Bollettino (II-2007)

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ANNO LIX MMVII - 2 BOLLETTINO UFFICIALE DELL'ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI PESCARA-PENNE

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Il semestrale di documenti ufficiali dell'arcidiocesi di Pescara-Penne. Anno 2007, II semestre

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ANNO LIX MMVII - 2

BOLLETTINO UFFICIALEDELL'ARCIDIOCESI METROPOLITANA

DI PESCARA-PENNE

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Periodico della diocesi di PescaraAnno LIX - N° 2

Presidente:S. E. R. Mons. Tommaso VALENTINETTI

Direttore:Dott.ssa Lidia [email protected]

Direttore Responsabile:Dott. Ernesto GRIPPO

Amministratore:Can. Antonio DI GIULIO

Editore:Curia Arcivescovile Metropolitana Pescara-Penne

Sede Legale:

Curia Arcivescovile Metropolitana Pescara-Penne

Piazza Spirito Santo, 5

65121 PESCARA

Fotocomposizione e Stampa:

Tipografia MAX PRINT

65016 MONTESILVANO (PE)

Rivista Diocesana

C.C.P. n° 16126658

Periodico registrato presso il Tribunale di Pescara

al n° 11/95 in data 24.05.1995

Spedizione in abb. postale 50% PESCARA

CURIA METROPOLITANAPiazza Spirito Santo, 5 - 651210 Pescara - Tel. 085-4222571 - Fax 085-4213149

ARCIVESCOVADOPiazza Spirito Santo, 5 - 651210 Pescara - Tel. 085-2058897

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LA PAROLA DEL PAPA

Messaggio ai Partecipanti al IX Forum Internazionale dei Giovani .................................. pag. 6

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2007 ...................................................... “ 9

Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù................................................. “ 14

VITA DIOCESANA

NOMINE e DECRETI

Nomine e Ammissioni .................................................................................................................“ 24

Erezione della Parrocchia di San Giovanni Battista e S. Benedetto Abate .......................“ 30

Unità Pastorale tra le parrocchie di San Cristoforo e delle Anime Sante in Moscufo .... “ 32

Unità Pastorale tra le parrocchie di San Michele Arcangelo, Beata Vergine Mariadella Pace e Sant’Antonio Abate in Città Sant’Angelo..........................................................“ 35

Decreto di Determinazione degli Atti di Straordinaria Amministrazione per lepersone giuridiche soggette al Vescovo diocesano ................................................................“ 38

LETTERE

Ai reverendissimi parroci della Forania di Castiglione Messer Raimondo (Te) ..............“ 42

VARIE

La Celebrazione del Sacramento della Confermazione (Nota Pastorale) ..........................“ 44

XXX Anniversario del Congresso Eucaristico:

1. Programma del 30 settembre ............................................................................................“ 49

2. Saluto di S. E. Card. T. Bertone alle Autorità pescaresi .............................................“ 50

3. Saluto dell’Arcivescovo a S. E. Card. T. Bertone .......................................................“ 51

4. Omelia di S. E. Card. T. Bertone ..................................................................................“ 53

Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana:Onorari degli avvocati e dei Procuratori nelle cause di nullità matrimoniali ...............“ 59

AMMINISTRAZIONE

Errata corrige al Rendiconto 2006 del Bollettino n. 1 Anno 2007 .....................................“ 62

Rendiconto delle offerte raccolte per il Progetto “Famiglia d’Africa” ..............................“ 63

SOMMARIO

MMVII - 2

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LA PAROLA DEL PAPA

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MESSAGGIO AI PARTECIPANTIAL IX FORUM INTERNAZIONALE DEI GIOVANI

(Rocca di Papa, 28-31 marzo 2007)

All’ArcivescovoMons. STANISLAW RYLKOPresidente del Pontificio Consiglio per i Laici

Sono particolarmente lieto di inviare il mio cordiale saluto a Lei, VeneratoFratello, al Segretario, ai Collaboratori del Pontificio Consiglio per i Laici ea quanti prendono parte al IX Forum internazionale dei giovani sul tema“Testimoni di Cristo nel mondo del lavoro”, che si tiene in questa settimanaa Rocca di Papa. Con particolare affetto mi rivolgo ai giovani delegati delleConferenze Episcopali e di vari Movimenti, Associazioni e Comunità inter-nazionali, provenienti dai cinque Continenti ed impegnati in settori moltodiversi. Estendo il mio deferente pensiero agli autorevoli relatori, che hannoaccettato di recare all’incontro il contributo della loro competenza e dellaloro esperienza.

Il tema è quanto mai attuale e tiene conto delle trasformazioni intervenutenegli ultimi anni nel campo dell’economia, della tecnologia e della comuni-cazione, che hanno modificato radicalmente la fisionomia e le condizionidel mercato del lavoro. I progressi compiuti, se da una parte hanno suscitatonuove speranze nei giovani, dall’altra hanno spesso creato in loro formepreoccupanti di emarginazione e di sfruttamento, con crescenti situazioni didisagio personale. A causa del rilevante divario tra gli ambiti formativi e ilmondo del lavoro, sono aumentate le difficoltà di reperire un’occupazionelavorativa che risponda alle attitudini personali e agli studi compiuti, con inpiù l’aggravio dell’incertezza circa la possibilità di poter poi mantenere neltempo un pur modesto impiego. Il processo di globalizzazione in atto nelmondo ha recato con sé un’esigenza di mobilità che obbliga numerosi gio-vani a emigrare e a vivere lontano dal Paese d’origine e dalla propria fami-glia. E questo ingenera in tanti un inquietante senso di insicurezza, con in-dubbie ripercussioni sulla capacità non solo di immaginare e di mettere inatto un progetto per il futuro, ma persino di impegnarsi concretamente nel

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matrimonio e nella formazione di una famiglia. Si tratta di problematichecomplesse e delicate che devono essere opportunamente affrontate, guar-dando alla realtà di oggi e facendo riferimento alla Dottrina sociale, dellaquale è offerta un’adeguata presentazione nel Catechismo della Chiesa Cat-tolica e soprattutto nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa.

Costante è stata, in effetti, in questi anni l’attenzione della Chiesa verso laquestione sociale, ed in particolare verso il lavoro. Basti ricordare l’Encicli-ca Laborem exercens, pubblicata poco più di venticinque anni fa, il 14 set-tembre 1981, dall’amato mio predecessore Giovanni Paolo II. Essa ribadi-sce e attualizza le grandi intuizioni sviluppate dai Sommi Pontefici LeoneXIII e Pio XI nelle Encicliche Rerum novarum (1891) e Quadragesimo an-no (1931), entrambe scritte all'epoca della industrializzazione dell'Europa.In un contesto di liberalismo economico condizionato dalle pressioni delmercato, dalla concorrenza e dalla competitività, questi documenti pontificirichiamano con forza la necessità di valorizzare la dimensione umana dellavoro e di tutelare la dignità della persona: in effetti, il riferimento ultimodi ogni attività umana non può che essere l'uomo, creato a immagine e so-miglianza di Dio. Un’approfondita analisi della situazione, infatti, conducea constatare che il lavoro rientra nel progetto di Dio sull'uomo e che esso èpartecipazione alla sua opera creatrice e redentrice. E, pertanto, ogni attivitàumana dovrebbe essere occasione e luogo di crescita degli individui e dellasocietà, sviluppo dei “talenti” personali da valorizzare e porre al servizio or-dinato del bene comune, in spirito di giustizia e di solidarietà. Per i credenti,poi, la finalità ultima del lavoro è la costruzione del Regno di Dio.

Mentre invito a far tesoro del dialogo e della riflessione di questi giorni, au-spico che quest’importante assemblea giovanile costituisca per i partecipan-ti una fruttuosa occasione di crescita spirituale ed ecclesiale, grazie alla con-divisione delle testimonianze e delle esperienze, alla preghiera comune e al-le liturgie celebrate insieme. Oggi, più che mai, è necessario e urgente pro-clamare “il Vangelo del lavoro”, vivere da cristiani nel mondo del lavoro ediventare apostoli fra i lavoratori. Ma per compiere questa missione occorrerestare uniti a Cristo con la preghiera e un’intensa vita sacramentale, valo-rizzando a tale scopo in maniera speciale la Domenica, che è Giorno dedi-cato al Signore. Mentre incoraggio i giovani a non perdersi d’animo dinanzialle difficoltà, do loro appuntamento per domenica prossima, in Piazza San

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Pietro, ove si svolgerà la solenne celebrazione della Domenica delle Palmee della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, ultima tappa di preparazio-ne alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà il prossimo anno aSidney, in Australia.

Quest’anno il tema di riflessione è: “Come io vi ho amato, così amatevi an-che voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Ripeto in questa circostanza quanto hoscritto ai giovani cristiani del mondo intero nel mio Messaggio per la Gior-nata Mondiale della Gioventù, che si ravvivi cioè nei giovani “la fiducianell'amore vero, fedele e forte; un amore che genera pace e gioia; un amoreche lega le persone, facendole sentire libere nel reciproco rispetto” e capacidi sviluppare appieno le proprie potenzialità. Non conta soltanto diventarepiù «competitivi» e «produttivi», occorre essere «testimoni della carità».Soltanto così, infatti, con il sostegno anche delle rispettive parrocchie, mo-vimenti e comunità, in cui è possibile fare esperienza della grandezza e del-la vitalità della Chiesa, i giovani di oggi saranno in grado di vivere il lavorocome una vocazione e una vera missione. A tal fine assicuro il mio orantericordo e, invocando la celeste protezione di Maria e di san Giuseppe, Pa-trono dei lavoratori, di cuore invio a Lei, Venerato Fratello, a quanti parteci-pano al Forum internazionale e a tutti i giovani lavoratori cristiani una spe-ciale Benedizione Apostolica

Dal Vaticano, 28 Marzo 2007

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MESSAGGIO PER LA GIORNATAMISSIONARIA MONDIALE 2007

Tutte le Chiese per tutto il mondo

Cari fratelli e sorelle,

in occasione della prossima Giornata Missionaria Mondiale vorrei invitarel’intero Popolo di Dio - Pastori, sacerdoti, religiosi, religiose e laici - ad unacomune riflessione sull’urgenza e sull’importanza che riveste, anche in que-sto nostro tempo, l’azione missionaria della Chiesa. Non cessano infatti dirisuonare, come universale richiamo e accorato appello, le parole con lequali Gesù Cristo, crocifisso e risorto, prima di ascendere al Cielo, affidòagli Apostoli il mandato missionario: “Andate dunque e ammaestrate tuttele nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello SpiritoSanto, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Ed ag-giunse: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,19-20). Nell’impegnativa opera di evangelizzazione ci sostiene e ci ac-compagna la certezza che Egli, il padrone della messe, è con noi e guidasenza sosta il suo popolo. E’ Cristo la fonte inesauribile della missione dellaChiesa. Quest’anno, inoltre, un ulteriore motivo ci spinge a un rinnovatoimpegno missionario: ricorre infatti il 50° anniversario dell’Enciclica delServo di Dio Pio XII Fidei donum, con la quale venne promossa e incorag-giata la cooperazione tra le Chiese per la missione ad gentes.

“Tutte le Chiese per tutto il mondo”: questo è il tema scelto per la prossimaGiornata Missionaria Mondiale. Esso invita le Chiese locali di ogni Conti-nente a una condivisa consapevolezza circa l’urgente necessità di rilanciarel’azione missionaria di fronte alle molteplici e gravi sfide del nostro tempo.Sono certo mutate le condizioni in cui vive l’umanità, e in questi decenni ungrande sforzo è stato compiuto per la diffusione del Vangelo, specialmente apartire dal Concilio Vaticano II. Resta tuttavia ancora molto da fare per ri-spondere all’appello missionario che il Signore non si stanca di rivolgere adogni battezzato. Egli continua a chiamare, in primo luogo, le Chiese cosid-dette di antica tradizione, che in passato hanno fornito alle missioni, oltreche mezzi materiali, anche un numero consistente di sacerdoti, religiosi, re-

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ligiose e laici, dando vita a un’efficace cooperazione fra comunità cristiane.Da questa cooperazione sono scaturiti abbondanti frutti apostolici sia per legiovani Chiese in terra di missione, che per le realtà ecclesiali da cui prove-nivano i missionari. Dinanzi all’avanzata della cultura secolarizzata, che ta-lora sembra penetrare sempre più nelle società occidentali, considerandoinoltre la crisi della famiglia, la diminuzione delle vocazioni e il progressi-vo invecchiamento del clero, queste Chiese corrono il rischio di rinchiudersiin se stesse, di guardare con ridotta speranza al futuro e di rallentare il lorosforzo missionario. Ma è proprio questo il momento di aprirsi con fiduciaalla Provvidenza di Dio, che mai abbandona il suo popolo e che, con la po-tenza dello Spirito Santo, lo guida verso il compimento del suo eterno dise-gno di salvezza.

A dedicarsi generosamente alla missio ad gentes il Buon Pastore invita purele Chiese di recente evangelizzazione. Pur incontrando non poche difficoltàed ostacoli nel loro sviluppo, queste comunità sono in crescita costante. Al-cune abbondano fortunatamente di sacerdoti e di persone consacrate, nonpochi dei quali, pur essendo tante le necessità in loco, vengono tuttavia in-viati a svolgere il loro ministero pastorale e il loro servizio apostolico altro-ve, anche nelle terre di antica evangelizzazione. Si assiste in tal modo ad unprovvidenziale “scambio di doni”, che ridonda a beneficio dell’intero Corpomistico di Cristo. Auspico vivamente che la cooperazione missionaria si in-tensifichi, valorizzando le potenzialità e i carismi di ciascuno. Auspico,inoltre, che la Giornata Missionaria Mondiale contribuisca a rendere semprepiù consapevoli tutte le comunità cristiane e ogni battezzato che è universa-le la chiamata di Cristo a propagare il suo Regno sino agli estremi angolidel pianeta. “La Chiesa è missionaria per natura - scrive Giovanni Paolo IInell’Enciclica Redemptoris missio -, poiché il mandato di Cristo non è qual-cosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa.Ne deriva che tutta la Chiesa e ciascuna Chiesa è inviata alle genti. Le stes-se Chiese più giovani debbono partecipare quanto prima e di fatto alla mis-sione universale della Chiesa, inviando anch’esse dei missionari a predicaredappertutto nel mondo l’evangelo, anche se soffrono di scarsezza di clero”(n. 61).

