AZIONE CATTOLICA RAGAZZI, GIOVANISSIMI E GIOVANI · NON IMPORTA • L’uomo è irragionevole,...

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Anno 13, Numero unico Estate 2003 AZIONE CATTOLICA RAGAZZI, GIOVANISSIMI E GIOVANI Ci sono racconti che sembrano non avere tempo né spa- zio: anche se è pas- sato molto tempo da quando sono stati scritti o narrati, essi ci danno l’impressio- ne di essere estrema- mente attuali e veri anche per la nostra vita. Tra queste nar- razioni possiamo porre anche le para- bole narrate da Ge- sù ai suoi contempo- ranei e registrate nel Vangelo. Abbiamo scelto, come tema di quest’anno, una del- le più drammatiche: la parabola del Buon Samaritano . La domanda, che abbiamo inteso af- frontare e risponde- re, è: come mai que- sto racconto di due- mila anni fa è così significativo anche oggi? Insomma: qua- li valori e quali pro- poste racchiude? Quali sono le provo- cazioni che ci vengo- no rivolte? Come possiamo noi, oggi nel 2003, accogliere questa sfida che Ge- sù ci ha fatto di esse- re... COME IL “BUON SAMARITANO”?!? La risposta abbia- mo cercato di trovar- la insieme, vivendo l’esperienza del Cam- peggio: lì è la vita stessa di ogni giorno che ci fa fatto da ma- estra. UNA PARABOLA-RACCONTO, uno stile di vita Catto… a macchia d’olio!!! Parabola e Riflessioni 2 Le attualizzazioni 4 Gli ateliers 2003 6 La Tregiorni di Bedretto 8 AlpTransit S. Gottardo 10 Diversi reportages 11-15 Giochi 15-16 Sommario: Notizie di rilievo: Il Buon Samaritano: l’esempio per il no- stro “farsi prossimi” Alptransit: cantiere in progresso, giorno dopo giorno Le attività del Cam- peggio Catto 2003: fantasia e varietà a pieno ritmo! Come... Come... Devi Devi sporcarti le mani... sporcarti le mani...

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Didascalia dell'immagine o della fotografia

Anno 13, Numero unico Estate 2003

AZIONE CATTOLICA RAGAZZI, GIOVANISSIMI E GIOVANI

Ci sono racconti che sembrano non avere tempo né spa-zio: anche se è pas-sato molto tempo da quando sono stati scritti o narrati, essi

ci danno l’impressio-ne di essere estrema-mente attuali e veri anche per la nostra vita. Tra queste nar-razioni possiamo porre anche le para-

bole narrate da Ge-sù ai suoi contempo-ranei e registrate nel Vangelo. Abbiamo scelto, come tema di quest’anno, una del-le più drammatiche: la parabola del Buon Samaritano. La domanda, che abbiamo inteso af-frontare e risponde-re, è: come mai que-sto racconto di due-mila anni fa è così significativo anche oggi? Insomma: qua-li valori e quali pro-poste racchiude? Quali sono le provo-cazioni che ci vengo-no rivolte? Come possiamo noi, oggi nel 2003, accogliere questa sfida che Ge-sù ci ha fatto di esse-re... COME IL “BUON SAMARITANO”?!? La risposta abbia-mo cercato di trovar-la insieme, vivendo l’esperienza del Cam-peggio: lì è la vita stessa di ogni giorno che ci fa fatto da ma-estra.

UNA PARABOLA-RACCONTO, uno stile di vita

Catto… a macchia d’olio!!!

Parabola e Riflessioni 2

Le attualizzazioni 4

Gli ateliers 2003 6

La Tregiorni di Bedretto 8

AlpTransit S. Gottardo 10

Diversi reportages 11-15

Giochi 15-16

Sommario:

Notizie di rilievo:

• Il Buon Samaritano: l’esempio per il no-stro “farsi prossimi”

• Alptransit: cantiere in progresso, giorno dopo giorno

• Le attività del Cam-peggio Catto 2003: fantasia e varietà a pieno ritmo!

Come...Come...

DeviDevi sporcarti le mani...sporcarti le mani...

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Un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leg-gi?». Costui rispose: «Ame-rai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ que-sto e vivrai». Ma quegli, volendo giu-stificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Ge-sù riprese:

«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, la-sciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella mede-sima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo

1ª RIFLESSIONE • Dio è Amore. Ce lo ha dimo-

strato Gesù con tutta la sua vita e ce ne ha resi partecipi.

• La carità è l’amore con cui Dio ci ama e che ci comunica attraverso lo Spirito di Gesù Cristo. Mediante la carità pos-siamo amare Dio ed i fratelli con l’amore con cui il Padre ama il Figlio e noi.

• È un amore che non conosce misura. Dobbiamo amare co-me Gesù ci ha amati. La mor-te di Gesù in croce è un gesto di amore per noi e per tutti gli uomini!

2ª RIFLESSIONE • I Dieci Comandamenti sono

dieci parole di amore di Dio all’uomo, date da Dio agli uomini perché possano vivere bene (Es 20,1-17). Del-le Dieci Parole che Dio pro-nuncia, tre lo riguardano diret-tamente, le altre sette riguar-dano l’uomo.

• Quando un dottore della Leg-ge chiederà a Gesù: “Maestro, qual è il più impor-tante di tutti i comandamen-ti?”, Egli risponderà: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze e ama il prossimo tuo come te stesso” (Mc 1-2,28-31) ⇒ Gesù ha riassunto i Dieci Comandamenti in uno solo: ama Dio ed ama il prossimo come te stesso!

• Non è possibile amare Dio Padre senza amare i suoi figli, gli uomini! Come cristiani sia-mo chiamati ad amare il pros-simo in Dio e Dio nel prossi-mo. Altrimenti parliamo solo di “altruismo”.

P A G I N A 2

vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli ac-canto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giu-mento, lo portò a una lo-canda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estras-se due denari e li diede al-l'albergatore, dicendo: Ab-bi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo ri-fonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sem-bra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassio-ne di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stes-so» [Lc 10,29-37].

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

come… il buon samaritano

Chi ha troppi interessi propri e non è disponibile all’altro, volta la testa dall’altra parte...

La vita è esigente: una persona non sa mai in antici-po che cosa gli riserva il futuro!

… il Buon Samaritano accetta invece la sfida di “farsi prossimo”, ossia di avvicinarsi a chi gli è in ogni momento più vicino, più prossimo.

LA PARABOLA E LE RIFLESSIONI

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◊ quali sono le mie emozioni positive, negative; i miei pen-sieri?

