Arti marziali e psicologia.ppt
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Arti marziali e psicologia Dott. Pasquale Saviano
Psicologo clinico e di comunità
Il guerriero che non conosce la Dolcezza, si rende vulnerabile al nemico
Antico detto samurai
Arti marziali e psicologia del confronto • Nelle arti marziali tutto comincia dal co
ntatto fisico: toccare, afferrare, prendere, colpire, sudare, con e contro “l’altro”.
• La società moderna si basa su una comunicazione verbale ed audiovisiva, una cultura del “non contatto”
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• Ognuno di noi possiede proprie “bolle prossemiche”, spazi all’interno dei quali ci si sente sicuri, spazi che aumentano o diminuiscono in base alla familiarità e al grado affettivo che abbiamo con l’interlocutore o la persona che ci sta accanto.
• L’esperienza del confronto diventa, nelle arti marziali, sia un’occasione formativa per conoscere se stessi più approfonditamente ed evidenziare le proprie modalità di comportamento in situazioni di stress
• Accettare l’altro nella propria “bolla prossemica”diventa un modo per analizzare se stessi
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L’arte marziale diventa il punto d’incontro di molti punti di vista
• Confronto con se stessi e con l’avversario • Una filosofia di vita • Un modo per governare in modo intelligente l
e proprie emozioni • Un modo per rafforzare l’autostima • Una “via ”di crescita personale
La flessibilità • La disponibilità e la capacità di modificare i
propri schemi comportamentali e l’approccio ai problemi a fronte di mutate condizioni ambientali e/o personali
• Dubbi, problemi, sfide, difficoltà non sono altro che “situazioni che ci mettono alla prova”e che richiedono adeguate strategie per essere affrontate
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Non solo tecniche • Saper riconoscere le proprie modalità di
risposta a situazioni di stress • Conoscere i propri punti di forza e di d
ebolezza • Sviluppare consapevolezza sulle dimension
i psicologiche ed emotive che entrano in gioco durante le gare
La personalità del karateka • Le arti marziali possono essere usate in c
ampo sociale (riabilitazione di delinquenze giovanili).
• Il punto di partenza che spinge molti soggetti a voler imparare l’autodifesa è legato alla volontà di migliorare la propria immagine fisica e la propria autostima
• Il karate è emozionalmente più difficile per le donne che per gli uomini
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La personalità del karateka • Le donne hanno una percezione riguardante
la propria vulnerabilità e il controllo di sé diverse
• Il karateka può e sa diventare realmente aggressivo, ma ciò solo in gara e solo secondo le regole
• Nella vita quotidiana chi pratica il karate diventa meno aggressivo, visto che aumenta la propria capacità di autodifesa
La personalità del karateka • La pratica del karate, a lungo andare, di
venta fatica ma anche soddisfazione, oltre che una buona realizzazione personale ad ogni grado di cintura.
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La personalità del karateka UOMINI • Gli uomini che praticano karate hanno valo
ri di ansia e depressione più bassi, quindi sono meno nervosi e di umore migliore
• Mostrano invece valori di tensione abbastanza alti prima di una gara (forse perché avvertono più che in altri sport il reale pericolo del contatto fisico e il giudizio determinato dal punteggio)
La personalità del karateka UOMINI • Dimostrano maggiore conoscenza del prop
rio corpo ed una buona efficienza fisica, con un maggiore impegno.
• Gli insuccessi sono attribuiti più a fattori esterni che a capacità personali. Cosa che invece non avviene nei passaggi intermedi quando c’è volontà di crescere e mettersi in gioco (locus of control)
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La personalità del karateka DONNE • Ottengono risultati più tangibili rispetto a
gli uomini, risultano meno ansiose e depresse delle altre donne
• Il loro umore migliora con il tempo e le loro paure diminuiscono già dall’inizio hanno una buona consapevolezza corporea ed un’efficienza fisica paragonabile a quella degli uomini
La personalità del karateka DONNE • In gara: sembrano più preoccupate di “
apparire”, con difficoltà di identificarsi col prototipo di chi pratica questo sport.