A cinquant’anni dallo storico appello del mio predecessore Pio XII conl’Enciclica Fidei donum per una cooperazione tra le Chiese a servizio della

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missione, vorrei ribadire che l’annuncio del Vangelo continua a rivestire icaratteri dell’attualità e dell’urgenza. Nella citata Enciclica Redemptorismissio, il Papa Giovanni Paolo II, da parte sua, riconosceva che “la missio-ne della Chiesa è più vasta della «comunione tra le Chiese»; questa deve es-sere orientata anche e soprattutto nel senso della missionarietà specifica” (n.65). L’impegno missionario resta pertanto, come più volte ribadito, il primoservizio che la Chiesa deve all’umanità di oggi, per orientare ed evangeliz-zare le trasformazioni culturali, sociali ed etiche; per offrire la salvezza diCristo all’uomo del nostro tempo, in tante parti del mondo umiliato e op-presso a causa di povertà endemiche, di violenza, di negazione sistematicadi diritti umani.

A questa missione universale la Chiesa non può sottrarsi; essa riveste peressa una forza obbligante. Avendo Cristo affidato in primo luogo a Pietro eagli Apostoli il mandato missionario, esso oggi compete anzitutto al Suc-cessore di Pietro, che la Provvidenza divina ha scelto come fondamento vi-sibile dell’unità della Chiesa, ed ai Vescovi direttamente responsabili dell’e-vangelizzazione sia come membri del Collegio episcopale, che come Pasto-ri delle Chiese particolari (cfr Redemptoris missio, 63). Mi rivolgo, pertan-to, ai Pastori di tutte le Chiese posti dal Signore a guida dell’unico suo greg-ge, perché condividano l’assillo dell’annuncio e della diffusione del Vange-lo. Fu proprio questa preoccupazione a spingere, cinquant’anni fa, il Servodi Dio Pio XII a rendere la cooperazione missionaria più rispondente alleesigenze dei tempi. Specialmente dinanzi alle prospettive dell’evangelizza-zione egli chiese alle comunità di antica evangelizzazione di inviare sacer-doti a sostegno delle Chiese di recente fondazione. Dette vita così a un nuo-vo “soggetto missionario” che, dalle prime parole dell’Enciclica, trasse ap-punto il nome di “Fidei donum”. Scrisse in proposito: “Considerando da unlato le schiere innumerevoli di nostri figli che, soprattutto nei Paesi di anticatradizione cristiana, sono partecipi del bene della fede, e dall’altro la massaancor più numerosa di coloro che tuttora attendono il messaggio della sal-vezza, sentiamo l’ardente desiderio di esortarvi, Venerabili Fratelli, a soste-nere con il vostro zelo la causa santa della espansione della Chiesa nel mon-do”. Ed aggiunse: “Voglia Iddio che in seguito al nostro appello lo spiritomissionario penetri più a fondo nel cuore di tutti i sacerdoti e, attraverso illoro ministero, infiammi tutti i fedeli” (AAS XLIX 1957, 226).

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Rendiamo grazie al Signore per i frutti abbondanti ottenuti da questa coope-razione missionaria in Africa e in altre regioni della terra. Schiere di sacer-doti, dopo aver lasciato le comunità d’origine, hanno posto le loro energieapostoliche al servizio di comunità talora appena nate, in zone di povertà ein via di sviluppo. Tra loro ci sono non pochi martiri che, alla testimonianzadella parola e alla dedizione apostolica, hanno unito il sacrificio della vita.Né possiamo dimenticare i molti religiosi, religiose e laici volontari che, in-sieme ai presbiteri, si sono prodigati per diffondere il Vangelo sino agliestremi confini del mondo. La Giornata Missionaria Mondiale sia occasioneper ricordare nella preghiera questi nostri fratelli e sorelle nella fede e quan-ti continuano a prodigarsi nel vasto campo missionario. Domandiamo a Dioche il loro esempio susciti ovunque nuove vocazioni e una rinnovata consa-pevolezza missionaria nel popolo cristiano. In effetti, ogni comunità cristia-na nasce missionaria, ed è proprio sulla base del coraggio di evangelizzareche si misura l’amore dei credenti verso il loro Signore. Potremmo così direche, per i singoli fedeli, non si tratta più semplicemente di collaborare al-l’attività di evangelizzazione, ma di sentirsi essi stessi protagonisti e corre-sponsabili della missione della Chiesa. Questa corresponsabilità comportache cresca la comunione tra le comunità e si incrementi l’aiuto reciprocoper quanto concerne sia il personale (sacerdoti, religiosi, religiose e laici vo-lontari) che l’utilizzo dei mezzi oggi necessari per evangelizzare.

Cari fratelli e sorelle, il mandato missionario affidato da Cristo agli Aposto-li ci coinvolge veramente tutti. La Giornata Missionaria Mondiale sia per-tanto occasione propizia per prenderne più profonda coscienza e per elabo-rare insieme appropriati itinerari spirituali e formativi che favoriscano lacooperazione fra le Chiese e la preparazione di nuovi missionari per la dif-fusione del Vangelo in questo nostro tempo. Non si dimentichi tuttavia cheil primo e prioritario contributo, che siamo chiamati ad offrire all’azionemissionaria della Chiesa, è la preghiera. “La messe è molta, ma gli operaisono pochi – dice il Signore -. Pregate dunque il padrone della messe per-ché mandi operai nella sua messe” (Lc 10,2). “In primo luogo - scrivevacinquant’anni or sono il Papa Pio XII di venerata memoria - pregate dun-que, Venerabili Fratelli, pregate di più. Ricordatevi degli immensi bisognispirituali di tanti popoli ancora così lontani dalla vera fede oppure così prividi soccorsi per perseverarvi” (AAS, cit., pag. 240). Ed esortava a moltiplica-re le Messe celebrate per le Missioni, osservando che “ciò risponde ai desi-

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deri del Signore, che ama la sua Chiesa e la vuole estesa e fiorente in ogniangolo della terra” (ibid., pag. 239).

Cari fratelli e sorelle, rinnovo anch’io questo invito quanto mai attuale. Siestenda in ogni comunità la corale invocazione al “Padre nostro che è neicieli”, perché venga il suo regno sulla terra. Faccio appello particolarmenteai bambini e ai giovani, sempre pronti a generosi slanci missionari. Mi ri-volgo agli ammalati e ai sofferenti, ricordando il valore della loro misteriosae indispensabile collaborazione all’opera della salvezza. Chiedo alle perso-ne consacrate e specialmente ai monasteri di clausura di intensificare la loropreghiera per le missioni. Grazie all’impegno di ogni credente, si allarghi intutta la Chiesa la rete spirituale della preghiera a sostegno dell’evangelizza-zione. La Vergine Maria, che ha accompagnato con materna sollecitudine ilcammino della Chiesa nascente, guidi i nostri passi anche in questa nostraepoca e ci ottenga una nuova Pentecoste di amore. Ci renda, in particolare,consapevoli tutti di essere missionari, inviati cioè dal Signore ad essere suoitestimoni in ogni momento della nostra esistenza. Ai sacerdoti “Fidei do-num”, ai religiosi, alle religiose, ai laici volontari impegnati sulle frontieredell’evangelizzazione, come pure a quanti in vario modo si dedicano all’an-nuncio del Vangelo assicuro un ricordo quotidiano nella mia preghiera,mentre imparto con affetto a tutti la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 27 Maggio 2007, Solennità di Pentecoste.

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MESSAGGIO PER LA XXIII GIORNATA MONDIALEDELLA GIOVENTÙ

«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voie mi sarete testimoni» (At 1,8)

Cari giovani!

1. La XXIII Giornata Mondiale della Gioventù

Ricordo sempre con grande gioia i vari momenti trascorsi insieme a Colo-nia, nell'agosto 2005. Alla fine di quell'indimenticabile manifestazione difede e di entusiasmo, che resta impressa nel mio spirito e nel mio cuore, viho dato appuntamento per il prossimo incontro che si terrà a Sydney, nel2008. Sarà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù ed avrà come tema:«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimo-ni» (At 1,8). Il filo conduttore della preparazione spirituale all'appuntamentodi Sydney è lo Spirito Santo e la missione. Se nel 2006 ci siamo soffermatia meditare sullo Spirito Santo come Spirito di verità, nel 2007 cerchiamo discoprirlo più profondamente quale Spirito d'amore, per incamminarci poiverso la Giornata Mondiale della Gioventù 2008, riflettendo sullo Spirito difortezza e testimonianza, che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l'au-dacia di proclamarlo. Diventa perciò fondamentale che ciascuno di voi gio-vani, nella sua comunità e con i suoi educatori, possa riflettere su questoProtagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito diGesù, per raggiungere questi alti scopi: riconoscere la vera identità delloSpirito anzitutto ascoltando la Parola di Dio nella Rivelazione della Bibbia;prendere una lucida coscienza della sua continua, attiva presenza nella vitadella Chiesa, in particolare riscoprendo che lo Spirito Santo si pone come"anima", respiro vitale della propria vita cristiana, grazie ai sacramenti del-l'iniziazione cristiana - Battesimo, Confermazione ed Eucaristia; diventarecosì capace di maturare una comprensione di Gesù sempre più approfonditae gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare un'efficace attuazione delVangelo all'alba del terzo millennio. Volentieri con questo messaggio vi of-fro un tracciato di meditazione da approfondire lungo quest'anno di prepara-zione, su cui verificare la qualità della vostra fede nello Spirito Santo, ritro-

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varla se smarrita, rafforzarla se indebolita, gustarla come compagnia del Pa-dre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto all'opera indispensabile delloSpirito Santo. Non dimenticate mai che la Chiesa, anzi l'umanità stessa,quella che vi sta attorno e che vi aspetta nel vostro futuro, attende molto davoi giovani perché avete in voi il dono supremo del Padre, lo Spirito di Ge-sù.

2. La promessa dello Spirito Santo nella Bibbia

L'attento ascolto della Parola di Dio a riguardo del mistero e dell'opera delloSpirito Santo ci apre a conoscenze grandi e stimolanti che riassumo neipunti seguenti.

Poco prima della sua ascensione, Gesù disse ai discepoli: «Manderò su divoi quello che il Padre mio ha promesso» (Lc 24,49). Ciò si realizzò nelgiorno della Pentecoste, quando essi erano riuniti in preghiera nel Cenacolocon la Vergine Maria. L'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascentefu il compimento di una promessa di Dio assai più antica, annunciata e pre-parata in tutto l'Antico Testamento.

In effetti, fin dalle prime pagine la Bibbia evoca lo spirito di Dio come unsoffio che «aleggiava sulle acque» (cfr Gn 1,2) e precisa che Dio soffiò nellenarici dell'uomo un alito di vita (cfr Gn 2,7), infondendogli così la vita stes-sa. Dopo il peccato originale, lo spirito vivificante di Dio si manifesterà di-verse volte nella storia degli uomini, suscitando profeti per incitare il popo-lo eletto a tornare a Dio e ad osservarne fedelmente i comandamenti. Nellacelebre visione del profeta Ezechiele, Dio fa rivivere con il suo spirito il po-polo d'Israele, raffigurato da "ossa inaridite" (cfr 37,1-14). Gioele profetizzaun’"effusione dello spirito" su tutto il popolo, nessuno escluso: «Dopo que-sto - scrive l'Autore sacro -, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo...Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spi-rito» (3,1-2).

Nella "pienezza del tempo" (cfr Gal 4,4), l'angelo del Signore annuncia allaVergine di Nazaret che lo Spirito Santo, "potenza dell'Altissimo", scenderàe stenderà su di lei la sua ombra. Colui che ella partorirà sarà dunque santoe chiamato Figlio di Dio (cfr Lc 1,35). Secondo l'espressione del profetaIsaia, il Messia sarà colui sul quale si poserà lo Spirito del Signore (cfr

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11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia Gesù riprese all'inizio del suo mini-stero pubblico nella sinagoga di Nazaret: «Lo Spirito del Signore - Egli dis-se fra lo stupore dei presenti - è sopra di me; per questo mi ha consacratocon l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimetterein libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19; cfr Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, riferirà a se stesso queste paroleprofetiche affermando: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi aveteudita con i vostri orecchi» (Lc 4,21). Ed ancora, prima della sua morte incroce, annuncerà più volte ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il"Consolatore", la cui missione sarà quella di rendergli testimonianza e di as-sistere i credenti, insegnando loro e guidandoli alla Verità tutta intera (cfrGv 14,16-17.25-26; 15,26; 16,13).

3. La Pentecoste, punto di partenza della missione della Chiesa

La sera del giorno della sua risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli,«alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo"» (Gv 20,22). Con ancorpiù forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste:«Venne all'improvviso dal cielo un rombo - si legge negli Atti degli Apostoli- come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trova-vano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posaronosu ciascuno di loro» (2,2-3).

Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una for-za che li rese audaci nell'annunciare senza paura: «Cristo è morto e risusci-tato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (cfr At2,29; 4,13; 4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggio-si del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uo-mini «senza istruzione e popolani» (cfr At 4,13) fossero in grado di mostrareun simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzio-ni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al si-lenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto eascoltato» (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecostenon ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini dellaterra» (At 1,8).

