Arretrati: e R edazione: via Valadier n 42 RENZI: SE … · R edazione: via Valadier n 42...

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Sabato 24 maggio 2014 – Anno 6 – n° 141 e 1,30 – Arretrati: e 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!,!?!& Renzinguer di Marco Travaglio N ella sua esagitata campagna elettorale, Beppe Grillo almeno un risultato l’ha ottenuto: co- stringere Matteo Renzi a nominare – per la prima volta in vita sua, o quasi – Enrico Berlinguer. Il che dimostra uno dei tanti paradossi dei 5Stelle: volenti o nolenti (spesso a loro insaputa), svolgono la stes- sa funzione dei predatori in natura: migliorano le prede che vogliono cacciare, aiutandole dunque a sopravvivere. Come ricorda Scanzi nel suo blog, senza i 5Stelle in Parlamento col cavolo che il Pd avrebbe votato subito e col voto palese per la de- cadenza di B. e per l’arresto di Genovese (nel 1998-’99 avevano salvato persino Previti e Dell’Utri). Se poi Renzi fosse sincero fino in fondo, dovrebbe ammettere che, senza il terrore di Grillo, il Pd allora dalemian-lettian-bersaniano non gli avrebbe spianato la strada alla segreteria e poi al siluramento del governo Letta. “Sciacquati la bocca quando parli di Berlinguer”, ha urlato giovedì il premier a Grillo da una piazza del Popolo semi- piena o semivuota. E, se Grillo si fosse paragonato all’ultimo vero leader della sinistra italiana, da cui quasi tutto lo divide, si sarebbe meritato anche di peggio. La verità è che non l’ha fatto: anzi, ha pre- cisato di avere tutt’altra storia, però ha raccontato un fatto vero e facilmente verificabile. E cioè che l’avvocato Giuseppe Zupo, responsabile giustizia e legalità del Pci di Berlinguer (posto ora occupato dalla Morani e dalla Picierno, per dire l’evoluzione della specie), ha scritto una lettera a Grillo e ri- lasciato un’intervista a Micromega in cui riconosce ai 5Stelle il loro impegno sulla questione morale di Berlinguer abbandonata dai suoi presunti eredi. E allora chi dovrebbe sciacquarsi la bocca? Non ab- biamo titoli per rispondere, ma per porre qualche domanda forse sì. L’altro giorno abbiamo dato atto a Renzi di aver rinunciato, dimettendosi dall’azienda di famiglia, alla sua pensione privile- giata, nata da un trucchetto che è già costato pro- cessi e condanne ad altri politici che l’avevano ten- tato e che il Fatto ha svelato in beata solitudine. Ber- linguer si sarebbe fatto beccare con un simile sorcio in bocca? Berlinguer fu pubblicamente processato da Napolitano & miglioristi sfusi perché non vo- leva allearsi con Craxi (lo chiamava “il gangster”), e finché ebbe un respiro in gola denunciò l’inqui- namento della P2: ve lo vedete mentre riceve il compare di Craxi, tessera P2 n. 1816, per concor- dare non solo la legge elettorale (mossa obbligata dopo il diniego di Grillo), ma anche la riforma della Costituzione? Ve l’immaginate che risponde a B. “del presidenzialismo se ne può parlare?”. Ve lo figurate che governa col piduista Cicchitto? Che nomina un rinviato a giudizio vice-ministro dell’Interno e tre inquisiti sottosegretari? Che candida alle Europee imputati, inquisiti e (in Si- cilia) il professor Fiandaca, noto giustificazionista della trattativa Stato-mafia? Che piazza Emma Marcegaglia, azionista e dirigente di un’azienda condannata per tangenti all’Eni, alla presidenza dell’Eni? Che si tiene nel partito Giancarlo Qua- gliotti, condannato con Greganti per una tangen- te Fiat sui rispettivi conti svizzeri, dunque braccio destro del sindaco renziano Fassino? Nel fo- rum-intervista con il Fatto, abbiamo discusso con Renzi degli inquisiti in politica. La sua posizione, purtroppo, è la stessa di tutto il resto della vecchia casta: la presunzione di innocenza come scudo e alibi per non cacciare nessuno. Per Renzi non c’è alcuna differenza fra chi è indagato (o addirittura imputato) e chi non lo è: sono tutti gigli di campo, anche dopo il rinvio a giudizio, come se i magi- strati si divertissero a inquisire e a mandare a pro- cesso la gente così, per sport, a casaccio. Per lui la differenza la fanno solo le condanne in Cassazio- ne. Dunque, visti i tempi della giustizia, qualun- que delinquente può restare in politica e nelle isti- tuzioni per dieci anni. Se, per dire, il suo vicino di casa fosse indagato o imputato o condannato (ma non definitivo) per pedofilia, Renzi gli affidereb- be serenamente i suoi figli quando si assenta da casa e attenderebbe la Cassazione per rivolgersi a qualcun altro. Ma qui non c’è neppure bisogno di scomodare la buonanima di Berlinguer, o di sciacquarsi la bocca: basta collegarla al cervello. Il presidente libanese non firma ancora l’ e st ra d i z i o n e di Dell’Utri. Il governo italiano sembra d i st ra t to . Il rischio è che l’amico dei mafiosi la faccia franca RENZI: SE PERDO RESTO MORÌ DURANTE L’ARRESTO Magherini, l’ultima perizia: “Decesso per asfissia, aveva emorragie ovunque” Nel Pil entreranno anche droga e prostituzione. Avevo letto Pdl » www.forum.spinoza.it LA CATTIVERIA » PSICHE & LETTERATURA Bologna, arriva il 118 per scrittori in crisi creativa Daina » pag. 18 » BANDA BANCHIERI » Genova, i milioni erano “ra ga zz i n e ”. La Consob e le coperture al gruppo emiliano Carige, la rete tra gip e polizia Unipol, Vegas nel mirino dei pm l Il premier: “Che il Pd prenda un punto in più o in meno dei 5 Stelle, non cambia nulla” l Grillo riempie piazza San Giovanni e Casaleggio fa gridare: “Berlinguer, Berlinguer” l Il Caimano: “Se vince il M5S, ci saranno inquietanti disordini nelle strade d’Italia” l Disoccupati e lavoratori cassintegrati: gli 80 euro arriveranno, ma soltanto a luglio IL LAVORO CHE UCCIDE Taranto, 27 condanne per i morti d’amianto all’Ilva: 6 anni a Riva e 9 al manager Noce De Carolis, Marra e Palombi » pag. 2 - 3 - 5 Dall’Interpol ai Servizi: i dirigenti dell’istituto ligure si informavano sulle inchieste e sponsorizzavano la squadra di volley del giudice che nel 2002 archiviò due indagini a loro carico. Fusione con Fondiaria, decisivo il voto del n. 1 dell’autorità di controllo sulla Borsa Barbacetto e Sansa » pag. 12 - 13 GUIDA AL VOTO La battaglia finale sull’euro e l’invasione delle liste sporche » pag. 10 - 11 SENTI CHI PARLA Hitler, Chaplin, i gufi e gli amori di Lady Matacena: ecco il bestiario delle Europee d’Esposito » pag. 7 Sopra, Grillo a Roma. Sotto, Renzi a Firenze La Pre ss e /A n s a D’Onghia » pag. 15 Cannavò » pag. 15 U di Daniela Ranieri LA DIVERSITÀ CI PIACE MA SOLTANTO SE È UNO SHOW È interessante che il Circo Gender, portato in scena dalla drag queen barbuta Con- chita Wurst, abbia suscitato simultaneamente tanto l’ana- tema della Russia, quanto la crisi isterica dell’ex ministro Gasparri. » pag. 22 Palazzo Grazioli B. non paga l’affitto e adesso è abusivo IN BOLLETTA Giovanni Berneschi Ansa Feltri e Liuzzi » pag. 5

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Sabato 24 maggio 2 01 4 – Anno 6 – n° 141 e 1,30 – Arretrati: e 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!,!?!&

Re n z i n g u e rdi Marco Travaglio

Nella sua esagitata campagna elettorale, BeppeGrillo almeno un risultato l’ha ottenuto: co-

stringere Matteo Renzi a nominare – per la primavolta in vita sua, o quasi – Enrico Berlinguer. Il chedimostra uno dei tanti paradossi dei 5Stelle: volentio nolenti (spesso a loro insaputa), svolgono la stes-sa funzione dei predatori in natura: migliorano leprede che vogliono cacciare, aiutandole dunque asopravvivere. Come ricorda Scanzi nel suo blog,senza i 5Stelle in Parlamento col cavolo che il Pdavrebbe votato subito e col voto palese per la de-cadenza di B. e per l’arresto di Genovese (nel1998-’99 avevano salvato persino Previti eDell’Utri). Se poi Renzi fosse sincero fino in fondo,dovrebbe ammettere che, senza il terrore di Grillo,il Pd allora dalemian-lettian-bersaniano non gliavrebbe spianato la strada alla segreteria e poi alsiluramento del governo Letta. “Sciacquati la boccaquando parli di Berlinguer”, ha urlato giovedì ilpremier a Grillo da una piazza del Popolo semi-piena o semivuota. E, se Grillo si fosse paragonatoall’ultimo vero leader della sinistra italiana, da cuiquasi tutto lo divide, si sarebbe meritato anche dipeggio. La verità è che non l’ha fatto: anzi, ha pre-cisato di avere tutt’altra storia, però ha raccontatoun fatto vero e facilmente verificabile. E cioè chel’avvocato Giuseppe Zupo, responsabile giustizia elegalità del Pci di Berlinguer (posto ora occupatodalla Morani e dalla Picierno, per dire l’evoluzionedella specie), ha scritto una lettera a Grillo e ri-lasciato un’intervista a M i c ro m e g a in cui riconosceai 5Stelle il loro impegno sulla questione morale diBerlinguer abbandonata dai suoi presunti eredi. Eallora chi dovrebbe sciacquarsi la bocca? Non ab-biamo titoli per rispondere, ma per porre qualchedomanda forse sì. L’altro giorno abbiamo dato attoa Renzi di aver rinunciato, dimettendosidall’azienda di famiglia, alla sua pensione privile-giata, nata da un trucchetto che è già costato pro-cessi e condanne ad altri politici che l’avevano ten-tato e che il Fatto ha svelato in beata solitudine. Ber-linguer si sarebbe fatto beccare con un simile sorcioin bocca? Berlinguer fu pubblicamente processatoda Napolitano & miglioristi sfusi perché non vo-leva allearsi con Craxi (lo chiamava “il gangster”), efinché ebbe un respiro in gola denunciò l’inqui -namento della P2: ve lo vedete mentre riceve ilcompare di Craxi, tessera P2 n. 1816, per concor-dare non solo la legge elettorale (mossa obbligatadopo il diniego di Grillo), ma anche la riforma dellaCostituzione? Ve l’immaginate che risponde a B.“del presidenzialismo se ne può parlare?”.Ve lo figurate che governa col piduista Cicchitto?Che nomina un rinviato a giudizio vice-ministrodell’Interno e tre inquisiti sottosegretari? Checandida alle Europee imputati, inquisiti e (in Si-cilia) il professor Fiandaca, noto giustificazionistadella trattativa Stato-mafia? Che piazza EmmaMarcegaglia, azionista e dirigente di un’aziendacondannata per tangenti all’Eni, alla presidenzadell’Eni? Che si tiene nel partito Giancarlo Qua-gliotti, condannato con Greganti per una tangen-te Fiat sui rispettivi conti svizzeri, dunque bracciodestro del sindaco renziano Fassino? Nel fo-rum-intervista con il Fatto, abbiamo discusso conRenzi degli inquisiti in politica. La sua posizione,purtroppo, è la stessa di tutto il resto della vecchiacasta: la presunzione di innocenza come scudo ealibi per non cacciare nessuno. Per Renzi non c’èalcuna differenza fra chi è indagato (o addiritturaimputato) e chi non lo è: sono tutti gigli di campo,anche dopo il rinvio a giudizio, come se i magi-strati si divertissero a inquisire e a mandare a pro-cesso la gente così, per sport, a casaccio. Per lui ladifferenza la fanno solo le condanne in Cassazio-ne. Dunque, visti i tempi della giustizia, qualun-que delinquente può restare in politica e nelle isti-tuzioni per dieci anni. Se, per dire, il suo vicino dicasa fosse indagato o imputato o condannato (manon definitivo) per pedofilia, Renzi gli affidereb-be serenamente i suoi figli quando si assenta dacasa e attenderebbe la Cassazione per rivolgersi aqualcun altro. Ma qui non c’è neppure bisogno discomodare la buonanima di Berlinguer, o disciacquarsi la bocca: basta collegarla al cervello.

Il presidente libanese non firma ancora l’e st ra d i z i o n e di Dell’Utri. Il governoitaliano sembra d i st ra t to. Il rischio è che l’amico dei mafiosi la faccia franca

RENZI: SE PERDO RESTO

MORÌ DURANTE L’A R R E STO

Magherini, l’ultimaperizia: “Deces soper asfissia, avevaemorragie ovunque”

Nel Pil entrerannoanche drogae prostituzione.Avevo letto Pdl

» w w w.fo r u m . s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» PSICHE & LETTERATURA

Bologna, arrivail 118 per scrittoriin crisi creativa

Daina » pag. 18

» BANDA BANCHIERI » Genova, i milioni erano “ra ga zz i n e ”. La Consob e le coperture al gruppo emiliano

Carige, la rete tra gip e poliziaUnipol, Vegas nel mirino dei pm

l Il premier: “Che il Pd prenda un punto in più o in meno dei 5 Stelle, non cambia nulla”l Grillo riempie piazza San Giovanni e Casaleggio fa gridare: “Berlinguer, Berlinguer”l Il Caimano: “Se vince il M5S, ci saranno inquietanti disordini nelle strade d’Italia”l Disoccupati e lavoratori cassintegrati: gli 80 euro arriveranno, ma soltanto a luglio

IL LAVORO CHE UCCIDE

Taranto, 27 condanneper i morti d’amiantoall’Ilva: 6 anni a Rivae 9 al manager Noce

De Carolis, Marra e Palombi » pag. 2 - 3 - 5

Da l l ’Interpol ai Servizi:i dirigenti dell’i s t i t u toligure si informavanosulle inchiestee sponsorizzavanola squadra di volleydel giudice che nel 2002archiviò due indaginia loro carico. Fusione conFondiaria, decisivo il votodel n. 1 dell’a u to r i t àdi controllo sulla BorsaBarbacetto e Sansa » pag. 12 - 13

GUIDA AL VOTO

La battaglia finalesull’euroe l’i nv a s i o n edelle liste sporche

» pag. 10 - 11

SENTI CHI PARLA

Hitler, Chaplin,i gufi e gli amoridi Lady Matacena:ecco il bestiariodelle Europee

d’Esposito » pag. 7Sopra, Grillo a Roma. Sotto, Renzi a Firenze La Pre ss e /A n s a

D’Onghia » pag. 15 Cannavò » pag. 15

U di Daniela Ranieri

LA DIVERSITÀCI PIACEMA SOLTANTOSE È UNO SHOW

Èinteressante che il CircoGender, portato in scena

dalla drag queen barbuta Con-chita Wurst, abbia suscitatosimultaneamente tanto l’ana-tema della Russia, quanto lacrisi isterica dell’ex ministroGasparri.

» pag. 22

Palazzo GrazioliB. non pagal’affitto e adessoè abusivo

IN BOLLETTA

Giovanni Berneschi AnsaFeltri e Liuzzi » pag. 5

2 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano 3il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

“Giro d’Italia in 80 giorni”.Matteo Renzi arriva nella salastampa di Palazzo Chigi conun’aria stropicciata, quasi di-messa. Abito blu, camiciabianca, niente cravatta. Si por-ta dietro dieci slide. “Vorreipresentarvi quello che abbia-mo fatto e quello che faremo”.Ci sono gli slogan, e ci sono lefoto simbolo. Il tono non èesattamente trionfale. Anzi,per una volta il premier sem-bra meno arrogante, meno si-curo del solito, ma più sincero.“Non è tutto quello cheavremmo voluto fare, ma è unrisultato straordinario per un

governo in 80 giorni”, ammet-te. E allora, chiede fiducia.“Continuo a dare le date”, di-ce. Per giovedì, la “rivoluzionedel fisco”, “il 13 la riforma del-la Pa”. Annuncia i futuri viaggiinternazionali, in Asia e inAfrica, e l’intenzione di andarea Taranto e nel Sulcis. Le slidequesta volta sono semplici,quasi sobrie. Tra le foto nonmanca quella con la Merkel,dove, “ovviamente”, la Can-celliera lo guarda con ammi-rato stupore. E poi, c’è il ca-pitolo legge elettorale e rifor-me costituzionali. Che sono

di Marco Palombi

Il terrore corre per i corridoi dell’Inps. Quan-do, infatti, Matteo Renzi avrà scoperto la no-

tizia che state per leggere nessuno sarà più al si-curo. E dire che li avevano pure avvertiti. Il Te-soro - nel comunicato con cui, il 9 maggio, svelòal mondo di aver già pronte le quasi 800mila bu-ste paga con gli 80 euro per i dipendenti statali -mise a verbale quanto segue: “La predisposizionedi quasi 800mila buste paga con il beneficio fi-scale testimonia la fattibilità e l’efficacia delprovvedimento, che potrà essere implementatotempestivamente tanto nel settore pubblicoquanto nel settore privato”. E invece all’Inps nonce l’hanno fatta. I dipendenti dell’ente che nehanno diritto, per dire, li vedranno solo nel ce-dolino di giugno e per averli sul conto, dunque,dovranno aspettare quasi luglio. “Saranno sem-pre 640 euro annui, spalmati a questo punto susette mesi (importo massimo: 91euro al mese)”,spiega l’Unione sindacale di base: “Secondo i no-stri primi calcoli, solo il 10% del personale Inpspercepirà il compenso (circa 3.000 dipendenti) e

non tutti per intero, ma in misura graduata se-condo le fasce di reddito complessivo che, lo ri-cordiamo, vanno da 8.000 a 26.000 euro. Renzi,insomma, farebbe bene a non parlare di aumen-to contrattuale a fronte di uno sgravio che ri-guarda una piccola percentuale di lavoratori”.

SIAMO SICURI PERÒ, con tutto il rispetto per idipendenti Inps, che al presidente del Consigliodispiacerà anche di più l’informazione che segue:l’ente guidato dal commissario Vittorio Conti,infatti, non solo ha lasciato a bocca asciutta il suopersonale, ma pure tutti quelli che percepisconol’assegno di disoccupazione e i cassaintegrati.Che il bonus spettasse anche a queste due ca-tegorie - che attendevano quei soldi come mannadal cielo - lo aveva spiegato una circolaredell’Agenzia delle Entrate del 14 maggio, ma pur-troppo l’Inps non ce l’ha fatta: chi ha perso il la-voro o sta a casa e spera di non perderlo quei soldili vedrà probabilmente a fine luglio. Spiega infattiuna fonte interna: la direttiva in materia dell’enteprevidenziale - che si occupa anche dei sostegnistatali al reddito (cioè Cig e disoccupazione) -

ancora non esiste; verrà emanata la prossima set-timana, se non quella dopo ancora. Solo a quelpunto potranno partire le procedure tecniche perappurare chi ha diritto al bonus fiscale, motivoper cui l’effettivo pagamento degli 80 euro a di-soccupati e cassaintegrati dovrebbe arrivare solotra due mesi. E non si tratta di tremila persone,ma decine, forse centinaia di migliaia: fare nu-

meri è difficilissimo, ma basandosi sul report an-nuale dell’Inps 2012 (l’ultimo disponibile) si puòaffermare che i lavoratori in cassa siano oltre500mila e un altro mezzo milione percepisca l’as -segno di disoccupazione. Una platea, all’ingros -so, di un milione di persone all’interno del qualetrovare chi percepisce redditi superiori a otto-mila euro e inferiori a 26mila: facile prevedereche non saranno affatto pochi.

SE RENZI non vorrà bene all’Inps, però, ad altrimanderà un biglietto d’auguri. È il caso del Co-mune di Prato - giusto ieri visitato dal presidentedel Consiglio - che ha confezionato la busta pagache vedete qui accanto: nel cedolino pratese, in-fatti, non si accontentano di indicare gli 80 eurosotto la voce suggerita dal Tesoro (“Bonus DL.66/2014”), ma inseriscono una parentesi per ren-dere chiara la cosa anche ai più distratti. Questa:“(Renzi)”. Un fatto che non è sfuggito al senatoredi Forza Italia Riccardo Mazzoni, che l’ha subitodenunciato. D’altronde la faccenda presenta va-rie sfumature di stranezza: il sindaco di Prato,infatti, sarebbe di centrodestra.

I s o n d a g g i st i :“Fattore decisivosarà l’a ste n s i o n e”

L’A ST E N S I O N E sarà l’ago della bi-lancia. Questa la lettura che i son-daggisti danno delle Europee di do-mani. L’area del non voto dovrebbeaggirarsi intorno al 40%, una per-centuale alta per l’Italia, anche setra le più basse a livello continen-tale (in Olanda, ad esempio, ha vo-

tato solo il 35% degli aventi diritto),come sottolineato da Nicola Piepolidell’omonimo istituto. Dello stessoavviso Renato Mannheimer, che dàla colpa a una “campagna elettoralenon travolgente. Sono in tanti, spe-cie al Sud, gli elettori incerti se di-sertare le urne oppure votare per

G r i l l o”. Il sondaggista di Ispo ipo-tizza anche un sorpasso del M5s sulPd: "Se Renzi va sotto di 5 punti,sarà una grande vittoria per Grillo”.Secondo Piepoli invece “le quote divoto sono ormai stabilizzate: 1/3 alPd, 1/4 a Grillo 1/5 a Berlusconi”.Per il sondaggista, l’unico fattore in

grado di sparigliare le carte sareb-be, appunto, un tasso di astensionepiù alto delle previsioni. Infine, Pie-poli azzarda qualche previsione:“Grillo stravince se supera il 30%,straperde se va sotto il 20. Renzistravince se va al 35%, straperde seal 25”.

Fabrizio Morodal palco: “S c h i foN a p o l i t a n o”

A SANREMO Giovani aveva convinto anni facon la sua canzone Pe n s a . Ieri, aprendo il co-mizio finale dei Cinque Stelle e di Beppe Grilloin piazza San Giovanni, Fabrizio Moro è ap-parso molto più aggressivo. Con la mascherada irregolare di Anonymous salta da una parteall’altra del palcoscenico e invita il pubblico ascandire dalla piazza: “Uno, due, tre e quattro”.

Poi dedica la sua canzone “a tutti i parlamen-tari italiani e alle loro puttane”. E spiega: “Q u e-sta canzone è dedicata a chi ha perso il dirittodi essere creduto”. Tra le strofe di una canzonepoi inserisce: “Io schifo Napolitano, non il po-litico, ma l’essere umano”.Critiche dal Pd. Che conia per lui l’epiteto di“jukebox dell’o d i o”.

di Wanda Marrainviata a Firenze

Siamo qui perché vo-gliamo bene a questoPaese”. Matteo Renzisale sul palco di piaz-

za della Signoria, tra l’entusia-smo della gente che ritma ilsuo nome. Guarda la piazza,che è molto calda, ma non èpiena: 15mila persone, diconogli organizzatori. Non i 20mi-la che si aspettavano. A SanGiovanni, a Roma, la piazza diGrillo è affollatissima. E Renziallora gioca sulle differenze.

FIDUCIA, SPERANZA, futuro,bellezza, entusiasmo, passio-ne, sono le parole che ricor-rono nel suo comizio finale.Contro i vaffa e gli scandali.Sotto al palco, montato allamaniera di Berlinguer, c’èmolto Pd. C’è pure Gianni Cu-perlo. E c’è il Pd renziano, fio-rentino. Ad aprire è DarioNardella, nelle vesti di aspi-rante successore. Renzi tirafuori i due filoni guida di que-sta chiusura di campagna elet-torale: oltre a “fiducia nel fu-turo”, c’è il tema della legalità,dell’onestà, che non vuole la-sciare a Beppe Grillo. E non acaso per tutta la giornata ri-corda che ieri era l’anniversa -rio della strage di via dei Geor-gofili.Nel pomeriggio, a Prato, ilcandidato sindaco Matteo Bif-foni, ha una giacca viola sgar-giante. Accanto a lui, Renzi, èin maniche di camicia. Rigo-rosamente bianca. I due Mat-tei mettono in scena un co-mizio che ogni tanto assomi-glia a una gag, che entusiasmala piazza affollata e festosa.Parlano in toscano, si scam-

biano battute, si fanno pro-messe. Lo snodo dell’ultimagiornata di campagna eletto-rale è qui, in una ex roccaforterossa, una città simbolo, unluogo chiave per la produtti-vità italiana. Renzi torna a casae tira fuori tutta l’energia, laconvinzione, la vis polemica dicui è capace. Qui il partito ècon lui: sul palco ci sono il se-gretario della Toscana, DarioParrini, il presidente della Re-gione, Enrico Rossi. I candi-dati, Simona Bonafè, RobertoGualtieri, Nicola Danti. Renziparla il linguaggio della verità:“Non posso fare tutto da solo”.

E allora non a caso va a pren-dere linfa nella “sua” Toscanaper chiudere una sfida che si èfatta via via più difficile. “Seperdo o vinco di un punto,non cambia niente”, va a direal Tg5. Il fiato sul collo di Bep-pe Grillo Renzi lo sente. Sa cheè la sfida su cui si misura anchela possibilità per lui di andareavanti con forza.Dopo giorni e giorni di piazze,interviste, apparizioni televisi-ve, ieri mattina Renzi sceglie digiocarsi anche la carta del go-verno. E lo fa, mettendo in evi-denza luci e ombre, cose fatte ecose rimaste al verbo futuro.

ferme perché “Berlusconi eCinque Stelle ci hanno chiestodi rimandarle, per non inqui-nare le elezioni”. E allora, “hodetto va bene. Ma penso chesia stato un errore”.Per andare avanti, per avere –dalle urne – la forza di fare me-glio, Renzi torna in piazza. E citorna in Toscana. È ancora untam tam di sondaggi. Gli umo-ri dei renziani sono altalenan-ti, le previsioni difficili. “Vabene, va bene – scommetteParrini – a me risultano an-cora 6 punti avanti. Grillo haabbassato i toni, perché ha ca-

pito che stava esagerando conla violenza. Ha accusato il col-po. E poi questa idea di pa-ragonarsi a Berlinguer fa muo-vere tanti di sinistra che Mat-teo non l’avrebbero mai vota-to”. In un angolo, sotto al pal-co, c’è anche la moglie di Ren-zi, Agnese. Sguardo intento,attento, espressione enigmati-ca. Evidentemente anche lei sichiede come andrà a finire. Epoi, in nottata, a Firenze, men-tre tutti gli altri salgono sulpalco per la foto finale, Renziscende tra la folla. Ci prova an-cora una volta.

IL RITORNO

Sotto il Palazzo

della Signoria

l’ex sindaco rivendica:

“Siamo qui perché

vogliamo bene

a questo Paese”

RENZI A FIRENZE CON 15 MILA“SE PERDO DI UN PUNTO RESTO”IL PREMIER GIOCA TUTTO SULLA RASSICURAZIONE: “QUALCOSA ABBIAMO FATTO”

alla stampa. “Tutto questo è an-che colpa di questi signori con letelecamere”, indica, e sono fi-schi. Chiude: “Li abbiamo sem-pre stupiti, li stupiremo anche il26 maggio. Apriremo il Parla-mento Ue come una scatoletta diwurstel”. Al microfono va l’exgiudice Fernando Imposimato.Alessandro Di Battista lo intro-duce così: “Ascoltiamolo, sareb-be molto più degno di rivestire ilruolo di presidente della Repub-blica di Napolitano”. Sempre DiBattista infierirà poi: “Napolita -no ha le ore contate”. Dopo le 21,è ancora Grillo. Spara controBerlusconi: “Ha detto una cosamolto inquietante, ossia che sevince il Movimento 5 Stelle ci sa-ranno disordini. Queste cose quile abbiamo sentite da Riina. Co-sa è, un pizzino?”.Ma il culmine arriva quando in-troduce una persona che “ne hasubite tante”. È Casaleggio,emozionato. Ringrazia medici einfermieri che l’hanno assistitoper il recente intervento alla te-sta. Poi piazza il colpo: “Sicura -mente una persona che possia-mo considerare onesta è EnricoBerlinguer, uno dei pochi ariempire questa piazza. Ora can-tate tutti, Berlinguer, che lo sisenta fino a palazzo Chigi”. Il co-ro è altissimo, l’effetto pure. “Eora si sciacqui la bocca Renzi”,infierisce. Ma il cofondatore vaoltre: “Quando tornerete a casatroverete qualcuno che dice chenoi facciamo solo proteste e nonproposte: fategli una carezza, di-tegli che è del Movimento e che ilnostro futuro dipende da loro”.Citazione di Giovanni XXIII, al-tro totem della sinistra. “Ora omai più” declama. Poi chiude:“Che la forza sia con voi” (questavolta è Guerre Stellari). RientraGrillo, che intanto ha disdetto ilprevisto collegamento con la Rai(“Abbiamo già stravinto così”).Legge un brano da Chaplin, Ionon voglio fare l’i m p e ra to re , per ri-spondere “a chi ha detto che so-no un nazista”. Poi ripete il man-tra: “Stravinciamo” . Saluti. Aimicrofoni di Sky Tg24, l’eufori -co Grillo precisa: “Io sono perl’uscita dall’euro, Casaleggiono”. Si vedrà, dopo le urne.

Twitter @lucadecarolis

mare gente in piazza. Giubbottomarrone, maglietta bianca, si ag-giunge al coro in salsa rap, sal-tellando. Attacca: “Mettete giù lebandiere, non siamo mica comeloro che portano gli sbandiera-tori”. “Tutti a casa” intona la fol-la. E lui: “Non si sa quante caseabbiano”. Dietro l’artista, in ne-ro dalla testa ai piedi (tranne ilberrettino) Casaleggio. Grillocelebra: “Non siamo un partito,non c’è un leader, siamo un flui-do, siamo gioia”. Precisa: “Dico -no che sono peggio di Hitler, undelinquente? Dicano pure. Io

non ho e non avrò mai carichepubbliche”. Precisa sul processoventilato contro giornalisti e po-litici (il plastico del possibile car-cere era dietro il palco): “Nientedi fisico, sarà solo un gioco onli-ne, uno sputo digitale”. Poi ad-denta Renzi: “Stava in piazza delPopolo senza popolo. Mi vorreirivolgere al padre. Per favore, ilsuo bambino ha bisogno di lei.Vada ad abbracciarlo, poi glisussurri nell’orecchio: ‘È finita,su, forza, andiamo a casa” (lostesso invito lo farà ai figli di Ber-lusconi ). Inevitabile, l’attacco

del Movimento”. È il sorpassosui simboli, in attesa di quellodelle urne. “Prenderanno unabatosta che se la ricorderanno”sogghigna Beppe Grillo mentresi chiude la serata in piazza SanGiovanni a Roma. L’ultimo deisuoi 18 comizi in 19 giorni. “Il 26maggio la nostra vendetta sarà lavittoria” profetizza il capo. Vin-citore della sfida delle piazze in-crociate, con il Renzi che in piaz-za del Popolo giovedì aveva an-naspato. La San Giovanni di ieriera un po’ meno piena di quelladel 23 febbraio 2013. Ma il Mo-vimento festeggia ugualmente.

LA PIAZZA comincia a gonfiarsiverso le 17. I romani sono ovvia-mente maggioranza, ma dal re-sto d’Italia sono arrivati 40 pul-lman, in gran parte dal Sud. Pa-recchi i 50enni, in buon numerole coppie. È una folla ordinata,più strutturata di quella dell’an -no scorso. I meet-up sono strut-ture oliate, tanti ormai conosco-no parole d’ordine e codici delMovimento. È l’anniversariodella strage di Capaci, e Giovan-ni Falcone viene rievocato convideo dal maxi-schermo e unminuto di silenzio. I candidati alParlamento europeo se ne stan-no dietro le quinte. Spunta ElioLannutti, ex Idv. Perché a SanGiovanni? “Voglio dare una ma-no”. Ma non è che vuol fare il mi-nistro? “No, no, per carità”. Lapiazza si dilata. Sul palco salgonoi gruppi spalla. La folla si scaldaal ritmo di “chi non salta ebetinoè”. Canta un trio di ragazze,quando alle 18.50 sul palco ap-pare Beppe Grillo, per il primodei due interventi. Una sorta dianteprima, per i tg e per richia-

di Luca De Carolis

Si sono ripresi la piazzarossa. Stracolma, quasicome l’anno scorso. Maquesta volta hanno ag-

giunto una scena che vale un’an -nessione e uno sberleffo. Gia-nroberto Casaleggio che chiedeun coro: “Berlinguer, Berlin-guer”. E la folla di 5 Stelle checanta, forte. Proprio lì, nella SanGiovanni luogo sacro della sini-stra tutta. Non pago, Casaleggiocita Papa Roncalli: “Date un ca-rezza agli indecisi, sarà la carezza

TRA PALCO E REALTÀ

Di Battista: “L’attuale

presidente ha le ore

co n t a te ”. Il comico

svela: “Io sono

contro l’euro, invece

Gianroberto no”

E la piazza 5 Stellegridò: “B e rl i n g u e r ! ”MIGLIAIA A SAN GIOVANNI PER LA CHIUSURA. GRILLO SPARA SUGLIAVVERSARI: “BERLUSCONI MANDA PIZZINI COME RIINA, RENZI È FINITO”POI CASALEGGIO FA SCANDIRE IL NOME DELL’EX SEGRETARIO PCI

I disoccupati gli 80 euro li vedranno solo a luglioCOME I CASSINTEGRATI. L’INPS NON HA ANCORA EMANATO LA RELATIVA CIRCOLARE: PER COMPLETARE LA PROCEDURA CI VORRANNO DUE MESI

ULTIMO GIRO ULTIMO GIRO

IL DONATORE Nelle buste paga del Comunedi Prato è chiarito di chi è il bonus: di Renzi

Ci sono le elezioni, meglionon parlare della crisi all’UnitàIl segretario del partito di riferimento è a capo

del governo e punta a vincere le elezioni, ma del’Unità nel corso della campagna elettorale, hapreferito non parlare. È quanto hanno capitochiaramente i lavoratori dello storico giornalefondato da Antonio Gramsci che ieri sono stati alungo riuniti in assemblea e che oggi terrannouna conferenza stampa presso la sede del sinda-cato giornalisti.