• Prima di una gara sono più tese degli uomini
• Il karate offre più vantaggi alle donne che agli uomini e può essere consigliato per accrescere la propria autostima oltre che per migliorare fisicamente e sentirsi più sicure
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Arti marziali e bambini • Insegnare ai bambini non è facile né difficile • Con loro bisogna fare tutto al rallentatore,
anche se sembrano svegli e ben disposti, sia fisicamente che mentalmente, bisogna, comunque rallentare il passo
• I bimbi sono da un lato tutti uguali e dall’altro tutti diversi ed ognuno con una propria personalità, anche un bimbo di 4/5 anni può stupire
Arti marziali e bambini • Bisogna ridimensionare tutti quei virtuosism
i creati dai cartoni animati e dalla Play Station, cercando di fargli capire che quello che facciamo e che faremo è più realistico, ma più divertente
• I bambini sembrano tutti uguali, ma non lo sono, anche fisicamente c’è il cicciottello, il magrolino, ecc., creare una lezione che accomuni tutti, è veramente un’impresa.
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Arti marziali e bambini • Ci sono esercizi da eseguire in coppia,
percorsi alternativi creati per l’occasione che creano complicità e cameratismo, confronti tecnici con allievi più grandi che stimolano l’emulazione e voglia di fare meglio ed infine ci sono esercizi inventati da loro stessi, che li rendono importanti e responsabili
Arti marziali e bambini • Ma non è tutto rose e fiori! Spesso si fanno dei dispetti e qualcuno piang
e se non riesce a fare qualche esercizio, o qualche tecnica, ci si sente mortificati oppure giudicati, ci si rende conto di essere meno sciolti di un altro, o più sensibili al dolore, ma poi tutto passa, basta un abbraccio, un sorriso, un compiacimento da parte dei propri genitori
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Arti marziali ed adolescenti • E’ noto che gli adolescenti si trovano in una
fase di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta in cui si producono profondi cambiamenti fisici e psicologici.
• Spesso diventano oppositivi, tendono trasgredire le regole, diventano meno inclini alle effusioni e alle confidenze con i genitori si chiudono in camera oppure ricercano costantemente la compagnia dei coetanei, sono poco interessati alla scuola…
Arti marziali ed adolescenti - Appartenenza ad un gruppo • La prima scelta che un’adolescente int
raprende in reazione a questi cambiamenti è trovare l’appartenenza ad un gruppo. Dopo avere messo in discussione il nucleo familiare come gruppo, il ragazzo cerca nuove esperienze e nuovi confronti cambiando diversi gruppi di compagni.
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Arti marziali ed adolescenti - Appartenenza ad un gruppo • Il gruppo diventa occasione per uscire dal
solito, cercare nuove esperienze e serve come bagaglio per formare il carattere dell’adolescente. All’interno di un gruppo si è tutti uguali, nessuno decide e nessuno prende l’iniziativa. È un comportamento istintivo e serve per non rompere quell’ equilibrio di tolleranza e accettazione che ogni componente vuole.
Arti marziali ed adolescenti - Appartenenza ad un gruppo • Un tipo di gruppo in cui l’adolescente cer
ca conferme è il gruppo sportivo. • Se poi il gruppo sportivo è fondato su sani
valori come quelli di una disciplina marziale è molto più facile per un ragazzo trovare un ambiente adatto ai suoi bisogni e in grado di correggere gli squilibri fisici e psicologici provocati da questo improvviso cambiamento.
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Arti marziali ed adolescenti - L’istruttore di karate e gli adolescenti • Le tre qualità principale che deve avere un i
struttore di karate qualificato per dare fiducia e intervenire correttamente su un adolescente sono:
• Coerenza: quello che si insegna deve trovare riscontro nei propri comportamenti. Il karate tradizionale e i suoi principi si praticano in palestra così come nella vita di tutti i giorni.
Arti marziali ed adolescenti - L’istruttore di karate e gli adolescenti
• Accettazione: chi chiede aiuto deve essere innanzitutto accettato, non escluso dal gruppo e così pure chi offre l’aiuto. Ogni praticante di karate viene trattato col massimo rispetto, sia da parte dei compagni che dall’istruttore.
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Arti marziali ed adolescenti - L’istruttore di karate e gli adolescenti
• Empatia: con “simpatia” si intende una emozione positiva nei confronti di una persona; il termine “empatia” invece significa provare le stesse emozioni di un’altra persona.
• Un buon istruttore di karate è in grado di mettersi nei panni degli altri ed entrare nel loro stato d’animo, questo aiuta a trovare la soluzione migliore.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE