AtempopienoParità: siriparteda Torinon.4ottobre2011

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Notiziario dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche AGeSC - N.4 anno VII N. 3 del 31/10/2011 “Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BERGAMO” Ufficio stampa nazionale AGeSC c/o IKONOS srl Via C.A. Dalla Chiesa, 10 - 24048 Treviolo (BG) Tel. 035 200 515 - Fax 035 201 041 - E-mail: [email protected] Un’opportunità per dialogare con la gente, con le famiglie, con i singoli cittadini, raccon- tando un po’ della trentacinquennale storia associativa, fatta spesso di “battaglie” che non godono di visibilità sulla grande stampa, ma che sono sempre dalla parte della liber- tà e della democrazia. L'AGESC SI RACCONTA IN 4 PAGINE SPECIALI PARITÀ: SI RIPARTE DA TORINO PARITÀ: SI RIPARTE DA TORINO Ridare forza e slancio alla “cultura della parità scolastica”. Con questo programma di intenti, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord, ha riunito i rappresentanti delle organizzazioni, federazioni ed istituzioni delle scuole cattoliche di Triveneto, Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. L'adesione ed il sostegno pieno dell'AGeSC. Ridare forza e slancio alla promozione della “cultura della parità scolastica”, rivendican- done i diritti e spronando le comunità cristia- ne a “farsi carico, ciascuna per la sua parte, del mantenimento e della crescita in qualità delle scuole paritarie sul territorio”. Sono parole che non ammettono equivoci quelle che arrivano da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord. Monsignor Nosiglia, con un gesto coraggioso e significativo, ha riunito a Torino le delegazioni delle presidenze delle organizzazioni, federazioni ed istituzioni delle scuole cattoliche e responsabili della pastorale della scuola di Triveneto, Lombardia, Piemon- te, Liguria ed Emilia Romagna. L’incontro - svoltosi venerdì 2 settembre 2011 presso l’ISSR di Torino - faceva seguito ad una riunione preparatoria tenutasi a Milano il 7 lu- glio scorso. Chiaro l’obiettivo: decidere ini- ziative interregionali per promuovere una vera cultura della parità scolastica e per fare “il pun- to della situazione” in relazione ad interventi e orientamenti pastorali e strategie politiche da proporre alle Conferenze Episcopali Regionali e alla CEI in modo da contribuire alla piena rea- lizzazione della parità scolastica. Un modo, an- che, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su una importante realtà del sistema scolastico nazionale. Sotto gli occhi: la situazione genera- le delle scuole cattoliche di ogni ordine e grado, dall’Infanzia alle primarie, dalle secondarie di 1 e 2 grado ai Centri di formazione professionale. La parola del Presidente L’incontro di Torino promosso da mons. Nosiglia per tutte le regioni del nord è stato un gran bel momento. Nessuna la- mentela, nessun piagnisteo, abbiamo lavorato seria- mente e senza tanti orpelli per tre ore. Le tre parole chiave che Nosiglia ha ribadito più volte sono state: autonomia, federalismo, parità. La preoccupazione che si è avvertita, prima di tutto nella relazione in- troduttiva del vescovo di Torino, Nosiglia, era quel- la sì dei finanziamenti ma non solo, quella di ridare dignità alla scuola cattolica per ritornare ad essere soggetto educativo. Il mio intervento fatto tenendo presente volutamente un osservatorio nazionale, è partito proprio sottolineando la situazione delle fa- miglie del nostro Paese, famiglie sofferenti, biso- gnose di assistenza educativa. Genitori fragili che devono essere accompagnati nel loro compito ed essere sostenuti. Tutti abbiamo convenuto che in Italia manca la cultura della parità, nella gente co- mune ma anche nelle nostre comunità cristiane. C’è confusione, a volte, tra un concetto corretto di stato, spesa pubblica, scuola pubblica e privata, manca una stima nei riguardi di una scuola come quella cattolica paritaria che con la sua presenza nel siste- ma nazionale arricchisce l’offerta formativa, non la mortifica. A volte noi genitori impegnati in questa battaglia civile non sentiamo la passione e la stima delle no- stre comunità cristiane, e allora tutto diventa più difficile e faticoso. Ma l’unità va costruita comun- que, anche se costa fatica, occorre tenerci, occorre fare un lavoro e guardare positivamente avanti. Mons. Nosiglia si è preso l’impegno di scrivere una lettera agli altri vescovi e agli stessi parroci per sen- sibilizzarli sul tema della libertà di educazione, tema che il nostro Papa definisce accanto alla libertà reli- giosa, “un valore non negoziabile”. Ora la strada è tracciata, siamo arrivati da più parti, ma a Torino ci siamo ritrovati insieme e da Torino ripartiamo più motivati, certi che la nostra battaglia sull’educazione è un bene per tutti e quindi per tutto il Paese. Grazie agli amici AGeSC Roberto, Alberto, Cinzia, Lucia, Stefano, Michele e Paolo per la loro preziosa presenza. Maria Grazia Colombo LA STRADA È TRACCIATA. ORA LAVORIAMO INSIEME Segue a pag. 2

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Atempopieno Parità: si riparte da Torino n.4 ottobre 2011

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N o t i z i a r i o d e l l ’ A s s o c i a z i o n e G e n i t o r i S c u o l e C a t t o l i c h e A G e S C - N . 4 a n n o V I IN. 3 del 31/10/2011 “Poste Ital iane spa - Spedizione in abbonamento postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art . 1 , comma 2, DCB BERGAMO”Ufficio stampa nazionale AGeSC c/o IKONOS srl Via C.A. Dalla Chiesa, 10 - 24048 Treviolo (BG) Tel. 035 200 515 - Fax 035 201 041 - E-mail: [email protected]

Un’opportunità per dialogare con la gente, con le famiglie, con i singoli cittadini, raccon-tando un po’ della trentacinquennale storia associativa, fatta spesso di “battaglie” che non godono di visibilità sulla grande stampa, ma che sono sempre dalla parte della liber-tà e della democrazia.

L'AGESC SI RACCONTA IN 4 PAGINE SPECIALI

PARITÀ: SI RIPARTE DA TORINOPARITÀ: SI RIPARTE DA TORINORidare forza e slancio alla “cultura della parità scolastica”. Con questo programma di intenti, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord, ha riunito i rappresentanti delle organizzazioni, federazioni ed istituzioni delle scuole cattoliche di Triveneto, Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. L'adesione ed il sostegno pieno dell'AGeSC.

Ridare forza e slancio alla promozione della “cultura della parità scolastica”, rivendican-done i diritti e spronando le comunità cristia-ne a “farsi carico, ciascuna per la sua parte, del mantenimento e della crescita in qualità delle scuole paritarie sul territorio”. Sono parole che non ammettono equivoci quelle che arrivano da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord. Monsignor Nosiglia, con un gesto coraggioso e signifi cativo, ha riunito a Torino le delegazioni delle presidenze delle organizzazioni, federazioni ed istituzioni delle scuole cattoliche e responsabili della pastorale della scuola di Triveneto, Lombardia, Piemon-te, Liguria ed Emilia Romagna. L’incontro - svoltosi venerdì 2 settembre 2011

presso l’ISSR di Torino - faceva seguito ad una riunione preparatoria tenutasi a Milano il 7 lu-glio scorso. Chiaro l’obiettivo: decidere ini-ziative interregionali per promuovere una vera cultura della parità scolastica e per fare “il pun-to della situazione” in relazione ad interventi e orientamenti pastorali e strategie politiche da proporre alle Conferenze Episcopali Regionali e alla CEI in modo da contribuire alla piena rea-lizzazione della parità scolastica. Un modo, an-che, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su una importante realtà del sistema scolastico nazionale. Sotto gli occhi: la situazione genera-le delle scuole cattoliche di ogni ordine e grado, dall’Infanzia alle primarie, dalle secondarie di 1 e 2 grado ai Centri di formazione professionale.

