ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 1 A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri Ns. Rif. : C:\Documenti\2004\01 Lavori 2004\16-2004 VERONA Montorio Peep x Agec\16-2004 Relazione Peep Montorio.doc Villafranca di Verona, 21 Febbraio 2004 35(0(66$ Nell’ambito della stesura della documentazione tecnica relativa all’ “,QGLYLGXD]LRQH GHOOH ]RQH GDGHVWLQDUHDGHGLOL]LDHFRQRPLFDHSRSRODUH/HJJHQH/HJJH5HJLRQDOH QYDULDQWHQSHUDUHH3((3GHO3LDQR5HJRODWRUH*HQHUDOHGHO&RPXQHGL9HURQD si è redatta la presente relazione geologica concernete il Piano Attuativo n°73, relativo all’intervento da realizzare nella frazione di Montorio. Nei paragrafi successivi si andrà a caratterizzare, da un punto di vista geologico, geomorfologico, idrogeologico e di prima approssimazione per gli aspetti geotecnici, l’area interessata dal piano attuativo, evidenziato le possibili penalità presenti. In questa fase le caratteristiche strutturali dei singoli edifici non sono ancora state definite, pertanto il presente studio costituisce un primo approccio conoscitivo degli aspetti geotecnici. La presente analisi geologica, con prime valutazioni sugli aspetti geotecnici, affronta le problematiche legate : - alla determinazione delle diverse litologie presenti nel sottosuolo; - all’ individuazione delle eventuali problematiche connesse alla situazione geologica, idrogeologica; - alla prescrizione di appropriate indagini geotecniche ai sensi del D.M. 11/03/1988.

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 1A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Ns. Rif. : C:\Documenti\2004\01 Lavori 2004\16-2004 VERONA Montorio Peep x Agec\16-2004 Relazione Peep Montorio.doc

Villafranca di Verona, 21 Febbraio 2004

������35(0(66$

Nell’ambito della stesura della documentazione tecnica relativa all’ “,QGLYLGXD]LRQH�GHOOH� ]RQHGD�GHVWLQDUH�DG�HGLOL]LD�HFRQRPLFD�H�SRSRODUH���/HJJH�������������Q�����H�/HJJH�5HJLRQDOH������������Q�������YDULDQWH�Q�����SHU�DUHH�3�(�(�3�������GHO�3LDQR�5HJRODWRUH�*HQHUDOH�GHO�&RPXQH�GL�9HURQD� si è

redatta la presente relazione geologica concernete il Piano Attuativo n°73, relativo all’intervento da

realizzare nella frazione di Montorio.

Nei paragrafi successivi si andrà a caratterizzare, da un punto di vista geologico, geomorfologico,

idrogeologico e di prima approssimazione per gli aspetti geotecnici, l’area interessata dal piano attuativo,

evidenziato le possibili penalità presenti.

In questa fase le caratteristiche strutturali dei singoli edifici non sono ancora state definite, pertanto il

presente studio costituisce un primo approccio conoscitivo degli aspetti geotecnici.

La presente analisi geologica, con prime valutazioni sugli aspetti geotecnici, affronta le

problematiche legate :

- alla determinazione delle diverse litologie presenti nel sottosuolo;

- all’ individuazione delle eventuali problematiche connesse alla situazione geologica,

idrogeologica;

- alla prescrizione di appropriate indagini geotecniche ai sensi del D.M. 11/03/1988.

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������/2&$/,==$=,21(�*(2*5$),&$

L’ intervento in esame sarà realizzato nella frazione di Montorio, area che si pone alla fine della

Val Squaranto, in prossimità delle prime pendici collinari dei Monti Lessini ad un’ altitudine di circa 57

m s.l.m.

L’ area in esame si colloca nella zona centrale del fondovalle, in corrispondenza dello sbocco vallivo

nella sottostante pianura pedemontana veronese.

Con riferimento alla cartografia dell' Istituto Geografico Militare, la località in esame è

individuata entro il foglio n° 49 – III – N.O.:"9HURQD" della Carta d'Italia I.G.M. alla Scala 1:25.000.

L’ area interessata del progetto è ubicata al limite meridionale dell’ area urbanizzata, in corrispondenza di

una porzione pianeggiante di campagna, sia piantumata che alberata, la cui quota si pone tra i 55,6 e i

56,7 metri circa sul livello medio del mare ( rif. Carta Tecnica Regionale ).

&RURJUDILDcon ubicazione dell’ area in esame

Scala 1 : 25.000 - Base cartografica I.G.M.

