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1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 www.ilfattoquotidiano.it Mercoledì 1 febbraio 2012 – Anno 4 – n° 26 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Lui, Lei e l’altro. Berlusconi impone i soliti amici a Tg1 e Tgr Il dg Rai obbedisce. Ma Garimberti non doveva dimettersi? LADRI DI MARGHERITA La favola del tesoriere Lusi, che fugge con la cassa (13 milioni) all’insaputa dei vertici Dl, fa ridere. Ma il guaio serio sono i partiti, perfino quelli defunti, che navigano nell’oro a spese nostre Non mangiate le margherite di Marco Travaglio F acciamo finta che davvero il senatore Pd Luigi Lusi, già braccio destro di Rutelli nella Margherita e tesoriere della medesima (peraltro defunta da tre anni), abbia fatto tutto da solo. Cioè abbia distratto dalle casse del fu partito 13 milioni di euro con 90 bonifici verso società sue o della moglie, senza che nessuno si accorgesse di nulla, gli tenesse il sacco, gli facesse da palo o spartisse il bottino con lui. Ecco, se così fosse, lo scandalo non sarebbe meno grave, ma molto di più. Confermerebbe quel che ripete da anni il giudice Davigo: “In Italia i partiti hanno controlli interni meno rigidi di quelli di una bocciofila”. Dieci anni fa fu arrestato il forzista Luigi Odasso, direttore generale dell’ospedale Molinette di Torino, per bieche storie di mazzette. Disse che non rubava per sé (“sono ricco di famiglia”), ma per scalare il partito in Piemonte, visto che aspirava a diventare sottosegretario alla Sanità e gli avevano spiegato che doveva comprare molte tessere. Il coordinatore regionale di Forza Italia, Roberto Rosso, cadde dal pero: “Odasso stava scalando il partito e non ce n’eravamo accorti”. Scalava il partito all’insaputa del partito. Lo stesso faceva da una ventina d’anni, secondo la Procura di Monza, Filippo Penati, accusato di intascare mazzette nella repubblica autonoma di Sesto San Giovanni dal 1992-‘93, incurante di un piccolo dettaglio chiamato Mani Pulite. Così, di tangente in tangente, era diventato presidente della Provincia, capogruppo in Regione e capo della segreteria di Bersani. Ma, quando fu beccato, Bersani cadde dal pero: il suo braccio destro sguazzava nei milioni a sua insaputa. Così alcuni fedelissimi di D’Alema ne combinavano di cotte e di crude all’insaputa del viceconte Max. E non parliamo dei fedelissimi di B. e di Bossi per motivi di spazio. Qui però non si tratta di tangenti: cioè di ladri che rubano fuori di casa. Ma di uno che ruba in casa sua. Persino ai tempi di Tangentopoli, i democristiani evitavano di farsi derubare nominando tesorieri come Citaristi, che arraffava a man bassa sugli appalti, ma almeno sulla refurtiva non faceva la cresta (i socialisti pure su quella). Invece Lusi, ex Dc, ex Acli, ex capo scout, è accusato di essersi appropriato di soldi del suo partito, da un conto cointestato a Rutelli. Possibile che Rutelli, in tre anni, non abbia mai controllato gli estratti conto? E, se l’ha fatto, possibile che non abbia notato che mancavano 13 milioni? E chi li stila e chi li certifica i bilanci della Margherita? Pietro Gambadilegno? Il Madoff dei Parioli? È vero che i partiti sono talmente imbottiti di soldi pubblici (1 miliardo di “rimborsi elettorali” a legislatura, anche per quelle durate solo 2 anni, come quella del 2006-2008: il quadruplo delle spese sostenute per le elezioni, il resto è mancia) che certi dettagli possono sfuggire. Ma 13 milioni sono 13 milioni. Ora che Lusi ha ammesso tutto e si accinge a patteggiare, ci si attenderebbero fulmini e saette da parte dei derubati. Invece sentite la prima dichiarazione ufficiale di Rutelli, Bianco e Bocci: “Lusi ha goduto della massima stima e fiducia degli organi del partito, concorrendo a fare della Margherita un raro caso di partito con bilanci sani e in attivo”. Cioè: il tuo commercialista ti svaligia il conto corrente e tu elogi i suoi bilanci sani? Bersani è ancora meglio: “Non sappiamo nulla di questa vicenda: se verranno accertate responsabilità individuali, il Pd prenderà provvedimenti secondo le regole. Stiamo raccogliendo gli elementi e la vicenda finirà alla commissione di garanzia, che deciderà in proporzione alle responsabilità. Non facciamo sconti, abbiamo le nostre procedure”. Bersani è fatto così: se, rincasando, becca il suo vicino che scappa col piede di porco in una mano e la sua argenteria nell’altra, non lo insegue, non grida al ladro e non chiama i carabinieri. Lo minaccia di provvedimenti secondo le regole, gli rammenta le procedure, poi si fa una birretta e, dopo essersi a lungo interrogato sull’eventuale accertamento di responsabilità individuali, gli scatena contro la commissione di garanzia. CASE DI CASTA x Si chiama Riccardo Conti l’artefice della compravendita miracolosa Politici-cavallette: senatore Pdl lucra 18 milioni con un palazzo L’inchiesta dei pm romani fa scoppiare il caso I dubbi degli ex compagni: l’uomo di fiducia di Rutelli può aver fatto tutto da solo? di Pacelli e Perniconi C ome si fa a non fidarsi di uno scout? Questo almeno è quel che sostengono i dirigenti del- l’ex Margherita quando parlano del loro tesoriere, Luigi Lusi. So- lo lui aveva in mano le chiavi del forziere del partito. pag. 2 z di Rita Di Giovacchino C ome guadagnare, senza ri- schi, 18 milioni di euro in un sol giorno. È accaduto al senato- re Riccardo Conti, Pdl, uomo vo- tato al cambiamento. pag. 5 z U di Maurizio Viroli LO SDEGNO, VIRTÙ P O L I T I CA P rimo requisito della buona intransigenza è senza dub- bio la saggezza politica, intesa come capacità di capire uomi- ni, circostanze e tempi. È un sapere che non si basa su re- gole certe, ma sull’arte raffina- ta di interpretare. pag. 18 z n sanremo Adriano il sobrio: tutto il cachet devoluto a Emergency Truzzi pag. 14z In un giorno – racconta il Tg La7 – il fortunato acquista un immobile nel centro di Roma senza sborsare un euro, e subito lo rivende a prezzo astronomico. Grande fiuto o puzza di bruciato? U di Luca Telese FRANCESCHINI E IL MISTERO DEI 4 MILIONI L a truffa di Luigi Lusi non è stata un fulmine a ciel se- reno. La Margherita, il par- tito-Zombie che accaparra- va fondi senza rendere con- to a nessuno, sopravviven- do per tre anni alla fine della legislatura, aveva prodotto – molto prima delle inchieste – una polemica furibonda, una scena madre, e persino un giallo sulle primarie del Pd tra Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani. pag. 3 z Servizietto pubblico Cambiano i governi, ma in Rai comanda sempre il Caimano Al Tg1 rimane Maccari (Pdl) Ai Tg regionali arriva Casarin (Lega). Rizzo Nervo (Pd) si dimette per protesta. Ma Garimberti rimane Tecce pag. 7 z CATTIVERIE Indagato senatore Lusi per aver sottratto 13 milioni alla Margherita. Assolto perché il partito non sussiste Il palazzo di via della Stamperia, nel centro di Roma Illustrazione di Emanuele Fucecchi. Sopra, nella foto, il tesoriere della Margherita Luigi Lusi y(7HC0D7*KSTKKQ( +$!"!?!z!#

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Page 1: 1,20 –Arretrati: 2,00 LADRI DI MARGHERITAs3.amazonaws.com/cuttings/cuttingpdfs/11601/9ae41955ba0e4315cb… · Redazione: via Valadier n° 42 –00193 Roma tel. +39 06 32818.1 –fax

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Mercoledì 1 febbraio 2012 – Anno 4 – n° 26Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Lui, Leie l’altro. Berlusconi impone i soliti amici a Tg1 e TgrIl dg Rai obbedisce. Ma Garimberti non doveva dimettersi?

LADRI DI MARGHERITALa favola del tesoriere Lusi, che fugge con la cassa (13 milioni)

all’insaputa dei vertici Dl, fa ridere. Ma il guaio serio sono i partiti,perfino quelli defunti, che navigano nell’oro a spese nostre

Non mangiate le margherite

di Marco Travaglio

Facciamo finta che davvero il senatore Pd LuigiLusi, già braccio destro di Rutelli nellaMargherita e tesoriere della medesima(peraltro defunta da tre anni), abbia fatto tutto