La parola del Presidente

L’incontro di Torino promosso da mons. Nosiglia per tutte le regioni

del nord è stato un gran bel momento. Nessuna la-mentela, nessun piagnisteo, abbiamo lavorato seria-mente e senza tanti orpelli per tre ore. Le tre parole chiave che Nosiglia ha ribadito più volte sono state: autonomia, federalismo, parità. La preoccupazione che si è avvertita, prima di tutto nella relazione in-troduttiva del vescovo di Torino, Nosiglia, era quel-la sì dei finanziamenti ma non solo, quella di ridare dignità alla scuola cattolica per ritornare ad essere soggetto educativo. Il mio intervento fatto tenendo presente volutamente un osservatorio nazionale, è partito proprio sottolineando la situazione delle fa-miglie del nostro Paese, famiglie sofferenti, biso-

gnose di assistenza educativa. Genitori fragili che devono essere accompagnati nel loro compito ed essere sostenuti. Tutti abbiamo convenuto che in Italia manca la cultura della parità, nella gente co-mune ma anche nelle nostre comunità cristiane. C’è confusione, a volte, tra un concetto corretto di stato, spesa pubblica, scuola pubblica e privata, manca una stima nei riguardi di una scuola come quella cattolica paritaria che con la sua presenza nel siste-ma nazionale arricchisce l’offerta formativa, non la mortifica. A volte noi genitori impegnati in questa battaglia civile non sentiamo la passione e la stima delle no-stre comunità cristiane, e allora tutto diventa più difficile e faticoso. Ma l’unità va costruita comun-

que, anche se costa fatica, occorre tenerci, occorre fare un lavoro e guardare positivamente avanti.Mons. Nosiglia si è preso l’impegno di scrivere una lettera agli altri vescovi e agli stessi parroci per sen-sibilizzarli sul tema della libertà di educazione, tema che il nostro Papa definisce accanto alla libertà reli-giosa, “un valore non negoziabile”. Ora la strada è tracciata, siamo arrivati da più parti, ma a Torino ci siamo ritrovati insieme e da Torino ripartiamo più motivati, certi che la nostra battaglia sull’educazione è un bene per tutti e quindi per tutto il Paese. Grazie agli amici AGeSC Roberto, Alberto, Cinzia, Lucia, Stefano, Michele e Paolo per la loro preziosa presenza.

Maria Grazia Colombo

LA STRADA È TRACCIATA. ORA LAVORIAMO INSIEME

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AGeSCAtempopienoAtempopieno pagina 2 - IN PRIMO PIANO

Mons. Massironi, Vescovo di Vercelli, introducendo i lavori, ha sotto-lineato il ruolo fondamentale, sociale e pedagogico, delle scuole catto-liche a pieno titolo, pubbliche, perché inserite nel sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, ma che stanno sempre più soffrendo per i continui ritardi e decurtazioni dei contributi, con il rischio sempre più prossimo, drammatico e reale della loro sopravvivenza.Mons. Cesare Nosiglia, nel motivare la preoccupazione dei Vescovi per la situazione preoccupante di tutta la scuola, ha sottolineato il ruolo de-cisivo delle comunità cristiane all’impegno per consolidare e portare a pienezza il processo di riforma avviato sulla base dei fondamentali principi legislativi dell’autonomia, federalismo e parità, attraverso una sempre più convinta ed effi cace cultura della scuola, superando così i pregiudizi ideologici e ritardi storici ancora purtroppo radicati nella no-stra società.Dal fecondo e profondo confronto critico, oltre a ribadire l’importan-za delle scuole cattoliche pubbliche paritarie, capillarmente presenti nel territorio, ed aver evidenziato la specifi cità, pur con connotazioni diver-se, della consistente loro presenza nelle Regioni del Nord, a differenza di quelle del Centro e del Sud Italia, i presenti sono arrivati ad una serie di conclusioni (vedi “SEI PUNTI PER UN PIANO DI INTERVENTI”, qui sopra), che raccolte da mons. Cesare Nosiglia, saranno trasmesse ai Ve-scovi delle rispettive regioni ecclesiastiche e alla Presidenza della CEI per diventare una base comune condivisa di azione per tutti i soggetti protagonisti nel mondo della scuola in questo decennio particolarmente dedicato all’impegno di “educare alla vita buona del Vangelo”.

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SEI PUNTI PER UN PIANO DI INTERVENTI È un deciso programma di interventi quello steso a Torino, all’inizio di settembre, dopo l’incontro promosso da mons. Cesare Nosiglia, arcive-scovo della Diocesi torinese e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord, con le presidenze delle organizzazioni, federazioni ed istituzioni delle scuole cattoliche e responsabili della pastorale della scuo-la di Triveneto, Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Sarà attuato nei seguenti sei punti:

Una ‘Lettera’ dei Vescovi alle comunità cristiane e all’opinio-ne pubblica sull’importanza decisiva della scuola italiana, come bene comune a sostegno delle famiglie per l’educazione dei fi gli e del ruolo insostituibile dei cattolici perché la scuola e ogni scuola, come comunità educativa, svolga il suo ruolo educativo nel nostro Paese.

Una ‘Giornata della scuola della comunità’ da realizzarsi in ogni Regione fi nalizzata a coinvolgere il numero maggiore di soggetti (istituzioni ed organismi sociali, scolastici ed eccle-siali) protagonisti presenti nel territorio, affi nché in dialogo di corresponsabilità educativa, promuovano la cultura della scuola, riscoprano la fecondità dei principi della sussidiarietà, sostengano il principio della libertà di scelta educativa della famiglia ed il ricco patrimonio insito nelle scuole cattoliche pubbliche paritarie.

Venga costituita in ogni Regione, per volontà esplicita dei Vesco-vi, ove non esistesse ancora, un organismo (Commissione, Co-mitato…) di comunione ecclesiale della scuola cattolica, compe-tente, rappresentativo, autorevole capace sia di dialogare con le autorità politiche, amministrative e scolastiche locali e regionali, sia di diventare punto di riferimento per le comunità ecclesiali per quanto attiene tutto il vasto e ricco mondo delle scuole cattoliche paritarie; tale organismo, tra l’altro, curerà, anche attraverso do-cumentazione idonea (dossier…) ed aggiornata il dialogo con gli Enti locali (Regione e Comuni).

Si realizzi, presumibilmente dopo Pasqua 2012, a Milano, una ‘Conferenza/Assemblea’ Generale sulla scuola con tutti gli ‘stati generali’, i presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali del Nord Italia, le autorità di governo nazionale e locale, per eviden-ziare il fecondo ed insostituibile contributo dei cattolici al bene di tutta la scuola italiana, in modo da sprigionare le potenzialità ancora inespresse presenti nell’attuale legislazione.

Un invito alla Presidenza della CEI a sostenere l’impegno per la parità delle dette regioni, e rilanciare il ruolo del Consiglio Nazio-nale delle Scuole Cattoliche.

Un’attenzione tutta particolare ai mass media diocesani e locali, at-traverso un progetto informazione accurato, per veicolare corretta-mente ed effi cacemente la verità dell’attuale situazione delle scuo-le cattoliche pubbliche paritarie da sempre impegnate per il bene dell’educazione di tutta la popolazione che vive le nostre terre.1

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L’incontro con mons. Nosi-glia ha fatto emergere con

grande chiarezza e franchezza una situazione divenuta, a mio avviso, insostenibile. Come AGeSC ci battiamo da sempre, dando voce a tutti quei genitori che chiedono di poter esercitare un proprio diritto, cioè quello di scegliere la scuola per i propri figli, sia essa statale o non stata-le paritaria, senza dover pagare. In fondo è un diritto previsto dalla Costituzione Italiana che viene disatteso da una legge di questo Stato che rimane tuttora incompiuta (la legge 62/2000), nonostante siano passati dieci anni dalla sua promulgazio-ne. Speriamo venga fatto un salto culturale a favo-re della libertà di edu-cazione e che cominci-no a cadere gli steccati

ideologici che ne impediscono la piena attuazione, sia dentro la Chiesa sia in chi ci governa at-tualmente, prendendo in seria considerazione i dati elaborati dalla nostra associazione che di-mostrano quanto sia necessaria allo Stato e a tutta la società la rete di scuole paritarie.

Lucia MorgilloPresidente AGeSC Emilia Romagna

FAR CADERE GLI STECCATI IDEOLOGICI

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La parola del Presidente

L'EDUCAZIONE? PASSIONE E MISTEROLa lettera che don Luigi Giussani scrisse nel 2003 all'AGeSC.

AGESC, BUON COMPLEANNO!Trentacinque anni fa nasceva l'Associazione Genitori Scuole Cattoliche.

TUTTI I NUMERI DELLA SCUOLA CATTOLICAUna realtà che attende di essere pienamente riconosciuta, non solo a parole. pag. IV

L’AGeSC promuove il prima-to della famiglia nell’educa-zione, sostiene la libertà di scelta dei genitori, coopera

con tutta la scuola per una forma-zione integrale della persona, pro-muove l’opera delle scuole cattoli-che e di ispirazione cristiana e dei centri di formazione professionale, lavora con i genitori per la crescita

della loro responsabilità educativa anche attraverso corsi specifici. L’AGeSC dia-

loga e si confronta con le istituzioni pub-bliche (dal Ministero dell’Istruzione fino ai Comuni) rappresentando i genitori e difendendo la libertà di educazione, svol-ge una presenza attiva nel Paese, anche in collaborazione con altre realtà associa-tive, per far crescere la società civile se-condo il principio di sussidiarietà. L’As-sociazione, nata nel 1975, è attiva in 19 Regioni italiane e in 68 province con la presenza di centinaia di comitati d’istitu-to presso le scuole cattoliche e i CFP.

