ART 33 5-6 2016 II-III di COP€¦ · N.5-6 2016 11 che sia la contrattazione lo strumento che...

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SOMMARIO Editoriale 1/Prepariamoci al referendum di ottobre Lo scrigno Z/ Notizie in breve A CURA DI LOREDANA FASC/OLO 3/ L'editoria perde un creativo Ricorrenze 4/Le speranze di allora e le incertezze di oggi 70 anni fa l'Italia diventava una Repubblica DAVID BALDIN/ 6/11 sogno dell'Europa Res Publica Politica e sindacato 9/Un'opportunità per chi lavora nella conoscenza Nasce il comparto "Istruzione e Ricerca " INTERVISTA A SERENA SoRRENT/NO DI ANNA MARIA VILLAR/ 1 Z/11 documento economico e finanziario Z016. La Cgil: una politica per restare nella crisi 13/La disfida di Giannini. A sua insaputa Concorsi, concorsoni, concorsini ARISTARCO AMMAZZACAFFÈ 14/L'opera è mia e non te la do L.:ANVUR, la VQR e la tutela della proprietà intellettuale FABIO MATARAZZO 18/La stagione contrattuale della scuola non statale Accordo sul rinnovo del CcNL AGIDAE MASSIMO MARI Sistemi Z3/ll senso e il valore di una scuola moderna e democratica Tre interventi autorevoli sulla legge 107/15 MASSIMO BALDACCI, AN10N/0 D'ANDREA, MARIO RIC- CIARDI Attualità Z8/Gii effetti collaterali del benessere Giovani, valori e violenza INTERVISTA A PAOLO GREPET DI ERMANNO DETTI Z9/Senza coscienza del dolore FRANCA BECCARIA 31 /Condizionamenti di genere Le donne nelle scienze/li PATRIZIA GOLELLA 34/Proteo John Dewey e la pedagogia democratica del '900 Convegno nazionale sulla matematica Progetti ed esperienze 35/Scuola multi-comunitaria l fenomeni migratori e l'educazione STEFANIA ALOTTA 38/Una scuola senza stereotipi Un'esperienza di Cooperative Learning ANGELA MARIA TRIMARCH/ E l SUOI STUDENTI 4Z/Corresponsabilità educativa L: esperienza del nido "Piccolo Mondo" SIMONA LIBERATORI, GIORGIA MELONI Pedagogie e Didattiche 46/La lettura alla base della formazione Il Foglio, la Lavagna, lo Schermo ELISA SPADARO 48/1 saperi da gustare Il palazzo di una scuola dawero buona FRANCO FRABBONI Tempi moderni 51 /Letterarietà e ricerca del vero Un laboratorio su Primo Levi a 30 anni dalla morte DAVID BALDINI 56/La russa che amava l'Italia l Protagonisti/ Anna Achmatova, poetessa AMADIGI DI GAULA 58/L'indimenticabile 1956 La specola e il tempo/li XX Congresso del PCUS A CURA DI ORIOLO Studi e ricerche 59 /Preoccupanti cambiamenti CENSIS/Processi formativi Ili DANIELA PIETRIPAOL/ Cultura e società 61/Una corsa verso l'emancipazione Sport ed educazione scolastica nel cuore della Rift Valley DARIO RICCI Arte contemporanea e il pensiero "commerciale" 64/11 neoplasticismo, owero della scomposizione quadridimensionale MARCO FIORAMANTI Cinema 68/ln un film l'inferno del web Internet V/NCENZA FAN/ZZA Teatro 69/Nell'inquetudine dell'abisso Vite Parallele al teatro Furio Camillo di Roma MARCO FIORAMANTI 70/Padri e figlia "Sei come sei " di Melania G. Mazzucco MARILENA MEN/CUCC/ Libri 71 /La natura ha grandi foglie Andrea Gibellini, Le regole del viaggio MARCO FIORAMANTI Recensioni 7Z/ Schede A CURA DI ANITA GARRAN/ Articolo 33 mensile promosso dalla FLC Cgil anno VIli n. 5-6-2016. Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 488 del 7/12/2004 -Valore Scuola coop. a r.I.- via Leopoldo Serra, 3 1/37 - 00 153 Roma- Tel. 06.5813173 - Fax 06.58131 18- www.edizioniconoscenzo.it - [email protected] Abbonamento annuale: euro 50,00- Per gli iscritti FLC CGIL euro 35,00- sconti per Rsu- PREZZO UNITARIO PER una copia euro 10,00- Versamento su c/cp n. 63611008- intestato a Volare Scuola coop. o r.I. oppure bonifico bancaria. Direttore responsabile: Ermanno Detti Direzione: Renato Comanducci, Gennaro Lopez. Anna Maria Vi Ilari Comitato scientifico: Alessandro Arienzo, Emanuele Barbieri, Mariagrazia Contini, Francesco Cormi no, Ermanno Detti, Massimiliano Fiorucci, Giuliano Franceschini, Caterina Gammaldi, Gennaro Lopez, Dario Missaglia, Giovanni Moretti, Alessandro Pazzaglia, Mario Ricciardi, Paolo Rossi, Francesca Serafìni, Francesco Susi, Anna Maria Vi Ilari, Guido Zaccagnini, Giovanna Zunino - In redazione: David Baldini, Paolo Cardani, Loredana Fasciole, Marco Fioramanti, Fabio Matarazzo, Luciana Risaia, Paolo Serreri. Layout, impaginazione, copertina: Marco Fioramanti. Stampa: Tipolitografia CSR, via di Pietralata, 15 7 - Roma - Hanno collaborato a questo numero: Stefania A lotta, Aristarco, Massimo Baldacci, Franca Beccaria, Patrizia Colei la, Antonio D'Andrea, Vincenza Fa nizza, Amadigi di Gaula, Anita Garrani, Si mena Liberatori, Oriolo, Massimo Mari, Giorgia Meloni, Mari lena Menicucci, Daniela Pietripaoli, Dario Ricci, Elisa Spadaro

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SOMMARIO

Editoriale 1 /Prepariamoci al referendum di ottobre

Lo scrigno Z/ Notizie in breve A CURA DI LOREDANA FASC/OLO

3/ L'editoria perde un creativo

Ricorrenze 4/Le speranze di allora e le incertezze di oggi 70 anni fa l'Italia diventava una Repubblica DAVID BALDIN/

6/11 sogno dell'Europa Res Publica

Politica e sindacato 9/Un'opportunità per chi lavora nella conoscenza Nasce il comparto "Istruzione e Ricerca " INTERVISTA A SERENA SoRRENT/NO DI ANNA MARIA VILLAR/

1 Z/11 documento economico e finanziario Z016. La Cgil: una politica per restare nella crisi

13/La disfida di Giannini. A sua insaputa Concorsi, concorsoni, concorsini ARISTARCO AMMAZZACAFFÈ

14/L'opera è mia e non te la do L.:ANVUR, la VQR e la tutela della proprietà intellettuale FABIO MATARAZZO

18/La stagione contrattuale della scuola non statale Accordo sul rinnovo del CcNL AGIDAE MASSIMO MARI

Sistemi Z3/ll senso e il valore di una scuola moderna e democratica Tre interventi autorevoli sulla legge 107/15 MASSIMO BALDACCI, AN10N/0 D'ANDREA, MARIO RIC­

CIARDI

Attualità Z8/Gii effetti collaterali del benessere Giovani, valori e violenza INTERVISTA A PAOLO GREPET DI ERMANNO DETTI

Z9/Senza coscienza del dolore FRANCA BECCARIA

31 /Condizionamenti di genere Le donne nelle scienze/li PATRIZIA GOLELLA

34/Proteo John Dewey e la pedagogia democratica del '900 Convegno nazionale sulla matematica

Progetti ed esperienze 35/Scuola multi-comunitaria l fenomeni migratori e l'educazione STEFANIA ALOTTA

38/Una scuola senza stereotipi Un'esperienza di Cooperative Learning ANGELA MARIA TRIMARCH/ E l SUOI STUDENTI

4Z/Corresponsabilità educativa L: esperienza del nido "Piccolo Mondo" SIMONA LIBERATORI, GIORGIA MELONI

Pedagogie e Didattiche 46/La lettura alla base della formazione Il Foglio, la Lavagna, lo Schermo ELISA SPADARO

48/1 saperi da gustare Il palazzo di una scuola dawero buona FRANCO FRABBONI

Tempi moderni 51 /Letterarietà e ricerca del vero Un laboratorio su Primo Levi a 30 anni dalla morte DAVID BALDINI

