solo periodo estivo.

Proprio tali situazioni critiche evidenziano, d’altra parte, l’importanza del-l’acqua come fonte di vita. La sua disponibilità è, poi, essenziale per i ciclivitali della terra e fondamentale per un’esistenza pienamente umana. Nonstupisce, perciò, che Francesco d’Assisi abbia posto il riferimento all’acqua,“multo utile et umile et preziosa et casta”, al centro di quell’altissima lode aDio che è il Cantico delle Creature.

2. Attingere alle fonti

La stessa realtà è già chiaramente espressa anche nella Scrittura dell’uno edell’altro Testamento. In negativo, il deserto, luogo di mancanza d’acqua, e iltempo della siccità rivelano la fragilità della vita umana, la sua dipendenzada Colui che solo può scavare “canali agli acquazzoni e una strada alla nubetonante, per far piovere su una terra senza uomini, su un deserto dove nonc’è nessuno” (Gb 38,25-26). In positivo, il secondo capitolo della Genesi espri-me la bontà della creazione di Dio tramite l’abbondanza dell’acqua che irri-ga il giardino dell’Eden (Gn 2,10-14). I Salmi, poi, scoprono nel suo quotidia-no riversarsi sulla terra il dono sempre rinnovato, che permette la vita degliuomini e delle altre creature: è Dio stesso che visita la creazione e la disseta(Sal 64,10). E la tradizione profetica descrive la pienezza di vita promessacon l’immagine del deserto fiorente, reso fertile dalle sorgenti che sgorgano,

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spazio abitabile per i poveri (Is 41,18-20). Anche l’Apocalisse pone al centrodella nuova Gerusalemme “un fiume d’acqua viva, limpida come cristallo, chescaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello” (Ap 22,1).

La stessa esperienza dell’acqua come forza vivificante è messa in luce dall’in-contro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe (Gv 4,1—30).Quell’acqua che vivifica la creazione diviene così il segno potente del donoradicale che Egli fa di sé nella storia della salvezza per vivificare, purificare erinnovare le nostre esistenze. Nel segno del battesimo le diverse confessionicristiane riconoscono la potenza sacramentale di tale realtà misteriosa, chetrasforma in profondità coloro che l’accolgono. La Scrittura e l’esperienzaecclesiale invitano, pertanto, a vedere nell’acqua un dono prezioso, meritevo-le di una cura attenta; una risorsa essenziale per la vita, da condivideresecondo giustizia con tutti coloro che abitano il nostro pianeta, oggi e nel futu-ro.

3. L’acqua, bene comune e diritto

L’acqua, dunque, è un bene comune della famiglia umana, da gestire in modoadeguato per garantire la vivibilità del pianeta anche alle prossime genera-zioni. È necessario, perciò, impostare politiche dell’acqua capaci di contrasta-re gli sprechi e le inefficienze e di promuovere, nello stesso tempo, un usoresponsabile nei vari settori (industria, agricoltura...). Occorre tutelare ladisponibilità di acqua pulita dalle varie forme di inquinamento che la minac-ciano e assicurare la stabilità del clima e del regime delle piogge, facendotutto ciò che è possibile per contenere la portata dei mutamenti climatici.Bisogna, infine, salvaguardare gli ecosistemi marini e fluviali, la cui bellezzaserve a custodire spesso la diversità biologica che li abita.

Queste gravi e complesse problematiche sollecitano, in primo luogo, leresponsabilità dei governanti e dei politici, ma interpellano tutti in ordine alconsumo individuale; tutti, infatti, siamo invitati a rinnovare i nostri stili divita, nel segno della sobrietà e dell’efficienza, testimoniando nel quotidiano ilvalore che riconosciamo all’acqua.

In quanto bene di tutti, d’altra parte, l’acqua non è una realtà puramente eco-nomica. Come dono derivante dalla creazione, l’acqua ha destinazione uni-versale, da regolamentare a livello normativo. Il contributo che anche i sog-getti privati possono dare alla sua gestione non deve, però, in alcun modoandare a detrimento di quel fondamentale diritto all’acqua, che i soggettipubblici devono garantire a ogni essere umano. Proprio perché “senza acquala vita è minacciata”, come sottolineato dal Compendio della Dottrina Socialedella Chiesa Cattolica, tale diritto è “universale e inalienabile” (n. 485). Ancheil Consiglio Ecumenico delle Chiese ha spesso sottolineato la relazione tra laconsiderazione dell’acqua come dono e il diritto ad essa di persone e popoli.

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4. Nella fraternità ecumenica

Il tema dell’acqua costituisce, dunque, una dimensione fondamentale di quel-l’impegno per il creato che le Chiese europee hanno condiviso in questi annie che ha trovato un’espressione forte nel n. 9 della Charta Qecumenica, sot-toscritta nel 2001. Al riguardo desideriamo segnalare un appuntamento digrande importanza, che si svolgerà nel prossimo mese di settembre a Sibiu,in Romania: la III Assemblea Ecumenica Europea, che prevede la salvaguar-dia del creato tra i temi principali.

In questo contesto invitiamo le Chiese locali a celebrare la Giornata per la sal-vaguardia del Creato, in spirito di fraternità ecumenica tra i credenti dellediverse comunità cristiane. La meditazione della ricchezza simbolica deltema dell’acqua e la considerazione attenta delle complesse problematicheecologiche ed economiche offriranno spunti preziosi per una riflessionecomune e per una preghiera ispirata dalla Parola.

Roma, 2 febbraio 2007

Festa della Presentazione del Signore

COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI

E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE

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Conferenza EpiscopaleSiciliana

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Sessione invernale 200714 – 16 febbraio 2007

Nei giorni dal 14 al 16 febbraio 2007 la Conferenza Episcopale Siciliana hasvolto la sua sessione invernale nella propria sede di Palermo.

La sessione ha avuto inizio con la presidenza temporanea di S. E. Mons.Giuseppe Costanzo, Vice presidente, data la vacanza del Presidente statuta-rio, la cui elezione era all’ordine del giorno. Aprendo la sessione, Mons.Costanzo ha pronunziato parole di grato elogio per Sua Em.za il Card.Salvatore De Giorgi, Presidente uscente, a nome di tutta la Conferenza hadato un caloroso e fraterno benvenuto nella stessa a S.E. Mons. Paolo Romeo,nuovo Arcivescovo Metropolita di Palermo, ed espresso vive congratulazionia S. E. Mons. Calogero La Piana per la sua elevazione ad ArcivescovoMetropolita di Messina.

1. Gratitudine al Santo Padre

I Vescovi si sono associati ai sentimenti di profonda gratitudine espressi alSanto Padre Benedetto XVI nello scorso 22 gennaio dai Signori Cardinali eVescovi membri del Consiglio permanente della Conferenza EpiscopaleItaliana per la sua partecipazione al Convegno di Verona e “per il messaggioforte e autorevole” con cui egli aveva “esortato la Chiesa italiana a continua-re il cammino del decennio nella contemplazione del volto di Cristo e a mani-festarsi come madre e maestra” in questo nostro tempo.

2. Elezione del Presidente e del Moderatore TERS

I Vescovi hanno proceduto ad eleggere il nuovo Presidente della CESi, anorma dello statuto della stessa, nella persona di S.E.R. Mons. Paolo Romeo.Lo stesso, con successiva immediata votazione, è stato eletto ancheModeratore del Tribunale Ecclesiastico Siculo.

Subito dopo l’elezione mons. Romeo ha manifestato la propria gratitudine aiconfratelli vescovi, dicendo la propria totale disponibilità al servizio dellacomunione tra i Vescovi di Siciha nello spirito del recente Convegno di Veronae della nuova ventata di speranza che la contemplazione del Risorto haimmesso nelle nostre Chiese.

3 Il venticinquesimio della Facoltà Teologica

Nel pomeriggio del 14 febbraio i vescovi hanno preso parte, nella sede dellaFacoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista”, alla seconda sessione

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della manifestazione indetta dalla stessa per festeggiare il venticinquesimoanniversario dell’inizio della sua attività accademica il 18 ottobre del 1981.Hanno potuto così ascoltare il primo saluto alla Facoltà del nuovo GranCancelliere, S.E. mons. Paolo Romeo, la relazione venticinquennale delPreside, mons. Antonino Raspanti, la ricca stimolante lezione del Prefettodella Congregazione per l’Educazione Cattolica, Sua Em.nza il Card. ZenonGrocholewski, sul particolare servizio culturale che ogni Facoltà regionale èchiamata a rendere alle chiese locali, e una commemorazione del Card.Salvatore Pappalardo, primo Gran Cancelliere della Facoltà, tenuta da S.E.mons. Salvatore Di Cristina, già Preside della stessa. Il lungo vibrante applau-so all’indirizzo del compianto e venerato Presule ha sottolineato la gratitudi-ne e l’ammirazione degli attenti ascoltatori nei confronti di colui che la Siciliaricorderà sempre come il Fondatore della sua Facoltà Teologica.

4. Beatificazione di Padre Francesco Spoto

I vescovi hanno concordato un messaggio ai fedeli delle chiese di Sicilia perannunziare l’imminente beatificazione del Servo di Dio Padre FrancescoSpoto, settimo superiore generale della Congregazione dei Missionari Servidei Poveri, fondata a Palermo dal Beato Padre Giacomo Cusmano, in seguitoalla Dichiarazione sul Martirio emessa dalla Congregazione per le Cause deiSanti lo scorso 26 giugno. Il rito della Beatificazione avrà luogo nella catte-drale di Palermo il prossimo 21 aprile alle ore 17.00.

5. I vescovi hanno ascoltato ed approvato le relazioni quinquennali delleattività dei Centri regionali per i settori pastorali della Famiglia, dei Giovani,della liturgia e della Cooperazione missionaria tra le Chiese proposte dairispettivi Direttori, manifestando soddisfazione e riconoscenza per il lavorosvolto.

6. Inaugurazione dell’anno giudiziario

Nel pomeriggio del 15, i vescovi hanno partecipato alla cerimonia di inaugu-razione dell’anno giudiziario 2007 del Tribunale Ecclesiastico della RegioneSicilia, preceduta dalla relazione del suo Presidente sull’anno giudiziario2006 e dalla prolusione di S.E. mons. Paolo Urso, Vescovo di Ragusa eDelegato della Conferenza per la Famiglia, già giudice del medesimoTribunale Ecclesiastico.

7. Nel contesto della relazione annuale del Preside della FacoltàTeologica di Sicilia sull’anno accademico 2005-2006, i vescovi hanno dato il

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loro parere favorevole all’iter per l’approvazione da parte dellaCongregazione per l’Educazione Cattolica del progetto di un nuovo corso dilicenza in Teologia Spirituale che, ove approvato, verrà svolto presso lo StudioTeologico “S. Paolo” di Catania, aggregato alla Facoltà.

8. I vescovi hanno approvato lo Statuto della Consulta regionale delleaggregazioni laicali, un organismo collegato con la Conferenza che raccoglietutte le diverse forme di aggregazioni dei fedeli laici della Sicilia, riconosciu-te dalla Chiesa, per favorirne l’azione concorde e solidale, in una dinamica di“integrazione delle legittime diversità” e di reciprocità degli specifici doni eservizi, al fine di un sempre migliore coordinamento del loro apostolato nellee per le Chiese di Sicilia.

9. Visita ad limina

I vescovi hanno concordato, sulla base delle indicazioni offerte dal competen-te dicastero della Santa Sede, il calendario della prossima Visita ad liminaSancti Petri, che si svolgerà nell’ultima settimana di marzo, giorni 26-31. Lavisita prevede le consuete udienze dei singoli vescovi da parte del SantoPadre, l’udienza generale per i pellegrini provenienti dalle diocesi siciliane,prevista per mercoledì 28 marzo, gli incontri dei vescovi con le Congregazioniromane, nel corso dei quali i vescovi delegati relazioneranno sui settori pasto-rali di loro competenza, due solenni concelebrazioni eucaristiche, in SanPietro la prima (28 marzo, ore 12.30), a Santa Maria Maggiore la seconda (29marzo, ore 17.00), con la partecipazione dei presbiteri siciliani presenti aRoma per il loro pellegrinaggio in occasione dell’anniversario dell’ordinazio-ne presbiterale.

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Arcivescovo

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Lettera ai Parroci e Rettori di Chiese, ai Superiori/eComunità Religiose

Carissimi,

nelle Indicazioni Pastorali in corso, “In religioso ascolto”, ho scritto che que-st’anno, come quello scorso, avremmo dovuto “soffermarci sul pilastro essen-ziale di ogni comunità ecclesiale: la Parola di Dio”. Infatti scrivevo che “inessa incontriamo Dio che si manifesta e ci dona la sua stessa vita» (n. 2).

Questo anno pastorale, peraltro, diventa una felice preparazione al XIISinodo ordinario, indetto da Benedetto XVI e che sarà celebrato in Vaticanonell’ottobre 2008, dal tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione dellaChiesa”.

Perché la nostra comunità diocesana diventi sempre più casa e scuola dellaParola, ho consegnato, come esortazione a tutti noi, tre verbi imprescindibiliper il cammino di vita cristiana: “ascoltare, accogliere, obbedire alla Paroladi Dio» (n. 6).

Tra le condizioni necessarie per l’ascolto va certamente sottolineata quellache ci siano dei lettori “ben preparati sotto tutti i punti di vista a questo com-pito liturgico” (n. 7) e proprio per questo avevo chiesto all’Ufficio Liturgico eal Centro Verbum Domini (cfr n. 7) di organizzare un corso di formazione perla degna proclamazione della Parola.

Il volantino accluso è la concretizzazione di questo mio desiderio e pertantochiedo che si presti ad esso la dovuta attenzione. Infatti, questo corso di for-mazione vuole essere un aiuto alle nostre comunità affinché la Sacra Scritturarisuoni con chiarezza e luminosità nell’assemblea del popolo di Dio riunito.

Grato per quanto farete per favorire la partecipazione al corso, vi saluto cor-dialmente.

Catania, 17 gennaio 2007

@ SALVATORE, ARCIVESCOVO

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Omelia per la Santa Messa trasmessa dalla RAI

Basilica S. Caterina Alessandrina V. e M.

Pedara, 21 gennaio 2007

Care sorelle e fratelli radunati in questa Basilica

o con noi collegati tramite la RAI,

1. Nel brano che è stato adesso proclamato, San Luca, dopo averdescritto il metodo seguito nella stesura del vangelo, ci riferisce l’incontro diGesù con i concittadini di Nazaret. Egli ritornava nel luogo dove era cresciu-to ed era preceduto dalla fama che già lo circondava a motivo delle grandilodi che il suo insegnamento riscuoteva.

L’incontro avvenne di sabato e nella sinagoga, nel giorno cioè dedicato alSignore e nel luogo dove il popolo si riuniva per lodare Dio e per ascoltare lalettura delle Scritture. Gesù partecipò ad un momento cui aveva preso partetante altre volte. In quell’occasione toccò a Lui leggere il testo sacro. Era incorso la lettura del libro di Isaia ed Egli proclamò il testo che Luca ha ripor-tato.

Alla lettura seguiva il commento. Possiamo immaginare l’attesa dei concitta-dini per cosa avrebbe detto Gesù. Ai presenti, i cui occhi stavano fissi su diLui, Gesù dà la lieta notizia: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voiavete udito con i vostri orecchi”. Ai connazionali che attendevano che Egliparlasse di Sé e del significato dell’opera che aveva appena iniziato, Gesù sot-tolinea che vuole essere compreso alla luce della Parola che aveva appenaproclamato. Di questa Parola Egli si presenta come la piena e definitiva rea-lizzazione.

È lo Spirito Santo a guidarlo nel compimento dell’opera di salvezza affidataGlidal Padre: proclamare il lieto messaggio del suo amore per tutti. Gesù accom-pagnerà l’annunzio con gesti di amore e di solidarietà che attestano la realiz-zazione delle promesse di Dio soprattutto nei riguardi dei poveri e dei soffe-renti.

2. L’invito che Gesù rivolge a comprenderlo solo alla luce della Parola diDio, contiene una preziosa indicazione anche per noi: Gesù ci invita a farealtrettanto nei nostri riguardi. Siamo perciò invitati a compiere un esercizioveramente spirituale: lo Spirito Santo ci spinge a rispondere alle domande

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che ci poniamo circa la nostra identità e il significato del nostro vivere ed ope-rare, servendoci delle indicazioni che ci fornisce la Parola che abbiamo ascol-tato. Adesso non possiamo dilungarci in questo esercizio, ma dobbiamo limi-tarci solo a qualche accenno. Impegniamoci, però a farlo lungamente e per-sonalmente tutte le volte che ascoltiamo la Parola di Dio.

3. Ed anzitutto ci qualifichiamo come persone che tengono gli occhi fissisu Gesù. A Lui vogliamo sempre guardare con intensità e con amore; voglia-mo contemplare il suo volto perché chi vede Lui vede il Padre. ContemplandoGesù scopriamo l’amore che Dio ha per noi. Diventi sempre più abituale pernoi passare dalla contemplazione di Cristo durante la partecipazione dellaMessa a quella altrettanto ricca di Lui presente nel tabernacolo delle nostrechiese.

4. S. Paolo ci ha detto: “Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spiritoper formare un solo Corpo”; “Voi siete Corpo di Cristo e sue membra, ciascu-no per la sua parte”. Il Cristo che contempliamo è quindi il Cristo del qualenoi siamo membra. Ciò significa che Egli è presente in noi e che noi viviamoin Lui. La Chiesa è il corpo di Cristo, il quale vuole continuare ad annunzia-re e a testimoniare l’amore di Dio tramite noi. Arricchiti dallo stesso Spiritoche guidava Gesù, noi siamo chiamati a svolgere la sua stessa missione.Nascono da queste verità norme di rispetto per la nostra ed altrui dignità,come pure di unità ecclesiale e di comunione nell’azione di evangelizzazionee di promozione umana che tutti dobbiamo svolgere.

5. Stiamo celebrando la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.Alla luce delle affermazioni di San Paolo è chiara l’insostenibilità delle divi-sioni che ancora ci sono tra noi cristiani.

Come possiamo restare divisi tra di noi se siamo membra dell’unico Corpo diCristo? Da qui l’impegno di preghiera, di comportamenti e di azioni chedispongano ad accogliere il dono dell’unità che invochiamo dal Padre celeste.Di Lui tutti insieme vogliamo essere figli, inseriti in Cristo e concordi neldarGli testimonianza guidati dallo stesso Spirito.

Il frutto della settimana di preghiera consista per tutti i discepoli del SignoreGesù nel tenere sempre gli occhi fissi su di Lui e nel testimoniare nella con-cordia cristiana l’amore che Egli ha per noi. La Madre del Signore ci ottengala grazia dell’unità nella contemplazione del volto del suo Figlio e nella appar-tenenza all’unica sua santa chiesa. Amen.

@ SALVATORE GRISTINA

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Lettera ai Presbiteri e Diaconi dell’arcidiocesi

Carissimi,

desidero ricordare i prossimi appuntamenti del mese di febbraio:

- Martedì 13 febbraio ore 9.30 in Seminario: incontro di formazione perma-nente sul tema “L’assemblea pastorale diocesana”. Introdurrà l’argomen-to Mons. Antonino Fallico, Vicario Episcopale per la Pastorale.

- Lunedì 19 febbraio: Giornata di fraternità per il Clero presso la Casa delleSuore Serve della Divina Provvidenza a Mascalucia con il seguente pro-gramma:

• Ore 11.00: Presentazione della figura e dell’opera della fondatrice MadreMaria Marletta.

• Ore 12.30: Ora Media.

• Ore 13.00: Pranzo.

Martedì 27 febbraio ore 9.30 in Seminario: Ritiro di Quaresima guidato daS.E.R. GIANCARLO MARIA BREGANTINI, Vescovo di Locri – Gerace.L’incontro si concluderà con il pranzo alle ore 13.00

Desidero pure sottolineare che sto cercando di fare in modo che il martedìmattina, quando non ci sono impegni comunitari di Clero, sia riservato agliincontri personali con i sacerdoti.

In attesa di incontrarci, a tutti il più cordiale saluto.

Catania, 23 gennaio 2007

@ SALVATORE, ARCIVESCOVO

P. S. Allego la lettera di Don Salvatore Bucolo pregandovi di dedicarvi la dovuta attenzione.Sarebbe opportuno anche darne lettura in occasione della Giornata Pro Migoli (4 feb-braio). Grazie.

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FESTA DI SANT’AGATA 2007

Messaggio per il settimanale “Prospettive”e per il quotidiano “La Sicilia”

Catania, 2 febbraio 2007

Eccoci giunti alla festa di Sant’Agata 2007. Ancora una volta ci stringeremoattorno alla nostra concittadina e Patrona, la vergine e martire Agata. Comealtre volte abbiamo già sperimentato, si tratta di una festa antica e nuova.Antica perché scandita in tempi e modi tramandati da chi ci ha preceduto eda noi oggi più o meno accolti e condivisi. Festa sempre nuova, e questodipende dalle circostanze che ogni anno la inquadrano e, soprattutto, dacome noi la viviamo.