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������,148$'5$0(172�*(2/2*,&2

L’ ambito geologico, su cui insiste l’ abitato di Montorio, è caratterizzato da un sottosuolo

costituito da alluvioni di fondovalle prevalentemente limose.

Peculiare aspetto idrogeologico della zona di Montorio sono le numerose risorgive e una ramificata rete

idrografica, evidenze superficiali delle ricche falde acquifere presenti nel sottosuolo.

Nei paragrafi successivi si descriveranno brevemente i principali caratteri geologici,

geomorfologici ed idrogeologici del territorio in esame.

������2ULJLQL

Le caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche del territorio sono strettamente

legate alla natura dei sedimenti continentali che si sono depositati nel corso dell’ultima era geologica,

creando e modellando ripetutamente il paesaggio sino all’attuale morfologia.

La genesi dei depositi che costituiscono l’area pedemontana veronese è legata agli eventi che si

sono succeduti nel Quaternario ( 1,8 milioni di anni ÷ attuale ).

Negli ultimi due milioni di anni nella regione subalpina si sono susseguite cinque fasi fredde

(glaciazioni) con sviluppo di estesi ghiacciai; ad ogni fase fredda (glaciale) seguiva un periodo a clima

caldo (cataglaciale).

Schema cronologico delle fasi glaciali : Würm, Riss, Mindel, Günz e Donau

ERA PERIODO EPOCA ANNI B.P.

Quaternario Olocene Attuale ÷ 12.000

Pleistocene Wurm 12.000 ÷ 70.000Riss – Wurm 70.000 ÷ 120.000Riss 120.000 ÷ 190.000Mindel - Riss 190.000 ÷ 250.000Mindel 250.000 ÷ 480.000Gunz - Mindel 480.000 ÷ 840.000Gunz 840.000 ÷ 1.180.000Donau - Gunz 1.180.000 ÷ 1.700.000Donau 1.700.000 ÷ 1.800.000

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Durante le fasi fredde imponenti ghiacciai scendevano dalle valli alpine, interessando ampie aree

dell’attuale Pianura Padana. Il lento avanzare dei ghiacci erodeva e modellava il territorio, trasportando

enormi quantità di materiali che andavano a formare cordoni morenici presenti sulla fronte dei ghiacciai.

Successivamente le fasi fredde seguivano periodi a clima più temperato che comportavano

dapprima il rallentamento della spinta verso sud e poi il ritiro dei ghiacci. Si venivano pertanto a

delineare estese colline con disposizione ad anfiteatro.

L'aumento della temperatura, accompagnata a questa fase di ritiro, incrementava

considerevolmente le portate dei torrenti con conseguenti azioni di erosione delle colline moreniche che

andavano ad attraversare. I materiali trasportati dai corsi d'acqua erano riversati nella pianura presente

esternamente l'anfiteatro morenico.

Ad ogni glaciazione ed alla successiva deglaciazione si sono ripetuti i medesimi meccanismi di deposito-

erosione-deposito, andando ad interessare anche i terreni delle precedenti fasi, obliterando del tutto o in

parte i vecchi sedimenti.

Le ultime fasi sedimentarie che completarono la realizzazione della pianura fluvioglaciale,

presente esternamente l'apparato morenico del Garda, sono individuabili nel Riss.

La pianura fluvioglaciale, nota in letteratura FRPH� �*UDQGH� &RQRLGH� $WHVLQD" o "&RQRLGHGHOO$GLJH", si sviluppò dallo sbocco in pianura della Val d'Adige e, con morfologia a ventaglio, si estese

verso sud per gran parte dell'attuale Pianura Veronese.

La pianura fluvioglaciale, nota in letteratura come "Conoide Atesina" o "Conoide del Fiume

Adige", si sviluppò dallo sbocco in pianura della Val d'Adige e, con morfologia a ventaglio, si estese per

gran parte dell'attuale Alta Pianura Veronese.

La conoide atesina si sviluppò lateralmente sino a bordare le propaggini meridionali dei Monti Lessini,

sbarrando i corsi d’ acqua che scendevano lungo le valli della Lessinia, talora anche risalendo per breve

tratto. Si vennero così formando dei bacini lacustri, successivamente colmati da depositi prevalentemente

argillosi torbosi.

A questi depositi fini si sono sovrapposte le alluvioni grossolane dei corsi d’ acqua attuali.

Come per le altre valli dei Monti Lessini, anche lo sbocco in pianura dell’ attuale Valle di

Squaranto fu sbarrata dagli apporti di detriti della Conoide Atesina.