56/La russa che amava l'Italia l Protagonisti/ Anna Achmatova, poetessa AMADIGI DI GAULA

58/L'indimenticabile 1956 La specola e il tempo/li XX Congresso del PCUS A CURA DI ORIOLO

Studi e ricerche 59 /Preoccupanti cambiamenti CENSIS/Processi formativi Ili

DANIELA PIETRIPAOL/

Cultura e società 61/Una corsa verso l'emancipazione Sport ed educazione scolastica nel cuore della Rift Valley DARIO RICCI

Arte contemporanea e il pensiero "commerciale" 64/11 neoplasticismo, owero della scomposizione quadridimensionale MARCO FIORAMANTI

Cinema 68/ln un film l'inferno del web Internet V/NCENZA FAN/ZZA

Teatro 69/Nell'inquetudine dell'abisso Vite Parallele al teatro Furio Camillo di Roma MARCO FIORAMANTI

70/Padri e figlia "Sei come sei" di Melania G. Mazzucco MARILENA MEN/CUCC/

Libri 71 /La natura ha grandi foglie Andrea Gibellini, Le regole del viaggio MARCO FIORAMANTI

Recensioni 7Z/ Schede A CURA DI ANITA GARRAN/

Articolo 33 mensile promosso dalla FLC Cgil anno VIli n. 5-6-2016. Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 488 del 7/12/2004 -Valore Scuola coop. a r.I.- via Leopoldo Serra, 3 1/37 - 00 153 Roma- T el. 06.5813173 - Fax 06.58131 18- www.edizioniconoscenzo.it - [email protected] Abbonamento annuale: euro 50,00- Per gli iscritti FLC CGIL euro 35,00- sconti per Rsu- PREZZO UNITARIO PER una copia euro 10,00- Versamento su c/cp n. 63611008- intestato a Volare Scuola coop. o r.I. oppure bonifico bancaria. Direttore responsabile: Ermanno Detti Direzione: Renato Comanducci, Gennaro Lopez. Anna Maria Vi Ilari Comitato scientifico: Alessandro Arienzo, Emanuele Barbieri, Mariagrazia Contini, Francesco Cormi no, Ermanno Detti, Massimiliano Fiorucci, Giuliano Franceschini, Caterina Gammaldi, Gennaro Lopez, Dario Missaglia, Giovanni Moretti, Alessandro Pazzaglia, Mario Ricciardi, Paolo Rossi, Francesca Serafìni, Francesco Susi, Anna Maria Vi Ilari, Guido Zaccagnini, Giovanna Zunino - In redazione: David Baldini, Paolo Cardani, Loredana Fasciole, Marco Fioramanti, Fabio Matarazzo, Luciana Risaia, Paolo Serreri. Layout, impaginazione, copertina: Marco Fioramanti. Stampa: Tipolitografia CSR, via di Pietralata, 15 7 - Roma - Hanno collaborato a questo numero: Stefania A lotta, Aristarco, Massimo Baldacci, Franca Beccaria, Patrizia Colei la, Antonio D'Andrea, Vincenza Fa nizza, Amadigi di Gaula, Anita Garrani, Si mena Liberatori, Oriolo, Massimo Mari, Giorgia Meloni, Mari lena Menicucci, Daniela Pietripaoli, Dario Ricci, Elisa Spadaro

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9 www.edizioniconoscenza.itARTICOLO 33 | N 5-6 2016

All’inizio del mese di aprile èstato firmato un accordotra il governo e i sindacaticonfederali e delle catego-rie pubbliche sulla ridu-

zione dei comparti di contrattazione chepassano da 12 a 4. La Cgil ha giudicatopositivamente questo risultato. Perché?

r. In premessa devo dire che la ne-cessità di ridurre i comparti di contrat-tazione ci è stata imposta dalla Legge150/2009, la legge “Brunetta”. Sucome affrontare questa riduzione ab-

biamo discusso a lungo e proficuamen-te al nostro interno. Il nostro giudizio sul-l’accordo è positivo perché, in sedenegoziale, siamo riusciti a superare l’im-postazione iniziale di Governo e Aranche volevano ridurre i comparti di con-trattazione utilizzando un criterio mera-mente quantitativo. All’inizio, la loroproposta era di creare 3 comparti, unoper le professioni educative, uno per leprofessioni sanitarie e un terzo per tuttigli “amministrativi” di tutti i settori dellapubblica amministrazione. In secondabattuta, hanno proposto di aggregare i

comparti per numeri di lavoratori chequantitativamente li rendessero equiva-lenti, anche mescolando settori che nonavevano afferenza tra loro. La CGIL, in-vece, ha costruito un’ipotesi di aggre-gazione che tenesse conto dellepolitiche di settore. Quindi, avere isti-tuito un comparto per l’istruzione e la ri-cerca, ridefinendo anche la filiera deipercorsi educativi di istruzione, alta for-mazione e di ricerca; un comparto perle funzioni locali, che raccoglie tutti i la-voratori delle amministrazioni “decen-trate”; un comparto delle funzioni cen-

La nuova aggregazione dovrà tenereconto anche delle politiche di settore.Un contratto unico di comparto sullematerie comuni e singole sezionicontrattuali per salvaguardare lespecificità professionali e di settore. I sindacati pronti al rinnovo deicontratti pubblici e a stanare lefurbizie del governo

NASCE IL COMPARTO “ISTRUZIONE E RICERCA”

POLITICA E SINDACATO

Un’opportunità per chi lavora nella conoscenzaIntervista a Serena Sorrentino, segretaria confederale della CGILdi AnnA MArIA VILLArI

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NASCE IL COMPARTO “ISTRUZIONE E RICERCA”

POLITICA E SINDACATO

trali e un comparto di contrattazione perla sanità è una modalità di ridefinizionedei comparti che accompagna l’aggre-gazione di precedenti contratti nazionalia un ridisegno delle politiche di settore.

Le 4 grandi aree contrattuali del set-tore pubblico tenderanno a rendereomogenei alcuni trattamenti di lavora-tori che finora facevano riferimento alproprio contratto di categoria. Nel com-parto della conoscenza ci sarà da unifi-care alcune materie prima regolate da4 contratti nazionali e da altrettanti disecondo livello. Sarà certamente unasfida per il sindacato che dovrà forseaffrontare qualche malumore tra i la-voratori. Questo nuovo quadro nor-mativo cambia sostanzialmente ilsistema della contrattazione collet-tiva che conosciamo?

La struttura contrattuale così comedisegnata dall’articolo 8 dell’accordosui comparti è un aspetto positivoche la Cgil e le altre organizzazionisindacali confederali hanno conqui-stato al tavolo negoziale. Infatti lì sichiarisce che la struttura di compartoè costruita con una gerarchia tra li-velli che ci consente, proprio in queisettori come l’istruzione e la ricercache mettono insieme lavoratori chehanno trattamenti e specificità moltodifferenti tra loro, di salvaguardare que-ste specificità.

E come sarà possibile?nel nuovo modello uscito dall’ac-

cordo, il contratto di comparto unifor-merà tutti i trattamenti che, dal punto divista normativo, sono già preliminar-mente assimilabili. Mentre tutto ciò chenon è armonizzabile nel contratto dicomparto sarà disciplinato da un’appo-sita sezione contrattuale o da una partespeciale dei contratti. Abbiamo volutoandare alla definizione del compartodell’istruzione e della ricerca – e, comesi sa, la discussione è stata molto ani-mata, anche perché alcune organizza-zioni sindacali non condividevano

sione. Questo accordo può aiutare aunificare il lavoro?

L’accordo ha ridefinito anche la rap-presentanza e la rappresentatività delleorganizzazioni sindacali di categoria,perché è evidente che aggregare com-parti, riducendoli, ha modificato il livellodi rappresentatività di tanti sindacati,quindi ha favorito le aggregazioni sinda-cali che maggiormente erano rappre-sentative anche in base ai risultati delleultime votazioni per le rSU. Infatti, la FLCè uno di quei sindacati che viene pre-miato proprio per la lungimiranza dimo-strata nell’avere già fatto un’aggrega-

zione. È un modello più confederalese intendiamo con questo termineuna visione più unitaria delle politi-che contrattuali a sostegno delle po-litiche di settore. Il contratto dicomparto stabilisce il principio che cisono trattamenti riconosciuti come“universali” per tutti i lavoratori cheafferiscono a quell’ambito contrat-tuale. Ci sono norme di carattere ge-nerale che attengono ai diritti deilavoratori che finalmente verrannoestese e riconosciute, in quella logicapiù inclusiva, che noi auspicavamoda tempo, quindi anche in questo vi-cina alle politiche della Cgil.