LA VICENDA È GRAVE perché la crisi finanziariadel giornale, che non ha pagatogli stipendi di aprile e potrebbenon pagare quelli di maggio, ve-de in ballo la chiusura del quo-tidiano. Tanto che negli ultimidieci giorni ci sono state già tregiornate di sciopero e prosegue a oltranza l’asten -sione dalle firme. “La carenza di informazioni –spiega al Fa t to Umberto De Giovannangeli, delCdr – è la cosa peggiore”. L’assemblea degli azio-nisti prevista lo scorso 14 maggio è stata rinviata al5 giugno, per lo meno questo è quanto l’azienda haspiegato ieri dopo l’incontro con i giornalisti. Ma

il 5 giugno è lontano, il 31 maggio scadono i con-tratti di solidarietà e nel frattempo si rincorronovoci e indiscrezioni. Una delle quali indica in Ren-zi l’autore di un ricambio societario con la liqui-dazione dell’attuale struttura per far posto a unanuova struttura più leggera soprattutto in terminidi organico. In ballo anche l’ipotesi di ripercorrerela strada seguita tra il 2000 e il 2001 con la chiusurae la nascita di una nuova società però con gli stessiproprietari attuali. C’è chi parla di una fusione conl’al -

tro quotidiano di area Pd, Eu -ro p a . Ieri, l’E s p re ss o ha datonotizia di uno scambio disms tra il disegnatore Stainoe Matteo Renzi: “Caro Mat-

teo – ha scritto l’ideatore di Bobo – mi dicono chehai trovato un nuovo azionista per l'Unità”. “Nes -suno è perfetto”, è stata la risposta del premier.Rammarico per avercela fatta o ammissione diimpotenza? Intanto, alla vigilia delle elezioni, ilfuturo del quotidiano sembra dipendere solo daisuoi giornalisti.

s a .ca n .

In una campagna elettorale già immersa nelleteorie del complotto (B. sollevato dal governo

tre anni fa su richiesta dell’intero Occidente, Enri-co Letta lanciato all’esecutivo dall’anticamera degliambasciatori britannici, Grillo pagato dalla Cia perdisarticolare la democrazia italica), fa la sua com-parsa, da Bari, Massimo D’Alema. “Le vocisull’avanzata di Grillo - afferma - sono anche fruttodi speculazione finanziaria, con riflessi sullospread. Bisogna stare molto attenti alle voci”. Perlui lo “scenario irreale che vede il Pd incalzato dalMovimento 5 Stelle” non esiste. Spiega: “Quello diGrillo, lo ricordo, era già il primo partito italiano enoi lo supereremo in queste elezioni. Dai grillini c’èil tentativo di dare una spallata al sistema demo-cratico del nostro paese. Anche con ricorso alla vio-lenza verbale che è preoccupante, perché genera cli-ma in cui diventano possibili altre violenze”. Zitto,lo spread ti ascolta.

IL COMPLOTTO

D’Alema, nell’urnalo spread ti guarda

LO SPOTLe nuove sli-de presentatedal premier aPalazzo Chigi

in occasionedegli 80 giornidi governo. In

alto, le duepiazze con-

trapposte: Fi-renze con

Renzi e Romacon Grillo

2 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano 3il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

“Giro d’Italia in 80 giorni”.Matteo Renzi arriva nella salastampa di Palazzo Chigi conun’aria stropicciata, quasi di-messa. Abito blu, camiciabianca, niente cravatta. Si por-ta dietro dieci slide. “Vorreipresentarvi quello che abbia-mo fatto e quello che faremo”.Ci sono gli slogan, e ci sono lefoto simbolo. Il tono non èesattamente trionfale. Anzi,per una volta il premier sem-bra meno arrogante, meno si-curo del solito, ma più sincero.“Non è tutto quello cheavremmo voluto fare, ma è unrisultato straordinario per un

governo in 80 giorni”, ammet-te. E allora, chiede fiducia.“Continuo a dare le date”, di-ce. Per giovedì, la “rivoluzionedel fisco”, “il 13 la riforma del-la Pa”. Annuncia i futuri viaggiinternazionali, in Asia e inAfrica, e l’intenzione di andarea Taranto e nel Sulcis. Le slidequesta volta sono semplici,quasi sobrie. Tra le foto nonmanca quella con la Merkel,dove, “ovviamente”, la Can-celliera lo guarda con ammi-rato stupore. E poi, c’è il ca-pitolo legge elettorale e rifor-me costituzionali. Che sono

di Marco Palombi

Il terrore corre per i corridoi dell’Inps. Quan-do, infatti, Matteo Renzi avrà scoperto la no-

tizia che state per leggere nessuno sarà più al si-curo. E dire che li avevano pure avvertiti. Il Te-soro - nel comunicato con cui, il 9 maggio, svelòal mondo di aver già pronte le quasi 800mila bu-ste paga con gli 80 euro per i dipendenti statali -mise a verbale quanto segue: “La predisposizionedi quasi 800mila buste paga con il beneficio fi-scale testimonia la fattibilità e l’efficacia delprovvedimento, che potrà essere implementatotempestivamente tanto nel settore pubblicoquanto nel settore privato”. E invece all’Inps nonce l’hanno fatta. I dipendenti dell’ente che nehanno diritto, per dire, li vedranno solo nel ce-dolino di giugno e per averli sul conto, dunque,dovranno aspettare quasi luglio. “Saranno sem-pre 640 euro annui, spalmati a questo punto susette mesi (importo massimo: 91euro al mese)”,spiega l’Unione sindacale di base: “Secondo i no-stri primi calcoli, solo il 10% del personale Inpspercepirà il compenso (circa 3.000 dipendenti) e

non tutti per intero, ma in misura graduata se-condo le fasce di reddito complessivo che, lo ri-cordiamo, vanno da 8.000 a 26.000 euro. Renzi,insomma, farebbe bene a non parlare di aumen-to contrattuale a fronte di uno sgravio che ri-guarda una piccola percentuale di lavoratori”.

SIAMO SICURI PERÒ, con tutto il rispetto per idipendenti Inps, che al presidente del Consigliodispiacerà anche di più l’informazione che segue:l’ente guidato dal commissario Vittorio Conti,infatti, non solo ha lasciato a bocca asciutta il suopersonale, ma pure tutti quelli che percepisconol’assegno di disoccupazione e i cassaintegrati.Che il bonus spettasse anche a queste due ca-tegorie - che attendevano quei soldi come mannadal cielo - lo aveva spiegato una circolaredell’Agenzia delle Entrate del 14 maggio, ma pur-troppo l’Inps non ce l’ha fatta: chi ha perso il la-voro o sta a casa e spera di non perderlo quei soldili vedrà probabilmente a fine luglio. Spiega infattiuna fonte interna: la direttiva in materia dell’enteprevidenziale - che si occupa anche dei sostegnistatali al reddito (cioè Cig e disoccupazione) -

ancora non esiste; verrà emanata la prossima set-timana, se non quella dopo ancora. Solo a quelpunto potranno partire le procedure tecniche perappurare chi ha diritto al bonus fiscale, motivoper cui l’effettivo pagamento degli 80 euro a di-soccupati e cassaintegrati dovrebbe arrivare solotra due mesi. E non si tratta di tremila persone,ma decine, forse centinaia di migliaia: fare nu-

meri è difficilissimo, ma basandosi sul report an-nuale dell’Inps 2012 (l’ultimo disponibile) si puòaffermare che i lavoratori in cassa siano oltre500mila e un altro mezzo milione percepisca l’as -segno di disoccupazione. Una platea, all’ingros -so, di un milione di persone all’interno del qualetrovare chi percepisce redditi superiori a otto-mila euro e inferiori a 26mila: facile prevedereche non saranno affatto pochi.

SE RENZI non vorrà bene all’Inps, però, ad altrimanderà un biglietto d’auguri. È il caso del Co-mune di Prato - giusto ieri visitato dal presidentedel Consiglio - che ha confezionato la busta pagache vedete qui accanto: nel cedolino pratese, in-fatti, non si accontentano di indicare gli 80 eurosotto la voce suggerita dal Tesoro (“Bonus DL.66/2014”), ma inseriscono una parentesi per ren-dere chiara la cosa anche ai più distratti. Questa:“(Renzi)”. Un fatto che non è sfuggito al senatoredi Forza Italia Riccardo Mazzoni, che l’ha subitodenunciato. D’altronde la faccenda presenta va-rie sfumature di stranezza: il sindaco di Prato,infatti, sarebbe di centrodestra.

I s o n d a g g i st i :“Fattore decisivosarà l’a ste n s i o n e”

L’A ST E N S I O N E sarà l’ago della bi-lancia. Questa la lettura che i son-daggisti danno delle Europee di do-mani. L’area del non voto dovrebbeaggirarsi intorno al 40%, una per-centuale alta per l’Italia, anche setra le più basse a livello continen-tale (in Olanda, ad esempio, ha vo-

tato solo il 35% degli aventi diritto),come sottolineato da Nicola Piepolidell’omonimo istituto. Dello stessoavviso Renato Mannheimer, che dàla colpa a una “campagna elettoralenon travolgente. Sono in tanti, spe-cie al Sud, gli elettori incerti se di-sertare le urne oppure votare per

G r i l l o”. Il sondaggista di Ispo ipo-tizza anche un sorpasso del M5s sulPd: "Se Renzi va sotto di 5 punti,sarà una grande vittoria per Grillo”.Secondo Piepoli invece “le quote divoto sono ormai stabilizzate: 1/3 alPd, 1/4 a Grillo 1/5 a Berlusconi”.Per il sondaggista, l’unico fattore in

grado di sparigliare le carte sareb-be, appunto, un tasso di astensionepiù alto delle previsioni. Infine, Pie-poli azzarda qualche previsione:“Grillo stravince se supera il 30%,straperde se va sotto il 20. Renzistravince se va al 35%, straperde seal 25”.

Fabrizio Morodal palco: “S c h i foN a p o l i t a n o”

A SANREMO Giovani aveva convinto anni facon la sua canzone Pe n s a . Ieri, aprendo il co-mizio finale dei Cinque Stelle e di Beppe Grilloin piazza San Giovanni, Fabrizio Moro è ap-parso molto più aggressivo. Con la mascherada irregolare di Anonymous salta da una parteall’altra del palcoscenico e invita il pubblico ascandire dalla piazza: “Uno, due, tre e quattro”.

Poi dedica la sua canzone “a tutti i parlamen-tari italiani e alle loro puttane”. E spiega: “Q u e-sta canzone è dedicata a chi ha perso il dirittodi essere creduto”. Tra le strofe di una canzonepoi inserisce: “Io schifo Napolitano, non il po-litico, ma l’essere umano”.Critiche dal Pd. Che conia per lui l’epiteto di“jukebox dell’o d i o”.

di Wanda Marrainviata a Firenze

Siamo qui perché vo-gliamo bene a questoPaese”. Matteo Renzisale sul palco di piaz-

za della Signoria, tra l’entusia-smo della gente che ritma ilsuo nome. Guarda la piazza,che è molto calda, ma non èpiena: 15mila persone, diconogli organizzatori. Non i 20mi-la che si aspettavano. A SanGiovanni, a Roma, la piazza diGrillo è affollatissima. E Renziallora gioca sulle differenze.

FIDUCIA, SPERANZA, futuro,bellezza, entusiasmo, passio-ne, sono le parole che ricor-rono nel suo comizio finale.Contro i vaffa e gli scandali.Sotto al palco, montato allamaniera di Berlinguer, c’èmolto Pd. C’è pure Gianni Cu-perlo. E c’è il Pd renziano, fio-rentino. Ad aprire è DarioNardella, nelle vesti di aspi-rante successore. Renzi tirafuori i due filoni guida di que-sta chiusura di campagna elet-torale: oltre a “fiducia nel fu-turo”, c’è il tema della legalità,dell’onestà, che non vuole la-sciare a Beppe Grillo. E non acaso per tutta la giornata ri-corda che ieri era l’anniversa -rio della strage di via dei Geor-gofili.Nel pomeriggio, a Prato, ilcandidato sindaco Matteo Bif-foni, ha una giacca viola sgar-giante. Accanto a lui, Renzi, èin maniche di camicia. Rigo-rosamente bianca. I due Mat-tei mettono in scena un co-mizio che ogni tanto assomi-glia a una gag, che entusiasmala piazza affollata e festosa.Parlano in toscano, si scam-

biano battute, si fanno pro-messe. Lo snodo dell’ultimagiornata di campagna eletto-rale è qui, in una ex roccaforterossa, una città simbolo, unluogo chiave per la produtti-vità italiana. Renzi torna a casae tira fuori tutta l’energia, laconvinzione, la vis polemica dicui è capace. Qui il partito ècon lui: sul palco ci sono il se-gretario della Toscana, DarioParrini, il presidente della Re-gione, Enrico Rossi. I candi-dati, Simona Bonafè, RobertoGualtieri, Nicola Danti. Renziparla il linguaggio della verità:“Non posso fare tutto da solo”.

E allora non a caso va a pren-dere linfa nella “sua” Toscanaper chiudere una sfida che si èfatta via via più difficile. “Seperdo o vinco di un punto,non cambia niente”, va a direal Tg5. Il fiato sul collo di Bep-pe Grillo Renzi lo sente. Sa cheè la sfida su cui si misura anchela possibilità per lui di andareavanti con forza.Dopo giorni e giorni di piazze,interviste, apparizioni televisi-ve, ieri mattina Renzi sceglie digiocarsi anche la carta del go-verno. E lo fa, mettendo in evi-denza luci e ombre, cose fatte ecose rimaste al verbo futuro.

ferme perché “Berlusconi eCinque Stelle ci hanno chiestodi rimandarle, per non inqui-nare le elezioni”. E allora, “hodetto va bene. Ma penso chesia stato un errore”.Per andare avanti, per avere –dalle urne – la forza di fare me-glio, Renzi torna in piazza. E citorna in Toscana. È ancora untam tam di sondaggi. Gli umo-ri dei renziani sono altalenan-ti, le previsioni difficili. “Vabene, va bene – scommetteParrini – a me risultano an-cora 6 punti avanti. Grillo haabbassato i toni, perché ha ca-

pito che stava esagerando conla violenza. Ha accusato il col-po. E poi questa idea di pa-ragonarsi a Berlinguer fa muo-vere tanti di sinistra che Mat-teo non l’avrebbero mai vota-to”. In un angolo, sotto al pal-co, c’è anche la moglie di Ren-zi, Agnese. Sguardo intento,attento, espressione enigmati-ca. Evidentemente anche lei sichiede come andrà a finire. Epoi, in nottata, a Firenze, men-tre tutti gli altri salgono sulpalco per la foto finale, Renziscende tra la folla. Ci prova an-cora una volta.

IL RITORNO

Sotto il Palazzo

della Signoria

l’ex sindaco rivendica:

“Siamo qui perché

vogliamo bene

a questo Paese”

RENZI A FIRENZE CON 15 MILA“SE PERDO DI UN PUNTO RESTO”IL PREMIER GIOCA TUTTO SULLA RASSICURAZIONE: “QUALCOSA ABBIAMO FATTO”

alla stampa. “Tutto questo è an-che colpa di questi signori con letelecamere”, indica, e sono fi-schi. Chiude: “Li abbiamo sem-pre stupiti, li stupiremo anche il26 maggio. Apriremo il Parla-mento Ue come una scatoletta diwurstel”. Al microfono va l’exgiudice Fernando Imposimato.Alessandro Di Battista lo intro-duce così: “Ascoltiamolo, sareb-be molto più degno di rivestire ilruolo di presidente della Repub-blica di Napolitano”. Sempre DiBattista infierirà poi: “Napolita -no ha le ore contate”. Dopo le 21,è ancora Grillo. Spara controBerlusconi: “Ha detto una cosamolto inquietante, ossia che sevince il Movimento 5 Stelle ci sa-ranno disordini. Queste cose quile abbiamo sentite da Riina. Co-sa è, un pizzino?”.Ma il culmine arriva quando in-troduce una persona che “ne hasubite tante”. È Casaleggio,emozionato. Ringrazia medici einfermieri che l’hanno assistitoper il recente intervento alla te-sta. Poi piazza il colpo: “Sicura -mente una persona che possia-mo considerare onesta è EnricoBerlinguer, uno dei pochi ariempire questa piazza. Ora can-tate tutti, Berlinguer, che lo sisenta fino a palazzo Chigi”. Il co-ro è altissimo, l’effetto pure. “Eora si sciacqui la bocca Renzi”,infierisce. Ma il cofondatore vaoltre: “Quando tornerete a casatroverete qualcuno che dice chenoi facciamo solo proteste e nonproposte: fategli una carezza, di-tegli che è del Movimento e che ilnostro futuro dipende da loro”.Citazione di Giovanni XXIII, al-tro totem della sinistra. “Ora omai più” declama. Poi chiude:“Che la forza sia con voi” (questavolta è Guerre Stellari). RientraGrillo, che intanto ha disdetto ilprevisto collegamento con la Rai(“Abbiamo già stravinto così”).Legge un brano da Chaplin, Ionon voglio fare l’i m p e ra to re , per ri-spondere “a chi ha detto che so-no un nazista”. Poi ripete il man-tra: “Stravinciamo” . Saluti. Aimicrofoni di Sky Tg24, l’eufori -co Grillo precisa: “Io sono perl’uscita dall’euro, Casaleggiono”. Si vedrà, dopo le urne.

Twitter @lucadecarolis

mare gente in piazza. Giubbottomarrone, maglietta bianca, si ag-giunge al coro in salsa rap, sal-tellando. Attacca: “Mettete giù lebandiere, non siamo mica comeloro che portano gli sbandiera-tori”. “Tutti a casa” intona la fol-la. E lui: “Non si sa quante caseabbiano”. Dietro l’artista, in ne-ro dalla testa ai piedi (tranne ilberrettino) Casaleggio. Grillocelebra: “Non siamo un partito,non c’è un leader, siamo un flui-do, siamo gioia”. Precisa: “Dico -no che sono peggio di Hitler, undelinquente? Dicano pure. Io

non ho e non avrò mai carichepubbliche”. Precisa sul processoventilato contro giornalisti e po-litici (il plastico del possibile car-cere era dietro il palco): “Nientedi fisico, sarà solo un gioco onli-ne, uno sputo digitale”. Poi ad-denta Renzi: “Stava in piazza delPopolo senza popolo. Mi vorreirivolgere al padre. Per favore, ilsuo bambino ha bisogno di lei.Vada ad abbracciarlo, poi glisussurri nell’orecchio: ‘È finita,su, forza, andiamo a casa” (lostesso invito lo farà ai figli di Ber-lusconi ). Inevitabile, l’attacco

del Movimento”. È il sorpassosui simboli, in attesa di quellodelle urne. “Prenderanno unabatosta che se la ricorderanno”sogghigna Beppe Grillo mentresi chiude la serata in piazza SanGiovanni a Roma. L’ultimo deisuoi 18 comizi in 19 giorni. “Il 26maggio la nostra vendetta sarà lavittoria” profetizza il capo. Vin-citore della sfida delle piazze in-crociate, con il Renzi che in piaz-za del Popolo giovedì aveva an-naspato. La San Giovanni di ieriera un po’ meno piena di quelladel 23 febbraio 2013. Ma il Mo-vimento festeggia ugualmente.

LA PIAZZA comincia a gonfiarsiverso le 17. I romani sono ovvia-mente maggioranza, ma dal re-sto d’Italia sono arrivati 40 pul-lman, in gran parte dal Sud. Pa-recchi i 50enni, in buon numerole coppie. È una folla ordinata,più strutturata di quella dell’an -no scorso. I meet-up sono strut-ture oliate, tanti ormai conosco-no parole d’ordine e codici delMovimento. È l’anniversariodella strage di Capaci, e Giovan-ni Falcone viene rievocato convideo dal maxi-schermo e unminuto di silenzio. I candidati alParlamento europeo se ne stan-no dietro le quinte. Spunta ElioLannutti, ex Idv. Perché a SanGiovanni? “Voglio dare una ma-no”. Ma non è che vuol fare il mi-nistro? “No, no, per carità”. Lapiazza si dilata. Sul palco salgonoi gruppi spalla. La folla si scaldaal ritmo di “chi non salta ebetinoè”. Canta un trio di ragazze,quando alle 18.50 sul palco ap-pare Beppe Grillo, per il primodei due interventi. Una sorta dianteprima, per i tg e per richia-

di Luca De Carolis

Si sono ripresi la piazzarossa. Stracolma, quasicome l’anno scorso. Maquesta volta hanno ag-

giunto una scena che vale un’an -nessione e uno sberleffo. Gia-nroberto Casaleggio che chiedeun coro: “Berlinguer, Berlin-guer”. E la folla di 5 Stelle checanta, forte. Proprio lì, nella SanGiovanni luogo sacro della sini-stra tutta. Non pago, Casaleggiocita Papa Roncalli: “Date un ca-rezza agli indecisi, sarà la carezza

TRA PALCO E REALTÀ

Di Battista: “L’attuale

presidente ha le ore

co n t a te ”. Il comico

svela: “Io sono

contro l’euro, invece

Gianroberto no”

E la piazza 5 Stellegridò: “B e rl i n g u e r ! ”MIGLIAIA A SAN GIOVANNI PER LA CHIUSURA. GRILLO SPARA SUGLIAVVERSARI: “BERLUSCONI MANDA PIZZINI COME RIINA, RENZI È FINITO”POI CASALEGGIO FA SCANDIRE IL NOME DELL’EX SEGRETARIO PCI

I disoccupati gli 80 euro li vedranno solo a luglioCOME I CASSINTEGRATI. L’INPS NON HA ANCORA EMANATO LA RELATIVA CIRCOLARE: PER COMPLETARE LA PROCEDURA CI VORRANNO DUE MESI

ULTIMO GIRO ULTIMO GIRO

IL DONATORE Nelle buste paga del Comunedi Prato è chiarito di chi è il bonus: di Renzi

Ci sono le elezioni, meglionon parlare della crisi all’UnitàIl segretario del partito di riferimento è a capo

del governo e punta a vincere le elezioni, ma del’Unità nel corso della campagna elettorale, hapreferito non parlare. È quanto hanno capitochiaramente i lavoratori dello storico giornalefondato da Antonio Gramsci che ieri sono stati alungo riuniti in assemblea e che oggi terrannouna conferenza stampa presso la sede del sinda-cato giornalisti.

LA VICENDA È GRAVE perché la crisi finanziariadel giornale, che non ha pagatogli stipendi di aprile e potrebbenon pagare quelli di maggio, ve-de in ballo la chiusura del quo-tidiano. Tanto che negli ultimidieci giorni ci sono state già tregiornate di sciopero e prosegue a oltranza l’asten -sione dalle firme. “La carenza di informazioni –spiega al Fa t to Umberto De Giovannangeli, delCdr – è la cosa peggiore”. L’assemblea degli azio-nisti prevista lo scorso 14 maggio è stata rinviata al5 giugno, per lo meno questo è quanto l’azienda haspiegato ieri dopo l’incontro con i giornalisti. Ma

il 5 giugno è lontano, il 31 maggio scadono i con-tratti di solidarietà e nel frattempo si rincorronovoci e indiscrezioni. Una delle quali indica in Ren-zi l’autore di un ricambio societario con la liqui-dazione dell’attuale struttura per far posto a unanuova struttura più leggera soprattutto in terminidi organico. In ballo anche l’ipotesi di ripercorrerela strada seguita tra il 2000 e il 2001 con la chiusurae la nascita di una nuova società però con gli stessiproprietari attuali. C’è chi parla di una fusione conl’al -

tro quotidiano di area Pd, Eu -ro p a . Ieri, l’E s p re ss o ha datonotizia di uno scambio disms tra il disegnatore Stainoe Matteo Renzi: “Caro Mat-

teo – ha scritto l’ideatore di Bobo – mi dicono chehai trovato un nuovo azionista per l'Unità”. “Nes -suno è perfetto”, è stata la risposta del premier.Rammarico per avercela fatta o ammissione diimpotenza? Intanto, alla vigilia delle elezioni, ilfuturo del quotidiano sembra dipendere solo daisuoi giornalisti.

s a .ca n .

In una campagna elettorale già immersa nelleteorie del complotto (B. sollevato dal governo

tre anni fa su richiesta dell’intero Occidente, Enri-co Letta lanciato all’esecutivo dall’anticamera degliambasciatori britannici, Grillo pagato dalla Cia perdisarticolare la democrazia italica), fa la sua com-parsa, da Bari, Massimo D’Alema. “Le vocisull’avanzata di Grillo - afferma - sono anche fruttodi speculazione finanziaria, con riflessi sullospread. Bisogna stare molto attenti alle voci”. Perlui lo “scenario irreale che vede il Pd incalzato dalMovimento 5 Stelle” non esiste. Spiega: “Quello diGrillo, lo ricordo, era già il primo partito italiano enoi lo supereremo in queste elezioni. Dai grillini c’èil tentativo di dare una spallata al sistema demo-cratico del nostro paese. Anche con ricorso alla vio-lenza verbale che è preoccupante, perché genera cli-ma in cui diventano possibili altre violenze”. Zitto,lo spread ti ascolta.

IL COMPLOTTO

D’Alema, nell’urnalo spread ti guarda

LO SPOTLe nuove sli-de presentatedal premier aPalazzo Chigi

in occasionedegli 80 giornidi governo. In

alto, le duepiazze con-

trapposte: Fi-renze con

Renzi e Romacon Grillo

4 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Antonio MassariPescara

Il candidato del centrodestra –Gianni Chiodi – che batte lepiazze accompagnato dallascorta. Il candidato del Pd – Lu-

ciano D’Alfonso – che difende il maredagli “ufo”. La famiglia Toto – patrondi Airone e costruttori di spessore na-zionale – che è compare d'anello di bendue candidati: il patron Carlo fu te-stimone di nozze di D’Alfonso, mentresuo figlio, Alfonso, accompagnò all’al-tare Sara Marcozzi che corre con M5S.Il quarto candidato per la Regione èMaurizio Acerbo, 49 anni, consigliereregionale del Prc (Un’altra regione conAcerbo).Se Chiodi è indagato in ‘Rimborsopo-li’, D’Alfonso è coinvolto in ben dueinchieste, ‘Mare-Monti’ e ‘House-work’, che tentano di chiarire i suoirapporti con i Toto. Per quanto riguar-da ‘Mare-Monti’, secondo l’accusa, ititolari della Toto spa furono favoritiper vincere un appalto, quello per rea-lizzare la strada Statale 81, che avevaun piccolo problema: l’asfalto sarebbeterminato in una riserva naturale, lariserva del lago di Penne, e in quel pe-riodo D’Alfonso era presidente dellaProvincia. In ‘Housework’ – dove eraindagato per presunte tangenti – D’Al-fonso è stato assolto in primo grado,ma il pm Gennaro Varone ha presen-tato appello, ricordando che l’ex sin-daco di Pescara usava poco il banco-mat, che nella sua famiglia si prefe-rivano i contanti, sia per gli acquisti siaper i versamenti in banca, e come pa-recchie vacanze costose siano stategentilmente offerte dalla famiglia To-to.

MA D’ALFONSO tira dritto per la suacampagna elettorale, frantumando an-che quel codice etico, approvato dal Pd,che prevede le dimissioni per chiunquesia imputato: se vin-cesse le elezioni, inbase a quel codice eti-co, dovrebbe dimet-tersi un minuto dopo,poiché dopo il ricorsodel pm Varone risultatecnicamente impu-tato. Ma il codice eti-co del Pd è già letteramorta. Nel centrode-stra, invece, nessunoha mai pensato diadottarlo e quindiChiodi, indagato in‘Rimborsopoli’, correindisturbato. E se i viaggi di D’Alfonsoli pagava Toto, dopo l’inchiesta s’è sco-perto che la notte in albergo che Chioditrascorse con l’ex amante, l'abbiamoinvece rimborsata noi. Lei divenne poiconsigliera per le Pari opportunità e lefu anche affidato un budget milionario,per i centri anti-violenza a L’Aquila,che non venne mai utilizzato. E seD’Alfonso gira la regione in camion,Chiodi la gira invece sotto scorta, poi-ché – il fatto emerge da alcune inter-cettazioni – secondo il ministerodell’Interno la sua incolumità è in pe-ricolo. Imperdibili, poi, le performancetelevisive di D’Alfonso: “Difenderò ilnostro mare dagli Ufo”, ha dichiarato, eormai in Abruzzo è un tormentone. Ilcandidato ha poi chiarito che, per Ufo,intendeva le trivelle. Nel fuori onda conMaurizio Acerbo, candidato di Rifon-dazione comunista, D’Alfonso ha di-

chiarato: “Io pesco in un bacino elet-torale di centinaia di migliaia di per-sone, tu peschi in un bacino di tre voti”.La replica di Acerbo ha invaso il web:“E ne sono fiero! Anche Cianciminoprendeva 100 mila voti...”. Il quartocandidato in corsa, Sara Marcozzi,prende invece le distanze dal suo pas-sato. Innanzitutto dai Toto: “AlfonsoToto – dice a i l fa t to q u o t i d i a n o. i t – non èstato il mio testimone di nozze, maquello di mio marito, e mi sono ancheseparata”. Poi dagli ambienti del Pd:“La mia pratica da avvocato nello stu-dio di Giovanni Legnini? Si cerca di farpratica in studi prestigiosi, l’ho fatta lì,

ma me ne sono andataperché non volevo cre-scere professional-mente e umanamentein quell’ambiente. Ilmio è stato un atto dicoraggio”. Legnini(Pd) è attualmente sot-tosegretario del gover-no Renzi. Infine dalcentrodestra: “In pas-sato l’ho votato, maquesta volta non lo ri-voterò”. E ci manche-rebbe, visto che è can-didata per il M5S, e

non è certo l'unica ad aver cambiatosponda.

NELLE LISTE di D’Alfonso si contanocirca cinquanta candidati che, nellescorse elezioni, s’erano presentati per ilcentrodestra, inclusi due ex assessoridel governo Chiodi, Daniela Stati e An-gelo Di Paolo. Qui le chiamano can-didature “fuori dal perimetro della coa-lizione” e Acerbo commenta: “Siamoalla satira”. Nessuna satira, è soltanto lacampagna elettorale d'Abruzzo, dove letrivelle si trasformano in Ufo, i Totosono testimoni di nozze di due can-didati su quattro, il codice etico del Pdè diventato carta straccia in un attimo,il candidato del Pd viaggiava a scroccodel più grosso imprenditore regionale,mentre quello del centrodestra, quan-d'era in albergo con l’amante, pagavacon i soldi pubblici.

AL VOTO

L’OMBRA DEI TOTO

Gli imprenditori

testimoni di nozze

di due candidati

su quattro. Fra gli

outsider Alfonso (Rc):

“Siamo alla satira”

ABRUZZO ELEZIONI FRA UFO E INCHIESTEREGIONALI, INDAGATI I FAVORITI CHIODI (CENTRODESTRA) E D’ALFONSO (CENTROSINISTRA): MA FANNO FINTA DI NULLA

di Silvia Truzzi

Se domandi a Curzio Maltese, che lapolitica l'ha sempre guardata dafuori, com’è stato vederla da den-tro (è capolista al Nord Ovest per la

lista l’Altra Europa con Tsipras), ti dice: “Ètutta malvivenza”. Ha ragione Crozza, per-ché “in politica ci sono delle regole, ma so-no quelle della malavita”. Cioè? “Basta farsidue calcoli: io so cosa ho speso di tasca mia,in una lista che non ti rimborsa nulla, perfare una campagna elettorale senza santini,manifesti, spot. Ma vedo gli altri che spen-dono 500-600 mila euro e mi dico che c’èqualcosa che non torna. È evidente che laselezione si fa, da un punto di vista eco-nomico, sulla base di certe disponibilità epuntando sulla corruzione dopo essere sta-ti eletti: il Parlamento europeo ha sette lob-bisti internazionali per ogni parlamentare,lì è evidente girano molti soldi. C’è tantagente che si fa eleggere contando sui settelobbisti che incontrerà dopo. Dicono che ilParlamento europeo non conta nulla, machissà perché le grandi multinazionali, iproduttori di armi hanno uffici a Bruxel-les”. Al di là delle battute sulla malvivenza(ma poi: battute fino a un certo punto) l’Al-tra Europa ha fatto una campagna eletto-rale completamente autofinanziata e au-torganizzata, con i candidati che arrivanoai dibattiti in metropolitana, le collette perpagare i biglietti del treno da un postoall’altro e le cene di finanziamento low cost:20 euro a testa. “Al Nord ci hanno aiutatomolto i delegati Fiom, come privati citta-dini”, dice ancora l’editorialista di Repub-blica. “Io ne ho incontrati moltissimi”.

COME FUNZIONAVA lo racconta bene Ar-gyrios Panagopouls, giornalista, corrispon-dente del manifesto da Atene, candidatonella circoscrizione Italia Nord-Ovest: “Ioho fatto trentamila chilometri in queste set-timane, sono stato in 80 città, in alcune piùvolte. Quando i compagni non potevanoospitarmi, sono andato a dormire negli al-berghi più economici. Gli spostamenti so-no stati pagati con le collette: gli attivisti delluogo dove bisognava arrivare raccoglieva-no i soldi per pagare il biglietto del treno.Però è stato entusiasmante. In tutti postidove sono andato, mi dicevano ‘Saremo inventi’, poi eravamo sempre di più. A Brindisi, peresempio, gli organizzatori dell’incontro erano moltoscettici, poi c’erano più di cento persone. A Tarcento,un paesino in provincia di Udine, siamo rimasti a par-lare fino alle quattro del mattino: c’è molta voglia dipartecipare e di fare cose concrete per aiutare le per-sone”. Come è accaduto in Grecia, dove moltissimimilitanti di Syriza si sono impegnati – non come par-tito ma insieme ad altri cittadini – nei mercati senzaintermediari, nell’organizzazione di ambulatori chetamponassero le carenze di un servizio sanitario na-zionale quasi completamente senza risorse e nella di-stribuzione di pasti gratuiti ai poveri. “Nel mio quar-tiere ad Atene”, spiega Panagopoulos, “se c’è bel tem-po, al mercato di generi alimentari primari, vendiamo100 tonnellate di cibo. Se piove, 25. E il mio quartierenon è certo povero, anzi”.Tornando in Italia, Moni Ovadia risponde al telefonoda una stazione: “Non mi fermo da settimane. Sonostato ovunque la lista mi ha chiesto di andare: Cagliari,

Catania, Aosta, Varese, Lecco.Ma che bel giro d’Italia! A Fi-renze è venuto un ragazzo astringermi la mano. Mi ha det-to: ‘Grazie per quello fate’. Al-lora io gli ho chiesto cosa faces-se lui. E mi ha risposto: ‘Tuttoquello che posso, tranne votarviperché ho 15 anni e mezzo’. Hoincontrato tanti ragazzi, giova-ni e giovanissimi”.