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4. Lo Spirito Santo, anima della Chiesa e principio di comunione

Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cena-colo dove i discepoli restarono insieme (cfr Lc 24,49), pregando con Maria,la "Madre", in attesa dello Spirito promesso. A quest'icona della Chiesa na-scente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La feconditàapostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi emetodi pastorali sapientemente elaborati ed "efficienti", ma è frutto dell'in-cessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nun-tiandi, 75). L'efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunitàsiano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un'anima sola» (cfr At 4,32), esiano disposte a testimoniare l'amore e la gioia che lo Spirito Santo infondenei cuori dei fedeli (cfr At 2,42). Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe ascrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonian-za e irradiazione (cfr Enc. Redemptoris missio, 26). Così avveniva all'iniziodel cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano ve-dendo l'amore che regnava tra i cristiani: «Vedi - dicono - come si amanotra loro» (cfr Apologetico, 39 § 7).

Concludendo questo rapido sguardo alla Parola di Dio nella Bibbia, vi invi-to a notare come lo Spirito Santo sia il dono più alto di Dio all'uomo, quindila testimonianza suprema del suo amore per noi, un amore che si esprimeconcretamente come "sì alla vita" che Dio vuole per ogni sua creatura. Que-sto "sì alla vita" ha la sua forma piena in Gesù di Nazaret e nella sua vittoriasul male mediante la redenzione. A questo proposito non dimentichiamomai che l'Evangelo di Gesù, proprio in forza dello Spirito, non si riduce aduna pura constatazione, ma vuole diventare "bella notizia per i poveri, libe-razione per i prigionieri, vista ai ciechi...". E’ quanto si manifestò con vigo-re il giorno di Pentecoste, diventando grazia e compito della Chiesa verso ilmondo, la sua missione prioritaria.

Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello SpiritoSanto. Noi portiamo dentro di noi quel sigillo dell'amore del Padre in GesùCristo che è lo Spirito Santo. Non dimentichiamolo mai, perché lo Spiritodel Signore si ricorda sempre di ciascuno e vuole, mediante voi giovani inparticolare, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste.

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5. Lo Spirito Santo "Maestro interiore"

Cari giovani, anche oggi lo Spirito Santo continua dunque ad agire con po-tenza nella Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella misura in cui siamodisposti ad aprirci alla sua forza rinnovatrice. Per questo è importante checiascuno di noi Lo conosca, entri in rapporto con Lui e da Lui si lasci guida-re. Ma a questo punto sorge naturalmente una domanda: chi è per me lo Spi-rito Santo? Non sono infatti pochi i cristiani per i quali Egli continua ad es-sere il "grande sconosciuto". Ecco perché, preparandoci alla prossima Gior-nata Mondiale della Gioventù, ho voluto invitarvi ad approfondire la cono-scenza personale dello Spirito Santo. Nella nostra professione di fede pro-clamiamo: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita e procededal Padre e dal Figlio» (Simbolo di Nicea-Costantinopoli). Sì, lo SpiritoSanto, Spirito d'amore del Padre e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santi-fica, «perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo del-lo Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Tuttavia non basta conoscer-Lo; occorre accoglierLo come guida delle nostre anime, come il "Maestrointeriore" che ci introduce nel Mistero trinitario, perché Egli solo può aprir-ci alla fede e permetterci di viverla ogni giorno in pienezza. Egli ci spingeverso gli altri, accende in noi il fuoco dell'amore, ci rende missionari dellacarità di Dio.

So bene quanto voi giovani portiate nel cuore grande stima ed amore versoGesù, come desideriate incontrarLo e parlare con Lui. Ebbene ricordateviche proprio la presenza dello Spirito in noi attesta, costituisce e costruisce lanostra persona sulla Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto. Rendiamocidunque familiari dello Spirito Santo, per esserlo di Gesù.

6. I Sacramenti della Confermazione e dell'Eucaristia

Ma - direte - come possiamo lasciarci rinnovare dallo Spirito Santo e cre-scere nella nostra vita spirituale? La risposta - lo sapete - è: lo si può permezzo dei Sacramenti, perché la fede nasce e si irrobustisce in noi grazie aiSacramenti, innanzitutto a quelli dell'iniziazione cristiana: il Battesimo, laConfermazione e l'Eucaristia, che sono complementari e inscindibili (cfrCatechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Questa verità sui tre Sacramentiche sono all’inizio del nostro essere cristiani è forse trascurata nella vita difede di non pochi cristiani, per i quali essi sono gesti compiuti nel passato

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senza incidenza reale sull’oggi, come radici senza linfa vitale. Avviene che,ricevuta la Confermazione, diversi giovani si allontanano dalla vita di fede.E ci sono anche giovani che nemmeno ricevono questo sacramento. Eppureè con i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e poi, in modo conti-nuativo, dell'Eucaristia che lo Spirito Santo ci rende figli del Padre, fratellidi Gesù, membri della sua Chiesa, capaci di una vera testimonianza al Van-gelo, fruitori della gioia della fede.

Vi invito perciò a riflettere su quanto qui vi scrivo. Oggi è particolarmenteimportante riscoprire il sacramento della Confermazione e ritrovarne il va-lore per la nostra crescita spirituale. Chi ha ricevuto i sacramenti del Batte-simo e della Confermazione ricordi che è diventato "tempio dello Spirito":Dio abita in lui. Sia sempre cosciente di questo e faccia sì che il tesoro che èin lui porti frutti di santità. Chi è battezzato, ma non ha ancora ricevuto ilsacramento della Confermazione, si prepari a riceverlo sapendo che così di-venterà un cristiano "compiuto", poiché la Confermazione perfeziona lagrazia battesimale (cfr CCC, 1302-1304).

La Confermazione ci dona una forza speciale per testimoniare e glorificareDio con tutta la nostra vita (cfr Rm 12,1); ci rende intimamente consapevolidella nostra appartenenza alla Chiesa, "Corpo di Cristo", del quale tutti sia-mo membra vive, solidali le une con le altre (cfr 1 Cor 12,12-25). Lascian-dosi guidare dallo Spirito, ogni battezzato può apportare il proprio contribu-to all'edificazione della Chiesa grazie ai carismi che Egli dona, poiché «aciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità co-mune» (1 Cor 12,7). E quando lo Spirito agisce reca nell'animo i suoi fruttiche sono «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitez-za, dominio di sé» (Gal 5,22). A quanti tra voi non hanno ancora ricevuto ilsacramento della Confermazione rivolgo il cordiale invito a prepararsi adaccoglierlo, chiedendo l'aiuto dei loro sacerdoti. E' una speciale occasionedi grazia che il Signore vi offre: non lasciatevela sfuggire!

Vorrei qui aggiungere una parola sull'Eucaristia. Per crescere nella vita cri-stiana, è necessario nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo: infatti, siamo bat-tezzati e confermati in vista dell'Eucaristia (cfr CCC, 1322; Esort. apost. Sa-cramentum caritatis, 17). "Fonte e culmine" della vita ecclesiale, l'Eucari-stia è una "Pentecoste perpetua", poiché ogni volta che celebriamo la Santa

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Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristoe in Lui ci trasforma. Se, cari giovani, parteciperete frequentemente alla Ce-lebrazione eucaristica, se consacrerete un po' del vostro tempo all'adorazio-ne del SS.mo Sacramento, dalla Sorgente dell'amore, che è l'Eucaristia, viverrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Van-gelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre for-ze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a rendercitestimoni pieni dell'ardore missionario del Cristo risorto.

7. La necessità e l'urgenza della missione

Molti giovani guardano alla loro vita con apprensione e si pongono tanti in-terrogativi circa il loro futuro. Essi si chiedono preoccupati: Come inserirsiin un mondo segnato da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Comereagire all'egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come da-re senso pieno alla vita? Come contribuire perché i frutti dello Spirito cheabbiamo sopra ricordato, "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,fedeltà, mitezza e dominio di sé" (n. 6), inondino questo mondo ferito e fra-gile, il mondo dei giovani anzitutto? A quali condizioni lo Spirito vivifican-te della prima creazione e soprattutto della seconda creazione o redenzionepuò diventare l'anima nuova dell'umanità? Non dimentichiamo che quantopiù è grande il dono di Dio - e quello dello Spirito di Gesù è il massimo - al-trettanto è grande il bisogno del mondo di riceverlo e dunque grande ed ap-passionante è la missione della Chiesa di darne testimonianza credibile. Evoi giovani, con la Giornata Mondiale della Gioventù, in certo modo atte-state la volontà di partecipare a tale missione. A questo proposito, mi pre-me, cari amici, ricordarvi qui alcune verità di riferimento su cui meditare.Ancora una volta vi ripeto che solo Cristo può colmare le aspirazioni più in-time del cuore dell'uomo; solo Lui è capace di umanizzare l'umanità e con-durla alla sua "divinizzazione". Con la potenza del suo Spirito Egli infondein noi la carità divina, che ci rende capaci di amare il prossimo e pronti ametterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina, rivelando Cristo crocifis-so e risorto, ci indica la via per diventare più simili a Lui, per essere cioè"espressione e strumento dell'amore che da Lui promana" (Enc. Deus cari-tas est, 33). E chi si lascia guidare dallo Spirito comprende che mettersi alservizio del Vangelo non è un'opzione facoltativa, perché avverte quanto siaurgente trasmettere anche agli altri questa Buona Novella. Tuttavia, occorrericordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se ci lasciamo

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guidare dallo Spirito Santo, che è «l'agente principale dell'evangelizzazio-ne» (cfr Evangelii nuntiandi, 75) e «il protagonista della missione» (cfr Re-demptoris missio, 21). Cari giovani, come hanno più volte ribadito i mieivenerati Predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, annunciare il Vangelo etestimoniare la fede è oggi più che mai necessario (cfr Redemptoris missio,1). Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle personeche non la condividono significhi essere intolleranti verso di loro, ma non ècosì, perché proporre Cristo non significa imporlo (cfr Evangelii nuntiandi,80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita af-finché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua neisecoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelomissionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non ri-sparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani chelascino ardere dentro di sé l'amore di Dio e rispondano generosamente alsuo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passa-to e anche di tempi a noi vicini. In particolare, vi assicuro che lo Spirito diGesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesùai vostri coetanei. L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in manieracomprensibile e convincente l'area giovanile può essere un segno con cui loSpirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscetele idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia dibene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, del-la formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile... Ognuno di voi abbiail coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a GesùCristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo "rendere conto della speran-za che è in lui, con dolcezza" (cfr 1 Pt 3,15).

Ma per raggiungere questo scopo, cari amici, siate santi, siate missionari,poiché non si può mai separare la santità dalla missione (cfr Redemptorismissio, 90). Non abbiate paura di diventare santi missionari come san Fran-cesco Saverio, che ha percorso l'Estremo Oriente annunciando la BuonaNovella fino allo stremo delle forze, o come santa Teresa del Bambino Ge-sù, che fu missionaria pur non avendo lasciato il Carmelo: sia l'uno che l'al-tra sono "Patroni delle Missioni". Siate pronti a porre in gioco la vostra vitaper illuminare il mondo con la verità di Cristo; per rispondere con amore al-l'odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risortoin ogni angolo della terra.

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8. Invocare una "nuova Pentecoste" sul mondo

Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio 2008 a Sydney. Sarà un'occa-sione provvidenziale per sperimentare appieno la potenza dello Spirito San-to. Venite numerosi, per essere segno di speranza e sostegno prezioso per lecomunità della Chiesa in Australia che si preparano ad accogliervi. Per igiovani del Paese che ci ospiterà sarà un'opportunità eccezionale di annun-ciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secola-rizzata. L'Australia, come tutta l'Oceania, ha bisogno di riscoprire le sue ra-dici cristiane. Nell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Oceania GiovanniPaolo II scriveva: «Con la potenza dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceaniasi sta preparando per una nuova evangelizzazione di popoli che oggi sonoaffamati di Cristo... La nuova evangelizzazione è una priorità per la Chiesain Oceania» (n. 18).

Vi invito a dedicare tempo alla preghiera e alla vostra formazione spiritualein quest'ultimo tratto del cammino che ci conduce alla XXIII Giornata Mon-diale della Gioventù, affinché a Sydney possiate rinnovare le promesse delvostro Battesimo e della vostra Confermazione. Insieme invocheremo loSpirito Santo, chiedendo con fiducia a Dio il dono di una rinnovata Penteco-ste per la Chiesa e per l'umanità del terzo millennio.

Maria, unita in preghiera agli Apostoli nel Cenacolo, vi accompagni durantequesti mesi ed ottenga per tutti i giovani cristiani una nuova effusione delloSpirito Santo che ne infiammi i cuori. Ricordate: la Chiesa ha fiducia in voi!Noi Pastori, in particolare, preghiamo perché amiate e facciate amare sem-pre più Gesù e Lo seguiate fedelmente. Con questi sentimenti vi benedicotutti con grande affetto.

Da Lorenzago, 20 luglio 2007

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VITA DIOCESANANOMINE E DECRETI

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NOMINE E AMMISSIONI

Don MARCO PAGNIELLOCappellano della Casa Circondariale « SanDonato » in Pescara e Assistente UnitarioDiocesano A.C.I.

Don GUDIÑO BRICEÑO EDYKSON ENRIQUEVicario Parrocchiale della Parrocchia di No-stro Signore Gesù Cristo Crocifisso in Pescara.

Don GIOVANNI CAMPOVERDEParroco della Parrocchia di San Lorenzo Dia-cono e Martire in Nocciano e della Parrocchiadi San Giovanni Battista in Villa San Giovan-ni, frazione di Rosciano.