Questo accordo può essere un mo-dello anche per il settore privato?

nelle linee guida per i rinnovi contrat-tuali del pubblico impiego e della cono-scenza abbiamo indicato l’obiettivo diraggiungere una uniformità di tratta-mento per i lavoratori appartenenti aglistessi settori, indipendentemente chesiano pubblici o privati, proprio attra-verso la contrattazione. Per fare questoabbiamo davanti una sfida: la ricontrat-tualizzazione del lavoro pubblico. Sap-piamo però che ci scontriamo con duescogli, il primo è la legge 150/09, l’al-tro è la legge 107/15. Quindi, fatto l’ac-cordo sui comparti, per chiudere icontratti nazionali dobbiamo riconqui-stare, anche attraverso le mobilitazioniche stiamo mettendo in campo, l’idea

questa impostazione – proprio per sal-vaguardare settori importanti come, ap-punto, quelli della scuola, dell’univer-sità, dell’alta formazione artistica e mu-sicale e della ricerca, dunque il com-parto della conoscenza nel suo insieme.Il contratto di comparto potrà conteneresoltanto norme di carattere generale,poi si dovranno prevedere sezioni oparti contrattuali molto dettagliate emolto specifiche che ci consentirannodi salvaguardare sia le professionalitàpreesistenti, sia tutte le materie chevanno disciplinate in un contratto na-zionale che rispecchi quelle specifiche

professionalità. Per questo pensiamoche questo modello contrattuale, oltreall’aggregazione dei comparti, sia quelloche maggiormente oggi possa dare ga-ranzia, soprattutto ai lavoratori di alcunicomparti, penso in particolare alla ri-cerca e all’Afam, di vedere salvaguar-date quelle specificità che prima eranodisciplinate nei contratti nazionali di ca-tegoria.

Si prefigura un modello contrattualepiù “confederale”, che mi pare vada unpo’ in controtendenza a una sorta dipolverizzazione del lavoro. Forse per ilvuoto contrattuale di quasi 10 anni, sidiffondono sigle sindacali d’occasione,magari sul contenzioso e la produzionedi ricorsi su singoli aspetti della profes-

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che sia la contrattazione lo strumentoche regola i rapporti di lavoro e non in-vece la legge, come anche questo Go-verno continua a riproporre.

Diversi mesi fa il governo, per boccadella ministra Madia, disse che erapronto a rinnovare i contratti pubblici,ma aspettava il sindacato alla prova del-l’accordo sui comparti. Ora non avrebbepiù alibi per questi rinnovi, attesi da ol-tre 7 anni. Eppure nel DEF non si pre-vede alcuno stanziamento per icontratti. Che succederà? Rinnovi con-trattali senza benefici economici?

Questo è uno dei punti all’ordine delgiorno del confronto con il Governo, per-ché già nella legge di stabilità 2015,quindi per gli anni 2016-2017-2018 eraprevisto uno stanziamento di solo 300milioni di euro riservato al compartodello Stato. Sono risorse irrisorie, sia inconsiderazione di un blocco contrat-tuale così lungo, sia perché l’accordosulla riduzione dei comparti può dareavvio alla contrattazione, come peraltrointimato dalla sentenza della Corte co-stituzionale dell’anno scorso. Quindi au-spicavamo che nel Def ci fosse unacorrezione alla legge di stabilità. Invecetroviamo una lenta riduzione delle ri-sorse a disposizione del personale nel2017 e 2018, in conseguenza del bloc-co del turn over e del blocco della con-trattazione decentrata, che sonoindicati come fattori di riduzione dispesa, e la previsione per il triennio2019-2021 solo dell’indennità di va-canza contrattuale. Quindi è come se ilgoverno ci dicesse di rinnovare la partenormativa dei contratti e di aspettare al-tri 6 anni per la parte economica. È evi-dente che le organizzazioni sindacalinon possono accettare questa imposta-zione anche perché il lavoro pubbliconon soltanto ha bisogno di vedere rico-nosciuti incrementi salariali, dopo annidi sacrifici che hanno contribuito al ri-sanamento del paese, ma perché la ri-forma della pubblica amministrazione ela qualificazione dei servizi non si fanno

senza risorse. E non soltanto sottoforma di salario dei lavoratori, che pernoi è chiaramente una priorità, ma an-che dal punto di vista degli investimenti,ad esempio, nella formazione e nella ri-qualificazione del personale pubblico, e,ancora, per l’incremento delle risorse afavore del miglioramento dell’offerta for-mativa, che, come sappiamo, in partevanno alla didattica, ma in parte devonopremiare il lavoro degli insegnanti.

Con questo atteggiamento il governofa uscire dalla finestra la contrattazioneche era entrata dalla porta. Senza ri-

sorse per i contratti leva potere e rap-presentanza al sindacato. Però, adesempio nella scuola, concede, solo aidocenti, bonus, prima i 500 euro per laformazione, ora il premio ai “migliori”.

Il bonus è un’elargizione unilaterale,quindi non può essere assimilato a unincremento salariale. La differenza è so-stanziale, non solo perché la prima èuna disponibilità unilaterale del diri-gente e la seconda è titolarità della con-trattazione. È diverso il percepimento daparte del lavoratore. Il bonus, nono-stante sia considerato una voce acces-soria del salario, ha caratteristichediverse, perché, ad esempio, non ven-gono calcolati tutti gli istituti della retri-buzione diretta e indiretta. Questosignifica che, sebbene i lavoratori ab-

biano a disposizione, percepiscano unasomma – che, vorrei precisare, è infe-riore a quanto abbiamo ottenuto con icontratti nei settori privati laddove li ab-biamo rinnovati – perdono la titolarità avedere riconosciuti diritti su quellasomma che invece la contrattazione in-tegrativa e il salario accessorio consen-tirebbero. Quindi è come se il Governo,furbescamente, stesse conquistandoconsenso dei lavoratori, ma ledendone,contemporaneamente, diritti fonda-mentali. Per questo noi chiediamo nonsoltanto che il bonus sia contrattatodalle rSU, perché contestiamo il princi-pio di discrezionalità del dirigente nel-l’assegnazione di premi, ma anche chequel bonus sia considerato a tutti gli ef-fetti una forma accessoria della retribu-zione e che quindi sia parte integrantedella retribuzione stessa con tuttoquello che ne consegue in termini di di-ritti.

C’è un aspetto critico dell’accordo cheriguarda la presidenza del consiglio chediventa un’enclave a sé. Quali rischivedi in questa scelta?

Già il legislatore aveva fatto la sceltadi separare una piccola parte di lavora-tori, invocando una sorta di paralleli-smo tra la presidenza del consiglio eorgani di rango costituzionale. Princi-pio, questo, assolutamente discutibile,perché si tratta comunque di lavoratoridella pubblica amministrazione comegli altri. L’accordo prende atto che c’èun articolo della legge 150/09 che fasalvi i lavoratori della presidenza delconsiglio che hanno un comparto dicontrattazione dedicato. Il Governo hascelto di creare una casta di lavoratori.noi ne abbiamo semplicemente presoatto, precisando che non la condivi-diamo. Anzi lavoreremo per portarequesti lavoratori nel comparto delle fun-zioni centrali, perché è giusto che, an-che dal punto di vista della mobilità edell’universalità dei trattamenti, quei la-voratori siano trattati esattamentecome gli altri.

POLITICA E SINDACATO

NASCE IL COMPARTO “ISTRUZIONE E RICERCA”

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L’ipotesi di accordo sotto-scritta con l’Agidae daisindacati confederali enon della scuola il 13aprile scorso rappresen-

ta un ulteriore passo in avanti per laconclusione della lunga stagionedei rinnovi contrattuali del compartodella scuola non statale.