ANCHE PER L’AT TO R E è la pri-ma esperienza. “Mi ero candi-

dato a Milano, anni fa, con l’Ulivo. Ma allora non avevofatto campagna elettorale. È stata un’esperienza fan-tastica, con qualche inconveniente: mi hanno tagliatotre spettacoli per via della par condicio... Però sono an-dato in tv: i talk show non mi avevano mai invitato, c’èuna specie di messa al bando nei miei confronti. Unacosa successa anche alla lista: nelle prime settimanesiamo stati completamente silenziati. Solo nelle ultimebattute della campagna elettorale abbiamo avuto unpo’ di visibilità: sono stato invitato da Mentana, a Mat -tino 5, a una tribuna elettorale della Rai e a R a i n ews 24 ,all’inizio erano andato dalla Gruber. Mi hanno fatto, lovoglio dire, immensamente piacere gli e n d o rs e m e n t diCarlin Petrini, Nicola Piovani, Gustavo Zagrebelsky eStefano Rodotà. Ho avuto l’impressione di aver a chefare, oltre che con persone perbene, anche con cervellifunzionanti e pensanti. L’ultima cosa che voglio dire?Lo slogan di Ivano Marescotti, attore e candidato dellalista: ‘Elettore, attento: nel segreto dell’urna Renzi nonti vede, Berlinguer sì”.

SFIDANTI Chiodi e D’A l fo n s ofavoriti alla presidenza dell’Abruzzo Ansa

SENZA SPOT O “SA N T I N I ”

Tsipras, dalle ceneai viaggi tutto low cost

IL GIORNALISTA

Maltese: “Dicono che

il Parlamento europeo

non conta nulla,

ma chissà perché

le grandi multinazionali

hanno uffici a Bruxelles”

IL LEADER E I “SUOI”Nella foto grande, Alexis Tsipras. Sotto, Curzio Maltese e Moni Ovadia

Sciolti per camorra,tre Comuni tornanoa scegliere il sindaco

IN TRE COMUNI della provincia diCaserta saranno aumentati i presididelle forze dell’ordine: a Casal diPrincipe, Casapesenna e Castel Vol-turno, un tempo roccaforti del clandei Casalesi, domani si torna al votoin seguito allo scioglimento nel 2012delle precedenti amministrazioni

per infiltrazioni camorristiche. L’in-tento è aumentare la vigilanza suiseggi elettorali e sui comitati, ma an-che su alcuni siti considerati “sen-sibili” come i beni confiscati, alla lu-ce del recente pentimento dell’exboss dei Casalesi, Antonio Iovine,detto 'o ninno, ritenuto il “m i n i s t ro

dell’Eco n o m i a ” del clan, indebolitodagli arresti e le condanne subite.Segnali particolari riguardo a pericolinon ne sono stati registrati, ma ilpresidio è stato rafforzato anche percontrollare eventuali reazioni o di-mostrazioni di forza da parte dellecosche e per rassicurare i cittadini

che andranno a votare. A Casal diPrincipe nessun partito si è presen-tato con il proprio simbolo ma solocon liste civiche: tra i favoriti c’è Re-nato Natale, medico da sempre im-pegnato contro i clan e sostenuto daliste di sinistra, vicine a Pd e Sel, maanche da liste di destra.

5il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

L’ex Cavaliere teme“d i s o rd i n i ” e Grillo:“È’ un dittatore”

HA SCELTO L’ALLARME Silvio Ber-lusconi per chiudere la campagnaelettorale: “Temo disordini” – ha det-to il leader di Forza Italia chiudendoin una sala di Milano – di autorita-rismi come è sempre accaduto neiPaesi in crisi e dove la democrazianon è pienamente rispettata”. Finale

mesto, con gli occhi incollati ai son-daggi riservati che vedono Forza Ita-lia molto distanziata da Renzi e Gril-lo. Il primo obiettivo è demonizzareGrillo: “Può sembrare una macchiet-ta di dittatore, ma non è così, fa pau-ra". Accuse anche a Matteo Renzi eal suo governo: “Sono dei dilettanti

allo sbaraglio” mentre per il premierha parlato di “delusione”. “Ha unafaccia simpatica e giovane ma dietrodi lui si nasconde la solita sinistra del-le tasse. Renzi - ha aggiunto - è statolargo di suggestioni ma su 12 risultatiche aveva dati per certi ne ha pro-dotto uno solo”. “Solo noi siamo

un’argine alle tasse e alla sinistra”.Per sé, invece, ha scelto la retorica:“Sono un eroe della patria, resto incampo, non abbandono la battaglia”.Ricordando il “m a t to” a f f i b b i a to g l idalla figlia Marina all’epoca della “di-scesa in campo”, infine, non ha dub-bi: “Ora stiamo peggio del 1994”.

di Stefano Feltrie Emiliano Liuzzi

Silvio Berlusconi loaveva detto chiaro:“Per fare la guerra civogliono le armi, ma

anche i soldi, e noi non ab-biamo un soldo”. O meglio: luice li ha, ma non è più dispostoa spenderli per Forza Italia. Esi vede, visto che praticamentenon ha fatto campagna elet-torale per le Europee. Il cas-siere di piazza San Lorenzo inLucina, Ignazio Abrignani, di-ce al Fa t to che per le Europeesono stati investiti neanchecinquecentomila euro. Nien-te, in confronto al passato,quando a ogni elezione quellaera la cifra che spendevanodue candidati. Il motivo: Ber-lusconi non ha staccato l’as-segno, come sempre faceva.Tanto che i palazzi di ForzaItalia, sia quello della sede,preso in affitto a 700 mila europochi mesi fa, procacciatricedell’affare Daniela Santanchè,che la residenza privata di pa-lazzo Grazioli risultano trop-po onerosi per il berlusconi-smo al tramonto.

“UNA VOLTA ERO Paperonde’ Berlusconi, oggi mi ritrovocon una fideiussione di 87 mi-lioni”, si lamenta Silvio nei co-mizi. E la storia di palazzoGrazioli dimostra lo stato di-sastrato di un partito che – vi -sto il disavanzo patrimonialedi 67 milioni di euro e i debitiper 88,2 milioni accumulati afine 2012 – solo grazie alle fi-deiussioni da 102,7 milioniconcesse direttamente da Ber-

lusconi, non ha portato i libriin tribunale.Palazzo Grazioli è la residenzaromana dell’ex premier, maanche la base per molte delleattività del partito: c’è la reda-zione del Mattinale (il bollet-tino interno), un parlamenti-no con emiciclo in moganoper riunire i dirigenti e con-vocare i giornalisti, gli alloggidella scorta e dello staff e cosìvia. Da mesi il conte GiorgioEmo Capodilista Maldura èpiuttosto seccato: mentre Ber-lusconi continua a pagare alproprietario (la famiglia Gra-zioli) l’affitto degli apparta-menti, il partito ha smesso dipagare da tempo il canone e lespese di condominio per gli al-tri locali. Prima il Pdl poi ForzaItalia avrebbero dovuto libera-

re palazzo Grazioli entro il 31maggio 2013: non è successo,restano e non pagano, comerivelato dal Fa t to a novembre.Il conte Emo si è rivolto all’av -vocato Pietro Lodoli per avvia-re le procedure di sfratto. Manon è così semplice: visto cheRocco Crimi e Maurizio Bian-

co n i (il segretario amministra-tivo del Pdl e il suo vice) hannodato la disdetta, non possonopiù essere considerati inquilinimorosi, sono più simili a oc-cupanti abusivi. Il conte ne fauna questione di soldi, ma so-prattutto di principio: “Sonoconte, ma anche ingegnere, hostudiato in America, all’esteroun comportamento simile nonsarebbe tollerato”.Forza Italia gli deve 46.474 eu-ro per i canoni non pagati pergli spazi con affaccio su viadella Gatta e altri 36.351 per ilocali del parlamentino, poi7-8mila per i servizi del con-dominio, più le spese legali cheil proprietario dello stabileconta di recuperare quando ilcontenzioso giudiziario arri-verà a sentenza, il prossimo

anno. Per dare l’idea di com’èridotta Forza Italia, basta leg-gere l’ultima proposta che Cri-mi e Bianconi hanno rivolto alconte pochi giorni fa: pagaresoltanto il 60 per cento degliarretrati e uno sconto dell’af -fitto per i locali di palazzo Gra-zioli da 5.400 a 3.500 euro.Inaccettabile per Emo che è di-sposto a rinnovare l’affitto alprezzo del vecchio contratto,ma soltanto se c’è una fideius-sione di Berlusconi. Peccatoche il Cavaliere abbia deciso datempo di non rischiare più ilsuo patrimonio per foraggiareun’avventura politica dalleprospettive ormai fosche. An-che l’ultimo contratto di loca-zione del 2011 era senza fi-deiussione: “I signori della si-nistra hanno voluto far finire il

finanziamento ai partiti, il Pdha le cooperative noi comecooperativa interna il signorSilvio Berlusconi”.Pare che la fidanzata presiden-ziale Francesca Pascale nonami palazzo Grazioli, che sipossano trovare altre residen-ze romane, che il partito vogliaaspettare di incassare i rim-borsi elettorali delle europeeprima di saldare l’arretrato.Ma forse, più semplicemente,Berlusconi non ha più bisognodella politica proprio quandola sua politica avrebbe moltis-simo bisogno dei suoi capitali,visto che non riesce a pagareneppure i 100 mila euro alconte. Guarda caso SandroBondi si è dimesso da tesorieredi Forza Italia proprio alla vi-gilia dell’approvazione del bi-lancio, al suo posto Maria Ro-saria Rossi, del cerchio più ri-stretto attorno a Berlusconi,che dovrà gestire l’emergenzafinanziaria.

NON VA MEGLIO la questionedella sede. Poco prima dell’ini -zio della campagna elettoraleBerlusconi era sul punto di di-sdire il contratto. Il canone èun affare, 700 mila euro all’an -no, ma di questi tempi megliostringere la cinghia. SecondoBerlusconi non sarebbe neces-saria e, soprattutto, non sareb-bero necessari i trenta dipen-denti amministrativi che pesa-no sui bilanci. Abrignani, sullaquestione, dice: “Al momentonon ne stiamo parlando”. Si-curamente dopo le elezioniverrà fatta una scelta. Nel frat-tempo i lavori di ristruttura-zione si sono fermati. Potreb-be essere che Berlusconi man-tenga una residenza romanacon qualche ufficio a disposi-zione del partito, non un pa-lazzo intero in una delle piazzepiù prestigiose della capitale.L’esempio di Grillo dice chenon è necessaria una strutturafaraonica e il futuro sono iclub.

COME TARZAN

Gli uffici di palazzo

Grazioli (e altri) sono

“o k ku p a t i ” dal partito:

il contratto è stato già

disdetto. Il proprietario,

ormai, spera nei giudici

Silvio squatter: non pagal’affitto (e forse cambia casa)BERLUSCONI VORREBBE CHIUDERE ANCHE LA SEDE DI FORZA ITALIA NEL CENTRO DI ROMA: “T RO P P OCO STO S A”. TUTTI SEGNALI CHE CON LA POLITICA HA CHIUSO, VUOLE SOLO EVITARE DI RIMETTERCI

FINE IMPERO

Giallo libanese: forse Dell’Utri non tornaIL PRESIDENTE SOLEIMAN NON HA FIRMATO LE CARTE E OGGI SCADE IL SUO MANDATO: C’È IL RISCHIO DI UN RINVIO A OTTOBRE

di Sandra Amurri

Colpo di scena: il decreto perl’estradizione del co-fon-

datore di Forza Italia MarcelloDell’Utri condannato a 7 anniper concorso esterno in associa-zione mafiosa, latitante in Liba-no, piantonato alla clinica pri-vata Al Hayhat di Beirut, non èstato pubblicato, come ci siaspettava, sulla Gazzetta Ufficialelibanese uscita ieri. Manca il be-nestare del presidente libaneseMichel Soleiman, il cui manda-to decadrà oggi a mezzanotte.

DUE LE IPOTESI. La prima. Se ildecreto non verrà firmato entrooggi dal presidente, Dell’Utri èsalvo: della sua estradizione sene riparlerà dopo l’elezione delnuovo presidente e, in realtà, ve-rosimilmente non prima di set-tembre-ottobre, quando verràformato pure il nuovo governo.La seconda – che ci viene rive-lata da fonti interne all’ospedale– è che all’ex senatore potrebbe-ro essere concessi gli arresti do-

miciliari che in Libano consisto-no nell’obbligo di firma o nel di-vieto di uscita in alcune ore. Re-sta il giallo della firma mancantedel presidente Soleiman. Erastato proprio il primo ministro,Tammam Salam, a portargli ildecreto, domenica durante ilConsiglio Supremo della Difesanel palazzo Baabda, come ciconferma con tono sbalorditouna fonte accreditata del mini-stero della Giustizia, la stessache rivela: “Sono intervenuteforti pressioni politiche” sul ca-po dello Stato, che ancora spe-rava nella modifica della Costi-tuzione per un prolungamentodel suo mandato. Soleiman,com’è noto, è uomo di Saad Ha-riri, amico di Silvio Berlusconicome l’ex presidente libanese,ricandidato alle presidenziali,Amin Gemayel (il cui nome ri-corre anche nell’a f fa i re Scajo -la-Matacena). Se il mittente del-le pressioni è Berlusconi nonstupisce che abbia fatto di tuttoper evitare che il suo amico Mar-cello, verso cui ha un grosso de-

bito di riconoscenza, finisse incarcere. Come ammiseDell’Utri stesso (in un’intervistadel 2006 a Claudio Sabelli Fio-retti) parlando della sua primacondanna, quella per falso in bi-lancio: “L’importante è che nonmi condanni Berlusconi. Qual-siasi cosa abbia fatto l’ho fattaper lui”. Frase a cui va aggiunto,come si ricava dalle sentenze pa-lermitane, che Dell’Utri intrat-tenne rapporti stretti con CosaNostra anche per “proteggerlo”da sequestri ed estorsioni fino afargli assumere come stalliere ad

Arcore il boss Vittorio Manga-no, poi definito “un eroe”.

UN PROCESSO durato 20 anni eaffrontato grazie al sostegnoeconomico dell’amico: ”Senzal’aiuto di Berlusconi non avreipotuto avere avvocati di livello.Solo di fotocopie ho speso cen-tinaia di milioni (di lire, ndr)”.Ed eravamo solo all’inizio.Mentre il ministro Orlando cidice di non aver ricevuto alcunanotizia dal suo omonimo liba-nese, non ci resta che attenderel’ultimo atto della commediache andrà in scena domani,quando sapremo se Soleimanavrà firmato il decreto eDell’Utri verrà estradato subitoo gli verranno concessi i domi-ciliari visto che non potrà resta-re all’ospedale privato Al Hayated è escluso che venga condottonel disumano carcere di Rou-myieh, 30 km da Beirut . Domi-ciliari da trascorrere in un lus-suoso hotel da 700 euro a notte,come il Fhoenicia dove alloggia-va il 12 aprile, quando fu arre-

stato, magari fino all’esito del ri-corso alla Corte di Strasburgo.Addio carcere dove, dopo avercitrascorso 21 giorni, anni fa, dis-se di essersi riposato: “Ho pro-vato un incredibile senso di li-bertà, senza telefonate, segreta-rie, riunioni... Ho letto libri, ri-sposto a tutte le tremila lettereche mi sono arrivate... Solo i ric-chi e i potenti abituati a coman-dare, avendo mancanza di cul-tura e a volte di umanità, si sen-tono dei poveri disgraziati”.Quando il sipario calerà capire-mo anche perché Dell’Utri ha

scelto il Libano per la sua lati-tanza. Un paese dove è arrivatopassando da Parigi con un bi-glietto acquistato all’aeroportoCharles de Gaulle: costo 1.780euro, un bagaglio di 50 chili (pa-gando la penale), un po’ ecces -sivo per un breve viaggio di af-fari, e 30 mila euro in contanti.Forse perché in Libano, più che itrattati, contano le amicizie? Se,invece, alla fine sarà estradatovorrà dire che Berlusconi nondispone più del potere di untempo. E che i suoi amici liba-nesi lo hanno capito.

UN’ESTATE A BEIRUTSopra, Marcello Dell’Utri; accan-to, la copertina della GazzettaUfficiale libanese pubblicata gio-vedì senza – a sorpresa – il decre-to di estradizione dell’ex senatoredi Forza Italia La Pre ss e

B. IL FENICIO

Il capo dello Stato è

uomo di Saad Hariri,

amico del fu Cavaliere

come l’ex presidente

Amin Gemayel,

che s’è ricandidato

TRASLOCHI FI forse lascerà la sede in centro, Silvio Berlusconi palazzo Grazioli La Pre ss e /A n s a

6 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto QuotidianoAL VOTO

Razzi: “G i o r n a l i st i ,ve lo dico da amico:state con B.”

Nel segreto dell’urna chi vi vede? Siete indecisi? Diqua o di là? Per Tsipras o per Renzi? Per Grillo o peril Caimano? Oppure per nessuno, convintamente edefinitivamente? Se non vi sono bastati gli ultimi

comizi elettorali dei leader ieri sera per scegliere, ecco un’ultimapossibilità. La guida al voto dei nostri vignettisti: Mannelli,Vauro, Disegni e Natangelo. Ognuno con un suo punto di vista:l’astensionista, il convintissimo, il dubbioso, l’incoerente conincubi da cabina elettorale.E se non è politica, magari ci sarà da ridere. Anche perché spessole due cose coincidono.

Io voto, io no: roba da r i d e reDA MANNELLI A VAURO, DA DISEGNIA NATANGELO: I DUBBI AMLETICIE LE INCROLLABILI CERTEZZEDEI NOSTRI VIGNETTISTIA 24 ORE DALLA PROVA DURISSIMADELLE EUROPEE

SENZA BERLUSCONI voi non avetepiù lavoro”: così parlò Antonio Razzi- in versione parlamentare e non inversione Crozza - scherzando con igiornalisti, arrivando alla manifesta-zione di chiusura della campagnaelettorale di Forza Italia a Milano einvitandoli a votare per l’ex presi-

dente del Consiglio.La speranza di Razzi è che gli italiani“r i f l e t t a n o” e ridiano “fiducia a Ber-l u s co n i ”. “È meglio la strada vecchiache la nuova perché se c'è un fossolo eviti”, ha osservato lucidamentespiegando che su una via nuova esconosciuta si rischia anche di pre-

cipitare. “Ve lo dico da amico - haaggiunto, e davvero non era Crozza -votate Forza Italia”. A suo dire ba-sterebbero due partiti “come inAmerica” e fa bene Berlusconi a diredi non votare per i piccoli partiti:“Silvio Berlusconi dice se non votatea me votate Pd”.

SAT I R A

7il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

Genovese, il Gipapre alle nuovei n te rce t t a z i o n i

Il gip di Messina si è riservato la decisione sul-l'utilizzo di alcune intercettazioni del deputatodel Pd Francantonio Genovese che si trova agliarresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulloscandalo della formazione professionale. Il pro-curatore aggiunto Sebastiano Ardita aveva chie-sto di depositare le intercettazioni a carico diGenovese ritenendole elementi importanti per

l’indagine. Di parere diverso i legali del deputatoche si sono opposti all’utilizzo delle intercetta-zioni perché avvenute durante l’attività parla-mentare. La decisione del Gip apre la possibilità alloro utilizzo e segnerebbe un punto per l’accusa. Ilegali del parlamentare hanno anche annunciatoun esposto contro Crocetta per le sue allusioni sulpatrimonio di Genovese.

A TEATRO

di Fabrizio d’E s p o s i toSono vent’anni che, con laSeconda Repubblica, leprimavere italiane hanno laforma cubica delle urneelettorali, tra Politiche,Amministrative ed Europee.Ogni anno insulti e mazzate esangue tra i candidati. Eppuretutte le volte i commentatoripiù moderati si meravigliano es’indignano per i cosiddetti tonivergognosi. Questo èl’eurobestiario della primavera2014. È l’Italia, bellezza.

M5S Beppe Grillotra Marx e Hitler

Beppe Grillo si è professatomarxista nella prima setti-mana di maggio : “Il comu-nismo era un ideale bellis-simo ma è stato applicatomale, il capitalismo invecedisintegra gli Stati”. L’evo-luzione grillina a sinistra èdiventata anche berlingue-riana. Un suo deputato, DiBattista, lo ha preso in

braccio a un comizio, come fece Benigni con“Enrico”, poi l’evocazione ossessiva della que-stione morale e infine la chiusura della cam-pagna elettorale in piazza san Giovanni a Ro-ma, storica piazza del Pci. Di sinistra anche laminaccia di processi popolari a politici, im-prenditori e giornalisti perché è l’identica me-tafora usata da Pier Paolo Pasolini contro la Dc.Ha pure confezionato un plastico: quello delcastello di Lerici dove rinchiudere gli epurati.Allo stesso tempo il leader del M5S si è difesodall’accusa di essere il nuovo Hitler: “Io sonooltre Hitler, sono Charlie Chaplin”. È andato inpellegrinaggio da Vespa per il voto dei pen-sionati. Ha promesso la vivisezione di Dudù. ANapoli ha solidarizzato con Genny ‘a Carogna ei tifosi del Napoli che hanno fischiato l’innonella tragica serata della Coppa Italia. A Torinosi è schierato con la polizia, la Dia e la ma-gistratura. È stato lo Zelig inseguito da tutti.Ma, come ha detto la politologa Gualmini,avrebbe preso voti anche da fermo.

Pd Matteo il solitarioche sembra Amintore

Con due pregiudicati noncandidati(Grillo e Ber-lusconi),Matteo Renziè stato inveceil non candi-dato piùspregiudica-to. La sua ve-ra piazza, per

i comizi, è stata la sala delle con-ferenze stampa di Palazzo Chigi.Ha persino mostrato uno statinopaga con i fatidici 80 euro in più almese. Chiamato “bamboccio” ed“ebetino” da Grillo, ha risposto:“Gufo, sciacallo, buffone”. Per ilPd è stato l’unico davvero in cam-po. La sua solitudine di premier eleader ricorda la battaglia persada Fanfani nel 1974 nel referen-dum sul divorzio. Grillo come ilPci e Renzi come la Dc. La suacapolista al sud, Pina Picierno, hadetto che gli 80 euro sono buoniper due settimane di spesa. La suascommessa mortale è quella di ar-rivare primo. Grillo ha già pro-fetizzato: “A Renzi faranno fare lafine di Letta e Monti, con la luparabianca”. In piena campagna elet-torale ha dovuto affrontare due

emergenze giudiziarie. Lo scandalo Expo diMilano che ha visto l’arresto, vent’anni dopo, diPrimo Greganti, il compagno G, e il voto dellaCamera per le manette a Genovese, deputatomessinese del Pd. Su quest’ultimo caso è statoaccusato di cinismo dai garantisti del suo par-tito. Se è per questo, Renzi, il 19 maggio avrebbevoluto giocare in diretta tv la partita del cuoreorganizzata da Emergency di Gino Strada.

Forza Italia il Condannatoterzo e prigioniero di se stesso

Silvio Berlusconi è la verasorpresa di questo eurobe-stiario. Per la prima voltanon è stato il protagonista.È stata la sua peggiore cam-pagna elettorale di sempre.Accreditato di un terzo po-sto, il Condannato ha sof-ferto per le limitazioni im-poste dai magistrati: dalmartedì al giovedì a Roma,

il venerdì a Cesano Boscone per i servizi sociali,il fine settimana fino al lunedì ad Arcore, pri-gioniero di se stesso e della coppia Pascale-Ros-si. I suoi migliori amici sono latitanti o in car-cere. Marcello Dell’Utri, mafioso esterno, hacercato riparo in Libano, a Beirut. LaddoveClaudio Scajola voleva far fuggire il marito del-la sua amica intima Chiara Matacena. Ma ilpiano è stato scoperto e Scajola è finito in car-cere. Persino Cesare Previti, il primo pregiu-dicato vip di Forza Italia, lo ha abbandonato,come Paolo Bonaiuti e Sandro Bondi. A tenerecompagnia a B. è stato soprattutto Dudù, ilbarboncino bianco della fidanzata Francesca.Dudù, minacciato di vivisezione dai processipopolari di Grillo, è l’icona di questa campagnaanimalista dell’ex Cavaliere anziano, dispen-

satore di dentiere gratis per tutti. In assoluto,però, ha pronunciato più insulti di chiunque, alsolito. “Grillo in Europa verrà messo in un an-golo. Un importante deputato europeo mi hadetto: stiamo allargando i cessi e chiuderemo igrillini lì”. Con tutti i problemi gravi e seri cheincombono su lui e i suoi amici, B. ha rivelato diaver trascorso le notti a leggere i discorsi diHitler: “Li ho letti tutti e vi dico che potetesostituire il nome di Hitler con quello di AdolfGrillo”. Tutte le inchieste giudiziarie esplose incampagna elettorale conducono all’azzurro diForza Italia, da Expo (con il fidatissimo Gian-stefano Frigerio) ai misteri dell’archivio diClaudio Scajola. Per i suoi attacchi ai magi-strati, Berlusconi ha rischiato le manette, inbase alle restrizioni dei magistrati per conce-dergli i servizi sociali. Il suo vero bersaglio èstato Giorgio Napolitano, accusato di esserel’ideatore del presunto complotto del 2011 permandarlo via da Palazzo Chigi.

Ex Montiani Abbandonatidal Professore

L’altra sera, in una semi-clandestina tribuna eletto-rale di Raitre, sono apparsi,uno accanto all’altro, Bru-no Tabacci, Stefania Gian-nini (in mezzo) e MicheleBoldrin. È quel che restadel montismo defunto.Quarta forza alle Politiche,molto probabilmente ri-marranno fuori dal Parla-

mento. Eppure sono tre in uno: Tabacci guida ilCentro democratico, la Giannini Scelta civica,Boldrin Fare per fermare il declino. Lo sfregiomaggiore l’hanno ricevuto proprio da Montiche in un’intervista al Co rs e ra , ha parlato di Eu-

ropa da “analista” e non ha speso una parola peril suo ex rassemblement. In questo campo l’uni-ca vera notizia è stata extra-elettorale. L’ampiaintervista che il Co rs e ra , per la penna autorevoledi Dario Di Vico, ha dedicato domenica scorsaa Corrado Passera. L’ex banchiere ed ex su-perministro montiano si candida alla guida deimoderati italiani, meglio del centrodestra, con-tro i “populismi” di Renzi e Grillo. Ma sul sito diFo r m i c h e , che si batte da mesi per un centro-destra unitario, Passera viene bollato come un“presuntuoso” che non andrà da nessuna parte.Anche perché ci sono ancora Alfano e Casini. Èl’insostenibile noia dell’atomo centrista.

N cd Dalle macerie centristerisorge De Mita

Il Nuovo Centrodestra diAlfano si è diviso tra lepiazze e le inchieste. L’ul-timo a finire in manette èstato, a Napoli, Paolo Ro-mano, presidente del Con-siglio regionale e candidato“forte” al sud. In lista anchel’ex governatore calabreseGiuseppe Scopelliti, con-dannato a sei anni per abu-

so d’ufficio. Alfano e Casini si sono uniti pertentare di superare il tetto del quattro per cento.Indagini a parte, l’unico a vivacizzare questacompagnia è stato Ciriaco De Mita che a 86anni si è candidato a sindaco del suo paese,Nusco. Al Corriere del Mezzogiorno ha consegna-to una spiegazione memorabile: “Io sono la sto-ria, non il vecchio né il nuovo. Una volta lo dissiad un convegno, citando Machado. Quandomorirò, siccome neanche io sono eterno, sullamia lapide voglio inciso: ricordatevi che sonostato un democristiano”.

Le ga Si Salvini chi puòUn altro Matteo è possibile

Le Europee saranno la pro-va della verità per la nuovaleadership della Lega: ilgiovane Matteo Salvini,onnipresente in tv nonchéex comunista padano cheper piacere a tutti si è per-sino tolto l’orecchino inquesta campagna elettora-le. Salvini si è distinto in tremomenti. È andato a Na-

poli per un comizio ed è stato cacciato dai neo-borbonici con questo grido: “Sei tu la vera ca-

rogna”. Ad Announo, su La7, hamangiato una banana insiemeall’ex ministra Kyenge. Infine haguidato una spedizione sotto casadella Fornero, in Piemonte, la-sciando delle cipolle e lo stesso hafatto con Prodi a Bologna (“padredell’euro”).

Ts i p ra s Il finegiustifica il sedere

La lista Tsi-pras ha sdo-ganato il la-to B a sini-stra, dopo ilmonopoliob e r l u s c o-niano. ÈsuccessoquandoPaola Bac-

chiddu, portavoce del movi-mento, ha mostrato il suo sede-re su Facebook con questa mo-tivazione: “È iniziata la campa-gna elettorale e io uso qualsiasimezzo”. Investita dalle polemi-che si è difesa così: “Non sonouna zoccoletta, ma una preca-ria”. Viva il culo.

DUDÙ, CULI, MANETTEBANANE E LUPAREECCO L’EUROBESTIARIO 2014IL CAPO DEI CINQUE STELLE È LO ZELIG DELLA CAMPAGNA, POI C’È IL RENZIONE MAN BAND E IL SENILE ANIMALISMO DI SILVIO. INFINE CHI LOTTACON OGNI MEZZO PER NON MORIRE SOTTO LA SOGLIA DI SBARRAMENTO

LA SVOLTA BUONA

Angelo Ciocca, classe 1975, è un vulcanico con-sigliere regionale lombardo della Lega. Il no-

stro, sentitosi maturato in forza e sapienza, ha de-ciso di fare il salto e s’è candidato alle Europee: cu-rerò gli interessi padani a Bruxelles, ha promesso.Poi, nelle ultime settimane, impaurito dall’enor -mità del compito e dalle difficoltà linguistiche ci haripensato. Ciocca, però, non se la sentiva di dirlo aipatrioti lumbard e ha trovato una scappatoia: ieri,con cinque disoccupati, è partito da Lampedusa al-la volta delle coste africane per quello che descrivecome un happening anti-immigrazione. S’era di-retto in Tunisia, ma l’hanno sconsigliato e quindiha optato per la Libia. Dice di voler sensibilizzarel’Ue, ma al Carroccio sanno che finge: a BruxellesCiocca non ci vuole andare e ha quindi deciso diallontanare dall’Italia tutti coloro che domani ave-vano intenzione di votarlo. Tutti e cinque.

CLAMOROSO A LAMPEDUSA

Leghista pentitofugge in Libia

Questo spazio - obbedendo al trito “la realtàsupera la fantasia” - è per l’occasione inte-

gralmente appaltato allo scambio d’opinioni chesegue. Tweet di Roberto Formigoni (giovedì sera):“@renatobrunetta augura a noi #Ncd di prendere il3,9%. Caro Renato sarebbe cmq il triplo della tuaaltezza, ben aldilà di quanto puoi vedere”. Nessunarisposta dall’interessato, ma ieri - di buon mattino- il cinguettio arriva all’occhio di Alberto Zangrillo,medico di Silvio Berlusconi: “Così si esprime unmiserabile”, mette a verbale. Non sia mai. Il Ce-leste: “Il tuo padrone dà dell’assassino ogni giornoe non dici nulla, ma mi insulti x battuta su Bru-netta. Come te si comporta un servo”. Il dottore,però, si prende l’ultima parola: “Caro senatore, ionon mi sono mai sbucciato le ginocchia in quel diArcore”. E così abbiamo la sacra trinità: servo en-comio, codardo oltraggio, ridicolo finale.

L’ALTEZZA DEL DIBATTITO

Il Celeste, il dottoree i guai della servitù

8 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

to più estremo, anti immigrazione enazionalista; che vuole abbassare letasse ai ricchi e chiudere le frontiereinglesi. La crisi, la disoccupazione, iltaglio dei sussidi e la paura che glistranieri sfruttino quel poco di wel-fare state che l’Inghilterra fornisceancora ai cittadini, le scuole sovraf-follate, il taglio dei sussidi ai disoc-cupati e alla sanità hanno giocato afavore dell’Ukip. L’Essex Man appog -gia l’Ukip, titolano i tg inglesi. L’uo -mo dell’Essex è come la casalinga diVoghera: è l’emblema dell’elettoremedio basso che portò al successoMargaret Thatcher nel 1989, control’establishment e contro ogni previ-sione. Così oggi Essex Man sta con Fa-rage e il terremoto è solo all’inizio.L’affermazione del nuovo conten-dente a un anno dalle elezioni cambiagli scenari della politica britannica:non più un sistema tripartitico, ma a4. E niente sarà più come prima.

AL VOTO

di Caterina SofficiLondra

Lo dicevano i sondaggi. Lohanno confermato i voti.Il vero vincitore delle ele-zioni inglesi è l’Ukip, il

partito indipendentista di Nigel Fa-rage, che si impone adesso come lanuova realtà politica destinata acambiare lo scenario britannico e igiochi delle future alleanze. Che i da-ti definitivi (previsti nella nottata) loconfermino primo o secondo parti-to, in un testa a testa di appena unpunto con i laburisti, poco importa.Il fatto è che una piccola formazione,la quale per il sistema uninominaledelle elezioni nazionali (vince il seg-gio nella circoscrizione solo chi ar-riva prima, gli altri voti non contano)non è riuscita mai a mandare nep-pure un parlamentare a Westmin-ster, con questa tornata elettorale fa-rà il pieno di seggi a Bruxelles e au-menta in maniera consistente (a finegiornata si sfioreranno i 200 consi-glieri in più) il già cospicuo bottinonelle amministrazioni locali. Leschede delle europee saranno apertesolo domenica, quando chiuderan-no i seggi in Italia, l’unico dei paesi

dell’Ue dove si vota fino alle 23.Quindi è obbligatorio aspettare perdire l’ultima parola, ma il terremotoche scuote la politica britannica è giàvisibile con lo spoglio delle schedelocali: si è votato per il rinnovo di 161amministrazioni, tra cui alcuni im-portanti Borough di Londra (i grandiquartieri in cui è suddivisa la capi-tale) con 4mila poltrone in ballo. E ilresponso è una doccia fredda per ipartiti della coalizione di governo (iconservatori di David Cameron e iliberaldemocratici di Nick Clegg).Chi vince è chiaro, chi perde un po’meno, a parte i Libdem, praticamen-te dimezzati. Ma anche i labursti diEd Miliband, che possono cantare

vittoria per aver difesoLondra dall’attaccodelle truppe xenofobe enazionaliste di Farage estrappato alcuni im-portanti B o ro u g h aiconservatori (tra cuiHammersmith and Fu-lham, una delle roccaforti di Came-ron nella capitale), subiscono cata-strofiche sconfitte in alcune aree tra-dizionalmente di sinistra, come leMidlands e alcuni distretti operai delnord dell’Inghilterra. Un segnalepreoccupante, in vista delle elezionipolitiche dell’anno prossimo. Sun-derland, per esempio, città portualedell’Inghilterra nord orientale, tra-dizionale feudo del Labour, dovel’Ukip non si era mai presentata pri-ma, è stata espugnata con un incre-dibile 30 % di consensi.