◊ quale valore mi guida? ◊ conosci il tuo corpo? lo accet-

ti? lo rispetti nei suoi ritmi? lo curi troppo?

• Dovrò volermi bene così come mi scopro, accettarmi perché Dio mi ha voluto così, mi ha creato così e mi ama così come sono (un bacio dal cielo! Vedi vignetta di GiBì). Questo non vuol dire che devo rimanere sempre co-sì…

• Conoscersi per accogliersi signi-fica quindi: ama il regalo che sei, aprilo piano piano e vedi cosa c'è dentro e così saprai acco-gliere serenamente te stesso in ogni particolarità.

• Attenzione a non amare troppo se stessi! ⇒ egocentrismo, egoi-smo: non altruismo e sicuramen-te non … carità!

• Più mi conosco, più scopro Gesù e l’amore grande di Dio in me!

• Più conosco me e sento l’amore di Dio, più sento che devo donar-mi a chi ha bisogno!

Ma:

◊ mi accorgo degli altri (il sa-maritano “vide” l’ebreo feri-to);

◊ do agli altri tutto l’aiuto di cui essi hanno bisogno (“gli si fece vicino, gli fasciò le ferite”);

◊ mi impegno per risolvere il suo problema in modo defi-nitivo (“diede due denari all’albergatore”).

• “Diventare prossimo”, quin-

di, è un comportamento, un modo di vivere, uno stile.

• Ciò che facciamo ai nostri fratelli, Gesù lo considera fat-to direttamente a se stesso!

• Gesù, sulla croce, si è fatto prossimo a ogni uomo: si è fatto più piccolo del più picco-lo degli esseri umani nella peggiore delle situazioni ⇒ ha salvato dal peccato tutti, indistintamente!!

4ª RIFLESSIONE • Dobbiamo ricordarci di amare

anche… noi stessi ! • Il “volersi bene” implica il cono-

scere se stessi :

◊ chi sono io? ◊ quali sono i miei pregi, i miei

difetti, i miei talenti? ◊ quali sono i miei limiti?

3ª RIFLESSIONE • Ma chi è il mio prossimo? • “Prossimo” = superlativo di

“vicino” = molto vicino nello spazio.

• Nella Bibbia “diventare prossimo” = avere com-passione = soffrire con = calarsi nei panni dell’altro, facendosi carico delle sue sofferenze (empatia; carità).

• Quindi:

◊ non delego a nessuno, nemmeno alla Provvi-denza, ciò che mi è ri-chiesto di fare!

◊ non cerco alibi (non ho tempo…, non tocca a me…., non so cosa fa-re…);

◊ non devo giudicare o a-vere pregiudizi nei con-fronti del prossimo. An-che l’antipatico ed addi-rittura il nemico sono a-mati da Dio! Il Buon Samaritano aiuta con tutto ciò che ha, in

qualità umane e in mezzi materiali

Dice Gesù: “Se uno ti chiede di fare con lui un miglio, tu con lui fanne due…”

Tu che non sei uno di noi, perché non hai sofferto mai, di fronte al dolore altrui non sai cosa fare.

Tu che vivi la solidarietà come un gesto di generosità: pochi spiccioli o un grosso assegno che tranquillizza la tua coscienza.

Rit.: Devi sporcarti le mani...

Tu che cerchi la tua tranquillità e ti siedi sulla comodità, non vuoi metterti mai nei fatti altrui: pensi solo a te stesso.

Credi di possedere la verità e hai risposte per ogni realtà, ma ti fermi nel mondo delle idee: non riesci ad uscirne fuori. Devi sporcarti le mani per lavorare. Devi sporcarti le mani per aiutare. Devi sporcarti le mani se vuoi salvare. Se vuoi salvare.

Lo cercavano tutti: era il Messia; lui amava senza ipocrisia e per questo donò la vita sua sopra una croce.

Ha lasciato un esempio a tutti noi: che ci amassimo come ha amato lui ed il premio sarà l'eternità e la gioia quaggiù nel mondo.

Rit.: Devi sporcarti le mani...

P A G I N A 3

La canzone del campeggio 2003 : “devi sporcarti le mani ”

A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

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NON IMPORTA • L’uomo è irragionevole, illo-

gico, egocentrico. Non im-porta, amalo!

• Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici. Non importa, fa’ il bene!

• Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri ne-mici. Non importa, realizza-li!

• Il bene che fai verrà domani dimenticato. Non importa, fa’ il bene!

• L’onestà e la sincerità ti ren-dono vulnerabile. Non im-porta, sii franco ed onesto!

• Tutto quello che hai costrui-to può essere distrutto in un attimo. Non importa, co-struisci!

• Se aiuti la gente, se ne risen-tirà. Non importa, aiutala!

• Dà al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci. Non importa, dà il meglio di te!

[Madre Teresa di Calcutta]

paura di sporcarsi le mani, non essere schizzinosi, non prendere in giro. Ma piuttosto: provare compas-sione, farsi prossimo, soc-correre con ciò che si ha e con ciò che si è!

Tutti i gruppi di vita in Campeggio si sono confron-tati personalmente con la parabola e con i suoi conte-nuti: compito di ognuno di essi era di preparare un mo-mento di gruppo da presen-tare agli altri partecipanti del campeggio. Il contenuto di ogni presentazione doveva essere una libera esposizione o riflessione sul tema del Buon Samaritano. Ecco una sintesi dei lavori presentati.

Gruppo THE JEFF COMPANY • “COME HO FATTO IO…” • L’amore è contagioso, per-

ché è la più grande aspira-zione dell’uomo “amare come Dio ama”.

• Spesso questo contagio avviene tramite la testimo-nianza: una croce portata al petto, una frase, una parola. Tutto può divenire occasione per testimonia-re che Dio ci ama.

• La parabola del Buon Sa-maritano non è semplice-mente una vecchia storia di 2000 anni fa; è possibile viverla anche oggi!

• Gli atteggiamenti da vive-re sono gli stessi: non esse-re indifferenti, non aver

Gruppo MAI DIRE PARABOLA • “MAI DIRE PARABOLA!” • L’amore e l’arte di amare

come Dio ama si impara-no dai grandi; p.es. S. Gio-vanni Bosco oppure Ma-dre Teresa di Calcutta.

• Aiutando una persona al giorno, il mondo sarebbe subito migliore!!!