Don LUCIO GIACINTUCCIAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi Sant’Agata Vergine e Martire in Cepagatti.

Don ROCCO MINCONEParroco della Parrocchia di San Gabriele del-l’Addolorata, frazione Conaprato in Penne.

Don PAOLO CURIONIModeratore dell’Unità Pastorale delle Comu-nità Parrocchiali di San Michele Arcangelo,Beata Vergine Maria della Pace e di S. Anto-nio Abate, frazione Villa Cipressi, in CittàSant’Angelo.Rettore della Chiesa di Sant’Antonio di Pado-va in Città Sant’Angelo.

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Don MARCO DE LUCAAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi Sant’Antonio Abate in Villa Cipressi, fra-zione di Città Sant’Angelo.

Don GIANCARLO MANDELLICappellano dell’Ospedale Civile di Pescara.

Padre TONY PANNIKODU JOSEPHdella Congregazione Missionaria del SS.mo Sacramento

Vicario Parrocchiale delle Parrocchie di SanDonato Martire, San Pietro Apostolo e SanGiovanni Bosco in Castiglione Messer Rai-mondo.

Don GIORGIO CAMPILIIParroco della Parrocchia del Beato NunzioSulprizio Giovane Operaio in Pescara.

Don LINO CISOTTOVicario Parrocchiale della Parrocchia del Bea-to Nunzio Sulprizio Giovane Operaio in Pe-scara.

Don RAFFAELE DI GIACINTOAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi Santa Vittoria Vergine e Martire in Arsita.

Don CRISTIANO MARCUCCIParroco della Parrocchia di San Silvestro Papain Pescara.

Don AMEDEO JOSE ROSSIVicario Parrocchiale della Parrocchia diSant’Antonio di Padova in Montesilvano.

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Don ARTURO FATIBENERettore della Chiesa del Santissimo Sacra-mento in Pescara.

Padre VINCENZO DI MARCOBERARDINOdell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’AbruzzoSan Giuseppe da Leonessa

Parroco della Parrocchia della Beata VergineMaria Addolorata in Pescara.

Padre EGIDIO RICCIdell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’AbruzzoSan Giuseppe da Leonessa

Vicario Parrocchiale della Parrocchia dellaBeata Vergine Maria Addolorata in Pescara.

Padre FABRIZIO DI FAZIOdell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’AbruzzoSan Giuseppe da Leonessa

Parroco della Parrocchia di San GiuseppeSposo della B. V. Maria in Baricelle, frazionedi Penne.

Don SIMONE CHIAPPETTAParroco della Parrocchia di San Nicola Vesco-vo in Villanova, frazione di Cepagatti.

Don FERNANDO PALLINIParroco della Parrocchia di Santa Lucia Vergi-ne e Martire in Pescara.

Don ERMETE PALOMBOVicario Parrocchiale della Parrocchia dellaBeata Vergine Maria Regina della Pace in Pe-scara.

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Don GIORGIO WEGELINParroco della Parrocchia di San Paolo Aposto-lo in Pescara.

Don MARIO MASNERIVicario Parrocchiale della Parrocchia di SanPaolo Apostolo in Pescara.

Padre MARIO SERRAdella Provincia Italiana dei Carmelitani dei Santi Elia, Alberto e Andrea Corsini

Vicario Parrocchiale della Parrocchia diSant’Antonio Abate in Pianella.

Don DOMENICO DI PIETROPAOLOAssistente Settore Giovani A.C.I.

Don ANTONIO DEL CASALEAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi Gesù Buon Pastore in Pescara.

Don GIANCARLO DI GIULIOParroco della Parrocchia di San GiovanniApostolo ed Evangelista in Montesilvano.

Don GINO GARLATOVicario Parrocchiale della Parrocchia dellaBeata Vergine Maria Lauretana in Cappellesul Tavo.

Don MAURIZIO DI GIROLAMONotaio del Tribunale Ecclesiastico Diocesano.

Padre ROCCO RUCCOLOdell’Ordine dei Frati Minori della Provincia d’Abruzzo San Bernardino da Siena

Vicario Parrocchiale della Parrocchia dellaBeata Vergine Maria Stella Maris in Pescara.

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Don ANDREA DI MICHELEModeratore della Parrocchia di San PietroApostolo in Montebello di Bertona e Parrocodella Parrocchia di San Pietro Apostolo in Lo-reto Aprutino.

ANDREA CERICOLAAmmesso agli Ordini Sacri (Parrocchia B. V.Maria del Rosario in Pescara, 28 ottobre2007).

Don NORBERTO MAOKOAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi San Pietro Apostolo in Montebello di Ber-tona.

Don PALMERINO DI SCIASCIOVicario Parrocchiale della Beata Vergine Ma-ria del Rosario in Pescara.

Don EMILIO LONZIParroco della Parrocchia di Santa Caterina daSiena e della Parrocchia di Gesù Maestro inPescara.

Don RODOLFO SOCCIOParroco della Parrocchia della Beata VergineMaria del Rosario in Pescara.

Don LUCIANO VOLPEAmministratore Parrocchiale della Parrocchiadi San Nicola Vescovo in Farindola.

Don ROBERTO BERTOIAPromotore di Giustizia del Tribunale Ecclesia-stico Diocesano.

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CHRISTIAN DI BIASEIstituito nel Ministero dell’Accolitato (Cap-pella dell’Oasi dello Spirito a Montesilvano, 2dicembre 2007).

Sem. VENANZIO DELL’AQUILAIstituito nel Ministero dell’Accolitato (Cap-pella Seminario Regionale “S. Pio X” Chieti,7 dicembre 2007).

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EREZIONE DELLA PARROCCHIADI S. GIOVANNI BATTISTA E S. BENEDETTO ABATE

La zona pastorale di Pescara Colli ha costituito per molti anni parte delterritorio periferico della Città di Pescara. Pur essendo già esistente la Par-rocchia di “San Giovanni Battista” in Pescara Colli, essendo la zona limi-trofa in grande sviluppo urbanistico, si è sentita l’esigenza di erigere una se-conda Parrocchia col titolo di “San Benedetto Abate” affidata alle cure pa-storali del Reverendo don Demetrio Pascucci, prima parroco della neonatacomunità. Le due distinte comunità erano prive di luoghi di culto, e si offi-ciava in luoghi precari, per diversi anni. Successivamente, con la morte delsuddetto parroco di “San Benedetto” don Pascucci l’ 11. 06. 2004, conside-rata la mancanza di specifici luoghi di culto, si avvenne alla soluzione piùopportuna di unificare le comunità Parrocchiali di “San Giovanni e San Be-nedetto Abate”, visto che i fedeli colà abitanti sentivano il bisogno di unamaggiore unità, oltre all’edificazione di un unico edificio di culto.

Pertanto, poiché la Parrocchia è una determinata comunità di fedeli cheviene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e spettaunicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le Par-rocchie; dopo aver sentito il parere favorevole de Consiglio Presbiterale nel-la seduta del 24 aprile 2007, secondo quanto stabilisce il canone 515 §§ 1-2del Codice di Diritto Canonico,

DECRETO

1. Le attuali Parrocchie situate in Pescara Colli, e precisamente la comunitàdi “San Giovanni Battista” con sede in via Colle Innamorati e quella di“San Benedetto Abate” con sede in via Di Sotto, siano soppresse sicchéne venga a cessare anche la rispettiva personalità giuridica;

2. Viene eretta in loro luogo la nuova Comunità parrocchiale di “San Gio-vanni Battista e San Benedetto Abate”, la cui circoscrizione territoriale ècostituita dall’unione dei territori di ciascuna delle soppresse realtà pa-storali, e la Parrocchia, da Noi eretta legittimamente, goda di personalitàgiuridica per il diritto stesso, in forza dello stesso Can. 515 § 3.

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3. I beni e i diritti patrimoniali e parimenti gli oneri, che fino al presenteNostro decreto appartenevano distintamente alle soppresse Parrocchie,vengono destinati alla persona giuridica pubblica che abbiamo costituitacon l’erezione della nuova Parrocchia di “San Giovanni Battista e SanBenedetta Abate”, in forza del canone 123 del Codice di Diritto Canoni-co.

Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 3 Maggiodell’Anno del Signore 2007, Festa dei SS. Filippo e Giacomo Apostoli.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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UNITÀ PASTORALE TRA LE PARROCCHIEDI SAN CRISTOFORO E DELLE ANIME SANTE

IN MOSCUFO

Nel territorio del Comune di Moscufo insistono le parrocchie di San Cri-stoforo e delle Anime Sante. All’interno di queste comunità si sentono for-temente i vincoli parentali e sociali, anche la vita religiosa -sia pure con ma-nifestazioni che vanno purificate in alcuni aspetti e con qualche carenza sulpiano catechistico e liturgico unicamente nella parrocchia delle Anime san-te- è abbastanza viva. Le due comunità sono abbastanza unite in se stesse evivono un buon cammino di fede. Permane, però, una divisione tra parroc-chia e parrocchia, che certamente non favorisce l’unità sociale e religiosa.Nel passato la parrocchia delle Anime Sante non aveva la chiesa parroc-chiale che è stata costruita dall’amministrazione comunale e messa a dispo-sizione della comunità. Ultimamente questa comunità è stata affidata allacura pastorale di un padre cappuccino che comunque vi ha svolto prevalen-temente solo il compito di cappellano festivo. In questa stessa comunità ilparroco non ha mai avuto residenza e molti fedeli fanno già riferimento siaper i sacramenti che per la vita spirituale e il cammino di fede alla parroc-chia di san Cristoforo in Moscufo centro.

In questi ultimi tempi a causa dello stato di salute del reverendo P. Fran-cesco Papola ofm capp., sono stato costretto ad accettare le sue dimissionidalla parrocchia delle Anime sante e di affidare temporaneamente la curapastorale al parroco di San Cristoforo in Moscufo.

Per tutti questi motivi, dopo aver consultato il Consiglio Presbiterale nel-la sessione del 24 aprile 2007, siamo venuti nella determinazione di avviareun esperimento previsto dal Codice di Diritto Canonico ai canoni 517 § 1,542, 543, 544.

Pertanto, fiduciosi nella generosità dei presbiteri che si sono già dichiara-ti disponibili a questo progetto

DECRETIAMO

1. È costituita l’unità pastorale tra le parrocchie di san Cristoforo e delleAnime sante in Moscufo.

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2. Le predette parrocchie conservano la loro configurazione giuridica e sonoaffidate in solidum a un gruppo di sacerdoti che agiranno ai sensi dei ca-noni 517 § 1, 542, 543, 544 del Codice di Diritto Canonico. Essi sarannonominati con atto a parte.

3. Uno dei sacerdoti verrà costituito Moderatore nell’esercizio della curapastorale, dirigerà l’attività comune e di essa risponderà davanti all’Arci-vescovo.

4. I sacerdoti ai quali verranno affidate in solido le dette parrocchie ne ot-tengono la cura pastorale dal momento in cui questo decreto entrerà invigore; il Moderatore è dispensato dalla rituale presa di possesso (cfr.can. 542, 3° e can 527 § 2).

5. I medesimi sacerdoti, a norma del can. 543 «sono tenuti singolarmentesecondo i criteri da loro stessi stabiliti, all’obbligo di adempiere i compitie le funzioni proprie del parroco di cui ai cann. 528, 529, 530; la facoltàdi assistere ai matrimoni come pure le facoltà di dispensare concesse alparroco per il diritto stesso, spettano a tutti, ma devono essere esercitatesotto la direzione del Moderatore».

6. Tutti i sacerdoti risiedano nel territorio dell’unità pastorale costituita, essipoi «stabiliscano di comune accordo i criteri secondo cui uno di loro ce-lebra la Messa per il popolo a norma del can. 533»; inoltre «solo il Mo-deratore rappresenta nei negozi giuridici le parrocchie affidate al gruppodi sacerdoti».

7. Per gli eventuali avvicendamenti ci si regolerà secondo quanto prescriveil can. 544.

8. Nell’azione pastorale si abbia cura di farsi conoscere da tutte e due le co-munità parrocchiali e di organizzare un turno di presenza periodica per lacelebrazione di una Messa domenicale. Inoltre si favoriscano momentiformativi comuni per i catechisti, gli animatori della liturgia e del servi-zio di carità della unità pastorale. Si promuova un unico Consiglio Pasto-rale Parrocchiale dell’unità pastorale, mentre i Consigli degli Affari Eco-nomici rimangano distinti.

9. Si dedichi molto impegno a promuovere la catechesi permanente per levarie fasce di età, l’animazione liturgica, l’attuazione degli itinerari di fe-de per celebrare i sacramenti nella comunità, l’avvio della partecipazionee del coinvolgimento dei laici anche attraverso il Consiglio PastoraleParrocchiale.

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10. Con un lavoro paziente e costante si promuovano forme di comunionetra le varie parrocchie per cercare di farle sentire Chiesa in una dimen-sione territoriale più vasta; si procurino momenti ed iniziative pastoralicomuni.

11. Per quanto non previsto nel presente Decreto si rinvia alle norme del di-ritto comune e particolare.

12. A suo tempo i sacerdoti dell’unità pastorale spieghino ai fedeli delleparrocchie loro affidate i motivi e le linee pastorali di questo provvedi-mento.

Il decreto entrerà in vigore la domenica 1 luglio dell’Anno del Signore2007, XIII Domenica del tempo Ordinario.

Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 10 giugnodell’Anno del Signore 2007, Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Mons. Giovanni LizzaVice Cancelliere

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UNITÀ PASTORALE TRA LE PARROCCHIEDI SAN MICHELE ARCANGELO,

BEATA VERGINE MARIA DELLA PACEE SANT’ANTONIO ABATE IN CITTÀ SANT’ANGELO

Nel territorio del Comune di Città sant’Angelo insistono le parrocchie disan Michele Arcangelo, Beata Vergine Maria della Pace e, nella frazione diVilla Cipressi, la parrocchia di sant’Antonio abate. All’interno di queste co-munità si sentono fortemente i vincoli parentali e sociali, anche la vita reli-giosa -sia pure con manifestazioni che vanno purificate in alcuni aspetti econ qualche carenza sul piano catechistico e liturgico specialmente nellaparrocchia di sant’Antonio abate- è abbastanza viva. Le tre comunità par-rocchiali vivono complessivamente un buon cammino di fede. Permane,però, una separazione tra parrocchia e parrocchia, che certamente non favo-risce l’unità religiosa e sociale. Nel passato i fedeli abitanti nel territoriodella parrocchia della Beata Vergine Maria della Pace e di sant’Antonioabate, sentivano fortemente il legame con la chiesa-matrice, ma lamentava-no la mancanza di un’assistenza spirituale e pastorale in loco, ritenuta giu-stamente necessaria a motivo della distanza e della dislocazione delle case.Per queste ragioni vi fu la richiesta di un’azione pastorale più incisiva e co-stante, ma soprattutto l’invio di sacerdoti, così come è documentato negliatti di archivio di Curia. Questa azione produsse un certo miglioramentodella situazione. Da alcuni anni la comunità di sant’Antonio abate in frazio-ne Villa Cipressi è stata affidata alla cura pastorale di un padre cappuccinoche vi ha svolto prevalentemente il compito di cappellano festivo. In questastessa comunità il parroco non ha mai avuto residenza: molti fedeli fannogià riferimento sia per i Sacramenti che per la vita spirituale e il cammino difede alla parrocchia di san Miche Arcangelo in Città sant’Angelo centro.

In questi ultimi tempi, a causa dello stato di salute del Reverendo P.Francesco Carapellucci ofm capp., sono stato costretto ad accettare le suedimissioni dalla parrocchia di sant’Antonio abate. Per questi motivi, dopoaver consultato il Consiglio Presbiterale nella sessione del 19 giugno 2007,siamo venuti nella determinazione di avviare un esperimento previsto dalCodice di Diritto Canonico ai canoni 517 § 1, 542, 543, 544.

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Pertanto, fiduciosi nella generosità dei presbiteri che si sono già dichiara-ti disponibili a questo progetto

DECRETIAMO

1. È costituita l’Unità Pastorale tra le parrocchie di san Michele Arcange-lo, Beata Vergine Maria della Pace e di sant’Antonio abate.

2. Le predette parrocchie conservano la loro configurazione giuridica e so-no affidate in solidum a un gruppo di sacerdoti che agiranno ai sensi deicanoni 517 § 1, 542, 543, 544 del Codice di Diritto Canonico. Essi sa-ranno nominati con atto a parte.

3. Uno dei sacerdoti verrà costituito Moderatore nell’esercizio della curapastorale, dirigerà l’attività comune e di essa risponderà davanti all’Ar-civescovo.

4. I sacerdoti ai quali verranno affidate in solido le dette parrocchie ne ot-tengono la cura pastorale dal momento in cui questo decreto entrerà invigore; il Moderatore è dispensato dalla rituale presa di possesso (cfr.can. 542, 3° e can 527 § 2).

5. I medesimi sacerdoti, a norma del can. 543 «sono tenuti singolarmentesecondo i criteri da loro stessi stabiliti, all’obbligo di adempiere i com-piti e le funzioni proprie del parroco di cui ai cann. 528, 529, 530; la fa-coltà di assistere ai matrimoni come pure le facoltà di dispensare, con-cesse al parroco per il diritto stesso, spettano a tutti, ma devono essereesercitate sotto la direzione del Moderatore».

6. Tutti i sacerdoti risiedano nel territorio dell’Unità Pastorale costituita, anorma del canone 533; essi poi «stabiliscano di comune accordo i crite-ri secondo cui uno di loro celebra la Messa per il popolo a norma delcanone 534»; inoltre «solo il Moderatore rappresenta nei negozi giuridi-ci le parrocchie affidate al gruppo di sacerdoti».

7. Per gli eventuali avvicendamenti ci si regolerà secondo quanto prescri-ve il can. 544.

8. Nell’azione pastorale si abbia cura di farsi conoscere da tutte e tre le co-munità parrocchiali e di organizzare un turno di presenza periodica perla celebrazione di una Messa domenicale. Inoltre si favoriscano mo-menti formativi comuni per i catechisti, gli animatori della liturgia e delservizio di carità della unità pastorale. Si promuova un unico Consiglio

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Pastorale Parrocchiale dell’unità pastorale, mentre i Consigli degli Af-fari Economici rimangano distinti.

9. Si dedichi molto impegno a promuovere la catechesi permanente per levarie fasce di età, l’animazione liturgica, l’attuazione degli itinerari difede per celebrare i sacramenti nella comunità, l’avvio della partecipa-zione e del coinvolgimento dei laici anche attraverso il Consiglio Pasto-rale Parrocchiale.

10. Con un lavoro paziente e costante si promuovano forme di comunionetra le varie parrocchie per cercare di farle sentire Chiesa, in una dimen-sione spirituale e territoriale più vasta; si procurino momenti ed iniziati-ve pastorali comuni.

11. Per quanto non previsto nel presente Decreto, si rinvia alle norme deldiritto comune e particolare.

12. A suo tempo i sacerdoti dell’unità pastorale spieghino ai fedeli delleparrocchie loro affidate i motivi e le linee pastorali di questo provvedi-mento.

Il decreto entrerà in vigore il sabato 8 Settembre dell’Anno del Signore2007, Festa della Natività della Beata Vergine Maria.

Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 3 Luglio2007, Festa di San Tommaso Apostolo.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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DECRETO DI DETERMINAZIONE DEGLI ATTIDI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE

PER LE PERSONE GIURIDICHE SOGGETTEAL VESCOVO DIOCESANO (cfr. can. 1281 § 2 CIC)

Visto il can. 1281 § 2 del Codice di Diritto Canonico;Visti i cann. 1291 e 1295, relativi, rispettivamente, alle alienazioni e ai

negozi che possono peggiorare lo stato patrimoniale delle persone giuridi-che pubbliche, nonché il can. 1297, relativo alle locazioni, con le ulteriorideterminazioni contenute nella deli-bera n. 38 della Conferenza EpiscopaleItaliana;

Sentito il parere del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici in da-ta 19 giugno 2007 con il presente

DECRETOstabilisco che sono da considerarsi

ATTI DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONEper le persone giuridiche a me soggette:

1. L’alienazione di beni immobili di qualunque valore;2. L’alienazione di beni mobili di valore superiore a un quinto della som-

ma mini-ma stabilita dalla Conferenza episcopale italiana per gli atti dicui al can. 1291 § 1;

3. Ogni disposizione pregiudizievole per il patrimonio, quali, ad esempio,la con-cessione di usufrutto, di comodato, di diritto di superficie, di ser-vitù, di enfiteusi o affrancazione di enfiteusi, di ipoteca, di pegno o difideiussione;

4. L’acquisto a titolo oneroso di immobili;5. La mutazione della destinazione d'uso di immobili;6. L’accettazione di donazioni, eredità e legati;7. La rinuncia a donazioni, eredità, legati e diritti in genere;8. L’esecuzione di lavori di costruzione, ristrutturazione, restauro e risana-

mento conservativo, straordinaria manutenzione di qualunque valore;9. Ogni atto relativo a beni immobili o mobili di interesse artistico, storico

o culturale;

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10. L’inizio, il subentro o la cessione di attività imprenditoriali o commer-ciali;

11. La costituzione o la partecipazione in società di qualunque tipo; 12. La costituzione di un ramo di attività ONLUS;13. La contrazione di debiti di qualsiasi tipo con istituti di credito, persone

giuridiche, enti di fatto, persone fisiche;14. La decisione di nuove voci di spesa rispetto a quelle indicate nel pre-

ventivo approvato;15. L'assunzione di personale dipendente e la stipulazione di contratti per

presta-zioni non aventi carattere occasionale;16. L'introduzione di un giudizio avanti le autorità giudiziarie, i collegi ar-

bitrali e le giurisdizioni amministrative e speciali dello Stato;17. Per le parrocchie, l'ospitalità permanente a qualsiasi persona non facen-

te parte del clero parrocchiale.Per porre validamente quanto sopra specificato, è necessaria l'autorizza-zione scritta dell’Ordinario del luogo.Alla richiesta di autorizzazione deve essere allegato il parere del Consi-glio per gli Affari Economici dell'Ente.

Il rilascio delle licenze da parte dell’Ordinario Diocesano è subordinata:a) Alla presentazione di una domanda scritta con annessa una perizia stima-

tiva del bene da parte del rappresentante dell’Ente, previo parere del pro-prio Consiglio per gli Affari Economici.

b) Al parere del Consiglio per gli Affari Economici per gli atti che compor-tino un movimento di capitale inferiore a t 250.000,00 (duecentocin-quantamila euro) o che abbiano come oggetto un bene di un valore infe-riore a detta cifra.

c) Al consenso del Consiglio Diocesano degli Affari Economici e del colle-gio diocesano dei Consultori, per gli atti che comportino un movimentodi denaro superiore a t 250.000,00 (duecentocinquantamila euro) e infe-riore a t 1.000.000,00 (un milione di euro).

d) Per gli atti che superino t 1000.000,00 (un milione di euro) o che abbia-no come oggetto un bene di valore superiore a detta cifra, per gli ex votodonati alla Chiesa o di oggetti preziosi di valore artistico o storico, oltreai predetti permessi di cui al punto a, b, e c, è necessaria anche l’autoriz-zazione della Santa Sede.

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e) Se il bene o il movimento di denaro dovesse superare il valore dit 3.000.000,00 (tre milioni di euro), prima delle licenze suddette occor-re il parere della Conferenza Episcopale Italiana e adempiuti gli obblighidi cui all’art. 37 della legge 222/1985 se ricorrono.

All’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero si applicano esclu-sivamente i summenzionati nn. 1, 10, 11, 12,15 e 16. Qualora il valore delbene oggetto della disposizione o il valore per il quale l’Istituto si esponefosse superiore alla somma minima stabilita dalla Conferenza EpiscopaleItaliana ai sensi del canone 1292 § 1 del Codice di Diritto Canonico, si ap-plicano anche i nn. 3, 4, 7, 8, 13, e il n. 6, limitatamente alle ipotesi in cuigli atti a titolo gratuito siano gravati da condizioni od oneri.

Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 28 Lugliodell’Anno del Signore 2007.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

Sac. Roberto BertoiaCancelliere

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VITA DIOCESANALETTERE

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AI REVERENDISSIMI PARROCI DELLA FORANIADI CASTGLIONE MESSER RAIMONDO (TE)

Carissimi,nella riunione dell’11 dicembre 2006, a cui hanno partecipato tutti i Par-

roci della Forania di Castiglione Messer Raimondo, abbiamo valutato atten-tamente la disponibilità delle energie presbiterali operanti su questo territo-rio e abbiamo riflettuto circa la celebrazione delle SS. Messe festive e pre-festive da celebrarsi nelle Chiese parrocchiali e non parrocchiali, situatenella suddetta zona pastorale.

Riscontrato che il numero dei presbiteri è appena sufficiente per potersvolgere un adeguato servizio presso le chiese parrocchiali si conviene, dicomune accordo Arcivescovo e presbiteri, quanto segue:

1. Le SS. Messe domenicali e festive si celebrino solamente nelle chieseparrocchiali.

2. Nelle chiese non parrocchiali o succursali, quando si riscontri una fre-quenza adeguata si celebrino, se richiesto, una Santa Messa prefestiva alSabato o alla Vigilia delle feste.

3. Per quanto è possibile, nelle solennità si celebrino le SS. Messe solamen-te nelle chiese parrocchiali.

4. I Sacramenti: Battesimo, Cresima, Matrimonio e la Santa Messa di primacomunione, si celebrino nelle chiese parrocchiali. Per quanto riguarda ifunerali, secondo quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico, la fa-miglia del defunto scelga la chiesa funerante.

Nella speranza che tutti vorranno accogliere queste chiare scelte pastora-li, nello spirito delle comune collaborazione e del servizio da rendere allecomunità affidate alla cura pastorale della nostra Arcidiocesi di Pescara-Penne, Vi saluto e Vi benedico.

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

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VITA DIOCESANAVARIE

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LA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTODELLA CONFERMAZIONE

NOTA PASTORALE

In questa nota vengono riassunte e ripresentate alcune istruzioni e normespecificative della Introduzione al Rito della Confermazione (sarà citato piùbrevemente con RC) e dei canoni 879-896 del Codice di Diritto Canonico,che vanno perciò attentamente riletti. 1. Si è ammessi al sacramento della Confermazione dopo aver frequentato

il regolare curricolo del cammino di fede parrocchiale nei suoi due ele-menti costitutivi, quali la catechesi permanente e le esperienze cristiane,guidate dai genitori, dal parroco e dai catechisti (cfr. RC n. 3, special-mente l’ultimo comma).

2. «L’età minima da richiedere per il conferimento della Cresima è quelladi 12 anni» (decreto della CEI, 23.12.1983). Il criterio di discernimentoper l’ammissione alla celebrazione del sacramento della Cresima è datodal cammino di fede in vista del sacramento e della vita cristiana.