Vorrei accennare ad alcune circostanze che possono aiutare ciascuno di noia vivere in forma sempre più autentica, e quindi sempre più nuova, la festadella Patrona.

Anzitutto, è opportuno sottolineare che la festa si svolge a pochi mesi dalConvegno delle Chiese d’Italia a Verona. Nei giorni 16-20 ottobre 2006 i rap-presentanti delle chiese italiane abbiamo vissuto l’indimenticabile esperienzadel Convegno apertosi nel suggestivo ambiente dell’Arena di Verona. Vederein quello sfondo, tra le figure delle sante e dei santi che prima avevamo invo-cato, quella di Sant’Agata è stato per la delegazione catanese presente alConvegno un momento di forte emozione. Convocati per riflettere, pregare,dialogare e progettare come diventare sempre meglio “Testimoni di GesùRisorto speranza del mondo”, eravamo incoraggiati e stimolati dai santi edalle sante delle nostre Chiese. Il Convegno adesso deve essere inserito nellanostra Chiesa catanese e la festa di Sant’Agata può aiutarci in modo straor-dinario. Infatti, se ci chiediamo: chi è Sant’Agata?, la risposta ci riporta altema del Convegno perché Agata è una eroica ed affascinante giovane testi-mone di Gesù risorto. Tante volte in questi giorni vedremo S. Agata: guardia-mola così e lei ci inviterà ad imitarla aggrappandoci sempre più a CristoRisorto con una vita nuova, perché ricca di preghiera e di opere buone, per-ché meno chiusi in noi stessi e più aperti e disponibili verso gli altri.

Da questa affermazione passiamo ad un’altra circostanza che caratterizza lefestività agatine in corso. Mi riferisco alle nuove testimonianze di solidarietàpresenti in Città. Al riguardo, è bello sottolineare che Catania vuol qualificar-si sempre più come città solidale e che in questo progetto convergono tanteistituzioni pubbliche come pure numerose persone. È un cammino da percor-

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rere insieme per rendere sempre più luminoso il volto della nostra amataCittà.

Qui mi piace evidenziare due recenti realizzazioni: l’Help Center e il CentroPadre Pino Puglisi. L’Help Center (Centro aiuto diurno per i senza fissa dimo-ra) è stato inaugurato il 2 dicembre scorso ed è frutto della sinergia tra leFerrovie dello Stato, che hanno messo a disposizione un immobile a fiancodella Stazione Centrale, il Comune di Catania, che ha provveduto a ristruttu-rare l’immobile, e la Caritas diocesana, che ha dotato il centro di quantonecessario al suo funzionamento. La Caritas gestirà l’Help Center valorizzan-do la preziosa opera di tanti volontari. Tutti possiamo collaborare impegnan-doci in qualche servizio e sostenendo economicamente il centro che già è inpiena e provvidenziale attività.

Anche il Centro Padre Pino Puglisi è frutto di sinergia, in questo caso, traPrefettura, Comune e Centro Astalli da diversi anni gestito dai Gesuiti nellanostra città. Il Centro onora la memoria dell’indimenticabile Sacerdote paler-mitano che tanto operò a favore della gente e soprattutto dei giovani e deiragazzi. Con intensa commozione a motivo dell’amicizia che mi legava aPadre Puglisi, domenica 14 gennaio ho proceduto all’inaugurazione del cen-tro destinato ad accogliere immigrati particolarmente disagiati nei primi tremesi di permanenza in città. Come negli anni passati, durante il Pontificale diSant’Agata inviterò a compiere un gesto di solidarietà. Sono lieto di comuni-care fin d’ora che tale gesto sarà a favore del Centro P. Puglisi. Anche in que-sto caso, è necessario il sostegno da parte di tutti con collaborazione e con-tributi generosi.

La terza circostanza che vorrei evidenziare come contesto di Sant’Agata2007, consiste nella pubblicazione dello splendido volume “Il tesoro diSant’Agata. Gemme, ori e smalti per la martire di Catania”. Mi si permetta dirilevare con vivo senso di soddisfazione che il volume è dovuto all’iniziativadell’Ufficio per i Beni Culturali dell’arcidiocesi di Catania ed è pubblicatodall’EAC, Edizioni Arcidiocesi di Catania. Evidenzio queste annotazioni nonper pavoneggiarci, ma per riconoscere i meriti di tante persone, laici e sacer-doti, che lavorano nei due suddetti settori.

La pubblicazione onora la Santa e vuole anche stimolare pubbliche istituzio-ni come pure illuminati e generosi mecenati ad investire, con lungimiranza,abbondanti risorse economiche per la conoscenza e la fruizione dell’ingentepatrimonio artistico, sia ecclesiastico che civile, che abbiamo ereditato daipadri e che noi dobbiamo salvaguardare e trasmettere alle future generazio-ni.

Il tesoro di Sant’Agata che noi dobbiamo custodire e condividere consisteanzitutto nella sua straordinaria fedeltà al Signore Gesù. Le gemme, gli ori egli smalti con cui i devoti lungo i secoli hanno adornato le sue reliquie, sono

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un pallido riflesso di quel vero splendore di santità di cui seppe adornarsi lagiovane Agata, facendo fruttificare in sé il dono della redenzione e corrispon-dendo all’opera dello Spirito Santo che l’ha resa sempre più conforme aCristo.

Ammirando il tesoro di sant’Agata, sorga in noi il desiderio di procurarci laperla preziosa di cui parla Gesù nel Vangelo, cioè l’appartenenza gioiosa alregno di Dio. Aumenti in noi pure l’impegno di ornare le nostre persone conle gemme della quotidiana testimonianza a Cristo e della solidarietà verso ifratelli e le sorelle che attraversano particolari difficoltà morali o materiali edattendono da noi la condivisione dell’affetto e dei beni necessari alla vita.

Auguro cordialmente a tutti di trascorrere una indimenticabile festa diSant’Agata, venerando la Santa Patrona ed impegnandoci a farle sempreonore come devoti e cittadini.

@ SALVATORE GRISTINA

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FESTA DI SANT’AGATA 2007

COMUNICATO

L’Arcivescovo di Catania S. E. Mons. Salvatore Gristina, il Prefetto di CataniaS. E. Anna Maria Cancellieri, il Questore di Catania Michele Capomacchia, ilSindaco di Catania Umberto Scapagnini, il Presidente della Provincia RaffaeleLombardo, il Presidente del Consiglio Comunale Roberto Commercio, ilPresidente del Comitato per i festeggiamenti agatini Luigi Maina, alla luce deigravissimi episodi di violenza scoppiati in occasione della partita CataniaPalermo, che hanno causato la morte dell’Ispettore Capo Filippo Raciti, il feri-mento di oltre cento persone tra civili e forze dell’ordine, e che hanno profon-damente ferito l’animo e la sensibilità religiosa dell’intera comunità cittadina,ritengono doveroso che i festeggiamenti in onore di Sant’Agata Patrona dellaCittà di Catania assumano esclusivamente carattere religioso-penitenziale.

Nell’esprimere il più sentito cordoglio per i familiari dell’Ispettore Capo Racitie piena solidarietà per i feriti vittime dell’inaudita violenza, è necessario chele festività agatine siano momento proficuo di riflessione profonda sull’urgen-te necessità di un recupero dei valori etico morali e socio culturali della comu-nità etnea messi duramente a repentaglio da una sparuta minoranza.

Le processioni religiose – a partire da quella odierna per l’offerta della cera –vorranno rappresentare una corale invocazione alla nostra Santa Patronaperché aiuti tutti noi ad impegnarci per la costruzione della civiltà dell’amo-re e ci faccia comprendere che la vera devozione verso Agata, deve necessa-riamente essere testimoniata con il nostro comportamento di autentici cri-stiani ed onesti cittadini.

A significare anche esternamente questi sentimenti, sono pertanto abolitidalla festa i fuochi pirotecnici, il tradizionale giro delle candelore, i ricevi-menti istituzionali, l’uscita delle storiche Carrozze del Senato e tutte le altremanifestazioni complementari. Saranno inoltre spenti durante tutta la festagli addobbi luminosi.

Catania, 3 febbraio 2007

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FESTA DI SANT’AGATA 2007

COMUNICATO

L’Arcivescovo Monsignor Salvatore Gristina, d’intesa con la Signora MarisaGrasso, vedova dell’Ispettore Capo Filippo Raciti, con il Prefetto, il Questore eil Sindaco di Catania, comunica che domani 5 febbraio la Messa Pontificale,prevista alle 10.30, sarà celebrata alle ore 12.00.

Il cambiamento di orario è motivato dal fatto che durante la Messa, alla vene-razione verso la Santa Patrona, saranno associati il saluto e la preghiera peril compianto defunto Filippo, gesti di solidarietà cui prenderanno parte anchepersonalità governative.

Sarà pure presente, come previsto dal programma, S.E. Monsignor PaoloRomeo, Nunzio Apostolico in Italia ed Arcivescovo eletto di Palermo. Egli siassocerà alla nostra devozione verso la Santa Patrona e porterà alla Famigliadell’Ispettore Raciti e alla Città, duramente provati dai gravi fatti accadutivenerdì sera, il sostegno e l’incoraggiamento del Santo Padre Benedetto XVI.

Catania, 4 febbraio 2007

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FESTA DI S. AGATA 2007

Messaggio dell’Arcivescovo alla Città Catania, Piazza Stesicoro

4 febbraio 2007

Fratelli e Sorelle,

Anche quest’anno Sant’Agata è in mezzo a noi e sta attraversando la nostraCittà. Incontra noi suoi devoti e legge nei nostri volti e nei nostri cuori la gioiadi sempre, ma vede anche i nostri volti pensierosi e velati di tristezza. Inoltre,nei nostri cuori, alla gioia dell’incontro con Lei, Sant’Agata vede associato ildolore per i gravissimi episodi di violenza scoppiati in occasione della parti-ta Catania – Palermo e che hanno causato la morte dell’Ispettore Capo FilippoRaciti e il ferimento di oltre centro persone tra civili e forze dell’ordine.

L’ignobile violenza ha procurato indicibile sofferenza ai familiari del defuntoe preoccupazione in tante persone; gli inqualificabili gesti hanno offeso laCittà di Sant’Agata, ed hanno ferito l’animo e la sensibilità religiosa dell’inte-ra comunità cittadina.

Non basta a rasserenarci la grave costatazione che la violenza dentro edattorno agli stadi o altri impianti sportivi è purtroppo un fatto che si ripetecon vergognosa frequenza e in tanti luoghi. Che si tratti di una piaga diffusae da curare urgentemente, lo sottolinea il fatto della sospensione delle parti-te di calcio. Ma non basta sospendere temporaneamente le partite, occorreben altro e tutti siamo chiamati a collaborare.

Il corale rifiuto della violenza nello sport deve vedere concordi tutti gli italia-ni, ed in particolare i veri sportivi che credono nei suoi valori. Le opportunedisposizioni che saranno emanate dalle Autorità competenti devono essereaccolte ed eseguite per evitare che si ripetano tragici lutti e pesanti sofferen-ze. Tutti, mezzi di comunicazione compresi, dobbiamo riportare gli eventisportivi alla loro reale dimensione: non possono e non devono dipendere daessi la nostra vita e la nostra felicità. Il sostegno e l’ammirazione per la squa-dra preferita non possono degenerare in teppismo, in gesti di violenza versoi sostenitori di altre squadre, in aggressioni verso chi ha responsabilità del-l’ordine pubblico.

Dobbiamo tutti impegnarci per l’affermazione dei valori di autentica demo-crazia tenendo conto anche della Costituzione Italiana e dell’autentica tradi-

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zione della nostra Nazione. Tra questi valori primeggia quello della vitaumana.

Tutti, e particolarmente i cattolici, possiamo essere motivati nell’impegno afavore della vita dalla circostanza che oggi in Italia si celebra la 29ª Giornataper la Vita su iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana e che ha cometema “Amare e desiderare la vita”.

Celebrare la Giornata per la vita per i credenti significa anzitutto riaffermarela fede in Dio “amante della vita” (Sap II, 26) e per noi cristiani sentirci rag-giunti dall’amore di Gesù che è venuto ed ha offerto la sua vita perché noiavessimo la vita e l’avessimo in abbondanza (cfr Gv 10,10).

Leggiamo nel Messaggio del Consiglio Permanente della CEI: “Non si può nonamare la vita: è il primo e il più prezioso bene per ogni essere umano… essamai può essere disprezzata e tanto meno distrutta”.

Venerdì sera nella nostra Città è accaduto un fatto gravissimo: una vita è statadistrutta in modo violento e tragicamente banale. Per riparare a questa offe-sa alla vita e per riaffermare il nostro impegno a suo servizio, d’accordo conla vedova dell’Ispettore Capo Raciti e con le competenti Autorità, ho dispostoche domani la Messa Pontificale sia spostata alle ore 12.00. In tal modo, allavenerazione verso la Santa Patrona assoceremo il saluto e la preghiera per ilcompianto defunto Filippo, la cui salma sarà in Cattedrale. Vorremo pureesternare la nostra solidarietà alla vedova Marisa, ai figli Alessio e Fabiana eagli altri familiari così duramente provati.

La morte di Filippo deve spingerci a riaffermare e mettere in pratica alcuneverità veramente essenziali. E cioè:

- la vita va difesa e rispettata sempre, dal primo istante fino al momento incui il Signore la trasformerà in esistenza nella Sua Casa, in Paradiso;

- è urgente che tutti cresciamo nella cultura della vita, una cultura il piùampiamente condivisa e che ci veda convergenti nelle affermazioni basi-lari che la compongono;

- “Se stiamo bene attenti, qualcosa dentro di noi ci avverte che la vita è ilbene supremo sul quale nessuno può mettere le mani; anche in una visio-ne puramente laica, l’inviolabilità della vita è l’unico e irrinunciabile prin-cipio da cui partire per garantire a tutti giustizia, uguaglianza e pace”(Messaggio della CEI);

- noi credenti abbiamo la possibilità di aggiungere che ogni vita umanaporta in sé l’impronta di Dio ed è destinata all’eternità;

- la vita va sempre e coraggiosamente amata, rispettata, promossa, celebra-ta, curata ed allevata;

- la cura della vita durante la malattia, non si accanirà con terapie ingiusti-

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ficate e sproporzionate e nemmeno si macchierà della sua interruzionecon l’eutanasia.

Carissimi amici,

La celebrazione della festa di Sant’Agata e della Giornata della Vita si trasfor-mino per noi in celebrazione della vita.

Sant’Agata, che ha fatto dono a Gesù della sua giovane esistenza per afferma-re il suo amore pieno e totale per Lui, interceda per la nostra Città, l’amataCatania.

La Santa Patrona ci ottenga da Dio, amante della via, che tutti diveniamosapienti amanti della vita, nostra ed altrui. La vita non può essere sprecatama deve essere valorizzata e resa ricca di abbondanti frutti di bene per la glo-ria di Dio e per la nostra salvezza.

Così sia per tutti.

@ SALVATORE GRISTINA

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FESTA DI SANT’AGATA 2007

Saluto iniziale di S.E. Mons. Salvatore Gristina alla S. Messa Pontificale presieduta

da S.E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo

Basilica Cattedrale di Catania,

5 febbraio 2007

A voi tutti presenti in questa Cattedrale dedicata a Sant’Agata ed alle perso-ne che seguono attraverso la TV la nostra celebrazione, il più affettuoso salu-to a nome della Chiesa Catanese e mio personale.

Saluto S. E. Monsignor Paolo Romeo che presiede il Pontificale concelebratodai Vescovi presenti, e li ringrazio cordialmente per la loro partecipazione, edai sacerdoti di questa Chiesa o appartenenti ad altre diocesi. A S. E.Monsignor Romeo l’augurio più cordiale per il servizio episcopale che a par-tire dal prossimo sabato svolgerà a Palermo.

Saluto le distinte Autorità nazionali, regionali, provinciali e comunali qui con-venute per associarsi alla nostra devozione verso Sant’Agata, alla nostra pre-ghiera per il fratello defunto l’Ispettore Capo Filippo Raciti e alla nostra sen-tita vicinanza ai suoi familiari in lutto.

Siamo qui per celebrare la morte e la risurrezione di Gesù, eventi cui Agata,i nostri cari defunti ed in particolare il nostro fratello Filippo, sono già asso-ciati in attesa, come lo siamo noi stessi, di esservi associati definitivamente epienamente.

Noi che continuiamo il cammino dell’esistenza in questo mondo, vogliamocaratterizzarci sempre più come persone di speranza e di amore solidale enutrite di fede cristiana.

Testimonianza di amore solidale sarà anche quest’anno la nostra partecipa-zione alla colletta che avrà luogo al momento dell’offertorio.

Come avevo già comunicato, essa è a sostegno del Centro “Padre Pino Puglisi”recentemente costituito per l’accoglienza degli immigrati più bisognosi neiprimi mesi della loro permanenza tra noi. Non mancherà da parte dellaChiesa Catanese la solidarietà verso la famiglia del caro defunto.

A tutti il fraterno augurio che questo incontro con Cristo Risorto ci rendasempre più suoi testimoni per diffondere la civiltà dell’amore.

@ SALVATORE GRISTINA

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FESTA DI SANT’AGATA 2007

Omelia dell’Arcivescovo in occasionedell’ottava di Sant’Agata

Basilica Cattedrale di Catania,

12 febbraio 2007

Fratelli e Sorelle,

1. Oggi la comunità catanese vive nell’Ottava di Sant’Agata la chiusuradelle celebrazioni agatine del febbraio 2007. È il momento in cui ci stringia-mo attorno alla Santa Patrona per darle un devoto ed affettuoso arrivedercial prossimo 17 agosto.

Come sempre, il centro delle manifestazioni di devozione verso Sant’Agata ècostituito dalla celebrazione eucaristica. Siamo qui riuniti nella BasilicaCattedrale per partecipare alla Santa Messa e prendere parte subito dopoalla breve processione con le reliquie della Santa Patrona.

2. La celebrazione eucaristica ci rende famiglia radunata nel nome diCristo per una sosta che ci rinfranca nel cammino verso la patria celeste.Siamo rinfrancati e sostenuti dal cibo della Parola di Dio e del Pane della vita,il Corpo di Cristo.

Nella prima parte della Messa ascoltiamo il Padre Celeste che ci parla attra-verso il Figlio suo Gesù e amorevolmente si rivolge a noi per indicarci il sen-tiero della vita, mettendoci in guardia da quanto ci può far precipitare insituazioni che ci degradano e procurano afflizioni a noi stessi e al prossimo.È questo il senso delle due letture che sono state proclamate (Gn 4, 1-15.25;Mc 8, 11-13) e che oggi la liturgia ci propone.

3. Nel brano del Vangelo incontriamo Gesù messo alla prova, tentato,dai farisei che chiedono un segno, qualcosa di eclatante, di straordinario. Larisposta di Gesù è tagliente: “Non sarà dato alcun segno a questa generazio-ne”. Gesù mai ha respinto le richieste che a lui rivolgevano persone umili esofferenti ma piene di fiducia verso di lui; il suo rifiuto, quindi, non è moti-

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vato da insensibilità. È certamente un gesto duro quello che Egli compie, maesso ha lo scopo di convertire i farisei, è un invito loro rivolto ad abbandona-re l’atteggiamento di chiusura nei suoi riguardi. Gesù li invita ad accoglierlocosì come il Padre gli suggerisce di parlare e di agire e non come essi preten-dono che Egli debba fare.

4. Lo stesso atteggiamento di apertura è chiesto a Caino nel testo dellaGenesi poc’anzi proclamato. Il libro della Genesi, nei primi 11 capitoli, ci illu-mina circa l’origine delle cose e di noi stessi, del male e della sofferenza, ditutto ciò che costituisce il cuore della nostra condizione umana.Successivamente, con la chiamata di Abramo, vengono descritte l’origine e leprime vicende del popolo ebraico.

Adamo ed Eva furono voluti direttamente da Dio e ricevettero il compito ditrasmettere la vita e di esercitare il dominio sulla creazione.

La gioia di Eva alla nascita di Caino: “Ho acquistato un uomo dal Signore” èla gioia che deve circondare sempre la nascita di una nuova vita. La vita èdono di Dio, è frutto dell’amore degli sposi, trova il suo contesto naturale enecessario nella famiglia formata da un uomo e una donna che liberamentee per sempre si impegnano a formare una comunità stabile per crescere essistessi e per accogliere il dono dei figli. I figli sono chiamati a vivere l’esperien-za della fraternità.

Caino rifiuta il fratello Abele e lo uccide. Soffermiamoci solo un istante suqualche espressione del testo biblico.

a) Il Signore disse a Caino: “… il peccato è accovacciato alla tua porta; versodi te è il suo istinto, ma tu dominalo”.