GLI INDIPENDENTISTI sono guidatida Nigel Farage, pittoresco perso-naggio che spara a pellettoni control’Europa e la euroburocrazia (ma ver-rà eletto per la quarta volta a Bruxel-les, dove siede ininterrottamente dal1999); che ce l’ha con gli stranieri (maha moglie tedesca); che lasciò i con-servatori per fondare un partito mol-

L’appello al votoalle Europeedei vescovi italiani

PARTECIPARE AL VOTO alle Europee è “m o l toimpor tante” perché è un’opportunità per “eser-citare la propria corresponsabilità per il futurodell’E u ro p a ”. Ad affermarlo sono i vescovi italiani,nel messaggio finale della 66ma assemblea ge-nerale, in cui viene rilanciato anche l’invito delPapa all’Italia a non cedere al catastrofismo. Iltesto chiede anche che tutte le comunità cat-

GIÙ AL NORD

Se democraziafa rimacon urne vuoteIN OLANDA ANCHE STAVOLTAAFFLUENZA AL 37%. XENOFOBI IN CALO

L’Olanda sceglie di esprimersi restandolontana dalle urne, confermando la vo-

cazione delle democrazie ‘avanzate’ alla bas-sa affluenza come dimostrazione di conti-nuità. Niente spallate, niente marea del votodi protesta, nelle terre strappate al mare icittadini dei Paesi Bassi non premiano i ‘pro-feti di sventura’ e gli agitatori di spauracchi dicrisi e xenofobia. Il più “deluso dai risultati”è dunque Gert Wilders, il leader del Partito

della Libertà, che secondogli exit poll - unico metro digiudizio in attesa dei risul-tati che saranno forniti solodomani sera, alla chiusuradei ‘ritardatari’ italiani. Se-condo i dati il suo partitoavrebbe ottenuto attorno al12%, arretrando sensibil-mente rispetto a 5 anni fa eperdendo in proiezione 2dei 5 deputati a Strasburgo,anche se il capelluto popu-lista anti-islamico spera di

contenere le perdite a un solo seggio. Per-dono anche i partiti di governo, e chi gua-dagna è la sinistra radicale, che supera il 10%(+ 3 punti percentuali rispetto al 2009) e fasperare Tsipras - di cui il Ps olandese è alleatonel fronte comune contro l’austerità - comealternativa appunto ai partiti populisti.

LA MEDIA DELL’AFFLUENZA olandese - po-co meno della metà di quella italiana di 5 annifa: fu il 65% - non è dissimile da quella deipaesi del Nord Europa (nemmeno il 35% inGran Bretagna, il 43 in Germania, il 45 inSvezia) che dell’astensione alla rappresentan-za elettorale fanno ormai una bandiera. Chevoti solo una minoranza pare dimostrare an-che la fiducia nelle istituzioni, i cui esponentie meccanismi non devono essere messi sem-pre sotto esame e sottoposti al cambiamentocontinuo. Nonostante l’affermazione deipartiti anti-Ue e anti-immigrati in gran partedei Paesi settentrionali, il movimento popu-lista continentale non si è trasformato in par-tito anti-sistema, non si pone come alterna-tiva che faccia tabula rasa dei ‘vecchi partiti’ -il rinnovamento della classe politica avvienenaturalmente senza bisogno di ‘rottamatori’ -e cerca invece di modificare leggi e costumidal basso, agendo all’interno del sistema, sep-pur spesso con slogan e proposte assai estre-me.

S. Ci.

L’ESSEX MAN

È come la casalinga

di Voghera per noi:

emblema dell’e l e t to re

medio basso che portò

al successo la Thatcher

contro l’establishment

Lo strano caso Ukipboom in Europasenza deputati a casaNELLE AMMINISTRATIVE INGLESI I NAZIONALISTI PRIMOPARTITO, MA NON HANNO SEGGI A WESTMINSTER

Supporter di Farage festeggiano la vittoria in un seggio dell’Essex. Sotto, Geert Wilders Ansa

di Mattia EccheliBerlino

Promessa mantenuta, ma costosa. L'aggiusta-mento del sistema previdenziale costerà al-

meno 160 miliardi di euro. Il B u n d e s ta g , seguendol'impegno assunto dai partiti della Große Koalition(grande coalizione), ha approvato oggi con 460voti a favore la riforma che consente di andare inpensione a 63 anni ‘senza penalizzazioni’ (in al-cuni casi perfino a 61) se 45 sono di lavoro e se i

contributi sono in regola. Con il dispositivo ven-gono anche assegnati più soldi alle madri/nonneper i figli avuti prima del 1992, 25 euro mensiliaggiuntivi all'est e 28 all'ovest. La Linke si è aste-nuta, mentre i Verdi hanno votato contro, accu-sando la maggioranza di aver dimenticato gli an-ziani al limite della soglia di povertà.In marzo, con 55,4 miliardi di entrate, Stato e Län-der avevano registrato un nuovo record, tanto cheè tornato di attualità il tema della riduzione delleimposte, scese negli anni scorsi per i più ricchi,

mentre con la cosiddetta “kalte pro-g re ss i o n ” (progressione fredda) erastato penalizzato il ceto medio. Al si-stema imprenditoriale e finanziarioil provvedimento piace poco, anchese la Germania dimentica spesso i55.600 miliardi di euro di derivati “inpancia” alla Deutsche Bank.Le casse dell'erario sono piene, maanche i tedeschi si devono preoccu-pare di come stato, regioni e comunispendono i soldi dei contribuenti. Ilnuovo aeroporto di Berlino – la cuidata di apertura non è più stata an-nunciata dopo i precedenti rinvii -

non è l'unico calvario. L'aviostazione di Kas-sel-Calden è costato già 120 milioni di euro in piùrispetto ai 151 previsti solo che durante l'invernonon ci sono voli civili ed i passeggeri sono statimeno di un decimo (40.000) di quelli che servonoper garantirne la sostenibilità (600.000). Per co-prire le spese servono almeno altri 8 milioni l'an-no. Senza contare la beffa dell'illuminazione: infunzione nell'area dello scalo, spenta in città per-ché non ci sono soldi. La ristrutturazione dell'O-pera di Stato di Berlino avrebbe dovuto costare 50milioni di euro e l'immobile inaugurato nell'ot-tobre del 2013: nel frattempo il prezzo è schizzatoa 300 milioni e la riconsegna slittata a fine 2015.Per la nuova sede del Bnd (l'intelligence tedesca)erano stati inizialmente previsti 720 milioni, ma ilconto è arrivato a 1,4 miliardi.Ancora non è chiaro se sarà uno spreco o meno,ma a Rhönblick è stata progettata la costruzionedella torre con la maggior pendenza al mondo(23,5°, più di quella Pisa). Solo che per far fun-zionare il parco dei divertimenti (14 milioni il co-sto) è necessario che le presenze in città lievitinoda 10.000 a 100.000. A Sylt, paradiso turistico delmare del nord, sono stati dilapidati 13 milioni perun parco acquatico. Che non è mai stato aperto edista appena 5 chilometri da un altro, che ha iconti in rosso. Il mega porto di Jade-Weser è co-stato tra i 950 milioni e il miliardo e mezzo. Pro-gettato per la “lavorazione” di 2,7 milioni di con-tainer, nel 2013 ne sono transitati 76.000, menodel 3% del potenziale. Ma non si può dire che inGermania le regole non vengano rispettate. Al-l'agenzia del lavoro di Fürth, è stata ridotta conpareti di cartongesso la superficie di 20 locali. Nonper creare altri vani: solo per limitare lo spazio econformarsi alla norma sui 12 metri quadri a te-sta.

Pensione “e l e t t o ra l e ” per la ricca Germania:via a 63 anni. Nonostante gli sprechi di Stato

toliche italiane ricordino nelle loro preghiere ilpellegrinaggio ecumenico di Papa Francesco inI s ra e l e .Invitando al voto alle elezioni europee, i vescoviitaliani ricordano i valori “umani e cristiani chehanno ispirato la nascita dell’Unione europea”,affermando che questi “rimangono validi e vannoripresi per una applicazione reale, in una politica

favorevole alla giustizia sociale, al lavoro per tutti,al sostegno della famiglia, alla vita, alla dignitàdella persona, alla solidarietà interna ed estera,all’accoglienza più attiva e condivisa dei migrantie rifugiati e a una missione per la pace e la libertàreligiosa nel mondo”. Nel messaggio si chiedeanche un impegno europeo per affrontare glisbarchi di migranti.

Seconda giornata di elezioni europee. Si è votatoin Irlanda, dove l’affluenza è stata in linea con

le precedenti elezioni (58% nel 2009) e nella Re-pubblica Ceca, dove si voterà fino alle 14 di oggi. Èl’unico paese in cui il voto è spalmato in due gio-nate. In Olanda e nel Regno Unito si è votatogiovedì, ma mancano dati ufficiali. Secondo un exitpoll brutto risultato per il partito antieuropeistaolandese di Gert Wilders, calato al 12% rispetto al17% del 2009. Dal Regno Unito vi sono dati soloper le elezioni locali di ieri, che hanno segnato unacrescita degli antieuropeisti dell’Ukip. In Francia,dove si voterà domenica, i sondaggi continuano adare per favorito il Front National di Marine LePen. Anche gli altri paesi al seggio domenica macon diversi orari di chiusura dei seggi: in Germaniachiuderanno alle 18, in Italia alle 23.

IN ORDINE SPARSO ier ial voto Praga e Dublino

160 MLDI COSTI

P R E V I DE N Z I A L I

10 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano 11il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4AL VOTO AL VOTO AL VOTO AL VOTO

Exit poll al TgLa7Lunedì la maratonasul FattoTv

GLI ESITI delle elezioni europee possonoessere seguiti domani su R a i N ews 24 e suPorta a Porta, Rai1: Bruno Vespa dediche-rà uno speciale. A entrambe le trasmis-sioni parteciperà in collegamento ancheil direttore del Fatto Quotidiano A n to n i oPadellaro. Su La7 a partire dalle ore 22,Enrico Mentana condurrà un’edizione

speciale del suo Tg La 7 , in cui interverràanche Marco Travaglio, in diretta percommentare la chiusura della campagnaelettorale: primi exit poll alle 23. Coper-ture anche sulle all news Tg co m 24 eS ky Tg 24 . Dalle 10:30 di lunedì maratonasui risultati di Europee e Amministrativesul Fa t to Tv, on line su i l fa t to q u o t i d i a n o. i t .

73SEGGI

I TA L I A N I

IN TOTALE 751E U R O DE P U TAT IL’Unione europeaè un’istituziones ov ran a z i o n a l e :28 Paesi membri

A M M I N I ST R AT I V EREGIONALI IN PIEMONTE E ABRUZZONon solo Europee. Domenica 25 maggio si votaanche per il rinnovo dei Consigli regionali di Pie -m o n te e Abruzzo e per scegliere i sindaci in più di4000 comuni italiani, tra cui 5 capoluoghi di Re-gione (Bari, Campobasso, Firenze, Perugia, Poten-za) e 29 capoluoghi di provincia. Tra questi da se-

gnalare Padova, Bergamo, Prato, Pescara, Foggia eLivorno. Per la poltrona di governatore del Pie-monte si sfidano l’ex sindaco di Torino SergioChiamparino per il centrosinistra, Gilberto Pic-chetto per Forza Italia e altri quattro candidati, trai quali Davide Bono per il M5S. In A b r u zzo l’attua -le presidente Gianni Chiodi, sostenuto da ForzaItalia e Ncd sfiderà l’ex sindaco di Pescara Luciano

D’Alfonso del Pd, Sara Marcozzi del M5S e l’indi -pendente di sinistra Maurizio Acerbo. Occhi aper-ti su Fi re n ze e Bari, dove si sceglieranno gli eredidi Matteo Renzi e di Michele Emiliano. Nel capo-luogo toscano il favorito è Tommaso Nardella, giàvice di Renzi. A B e r ga m o il nome più noto è quellodell’ex spin doctor di Renzi Giorgio Gori, candidatosindaco del Pd.

ECO N O M I A Superamento del tetto del 3% nel rap-porto deficit/Pil. Riforma della Banca centrale euro-pea, perché assuma il ruolo di prestatrice di ultimaistanza per i Paesi che attraversano situazioni di dif-ficoltà finanziaria. Obiettivo indipendenza energetica,costruendo un mercato unico europeo dell’e n e rg i aelettrica e del gas.

LAVORO E IMPRESE Puntare sulla crescita, regolepiù flessibili per fare impresa, lotta al lavoro nero eall’economia sommersa per creare occupazione giova-nile e combattere la disoccupazione. Sottoscrivere unnuovo patto industriale valido in tutta l’area euro.Creazione dell’unione bancaria e fiscale tra i Paesimembri dell’Unione europea.

IMMIGRAZIONE Revisione del regolamento che di-sciplina i criteri di accoglienza degli emigranti, modi-ficando la distribuzione dei rifugiati e dei richiedentiasilo in tutti i Paesi europei.

FORZA ITALIA

S u p e ra m e n todel tetto del 3%

ECO N O M I A No all’uscita dall’euro ma fine dell’a u s te -rity. Rilanciare l’economia europea attraverso investi-menti in ricerca e sviluppo. Finanziamenti alle piccolee medie imprese e tutela del made in Italy. Revisionedel patto di stabilità e dei suoi vincoli.

E U RO PA Riforma della Banca centrale europea, per-ché diventi prestatrice di ultima istanza, attraverso gliEurobond. Riduzione della spesa per le istituzioni eu-ropee, eliminando sedi di rappresentanza inutili. Mag-gior coinvolgimento dei cittadini dei singoli Stati nelledecisioni prese a livello europeo.

D I F E SA Sicurezza e difesa comunitaria dei confinidell’Unione europea, attraverso la cooperazione traStati membri. Definizione del Mediterraneo comefrontiera comune, ripartizione dei profughi in modoequo tra tutti gli Stati.

NCD-UDC

Ripar tizionedei profughi

ECO N O M I A Rinegoziazione delle politiche di austeri-tà. Creazione di un’agenzia di rating pubblica e indi-pendente, introduzione della “Golden Rule”, cioè unamaggiore libertà di manovra negli investimenti per ibilanci nazionali, riforma della Banca centrale europeae creazione di un fondo per gli investimenti. Politicheche favoriscano l’agricoltura e completamento delmercato unico digitale.

L AVO RO Estensione della garanzia giovani ai disoc-cupati sotto i 30 anni. Dotazione del finanziamento da6 a 21 miliardi da prendere dal Fondo Sociale europeo.Previsione dei un salario minimo garantito entro il2 02 5 .

DIRITTI E IMMIGRAZIONE Ius soli su base europea egestione comune delle frontiere con tanto di Guardiadi frontiera europea. Politiche per favorire l’uguaglian-za di genere, accesso universale alle cure mediche erafforzamento del principio di sussidiarietà.

PARTITO DEMOCRATICO

Salario minimoentro il 2025

MOVIMENTO 5 STELLE

Re fe re n d u msulla moneta unica

LISTA TSIPRAS

Un nuovo welfarea n t i - a u ste r i t à

di Vincenzo Iurillo

Anche per le Europee nelle liste non man-cano i candidati con problemi con la giu-

stizia. Eccoli, partito per partito.

FORZA ITALIAClemente Mastella (sud). Rinviato a giudizio aNapoli per associazione a delinquere. Imputato aNapoli per tentata concussione e abuso d’ufficioRaffaele Fitto (sud). Condannato in primo gradoa 4 anni dal Tribunale di Bari Corruzione, abusod’ufficio, finanziamento illecito ai partiti.Giampiero Samorì (nord est). Indagato dalla Pro-cura di Roma per associazione a delinquere fi-nalizzata all’ostacolo delle funzioni di vigilanza,all’appropriazione indebita, alla bancarotta frau-dolenta ed al riciclaggio.Fabrizio Bertot (nord ovest). Coinvolto nell’in -dagine Minotauro della Procura di Torino sulleinfiltrazioni della ’ndrangheta nel Comune di Ri-varolo, di cui è stato sindaco. Tecnicamente l’eu -roparlamentare uscente Bertot non è indagato,ma il Tribunale ha disposto il rinvio degli atti che

lo riguardano al pm, affinchécompia nuovi accertamenti.Aldo Patriciello (sud). Condan-nato a 4 mesi per finanziamentoillecito ai partiti con sentenzapassata in giudicato per unamazzetta da 16 milioni di lireall’inizio degli anni ’90 per lacampagna elettorale di MicheleIorio. Riabilitato dal Tribunaledi Campobasso il 14 maggio2013.Armando Cusani (centro). Condannato in primogrado a un anno e otto mesi per abuso d’ufficio.Condannato in primo grado a due anni per abusod’ufficio e abuso edilizio.Franco Bonanini (nord ovest). Rinviato a giudizioa La Spezia per associazione a delinquere fina-lizzata alla truffa ai danni dello Stato.Innocenzo Leontini (isole). Indagato dalla Pro-cura Palermo per peculato.

PARTITO DEMOCRATICORenato Soru (isole). Rinviato a giudizio per eva-

sione fiscale. È anche indagatoper aggiotaggio.Nicola Caputo (sud). Avvisoconclusa indagine della Procu-ra di Napoli, truffa.Anna Petrone (sud). Avvisoconclusa indagine della Procu-ra di Napoli, peculato.Giosi Ferrandino (sud). Richiestadi rinvio a giudizio della Procuradi Napoli per falso ideologico,distruzione di bellezze naturali.

NUOVO CENTRO DESTRAGuido Podestà (nord uvest). Imputato a Milanoper falso ideologico.Paolo Romano (sud). Avviso conclusa indagine aNapoli per peculato. Arrestato a Santa Maria Ca-pua Vetere per tentata concussione.Lorenzo Cesa (sud). Indagato dalla Procura diRoma per finanziamento illecito ai partiti.Giuseppe Scopelliti (sud). Condannato in primogrado a 6 anni per abuso d’ufficio e falso dal Tri-bunale di Reggio Calabria.

Gabriele Albertini (nord ovest). Indagato dallaProcura di Brescia per calunnia aggravata.

FRATELLI D’I TA L I AGianni Alemanno (sud). Indagato dalla Procuradi Roma per finanziamento illecito ai partitiAntonio Iannone (sud). Indagato dalla Procura diSalerno per abuso d’ufficio.Agostino Ghiglia (nord ovest). Condannato dalTribunale di Torino a nove mesi di reclusionesenza condizionale nel 1986.

LEGA NORDGiacinto Mariani (nord ovest). Indagato a Milanoper appropriazione indebita.

L'ALTRA EUROPA CON TSIPRASLuca Casarini (centro). Caso a parte il suo, ri-vendica con orgoglio le inchieste per le sue ini-ziative di protesta sociale: “Ho subito decine edecine di processi, alcuni ancora in corso (...). Etre anni di pena definitiva. Tre mesi di carcere è lacondanna inflittami per l’occupazione, 20 annifa, del Centro Sociale Rivolta di Marghera”.

ECO M O M I A Obiettivo investimenti in innovazione esviluppo e nelle nuove attività produttive, finanzia-menti alle attività agricole e di allevamento, in fa-vore dei consumi interni dei singoli Stati membri, inmodo che non subiscano la concorrenza dei prodottie s te r i

L AVO RO Valorizzazione dei giovani imprenditori,sbloccando i finanziamenti europei alle imprese in-vestono in sviluppo

E U RO PA Referendum consultivo per la permanenzadell’Italia nell’area euro. Abolizione del Fiscal Com-pact (che impegna l’Italia ad assestare il rapportodebito/Pil al 60%), dell’obbligo di pareggio di bilan-cio, adozione degli Eurobond (una forma di debitopubblico europeo). Alleanza tra i Paesi mediterraneiper una politica comune, che aiuti i Paesi che hannosubito in modo più forte gli esiti della crisi econo-mica

ECO N O M I A Abolizione del fiscal compact. Riorganiz-zazione del debito europeo: mutualizzazione e tagliodei debiti che non si possono riscuotere. Azione di-retta della Banca centrale europea nella risoluzionedelle crisi con emissione di Eurobond e acquisto di ti-toli di Stato. Tobin tax e ampliamento del bilancio co-munitario. Separazione della banche commerciali dallebanche d’i nve s t i m e n to

L AVO RO Contratto a tempo indeterminato e garanziesul lavoro per tutti. Introduzione di un welfare socialeeuropeo per sostenere le categorie colpite dalla crisi.Reddito minimo e riequilibrio delle bilance commer-ciali tra i Paesi membri

POLITICA ESTERA Costruzione di una comunità eu-ropea del Mediterraneo (Med-Ue), confronto tra lecarte dei diritti fondamentali dell’Ue con Paesi arabi,Unione africana e carta islamica. Attuazione del pro-gramma “L’Europa sono anch’i o”, dedicato ai migranti

Promessee slogans og n an d oB r u xe l l e sGuida pratica alle elezioni europee: sintesi dei programmidei partiti e candidati alla Commissione

JEAN-CLAUDE JUNCKER Forza Italia,membro del Partito popolare europeo,sostiene la candidatura del politicoconservatore lussemburghese alla pre-sidenza della Commissione europea

JEAN-CLAUDE JUNCKER Ncd e Udc,membri del Partito popolare europeo,sostengono la candidatura del politicoconservatore lussemburghese alla pre-sidenza della Commissione europea

MARTIN SCHULZ Il Partito demo-cratico, membro del Partito socialistaeuropeo, sostiene la candidatura delpolitico riformista tedesco alla presi-denza della Commissione europea

NESSUNA INDICAZIONE Il M5s èall’esordio, hanno già detto no al grup-po euroscettico di destra di Marine LePen. Sceglieranno la famiglia politicadi appartenenza solo dopo il voto

ALEXIS TSIPRAS L’Altra Europa conTspiras, raggruppamento della sinistraradicale italiana, sostiene la candida-tura del progressista greco alla presi-denza della Commissione europea

Da Fitto a Romano, le liste sporcheI M P R E S E N TA B I L I

NESSUNA INDICAZIONE La LegaNord nella legislatura uscente è statanel gruppo euroscettico di destra“Europa della libertà e della demo-c ra z i a ”, quello di Marine Le Pen

ECO LO G I A Difesa dell’ambiente e del patrimo-nio culturale, attraverso un uso sostenibile del-le risorse naturali.

DIRITTI Garantire l’equità sociale attraversoun sistema di welfare che prenda in carico i cit-tadini in difficoltà. Sostegno alle nuove gene-razioni, anche attraverso la lotta alla corruzio-ne.

GREEN ITALIA

Lotta agli eco-mostrie alla corruzione

SKA KELLER Green Italia, nuo-va formazione dei Verdi europei,sostiene la candidatura dell’eco -logista tedesca alla presidenzadella Commissione europea

ECO N O M I A Difesa del made in Italy.

E U RO PA Scioglimento dell’eurozona e sospen-sione della partecipazione dell’Italia al FiscalCompact. Creazione di una agenzia di rating eu-ro p e a .

IMMIGRAZIONE Ridistribuzione dei rifugiati intutti i Paesi membri. Applicazione della direttivaeuropea sull’espulsione degli immigrati che, do-po tre mesi di soggiorno, non abbiano trovatol avo ro.

FRATELLI D’ITALIA AN

Eurozona addio e più faciliespulsioni dei migranti

NESSUNA INDICAZIONEFdi-An è all’esordio dopo lascessione del Pdl, potrebbe sce-gliere il gruppo di destra “E u ro p adella libertà e della democrazia”

URNE APERTE DOMANI DALLE 7 ALLE 23 Si vota per eleggere i 73 rappresentantiitaliani al Parlamento europeo che restano in carica 5 anni. I seggi saranno aperti dalle 7 alle23. È possibile sbarrare una sola lista e indicare (facoltativamente) tre preferenze con al-ternanza di genere: bisogna scegliere due uomini e una donna o due donne e un uo m o.Altrimenti l’ultima indicazione sarà nulla. Se si scelgono solo due preferenze, invece, p o ss o n oessere dello stesso sesso. L’Italia è suddivisa in cinque macro-circoscrizioni elettorali: nordovest, nord est, centro, sud e isole. Le liste sono dodici (il Svp solo nel nord est). Il sistema divoto è proporzionale: soglia di sbarramento al 4%. Per la prima volta l’Europarlamento voteràil candidato alla presidenza della Commissione, l’organo di governo dell’Ue, come previsto dalTrattato di Lisbona del 2009. Servirà la maggioranza di 376 eurodeputati sui 751.

ECO N O M I A Lotta all’eva s i o n efiscale e all’usura bancaria,vendita del patrimonio confi-scato alla mafia. Investimentinelle fonti rinnovabili.

CON L’ALDE Sostengono il li-berale belga Guy Verhofstadt

ITALIA DEI VALORI

Contro mafieed evasori

ECO N O M I A Co m p l e t a m e n todell’Unione Bancaria, introdu-zione della flexsecurity, esten-sione della competenza Ue inmateria sui diritti civili.

CON L’ALDE Sostengono il li-berale belga Guy Verhofstadt

SCELTA EUROPEA

Diritti civiliin capo all’Ue

S OV R A N I T À Difesa dellasovranità nazionale e delprincipio di sussidiarietà.Possibilità di uscita dall’E u ro.

NESSUNA INDICAZIONESceglieranno dopo il voto lafamiglia politica europea

MAIE

Nazionalismida difendere

I N CO G N I TA Nella scorsa legi-slatura i sudtirolesi stavano colPpe, in cui sono partito osser-vatore, ma sostengono la can-didatura di Martin Schulz delPse: la loro lista è presente so-lo nel nord ovest collegata alPartito democratico.

SV P

Tra p p o l o n eper i socialisti?

Paolo Romano Ansa

ECONOMIA E LAVORO Proroga del Fondo europeo diadeguamento alla globalizzazione per facilitare il rein-serimento sul mercato dei lavoratori che hanno persoil lavoro, sospensione della direttiva Bolkenstein (libe-ro mercato dei servizi). Difesa del mercato interno edel Made in Italy, separazione tra banche commercialie banche d’a f fa r i .

RIFORMA DELL’UNIONE Uscita dall’euro, referen-dum popolare per ogni trattato Ue, diritto di veto aiParlamenti nazionali sulle leggi europee. Difesa, fisco,moneta e politica estera di competenza nazionale. Ob-biettivo finale: “Europa delle regioni”.

IMMIGRAZIONE Accordi bilaterali con i Paesi da cuipartono i flussi di immigrazione, gestione nazionaledei flussi e costituzione di un corpo di coordinamentotra forze di polizia.

LEGA NORD

Uscita dall’e u roe frontiere chiuse

a cura di Giampiero Calapà,Mario Marcis e Giulia Merlo

10 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano 11il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4AL VOTO AL VOTO AL VOTO AL VOTO

Exit poll al TgLa7Lunedì la maratonasul FattoTv

GLI ESITI delle elezioni europee possonoessere seguiti domani su R a i N ews 24 e suPorta a Porta, Rai1: Bruno Vespa dediche-rà uno speciale. A entrambe le trasmis-sioni parteciperà in collegamento ancheil direttore del Fatto Quotidiano A n to n i oPadellaro. Su La7 a partire dalle ore 22,Enrico Mentana condurrà un’edizione

speciale del suo Tg La 7 , in cui interverràanche Marco Travaglio, in diretta percommentare la chiusura della campagnaelettorale: primi exit poll alle 23. Coper-ture anche sulle all news Tg co m 24 eS ky Tg 24 . Dalle 10:30 di lunedì maratonasui risultati di Europee e Amministrativesul Fa t to Tv, on line su i l fa t to q u o t i d i a n o. i t .

73SEGGI

I TA L I A N I

IN TOTALE 751E U R O DE P U TAT IL’Unione europeaè un’istituziones ov ran a z i o n a l e :28 Paesi membri

A M M I N I ST R AT I V EREGIONALI IN PIEMONTE E ABRUZZONon solo Europee. Domenica 25 maggio si votaanche per il rinnovo dei Consigli regionali di Pie -m o n te e Abruzzo e per scegliere i sindaci in più di4000 comuni italiani, tra cui 5 capoluoghi di Re-gione (Bari, Campobasso, Firenze, Perugia, Poten-za) e 29 capoluoghi di provincia. Tra questi da se-

gnalare Padova, Bergamo, Prato, Pescara, Foggia eLivorno. Per la poltrona di governatore del Pie-monte si sfidano l’ex sindaco di Torino SergioChiamparino per il centrosinistra, Gilberto Pic-chetto per Forza Italia e altri quattro candidati, trai quali Davide Bono per il M5S. In A b r u zzo l’attua -le presidente Gianni Chiodi, sostenuto da ForzaItalia e Ncd sfiderà l’ex sindaco di Pescara Luciano

D’Alfonso del Pd, Sara Marcozzi del M5S e l’indi -pendente di sinistra Maurizio Acerbo. Occhi aper-ti su Fi re n ze e Bari, dove si sceglieranno gli eredidi Matteo Renzi e di Michele Emiliano. Nel capo-luogo toscano il favorito è Tommaso Nardella, giàvice di Renzi. A B e r ga m o il nome più noto è quellodell’ex spin doctor di Renzi Giorgio Gori, candidatosindaco del Pd.

ECO N O M I A Superamento del tetto del 3% nel rap-porto deficit/Pil. Riforma della Banca centrale euro-pea, perché assuma il ruolo di prestatrice di ultimaistanza per i Paesi che attraversano situazioni di dif-ficoltà finanziaria. Obiettivo indipendenza energetica,costruendo un mercato unico europeo dell’e n e rg i aelettrica e del gas.

LAVORO E IMPRESE Puntare sulla crescita, regolepiù flessibili per fare impresa, lotta al lavoro nero eall’economia sommersa per creare occupazione giova-nile e combattere la disoccupazione. Sottoscrivere unnuovo patto industriale valido in tutta l’area euro.Creazione dell’unione bancaria e fiscale tra i Paesimembri dell’Unione europea.

IMMIGRAZIONE Revisione del regolamento che di-sciplina i criteri di accoglienza degli emigranti, modi-ficando la distribuzione dei rifugiati e dei richiedentiasilo in tutti i Paesi europei.

FORZA ITALIA

S u p e ra m e n todel tetto del 3%

ECO N O M I A No all’uscita dall’euro ma fine dell’a u s te -rity. Rilanciare l’economia europea attraverso investi-menti in ricerca e sviluppo. Finanziamenti alle piccolee medie imprese e tutela del made in Italy. Revisionedel patto di stabilità e dei suoi vincoli.

E U RO PA Riforma della Banca centrale europea, per-ché diventi prestatrice di ultima istanza, attraverso gliEurobond. Riduzione della spesa per le istituzioni eu-ropee, eliminando sedi di rappresentanza inutili. Mag-gior coinvolgimento dei cittadini dei singoli Stati nelledecisioni prese a livello europeo.

D I F E SA Sicurezza e difesa comunitaria dei confinidell’Unione europea, attraverso la cooperazione traStati membri. Definizione del Mediterraneo comefrontiera comune, ripartizione dei profughi in modoequo tra tutti gli Stati.

NCD-UDC

Ripar tizionedei profughi

ECO N O M I A Rinegoziazione delle politiche di austeri-tà. Creazione di un’agenzia di rating pubblica e indi-pendente, introduzione della “Golden Rule”, cioè unamaggiore libertà di manovra negli investimenti per ibilanci nazionali, riforma della Banca centrale europeae creazione di un fondo per gli investimenti. Politicheche favoriscano l’agricoltura e completamento delmercato unico digitale.

L AVO RO Estensione della garanzia giovani ai disoc-cupati sotto i 30 anni. Dotazione del finanziamento da6 a 21 miliardi da prendere dal Fondo Sociale europeo.Previsione dei un salario minimo garantito entro il2 02 5 .

DIRITTI E IMMIGRAZIONE Ius soli su base europea egestione comune delle frontiere con tanto di Guardiadi frontiera europea. Politiche per favorire l’uguaglian-za di genere, accesso universale alle cure mediche erafforzamento del principio di sussidiarietà.

PARTITO DEMOCRATICO

Salario minimoentro il 2025

MOVIMENTO 5 STELLE

Re fe re n d u msulla moneta unica

LISTA TSIPRAS

Un nuovo welfarea n t i - a u ste r i t à

di Vincenzo Iurillo

Anche per le Europee nelle liste non man-cano i candidati con problemi con la giu-

stizia. Eccoli, partito per partito.

FORZA ITALIAClemente Mastella (sud). Rinviato a giudizio aNapoli per associazione a delinquere. Imputato aNapoli per tentata concussione e abuso d’ufficioRaffaele Fitto (sud). Condannato in primo gradoa 4 anni dal Tribunale di Bari Corruzione, abusod’ufficio, finanziamento illecito ai partiti.Giampiero Samorì (nord est). Indagato dalla Pro-cura di Roma per associazione a delinquere fi-nalizzata all’ostacolo delle funzioni di vigilanza,all’appropriazione indebita, alla bancarotta frau-dolenta ed al riciclaggio.Fabrizio Bertot (nord ovest). Coinvolto nell’in -dagine Minotauro della Procura di Torino sulleinfiltrazioni della ’ndrangheta nel Comune di Ri-varolo, di cui è stato sindaco. Tecnicamente l’eu -roparlamentare uscente Bertot non è indagato,ma il Tribunale ha disposto il rinvio degli atti che

lo riguardano al pm, affinchécompia nuovi accertamenti.Aldo Patriciello (sud). Condan-nato a 4 mesi per finanziamentoillecito ai partiti con sentenzapassata in giudicato per unamazzetta da 16 milioni di lireall’inizio degli anni ’90 per lacampagna elettorale di MicheleIorio. Riabilitato dal Tribunaledi Campobasso il 14 maggio2013.Armando Cusani (centro). Condannato in primogrado a un anno e otto mesi per abuso d’ufficio.Condannato in primo grado a due anni per abusod’ufficio e abuso edilizio.Franco Bonanini (nord ovest). Rinviato a giudizioa La Spezia per associazione a delinquere fina-lizzata alla truffa ai danni dello Stato.Innocenzo Leontini (isole). Indagato dalla Pro-cura Palermo per peculato.

PARTITO DEMOCRATICORenato Soru (isole). Rinviato a giudizio per eva-

sione fiscale. È anche indagatoper aggiotaggio.Nicola Caputo (sud). Avvisoconclusa indagine della Procu-ra di Napoli, truffa.Anna Petrone (sud). Avvisoconclusa indagine della Procu-ra di Napoli, peculato.Giosi Ferrandino (sud). Richiestadi rinvio a giudizio della Procuradi Napoli per falso ideologico,distruzione di bellezze naturali.

NUOVO CENTRO DESTRAGuido Podestà (nord uvest). Imputato a Milanoper falso ideologico.Paolo Romano (sud). Avviso conclusa indagine aNapoli per peculato. Arrestato a Santa Maria Ca-pua Vetere per tentata concussione.Lorenzo Cesa (sud). Indagato dalla Procura diRoma per finanziamento illecito ai partiti.Giuseppe Scopelliti (sud). Condannato in primogrado a 6 anni per abuso d’ufficio e falso dal Tri-bunale di Reggio Calabria.