• La preghiera di Madre Te-resa di Calcutta…

P A G I N A 4 C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

come… il buon samaritano LE ATTUALIZZAZIONI

DELLA PARABOLA

Gruppo FIAMME AZZURRE • “VITA DI FAMIGLIA” • Essere Buon Samaritano,

è possibile anche in casa nostra e nella vita quoti-diana? La risposta è “sì”!!!

• È molto facile trovare del-le scuse per non fare delle cose oppure per non farsi prossimo.

• C’è dentro di noi la “co-scienza”, che ci richiama alla compassione altrui.

• Tutti noi possiamo diveni-re ed im-parare ad essere come il Buon Sa-maritano, come Ge-sù!!!

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• Come nella canzone “Ma-ry”: Mary che cammina sui sen-tieri più scuri; sta cercando sor-risi sinceri oltre i muri di questa città, uoooh! […] Hey guarda c’è Mary, è tornata in stazione; sai stringe la mano a due persone; il suo bel viso ha cambiato espres-sione: senza più gocce di dolore ora la bacia il sole, bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore.

Gruppo SMILE • “PER GIOVANI ED ANZIANI” • Assumere il Buon Samari-

tano ed il suo stile come un esempio ed un model-lo per la propria vita non è una cosa che riguarda u-na determinata fascia di età o classe sociale.

• È uno stile, che—secondo l’invito e l’esempio di Ge-sù—è per ciascuno di noi una proposta impegnativa ma vivibile: lo stile del “farsi prossimo”!

Gruppo PACIUGO, LA PASTA AL SUGO • “RITORNARE SULLE STRADE

DELLA GIOIA E DELLA PACE” • In tante situazioni il farsi

prossimo significa propria-mente permettere a qual-cuno di ritornare sulle stra-de della gioia, della sereni-tà e della pace.

P A G I N A 5 A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

Gruppo “THE JEFF COMPANY” Sofia A., Omar B., Simone B., Francesco C., Marta C., Ros-sella C., Giulia F., Trevor F., Giuseppe Z. Animatori: Jeff M., Fiorenzo F., Simone V. e Chan-tal M.

Gruppo “LE FIAMME AZZURRE” Francesco B., Massimo B.-M., Stefano D.L., Corrado G., Ma-ria Carmela I., Flavio M., Chiara M., Rachel M., Astrid N., Alex P. Animatori: Alessan-dro “Polo”, Doris F. e Evelyne M.

Gruppo “PACIUGO… LA PASTA AL SUGO” Ester B., Valeria B., Arianna C., Francesco C., Simone C., Sara M., Mara M., Lucio N., Luana P., Mattia T. Animatori: CarLett V., Tiz V. e Paolo A.

Gruppo “SMILE” Thérèse B., Misia B., Jean-Michel F., Enrico K., Rey M., Ilenia P., Luca S., Cesar T., Jessica T., Giuditta V. Anima-tori: Maria Grazia G., Zoran J. Chiara F. e Michele M.

Gruppo “MAI DIRE PARABOLA” Giorgio A., Sara B., Jamisse C., Gaia C., Isabel I., Julia M., Mi-chela P., Michela S., Paolo Z. Animatori: Andy V., Alessan-dro M. e Giovanni B.

I Gruppi

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Da qualche anno, ormai, abbiamo introdotto la con-suetudine di svolgere duran-te il Campeggio a Catto (l’unico al mondo senza le… “tende”) degli atelier.

In questi momenti di diver-timento ma anche di forma-zione personale (nel diverti-mento) ciò che sta al centro non sono tanto degli inse-gnamenti pratici per la pro-pria vita o l’insegnamento spirituale che può venire dall’ascolto e dalla riflessione sul personaggio dell’anno e dalla sua storia, quanto piut-

Sono state diverse le offer-te di quest’anno: alcune era-no delle riproposte già speri-mentate negli anni scorsi, altre attività erano nuove. Tutte hanno raccolto un buon successo ed hanno “prodotto” qualcosa, che poi durante il Campeggio oppu-re (per la maggior parte) du-rante la Giornata conclusiva con i genitori è stato condivi-so con tutti.

Per la serietà del lavoro e per la qualità dei risultati un grandissimo complimento a tutti quanti!

P A G I N A 6

tosto il fare pratico, acquisen-do delle conoscenze sul ter-reno di ciò che si sta facendo e mentre lo si sta facendo.

Atelier Giornalismo all’opera: han-no collaborato i gruppi di vita del Campeggio, nonché gli animatori Zoran, Simone, Davide, Fiorenzo e donMax.

na, non consideriamo. Osservando i vari cartello-

ni, si può costatare che ogni persona ha un modo di e-sprimersi differente: ciò fa capire il sentimento che una persona prova stando a stret-to contatto con la natura.

Oltre ad aver creato il car-tellone, abbiamo fatto lo yo-gurt, che il giorno successivo abbiamo gustato.

In conclusione possia-mo dire che l’Atelier Natura ci ha permes-so di passare un’ora intensa, molto diversa dal solito.

ISA & MIKI P.

Noi dell’Atelier Giornali-smo abbiamo cercato di fare un Giornalino del Campeg-gio: ognuno dei partecipanti, guidati dagli esperti animato-ri, ha dato il proprio contri-buto nella stesura di articoli, interviste, reportages e rubri-che (giochi, barzellette, ecc.).

Lo scopo principale era quello di produrre un mezzo che ci aiuti a ricordare ed a tener vivo il ricordo di quan-to abbiamo vissuto insieme in queste due settimane di vita in comune. Il risultato lo potete costatare da voi stessi (lo state tenendo nelle vostre mani!!!): buona lettura degli articoli, delle interviste e dei molti inserti speciali e buon divertimento con la rubrica di svago!

GIORGIO

Come possiamo sentirci a stretto contatto con l’ambiente circostante? Gra-zie all’Atelier Natura ci siamo sentiti partecipi delle varie bellezze che ci circondano ed allo stesso tempo abbia-mo potuto esprimerci libera-mente, decorando un cartel-lone con elementi diversi (foglie, fiori…), che spesso e volentieri, nella vita quotidia-

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

Atelier natura

Una bella tradizione: gli ateliers! ! !

Giornalismo

Atelier Natura: le guide animatrici Maria Grazia, Dominique e Doris.

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ché mi diverto e poi è da di-versi anni che pratico l’Ateli-er Sport e non voglio rovina-re la tradizione, diciamo così.