La tentazione, da qualunque parte provenga e a qualsiasi male volessespingerci, non annulla la nostra possibilità di respingerla. È vero, e lo spe-rimentiamo tante volte: il male è vicino a noi; ma esso non deve dominar-ci; piuttosto, dobbiamo dominarlo noi, rifiutandolo e allontanandoci daesso.

b) Il Signore domandò a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose:“Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Il Signore chiede aCaino conto della sua violenza verso il fratello e rifiuta il suo disimpegno:Caino non solo era tenuto a rispettare la vita di Abele, ma doveva anchecustodire il fratello.

c) Caino è punito: “ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”, ma nessuno ha ilpotere di ucciderlo. Il rimorso è punizione salutare e sufficiente per chi simacchia di delitti, compreso quello gravissimo di sopprimere la vita altrui.Non occorrono la vendetta privata o la pena capitale; il salutare rimorsopuò sfociare nel pentimento che si apre al perdono di Dio e a quello delle

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persone offese. Nella Chiesa e nella comunità civile tutti siamo chiamati alrecupero di chi sbaglia anche gravemente.

5. Il Signore ha parlato a noi qui raccolti attorno a Sant’Agata e ci offreil suo esempio per incoraggiarci a vivere conformemente alla Parola cheabbiamo ascoltato.

Agata ha accolto Gesù come la Chiesa del suo tempo l’ha presentato a lei: nonha preteso segni spettacolari o esclusivamente a lei riservati. Ha accolto Gesùe non si è mai staccata da Lui. Ha rifiutato minacce di castighi o promesse difelicità che l’avrebbero poi delusa. Ha subito i gesti violenti da parte diQuinziano cercando di convertirlo e richiamandolo alle sue responsabilità eai suoi doveri. Non ripagò la violenza, ma subì l’ingiustizia e fu così associa-ta al suo amato Gesù crocifisso e risorto. L’amore totale a Gesù l’ha resanostra patrona e liberazione per la nostra comunità civile ed ecclesiale.

6. La festa di Sant’Agata ha avuto quest’anno il contesto che tutti benconosciamo e che non possiamo far finta di ignorare. Abbiamo voluto onora-re la nostra Patrona per essere da lei protetti e sostenuti e per ispirarci a leicome modello di vita civile ed ecclesiale. Sono stati doverosamente soppressialcuni abituali segni esterni della festa, ma non poteva mancare la corale,partecipata e sentita manifestazione di affetto verso Sant’Agata.

Nel ricordo di Lei, abbiamo dato il saluto al fratello Filippo Raciti soppressodalla cieca violenza scoppiata nel contesto della partita di calcio Catania-Palermo.

Il gravissimo fatto è stato e continua ad essere ampiamente commentato.Questo non è il momento opportuno per esprimere pareri sui commenti, macome vescovo di Catania mi sento in dovere di coinvolgervi in alcune rifles-sioni che ci spingano ad agire sapientemente facendo tesoro anche della dolo-rosa vicenda vissuta in questi giorni.

a) Insieme al Santo Padre rinnoviamo la nostra calorosa e spirituale vicinan-za alla consorte e ai figli dell’Ispettore Capo Filippo Raciti.

b) Condanniamo ogni forma di violenza verso la persona umana, verso lavita di ogni uomo e di ogni donna. Affermiamo che l’inviolabilità della vitaumana, dal suo concepimento alla sua conclusione naturale, è il principiofondamentale da cui partire per garantire a tutti, giustizia, uguaglianza epace.

c) Riconosciamo il ruolo che la Costituzione italiana e il consenso dellaNazione attribuiscono alle persone incaricate della tutela dell’ordine pub-blico, della promozione del vero bene comune di tutti i cittadini, della

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responsabilità di gestire l’ordinamento della società civile nel pieno rispet-to della dignità di ogni persona e delle giuste e doverose relazioni familia-ri, sociali, religiose, economiche e politiche che essa può esprimere.

d) Vogliamo che la violenza sia bandita dallo sport e dal calcio in particola-re. Il corale rifiuto della violenza nello sport deve esprimersi nell’impegnodi tutti, operatori dei mass media compresi, a riportare gli eventi sportivialla loro vera dimensione: non sono fatti da cui dipendono la nostra vita ela nostra vera felicità. Il sostegno e l’ammirazione per persone o squadrenon possono degenerare in teppismo verso le cose, in gesti di violenzaverso gli altri tifosi, in aggressioni verso chi ha la responsabilità dell’ordi-ne pubblico. Una doverosa attenzione deve essere riservata al peso dellapubblicità e delle sponsorizzazioni nelle manifestazioni sportive.

e) Gli eventi tristi e tragici che sono sotto gli occhi di tutti impongono a cia-scuno di riflettere su dove stiamo andando. Non possiamo arrenderci erassegnarci alle crescenti forme di imbarbarimento nella vita personale esociale. Urge la mobilitazione di tutti per il recupero dell’autentico sensodella nostra esistenza.

f) La famiglia e la scuola devono essere rispettate e sostenute nell’ardua mis-sione educativa che ad esse compete.

g) Una responsabilità precisa e particolarmente esigente spetta alla comuni-tà ecclesiale nel suo insieme. Tutti – vescovo, sacerdoti, diaconi, personeconsacrate e fedeli laici – dobbiamo essere “una presenza per servire”;tutti vogliamo diventare sempre più “testimoni di Gesù risorto speranzadel mondo”. La Chiesa, affiancando da vicino la famiglia e la scuola, inten-de impegnarsi come sempre e più di sempre nei campi che le sono affida-ti dalla sua stessa vocazione e dalla sua missione. Le parrocchie, le aggre-gazioni e le associazioni presenti nel territorio dell’arcidiocesi di Cataniasono chiamate ad un particolare impegno formativo ed educativo soprat-tutto verso le giovani generazioni.

Su questi specifici impegni delle nostre comunità ecclesiali e su tutta l’azioneche la comunità civile deve promuovere per affermare e consolidare la civil-tà dell’amore, invochiamo, unanimi e fiduciosi l’aiuto di Dio e l’intercessionedei nostri santi ed in particolare di Sant’Agata al cui esempio vogliamo tuttiispirarci. Sant’Agata ci ottenga la grazia di crescere nella fede e nella testi-monianza cristiana, come pure nell’impegno di costruire comunità dove èveramente bello vivere ed operare nella fraternità e nella solidarietà. Così siaper tutti. Sant’Agata prega per noi.

@ SALVATORE GRISTINA

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Lettera ai Presbiteri dell’Arcidiocesi

Carissimi,

A tutti l’affettuoso augurio di un santo cammino quaresimale personale e perle persone affidate dal Signore alle nostre premure pastorali.

Con la presente desidero comunicare o ricordare:

1) Mercoledì 14 c.m. in Cattedrale alle ore 18.00 avrà luogo la concelebra-zione per festeggiare in modo comunitario i fratelli presbiteri che ricorda-no quest’anno particolari anniversari di ordinazione: 70 anni (Mons. L.Longhitano), 60 anni (M. Licciardello, S. Musumeci, V. Rapisarda, G.Scuderi), 50 anni (S. E. Mons. A. Rapisarda, G. Gliozzo, F. E. Lo Giudice,Adolfo Longhitano, A. Minissale, A. Salemi) e 25 anni (S. Di Geronimo).

Come già negli ultimi anni, uniremo a tali ricorrenze giubilari l’ammissio-ne di due seminaristi fra i candidati all’Ordine del Presbiterato.

2) Venerdì 16 marzo alle ore 19.15 in piazza Duomo presiederò la “ViaCrucis di Gesù, Via Crucis del Lavoratore”. Prego particolarmente i Parrocidella Città di voler interessare all’evento le persone più impegnate nel set-tore della pastorale del lavoro.

3) Molto volentieri ho accolto il suggerimento di organizzare periodi divacanze per i sacerdoti in compagnia del Vescovo. Per l’estate prossimafaremo la prima esperienza con due settimane da trascorrere in localitàmarina e montana.

Dal 23 al 28 luglio sarà a nostra disposizione per la settimana a mare laCasa Sacro Cuore dei Padri Dehoniani a Briatico (Vibo Valentia), mentreper la settimana in montagna saremo ospitati nei giorni 30 luglio – 4 ago-sto a Gambarie nella Casa Emmaus, di proprietà dell’Arcidiocesi di ReggioCalabria.

Sarò particolarmente lieto di offrire queste possibilità di distensione a coloroche potranno accettarle. Vi prego di informarmi per iscritto e quanto primapossibile per curare l’organizzazione delle due settimane.

In attesa di incontrarvi per la Messa Crismale, vi rivolgo il più cordiale salu-to.

Catania, 3 marzo 2007

� @ SALVATORE GRISTINA

P. S. Prego di prendere nota fin d’ora che il Pellegrinaggio diocesano a Mompileri si svolge-rà martedì 29 maggio e non giovedì 31.

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Messaggio per la Giornata del SeminarioDomenica, 4 marzo 2007

Fratelli e Sorelle,

Domenica 4 marzo, seconda di quaresima, partecipando alla S. Messa emeditando sulla Trasfigurazione di Gesù (Lc 9,28-36), faremo nostre le paro-le di Pietro: “Maestro, è bello per noi stare qui”. La voce del Padre ci ricorde-rà che “stare qui” significa accogliere il suo invito: “Questi è il Figlio mio,l’eletto; ascoltatelo”.

Nella stessa domenica celebreremo nella nostra arcidiocesi la Giornata delSeminario, un appuntamento a noi tutti particolarmente caro. Permettetemiuna confidenza: vivrò la Giornata con grande emozione, ricordando che 50anni fà, nell’ottobre del 1957, entravo, undicenne - allora era abituale così -,nel Seminario Arcivescovile di Palermo.

La celebrazione della Giornata del Seminario è arricchita, quest’anno da unacircostanza provvidenziale: la recente pubblicazione di un prezioso documen-to da parte della Conferenza Episcopale Italiana “La formazione deiPresbiteri nella Chiesa Italiana. Orientamenti e norme per i seminari (terzaedizione)”.

I Vescovi ribadiscono nuovamente che “la formazione dei futuri presbiteri èun compito che deve stare a cuore a tutti i membri della Chiesa particolare”(n. 6). Ecco perché la Giornata deve coinvolgere l’intera comunità diocesananella preghiera e nel cordiale ed efficace sostegno a favore del Seminario.

La Giornata deve essere il primo passo di un cammino che ci vedrà tutti par-tecipi: lo studio del documento dei vescovi per quelle iniziative di riflessione,di preghiera e discernimento al fine di raccordarlo alla storia e alle attualicondizioni della nostra Chiesa particolare.

Il Padre ci ordina di ascoltare Gesù e in occasione della Giornata delSeminario vogliamo metterci in religioso ascolto di quello che il Figlio ci dice:“La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone dellamesse perché mandi operai per la sua messe” (Lc 10,2).

Il Signore ha sempre benedetto la nostra Chiesa chiamando tanti giovani aprepararsi all’entusiasmante compito di diventare operai nella sua messe epastori secondo il suo cuore. Ringraziando il Padre celeste, vogliamo ancheintensificare la nostra supplica affinché la Sua chiamata trovi generose rispo-ste in tanti figli di questa Chiesa.

Al Signore chiederemo, in particolare, che i nostri Seminaristi e i

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Responsabili della loro formazione possano realizzare il Seminario così comel’ha descritto il Papa Benedetto XVI a Colonia in occasione della XX GiornataMondiale della Gioventù (19.08.2005): “Il Seminario è tempo di cammino, diricerca, ma soprattutto di scoperta di Cristo. Infatti, solo nella misura in cuisi fa una personale esperienza di Cristo, il giovane può comprendere in veri-tà la sua volontà e quindi la propria vocazione. Più conosci Gesù e più il suomistero ti attrae; più lo incontri e più sei spinto a cercarlo. È un movimentodello Spirito che dura per tutta la vita e che trova nel Seminario una stagio-ne carica di promesse, la sua «primavera»”.

Per questo pregheremo, per questo scopo ci impegniamo a lavorare insiemee sempre più. È questo pure l’augurio che con affetto paterno, ed anche anome di tutta la comunità diocesana, formulo per i nostri carissimi semina-risti, che molto volentieri affido alle premure materne della VergineSantissima e alla protezione della nostra Santa Patrona, la martire Agata.

@ SAL

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Lettera ai Rev.mi Presbiteri

- Mons. Luigi Longhitano

- Mons. Mauro Licciardello, Don Salvatore Musumeci, Don Vito Rapisarda, Mons Giuseppe Scuderi

- Ecc.mo Mons. Alfio Rapisarda ,Don Giuseppe Gliozzo, Don Francesco Emanuele Lo Giudice, Mons. Adolfo Longhitano, Mons. Antonino Minissale, Mons. Alfio Reina, Mons. Alfio Salemi

- Don Salvatore Digeronimo

Carissimi,

Ho invitato i Presbiteri dell’arcidiocesi ad unirsi al vostro gaudio per le ricor-renze giubilari che celebrerete nell’anno in corso.

Ci vedremo in Cattedrale per la concelebrazione di mercoledì 14 c.m. alle ore18.00.

Subito dopo sarò lieto di stare con voi per un momento di fraternità che sisvolgerà al Villaggio Madonna degli Ulivi nella Casa che Mons. Urzì ha lascia-to all’Arcivescovo di Catania. Partiremo insieme dall’arcivescovado e per chine avesse bisogno si provvederà al rientro dopo la cena.

Per i presbiteri siciliani che celebrano ricorrenze giubilari è organizzato dalCentro regionale per la Formazione permanente del Clero “Madre del BuonPastore” un pellegrinaggio a Roma nei giorni 26-30 marzo. Allego copia delprogramma con le relative indicazioni utili.

In attesa di incontrarvi vi abbraccio fraternamente.

Catania, 5 marzo 2007

@ SALVATORE, ARCIVESCOVO

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Lettera ai Membri dei Consigli Presbiterale e Pastorale

Carissimi,

Nell’ultima riunione dei due Consigli è stata prospettata l’opportunità che

durante la Settimana Santa sia offerta alle nostre Comunità parrocchiali e alle

varie aggregazioni ecclesiali la possibilità di riflettere sulle dolorose vicende

verificatesi lo scorso febbraio nei dintorni dello Stadio Massimino.

A tale scopo si sta predisponendo un testo che desidero sottoporre all’esame

dei due organismi prima di diffonderlo.

Indico, perciò, una riunione straordinaria e congiunta dei due Consigli che si

svolgerà sabato 24 marzo dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso il Seminario

Arcivescovile.

Nell’attesa, a tutti il più cordiale ringraziamento e un cordiale saluto.

Catania, 16 marzo 2007

@ SALVATORE, ARCIVESCOVO

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Omelia per la Santa Messa trasmessa da Rete 4

Santuario Maria Santissima Annunziata

Bronte, 25 marzo 2007

Sorelle e fratelli radunati in questo Santuario dedicato a Maria SantissimaAnnunziata o con noi collegati tramite l’emittente Rete 4,

1. La parola che Dio indirizzava agli Ebrei in Babilonia: “Ecco facciouna cosa nuova, proprio era germoglia, non ve ne accorgete?” contiene un’af-fermazione e un invito che ritornano spesso nella Sacra Scrittura. Come ci haricordato l’orazione colletta Dio è Colui che rinnova in Cristo tutte le cose e ciinvita a lasciarci coinvolgere in tale opera di rinnovamento che Egli offresempre a chi a Lui si affida.

Agli Ebrei esuli in Babilonia giunse attraverso il profeta l’invito divino adaccorgersi di ciò che stava per accadere. L’invito parte da Colui che avevaliberato i loro padri schiavi in Egitto; ad essi il Signore offrì “una strada nelmare e un sentiero in mezzo ad acque possenti”. La meraviglia dell’esodosarà rinnovata e perfino superata: “aprirò anche nel deserto una strada,immetterò fiumi nella steppa… per dissetare il mio popolo, il mio eletto”.

2. Questi termini grandiosi vogliono far sorgere la speranza nel cuoresfiduciato degli esuli, ma sono diretti soprattutto a quanti nella pienezza deltempo accoglieranno il Figlio che il Padre invierà come redentore.

È Gesù, infatti, la strada in cui tutti possiamo camminare e in cui gli smarri-ti possono ritornare per ritrovare il vero senso della vita; è Gesù il fiume diacqua che disseta ogni nostra arsura.

Il Padre, nel suo amore senza limiti ha inviato tra noi ed a noi peccatori ilFiglio unigenito. Egli è venuto per salvarci. L’adultera condotta a Gesù ne fastraordinaria ed esemplare esperienza. La durezza di cuore induce gli scribie i farisei a strumentalizzare l’umiliazione di una donna sorpresa in adulte-rio per mettere Gesù alla prova ed avere di che accusarlo. Pensavano di averposto Gesù in una via senza uscita: o si dovrà mettere contro Mosé non facen-do applicare la legge che condannava alla lapidazione “donne come questa”(quanto disprezzo in questa espressione), oppure dovrà sfidare i Romani cheavevano tolto ai tribunali ebraici la possibilità di condannare a morte.

Come in altre occasioni restiamo meravigliati dall’abilità con cui Gesù supe-

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ra la prova e soprattutto ci commuove il suo impegno a far rientrare in sestessi i suoi oppositori perché possano convertirsi: “chi di voi è senza pecca-to, scagli per primo la pietra contro di lei”. L’effetto delle parole di Gesù nonfu la conversione degli scribi e dei farisei, ma una vergognosa ritirata daparte loro: “… se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani finoagli ultimi”.

3. Chi ha fatto autentica esperienza della misericordia del Signorepaziente, lento all’ira e ricco di grazia può veramente comprendere il dialogotra Gesù e la donna. Quale gratitudine sarà sgorgata nel suo cuore ed anchese non lo troviamo scritto nel testo, ci viene spontaneo pensare che quell’in-contro cambiò radicalmente l’esistenza della donna.

Non sappiamo nulla della donna, ma siamo bene informati circa l’effetto cheebbe in Paolo l’incontro con il Signore sulla via verso Damasco. Egli vi si reca-va per perseguitare i cristiani e Gesù gli andò incontro in maniera forte comeconveniva al carattere focoso di Paolo: lo fece cadere giù dal cavallo e da quelmomento incominciò a vivere la vita nuova che egli ci ha descritto nel branodella lettera ai Filippesi che abbiamo ascoltato poc’anzi.

Paolo si definisce “conquistato da Gesù Cristo”; Gesù, la conoscenza di Lui,costituiscono il valore supremo della sua vita, al punto che ogni altra cosadiviene “spazzatura”. Con questa affermazione Paolo non intende disprezza-re persone o cose. Quanto egli scrive è la confessione di un salvato, di uninnamorato: il Salvatore è la persona amata a cui egli deve la vita. Paolo ètotalmente preso da Cristo, la sua esistenza è tutta protesa verso di Lui e si ètrasformata in un continuo correre per conquistarLo. La corsa di Paolo non èquella di un solitario, ma è l’ansia apostolica di chi vuol tutti raggiungere percoinvolgerli nel suo correre incontro a Cristo.

4. Abbiamo notato l’insistenza di Paolo sulla risurrezione di Gesù vistacome “potenza” che suscita in lui la risposta che egli così descrive: partecipa-zione alle sofferenze di Cristo, “diventandogli conforme nella morte, con lasperanza di giungere alla risurrezione dai morti”. Alla luce di queste afferma-zioni di Paolo, noi comprendiamo che Cristo risorto è la “cosa nuova” pereccellenza operata da Dio e che deve essere da noi percepita, ammirata,accolta e valorizzata. Cristo Risorto rinnova tutte le cose effondendo conti-nuamente su di noi lo Spirito Santo che fa rifiorire nel nostro cuore di reden-ti e santificati il canto della gratitudine e della gioia. Rinnovati in CristoRisorto dobbiamo diventare ogni giorno di più suoi testimoni spargendoattorno a noi speranza e solidarietà per allargare gli spazi della civiltà del-l’amore.

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5. Essendo oggi la V Domenica di quaresima, la solennitàdell’Annunziazione del Signore sarà celebrata domani. Vogliamo, però, con-cludere volgendo con gioia il nostro sguardo pieno di ammirazione verso laVergine Santissima Annunziata perché in Lei il Signore ha mostrato le mera-viglie del suo amore. Come Madre sollecita per i suoi figli, interceda per noie ci ottenga la grazia di stringerci sempre più al Figlio suo risorto per viverenella vera novità che annienta il vecchiume del peccato e rende la nostra esi-stenza quotidiana una continua lode al Signore e un gioioso servizio ai fratel-li. Così sia per tutti.

@ SALVATORE GRISTINA

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Lettera ai Presbiteri dell’Arcidiocesi

Carissimi,

Mi trovo a Roma con gli altri Vescovi di Sicilia per la “Visita ad limina”. Vi hopensato particolarmente questa mattina durante l’Udienza con il Santo Padreal Quale ho chiesto una speciale benedizione per le vostre care persone e peril generoso ministero che svolgete nella nostra Chiesa.

Con la presente ricevete il testo del “Messaggio alla Comunità” firmatoanche dal Consiglio Presbiterale e dal Consiglio Pastorale Diocesano.

Come ricorderete, durante l’incontro di clero del 13 febbraio u.s. è stataavanzata la proposta di far sentire la voce della nostra Chiesa a commento diquanto successo in Città nella serata del 2 febbraio. La proposta è stata accol-ta dai due suddetti Consigli nella riunione del 6 c.m. Gli stessi organismihanno approvato il testo che invio nel corso della seduta congiunta che haavuto luogo sabato scorso, 24 marzo.