Gabriele Albertini (nord ovest). Indagato dallaProcura di Brescia per calunnia aggravata.

FRATELLI D’I TA L I AGianni Alemanno (sud). Indagato dalla Procuradi Roma per finanziamento illecito ai partitiAntonio Iannone (sud). Indagato dalla Procura diSalerno per abuso d’ufficio.Agostino Ghiglia (nord ovest). Condannato dalTribunale di Torino a nove mesi di reclusionesenza condizionale nel 1986.

LEGA NORDGiacinto Mariani (nord ovest). Indagato a Milanoper appropriazione indebita.

L'ALTRA EUROPA CON TSIPRASLuca Casarini (centro). Caso a parte il suo, ri-vendica con orgoglio le inchieste per le sue ini-ziative di protesta sociale: “Ho subito decine edecine di processi, alcuni ancora in corso (...). Etre anni di pena definitiva. Tre mesi di carcere è lacondanna inflittami per l’occupazione, 20 annifa, del Centro Sociale Rivolta di Marghera”.

ECO M O M I A Obiettivo investimenti in innovazione esviluppo e nelle nuove attività produttive, finanzia-menti alle attività agricole e di allevamento, in fa-vore dei consumi interni dei singoli Stati membri, inmodo che non subiscano la concorrenza dei prodottie s te r i

L AVO RO Valorizzazione dei giovani imprenditori,sbloccando i finanziamenti europei alle imprese in-vestono in sviluppo

E U RO PA Referendum consultivo per la permanenzadell’Italia nell’area euro. Abolizione del Fiscal Com-pact (che impegna l’Italia ad assestare il rapportodebito/Pil al 60%), dell’obbligo di pareggio di bilan-cio, adozione degli Eurobond (una forma di debitopubblico europeo). Alleanza tra i Paesi mediterraneiper una politica comune, che aiuti i Paesi che hannosubito in modo più forte gli esiti della crisi econo-mica

ECO N O M I A Abolizione del fiscal compact. Riorganiz-zazione del debito europeo: mutualizzazione e tagliodei debiti che non si possono riscuotere. Azione di-retta della Banca centrale europea nella risoluzionedelle crisi con emissione di Eurobond e acquisto di ti-toli di Stato. Tobin tax e ampliamento del bilancio co-munitario. Separazione della banche commerciali dallebanche d’i nve s t i m e n to

L AVO RO Contratto a tempo indeterminato e garanziesul lavoro per tutti. Introduzione di un welfare socialeeuropeo per sostenere le categorie colpite dalla crisi.Reddito minimo e riequilibrio delle bilance commer-ciali tra i Paesi membri

POLITICA ESTERA Costruzione di una comunità eu-ropea del Mediterraneo (Med-Ue), confronto tra lecarte dei diritti fondamentali dell’Ue con Paesi arabi,Unione africana e carta islamica. Attuazione del pro-gramma “L’Europa sono anch’i o”, dedicato ai migranti

Promessee slogans og n an d oB r u xe l l e sGuida pratica alle elezioni europee: sintesi dei programmidei partiti e candidati alla Commissione

JEAN-CLAUDE JUNCKER Forza Italia,membro del Partito popolare europeo,sostiene la candidatura del politicoconservatore lussemburghese alla pre-sidenza della Commissione europea

JEAN-CLAUDE JUNCKER Ncd e Udc,membri del Partito popolare europeo,sostengono la candidatura del politicoconservatore lussemburghese alla pre-sidenza della Commissione europea

MARTIN SCHULZ Il Partito demo-cratico, membro del Partito socialistaeuropeo, sostiene la candidatura delpolitico riformista tedesco alla presi-denza della Commissione europea

NESSUNA INDICAZIONE Il M5s èall’esordio, hanno già detto no al grup-po euroscettico di destra di Marine LePen. Sceglieranno la famiglia politicadi appartenenza solo dopo il voto

ALEXIS TSIPRAS L’Altra Europa conTspiras, raggruppamento della sinistraradicale italiana, sostiene la candida-tura del progressista greco alla presi-denza della Commissione europea

Da Fitto a Romano, le liste sporcheI M P R E S E N TA B I L I

NESSUNA INDICAZIONE La LegaNord nella legislatura uscente è statanel gruppo euroscettico di destra“Europa della libertà e della demo-c ra z i a ”, quello di Marine Le Pen

ECO LO G I A Difesa dell’ambiente e del patrimo-nio culturale, attraverso un uso sostenibile del-le risorse naturali.

DIRITTI Garantire l’equità sociale attraversoun sistema di welfare che prenda in carico i cit-tadini in difficoltà. Sostegno alle nuove gene-razioni, anche attraverso la lotta alla corruzio-ne.

GREEN ITALIA

Lotta agli eco-mostrie alla corruzione

SKA KELLER Green Italia, nuo-va formazione dei Verdi europei,sostiene la candidatura dell’eco -logista tedesca alla presidenzadella Commissione europea

ECO N O M I A Difesa del made in Italy.

E U RO PA Scioglimento dell’eurozona e sospen-sione della partecipazione dell’Italia al FiscalCompact. Creazione di una agenzia di rating eu-ro p e a .

IMMIGRAZIONE Ridistribuzione dei rifugiati intutti i Paesi membri. Applicazione della direttivaeuropea sull’espulsione degli immigrati che, do-po tre mesi di soggiorno, non abbiano trovatol avo ro.

FRATELLI D’ITALIA AN

Eurozona addio e più faciliespulsioni dei migranti

NESSUNA INDICAZIONEFdi-An è all’esordio dopo lascessione del Pdl, potrebbe sce-gliere il gruppo di destra “E u ro p adella libertà e della democrazia”

URNE APERTE DOMANI DALLE 7 ALLE 23 Si vota per eleggere i 73 rappresentantiitaliani al Parlamento europeo che restano in carica 5 anni. I seggi saranno aperti dalle 7 alle23. È possibile sbarrare una sola lista e indicare (facoltativamente) tre preferenze con al-ternanza di genere: bisogna scegliere due uomini e una donna o due donne e un uo m o.Altrimenti l’ultima indicazione sarà nulla. Se si scelgono solo due preferenze, invece, p o ss o n oessere dello stesso sesso. L’Italia è suddivisa in cinque macro-circoscrizioni elettorali: nordovest, nord est, centro, sud e isole. Le liste sono dodici (il Svp solo nel nord est). Il sistema divoto è proporzionale: soglia di sbarramento al 4%. Per la prima volta l’Europarlamento voteràil candidato alla presidenza della Commissione, l’organo di governo dell’Ue, come previsto dalTrattato di Lisbona del 2009. Servirà la maggioranza di 376 eurodeputati sui 751.

ECO N O M I A Lotta all’eva s i o n efiscale e all’usura bancaria,vendita del patrimonio confi-scato alla mafia. Investimentinelle fonti rinnovabili.

CON L’ALDE Sostengono il li-berale belga Guy Verhofstadt

ITALIA DEI VALORI

Contro mafieed evasori

ECO N O M I A Co m p l e t a m e n todell’Unione Bancaria, introdu-zione della flexsecurity, esten-sione della competenza Ue inmateria sui diritti civili.

CON L’ALDE Sostengono il li-berale belga Guy Verhofstadt

SCELTA EUROPEA

Diritti civiliin capo all’Ue

S OV R A N I T À Difesa dellasovranità nazionale e delprincipio di sussidiarietà.Possibilità di uscita dall’E u ro.

NESSUNA INDICAZIONESceglieranno dopo il voto lafamiglia politica europea

MAIE

Nazionalismida difendere

I N CO G N I TA Nella scorsa legi-slatura i sudtirolesi stavano colPpe, in cui sono partito osser-vatore, ma sostengono la can-didatura di Martin Schulz delPse: la loro lista è presente so-lo nel nord ovest collegata alPartito democratico.

SV P

Tra p p o l o n eper i socialisti?

Paolo Romano Ansa

ECONOMIA E LAVORO Proroga del Fondo europeo diadeguamento alla globalizzazione per facilitare il rein-serimento sul mercato dei lavoratori che hanno persoil lavoro, sospensione della direttiva Bolkenstein (libe-ro mercato dei servizi). Difesa del mercato interno edel Made in Italy, separazione tra banche commercialie banche d’a f fa r i .

RIFORMA DELL’UNIONE Uscita dall’euro, referen-dum popolare per ogni trattato Ue, diritto di veto aiParlamenti nazionali sulle leggi europee. Difesa, fisco,moneta e politica estera di competenza nazionale. Ob-biettivo finale: “Europa delle regioni”.

IMMIGRAZIONE Accordi bilaterali con i Paesi da cuipartono i flussi di immigrazione, gestione nazionaledei flussi e costituzione di un corpo di coordinamentotra forze di polizia.

LEGA NORD

Uscita dall’e u roe frontiere chiuse

a cura di Giampiero Calapà,Mario Marcis e Giulia Merlo

12 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

Telecom, Fossativuole provareil controllo spagnolo

di Ferruccio SansaGenova

Sento odore di Procu-re... io c’ho delle pre-visioni... il vice pro-curatore di Geno-

va... mio carissimo amico...mi ha detto che non sei... stat-tene fuori...”, così dice al te-lefono Ferdinando Menconi,ex numero uno di Carige Vi-ta Nuova e braccio destro diGiovanni Berneschi indicatodai suoi amici come il “M a-gro”. A Genova vacilla ancheil Palazzo di Giustizia. Si apreil capitolo sui rapporti dellamagistratura con un potereper anni risparmiato dalle in-chieste. E la Liguria si scopremalata fino al midollo. Sonofiniti in manette gli uominiche hanno dominato la regio-ne, quelli cui tutti – a destra ea sinistra – baciavano la pan-tofola. Prima Claudio Scajo-la, re del Ponente. Poi LuigiGrillo, che dominava a Le-vante. Quindi Giovanni Ber-neschi, che con la sua Carige(dove sedevano mezza fami-glia Scajola, amici del centro-sinistra e uomini della Curia)teneva i cordoni della borsa edistribuiva centinaia di mi-lioni di finanziamenti (comeall’operazione immobiliaredegli Erzelli, voluta dal cen-trosinistra e sponsorizzata daGiorgio Napolitano). Intantol’amico Ior comprava – e ri-vendeva – cento milioni dibond Carige.Liguria, primatista di scanda-li. Qui sono in ginocchio laLega di Francesco Belsito el’Idv di Giovanni Paladini eMarylin Fusco. Quasi mezzoconsiglio regionale è nei guaiper i rimborsi.

Le “e n t ra t u re”negli ambienti giudiziari

Ora tocca alla magistratura.Come mostra l’ordinanza cheha portato all’arresto di Ber-neschi, Menconi e altre cin-que persone (ci sono diecinuovi indagati). Così il gipAdriana Petri motiva l’arrestodi Berneschi: “Il pericolo diinquinamento probatorio ètestimoniato da intercetta-zioni che hanno evidenziatopresunte entrature negli am-bienti giudiziari di Genova edi La Spezia per tramitedell’avvocato Andrea Baldini(originario di Pontremoli,marito di magistrato e consi-derato vicino alla famiglia delsuo concittadino, il sottose-gretario alla Giustizia, Cosi-mo Ferri, ndr), al quale egliavrebbe ripetutamente chie-sto di verificare se vi sono pro-cedimenti giudiziari a suo ca-rico”.Il gip parla di “inquietantescenario... del legale che ap-prende da personale addettoagli uffici giudiziari e che haaccesso ai terminali riservati

della Procura”. Il 28 ottobre2013 Berneschi chiama Baldi-ni: “Devi vedere se a Genova cisono contenitori (fascicoli,ndr) a nome mio”. E Baldini:“Qui non c'è ancora apertoniente!... No, per ora non c'è...Da quello che mi risulta dallapersona che si è mossa, è tuttocontro ignoti”.

Interpol, carabinieri, servizi:solo millanterie?

Ce n’è anche per carabinieri,Interpol e servizi. “Menconi –annota il gip – cita le sue nu-merose conoscenze pressoesponenti di vertice delle va-rie forze pubbliche”. Eccol’intercettazione: “...se poi ri-cade nel penale... gli viene tra-scritto all'Interpol e lo ricevo-no anche là! Lo trasmettonodue miei amici... son venutiqua due volte... il Capo dellaSala Operativa a Roma del-l'Interpol, se gli chiedi... pri-ma c'avevo anche la LegioneCarabinieri... c’è l'Investigati-va dei carabinieri, il numerouno... a prendere il cappucci-no più volte... poi lo abbiamoaiutato... andato ai Servizi...ma quello là che fa l'accerta-tore è un carabiniere, chiamoloro e gli dico...”.Millanterie? I magistrati sonoconvinti di no. Scrive il gip:“Per ragioni diverse i procedi-menti penali che si sono occu-pati di tale fenomeno si sonochiusi senza che fosse eserci-tata l'azione penale”. Qualisono le “ragioni diverse”? InTribunale c’è chi ricorda cheproprio la società assicuratri-

ce della Carige, guidata daMenconi e Berneschi, erasponsor della squadra di vol-ley dell’allora capo dell’ufficiogip Roberto Fucigna. Lo stes-so, ma è certo un caso, che nel2002 – dopo un lavoro imma-ne del Gico – archiviò inchie-ste a carico dei vertici dellabanca su false fatturazioni eaffari immobiliari. Fucignaoggi è in pensione, indagato aTorino per presunte falsesponsorizzazioni della suasquadra.

Tra i cronisti c’è chi ricorda lereprimende di passati verticidella Procura in occasione diinchieste giornalistiche suimprenditori legati al centro-sinistra e soci di Carige, cheerano sponsor della squadradi Fucigna oltre ad avere lega-mi di amicizia con gli alloravertici della Procura e dellaCorte d’Appello. I vertici delPalazzo di Giustizia ora sonocambiati.Ma le carte genovesi conten-gono altro. A cominciare dal-le operazioni che avrebberoprovocato a Carige un dannodi 34 milioni. Con il padre pa-drone della banca che, secon-do le accuse, spenna la suacreatura come un pollo:“Vengano a far tutte le inda-gini che vogliono... non mipossono accusare di riciclag-gio, perché è una vita, da 35anni che accumulo”. Così ec-co, a sentire la Finanza e i pmNicola Piacente e SilvioFranz, il tentativo di Berne-schi di ripescare il consuoceromorto per usarlo come pre-stanome quando scopre di es-sere indagato per altri 13 mi-lioni scudati: “Va bene, io ap-profitterò del tuo cognome”.La donna (arrestata) si allar-ma: “Nonno, per favore, qual-siasi cosa ne parliamo un at-timino”. Intanto, sostienel’accusa, la “banda del magro”avrebbe investito dalle Cana-rie alla Cina, soprattutto neiporti. Fino al progetto di tra-sferirsi a Panama.Pagine che faranno rabbrivi-dire i dipendenti Carige.

Mentre la “banda del magro”,incassati 34 milioni, si scannaper consulenze da 200milaeuro, la Carige Vita Nuova ri-schiava di licenziare: “L'idea -le... è che società così... vadanoin commissariamento, ilcommissario manda via i di-pendenti... mi preoccupa ilfatto c’ha 140 persone...”, diceMenconi. Berneschi, annota

CARIGE, LA BANDA DEI BANCHIERIARRIVAVA FINO IN TRIBUNALEI RAPPORTI DELL’EX PRESIDENTE BERNESCHI CON GIUDICI E FORZE DELL’ORDINE

Il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano ha fir-

mato i decreti con i quali, suproposta del ministro dello Svi-luppo economico FedericaGuidi, di concerto con il mini-stro delle Politiche agricoleMaurizio Martina, sono statinominati 25 Cavalieri del lavo-ro. Ricevono il titolo due deiprotagonisti della finanza italia-na, l'amministratore delegatodell'Unicredit Federico Ghisso-ni e quello delle AssicurazioniGenerali Mario Greco. Premia-to anche Vittorio Colao, unodei pochi manager di successoche è riuscito a raggiungere po-sizioni apicali all'estero: guida,da Londra, Vodafone ed è statoa lungo corteggiato da MatteoRenzi per andare a guidare unadelle grandi aziende partecipatedallo Stato. Ma Colao, comeGreco, ha preferito declinare.Nella lista c'è anche LeonardoCaltagirone, fratello del co-struttore romano Francesco,anche lui protagonista dell'edi-lizia e che ha dato il proprio no-

me al suo progetto più ambizio-so intorno alla capitale: ParcoLeonardo, “la più grande inizia-tiva immobiliare privata in Ita-lia”, supermercati e edilizia re-sidenziale. Ma il personaggiopiù interessante è Alì RezaArabnia, uno dei rari stranieri aessere celebrati dal Quirinale(molti anni fa è toccato, peresempio, all'Aga Khan). Arab-nia, 58 anni, ha spostato LauraNeri, figlia del fondatore dellaGeico, un’azienda che progettasistemi di verniciatura per le au-tomobili. Nel 1994 Arabniaprende il controllo del gruppo.Nel 2008 la Geico soffre la crisi

terribile del settore E Arabnia,celebrato per questo da unapuntata di Repor t su Rai3, decidedi puntare sull’innovazionementre gli altri tagliano gli in-vestimenti e i risultati arrivano:“Quando le cose sono comin-ciate ad andare bene, ho decisodi restituire quello che tutti ave-vano perso” e ha pagato ai di-pendenti la differenza tra lo sti-pendio mancato e l’assegno dicassa integrazione. Il gruppoGeico, ora integrato con la giap-ponese Taiksha, è in crescitacon un fatturato di 1,8 miliar-di.Tra gli altri nuovi cavalieri c’èl’imprenditore umbro del setto-re aerospaziale Gian Luigi An-gelantoni, che ha stabilimenti inmezzo mondo.

L’ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, 76 anni Ansa

CAPITANI DI SVENTURA

TELCO HA IL CONTROLLO di fattosu Telecom e deve consolidare inbilancio tutto il suo debito. È la tesidella Findim di Marco Fossati chepresenta a Consob un esposto, mala pista è una di quelle già battutedalla Commissione in autunno, do-po il riassetto azionario della hol-

ding che controlla il 22,4% del grup-po di tlc. L’indagine ha portato aun’ispezione e ad approfondimentianche in sede assembleare, senzaarrivare però a dimostrazioni.Fossati, che già in passato aveva so-stenuto la tesi del controllo, questavolta per mostrare che la holding

partecipata da Telefonica, Medio-banca, Intesa Sanpaolo e Generali“esercita un’influenza dominantesulle assemblee ordinarie della par-te c i p a t a ” presenta un excursus trale ultime nove assemblee, dal 2008al 2014. Dal 2011 Telco non ha piùavuto la maggioranza assoluta del

capitale presente in assemblea.“Ciò nonostante - osserva Findim -Telco ha sempre potuto influire inmodo determinante e la maggioran-za assoluta dei membri dell’o rga n ogestorio di Telecom è sempre statatratta dalla lista presentata da Tel-c o”.

Mario Greco, Colao e GhizzoniAl Colle i Cavalieri-finanzieri

LA RETE

DEGLI AMICI

I dirigenti si informavano

sulle inchieste

e sponsorizzavano

la squadra di volley

del magistrato che nel

2002 archiviò due

indagini sulla banca

Circa 250 tra lavoratori e esponenti di movi-menti antagonisti hanno bloccato per dodici

ore, tra giovedì notte e ieri mattina, i Mercati ge-nerali di Grugliasco (Torino), per protestare con-tro le condizioni di lavoro e lo sfruttamento dilavoro nero. Tutto è iniziato alle 22 di giovedì sera,quando i Sì Cobas hanno annunciato lo scioperoper manifestare solidarietà a cinque lavoratori diuna cooperativa operante ai Mercati generali, cheerano stati licenziati. Qualche ora dopo duecentolavoratori e qualche decina di autonomi hannocercato di bloccare il Caat. La polizia, che ha pre-sidiato la zona tutta la notte, è intervenuta e harisposto con lacrimogeni e cariche a lanci di sam-pietrini e bottiglie di vetro da parte dei manife-stanti. Alla fine degli scontri sono rimasti contusi 8agenti delle forze dell’ordine e tre manifestanti.Negativo anche il bilancio per i grossisti e le azien-de operanti che, per diverse ore, non sono potutientrare ai Mercati. “Sono soprattutto migranti, as-soldati tramite cooperative con metodi da capo-ralato, sottopagati e sottoposti a ricatti continui,hanno perfettamente ragione a protestare controcondizioni lavorative semplicemente indecenti”,ha spiegato Ezio Locatelli di Rifondazione Comu-nista. Previsto per lunedì un vertice con le coo-perative. Se non si raggiungerà un accordo i la-voratori proclameranno uno sciopero a oltranza.

TORINO Scontr iai Mercati generali

PRONTI

A TAGLIARE

Dopo le presunte ruberie

i dirigenti dicevano:

“L'ideale è che società

così vadano

in commissariamento,

poi il commissario

manda via i dipendenti”

il gip, non sembra preoccu-parsi: “Quelli si mandanovia”.

Nome in codice dei soldi:”ra ga zze” o “ve cc h i e”

Ecco in 127 pagine il ritrattodell’Italia delle banche, dellaLiguria del potere. Con frasiinconsapevolmente geniali,come quando Berneschi defi-nisce Menconi “testa di pera”.Come quando parla dei milio-ni come di “ragazze” e poi di“vecchie un po’ rincoglioni -te”. Come la “banda del ma-gro”. O quella breve autobio-grafia stile Blade Runner delcommercialista Andrea Val-lebuona: “Io qualche cazzati-na nella mia vita l'ho fatta...passare un confine con due-centomila... milioni in tascainfilati, io l'ho fatto, morendodi paura... ho capito che poicerte cose era meglio non far-le, però le ho imparate sullamia pelle”. O forse su quelladei dipendenti Carige.

Mario Greco Ansa

13il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4POTERI DEBOLI

Quote Bankitalia,Bruxelles dice sìal regalo alle banche

ALLA FINE Bruxelles darà il via libera alla riva-lutazione delle quote della Banca d’Italia decisodal governo Letta che porta il capitale di via Na-zionale da 156 mila euro a 7,5 miliardi, cambiandole regole per la distribuzione dei dividendi (con lebanche socie che possono sperare ora di riceverefino a 450 milioni). Antoine Colombani, portavocedel commissario alla Concorrenza Joaquin Almu-

nia, ha spiegato ieri che la Commissione “non in-ve s t i g h e r à ” sul provvedimento che era a rischio diinfrazione per i limiti agli aiuti di Stato. A marzoAlmunia aveva scritto al ministro del Tesoro PierCarlo Padoan chiedendo ulteriori informazioni, vi-sto che il provvedimento rappresentava un bene-ficio potenziale di oltre 2 miliardi per Intesa e Uni-credit. Il ministero deve essere stato convincente.

di Gianni BarbacettoMilano

Ora l’attenzione si spostasui “controllori”, che po-

trebbero non aver vigilatosull’operazione che ha portatoalla fusione tra Unipol (coope-rative “rosse”) e Fonsai (exgruppo Ligresti). Il pm dellaProcura di Milano Luigi Orsista valutando attentamente ilruolo giocato dalla Consob diGiuseppe Vegas.

SECONDO L’I P OT E S I investi -gativa, Unipol non è il “salva -tore” delle aziende decotte diSalvatore Ligresti, ma semmai il“salvato”: la fusione che ha datoorigine a UnipolSai, la secondacompagnia assicurativa italianadopo Generali, potrebbe esserestata realizzata a valori falsi, so-pravvalutando il peso di Uni-pol. Per verificarlo, la Procuradi Milano ha fatto perquisire,giovedì 22 maggio, gli uffici di

quattro manager indagati peraggiotaggio: Carlo Cimbri, am-ministratore delegato di Uni-polSai; Vanes Galanti, ex pre-sidente di Unipol Assicurazio-ni; Roberto Giay, già ammini-stratore delegato di PremafinFinanziaria; Fabio Cerchiai, expresidente di Milano Assicura-zioni. Ma è la Consob l’obiet -tivo più delicato delle perquisi-zioni realizzate dai finanzieridel Nucleo speciale di poliziavalutaria di Roma, guidati dalgenerale Giuseppe Bottillo.Secondo l’accusa, Vegas (nonindagato) potrebbe non aver vi-gilato sulla fusione, come erasuo compito istituzionale, maavere anzi ostacolato nei fatti laverifica di quanto davvero va-lesse Unipol. Innanzitutto im-pedendo che il funzionarioMarcello Minenna, a capodell’ufficio Analisi quantitativedella Consob, calcolasse il va-lore effettivo dei titoli struttu-rati in pancia a Unipol. E tenen-

banca Alberto Nagel, ma so-prattutto i comportamenti del-le autorità di controllo. Orsi hagià chiesto il rinvio a giudizio,per corruzione e calunnia, perl’ex presidente dell’Isvap Gian-carlo Giannini, che per otto an-ni – dal 2002 al 2010 – ha tenutogli occhi chiusi sulla Fonsai diLigresti. Salvo poi aprirli di col-po – nel 2012, quando ha avuto

do poi completamente all’oscu -ro delle operazioni in corso unodei commissari Consob, Mi-chele Pezzinga, che per riuscirea prendere visione del dossierUnipol ha dovuto minacciaredi denunciare il presidente Ve-gas all’autorità penale. Consob,in una nota, rivendica la corret-tezza del proprio comporta-mento e attribuisce la respon-sabilità della fissazione dei con-cambi (cioè il peso di Uniopol)alle aziende coinvolte.Così l’inchiesta, dedicata daprincipio alle gesta della fami-glia Ligresti che aveva spolpatole sue aziende, da Premafin aFonsai, è ora arrivata a lambireregisti, banchieri, controllori.Nei prossimi giorni, il pm Orsie i finanzieri del generale Bot-tillo analizzeranno, con l’aiutodi un consulente tecnico,l’enorme materiale sequestratogiovedì. Sotto attenzione sarà ilruolo giocato dal registadell’operazione, l’Ad di Medio-

chiaro che don Salvatore era fi-nito – incolpandolo ingiusta-mente di ostacoli alla vigilan-za.La Consob lavorava sull’altrofronte: far passare la fusione,anche a costo di non vedere iderivati che pesavano come za-vorra nei bilanci di Unipol. Mal’agenzia Ansa rilancia la notiziache la delibera decisiva sulla va-

lutazione dei derivati in bilan-cio a Unipol è stata adottata so-lo grazie al voto favorevole delpresidente Vegas, che vale dop-pio, mentre il commissarioPaolo Troiano si è astenuto ePezzinga ha votato contro.Il piano, messo a punto da Me-diobanca (grande creditrice siadei Ligresti, sia di Unipol), pre-vede un aumento di capitale ri-servato di Premafin, sottoscrit-to da Unipol, senza obbligo diopa sulle società sottostanti: co-sì la compagnia bolognese con-quista il controllo della holdinge, a cascata, delle vere prede,cioè Fonsai e Milano Assicura-zioni. C’era un’offerta alterna-tiva, avanzata dalla Palladio Fi-nanziaria di Roberto Meneguz-zo e da Matteo Arpe, che vole-vano comprare Fonsai (lascian-do a Mediobanca i debiti di Pre-mafin). Una Consob moltopuntigliosa frena l’operazione,che infine abortisce. Così comeil tentativo dei francesi di Grou-pama, ai quali viene detto che sevolevano Fonsai dovevano farel’opa. Unipol no: la Consob sta-bilisce, nella sua delibera del 24maggio 2012, che quella di Uni-pol è un’operazione di salvatag-gio, dunque esente da opa.L’Ivass (la nuova Autorità dicontrollo sulle assicurazioni)ratifica. Così la fusione avviene,con un lungo percorso che siconclude il 6 gennaio 2014.

UnipolSai, i pmdi Milano puntanoal capo della ConsobIL VOTO DI VEGAS DECISIVO PER DARE IL VIA LIBERA ALLAFUSIONE CON FONDIARIA. MA I NUMERI ERANO DISCUTIBILI

Con Giuseppe Vegas la Consobè un organo monocratico:comanda lui (e manca uncommissario da mesi) Ansa

di Giorgio Meletti

Il frastuono elettorale stacoprendo l'assurda vicen-

da della privatizzazione semi-clandestina dell'aeroporto diPisa. Il magnate argentino Eduardo Eurnekian,forte di ottime relazioni con il network del potererenziano e con il presidente dell'Enac (l'ente vi-gilante sul settore) Vito Riggio, ha lanciato un'of-ferta pubblica di acquisto sulla Sat, la societàquotata in Borsa che gestisce lo scalo ai piedi del-la Torre pendente, uno dei primi dieci italiani. LaSat è controllata al 57 per cento da un patto disindacato tra enti pubblici e, siccome ha i bilanciin attivo ed è considerata ben gestita, nessunoaveva mai finora sollevato il te-ma della privatizzazione.

EURNEKIAN avanza la sua of-ferta, a un prezzo che secondogli analisti finanziari è la metà diquello offerto in parallelo perl'aeroporto di Firenze, già pri-vato. Reagisce alle polemichecon un piccolo rilancio che noncambia la sostanza. Il patto disindacato che controlla Sat,presieduto dal sindaco di PisaMarco Filippeschi, all’unani -mità decide di respingere l'of-ferta al mittente. Ma il governa-tore della Toscana, Enrico Rossi, si sfila e decideper conto suo che la Regione consegnerà le sueazioni a Eurnekian. Nonostante il rischio di do-ver pagare agli altri enti – per la rottura del patto –una penale nettamente superiore all'incasso at-teso, Rossi è determinatissimo a vendere il suo 17

per cento, che, aggiunto al 27 che già Eurnekianha rastrellato tra i privati, lo porterebbe al 44 percento garantendogli di fatto il successo. Nel frat-tempo lo stesso Rossi annuncia che, al contrario,nell'offerta parallela sullo scalo di Peretola si terràstretto il suo inutile 5 per cento dell’Adf (Aero-porto di Firenze), evitando a Eurnekian una spe-sa inutile, visto che a Firenze il controllo lo ha giàpreso. Vendere un pacchetto di controllo e te-nersi un pacchettino di minoranza è uno stra-

bismo sospetto. Ma Renzi, in-tervistato da Rtv38, tv leader inToscana, ha subito dato il suoentusiastico e n d o rs e m e n t a Ros-si.

PER CAPIRE l'importanza dellaposta in gioco bisogna primadiradare la nebbia prodotta datre argomenti coloriti.1) Il primo è il timore dei po-litici pisani che dietro l’opera -zione si celi la volontà di MatteoRenzi, del suo luogotenente Da-rio Nardella e della variegatalobby cittadina che li attornia di

sviluppare lo scalo di Peretola, presiedutodall’amico del cuore del premier Marco Carrai, adanno di quello di Pisa. L’aeroporto vicino al ma-re ha un traffico più che doppio, e due piste lun-ghe anziché una sola corta, anche se per Eurne-kian (e per Rossi) le due società hanno lo stessovalore. Ma i timori dei pisani li espongono allefacili accuse di campanilismo degli amici delloscalatore.2) Il secondo è il curriculum di Eurnekian, giàprotagonista quindici anni fa di un’operazionedisastrosa per gli aeroporti milanesi di Sea, se-dotti e abbandonati per assicurarsi il controllo di14 scali argentini in via di privatizzazione. Oggi è

a processo al tribuna-le di Busto Arsizio, in-sieme al suo luogote-nente fiorentino Ro-berto Naldi, per labancarotta della com-pagnia aerea Volare.3) Il terzo è il sospettoche il pisano Rossi,avendo combattutofrontalmente, da vec-chio dalemiano qualeera, l'ascesa dell'exsindaco di Firenze,voglia conquistarebenemerenze renzia-ne e scongiurare il ri-schio, effettivamentealto, di essere rapida-mente asfaltato perdare il suo posto a ungovernatore più affi-dabile per il premier ei suoi amici, tra i qualiil fiorentino DenisVerdini.

LA VERA RAGIONE per cui toccherebbe proprioa Renzi, incline com'è a invadere competenze al-trui quando animato da idee forti, fermare lasvendita dell'aeroporto di Pisa è che la vicendadenuncia il vuoto di regole in cui galleggia il vastosistema delle aziende municipali e regionali. Dauna parte si invocano le salvifiche privatizzazio-ni, e certe volte a sproposito, dall'altra c'è la piùampia libertà per gli enti territoriali di vendere osvendere beni pubblici senza spiegare ai cittadiniperché, senza indire una gara, senza porre con-dizioni all'acquirente.Soprattutto può capitare che, con la proprietà

frazionata tra più enti, come fossero boutiquefinanziarie e non custodi della proprietà pub-blica, uno da solo possa decidere per tutti. Lacosa è tanto più grave in casi come l'aeroporto di

Pisa: un monopolionaturale, moderata-mente esposto allaconcorrenza, nelquale (come nel casodelle Poste o delleFerrovie) la ricercadel profitto dovreb-be essere temperatadalle esigenze di unservizio essenziale alpubblico, e l'espe-rienza insegna chel'azionista privatofatica a garantire ungiusto equilibrio.

NEL VUOTO di rego-le attuale può dun-que accadere che ar-rivi un signore, offrauna cifra vile perun'azienda pubblicae un ente territorialedecida di vendere al-l'impronta, senzaistruttoria e senzadiscussione pubbli-

ca. Magari perché, come nel caso di Pisa, una clas-se politica più attenta agli affari propri che al-l'interesse generale può decidere di inchinarsi alpotente o prepotente di turno per non turbare isacri equilibri politici. O le campagne elettorali.

Twitter@giorgiomeletti

Come svendere l’aeroporto di Pisaagli amici degli amici di Renzi

BENI PUBBLICI

SENZA REGOLE

L’argentino Eurnekian

offre un prezzo vile per

lo scalo. Il governatore

della Toscana decide

la cessione come se

fosse un affare privato

L’Aeroporto di Pisa Ansa

14 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

Napolitano a Romadifende l’exprocuratore Caselli

IL TERRORISMO “è un capitolo chiuso”, èstato “sconfitto con le armi della legge edella democrazia. Non può tornare, perchénon esistono i presupposti. Occorre peròprestare la massima attenzione a episodiche possono apparire sinistri, e bisogna te-nere alta la guardia”. È quanto ha dichia-rato Giorgio Napolitano, che ieri mattina

ha partecipato all’iniziativa promossa dal-la Regione Lazio “Il terrorismo spiegato aira ga zz i ”. Il capo dello Stato ha ricordato leiniziative giudiziarie del procuratore GianCarlo Caselli nei confronti di quanti si sonomacchiati di iniziative violente nell’a m b i todella protesta No Tav. “Caselli ha applicatorigorosamente la legge e dalle frange più

violente della protesta è partita una cam-pagna di pressioni e di minacce che fa ve-nire i brividi e deve metterci in guardia, per-ché in casi come questo ci si mette su unachina molto pericolosa. Non credo comun-que che possano tornare ipotesi di ideo-logie pseudo rivoluzionarie come quellache ha mosso le azioni delle Br”.

di Enrico Fierroe Lucio Musolino

Eora sul capo dell’uo -mo che fu ministrodell’Interno dellaRepubblica, pende la

mannaia di una accusa gravissi-ma: quella di aver favorito con isuoi comportamenti, la mafiapiù potente, la ’ndrangheta. LaProcura di Reggio Calabria e laDirezione nazionale antimafiatornano all’attacco dopo che ilgip ha respinto le ipotesi di ag-gravante mafiosa per Scajola. Unpersonaggio che ha “rapporti dicointeressi forti” con AmedeoMatacena, condannato in viadefinitiva per concorso esternoin associazione mafiosa. Di più,dalla voluminosa inchiesta delpm Giuseppe Lombardo emergeil ruolo di Scajola come “socioocculto di Matacena”.