Mi sembra di capire. Ma di preciso cosa si pratica in que-sto atelier? Non mi rispon-da… sport, perché questo è ovvio! (PA) Quest’anno pos-siamo praticare solo la Palla-volo, per via della morfologia del terreno. (continua a p. 11)

L’espe è andato male? No problem: riciclalo! In questo atelier sono stati svelati pre-ziosi consigli per trasformare montagne di vecchia carta (espe ed esercizi compresi) in una graziosa carta da lettere, in bigliettini e fogli colorati. Se l’idea di sbarazzarti della vecchia carta, producendo qualcosa di utile e bello, ti ispira, procedi in questo mo-do:

• Strappala in tanti pezzet-tini non più grandi di un francobollo (per ottener-la più allegra, aggiungi

P A G I N A 7

Atelier carta

Intervista a Paolo Arrigoni, uno degli animatori dell’Ate-lier Sport 2003.

Buongiorno! (PA) Buon-giorno!

Oggi la intervisteremo ri-guardo all’Atelier che lei diri-ge. (PA) Molto bene!

Passiamo subito alla prima domanda: come mai lei ha deciso di dirigere questo ate-lier? (PA) Prima di tutto per-

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Atelier sport

Atelier Informatica, guidato con perizia da Jeff, Andy e Carlo.

pezzetti di tovaglioli del colore che preferisci).

• Metti tutto in un secchio e dopo averlo riempito d’acqua trita tutto con il mixer.

• Quando avrai ottenuto una poltiglia senza pez-zetti di carta interi, metti-la in un telo e strizzala ben bene.

• Dopo aver ottenuto una pallina, spezzettala in u-na bacinella d’acqua.

• Passa l’apposito telaio nella bacinella.

• Stendi il foglio bagnato tra due stracci e appendi-lo ad asciugare.

• Aspetta qualche ora ed il gioco è fatto.

Ora sentiamo che ne pen-sano alcuni dei nostri amici:

• Me ne sono andato… • È bello per il risultato

concreto che si ottiene e non è cosi difficile

• È bello giocare ad altro, mentre gli altri lavorano

• Roba da donne • Come essere in cucina… • La carta è bella, la carta è

buona! SARA & MIKI S.

Atelier INFO

L’Atelier Informatica è pia-ciuto a tutti! Abbiamo intervi-stato gli animatori ed alcuni partecipanti.

Quali sono stati gli obietti-vi? (Jeff) Si è data l’opportunità di familiarizzare un po’ con il computer, e-splorandolo. Un altro obietti-vo è stato quello di aiutarsi a vicenda.

Quali sono state le attività svolte? (Andy) Scrivere docu-menti, fare una presentazio-ne di tutti i lavori; ev. anche un sito internet. Per quelli che non avevano mai usato un computer si trattava di imparare ad accenderlo ed a compiere le operazioni ele-mentari.

Cosa ti è piaciuto dell’ate-lier Info? (Partecipanti) Modi-ficare e commentare le foto; ascoltare la musica; fare ca-sotto nel computer del Jeff…

Cosa ti sarebbe piaciuto fare? (Partecipanti) Poter na-vigare in Internet; stampare i documenti; disegnare.

L’atelier si svolgeva nella mansarda, dove erano a di-sposizione vari computer.

GAIA & JULIA

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DIARIO DELLA TRE GIORNI A BEDRETTO Mercoledì mattina, ore 9.15, siamo partiti da Catto per andare a Bedretto. Appe-na arrivati siamo andati a si-stemarci negli alloggi: 4 ca-panne. Per pranzo siamo poi andati al passo della Novena. Il pomeriggio abbiamo mon-tato tutto l’accampamento: chi la cucina, chi i gazebo, chi le indicazioni segnaleti-che, chi il fuoco e la legna per il bivacco e chi procede-va al “parco veicoli”, cioè… alla pulizia dei furgoni! La serata è stata molto leggera: quiz, giochetti e canti!

stati altrimenti avremmo pro-prio preso una bella lavata! Venerdì, dopo colazione, ci siamo trasferiti All’Acqua per la S. Messa e poi al passo del S. Gottardo per il pranzo. Rientrati a Bedretto alle no-stre suite, abbiamo smontato il campo e poi ci siamo pre-parati per la partenza.

SOFIA E ROSSELLA

un quiz preparato da uno dei gruppi. Quasi tutti si sono divertiti e hanno detto che è stata un’esperienza positiva.

OMAR E FRANCESCO

Verso le 13.20h siamo par-titi dal passo della Novena verso la capanna Goderli. Per certi la fatica era poca, per altri tanta. Ma tutti sono stati meravigliati dal panorama: era bellissimo [FOTO]!!! Abbiamo dovuto attraver-sare dei pezzi innevati sui quali abbiamo scivolato sulla via di ritorno… La passeggia-ta è piaciuta alla maggior

Verso le 11h di mercoledì 24 giugno siamo arrivati a Bedretto, alle nostre quattro suite, tre delle quali erano abbastanza vicine e una piut-tosto lontana. Giunti sul posto abbiamo scaricato le valigie e ci siamo sistemati nelle camere asse-gnateci. Abbiamo disfatto le valigie e messo in ordine le nostre cose. Divisi in gruppi abbiamo dovuto portare a termine diversi compiti, come montare i gazebo, mettere a posto la cucina, raccogliere la legna per il focolare, defi-nire il perimetro, preparare la serata, lavare i furgoni… La giornata è finita in un modo molto divertente, con

parte della gente che vi ha preso parte. SIMONE, TREVOR, GIUSEPPE

Tra i compiti più ingrati, come lavare i furgoni e aiuta-re la cucina, vi era nel mezzo la preparazione del bivacco, con annessa la ricerca e il ta-glio della legna. I coraggiosi e volenterosi della barac… suite 4, trascina-

P A G I N A 8

Giovedì la giornata è inco-minciata con una certa pre-occupazione vista la pioggia, per cui siamo andati a visita-re il Caseificio del San Gottar-do. Il tempo, infine, è miglio-rato e quindi abbiamo potu-to fare una gita in montagna alla capanna Goderli. La maggior parte dei ragazzi ha avuto difficoltà poiché c’era la neve, sulla quale il nostro “beduino d’alta monta-gna” (Jeff) ha fatto una cor-settina in calze! La sera si è riproposto lo stesso copione: stavamo per recarci al bivac-co, ma proprio in quel mo-mento si è messo a piovere: per fortuna non ci siamo spo-

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

arrivo e sistemazione

La Tregiorni a Bedretto—Cioss prato

la passeggiata

il bivacco

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grasso del latte, che, dopo essere stato lavorato a lungo, viene messo nelle forme (con lo stampo del nome); alla fi-ne di questo procedimento il formaggio viene fatto passa-re nella salamoia per circa 24 ore al fine di essere salato e avere più sapore. Il giorno dopo le forme vengono messe in cantina per la stagionatura; a poco a poco si formerà la crosta.