da solo. Cioè abbia distratto dalle casse del fu partito13 milioni di euro con 90 bonifici verso società sue odella moglie, senza che nessuno si accorgesse dinulla, gli tenesse il sacco, gli facesse da palo ospartisse il bottino con lui. Ecco, se così fosse, loscandalo non sarebbe meno grave, ma molto di più.Confermerebbe quel che ripete da anni il giudiceDavigo: “In Italia i partiti hanno controlli internimeno rigidi di quelli di una bocciofila”. Dieci anni fafu arrestato il forzista Luigi Odasso, direttore generaledell’ospedale Molinette di Torino, per bieche storie dimazzette. Disse che non rubava per sé (“sono ricco difa m i g l i a ”), ma per scalare il partito in Piemonte, vistoche aspirava a diventare sottosegretario alla Sanità egli avevano spiegato che doveva comprare moltetessere. Il coordinatore regionale di Forza Italia,Roberto Rosso, cadde dal pero: “Odasso stavascalando il partito e non ce n’eravamo accorti”.Scalava il partito all’insaputa del partito. Lo stessofaceva da una ventina d’anni, secondo la Procura diMonza, Filippo Penati, accusato di intascare mazzettenella repubblica autonoma di Sesto San Giovanni dal1992-‘93, incurante di un piccolo dettaglio chiamatoMani Pulite. Così, di tangente in tangente, eradiventato presidente della Provincia, capogruppo inRegione e capo della segreteria di Bersani. Ma,quando fu beccato, Bersani cadde dal pero: il suobraccio destro sguazzava nei milioni a sua insaputa.Così alcuni fedelissimi di D’Alema ne combinavano dicotte e di crude all’insaputa del viceconte Max. E nonparliamo dei fedelissimi di B. e di Bossi per motivi dispazio. Qui però non si tratta di tangenti: cioè di ladriche rubano fuori di casa. Ma di uno che ruba in casasua. Persino ai tempi di Tangentopoli, i democristianievitavano di farsi derubare nominando tesorieri comeCitaristi, che arraffava a man bassa sugli appalti, maalmeno sulla refurtiva non faceva la cresta (i socialistipure su quella). Invece Lusi, ex Dc, ex Acli, ex caposcout, è accusato di essersi appropriato di soldi delsuo partito, da un conto cointestato a Rutelli.Possibile che Rutelli, in tre anni, non abbia maicontrollato gli estratti conto? E, se l’ha fatto, possibileche non abbia notato che mancavano 13 milioni? Echi li stila e chi li certifica i bilanci della Margherita?Pietro Gambadilegno? Il Madoff dei Parioli? È veroche i partiti sono talmente imbottiti di soldi pubblici(1 miliardo di “rimborsi elettorali” a legislatura, ancheper quelle durate solo 2 anni, come quella del2006-2008: il quadruplo delle spese sostenute per leelezioni, il resto è mancia) che certi dettagli possonosfuggire. Ma 13 milioni sono 13 milioni. Ora che Lusiha ammesso tutto e si accinge a patteggiare, ci siattenderebbero fulmini e saette da parte dei derubati.Invece sentite la prima dichiarazione ufficiale diRutelli, Bianco e Bocci: “Lusi ha goduto della massimastima e fiducia degli organi del partito, concorrendo afare della Margherita un raro caso di partito conbilanci sani e in attivo”. Cioè: il tuo commercialista tisvaligia il conto corrente e tu elogi i suoi bilanci sani?Bersani è ancora meglio: “Non sappiamo nulla diquesta vicenda: se verranno accertate responsabilitàindividuali, il Pd prenderà provvedimenti secondo leregole. Stiamo raccogliendo gli elementi e la vicendafinirà alla commissione di garanzia, che deciderà inproporzione alle responsabilità. Non facciamo sconti,abbiamo le nostre procedure”. Bersani è fatto così: se,rincasando, becca il suo vicino che scappa col piededi porco in una mano e la sua argenteria nell’a l t ra ,non lo insegue, non grida al ladro e non chiama icarabinieri. Lo minaccia di provvedimenti secondo leregole, gli rammenta le procedure, poi si fa unabirretta e, dopo essersi a lungo interrogatosull’eventuale accertamento di responsabilitàindividuali, gli scatena contro la commissione dig a ra n z i a .

CASE DI CASTAxSi chiama Riccardo Conti l’artefice della compravendita miracolosa

Politici-cavallette: senatore Pdllucra 18 milioni con un palazzo

L’inchiestadei pm romanifa scoppiare il casoI dubbi degli excompagni: l’uomodi fiducia di Rutellipuò aver fattotutto da solo?

di Pacelli e Perniconi

C ome si fa a non fidarsi di unoscout? Questo almeno è quel

che sostengono i dirigenti del-l’ex Margherita quando parlanodel loro tesoriere, Luigi Lusi. So-lo lui aveva in mano le chiavi delforziere del partito. pag. 2 z

di Rita Di Giovacchino

C ome guadagnare, senza ri-schi, 18 milioni di euro in un

sol giorno. È accaduto al senato-re Riccardo Conti, Pdl, uomo vo-tato al cambiamento. pag. 5 z

Udi Maurizio Viroli

LO SDEGNO,VIRTÙP O L I T I CA

P rimo requisito della buonaintransigenza è senza dub-

bio la saggezza politica, intesacome capacità di capire uomi-ni, circostanze e tempi. È unsapere che non si basa su re-gole certe, ma sull’arte raffina-ta di interpretare. pag. 18 z

ns a n re m o

Adriano il sobrio:tutto il cachetdevoluto a Emergency

Truzzi pag. 14z

In un giorno –racconta il Tg La7 –il fortunato acquistaun immobilenel centro di Romasenza sborsareun euro, e subitolo rivende a prezzoa s t ro n o m i c o.Grande fiutoo puzza di bruciato?

Udi Luca Telese

FRANCE SCHINIE IL MISTERODEI 4 MILIONI

L a truffa di Luigi Lusi non èstata un fulmine a ciel se-

reno. La Margherita, il par-tito-Zombie che accaparra-va fondi senza rendere con-to a nessuno, sopravviven-do per tre anni alla fine dellalegislatura, aveva prodotto –molto prima delle inchieste– una polemica furibonda,una scena madre, e persinoun giallo sulle primarie delPd tra Dario Franceschini ePier Luigi Bersani. pag. 3 z

Servizietto pubblico

Cambiano i governi, ma in Raicomanda sempre il CaimanoAl Tg1 rimane Maccari (Pdl)Ai Tg regionali arriva Casarin(Lega). Rizzo Nervo (Pd)si dimette per protesta. MaGarimberti rimane Te c c e pag. 7z

C AT T I V E R I EIndagato senatore Lusi peraver sottratto 13 milioni allaMargherita. Assolto perchéil partito non sussiste

Il palazzo di via della Stamperia, nel centro di Roma

Illustrazione di Emanuele Fucecchi.Sopra, nella foto, il tesoriere della Margherita Luigi Lusi

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Page 2: 1,20 –Arretrati: 2,00 LADRI DI MARGHERITAs3.amazonaws.com/cuttings/cuttingpdfs/11601/9ae41955ba0e4315cb… · Redazione: via Valadier n° 42 –00193 Roma tel. +39 06 32818.1 –fax

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Le reazioni: “È come

Schettino”, “fece

risparmiare 100 milioni”

FURTO CON SCOUTIl tesoriere-esploratore della Margherita fa sparire

13 milioni e nessuno si accorge di nulladi Valeria Pacellie Caterina Perniconi

Come si fa a non fidarsi di unoscout? Questo almeno èquel che sostengono i diri-genti dell’ex Margherita

quando parlano del loro tesorie-re, Luigi Lusi. Solo lui aveva in ma-no le chiavi del forziere del par-tito, poteva accedervi, prelevaresoldi, decidere come spenderli.L’unico col potere di firma suiconti, assieme al presidente Fran-cesco Rutelli. Chi se non lui,scout di rigorosa osservanza finoall’età adulta? In realtà le spiega-zioni dei vertici ex Dl finora nonhanno convinto la magistraturache sta indagando sull’ammancodi 13 milioni: “Il potere ammini-strativo, in base allo Statuto, erainteramente nelle mani del sena-

tore Luigi Lusi – hanno scritto Ru-telli, Enzo Bianco (presidentedell’Assemblea federale) e Gian-piero Bocci (alla guida del Comi-tato di controllo sulla tesoreria)ieri dopo una riunione urgente –persona da tutti stimata, che ave-va iniziato la propria attività, inquanto Direttore Generale degliScout, apprezzato dal SindacoRutelli e quindi eletto due voltecome amministratore del parti-to”. Rutelli è stato sentito dallaProcura il 16 gennaio, dopodichéha informato i vertici dell’ex par-tito e chiesto le dimissioni di Lusida tesoriere, arrivate mercoledìscorso. Nessuna rinuncia finoraper la poltrona a Palazzo Madamae per il ruolo di tesoriere del Pdeuropeo di cui Rutelli è copresi-dente. L’inchiesta è partita daventi bonifici. Quelli che Lusi giu-

stificava come “prestazioni diconsulenza”e che dalle casse del-la Margherita sono finiti in quelledella Ttt srl, una società ricondu-cibile proprio all’ex tesoriere. Èda questi movimenti sospetti cheBankitalia ha iniziato a indagare,finché ne ha scoperti altri 70.Quelle “voci opache”In totale, secondo i pm romaniAlberto Caperna e Stefano Pesci,Lusi si sarebbe appropriato inde-bitamente di circa 13 milioni dieuro, dirottati su società italianee estere di cui 5 milioni destinatial pagamento di “tasse”. Si trattadi tutti soldi pubblici, perchéprovenienti dagli ultimi rimbor-si elettorali. Che i conti non tor-nassero se n’erano già accorti al-cuni dirigenti della Margheritache avevano denunciato “vo c iopache e rissuntive”nel bilancio

2010. Il 21 giugno 2011, nell’as -semblea federale in cui si dove-vano decidere le sorti dei 20 mi-lioni in attivo, ci fu la minacciadel ricorso al tribunale, che Ru-telli apostrofò come “una cazza-ta”. E invece Enzo Carra, RenzoLusetti, Rino Piscitello e GaspareNuccio una denuncia la sporse-ro davvero perché non coinvoltinelle decisioni in quanto transi-tati verso altri partiti. La giusti-ficazione dell’esclusione è chenon perseguivano più gli inte-ressi della Margherita che hascelto il centrosinistra. Eppurechi, come Lusetti e Carra, ha ade-rito all’Udc, rivendica di militarenel terzo Polo esattamente comel’Api di Rutelli che invece ha an-cora diritto di parola sui finanzia-menti dell’ex partito. Certo èche in molti sembrano sorpresidagli interessi personali che Lusiha fatto con i soldi pubblici, manon si spiegano come abbia po-tuto agire da solo: “Il caso Lusinon sarà un altro Schettino mapoco ci manca. Che tutto un par-tito abbia subito inerte le deci-sioni solitarie del suo ammini-stratore ha dell’i nve ro s i m i l e ” di -ce Carra. E il leader della Destra,Francesco Storace, commentasarcastico: “Si vede che frodavaRutelli a sua insaputa...”. Conquel denaro è stato acquistatoun immobile in pieno centro aRoma, in via Monserrato, pagato

LA “TTT SRL” Gli affari dell’azienda dello scandalo

Soldi, case, sedi in Canadae un manager targato Rutelli

1 milione e 900 mila euro; poi so-no stati fatti due bonifici in duedistinte occasioni, uno di 1 mi-lione 863 mila e un altro di 2 mi-lioni 815 mila euro alla “Pa ra d i s oI m m o b i l i a re ”. E ancora.Risultati degli accertamentiLa Ttt ha bonificato 272 mila euroalla Luigia Ltd., società di dirittocanadese, anche questa ricondu-cibile all’ex tesoriere. Inoltre se-condo gli accertamenti di Banki-talia una parte del denaro sarebbeconfluito sia sul conto personaledi Lusi, circa 49 mila euro, che suquello del suo studio legale a ti-tolo di “fondo spese”, 60 mila eu-ro. Altri 5 milioni e 100mila eurosarebbero stati utilizzati per paga-re le imposte. E non mancanoneanche i soldi per la consorte:119 mila euro sarebbero stati de-stinati ad uno studio di architet-

tura di Toronto, “Giannone-Petr i-cone”, dove lavora Pina Petrico-ne, moglie di Lusi. Ma a non con-vincere i magistrati, oltre l’utiliz -zo del denaro, è proprio il com-portamento del resto del partito.Come mai in tre anni, dal gennaiodel 2008 all’estate del 2011, nes-suno si sia accorto che i soldi spa-rivano? Anche perché Rutelli ave-va, e ha ancora tutt’oggi, delegaad operare e il legame con Lusi ètalmente solido, dai tempi del Co-mune di Roma in cui gli assegnò

Il doppio filo conil vicepremierche avevapotere di firmaGli occhi chiusidel comitatodi controllo

Il leader dell’Api“Sono incazzato, non ho mai gestito

nulla e gli ho detto di andare dai pm”

I ntendiamo recuperare tutto il maltolto” ha detto ieriRutelli. Che sulla vicenda il 16 gennaio scorso è stato

sentito dai pm romani. “Completamente all’oscuro diquei fatti”, Rutelli ha chiesto al tesoriere Lusi di recarsiimmediatamente a fornire ogni informazione agli in-quirenti. L’ex sindaco di Roma si è anche costituito parteoffesa, in proprio e come presidente della Margherita”.