UN LAVORO durissimo che harichiesto grandissima pazienzada parte del potente ligure. È il 15gennaio di quest’anno e Chiara eClaudio si fiondano a Bernareg-gio, in Brianza, senza il “fastidio”della scorta. La donna deve par-tecipare a un summit con variimprenditori, tra questi GabrieleSabatini, finito nei guai con lagiustizia per una storia di inte-stazioni fittizie di beni di un per-sonaggio che la Dia considera“soggetto mafioso”. Scajolaaspetta più di un’ora in strada,ma in una telefonata con la suasegretaria spiega il perché. “... lì èuna iniziativa con suo marito,che l’ha portata avanti lui, cheavevo seguito anch’io, se lo ri-corderà anche lei... che lei dice,io ci vado perché, se per caso an-dasse avanti e funzionasse io neavrei un vantaggio. Capito? Perquello l’ho fatto volentieri...”.L’ex ministro e l’ex parlamenta-re di Forza Italia, scrivono i pm,“condividono interessi che van-no ben oltre l’aiuto del primo afavore del secondo per ragionisquisitamente umanitarie”. Idue “risultano inseriti in un cir-

cuito criminale ben più ampio,che trova la sua chiave di letturanel ruolo di Matacena in ambito’ndranghetistico ricostruito nel-la sentenza di condanna”.

SC A J O L A sapeva tutto di Mata-cena e dei suoi guai giudiziari permafia, eppure “decide di presta-re il suo consapevole contributodiretto ad agevolarne la latitan-za”. Intrattiene rapporti econo-mici-imprenditoriali con Chia-ra Rizzo, la moglie del latitante.La signora ha anche un fratellopoliziotto fino a tre settimane fascorta del ministro GrazianoDelrio. Con lady Matacena, l’exministro “avvia nuovi progettiimprenditoriali”, infine, ed èquesto l’aspetto più allarmante,“esercita la sua influenza politica

su Silvio Berlusconi al fine di ot-tenere una candidatura alleprossime elezioni europee”. Ilprogetto fallisce e Scajola ne par-la ripetutamente con ChiaraRizzo addossando le responsa-bilità a Toti (“un cretino”) e agliultimi giapponesi che circonda-no l’ex Cavaliere, ma i “consi -gliori” della ’ndrangheta regginaun pensierino sulla necessità diavere un loro uomo a Bruxelles,lo avevano fatto.

I PM PARTONO “dai concetti af-fermati dall’avvocato Paolo Ro-meo, nella sua veste di ideologo eispiratore di molteplici condottedelittuose, nel corso del con-fronto con il suo interlocutorediretto a chiarire il ruolo di Ma-tacena”. Il “depositario di unaserie di agganci, una rete di rap-porti da utilizzare per ottenerefinanziamenti pubblici da utiliz-zare per fare l’ira di Dio”. Per laProcura di Reggio CalabriaClaudio Scajola “è membro di ri-lievo di questo network di rela-zioni”. Ma il comitato d’affari èpiù ampio, i tentacoli si estendo-no in ambienti insospettabili.Gli “invisibili”, li chiama il pro-curatore Cafiero de Raho, cheruotano attorno allo studio mi-lanese di Bruno Mafrici. Masso-ni, uomini delle istituzioni, ma-fiosi e imprenditori capaci di ri-ciclare e fare girare i soldi deiclan reggini. Mafrici è un reggi-no che si fa chiamare “avvocato”e che il pentito Nino Fiume in-dica “vicino alla cosca De Stefa-no”. Proprio intercettando Ma-frici, i pm di Reggio arrivano adAmedeo Matacena che si era ri-

volto al faccendiere per il leasingdi uno yacht. L’ex parlamentarelatitante, però, è solo uno deicontatti. La rubrica dell’“avvo -cato”, che curava gli affari dellaLega di Bossi e del suo tesoriereFrancesco Belsito, è piena di no-mi eccellenti, in via Durini 14 a

Milano, infatti, non passavanosolo gli affari della Lega ma an-che boss del calibro di PaoloMartino, “ministro del tesoro”della cosca De Stefano.

“PRENDIAMO quella societàche fa 20 milioni di utile”. Ma-frici parla con Giorgio Laurendi,socio dello studio. A un taleMassimo, invece, spiega i con-tatti con il Qatar che gli consen-tiranno di stringere rapporti conil mondo petrolifero. Il telefonodi Mafrici è dual sim e riceve an-che le telefonate di chi si vuoleraccomandare con Belsito,all’epoca in cui era sottosegreta-rio di Stato. Come due impren-ditori che gli chiedono di inter-cedere verso Belsito per averenotizie di “prima mano” su co-me comportarsi per vincere legare d’appalto per lo sviluppodel Meridione”. In ogni luogo cisono amici pronti a dare unamano. Mafrici parla con Romo-lo Girardelli, il genovese chechiamano l’“ammiraglio”.Spunta il progetto di aprire unostudio a Tirana, in Albania. “Seserve, un mio amico ti presentapolitici e generali della finanza.Ho amici a tutti i livelli”. Altamafia. Alle cure di Mafrici si eraaffidato Amedeo Matacena, ilcaro amico di Claudio Scajola.

Il due volte ministro berlusconiano Claudio Scajola, ora in carcere Ansa

PROGETTO FALLITO

Il sospetto della Dia:

le ’ndrine volevano

un referente

a Bruxelles,

ma la candidatura

non andò in porto

di Giuseppe Lo BiancoPalermo

Non c’è pace per Giovanni Falcone: nelgiorno in cui i politici si sono tenuti

alla larga dall’albero di via Notarbartolo,forse dissuasi dalle parole di suo cognatoAlfredo Morvillo (“Volete che parli? Cre-do che questa sia la solita passerella pertante persone. Sia al bunker che in chiesa”)o dai distinguo di Lucia Borsellino, figlia diPaolo (“mio padre e Giovanni non hannomai pronunciato la parola antimafia”) atrascinarlo per la giacchetta nelle polemi-che roventi sul processodella trattativa mafia Sta-to è stata la scrittriceMarcelle Padovani, checon lui nel ’91 scrisse“Cose di Cosa Nostra”.Nell’aula bunker il giudi-zio della Padovani è tran -chant: se fosse vivo Falco-ne “non resterebbe con-vinto dal protagonismodi alcuni giudici, e la suaposizione sarebbe più vi-

cina a quella del giurista Giovanni Fian-daca”, candidato alle Europee del Pd. Ementre a Trapani Antonio Ingroia avevaribadito quella che appare un’ovvietà(“L’antimafia o è intransigente o non è an-timafia”) la volata elettorale tirata dalla Pa-dovani nel giorno della commemorazionedi Capaci non è piaciuta al procuratore ag-giunto Vittorio Teresi, che andando viadall’aula bunker ha replicato: “Non ha ildiritto di tranciare questi giudizi. Avrebbedovuto leggere gli atti del processo e nonsolo il libro di Fiandaca. È grave che espri-ma le sue valutazioni mentre c’è un dibat-

timento in corso. Finiscecosì per presentare comel’unica verità alternativaquel libro che peraltroutilizza degli atti proces-suali solo di una quindi-cina di pagine”. Scintilleche hanno arroventato ilclima di una commemo-razione nervosa, che hasegnato il livello di gradi-mento più basso della pa-rola “antimafia”, sempre

più spesso usata e abusata per passerellemediatiche di nessun valore positivo sim-bolico, didattico o formativo. Se n’è accor-to anche don Ciotti, che sbarcando dalla“Nave della legalità” che ha portato cen-tinaia di ragazzi a Palermo ha tuonato: “Bi -sogna smettere di parlare di antimafia per-ché a parole tutti sono contro la mafia, maessere contro la mafia dovrebbe essere unfatto di coscienza non una carta d’identità.Bisogna parlare di responsabilità, di per-sone che non si commuovono solo ma chesi muovono di più insieme”. E insieme, al-lo scoccare delle 17.56 tra le migliaia dipersone assiepate davanti l’albero Falconeper ricordare Capaci c’era soltanto un uo-mo politico, Fabrizio Ferrandelli, deputa-to regionale del Pd. Spariti, come volati-lizzati, tutti gli altri: a due giorni dal votoeuropeo fare campagna elettorale sullapelle di Falcone, della moglie FrancescaMorvillo, e dei tre agenti di scorta dev’es -sere sembrato eccessivo perfino ai tantiche negli anni scorsi non si sono fatti al-cuno scrupolo di utilizzare come passerel-la quel luogo. Ieri Gianni Morandi ha can-tato “C’era un ragazzo che come me...”.

“ECCO PERCHÉCLAUDIO SCAJOLAÈ UN MAFIOSO”I PM NEL RICORSO SULL’AGGRAVANTE NEGATA DAL GIP:”L’EX MINISTRO NON HA AGITO SOLO PER MOTIVI UMANITARI,MA LO HA FATTO PERCHÉ È SOCIO OCCULTO DI MATACENA”

M A L I TA L I A

Pecoraro: “Mai dettoche Biagi si facevale telefonate da solo”di Marco Lillo

Tante conferme e una mez-za smentita alle parole di

Luciano Zocchi dalle audizio-ni dei testimoni in Procura aBologna sulla mancata prote-zione del giuslavorista MarcoBiagi, ucciso il 19 marzo 2002dalle Br. Il prefetto di RomaGiuseppe Pecoraro, tirato inballo dall’ex segretario parti-colare di Scajola, è stato sentitoun mese fa dal pm AntonelloGustapane nell’ambito dell'in-dagine per omicidio per omis-sione. Pecoraro ha negato diavere detto a Zocchi che Biagi“si faceva le telefonate di mi-naccia da solo”. Gustapane hariaperto l’indagine 12 anni do-po la prima archiviazione par-tendo dalle lettere trovate a ca-sa dell’ex segretario di Scajola.

LE DUE “carte nuove” trovatesolo nel 2013 durante una per-quisizione sono quelle pubbli-cate in esclusiva dal Fa t to gio -vedì scorso. Sono state scritteda Zocchi il 15 marzo alle 11 dimattina e consegnate alla se-gretaria di Scajola, secondo latestimonianza del suo ex brac-cio destro, poco dopo. Quattro

giorni prima della morte diBiagi, Zocchi aveva ricevutodue telefonate: da Enrica Gior-getti, moglie dell’allora sottose-gretario al lavoro MaurizioSacconi e da Stefano Parisi, di-rettore di Confindustria. En-trambi chiedevano una scortaper Biagi. Scajola le lesse, se-condo Zocchi, ma ignorò l’al -larme. Non solo: Zocchi haspiegato che il 15 marzo, mo-strò le lettere inviate a Scajolaanche a Giuseppe Procaccini(allora vicecapo della Polizia) eal capo della segreteria del Di-partimento, Giuseppe Pecora-ro. Giorgetti e Procaccini han-no confermato il racconto diZocchi mentre Pecoraro haconfermato che Zocchi andòda Procaccini e che questi lo gi-rò a lui. A quel punto però ilracconto diverge. SecondoZocchi, l’attuale prefetto di Ro-ma avrebbe commentato:“Questo Biagi è quello che si fale telefonate da solo”. Pecoraroha negato aggiungendo chenon conosceva la storia delle te-lefonate. Poi ha spiegato di ave-re girato l’allarme a chi di do-vere: l’Ucigos diretta allora dalprefetto Carlo De Stefano, giàindagato e archiviato nel 2002.

La scena dell’omicidio di Marco Biagi, 19 marzo 2002 Ansa

Falcone e l’antimafia, è polemicaE la Padovani attacca sulla trattativa

22 ANNI DALLA MORTE

IL RICORDOLa nave della legalità Ansa

15il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

Le telefonate:“Freddo non ha, glistanno sopra in due”

“CI SIAMO svegliati, si sentiva urlare dellepersone che chiedevano aiuto”. “L’abbiamotrovato, è uno ubriaco, a petto nudo, che spac-cava macchine”. “Freddo non gli prende perchéha due carabinieri sopra”: sul sito di Repub-blica sono state pubblicate ieri le telefonatedella concitata notte del 2 marzo, quando aBorgo San Frediano Riccardo Magherini veniva

fermato dai carabinieri e moriva poco dopo.Sono le chiamate dei cittadini allarmati al 118,ma anche le conversazioni tra carabinieri e po-lizia, o quelle tra i militari e i sanitari. Dall’audioemerge che alcuni fiorentini avevano compre-so esattamente la gravità della situazione,mentre il tono delle forze dell’ordine continuaad essere rilassato e tranquillo.

M A L I TA L I A

di Silvia D’Onghia

Meccanismo com-plesso di tipo tos-sico, disfunzio-nale cardiaco e

asfittico”. Eccole qui, le causedella morte di Riccardo Ma-gherini, l’ex promessa dellegiovanili della Fiorentina il cuicuore si è fermato la notte tra il2 e il 3 marzo scorsi duranteun fermo da parte dei carabi-nieri. Che risultano iscritti nelregistro degli indagati – accu-sati di omicidio preterinten-zionale – insieme con cinqueoperatori e due centralinistidel 118 – per loro l’accusa è diomicidio colposo –. Le causedella sua morte sono espostenel verbale redatto al terminedella riunione, avvenuta duegiorni fa, tra i consulenti tec-nici del pubblico ministero,della difesa e dalla famiglia.Incredibilmente, tutti d’accor-do: “Le parti si sono dichiarateconcordi senza che allo statofossero da richiedersi accerta-menti e approfondimenti”, silegge nel documento che lastessa famiglia Magherini havoluto diffondere. Ma questo,lungi dal voler mettere la pa-rola ‘fine’ alle ipotesi di unabuso di forza da parte dei mi-litari – come sostenuto, vedre-mo, dalla difesa – apre nuoviscenari proprio per i familia-ri.Riccardo faceva uso di cocai-na, “da cinque mesi” spiega il

fratello Andrea sulla paginaFacebook “Gli amici del Ma-ghero”. L’esame tossicologicone ha evidenziato infatti lapresenza insieme con la ben-zoilecgonina. “Dovrei esserefelice che Ricky stava smetten-do con quella merda di roba”,ha scritto ancora Andrea.

DURANTE la riunione “sonostati illustrati iconografica-mente i diversi reperti deri-vanti dall’esame esterno delcadavere e dalla autopsia. Si èpoi proceduto alla osservazio-ne dei preparati istologici”.Quella che segue è una lista diedemi ed emorragie, messe ne-ro su bianco dai periti e sot-toscritte da tutti i consulenti:encefalo, cuore, polmone, fe-gato. E poi quella “frattura co-stale con aspetti di vitalità”,che tradotto dal gergo medi-co-legale significa che la costo-la si è rotta quando il ragazzoera ancora vivo. “È riconduci-bile alla rianimazione”, spiegaal Fa t to l’avvocato dei carabi-nieri indagati, Francesco Ma-resca, che è categorico: “Biso -gna smetterla di parlare di pe-staggio. Sono stati esclusi segnidi traumatismi derivanti da le-sioni. Gli ematomi non sonoriconducibili alla condotta deimilitari. Non dimentichiamo-ci che lui aveva sbattuto forte ilviso contro una vetrina, per-ché era fuori di testa”.Infatti non è la frattura il puntosu cui si giocherà la partita, è la

parola “asfissia” che apre le di-verse interpretazioni peritali.“La difficoltà respiratoria – an -cora Maresca – può essere col-legata sia all’assunzione di co-caina sia a una compressioneprolungata da parte dei cara-binieri. Vedremo se questopuò aver influito, rimane solo

questo piccolo spazio di di-scussione”.Di tutt’altro parere Fabio An-selmo, l’avvocato della fami-glia Magherini: “È un verbalein cui sono stati riconosciuti itraumatismi – replica al Fa t to–. Lo schiacciamento della te-sta a terra cos’è, se non un trau-ma? È una carezza? E poi nonci limiteremo alle perizie: ci so-no i testimoni che dicono che icarabinieri hanno preso a calciRiccardo mentre lo tenevanobloccato a terra. Io dedico que-sto verbale a coloro che hannosostenuto fin dal primo mo-mento che l’unico responsabi-le della morte di Riccardo fosselui stesso. A questo punto dob-biamo avere un processo”.Le immagini di quegli ultimisecondi di vita sono terribili:

Magherini, 40 anni e un figliodi due, chiede aiuto, urla “stomorendo”, “non ammazzate-mi, ho un bambino piccolo”. Èagitato, in preda al panico. So-no più persone a riprenderecol telefonino quell’arresto,una di loro – si sente nel video– afferma: “Lo prendono a cal-

ci”. In faccia, ha riferito unatestimone. Un ginocchio pian-tato sul collo, secondo un altro.Il 118 arriva una prima voltasenza medico a bordo, e l’uo -mo viene lasciato ammanetta-to a terra, con la pancia sco-perta sull’asfalto. La secondaambulanza arriva 15 minutidopo la prima ed è allora cheviene avviata la manovra dirianimazione (quella che gliavrebbe rotto la costola).Troppo tardi. Riccardo non cela fa. “Questo verbale dimostraquello che già sapevamo –spiega suo fratello Andrea –:Riccardo ha sofferto come uncane. L’avvocato Maresca siassume la responsabilità diquello che dice, escludendo lepercosse. Mio fratello è mortodi tortura”.

Morte per asfissia: periticoncordi su MagheriniL’UOMO HA PERSO LA VITA DURANTE UN FERMO DEI CARABINIERI A FIRENZELA DIFESA ESCLUDE LE PERCOSSE, MA LA FAMIGLIA REPLICA: “È STATA TORTURA”

di Salvatore Cannavò

Arischiarare i giorni bui dell’Ilva di Tarantosembrano esserci solo le sentenze. In grado

di chiarire cosa è stata la fabbrica e di fare giu-stizia. Ieri è giunta quella, in primo grado, relativaalle morti causate dall’amianto sia durante il pe-riodo gestito dall’Italsider che quello dell’Ilva. Ilgiudice monocratico ha effettuato 27 condannecomminando il massimo della pena, 9 anni e mez-zo, all’ex direttore dell’Italsider Sergio Noce. Hainvece avuto 8 anni di reclusione Giorgio Zappa,ex direttore generale di Finmeccanica, mentre èstato dichiarato il non doversi procedere per l’expatron, Emilio Riva. Suo figlio Fabio, e l’ex di-rettore dello stabilimento di Taranto, Luigi Ca-pogrosso sono stati condannati a 6 anni. L’unicopolitico a salutare la sentenza positivamente è sta-to il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che ierisera ha chiuso, non casualmente, la campagnaelettorale al quartiere Tamburi di Taranto. Tra icondannati, a otto anni, c’è però anche Piero Nar-di, all’epoca dirigente Italsider e oggi commissa-rio straordinario della Lucchini di Piombino, do-ve qualche giorno fa è stato chiuso l’altoforno. Edè Nardi che funge da trait d’union tra le sentenze e irapporti burrascosi ormai esistenti tra la famigliaRiva e il commissario governativo Enrico Bondi.Ieri mattina, infatti, si è svolto un incontro in cui il

Commissario dell’Ilva ha illu-strato agli attuali proprietari ilnuovo piano industriale. Incon-tro che sembra essere finito ma-le: “Daremo le nostre rispostelunedì” ha detto Claudio Riva.La tensione riguarda il futurodello stabilimento che perde cir-ca 70 milioni al mese e in cui si vaavanti con i contratti di solida-rietà. Secondo fonti sindacali,sembra anche che l’azienda nonsia in grado di effettuare i dovutiversamenti Inps e di pagare ifornitori.

ENRICO BONDI era stato chiamato all’Ilva per isuoi legami con il mondo bancario, ma si è via viadistanziato dalla famiglia Riva fino a quando il pia-no di risanamento ambientale approvato dal go-verno lo scorso mese gli ha imposto un nuovo pia-no industriale nel quale è previsto un aumento dicapitale di 1,8 miliardi.La ricapitalizzazione dell’azienda significherebbeo un maggior impegno o la diluizione della pro-prietà dei Riva che, però, non hanno alcuna in-tenzione di abbandonare quella che per anni è sta-ta una gallina dalle uova d’oro. Il problema è esplo-so soprattutto quando Bondi ha ipotizzato l’idea

che per sostenere l’aumento di capitale si potes-sero utilizzare i fondi sequestrati alla famiglia dallaprocura di Milano, circa 1,9 miliardi, ipotesi che èstata vista quasi come un “esproprio”.Il vero fatto nuovo è la poderosa discesa in campodi tutta l’acciaieria italiana a difesa dei Riva controBondi. È avvenuto a inizio di settimana in occa-sione dell’assemblea annuale di Federacciai dove ilpresidente, Antonio Gozzi, si è scagliato dura-mente contro Bondi accusato di “proporre impro-babili piani industriali” e di portare l’Ilva “al col-lasso” e chiedendo al governo di “voltare pagina”.Gli industriali dell’acciaio, quindi, hanno fattoquadrato attorno a uno di loro, difendendone i“legittimi interessi proprietari”. Si farebbe strada

Enrico Bondi La Pre ss e

Amianto, 27 condanne per l’acciaio dell’I l vaDURA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TARANTO. I SIGNORI DELLA SIDERURGIA IN SOCCORSO DEI RIVA STRINGONO D’ASSEDIO BONDI

l’ipotesi di una cordata, comprensiva di italianicome Arvedi, Duferco e Marcegaglia ma anchedegli indiani della Mittel, che affianchi i Riva. Mala condizione posta a Renzi è che Bondi sia fattofuori (il suo mandato scade il 4 giugno). Sembrache nei giorni scorsi ci siano state numerose pres-sioni sul ministro dello Sviluppo economico, Fe-derica Guidi, per fare spazio a un altro commis-sario.

E QUI ENTRA IN SCENA NARDI. Il suo curricu-lum nel mondo dell’acciaio è di tutto rispetto e,secondo gli ambienti sindacali, anche i suoi rap-porti con i signori dell’acciaio. Piero Nardi vantaanche ottimi rapporti con gli uomini che, al mi-nistero dello Sviluppo economico hanno finoragestito l’acciaio, come il viceministro Claudio DeVincenti. Ma la sua condanna in primo grado do-vrebbe costituire un impedimento alla nomina acommissario Ilva anche se in Italia non è mai det-to. A esprimere grande preoccupazione per quan-to accade a Taranto, e non solo, ieri sono stateFiom, Fim e Uilm che, unitariamente, hanno te-nuto un convegno nazionale e licenziato un do-cumento comune. La richiesta a Renzi e al governoè di dotarsi di una strategia istituendo un Tavoloper la siderurgia. Maurizio Landini (Fiom) chiedeun “intervento transitorio” dello Stato per soste-nere, di fatto, un’Ilva senza più i Riva.

FINE DI UN’EPOCA

Da Arvedi a Duferco

a Marcegaglia,

i gruppi concorrenti

premono sul governo

per ipotecare il futuro

dello stabilimento

IL VERBALE

Faceva uso di cocaina,

ma la mancanza d’aria

che ha contribuito

al decesso

può essere attribuita

anche alla compressione

LE TESTIMONIANZE

Fondamentali sono

i video girati

col telefonino da molte

persone, che raccontano

di “calci in faccia”

o “ginocchia sul collo”

Riccardo Magherini, 40 anni, era stato una promessa delle giovanili della Fiorentina. A destra, un’immagine del cadavere Ansa

16 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Marco Politi

Senza protezione France-sco arriva stamane in

Terrasanta. Ha rifiutato pa-pamobile e auto blindate.Negli spostamenti tra la follauserà una jeep scoperta. Co-mincia così – disarmato – unviaggio difficile. Perché nellaregione mediorientale, doveil conflitto siriano divampaancora, il terrorismo jihadi-sta è più vitale che mai e inIsraele sono sorti gruppifondamentalisti estrema-mente aggressivi per i qualilo scrittore Amos Oz ha tro-

vato l’eloquente definizionedi “neonazisti ebrei”, tale è illoro delirio di supremaziache li ha portati nelle setti-mane passate a imbrattare discritte violente i muri di ca-se, chiese e moschee. Si ag-giungano i siti “cristiani”,che ovunque vomitano in-sulti contro il pontefice ar-gentino, il quadro è comple-to.Francesco è il quarto papache arriva in Giordania,Israele e Palestina. DopoPaolo VI, Giovanni Paolo IIe Benedetto XVI. I luoghi so-no gli stessi – Amman, Ge-

rusalemme, Betlemme – maogni volta gli accenti sonodiversi. Questa visita portanel programma un dettagliorilevante. Oltre ai reali diGiordania e il presidente e ilpremier israeliani, il Paparenderà visita al “presidentedello Stato di Palestina”. È ilsegno della svolta realizzata-si rispetto all’ultima visita diun papa.

I PALESTINESI sono ricono-sciuti dal Vaticano e dallagrande maggioranza dellenazioni del mondo comeStato. Un paese occupato,ma uno Stato. Alla luce delfallimento cui il governoisraeliano (anche per il suorifiuto di porre le frontieredel 1967 come base di unonesto negoziato) ha portatole trattative iniziate sotto laspinta degli Usa, il dettagliodel protocollo vaticano sem-bra inverare la profezia delsegretario di Stato america-no John Kerry secondo cuil’intransigenza di Netanyahugradualmente porterà Israeleall’isolamento.Francesco non vuole dare alviaggio un segno prevalente-mente politico. Gli incontriistituzionali, che avrà, sonodovuti e il Papa coglierà l’oc -casione di illustrare la posi-zione della Santa Sede in fa-vore di una pacifica convi-venza tra stato palestinese estato israeliano.Ma l’obiettivo del pellegri-naggio è di riprendere il dia-logo ecumenico, commemo-rando lo storico incontro traPaolo VI e il patriarca ecu-

menico Atenagora nel 1964,che l’anno seguente portò al-la cancellazione delle reci-proche scomuniche del 1054.Una tappa fondamentale delmovimento ecumenico, ali-mentato dal concilio Vatica-no II. Francesco e il patriarcaecumenico di Costantinopo-li, Bartolomeo I, intendonorilanciare l’avvicinamentotra Chiesa cattolica e Chieseortodosse. Nel marzo 2013Bartolomeo I è stato il primopatriarca ecumenico ad assi-stere all’inaugurazione di unpontificato. Adesso spiegaall’agenzia religiosa Asia Ne-ws che “servono risposte co-muni per le sfide e le tragedieche colpiscono tutto il mon-do cristiano, senza distinzio-ne confessionale”. Francescovedrà Bartolomeo quattrovolte durante la sua sosta aGerusalemme. Prima a quat-tr’occhi, poi pregheranno in-sieme al Santo Sepolcro,quindi ceneranno con tutti ipatriarchi delle varie confes-sioni cristiane e infine i dueleader religiosi si incontre-ranno un’ultima volta pressola Chiesa ortodossa “Viri Ga-lileai” lunedì.L’intensità di incontri rivelala comune volontà di com-piere passi avanti in direzio-ne di un futuro legame ecu-menico tra le due Chiese. Tral’altro, dopo decenni di dif-ficoltà interne, il mondo or-todosso si sta impegnandonella preparazione di unconcilio panortodosso (datenersi forse nel 2016). Do-vrebbe essere l’occasione diun “aggiornamento” del

mondo ortodosso così comefu per i cattolici con il Va-ticano II.Francesco renderà visita an-che ai due Gran Rabbinid’Israele e al Gran Muftì diGerusalemme, ma dall’Ar -gentina si porta con sé dueamici personali: il rabbinoAbraham Skorka e l’espo -nente musulmano Omar Ab-boud, ex segretario del Cen-tro islamico di Buenos Aires.Quasi a dimostrare che luipratica il dialogo interreli-gioso da decenni, ben primadi essere eletto.

MA ANCHE per stemperarele istanze politiche di parte,che i suoi interlocutori po-trebbero avanzare. A Geru-salemme il Papa si recheràanche a rendere omaggio allatomba di Theodor Herzl, ilfondatore lungimirante delmovimento sionista che allafine ha riportato gli ebrei alla

loro patria dopo il drammadella Shoah. Un gesto di par-ticolare sensibilità da partedel pontefice argentino. Nul-la di nuovo, invece, sul pianodei rapporti bilaterali traSanta Sede e Israele. Si atten-de qualche proposta per l’usodel Cenacolo, l’edifico me-dievale dell’ultima Cena. Mail rabbino di Roma Di Segniavverte che la questione èmolto complessa. Ancoraniente di fatto sull’accordofiscale e sugli enti giuridicicattolici, a cui Israele si eraimpegnato nel 1993. “Mancapoco”, dicono i ben informa-ti. In realtà, “manca poco” daanni e anni. Nel tirare in lun-go con vari pretesti la con-troparte israeliana è imbat-tibile. Francesco, tuttavia,notoriamente è poco appas-sionato a questioni del gene-re. Lui cerca il contatto con ipopoli e i (variamente) cre-denti.

di Stefano Citati

Vent’anni dopo tornala prima verità.Quella che avevanoscritto i servizi se-

greti. Il 20 marzo del 1994 IlariaAlpi e Miran Hrovatin furonouccisi a Mogadisico per il traf-fico d’armi tra l’Italia e la Soma-lia. Semplice e chiaro a leggerele carte desecretate - dopo l’an -nuncio di qualche settimana fadel premier Renzi - del Sisde.L’indiziato numero uno dellaragione della morte della gior-nalista del Tg 3 e del suo opera-tore, fa capolino fin da subito,meno di 2 mesi dopo l’esecuzio -ne nelle polverose strade dellacapitale somala. A metterel’ipotesi nero su bianco è il ser-vizio segreto interno. Che inun’informativa riservata delmaggio ‘94 suggerisce anche inomi di 4 possibili mandanti.Tutti somali. Non solo. Le fonti

del Sisde puntano subito il ditocontro la cooperativa italo-so-mala Somalfish, sui cui pesche-recci sarebbero transitate le ar-mi (a lungo si è ipotizzato e ri-ferito di fusti di rifiuti tossici dainterrare o scaricare in fondo almare, ndr) arrivate al porto diBosaso, nel nord dell’ex coloniaitaliana.

IN QUELL'INFORMATIVA - tra-smessa pochi mesi dopo, tra glialtri, al ministero dell’Interno ealla Procura di Roma - il Sisdeindica, sulla base di non meglioprecisate “fonti fiduciarie”, 4somali come “probabili man-danti” dell’omicidio: il colon-nello Mohamed Sheikh Osman(trafficante d’armi del clan Mu-rasade), Said Omar Mugne(amministratore della Somalfi-sh e uomo di collegamento deldittatore Siad Barre in Italia),Mohamed Ali Abukar eMohmaed Samatar. Fatale, per i

due reporter, sarebbe stato ilviaggio al porto di Bosaso, dovesarebbero saliti a bordo dellamotonave ‘21 ottobre’, vascellodella Somalfish, e avrebbero do-cumentato una partita d’armimarchiata ‘Cccp’, ovvero Unio-ne sovietica.Tra gli incartamenti desecretatianche la nota del Sisde, sempre‘94 e la cui esistenza è già emersanel corso dei processi, in cui siindicavano come “mandanti o

Alpi e Hrovatin, la veritàdelle armi 20 anni dopoI GIORNALISTI FURONO UCCISI PER L’INCHIESTA SUL TRAFFICO TRA ITALIA E SOMALIA. IL SISDE LOSCRISSE 2 MESI DOPO L’OMICIDIO A MOGADISCIO NELLE INFORMATIVE DEL 1994, ORA DESECRETATE

ALTRI MONDI

mediatori tra mandanti ed ese-cutori del duplice omicidio”, ilfaccendiere Giancarlo Maroc-chino (uno dei primi ad arrivaresul luogo dell’esecuzione) edEnnio Sommavilla, altro conna-zionale ben introdotto in Soma-lia.L’informativa, però, all’epocaviene girata al Sismi (e solo alSismi), il servizio segreto ester-no. Come si evince da un me-

morandum compilato dal Sisdenel 2002 per il Copaco, il Sismidi fatto stoppa i cugini smenten-do la veridicità delle affermazio-ni. E qui il filo rosso s’interrom -pe. Fino al novembre ‘97 quan-do, attraverso il Cesis, la notaviene infine inoltrata alla procu-ra di Torre Annunziata,nell’ambito del processo penale‘Cheque to Cheque’.Poco prima, a fine '96, spunta

un’altra informativa, stavoltadel Sismi, nella quale si sottoli-nea che, secondo ambientidell’Olp, il mandante del dop-pio omicidio sarebbe stato il ge-nerale Aidid, signore della guer-ra, utilizzatore finale del trafficod’armi, poi ‘stornato’ in Yemen(dove si rifugiò poi Mugne) per ireduci afgani. Marocchino sa-rebbe stato implicato nel traffi-co, usando per lo scopo navidella cooperazione Italia-So-malia. L’imprenditore ha sem-pre negato ogni addebito e iprocessi non lo hanno toccato eanzi è stato parte offesa per ca-lunnia.

Thailandia, Shinawatra arrestata

IL COLPO DI MANO DELLA GIUNTA MILITAREL’ex premier thailandese Yingluck Shinawatra è stataarrestata dai militari che controllano il Paese. Secondoun portavoce, sarà trattenuta solo qualche giorno Ansa

Il Papa tra gli eterni litiganti del Medio OrienteSENZA PAPAMOBILE O AUTO BLINDATE IL PROTOCOLLO DI FRANCESCO DARÀ STESSA IMPORTANZA A PALESTINESI E ISRAELIANI

AIDID & CO.