GIULIA E MARTA

Come funziona un caseifi-cio? Ce lo ha spiegato la gui-da: contadini del canton Uri portano il latte fresco delle loro mucche, il latte viene poi pompato nelle cisterne (per ogni litro di latte si ricevono circa 90 centesimi). Questi contadini per esse-re riconosciuti devono digita-re un codice personale. Il lat-te viene prima raffreddato e poi riscaldato per non lasciar passare i batteri. Per fare il formaggio è necessario il

inutile ritornammo in capan-na.

RED.

Solidariometro… ma cosa sarà mai??? Partiamo dal principio: solidarietà… Il titolo della TreGiorni era: “Mani solidali”, per far passare il concetto di “solidarietà”, os-sia un aiuto ed una collabo-razione vicendevole in vista del bene comune e di tutti. La Tregiorni di Bedretto era incentrata sul significato dell’essere il buon samarita-no, e per misurare questa nostra filantropia, solidarietà per il prossimo, abbiamo usa-to il solidariometro: un sem-plice tubo, nel quale abbia-mo inserito, secondo il crite-rio dell’esame di coscienza personale, dei sassolini colo-rati: uno, due, tre o addirittu-

ti dai masoc-animatori Simo-ne e Zoran, furono entusiasti dell’idea di addentrarsi nella oscura pineta sottostante alla ricerca di esili giunchi e pezzi di legno con cui creare il bi-vacco. Dopo aver saccheggiato il saccheggiabile, in fatto di legna, dai turisti tedeschi il nostro impavido Simone è partito alla ricerca di ulteriore legname. Dopo un’ora in cui Simone fu creduto disperso o attaccato da qualche toro geloso, arrivarono i rinforzi sottoforma di Davide e l’ami-co rimorchio, carico di legna e il furgone pulito appena 10 minuti prima, ora brozzo co-me d’abitudine. Durante lo scarico di pe-santi legni dal rimorchio sen-tiamo (con nostra profonda gioia) alcune gocce. Con ovvia ira dei ragazzi per il lavoro apparentemente

ra nessuno. Mettere in prati-ca l’insegnamento della para-bola del buon samaritano non è stato facile, ma l’espe-rienza di vita, ragazzi e ani-matori insieme che vivono la gioia del farsi prossimi, è sta-ta molto positiva.

FIORENZO

P A G I N A 9 A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

La mattina del 26 giugno tutti noi dell’AC di Catto sia-mo partiti dalle “baracche” di Bedretto per andare a visita-re il caseificio del Gottardo, che produce non solo ottimi formaggi, ma anche yogurt, gelati, burro… Arrivati a destinazione ab-biamo subito notato una grossa cisterna che contiene il siero del latte, il quale non venendo usato in Ticino vie-ne portato in Svizzera tede-sca dove viene dato ai maiali.

i l sol idar iometro

V i s ita “a formaggini ”

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In un pomeriggio della seconda settimana di Cam-peggio abbiamo visitato il Cantiere di AlpTransit a Bo-dio-Pollegio. Qui è stato co-struito un centro di informa-zione e di documentazione, che rimarrà a questo scopo anche dopo che il cantiere e l’opera di AlpTransit saranno ormai smontati del tutto (fra 20 anni?!?).

La visita comprendeva u-na parte informativa con mezzi fotografici: qui ci sono state date le informazioni es-senziali su quest’opera mo-numentale ormai in avanzata fase di progettazione e di re-alizzazione.

Con i suoi 57 km, la galle-ria di base del S. Gottardo sarà il traforo ferroviario più lungo del mondo. Il tunnel rappresenta il centro vitale della nuova linea di pianura attraverso le Alpi. I due tubi (andata e ritorno) attraversa-no le principali unità geologi-che delle Alpi.

Il traforo favorirà il tra-sporto delle merci—sottraen-dole alla strada– e ridurrà notevolmente i tempi di per-correnza della tratta attraver-so le Alpi: se da Zurigo a Mi-lano ci vogliono oggi ancora 4h, ad opera conclusa ci si impiegheranno solo 2,5h.

Tempo di realizzazione: ca. 20 anni!!!

P A G I N A 1 0

Abbiamo poi potuto visita-re, con tanto di casco di sicu-rezza, il portale sud della line-a AlpTransit. Non abbiamo potuto vedere l’enorme mac-china di perforazione all’ope-ra, ma abbiamo visto com’è fatta: è lunga che non finisce più; veramente impressio-nante! Si può vederla all’opera nella giornata delle porte aperte al cantiere: prossima volta in settembre!

Infine abbiamo potuto guardare i vari documentari che sono stati allestiti al pri-mo piano del Centro. Inutile dire che la postazione più visitata era il… videogioco!!!

REDAZIONE

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

ALPTRANSIT SAN GOTTARDO

Lo scavo del portale Sud della linea Alptransit a Bodio

Prospettiva dall’alto sul Cantiere AplTransit di Bodio-Pollegio L’

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Visita ai pompieri di Biasca: uno dei mezzi interessanti, l’Autopompa

Pieno equipaggiamento personale e di mezzi: qui il Libervit

All’interno della caserma dei pom-pieri a Biasca

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to come il Ticino è diviso in sei zone (Lugano, Locarno, ecc.) ed in cinque settori (A, B, C, D e montagna).

Nella seconda postazione un pompiere si preparava come se avesse dovuto anda-re a spegnere un incendio. Ognuno di essi ha una pro-pria divisa, composta dal ca-sco, il cui colore cambia in base ai gradi (bianco per gli ufficiali, giallo per i sottouffi-ciali e rosso per i pompieri); giacca e pantaloni (che pro-teggono per qualche secon-do dalle fiamme, dai colpi, dagli oggetti taglienti e dall’acqua) nonché un paio di robusti scarponi.

Martedì 1° luglio, in una splendida giornata di piog-gia, abbiamo fatto visita ai Civici Pompieri di Biasca. Fare il pompiere non è un lavoro, ma un volontariato. Essi, in-fatti, occupano il loro tempo libero, facendo il pompiere.

In tutto il Ticino il motto del pompiere è: SALVARE (PERSONE), TENERE (NON FAR BRUCIARE ALTRE CASE) E SPEGNE-RE (IL FUOCO). Dopo essere stati divisi in quattro gruppi abbiamo visitato tutta la zo-na in due ore.