A monte dello sbarramento si formarono, in conseguenza dell’ impossibilità di deflusso delle acque, zone

palustri con sedimentazione di depositi fini e medio-fini.

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������*HRORJLD

Nei paragrafi seguenti si descriveranno le formazioni rocciose ed i depositi sciolti individuati

nell’ area in esame.

Si allegano alcuni stralci delle tavole tematiche presenti nello studio�*HRORJLD�GHO�WHUULWRULR�GHO�&RPXQHGL�9HURQD ( Anno 1977 ) a cura di V. De Zanche, L. Sorbini, V. Spagna, edito nelle Memorie del Museo

Civico di Storia Naturale di Verona.

DEPOSITI SCIOLTI

��������'HSRVLWL�FROOXYLDOL�HG�HOXYLDOL�GL�FRSHUWXUD���4XDWHUQDULR�UHFHQWH��Terreni derivanti dall'alterazione e degradazione del substrato roccioso dei versanti.

��������'HSRVLWL�DOOXYLRQDOL�GL�IRQGRYDOOH���4XDWHUQDULR�UHFHQWH��Terreni alluvionali di fondovalle, prevalentemente limose.

��������'HSRVLWL�FROOXYLDOL �4XDWHUQDULR�Depositi colluviali, prevalentemente siltoso-argillosi, delle vallette laterali che si raccordano con

le alluvioni di fondovalle.

Depositi colluviali fini delle vallette sospese.

Depositi colluviali prevalentemente fini delle fasce pedecollinari, talora con scheletro detritico

grossolano, prevalentemente in funzione della natura litologica del versante.

��������'HSRVLWL�IOXYLR�JODFLDOL �4XDWHUQDULR�Alluvioni terrazzate fluvioglaciale e fluviali dell’ Antica Conoide dell’ Adige, sabbiose, ghiaiose e

ciottolose con limitata alterazione superficiale.

FORMAZIONI ROCCIOSE

�������� &DOFDUL�1XPPXOLWLFL���(RFHQH�PHGLR�±�(RFHQH�LQIHULRUH�S�S���Calcari nummulitici, calcareniti, calcari ad alghe, coralli e molluschi, di colore bianco –

giallastro, con stratificazione decimetrica e giunti di stratificazione piani.

���������6FDJOLD�5RVVD ��&UHWDFHR�VXSHULRUH�S�S����0DDVWULFKWLDQR�±�7XURQLDQR�Calcari debolmente argillosi, fittamente stratificati, di colore rosato, talora decolorati, con rari

noduli e lenti di selci. La formazione è delimitata superiormente da due hard- ground.

���������%LDQFRQH����&UHWDFHR�VXSHULRUH�S�S��±�&UHWDFHR�LQIHULRUH�S�S� �&HQRPDQLDQR�±�9DODQJLQLDQR�Calcari e calcari argillosi bianchi e grigiastri con liste e lenti di selce per lo più nera, fittamente

stratificati con intercalazioni di marne e di argilliti grigie o verdastre.

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3.3 – Geomorfologia

Il carattere morfologico dominante è rappresentato dall'orientamento della Valle di Squaranto,

del tutto analogo alle principali direttrici tettoniche.

Lo sviluppo vallivo è stato fortemente condizionato dalla giacitura generale del tavolato lessineo e delle

maggiori linee di dislocazione che lo attraversano.

Gli agenti esogeni hanno modellato i versanti in maniera selettiva conformemente alla natura

litologica del substrato roccioso.

Laddove compaiono le formazioni calcaree si formano i versanti più ripidi, strapiombi e canaloni mentre

dove affiorano formazioni “ tenere” ( es . marne di Priabona e rocce vulcanoclastiche a grana fine) le

pendenze sono minori e la morfologia più dolce.

La valle presenta nella porzione più alta, un profilo a “ V” con versanti ripidi e molto vicini tra

loro. In questo tratto, un profilo longitudinale può evidenziare un andamento a gradoni, che sottolinea le

diverse litologie presenti.

Nella parte intermedia la valle aumenta la propria larghezza e numerose vallecole laterali influenzano il

divagare del torrente Squaranto.

La parte terminale della valle, quella su cui sorge l’ abitato di Montorio, presenta un fondovalle molto

ampio e pianeggiante. La lateralmente sono presenti conoidi di deiezione che si raccordano con il

fondovalle.