Da trentacinque anni, decine di migliaia di ge-nitori italiani sono davvero “all’opera” per

costruire il bene comune all'interno della società civile e del sistema educativo. Sono le famiglie ri-unite nell’AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche). Nella circostanza dell'edizione 2011 del Meeting di Rimini, tenutosi nell'agosto scorso, l’AGeSC ha inteso presentarsi alle migliaia di persone che hanno partecipato all’evento, realiz-zando un numero speciale di “Atempopieno”, il proprio periodico ufficiale. L’iniziativa ha riscosso un’attenzione inaspettata, come del resto anche lo stand dell’Associazione, presente negli spazi espositivi del Meeting. Ripro-poniamo dunque, in versione nazionale, quell’edi-zione speciale, che ben si presta ad essere diffusa nelle scuole e nelle sedi associative. Pensiamo che queste pagine siano una opportunità, per l’A-GeSC, di dialogare con la gente, con le famiglie, con i singoli cittadini, raccontando un po’ della sua trentacinquennale storia, fatta spesso di “bat-taglie” che non godono di visibilità sulla grande stampa, ma che sono sempre dalla parte della li-bertà e della democrazia. Sono monenti ed espe-rienze di un impegno concreto per la famiglia, per la cui difesa e valorizzazione l’AGeSC è storica-mente impegnata e schierata. Sono, queste, poche pagine che vogliono raccontare la straordinaria avventura di chi crede nel futuro e si impegna per un’Italia migliore. Noi ci siamo. E pensiamo che ciò possa interessare e coinvolgere anche tanta al-tra gente.

pag. II

IN QUESTO NUMEROIN QUESTO NUMERO

pag. III

SPECIALE AGAGeeSCSC

FAMIGLIE ALL'OPERA PER UN'ITALIA MIGLIORE

conzionemuovche ecentrilavora

AGeSC, PRESENZA ATTIVA

Leggendo in questi giorni articoli e interventi in preparazione alla

XXXII edizione del Meeting di Rimini, ho incon-trato questo scritto di Emilia Guarnieri, Presidente del Meeting, mi è piaciuto molto, e l’ho fatto mio. In poche parole Emilia ci aiuta a capire e interpre-tare il titolo di questo Meeting, un titolo conciso, bello e curioso. Lascio molto volentieri a lei questo mio “spazio” dando appuntamento a tutti gli amici dell’AGeSC a Rimini allo stand AGeSC, saremo presenti in molti, ci faremo compagnia e avremo l’occasione di incontrare tante famiglie, tanti giova-ni e insegnanti, a presto e buon Meeting!“Due grandi evidenze vediamo sempre più dram-maticamente presenti attorno a noi, ma soprattutto dentro di noi. La prima è la paura di fronte all’incer-tezza della vita, il disagio e la sofferenza che impli-ca qualunque precarietà, qualunque mancanza di

sicurezza, qualunque rischio che la realtà propone. Questa percezione, questo dato dell’esperienza, ci costringe a riconoscere che l’uomo invece è fatto per la certezza, la desidera, la cerca e soffre quando non la trova oppure quando scopre di avere affidata la speranza a qualcosa che poi rivela la sua illusio-ne.Non bastasse questo, c’è la secondo evidenza, det-tata dal dogma del pensiero relativista che afferma che è impossibile pervenire alla certezza. L’uomo non sarebbe in grado di raggiungere certezze. Que-sto equivale a dire che l’uomo non è in grado di raggiungere la realtà, non è in grado di conoscere veramente se stesso e quello che ha attorno.Il Meeting di quest’anno si colloca nel contesto della sfida costituita da queste due evidenze.Se desideriamo una certezza, questo desiderio è la

E L’ESISTENZA DIVENTA UNA IMMENSA CERTEZZA

continua a pag. II

AtempopienoAtempopieno

Luigi Giussani e l’AGeSC. È un rapporto tutto particolare,

e significativo, quello che ha legato il fondatore di Comunione e

Liberazione all'Associazione Genitori Scuole Cattoliche.

Prima ancora che una identità di vedute sul tema della libertà di

educazione, c'era la condivisione comune di un Progetto chiamato

Vangelo. Nel 2003, egli venne scelto quale destinatario a cui conferire il

prestigioso “Premio Mario Macchi” che intende periodicamente

premiare chi, con la propria testimo-nianza di vita, condivide e fa propri

obiettivi e finalità dell’AGeSC. In tale occasione, don Giussani

scrisse all'allora Presidente nazionale, Enzo Meloni,

e a tutti gli amici dell'Associazione una lettera-testimonianza, che

abbiamo il piacere di rileggere, nella circostanza di questo numero

di Atempopieno/Speciale Meeting di Rimini 2011.

Signor Presidente, Carissimi amici, pur dispiaciutissimo di non poter essere fisicamente presente oggi tra

voi, voglio esprimervi tutta la gratitudine e la commozione, non solo per la conse-gna del Premio “Mario Macchi”, ma per la presenza e l’operato della vostra Asso-ciazione, che per me rappresenta una te-stimonianza appassionata ed entusiasta della vostra fede nel mondo così difficile e decisivo della scuola.Ho sempre concepito e vissuto il compito dell’educazione come la circostanza più imponente della passione con cui il Si-gnore ha investito la mia vita, fin dal pri-mo giorno di scuola al Liceo Berchet, quando, salendo i gradini dell’ingresso, Gli chiesi di poter comunicare ai miei studenti la bellezza e la ragionevolezza, cioè l’umanità, dell’esperienza cristiana così come l’avevo incontrata e vissuta in famiglia prima e poi nel mio seminario.Che altro è educare se non comunicare se stessi, la passione ideale che muove la propria vita nel rapporto con tutta la real-tà originata, attuata e finalizzata nel Mi-stero dell’avvenimento di Cristo? Pensan-do a ciascuno di Voi, alle vostre famiglie, ai vostri ragazzi, non posso non conside-rare che l’avere dei figli da educare è la più grande occasione che Dio ci dà per ri-svegliare la fede in noi.In queste ore così drammatiche per la vita del mondo, quando sembra che la menzo-

gna e la violenza colmino l’orizzonte, non solo della vita tra i popoli, ma anche delle vicende personali di ciascuno, av-verto più che mai urgente per la salvezza dell’umano, al di là della finitezza e dei limiti dell’umano stesso, il compito di una educazione in cui si possa far perce-pire il cammino della vita come tensione, istante per istante, a un Destino che è be-ne; altrimenti sarebbe inutile e ingiusto generare figli, perché allora sì, sarebbe inutile vivere. È questo senso del destino, del Mistero, che qualifica umanamente l’azione edu-cativa: per poter essere più umano verso il proprio figlio uno deve pensare a qual-cosa di più anche per sé. Per questo nean-che le nostre incoerenze e la coscienza del male in noi non possono mai diventa-re obiezione a quella urgenza di proposta ideale e di responsabilità di fronte ai no-stri figli.Avete giustamente percepito nella vostra vita che la permanenza e la forza del ri-chiamo ideale non può sussistere se ci si concepisce individualisticamente, se la famiglia non si scopre parte di un popolo, di quell’alveo vitale in cui il Signore ope-ra come chiarezza di giudizio e sostegno nella circostanza storica. Una famiglia non può resistere da sola!Perciò la preoccupazione educativa di una famiglia oggi è intelligente e umana nella misura in cui stabilisce rapporti che

creino una trama sociale che si opponga alla trama sociale dominante. È l’asso-ciarsi libero, intelligente e volitivo delle varie persone che hanno le stesse fonda-mentali preoccupazioni che può stabilire un fronte di resistenza all’influsso domi-nante che raggiunge i nostri figli soprat-tutto attraverso i mass-media e la scuola. “Fateci andare in giro anche poveri, ma lasciateci la libertà di educare”. Questo abbiamo sempre rivendicato fin dagli ini-zi di Gioventù Studentesca e questo con-tinuiamo a chiedere con insistenza a chi ha responsabilità di governo della scuola a tutti i livelli. Non rivendichiamo privile-gi di nessun tipo, ma soltanto che venga riconosciuta effettivamente la possibilità di una presenza educativa nella scuola che riconosca e dilati l’ambito primario della responsabilità educativa della fami-glia, fino ad assumere il rischio di tentati-vi (sempre più numerosi e significativi) di scuole libere.Vi ringrazio ancora di cuore della testimo-nianza limpida di fede che scaturisce dalla vostra presenza nella scuola e vi auguro di potere continuamente approfondire le ra-gioni del vostro agire nella evidenza che l’educazione è compito di tutta la vita, in-nanzitutto verso se stessi, nella quotidiana-mente percepita urgenza del proprio cam-biamento davanti al Signore e al mondo.