Il senatore democratico“Mi sono assunto responsabilità di tutto

e tutti: patteggio e restituisco i soldi”

U na confessione totale quella fatta ai magistrati daparte di Lusi. Che con le sue parole blinda il par-

tito: “Mi sono assunto la responsabilità di tutto e di tut-ti”. La Procura di Roma sta valutando l’ipotesi di un se-questro di beni acquistati dall’ex tesoriere della Mar-gherita, indagato per l’appropriazione indebita di circa13 milioni di euro sottratti dalle casse del partito.

CHE SPECIALISTALe leggine per la moglie

di Sara Nicoli

È un presenzialista. Uno che ci tiene ad avere “l'o -nore di rappresentare una parte del Paese in Par-

lamento”, ma quando c'è di mezzo la famiglia, LuigiLusi, classe 1961, tesoriere della Margherita e se-natore al secondo mandato, non è secondo a nes-suno. L'occhio di riguardo è per gli interessi dellamoglie, dei fratelli, dei parenti tutti. E anche gli elet-tori del fratello Nino, sindaco di Capistrello, nonché i suoiconcittadini a Genzano, in provincia di Roma. Di sicuro, aLusi non manca la liquidità, come dimostrerebbe la recenteacquisizione di una casa a Roma, in via Monserrato 24, cosìcome altri bonifici che sarebbero piovuti con generositàsui conti dello studio legale Lusi&Partners (sedi a Genzano,in Abruzzo e a Toronto) e delle altre società, italiane e ca-nadesi, della famiglia Lusi-Petricone. Ma anche in Parla-mento non scherza. Ecco il “re g a l o ” fatto alla dottoressaGianna Petricone, chiropratica di fama, nonché moglie ita-lo-canadese del senatore: è l'emendamento alla Finanziaria2008, comma 355 dell'articolo 2, con cui Lusi avrebbe ot-tenuto che il Ssn spalancasse le porte alla figura del “dot -tore in chiropratica”. Ma Lusi è anche uno specialista dellacosiddetta “legge mancia”, quella con cui le Camere finan-ziano gli interventi sui collegi dei parlamentari. Il 2010 perLusi è stato l’anno del record: eletto in Liguria, ha fatto ave-re 400 mila euro alle suore della Sacra famiglia di Sanremoper costruire una palestra presso l’istituto Padre Semeria;residente a Genzano, ha fatto avere una nuova ammiragliada 41 mila euro ai carabinieri, mentre il comune ha potutorinnovare l’illuminazione pubblica (85 mila euro), costrui-re il parcheggio della biblioteca (95 mila) e installare pen-siline nelle zone rurali (30 mila). Ancora meglio è andata aCapistrello (provincia de L’Aquila) di cui la famiglia Lusi èoriginaria e di cui il fratello del senatore, Nino, è sindacoPd: 275 mila euro per le scuole, 80 mila per la strada infrazione Pescocanale, 50 mila per il tetto della parrocchia,156 mila per la rete idrica... un pozzo quasi senza fondo.

di Vittorio Malaguttie Giorgio Meletti

N aviga nell’oro la Ttt di Luigi Lusi.Una piccola srl con soli 50 mila

euro di capitale sociale viene letteral-mente sommersa di denaro. In treanni, tra il 2008 e il 2010, la Ttt in-cassa oltre 11 milioni di euro. I soldi,come ha confessato lo stesso sena-tore Lusi, arrivano dai conti dellaMargherita, che apparentementepaga laute consulenze. Ma alla Tttqueste prestazioni non costano quasiniente. Nel 2010, a fronte di ricaviper 4 milioni 765 mila euro, i costidella produzione non superano i 188mila euro, dei quali meno di 40 milaeuro sono i costi del personale. Rima-ne un utile di 4,5 milioni, su cui la Tttpaga tasse per quasi un milione em e z zo .Coincidenze “editoriali”Ma per capire meglio la vicenda, tut-t’altro che chiarita nonostante le am-missioni del tesoriere dell’ex partitodi Francesco Rutelli, conviene andarea vedere dove va a finire quel fiume di

euro dopo aver transitato nella Ttt. Eallora si scopre che nell’ottobre del2008 ben 2,2 milioni sono andati aun manager che si chiama GiuseppeL’Abbate. È lui a vendere a Ttt, e cioèa Lusi, un appartamento di prestigionel cuore di Roma, in via di Monser-rato. L’Abbate non è un venditorequalsiasi. Il suo nome è ben conosciu-to ai vertici della Margherita, vistoche siede nel consiglio di amministra-zione della società che pubblica “Eu -ro p a ”, il quotidiano del partito. In-somma, L’Abbate, classe 1968, nonpuò non conoscere Lusi, che di quellastessa società è consigliere e mem-bro del comitato esecutivo. Quindi,stando alle carte che il “Fa t t o ” haconsultato, sembra quasi un affare infamiglia. Un uomo targato Marghe-rita vende e un uomo targato Mar-

gherita compra. E l’affare vale oltre 2milioni di euro. L’Abbate nega. “Cer -to, conosco il senatore Lusi - dichiaraal “Fa t t o ” il manager - ma non sa-pevo che dietro la società Ttt ci fosseproprio lui”. Insomma, par di capire,sarebbe tutta una coincidenza. Lusi,che prende in affitto la casa dalla Ttt(canone 2.500 euro al mese) va a vi-vere nella casa che gli ha vendutoL’Abbate, il collega nel consiglio diamministrazione di “E u ro p a ”. L’Ab -bate però dichiara di non saperneniente. Singolare.Castelli e paradisiCerto è che la piccola Ttt continua aspendere alla grande. Sempre nel2008, per dire, compra dall’impren -ditore Cristiano Berloco una grandevilla a Genzano, località dei Castelliromani. Prezzo: 2 milioni di euro. Ber-

loco vende la società Immobiliare Pa-radiso, a cui è intestata la grande ca-sa in campagna. Una casa che, aquanto pare, ha bisogno di importan-ti lavori di ristrutturazione. Nel solo2010 la Ttt trasferisce alla sua con-trollata Immobiliare Paradiso oltre unmilione di euro, che vengono in buonaparte impiegati per mettere a nuovoil palazzo. Già che c’è Lusi trasferiscea Genzano, a poca distanza dalla ca-sa appena acquistata, una sede di-staccata del suo studio legale di viaGiambattista Vico a Roma.Ma l’ex tesoriere della Margherita,avvocato cassazionista, come si defi-nisce nel suo sito, si era lanciato ancheoltrefrontiera. Addirittura a Toronto,in Canada, dove aveva aperto un uf-ficio. E guarda caso, l’indirizzo dellasede canadese dello studio Lusi risulta

CASTA DOLCE CASTA

(FOTO EMBLEMA)

Enzo Carra, Udc

“Non sarà un altroSchettino, ma pococi manca

Massimo D’Alema, Pd

“Se non hai una casaall’estero, almeno inSiberia, non conti niente

Il senatorePd Luigi

Lusi,ex tesoriere

dellaM a rg h e r i t a

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Mercoledì 1 febbraio 2012

di Luca Telese

La truffa di Luigi Lusinon è stata un fulminea ciel sereno. Il parti-to-Zombie che acca-

parrava fondi senza rende-re conto a nessuno, soprav-vivendo di tre anni alla finedella legislatura, aveva pro-dotto - molto prima delle in-chieste - una polemica fu-ribonda, una scena madre,e persino un giallo sulle pri-marie tra Dario Franceschi-ni e Pierluigi Bersani. L’a l-lora tesoriere della Marghe-rita, infatti, messo spalle almuro da Arturo Parisi, giu-stificava una voce del suobilancio così: “Ho dato 4milioni di euro a France-schini per la sua campagnada segretario”. Lo scandaloinizia il 20 giugno del 2011,a via del Nazzareno c'è l’a s-semblea della Margheritache deve approvare il bilan-cio.

"Quando finiràil finanziamento?"