Vi prego di diffondere il Messaggio quanto più possibile al fine di suscitarequell’impegno che ci vedrà concordi ed operosi nell’attuazione delle iniziati-ve che esso vuol favorire. Vi chiedo anche di valorizzare il Messaggio duran-te la Settimana Santa nel modo che riterrete più opportuno.

Ringraziandovi per la collaborazione ed in attesa di incontrarci per la MessaCrismale, invio a tutti il più cordiale saluto e l’augurio per la Santa Pasqua.

Roma, 29 marzo 2007

@ SALVATORE, ARCIVESCOVO

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AGENDA

Gennaio

11 Fuori sede.

12 Catania, Bicocca: Casa-Famiglia “Maria Madre della Risurrezione”:celebra la S. Messa per gli ospiti e il personale della Casa.

13 Arcivescovado: udienze. Catania, Chiesa di Sant’Agata al Carcere:visita i lavori di restauro. Catania, Istituto delle Suore Sacramentine:celebra la Santa Messa. Viagrande: Villaggio Madonna degli Ulivi:momento di fraternità con il giovane clero.

14 Fuori sede.

15 Arcivescovado: presiede il Consiglio Episcopale. Catania, San Pio X:celebra la Santa Messa per l’Ordo Virginum. San Giovanni La Punta,San Giovanni Battista (Chiesa Madre): celebra la Santa Messa in occa-sione del 1° centenario della nascita del Venerabile Gabriele Allegra.

16 Sant’Agata Li Battiati, Monastero Madonna di Fatima delleCarmelitane Scalze: celebra la Santa Messa in occasione dellaProfessione Perpetua di Suor Maria Angela di Gesù Bambino. Fleri:celebra la Santa Messa. Catania, Chiesa di San Placido: assiste al con-certo natalizio organizzato dalla Caritas diocesana.

17 Catania, Crocifisso della Buona Morte: celebra la Santa Messa.Istituto Pio IX: incontra le Suore Figlie della Carità. Paternò, SanFrancesco all’Annunziata: celebra la S. Messa in occasione del 40° dierezione della parrocchia.

18 Fuori sede.

19 Catania, Seminario arcivescovile: guida il ritiro del clero della città.Chiesa di San Giuliano: celebra la Santa Messa in suffragio del GranPriore della Luogotenenza dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro,Cardinale Salvatore Pappalardo.

10 Arcivescovado: udienze. Zafferana Etnea, Santa Maria della

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Provvidenza: celebra la Santa Messa per il trigesimo della scomparsadel Cardinale Salvatore Pappalardo.

11 Arcivescovado: udienze. Seminario arcivescovile: celebra la SantaMessa con la partecipazione dell’O.V.S.

12 Arcivescovado: presiede il Consiglio Episcopale. Seminario arcivesco-vile: incontra le aggregazioni laicali.

13 Arcivescovado: udienze. Messina: prende parte alla celebrazioneeucaristica per l’inizio del ministero del nuovo Arcivescovo, S. E.Monsignor Calogero La Piana.

14 Catania, San Luigi Gonzaga: guida la Peregrinatio del Velo diSant’Agata e celebra la Santa Messa. Catania, via Delpino: benedicela Casa di accoglienza notturna “Padre Pino Puglisi” realizzata dalCentro Astalli di Catania in un immobile confiscato alla mafia.Basilica Cattedrale: celebra la Santa Messa in occasione dellaGiornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

15 Viagrande, Santa Maria dell’Idria: celebra la Santa Messa in occasio-ne della festa patronale.

16 Roma, CEI: partecipa alla riunione della Commissione episcopale peril Laicato.

17 Paternò, Chiesa di Sant’Antonio Abate celebra la Santa Messa inoccasione della festa titolare. Pedara, Sant’Antonio Abate: celebra laSanta Messa in occasione della festa titolare. Massannunziata: visitail sacerdote Salvatore Incognito.

18 Visita pastorale al XII Vicariato (Paternò - Ragalna).

19 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale ed incontra i Direttoridi Curia. Museo diocesano: prende parte all’incontro promosso dal-l’ufficio di pastorale scolastica sul tema: “Il Convegno di Verona”.Catania, Sant’Agata al Borgo: partecipa all’incontro di preghiera perl’unità dei cristiani.

20 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la Santa Messa per la festa diSan Sebastiano, patrono dei Vigili urbani. Arcivescovado: udienze.Guida il pellegrinaggio dei giovani dalla chiesa di Sant’Agata LaVetere alla Basilica Cattedrale.

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21 Pedara, Santa Caterina Alessandrina Vergine e Martire: presiede laSanta Messa trasmessa dalla RAI. Catania, San Pio X in NesimaSuperiore: celebra la Santa Messa nella Giornata diocesana deiragazzi missionari delle scuole medie.

22 Fuori sede.

23 Pergusa (EN): presiede la riunione della Commissione MissionariaRegionale.Catania, Seminario: incontra i seminaristi e celebra la Santa Messa.

24 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la Santa Messa per i giornalisticattolici. San Gregorio di Catania, Santa Maria degli Ammalati: pre-siede la Santa Messa per l’ordinazione diaconale di Antonio LuigiBonasera S.d.B.

25 Casa Circondariale Catania Bicocca: guida la Peregrinatio del Velo diSant’Agata. Università di Catania, Aula Magna del Rettorato: parteci-pa alla Tavola rotonda sul tema “Sant’Agata e la Città”, coordinata daMons. Gaetano Zito, Vicario Episcopale per la cultura.

26 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale e riceve i Direttoridegli uffici di Curia. Trecastagni, Centro Mariapoli: incontro con ilMovimento dei Focolarini.

27 Catania, Aula Magna Benedettini: prende parte all’inaugurazionedell’Anno giudiziario. Catania, incontra i Cavalieri della Mercedenella loro sede.

28 Catania, Istituto Società San Paolo, celebra la Santa Messa per l’an-niversario sacerdotale di alcuni Padri Paolini. Chiesa di Sant’Agata alCarcere: celebra la Santa Messa per la conclusione delle domenicheagatine.

29 Trecastagni, Santi Martiri Alfio, Filadelfo, Cirino: partecipa ad unincontro con i rettori dei Santuari di Sicilia. Catania, IstitutoSant’Angela Merici: celebra la Santa Messa. Museo diocesano: parte-cipa alla presentazione del volume “Il tesoro di Sant’Agata”, edizioniEAC, a cura del prof. Mons. Timothy Verdon e del prof. CarmeloCrimi.

30 Catania, Seminario arcivescovile: presiede il Consiglio presbiterale.Arcivescovado: presiede l’incontro del Consiglio pastorale diocesano.

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31 Catania, Opera Salesiana Sacro Cuore: celebra la Santa Messa inoccasione della festa patronale. Basilica Cattedrale: saluta i parteci-panti al 27° Congresso Nazionale Cuochi Italiani, riuniti in chiesa perla Santa Messa. Catania, Santa Maria della Salette: celebra la SantaMessa.

Febbraio

11 Basilica Cattedrale: celebra la Santa Messa con la partecipazionedelle Forze Armate dei Corpi di Polizia.

12 Mascalucia, Santuario di Mompileri: presiede la Messa esequiale peril sac. Salvatore Incognito. Basilica Collegiata – Cattedrale: Festa dellaPresentazione del Signore.

13 Prende parte alla Processione per l’offerta della cera dalla Chiesa diSant’Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale.

14 Basilica Cattedrale. Presiede la Messa dell’Aurora. In Piazza Stesicororivolge il tradizionale messaggio alla Città. Benedice, all’obitorio, lasalma dell’Ispettore Capo Filippo Raciti durante i disordini attornoallo stadio in occasione della partita di calcio Catania-Palermo.

15 Basilica Cattedrale: partecipa al Pontificale presieduto da S.E.R.Mons. Paolo Romeo, Nunzio Apostolico in Italia ed Arcivescovo Elettodi Palermo in occasione delle festività agatine e delle esequiedell’Ispettore Capo Filippo Raciti.

16 Bronte, parrocchia Sant’Agata: celebra la Santa Messa in occasionedella festa patronale e visita la mostra su Padre Pino Puglisi.

17 Arcivescovado: presiede la Commissione per gli ordini e i ministeri.Seminario arcivescovile: presiede la riunione del Consiglio di ammi-nistrazione. Parrocchia Maria Santissima Assunta alla Plaia: presie-de la messa esequiale per il sac. Salvatore Pignataro.

18 Visita pastorale al IX Vicariato (Sant’Agata Li Battiati, San GiovanniLa Punta, Gravina di Catania, San Gregorio, Tremestieri Etneo).Catania, Seminario: Incontro OVS con testimonianza del Vicariogenerale, Mons. Agatino Caruso, su Mons. Carmelo Scalia.

19 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale e riceve i Direttoridegli uffici di Curia. Paternò, Chiesa Santa Margherita: celebra laSanta Messa e benedice le campane della chiesa.

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10 Palermo: presenzia all’insediamento del nuovo arcivescovo, S.E.R.Mons. Paolo Romeo.

11 Catania, Ospedale Cannizzaro: celebra la S. Messa. Parrocchia SanPio X: celebra l’Eucaristia per i ragazzi missionari. BasilicaCattedrale: celebra la Santa Messa per la XV Giornata del Malato.

12 Catania, Basilica Cattedrale: presiede la Santa Messa per l’Ottavadella festa di Sant’Agata.

13 Catania, Seminario arcivescovile: presiede l’incontro di formazionepermanente del Clero. Chiesa San Michele ai Minoriti: celebra laSanta Messa in occasione della riapertura al culto della Chiesa dopoi lavori di restauro.

14-16 Palermo: partecipa ai lavori della sessione invernale della ConferenzaEpiscopale Siciliana.

17 Arcivescovado: udienze. Trecastagni, Santi Martiri Alfio Filadelfo eCirino: celebra la Santa Messa in occasione dell’inizio dell’anno giu-bilare.

18 Mascalucia, Santissima Annunziata in Massanunziata: celebra laSanta Messa e benedice una statua del Servo di Dio Giovanni PaoloII.

19 Mascalucia, Casa delle Suore Serve della Divina Provvidenza: giorna-ta di fraternità con il clero. Catania, Teatro Sangiorgi: assiste all’an-teprima nazionale del film-tv “Il figlio della luna”, ispirato alla vicen-da umana dello scienziato tetraplegico catanese Fulvio Frisone e disua madre Lucia.

20 Arcivescovado: udienze.

21 Catania, Basilica Cattedrale: presiede la Santa Messa con il rito delleimposizioni delle Ceneri.

22 Catania, Basilica Cattedrale: amministra il sacramento della Cresimaper i giovani di Comunione e Liberazione.

23 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale. Santa Maria delCarmelo-Barriera del Bosco: inaugura l’oratorio parrocchiale.

24 Complesso dei Benedettini: prende parte all’inaugurazione dell’anno

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giudiziario del T.A.R. Basilica Cattedrale: presiede il rito di elezionedei catecumeni. Parrocchia Santa Croce: celebra la Santa Messa.

25 Istituto delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli in via Ballo:guida il ritiro delle Religiose dell’arcidiocesi. Trecastagni, SantiMartiri Alfio, Filadelfo e Cirino: presiede la liturgia penitenziale e lacelebrazione eucaristica per i giovani.

26 Fuori sede.

27 Catania, Seminario arcivescovile: ritiro quaresimale del clero, guida-to da S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri-Geraci.

28 Arcivescovado: udienze.

Marzo

11 Visita al X Vicariato (Belpasso-Borrello, Camporotondo Etneo,Mascalucia-Massannunziata, San Pietro Clarenza).

12 Arcivescovado: udienze. Presiede il Consiglio episcopale. Catania, XReparto Mobile della Polizia di Stato: benedice la nuova sala confe-renze dedicata all’Ispettore Capo di Polizia Filippo Raciti.

13 Catania, Arcivescovado: udienze. Istituto S. Giuseppe a Villa Pacis:prende parte al Convegno Domenicano sul tema: “Appassionati dellaParola, predicatori di speranza”. Catania, Complesso Fieristico “LeCiminiere”: partecipa all’inaugurazione della mostra di progetti diarchitettura contemporanea “Sicilia - Olanda” organizzatadall’Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana e dallaProvincia Regionale di Catania.

14 Catania, Santa Maria della Mercede: presiede la Santa Messa.Basilica Cattedrale: incontra i ragazzi della catechesi della parrocchiaSan Marco in Tremestieri Etneo. Biancavilla, Basilica Collegiata SantaMaria dell’Elemosina: celebra la Santa Messa per l’inizio della “mis-sione giovani” cittadina.

15 Fuori sede.

16 Seminario arcivescovile: presiede il Consiglio presbiterale. Salonedella Curia: presiede il Consiglio pastorale diocesano.

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17 Seminario arcivescovile: incontra i seminaristi e celebra la SantaMessa.

18 Catania, Seminario arcivescovile: incontra i sacerdoti del IVVicariato. Basilica Collegiata: partecipa alla conferenza dibattito sultema: “La santità piena realizzazione della donna” organizzata dalCircolo Femminile Sant’Agata.

19 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale.

10 Arcivescovado: udienze.

11 Catania, Convento San Domenico: presiede la Santa Messa per l’in-contro regionale del C.I.F. (Centro Femminile Italiano). Mascalucia,P.I.M.E.: detta la meditazione agli adulti dell’Azione Cattolica.Mascalucia, Santuario dei Padri Passionisti: presiede la Santa Messaa conclusione del ritiro dell’Azione Cattolica.

12 Arcivescovado: udienze.

13 Seminario arcivescovile: incontra gli Allievi del Terzo anno dellaFormazione Professionale e presiede la Liturgia della Parola. Nelpomeriggio: prende parte al Convegno diocesano della Caritas guida-to da S. E. Mons. Francesco Montenegro.

14 Basilica Cattedrale: preside la concelebrazione eucaristica in occasio-ne dei giubilei sacerdotali e delle ammissioni tra i candidati all’ordi-ne del diaconato e del presbiterato di due seminaristi.

15 Visita pastorale all’VIII Vicariato (Misterbianco, MottaSant’Anastasia, Piano Tavola). Sant’Agata li Battiati, Parrocchia SantiMartiri Inglesi: celebra i funerali della sig.na Giannina Todisco.

16 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale. Museo diocesano:prende parte alla presentazione dell’Osservatorio Socio-PoliticoDiocesano. Piazza Duomo: guida la “Via Crucis di Gesù, Via Crucis delLavoratore” organizzata dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro.

17 Arcivescovado: udienze.

18 Palacatania: incontra i giovani del cammino neocatecumenale.Catania, S. Giuseppe in Ognina: celebra la Santa Messa in occasionedella festa patronale.

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19 Catania, Santa Maria delle Grazie: presentazione del progetto “Casadel Sorriso”. San Giuseppe La Rena, celebra la Santa Messa per lafesta patronale. Santa Maria di Licodia, Chiesa Madre: celebra laSanta Messa per la solennità di San Giuseppe.

20 Roma: partecipa alla riunione della Commissione episcopale per illaicato.

21 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la Santa Messa per alcune scola-resche. Adrano, Chiesa Madre: celebra la Santa Messa per l’Aciesdella Legio Mariae. Catania, Ognina-Tenda di Ulisse: presenzia alDibattito pubblico sul tema: “Chi educa i giovani d’oggi? E chi educagli educatori?”

22 Arcivescivado: udienze. Adrano, Santa Maria degli Angeli: celebra laSanta Messa in occasione della presenza delle reliquie di San Feliceda Nicosia. Catania, Basilica Cattedrale: presiede la veglia in memo-ria dei missionari uccisi durante il 2006.

23 Arcivescovado: presiede il Consiglio episcopale ed incontra i respon-sabili degli Uffici di Curia. Bronte, Sant’Agata: incontro con i giovanidelle parrocchie in preparazione alla Pasqua.

24 Arcivescovado: presiede una riunione congiunta e straordinaria delConsiglio presbiterale e del Consiglio Pastorale diocesano. Palermo,Cattedrale: concelebra per l’ordinazione episcopale di S.E.R.Monsignor Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo.

25 Bronte, Santuario Maria Santissima Annunziata: celebra la SantaMessa trasmessa da Rete 4. Nel pomeriggio partenza per Roma dove,con i Vescovi di Sicilia, prenderà parte alla “Visita ad Limina” che sisvolge nei giorni 26-31 marzo. Nella mattinata di giovedì 29, è rice-vuto dal Santo Padre Benedetto XVI.

31 Arcivescovado: presiede la Commissione per gli Ordini e i Ministeri.Catania, Chiesa di San Giuliano: commenta le stazioni della ViaCrucis durante l’esecuzione della “Via Crucis” di Franz Liszt, organiz-zata dalla sezione di Catania dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.

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Curia

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CANCELLERIA

Nomine Gennaio-Marzo

NOMINE

Mons. Arcivescovo ha nominato:

- in data 01 gennaio 2007, il Reverendo Sac. SALVATORE CONSOLI VicarioParrocchiale della parrocchia San Giovanni Apostolo ed Evangelista inCatania;

- in data 08 febbraio 2007, il Reverendo Sac. VINCENZO BRANCHINAAmministratore Parrocchiale della parrocchia Beata Vergine Maria inCielo Assunta alla Plaia in Catania;

- in pari data, il Reverendo Sac. SALVATORE RICCERI Parroco della parroc-chia Beata Vergine Maria in Cielo Assunta alla Plaia in Catania;

- in pari data, il Reverendo Sac. GIUSEPPE CONIGLIONE Parroco della par-rocchia Maria Santissima Annunziata in Massannunziata in Mascalucia;

- in data 26 marzo 2007, il Reverendodo Padre LUCIEN ROBERT ANDRIA-NIAINA O.C.D. Vicario Parrocchiale della parrocchia Madonna delleLacrime in Trappeto di San Giovanni La Punta;

2. Nelle Rettorie:

- in data 25 marzo 2007, il Reverendo Sac. GIUSEPPE CONIGLIONE Rettoredel Santuario Madonna della Sciara in Mascalucia;

3. Ad altri Uffici:

- in data 01 gennaio 2007, il Rev.do Sac. BARBARO SCIONTI Segretariodell’Ufficio Pastorale Diocesano;

- in data 05 gennaio 2007, il Rev.do Sac. NUNZIO CAPIZZI AssistenteEcclesiastico dell’Associazione Femminile Convegni di Cultura MariaCristina di Savoia di Catania;

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- in data 17 gennaio 2007, il Reverendo Sac. GIUSEPPE LONGO Direttoredell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali;

- in data 18 gennaio 2007, il Reverendo Sac. STEFAN TAMPU AssistenteEcclesiastico della Confraternita Sant’Agata Le Sciare e Santa Barbara inCatania;

- in data 25 gennaio 2007, il Reverendo Mons. GIUSEPPE SCHILLACIMembro del Consiglio di Amministrazione dell’Opera DiocesanaAssistenza (O.D.A.);

- in data 29 gennaio 2007, il Reverendo Sac. SALVATORE CONSOLICommissario Arcivescovile della Confraternita Santissimo Sacramento alDuomo in Catania;

- in data 02 febbraio 2007, il Reverendo Sac. SANTO MASSIMO SALAMO-NE Membro del Consiglio per gli Affari Economici del SeminarioArcivescovile dei Chierici di Catania;

- in data 20 febbraio 2007, il Reverendo Sac. DOMENICO RAPISARDAVicario Foraneo del X Vicariato;

- in data 28 febbraio 2007, il Signor CARMELO ZISA Segretario dellaConsulta Diocesana per le Aggregazioni Laicali;

- in data 13 marzo 2007, il Reverendo Padre LIBORIO CORRIERE O.F.M.Convento Cappellano delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro inCatania;

- in pari data, il Reverendo Padre ALFIO SPOTO O.F.M. ConventoCappellano delle Suore di Gesù Redentore in Catania;

ORDINAZIONI, AMMISSIONI ED ISTITUZIONI AI MINISTERI

S. E. Mons. Arcivescovo:

- in data 14 marzo 2007, nella Basilica Cattedrale Sant’Agata Vergine eMartire in Catania ha ammesso tra i Candidati al Sacro Ordine delDiaconato e Presbiterato GIANLUCA GIACONA e RICCARDO LEONARDI

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CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

Oggetto: Assemblea del Consiglio presbiterale del 30 gennaio

La seduta ordinaria del Consiglio presbiterale, che si sarebbe dovuta tenerelo scorso 12 dicembre, è trasferita alla data del 30 gennaio 2007 alle ore 9.30,nei locali del Seminario. Dopo la celebrazione dell’ora media si discuterà delseguente o.d.g.:

- Approvazione del verbale della seduta precedente;

- Revisione dei confini dei vicariati e delle parrocchie: relazione sui lavoridella commissione (sac. Pietro Longo);

- Le “Collette” diocesane durante l’anno liturgico;

- Varie ed eventuali.

La conclusione dei lavori è prevista per le ore 12.30.

Fraterni saluti.