Sac. Luigi GiussaniMilano, 14 marzo 2003

QUEL GRANDE MISTERO QUEL GRANDE MISTERO CHIAMATO EDUCAZIONECHIAMATO EDUCAZIONE

Nel 2003 l’AGeSC gli conferì il prestigioso “Premio Mario Macchi”, riconoscendo la sua grande azione e passione educativa nei confronti

dei giovani, attraverso la sua testimonianza di vita e la proposta di una esperienza di fede vissuta oggi in una viva amicizia cristiana

Ecco, in sintesi, i principi costitutivi dell’Associazione: ci aiutano a capire il “perché” dell’AGeSC ed i suoi ambiti di espressione e di operatività.Identità dell’Associazione e principi ispi-ratori L'Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGeSC) è Associazione nazionale di geni-tori per la famiglia, l'educazione, la scuola cattolica e la formazione professionale di ispirazione cristiana. Essa, proponendosi di operare in adesione ai principi e valori della fede cattolica ed al Magistero della Chiesa, sostiene: • il primato della famiglia nell'educazione

e nell'istruzione dei figli, in ragione del sacramento del Matrimonio, per diritto naturale dei genitori e per diritto-dovere costituzionale.

• il diritto dei genitori di scegliere a fini educativi, in piena coscienza e libertà, per i propri figli le istituzioni, le modalità ed i momenti più rispondenti ai propri convincimento morali, religiosi e civili;

• la necessità di qualificare e promuovere la scuola cattolica secondo i principi san-citi dal Concilio Vaticano II nel docu-mento “Gravissimum educationis” e dal costante insegnamento del Magistero della Chiesa.

Finalità dell’Associazione L’AGeSC persegue i seguenti scopi: • assumere programmi ed iniziative utili ad

orientare gli associati nelle loro scelte educative, in conformità ai principi aspi-ratori dell’Associazione;

• sensibilizzare i genitori sul significato della scelta educativa della scuola cattoli-ca, sollecitandone l'impegno personale, in unione con tutti coloro che si ricono-scono nella scelta di vita cristiana, al fine di assicurare una loro presenza attiva nel-la vita e nelle strutture della società;

• inserirsi attivamente nella realtà della scuola cattolica per favorire l'attuazione di una comunità educativa, tendente alla formazione integrale della persona;

• collaborare responsabilmente alla realiz-zazione del progetto educativo della scuola cattolica;

• presentare e sostenere con la più ampia partecipazione delle famiglie, proposte ed istanze interessanti la scuola cattolica e il suo rapporto con la famiglia e la so-cietà, in un contesto di pluralismo cultu-rale ed istituzionale, con particolare ri-guardo alla tutela e promozione della li-bertà di insegnamento e di scelta dell’e-ducazione, senza condizionamenti politi-ci ed economici.

SPECIALE - pagina II

I PRESIDENTI NAZIONALISono sette i presidenti nazionali che, nell’arco di 35 anni, si sono succeduti alla guida dell’AGeSC. Il primo presidente fu Giuseppe Marzetta (1977-1981), seguito da Giulio Galli (1981-1984), Lorenzo Cattaneo (1984-1990), Roberto Lombardi (1990-1996), Stefano Versari (1997-2000), Enzo Meloni (2000-2006), Maria Grazia Colombo (presidente in carica dal 2006).

Maria Grazia Colombo e Roberto Gontero, Presidente e Vicepresidente in carica

PERCHÉ L’AGeSCIdentità e finalità dell’Associazioneprova che una certezza deve pur

esserci. Non ci si può esimere dal tentativo di guadagnarla, non si può evitare il rischio di lanciare la spada oltre le cose già note per trovare ciò che il cuore desidera. Ma appunto la spada va lanciata, la certezza va conquistata in un per-corso, non arriva al di fuori di un cammino e di una responsabilità, implica un percorso della ragione e dell’esperienza umana.Il Meeting attraverso l’arte, le te-stimonianze, i contributi di scien-ziati, imprenditori, politici, uomini di cultura, vuole offrire il contribu-to di uomini così, persone che nella vita camminano libere. Il Meeting non è altro che un’espe-rienza di uomini che hanno incon-trato altri uomini, appassionati alla vita e alla ricerca della certezza e della verità. Da 32 anni la trama di questi rapporti si dilata, incidendo nella storia, costruendo legami e opere, ma soprattutto contribuen-do, attraverso l’incontro e il con-fronto sulle ragioni della vita, ad educare uomini non rassegnati ad inseguire farfalle, ma ancora ap-passionati alla res pubblica.”

continua da pag. I

AtempopienoAtempopieno

1975: LA NASCITA - Il 28 novembre oltre 120 genitori, rap-presentanti di scuole cattoliche milanesi, si riuniscono in assem-blea e costituiscono l’AGeSC. Il 19 febbraio 1977, nella biblio-teca del Collegio S. Giuseppe di Torino, i soci della Lombardia e delle Associazioni nel frattempo nate in Piemonte e Liguria danno vita alla Consulta Nazionale AGeSC. È un passaggio storico per promuovere in tutto il Paese i valori dell’educazione in stretta collaborazione fra scuola e famiglia.

UN INTENSO LAVORO - In collaborazione con Fidae, Fism, Felc/Fop, Fisiae, Studenti S.C. e Seminario Aggiornamento In-segnanti S.C. - AGeSC promuove il convegno “Per una educa-zione cristiana motivata e partecipata” (1978). È l’avvio di un intenso lavoro culturale, documentato dai temi trattati: “Fami-glia e libera scelta della scuola” (1982), “Pubblico servizio e garanzia di pluralismo in Italia e in Europa” (1984), “I laici alle frontiere della storia” (1987), “Libertà di scuola e scuola di libertà” (1991), “Famiglia, evangelizzazione, riforme” (1992), “Scuola e diritti di cittadinanza” (1996).

PRESENZA ECCLESIALE - Nel 1978 l’AGeSC viene rico-nosciuta dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), la quale, approvandone lo Statuto, l’annovera tra le “Associazioni eccle-siali”. Attiva la partecipazione ai Convegni ecclesiali promossi dalla C.E.I: a Roma nel 1976, “Riconciliazione cristiana e co-munità degli uomini” a Loreto nel 1985, “Presenza della scuola cattolica in Italia” a Roma nel 1991, “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia” di Palermo nel 1995, “Testimoni di Gesù, speranza del mondo” di Verona nel 2006. IMPEGNO PER LE RIFORME - Negli anni 1978/1979 l’A-GeSC affronta i temi e le problematiche dell’attuanda riforma della secondaria superiore, ritenuta non soddisfacente, eviden-ziando gravose lacune, particolarmente sull’insegnamento della religione, sul rapporto scuola statale-scuola non statale, sulla dimensione pedagogica. Nell’aprile del 1979, dopo contatti e consultazioni con le associazioni genitori di Francia, Belgio, Olanda, Germania Occidentale e Irlanda, a Roma, viene stilato lo Statuto dell’OE.GIAPEC, (Organizzazione Europea dei Gruppi di Genitori delle Scuole dell’Insegnamento Cattolico).

IN MARCIA... IN EUROPA - Tra gli anni Settanta ed Ottan-ta, su iniziativa dei genitori dell’ AGeSC ha inizio la promozio-ne delle “Marce della Scuola Cattolica”: a Milano l’ “Andemm al domm” (più tardi passata sotto l’egida della Diocesi), a Bergamo “Tocc inséma so coi de Berghem”, a Roma la “Mara-tona di primavera”, così pure a Torino ed in molte altre città. In alcune Diocesi, l’AGeSC ottiene l’istituzione della “Giorna-ta della Scuola Cattolica”. Nel 1983, a San Remo, l’AGeSC organizza - con la collaborazione della Fidae e dell’OE.GIA-PEC - un Convegno Internazionale: “Europa dell’educazione - Libertà di insegnamento e di scelte educative”. Altri eventi europei sono promossi successivamente a Messina (Taormina) nel 1984, nuovamente a San Remo nel 1987. L’Unione Euro-pea, nel 1983, promuove, a Bruxelles, un primo incontro con alcuni rappresentanti delle Associazioni Genitori europee. Ciò spiana la strada, nel 1985 a Milano, al Congresso fondativo dell’EPA (European Parents Association), alla quale aderisce immediatamente l’AGeSC, che partecipa attivamente, negli anni successivi, ai lavori dell’EPA, per conto della quale, nel giugno del 2010, organizza un convegno internazionale a Mi-lano (“I genitori nella scuola”).