La prima postazione ri-guardava la teoria: infatti, un pompiere, per mezzo di un retroproiettore, ci ha spiega-

La terza postazione era dedicata ai mezzi di traspor-to. Essi erano divisi in due categorie: mezzi leggeri (l’auto del comandante...) e mezzi pesanti (autoscala, au-tobotte…).

Infine la quarta postazione riguardava la pratica: tre pompieri ci hanno mostrato come smontare vetri, porte e come tagliare cinture per sal-vare una persone incastrata in un’auto dopo aver fatto un incidente.

La classifica di ciò che è piaciuto di più? 1ª postazio-ne: 0/28 voti; 2ª 2/28; 3ª: 1/28; la 4ª, invece, 25/28!

MISIA & JESSICA

soprattutto bisogna avere voglia di muoversi. La voglia di divertirsi non è indispensa-bile, perché comunque ci si diverte lo stesso durante il gioco.

Per divertirsi durante il gio-co cosa intende dire? (PA) Intendo dire che comunque vada, in ogni gioco di squa-dra c’è competitività e che a sua volta, con la tensione

Sennò si poteva praticare anche il gioco del calcio, l’unihockey o anche la palla-mano. Ma siccome il terreno non ci è favorevole, solo la pallavolo ci è permessa.

Grazie per la risposta: è più che completa. Ma i parte-cipanti devono avere qual-che requisito speciale? (PA) Bene o male tutti devono es-sere più o meno in forma e

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Visita ai civici pompieri di biasca

Atelier sport (continua da pagina 7)

A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

Atelier Sport in piena forma: con gli anima-tori Alessandro P., Tiziana, Alessandro M., Paolo A.

che si crea, al primo errore banale di qualsiasi squadra si scoppia a ridere per scaricar-si. E la cosa bella è che chi ha commesso l’errore si diverte pure lui!

Sembra bella questa cosa! Ma mi dica… si trova bene con i ragazzi? (PA) Certo!!!

Incuriosendoci molto que-sto atelier, vorremmo sapere cosa si è in grado di fare al termine di questo atelier? (PA) Bene o male si riesce a costruire bene azioni a palla-volo, senza giocare, come diciamo noi in gergo, a ping-pong.

Bene! La ringraziamo per il tempo messoci a disposizio-ne ed arrivederci! (PA) Arri-vederci!

JAMISSE & PAOLO Z.

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Alcune serate sono state all’insegna del lungometrag-gio, ossia film! Quest’anno abbiamo visto tre pellicole: War Games, Johnny English e Il Conte di Montecristo. La prima (WAR GAMES) par-la di un ragazzo che attraver-so il suo computer si mette in contatto con il programma di difesa statunitense, e ri-schia di scatenare una guer-ra mondiale, pensando che sia un gioco. Morale: La guerra è una cosa inutile . Johnny English è un agen-te segreto al servizio di Sua Maestà, la Regina d’Inghilter-ra. C’è solo un piccolo parti-colare: è un gran pasticcione.

tatto e il gusto degli oggetti e delle spezie, cercare i nomi dei fiori, rispondere a delle domande... Ci siamo divertiti tanto an-che se c’è stato da cammina-re come pazzi!

ALEX & CORRADO

Sabato pomeriggio ci è stata proposta una caccia al tesoro. Questa caccia è stata fati-cosa, ma tutta la fatica è sta-ta ricompensata. Abbiamo fatto vari giochi, tra i quali contare i nodi di una corda, scoprire usando il

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English ed il suo aiutante Boph ne passeranno di tutti i colori! Morale: Non bisogna essere 007 per salvare il mondo dalla noia! La terza pellicola (IL CONTE DI MONTECRISTO) parla di un uomo che viene accusato ingiustamente e condannato ad una pena di detenzione ed isolamento. Riesce a fug-gire ed ha un solo scopo: la vendetta verso i suoi tradito-ri, nella certezza che, come era scritto sulla cella della sua prigione, “Dio mi farà giusti-zia”. Morale: Meglio investire mezzi ed energie per costrui-re che per distruggere.

STEFANO & FRANCESCO

La sera del 24 giugno sia-mo stati rallegrati dalla pre-senza di un mago: il Mago Tatos. La magia che mi è piaciuta di più è stata quella dove dell’acqua si riformava conti-nuamente in una brocca. Un’altra magia molto bella è stata quella dove tre fazzolet-ti vengono messi in un tubo ed vengono estratti annodati

tra di loro, mentre prima non lo erano. Molto divertente è stata la performance di Simone, un mago provetto, impegnato in una difficile situazione, do-ve degli anelli magici si inca-strano tra loro. La serata è stata molto di-vertente… È stata una serata magica!

MASSIMO

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

caccia al tesoro

Tatos, Il mago

serate film

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pallamano era abbastanza difficile, perché mirare il sec-chiello non era evidente. Il baseball era un po’ complica-to con tutte le postazioni e soprattutto era alquanto dif-ficile colpire la palla con la mazza. Chi poi non lo gioca mai, si perde… A basket non bisogna solo essere alti, ma saper usare la tecnica. Per la seconda giornata sportiva siamo rimasti a Catto tutto il tempo. Anche in que-sto pomeriggio eravamo divi-si in diversi gruppi. Anche questa volta diversi erano i giochi praticati: pallavolo, ping pong, calcetto, botti-glione e secchiellone.

Il primo pomeriggio sporti-vo siamo andati ad Ambri, dove ci siamo divisi in gruppi. Gli sport erano: calcio, ba-sket, baseball, pallamano. Giocando, ci siamo sfidati a squadre. Poi verso le 4 e mezzo, abbiamo fatto meren-da sul posto ed infine siamo tornati a Catto. Ad ogni postazione, a di-pendenza della qualità del gioco, venivano attribuiti dei punti: chi ne aveva di più vin-ceva una bellissima maglietta di Gardaland. Sfortunatamente non ab-biamo potuto giocare a uni-hockey, perché non c’erano le porte adatte. Giocare a

Per ping pong occorre a-vere buoni riflessi. Per gioca-re a bottiglione bisognava avere una pazienza incredibi-le, per mettere il cucchiaio nella fessura. Per giocare a secchiellone occorreva cerca-re di far andare la pallina nel secchiello e poi correre verso i compagni. Gli altri giochi invece, più tradizionali, non erano complicati. Il parere di alcuni parteci-panti: i due pomeriggi di gio-chi sono stati belli e diverten-ti anche se molto faticosi. Ci hanno aiutato a conoscerci meglio ed a fare ancora più stretta l’amicizia tra di noi! RACHEL, ASTRID, M. CARMELA

le mucche entrare. I giochi erano belli, anche

se nel correre avanti e indie-tro dovevamo evitare le torte di mucca presenti sul terre-no. I giochi erano molto va-riati e tutti avevano un lega-me con la Parabola del Buon Samaritano. L’ultimo gioco consisteva nell’illustrare la parabola con uno stile datoci

Lunedì 30 giugno siamo tornati a Bosco Bello per un gioco organizzato dai nostri “mitici” animatori. Appena arrivati ci siamo imbattuti in almeno 10 mucche che pa-scolavano liberamente.