I 300 DIRIGENTI della exMargherita dovevano appro-vare i conti di un partito uf-ficialmente morto ma finan-ziariamente floridissimo. Laseduta iniziò malissimo, nonpiù di 15 persone in sala.Nessuno dei partecipantiaveva ricevuto una copia delconsuntivo. “Come pensi –aveva detto Parisi a Lusi –ch enoi si possa approvare un bi-lancio a scatola chiusa?”.Era scoppiato un finimondo.Un altro dirigente, l’u m b roLuciano Neri: “Fra un anno ilfinanziamento finirà: che co-sa facciamo di questi soldi?La cosa più logica, per me, sa-rebbe dividere i fondi tra or-ganizzazioni sociali: Emer-gency, La Caritas, Medici sen-za Frontiere”. Parisi torna al-la carica: “La seduta va ag-giornata per dar modo ai di-rigenti di visionare il testo echiedere chiarimenti, oppu-

re la votazione perde qualsia-si legittimità politica”. A que-sto punto Lusi esplode, can-cellando l’immagine del diri-gente tecnico compassato epignolo: “Adesso basta! Nonposso accettare di esseretrattato in questo modo”.Estrae dalla borsa un fascico-lo che sbatte sul tavolo: “Il bi-lancio è qui. Non c’è nessunsegreto: ma se queste prote-ste vogliono suggerire che ionon faccio bene il mio lavo-ro, non ho problemi a rimet-tere il mio mandato!”. Cala ilge l o .Oltre ai due “contestator i” -Parisi e Neri – ci sono Fran-cesco Rutelli, Paolo Gentilo-ni, Giuseppe Fioroni, EnzoBianco, Giulio Santagata. Lariunione si interrompe. Lusisi alza. Fioroni media. Parisichiede di visionare il fascico-lo. Lusi accetta che il profes-sore guardi, ma non gli dauna copia del testo. Parisinon ha una preparazione

contabile, ma l’occhio gli ca-de su una voce: “Attività po-litica, 4 milioni di euro”. Al-lora chiede a bruciapelo:“Scusa Lusi, cosa vogliono di-re questi denari, nel 2011,per un partito che ha cessatol’attività politica?”. La rispo-sta del tesoriere: “Lo scorsoanno ci sono state le prima-rie tra Bersani e Franceschi-ni. Quella voce indica il no-stro contributo al candidatoche veniva dalla Margheri-ta”. Parisi trasecola: “Ma co-me? Il tetto di spesa prescrit-to dal regolamento internodel Pd, era di 250 mila eu-ro ! ”.

Lo strano divorziodal capo

IL PROBLEMA che Parisi sipone, non sospettando truf-fe, è quindi tutto politico: lostesso Franceschini avevapiù volte lamentato la spesaenorme sostenuta da Bersa-ni per la sua visibilissimacampagna. A chi scrive, nel-l’anticamera dell’Infedele diGad Lerner, solo sei giorniprima del voto aveva detto:“Io i soldi per affiggere estampare una manifesto na-zionale non li ho mai avu-ti!”.Torniamo per un attimo al 20giugno 2011. “La riunione –racconta Neri –fu aggiornataalla sera, per dare tempo aipontieri di ricucire lo strap-po. Il bilancio, malgrado lenostre proteste fu approvatocon la scusa che si era oltre iltermine massimo. Lusi pro-mise solennemente che loavremmo ricevuto a casa.Non arrivò mai”. I dirigenti,ancora una volta pressati daParisi e Neri, prendono l’im -pegno di convocare un co-mitato per decidere cosa faredei soldi quando, dopo il2011, il finanziamento saràfinito. L’assemblea non si riu-nirà mai. Si arriva a settem-bre. Dopo la scissione dell’A-pi, sorprendendo tutti, Lusisceglie di non seguire Fran-cesco Rutelli. Rimane sena-tore del Pd, parte dell’A re ademocratica che fa capo pro-prio a Franceschini. La Mar-gherita, come soggetto giuri-dico, continua a stipendiareuna decina di funzionari e aoccupare una parte della se-de del Pd. Per fare cosa? Mi-s t e ro .Quando chi scrive era venu-to a conoscenza della pole-mica, chiede a Franceschini(diventato capogruppo delPd) come sia possibile che

Lusi giustificasse una spesacosì ingente con un finanzia-mento a lui. Questa la rispo-sta dell’ex segretario del Pd:“Ho sentito anche io questavoce! E’ una menzogna ver-gognosa e priva di qualsiasifondamento. Primo: nonavevo realmente un euro a di-sposizione. Secondo: nonavrei mai accettato di riceve-re una cifra di questa entitàperché lo avrei ritenuto im-morale, per una primaria.Terzo, c’era un regolamentoche lo vietava”. Obiezione,allora perché Lusi dice diaver stanziato quella cifra?.Franceschini è netto: “Nonlo so. Sono solo certo chenon può essere che una bal-la. E voglio anche io andarefino in fondo”. Lusi, cercatodal sottoscritto su tema, si èsempre negato.Il bilancio della Margheritaviene pubblicato, su Europa,con le voci di spesa raggrup-pate e poco comprensibili.Oggi Parisi dice: “Avevo indi-viduato voci opache, ma ilsospetto di corruzione o diappropriazione indebitanon lo avevo avuto, altrimen-ti avrei denunciato tutto adun magistrato. Quello che iosospettavo – aggiunge Parisi–era un uso, discrezionale si-curamente, forse clientela-re, e di certo improprio di de-naro pubblico. Ho ripetutola mia protesta e i miei dubbiin ogni sede, ma non ho rice-vuto nessuna risposta e nes-suna spiegazione”.

Le domandesenza risposta

LUSI AMMINISTRAVA laMargherita con un rigorequasi arcigno: non pochi, inquella sede, ricordano le ra-manzine impartite ai dipen-denti anche per un semplicerimborso taxi, e i contributinegati alle tante richieste.Certo che la vicenda lasciaaperti non pochi dubbi:quanto costò davvero a Ber-sani e Franceschini la campa-gna delle primarie? Chi la fi-nanziò? Dove sono i rendi-conti? E perché nessun diri-gente della ex Margherita sipose il problema del modo incui veniva amministrato unpatrimonio di milioni di eu-ro? E soprattutto: Lusi ha fat-to un uso politico, oltre chepersonale, di parte di queifondi che amministrava condisinvoltura ed arroganza? E,visto che non sono andati aFranceschini, come sono sta-ti impiegati quei 4 milioni?

IL RACCONTO La faida tra gli ex Dl

Il bilancio “coperto”e quei 4 milioniper le primarie Pd

La riunione deilunghi coltelliFranceschini:“Mai presoquei soldi”Parisi: usoc l i e n t e l a re

una consulenza per la quale poiLusi fu giudicato non abbastanzaqualificato, che appare improba-bile che non abbia mai controlla-to l’operato del suo uomo. Ma l’expresidente ai pm ha dichiarato dinon sapere nulla della gestioneLusi.“Solo il mio dovere”Da parte sua Lusi ha ammessol’appropriazione indebita ma hapoi dichiarato ai giornali “di averfatto solo il suo dovere”, lascian-do intravedere l’ombra di qual-

che ipotetico mandante. L’am -manco è sfuggito anche al comi-tato di controllo sulla tesoreria,del quale facevano parte nume-rosi esponenti del partito, daBocci a Vaccaro, da Mantini aStrizzolo fino a Tanoni. Ma non aParisi che chiese più volte veri-fiche sul bilancio. Con la confes-sione di Lusi, l’inchiesta potreb-be dirsi chiusa, ma la procuravuole capire se ci sono altri di-rigenti che hanno fatto buon vi-so a cattivo gioco.

identico a quello della Luigia Ltd. Cioèla società canadese a cui fa capo ilcontrollo della Ttt.Tirando le somme, tra affari immo-biliari e altre spese, la società del se-natore rutelliano ha investito in tre an-ni non più di 6 milioni di euro. E il resto?Che fine hanno fatto gli altri cinquemilioni sottratti ai conti della Marghe-rita e finiti nelle casse della Ttt? Sem-plice, Lusi li aveva messi a bilancio co-me profitti. E ci aveva pure pagato letasse. Oltre 3 milioni di euro di impo-ste, secondo quanto risulta dai bilanci,versate all’erario tra il 2008 e il 2010,lasciando utili complessivi al netto del-le tasse nei tre anni di oltre 6 milioni.Il mistero del sig. PivaMa chi è l'amministratore unico dellaTtt? Si chiama Paolo Piva e FrancescoRutelli sicuramente lo conosce bene.Infatti il 25 settembre 2000, quandola Corte dei conti lo condannò, comesindaco di Roma, a rifondere l'erariodel costo ingiustificato di una consu-lenza da 134 milioni di lire affidata aLuigi Lusi (perché non possedeva “i re-quisiti di elevata professionalità ri-

c hiesti”), nella stessa sentenza c'eraanaloga condanna per analoga ingiu-stificata consulenza data a Piva. In-gaggiato per indicare alla giunta Ru-telli la strada giusta in tema di "pianourbano parcheggi, la tariffazione del-la sosta, la revisione del sistema di tra-sporto a mezzo taxi e la riorganizza-zione della rete distributiva carburan-ti”, il Piva veniva, come Lusi declassatodalla Corte dei Conti a individuo privodel "alto grado di professionalità" ri-

chiesto dalla normativa, anche per-ché i magistrati contabili hanno accer-tato che si occupava solo di rapporticon le lobby interessate. Piva ha co-munque a lungo lavorato presso ilCampidoglio, finendo assunto all'a-zienda tramviaria Atac e poi in pen-sione. Di lui, nato professionalmentecome sindacalista dei benzinai, si ri-corda il legame stretto con il defuntoMario Di Carlo, presidente dell'Atac,poi assessore comunale, poi alla Re-

gione Lazio, rutelliano di ferro. Ed ec-co che Lusi gli affida la guida della Ttt,dove Piva, emette le fatture che le cas-se della Margherita pagano puntual-mente, stiupla con L’Abbate il contrat-to di acquisto dell’appartamento divia Monserrato e poi firma i bilanci flo-ridi di cui sopra. Interpellato dal “Fat -to”, Piva ha preferito declinare la ri-chiesta di delucidazioni limitandosi adichiarare che non era “interessato aproseguire la conversazione”.

Gli affariimmobiliari,“E u ro p a ”e le consulenzedel Campidogliobocciate dallaCorte dei Conti

BERSANI Espulsione sì o no?“Deciderà la commissione di garanzia”N on facciamo sconti a nessuno”. Bersani

spiega che sul brutto a f fa i re Margherita ilPd interverrà. Anna Finocchiaro ha chiesto aLusi di dimettersi dal gruppo. Il segretario in-vece puntualizza: “Abbiamo le nostre proce-dure, verranno applicate rigorosamente”.Cioè? “Stiamo raccogliendo gli elementi e lavicenda finirà alla commissione di garanzia,che deciderà”. Quindi? La commissione, haribadito Bersani, “ha tanti provvedimenti a di-sposizione, che verranno adottati secondo la

gravità della questione”. Che non prevede l’e-spulsione, come spiegò il presidente dellacommissione, Luigi Berlinguer, quando sitrattò di decidere su Penati, coinvolto nell’in -chiesta sulle tangenti nell’area Falck. “Nonspetta al partito decidere se Penati sia inno-cente o colpevole”, disse Berlinguer. Penati,in quel caso, si era già autosospeso prima del-la decisione del partito. Ma ha mantenuto ilseggio, nel “Gruppo misto”, di cui è unicorappresentante e presidente.