Sotto l’aspetto geomorfologico, l’area in esame si colloca nella parte terminale della valle di

Squaranto, in corrispondenza dell’ eteropia litologica presente tra i depositi del fondovalle ( a Nord ) e i

sottostanti depositi sabbiosi ghiaiosi della conoide terrazzata dell’ Adige ( a Sud ).

1RWD��/D�FRQRLGH�GHOO¶$GLJH���FRQRLGH�WHUUD]]DWR�GHOO¶$GLJH���q�XQ¶DPSLD�]RQDFKH��SDUWHQGR�GDOOR� VERFFR�GHOOD�9DO�G$GLJH�� VL�DSUH�D�YHQWDJOLR�QHOODSLDQXUD� YHURQHVH�� /D� FRQRLGH� q� DWWUDYHUVDWD�� FRQ� GLUH]LRQH� GD� 1RUG�2YHVW� YHUVR� 6XG�(VW� GDO� ILXPH� $GLJH�� LQFDVVDWR� QHOOD� VXD� SLDQD� GLGLYDJD]LRQH�

Si allega uno stralcio della &DUWD�GL�0RUIRFRQVHUYD]LRQH�DG� LQGLUL]]R�JHRWHFQLFR�GHO� WHUULWRULRGHO�&RPXQH�GL�9HURQD ( 1977 ) a cura di V. De Zanche e L. Sorbini, edito nelle Memorie del Museo

Civico di Storia Naturale di Verona.

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 7A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

������,GURJHRORJLD

Per comprendere l'assetto idrogeologico dell’ area in esame, dobbiamo fare un breve cenno alla

situazione idrogeologica presente nel territorio della provincia di Verona.

Nel sottosuolo dell'alta pianura è presente un acquifero di tipo freatico indifferenziato.

L'acquifero è alimentato da apporti di acque sotterranee ( acque di subalveo del Fiume Adige, DFTXH�GLILOWUD]LRQH�SURYHQLHQWL�GDL�0RQWL�/HVVLQL e dall'Anfiteatro Morenico ) e dalle acque meteoriche e di

irrigazione che si infiltrano nel sottosuolo nelle aree più permeabili dell'alta pianura veronese ( =RQD�GLULFDULFD�GHJOL�DFTXLIHUL ).

Area in esame

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 8A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Carta delle isolinee e direzioni

di deflusso della falda indifferenziata

Parte delle acque sotterranee presenti nel sottosuolo dell’alta pianura veronese vengono a giorno

in corrispondenza della fascia delle risorgive, creando una serie di scaturigini, fosse, polle e risorgive di

origine naturale o artificiale. La fascia di territorio in cui sono presenti le risorgive corrisponde alla zona

in cui la superficie freatica dell'acquifero indifferenziato dell’ Alta Pianura viene ad intercettare la

superficie topografica del terreno, dando origine a questa serie di risalienze.

La zona delle risorgive è compresa in una striscia di territorio, larga alcuni chilometri, che si estende in

senso parallelo attraverso buona parte della provincia veronese ( Mozzecane, Povegliano, Castel di

Azzano, Buttapietra, San Giovanni Lupatoto )

La quota della falda varia nel corso dell’ anno in funzione dei fattori che ne determinano

l’ alimentazione: piogge, scioglimento delle nevi, dispersioni di subalveo dei corsi d’ acqua naturali e/o

artificiali, apporti irrigui.

Area in esame

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 9A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Il regime idrogeologico delle acque sotterranee di questa parte del territorio veronese è generalmente

caratterizzato da una fase di piena ricorrente nella fase tardo-estiva ed una fase di magra all'inizio della

primavera.

6&+(0$�,'52*(2/2*,&2�'(//¶$5($�',�021725,2

Nota : Fase di piena della falda

Nell’ area in esame si individua la presenza di una ricca falda con direzione generale di deflusso

da Nord verso Sud.

L' origine di questo acquifero è legato al deflusso sotterraneo presente nel massiccio carbonatico dei

Monti Lessini.

Parte della massa d' acqua sotterranea viene a giorno in corrispondenza delle sorgenti nell' area di

Montorio dando origine a numerose sorgenti.

La maggior parte delle acque sotterranee defluiscono direttamente dal massiccio roccioso entro i

sedimenti permeabili di questa parte dell'Alta Pianura Veronese, alimentando una ricca falda freatica.

Area in esame

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 10A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

L’ area di Montorio è stata interessata da approfonditi studi idrogeologici, per l’ importanza che

il sito riveste nel contesto dello studio e del controllo degli acquiferi a cui attingono i pozzi

dell’ A.G.S.M., azienda municipalizzata che gestisce la rete acquedottistica del comune di Verona.