Una stagione lunghissima e diffici-le aperta nel lontano 2013 con la

presentazione delle piattaforme ri-vendicative all’indomani della sca-denza dei tre contratti di categoriasottoscritti con AnInSEI, AGIDAE e FISM

(2010/2012). Dopo la firma definitiva del CCnL

Aninsei del 26 gennaio 2016, l’ipotesidi accordo sottoscritto con AGIDAE –che rappresenta il particolare mondodella scuola cattolica afferente allecongregazioni religiose – costituisceun approdo significativo non solo aifini della specifica vertenza contrat-

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tuale ma soprattutto perché fa com-piere, sul piano politico/sindacale,quel salto di qualità indispensabileper la definizione dell’orizzonte dei di-ritti e dei doveri di una platea di lavo-ratori schiacciati per anni dagli effettidi una crisi devastante – purtroppoancora non superata – che ha inve-stito l’intero mondo del lavoro, conpicchi decisamente preoccupanti an-che nel comparto dei servizi alla per-sona.

Dopo il contratto ANINSEI per lescuole non statali a gestione laica,firmata l’ipotesi di accordo per il CCNL AGIDAE, che raggruppa le scuole a gestione religiosa. Aumenti retributivi di oltre il 6%. Migliorati diversi istituti anche nor-mativi. La possibilità di costituire RSU

ACCORDO SUL RINNOVO DEL CCNL AGIDAE

POLITICA E SINDACATO

La stagione contrattuale della scuola non stataleMASSIMo MArI

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Il contesto sfavorevole

In un contesto del genere – quello dellacrisi – aggravato dagli interventi legisla-tivi nefasti, scellerati e miopi introdottidalle politiche lavoristiche di vari governiche, dal 2010, si sono di volta in voltadeclinati, le politiche dell’esecutivohanno fortemente ostacolato la con-trattazione e il ruolo del sindacato giun-gendo, in alcune circostanze, a metterein seria difficoltà la funzione positiva delnegoziato perché non più sorretta dauna legislazione sociale favorevole al la-voro e al suo valore sociale, collettivo einclusivo. Anzi, il prevalere della ten-denza opposta tutta tesa a smantellarealcuni punti significativi e di avanza-mento del diritto del lavoro ha costrettole organizzazioni sindacali a rincorreree a cercare di rimuovere le voraginiaperte da quelle norme legislative chedi fatto e di diritto hanno ridotto i dirittie le tutele della parte più debole ossia ilavoratori, favorendo in maniera invero-simile le imprese in nome di una fanto-matica competitività che non haprodotto effetti positivi tali da far uscireil Paese dalla crisi. Basti pensare allenorme sul lavoro introdotte dall’ex mini-stra Fornero e a quelle ulteriormentepeggiorative attuate con il Jobs Act ren-ziano. nei fatti la crisi è stata caricatatutta sulle spalle dei lavoratori con par-ticolare pesantezza su quelle categorieprive di adeguati ammortizzatori sociali.Insomma la crisi ha contribuito, anchegrazie agli interventi governativi, asmantellare il tradizionale welfare e aimporre una nuova organizzazione so-ciale del lavoro tutta a favore dell’im-presa e del capitale finanziario a scapitodel lavoro buono e dei diritti. Il negoziato con l’AGIDAE ha dovuto fare iconti con questo contesto e anche conquei fenomeni perversi aperti dal fami-gerato art. 8 della legge 148/2011 eallo svilupparsi del fenomeno del ri-corso ai cd contratti di prossimità, in unquadro di pressoché totale assenza di

interventi di sostegno al reddito e diun’estensione universale di ammortiz-zatori sociali. Tutto ciò ha condizionatoin maniera pesante la contrattazione elo stesso negoziato con l’Agidae, ritar-dando una soluzione positiva e condi-visa della vertenza.

Il rifiuto AGIDAE di uncomparto unico dellascuola non statale

L’ipotesi di intesa – che verrà sottopo-sta al giudizio e alla approvazione dei la-voratori e agli organismi statutari dellesingole organizzazioni firmatarie delCCnL – ha raggiunto risultati importanti,anche tenuto conto del contesto gene-rale e specifico in cui si è dipanato il ne-goziato.

Va comunque ricordato in via prelimi-nare che le organizzazioni sindacalidella scuola fin dalla presentazionedelle loro piattaforme rivendicative ave-vano proposto alle rispettive contropartidatoriali e padronali un iter di rinnovocontrattuale che unificasse tutti i tavoliper dar vita a un unico contratto di tuttol’intero comparto della scuola non sta-tale. Un percorso di lavoro, questo, ingrado di far fronte e arginare quei pro-cessi di destabilizzazione del contrattofavorito dalla crisi e dal ricorso all’in-terno del comparto di forme di dumpingcontrattuale. Purtroppo, come è emersonel confronto con le singole controparti,vi è stata una decisa opposizione a que-sta proposta. La ragione di tale niet, cheha visto schierata in prima linea l’AGIDAE,sono tutte riconducibili a un’anacroni-stica pregiudiziale di natura ideologicain base alla quale il mondo della scuolacattolica ha voluto continuare a mante-nere inalterata la propria identità e lapropria mission. Una posizione che le or-ganizzazioni sindacali hanno definito ri-duttiva e miope, visto lo stato di crisi incui versa il settore.

registrata, tuttavia, tale contrarietà,non ci è rimasta altra via che proseguire

i negoziati su tavoli separati e diversiper poter portare a termine le singolevertenze.

A differenza, però, delle precedentitornate contrattuali, in quest’occasionela funzione di contratto apripista lo hasvolto il rinnovo della scuola non statalelaica ovvero il CCnL AnnSEI, 2015/2018firmato in via definitiva il 26 gennaio2016.

Con l’ipotesi di accordo siglato conl’Agidae è stato, quindi, posto in essereil secondo tassello di questa stagione dirinnovi.

rimane ancora da definire la partitadel CCnL FISM, dove al momento si regi-stra solo una temporanea pre-intesa li-mitatamente alla parte economica.

Possiamo, però, senza ombra di dub-bio affermare che i risultati raggiunticon l’intesa AGIDAE rappresentano un’in-versione di tendenza significativa per ilmondo della scuola cattolica, sia perquanto riguarda la parte salariale siaper la parte normativa. Anche in questocaso, come per il rinnovo del CCnL An-nSEI, indipendentemente dagli esiti delnegoziato in sé, comunque apprezzabilisul piano economico e giuridico, va sot-tolineato il significato politico che que-sto rinnovo riveste all’interno di uncontesto economico, sindacale e so-ciale non certo favorevole alla contrat-tazione e soprattutto ai rinnovi deicontratti nazionali.

La cartina di tornasole di un similestato di cose ce la fornisce lo stato dirinnovo dei contratti collettivi nazionali

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ACCORDO SUL RINNOVO DEL CCNL AGIDAE

POLITICA E SINDACATO

L’ipotesi raggiunta conl’AGIDAE per il triennio2016/2018 interessacirca 50 mila lavora-trici e lavoratori inforza nel complicatomondo dell’educazione,dell’istruzione e dellaformazione privata agestione cattolica

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dei comparti privati, dove con palesedifficoltà si chiudono le vertenze aperteda tempo. Per non parlare dei contrattipubblici fermi ormai al 2008.

Va anche ricordato che i rinnovi con-trattuali finora raggiunti se, da un lato,hanno fatto registrare il definitivo de-clino e superamento dell’accordo inter-confederale separato del 2009,dall’altro, hanno cominciato a dar vita aquel nuovo modello contrattuale unita-rio varato da CGIL-CISL-UIL il 14 gennaioscorso. Questa proposta unitaria delsindacalismo confederale traccia, in-fatti, un nuovo sistema di relazioni in-dustriali al fine di dare un fattivocontributo allo sviluppo economico e so-ciale del Paese. Un indirizzo parzial-mente praticato anche in occasione delconfronto negoziale con l’Agidae dovenell’ipotesi di accordo viene ribadita siala centralità del contratto nazionale, sial’architettura contrattuale definendonecon precisione la gerarchia dei livelli ne-goziali. Quei temi lanciati dal docu-mento unitario di CGIL-CISL-UIL ovvia-mente saranno centrali nell’implemen-tazione e nella costruzione di più ap-profondite relazioni sindacali dadeclinare nell’immediato futuro anchenei settori privati della conoscenza.

L’ipotesi raggiunta con l’AGIDAE per iltriennio 2016/2018 interessa circa 50mila lavoratrici e lavoratori in forza nelcomplicato mondo dell’educazione, del-l’istruzione e della formazione privata agestione cattolica legata in modo parti-colare alle grandi congregazioni reli-giose. Una platea complessa cheinteressa scuole e istituti che vanno da-gli asili nido alla scuola cattolica parita-ria, dalle accademie e conservatori agliistituti parauniversitari e università pon-tificie, per approdare ai centri sportivi,ludici, culturali e alle scuole speciali perminori. Si tratta dell’intera galassia delmondo cattolico storicamente impe-gnato nell’istruzione, nell’educazione enella formazione.

nel merito dei contenuti dell’intesa

sono da considerare positivi sia gli au-menti tabellari sia il superamento dellacosiddetta retribuzione progressiva diaccesso, introdotta con due specificheintese, del 2013 e del 2014, per farfronte allo stato di crisi e arginare i pro-cessi di uscita dal CCnL AGIDAE da partedi alcune importanti congregazioni.