GIOVANNI PAOLO II - L’AGeSC - nel 1987 - è accolta in udienza speciale dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, il quale ne incoraggia l’iniziativa dettando alcuni passi dell’obiettivo pasto-rale perseguibile dall’associazione. Nel 1988 istituisce il “Pre-mio Mario Macchi” (già presidente regionale dell’AGeSC Ligu-ria e fondatore dell’OE.GIAPEC) da conferire a personalità che si siano distinte in ambito associazionistico con attività culturali e operative di rilevante contributo innovativo. Nel 1989 è pro-mosso un “corso di formazione quadri” in Campania, a Napoli.

CONTRO LE DISCRIMINAZIONI - Nel 1991, a Udine, viene promossa dall’AGeSC una manifestazione pubblica con-tro il referendum abrogativo della legge regionale del Friuli-Venezia Giulia. Sull’onda di tale iniziativa viene presentato dall’AGeSC alla Commissione della Comunità Economica Eu-ropea un “Esposto” sulla discriminazione ai danni della scuola non statale operata dalla legislazione italiana. Partecipa, inoltre, attivamente con suoi rappresentanti al convegno della CEI, per la prima volta dedicato alla “Presenza della scuola cattolica in

Alcune tappe del cammino lungo 35 anni di vita associativa

AGeSC, UNA STORIA NELL'ITALIA CHE CAMBIA

pagina III - SPECIALE

Italia”. Sempre nel 1991, il Ministero della Pubblica Istruzione riconosce ufficialmente l’AGeSC che da allora partecipa ai lavo-ri del Comitato Paritetico delle Associazioni Genitori.

PROPOSTE E DISEGNI DI LEGGE - Nel 1994, l’AGeSC elabora - con la collaborazione del Prof. Gianfranco Garancini - e presenta una “Proposta di Legge” dal titolo “Ordinamento scolastico pubblico fondato sulla libertà di educazione e di inse-gnamento - Autonomia didattica, organizzativa, finanziaria e di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche”. Nel 1995, sem-pre a cura dell’AGeSC, è presentato un “Disegno di Legge” sull’ “Ordinamento della scuola non statale - Libertà, pari dignità, equipollenza in attuazione dell’art. 33, quarto comma, della Costituzione”, entrambi sostenenti il “buono scuola” come stru-mento di finanziamento. L’AGeSC presenta proprie proposte di legge per il diritto allo studio in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Sicilia, Marche, Piemonte.

IL “PIANO DI FORMAZIONE” - A metà degli anni Novanta, è avviata la preparazione del “Piano di Formazione dei Genito-ri”, elaborato in unione con i Salesiani e con la collaborazione di docenti universitari (P. Donati, I.Colozzi, C. Giuliadori, R. Prandini), poi tradotto in percorsi modulari da G.Bocca nel 2001 ed attivato negli anni 2001-2002 dall’AGeSC Lombardia.

PRIMA VOLTA AL MEETING - Nel 1996, per la prima volta l’AGeSC è al Meeting di Rimini, con un intervento, di presenta-zione durante uno dei principali incontri sull’educazione, la scuola e la libertà di scelta scolastica. Le presenze al Meeting si ripeteranno anche negli anni successivi. Nel settembre del 1996 la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) costituisce il Centro Nazionale Scuola Cattolica (CNSC) e nel 1998 il Centro Studi Scuola Cattolica (CSSC), nei quali l’A-GeSC è regolarmente inserita con suoi rappresentanti.

IN 10.000 AL PALAVOBIS - Il 13 aprile 1997, con altre orga-nizzazioni operanti nella scuola, l’AGeSC promuove a Milano la grande manifestazione pubblica del Palavobis: “Difendiamo il futuro”. Vi partecipano oltre diecimila persone. Nello stesso anno, partecipa alla manifestazione, promossa dal Forum delle Associazioni Familiari a Bologna: “Famiglia e scuola nel nuovo Stato sociale. Le associazioni familiari protagoniste delle rifor-me”. Il 6 giugno 1998 l’AGeSC è ricevuta in udienza speciale da Giovanni Paolo II. Sempre nel 1998, contribuisce alla raccolta di firme con la richiesta alla politica di affrontare in modo risoluti-vo il problema della “parità scolastica”. È promosso il “Comi-tato per la scuola della società civile” che nel 2001 si presenta con un “appello” sottoscritto da esponenti di differenti aree culturali e politiche.

LA PETIZIONE EUROPEA - Nell’autunno 1998, l’AGeSC presenta al Parlamento Europeo una “petizione denuncia” contro le violazioni dello Stato italiano in materia di parità scolastica e di libertà di scelta educativa. La petizione - presen-tata nella sede di Bruxelles - è ritenuta, nel 1999, ricevibile e accolta dalla Commissione Giuridica con parere di condanna dello Stato italiano. Nel 1999, partecipa alla grande Assemblea nazionale su “La scuola cattolica in Italia”, promossa dalla CEI, e presenta una proposta per l’utilizzo del “credito d’impo-sta” come soluzione al problema del finanziamento della liber-tà di scelta dei genitori. Con l’introduzione della Legge “pari-taria” n° 62 del 2000, l’AGeSC è in prima linea nell’esprimere forti perplessità sulla normativa che non risolve il problema della concreta libertà di educazione scolastica.

UNA POLITICA PER LA FAMIGLIA - Nel 2002, il Ministe-ro della Pubblica Istruzione istituisce il FONAGS (Forum delle Associazioni dei Genitori nella Scuola) nel quale trova legittima collocazione l’AGeSC. Nel 2003, l’AGeSC conferma il “credito d’imposta” (o meglio la “deduzione d’imposta”) quale strumen-to applicativo preferito, chiarendo ancora una volta che la “pari-tà” è una questione che interessa le famiglie, più ancora che le scuole. Nel 2004 promuove un Seminario Nazionale di Studio dal titolo “Per una scuola di qualità: condizioni di fattibilità”, con esame specifico della legge 53/2003. Sempre nel 2004, pro-muove un percorso itinerante di formazione nei luoghi dell’in-fanzia, dal titolo “Il vantaggio di essere genitori”. Nel 2004, AGeSC solleva cinque contenziosi nei confronti del Ministero, uno dei quali - nel 2008 - ha esito positivo: le scuole non statali paritarie hanno diritto di vedere sostenuto economicamente dal-lo Stato l’onere dell’insegnante di sostegno per gli studenti por-tatori di handicap.

LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA - Nel 2005, presentata al Meeting di Rimini, è promossa la mostra itinerante sui trent’an-ni dell’AGeSC dal titolo “La rivoluzione silenziosa - Scuola vs. educazione?”. Sempre nel 2005 l’AGeSC si impegna nella va-lorizzazione del percorso di istruzione e formazione professiona-le, riproponendone il valore educativo e sostenendone la “pari dignità” con il percorso liceale. Con Decreto del 28 settembre 2006 della Direzione Generale per il volontariato, l’associazio-nismo e le formazioni sociali, l’AGeSC è riconosciuta dal Mini-stero della solidarietà sociale quale “Associazione di promozione sociale” e iscritta nell’apposito Registro Nazionale.

PER CAPIRCI QUALCOSA - Nel 2006, l’AGeSC partecipa alle audizioni parlamentari e solleva la necessità di una corre-sponsabilità dei genitori nella elaborazione delle norme scola-stiche attraverso anche un intenso lavoro nelle predisposte sedi istituzionali. Sul tema delle riforme predispone un documento dal titolo “Per capirci qualcosa”. Nel 2007 pubblica un Dos-sier inerente i costi della scuola paritaria, raffrontandoli con quelli della scuola statale. Il documento - distribuito tra le istituzioni pubbliche e private - suscita interesse e presa di coscienza della situazione. Nel 2008, l’AGeSC stabilisce rap-porti con il neo Ministro Gelmini, al quale sono presentati gli orientamenti associativi in ordine all’assetto normativo scola-stico e l’indicazione dello strumento della “deduzione d’impo-sta” in prospettiva di una soluzione del problema paritario. Nel dicembre 2008, presenta una petizione al Presidente del Consi-glio sui finanziamenti alle scuole paritarie, aggregando all’ini-ziativa Fidae, Fism, Agidae, Foe, Ciofs-Scuola e Movimento Studenti Scuola Cattolica.

PRESENZA NELLA SOCIETÀ CIVILE - Nel 2009 il Mini-stro Gelmini costituisce il “Gruppo di lavoro per la scuola non statale paritaria”, al quale l’AGeSC partecipa a pieno diritto. In quell’occasione, viene elaborato un documento di intenti circa i problemi inerenti la scuola paritaria. L’AGeSC continua intanto a mantenere l’impegno di una presenza attiva negli ambiti istitu-zionali ecclesiali. Avvia una puntuale presenza in ambiti civili e politici. Sempre nel 2009 promuove, a Milano, presso l’Asses-sorato Istruzione-Formazione-Lavoro della Regione Lombardia, un Seminario nazionale sui “Nuovi percorsi dell’istruzione su-periore e la formazione professionale”. Promuove e sostiene - con le altre organizzazioni impegnate nella scuola cattolica - un lavoro di ricerca e di analisi dei costi delle scuole paritarie e le conseguenze che si verrebbero a verificare se esse dovessero chiudere e trasferire gli alunni nelle scuole statali.

LA SFIDA EDUCATIVA - Nel 2009, sessione pubblica del Congresso elettivo tenutosi a Roma, con a tema la Legge 62/2000. Vi partecipano il Ministro della P.I. Maria Stella Gel-mini, ed i suoi predecessori Giuseppe Fioroni e Luigi Berlinguer. Nello stesso anno, forte il coinvolgimento e l’impegno associa-tivo a favore della scuola Santa Maria degli Angeli “Barbara Micarelli” delle Suore Francescane a L’Aquila, colpita dal terre-moto. Nel 2010 - in concomitanza con il Consiglio Nazionale di Torino (17-18 aprile) - l’AGeSC promuove la visita alla Sacra Sindone. Oltre 6000 persone aderiscono all’iniziativa. L’AGeSC assume il compito di approfondire la pista di lavoro sul tema “L’associazione familiare di fronte alla sfida educativa”, elabo-rata da Pierpaolo Donati. Sempre nel 2010 partecipa alla mani-festazione di sostegno al Santo Padre, Benedetto XVI, promos-sa, a Roma dalla Consulta Nazionale Aggregazioni Laicali (16 maggio). Il 6 luglio 2010, in collaborazione con la presidenza della Camera dei Deputati, promuove a Roma (Palazzo Monte-citorio) l’incontro “Parità scolastica a dieci anni dall’approva-zione della legge n. 62 del 2000” con la partecipazione delle massime istituzioni.

NON C'È PARITÀ SENZA LIBERA SCELTA

In Italia, la scuola cattolica è sempre riuscita ad interpretare le esigenze ed i mutamenti delle varie fasi storiche, sintonizzandosi sui bisogni formativi emergenti

In Italia, la scuola cattolica, è sempre riuscita ad in-terpretare le esigenze ed i mutamenti delle varie fasi storiche. Nella seconda metà del XX secolo, ha ri-

pensato e rimotivato la sua azione educativa, sintoniz-zandosi sui bisogni formativi emergenti, intensificando il dialogo con la cultura, aprendosi alla collaborazione con le istituzioni della comunità ecclesiale e della socie-tà civile. In particolare, essa si è qualificata come labo-ratorio di ricerca e di riforme, avviando a partire dal D.P.R. n. 419/74 numerose sperimentazioni che hanno dato un apporto significativo al cambiamento didattico, pedagogico ed istituzionale del nostro sistema educati-vo. Negli anni ’90, anticipando la fase delle riforme, ha predisposto progetti educativi di istituto, profili degli alunni, unità formative, indagini e sperimentazioni sulla qualità dell’offerta, la certificazione delle competenze. Ha coniato parole e concetti nuovi, quali scuola della

persona e delle persone, centralità della persona e della scuola, educazione personalizzata, corresponsabilità e reciprocità educativa, solidarietà e alleanza per l’educa-zione, sussidiarietà, interculturalità e convivialità delle differenze. Un interesse a 360° per la scuola, senza di-menticare l'attenzione alla scuola professionale. Infatti, molte proposte di Confap e di Forma in tema di Forma-zione Professionale Iniziale (FPI) si trovano recepite nei testi legislativi della recente stagione delle riforme. In particolare si tratta della opportunità offerta ai giovani di scegliere la FPI all’età di 14 anni, dell’accoglimento del principio della diversificazione e dell’ampliamento dell’offerta formativa, incominciando dall’assunzione della FPI come sottosistema dell’intera offerta del se-condo ciclo, della valorizzazione degli organismi della società civile secondo il principio della sussidiarietà orizzontale. Tutto ciò per sottolineare che la scuola cat-

tolica non va “a rimorchio” del modello statale di scuo-la, pur rispettandone – nel contesto della parità – le nor-me generali, ma desidera svolgere una funzione trainan-te per l’intero sistema scuola. Una condizione che – pro-prio nello spirito della parità – attende di essere ricono-sciuta. Non solo a parole.

Tra le battaglie sostenute dall’AGeSC, va segnalata quella per la libertà di educazione e per il pieno rico-noscimento della parità scolastica. Con la Legge 62/2000 esiste oggi in Italia un sistema pubblico di istruzione in cui convivono scuole che sono dello Sta-to e scuole paritarie istituite e gestite da privati. Tutte svolgono un servizio pubblico, in quanto tenute a ri-spondere a precise indicazioni ordinamentali stabilite dal sistema legislativo. Una affermazione della “parità scolastica” sarebbe un espediente retorico se poi non si sostenessero – come di fatto non si sostengono – le esperienze educative valide. La legge richiama il dirit-to costituzionale dei privati ad istituire scuole, ne di-sciplina le condizioni, assicurando loro piena libertà e, agli alunni, un trattamento scolastico equo. Ma qual è la risposta a queste norme legislative? Il permanere di una ingiusta “inadempienza” dello Stato. Di fronte ad una domanda estremamente variegata e mutevole di istruzione e di formazione, la scuola non può rispon-dere con una offerta standardizzata e indifferenziata. Da qui la libertà dell’offerta formativa, quella libertà che corrisponde alla presenza di una pluralità di scuo-le – certamente tutte operanti in prospettiva della rea-lizzazione del bene comune e certamente tutte inserite nell’unico sistema scolastico nazionale – che non è più possibile non riconoscere. Il sostegno economico per coloro che frequentano scuole non statali paritarie va ritenuto doveroso, derivando – l’onere finanziario per lo Stato – dall’inalienabile diritto costituzionale

PRESENZA DA RICONOSCERE, NON SOLO A PAROLE

AtempopienoAtempopieno

SPECIALE - pagina IV

ParametriInfanzia Primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale

Cattoliche Statali Cattoliche Statali Cattoliche Statali Cattoliche Statali Cattoliche StataliScuole 6.692 13.607 1.131 15.941 577 7.151 589 5.203 8.989 41.902Classi o sezioni 19.016 42.686 7.421 135.411 3.118 77.425 3.390 115.189 32.945 370.711Alunni 446.300 1.007.108 153.589 2.578.650 64.948 1.670.117 63.293 2.548.836 728.130 7.804.711Alunni/scuola 66,7 74,0 135,8 161,8 112,6 233,5 107,4 489,9 81,0 186,3Alunni/classe 23,5 23,6 20,7 19,0 20,8 21,6 18,7 22,1 22,1 21,0Classi/scuola 2,8 3,1 6,6 8,5 5,4 10,8 5,7 22,1 3,7 8,8

Spesa per studente Scuola infanzia Scuola primaria Secondaria I grado Secondaria II gradoSpesa pubblica per allievo scuola statale

€ 5.828 € 6.525 € 7.232 € 7.147

Spesa pubblica per allievo scuola paritaria

€ 584 € 866 € 106 € 51

Sussidiarietà al contrario Scuola infanzia

Scuola primaria

Secondaria I grado

Secondaria II grado

Totale

Risparmio delle fi nanze pubbliche per ciascun allievo di scuola paritaria

€ 5.244 € 5.659 € 7.126 € 7.096

Quanto complessivamen-te le fi nanze pubbliche incamerano grazie alla scuola paritaria in ciascun livello di scuola

Milioni di € 3.291

Milioni di € 1.072

Milioni di € 472

Milioni di € 1.043

Milioni di€ 5.878

Scuole paritarieInfanzia Primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale

Valori Assoluti

%Valori

Assoluti%

Valori Assoluti

%Valori

Assoluti%

Valori Assoluti

%

Scuole cattoliche *4.200 42.7 *1.027 68.0 *513 77.4 *501 29.4 *6.241 45.5Sc. di ispirazione cristiana *2.492 25.3 *104 6.9 *64 9.6 *88 5.2 *2.748 20.0Sc. catt. e di ispir. cristiana 6.692 68.0 1.131 74.9 577 87.0 589 34.6 8.989 65.5Altre scuole 3.147 32.0 379 25.1 86 13.0 1.116 65.4 4.728 34.5Totale 9.839 71.7 1.510 11.0 663 4.8 1.705 12.5 13.717 100.0

COSÌ LA SCUOLA IN ITALIA (scuole statali e cattoliche paritarie - 2009-10)

IL SISTEMA DELLE SCUOLA PARITARIE IN ITALIA ( 2009-10)Fonte: elaborazione CSSC su dati Miur

* Fermo restando il totale, la distinzione tra scuole cattoliche e di ispirazione cristiana è una stima.Fonte: elaborazione CSSC su dati Miur

Fonte: MIUR, dati riferiti al 2006

Elaborazione AGeSC, di dati riferiti al 2006, con 1.030.392 studenti nelle scuole paritarie.

N.B. I fi nanziamenti al sistema paritario nel 2011 dovrebbero ammontare a un totale di circa 497 milioni di euro, con una diminuzione rispetto all’anno precedente del 7,25%. Nel frattempo gli alunni nelle scuole paritarie stanno aumentando: 1.060.332 nel 2008-9, pari al 12,1% del totale della popolazione scolastica. Le scuole paritarie – con oltre il 12% degli studenti – incidono sul bilancio del MIUR per l’1,2%.

che il cittadino ha per il fatto di essere nato e non per il fatto di frequentare o meno la scuola dello Stato. Il di-ritto all’educazione, all’apprendimento e all’istruzione è un diritto individuale, oltre che un bene pubblico. Non c’è libera scelta se non c’è una pluralità di offerta

e di offerenti. Non c’è libera scelta se non è assicurata parità di trattamento giuridico, sociale ed economico, sia a coloro che debbono scegliere, sia a coloro che possono essere scelti.

Maria Grazia Colombo

Montecitorio 6 luglio 2010 - Convegno “Parità scolastica a dieci anni dall’approvazione della legge n. 62 del 2000”

VERONA: TUTTI IN MARCIA PER LA LIBERTÀ EDUCATIVA

pagina 3 - IN PRIMO PIANO AtempopienoAtempopieno

In merito all’incontro di Torino, credo che potrebbe essere utile replicare sui diversi territori l’esperienza del Comitato Scuola Libera di Torino. L’ideale sarebbe che poi i singoli Comitati potessero confluire in un unico Comitato almeno del Nord Italia, anche se sarebbe meglio pensarlo a livello nazionale, che si facesse promotore ed ela-borasse un progetto comune di proposta di legge d’iniziativa popolare, o almeno una proposta su cui cercare l’appoggio da par-te di parlamentari disponibili a portarla avanti, per la realizzazione della Parità scolastica.Parità scolastica che non può essere riven-dicata come a se stante, perché verrebbe vi-sta come la ricerca di privilegi per pochi, ma solo come la naturale conseguenza della piena realizzazione dell’Autonomia scola-stica, economica e di offerta formativa del-le singole scuole, che ne sviluppi la qualità nel rispetto e nella ricerca della realizzazio-

ne della libertà di educazione delle famiglie e dei Docenti.Vista la povertà culturale ed ideale della classe politica attuale, lasciare a loro di tro-vare una soluzione praticabile per realizza-re la Parità, rischia di non portare a niente, per cui forse val la pena di confrontarsi co-me mondo cattolico per indicare una possi-bile strada, già condivisa dai più da sotto-porre alla politica.

Cinzia RomitelliPresidente AGeSC Liguria

In Trentino il problema economico è meno sentito anche se resta evidente la differenza di costi tra la scuola pubblica e quella paritaria: questo, va ribadito, non è indice di vera “li-bertà di scelta educativa”, per noi genitori. Quello che, invece, localmente si sta aggra-vando in questo periodo, è il problema dell’a-bilitazione degli insegnanti delle scuole pari-tarie. Oggi, in base alla normativa di recente emanata (2010), gli insegnanti che vengono “allevati” secondo i principi educativi cristia-ni, dopo un periodo massimo di 60 mesi po-tranno vedersi licenziare dagli Istituti per im-possibilità della prosecuzione del rapporto di

lavoro a causa del mancato superamento dell’abilitazione. I criteri per accedere e supe-rare l’abilitazione all’insegnamento sono di difficile realizzazione e quindi non consento-no la vera “libertà di scelta educativa” nem-meno da parte degli insegnanti che per forte convinzione (direi “vocazione”) hanno scelto di prestare la loro opera all’interno delle scuole paritarie. Quindi oltre al già delicato aspetto del trattamento economico (sicura-mente inferiore), pende su di loro la “spada di Damocle” del posto sempre più precario. Alla faccia di chi continua a propagandare le soluzioni per il precariato... Fare “squadra co-mune” è sempre stata la scelta alla base del nostro pensiero di gruppo; l’impegno di tro-vare “soluzioni di forza” che consentano di evidenziare il forte disagio delle scuole pari-tarie, sarà la base del nostro lavoro nei prossi-mi anni.

Paolo Campisi Presidente AGeSC Trentino

Nella cornice del 1° Festival della Dottrina Sociale, domenica 18 settembre a Verona si è svolta la 1a Maratona della Parità, che ha coinvolto le scuole cattoliche con ragazzi e genitori. All’arrivo in Duomo i partecipanti sono stati accolti dal vescovo e dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato del Vaticano. Il nostro presi-dente, Maria Grazia Colombo, in-sieme agli amici del Movimento Studenti Cattolici, Fidae, Fism, Foe e Agidae hanno consegnato al card. Bertone (nella foto, che stringe la mano di Maria Grazia, come a sostenerne la battaglia) una lettera che riafferma la volon-tà di difendere la libertà di educa-zione delle famiglie nella scelta della scuola. Denunciando come “oggi la situazione si presenta drammatica. I tagli prat icat i nell’ultimo bilancio triennale del-

lo Stato sembrano definitivi e molte delle scuole paritarie catto-liche hanno chiuso o stanno per chiudere la loro attività”, nella lettera si ribadisce che una vera parità scolastica, anche finanzia-ria, “è una richiesta di civiltà giu-ridica, non di un privilegio in no-me di una fede o di una ideologia. La possibilità che in Italia possa-no coesistere anche istituzioni scolastiche che non siano statali è garanzia di libertà, di pluralismo, di democrazia… Se venisse meno la scuola cattolica, il Paese, ma anche la Chiesa, si impoverirebbe; una grande tradizione pedagogica che ha contribuito ad educare in-tere generazioni di lavoratori ed intellettuali, a creare sviluppo e benessere, a rafforzare la stessa unità d’Italia andrebbe a disper-dersi nel nulla. Noi questo non vogliamo che succeda”.

INDICARE LA STRADA ALLA POLITICA (IN CRISI)

Sembra un appello del WWF ed è invece l’ennesimo grido d’al-larme (molto più serio ed impor-tante) che tutte le componenti della scuola cattolica paritaria hanno lanciato nell’incontro del 2 Settembre a Torino con mons. Nosiglia. È stato un incontro che non voleva per l’ennesima volta dare motivazioni o numeri che dimostrino “la valenza” delle nostre scuole cattoliche. Ci si è

radunati per progettare alcune iniziative concrete da avviare nei prossimi mesi. Genitori, dirigenti scolastici, professori, as-sociazioni, preti e suore insieme, riuniti dalla Chiesa Italiana sempre più preoccupati per l’attuale emergenza educativa e quindi anche scolastica. Sullo sfondo la sempre più drammati-ca questione della sopravvivenza legata al mancato o ritardato invio dei contributi (ogni anno sempre minori) per la scuola pubblica non statale. Nelle province ove non ci sono o non ci saranno più scuole pubbliche paritarie non ci sarà più libertà di educazione. Nes-suna possibilità di scelta per le famiglie. E il monopolio della scuola unica di stato trionferà… E allora che fare? Dall’incon-tro sono emerse alcune proposte concrete che Mons. Nosiglia si è impegnato a presentare sia in Conferenza episcopale Ita-liana che nella Conferenza dei Vescovi Piemontesi.Una lettera dei Vescovi alle comunità cristiane e all’opinione pubblica sull’importanza decisiva della scuola a delle famiglie per l’educazione dei figli. La promozione di una “Giornata della scuola della comunità” da tenersi in ogni Regione una volta all’anno. La programmazione di una Assemblea generale della scuola da tenersi nell’ambito della preparazione all’in-contro mondiale delle famiglie. Un’attenzione tutta particolare ai mass media diocesani e locali sull’importanza strategica (economica, culturale, ecclesiale) della parità scolastica. La costituzione in ogni Regione di un Movimento associativo (ove già non esistesse) competente, rappresentativo, autorevo-le ed incaricato anche dai Vescovi locali a rappresentare in se-de politica le istanze della Scuola pubblica paritaria.Questa preoccupazione per l’educazione e la conseguente vo-glia di non abbandonare il campo a sterili lamenti o rivendica-zioni ci ha provocati a metterci all’opera come laici impegnati. Con la nostra Chiesa, per le famiglie, per il bene comune.