Gli organizzatori avevano delimitato il campo con il na-stro da cantiere in modo che noi non potessimo uscire né

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Pomeriggi sportivi

Il Giocone a “Bosco Bello” dagli animatori: c’erano lo stile snob, sportivo, anno 20-50, comico, drammatico, po-liziesco.

Tanti non si sono divertiti e non hanno voluto giocare: beh, si sono persi qualcosa perché il pomeriggio è stato molto bello e divertente. Ad ognuno i suoi gusti!

ARIANNA & VALERIA

A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

Questa scatenatissima se-rata è iniziata con una gara: uomini e donne che combat-tevano strenuamente fino all’ultima nota verso il titolo di miglior ugola di Catto. La gara è stata avvincente ed emozionante, coronata da due splendidi balletti (Y.M.C.A. e LA BOMBA), se-guiti dall’interpretazione ca-

nora di Carlett e Tiz sulle no-te di VIVO PER LEI di Andrea Bocelli. Durante tutta la serata le nostre due vallette (valletTiz, Maria[dis]grazia) son passate di bocca in bocca armate di microfono, cogliendo delica-te note e selvaggi strilli di noi artisti della canzone.

FLAVIO M.

Serata Karaoke “furore”

Pubblico in delirio e ragazze sca-tenate per la serata “Furore”

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La domenica era la festa dei S. Pietro e Paolo (auguri ai “Paoli” del Campeggio!), ed abbiamo celebrato la Messa a Quinto con la comu-nità locale. Dopo la Messa ci siamo recati a Bosco Bello, vicino a Rodi.

Dopo aver camminato “tantissimo” - ca. 10 minuti - siamo arrivati nella radura di Bosco Bello. Lì ci hanno con-segnato i nostri buonissimi panini ed una mela.

Dopo aver mangiato, si è scatenata la III Guerra Mon-diale dell’Acqua (scatenata dagli animatori!!!) e finita con molti “feriti bagnati”. La più ferita è stata la Doris, la

sole si metteva la maglia, per poi togliersela quando il sole ritornava.

Per prendere la merenda si è formata una coda umana di almeno 10 m e per lo più in salita. Verso le 16.30 siamo tornati alla normalità, molto stanchi. Arrivati a Catto, mol-te persone sono state conta-giate da un virus, che si è cer-cato di combattere fino alla fine del Campeggio con Da-falgan e Mebucaine F (con-tro i raffreddori ed i mal di gola).

Per cena ci hanno servito polenta con sminuzzato e sugo.

FRANCESCO, ESTER, MARA

P A G I N A 1 4

quale è stata immersa nella fontana e bagnata fino alle… mutande! Stranamente i pri-mi due ad aver iniziato sono: il Davide (Ricc) ed il CarLett, prendendo di mira la Jole. Dopo si è aggiunta l’America (Jeff) e tutti gli alleati (Michela & Co.).

Seguendo il buon (!) e-sempio degli animatori, ab-biamo cominciato anche noi a bagnare i nostri compagni. Dopo esserci bagnati ben bene, ci siamo stesi al sole ad asciugare; per nostra sfortu-na il sole è stato coperto dal-le nuvole. La persona più fur-ba (la Tiz) si è messa in costu-me, ma quando andava via il

ro iniziava a correre attorno al cerchio, con lo scopo di rubare il nastro che era infila-to dietro, nei pantaloni, co-me una sorta di coda.

Più tardi, Andy ci ha pre-sentato un canto scout che abbiamo ripetuto tutti assie-me più tardi, dopo un gioco nel quale si veniva squalifica-ti quando si scoppiava a ride-re a causa di barzellette, bat-tute, solletico.

Abbiamo terminato la se-rata con il “Farsiprossiome-tro” (cfr. a pg. 15): un aggeg-gio nel quale si mettono del-le piccole pietre colorate (1, 2 o 3), dopo aver fatto un momento di esame di co-scienza per come si è passata la giornata.

Poi tutti a nanna: a tutti di cuore Buona Notte e sogni d’oro!

SARA & LUANA

Una sera verso le 21.00h ci siamo riuniti attorno al fuo-co per conoscere nuovi gio-chi e canzoni.

Il primo gioco è stato for-mato a quattro gruppi, o-gnuno dei quali aveva un colore diverso: verde, giallo, rosso o blu. Ogni partecipan-te è stato numerato da “1” a “13”: quando la Domi an-nunciava i numeri scelti, ogni partecipante con quel nume-

C A T T O … A M A C C H I A D ’ O L I O ! ! !

IL BIVACCO A CATTO

La domenica a bosco bello

Visita a Bosco Bello di diversi geni-tori, parenti ed amici

Giornata di cura delle amicizie, più di altri momenti del Campeggio

Giochi ed attività di svago attorno al fuoco

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altri. Abbiamo notato una tendenza al progresso ed al miglioramento: ogni giorna-ta il livello di solidarietà anda-va aumentando.

Il secondo strumento di nostra invenzione è il Farsi-prossiometro, con cui abbia-mo misurato, a Catto, la no-stra capacità di farci prossi-mo all’altro. È più difficile “farsi” prossimo che “essere solidali”, ma ce l’abbiamo fat-ta comunque: poco a poco, giorno dopo giorno, abbia-mo progredito.

L’ultima sera abbiamo veri-ficato la nostra crescita du-rante il Campeggio: anche qui è successo un piccolo mi-

Uno degli “aggeggi” più originali del Campeggio di Catto 2003 è stato l’invenzio-ne di uno strumento per mi-surare le nostre prestazioni nella carità.

Il primo strumento, il Soli-dariometro, l’abbiamo appli-cato durante la TreGiorni a Bedretto (cfr. pg. 9): in occa-sione del tema “Mani solida-li”, ognuno di noi era invitato a mettere in gioco un atteg-giamento solidale nei con-fronti degli altri e di tutto il Campeggio. Durante le tre sere della TreGiorni abbiamo fatto una verifica ed ognuno ha valutato la propria capaci-tà di essere solidale con gli

racolo, in quanto pratica-mente tutti si sono accorti di essere divenuti più grandi e maturi dopo questa espe-rienza.