Via Monserrato Una delle case comprate dalla Ttt nel centro di Roma

CASTA DOLCE CASTA

Mario Staderini, Radicali

“Presentò lui l’emendamento percondonare ai partiti oltre 100 milionidi multe per i manifesti illegali

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pagina 4 Mercoledì 1 febbraio 2012

LA MACCHINA MANGIA-SOLDIDEI RIMBORSI ELETTORALIMiliardi ai partiti, nessun controllo

di Fabrizio d’Esposito

Il voto costa. Il cittadinopaga e la casta incassa. Labellezza di ben dieci europro-capite, per rimanere

fermi alle elezioni politichedel 2008. I rimborsi elettoralisono un business che non co-nosce crisi. Anzi. I partiti, tuttisenza eccezione alcuna, han-no difeso la legge 157 del1999, pietra miliare dei loro te-soretti ben custoditi, persinoquest’estate. Nemmeno lospread li ha fermati. Lo raccon-tano Elio Veltri e FrancescoPaola nel libro I soldi dei partiti.Al Senato, infatti, a metà luglioc’era la possibilità di eliminareuna delle norme assurde, ag-giunta nel 2006, che imponedi pagare per intero i fondielettorali anche per le legisla-ture interrotte. Ultimo esem-pio, quella dal 2006 al 2008. Ipartiti (compresi quelli chenon hanno rappresentanzaparlamentare: l’importante èsuperare l’un per cento, altranorma folle) riceveranno irimborsi calcolati per cinqueanni e non per gli effettivi due.Non solo. Il rimborso è dop-pio perché poi c’è la legislatu-ra successiva, che va dal 2008in poi. Una cuccagna. Bene.Quest’estate, a Palazzo Mada-ma, l’abolizione della normaera nel pacchetto anti-crisi perla stabilizzazione finanziariama è stata rinviata. Ovviamen-te.

I RIMBORSI elettorali costi-tuiscono almeno l’80 per cen-to dei bilanci dei partiti, mapossono arrivare anche al 99per cento come nel caso dell’I-talia dei Valori. I controlli inquesti casi possono poco. Siadei revisori dei conti nominatidal Parlamento, sia della Cortedei conti. Con la garanzia del-l’anonimato, ecco cosa diceuno dei cinque revisori di Ca-mera e Senato a Paolo Bracali-ni, per un altro libro Partiti spa:“Molto spesso noi riceviamodei bilanci sui quali è appostauna firma, quella dell’ammini-stratore del partito, ma nonpossiamo verificare che ci siastata effettivamente un’assem-

blea di approvazione, chi vi hapartecipato, se il bilancio è sta-to esaminato o meno. Chi redi-ge il bilancio se la canta e se lasuona”.

Alla luce di questo regime di al-legra finanza per la casta, i par-titi hanno ricevuto dal 1974 aoggi soldi per quasi sei miliardidi euro. Pari a 12 mila miliardidi lire. Senza calcolare i soldi aigruppi parlamentari, gli sti-pendi di senatori e deputati, icontributi ai giornali di partito.Prima della legge sui rimborsielettorali, c’era quella sui fi-nanziamenti, introdotta nel1974, appunto. Una vera beffa.Perché la vecchia Prima Re-pubblica se la fece e se la ap-provò per arginare, se nonsconfiggere, l’atavico costumedelle mazzette. Il risultato è no-to: vent’anni più tardi il penta-partito dominato dalla Dc e dalPsi esplose a causa di Tangen-

Quelle mazzette sulle strade venete, come vent’anni faARRESTATO L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA VENEZIA-PADOVA. DA QUELL’AUTOSTRADA PARTÌ LA TANGENTOPOLI A NORD-EST

CASTA DOLCE CASTA

topoli. Insomma, l’ar ricchi-mento “p u bbl i c o ” dei partiti (aspese dei cittadini) è diretta-mente proporzionale a quelloillecito. Un appetito insaziabi-le. Lo dimostra quello che èsuccesso dopo il 1993. Il refe-rendum abroga il finanziamen-to ma i partiti lo aggirano con ilmeccanismo dei rimborsi elet-torali. Ancora più redditizio.Ma che non ferma gli scandalidella casta. E che peraltro tra-sforma i partiti in vere e pro-prie aziende solide. In dieci an-ni, dal 1999 al 2008, i rimborsielettorali hanno avuto un cre-scita abnorme: il 1.110 percento. Un ritorno all’i nve s t i -mento senza precedenti, comenotano Veltri e Paola: “Per le

elezioni del 2008 il record spet-ta alla Lega: le spese accertatedalla Corte dei Conti sono statedi 2 milioni e 940 mila euro e inbase ai voti ottenuti il Carroc-cio ha incassato 8 milioni e 277mila euro. In totale 41 milioni385 mila euro. Dunque 100 eu-ro investiti dalla Lega nellacampagna elettorale del 2008sono diventati 1.408”. Tuttoquesto fa dire all’ex leghistaGiancarlo Pagliarini: “Quasitutti dicono che bisogna cam-biare la legge elettorale, manon ho ancora sentito nessunodire che bisogna cambiare lalegge sui rimborsi elettorali”.Sono cifre spaventose. Il Pdl diSilvio Berlusconi, primo parti-to italiano, per l’ultima legisla-

tura, ha incassato nell’o rd i n e :21.920.112 euro per il 2008,19.055.284 per il 2009,20.496.206 per il 2010,19.770.665 per il 2011. Tenen-do presente le rate anche per lalegislatura precedente, chenon va dal 2006 al 2008, ma dal2006 al 2011.

IN TOTALE, i partiti attingo-no al pozzo senza fine dei rim-borsi in base a quattro fondielettorali: Camera, Senato, eu-ropee, regionali. Solo per le po-litiche dal 2001 a oggi un mi-liardo e 84 milioni di euro: 195milioni per il 2001, 436 per il2006, 453 per il 2008. Altri 222per le regionali del 2005 e del2010. E campano tutti. Anche ipartiti che restano eternamen-te fuori. Tipo l’impresa familia-re dei Fatuzzo, il famigeratoPartito dei pensionati italiani:tra regionali e politiche, il Pparrivare a prendere 180milaeuro all’anno. Naturalmente, ipartiti che stanno in Parlamen-to hanno la fetta più grossa del-la torta e questo li rende, comesi diceva, autentiche aziendemai in rosso: nel 2010, il Pd va-le 125.928.854 euro; l’ex An(che resiste come fondazione,da vero partito fantasma comela Margherita) la bellezza di76.914.109 euro. Più basse lecifre per Italia dei valori, Lega eUdc. Rispettivamente:37.499.763, 33.261.323,21.922.997 euro.Dall’elenco è esclusa l’ex ForzaItalia oggi nel Pdl: la sua quotadi rimborsi è stata ceduta laBanca Intesa (sì, quella del su-perministro Corrado Passera)per 115 milioni di euro. Intesa,in pratica, ha anticipato i soldiin cambio della cessione deicrediti dei rimborsi. La gestio-ne dei rimborsi è una macchi-na talmente perfetta che ha te-nuto conto anche della conver-sione dalla lira all’euro, in ter-mini di rivalutazione. L’unicaimpresa a beneficiarne in Ita-lia: secondo la legge 156 del2002 i partiti sono passati diret-tamente da 4 mila lire (da mol-tiplicare per il numero deglielettori) a 4 euro. Da 200 mi-liardi di lire a 200 milioni di eu-ro all’anno. Un affarone.

Casse pieneancheper i Pensionatiitalianidella famigliaFatuzzo: 180milaeuro all’anno

I dati sono tratti dal libro“Partiti S.p.a.” di Paolo Bracalini (PONTE ALLE GRAZIE)

di Erminia della FrattinaVe n e z i a

H anno ripreso a correre le mazzet-te di denaro lungo la Venezia-Pa-

dova, proprio come 20 anni fa. Unastoria che si ripete, giusto in tempoper festeggiare l’anniversario esattodella prima Tangentopoli, quella delfebbraio 1992.

ECCO la notizia: è stato arrestato ieriLino Brentan, amministratore dele-gato della società a partecipazionepubblica Venezia-Padova e professio-nista potente in quota Pd, indagatoper aver intascato soldi in cambiodella concessione di lavori pubbliciad amici imprenditori, che saltavano– grazie alle mazzette – le gare d’ap -palto. L’accusa per il dirigente è dicorruzione aggravata e atti contro idoveri d’ufficio rispetto alle proce-dure d’appalto. Una coincidenza im-

pressionante perché il filone venetodi “Mani pulite”nasceva con le stessemodalità e lungo lo stesso tratto diasfalto, quando scattò l’inchiesta suldoge Carlo Bernini allora ministrodei Trasporti accusato da un giudicecaparbio, Felice Casson (oggi senato-re Pd) di irregolarità nella realizzazio-ne della terza corsiaautostradale della Ve-nezia-Padova. Fu il filotirato sulla Tangento-poli veneta: le inter-cettazioni telefonicheconfermarono i so-spetti di tangenti afunzionari pubblicied esponenti politiciin cambio di appalti.Nel fango finirono Se-verino Citaristi segre-tario amministrativodella Dc coi suoi 74 av-visi di garanzia (un re-

cord a quei tempi) e l’allora ministrodegli Esteri Gianni De Michelis, con-dannato a un anno e sei mesi patteg-giati per corruzione proprio per l’in -chiesta sulle tangenti autostradali.Ora proprio quel tratto di autostradaci riporta alla realtà: stessa corruzio-ne, stesso solco, vecchio e nuovo che

si incrociano, ma con qualche picco-la variante diventata di moda nel frat-tempo.Lino Brentan, ad della Venezia-Pado-va, è stato arrestato dalla Guardia difinanza di Venezia (il gip ha dispostogli arresti domiciliari) in seguito alleindagini, coordinate dal pm venezia-

no Stefano Ancilotto, suivertici del settore ediliziadella Provincia lagunare.Indagini che hanno giàmandato in galera cinqueimprenditori e due fun-zionari della Provincia,accusati di ricevere maz-zette del 3 per cento sugliimporti dei lavori, ma an-che auto di lusso edescor t.L’assegnazione degli ap-palti avveniva utilizzandoil sistema del “cottimo fi-duciar io” (la trattativa pri-

vata) che giustificava, per ragioni diurgenza o di importo, l’omissionedella gara d’appalto e l’assegnazionediretta alle imprese “a m i ch e ”.Dalle indagini risulterebbe che Bren-tan, ex assessore ai lavori pubblicidella Provincia di Venezia e consiglie-re di amministrazione di Veneto Stra-de, era il collettore delle tangenti, ar-rivando anche a frazionare i singoliimporti dei lavori per ridurre l’am -montare del costo ed evitare il pas-saggio nei piani di programmazione.