Roberto Gontero

IL NODO DEI DOCENTI VITTIME DEL PRECARIATO È UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZADopo il grido d'allarme lanciato a Torino,

la necessità di programmare iniziative concrete

Lorenzo Cattaneo ci ha lasciati… Una persona per bene, un gentiluomo discreto, un esempio per tutti noi. Una Fede genuina, non ostentata ma testimoniata ogni giorno attraverso il servizio gratuito all’Associazione nei sei anni della sua concreta ed importante presidenza nazionale, con Lui abbiamo imparato a costruire una Associazione cristianamente ispirata e laicamente impegnata nel sociale. Devoto in

modo speciale alla Madonna, ogni anno guidava l’Associazione nel pellegrinaggio a Lourdes, confortato da una grande partecipazione della nostra gente e della Scuola Cattolica. L’AGeSC è un evento senza soluzione di continuità, costruito dai gesti e dalle opere delle Persone che la determinano ogni giorno, per questo è necessario coltivare una memoria associativa attenta e condivisa da offrire ai più giovani: Lorenzo Cattaneo è stato ed è una parte essenziale del nostro percorso e della nostra Storia.

Con affetto da tutti noi: grazie Lorenzo!

Gentile Presidente Maria Grazia Colombo,qualche mese fa, ho avuto modo di sentirla parlare all’incontro che si è tenuto a Verona sul tema “Educare in un mondo che cambia”. Devo dire che ho provato un profondo senso di condivisione e le sue paro-le sono entrate in risonanza con quelli che sono i miei pensieri di ge-nitore e hanno contribuito a far maturare in me la motivazione ad ac-cettare l’incarico di presidente AGeSC dell’istituto che frequentano i miei due figli qui a Verona. Ritengo che il compito principale dell’AGeSC di istituto sia proprio lavorare per favorire in noi genitori la consapevolezza di quello che è il nostro ruolo all’interno della scuola, per aiutarci ad uscire da un ruolo individuale, avvertendo l’esigenza di abbracciare una dimen-sione più aperta in cui l’educazione venga concepita come un bene sociale. E spesso siamo ben lontani da questi obiettivi. Non so se la mia sia una richiesta che giudicherà inconsueta, ma vorrei avere la possibilità di incontrarla personalmente per chiederle qualche consi-glio. Sono disponibile a venire a trovarla quando le sarà possibile.La ringrazio fin d’ora e la saluto cordialmente.

Marina Bertini

AtempopienoAtempopieno pagina 4 - ORIZZONTI

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Aut. n° 30 del 27/11/2004 Tribunale di Bergamo

FAMIGLIE, PROTAGONISTE DELLA POLITICA

È ATTIVO sul nostro sito (www.agesc.it) il questionario su conciliazione famiglia e lavoro, organizzato insieme a SideF e Famiglie per l’Accoglienza. Tutti i nostri soci sono invitati a partecipare. Il sondaggio sarà di aiuto a preparare un qua-dro delle necessità che le famiglie hanno nel tentativo di conciliare i tempi del lavoro e della famiglia, per interloquire adeguatamente con la politica.Compila il questionario, basta-no 15 minuti. Ci permetterai così di portare ai tavoli decisio-nali una proposta che aiuti tutte le famiglie italiane.

A T E M P O P I E N ONOTIZIARIO DELL’AGeSC, ASSOCIAZIONE GENITORI SCUOLE CATTOLICHE

LORENZO CATTANEO, LORENZO CATTANEO, UN AMICO CI HA LASCIATIUN AMICO CI HA LASCIATI

PENSIERI DI UN GENITORE

Alcuni spunti tratti da un intervento al corso di aggiornamento provinciale FISM di Ravenna “Pensare e progettare un cammino di

relazione e fiducia” (Collegio Emiliani, Fognano 1-3 settembre 2011)

NOI E QUESTI “NOSTRI” FIGLI...Vorrei sottolineare la grande importanza che ha la scuola cattolica per la crescita dei genitori: portare i nostri figli in queste scuole diventa un modo per essere più mamma e più papà. Devo dire che quando ho saputo di questo invito mi sono subito detta, ma perché attingere soltanto alla mia esperienza di genitore nella scuola cattolica? Voglio sentire altri genitori dell’AGeSC cosa dicono e mi sono arrivate alcune e-mail che ogni tanto citerò perché così si capisce meglio che cosa è questa esperienza di bene che noi geni-tori facciamo nella scuola cattolica.Chi sono innanzitutto i genitori? Sono adulti che, proprio perché sono adulti, generano in questo caso dei figli, si dice “mettono al mondo” dei figli. Quest’ultima espres-sione mi piace di più, è più congeniale, più totale, com-prende non solo la generazione fisica ma anche quel com-pito particolare che è principalmente della mamma e del papà: far conoscere al figlio tutta (sottolineo tutta) la real-tà che lo circonda, appunto metterli al mondo, consegnar-li al mondo. Quasi subito appena nati, ci accorgiamo che i nostri figli non esistono solo per noi. C’è appunto il mondo che li vuo-le vedere e conoscere, i nonni e tutti i parenti e amici, il re-sto della società, persino la Stato: dobbiamo immediata-mente denunciarne all’anagrafe il nome, la data di nascita, fornirgli subito il codice fiscale, tessera sanitaria ecc. Già tutto questo dovrebbe indurci a pensare che i nostri figli in realtà non sono affatto i nostri, che non siamo solo noi a conoscere tutto di loro, ma noi continuiamo a pensarla tranquillamente così, specie noi mamme. Giunge il momento di mettere i bambini a scuola, qualcu-

no comincia con l’asilo nido, qualcun altro con la scuola materna, rarissimi, credo proprio nessuno, con le elementa-ri. Comincia per noi e per loro il distacco fisico. Mi ricordo il 1° ottobre 1973, primo giorno in assoluto di scuola per me, con il grembiule bianco e il fioccone al collo in piedi davanti a mio padre, che mi disse: “Eh Giovà, ti sei fatta vecchia!”. Avevo solo 6 anni! Mi accompagnò a scuola so-lo quel primo giorno per vedere quale fosse la mia maestra e poi più. Con i miei figli, soprattutto con il primo, ho vissuto un in-serimento scolastico interminabile, finchè ad un certo pun-to la maestra, che era una suorina piccola piccola, mi disse: “Signora guardi che, tutti i giorni, appena lei svolta l’ango-lo del corridoio, il bambino smette di piangere!” E così smisi di tornare a casa con il cuore infranto e imparai que-sta cosa: che i figli ci provano sempre con noi, fin da pic-coli, che vogliono da subito sapere chi è più forte, e perciò ci mettono alla prova sempre. Loro ci guardano in ogni momento; l’inserimento durava tanto perché lui piangeva guardando me che non volevo staccarmi da lui. Loro, i fi-gli, vogliono sapere se i genitori o gli altri adulti che hanno davanti (gli insegnanti, gli allenatori ecc.) sono abbastanza sicuri, se sono abbastanza certi, così da potersi fidare di lo-ro, pur con tutte le lotte possibili ed immaginabili, pensate ai ragazzini e agli adolescenti. Ecco questa cosa qui io l’ho cominciata ad imparare proprio quella volta, con quella suora. Tornando alla questione che solo noi pensiamo di conosce-re i nostri figli, vi leggo: “… le suore della scuola conosco-no per nome ogni bambino e a ciascuno dicono una battu-

ta. Mi colpisce la loro gratuità, l’impegno ed il sorriso che hanno, la maestra di mia figlia ha a cuore il suo bene e la conosce profondamente a volte persino più di me! Con la maestra, c’è un continuo dialogo ogni volta sia necessario, anche senza preavviso e con la massima disponibilità. Ci sentiamo veramente voluti bene a tal punto che mia figlia dice sempre che vorrebbe fare anche lei la maestra. Sono certa che la prima educazione avviene in famiglia, ma por-tare mia figlia in questa scuola è un aiuto grande perchè camminiamo nella stessa direzione.” Abbiamo imparato che ogni figlio ha i suoi doni, le sue ca-pacità, che ci può riservare sorprese in ogni momento, a non fare confronti con gli altri, insomma a guardarlo per quello è: unico!

Giovanna TramontanoPresidente Comitato provinciale AGeSC Ravenna

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ONORIFICENZA A MICHELE DIMIDDIOL'amico Michele Dimiddio, Presidente regionale dell'AGeSC Veneto, è stato recentemente insignito dell'onorificenza di Cavaliere della

Repubblica, che gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A Michele, vivissime felicitazioni da parte

dell'AGeSC e da Atempopieno, che condividono la gioia per questo meritato ed importante riconoscimento.