Si prenderà spunto da queste pubblicazioni per una sintetica ricostruzione della situazione idrogeologica

nell’ area di nostra competenza.

Come si evince dall’allegato "6FKHPD� LGURJHRORJLFR� GHOO¶DUHD� GHOOH� ULVRUJHQ]H" ( tratto da

*HRORJLD�� ,GURJHRORJLD�H�4XDOLWj�GHL�3ULQFLSDOL�$FTXLIHUL�9HURQHVL a cura di L. Sorbini, Mem. Museo

Civico di Storia Naturale - 1993 ), in corrispondenza dell’area in esame le misurazioni freatimetriche

indicano un livello piezometrico della falda posto a circa 51 metri slm .

Nel corso dell’ anno la falda presenta, nell’ area in esame, una notevole escursione. La quota

piezometrica massima è stimabile a circa 53 � 54 metri slm con una escursione media annua di circa 6 �8 metri.

(6&856,21(�'(//$�3,(=20(75,&$�$�'8(�32==,�,1�021,725$**,2

Nota : l’ ubicazione dei due pozzi è indicata nella precedente carta

Come si evince dalla cartografia allegata, la quota piezometrica della falda in fase di piena si

colloca a limitata profondità del piano campagna.

Valori massimi

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 11A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

������&216,'(5$=,21,�*(27(&1,&+(�35(/,0,1$5,

In questa fase preliminare alla progettazione, si è proceduto ad una analisi dei dati esistenti in

bibliografia, integrati dalle conoscenze dirette dello scrivente, al fine di avere un primo quadro circa la

natura del sottosuolo e l’ eventuale presenza di situazioni sfavorevoli alla fattibilità delle opere.

In particolare si è voluto evidenziare :

- la natura e la genesi dei terreni;

- la presenza e la profondità delle falda acquifere;

al fine di dare utili informazioni al tecnico progettista circa il programma di indagini geognostiche da

realizzare in fase esecutiva.

Si demanda la valutazione geotecnica alla successiva fase progettuale, fase in cui si svilupperà

anche l’ aspetto strutturale dei diversi edifici.

In questa fase ci si limiterà ad una caratterizzazione geologica, geomorfologica, idrogeologica e

geotecnica GL�SULPD�DSSURVVLPD]LRQH dell’ area interessata dal piano attuativo, evidenziando le eventuali

penalità presenti.

Una campagna geognostica preliminare di massima è stata realizzata analizzando i dati

bibliografici relativi anche a lavori svolti dallo scrivente nella medesima zona, verificandone le risultanze

con riscontri sul terreno.

Prima di iniziare la descrizione dei diversi terreni è opportuno illustrare la terminologia che si

andrà ad utilizzare per i diversi terreni.

CLASSI GRANULOMETRICHE

Argilla 0,002 Limo 0,06 Sabbia 2,0 Ghiaia 60 Ciottoli e blocchi

Diametro in mm dei granuli ( Da A.G.I. , 1977 )

Nomi, suffissi ed aggettivi individuano precise percentuali granulometriche, pertanto, seguendo

le indicazioni riportate nella pubblicazione "5DFFRPDQGD]LRQL�VXOOD�SURJUDPPD]LRQH�HG�HVHFX]LRQH�GHOOHLQGDJLQL� JHRWHFQLFKH" a cura dell’ A.G.I. ( Associazione Geotecnica Italiana, 1977 ), la frazione

granulometricamente predominante viene indicata con il proprio nome ( es. ghiaie ), seguito dalla

congiunzione "con" per frazioni comprese tra 50% e 25% ( es. ghiaie con sabbie ), dal suffisso "oso" per

percentuali tra 25% e 10% ( es. ghiaie sabbiose ); per frazioni con percentuali da 10% al 5% si utilizza la

dizione "debolmente .....oso" ( es. ghiaie debolmente sabbiose).

Espletata questa necessaria premessa, riprendiamo la descrizione delle risultanze.

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 12A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Dall’ analisi stratigrafica di due sondaggi realizzati in prossimità dell’ abitato di Montorio ( cfr.

Tavola di pag. 09 ) e di un pozzo per acqua della vicina centrale dell’ AGSM, si rileva che il primo

sottosuolo è costituito da terreni argillosi e limosi ( sino a 6 metri di profondità ) in corrispondenza del

centro abitato, mentre si ha una repentina transizione verso terreni ghiaiosi sabbiosi spostandosi verso

Sud.