3. Per la Cresima degli adulti che trovassero gravi difficoltà a presentarsinelle celebrazioni comunitarie parrocchiali, ci si rivolga alla chiesa delSS.mo Sacramento a Pescara per concordare le modalità e la data dellacelebrazione. «La preparazione di un adulto battezzato alla Confermazio-ne coincide talvolta con la preparazione al Matrimonio. Se, in casi delgenere, si prevedesse l’impossibilità di attuare quanto è richiesto per unafruttuosa ricezione della Confermazione, l’Ordinario del luogo giudi-cherà se non sia più opportuno differire la Confermazione a dopo la cele-brazione del Matrimonio» (RC, n. 12, comma quarto).

4. È da tempo che si insiste sulla necessità di stabilire la data della Cresimaanche in altri significativi tempi liturgici, con esclusione del periodo esti-vo -tempo invece di esami scolastici, di villeggiatura e turismo e tempofestaiolo- anche perché la deprecabile «smobilitazione» pastorale nonconsente di guidare i primi passi cristiani ed ecclesiali dei confermati.

5. La Cresima viene conferita preferibilmente durante la Messa domenica-le, nella chiesa parrocchiale, per i membri della propria comunità. Saràpermesso la celebrazione durante la Messa festiva anticipata al sabato.

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6. Si curi con molta diligenza l’ordinato svolgimento della liturgia, il racco-glimento e l’attiva partecipazione del popolo. In particolare:

• Per quanto è possibile, al suono festoso delle campane, si faccia il ritod’ingresso solenne con l’intervento anche dei cresimandi e si porti inprocessione l’ampolla del sacro Crisma.

• Non si dia l’incarico di proclamare la Parola di Dio a Lettori improvvi-sati, ma si preferiscano i Lettori con lunga e sperimentata consuetudinecon tale importante ministero.

• Al rinnovo delle promesse battesimali e per l’imposizione delle maniescano dal loro posto i soli cresimandi e vadano a formare un semicer-chio attorno all’altare quando è possibile e gli spazi lo permettono. Ter-minati questi riti, tutti fanno ritorno al posto e si ripresentano uno allavolta, accompagnati dal padrino o dalla madrina, per la crismazione:ciò per dare rilievo celebrativo al conferimento del «sigillo dello Spiri-to Santo» ad ogni singolo cresimando; ed è per questo motivo che nonsi deve formare una processione, come avviene per la distribuzionedella santa Comunione, e tanto meno una ressa attorno al Vescovo.

• Si istruiscano i cresimandi a rispondere Amen al termine della unzio-ne, E con il tuo Spirito al segno di pace e a saper compiere con sponta-neità l’abbraccio liturgico. Altrettanta cura si ponga perché il padrino olo stesso cresimando pronunzi chiaramente il nome.

• Non è prescritto astergere la fronte e perciò si ometta sia per la verità eil significato dell’unzione, sia per non dare l’impressione che con ungesto frettoloso si voglia cancellare ciò che è stato appena tracciato.

• Alla processione offertoriale i cresimati, con altri fedeli, porteranno al-l’altare solo il pane, il vino e l’acqua per la celebrazione dell’Eucaristia(patena con le particole e ampolline con acqua e vino), le offerte rac-colte per la carità dell’Arcivescovo. Si eviti di far portare cesti pieni diogni ben di Dio: ci sono occasioni più adatte a «presentare altri doniper i poveri o per la Chiesa» (IGMR, 49).

• L’abbigliamento sia decoroso, soprattutto sobrio e composto. Spesso cisi trova di fronte ad abiti indecenti e non adatti alla Liturgia. Gli uomi-ni indossino, come è consuetudine in queste circostanze, abiti da ceri-monia. Le donne abbiamo sommo rispetto del luogo e della celebrazio-ne. Vestano abiti che pur non rinnegando la giusta eleganza, siano di-

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screti e rispettosi della propria persona. Questo dicasi sia per i cresi-mandi, i padrini, le madrine e gli invitati al sacro rito.

• Si curi con grande interesse e sollecitudine il silenzio durante l’interacelebrazione. Soprattutto si dispongano alcuni catechisti che opportu-namente preparati e riconoscibili per un distintivo parrocchiale, inviti-no sia le persone all’interno dell’aula celebrativa, sia quelle che riman-gono appena fuori la porta della chiesa, a rispettare la preghiera e ilraccoglimento.

• Si tenga in opportuna considerazione che durante la Liturgia i canti sia-no adeguati ai vari momenti della celebrazione eucaristica. Si prevedaun foglietto per far cantare e coinvolgere l’intera assemblea, preveden-do alcuni minuti prima dell’inizio della santa messa, una breve provadi canto.

7. Nelle celebrazioni ognuno svolge il proprio ufficio, nel rispetto del prin-cipio della verità e dei segni, dei gesti e dei ruoli. La partecipazionedei cresimandi e dei padrini (ma questa annotazione vale anche per glisposi nel Matrimonio) non diventa più piena facendo compiere ad essitutti i servizi liturgici (lettori, salmisti, proclamatori della preghiera deifedeli, presentazione delle offerte). E’ da preferire, che le letture, come èstato raccomandato sopra, siano proclamate da Lettori esperti. La pre-ghiera dei fedeli sia affidata a due cresimati e le altre intenzioni ad altrifedeli, in modo che siano altri membri della comunità a pregare per colo-ro che hanno ricevuto il sacramento.Il padrino (è ovvio che ci si riferisce, qui e altrove anche alla madrina)svolge già un ruolo, liturgicamente rilevante oltre che ecclesialmente digrande responsabilità, nell’«accompagnare il figlioccio a ricevere il sa-cramento, presentarlo al ministro della Confermazione per la sacra un-zione e aiutarlo poi a osservare fedelmente le promesse del battesimo»(RC, n. 5). Il cresimando è protagonista, al centro dell’amore della co-munità e del rito sacramentale «festivo e solenne come lo esige l’impor-tanza del suo significato per la Chiesa locale» (RC, n. 4).

8. Il padrinaggio rimane uno dei problemi pastorali più acuti, e perciò i par-roci devono essere molto attenti a spiegare l’identità e il ruolo del padri-no/madrina. Il RC parla dei padrini e del loro compito ai nn. 5 e 6 ag-giornati con le «variationes» apportate dopo la pubblicazione del Codice

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di Diritto Canonico; il canone 892 si esprime così: «Il padrino deveprovvedere che il confermato si comporti come un vero testimone di Cri-sto e adempia fedelmente gli obblighi inerenti allo stesso sacramento»;per quanto riguarda le condizioni necessarie per adempiere l’incarico dipadrino si rimanda al can. 874.• «È bene che il padrino sia lo stesso del Battesimo. Così è meglio affer-

mato il nesso tra il Battesimo e la Confermazione, e l’ufficio e il com-pito del padrino ne ha più efficace rilievo» (RC, n. 5).

• «Non è però esclusa la possibilità di scegliere per la Confermazione unpadrino apposito» (RC, n. 5).

• «Il padrino sia scelto dal cresimando o dalla famiglia» (RC, n. 5) e«abbia l’attitudine e l’intenzione di esercitare questo incarico» (can.874 § 1, 1°).

• Deve avere queste qualità: «appartenga alla Chiesa cattolica e abbia ri-cevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Conferma-zione ed Eucaristia; non abbia impedimenti giuridici per il compimentodel suo ufficio» (RC, n. 5); «conduca una vita conforme alla fede e al-l’incarico che assume» (can. 874 § 1, 3°).

• Circa l’età il RC dice: «sia sufficientemente maturo per compiere il suoufficio» (n. 6/a). Il can. 874 § 1, 2° (sempre in riferimento al Battesi-mo) recita: «abbia compiuto i sedici anni a meno che dal vescovo dio-cesano non sia stata stabilità un’altra età». Nella nostra Arcidiocesi siprescrive che il padrino sia almeno maggiorenne, e cioè abbia compiu-to diciotto anni (cfr. can. 97 § 1).

• Si mantenga, per quanto è possibile, la prassi di scegliere un padrinoper il cresimando, una madrina per la cresimanda. Non sarà assoluta-mente ammesso che il fidanzato faccia da padrino alla fidanzata e vice-versa. Qualora si scegliesse un padrino o una madrina di sesso diversodal cresimando/a si abbia l’attenzione di sceglierlo con una congruadifferenza di età.

• Se il padrino proviene da fuori parrocchia, il parroco chieda il consuetocertificato, nel quale sia specificato se abbia tutti i requisiti sopra elen-cati.

10. Si pretenda dall’unico fotografo ammesso, che indossi un vestito ade-guato alla sacralità del rito. Si può scattare una foto solo al momentodella crismazione, non alla comunione, e di gruppo al termine della ce-

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lebrazione eucaristica. Sono ammesse riprese cinematografiche e/o tele-visive di un solo operatore.

11. Un mese prima della data stabilita per la Confermazione il parroco fac-cia avere all’Arcivescovo l’elenco nominativo dei cresimandi.Infine corre l’obbligo di raccomandare che, soltanto con un’azione con-corde e una grande solidarietà tra parroci, è possibile far entrare nellatradizione della comunità quelle scelte pastorali adatte ad evangelizzaree celebrare «in spirito e verità» (Gv 4, 23) l’«evento» ecclesiale dellaConfermazione.

12. L’arcivescovo si recherà nelle singole parrocchie dell’Arcidiocesi ognitre anni. Negli anni intermedi, qualora si intendesse celebrare i sacra-mento della Confermazione, invierà un suo delegato.

Pescara, 21 giugno 2007

† Tommaso ValentinettiArcivescovo

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XXX ANNIVERSARIODEL CONGRESSO EUCARISTICO

1. PROGRAMMA DEL 30 SETTEMBRE

30 settembre fine mattinataArrivo a Pescara da Roma.Uscita Autostrada A25 Chieti-Pescara, direzione Pescara. All’uscita del casello autostradale ci sarà una volante della Polizia cheVi condurrà alla Casa di Spiritualità e Accoglienza, Oasi dello Spirito aMontesilvano, dove sarà servita la colazione in forma privata.

ore 16.30Indossato l’abito corale, Sua Eminenza il Cardinale inaugurerà la statuaa Papa Paolo VI in Via Rio Sparto - Piazza Mons. Italo Febo; il Largo aPapa Paolo VI (largo antistante la Parrocchia di Sant’Andrea) dietro laPrefettura di Pescara.

ore 17.30Conclusa la cerimonia, riceverà presso il Palazzo del Governo il salutoda parte delle Autorità Civili e Militari.

ore 18.30Cattedrale San Cetteo, Sua Eminenza Presiederà la Solenne Concelebra-zione Eucaristica insieme ad Arcivescovi e Vescovi della Regione Ec-clesiastica Abruzzese-Molisana che vorranno prendere parte insieme atutto il clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara-Penne.

ore 20.00 circaArcivescovado di Pescara-Penne saluti e partenza per Roma.

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2. SALUTO DI S. E. CARD. T. BERTONEALLE AUTORITÀ PESCARESI

Illustri Signori e Signore!

Sono vivamente grato per questa vostra accoglienza, che nella mia per-sona esprime l’ossequio delle istituzioni e della cittadinanza pescarese ver-so il Sommo Pontefice. Saluto il Presidente del Senato della Repubblica,Onorevole Franco Marini; il Presidente della Provincia e le altre Autoritàpresenti. Ringrazio il Prefetto, Dott. Giuliano Lalli, e il Sindaco, Dott. Lu-ciano D’Alfonso, per le cortesi parole che mi hanno rivolto. Al Prefetto, inparticolare, che domani concluderà il suo mandato in questa Provincia, au-guro ogni bene per l’avvenire ed esprimo apprezzamento per il suo sensodelle istituzioni e la sua attenzione ai problemi dei cittadini.

La circostanza che mi ha chiamato oggi nella vostra Città è squisitamen-te ecclesiale: commemorare il Congresso Eucaristico Nazionale del settem-bre 1977 e la visita che per quell’occasione il Papa Paolo VI fece a Pescara.Il monumento e il Largo nel centro cittadino a lui dedicati stanno a dimo-strare che le istituzioni civili si sono sentite pienamente partecipi di questoavvenimento ed hanno offerto la loro adesione e il loro peculiare contribu-to. Questa collaborazione corrisponde felicemente alla storia della gente diquesta terra, in cui il Papa Paolo VI riconobbe “un contegno comunitariosacro e civile insieme” (Angelus del 18 settembre 1977: Insegnamenti diPaolo VI, XV [1977], 839). Non è questo un tratto caratteristico dell’interoPopolo italiano? Certo vi sono, grazie a Dio, molteplici differenze regiona-li, che costituiscono in verità una grande ricchezza del nostro Paese; eppu-re, dappertutto si ritrova questa vicinanza tra la Chiesa e la “città”, tra la re-ligione cristiana e la vita civile, il territorio, le tradizioni popolari. Comenon riconoscere, con animo libero da pregiudizi, che questo è un dono pre-zioso da preservare? Facendo attenzione a mantenere ben distinti gli ambitie le competenze della comunità ecclesiale e di quella civile, come non rin-graziare il Signore per un cristianesimo che fa parte naturalmente del tessu-to sociale, della mentalità di tante donne e tanti uomini, che ispira e animatante realtà associative, di volontariato, di cultura popolare, tante iniziativedi assistenza e promozione sociale, ricreative, sportive… Quello che dico

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qui vale per ogni contrada d’Italia: mentre giustamente siamo aperti almondo e agli scambi economici internazionali, dobbiamo preservare la no-stra cultura locale dall’appiattimento e dall’omologazione della società dimassa. I nostri nonni erano portatori di una sintesi culturale semplice e ric-ca di saggezza. I nostri nipoti crescono in un mondo radicalmente diverso,ma i valori di fondo che costruiscono l’uomo e la società non mutano. Au-guro alla comunità pescarese – penso alle sue famiglie, alle sue scuole, atute le sue istituzioni ed espressioni sociali – di rinnovare con entusiasmo lasfida di costruire una modernità ricca di valori, aperta alle altre civiltà eculture, ma saldamente legata alle sue radici, nelle quali scorre la linfa vita-le del Vangelo.