Catania, 22 gennaio 2007

MONS. GIUSEPPE SCHILLACISegretario

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VICARIATO PER LA PASTORALE

Oggetto: Riunione aggregazioni laicali

Carissimo,

Venerdì 12 Gennaio alle ore 19 avrà luogo in Arcivescovado (saloncino pianoterra) il primo incontro del nuovo anno 2007 delle aggregazioni ecclesiali lai-cali che operano nella nostra Arcidiocesi catanese.

L'incontro si colloca nel clima ricco di contenuti teologico-pastorali creato dalgrande evento di grazia che è stato - e che dovrà continuare ad essere neinostri vari ambienti socio-ecclesiali - il IV Convegno della Chiesa italiana svol-to a Verona dal 16 al 20 Ottobre u. s.

Si prega vivamente di essere presenti anche perché, oltre a discutere sullanecessità e l'urgenza di approfondire gli orientamenti del Convegno verone-se, si sente il bisogno di conoscere, valorizzare e soprattutto coordinaremeglio i carismi delle varie aggregazioni attualmente presenti in Diocesi.

L'incontro sarà presieduto dal nostro Pastore, S. Ecc. Mons. SalvatoreGristina. In attesa di vederci, cordiali fraterni saluti.

Catania, 01-01-07

MONS. ANTONIO FALLICOVicario episcopale per la pastorale

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VICARIATO PER LA PASTORALE

Oggetto: Incontro straordinario Uffici Pastorali

Carissimo,

come certamente ricorderai, nell'incontro del 13 Ottobre u.s., il nostroPastore mons. Salvatore Gristina ha sottolineato l'importanza del"Collegamento" dei vari Uffici di pastorale "guidati" dai Direttori e "coordina-ti" dal Vicario episcopale per la pastorale.

«Occorre sviluppare sempre più - ha precisato vivamente l'Arcivescovo -l'aspetto comunionale nel vostro prezioso lavoro a livello diocesano: bisognaraggiungere ad ogni costo e da parte di tutti unità nella diversità sia nelmomento della programmazione come in quello della messa in opera e dellaverifica delle varie attività pastorali. Gli Uffici diocesani, infatti, devono con-siderarsi come facce di uno stesso prisma.»

L'Arcivescovo ci ha invogliato a tenere particolarmente presente, nell'iter delnostro impegno, la splendida Nota pastorale GEI «II volto missionario delleparrocchie in un mondo che cambia».

Di ritorno, poi, da quel grande evento di grazia che è stato il Convegno diVerona, il nostro Pastore ha insistito e continua ad insistere sempre di piùperché ogni itinerario pastorale legato alle tre dimensioni dell'essere Chiesa- catechesi, liturgia e carità - venga ancorato alle scelte e alle proposte pro-mosse dalla grande assise veronese.

Alla Nota CHI sul rinnovamento della parrocchia, pertanto, occorre stretta-mente legare i contenuti del Convegno di Verona. Abbiamo ritirato centinaiadi copie degli "Atti" perché questo piano venga adeguatamente organizzatodiscutendone insieme.

A tale scopo ci incontreremo in seduta straordinaria venerdì 19 c. m. alle ore10, 30 in Arcivescovado. Sarà presente l'Arcivescovo.

In attesa di vederci

Catania, 7 Gennaio 2007

MONS. ANTONIO FALLICOVicario episcopale per la pastorale

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VICARIATO PER LA PASTORALE

Oggetto: Incontro straordinario Consiglio Pastorale Diocesano

Carissimo,

il Convegno Nazionale di Verona, come ben sai, è riuscito al di là delle stesseaspettative degli Organizzatori. Sì è rivelato, infatti, un autentico evento digrazia, donato dallo Spirito alla chiesa italiana.

Adesso occorre che le scelte e gli orientamenti pastorali da esso proposti ven-gano conosciuti, accolti e realizzati in ognuna delle nostre comunità ecclesia-li e, di conseguenza, testimoniati concretamente in ogni ambito del nostrovivere professionale e socio-culturale.

Nell'incontro del Consiglio pastorale diocesano del 12 dicembre 2006 sonostate avanzate diverse proposte interessanti. In verità, la presenza dei parte-cipanti anche se dal punto di vista qualitativo si è rivelata particolarmentericca e vivace, dal punto di vista quantitativo però si è manifestata piuttostopovera: presenti infatti sono stati appena la metà dei facenti parte delConsiglio.

Occorrerà pertanto rivedere, quanto prima, l'attuale composizione di questoOrganismo diocesano nel quale e attraverso il quale, sotto la guida delVescovo, rappresentanti del laicato e del clero sono chiamati ad esaminare iproblemi pastorali più urgenti della diocesi, al fine di suggerire proposte riso-lutive adeguate.

Data l'importanza e l'urgenza di far passare i contenuti del Convegno vero-nese nei vari ambiti della pastorale diocesana, ci riuniremo in seduta straor-dinaria martedì 30 gennaio, alle ore 19, 30 in Arcivescovado (salone piccolopiano terra). L'incontro sarà presieduto dall'Arcivescovo.

Si prega vivamente di non mancare

In attesa di vederci, cordiali e fraterni saluti.

Catania 8 Gennaio 2007

MONS. ANTONIO FALLICOVicario episcopale per la pastorale

P.S. Si prega di portare con sé il libro degli "Atti" del Convegno di Verona (odi richiederlo qualora non se ne avesse ancora ricevuto copia).

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VICARIATO PER LA PASTORALE

Al VICARI FORANEI

AI PARROCI

ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE

ALLE AGGREGAZIONI ECCLESIALI LAICALI

AI PROFESSORI DI RELIGIONE

Oggetto: Diffusione Atti Convegno Verona

II Convegno Nazionale della Chiesa italiana, svolto a Verona nell'ottobre scor-so, si è particolarmente contraddistinto, come ben sai, per la consistenza deisuoi contenuti teologico - pastorali, lo stile di accoglienza particolarmentecomunionale, la bellezza delle celebrazioni liturgiche e paraliturgiche, la ric-chezza testimoniale dei relatori (card. Tettamanzi, Brambilla, Bignardi,Ornaghi, Pezzetta, Card. Ruini), la forza coinvolgente dei temi approfonditinei vari gruppi di studio (affettività, fragilità, lavoro e festa, comunicazionedella fede, cittadinanza) e soprattutto per i due magistrali interventi del SantoPadre Benedetto XVI: il discorso in Assemblea alla Fiera e l'omelia allo StadioBentegodi.

Si tratta chiaramente di un ingente capitale di grazia che non solo non dovràessere perduto, ma dovrà essere investito intelligentemente e puntualmente,l'incontro di Verona, infatti, è stato tutto un crescendo spirituale e culturalein favore di un nuovo modo di vivere la Chiesa oggi, al fine di renderla sem-pre più evangelicamente lievitante nella società italiana del nostro tempo.

Ora tocca a noi accogliere e valorizzare tale ricchezza.

È esplicita volontà del nostro Arcivescovo che tali contenuti teologico - pasto-rali vengano conosciuti e declinati nella nostra Diocesi. Come?

Stiamo organizzando i modi e i tempi per raggiungere i vari ambienti eccle-siali e socio-culturali (parrocchie, Istituti religiosi, aggregazioni laicali e anchele scuole che ne fossero interessate) per consegnare personalmente gli «Atti»di cui siamo già in possesso, interessando e valorizzando in modo particola-re i Consigli pastorali parrocchiali.

A tale scopo abbiamo approntato, con l'aiuto di validi esperti in materia dimass-media, un sussidio (esattamente un "Flow - chart", o diagramma diflusso, corredato da dischetto) da mettere in mano a parroci e operatori

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pastorali e professori di religione, per stimolare interesse, aiutare a decifra-re le chiavi di lettura del Convegno veronese, facilitare la trasmissione deimessaggi, spingere a dare una virata nuova alla pastorale delle nostre comu-nità

La Quaresima, ormai alle porte, potrà essere un' occasione provvidenzialeper perfezionare il già avviato colpo d'ala di stampo conciliare al camminodelle nostre chiese: il Convegno di Verona ci sprona, infatti, a battere decisa-mente il versante ecclesiologico del Vaticano II.

Membri della Commissione pastorale diocesana raggiungeranno telefonica-mente i Vicari foranei per organizzare incontri vari o per Vicariati o per città,nei mesi di febbraio e marzo p.v.

Noi verremo in equipe, utilizzando computers e portando Atti, dischetti e sus-sidi. In parecchi di tali incontri sarà presente l'Arcivescovo. In attesa divederci, cordiali fraterni saluti.

Catania, 30-1-2007

MONS. ANTONIO FALLICOVicario episcopale per la pastorale

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VICARIATO PER LA PASTORALE

Ai membri del Consiglio pastorale diocesano

Oggetto: Religiosità popolare

Carissimo,

il prossimo incontro del Consiglio pastorale diocesano avrà luogo martedì 6marzo p. v. alle ore 19,30 in Arcivescovado (saloncino piano terra) sul tema:«Linee orientative per una pastorale diocesana della religiosità popolare».

Data l'importanza del tema che interessa molti aspetti del cammino dellenostre comunità ecclesiali fino a coinvolgere la vita stessa delle nostre città edei nostri quartieri - dalla Festa di Sant’Agata alle feste patronali locali, allaprocessione del Corpus Domini, alle festività legate alla devozione mariana,alla memoria dei defunti... - si prega vivamente di non mancare.

In attesa di vederci, cordiali saluti.

Catania, 16-02-2007

MONS. ANTONIO FALLICOVicario episcopale per la pastorale

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UFFICIO PER LA VITA CONSACRATA

Oggetto: Giornata mondiale degli Istituti di Vita Consacrata

Come si evince dal programma per i festeggiamenti della nostra patronaSant’Agata, e come è stato comunicato nelle varie sedi, Venerdì 2 febbraio2007, festa della Presentazione del Signore, celebreremo la XI Giornata mon-diale degli Istituti di Vita Consacrata.

Ci raduneremo nella Basilica Collegiata alle ore 16.30 per l’inizio del ritodella benedizione delle candele presieduto dall’Arcivescovo al quale seguiràil corteo verso la Basilica Cattedrale per la celebrazione della divinaEucaristia. Dopo l’omelia rinnoveremo i nostri impegni di Vita Consacrata.

Al termine della celebrazione e prima della benedizione finale, l’Arcivescovoconsegnerà un piccolo dono-ricordo ai Consacrati che durante l’anno celebra-no il 25° - 50° - 60° della loro Professione Religiosa e/o OrdinazionePresbiterale. Certamente non tutti potranno essere presenti per motivi di etàe di salute.

Comunque, mi permetto di raccomandare vivamente la partecipazione attivaa questa celebrazione che ci deve vedere impegnati nella preghiera liturgicacomunitaria e nella testimonianza aperta e gioiosa della nostra missione apo-stolica al servizio della Chiesa che è in Catania.

La Vergine Maria, madre e modello della vita consacrata, dia compimento ainostri desideri di bene e voglia ottenerci dallo Spirito santo fecondità vocazio-nale.

Catania, 29 gennaio 2007

SAC. ANTONINO MUNAFÒ

Vicario per la Vita Consacrata

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UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

Oggetto: Laboratori di fede per catechisti.

Qui di seguito sono riportati gli incontri zonali che verteranno sul tema:Essere accompagnatori nel cammino di fede

Zona bosco: Pedara, Chiesa Madre, tel. 0957801046ore 18.30-20.0017 gennaio14 febbraio14 marzo18 aprile2 maggio

Zona circum: Biancavilla, Chiesa Madre, tel. 095982401ore 15.00-18.004 gennaio25 febbraio22 aprile

Zona città: Cibali, Parrocchia della Natività, tel. 095846090ore 18.45-20.1511 gennaio1 febbraio15 febbraio1 marzo15 marzo26 aprile

Zona città: Librino, Istituto delle FMA "Casa Giovanni Paolo II", cell. 3398369217ore 18.00-20.0010 gennaio7 febbraio14 marzo4 aprile

SAC. PIETRO LONGODirettore

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UFFICIO LITURGICO DIOCESANO

Ai Reverendi Parroci,

Superiori Religiosi,

Cappellani degli Ospedali.

Oggetto: Rinnovo ministero straordinario della distribuzione dellaSanta Comunione.

Carissimi,

il 31 dicembre scorso è scaduto il mandato annuale a tutti i ministri straor-dinari. Come ogni anno, l'Ufficio Liturgico organizza un incontro per ognizona pastorale della Diocesi, per il rinnovo del suddetto mandato:

Per la zona Circum: Domenica 11 Febbraio 2007 ore 16,30 presso laParrocchia Sacro Cuore di Biancavilla.

Per la zona Città: Martedì 13 Febbraio 2007 ore 16,30 presso la ParrocchiaS. Luigi Gonzaga di Catania (Viale Mario Rapisardi).

Per la zona Bosco: Sabato 17 Febbraio 2007 ore 16,30 presso la ParrocchiaCorpus Domini di Belpasso (contrada Palazzolo).

Chi fosse impossibilitato ad intervenire nella propria zona, potrà parteciparead uno degli altri due incontri previsti.

In tale occasione si dovrà consegnare il tesserino con la lettera di presenta-zione dei ministri da parte del Parroco o Superiore o Cappellano

Cordiali e distinti saluti.

Catania, 25 gennaio 2007

CAN. GIOVANBATTISTA ZAPPALÀDirettore

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UFFICIO LITURGICO DIOCESANO

Oggetto: Corso per Lettori

L'Ufficio Liturgico e L’Apostolato Biblico Diocesano, organizzano un corso perlettori come servizio alle comunità parrocchiali, religiose e alle varie realtàdiocesane per una più efficace e partecipata vita liturgica del popolo santo diDio.

Il corso si articola in quattro incontri formativi e due laboratori di lettura eproclamazione della Parola. A conclusione del corso per conseguire l'attesta-to di partecipazione è previsto un colloquio di verifica; tale attestato sarà con-segnato dall’Arcivescovo durante la Celebrazione della Parola.

Temi e date:

1. Sabato 3 Marzo 2007: Parola/Ascolto nella Scrittura

2. Domenica 4 Marzo 2007: I Modi del proclamare nell'AT

La novità di Cristo-Verbo

3. Sabato 10 Marzo 2007: Dalla Parola alla liturgia

La riforma liturgia del Concilio Vaticano II

4. Domenica 11 Marzo 2007: La celebrazione della Parola oggi

Introduzione alle tecniche di lettura

Sede del Corso

Suore Domenicane di via San Nullo.

Orario

Dalle ore 16,30 alle 18,30.

CAN. GIOVANBATTISTA ZAPPALÀDirettore

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UFFICIO PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA

A tutti i Rev. Parroci della

Arcidiocesi di Catania

Oggetto: Festa dei Fidanzati -11 Febbraio 2007

Carissimi,

domenica 11 Febbraio 2007, presso il P.I.M.E. di Mascalucia, secondo il pro-gramma in calce riportato, si svolgerà la

FESTA DIOCESANA DEI FIDANZATI

È un momento di comunione e di festa, di formazione e di preghiera tra i gio-vani fidanzati della nostra Arcidiocesi, soprattutto di quelli che stanno fre-quentando i corsi di preparazione al matrimonio nelle nostre parrocchie.

Inoltre, l'incontro con altri fidanzati e con i responsabili degli Itinerari dioce-sani di educazione all'amore sarà certamente l'occasione per ricevere dellebelle testimonianze e aiutarli nella riflessione circa la loro vocazione.

Contiamo molto sulla vostra sensibilità a fare intervenire tutti i fidanzati dellavostra Parrocchia.

La vostra stessa presenza e quella delle coppie impegnate nella pastorale deifidanzati della Parrocchia è molto gradita.

Saluti in Cristo.

Catania, 26 gennaio 2007

DON ALÌ SALVATOREDirettore

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PROGRAMMA

Ore 09,00 Arrivo e accoglienza

Ore 09,30 Preghiera mattutina sul Cantico dei Cantici

Ore 09,45 Presentazione e Relazione: Don Alessandro Magno, direttoredell'Ufficio per la pastorale della Famiglia della Diocesi diNicosia -"I Fidanzati: speranza e santificazione per la fami-glia"

Ore 11,00 Gruppi di studio

Ore 12,00 Condivisione con il Relatore

Ore 13,00 Pranzo a sacco

Ore 14,00 Visita agli stand

Ore 16,15 Preparazione alla S. Messa

Ore 16,30 Santa Messa

Ore 17,30 Conclusione

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UFFICIO PER LA PASTORALE DEI GIOVANI

Rev.mi Sacerdoti e Religiosi

Ai giovani della Diocesi

Oggetto: Ritiro di Quaresima.

Carissimi fratelli e sorelle,

la grazia del Signore ci orienta verso un tempo favorevole, la Quaresima,dataci come possibilità di una sempre rinnovata conversione e adesione alCristo, speranza del mondo.

Come ogni anno, vogliamo dare ai giovani della nostra Diocesi la possibilitàdi prepararsi alla Pasqua con un ritiro diocesano, che avrà una particolaritàquest'anno, cioè la partecipazione ad una Liturgia Penitenziale, come occa-sione propizia per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Inoltre,sulla falsariga di "Giovani e riconciliazione", con quel prezioso servizio effet-tuato durante la GMG di Roma del 2000 e la Pentecoste a Mompileri del 2004,anche i nostri giovani dell'Equipe di Pastorale Giovanile Diocesano farannoaltrettanto, accogliendo, preparando e accompagnando i loro coetanei all'in-contro con la misericordia di Dio. Pertanto, ai nostri sacerdoti, anche seimpegnati in Parrocchia, chiediamo la collaborazione di prestare il loro ser-vizio nel confessare i giovani che parteciperanno al ritiro, e chi potrà, a con-celebrare alle 18,30 con il nostro Arcivescovo.

Quindi, ci ritroveremo a Trecastagni, presso il Santuario dei Santi MartiriAlfio, Filadelfo e Cirino, domenica 25 febbraio 2007, dalle ore 15.00 alle20.30.

La Liturgia Penitenziale presieduta dal nostro Arcivescovo, Mons. SalvatoreGristina, sarà incentrata sul tema, tratto sempre dal documento-base del IVConvegno Ecclesiale di Verona, Prima lettera di Pietro, "...rigenerati, median-te la risurrezione di Gesù Cristo dai morti..." (1, 3).

Attendendovi numerosi e augurandovi buon cammino, vi salutiamo nelSignore.

Catania, 30 gennaio 2006

SAC. SALVATORE CONSOLIDirettore

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UFFICIO PER LA PASTORALE DEI GIOVANI

Ai Parroci

Ai Responsabili della past. giovanile

delle Parrocchie

Ai Responsabili degli Oratori

Oggetto: Invito ai tornei sportivi del "Pente...Thlon"

Carissimi,

da sempre lo sport veicola valori importanti per la crescita umana e cristia-na dei giovani e rappresenta uno degli strumenti più ricchi per la loro educa-zione.

In ragione di questo, il nostro Ufficio, in collaborazione con 1' Oratorio dio-cesano di S. Pio X, vuole invitarvi alla riscoperta di una visione dello sport vis-suto come momento educativo e di divertimento. Ciò che vogliamo proporviè di partecipare ai nostri "Pente...thlon", una serie di tornei sportivi che vedràgareggiare i giovani delle diverse Parrocchie della Diocesi.

Le discipline sportive che ne fanno parte sono: calcio a 7, pallavolo, ping-pong, calcio Balilla e dama.

Ciascuna parrocchia potrà partecipare a tutte o ad una sola delle disciplineproposte, a sua discrezione, ma presentare esclusivamente una sola rappre-sentativa per ciascun torneo.

Le Parrocchie sono pregate di confermare la loro adesione entro il 25 c.m.tramite un'email destinata all'Ufficio di Pastorale Giovanile, all'[email protected], contenente gli elenchi della squadra corredati dalnome, cognome e data di nascita dei partecipanti. I membri delle squadrepossono avere età compresa tra 15 e 20 anni, con la possibilità di due fuori-quota contemporaneamente presenti in campo. Non esistono vincoli di sessoper i partecipanti, quindi possono presentarsi sia squadre maschili, che fem-minili e miste.

Le gare saranno disputate nei giorni di sabato e domenica nei localidell'Oratorio Diocesano di San Pio X. Presa visione delle adesioni, si potran-no scegliere anche altri campi sportivi più facilmente raggiungibili dalle squa-

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dre delle parrocchie della "periferia" della nostra diocesi. Le finali di ciascu-na disciplina si disputeranno a Maniace nella mattinata della giornata diPentecoste 27 maggio c.a., all'interno della festa che caratterizza ogni annile attività del nostro Ufficio.

Martedì 10 aprile alle ore 20.00, sempre nei locali dell'Oratorio Diocesano,incontreremo due rappresentanti di ogni parrocchia aderente, per renderenoto il calendario e condividere gli obiettivi della manifestazione. Le gare ver-ranno disputate a partire dal 15 aprile.

Per ulteriori informazioni potete scriverci all'indirizzo di posta elettronicasopra citato.