L’OPERAZIONE ha portato al se-questro preventivo di 170 mila euroin contanti, confiscati come corri-spettivo del “prezzo della corruzio-ne”. Ma la cricca degli appalti nonsembra finire qui, mentre il pm CarloMastelloni lascia intravedere altri svi-luppi (“è una cassaforte che speria-mo di aprire””). Ricordi che riaffio-rano, vecchia cara Tangentopoli.

Lino Brentanaccusatodi corruzioneaggravata:niente appaltie favori agli amicii m p re n d i t o r i

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 5

CASTA DOLCE CASTA

L’affare del senatore Conti18 milioni in due ore

COLPACCIO IMMOBILIARE DEL PARLAMENTARE PDLACQUISTA E RIVENDE NELLO STESSO GIORNO

Quei manager sotto il tetto che scottaECCEZIONI, SCAPPATOIE E RICORSI: LE INCOGNITE SUL TAGLIO AI DIRIGENTI PUBBLICI

Cara Inps L’abitazione del ministro Filippo Patroni Griffi (anche questavista Colosseo) acquistata dall’Inps a prezzo stracciato

A sua insaputa L’ex ministro Claudio Scajola e il “m e z z an i n o ” vistaColosseo in via del Fagutale (FOTO ANSA)

Il palazzetto L’ex ministro Pietro Lunardi in via dei Prefetti a Roma haacquistato un intero palazzo da Propaganda Fide

PREMIOLINO Vi n c eMarco Lillo del “Fat t o ”M arco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, è tra i vincitori

del “Premiolino 2012”. La cerimonia di premiazione siterrà a Palazzo Marino, Milano, mercoledì 22 febbraio. Con-siderato uno tra i più prestigiosi premi in ambito giorna-listico, il più ambito in Italia, il Premiolino nasce con il so-stegno degli industriali Piero e Giansandro Bassetti e periniziativa di un gruppo di inviati milanesi, tra cui Vergani,Monelli, Barzini, Montanelli, Emanuelli e Biagi, che fu il pri-mo presidente. Nell’albo d’oro, accanto a firme illustri co-me quelle di Giorgio Bocca, Camilla Cederna, Oriana Fal-laci, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Alberto Ronchey,Eugenio Scalfari, sono presenti anche i giornalisti di piccoleredazioni di provincia premiati per la loro professionalità, illoro coraggio e la loro indipendenza. Nel 2011 sono statipremiati: Marco d’Eramo, il manifesto; Fabio Fazio, “Vieni viacon me” (Raitre); Paolo Lambruschi, Av v e n i re ; MassimoMucchetti e Roberto Perrone, Corriere della Sera; BenedettaTobagi, la Repubblica; il settimanale Internazionale.

di Rita Di Giovacchino

Come guadagnare 18 mi-lioni di euro in un solgiorno e vivere felici. Èaccaduto al senatore

Riccardo Conti, Pdl, uomodinamico e votato al cambia-mento. Entrato in politicauna decina di anni fa conl'Udc, ha abbandonato il par-tito di Pier Ferdinando Casiniper seguire Marco Follini nelmovimento “Italia di Mez-zo”, poi non se l'è sentita dipassare al Pd con RomanoProdi e si è schierato con Car-lo Giovanardi. Nel 2008 final-mente imbocca nel Pdl e di-venta senatore subentrandoa Roberto Formigoni, nelfrattempo riconfermato allaguida della Regione Lombar-dia. Non bisogna stupirsi seun uomo così, il 31 gennaio2010, ultimo giorno dell'an-

no, fa l'affare della sua vita: lamattina firma il preliminaredi acquisto di un intero pa-lazzo in via della Stamperia64 - due passi da Fontana diTrevi, cinque piani, 3900 me-tri quadri più seminterrato - apoco più di 6 mila euro almetro quadro e al pomerig-gio lo rivende all'Empap (En-te nazionale di previdenza eassistenza per gli psicologi) a44 milioni di euro. Il prezzoin poche ore lievita di 18 mi-lioni, il metro quadro passan-do da 6,5 a circa 13 mila.Troppo anche per una zonadi pregio, visto soprattuttoche si tratta di una vendita inbl o c c o .

COSA ha consentito al sena-tore Conti un simile colpac-cio? Sulla vicenda non è stataancora aperta un'inchiestagiudiziaria, per ora è soltantouno scoop del telegiornaledelle 20 di La7. Come ogni ve-ro scoop nasce da una soffiatama è corredato di carte. Sap-piamo che Conti è anche am-ministratore unico dell'Im-mobiliare Estate 2 di Brescia,sua città natale, ed è in questaveste riesce a stipulare il con-tratto con il Fondo Omega,società nata con lo scopo digestire e valorizzare nell'arcodi un triennio circa 300 pro-prietà immobiliari provenien-ti dalla dismissione di filialibancarie. Ma Omega nel frat-

tempo ha affidato la gestionedegli immobili alla Fimit diMassimo Caputi che operaper conto di Intesa Sanpaolo(che occupa 3 piani del pa-lazzo per un canone di 700mila euro l’anno). La Fimitvende quel “g ioiello”, forse ilpezzo più importante, al se-natore Pdl soltanto sulla pa-rola. Lui all'istante lo rivendeall'Empap, presieduto da unpaio d'anni dallo psicologofriulano Angelo Arcicasa, n o-men omen, a 44 milioni e mez-zo di euro. Con l'Iva al 20 percento, si arriva a 54 milioni dieuro, 14 mila euro al metroquadro, davvero troppi.Magari non tutti i 18 milionisono finiti nelle tasche diConti, pensar male è peccato,ma spesso si indovina. Forse ilFondo Omega ignorava cheCnti, con la sua immobiliareda 73 mila euro di capitale so-

ciale, l'avrebbe rivenduta acolpo sicuro all'Ente Psicolo-gi, che certo non ha fatto unaf fare?

NON TORNANO le mo-dalità della stipula. Conti alcompromesso non ha versatoun solo euro di tasca propria:il primo passaggio di denaroavviene il 3 febbraio 2011quando riceve dall'Empap 7milioni come cauzione e neversa 5 alla Fimit, incassando iprimi due milioni dei 18. Stes-sa formula per le altre tran-che. Forse si è trattato soltan-to di un affare colossale, di uncolpo di fortuna stratosferi-co. Ma crediamo che la ma-gistratura vorrà vederci chia-ro: per scoprire come si possaarricchire tanto facilmenteoccorre aspettare l'esito del-l'inchiesta giudiziaria. Se cisarà.

I dubbisulla stipula:a comprareper 44 milionidi euro è l’entep re v i d e n z i a l edegli psicologi

Il palazzo di via della Stamperia a Roma (FRAME T R AT T O DAL VIDEO DEL TG LA7)

S E NAT O I risparmi?Sono mancati aumentiL’ unica certezza, finora, la dà il questore leghista del

Senato, Paolo Franco: “È utile essere chiari: questo èun mancato aumento, non si tratta di una riduzionedelle indennità ma di un modo per evitare che ci fos-sero aumenti”. Parla della sforbiciata alle indennità deisenatori, di cui si è discusso ieri a palazzo Madama: unacontromisura, volta ad evitare che il passaggio dal si-stema pensionistico contributivo comportasse di fattoun aumento del netto che arriva nella busta paga deiparlamentari. Così, parlare di 6 milioni di euro “r ispar-miati” non è propriamente esatto. Così come per ora èsoltanto una “intenzione” quella espressa dal presiden-te Renato Schifani: ha detto ieri che a febbraio gli pia-cerebbe cominciare a discutere della “limitazione neltempo del trattamento attualmente riservato agli exPresidenti del Senato”: ovvero benefici come autista,uffici e staff, durano il tempo della legislatura, poi ba-sta. Al Senato esultano perché i “rispar mi” ver rannorimessi nelle finanze pubbliche, mentre alla Camerahanno deciso di accantonarli in un fondo che coprirà leeventuali vincite dei ricorsi: il numero dei deputati chesi è ribellato al cambio di regime per i vitalizi, è salito a24. Domani il consiglio di giurisdizione fisserà la dataper cominciare l’istr uttoria.

di Chiara Paolin

A ll’Antitrust tira proprio una brutta aria.Da quando se n’è andato Catricalà per

fare il sottosegretario tecnico, arrivano so-lo cattive notizie. Come quella che tutti imembri dell’Authority vedranno prestodecurtati i loro emolumenti: dai 396 milaeuro dei componenti semplici ai 475 miladel presidente Giovanni Pitruzzella, sonotutti sopra il limite stabilito dal governoMonti, ovvero i famosi 311 mila euro annuidel primo presidente di Cassazione.