Con questi pensieri, rinnovo l’espressione della mia riconoscenza e for-mulo per Pescara e la sua Provincia ogni miglior auspicio di pace e di pro-sperità.

3. SALUTO DELL’ARCIVESCOVO A S. E. CARD. T. BERTONE

Eminenza Reverendissima,la Chiesa Metropolitana di Pescara-Penne, qui riunita in tutte le sue

componenti, Le porge il suo saluto e le manifesta la sua gratitudine per averaccolto l’invito di poter concludere queste celebrazioni in memoria delTrentesimo Anniversario del Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi quia Pescara dall’11 al 18 settembre dell’anno 1977.

Ringrazio gli Arcivescovi e Vescovi qui convenuti e che ci onorano del-la loro significativa presenza. Alle Autorità civili e militari, che già ci han-no rivolto il loro indirizzo di omaggio, il mio ossequio per la loro parteci-pazione numerosa.

Saluto e ringrazio il sindaco della Città di Pescara, Dott. Lucianod’Alfonso per aver accolto con entusiasmo la possibilità di erigere una sta-tua e intitolare una piazza al Papa Paolo VI di venerata memoria.

Il Congresso Eucaristico segnò per questa Chiesa locale il grande slan-cio e la prima verifica di quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II avevadonato a tutta la Chiesa Universale.

Così, come il Concilio fu guidato, sotto l’azione dello Spirito e per la

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mediazione del Collegio Apostolico, dai Sommi Pontefici Giovanni vigesi-moterzo e Paolo sesto, anche il Congresso qui a Pescara fu guidato da unPadre Conciliare ancora vivente, sua Eccellenza Reverendissima Monsi-gnor Antonio Iannucci e suggellato dalla presenza del servo di Dio, PapaPaolo sesto, che oggi abbiamo ricordato.

Siano rese grazie al Signore per il dono di quella stagione ricca di pro-getti pastorali e di tanto entusiasmo per quella primavera dello Spirito dicui sentiamo fortemente i benefici e che con rinnovato vigore vogliamocontinuare.

Eminenza Reverendissima, il Santo Padre Benedetto decimosesto, dopoaverLa avuta come suo primo collaboratore nella Congregazione per laDottrina della Fede, L’ha chiamata a questo alto incarico, di Suo Segretariodi Stato.

Questa responsabilità Le consente di vivere nel cuore della Chiesa, ac-canto al successore dell’Apostolo Pietro. Oggi per noi Lei pronuncerà leparole del Santo Padre che noi vogliamo accogliere con spirito di attenzio-ne e grande disponibilità.

Ci dia con la Sua testimonianza, la possibilità di entrare in questa cele-brazione eucaristica con rinnovato slancio verso il ministero missionariodella Chiesa, cum Petro et sub Petro, chiamati a farci portatori della BuonaNovella, nell’ascolto fiducioso della Parola, nella celebrazione dei divinimisteri, nella feconda testimonianza di carità, nel rinnovato impegno perl’unità della Chiesa, di tutte le Chiese e le comunità cristiane, nel fecondodialogo con le religioni e le culture, nella promozione della giustizia e dellapace.

Voglia, Eminenza carissima, riportare al Santo Padre, la nostra piena di-sponibilità a farci ascoltatori del suo lucido Magistero, per vivere da cre-denti questa stagione che la storia ci dona, nella solerte responsabilità adessere Chiesa: l’Una Sancta, diffusa per tutto il mondo, accesa di passioneper l’umanità che anela ad entrare nel regno di Dio.

Eminenza, La Chiesa e la Città di Pescara, unita a tutto il popolo di Dioche è pellegrino in queste terre, La ringrazia dal profondo del cuore.

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4. OMELIA DI S. E. CARD. T. BERTONE

Venerati fratelli nell’Episcopato e nel sacerdozio!Cari fratelli e sorelle nel Signore!

Sono grato al Signore che mi offre l’opportunità di presiedere questa so-lenne celebrazione, nel 30° anniversario del Congresso Eucaristico Nazio-nale di Pescara, che si concluse con la storica visita di Papa Paolo VI, divenerata memoria, il 17 settembre 1977. Ringrazio il vostro Arcivescovo,Mons. Tommaso Valentinetti, per il suo gentile invito e per le parole che miha rivolto all’inizio della Santa Messa. Un saluto cordiale indirizzo a tutti iVescovi presenti, con una menzione speciale per Mons. Antonio Iannucci,primo Vescovo di questa Diocesi di Pescara-Penne, che 30 anni or sono or-ganizzò il Congresso Eucaristico e accolse il Sommo Pontefice. Sono gratoalle Autorità civili e militari per la loro presenza. A tutti voi, cari fratelli esorelle in Cristo, convenuti in questa Cattedrale luogo-simbolo dell’unitàdella Comunità diocesana, giunga il mio saluto più caloroso. Giunga so-prattutto il saluto benedicente di Sua Santità Benedetto XVI, che ho l’onoredi trasmettere a ciascuno di voi, ad iniziare dal vostro Pastore. Il Papaesprime la sua vicinanza spirituale alle famiglie, ai giovani, ai bambini, agliammalati, all’intera città di Pescara con un ricordo particolare per quanti sitrovano in situazioni di difficoltà e di bisogno materiale e spirituale.

Il Santo Padre rivolge il suo pensiero affettuoso a tutti e si unisce spiri-tualmente all’odierna celebrazione, che non è solo una commemorazione,ma piuttosto una ripresa e una conferma dei contenuti che il Congresso Eu-caristico di Pescara offrì alla Chiesa in Italia, e che il suo predecessore Pao-lo VI sigillò allora con la sua presenza e la sua parola. Ripresa e confermaanche alla luce di una singolare coincidenza: Sua Santità Benedetto XVI hacompiuto la sua prima visita pastorale in Italia a Bari, il 29 maggio 2005,proprio per la conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. E colpisceanche il legame tra i temi dei due Congressi: quello di Pescara era “Il gior-no del Signore è la Pasqua settimanale del popolo di Dio”; e quello di Bariè stato “Senza la domenica non possiamo vivere”. Come non sottolineare ilnesso di continuità tra questi due eventi? A distanza di 28 anni essi mostra-no l’importanza e l’attualità del tema della Domenica, come elemento cen-

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trale e decisivo della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, che l’Epi-scopato italiano si è impegnato a portare avanti sotto la guida dei PonteficiRomani. Basti qui ricordare il filo rosso che collega la Costituzione conci-liare sulla liturgia con la Nota pastorale della CEI Il giorno del Signore, del1984, con la Lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II e con l’E-sortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis di BenedettoXVI.

Tre settimane fa, domenica 9 settembre, il Santo Padre celebrando laMessa nel Duomo di Vienna, durante il suo pellegrinaggio in Austria, nel-l’omelia si è soffermato proprio sul significato e il valore della Domenica.Egli ha fatto nuovamente riferimento alle parole dei Martiri di Abitene, tor-turati e uccisi per aver violato il divieto dell’imperatore Diocleziano di ce-lebrare la liturgia cristiana. Al giudice che li interrogava uno di essi rispose:“Sine dominico non possumus”. Questa espressione ha un duplice significa-to: Non possiamo vivere senza il dono del Signore, che è Lui stesso, eugualmente senza il giorno del Signore, cioè il tempo concreto dell’incon-tro con Lui nella celebrazione. E’ molto significativo che questa antichissi-ma testimonianza, risalente addirittura all’anno 304, sia ritornata così attua-le ai nostri giorni. E’ un fatto che fa riflettere. I cristiani del 2000 sentono ilbisogno di ritrovare il centro, il nucleo sorgivo della propria identità, ciò“senza cui non possono vivere”; e questa realtà non è “qualcosa”, ma“qualcuno”, cioè Cristo, che incontrano vivo nel memoriale della sua Pa-squa che è l’Eucaristia, e nel giorno che scandisce il ritmo del tempo se-condo la fede, cioè la Domenica. La Domenica diventa perciò un simbolo,quasi un sacramento di Cristo. Analogamente a ciò che rappresenta il saba-to per gli ebrei, vale a dire un memoriale della creazione e della liberazionedalla schiavitù, così la Domenica è memoriale della Pasqua di Cristo, com-pimento dell’azione creatrice e redentrice di Dio, Signore del cosmo e dellastoria.

Nei nostri Paesi di antica evangelizzazione, specialmente in Europa, siavverte quasi il bisogno di una riscoperta del cristianesimo, un cristianesi-mo rivisitato nella sua bellezza e verità originaria. E la Domenica sembrarappresentare un aspetto essenziale, centrale di questo volto originario dellanostra fede. Oggi infatti, pur apparendo in crisi il senso del sacro che la do-

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menica in un certo modo simbolizza, rimane tuttavia nelle persone il desi-derio, quasi una nostalgia di spazi e tempi in cui ritrovarsi in serenità e ve-rità, per nutrirsi di parole e di gesti che contengano un significato profondo,capace di saziare il cuore di ognuno e al tempo stesso da condividere congli altri. C’è bisogno di un “sacro” nuovo, adatto ai nostri tempi e al mondodi oggi. Un’esperienza religiosa basata meno sul dovere e più sull’essere,meno sul precetto e più su una necessità interiore. Il contesto attuale, uma-no e sociale, appare pertanto come un’opportunità per riscoprire il giornodel Signore, un’opportunità per dire anche noi, in modo nuovo: “Senza ildono e il giorno del Signore non possiamo vivere”.

La domenica è il giorno del Signore, che ci stimola costantemente a por-re sempre Lui, Gesù Cristo, al centro delle nostre esistenze personali e co-munitarie. A ben vedere si gioca qui anche una scelta di civiltà. In qualemondo vogliamo abitare? Quale mondo vogliamo lasciare ai nostri figli?Un mondo basato sull’avere, sul profitto, o un mondo impostato secondo lalogica dell’essere e del condividere? Il messaggio di Cristo non lascia spa-zio a dubbi e ambiguità: lo abbiamo sentito anche oggi, nel Vangelo del-l’uomo ricco e del mendicante Lazzaro (Lc 16,19-31). Il nome Lazzaro èuna abbreviazione di Eleazaro, che vuol dire Dio lo aiuta e l’autore sacro loha scelto appositamente quasi a ricordare che il povero è colui che può con-tare soltanto sull’aiuto divino. Chi vive in funzione di se stesso, chi accu-mula beni per goderne in modo egoistico non è gradito al Signore, e dopola morte non entrerà nel Regno della vita. Ed ancora, nella prima Lettura èrisuonata la voce del profeta Amos, a denunciare con forza lo scandalo dellusso offensivo di pochi che non si curano della rovina del popolo (cfr Am6,1-6). La Parola di Dio è chiara e la domenica è come il “luogo” in cui es-sa brilla quale lampada che fa luce in noi e nelle nostre comunità. Ogni do-menica la Chiesa ci chiama ad ascoltare le Scritture: “Hanno Mosè e i Pro-feti; ascoltino loro”, dice Abramo al ricco dannato, e aggiunge: “Se nonascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebberopersuasi” (Lc 16,31-32). Se non ci fosse la domenica come potremmoascoltare insieme la Parola di Dio? E se ascoltassimo veramente la Parolache ci viene proclamata ogni domenica, quante cose cambierebbero nellanostra vita personale, nelle nostre comunità, e anche nella società!

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Pensiamo per un momento a che cosa sarebbe il mondo senza la “dome-nica”, senza cioè l’ascolto comunitario del Vangelo e la celebrazione del-l’Eucaristia! Siamo talmente abituati ad avere questi tesori che rischiamo dinon percepire quanto essi siano indispensabili per la salvezza nostra e delmondo. Alla Chiesa è affidato il compito, come scrive san Paolo a Timoteo,di “conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino allamanifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tm 6,14). E il comanda-mento, contenuto nella Parola e nell’Eucaristia, non si conserva nasconden-dolo sotto terra, come fece quel servo pauroso ed ignavo con il talento rice-vuto dal Padrone (cfr Mt 25,18), ma annunciando la Parola e spezzando ilPane della Vita di giorno in giorno, specialmente di domenica in domenica,fino alla fine dei tempi. La domenica è un giorno che funge da ponte tral’avvenimento-Cristo e il suo ritorno glorioso. Nel momento culminante diogni celebrazione eucaristica, l’assemblea proclama: “Annunciamo la tuamorte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venu-ta”. L’Eucaristia è la Pasqua della settimana, che attualizza quella di Gesù eci proietta verso la Pasqua finale.

Il Vangelo non offre uno schema univoco di società, ma è lievito capacedi purificare, di rinnovare e di far crescere ogni cultura ed ogni società.Questo avviene per mezzo della Parola e dell’Eucaristia. La Parola offre laluce della verità, l’Eucaristia è reale presenza di Cristo che si fa cibo deicredenti. Occorrono entrambe per trasformare il mondo. Gesù Cristo è laParola e il Pane della Vita, testimone supremo della logica dell’amore. Ilsuo segno distintivo è lo spezzare il pane, che richiama le sue parole: “nonsono venuto per essere servito ma per servire”. Coloro che scelgono di par-tecipare alla Messa domenicale dovrebbero essere persone che credono inquesta logica e si impegnano a viverla, ma che, appunto per viverla, sannodi aver bisogno di Lui, del suo Pane, del suo “giorno”. Sanno che per vive-re sei giorni nel mondo del fare e dell’avere, è necessario immergersi perun settimo giorno nello Spirito dell’essere e del donarsi. Sanno di essere nelmondo ma non del mondo, e che perciò hanno bisogno di quel Pane per vi-vere, per essere se stessi, per pensare e agire da “battezzati”, cioè da perso-ne “immerse” in Dio, nella sua grazia e nella sua fedeltà. Il Battesimo è ilfondamento di tutta la vita cristiana, ma per vivere da battezzati c’è bisognodell’Eucaristia. Per camminare nella carità e nella luce – direbbero gli apo-

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stoli Paolo e Giovanni – bisogna mangiare il pane del cammino, cibo degliangeli, pane dei pellegrini. Per vivere nella ferialità, con le sue fatiche e lesue aridità, c’è bisogno della Domenica. Per attraversare il deserto, occorrefare delle tappe nelle oasi, dove ci sono le sorgenti d’acqua.