A conferma della natura argillosa limosa del sottosuolo si riporta le risultanze di uno scavo

geognostici eseguito dallo scrivente in corrispondenza della scuola materna Monte d’Oro di Montorio.

Lo scavo geognostico ha evidenziato la presenza di un primo livello di terreno agrario dello spessore di

circa 0,60 ÷ 0,80 metri ed un successivo banco di terreni alluvionali limosi, presenti sino a fondo scavo

(quota di fondo scavo -3,50 m da piano campagna ).

� Terreno agrarioComprende il suolo vegetale.

Il suolo presenta spessore limitato, mediamente compreso tra 60÷80 cm.

� Alluvioni prevalentemente limoseLimo argilloso, limo debolmente argilloso di colore marrone-rossiccio con occasionali piccoli

clasti in roccia calcarea.

Litotipo a consistenza da media e medio-bassa.

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 13A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

AREA I NTERESSATA DAL P IANO A TTUATIVO N°73

La zona interessata dal piano attuativo viene ad essere ubicata in corrispondenza del limite

litologico “ presunto” ( cfr. Carta Geologica allegata ) che separa le alluvioni di fondovalle a

granulometria fine ( zona Nord ) dai sottostanti depositi fluvioglaciali sabbiosi ghiaiosi ( zona Sud ).

Foto n.1 . Panoramica dell’ area di Montorio interessata del piano attuativo - Lato OvestSi noti in ristagno di acqua sul campo per la presenza di un suolo a bassa permeabilità

Foto n.2 . Panoramica dell’ area di Montorio interessata del piano attuativo - Lato Est

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 14A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Dalla cartografia esaminata e dalle evidenze superficiali emerse dal sopraluogo eseguito, si

valuta che il sottosuolo, in corrispondenza della porzione Nord dell’ area dell’ intervento, sia costituito da

sedimenti fini, ascrivibili a :

/LWRWLSR����� �GHSRVLWR�GL�IRQGRYDOOH�SUHYDOHQWHPHQWH�OLPRVR/LPL� DUJLOORVL�� OLPL� GHEROPHQWH� DUJLOORVL� GL� FRORUH� PDUURQH� URVVLFFLR� FRQ� RFFDVLRQDOLSLFFROL�FODVWL�&RQVLVWHQ]D�GHO�GHSRVLWR�GD�PHGLD�D�PHGLR�EDVVD�)DOGD�VXSHUILFLDOH3HUPHDELOLWj�VFDUVD

La successiva tabella ( estratta da "Fondazioni" di J.E. Bowles ) fornisce alcune utili indicazioni circa

l’ angolo di attrito interno di diversi tipi di terreni.

Nella fascia Sud della zona in esame i terreni fini lasciano il posto a sedimenti fluvioglaciali

sabbiosi ghiaiosi.

/LWRWLSR����� �DOOXYLRQL�IOXYLRJODFLDOH�H�IOXYLDOL�GHOO¶DQWLFD�FRQRLGH�GHOO¶$GLJH�6DEELH�JKLDLRVH��VDEELH�JKLDLRVH�FLRWWRORVH�&RQVLVWHQ]D�GHO�GHSRVLWR�GD�PHGLD�D�PHGLD�HOHYDWD�)DOGD�VXSHUILFLDOH3HUPHDELOLWj�PHGLD���PHGLD�HOHYDWD

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 15A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

L’ esatta delimitazione dell’ estensione areale e del confine tra le due litologie, andrà definita

durante le fasi geognostiche da realizzarsi per i singoli edifici.

Con riferimento alla sequenza stratigrafica presente nell’ allegato profilo geologico ( sequenza

desunta dalla perforazione A.G.S.M. di un pozzo in via Vegron ) si osservano delle alluvioni locali

(limose, limose argillose ) in corrispondenza della zona centrale del fondovalle della Val Squaranto, con

repentina eteropia verso terreni sabbiosi ghiaiosi spostandosi verso Via Vegron.

PERMEABILITÀ

La permeabilità di un terreno è la proprietà a lasciarsi attraversare dall’ acqua sotto un certo

gradiente idraulico. Nei materiali permeabili, la permeabilità è espressa numericamente tramite il

Coefficiente di permeabilità K (m/sec).

Litotipo 4Litotipo 7

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 16A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

Da un punto di vista idrogeologico i depositi di fondovalle, prevalentemente limosi, che

costituiscono il /LWRWLSR�� sono caratterizzati da EDVVD�SHUPHDELOLWj.