Le retribuzioni tabellari trovano a re-gime un incremento pari al 6,8%. Per-tanto il personale docente inquadrato nelV livello (docenti di secondaria superiore,livello con maggiore concentrazione dipersonale) avrà a regime un aumento ta-bellare pari a 110 euro lordi suddiviso in3 tranches. riportiamo il testo integraledell’articolo 29 che bene illustra il sensodel beneficio economico.

Art. 29 - retribuzione tabellare1. Ai livelli di inquadramento de-finiti all’art. 39, sono correlati i li-velli retributivi delle tabelle delpresente articolo. 2. Ai dipendenti a tempo indeter-

minato, assunti anteriormente al30 giugno 1994, delle categorieex I, ex II, ex III, competono e ven-gono mantenuti i relativi super-minimi come elemento dellaretribuzione, maturati al31/12/2005 e non riassorbibili. 3. Gli aumenti contrattuali previ-sti dal presente articolo e dallerelative tabelle retributive alle-gate, saranno corrisposti a tuttoil personale in servizio secondole scadenze riportate nelle ta-belle (vedi sopra.ndr).4. Gli aumenti contrattuali previsticomprendono anche il periodo01/01/2013-31/12/2015.

Mentre nel caso della retribuzione pro-gressiva di accesso il totale riassorbi-mento del personale assunto conquell’istituto, benché in via graduale, sirealizza totalmente a dicembre 2018come si può leggere dal verbale allegatoall’ipotesi di accordo di seguito pubblicato.

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SEZIONI PRIMAVERAIRREGOLARITÀ NEL TRATTAMENTO DEL PERSONALE

Massimo Mari

L’Accordo quadro Stato-Regioni del 1° agosto 2013 – confermato nella sua totalità dall’Accordo in Conferenza unificata del30 luglio 2015 anche per il biennio 2015-2017 – ha fatto compiere un piccolo passo in avanti alla natura del rapporto di la-voro del personale docente, educativo e Ata in forza nelle “sezioni primavera”. Ci riferiamo a quelle istituzioni impegnate nellarealizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni volta a migliorare i raccordi tra nido escuola dell’infanzia e contestualmente a concorrere allo sviluppo territoriale dei servizi socio-educativi 0-6 anni. Nell’Ac-cordo Quadro del 2013 veniva superata la vecchia e ambigua dicitura del precedente Accordo, dove alla lettera J) “il perso-nale educativo, docente e ausiliario deve essere in regola con le norme contrattuali vigenti”, sostituita con una formulazione piùcogente (articolo 6, comma 3): “Considerata la diversa natura dei soggetti gestori del servizio, in assenza di un profilo professionaleunico del settore, il personale viene assunto con riferimento, per quanto applicabile, al CCNL del settore in cui è inserita la sezione pri-mavera. Un deciso passo in avanti che ci consente di affermare in maniera incontrovertibile, e senza dover procedere a “de-duzioni giuridiche”, che il rapporto di lavoro del personale coinvolto è di natura subordinata, non solo perché si fa riferimentoa CCNL di settore, ma soprattutto per via di quanto normato dal DLGS 81/2015. Questo decreto legislativo che è parte inte-grante nel complesso delle norme in materia di mercato del lavoro, note come Jobs Act, stabilisce che la forma comune delrapporto di lavoro è il contratto subordinato a tempo indeterminato, salvo quanto previsto sui contratti a termine. Insommanon è più possibile ricorrere alla parasubordinazione qualora la prestazione si svolga in forma eterodiretta, pertanto vannoconsiderate illegittime dal 1° gennaio 2016 tutte quelle prestazioni lavorative parasubordinate svolte con le modalità del-l’eterodirezione. Nonostante le nuove disposizioni legislative, nonostante i vincoli posti dall’Accordo Quadro e nonostante quanto espressodal CNPI nell’adunanza dell’11 novembre 2011, si continua in alcune singole intese regionali – come ad esempio in Sicilia, Ve-neto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Campania – a utilizzare la vecchia dicitura “il personale educativo, docentee ausiliario deve essere in regola con le norme contrattuali vigenti” disattendendo, più o meno volutamente, quelle precisazioni ne-cessarie contenute nell’Accordo del 2013, cosicché non possiamo certo meravigliarci se alcune istituzioni continuino, nono-stante tutto, a utilizzare in maniera decisamente illegittima il lavoro parasubordinato e irregolare con notevole pregiudizio deidiritti delle persone che lavorano in questo specifico segmento socio-educativo. Un abuso duro a morire!

Verbale di accordo“retribuzione progressiva

di accesso”

Le parti concordano che, alle de-correnze indicate, la retribuzioneprogressiva di accesso, introdottacon i verbali di accordo del24/07/2013 e dell1 1/09/2014,non può essere inferiore rispettoalla retribuzione tabellare ordina-ria in atto, alle percentuali sottoindicate:

Per quanto sopra le Parti dichiarano che:gli accordi sopra indicati, si intendono

superati con la sottoscrizione del pre-sente Accordo che è parte integrante delCCnL AGIDAE 2016/2018.

Sulla parte normativa è stata mante-nuta grosso modo la stessa ossaturaprecedente con le opportune modifichedi manutenzione alla luce delle novità le-gislative introdotte in materia lavoristicaanche con l’intento di limitare, perquanto possibile, le sue perverse evolu-

zioni. Proviamo a sintetizzare quanto,quindi, stabilisce la nuove intesa.

- Viene riprecisata la gerarchia dei li-velli di contrattazione individuando lecompetenze della contrattazione regio-nale e di istituto.

- Le organizzazioni sindacali firmata-rie del contratto hanno la possibilità di

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Nei fatti la crisi èstata caricata tuttasulle spalle dei lavora-tori con particolarepesantezza su quellecategorie prive di adeguati ammortizza-tori sociali.

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22www.edizioniconoscenza.it ARTICOLO 33 | N.5-6 2016

costituire le RSU. Sebbene non si facciaesplicito riferimento al Testo Unico sullarappresentanza, sottoscritto da Confin-dustria e CGIL, CISL, UIL il 10 gennaio2014, vengono posti in essere tutti ipresupposti per dare vita finalmentealla costituzione delle rSU nelle scuolenon statali a gestione cattolica e ade-renti all’AGIDAE propedeutiche alla valo-rizzazione del CCnL.

- Viene confermato l’istituto dell’in-centivo economico di produttività; men-tre l’istituto dell’elemento di garanziaretributiva è di fatto superato dal nuovomodello contrattuale unitario.

- Il contratto a termine viene rimodu-lato alla luce del DLGS 81/2015 conl’elevazione della percentuale al 30% econ il limite dei 36 mesi, salvo le ulte-riori deroghe per i docenti non abilitatial fine di garantire loro la possibilità dirimanere in servizio. Il contratto di que-sti lavoratori si trasformerà a tempo in-determinato qualora dovessero otte-nere l’abilitazione.

- L’istituto dell’apprendistato profes-sionalizzante viene rinviato a uno speci-fico accordo da allegare al CCnL, comenel passato, da riformulare alla luce delnuovo Testo Unico con la previsione delsuo utilizzo anche per le lavoratrici e ilavoratori in mobilità.

- Viene normato e regolamentato il la-voro intermittente, che sarà rivoltoesclusivamente ad alcune specifiche fi-gure di personale dell’area della non do-cenza.

- Viene abolito il lavoro ripartito, men-tre rimane l’istituto del lavoro in som-

ministrazione. Come noto il DLGS n. 81/2015 ha abro-

gato gli articoli dal 61 al 69-bis del DLGS

276/2003 ovvero le co.co.pro., ripristi-nando i soli rapporti di collaborazionecoordinata e continuativa. Il che significache per le “paritarie” viene confermatala previsione legislativa (legge 62/2000)della quota massima del 25% del monteore della docenza; mentre per le altreistituzioni si fa esplicito riferimento alDLGS 81/2015 e soprattutto al rispettodi quanto definito dalla giurisprudenza edalla legge sul ricorso a tale tipologiacontrattuale. Pertanto nel relativo alle-gato, che pratica- mente è analogo aquello contenuto nel CCnL AnInSEI, ven-gono confermate forme minime di inclu-sività per i lavoratori in questione acominciare dalle condizioni economiche.