I servizi segreti

individuarono anche i

responsabili, a iniziare

dal ‘signore della

g u e r ra ’. Poi due decenni

di ipotesi e depistaggi

Pianeta terra

AFGHANISTAN WIKILEAKS: “È PAESE X DEL DATAGATE”Secondo Wikileaks, la Nsa ha registrato e archiviato “quasi tutte”le telefonate in Afghanistan, sia interne che internazionali. Sareb-be quindi questo il 2° “Paese X”, oltre alle Bahamas, su cui è statotestato il più ambizioso programma di controllo elettronico. La Pre ss e

USA OBAMA DÀ UN MINISTERO A CASTROBarack Obama ha nominato Julian Castro,attuale sindaco di San Antonio, in California,nuovo ministro per la Casa e lo sviluppo urba-nistico. Il politico ispanico è dato come grandefavorito per formare il ticket elettorale peril 2016, in coppia con Hillary Clinton. La Pre ss e

Il centro di controllo delle telecamere a Gerusalemme Ansa

20 MARZO 1994Il corpo della 32enne giornalistaIlaria Alpi e quello diMila Hrovatin dopo l’esecuzionea Mogadiscio del 20 marzo 1994Ansa

17il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

L’uccisione di un nu-mero imprecisato(tra i 14 e i 20, a se-conda delle fonti)

di soldati lealisti a uncheck-point nella regione di Do-netsk non è soltanto un esempiodell’escalation di violenza cheda settimane sta sconvolgendole regioni orientali dell’Ucraina.È qualcosa di più, il segnale diun Paese completamente fuoricontrollo. L’attacco si sarebbeverificato giovedì mattina all’al -ba, quando un gruppo di mili-ziani armati avrebbe fatto stra-ge dei paramilitari lealisti, ma èstata diffusa dal ministero dellaDifesa di Kiev solo nella giorna-ta di ieri. Eppure sarebbe avve-nuto alle porte di Volnovakha,una citta di oltre 20 mila abitan-ti. Anche ieri a est non sono

mancati gli scontri. In giornatatre uomini, non è chiaro di chefazione, sono stati trovati mortia 20 chilometri da Donetsk,mentre in serata un leader se-paratista è stato ucciso da uncommando in un blitz in unedificio governativo.

QUESTO È IL CLIMA in cui si vo-terà domenica, quando gliucraini saranno chiamati a sce-gliere tra il favorito Petro Poro-shenko – imprenditore del cioc-colato ed ex ministro di Yanu-kovich – e la pasionaria Iulia Ti-moshenko, la cui strategia elet-torale è stata finora provare a in-nalzare il livello dello scontrocon Mosca, promettendo l’ade -sione di Kiev alla Nato. Nelle re-gioni dove gli insorti hanno di-chiarato l’indipendenza,

Luhansk e Donetsk, si susseguo-no i sequestri lampo dei membridei comitati elettorali e il timoreche le milizie filorusse possanoorganizzare dei blitz per inter-rompere gli scrutini appare fon-dato. Almeno a livello interna-zionale però la tensione stascendendo. Per la prima volta,

STRAGI E PROVOCAZIONI,L’UCRAINA VOTA CON L’ELMETTOPUTIN: “RICONOSCEREMO IL VOTO, MA È GUERRA CIVILE”. DECINE DI VITTIME(SENZA CONFERME) NEGLI ULTIMI DUE GIORNI TRA FILO-RUSSI ED ESERCITO DI KIEV

ALTRI MONDI

Bombe elettorali in Siria: 22 morti

ATTACCO DEI RIBELLI A UN RADUNO PRO ASSADVentidue persone sono rimaste uccise a Deraa, nel Suddella Siria, in seguito a un bombardamento dei ribelli suun raduno di sostenitori del presidente Bashar al-Assad,in vista delle elezioni del 3 giugno. Il segretario Onu,Ban Ki-moon, ha condannato l’attacco La Pre ss e

ieri Vladimir Putin ha promessoche “rispetterà la volontà del po-polo ucraino, anche se – ha ag-giunto – è in corso una guerracivile senza quartiere”. Anchedalla Nato arriva qualche segna-le di distensione. Giovedì il se-gretario generale, Anders FoghRasmussen, ha riconosciuto chec’è stata “un’attività limitata ditruppe russe presso la frontieraucraina. Questo potrebbe signi-ficare l’avvio di un ritiro, anchese é presto per dirlo”.Il braccio di ferro diplomaticonon ferma però gli affari tra Mo-sca e l’Occidente, o almeno unaparte: ieri i francesi di Total han-no siglato un accordo con la rus-sa Lukoil per l’esplorazione diun giacimento di shale gas in Si-beria.

Al. Sch.

USA/2 BEZOS PEGGIOR DATORE AL MONDOJeff Bezos, il boss di A m a zo n , è il peggior datoredi lavoro al mondo. Lo hanno stabilito gli oltre 20mila sindacalisti che hanno votato per il primoreferendum del genere, organizzato in occasionedel congresso mondiale dei sindacati (Ituc-Csi)che si è concluso ieri a Berlino. Ansa

USA/3 EX CAPO CIA PASSA AI BOY SCOUTRobert Gates, ex capo di Cia e Segretario di Sta-to, è stato eletto presidente dei Boy Scout ofA m e r i ca . Dallo scorso anno, gli scout ammetto-no ragazzi omosessuali: Gates è stato tra gli ar-tefici del “don’t ask don’t tell”, la norma che haaperto le porte dell’esercito ai gay. La Pre ss e

Miliziano ucciso a Donetsk Ansa

18 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

GIRO D’ITALIA, TAPPA A CANOLAURAN RESTA IN MAGLIA ROSAMarco Canola ha vinto la tredicesimatappa del Giro d’Italia, la Fossano-Rivarolo Canavese. Il colombianoRigoberto Uran conserva la maglia rosa

BENATIA SPAVENTA LA ROMA:“RIFLETTERÒ SULLE OFFERTE”“Ho parlato con i dirigenti, ma non credoandrà a buon fine”. Mehdi Benatiaspaventa la Roma: “Barcellona, Bayern,Manchester City sono il sogno di chiunque”

PAPARESTA HA FIRMATO:LA BARI È STATA COMPRATAÈ nata la F.C. Bari 1908: l’arbitro GianlucaPaparesta ha firmato ieri il contratto diacquisizione del club. “Soci possono arrivareda paesi lontani, ma anche da forze locali”

di Elisabetta Ambrosi

Chissà se quei cinque sparuti lettori chel’altro giorno hanno acquistato l’au-tobiografia di Walter Mazzarri nelmegastore di piazza del Duomo a Mi-lano si sono resi conto di entrare a farparte, attraverso quel gesto, di un eli-tarissimo club. Perché, a cinque mesidalla pubblicazione, pare che il librodell’allenatore dell’Inter – dall’ormaiprofetico titolo Il meglio deve ancora ve-n i re (Rizzoli) – abbia venduto nell’in-tero stivale un paio di migliaia di co-pie.

D’ALTRA PARTE il mister può con-solarsi: anche i suoi colleghi A n to n i oCo n te e Rudi Garcia sono andati cosìcosì (ma non così male: almeno diecivolte tanto per Conte autore di Te s ta ,cuore e Gambe e Garcia è apparso an-che in classifica). Anzi, la notizia è che,mentre le magliette coi numeri deicentrocampisti preferiti vanno a ruba,i libri dei calciatori vendono meno diquanto sembra. Perché anche quandoentrano in classifica i numeri restanosempre lontani anni luce dal thriller disuccesso: per dare un’idea, l’annoscorso il libro best seller dei calciatoriè stato quello di Andrea Pirlo, Pe n s oquindi gioco (Mondadori) che ha ven-

duto 50.000 copie, con-tro le 600.000 di DanBrown.Come per tutte le leggi,però, anche questa ha lesue eccezioni. Tre, inparticolare, tutte soprale centomila copie: il li-bro di Roberto Baggio,Una porta nel cielo uscitodopo il mondiale per Li-mina (su Amazon vienevenduto usato a 1.800euro); quello di Ales -sandro Del Piero, Gio -chiamo ancora (Monda -dori) e l’autobiografia diZlatan Ibrahimovic, I o,I b ra , che Rizzoli ha ac-quistato a suon di soldo-ni dall’editore svedese.E poi c’è il caso memo-rabile del Francesco Tot-ti barzellettiere, che hasuperato il milione dicopie, dove a essere vin-cente, però, è stata laTotti-filosofia più che la Totti-auto-biografia.L’altro pezzo di storia, invece, è quelladei flop, solo in apparenza inspiega-bili. Il più clamoroso? Quello di Fa b i oC a n n ava ro (La mia storia) l’uomo chetutte le donne sognavano nel proprioletto ma non nella loro libreria: ap-pena 7.000 copie. Poi quello del Pal-lone d’oro Pavel Nedved, La mia vitanormale (Add) e, a ben guardare, an-che quello di Gigi Buffon, Numero 1,uscito quattro anni fa. Non proprioun flop, anche se per l’altro uomo sim-bolo della Juventus 50.000 copie –quando il mercato era molto più forte

di oggi – proprio un successone nonsono.La spiegazione è presto fatta: chi guar-da il calcio può acquistare le partitema difficilmente comprerà un libro,almeno in Italia, mentre all’estero glisportivi sono più spesso lettori (il li-bro di Pirlo, I think therefore I play, havenduto in Inghilterra 35.000 copie inuna settimana. Al contrario, quellodell’ex allenatore del Manchester A l exFe r g u s o n , un successo in patria, da noisi è attestato sulle diecimila copie).Per convincere il “medioman” italia -no il giocatore in questione deve in-carnare una bandiera. Come l’ex ca-

pitano della Juventus, rimasto anchesotto Calciopoli, o quando Capelloaveva smesso di farlo giocare. O comecapitan Xavier Zanetti, che con la suavita raccontata a Gianni Riotta è ar-rivato a circa 80.000 copie. In assenzadi queste condizioni, è difficile far tor-nare i conti.

MA PERCHÉ allora gli editori corteg-giano, anzi assediano, i calciatori,sborsando spesso decine di migliaia dieuro (e ottenendo, altrettanto spesso,un rifiuto, visto che fanno milioni congli sponsor e l’idea di starsene diecigiorni con un povero ghost writer dif-ficilmente li alletta)? “Perché noi edi-tori siamo un indistinto gregge di pe-core che insegue il ciuffo rigogliosodel momento”, risponde uno internoal mestiere. “Zanetti vende? Tutti dicorsa a pubblicare l’epopea sportiva dichiunque, anche se è il terzino dellaTernana sperando nel colpo di culo. Evia così finché spunta un nuovo ciuffosu cui azzuffarci, che sia la cucina ver-ticale, la pesca solo nei giorni feriali ola filosofia della carbonara. Così si fi-nisce però saturare il mercato”.Un nuovo modo per vendere copie,quando si tratta di sportivi, l’ha sve-lato il caso editoriale Andrè Agassi,Open (Einaudi). Prendi un premio Pu-litzer (J. R. Moehringer) lo mandi acasa di Agassi per tre mesi, poi glichiedi di montare la storia non comeuna piatta biografia ma come un ro-manzo vero. Dove magari il campionein questione dice che quello sport l’hasempre odiato e che suo padre lo ob-bligava a colpire duemila palline ditennis al giorno. Allora puoi vendere,solo in Italia, 300.000 copie, anche agente che una racchetta non l’ha maipresa in mano né vista in tv. Ma a que-sto punto non importa più che sia unosportivo. Basta che sia un libro paz-zesco.

L’I N I Z I AT I VA

Pronto soccorso per autori in crisi

UNO TIRA L’A LT R O

Lontani i tempi

dei best seller di Baggio,

Totti e Del Piero. Oggi

il rischio è la tendenza

Mazzarri: 5 copie vendute

in pieno centro a Milano

di Chiara Daina

Panico da foglio bianco, ansia da prestazio-ne, ingordigia di aggettivi, bulimia di par-

ticolari, stress da vuoto pneumatico, resistenzaal filo conduttore. Sono i sintomi di cui po-trebbe soffrire lo scrittore principiante: chi perla prima volta mette nero su bianco una storia,un concetto, un ricordo, una cronaca o sem-plicemente uno slogan. La scrittura è simile allevostre budella più di quanto nonimmaginiate, è materia viva, cheparla e respira di voi, dice comevi sentite meglio di un termo-metro.Per questo a Bologna è nato ilPronto soccorso narrativo. Il set-ting è quello della farmacia To-schi di epoca settecentesca. Unparavento separa gli scaffali dipillole e flaconi dal tavolo doveesperto e paziente sono sedutiuno di fronte all’altro per fare or-dine nella testa del secondo. Un

servizio gratuito inventato da Bottega Finzioni,la scuola di scrittura creativa fondata nel 2011da Carlo Lucarelli, Giampiero Rigosi, MicheleCogo e Beatrice Renzi, e attivo dal 15 maggioscorso, ogni giovedì, fino al 26 giugno con ri-presa a settembre dopo la pausa estiva. La sedutava prenotata. chiamando al numero3274008628 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle13) oppure inviando una mail all’indirizzo i n-fo @ p ro p o n to s o cco rs o n a r r i t i vo. i t . Per le urgenze

dell’ultimo secondo c’è pocasperanza di pronta guarigio-ne.

AI PRIMI tre appuntamenti sisono presentati un maestrodelle scuole elementari “che hachiesto come si fa a sviluppareuna sensazione suscita dalloscritto di un suo alunno” spie -ga Michele Cogo; un impiega-to giunto dal Veneto “per ca-pire se la trama del suo secon-do romanzo intriga oppure no,

visto che il primo libro che ha scritto è statobocciato dagli amici”; e un rappresentante “cheha intenzione di scrivere dei racconti prendendospunto dalle varie località del Belpaese ma fafatica a cogliere il nesso”.Tutti possono rivolgersi al 118 delle idee, una opiù volte, dipende dal grado di incapacità nar-rativa. “Scrivere non significa per forza pubbli-care – insiste Cogo – Ma mettere a posto i pen-sieri secondo uno stile personale e divertirsi. Co-me chi frequenta un corso di tennis non lo faperché vuole andare a Wimbledon”. La curaconsigliata? Individuare la cosa più importante(senza la quale la storia non ha senso) e togliereil resto. Poi tutto dovrebbe arrivare di conse-guenza, a dosi giuste. Comunque, sottolinea Co-go, “non scambiate il pronto soccorso narrativocon un servizio di editing gratuito. Non èun’agenzia letteraria, la trama va raccontata inventi minuti, non si legge nulla, al massimo duecartelle, e io o un collega diamo un parere”. Perchi non può permettersi una scuola di scrittura,per motivi di tempo o economici, il servizio èsicuramente una valida alternativa.

A BOLOGNA

In un’ex farmacia,

un servizio gratuito

inventato da una scuola

di scrittura per “curare”

deficit di ispirazione e

sindrome da foglio bianco

Gioco a calcio quindi scrivoATLETI E ALLENATORI INSEGUITI DAGLI EDITORI PER LE LORO BIOGRAFIE. MA IL SUCCESSO È RARO, IL FLOP IN AGGUATO

Walter Mazzarri. Sotto, Andrea Pirlo; in alto, Rudi Garcia La Pre ss e

19il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

di Alessio Schiesari

L’allarme è rientra-to: Diego Costa eCristiano Ronal-do questa sera ci

saranno. Sono stati i tormen-toni della settimana a Madrid ein tutta la Spagna calcistica: ilportoghese si era fermato du-rante il riscaldamento conl’Espanyol. Carlo Ancelotti haoptato per un riposo precau-zionale, ma già da inizio set-timana si è capito che CR7 sa-rebbe stato in campo. Più com-plesso, e più avvincente, il casoDiego Costa. Dopo avere la-sciato il campo nella “finale” diLiga contro il Barcellona, sem-brava fuori dai giochi. Ma laguru serba della medicina tec-no-sciamanica, Marijana Ka-vacevic, l’ha guarito con unapozione a base di placenta dicavallo. I due fenomeni capacidi togliere Liga e Pallone d’orodalle mani di Lionel Messi (esegnare 69 gol in due) sarannole stelle più brillanti all’Estadioda Luz di Lisbona. C’è ottimi-smo anche per i recuperi di Ar-da Turan e Benzema. Invece lepossibilità di recupero di Pepesono ridotte al lumicino, men-tre Xabi Alonso è squalificato.Parafrasando Moretti, si notadi più, molto di più, chi c’è dichi manca.

E, A LISBONA, ci saranno an-che 120 mila tifosi provenientida Madrid. Tanti. Forse troppi,al punto che le autorità porto-ghesi si stanno interrogando sele due fan zone, cioè gli spazi incui sono stati situati i mega-schermi per le due tifoserie, so-no preparate per accogliere lamarea di tifosi che rimarrannofuori dallo stadio (capienzamassima 65 mila posti).La tensione è alta, tanto che lacittà sarà perfino monitoratadall’alto da droni muniti di te-lecamere. La festa vera però è inprogramma 625 chilometri piùa nord-est, separata da Lisbonada un’autostrada per l’occasio -ne disseminata di poliziotti eautovelox. Madrid, per unanotte non solo capitale di Spa-gna, ma anche del calcio euro-peo. Sia al Vicente Calderon,casa dell’Atlético, che al Berna-beu b l a n co verranno aperti icancelli: una serie di me-ga-schermi installati all’inter -

no permetterà ai tifosi di segui-re la finale insieme, ma senzagli odiati cugini tra i piedi. Ilpresidente della Regione, Igna-cio González, se n’era venutofuori con la geniale idea di in-stallare un mega-schermo aPuerta del Sol, per unire i tifosico l c h o n e ro s e quelli m e re n g u e s .Ora, sarà anche vero che il Pa -

seo de la Castellana non è Tor diQuinto, ma il prefetto CristinaCifuentes ha bocciato imme-diatamente l’idea. Ognunoguardi la partita nel suo stadioe a Puerta del Sol, al massimo, sipossono installare due gigan-tografie, una con la magliettadell’Atlético, l’altra del Real.Per questa sera la fratellanza siferma qui. Resta da capire chiandrà a festeggiare al Paseo de laC a s te l l a n a . Le piazze di ritrovodelle due tifoserie sono distantisolo cinquecento metri: Ci b e l e s ,dea della madre terra, per ilReal; Neptuno, dio del mare, perl’Atlético. In realtà i primi ascegliere Ci b e l e s per i festeggia-menti, negli anni 60, sono statii co l c h o n e ro s , un’abitudine poicopiata dalle m e re n g u e s . NegliAnni 80 però il Real di EmilioButragueño inanella titoli a ri-

DERBY D’E U R O PA

Regolarmente

in campo le stelle

Ronaldo e Diego Silva

Quest’ultimo è guarito

dall’infortunio grazie

alla placenta di cavallo

ULTIMO ATTOIl Real di Carlo Ance-lotti a caccia del deci-mo trionfo continen-tale. L’Atletico di Si-meone, dopo la vitto-ria della Liga, cercauno storico “d o u bl e ”La Pre ss e

La lunga notte di Madridin riva all’Oceano AtlanticoREAL E ATLETICO SI GIOCANO LA CHAMPIONS A LISBONA. ATTESI 120 MILA TIFOSI, IL DOPPIO DELLA CAPIENZAD E L L’ESTADIO DE LA LUZ. COMUNQUE VADA, STASERA NELLA CAPITALE SPAGNOLA QUALCUNO F E ST EG G E R À

atei e fedeli. Vedremo la Giuria..J i m my ’s Hall Non è (forse) il suo ultimofilm, non è il suo migliore, ma Loach c’èsempre: 12esima volta sulla Croisette,stavolta Ken porta comunisti, balere epreti. Se non vince qui, speriamo trionfialle Europee.M o m my Sarebbe il più giovane. E il25enne p ro d i g e Xavier Dolan sente giàodore di Palma d’oro. Che non guaste-rebbe. Alla peggio si accontenti di una“mamma” miglior attrice..Clouds of Sils Maria Che piglia l’Effettonotte di Olivier Assayas, regia, sceneg-giatura o Grand Prix? Juliette Binocheha già la Palma in tasca, è il cavallo fran-cese su cui puntare.Lev i a t h a n Monumentale, universale erusso. Serve aggiungere altro? Se non èoro, qualcosa di pesante porta a casal’impronunciabile Zvyagintsev, che dipremi è già collezionista.

petizione. Così, quando l’Atlé -tico vince la Copa del Rey del’91, i ro j i b l a n co s decidono dispostarsi qualche metro più inlà, “perché ormai l’acqua dellafontana è infetta”.

SE QUEST’EPISODIO illustraperfettamente il rapporto tra ledue tifoserie, ce n’é un altro chespiega quello tra le squadre. Èla storia di un ragazzino natonel ’77 nel a San Cristóbal, unazona della capitale. Gioca per lasquadra del quartiere e lo fa inmodo divino. A tredici anni ilpadre, tifosissimo dell’Atléti -co, lo porta a un provino al Vi-cente Carlderón. Gioca da in-terno sinistro e segna gol a ri-petizione. Con la magliettarossobianca vince tutti i cam-pionati giovanili a cui parteci-pa. Finché, nel ’94, il poco rac-

comandabile presidentedell’Atlético dell’epoca, JesusGil, decide di chiudere il set-tore giovanile. Il ragazzino ri-mane senza squadra ed è co-stretto a firmare per il Real. Quilo spostano attaccante, con lamaglia bianca giocherà per se-dici anni. Sui tabellini annota-no il suo cognome, GonzálezBlanco, 228 volte. Ma in tutto ilmondo è conosciuto solo pernome: Raúl. Non è l’unicoscippo della metà ricca di Ma-drid alla squadra di minatori emilitari dell’aeronautica, cen’erano già stati tanti, tra cuiHugo Sanchez, ma è quello chefa più male.I tifosi dell’Atlético rosicano,quelli del Real sono così abi-tuati a vincere da non farcinemmeno caso. Lo si capiscebene dagli striscioni che negli

Ken, Jean-Luc o AndreiMa se l’oro fosse donna?

ultimi anni hanno esposto du-rante le stracittadine: “Cercasirivale degno per un derby de-cente”, “L’incredibile storiadell’ultrà dell’Atlético che so-stiene di avere visto la suasquadra vincere un derby”.Sfottò tra tifosi, che però rac-contano la storia di una squa-dra g a l a c t i ca , abituata solo avincere, e di un’altra con i piedisempre piantati a terra, perchébudget e rosa non permettonovoli pindarici. Eppure in questigiorni a Madrid si vedevanotante più magliette dell’Atléti -co: miracoli di una Liga vintadopo diciotto anni di digiuno.Da una parte vincere è un’abi -tudine, c’è scritto nel dna.Dall’altra c’è chi ha appenariassaporato la vittoria. E non èdetto che abbia fretta di cam-biare sapore.

SECONDO TEMPO

di Anna Maria Pasettie Federico Pontiggia

Cannes

Cannes 2001: la prima presidente-re-gista donna di Giuria fu Liv Ul-

lmann e a vincere La stanza del figlio diMoretti. Cannes 2014: è la volta della se-conda presidente-regista, Jane Cam-pion. E se a vincere fosse ancora qualche“meraviglia” italiana? Proviamo a so-gnare: d’altra parte il cinema è essenzial-mente Sogno, realizzato o meno pocoimporta, purché ci si creda. E loro, i 18concorrenti, tra maestri resistenti e gio-vani prodigiosi ci credono fino in fondo.A uno-a-uno, vediamo le chance al Pal-marés. In ordine di apparizione.Mr. Turner Mike Leigh fa art pour l’ar tiste,Timothy Spall grugnisce per un premio.Strabuono per la Palma, un film chemette il costume e ci sbatte nell’Inghil -terra vittoriana: colpi di pennello, di te-sta, di genio.Ti m b u kt u La cine-Africa esce dall’inno -cenza: stordisce, commuove e denun-cia. Il mauritano Sissako fa sul serio, conun Mali islamico integralista e assassi-no. Acclamazioni. E qualche premio?C a p t i ve s Il canadese Atom Egoyan con-ferma, il (suo) meglio è alle spalle. Thril-ler “in salsa” pedofila, con Rosario Da-wson detective strappona, Ryan Re-

ynolds manzo e la noia a iosa: palmarescol binocolo.Winter Sleep Mal che vada, il turcol’abituée (ai premi) Bilge Ceylan un re-cord già ce l’ha: è il più lungo, 3h15’ disimil-Shakespeare in Anatolia. Mancasolo la Palma d’oro..Saint Laurent Un altro biopic per YSL,stavolta firmato da Bertrand Bonello:sesso e droga prêt-à-por ter, interpretieccelsi, montaggio a (omissis) di cane.La moda passa, lo stile rimane: questopassa.Relatos Salvajes Ci fosse la Palma Nerasarebbe sua, come nerissima è la com-media episodica che propone. L’Argen -tina di Szifròn soffre, allora se la ride e ciprova. Ma anche no.The Homesman Hilary Swank ha qual-cosa al collo, ma nonancora la medaglia.Il regista TommyLee Jones bissa il we-stern, ma non il ri-sultato: un premio?Come alla lotteria.Le meraviglie nocomment: vince lascaramanzia. ForzaAlice!Foxc a tc h e r BennettMiller continua a fa-re sport, il lottatore

Channing Tatum e l’irriconoscibile mi-liardario Steve Carell sono già tra i mi-gliori attori di Cannes 67: se l’oro non èqui, sarà agli Oscar.Maps to the Stars Hollywood criminale,Cronenberg non abbastanza. Dai suoiMostri vogliamo di più, ma qualche giu-rato violento (NW Refn) potrebbe esal-tarsi e premiare la Moore come attriceDeux jours, une nuit I Dardenne sonomeno duri e puri di un tempo, ma (for-se) non meno bravi: la Via Crucis dellaprecaria Marion Cotillard può vincerequalsiasi cosa, anche la terza Palma deifratelli belgi.Still the Water Poesia in cinema, giap-ponese e al femminile. Il che fa gioco,forse a scapito di Alice. La musa ciné-phile Naomi Kawase incanta. E la Palma

d’oro ci starebbe tutta.The Search Il punto piùbasso del Concorso, laspaccatura più profon-da tra pubblico (plau-dente) e critica (ululan-te): la melassa ai tempidella guerra cecena diMichael Hazanavicius èfuori. Da tutto.Adieu au Langage 81anni in 3D. Roba che so-lo Godard. Il dio è qui,ma la platea si divide tra

P R E T E N DE N T I

Vittoria contesa

tra Loach, Godard

e Zvyagintsev

Ma le sorprese

potrebbero arrivare

anche dall’Italia

VERSO LA PALMA

Jane Campion La Pre ss e

20 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

LA FOTO DEL PREMIER

© LA STORIA SEGRETADELLA RIVOLUZIONEHilary MantelFa z ipagg. 318© ¤ 17,50

LA STORIA segreta della rivoluzione (traduzione diGiuseppina Oneto) dell’inglese Hilary Mantel, fa-mosa per i romanzi storici sulla dinastia Tudor, è il primo volume di unatrilogia sulla Rivoluzione Francese, uscita in Inghilterra all’inizio degliAnni 90, che Fazi ha deciso di pubblicare per la prima volta in Italia. Inquesto primo atto, che arriva al fatidico 1789, seguiamo l’ambizione ditre personaggi principali: Desmoulins, Danton e Robespierre. Curiosovederli bambini o giovani senza troppe qualità, con un carattere anchedifficile, ancora ignari del destino previsto per loro. Una delle epochepiù interessanti viene raccontata dal buco della serratura, così beneche non conta distinguere la verità storica dall’immaginazione roman-zesca. La svolta è in mano a gente qualsiasi, senza particolare carisma,che non sa nemmeno se il rancore che la muove è davvero politico o seè solo frustrazione personale. Fra entusiasmi e compromessi, esce po-tente la rivoluzione in sé, con le sue conquiste e i suoi errori.

Caterina Bonvicini

ROMANZO STORICO

di Chiara Paolin

Quando Don Gallolesse le primebozze del libro, sitolse il sigaro dal-

le labbra e disse: “Rossella,ma questo lo devi pubblica-re”. Rossella è oggi una si-gnora di 72 anni, capellibiondi e jeans alla moda. Suidocumenti però si chiamaMario, e non ha una profes-sione dicibile: è una trans,per tutta la vita ha fatto laprostituta tra i vicoli di Ge-nova.“Sono nato il 14 novembre1942 in un paesino sperdutonelle colline lucchesi da unafamiglia contadina. Già dapiccolo sentivo il desiderioinconfessabile di immedesi-marmi in una identità fem-minile. Fino a quando ho cre-duto di essere l’unica mente

malata sulla faccia della terra,avevo pensato a come aggi-rare l’ostacolo: farmi prete”.In realtà le cose sono andateun po’ diversamente. Marioarriva in città nei primi AnniSessanta, può vestirsi da don-na senza essere deriso, ma ditrovare un lavoro neanche aparlarne: "Quanti colloquiandati a vuoto. Poi sono fi-nito in strada anche io, e nellaprima sera in un basso ho fat-to lo stipendio di un mese dilavoro ‘normale’”.

COSÌ MARIO diventa Rossel-la (O’Hara). La strada doveinventarsi ogni giorno un al-tro giorno è il grovigliodell’antico Ghetto, tra osteriee ragazzi con la chitarra. Unodi loro, un certo Fabrizio DeAndré, canta Via del Campo,spiega quell’umanità densache un giorno incrocia la bu-

rocrazia: il sindaco vuole cac-ciare dai vicoli tutte le “prin -cese”, le principesse, e chiama il ghetto decide di dareuna mano. “Ho conosciutoallora il Don – spiega Rossella– Ci aiutò col Comune, masoprattutto ci fece capire chedovevamo aiutare le personecome noi a rivendicare i pro-pri diritti. Grazie a lui è natala nostra associazione in di-fesa dei transgender. In ve-rità, la cosa più importante èstata la grande amicizia, l’af -fetto, la guida spirituale che

abbiamo trovato in lui. Cheera un uomo simpaticissimo,sarà meglio dirlo sennò sem-bra un santo”.Il racconto di Rossella è vero.Fa ridere e star male, come lavita: “Molti dicono che ven-dere il proprio corpo sia lacosa più umiliante , ma quan-do hai conosciuto il drammadi non essere accettata dallatua famiglia, dalla società, lafrustrazione di vederti rifiu-tato un lavoro al quale avrestidiritto, la persecuzione e la fa-me, la prostituzione è una via

d’uscita. Se non obbligatoria,almeno la più indolore.Quando non hai più famepuoi comprarti quello che tipiace, ti accorgi che non te nefrega niente di chi non ti dàun lavoro, di chi non ti ac-cetta, di chi ti deride, perché illavoro te lo sei inventato e unpo’ di dignità la recuperisenz’altro”.Ragionare oggi di lavoro e di-gnità è quanto di più urgentesi possa fare: aveva ragioneDon Gallo, era roba da pub-blicare.

Rossella, un fioredi via del CampoSTORIA DI MARIO, 72 ANNI, TRANSESSUALENELLA GENOVA DI DON ANDREA GALLO

AU TO B I O G R A F I A

© UN AMOREPA RT I G I A N OMirella SerriLo n g a n e s ipagg. 224 © ¤ 16,40

HANNO scelto il ramo del lagodi Como sbagliato: mai avrebbe-ro potuto essere promessi sposi – lui sposato lo eragià, ma con un’altra – e la loro storia di passione,privata e politica, non fu celebrata da nessun ano-nimo lombardo; finì anzi dimenticata, “eliminatacon il photoshop”. Eppure Gianna e Neri (Giusep-pina Tuissi e Luigi Canali) partigiani comaschi, fu-rono tra i protagonisti dell’arresto del Duce e dellaPetacci. Ci pensa ora Mirella Serri ad affabulare latriste sorte di due “eroi scomodi della Resistenza”,condannati a morte e obliati dai loro stessi com-pagni di lotta. “Un amore partigiano” racconta, conperizia storiografica e grazia romanzesca, il crudeleaprile e la bella estate del ’45, da Dongo a PiazzaleLoreto, alla piazza pulita e alla giustizia sommaria dicui si macchiarono pure gli antifascisti. Questa tra-gica vicenda, insozzata di sangue fratricida, “ci ri-porta ai conflitti interni alle bande partigiane” e ab-bozza un inedito ritratto di Claretta, non vittima in-namorata ma spregiudicata donna di potere.

Camilla Tagliabue

Rivoluzionari primadella Rivoluzione

Polano, lo “S p e t t ro”che beffò il Duce© LA VOCE DELLA VERITÀVindice LecisNutrimentipagg. 230 © ¤ 16

TRENT’ANNI fa, il 24 maggio 1984, moriva a Sas-sari Luigi Polano, rivoluzionario comunista che ave-va conosciuto Lenin e aveva partecipato alla scis-sione di Livorno del ‘21. Clandestino e ricercato durante il ventennio,Polano riparò in Urss dove scampò alle purghe staliniane. Ma Polano fusoprattutto lo “S p e t t ro” radiofonico che dal ‘41 si intromise, su ordine diTogliatti, nelle trasmissioni Eiar delle venti e venti, note per il fanatismodi Mario Appelius, che si congedava con un saluto passato alla storia:“Dio stramaledica gli inglesi”. Anche in punto di morte, e alla presenzadi Berlinguer, Polano non volle rivelare la località estera da dove tra-smetteva e disturbava l’Eiar. La sua storia fu rivelata nel 1967 dall’”Uni -tà” e oggi è diventata un bel romanzo storico di Vindice Lecis, gior-nalista del gruppo “E s p re ss o”. L’epopea di Polano è quella di un co-munista italiano geniale e onesto, poi parlamentare Pci dal ‘48 al ‘68.

Fabrizio d’E s p o s i to

COMUNISTI

Storia di Nerie Gianna

IL SAGGIO

© MARGUERITESandra PetrignaniNeri Pozzapagg. 212 © ¤ 16,00

FU ESPULSA dal Partito comu-nista con l’accusa di “d i ve rge n zeestetiche, reputazione di ninfo-mane e donna di facili costumi”: in quanto a eccessie a tormenti, la sua vita rocambolesca e scapigliatagareggiò alla pari con i suoi libri e film. Così, la piùfedele biografia di Marguerite Duras non può cheessere un romanzo, un reportage che impasta cro-naca e fantasia: questo è “M a rg u e r i te ” di SandraPetrignani che, con penna affilata ma affettuosa,ritrae l’ape regina dei salotti francesi di metà No-vecento, diva crudele, intellettuale raffinata, aman-te volitiva e anticonformista, nata 100 anni fa a Sai-gon e morta nel ’96 a Parigi tra le braccia del suoefebico toy-boy bisex. “Non spaventarti”, gli dicevaper rassicurarlo. “Gli amori sono sempre illusori”.