MA È L’I N T E RO piano nobile dello Sta-to a trattenere il fiato in queste ore: sarà ve-ro che stavolta il tetto si costruisce e regge?“Speriamo, certo non si può star tranquillifinché non è stato pubblicato in Gazzettafino all’ultimo codicillo” se la ride CesareSalvi, l’ex senatore già Pci e poi Ds che nel2005 iniziò la lotta ai superstipendi di Statoe ancora non ha smesso di apprezzare la fan-tasia dei colleghi nel trovare scappatoie piùche valide. Spiega Salvi: “Col mio amicoMassimo Villone decidemmo di portare iltema nel governo Prodi, e, nonostante gros-si ostacoli, riuscimmo nel 2007 a far appro-vare un emendamento per limitare i com-pensi. Caduto Prodi, cadde iltetto”. In realtà l’asticella po-sta a 290 mila euro, cifra cor-rispondente al primo presi-dente di Cassazione di allo-ra, aveva subìto immediatiattacchi ed erosioni. A parti-re dal caso Sanremo: per pa-gare Pippo Baudo e MichelleHunzicker (1,6 milioni di eu-ro e 750 mila euro) fu neces-sario un apposito provvedi-mento del ministro per la

Funzione pubblica Nicolais. Ma nei mean-dri dei regolamenti interni si trovaronoscappatoie assai meno rumorose per sfug-gire al taglione. “Ovvio – conferma Salvi –,perché al di là del principio generale biso-gna vedere come e quanto la norma sia ef-ficace. Dove sta il decreto attuativo di Mon-ti? Chiederà la fiducia o lascerà che i parla-mentari ci mettano le mani? Tutto dipendeda quello, eh”. In effetti c’è chi pensa che glionorevoli siano felici di decurtare i ricchi sti-pendi di burocrati e manager pubblici orache hanno perso vitalizi e denari facili. Ep-pure il gioco della mano che lava l’altra ri-schia di avere comunque la meglio in un cir-cuito autoreferenziale. Basti ricordare quelche accadde nel 2008, quando il tetto Sal-vi-Villone venne sradicato da Brunetta conl’ok di Tremonti: doveva essere una sospen-sione temporanea in attesa di nuovi e piùstringenti criteri, andò a finire che nessunotrovò più la forza di restaurarlo (Lega Nordinclusa). Adesso sarà Monti a tentare l’im -presa andando a rompere le scatole a tantepersone in vista. Perché non solo l’Antitr ustè nei guai, anche la Consob andrà in bloccosotto la forbice (il presidente Vegas guada-gna 387mila euro, il suo direttore generale395 mila più ricca gratifica “determinata dal-

la commissione”), così come i vertici dell’A-genzia delle Entrate (Attilio Befera vola so-pra i 600 mila euro) e quelli della Rai (PaoloGarimberti dirà addio ai 448 mila euro). C’èda giurare però che gli ossi più duri sarannogli imbucati eccellenti, cioè quei dirigentinon così in vista eppure capaci di assomma-re tante competenze e piccoli meccanismidi moltiplicazione dei ruoli. Come il miticodirigente del ministero dell’economia Vin-cenzo Fortunato, schizzato oltre i 600 milaeuro, o il responsabile della Ragioneria delloStato Mario Canzio (516 mila euro) o il di-rettore dei Monopoli di Stato, Raffaele Fer-rara (390mila). Ma siamo sicuri che poi i ma-nager, eventualmente colpiti nello stipen-dio, non decidano di andare per le vie legaliinvocando le tutele del codice civile là dovedice che “il prestatore di lavoro deve essereadibito alle mansioni per le quali è stato as-sunto o a quelle corrispondenti alla catego-ria superiore che abbia successivamente ac-quisito ovvero a mansioni equivalenti alle ul-time effettivamente svolte, senza alcuna di-minuzione della retribuzione” (art. 2103).

INSOMMA si rischia pure una bella causaper demansionamento? “Bah, diciamo chedal governo Monti mi aspettavo qualcosa di

più – conclude Salvi –. Ancorastiamo aspettando gli atti di tra-sparenza. Quanti soldi prendeesattamente il premier tra vitali-zio europeo, pensione e incarichivari? Non si sa, e poi si poteva pe-scare con più fantasia tra i tecnici,evitando di portare al governo laparacasta. Da Catricalà a Grilli, ètutta gente che prendeva 500 mi-la euro l’anno. E adesso questi co-stringeranno il Parlamento a cam-biare tutto? Vedremo, vedremo”.

Fine mese dimezzato Attilio Befera (EMBLEMA) e Giovanni Pitruzzella (FOTO LAPRESSE)

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pagina 6 Mercoledì 1 febbraio 2012

“Comprendiamo le ragioni e i sentimenti delpopolo azzurro – sono ancora parole di Verdini– e sappiamo bene che da anni, in Italia, si ac-cetta un pervicace uso politico della giustizia,il tentativo di colpire l’avversario politico pervia giudiziaria e di mettere in discussione neitribunali ciò che gli elettori hanno deciso nelleurne. Ma la manifestazione, almeno per ora,non ci sarà”. Secondo Verdini, Berlusconi(“seppur emozionato e commosso per questaondata di calore”) avrebbe scelto un profilo diresponsabilità “al quale non intende deroga-re ”. Meglio far finta di essere degli statisti cheandare incontro a un boomerang mediatico diproporzioni gigantesche.

vece, niente. “Meglio stare co-perti – ha detto Berlusconi par-lando con Formigoni – anche seNiccolò (Ghedini) mi aveva det-to che secondo lui era il modomigliore per fare pressione sul-la Procura”. Già, perché l'idea èstata di Ghedini, che poi l'hapassata a Verdini che immedia-tamente ha messo in moto la prodigiosa mac-china da guerra della “rivolta contro i giudici”targata Pdl. Solo che poi, una volta deciso il die-trofront, è toccato sempre a Verdini di trovareuna scusa buona per giustificare il passo indie-tro. “Il Pdl è inondato dalle richieste, ma unamanifestazione in favore di Berlusconi e per lariforma della giustizia non ci sarà – ha detto ilcolonnello arcoriano – è vero, posso confer-mare che da giorni siamo inondati da mail, te-lefonate e richieste di cittadini, militanti e di-rigenti locali del Pdl che premono per unagrande manifestazione nazionale di sostegnoal presidente Berlusconi e di sollecitazione allagrande riforma liberale della giustizia italiana”.

Mappa delle

consultazioni: da Lecce a

Monza, da Parma a Rieti

P rimarie. Il Partito democraticoha già conquistato lacandidatura dei suoi aspiranti

sindaci a Lecce (netta vittoria di LoredanaCapone, piddina con l’incarico di assessoreregionale allo sviluppo economico nellagiunta Vendola). A Monza, il candidato alleelezioni del 16 e 20 maggio per il centro

sinistra sarà Roberto Scanagatti. InPiemonte il Pd ha portato a casa la vittoriaad Asti e a Brignolo. A Rieti, invece, havinto Simone Petrangeli, il candidato diSinistra e libertà, per appena 53 voti: lasperanza di Vendola è quella di replicare aRieti un altro caso Massimo Zedda, ilgiovane trionfatore a Cagliari lo scorso

anno. Primarie il 5 febbraio a Piacenza, il 12a Genova, il 26 a Orvieto il 5 a L’Aquila.Intanto anche il Pdl, per le candidature neiComuni siciliani, ha deciso di ricorrere alleprimarie. Mentre a Palermo tra le ambizionidi Leoluca Orlando (Idv) e Rita Borsellino,le primarie del centrosinistra sembrano giànaufragate .

PRIMARIELA PRIMAVERAÈ FINITA

A Taranto Vendola non le vuole,a Palermo sono ormai congelate

di Wanda Marra

Il centrosinistra rompa gliindugi e dia il via a unacampagna elettorale checontinui la straordinaria

opera di cambiamento incar-nata da un grande sindaco”. Ètutta qua, nell’appassionatadichiarazione di Nichi Vendo-la a favore di Ippazio Stefàno,sindaco di Taranto uscente, lachiave per capire che le pri-marie sono gravemente mala-te. Sì, perchè Vendola, pro-prio lui, quello che impose leprimarie per la guida della Pu-glia, nonostante il niet del Pd,e vinse in maniera schiaccian-te contro Francesco Boccia, ilcandidato democratico, stadicendo che a Taranto, dove sivota a maggio per scegliere ilSindaco, le primarie non si de-vono fare. Perché il candidatoc’è, ed è il suo.Taranto, però, è solo uno deicasi in cui le consultazioni ri-schiano di saltare. Se è perBrindisi, la coalizione di cen-trosinistra si sta affidando a“un candidato unico”. Se èper Palermo, le consultazionisono state congelate per l’im-possibilità di mettersi d’ac-cordo pure sullo schieramen-to di riferimento dei parteci-panti. A fronte di questo, cisono casi, come quello di Ge-nova, in cui le consultazioniassomigliano di più a unaguerra interna (in questo casoal Pd) che a un’occasione discelta per i cittadini. Città im-portanti, che danno il segnodei tempi, anche se poi in tan-te realtà minori le consulta-zioni si fanno e la gente a vo-tare ci va.E dunque, c’erano una volta igazebo, i volontari, le file perindicare prima Prodi e poiVeltroni candidati leader delcentrosinistra. C’erano unavolta le consultazioni che ro-vesciarono quelle che sareb-bero state le scelte dei partiti:la vittoria di Giuliano Pisapiacontro Stefano Boeri a Mila-no, la più plateale, oltre quelladello stesso Vendola. Ora è dinuovo tempo di tavoli, di ac-cordi di segreterie, di patti (ericatti) incrociati tra partiti.D’altra parte, il bipolarismosembra già un ricordo e un’u-topia: si ragiona in terminiproporzionali, di alleanze,compromessi e schieramen-ti.

Illustrazione di Marilena Nardi

Il triangolo pugliese eil veto del Governatore

A LECCE in realtà delle prima-rie ci sono state: il 23 gennaioha vinto Loredana Capone, can-didata del Pd, vicepresidentedella giunta Vendola con il 49per cento dei consensi. E habattuto Carlo Salvemini, soste-nuto da Sel, che ha ottenuto il42 per cento. Un colpo inaspet-tato per il Governatore. Da qui,il teorema del suo braccio de-stro, Nicola Fratoianni: “Orga -

GAZEBO NEGATI

Piazza, Berlusconi teme il flopL’ELETTORATO NON GRADISCE, IL PDL È COSTRETTO ALLA RETROMARCIA

nizziamo le primarie soltantonelle città guidate dalla destra eper i sindaci che sono al secon-do mandato”. Vizio del centro-sinistra, quello di trovare unaregola per ogni occasione. A Ta-ranto, dove, appunto, Stefàno èil sindaco uscente, le primariein realtà le ha chieste a gran vo-ce un Comitato appositamentecostituitasi, e composto da elet-tori del Pd, dell’Idv e del Movi-mento Ionico per la legalità. Ilcoordinatore del MIJ, AntonioAsaro, così scriveva a Vendola:“In questi quattro anni di ammi-

nistrazione Stefàno ne abbiamovisto di tutti i colori: dall’accor -do con Cito per piazzare un suoautorevole consigliere comu-nale nel Consiglio di ammini-strazione dell’AMIU alla distru-zione della maggioranza concui aveva vinto le elezioni del2007, alla rimozione di ben 13assessori senza dare motivazio-ni o dandole assolutamente ri-sibili. Le forze che lo avevanoportato alla vittoria ora sono al-l’opposizione”. Il Pd, nel frat-tempo, avrebbe individuato ilsuo candidato alle primarie, Mi-

chele Pelillo. Che allarga lebraccia: “Sono candidato alleprimarie? Mah, se ce le fanno fa-re . . .”. Sergio Blasi, coordinatoreregionale dei Democratici, nonperde occasione: “Non ci vo-glio credere e non ci posso cre-dere, mi sembra che si sia capo-volto il mondo. Ma come, chichiede le primarie ovunque,non vorrebbe farle in Puglia?”.Sulle posizioni di Vendola, staperò anche il sindaco di Bari,Michele Emiliano, anche lui delPd. Spiega Blasi: “Noi le vor-remmo per allargare la coalizio-ne”. Più o meno la stessa moti-vazione con la quale si dice cheperò a Brindisi è meglio non far-le. “Non le chiama nessuno”,precisa Blasi. In realtà il Pd hagià stretto un accordo con Mim-mo Consales come “candidatounitar io” per le elezioni. Dopoaver chiesto il ritiro al suo can-didato naturale, Giovanni Car-bonella, il presidente provin-ciale del partito. Nel frattempo,Vendola sarebbe pronto ad of-frire una contropartita all’ap -poggio di Stefànoa Brindisi: larinuncia di Giovanni Brigante(sostenuto non da tutta Sel, mada Puglia per Vendola) a sfidarealle primarie appunto Consa-les. Da due possibili primarie azero, insomma.