RED.

Più tardi i tre scendono

dall’aeroplano e vedono un bambino che piange il quale dice: “Mi è caduta la pasta in testa”. Poi vedono un altro bambino che piange. Egli dice che gli è caduto del formaggio in testa. In seguito vedono un bambino che ride e gli chiedo-no: “E tu, perché ridi?”. Risposta: “Ho mollato una scoreggia e la scuola è saltata in aria!!!”.

PER RIDERE UN PO’... Un italiano, un francese e un

americano salgono su un aero-plano. Dopo un po’ l’italiano butta fuori un pacco di pasta e dice: “Tanto in Italia abbiamo abbastanza pasta”. Poi il france-se butta fuori del formaggio e dice: “Tanto in Francia siamo pieni di formaggio”. Infine l’americano butta fuori una bomba e dice: “In America noi abbiamo molte bombe”.

P A G I N A 1 5

SOLIDARIOMETRO—FARSIPROSSIOMETRO

A N N O 1 3 , N U M E R O U N I C O

4. Grosso ma non “posso”; la bottiglia è sua amica, ma proprio troppo non beve mica; non sembra agile, ma se serve gli riesce faci-le. Chi è?

5. Bresciano finge di parlare, e non gli riesce neanche male; vuol essere duro nel-lo sguardo, per incutere timore nel guardarlo. Chi è?

6. Docile fanciulla come una vichinga nella culla, aria furbesca quanto una mae-stra, il violino sa suonare quanto altri sanno pensa-re; in giro si lascia prende-re da noi con animo inno-cente. Chi è?

7. Siamo tanti e astuti e piani tramiamo; cerchiamo di far dormire i ragazzi con le buone o le cattive; attività strane ed ignote preparia-mo per far qualcosa. I ra-gazzi ci sono a volte come spine nel fianco ma in fon-do le loro parole sono buone. Siamo uguali ep-pure diversi, a volte ci sen-tiamo persi. Chi siamo?

INDOVINELLI IN RIMA 1. È lunga, liscia e piscia.

Cos’è? 2. È intelligente ma con mor-

dente, ci fa sembrare in Polonia quando siamo in colonia e la grammatica è la sua pratica? Chi è?

3. Chioma bionda, sguardo truce ma gentile, quando grida sprizza bile. Chi è?

L ’angolo dei giochi—a cura del Gruppo… “Smile” ! ! !

Risposte: 1. La bottiglia; 2. Ricc; 3. Yole; 4. Carlo; 5. Zoran; 6. Doris; 7. Gli animatori

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Passatempi A cura del gruppo “ Sm ile ”

Azione Cattolica GiovaniAzione Cattolica GiovaniAzione Cattolica Giovani Casella postale 138

CH - 6932 Breganzona ( 091 968 26 92 6 091 968 28 32

[email protected] www.acglugano.org

Calendario Clandestino: ( 091 968 28 33

[email protected]

IMPRESSUM Appare una volta all‘anno e nemmeno tutti gli anni... L‘atelier Giorna-lismo è stato responsabile della redazione, impaginazione e stampa di questo numero di “Catto 2003… A macchia d’olio!”. La copiatura e la spedizione sono state curate dal Segretariato di ACG.

C N O I C G E S U A I U T O I H

A M P R O S S I M O R T O T P E

T A M R S A B T A M A R E N E L

T A O N A T I R A M A S U E C P

O T N C O R R E R E I S S M O B

O T I C A F R L F A A C C I M R

T I T E A R E O O M I U I T P I

I V O V R N I V T A P S T R U G

R I R F R A T E O P D A E E T A

E T E G R A G A Z Z I R G V E N

F A S O L I D A R I E T A I R T

I H C O I G Z F P E D I O D R E

Don Max apre la porta di Car-lo ed egli dice: “Basta, mi so-no stufato: me ne vado!”. Poi Don Max apre la seconda porta e rotolano fuori un mucchio di rifiuti. Zoran dice: “Ah sì, adesso sono proprio sazio”. Poi Don Max apre la porta del Paolo e lui si mette ad urlare, incavolato: “Chi è quel XXYX che non mi ha da-to l’accendino?!?”.

PER RIDERE UN PO’... Il Carlo, lo Zoran e il Paolo

possono esprimere ciascuno un desiderio. Il Carlo desidera un casino di cassette per ga-meboy ed entra in una stan-za, mettendosi a giocare. Lo Zoran desidera 1000 panini e si mette a mangiarli. Il Paolo vuole 10’000 pacchi di siga-rette e si chiude in camera.

Dopo un po’ di tempo,

IMPARATE A FARVI PROSSIMI Trovate nello schema a lato tutte le seguenti parole: AIUTO - AMA - AMARE - AMICI - ARIE - ATTIVITÀ - BIRRE - BRIGANTE - CANTARE - CATTO - CIAO - CIMA - COMPUTER - CORRERE - COSA - DIO - DIVERTIMENTO - FERITO - FOTO - FRATE - GESÙ - GIOCHI - HELP - LOVE - MONITORE - MORTO - NOI - PAGARE - PROSSIMO - RAGAZZI - SAMARITANO - SCUSARTI - SOLIDARIETÀ - USCITE

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IL CRUCI-SAMARITANO

DEFINIZIONI ORIZZONTALI: 1/1 Chi è onnipotente 1/7 La targa di Torino 2/1 Lo era il cespuglio che parlò a Mosè nel deserto 3/1 Adesso tu… a casa!!! 3/5 In francese essi vanno! 4/1 Non ha odore 5/4 Una vittoria di P...O 6/1 Le iniziali di Enzo, famoso presentatore 6/4 Idea al plurale 7/2 Lo era Luigi XIV 8/1 Famoso centrocampista italiano del Milan 9/1 Sì… al rovescio! 9/6 Fanno il miele

DEFINIZIONI VERTICALI 1/1 La stella sulla bandiera

israeliana 1/2 Il rivale dell’Iraq 1/3 Quando non si ama 1/5 Frase tipica di un prete 1/7 Avere in modo sinonimo 2/6 Parte di un castello 4/4 Sigla del Dipartimento

Pubblica Istruzione 6/2 Nome di un fiore, di don-

na oppure canzone di Biagio Antonacci

7/3 … Medici in prima linea 7/8 “WE” in italiano 8/1 Pipì… a metà! 8/4 Articolo di donna