- Le procedure del trasferimentod’azienda, di cui alla L. 428/90 e alla L.18/2001, vengono estese esplicita-mente anche alle ipotesi di appalto, con-venzioni, affidamento ecc., con partico-lare riferimento agli Enti locali.

- Viene infine introdotta in via speri-mentale, in un apposito accordo, l’assi-stenza sanitaria integrativa.

Una stagione contrat-tuale al rush finale

Ma la stagione dei rinnovi contrattualidella scuola non statale non è ancoradel tutto esaurita, anche se gran partedella strada è stata percorsa. Manca in-fatti all’appello il rinnovo del CCnL FISM

che comunque dovrebbe esaurirsi intempi brevi, visto il pre-accordo rag-giunto sulla parte economica. Eppure ilcondizionale è d’obbligo, data l’espe-rienza del passato contratto.

Adesso sull’ipotesi di accordo conl’AGIDAE si procederà con la consulta-zione dei lavoratori interessati che ver-ranno chiamati a esprimere un giudiziodi merito, dopo il quale le organizzazionisindacali potranno apporre la firma de-finitiva al nuovo CCnL prima della pausaestiva.

Possiamo fin d’ora tracciare un primobilancio che ci consente di poter affer-mare che, nonostante le difficoltà e i ri-tardi dovuti a quella serie di ragioni ecause sopra riportate, i risultati fino adora sono decisamente positivi perquanto concerne sia la parte econo-mica sia quella normativa anche se inlimitati e specifici istituti contrattuali sa-rebbe opportuno introdurre ulteriori cor-rettivi. La discussione che si svilupperàdurante la consultazione aiuterà a defi-nire precisazioni e correzioni che i sin-dacati non mancheranno di proporrealla controparte.

In conclusione possiamo affermare,salvo intoppi clamorosi, che la stagionecontrattuale dei rinnovi dei contratti dellescuole non statali che interessa un po’meno di 180 mila lavoratrici e lavoratori,ha imboccato la via, anche se tortuosa,di una sua soluzione positiva, nono-stante le infinite difficoltà di un contestopolitico, economico e per certi versi so-ciale non certo favorevole alle lavoratricie ai lavoratori del comparto.

Edizioni Conoscenza

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“Se i Greci inventarono la tragedia, i romani l’epistola e il rinascimento il sonetto, lanostra generazione ha inventato una nuova letteratura, quella di testimonianza”.

(Eli Wiesel)

“Meditate che questo è stato…”(Primo Levi)

Che Primo Levi, a partire dalla metà degli anniottanta del secolo scorso, fosse da annoveraretra gli scrittori di dimensione europea era opi-nione condivisa da molti. Che egli, subito dopola morte, sarebbe potuto assurgere a scrittore

di dimensioni “mondiali” era, al contrario, una previsioneazzardata da pochi. 1

E invece così è stato, a dimostrazione di quanto grande sia,al di là delle “distrazioni” o dei ritardi della critica letteraria piùautorevole,2 il ruolo esercitato dai lettori-“ricettori” nel con-sacrare il successo di un autore, tanto più se questi ha unasicura vocazione “popolare”.3

Tra i primi a interrogarsi sulle ragioni della straordinaria“fortuna” di Primo Levi, la cui opera è rimasta a lungo in-compresa, sono stati i promotori del Convegno svoltosi a To-rino nell’ottobre 2013, dal titolo, quanto mai significativo, Lamanutenzione della memoria. Diffusione e conoscenza diPrimo Levi nei paesi europei.4 A suffragare l’idea che fossegiunto ormai il momento non più differibile di una “manuten-zione” c’è stato l’alto e qualificato numero dei partecipanti al

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UN LABORATORIO SU PRIMO LEVI A 30 ANNI DALLA MORTE

L’esercizio della memoria dopo la scomparsa degli ultimi testimoni.La storia, le storie e i documenti. Il ruolo della letteratura e delleemozioni per raccontare la verità, educare al senso critico e a un’etica della persona

Letterarietà e ricerca del veroDAVID BALDInI

TEMPI MODERNI

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TEMPI MODERNI

che lo scrittore piemontese, con le sue opere, aveva ormaiassunto nel dibattito culturale europeo; centralità che per al-tro trovava un riscontro non solo nel numero di copie vendute– che, oltre un decennio fa, ammontavano a circa tre milionie mezzo –, ma anche nell’ampia platea dei destinatari. Ènoto, ad esempio, che molte di quelle copie erano entrate afar parte, in Italia, per la meritoria iniziativa dell’editore Giu-lio Einaudi, di una specifica collana, appositamente fondataper la scuola.

Da questo punto di vista, la vicenda editoriale di Se questoè un uomo appare senza dubbio emblematica: il libro – rifiu-tato nel 1946 e poi pubblicato nel 1958 da Einaudi – entreràper l’appunto a far parte, nel 1973, della collana “Letture per

la scuola media”, arricchitoda una Prefazione 1972 aigiovani, scritta dallo stessoLevi.

Di più: la successiva edi-zione, del 1976, sarà corre-data da un’Appendice del1976 di ben maggiore re-spiro, rispetto alla prece-dente, tanto da essere ormaiconsiderata come parte inte-grante del testo. Le ragioni diessa sono state così rias-sunte dallo scrittore stesso:“Ho scritto questa appendicenel 1976 per l’edizione sco-lastica di Se questo è unuomo, per rispondere alle do-mande che costantementemi vengono rivolte dai lettoristudenti”.5

Con tali parole, Levi riven-dicava a sé il merito di aver individuato proprio nei giovani gliinterlocutori privilegiati ai quali rivolgersi, per esercitarequella pedagogia della “testimonianza”, destinata a durareper lui quasi una vita.6

Di conseguenza, l’idea di celebrare, da parte della scuola, iltrentennale della morte di Levi non deve essere interpretatacome un’esigenza legata a una “occasione”, né tanto meno aun malinteso rispetto formale nei confronti della “vittima” di Au-schwitz. Trova piuttosto la sua motivazione più autentica inquella forma di empatia, di compartecipazione, di condivisionedel dolore per la “vita offesa”, che Levi è riuscito a trasmettere,con le sue opere, a diverse generazioni di studenti, forte del suoumanissimo magistero di vita civile e morale.

E, dunque, non è forse vero che, anche nella nostra scuola,è giunto il momento di procedere a una non più dilazionabile

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Convegno, giunti a Torino in rappresentanza dei più diversiPaesi del mondo: Francia, Stati Uniti, Paesi Bassi, Portogallo,Grecia, Baltico orientale, Gran Bretagna, Polonia, romania,Ungheria, repubblica Ceca, Bulgaria, Germania, Austria, Da-nimarca, Finlandia, Svezia, norvegia, Israele, russia, Spagna,Bosnia e Erzegovina, Croazia, Serbia e Slovenia, Turchia.

Una così vasta, ma anche variegata schiera di studiosiavrebbe potuto ingenerare caos e confusione. Ma ciò non siè verificato, proprio in quanto i promotori del Convegno, fa-cendo leva sul concetto di “manutenzione”, hanno evitato cheil dibattito implodesse, riuscendo a raggiungere due fonda-mentali obiettivi: quello di consentire un confronto serrato eaggiornato sull’autore di Se questo è un uomo; quello di pro-cedere – attraversoun’iniziativa transnazio-nale – a una vasta operadi comparazione, dallaquale potessero emer-gere – tenuto conto deidifferenti contesti politicie culturali da cui i parte-cipanti provenivano –nuove idee e nuove lineedi tendenza per eventualistudi futuri.

Chi meglio ha rias-sunto i risultati del Con-vegno è stato, a nostroavviso, uno dei parteci-panti, Ernesto Ferrero, ilquale, nel suo contributoPrimo Levi in Italia, cosìha sintetizzato il sensodell’iniziativa: “Parlaredella ricezione dell’operadi Primo Levi nel mondo significa […] riaffermare ancora unavolta il nostro debito nei suoi confronti; dire ancora una volta,ancora meglio, che la lunga, silenziosa, stoica lotta con l’om-bra, con il dubbio, è destinata a non finire mai. Che questo èil compito che ognuno di noi, in prima persona, non può elu-dere”.