Catania, 14 marzo 2007

SAC. SALVATORE CONSOLIDirettore

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UFFICIO DIOCESANO PER L’ANIMAZIONE MISSIONARIA

Domenica 21 gennaio 2007 presso la Parrocchia San Pio X – Piazza San Pio

X (Nesima Superiore) si terrà la tradizionale giornata diocesana dei ragazzi

missionari animata dai giovani del Movimento Giovanile Missionario.

Sono invitati a partecipare tutti i ragazzi dai 12 ai 14 anni (per i più piccoli

l'appuntamento è per domenica 11 febbraio).

La giornata avrà inizio alle ore 9.30 e si concluderà con la Santa Messa (ore

16.30) presieduta da S. E. Mons. S. Gristina.

N. B. portare il pranzo a sacco e possibilmente comunicare al più prestol'adesione e il numero dei partecipanti al 339 6941595.

PADRE DEODATO MAMMANA

Direttore

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UFFICIO DIOCESANO PER L’ANIMAZIONE MISSIONARIA

Domenica 11 febbraio 2007 presso la Parrocchia San Pio X - Piazza. San Pio

X (Nesima Superiore) si terrà la tradizionale giornata diocesana dei ragazzi

missionari animata dai giovani del Movimento Giovanile Missionario. Sono

invitati a partecipare tutti i ragazzi dagli 8 agli 11 anni. La giornata avrà ini-

zio alle ore 9.00 e si concluderà alle ore 17.30. Cuore della festa sarà la Santa

Messa presieduta da S. E. Mons. S. Gristina alle ore 12.00.

N. B. portare il pranzo a sacco e possibilmente comunicare al più prestol'adesione e il numero dei partecipanti al 339 6941595.

PADRE DEODATO MAMMANA

Direttore

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UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE

Oggetto: Giornata mondiale del malato, 11 febbraio

La 15ª Giornata Mondiale del Malato, sia nella sua preparazione che nella suacelebrazione, deve diventare nelle nostre comunità cristiane un “momentoforte” di una Pastorale della Salute pienamente integrata nella pastorale dio-cesana dell’Arcidiocesi. Infatti, in questa celebrazione del 2007 che ha pertema “Fragilità e Salute: orizzonti di speranza”, la Chiesa italiana si collocain uno specifico progetto di piano pastorale proponendo alle stesse comunitàcristiane e agli operatori sanitari un importante documento: “Predicate ilVangelo e curate i malati – La comunità cristiana e la Pastorale della Salute”.La riflessione che siamo invitati a sviluppare, vuole riproporre tutto il miste-ro di Cristo, sofferente, morto e risorto, come autentica risposta a tutte lesfide e le fragilità che attraversano l’intero arco dell’esistenza umana:“Fragilità della vita che nasce – fragilità nella malattia – fragilità della vita chemuore”. Con questo rinnovato impegno di saper testimoniare ai nostri fratel-li ammalati il nostro essere e vivere con loro il mistero di Gesù Cristo, siamoinvitati (parroci, operatori sanitari, associazioni e movimenti ecclesiali, mise-ricordie, fratres) a partecipare alla solenne concelebrazione eucaristica conS.E. Mons. Salvatore Gristina nella Basilica Cattedrale di Catania, domenica11 febbraio 2007 alle ore 16.30

Catania, 29 gennaio 2007

PADRE CARLO LAZZARODirettore

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CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI

Rev.mi Parroci,

Superiori/e degli Istituti Religiosi M/F

e di Vita Consacrata,

Gruppi, Movimenti e Associazioni Ecclesiali

Carissimi/e,

con la presente, desidero ricordarvi il tema della 44ª Giornata Mondiale diPreghiera per le Vocazioni: “LA TUA VITA PER LA SINFONIA DEL SI!”, che sicelebrerà Domenica 29 APRILE 2007.

Se vorrete, potrete richiedere i Sussidi, che Vi saranno d'aiuto per svolgereun servizio utile al Vostro ministero, tramite la scheda proposta in allegato;Vi prego di diffonderli e farli conoscere anche nella comunità in cui operate.

Ci prepareremo alla giornata con una Veglia dì preghiera, che si svolgerànelle singole parrocchie, nella quarta settimana dì aprile. A tal scopo potran-no essere utili i sussidi in allegato.

Colgo l'occasione per ricordarvi, inoltre, la prossima iniziativa del CentroNazionale Vocazioni, con preghiera di farne proposta agli "educatori allafede" interessati:

22° Seminario di formazione sulla Dirczione Spirituale a servizio del-l'orientamento vocazionale.

Il tema di quest 'anno è: "Accompagnare i giovani tra desideri del cuore e setedi Dio alla scuola di Sant’Agostino”.

L'incontro si terrà presso: Hotel delle Rose - Cascia (PG) dal 10 al 13 Aprile2007.

Le iscrizioni vanno inviate, per tel./fax entro il 1 Aprile, a:

Centro Nazionale Vocazioni - Vìa Aurelia n, 468 - 00165 ROMA.

Per informazioni telefonare al n. 06.66398410-11-fax 06.66398414

E-mail: cnv(a)chiesacattolicq.it.

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Quota di partecipazione: iscrizione € 65,00 (da versare entro il 1 Aprile sulC.C.P. n. 96802004 intestato a: Associazione Centro Nazionale Vocazioni- ViaAurelia n. 468- 00165 ROMA).

Si prega di portare con se la ricevuta del versamento. Vitto e alloggio: incamera singola euro 165,00 e in camera doppia/ tripla euro 140,00

I Sacerdoti portino con sé il necessario per le concelebrazioni. In unione dipreghiera, Vi saluto fraternamente nel Signore.

Catania, 22 febbraio 2007

SAC.ANTONIO GENTILEDirettore

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CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI

Oggetto: Veglia di preghiera per i giovani

Vi comunico la data della Veglia di preghiera diocesana per i giovani, propo-sta dal Centro ed in collaborazione con gli uffici pastorali.

La veglia si svolgerà sabato 14.04.2007, alle ore 20.30, presso il Seminarioarcivescovile di Catania, col tema della 4ª Giornata Mondiale di Preghiera perle Vocazioni: “La tua vita per la sinfonia del sì!”. Brano biblico di riferimen-to: Ef. 4,11-13.

Vi chiedo di far conoscere questa possibilità ai giovani delle Vostre comunità,sensibilizzandoli a partecipare a questo momento di intensa preghiera eascolto della Parola.

Per ulteriori informazioni sullo svolgimento della Veglia e quan’altro si rite-nesse necessario, potete contattarmi in Curia arcivescovile presso il Centrodiocesano vocazioni il giovedì mattina, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Nell’attesa di incontrarci, vi saluto fraternamente nel Signore.

Catania, 25 marzo 2007

SAC.ANTONIO GENTILE

Direttore

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UFFICIO DIOCESANO F.A.C.I.

COMUNICATO F.A.C.I.

Al rev.do Clero dellaDiocesi di Catania

Oggetto: Invito Adesione FACI anno 2007.

Carissimi,

da quando mi è stato dato l'incarico di "Delegato FACI", non poche personemi hanno fatto questa domanda: perché devo farmi socio della FACI?

Vi rispondo con le parole della relazione di Mons. Luciano Vindrola, presiden-te della FACI nazionale, che si trovano nella rivista "L'Amico del Clero" di set-tembre 2006.

«Ritengo sia questo il momento giusto per far conoscere la FACI: coloro chegià la conoscono avranno modo di "ripassarne" le caratteristiche; coloro chela conoscono superficialmente o non la conoscono affatto potranno fare unfelice incontro.

È opportuno rispondere a tre interrogativi:

1. che cos'è la FACI?

La FACI è un'associazione che si interessa di tutte le problematiche delclero: assistenza morale, sociale, legale, fiscale, economica, sollevandoloda preoccupazioni di notevole portata.

La rappresentatività della FACI nei riguardi del Clero italiano è riconosciu-ta dallo Stato e dalla GEL Prova ne sia che:

• n. 5 membri della FACI sono nominati dal Ministero del Lavoro e dellePolitiche sociali nel Comitato di Vigilanza del Fondo di previdenza INPSdel Clero secolare e dei ministri di culto delle Confessioni religiosediverse dalla Cattolica;

• i Consiglieri nazionali FACI, insieme ai membri della commissione pre-sbiterale nazionale, sono chiamati dalla GEI ad eleggere i rappresen-tanti del Clero nel Consiglio e nel Collegio dei Revisori dei Conti delTLC.S.C.

• in ogni Diocesi l'Incaricato Diocesano FACI fa parte dell'organo di com-posizione delle controversie tra sacerdoti e FI.D.S.C.

2. che cosa fa la FACI?

• Pubblica mensilmente la rivista "L'Amico del Clero" come strumento diinformazione con particolare attenzione al Magistero e alle materie giu-

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ridiche sia canoniche che civili.

• Mette a disposizione nella sede di Roma, il 1° e il 3° lunedì di ognimese, un pool di professionisti da cui i sacerdoti possono ottenere tele-fonicamente o di persona una risposta immediata ai loro quesiti, ancheper telefono.

• Si interessa dei sacerdoti anziani e malati per i quali, in accordo con laGEI e il Gemelli, riserva la struttura di Fontecchio (L'Aquila) dotata diuna accurata assistenza sanitaria e religiosa.

• Offre a tutti i sacerdoti che necessitano di periodi di riposo o di curel'ospitalità nelle Case FACI di Marina di Massa e di Montecatini Terme.

• Si attiva per offrire al Clero attraverso la Fraternitas, di sua proprietà,una vasta gamma di prodotti.

• Consente ai sacerdoti, attraverso Convenzioni, di realizzare notevolirisparmi sui prodotti offerti e si attiva per farsi conoscere da un nume-ro sempre maggiore di persone, Enti e Aziende. Le ultime Convenzionistipulate dopo la pubblicazione dell'elenco sul foglietto allegato a"L'Amico del Clero" di aprile 2005, riguardano:

1. RGA (restauro conservativo di beni monumentali "dal progetto alcantiere");

2. AMPLIFON (acquisto di apparecchi acustici digitali);

3. ACCOMANDITA (acquisto e installazione di pannelli solari "sola-hart" per la produzione di acqua calda o per l'integrazione aisistemi di riscaldamento);

4. DIGITAL BROKER (servizio personalizzato di risparmio telefoni-co che consente una notevole riduzione dei costi di telefoniafissa).»

La quota d'iscrizione per l'anno 2007 è di euro 35,00 da versare pressol'Economato della Curia Arcivescovile al Rag. Salvatore Fumari, entro il 31-3-2007.

Le tessere si potranno ritirare presso l'Ufficio Diocesano della FACI che tro-vasi adiacente all'ufficio del Vicario Episcopale per la Pastorale nei giorni diMercoledì e Venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12,00., assieme al modello riguar-dante la Privacy da sottoscrivere e restituire agli Uffici FACI, ai sensi dell'art.23 del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196,

Ringrazio vivamente per l'attenzione e porgo i miei più cordiali saluti.

Catania, 12-01-2007MONS. GIORGIO GIUFFRIDA

Incaricato diocesano

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SERVIZIO DIOCESANO PER IL CATECUMENATO

Ai Reverendi Parroci

Comunico che Sabato 24 Febbraio 2007 alle ore 16,30 in Cattedrale avrà

luogo la celebrazione del secondo grado dell'Iniziazione cristiana (Rito della

Elezione o Iscrizione del nome) per gli adulti e i ragazzi in età scolare che

devono ricevere i sacramenti dell'Iniziazione cristiana nella prossima Veglia

pasquale.

Prego i reverendi confratelli di presentare in Cancelleria la relativa domanda

di ammissione a questa celebrazione entro il mercoledì delle Ceneri (21 feb-

braio 2007).

Catania, 15 gennaio 2007

SAC. VINCENZO BRANCHINADirettore

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CONSULTA DIOCESANA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

Ai membri delegati della consulta

Oggetto: Convocazione assemblea per il rinnovo del segretario e delComitato di segreteria.

Mercoledì 14 febbraio, alle ore 17.30, nel saloncino della Curia arcivescovile,

si svolgerà l'assemblea della Consulta. Come già comunicato nei precedenti

incontri, scaduto il mandato triennale del segretario e del Comitato di segre-

teria, si procederà a nuove elezioni. Ringraziando il Signore per il cammino

fatto insieme in questi anni, ci mettiamo in atteggiamento di discernimento

per prepararci bene a un momento tanto importante. Proprio per questo rac-

comandiamo la presenza di tutti i delegati delle aggregazioni e la eventuale

disponibilità al servizio.

Ricordiamo inoltre la celebrazione eucaristica in onore di Sant’Agata di mar-

tedì 30 gennaio alle ore 18.30 in Cattedrale, presieduta da Mons. Antonio

Fallico, Vicario episcopale per la pastorale, nella quale, insieme ai giovani e

ai gruppi del volontariato, cureremo l'animazione della liturgia. Tutte le

aggregazioni sono invitate a partecipare.

Un fraterno saluto

Catania, 25 gennaio 2007

MONS. A. REINADelegato arcivescovile

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Varie

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FESTA DI AGATA

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

A Sua Eccellenza Rev.ma

Mons. Salvatore Gristina

Arcivescovo di Catania

Informato tragica uccisione Ispettore Capo Filippo Raciti Sommo Pontefice

esprime sua spirituale vicinanza at consorte et figli vittima come anche at

feriti et Polizia di Stato impegnata con altre forze dell’ordine at mantenimen-

to sicurezza dei cittadini. Nel ribadire sua ferma condanna per ogni gesto di

violenza che macchia mondo del calcio Santo Padre ne esorta protagonisti at

promuovere con maggior determinazione rispetto legalità favorendo lealtà

solidarietà et sana competitività. Con tali voti Sua Santità eleva fervide pre-

ghiera di suffragio per fedele servitore dello Stato et mentre invoca consola-

zione celeste su familiari colleghi et su quanti sono colpiti da così drammati-

co lutto invia confortatrice benedizione apostolica estensibile at presenti rito

esequiale.

CARD. TARCISIO BERTONE

SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ

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Pontifìcale per la Solennità di Sant’AgataCatania 5 febbraio 2007

Omelia di

Sua Ecc.za Rev. Mons. Paolo Romeo

Nunzio Apostolico in Italia

Arcivescovo eletto di Palermo

1. Celebriamo oggi la solennità liturgica di sant’Agata. La celebriamoqui a Catania, la città che le ha dato i natali e dove, all’interno della comuni-tà cristiana, ha ricevuto il dono della fede in Gesù Cristo; fede nella quale èstata educata e della quale si è resa testimone con il martirio. La celebriamoperché siamo Chiesa, popolo di Dio testimone nella storia del Signore Gesùrisorto, che fa gioiosa memoria dei suoi santi.

Ma la celebrazione odierna non è la solita celebrazione del pontificale disant’Agata, come siete abituati ogni anno al 5 febbraio. Oggi la gioia dellafesta ha i toni della mestizia. Ci troviamo insieme anche per dare il nostrodoveroso saluto cristiano ad un fratello nella fede e servitore fedele e orgo-glioso dello Stato, l’Ispettore capo Filippo Raciti. Tutti i catanesi, in specialmodo la comunità ecclesiale, sono vicini alla famiglia Raciti, alla signoraMarisa e ai figli Fabiana e Alessio. Alla famiglia e all’intera comunità catane-se porto l’affettuosa solidarietà del Santo Padre.

Certo, non è stato agevole per il vostro Arcivescovo assumere le decisioni cheben conoscete per le celebrazioni di questi giorni. Ma è quanto mai emblema-tico, proprio dal punto di vista ecclesiale della festa, che abbia deciso diimmettere la celebrazione delle esequie del nostro fratello Filippo Raciti pro-prio nella solenne celebrazione eucaristica. A sottolineare che la Chiesa diCatania crede fermamente nella risurrezione del Signore Gesù Cristo: di essaè stata testimone e ha partecipato pienamente Agata con il suo martirio; invista di essa affidiamo questo nostro fratello alla misericordia di Dio Padre.

Se chiedessimo a sant’Agata quale debba essere il riferimento essenziale eprioritario per individuare il percorso di comprensione di questa celebrazio-ne, Ella certamente ci additerebbe la Parola di Dio, perché l’ha sperimenta-ta, così come ci insegna il Concilio Vaticano II, di «tanta efficacia e potenza,da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezzanella fede, cibo dell’anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale» (DeiVerbum, 21).

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2. Il primo brano della Parola di Dio appena proclamata è tratto dalLibro del Siracide (51,1-12) Il suo autore, Ben Sira, innalza uno splendidoinno di ringraziamento, che è anche una preghiera. Dio viene glorificato elodato perché salva, protegge, aiuta e libera. Ogni speranza è posta in Luisoprattutto di fronte alla calunnia, alla menzogna, alla tribolazione, all’ingiu-stizia, alla falsità. Invano si attende aiuto dagli uomini. L’angoscia e il cerchiomortale diventano, così, occasione per una radicale maturazione di fede,segnata dal ricordo della misericordia e delle opere di Dio, realizzate in pas-sato a favore del popolo e di quanti a Lui si erano mantenuti fedeli. Il Signoresalva dalla mano dei nemici e libera dalla morte, non abbandona nell’ango-scia e nello sconforto.

Anche a sant’Agata è accaduto di subire ingiustizia e di soffrire tribolazioni.Certo, possiamo chiederci: perché Dio non ha impedito che questa sua figlia,“buona” e fedele, patisse atroci sofferenze fino a morire? Perché non è inter-venuto per impedirlo? Perché non l’ha salvata? Domande che non possiamoeludere neanche di fronte alla salma di questo nostro fratello. La via per unarisposta cristiana oggi ci additata dalla testimonianza lasciataci dasant’Agata. Gli atti del martirio ci tramandano che, mentre viene eseguitol’ordine di tortura emesso da Quinziano, sant’Agata non viene meno allafedeltà al suo Signore e con coraggio dichiara: «Io in queste pene provo tantagioia: come chi sente una buona notizia, o come chi vede colui che da grantempo ha desiderato, o come chi trova molti tesori, anch’io, posta in questesofferenze di poca durata, esulto di gioia». E dopo aver ricevuto la visita delvecchio che le guarisce le mammelle innalza a Dio il suo ringraziamento: «Tiringrazio Signore che ti sei ricordata di me e mi hai mandato il tuo Apostolo.Egli mi ha confortata».

Ecco, carissimi, come il Padre non ha abbandonato il Figlio Gesù al poteredella morte, così non ha abbandonato Agata nel momento più tragico dellasua vita. Così non abbandona la famiglia Raciti, non abbandona questa città,non abbandona tutti coloro che fedelmente adempiono ai doveri connessi congli impegni pubblici o privati assunti.

3. In sintonia con la prima lettura, identico invito ci viene dalla secondalettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei (11,2.32b-12,2). La fede ha sostenuto«gli antichi» per riconoscere Dio come Signore della storia, lasciarsi docil-mente guidare da Lui in ogni circostanza della vita; ha dato loro pazienza eforza in ogni forma di tribolazione e di sofferenza. La loro testimonianza èper noi stimolo e incoraggiamento a smetterla con il peccato e a tenere «fissolo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (12,2). Per far megliocomprendere in cosa consista la vita di fede per i cristiani, l’autore usa l’im-magine della corsa: «corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davan-

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ti» (12,1). Immagine tanto cara anche a san Paolo, il quale identifica con chia-rezza la meta ultima verso cui il cristiano corre: «arrivare al premio che Dioci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,14). Ammoniva sant’Ignaziod’Antiochia: «Ma perché, pur ricevendo la conoscenza di Dio, non diventia-mo tutti saggi? Perché continuiamo a correre follemente verso la rovina nonriconoscendo il dono che il Signore ci ha veramente inviato?» (Agli Efesini,17.2).

Proprio il correre è il tratto sempre più dominante la vita quotidiana. Maverso dove o per cosa? quanti di noi, che ci diciamo e siamo cristiani, abbia-mo il coraggio di eliminare dalla nostra vita tutto ciò che appesantisce ilnostro cuore, le nostre relazioni interpersonali, la nostra credibilità? nell’am-bito della famiglia, nel lavoro, lungo le strade che percorriamo sempre più infretta, non ci è forse chiesto di dare chiara e inequivocabile testimonianzadella nostra dignità di figli di Dio? Il Battesimo ha iscritto nella vita di ognicristiano la vocazione alla santità. Pertanto, siamo chiamati - ha sottolineatoil Santo Padre Benedetto XVI nel suo discorso al recente convegno di Verona: «a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risortoe in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, inconcreto, in quella comunità di uomini e di donne entro la quale viviamo».

Non ha forse la giovane Agata puntato il suo sguardo esclusivamente su Gesùe ha corso verso quella meta che anche a noi indica come possibile? Educataalla fede nella sua famiglia e nella comunità cristiana di Catania, nei pochianni della sua vita ha fatto una corsa che da tutti, fin dai suoi contempora-nei, viene riconosciuta perfetta. Come un bravo corridore, non si è distrattae non si è lasciata distogliere da opportunità e allettamenti umani che l’avreb-bero allontanata dal suo Signore Gesù. Una gioventù, la sua, vissuta intensa-mente; non inquieta, non alla ricerca di vacui appagamenti, non insicura earrendevole. Giovane decisa e coraggiosa, fedele e coerente, con uno scopoben preciso: dare prova che - come gli atti del martirio dicono abbia rispostoa Quinziano - «la massima libertà e nobiltà sta qui: nel dimostrare di essereservi di Cristo».

Incontrando sant’Agata abbiate il coraggio, cari giovani, di abbandonare ogniforma di disprezzo della vita, di non cedere per nessuna ragione a presuntifacili guadagni e a interessi materiali che inducono alla violenza, svilendo lavostra dignità e il vostro futuro. Lasciatevi, piuttosto, condurre all’incontropersonale con Gesù Cristo; a mettervi in attento ascolto della missione che ilSignore desidera affidare ad ognuno di voi, perché ha fiducia in ognuno di voiper il bene di questa città: voi siete il futuro di Catania e non potete, né dove-te permettere che ne veniate espropriati.

4. Il brano del vangelo che è stato proclamato è stato redatto da san

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Luca (9,23- 26). L’evangelista registra le condizioni poste da Gesù per seguir-lo; le colloca dopo la professione di fede di Pietro e il primo annunzio dellapassione, e le fa precedere dal racconto della trasfigurazione di Gesù e ilsecondo annunzio della passione. In tal modo, con puntualità e franchezzaLuca ricorda l’identità di Gesù, Egli è «il Cristo di Dio» (9,20) e in quanto taledovrà compiere un percorso che, attraverso la ingiusta condanna, la passio-ne e la morte, lo porterà alla risurrezione. L’invito a seguire Gesù non èristretto a pochi, né riservato ad alcune categorie sociali. Luca ci tiene a ricor-dare che Gesù si rivolge «a tutti»: nessuno egli esclude, nessuno deve sentir-si escluso e a nessuno egli si impone.

Accogliere la proposta di Gesù comporta una decisione definitiva e stabile checoinvolge tutta la vita: chi si decide per il discepolato «rinneghi se stesso». Inquesto Gesù non fa certo riferimento ad un avvilimento della dignità dellapersona umana. Comporta piuttosto che a Lui sia riservata la priorità unicae assoluta di Signore della vita del discepolo. Quando ciò accade è donata unarelazione personale di amore con Gesù e con il Padre: chi mi accoglie, «que-sti mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mimanifesterò a lui» (Gv 14,21). Per esprimere la grandezza di questo incontroper ogni uomo e di questa signoria di Gesù nella vita del discepolo, il ConcilioVaticano 11 ha affermato: «Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventaanch’egli più uomo» (GS, 41). È Cristo, infatti, che svela «pienamente l’uomoall’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (GS, 22).

Per questa ragione il discepolo è pronto a prendere ogni giorno la propriacroce e seguirlo. Per questo, il cristiano è pronto a far sue le tre condizioniche caratterizzano il vivere del discepolo per Gesù: perdere la vita per lui,rinunziare a guadagnare anche il mondo intero, non vergognarsi della digni-tà di figlio Dio. Lo ha ben compreso sant’Agata che nell’incontro con GesùCristo ha scoperto la sua alta dignità di donna. Per questo motivo, non si èlasciata abbindolare da lusinghe di potere e di gloria umana; non ha svendu-to la sua fierezza di donna e cristiana; non si è vergognata della figliolanzadivina neppure di fronte alle torture. Ha sempre tenuto presente la prospet-tiva ultima della vita: la certezza dell’incontro finale con Dio che rende par-tecipi per l’eternità della Sua gloria.

Cari fratelli e sorelle, celebrando la solennità di sant’Agata accogliamo la suatestimonianza di fede, guardiamo alla sua tenacia di cristiana, impariamo arendere credibile il nostro dirci cristiani e rifuggiamo dal barattare la nostrafedeltà a Cristo e l’onesta e faticosa ricerca del bene comune, con opportuni-tà di benefici egoistici che sempre sono a scapito degli altri e di questa socie-tà, che tutti auspichiamo migliore. Rifuggiamo da tutte quelle forme chepotrebbero lasciar intendere una certa strumentalizzazione della festa cristia-na, per ragioni che nulla hanno a che vedere con Gesù Cristo e con la stessasant’Agata.

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5. La festa cristiana ha il suo fondamento nel mistero pasquale e cicoinvolge in quel dinamismo che le è proprio: morire al peccato per risorge-re in Cristo a vita nuova. E poiché la festa è comunitaria, allora il dinamismopasquale è anche morte ad ogni forma di peccato insito nelle realtà e nellestrutture sociali per risorgere insieme, in primo luogo con i più deboli, i menoabbienti, i poveri, gli immigrati, gli emarginati, coloro che non hanno voceper far sentire il grido delle loro giuste e legittime necessità.

Se è vero che nel nostro contesto socio-politico a nessun cristiano viene chie-sta l’effusione del sangue per la fedeltà al Signore Gesù, non è tuttavia menovero, come sottolinea il Santo Padre Giovanni Paolo 11 nell’enciclica Veritatissplendor, che «di fronte alle molteplici difficoltà che anche nelle circostanzepiù ordinarie la fedeltà all’ordine morale può esigere, il cristiano è chiamato,con la grazia di Dio invocata nella preghiera, ad un impegno talvolta eroico,sostenuto dalla virtù della fortezza» (93).

Chiediamo con forza, carissimi fratelli e sorelle, l’intercessione di sant’Agata,in special modo alla luce degli eventi accaduti nei giorni scorsi e che hannodeterminato una gravissima condizione di sofferenza per la famiglia Raciti.Facciamo nostra l’invocazione a lei rivolta dal Santo Padre Giovanni Paolo IInella sua visita pastorale a Catania: «Tu, che hai riconosciuto Cristo con gliocchi della fede, aiuta anche noi ad essere suoi testimoni per quanti oggi sonoancora ciechi. Tu, unita a Gesù come il tralcio alla vite, insegnaci a vincere ilmale con il bene, aiutaci a portare frutto per il Regno di Dio» (Saluto ai gio-vani allo Stadio Cibali). Così sia!

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Opera Vocazioni Sacerdotali

Relazione tenuta l’8 febbraio 2007 dal Sac. Agatino Caruso, VicarioGenerale, ai responsabili parrocchiali dell’O.V.S. nel salone del SeminarioArcivescovile di Viale O. da Pordenone.

Mons. Carmelo Scalia e il Seminario Arcivescovile di Catania

Il mio intervento va collocato nel genere delle testimonianze piuttosto che inquello delle biografie. Non si tratta della presentazione di un personaggio peresaltarne le opere o per illustrarne la vita. Dal cielo, dove certamente mons.Scalia gode della visione di Dio, non mi approverebbe.

Lo stile della sua vita, discreto e silenzioso, suggerisce la semplicità e soprat-tutto parla di obbedienza. Si ritrovava pienamente infatti nel motto del PapaGiovanni XXIII: “Obbedientia et Pax”.

La prospettiva, l’angolatura dalla quale vorrei presentare la persona, il sacer-dote e il ministero sacerdotale di mons. Scalia è il suo rapporto, il suo lega-me con il seminario.

Credo si possa affermare che la vita di Mons. Scalia si intreccia per più di60 anni con la storia del nostro Seminario: dal 1930 anzi dal 1928, annodella sua ordinazione sacerdotale, avvenuta in cattedrale il 28 ottobre permano di mons. Emilio Ferraris, all’anno 1994 quando lascia l’amministrazio-ne del Seminario.

I

Anche in altri settori della vita diocesana ha dato il suo prezioso contributoassecondando le richieste dei suoi Arcivescovi. Si, perché Mons. Scalia haesercitato il suo ministero nell’obbedienza a cinque Arcivescovi:

Mons. Emilio Ferrais (1928 - 1930)

Mons. Carmelo Patanè (1930 - 1952)

Mons. Guido Luigi Bentivoglio(1952 - 1974)

Mons. Domenico Picchinenna (1974 - 1988)

Mons. Luigi Bommarito (1988 - 2002)

• Ha Esercitato il ministero di cappellano nel conservatorio “San Vincenzo”gestito dalle suore della Carità dal 1932 al 1944.

• È stato vicario parrocchiale nella Parrocchia San Cosimo dal 1935 al 1940.

• Dal 1956 Canonico del Capitolo della Cattedrale di cui fu anche tesorieredal 1973.

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• Presidente della Pontificia Opera Assistenza (oggi ODA) dal 1960 al 1964.

• Presidente dell’Ospedale Santa Marta dal 1964 al 1975.

• L’Arcivescovo lo nominò vicario foraneo nel 1966 della Zona Circum e nel1975 della Zona Centro Nord di Catania. Nomina rinnovata anche nel1979.

• Nel 1954 fu chiamato a dirigere l’ufficio amministrativo della diocesi di cuiera stato membro dal 1935.

• Ed è anche opportuno ricordare che, per la sua profonda e vasta cono-scenza ed esperienza nel settore amministrativo, fu chiamato a far partedi consigli di amministrazione di vari enti assistenziali e di tante confra-ternite, di cui fu anche coordinatore diocesano.

II

Ma possiamo a buon diritto affermare che è stato soprattutto il nostro semi-nario a beneficiare della presenza e dell’opera sacerdotale di Mons. CarmeloScalia. Quasi tutta la sua vita sacerdotale, sia pure con diverse mansioni, l’hatrascorsa in Seminario.

Spesso lo sentivamo ringraziare il Signore per questa singolare grazia,soprattutto negli ultimi anni della sua vita.

Vi entrò fanciullo (10 anni) quando il Seminario si trovava in Piazza Duomo.

All’età di quattordici anni nella cappella dello stesso Seminario ricevette lacresima per le mani di Mons. Giovanni Iacono.(09 / 09 / 1918)

Il 23 ottobre 1925 ricevette la prima tonsura e il suddiaconato il 23 ottobre1927 nella cappella del Seminario di villeggiatura a San Giovanni la Punta.

Mentre nella cappella del Seminario di Piazza Duomo ricevette il diaconato il4 marzo 1928.

Il Presbiterato lo riceverà per le mani di Mons. Emilio Ferrais il 28 ottobre1928 nella Cattedrale di Catania.

Appena ordinato sacerdote gli fu affidato il compito di “contabile” nell’ammi-nistrazione del Seminario e nel 1947 veniva nominato, dall’ArcivescovoMons. Carmelo Patanè, economo del seminario.

Il quegli anni era rettore del Seminario mons. Francesco Pennisi: splendidafigura di educatore e abile formatore dei candidati al sacerdozio.

Vice rettore era don Alfio Riela (morì il 6 / 9 / 1955 a Ragusa).

Furono loro a porre la prima pietra di questo seminario l’8 dicembre 1945.

Richiamo tale data per renderci conto del compito gravoso di colui che nel1947 viene chiamato all’amministrazione del seminario.

Mons. Pennisi nominato Vescovo di Ragusa (1950) lasciava, insieme a padre

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Riela, la direzione del seminario e l’Arcivescovo Mons. Guido LuigiBentivoglio, coadiutore di Mons. Patanè, chiamava in seminario Mons. CarloVota con la responsabilità di rettore e padre Carmelo Scalia come ministro didisciplina che in quel tempo si cominciò a chiamare vice – rettore: era il 17agosto 1950.

Un anno dopo, il 15 agosto 1951, veniva inaugurata la nuova sede del semi-nario e all’inizio dell’anno scolastico 1951 / 1952 i seminaristi lasciavano lasede di San Giovanni la Punta, dove avevano dimorato per motivi bellici dal1943, per stabilirsi definitivamente nei nuovi locali, non ancora completi, masufficienti per accoglierli: erano 163.

Quando nell’ottobre 1952 entravo in seminario per frequentare la prima gin-nasio, incontravo per la prima volta padre Scalia.

Tra i superiori era il formatore più vicino a noi seminaristi. Potevamo andar-lo a trovare la sera nella sua stanza l’ultima mezz’ora dello studio. Ma anchedurante il giorno spesso lo incontravamo, o meglio lui veniva a trovarci,durante lo studio o durante i momenti di ricreazione ed essendo insegnantedi varie discipline avevamo la gioia di averlo tra noi anche nelle ore scolasti-che.

Ispirava fiducia, calma, tranquillità, e soprattutto avevamo la sensazione diincontrare un sacerdote che viveva in pienezza e con gioia la sua identitàsacerdotale.

A lui potevamo rivolgerci come al “papà” del seminario.

Settimanalmente riuniva tutta la comunità (eravamo circa 170) nel salone –teatro e spiegava la “Regola” della vita del seminario.

Era l’occasione per offrirci suggerimenti, orientamenti, esortazioni per unaadeguata preparazione al sacerdozio. Qualche volta anche richiami.

Attingeva alla sua saggezza e soprattutto manifestava il suo amore al sacer-dozio e alla chiesa. Era un incontro che attendavamo con gioia.

III

Il 25 settembre 1954 l’Arcivescovo annuncia di aver deciso di cambiare isuperiori del seminario: nessuno se lo aspettava! Un fulmine a ciel sereno.

Veniva nominato nuovo rettore padre Rocco Rapisarda, segretariodell’Arcivescovo e vice – rettore Padre Santo Bellia.

Scriveva Mons. Vota nell’Eco del Seminario (N. 5\6 del 1954):

“questa forse assai precoce giovinezza, viene con tutto l’entusiasmo del ter-reno vergine a sostituire i vecchi superiori, vecchi se non di anni, certo dipensieri e di angustie.”

Mai potrò dimenticare il 7 ottobre 1954, quando dopo aver celebrato

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l’Eucarestia in cappella (questo salone) tutta la comunità del seminario riuni-ta nel cortile salutava Mons. Carlo Vota e padre Carmelo Scalia che, saliti inmacchina, lasciavano il seminario.

Tutti i seminaristi avevamo le lacrime agli occhi.

Durò poco l’assenza di padre Scalia dal seminario, poiché nell’ottobre del1958 rientrava con il ruolo di padre spirituale, succedendo a mons. GaetanoMessina (1953-1958) chiamato dal Signore al premio eterno.

Per noi giovani seminaristi il ritorno di padre Scalia fu un grande dono: ritro-vavamo il padre cui confidare i nostri problemi, le difficoltà, le nostre pauree chiedere l’assoluzione per le nostre colpe.

Svolgerà tale ministero nell’umiltà, nella obbedienza e nel silenzio anchequando tutta la chiesa viveva il “vento” degli anni del Concilio Vaticano II: contutto quello che portò di rinnovamento ma anche di problematiche che esplo-sero nei seminari.

Erano gli anni in cui alcuni proponevano un modo nuovo di intendere l’obbe-dienza e contestavano certe maniere di esercitare l’autorità.

Ma era anche il tempo in cui nasceva un modo nuovo di concepire la figuradel prete.

Alla fine degli anni sessanta anche il nostro seminario visse la cosiddetta“crisi”, (1968).

Iniziavano a manifestarsi modi diversi di concepire il tempo del seminario ela visione del cammino formativo. Anche tra i responsabili del seminario.

Chi viveva in quegli anni in seminario, sà quello che soffrì Mons. CarmeloScalia (nel 1966 era stato nominato Prelato d’Onore di Sua Santità e nel 1974sarà nominato Protonotario Apostolico)

La crisi sfociò nella sostituzione del gruppo dei superiori.

Mons. Rocco Rapisarda scriveva nel N. 3 dell’Eco del Seminario (maggio –giugno 1970):

“mi è stato detto di lasciare ad altri la direzione del seminario; vado con ilsollievo dalla pesante responsabilità, ma con la lacerazione del distacco daun lavoro che per lungo tempo ha impegnato le migliori energie del miosacerdozio. Sedici anni fa mi fu chiesto di venire a lavorare in seminario. Hofatto alla Chiesa di Catania un servizio modesto ma totale, un servizio sacer-dotale”.

Il nuovo rettore padre Francesco Ventorino nella presentazione del N. 4dell’Eco del Seminario (luglio – agosto 1970) scriveva che mons. Rapisardaaveva assolto il gravoso incarico per “ben sedici anni con fedeltà e dedizioneincomparabile”.

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IV

Tra i collaboratori che padre Ventorino chiese all’Arcivescovo mons.Bentivoglio, era presente, con la funzione di amministratore, Mons. CarmeloScalia.

Erano tempi difficili: i seminaristi che la precedente direzione lasciava, eranoun centinaio, come risulta dalla statistica pubblicata nel N. 1 dell’Eco delSeminario (gennaio – febbraio 1970)

• 20 in teologia

• 40 tra liceo e ginnasio

• 40 nella media.

La nuova direzione intraprese un opera di chiarificazione e di rinnovamentotra coloro che erano presenti in seminario e diede inizio dal gennaio del1971 ad una serie di incontri per zone nella diocesi, informando il clero sullasituazione del seminario e ponendosi in ascolto delle proposte che il cleroavanzava circa la pastorale delle vocazioni sacerdotali.

Nel N. 1 dell’Eco (gennaio - febbraio) del 1971 viene riportata la relazioneconcordata tra i superiori del seminario e i seminaristi, che faceva da base intali incontri.

Tali incontri culminarono in una relazione che il rettore tenne a tutto il cleroil 22 febbraio 1971 da cui emergevano alcune ipotesi concrete di lavoro perla pastorale vocazionale.

Nel contesto di queste acque un po’ agitate, il 29 maggio del 1971, venivanominato Mons. Domenico Picchinenna coadiutore con diritto di successionedi Mons. Guido Luigi Bentivoglio.

Gli succederà il 16 luglio 1974.

Mons. Picchinenna promosse in diocesi diversi “gruppi di studio” sui proble-mi del seminario e sulla pastorale vocazionale, in preparazione ad un conve-gno da celebrarsi nei primi giorni del mese di gennaio del 1972.

Alcuni gruppi erano formati soltanto da presbiteri, altri hanno ricevuto il con-tributo anche di alcuni laici impegnati nella pastorale diocesana (vedi Eco N.1 del 1972).

Vennero redatti 6 documenti che esprimevano orientamenti diversi sui pro-blemi posti dall’Arcivescovo.

In particolare il cosiddetto “documento 5°” sottoscritto da 233 sacerdoti pro-poneva le dimissioni dei superiori del seminario ed offriva una fisionomia dadare al seminario che, a parere dei superiori del momento, era valutata“assurda ed anacronistica”.

Padre Francesco Ventorino e gli altri superiori del seminario il 1 dicembre

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1971, rassegnavano il loro mandato nelle mani dell’Arcivescovo, scrivendonella lettera:

“poiché è stato formalmente promesso da mons. Picchinenna al clero chel’impostazione al seminario sarà data secondo la volontà della comunità dio-cesana ed essendosi questa volontà già delineata attraverso la maggioran-za del clero, noi riteniamo giusto di dover presentare alla E. V. le nostredimissioni perché non ci sentiamo di condividere una impostazione che a noisembra tanto sbagliata e priva di una ipotesi educativa accettabile ai nostrigiorni, quanto distante da quella da noi formulata all’E. V. nell’accettare ilnostro incarico (lettera del 15 agosto 1970).”

Firmato:

Sac. Francesco Ventorino, Sac. Carmelo Scalia, Sac. Concetto Greco, Sac.Salvatore Zappalà, Sac. Giuseppe Gliozzo, Sac. Carmelo Politi, Sac. GiovanniPerni.

Mons. Carlo Vota “fratello nel sacerdozio” di Mons. Carmelo Scalia era ilprimo firmatario del “5° documento”.

Non è difficile immaginare la sofferenza che attraversava il cuore di Mons.Scalia in quel periodo.

L’Arcivescovo Mons. Bentivoglio con lettera dell’8 dicembre 1971 accettava ledimissioni dei superiori. Scriveva tra l’altro: “con animo grato per l’operaspesa con zelo e sacrificio notevoli nel nostro seminario, accetto le dimissio-ni da voi liberamente e decisamente presentate”.

Si celebrò ai primi di gennaio 1972 il convegno sul seminario e sulla pasto-rale vocazionale, al quale non presero parte i superiori dimissionari “perdare più spazio e più libertà a tutti” così scrivevano nella lettera del 1 dicem-bre 1971.

Le varie posizioni in quella occasione ebbero la possibilità di incontrarsi eforse in qualche momento di “scontrarsi”.

Il 3 febbraio 1972 i due arcivescovi consultavano il clero chiedendo che venis-sero suggeriti tre nomi di sacerdoti diocesani per l’ufficio di rettore del semi-nario e di cinque nomi come collaboratori del rettore.

La risposta bisognava darla in lettera chiusa e non firmata entro il 10 marzo1972.

V

Il 13 marzo 1972 mons. Picchinenna chiamava il sottoscritto per comunicar-mi che intendeva, con il consenso dell’Arcivescovo Mons. Bentivoglio, affidar-mi la responsabilità del seminario. Ho chiesto se potevo rifiutare e… conmolta semplicità mi fu risposto di no.

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Così il 15 marzo 1972 comunicava la mia nomina di rettore aggiungendo cheuna commissione di presbiteri avrebbe elaborato gli orientamenti per unanuova impostazione del seminario.

I seminaristi erano:

• 14 dal primo al quinto anno di teologia e vivevano in buona parte fuori dalseminario.

• 6 frequentavano la scuola pubblica: alcuni il magistrale e qualcuno il liceo.

• 4 frequentavano la media, sempre nella scuola pubblica.

A S. E. Mons. Picchinenna esprimevo il desiderio che mons. Carmelo Scaliarimanesse come amministratore del seminario pure essendo dimissionariocon il gruppo dei superiori precedenti.

Ne vedevo l’opportunità considerata la sua saggezza e la sua esperienza: loconsideravo un sostegno indispensabile.

La commissione per gli orientamenti protestò energicamente per tale scelta.

Ricordo la riunione del 23 maggio 1972 a Bronte: si rifiutarono di discuterel’ordine del giorno e inviarono copie del verbale ai due Arcivescovi.

Questi però decisero di accogliere la proposta e Mons. Carmelo Scalia reste-rà amministratore del seminario fino al 1994.

Non è difficile però immaginare il travaglio che attraversava l’animo di Mons.Scalia e quello che significò per lui continuare in quel ruolo.

• La situazione economica del seminario era un disastro. Non avevamo isoldi per comprare i francobolli per spedire le lettere circolari ai confra-telli.

• L’Opera Vocazioni Ecclesiastiche era inesistente.

• La giornata diocesana per il seminario era crollata: si raccoglieva poco piùdi un milione di lire, perché correva voce che il seminario non esistessepiù.

• Avevamo l’impegno di ricostruire il vecchio seminario di via Dusmet, poi-ché il clero aveva dato il parere di non vendere e la Soprintendenzaingiungeva di ricostruire perché il fabbricato non poteva restare ancoracon le ferite della guerra.

Mons. Scalia procurò le risorse necessarie, fece dei mutui e dei prestiti.

Io mi limitavo a firmare ciò che lui mi proponeva e ci siamo affidati allaProvvidenza. E questa non mancò agli appuntamenti.

Nel 1979 risorge l’Opera Vocazioni Ecclesiastiche con il contributo preziosodi padre Salvatore Zappalà, della signora Pina Anfuso e delle sue collabora-trici.

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Tante di voi ne siete testimoni.

La giornata diocesana riprende a salire:

nel 1981 siamo a quota 11 milioni

nel 1985 sale fino a 57 milioni

nel 1990 s’innalza a quota 179 milioni

e nel 1991, giornata e offerte varie, raggiungevano la quota di 214 milioni.

Soprattutto sarà decisivo per cancellare parecchi debiti l’intervento di Mons.Luigi Bommarito succeduto al carissimo Mons. Domenico Picchinenna il 1giugno 1988.

Il seminario nella diocesi viene sempre più attenzionato.

L’Arcivescovo chiede aiuti per il seminario in tutte le occasioni, a tutte le real-tà ecclesiali ed anche alle singole persone.

Quando Mons. Scalia nel 1994 lascerà, per raggiunti abbondantemente limi-ti di età (aveva 88 anni) e per motivi di salute, l’amministrazione del semina-rio è in attivo.

Il vecchio fabbricato di via Dusmet è ricostruito ed è già sorgente di entratesicure e costanti poiché è dato in affitto.

Esistono inoltre altri immobili che assicurano il sostentamento economicoalla vita del seminario.

Un piccolo aneddoto: il giovedì Santo del 1991, dopo la Messa Crismale, unapersona chiede a Mons. Scalia di che cosa ha bisogno il seminario e Mons.Scalia sorridendo risponde: 200 milioni. Il giorno dopo arriva un assegno con200 milioni.

Così i debiti erano totalmente estinti.

Lungo gli anni anche il numero dei seminaristi è ripreso a salire.

Nel 1988 gli alunni del seminario maggiore erano 40

nel 1991 erano 46

nel 1994 erano 54

Dal 1974 al 1994 sono state 69 le ordinazioni presbiterali.

Ceduta l’amministrazione al giovane sacerdote Santino Salomone, che perpiù di un anno aveva preparato a succedergli, Mons. Scalia continua ad abi-tare in seminario.

Aveva scritto nell’immaginetta ricordo del 50° di sacerdozio: “una cosa hochiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti igiorni della mia vita.” (salmo 27,4)

Ma nel mese di ottobre del 1997, per poter avere una adeguata e continua

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assistenza viene, suo malgrado, trasportato nella benemerita Oasi di Aci S.Antonio. Dove lunedì 19 gennaio 1999 alle ore 8.10 all’età di 92 anni e undi-ci mesi (era nato a San Giovanni La Punta il 19 febbraio 1906) serenamentepasserà all’altra riva affidandosi alle mani di quel Signore che per tutta la suavita aveva servito.

SAC. AGATINO CARUSO

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In Pace Christi

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Sarebbe bastato l’aver partecipato alla celebrazione eucaristica di suffragionell’ampio ma non ancora completo salone attiguo al Santuario di Mompileri,stracolmo di fedeli e di presbiteri che concelebrarono con l’Arcivescovo perrendersi conto della elevata statura morale e spirituale del nostro carissimoConfratello, il Reverendo

SAC. SALVATORE INCOGNITO

Parroco di Massannunziata - Mompileri

che avrebbe compiuto il prossimo mese 59 anni, ma che, invece, si è prema-turamente spento il 1/2/2007 dopo una lenta e straziante agonia.

Proveniva da Bronte che gli aveva dato i natali il 22/3/1948 e dopo le scuolemedie, lungi dal pensare anche lontanamente ad una futura chiamata alsacerdozio, aveva scelto nei suoi studi l’indirizzo tecnico e si era diplomatoperito industriale. Poi si iscrisse in medicina, ma non ne conseguì la laureaperché, coinvolto nel suo intenso cammino di fede intrapreso nel “Movimentodell’Unità” fondato ad Adrano da Padre Antonino Santangelo, sentì forte lasua chiamata al sacerdozio.

Entrato in Seminario iniziò il suo iter di formazione spirituale e di impegnoculturale che lo portò alla fine al conseguimento della licenza in Teologiamorale. Proprio in quegli anni si distinse particolarmente, e lo si seppe ingiro, per la sua appassionata assistenza all’ormai quasi centenario sacerdo-te Maestro Salvatore Nicolosi.

Fu ordinato presbitero nella Cattedrale di Catania il 14/6/1980 per le manidell’Arcivescovo Mons. Domenico Picchinenna che, avendo conosciuto la“buona stoffa” del giovane sacerdote, lo nominò, il 25/3/1981, Parroco diMaletto, senza che avesse ancora compiuto il 1° anniversario della sua ordi-nazione.

Iniziò la sua attività con pochissima esperienza pastorale, ma con tantabuona volontà, sapendo che avrebbe dovuto cominciare proprio ab imis, vistoche il suo predecessore, quel sant’uomo di Padre Giuseppe Tirendi, nell’ulti-mo periodo della sua vita, carico ormai di anni e di acciacchi e con 34 annidi onorato servizio sulle spalle, aveva quasi del tutto rallentate quelle reti che,per il passato, l’avevano sempre contraddistinto come pastore zelante e pio.

Nonostante la sua giovane età, Don Salvatore dimostrò subito di conoscere ilda farsi. Iniziò dai più piccoli e profuse tutte le sue belle qualità nell’incontrocon i giovani come lui, impegnandoli nelle varie attività pastorali. Poco a pocola parrocchia si svegliò da quel torpore involontario in cui era caduto attua-lizzando le varie attività desiderate dai decreti conciliari.

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Rimase a Maletto per 15 anni. Frattanto a Catania ‘città’ si era aperta unadolorosissima falla.

Era rimasta vacante di valido pastore la parrocchia San Pio X a Nesima peril ritiro dei Padri Salesiani che l’avevano retta sin dalle origini. Uno strappodoloroso sia per la moltitudine dei giovani della zona e sia per gli stessi figlidi Don Bosco che, per mancanza di vocazioni, non potevano più venire incon-tro ai bisogni spirituali di quella, a loro tanta cara, Comunità.

L’Arcivescovo Mons. Luigi Bommarito, in quel particolare frangente avevanecessità di trovare un soggetto intelligente e laborioso che avesse, in qual-che maniera, l’abilità e l’entusiasmo di colmare, nei limiti del possibile, ilvuoto provocato dalla partenza dei Padri Salesiani.

“Ho pressante bisogno di te a Catania - scrisse a Padre Incognito il Presule il29/6/1996 -; so che ti costa tanto lasciare Maletto che hai servito con serietà,zelo e profondo spirito di sacrificio, ma ho deciso di chiamarti come parroconella parrocchia di San Pio X che i Padri Salesiani lasciano”.

Umile e sottomesso qual’era, Don Salvatore non oppose alcuna resistenza esi portò a Catania lieto di servire, qualunque fosse il posto di lavoro, la SantaChiesa di Dio.

Una piccola parrocchia semplice, ordinata, con quel sapore fragrante di pandi casa qual’era la Comunità di Maletto non può essere paragonata con unafrenetica, secolarizzata, periferica parrocchia di città dove, a stento, la dome-nica, riesci a raggiungere un terzo dei tuoi fedeli .

Don Salvatore s’accorse subito dell’enorme differenza. Non si scoraggiò, maneanche esultò perché furono troppe le difficoltà che dovette affrontare,anche perché i Padri Salesiani, avevano usato attività e mezzi organizzatividel tutto diversi e legati al loro particolare carisma religioso.

Ci mise tutto l’anima, Padre Incognito, per affrontare la situazione. Ma avràcertamente avuto qualche momento di comprensibile scoraggiamento, tantoda fargli ritornare alla mente quel suo recondito desiderio, mai pubblicamen-te manifestato, di consacrarsi al Signore in maniera più risoluta, all’ombra diqualche venerabile Monastero. Aveva contattato, infatti, dopo qualche positi-va esperienza, le “Fraternités Monastiques de Jérusalem -Paris”.

Fortunatamente, se è giusto dirlo, nel 1998, si rese vacante la parrocchia diMassannunziata in Mascalucia per le dimissioni di Padre Giuseppe Padalino.L’Arcivescovo Bommarito colse la palla al balzo e, senza pensarci due volte,il 5/7/1998 lo nominò parroco e il discorso di cui sopra si chiuse definitiva-mente.

Fu una benedizione di Dio. L’uomo giusto al posto giusto. Don Salvatore siritrovò nuovamente nel suo ambiente congeniale: una parrocchia piccola, unSantuario, una attività parrocchiale su misura; avrebbe potuto così coltivare

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la sua vita interiore con la preghiera più intima, il raccoglimento, la medita-zione e, perché no, la gioia di godere la natura circostante tra sciara ed ariapiù respirabile.

Don Salvatore, anche qui, dovette cominciare tutto daccapo. Il predecessorecon i suoi guai fisici aveva, per necessità di cose, dovuto tralasciare molti deisuoi impegni pastorali.

Ancora carico di tanta buona salute, pensò che era suo dovere valorizzare almassimo l’attività del Santuario di Mompilerì; stabilì lassù il suo quartieregenerale, compreso l’ufficio parrocchiale.

Mise in moto tante di quelle attività pastorali e caritative che Mompileridivenne – è il caso di dirlo - un centro propulsore di vita mariana ed eucari-stica. Lo trovavi in tutte le ore e sempre disponibile per il ministero delle con-fessioni.

Anche materialmente riuscì a coinvolgere autorità civili ed assessorati permettere in sesto tutta l’abbandonata area circostante il Santuario. I pellegri-naggi diocesani e parrocchiali, specialmente col buon tempo, trovarono spa-zio adatto e perfetta organizzazione sia liturgica che logistica.

Man mano si formò una Comunità compatta, attiva ed operante in ogni set-tore pastorale. Riuscì a coinvolgere un folto gruppo di persone che vivendo epregando all’ombra del Santuario si sforzò “di creare, anche attraversol’Associazione Nostra Signora della Sciara, un oasi, uno spazio di silenzio edi preghiera da diventare contemporaneamente un luogo di accoglienza e dicondivisione”.

Avrebbe potuto continuare meravigliosamente chissà per quanti anni ancora.Ma i progetti di Dio sono ben altri che i nostri. Don Salvatore cominciò a sen-tirsi male e dopo frenetici accertamenti ebbe la dolorosa notizia che un brut-to male aveva intaccato il suo fegato. La pesante, indescrivibile Via Crucis eraper lui iniziata. La percorse tutta, fino alla stazione ultima. Non servirono glistressanti, continui viaggi, pieni di speranza, in cliniche specializzate delnord. Poi la fine.

“Non coronatur, nisi qui legittime certaverit” (2 Tim.2,5). Padre SalvatoreIncognito l’ha combattuta tutta la sua battaglia. Tutta, fino in fondo. La suabontà di spirito, la sua giovialità, il suo sorriso sempre aperto, quel suo indi-menticabile saluto “pace e gioia”, anche nei giorni del dolore, hanno colpitoindelebilmente, giorno dopo giorno, centinaia e centinaia di fedeli che dopoaverlo seguito nella sua vita semplice, ma intensamente apostolica gli si sonoaccalcati accanto durante il santo sacrificio suffragante, lasciando attornol’immagine di un grande giorno di festa. Proprio quello dell’ingresso del servofedele e saggio nel gaudio del suo Signore.

MONS. MAURO LICCIARDELLO

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Aveva provato più di una volta a bussare al portone di S. Pietro, ma ne erastato rimandato indietro perché la legge “qua hora non putatis” (Lc.12.40) èuguale per tutti. Era, infatti, riuscito per il passato, a superare i suoi disturbicardiocircolatori assieme ad una difficile, rischiosa operazione al cuore. Mastavolta il Reverendo Confratello

SAC. SALVATORE PIGNATARO

Parroco a “Beata Vergine Maria in cielo Assunta alla Plaia” a Catania

colpito da inatteso mortale infarto, il 6/2/2007 ha varcato la soglia dell’eter-nità.

Aveva 83 anni ed era una istituzione per tutti gli abitanti della zona Plaia aCatania di cui aveva incarnato mentalità, usi e costumi.

Non era però catanese. Adrano gli aveva dato i natali il 5/3/1924. Studiò nelnostro Seminario ed anche lì, negli anni di liceo e teologia, aveva dato provadi grande abilità manageriale. Riusciva, infatti, sempre a raggiungere l’ob-biettivo propostogli e nonostante le molte difficoltà.

Era stato ordinato presbitero, nella chiesa di San Benedetto a Catania il20/8/1950 da Mons. Francesco Pennisi, indimenticabile Rettore delSeminario Arcivescovile di Catania che alcuni mesi prima era stato consacra-to Vescovo Ausiliare di Siracusa e, a cui, per l’occasione, era stata concessala facoltà di ordinare il folto numero di Diaconi suoi alunni di quell’anno, ulti-mo del suo Rettorato.

Come era uso a quei tempi, Don Salvatore, fu destinato al suo paese natiodove, per i primi anni, esercitò il ministero come Vicario cooperatore nellevarie chiese della cittadina, a San Francesco prima, ai Santi Filippo eGiacomo dopo e alla fine a San Pietro. Per un anno diresse anche il localeOratorio San Domenico.

Poi l’Arcivescovo Mons. Guido Luigi Bentivoglio S.O.C., nel 1956, lo volle aCatania e l’inviò come Vicario sostituto nella parrocchia periferica di SantaMaria delle Grazie a Carruba di Ognina, vacante in quel periodo del suo tito-lare.

Frattanto, nel 1955, sempre a Catania, era stata smembrata la parrocchiaSanti Angeli Custodi, molto vasta per territorio e per abitanti (i suoi confiniinfatti si estendevano, allora, fino al fiume Simeto), ed era stata costituita unanuova parrocchia al Tondicello della Plaia,.da dedicare a Maria Santissima incielo Assunta.

Era stato subito incaricato, per questa nuova Comunità, un sacerdote di perse disponibile, ma non residente in zona, per cui andava avanti e indietro ed

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a stento riusciva a tenere in piedi il solo servizio sacramentale. Si vide benpresto la necessità della presenza di un parroco stabile e… tuttofare. Unsacerdote, insomma, che assumesse in pieno tutte le responsabilità, non soloquelle precipuamente ecclesiali, ma che si caricasse dell’ingrato peso deldisbrigo delle pratiche burocratiche per la realizzazione della costruzione diuna nuova chiesa, con gli annessi locali parrocchiali e quindi con una buonacarica di disponibilità di tempo e di pazienza per andare a bussare umilmen-te alle porte dei vari uffici civili comunali, provinciali, regionali e nazionali.

Mons. Bentivoglio in quel momento non trovò altro sacerdote più adatto diPadre Salvatore Pignataro e lo nominò, il 19/6/1958, 1° Parroco della nuovaparrocchia.

Non ebbe a pentirsene però l’Arcivescovo, perché Don Salvatore, sbracciato-si le maniche, si mise al lavoro con molto zelo e buona volontà. Con la suadialettica mezza italiana e mezza adranita mise sottosopra tutti gli uffici civi-li e a qualsiasi livello per ottenere i maggiori contributi possibili previsti dalleleggi allora vigenti.

Ecco perché era a conoscenza di tutti la sua amicizia con la maggior partedegli uomini politici; di ognuno sapeva vita e miracoli, a tutti stendeva lamano e per amore della sua Comunità, dei suoi poveri parrocchiani e dellasua chiesa, era pronto a bussare a qualsiasi porta, qualunque fosse il coloredella vernice, purché gli si desse aiuto. E si spiega anche perché, in periodoelettorale, la sua giacca veniva stiracchiata a destra e a manca. Per conto suo,da bravo adranita, cercava di accontentare tutti, memore dell’ “unum facereet aliud non omittere”

Intelligentemente, nei lavori di costruzione, mise per prima in piedi gli ampilocali di ministero pastorale e cominciò a ficcarci dentro i bambini in difficol-tà, i più poveri e i più bisognosi del quartiere. Istituì una scuola elementareefficiente e riconosciuta a tutti gli effetti, con maestre ed educatrici ben pre-parate.

Pensò poi, Don Salvatore, che non gli sarebbe stato facile arrivare agli adultise non attraverso i fanciulli che, a quei tempi, pullulavano come mosche sullestrade sporche e polverose di quei quartieri poveri e diseredati. Aprì per lorocampi di gioco, colonie marine e montane. Ne avevano veramente bisogno,poveri ragazzi, figli di padri, per la maggior parte, disoccupati o, al massimo,dediti alla pesca. Chi scrive lo sa per esperienza personale essendo stato,molto tempo prima e per cinque anni, Vicario cooperatore della parrocchiaSanti Angeli Custodi a cui, allora, apparteneva appunto tutta la parte suddella città.

A poco a poco la Comunità riuscì a compattarsi. Le famiglie che, a frotte,accorrevano al giovane parroco per le proprie necessità materiali comincia-rono a trovare anche spazio per l’ascolto della Parola di Dio, per la vita sacra-

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mentale e per la partecipazione a tutte le attività ecclesiali.

Assieme alla formazione del corpo mistico, Padre Pignataro pensò alla ere-zione di una bella e grande chiesa capace di abbracciare, da quello spaziosoTondicello alla Plaia, tutte le anime della numerosa famiglia parrocchiale. Cimise parecchi anni. Alla fine fu consacrata da S. E. Mons. Luigi Bommarito il4/12/1988.

Fu parroco per ben 49 anni. Anni duri e difficili; una vita intensa, laboriosae defaticante. Non gli mancarono lungo il percorso difficoltà e pericoli, matutto superò con la sua bonomia, la franchezza del suo dire e la forza del suocarattere.

In questi ultimi anni a chi si permetteva ricordargli che aveva già superato eda tempo l’età prescritta dai sacri canoni per la “messa in mora”, rispon-deva risoluto che non c’era premura, che il lavoro era ancora tanto e cheaveva da completare l’ultimo progetto ormai in cantiere.

L’ultimo progetto che riuscì felicemente a completare fu il maestoso comples-so del “Centro Nazaret” Casa di riposo per gli anziani del quartiere. L’ultimosuo fiore all’occhiello.

Padre Pignataro a chi lo guardava da lontano poteva dare l’impressione delclassico autosufficiente, di colui che ci tiene a rimanere nelle sue posizioni (difatto avveniva qualche volta, è vero, ma solo quando lo si voleva prendere ingiro). Era, invece un sacerdote alla mano, anche scherzoso, accondiscenden-te, amico di tutti. Per i suoi parrocchiani si sarebbe fatto ammazzare e nonraramente strattonava persino quei tanti politici che lo corteggiavano ma dacui pretendeva, in compenso, giustizia ed equità a favore dei più deboli edindifesi. Questa sua attività sociale ebbe un pubblico riconoscimento daparte del Capo dello Stato che lo nominò Cavaliere della Repubblica Italiana.

Chissà quanti suoi amici Padre Pignataro avrà trovato lassù in Paradiso a cui,quaggiù, dette da mangiare, da bere, che vestì, che visitò in carcere, nonpochi di quei suoi figli che a causa della miseria e dell’abbandono sociale emorale si lasciarono abbindolare e fuorviare dal male.

Il misericordioso Cristo Signore glielo avrà, per l’ennesima volta, ripetuto:“quandiu fecistis uni ex fratribus meis minimis, mihi fecistis” (Mt.25,40).

MONS. MAURO LICCIARDELLO