Una parola vorrei dire infine sull’adorazione eucaristica. Voi sapete quantoquesto tema dell’adorazione stia a cuore al Santo Padre. Ne fece cenno an-che nel Discorso tenuto al Convegno ecclesiale di Verona, lo scorso ottobre,quando disse: “Decisivo è il nostro essere uniti a Lui, e quindi tra noi, lostare con Lui per poter andare nel suo nome (cfr Mc 3,13-15)”, e aggiunse:“La nostra vera forza è dunque nutrirci della sua Parola e del suo Corpo,unirci alla sua offerta per noi, adorarlo presente nell’Eucaristia: prima diogni attività e di ogni nostro programma, infatti, deve esserci l’adorazione,che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire” (L’Osservato-re Romano, 20 ottobre 2006, p. 7). Come la logica dello spezzare il pane,anche quella dell’adorare è controcorrente rispetto alla cultura dominante.L’adorazione comporta fermarsi, sostare in silenzio, contemplare il misteronascosto sotto il velo del pane, dialogare con lo sguardo e con il cuore, rin-graziando il Signore Gesù semplicemente perché ha voluto rimanere connoi, e per il modo in cui è rimasto… Questa pratica dell’adorare è quantomai formativa e, direi, terapeutica per l’uomo di oggi, reso quasi incapacedi tutto ciò. Stare in ginocchio davanti al Dio fattosi carne sotto la speciedel pane spezzato costituisce un “bagno di verità”, un porsi nella giusta po-sizione rispetto al centro della realtà, cioè Cristo, affermando non con le pa-role ma con tutto l’essere che crediamo in Lui, che in Lui riponiamo la no-stra fiducia, che lo amiamo riconoscendo quanto Egli ci abbia amati e ciami sempre per primo. “Vivere d’amore”, direbbe Santa Teresa di GesùBambino: questo è ciò che accade a chi trova nell’Eucaristia il centro e laforma della propria esistenza. Vivere d’amore: per intercessione di MariaSantissima, Donna eucaristica, sia così per ognuno di noi, per tutta la Chie-sa, a lode e gloria di Dio e per la salvezza di tutti gli uomini. Amen.

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CONFERENZA EPISCOPALE ABRUZZESE-MOLISANA

Il Presidente

PROT. N. 15/07

Ecc.mi e ReverendissimiARCIVESCOVI e VESCOVI

Regione Ecclesiastica Abruzzese-Molisana-loro sedi-

Eccellentissimi Confratelli nell’Episcopato,

nell’ultima sessione della CEAM del 17 Ottobre c.a., come ben ricorda-te, è riemersa la questione dei costi delle cause di nullità matrimoniale in ri-ferimento ad alcuni casi di esorbitanti e disoneste richieste da parte di avvo-cati e procuratori. Abbiamo espresso, come Pastori della Regione Concilia-re, il biasimo per simili atteggiamenti e, senza remora alcuna, abbiamo ri-confermato l’obbligo di denunciare ogni forma di irregolare e di indebitataappropriazione di denaro ai danni dei fedeli che ricorrono alla giustizia ec-clesiastica.

Pertanto, al fine di evitare spiacevoli equivoci e disdicevoli comporta-menti, ribadiamo e rendiamo ulteriormente esplicite le Tabelle dei costi edei servizi dei Tribunali Ecclesiastici inerenti gli onorari degli avvocati edei procuratori nelle cause di nullità matrimoniali e il contributo di con-corso ai costi della causa richiesto alle parti.

Le tabelle, allegate alla presente, sono state deliberate dal Consiglio Epi-scopale Permanente della CEI nella sessione 22-25 Gennaio 2007 e sonoentrate in vigore il 1° Marzo 2007.

È nostro compito, comunque ricordare ai Parroci e ai Sacerdoti impegna-ti nelle attività pastorali di rendere pubblicità alla circolare del Presidentedel Consiglio Permanente, affinchè sia sempre rispettata la verità e l’onora-bilità della giustizia ecclesiastica, fonte di consolazione e di misericordiaper tanti fedeli che intendono riconciliarsi con la Comunità Ecclesiale e conla loro coscienza.

Per ogni ulteriore chiarimento i Parroci, i Sacerdoti e i fedeli possono ri-

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volgersi al Tribunale Ecclesiastico Regionale Abruzzese, sito in via Vernia,5, Chieti. il Presidente, Mons. Angelo Vizzarri che è a conoscenza di taliproblemi e con cui ho avuto un incontro personale, si è dichiarato disponibi-le per dare ogni informazione.

Colgo l’occasione per porgere i miei ossequi a ciascuno di voi, benedirvie confermarmi.

Lanciano, 19 ottobre 2007 dev.mo in X.stoCarlo Ghidelli

ONORARI DEGLI AVVOCATI E DEI PROCURATORINELLE CAUSE DI NULLITÀ MATRIMONIALE

CONTRIBUTO DI CONCORSO AI COSTI DELLA CAUSARICHIESTO DALLE PARTI

1. Onorario complessivo per il patrocinio nelprocesso di primo grado e nel processo diappello a norma del can. 1682 § 2

a. Onorario dell’Avvocato

b. Onorario del Procuratore (se distintodall’Avvocato)

2. Onorario per il patrocinio nel processodi appello con rito ordinario

a. Onorario dell’Avvocato

b. Onorario del Procuratore (se distintodall’Avvocato)

1. parte attrice

2. parte convenuta(se costiutita con patrono)

minimo

t 1.500,00

t 575,00

massimo

t 2.850,00

t 1.150,00

t 300,00

t 300,00

t 500,00

t 250,00

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VITA DIOCESANAAMMINISTRAZIONE

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Errata Corrige al Rendiconto 2006del Bollettino n. 1 Anno 2007

La Parrocchia S. Michele Arcangelo di Città S. Angelo ha versato per il Se-minario (O.V.E.) la somma di t 280,00 e non t 107,00

La Parrocchia di S. Michele Arcangelo ha versato per gli Emigranti la som-ma di t 220,00, precedentemente omessa.

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RENDICONTO DELLE OFFERTE RACCOLTEPER IL PROGETTO “FAMIGLIA D’AFRICA”

Viene consegnata alle stampe, con chiusura al 31/10/2007, la lista delleofferte raccolte per l’operazione “Famiglia d’Africa”. Ricordo che l’operaconsiste nella costruzione di una casa per bambini di strada e figli di carce-rati a Kampala, in Uganda, promossa da P. Felice Sciannameo in collabora-zione con l’Arcivescovo della Città, Mons. Cipriano Kizito Louwanga. Co-me è purtroppo naturale ci possono essere degli errori sia nella sostanza chenella forma. Vi prego di comunicarci sia eventuali errori che osservazioni:cercheremo di rispondere e chiarire, per quello che è possibile.

Un fraterno grazie a tutte le parrocchie, istituti e privati da parte dell’Uf-ficio Missionario, di P. Felice e dell’Arcivescovo di Kampala.

Sac. Tonino Di TommasoDirettore Ufficio Missionario

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Parrocchia S. Luigi – Pescara t 3.500,00

Suore S. Famiglia – Penne t 500,00

Parrocchia S. Andrea – Pescara t 3.500,00

Suore Immacolata S. ChiaraMontesilvano t 950,00

Azione Cattolica Italiana Diocesanat 1.100,00

Parrocchia B.V.M. delle GrazieCivitella Casanova t 748,00

Pontificio Sem Regionale – Chieti t 400,00

Parrocchia S. Gabriele dell’AddolorataPescara t 2.000,00

Suore della Misericordia – Pescarat 165,00

Parrocchia B. V. M. La NovaCellino Attanasio t 235,00

Parrocchia S. Giovanni Battista Pescosansonesco t 250,00

Parrocchia S. Andrea – Corvara t 40,00

Parrocchia S. Giuseppe – Penne t 1.555,00

Parrocchia S. Marco – Pescara t 200,00

Parrocchia B. V. M. Madre della ChiesaMontesilvano t 8.250,00

Parrocchia S. Gabriele ArcangeloCollecorvino t 710,00

Parrocchia S. Lucia – Collecorvino t 415,00

ParrocchiaS. Giovanni BoscoMontesilvano t 1.000,00

Parrocchia B. V. M. LauretanaCappelle sul Tavo t 1.500,00

Parrocchia B. Nunzio Sulprizio – Pescarat 300,00

Parrocchia B. V. M. Regina della PacePescara t 195,00

Parrocchia N. S. Gesù Cristo RePescara t 1415,00

Parrocchia Trasfigurazione – Pescarat 300,00

Parrocchia S. Antonio – Montesilvanot 1.017,70

Parrocchia della Visitazione B. V. M.Pescara t 2.000,00

Parrocchia S. Pietro Apostolo – Bisentit 530,00

Parrocchia B. V. M. del Monte CarmeloMontesilvano t 100,00

Suore della PresentazioneVia Pizzoferrato – Pescara t 610,00

Parrocchia S. Lucia – Pescara t 120,00

Parrocchia Assunzione B. V. MariaAlanno t 305,00

Parrocchia Spirito Santo – Pescara t 2.000,00

Parrocchia S. Famiglia – Pescara t 300,00

Parrocchia Immacolata Concezione B. V. Maria – Pescara t 3.000,00

Parrocchia S. Giuseppe – Pescarat 1.000,00

Parrocchia Gesù Risorto – Pescarat 70,00

Parrocchia S. Martino V. – Elice t 49,00

Parrocchia S. Francesco S. Penna S. Andrea - Valvomano t 371,00

Parrocchia S. Giusta – Penna S. Andreat 93,00

Parrocchia Gesù Buon Pastore Pescara t 300,00

Parrocchia S. Nicola – Farindola t 40,00

Parrocchia S. Lucia – Cepagatti t 485,00

Parrocchia S. Stefano – Cugnoli t 1.000,00

Parrocchia B. V. M. delle GrazieTorre de’ Passeri t 200,00

Parrocchia S. Michele – Pietranico t 100,00

Parrocchia Assunzione B. V. M. Castiglione a Casauria t 185,00

Parrocchia S. DonatoCastiglione Messer Raimondo t 550,00

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Parrocchia B. V. M. della PaceCittà S. Angelo t 105,00

Parrocchia S. Michele ArcangeloCittà S. Angelo t 500,00

Parrocchia S. Silvestro – Cermignanot 103,00

Parrocchia S. Martino – CermignanoPoggio delle Rose t 44,00

Parrocchia S. Domenico – Penne t 500,00

Parrocchia S. Giovanni e S. Benedetto Pescara t 550,00

Parrocchia B. V. M. Lauretana – Pianellat 300,00

Parrocchia S. Panfilo – Spoltore t 250,00

Parrocchia S. Sebastiano – CepagattiVillareia t 150,00

Parrocchia S. Pietro ApostoloLoreto Aprutino t 200,00

Parrocchia S. Cuore – Pescara t 1.540,00

Parrocchia S. Lorenzo – Nocciano t 688,49

Parrocchia Cristo Re – Alanno Stazionet 500,00

Parrocchia S. Camillo de LellisVilla Raspa - Spoltore t 220,00

Parrocchia S. Cristoforo – Moscufo t 424,73

Parrocchia Anime Sante – Moscufo t 142,68

Parrocchia S. Angeli Custodi – Pescarat 300,00

Parrocchia S. Michele Arcangelo Montesilvano t 550,00

Parrocchia B. V. M. del Fuoco - Pescarat 750,00

Autoepi Srl t 300,00

Parrocchia S. Donato – Pescara t 30,00

Parrocchia S. Antonio – Pescara t 500,00

Parrocchie S. Caterina e Gesù MaestroPescara t 500,00

Parrocchia B. V. M. del RosarioVilla Oliveti – Pescara t 100,00

Parrocchia S. Vittoria – Castilenti t 100,00

Parrocchia Assunzione B. V. MariaRosciano t 100,00

Parrocchie S. Michele Arc. (Vestea)e S. Giovanni B. (Villa Celiera) t 695,00

Parrocchia Gesù Bambino – Pescarat 1.000,00

Parrocchia S. Silvestro – Pescara t 500,00

Parrocchia S. Marina – RoccafinadamoPenne t 225,00

Parrocchia S. Rocco – Vicoli t 100,00

Parrocchia S. Giovanni BattistaCatignano t 300,00

Parrocchia S. Paolo Apostolo – Pescarat 500,00

Parrocchia S. Agostino – Città S. Angelot 485,00

Parrocchia S. Nicola – VillanovaCepagatti t 70,00

ParrocchiaS. Agata – Cepagatti t 20,00

Parrocchia B. V. M. del Rosario Pescara t 422,73

Parrocchia S. Carlo Borromeo Carpineto t 385,00

Liceo Scientifico Galilei – Pescara t 1.500,00

Parrocchia S. Flaviano – Basciano t 80,00

Parrocchia B. V. M. di Ronzano Castelcastagna t 20,00

Parrocchia S. Pietro Apostolo – Pescarat 1400,00

Parrocchia S. Giovanni Battista Villa S. Giovanni – Rosciano t 50,00

Istituto Ravasco – Pescara t 300,00

Anna Giuliani – Pescara t 3.000,00

TOTALE: t 64.154,33