Primo Levi e suoi incontri con gli studenti

L’identificazione tra l’opera leviana e il “dubbio” filosoficoevocato da Ferrero non è una ubbia o una forzatura: è la con-statazione di un dato di fatto. È la conferma della centralità

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“manutenzione della memoria”?La nostra risposta è sì, in quanto la questione che oggi ci si

pone con sempre maggiore urgenza non è tanto, o non è solo,quella di salvaguardare sul piano didattico-pedagogico quelgrumo di valori irrinunciabili lasciatici in eredità dal grandescrittore torinese, quanto piuttosto di sottolinearne l’“attualità”,in un mondo divenuto sempre più “liquido”, che per di più vederiaffiorare all’orizzonte taluni dei suoi incubi più orribili.

Di qui l’esigenza di affrontare al più presto due questioni,che urgono alla stregua di altrettanti imperativi categorici:quello di mantenere intatta la memoria, così come ci è statatrasmessa, della Shoah, “non uno degli eventi, ma l’eventomostruoso, forse irripetibile, della storia umana”;7 quello delreperimento e della scelta degli strumenti più idonei per sal-vaguardarne il ricordo presso le generazioni a venire.

Forza e debolezza delle celebrazioni

non possiamo, infatti, non osservare che anche la Shoah (ilcui momento topico è costituito dal 27 gennaio di ogni anno,“Giorno della Memoria”) sembra da tempo aver perduto –come in genere accade a tutte le celebrazioni a cadenza fissa– la sua terribile forza di ammonimento, messa in crisi dal-l’influsso su di essa esercitato dall’opera corrosiva deltempo, in questa fase caratterizzato dall’abitudine, dal di-simpegno, dalla routine.

Sugli effetti controproducenti connessi a tali forme di cele-brazione si era già espresso, tra gli altri, anche Georges Ben-soussan, il quale, nella Premessa al suo libro L’eredità diAuschwitz, ha scritto: “La logorrea non esclude l’amnesia,esattamente come la commemorazione può divenire, ungiorno, parola morta”.8 Meno convincente, semmai, date lepremesse, è la conclusione cui lo studioso francese perve-niva, allorché, allontanata da sé ogni remora di ordine meto-dologico, concludeva così il suo ragionamento: “La memoriaè selettiva, per questo favorisce l’abbaglio. La Storia è piùprosaica e disincantata. Il cammino che conduce dalla me-moria alla storia rispecchia il processo di secolarizzazioneproprio della modernità politica. Perciò, la nostra arma non èla memoria, che costruisce, demolisce, dimentica o edulcora,ma la sola Storia”.

Di opinione esattamente contraria è invece, a riprova dellaproblematicità della questione, una studiosa come Aleida As-smann, la quale, invece, ha da parte sua sostenuto: “Il passato,dal quale col passare del tempo ci allontaniamo sempre più,non è appannaggio solo degli storici di professione ma esercitaanche un’influenza sul presente in forma di diritti e doveri con-trapposti: oltre alle sintesi totalizzanti della storia al singolareesistono oggi memorie diverse, in parte tra loro contraddittorie,

UN LABORATORIO SU PRIMO LEVI A 30 ANNI DALLA MORTE

TEMPI MODERNI

che rivendicano il loro diritto al riconoscimento sociale”.9Che fare, dunque, a fronte a due così diverse visioni – sto-

ria versus memoria –, all’apparenza inconciliabili?

Come testimoniare dopo la scomparsadell’ultimo testimone?

Per quanto riguarda la prevalenza – presunta – della sto-ria sulla testimonianza, rispetto alla trasmissione dell’espe-rienza della Shoah ci limitiamo a ricordare che, circa undecennio fa, Annette Wieviorka aveva fatto di questo argo-mento l’oggetto centrale della sua riflessione. Al termine delsuo ragionamento, ella, definendo la nostra epoca comel’“era del testimone”,10 ci indicava in qualche modo la via dapercorrere.

Ancor prima di lei, Primo Levi, nel suo libro-testamento Isommersi e i salvati, dopo aver passato in rassegna i vari tipidi testimonianza, alludeva all’esigenza di una testimonianza“integrale” con queste eloquenti parole: “Lo ripeto, nonsiamo noi, i superstiti, i testimoni veri. È questa una nozionescomoda, di cui ho preso coscienza a poco a poco, leggendole memorie altrui, e rileggendo le mie a distanza di anni. noisopravvissuti siamo una minoranza anomala oltre che esi-gua: siamo quelli che, per loro prevaricazione o abilità o for-tuna, non hanno toccato il fondo. Chi lo ha fatto, chi ha vistola Gorgone, non è tornato per raccontare, o è tornato muto;ma sono loro, i ‘mussulmani’, i sommersi, i testimoni inte-grali, coloro la cui deposizione avrebbe avuto significato ge-nerale. Loro sono la regola, noi l’eccezione”.11

Per quanto riguarda invece la prevalenza – anch’essa pre-sunta – della memoria (o delle “memorie”, come ci indicavala Assmann) rispetto alla storia, anche in questo caso dob-biamo notare come la questione non sia tanto di natura ge-rarchica, quanto piuttosto di natura funzionale. Centrale èinfatti quel mutamento di scenario che, venutosi a determi-nare a seguito della scomparsa dell’“ultimo testimone”, Da-vid Bidussa aveva descritto con queste parole: “Quando itestimoni oculari saranno scomparsi, quando quelle voci nonavranno più voce, ci ritroveremo con un archivio definito distorie, che racconteranno scenari e situazioni. Si tratterà al-lora di far lavorare quelle storie narrate come ‘documenti’.In quel momento avverrà, consapevolmente per noi, il pas-saggio irreversibile tra novecento e ‘attualità’”.12

Ebbene, l’“attualità” di cui si parla è già oggi il presente:essa si pone in termini così drammatici e ultimativi, da far sìche le lezioni del passato devono tornare in auge, a fronte diun’umanità che appare sempre più sull’orlo di una crisi diidentità dallo sbocco imprevedibile.

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UN LABORATORIO SU PRIMO LEVI A 30 ANNI DALLA MORTE

TEMPI MODERNI

sia necessario, se non vogliamo che tutto si riduca a “merodocumento”, che la letteratura torni a recuperare il suo ruolospecifico; che ritrovi la sua vocazione a narrare, confrontan-dosi con una materia con la quale pochi hanno avuto il co-raggio, o l’ardire, di confrontarsi.

Per una nuova forma di “letterarietà”ispirata al “vero”

Se il concetto di “letterarietà” va declinato come “l’assiemedi quelle proprietà astratte la cui presenza in un’opera la fariconoscere come fatto letterario”,15 allora non si vede per

quale motivo esso debba entrare inconflitto con l’esigenza della “ri-cerca del vero”, non fosse altro chela letterarietà non implica necessa-riamente una sorta di conventio adexcludendum nei confronti dei con-tributi provenienti da altre disci-pline. Al contrario, essa comportauna sorta di vocazione alla interdi-sciplinarità nel senso indicato, al-cuni anni fa, da Aharon Appelfeld,per il quale la memoria della Shoahè ancora una volta affidata alla ca-pacità di “ricezione” dei lettori. ri-cordiamo, per altro, che in Levi ilnucleo della tensione tra “lettera-rietà” e “ricerca del vero” trova il suopunto di mediazione in quel “me-stiere di vivere”, che non si lasciacomprendere all’interno di una spe-cifica formula o un determinato ge-nere: esso si allarga fino agliestremi limiti dell’esperienzaumana, coincidendo con la vitastessa.