C. Tag.

BIOPIC

M a rg u e r i tel’ape regina

La bussolaper i renziologi

Rossella Bianchi (Mario) neivicoli del centro di Genova

© THE BOYDavid AllegrantiM a rs i l i opagg. 128 © ¤ 14,00

CI SONO COSE che non vanno fatte, oggi, ilrischio è troppo grosso: scrivere o leggere unlibro su Matteo Renzi, un fenomeno che hasmesso di essere fenomeno appena ha pro-vato la messa in strada nei circuiti romani.L’interpretazione di un potere che va di mo-da sfianca l’editoria libraria se non viene in-teso e, peggio, capita che sia frainteso. Que-ste due cose, oggi, non vanno fatte perché ciha pensato già David Allegranti, che hascritto un libro su Renzi (il secondo), un vo-lume non lungo e mai noioso che va sug-gerito come lettura essenziale per com-prendere l’evoluzione anche antropologicadi un democristiano sfuggito sempre all’ine -

sorabile posarsi della polvere su chi occupala mediana come strategia politica. Alle-granti ricostruisce l’apoteosi di Renzi senzasottovalutare il renzismo e i riflessi blairiani(intervista a Mandelson). Con un linguaggiomoderno e accurato, il libro è un resocontodi cronaca, una disamina politica, una con-danna per i retroscena perché l’autore pos-siede la scena. Ha pestato assieme a Renzi,ancora presidente di provincia, quei luoghimarginali eppure determinanti per la con-sacrazione di un ambizioso politico. Quan-do Allegranti, che è giovane, ha cominciato aseguire Matteo di Rignano, ancora non s’e raformato il gruppo di cantori del renzismo. EAllegranti propone al lettore un prodotto sa-no. Se volete leggervi un libro su Renzi, ed ècosa buona e giusta di questi tempi, ogginon avete scelte: o The Boy o niente.

Carlo Tecce

SECONDO TEMPO

Il cancroin scenaA nch econGiordano

di ELisabetta Ambrosi

SCUSATE l’invadenza, ma do-po aver parlato del libro diFausto Brizzi io, il cancro, ri-prendo la parola per racconta-re l'ultimo libro di Paolo Gior-dano, fresco del passaggio aEinaudi, Il Nero e l'argento. Il li-bro narra la storia di una gio-vane coppia con un bambino euna tata italiana vecchio stam-po – la signora A. – che con ilsuo pratico buon senso e lasua ruvida solidità piano pianodiventa il riferimento fonda-mentale su cui si attorciglianole esistenze dei due fragili e in-quieti genitori. A un certo pun-to la signora A. si ammala dime, e il resto è il racconto dellacerante iter che tutti intra-prendono quando mi incontra-no, fino al finale già deciso.Non c'è dubbio: il libro è benscritto, e pure commovente. Tiviene quasi voglia di conoscer-la e abbracciarla, questa si-gnora A., che quando si am-mala provoca la crisi dei due,come se venisse loro tolta laterra sotto i piedi. Insomma ilromanzo è un perfetto roman-zo Einaudi, con tutto il dolorenecessario e al punto giusto,altro che il tumore allegro diBrizzi (sempre Einaudi, però).Perciò, anche se non è nel miointeresse, vorrei lanciare unaprovocazione: siete proprio si-curi che a furia di parlare dime, farmi protagonista non so-lo di saggi, ma soprattutto,sempre di più, dei romanzi,non finiate per rendermi anco-ra più pervasivo di quanto nonsia? Non sto invocando, cimancherebbe, la mia auto-ri-mozione, ma mi chiedo: e semettermi continuamente alcentro, e con me tutta la feno-menologia del mio progredire,vi rendesse ancora più paraliz-zati e fragili? E se fosse meglioper voi su di me, paradossal-mente, tacere, togliendomi unp o’ di voce e, chissà, di forza?

© IN VIA DELCAMPO NASCONOI FIORIRossella BianchiImprimatur, ¤ 14,50

IL C

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21il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4SECONDO TEMPO

RAI

La Grande G u e r ra ,ce n t ’anni di racconti

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Le storie di Tatti Sanguinetil’ultimo dei cinemohicani

SU IRIS “Storie di cinema” di Tatti Sangui-neti, ogni martedì in seconda serata La Pre ss e

di Patrizia Simonetti

Quei 18 milioni di morti sareb-bero solo un numero se non ci

fossero i poeti a farli diventare per-sone in cui noi ci immedesimiamo”.Elio De Capitani è uno degli artistichiamati a raccontare la GrandeGuerra da Rai Educational che necelebra i 100 anni con 2 01 4 -2 01 8Centenario della prima Guerra Mondia-le, una miriade di produzioni nazio-nali e internazionali pensate ancheper il web (w w w. g ra n d e g u e r ra . ra i . i t ) ela radio: è lungo il Sentiero di pacedi Radio2 e Radio3 al via il 28 giu-gno, giorno dell’attentato di Sara-jevo, che lo ascolteremo leggerepoesie con Licia Miglietta, ma ci sa-ranno anche Marco Paolini, Giu-seppe Cederna, Rapahel Gualazzi eNicola Piovani con una nuova com-posizione, “un’esplosione musicaleseguita da un lungo requiem – an -ticipa il musicista – come la scintilladi un gesto idealistico da cui sca-turirono anni lugubri”.

CARLO LUCARELLI è invece il nar-ratore della programmazione tele-visiva di Rai Storia che dal 28 giugnodiventerà quotidiana con Storie dellaGrande Guerra, testimonianze in pil-lole e lettere dal fronte, se ne con-tano 4 miliardi, scritte da chi nonsapeva scrivere ma doveva raccon-tarsi a tutti i costi, “un mosaico di

singole storie che possono far capirequella dell’Italia e del mondo” dicelo scrittore, e poi “sei lì con il freddo,la fame, la paura di essere sbudellatoe ti metti a scrivere d’amore, è fan-tastico”; poi la serie internazionale IDiari della Grande Guerra sulle vite in-trecciate di donne e uomini europeicoinvolti nel conflitto. “Difficile ca-pire cos’è l’Europa, cosa è diventatae a cosa può servire senza conoscer-ne la storia durante la grande guerra– dice Lucarelli – in quel periodo so-no le nostre radici”.Da settembre arriveranno ancheGrande Guerra Cento anni dopo, 20puntate presentate da Paolo Mieli,Testimony 1914-18, documenti rac-colti dagli archivi televisivi europeiconvogliati in un film, un sito web ein un’app e l’anno prossimo La guer-ra Bianca dove lo scontro bellico traItalia e Austria finisce in una paci-fica coproduzione tra le TV dei duepaesi (Rai e Orf).Ma per cominciare dall’inizio, sta-sera appuntamento alle 21.15 conCostruendo la grande guerra, prequelpolitico-sociale sulle premesse delconflitto curato dallo storico EmilioGentile, mentre sabato prossimoClemente Volpini ci racconterà diCesare Battisti, l'ultima fotografia,in collaborazione con la Fondazio-ne Museo Storico del Trentino checustodisce l’opera dell’italo-austria -co martire e traditore.

di Nanni Delbecchi

Dopo la scomparsa di Claudio G. Fa-va, dei suoi gilet e dei suoi papillon,

che sembravano farlo uscire dalle paginedi un romanzo di Simenon, a parlarci dicinema in Tv come l’ultimo dei cine-mohicani, con la competenza che nascedalla passione, è rimasto solo Tatti San-guineti nelle sue Storie di cinema in ondasu Iris (martedì in seconda serata). Se-guire Sanguineti negli excursus storici,nelle analisi guidate degli spezzoni e nel-le interviste con gli addetti ai lavori si-gnifica passeggiare in uno dei rari parchinaturali della memoria collettiva soprav-vissuti alla plastificazione del gusto me-dio che ha reso il cinema puro consumo.Appunto perciò il primo spettacolo d’ar -chivio resta sempre lui stesso, quel suomezzobusto irsuto e vagamente disneya-no, così uguale e così opposto a quello diClaudio G. Fava.La figura del critico cinematografico è inestinzione come quella di ogni portatoredi critica, prima nemica di ogni marke-ting (il classico caso in cui Golia schiacciaDavide come una pulce), e Sanguineti in-carna un tipo di critico particolarmente

prezioso, nato nelle sale fumose e scal-cinate dei cineforum del secondo dopo-guerra (il suo è quello gloriosissimo diSavona), gente che si nutriva di pane ecelluloide respirando nel cinema il ritor-no alla libertà, l’apertura al mondo, lalotta tra le ideologie; e poi tutta la cosid-detta “politica degli autori” degli anni incui essere dalla parte di Fellini, John Fordo Douglas Sirk separava più del grupposanguigno. Il cinema non era distingui-bile dal luogo fisico della sala, sola oasi dimagia nel grigiore implacabile della pro-vincia, né lo si poteva distingueredall’ansia con cui si attendeva la “primavisione”, ma anche dalle sale di seconda odi terza, dove si poteva finalmente ba-ciare la compagna di classe seduta a fian-co, e al tempo stesso di innamorarsi diIngrid Bergman sul grande schermo.

Q U E STA polvere di stelle brilla nei rac-conti televisivi di Sanguineti sia che si oc-cupi di mostri sacri (Fellini, Hitchcock,Kubrick), sia dei funamboli del b-moviesempre in bilico tra trash e cult (Castel-lari, Fulci, Di Leo), sia che affronti le ico-ne assolute (Mina, Monroe, Taylor), siapersonaggi borderline (Campeggi, Li-

guori). Il solo errore che non deve com-mettere è mescolarsi trafelato nella bolgiadei festival, magari con il microfono inpugno come l’ultima delle squinzie. L’ul -timo dei cinemohicani deve parlare comesa dalla cattedra del suo cineforum im-maginario, oppure incontrare i suoi ospi-ti in una vecchia sala come è accaduto conil direttore della fotografia Luca Bigazzimartedì scorso (oggi in replica). Unaconversazione in cui Bigazzi ha confer-mato la sua fama di professionista schivo,negando l’esistenza di un suo stile (stra-no, in un’epoca in cui i pasticceri firmanoi biscotti e i parrucchieri le messe in pie-ga), e spiegando in modo concreto la suaidea di cinema: “Bisogna fare i film neiluoghi che si conoscono. E il punto di vi-sta del direttore della fotografia per rac-contare la realtà è quello di usare luci cre-dibili che aiutino lo spettatore a imme-desimarsi nella storia, a credere in quelloche sta vedendo.” Ma Bigazzi è stato ca-pace anche del contrario, trasfigurare larealtà per dare verosimiglianza all'inve-rosimile, con la straordinaria fotografiade La Grande bellezza; per alcuni (ad esem-pio, per chi scrive) la sola cosa davverostraordinaria del film di Sorrentino.

Gli ascoltidi giovedì

UN MEDICO IN FAMIGLIA 9Spettatori 5,3 mln Share 22 ,6 %AMMUTTA MUDDICASpettatori 2,8 mln Share 11,5%

ANNOUNOSpettatori 1,5 mln Share 7, 3%WILD - OLTRENATURASpettatori 1,6 mln Share 7, 2%

22 SABATO 24 MAGGIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Daniela Ranieri

Èinteressante che il CircoGender portato in scena

dalla drag queen barbuta Con-chita Wurst abbia suscitato si-multaneamente l’anatema del-la Russia, che vede nell’“inte -grazione di esseri né uomini nédonne” la prova del declinomorale dell’Europa, e la crisiisterica dell’ex ministro Ga-sparri, che su Twitter ha evo-cato la “sparizione” dell’orribi -le mostro.È come quando, ne Il Gattopar-do, agli schioppi dei garibaldiniRe Ferdinando aveva “la mortesul volto” e i popolani si lamen-tavano dei bicchieri che cade-

vano dalla credenza.Ma la questione è seria. La pa-rola “integrazione” è una dellepiù ambigue tra quelle usatedall’Occidente per continuarea imporre il proprio dominiosul resto del mondo con la scu-sa del melting pot. A farci caso, èsempre chi riteniamo inferiorea doversi integrare, sia esso im-migrato (chi si lamenta dellamancata integrazione di unosvedese?) o persona che irritagli schemi sessuali che ritenia-mo accettabili.Ma a fare il favore più grandealle retroguardie del pensiero èproprio la spettacolarizzazionedella diversità, e in un modocosì preciso da obnubilare pro-prio le menti che si credono piùprogredite. Alla stregua delCarnevale, funziona a pattoche tutto resti com’è: finchéqueste persone si mostranodietro lo schermo, per noi sonoinoffensive e anzi sono unospecchio deforme in cui ci pia-ce guardare la nostra liberalità.Non intralciano i nostri pro-getti di società, anzi la loro de-vianza, davanti al cui simula-cro di pixel ci sforziamo di nonmostrarci sorpresi, li lubrifica

nella pace delle coscienze.Come per la scimmia di un rac-conto di Kafka, che per cam-pare deve scimmiottare se stes-sa nel varietà, la trasformazio-ne della propria differenza nelcarro mascherato di se stessi èun sacrificio dato in pasto allaconservazione.

INFATTI, come gli spettatorieuropei di buona cultura si af-follavano davanti alla gabbia,l’audience si avventa sulla go-losità del mostro, che si fingenormale per sentirsi migliori.Conchita Wurst non è percepi-ta come un uomo travestito dadonna, ma come una donnabarbuta: lo choc fisico che pro-cura ottunde la questione cen-trale, e cioè che ha deciso di es-sere donna senza accondiscen-dere alle stereotipie di genere.Ha scelto, forse con furbiziam a r ke to l o g i ca , l’individualitàscavalcando l’individuabilità.Noi siamo talmente scemi dapensare che il fatto che abbiavinto un festival di canzoni te-stimoni di un raggiunto livellodi progresso civile dell’Europa,essendo invece una specie diuna tantum catodica, un pome-

riggio al circo, tanto più emo-zionante quanto più la bestia civiene vicino dietro la transennae ci resta lontano nel restodell’anno. Così gioimmo quan-do Vladimir Luxuria vinse l’Iso -la dei famosi, certo di più diquando, prima (e unica) trans,entrò in Parlamento.Anche il cinema scopre nuovisoggetti per i drammi borghesidi un ceto medio riflessivo e au-toindulgente: Più buio di mezza-n o t te , film di Sebastiano Riso,racconta l’adolescenza dispera-ta della drag queen Fuxia nelventre marcio di Palermo.Così per la settimana della cri-tica ecco pronti femminielli,puttani, ragazzi-crisalide tal-mente immersi nel degrado daessere innocui, confezionati nelrassicurante quadro di ester-ni/notte simmetrici agli inter-ni/giorno di Ozpetek, in un

pacchetto all inclusive ricatta-torio nei confronti di chi guar-da. Quanto è edificante questastoria? Quanto esci dal cinemamigliore? Perché se non t’è pia-ciuto, allora odi gay e trans, co-me un Gasparri qualsiasi.La vera domanda è: quanti dinoi assumerebbero Conchita oFuxia nell’azienda di famiglia?Quanti politici le candidereb-bero nelle loro liste in un modoche non faccia sospettare un lo-ro abuso mediatico? Quanti,trovandosele accanto in unostabilimento balneare, non da-rebbero di gomito al vicino?Ci piace nobilitare quello cheguardiamo pensando che tuttopuò avvenire, e fa niente se giàavveniva anche senza il nostroconsenso. L’atteggiamento cle-mente (in fondo anche i trans ele donne barbute sono comenoi, soffrono e amano comenoi) di noi acculturati tedoforidel pensiero rappresenta unadenigrazione dell’umano piùfine e quindi più pericolosadell’aperto scherno che può ve-nire da un ignorante. Se è ridi-colo insultare, nondimeno nonabbiamo nessun diritto di esse-re tolleranti.

di Tomaso Montanari

Luci e ombre nel de-creto legge sullacultura e il turismoapprovato giovedì

dal Consiglio dei ministri. Undecreto di cui siamo costrettia parlare in base a schemi eriassunti diramati dallo stessoministero per i Beni culturali,o su vecchie versioni (comequella inviata il 14 alle Regio-ni). Già, perché il decreto, difatto, non esiste: l’ufficio le-gislativo del ministero per iBeni culturali lo sta ancorascrivendo. E uno si chiede co-me funzioni la collegialità diquesto governo, e come ilQuirinale possa accettare unasimile prassi. Il perché di que-sta fretta è fin troppo ovvio: leelezioni. Occorreva scriverequalcosa sotto la voce “c u l-tura” nel dossier che raccogliei risultati, veri o presunti, delgoverno: e i soldi che (giu-stamente) arrivano al MaggioMusicale Fiorentino serviva-no a Dario Nardella prima, enon dopo, domenica. Ciòdetto, il decreto dimostra labuona volontà di Dario Fran-ceschini: e, dato il governo incui siede, non è una notizia dapoco.

IL COSIDDETTO Art Bonus(propagandato da un pac-chianissimo logo compostodalle firme di grandi artisti) èla vera novità. Esso prevedeun credito d’imposta del 65%in tre anni per chi fa dona-zioni per “interventi di ma-nutenzione, protezione e re-stauro di beni culturali pub-blici, musei, siti archeologici,archivi e biblioteche pubblici,teatri pubblici e fondazioni li-rico sinfoniche”. Se funzione-rà, aumenteranno finalmentei fondi per la cultura.Si può notare che alla fine cisarà ovviamente un minorgettito per il fisco, e dunquetanto valeva stanziare diretta-mente i denari che servivanoper la manutenzione del pa-trimonio, senza dover dipen-dere dalla generosità dei sin-goli: ma è importante è averaffermato il principio. I 50milioni in più concessi al fon-do per le Fondazioni liricheche risanano i loro bilanci èun’altra buona notizia. Sonospiccioli, ma sono particolar-mente di sinistra i 3 milioniannui che andranno “a finan-ziare progetti di attività cul-turali, elaborati da enti localinelle periferie urbane”. Ed eraora che si permettesse di farenei musei tutte le foto che unovuole, purché “con modalitàche non comportino alcuncontatto fisico con il bene, nél’esposizione dello stesso asorgenti luminose”.Quelle che lasciano, invece,molto perplessi sono le misu-re sulla struttura del ministe-ro. Confermando tutti coloroche avrebbe invece potuto ri-muovere, Franceschini haperso l’occasione di operareun radicale rinnovamentodella struttura apicale: ma neldecreto egli imbocca l’infau -

sta strada dei commissaria-menti. E non ha senso pro-cedere per misure eccezionalie contemporaneamentemummificare la strutturacentrale: c’è bisogno che lamacchina funzioni con regoleordinarie, e non violando si-stematicamente queste ulti-me. Al Direttore generale diPompei vengono attribuiti“poteri commissariali”, e que-sta è una pessima buona idea.L’ultimo commissariamentodi Pompei ha prodotto unaserie di disastri (tra i quali la

cementificazione del TeatroGrande) e uno strascico diprocessi. E l’Expo insegna chei poteri eccezionali in fatto diappalto generano corruzione:ora il direttore generale diPompei è l’integerrimo gene-rale dei carabinieri GiovanniNistri, nominato da MassimoBray, ma domani? E il postodi vicedirettore è ora vacante:e a questo punto la scelta saràpesantissima. Stesso discorsovale per la Reggia di Caserta:quello che nelle prime bozzedel decreto era un segretariogenerale ora è diventato (sal-vo varianti dell'ultima ora) uncommissario senza se e senzama.

INFINE, l'inevitabile cedi-mento all’odio di Renzi con-tro le soprintendenze: il de-creto impone la figura del mi-tico manager nei poli musealipresenti e futuri. Per capirebene come funzionerà biso-gnerà leggere l’articolato: nel-lo schema si dice che il ma-nager avrà “specifiche com-petenze gestionali e ammini-strative in materia di valoriz-zazione del patrimonio cultu-rale”. Il che potrebbe voler di-re che deciderà quali mostrefare, con immaginabili disa-stri culturali. È un pessimopasso, ma non è (ancora) lastrage voluta da Renzi: saràper questo che, in un twe e t , ilpresidente del Consiglio hadefinito il decreto solo “moltointeressante”, invece che usa-re uno dei superlativi che disolito riserva alle proprie ge-sta.

FRETTA DI GOVERNO

SECONDO TEMPO

CINEMA E TELEVISIONE

AVANTI TUTTA

Buone iniziative e pessime

idee, ma il testo definitivo

non è ancora noto: c’era

fretta di scrivere qualcosa

sotto questa voce

prima delle elezioni

Conchita e Fuxia, quanto ci piacela diversità quando è solo uno show

Il logo di “Art bonus”

Conchita Wurst, drag queenvincitrice dell’E u r ov i s i o nSong Contest Ansa

Cultura, decretoin chiaroscuro

FINZIONI

Inoffensive fino a che si

mostrano sullo schermo,

queste persone sono per

noi uno specchio deforme

in cui ci piace guardare

la nostra liberalità

L’eredità di Berlinguerche nessuno sa raccogliere

Contro la corruzione el'illegalità: Libertà e Giustiziaha organizzato unamanifestazione, il 2 giugno inpiazza XX Settembre aModena. Sul palco GustavoZagrebelsky, Sandra Bonsanti,Stefano Rodotà, LorenzaCarlassare, Marco Travaglio,Elisabetta Rubini, CarloSmuraglia, Gian Carlo Caselli,Alberto Vannucci, PaulGinsborg, Gaetano Azzariti eRoberta De Monticelli.Fabrizio Gifuni leggerà ereciterà pagine della storiad’I ta l i a .

di Sandra Bonsanti

Come si fa oggi a par-lare di Europa e disituazione politicaitaliana senza resta-

re ammutoliti, incantati dalleparole di Enrico Berlinguer, il6 giugno 1984, ore dramma-tiche perché precedevano dicosì poco la sua morte a Pa-dova? Parole semplici, che ar-rivano dal pensiero di ungrande statista e segretario dipartito che guardava oltre ilsuo partito, verso il benedell’Italia tutta e del suo fu-turo. Alla domanda: “C’è unrapporto stretto fra il voto eu-ropeo e la situazione politicaitaliana?”, Berlinguer rispon-de: “Certo. Soprattutto nelsenso che dobbiamo portarein Europa l’immagine e larealtà di un Paese che non siacaratterizzato dalla P2, dalletangenti, dall’evasione fiscalee dalla iniquità sociale qual èquella che si è vista col decretoche taglia i salari, per portareinvece nella Comunità euro-pea il volto di un Paese piùpulito, più democratico, piùgiusto”. Un bel programmaelettorale, chiaro, trasparente

come lo sguardo del politicoche lo aveva espresso.Peccato. Peccato che oggi nes-suno lo abbia fatto totalmentesuo, quel progetto che il tem-po ha soltanto reso più indi-spensabile, più urgente. Pos-siamo chiederci il perché que-sto sia avvenuto, possiamo in-fierire più o meno sulla classepolitica che ha tradito e si èallontanata da quelle parole. Èpossibile che oggi i giovani alpotere rispondano: di cosaparlate? Io non ero nato... Op-pure: io facevo le medie. Op-pure: io allora mi occupavod’altro.In tanti non provano imba-razzo. Amano il potere e a es-so sono devoti assai più di co-loro che li hanno preceduti. Il

verbo è uno soltanto: il poterenon si divide con nessun al-tro. Più andreottiani di GiulioAndreotti, più craxiani di Bet-tino Craxi, più berlusconianidi Silvio Berlusconi. Dunque,che problema è avere comecomplice nello smantella-mento di tutta la seconda par-te della Costituzione enell’aver imboccato spedita-mente la via che porta al pre-sidenzialismo l’uomo di LicioGelli? Che problema è se il go-verno che dovrebbe combat-tere la corruzione riceve quasiogni giorno in Parlamento ilsoccorso dei grandi maestri inquesto campo, di chi non sifermò nemmeno davanti allatentazione di comprare sen-tenze della magistratura o ilvoto di parlamentari? Infine,che problema è se in attesa divarare a giugno una riformadella Giustizia si consentonomanovre volte a delegittimarela Procura di Milano?

COSÌ NEL momento in cuioscuri poteri internazionalisollecitano davvero la fine del-le costituzioni nate dopo la Li-berazione, basta mettersi d’ac -cordo con chi la Costituzionel’ha sempre combattuta e tra-dita e il gioco è fatto. Il giocogrande del potere che denun-ciava Giovanni Falcone.Questa è la posta delle elezionieuropee: la possibilità diesportare un altro voltodell’Italia, il volto a cui si ri-feriva il segretario del Partitocomunista nel 1984.Qualcuno è in grado oggi nelnostro Paese di dirsi erede diquel progetto, di rivendicarein assoluto quelle parole?A questo dovremmo pensarenel momento del voto: perl’Europa e per le amministra-zioni locali. Non sarà facile,non è mai stato facile.

IL SEGRETARIO

“Dobbiamo portare

in Europa l’immagine

e la realtà di un Paese

che non sia caratterizzato

dalla P2, dalle tangenti,

dall’evasione fiscale”

Enrico Berlinguer Dlm

QUESTIONE MORALE

23il Fatto Quotidiano SABATO 24 MAGGIO 2 01 4

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Risposta alla Farnesinasul caso Bosio

Ringrazio il dr. Amati peril suo incipit. Meno per iltentativo di correggerealcuni dettagli, che invececonfermo uno per unodopo averli appena ri-confermati con l’amba-sciatore Bosio. In parti-colare quello più grave,sul quale Amati sorvola: ilfatto che il telefonod’emergenza dell’amba-sciata era spento (risultadai verbali di polizia, dicui ho copia) e che dalmomento dell’arresto,correttamente indicatonelle 20 del sabato allaprima telefonata dell’am-basciatore Roscigno, av-venuta attorno alle 13della domenica, sonopassate 17 ore.Tutto il resto, dall’incom-petenza del primo avvo-cato al foglio illeggibile(ne ho copia) mi è stato ri-ferito, più volte, dall’am-basciatore Bosio. Assur-da e assolutamente falsa èla pretesa che Bosio siastato ricoverato in ospe-dale grazie all’interventodell’ambasciata. Vogliosperare che Amati siasemplicemente male o in-sufficientemente infor-mato. Il ricovero è avve-nuto grazie alle ripetuteistanze dei nuovi avvocati(penalisti) e per i buoniuffici di un italiano damolti anni residente nelleFilippine che in passato siè rivelato decisivo per larisoluzione di casi benpiù gravi (liberazione diostaggi etc). Francamen-te, penso di essere più in-formato del dr. Amati, inquesta vicenda.

Pio D’Emilia

La politica è un pretestoper offendere sul web

Viviamo in un Paese ve-ramente assurdo. Veden-do i commenti sul sito del“Fatto Quotidiano” e suFacebook alle due inter-viste a Casaleggio e Renzisi rimane perplessi. Gliinsulti sulla pagina Face-book di Marco Travagliolasciano allibiti e dannoun’idea del livellodell’educazione e del ri-spetto verso gli altri, livel-lo che diventa sempre più

basso con il passare deltempo e a causa della rab-bia in aumento. Inoltre,se si fa un’intervista a Ca-saleggio diventa uno spota Grillo, se la si fa a Renziè uno spot al Pd. Un gior-nale dovrebbe fare inter-viste a tutti quelli che ri-tiene utili in campagnaelettorale e non sostenerenessuno (purtroppo nonè così, nemmeno per il“Fatto Quotidiano”), maovviamente se si parla delproprio partito o, soprat-tutto, movimento, va be-ne, se si parla del “concor-rente” non va più bene. Inquesto Paese, parlare dipolitica diventa sempreun modo per attaccare,denigrare o addiritturainsultare chi non la pensacome chi commenta, ed èun pretesto pure per at-taccare giornalisti chestanno antipatici ma fan-no il loro lavoro, anche se,

in alcuni casi, mostranotutti i loro limiti.

Monica Stanghellini

Calcio, gli insulti razzistisono segno di inciviltà

Il problema non è se vinceGrillo o Renzi o qualcunaltro. Il problema è che gliitaliani insultano Balotel-li, non perché gioca male,ma perché ha la pelle diun altro colore anche se ècresciuto insieme ai no-stri bambini sino a diven-tare campione. Il proble-

ma è che non lo insultanoperché è della squadra av-versaria, ma proprio per-ché ha la pelle di un altrocolore. Lo insultano an-che se rappresenta tuttinoi in Nazionale. Siamoculturalmente un Paesemolto distante dalla civil-tà. E non ci dobbiamostupire se gli ultras co-mandano le società di cal-cio, da Bologna a Napoli.Ci dobbiamo indignareche nessuno, dalle societàdi calcio al ministerodell’Interno, impediscache questo accada. Cosìl’ambiente calcisticosembra ormai un sistemamafioso. Si è tentato di fa-re chiarezza, ma i con-dannati di qualche tempofa sono ospiti ascoltati sumolte reti televisive. Equesto la dice lunga delmarcio che c’è in Italia.Non solo nella politica.

Melquiades

Delitto Biagi, Berlusconisi scusi con la vedova

Il giudizio di netta ripro-vazione dei comporta-menti politici, ministe-riali ed etici dell’ex mini-stro Claudio Scajola, cheraccoglieva dossier segre-ti e non dispose la scortaper il professor Biagi, puressendo a conoscenzadelle minacce dei terrori-sti, deve essere chiaro. Ilprimo a condannare“Sciaboletta” dovrebbeessere Berlusconi, che lo

nominò ministro e gli as-segnò anche il ruolo dicoordinatore nazionaledel suo partito. L'ex Cava-liere sta distribuendo pa-tenti di complottisti e diassassini ai suoi avversaripolitici, nel vano tentati-vo di fermare il suo decli-no. Ma, anche a causa del-la negligenza e della su-perficialità di Scajola, èstato commesso l'efferatodelitto, firmato dallenuove BR, di un servitoredello Stato. Doverose le

CARO COLOMBO, mi stupisce e mi di-sorienta ciò che sta succedendo in Li-bia. All'improvviso? Senza un segnale?Manca il giornalismo o manca una po-litica estera e una Intelligence dell’Oc-c i d e n te?

A l va ro

NON POSSIAMO DIRE che l'attacco ar-mato al palazzo del governo e al palazzodel Parlamento libico siano una improv-visa e inattesa esplosione di violenza. Do-po la “guerra di Hollande” e (poi) dellaNato, e dopo l’assassinio (vicenda chiave,mai interpretata) dell’ambasciatoreamericano Stevens, la guerra per bandenon è mai finita, compresi due attacchiagli impianti petroliferi italiani un atten-tato all'ambasciata italiana, la fuga bloc-cata in mare di una petroliera libica “pi-rata” (nel senso di sfuggita al controllo delsuo armatore) combattimenti locali econtinui. Non c’è mai stata pace, non c’èmai stato ordine, non ci sono mai stati ungoverno e un Parlamento funzionante. Èvero però che i governi europei e – perusare l’antica definizione – occidentali,hanno fatto finta di niente, hanno conti-nuato a parlare della Libia e a trattarecon la Libia come se fosse un Paese ordi-nato e funzionante, con i suoi politici, lesue decisioni (che venivano discusse e au-torevolmente interpretate) i suoi leaderpresentati come il nuovo di un Paese ri-messo in ordine. I vari governi non elettidella Repubblica italiana (gli ultimi tre)che pure hanno la Libia come immediatadirimpettaia, non ci hanno fatto saperenulla, salvo sostenere che “il trattato” (ro-ba spregevole fatta da Berlusconi conGheddafi) e la collaborazione per l’immi-grazione (ovvero le spaventose prigioni li-biche e i naufraghi abbandonati in mare)

tutto aveva ripreso normalità e vigore. Laimportantissima operazione “Mare No-strum” che ha finalmente salvato tantiuomini, donne, bambini e nascituri, cheprima venivano abbandonati nel Medi-terraneo, è stata presentata ancora unavolta come una collaborazione con la Li-bia (prima di essere criticata perché trop-po costosa) come se una simile collabora-zione fosse possibile. Insomma, dal gior-no (umanamente spaventoso) del linciag-gio di Gheddafi, la Libia è un Paese coper-to da un burqa che nasconde o nega quasitutto: il pericolo, la frantumazione, l’ille-galità, le armi, gli eccidi, le prigioni. Nes-suno al momento si è fatto avanti dicen-dosi in grado di spiegare la Libia. Nessu-no ha ammesso di non saperlo e non po-terlo fare. Le varie Cancellerie si mostra-no competenti e al corrente di cose chenon sanno. La verità, sconsolante e peri-colosa, che si vede con allarmante chia-rezza nei concitati comizi delle elezionieuropee è che non esiste nei governi, nonè desiderata nelle opposizioni, e non ap-pare nei partiti una visione, per quantosfuocata, della politica estera. Infatti leelezioni europee sono rigorosamentecombattute all'interno di ciascun Paese ein cerca del governo locale migliore, senzaalcun riguardo all’Unione degli Stati percui si vota, e al ruolo nel mondo di quellaUnione. Ma ciò dimostra una doppia di-stanza dal mondo: in ciascuna provinciache si chiami Stato, Unione di Stati, Fe-derazione di Stati, lo scontro è interno esul posto, il futuro è locale, l’attesa, quan-do c’è, è soltanto in casa. Piccolo (triste)mondo antico.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Libia,la rivoluzionec o n t i nu a

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scuse, da parte di Berlu-sconi, alla vedova del giu-slavorista, che con ango-scia sta leggendo delleomissioni e della superfi-cialità nei confronti degliallarmi, che vennero lan-ciati da suo marito e daiministri Maroni e Sacco-ni, e delle premure dimo-strate per le esigenze dellaavvenente moglie del lati-tante Amedeo Matacena.Se Berlusconi non telefo-nerà alla signora MarinaBiagi, provveda tempe-

stivamente a porgere lescuse il presidente dellaRepubblica, Napolitano.

Pietro Mancini

I tg Rai non raccontanoi veri drammi italiani

L’Italia è al tracollo, l’eco-nomia è sotto zero. La di-soccupazione ha rag-giunto numeri da terzo oquarto mondo, gli sbar-chi di emigranti sonosempre un grosso proble-ma, ammesso che si con-cludano senza naufragi,

arresti di malfattori e tan-genti all’Expo. E le televi-sioni di Stato cosa fanno?Nei telegiornali conti-nuano a occuparsi di unindividuo che non do-vrebbe neppure stare incircolazione. Io pago re-golarmente il canone esarebbe ora che i direttorici risparmiassero la pre-senza di Berlusconi, checi prende in giro e fa cam-pagna elettorale in televi-sioni che non dovrebberoessergli concesse. La parcondicio non è roba percondannati.

Sergio Morena

Gli ideali della sinistratraditi da Macaluso e Pd

Non si può certo giudica-re la storia politica di Ma-caluso da poche righepubblicate su di un quo-tidiano, ma si può rima-nere sgomenti, dopo tan-te battaglie insieme, dallasua certezza che “Berlu-sconi ha tutto l’interessead approvare l’Italicum”.Lo squallido alleato èdunque visto come indi-spensabile per perpetua-re, senza un ombra di au-tocensura, un potere cheha tradito e fallito tutti gliideali per i quali sono ar-rivati i voti degli ingenuicome me. “Greganti nonha alcun cordone ombe-licale con il partito”, han-no detto i suoi compagnidel Pd. Che ipocrisia, allaluce di tutto quello cheesce fuori, giorno dopogiorno, nello spazio poli-tico che vide Berlinguerporre la questione mora-le, oggi derisa dai proni-poti che la consideranoun ostacolo alla loro car-riera e niente altro. Le piùfondate obiezioni alla su-perficialità e alla fretta dicambiare la Costituzione:anche questa è una for-ma, sia pure non legal-mente perseguibile, dicorruzione degli ideali.Ringrazio Macaluso diaver riconsegnato il testi-mone alla Dc: almenosappiamo con chi abbia-mo a che fare.

Giampiero Buccianti