Nella precedente tabella è messa in relazione la granulometria di diversi tipi di terreni con la permeabilità

“ K” .

Ad una prima valutazione si stima una permeabilità compresa tra :

FRHIILFLHQWH�GL�SHUPHDELOLWj�.�SDUL�D�����[��� � � ·�����[��� � � �FP�VHF

in funzione della percentuale di frazione fine che è presente nel deposito.

Molto più permeabili risultano i terreni grossolani che costituiscono il /LWRWLSR�� . Questi terreni

sabbiosi, ghiaiosi e ciottolosi sono caratterizzati da una SHUPHDELOLWj� GD� PHGLD� D� PHGLR�HOHYDWD� infunzione della percentuale di frazione�fine presente.

Ad una prima valutazione si stima una permeabilità compresa tra :

FRHIILFLHQWH�GL�SHUPHDELOLWj�.�SDUL�D�����[��� � � ·�����[��� � � �FP�VHF

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 17A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

������6,60,&$

La recente normativa sismica 2�3�&�����PDU]R������Q������, inserisce il territorio del comune

di Verona in =21$��.

E’ opportuno ricordare che il comune di Verona non era classificato come sismico.

Solo nel 1998 apparve una prima proposta di inserire il territorio veronese in categoria sismica III,

secondo quanto emerso da uno studio sismico del territorio nazionale.

1250$7,9$�6,60,&$��2�3�&�����0$5=2������1������

La zonizzazione geologica si propone di ricercare, fissare e caratterizzare ambiti territoriali

aventi caratteri simili di comportamento meccanico in risposta all’ evento sismico.

Al fine di poter determinare un’ opportuna azione sismica di progetto, nell’ O.P.C. 20 marzo 2003

n. 3274 vengono individuate diverse categorie di profilo stratigrafico del suolo di fondazione:

Categoria AFormazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori di

3 0�9 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale

di spessore massimo pari a 5 m.

Categoria B

Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori didiverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietàmeccaniche con la profondità e da valori di 3 0

�9 compresi tra 360 m/s e 800 m/s(ovvero resistenza penetrometrica 50����� , o coesione non drenata ������� 250� ).

Categoria CDepositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, conspessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di

30�9 compresi tra ( )N3DF1 �� ��� 25070 ,5015 m/s 360 e 180 <<<< .

Categoria D Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco amediamente consistenti, caratterizzati da valori di ) 70 ,15( / 18030 ������� !" #$&%('$ ))) .

Categoria EProfili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di VS30

simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di unsubstrato di materiale più rigido con VP9 * / 80030 > .

Avendo indicato con VS30 la velocità media di propagazione entro 30 m di profondità delle onde

di taglio, calcolata con l’ espressione:

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Ê+=

,- --.

9K9

,1

30

30

dove hi e Vi sono rispettivamente lo spessore e la velocità delle onde di taglio dello strato i-esimo.

In base a questa classificazione, si può stimare in prima approssimazione che il profilo

stratigrafico del sottosuolo in corrispondenza dell’ area di Montorio rientri nelle &DWHJRULH� & e

&DWHJRULH�' in funzione del diverso grado di addensamento dei due diversi litotipi presenti nell’ area

dell’ intervento.

Il territorio nazionale viene quindi suddiviso in quattro zone sismiche, ciascuna caratterizzata da

un valore di accelerazione orizzontale massima ag su un suolo di categoria A.

I valori di ag sono espressi come frazione dell’ accelerazione di gravità g.

Un ulteriore parametro associato alle diverse zone sismiche si rifà al concetto di tempo di ritorno,

cioè il tempo che mediamente intercorre tra due successivi superamenti di un determinato valore di

soglia, ed è l’ accelerazione di picco orizzontale del suolo, con probabilità di superamento del 10% in 50

anni.

=RQD$FFHOHUD]LRQH�RUL]]RQWDOH�FRQ

SUREDELOLWj�GL�VXSHUDPHQWR�SDUL�DO�����LQ����DQQL

>D / @

$FFHOHUD]LRQH�RUL]]RQWDOH�GLDQFRUDJJLR�GHOOR�VSHWWUR�GL�ULVSRVWD

HODVWLFR��1RUPH�7HFQLFKH�>D / @

1 > 0,25g 0,35g

2 0,15-0,25g 0,25g

� ��������J ����J4 <0,05g 0,05g

Secondo questi nuovi criteri il comune di Verona è stato inserito in =RQD���

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������&216,'(5$=,21,�&21&/86,9(

Da quanto esposto nei paragrafi precedenti, la valutazione della fattibilità geologica e geotecnica

del piano attuativo nella frazione di Montorio comporta una serie di considerazioni in ordine ai caratteri

geologici ed idrogeologici del sito prescelto.