Dopo aver descritto a lungo “ciòche gli era successo”, Appelfeld in-dica, come fase successiva dellasua originaria esperienza di scrit-

tore, quella del superamento dell’autobiografismo e di un ri-torno alla “oggettivazione” della narrazione. Egli non sinasconde certo le insidie connesse al ricorso all’immagina-zione – con le sempre possibili derive verso il bizzarro, l’ec-cezionale, lo speculativo –, e pur tuttavia ne registra gliindubbi vantaggi, quali quelli di dare il giusto rilievo all’emo-zione, sempre ovviamente temperata dalla presenza della ra-zionalità, di far emergere l’idea dell’autore, di selezionare gli

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Ma per rimanere sempre alla questione dei “documenti”,dobbiamo dire che essa non manca di suscitare non pochepreoccupazioni, anche per ragioni di carattere tecnico. L’esor-bitante mole di materiali di cui oggi disponiamo ci pone difronte a un duplice problema: da una parte, quello della ca-talogazione, dall’altra, quello della conservazione. Un gridod’allarme sull’usura dei materiali di cui disponiamo è statolanciato da Tullio Gregory, il quale, per denunciare la perico-losità di un processo ormai in pieno corso, ha osservato qual-che anno fa: “Uno dei tanti paradossi che sottendono lenostre società e del quale ci si rende ogni giorno più consa-pevoli, è costituito dalla compresenza di due dinamiche in op-posta tensione: da un lato, lo smisurato aumento didocumenti prodotti dalle strutture culturali, economiche, in-dustriali, istituzionali, dall’altro, il ra-pido processo di decomposizione edi perdita dei documenti stessi.Forse il simbolo più appropriato diquesto paradosso è rappresentatodai fax: mezzo di comunicazioneche in questi ultimi anni ha avutouna diffusione rapidissima, capil-lare, spesso domestica, il fax di-viene rapidamente illeggibile per lanatura volatile dell’impressione”.13

Inserita in un contesto di tal ge-nere, la “letterarietà” cui alludiamo,da non dissociare mai dall’esigenzadella ricerca del “vero”, non è, comepotrebbe apparire, un’astrazione; è,al contrario, una vera e propria ri-sorsa. ricordiamo che, nell’imme-diato dopoguerra, i primi scrittori sulLager vissero il rapporto tra “lette-rarietà” e ricerca del “vero” comeuna sorta di ossimoro. Essi si di-stinsero per il loro spirito rigorosa-mente antiletterario, dal momentoche l’idea di “letterarietà”, messa inrapporto con lo sterminio, venivavissuta come un’insopportabile con-taminazione, come una “falsifica-zione” inaudita della verità, chesuonava come un oltraggio al “fatto” in sé.

Ma molti di loro, tuttavia, come ha osservato robert S. C.Gordon,14 dovettero ben presto prendere atto che “l’evidenzadocumentaria si era già consolidata nella fotografia, nelle im-magini e nei cinegiornali […]. numerosi testi includono illu-strazioni tratte da queste fonti, come a dire che la scritturadev’essere qualcosa di più che un mero documento”.

In una situazione di “assenza” del testimone, ci sembra che

IL futuro della memoria

Page 14: ART 33 5-6 2016 II-III di COP€¦ · N.5-6 2016 11 che sia la contrattazione lo strumento che regola i rapporti di lavoro e non in-vece la legge, come anche questo Go-verno continua

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avvenimenti al fine di giungere al cuore dell’esperienza chesi intende rappresentare. Si tratta insomma, come egli af-ferma, di “traslare quella terribile esperienza dalla categoriadella storia a quella dell’arte”. Ci troviamo di fronte, insomma,allo stesso dilemma che aveva angosciato l’ex-deportato aBuchenwald, Jorge Semprún, costretto a scegliere, a un certomomento della sua esistenza, tra il “silenzio frusciante dellavita” e “il linguaggio mortale della scrittura”.16 Per quanto ciriguarda, avvertiamo oscuramente di trovarci di fronte a unasituazione analoga, seppure meno radicale per le scelte cheessa comporta.

Lo stesso Levi, del resto, nella Prefazione a Se questo è unuomo, aveva in qualche modo indicato una direzione analogaa quella di Appelfeld allorché aveva scritto: “Perciò questomio libro, in fatto di particolari atroci, non aggiunge nulla aquanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietanteargomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scrittoallo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttostofornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti del-l’animo umano”.17

La novità di dar vita, da parte di “Proteo Fare Sapere”, a unLaboratorio su “letterarietà e ricerca del vero in Primo Levi”,non consiste insomma tanto nella scelta del tema – che,come si è visto, già nel passato è stato oggetto di diffidenzee polemiche anche roventi – quanto piuttosto in una sua re-interpretazione, certi che questa possa ancora illuminarci sutaluni dei più drammatici problemi di oggi.

Alla luce di queste riflessioni, non possiamo non ripensareal severo monito che Theodor W. Adorno, nel 1949, aveva au-torevolmente lanciato all’intero milieu della cultura: “La cri-tica della cultura si trova dinanzi all’ultimo stadio delladialettica di cultura e barbarie: scrivere una poesia dopo Au-schwitz è un atto di barbarie, e ciò avvelena la stessa consa-pevolezza del perché è divenuto impossibile scrivere oggipoesie. Lo spirito critico non sarà mai all’altezza di affrontarela reificazione assoluta, che presupponeva il progresso dellospirito come uno dei suoi elementi e che oggi si appresta adassorbirlo interamente, finché resterà fermo in se stesso inuna contemplazione soddisfatta di sé”.18

Forse, è giunto il momento per riconsiderare, con atten-zione, anche il senso e l’“attualità” di tale giudizio. Lo im-pongono le nuove esigenze che, giorno dopo giorno, citroviamo sempre più urgentemente ad affrontare.

noTE

1 Per limitarci alle posizioni più recenti, ricordiamo che, se T.Judt, nel suo Novecento (Laterza, Bari, 2012), pone P. Levi trale figure del XX secolo che egli vorrebbe “ricordare e com-memorare”. r. S. Gordon, in Scolpitelo nei cuori. L’Olocausto

UN LABORATORIO SU PRIMO LEVI A 30 ANNI DALLA MORTE

TEMPI MODERNI

nella cultura italiana (1944-2010), (Bollati Boringhieri, To-rino 2013), ne sanziona la diffusione mondiale, facendodello scrittore torinese una figura degna di rivaleggiare conE. Wiesel “quale incarnazione dello scrittore-sopravvissuto-testimone”.2 Solo nel 1996, viene riservato a Levi un certo spazio in unlavoro d’ampio respiro, come Le Opere de La letteratura ita-liana, diretta da A. Asor rosa (IV/2, Il novecento. Einaudi, To-rino), per via del contributo di C. Segre, Lettura di “Se questoè un uomo”. C. Segre, dieci anni prima, aveva anche scritto Iromanzi e le poesie, in P. Levi opere II, Einaudi, Torino 1988, 3 Sul concetto di “ricezione” si veda H. r. Jauss, Esperienzaestetica ed ermeneutica letteraria, Il Mulino, Bologna 1987.4 Il Convegno è stato promosso dal Centro Studi Piemontesi.Sui relativi Atti, si veda AA.VV., La manutenzione della me-moria. Diffusione e conoscenza di Primo Levi nei paesi eu-ropei, che, con la curatela di Giovanni Tesio, sono statipubblicati dallo stesso Centro Studi Piemontesi, Torino 2005. 5 Che il rapporto tra le opere di Levi e la scuola non fosse ca-suale ci è testimoniato dal fatto che ben altri tre libri entre-ranno a far parte della collana scolastica einaudiana: oltre aLa tregua, corredata da note dello stesso Levi, seguiranno Ilsistema periodico, con prefazione di n. Ginzburg e note diLevi, e La chiave a stella curato da G. Luigi Beccaria.6 Lo scrittore torinese, come è noto, svolse un’intensa atti-vità di testimonianza nelle scuole per molti anni, diradandola sua presenza solo negli anni 1979-1986. 7 n. Bobbio, Primo Levi, in Trent’anni di storia della cultura aTorino (1920-1950), Cassa di risparmio di Torino, Torino1977.8 G. Bensoussan, L’eredità di Auschwitz, Einaudi, Torino2002.9 A. Assmann, Ricordare. Forme e mutamenti della memoriaculturale, il Mulino, Bologna 2002.10 A. Wieviorka, L’era del testimone, raffaello Cortina Editore,Milano 1999.11 P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986. 12 D. Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, Einaudi, Torino 2009.13 T. Gregory e M. Morelli (a cura di), Introduzione a AA.VV.,L’eclisse delle memorie, Laterza, Bari 1994.14 r. S. C. Gordon, Scolpitelo nei cuori. L’Olocausto nella cul-tura italiana (1944-2010), op. cit.15 La definizione è contenuta nel glossario terminologico for-nitoci da M. Corti e C. Segre nell’opera da loro curata, I me-todi attuali della critica in Italia, ErI, Torino 1980.16 J Semprún, La scrittura o la vita, Guanda, Parma 1994.17 P. Levi, Prefazione a Se questo è un uomo, De Silva, Torino1947. 18 T. W. Adorno, Prismi. Saggi sulla critica della cultura, Ei-naudi, Torino 1972.