- Nella zona meridionale dell’ abitato di Montorio il sottosuolo è prevalentemente costituito da

terreni alluvionali di fondovalle ( terreni prevalentemente limosi, limosi argillosi ) in rapida

eteropia verso terreni fluvioglaciale ( sabbiosi ghiaiosi ).

Le caratteristiche dei due litotipi sono molto diverse. Terreni fini a media o medio-bassa

consistenza e bassa permeabilità i primi, mentre sono terreni grossolani a media o media-elevata

consistenza e buona permeabilità i secondi.

L’ esatta delimitazione dell’ estensione areale e del confine tra le due litologie, andrà definita

durante le fasi geognostiche da realizzarsi in fase progettuale.

- Dalle prime risultanze, desunte dai dati bibliografici e da un rilievo geologico superficiale, si

ipotizza che il sottosuolo dell’ area Nord del territorio oggetto dell’ intervento ( Piano Attuativo

n°73) sia costituito da terreni fini, limosi, limosi–argillosi, pertanto da un litotipo con

caratteristiche geotecniche mediocri e consistenza da media a medio-bassa.

Spostandosi verso Sud in rapida eteropia si ipotizza di individuare un deposito fluvioglaciale

sabbioso , ghiaioso, ciottoloso, pertanto da un litotipo con caratteristiche geotecniche buone e

consistenza da media a medio-elevata

- Nel sottosuolo è presente una falda acquifera. La superficie piezometrica della falda si posiziona,

in fase di piena, a pochi metri del piano campagna.

- Si ricorda che la recente normativa sismica, O.P.C. 20 marzo 2003 n. 3274, inserisce il territorio

del comune di Verona in =21$��.

In base alla nuova normativa sismica si può stimare, in prima approssimazione, che i due profili

stratigrafici ipotizzati, in corrispondenza dell’ area in esame, rientrino nella &DWHJRULD� &� e

&DWHJRULD�' in funzione del loro diverso grado di addensamento.

- L’ analisi geologia e geotecnica di dettaglio andrà sviluppata per i singoli progetti previsti del

piano attuativo.

L’ analisi sui terreni di fondazioni dei singoli edifici andrà redatta secondo quanto prescritto del

D.M. 11 Marzo 1988. Tale normativa stabilisce i principali criteri da seguire per la progettazione

e l'esecuzione d’ indagini sui terreni e sulle rocce, nella verifica della stabilità dei pendii, i criteri

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generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno

delle terre e delle opere di fondazione.

- Le carte geomorfologiche consultate riportano la presenza di diverse cave abbandonate in

prossimità dell’ area in esame e nelle sue immediate vicinanze.

Poiché queste vecchie cave, venivano sovente riempite con materiali di svariata natura e

riutilizzate a scopi agricoli, si sottolinea la necessità di verificare, in fase geognostica, la natura

di eventuali terreni o materiali di riporto presenti nel sottosuolo.

In presenza di tali situazioni si dovrà operare secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale

25 Ottobre 1999 n.471.

Dott. Geol. Pier Silvio Compri

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PIANO ATTUATIVO N°73 - MONTORIO

RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 21A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

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AA.VV., 1967. &DUWD�JHRORJLFD�G�,WDOLD���IRJOLR�����9HURQD�. Serv. Geol. d’ Italia

AA.VV., 1967. 1RWH�LOOXVWUDWLYH�GHOOD�FDUWD�JHRORJLFD�G�,WDOLD�IRJOLR�����9HURQD��Serv. Geol. d’ Italia.

AA.VV., 1969. &DUWD�JHRORJLFD�G�,WDOLD���IRJOLR�����3HVFKLHUD�GHO�*DUGD�.Serv. Geol. d’ Italia

AA.VV., 1969. 1RWH� LOOXVWUDWLYH�GHOOD�FDUWD�JHRORJLFD�G� ,WDOLD� IRJOLR�����3HVFKLHUD�GHO�*DUGD���Serv.

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RELAZIONE GEOLOGICA PAGINA 22A cura del Dott. Geol. Pier Silvio Compri

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7$92/(�1(/�7(672- COROGRAFIA Scala 1 : 25.000

- CARTA GEOLOGICA Scala 1 : 20.000

- CARTA GEOMORFOLOGICA Scala 1 : 20.000