Il congelamentoin Sicilia

A PALERMO , le primarie ci sa-rebbero dovute essere domeni-ca scorsa. Poi, si era indicata ladata del 18 febbraio. Adesso so-no state congelate. Impossibilemettersi d’accordo, stavolta sul-lo schieramento di riferimento.I candidati ufficiali erano Leolu-ca Orlando per l’Idv, Rita Borsel-lino, candidata ufficiale del Pd,Davide Faraone, il renziano

(quindi di nuovo vicino al Pd) eFabrizio Ferrandelli, consiglie-re comunale Idv, in rotta col suopartito, sostenuto dall'ala più vi-cina al governo Lombardo deiDemocratici, rappresentata dalsenatore Beppe Lumia e dal ca-pogruppo all'Ars AntonelloCracolici, e in grado di attrarrenella propria orbita il Terzo po-lo. E proprio nel nome del no aLombardo è saltato il tavolo. Ov-vero, sono saltate le primarie, infavore di un tavolo che dovrà de-cidere quale sarà la coalizione diriferimento per le primarie. Inrealtà, a questo punto le consul-tazioni non le vuole nessuno. EOrlando (che ci tiene a precisa-re “sono candidato alle elezio-ni”) spera in un ticket con la Bor-sellino (anche lei candidata).

di Sara Nicoli

T utti in piazza contro la giustizia politica. An-zi no, meglio di no. “Che poi si rischia che ci

sia solo la Santanchè – sibilava livido ieri po-meriggio un colonnello di Berlusconi in via del-l'Umiltà – e che ci tirino anche gli ortaggi; nonè proprio aria di manifestazioni, Verdini do-vrebbe capirlo”. Ecco, è successo che i duri epuri del Pdl si fossero messi in testa di orga-nizzare una mega manifestazione a Milano con-tro i giudici che sono a un passo dalla condannaper corruzione del Cavaliere nel processo Mil-ls. Data prevista, sabato prossimo. Davanti alPalazzo di Giustizia, avrebbero voluto i falchi,in piazza Duomo, imploravano le colombe. Laferoce macchina da propaganda del Pdl controla “sentenza politica” del processo Mills si eragià messa in moto quando un sondaggio, pio-vuto di prima mattina sul tavolo dello studio diBerlusconi ad Arcore, ha fatto sobbalzare tutti.Persino Formigoni, venuto in visita all'ora dipranzo per fare il punto sulla questione del Pi-rellone e le minacce di Bossi. L'analista della

real casa, Alessandra Ghisleri, dava come “as -solutamente negativa” l'idea della manifesta-zione, vista dall'elettorato del Pdl come “g iu-sta, ma inopportuna, soprattutto in un mo-mento di crisi generale”. Di più: il dato sulleintenzioni di voto riportava una cifra bassa,molto bassa, “un pelino solo sopra il 19% – si èlasciato sfuggire un uomo del Cavaliere –che ciobbliga a risalire, altrimenti rischiamo di fare lafine dei Panda”. Berlusconi ha quindi chiamatoVerdini e gli ha detto di fare marcia indietro sututta la linea. “Non possiamo rischiare che cisiano poche persone – ha spiegato il Cavaliere–né di avere contestazioni; il clima è cambiato,ci dobbiamo muovere con attenzione, ora è ilmomento di dare un segnale di tenuta e di cre-dibilità”. Una retromarcia clamorosa. E direche erano già partite le convocazioni dei “Ber -lusconi boys” e dei tesserati di tutta la Lombar-dia per un numero che la segreteria di via del-l'Umiltà già aveva stimato nell'ordine “delle 15mila persone, quello che sarebbe bastato ariempire corso di Porta Vittoria” davanti all'in-gresso principale della procura meneghina. In-

Pd, Idv e Selnon si mettonod’a c c o rd oneanchesulle regolee la coalizionedi riferimento

(FOTO ANSA)

MILLS P re s c r i z i o n epiù vicina?

O rmai è una certezza. L’11 febbraio non ci sarà la sen-tenza per Silvio Berlusconi, accusato di aver corrotto

l’avvocato David Mills (già condannato e prescritto) perdue testimonianze compiacenti. Lo slittamento, a dataincerta, è un successo della difesa che ha presentato un’i-stanza di ricusazione dei giudici, ritenuta ammissibile dal-la prima sezione penale della Corte d’appello. Ieri, la pre-sidente Marta Malacarne (la stessa che ha assolto Mar-cello Dell’Utri), ha fissato la camera di consiglio soltantoper il 18 febbraio. Quando, secondo il tribunale che devegiudicare Berlusconi, è già scattata la prescrizione. Intan-to il processo, come la prescrizione, va avanti. Da calen-dario, il dibattimento si concluderàl’11 febbraio, ma i giudici, sotto ri-cusazione, non potranno emettereil verdetto. A quel punto, secondo lagiurisprudenza prevalente, la pre-scrizione si ferma. Ma c’è anche unadottrina opposta. Dunque, in astrat-to, il collegio Mills, se non sarà ricu-sato, potrebbe emettere una senten-za in cui dichiara prescritto il reato.

a.masc .

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 7

Il premier promette

di cambiare

la televisione pubblica

I ntervenendo sulla questione dellenomine Rai, il presidente del Consiglio,Mario Monti ha affermato che il

governo se ne occuperà “nei limiti delle suecompetenze, nella sua qualità di azionista eregolatore, entro le scadenze stabilite che sistanno avvicinando”. Queste parole,pronunciate nella notte di lunedì al termine del

Consiglio straordinario Ue a Bruxelles, fannopresagire che non ci saranno proroghe e che ilCda, presieduto da Paolo Garimberti, saràrinnovato entro il termine naturale, fissato permaggio. Le modalità seguiranno la leggeGasparri, attualmente in vigore. Spetterà, quindi,proprio a Monti, titolare anche del dicasterodell’Economia (che detiene la proprietà del

servizio pubblico per il 99%), l’onere dinominare un proprio azionista, il nuovopresidente, che dovrà ricevere l’approvazione dialmeno i due terzi della commissione diVigilanza Rai, e il nuovo direttore generale,d’intesa con tutti gli azionisti (inclusa la quotaSiae) nonché col voto favorevole del Consiglio diamministrazione .

SEMPRE LA SOLITA RAI: SUL TG1DECIDONO BOSSI E BERLUSCONI

Riconfermato il pensionato Maccari, si dimette Rizzo Nervo

S timiamo troppo i colleghi del “manife -sto” e il loro direttore per sostenere che

l’insuccesso gli ha dato alla testa, ma il corsivopubblicato ieri mattina sul glorioso “quotidia -no comunista”è piuttosto bizzarro fin dal titolo:“Le censure del Fatto”. Oibò! Nel pensoso scrittoveniamo accomunati ai peggiori stalinisti che“cancellavano dalle foto i concorrenti sotto ilpalco di Lenin” perché il crimine di cui ci siamomacchiati nella cronaca del Forum di Napoli suiBeni Culturali è quello di non aver citato mai,

(orrore) il nome di Norma Rangeri “cheapre i lavori” e di non aver scritto “nulla sulnostro impegno nelle commissioni”. È ve-ro, e ne facciamo subito ammenda: NormaRangeri è bella, brava e buona. Quanto al“manifesto” il più sincero augurio di ven-dere ogni giorno le 60 mila copie (più 25 mi-la abbonamenti) del “Fatto”. Evento che fe-steggeremo scolandoci una bella vodka.

SBRONZE

Dai Norma,perché fai così?

di Carlo Tecce

La prima riforma di vialeMazzini la scrivono loro.Quelli che comandanodavvero la Rai, Umberto

Bossi e Silvio Berlusconi, lacoppia di alleati che finge dilitigare e poi si ritrova per con-dividere il potere più prezio-so: l'informazione. Certo, il di-rettore generale Lorenza Leiha faticato per la riconfermadi Alberto Maccari (quotaPdl) al Tg1 e per la nomina diAlessandro Casarin (Lega)ai Tg regionali. Il Consiglio diamministrazione si è diviso ingruppi e gruppetti che nem-meno si salutano, il presiden-te Paolo Garimberti ritira leannunciate dimissioni, il con-

sigliere Nino Rizzo Nervo(Pd) dice addio: “Quanto av-venuto è l’ultimo scriteriatoatto di una gestione aziendale- scrive a Garimberti - condi-zionata da logiche di parteche sta spingendo l’aziendaverso un rapido declino”.

IERI LA RAI non ha tra-smesso una commedia, mal’ha inscenata al settimo pianodi viale Mazzini. Il centrode-stra contava nervosamente ivoti; il centrosinistra elencavaregole interne violentate; il de-putato e consigliere AntonioVe rro (Pdl), due stipendi edue poltrone, lasciava Monte-citorio per onorare il patto fra idue partiti. E Lorenza Lei vincedi misura: 5 a 4 per le sue pro-

poste, a favore il centrodestra,contraria l'opposizione (com-preso il presidente).Il governo osserva con atten-zione, studia per ricostruirel'azienda (complicato senzal'assenso del Cavaliere), e Ma-rio Monti fa sapere di noncondividere le scelte di Loren-za Lei, condannata a sperareche i progetti di Palazzo Chigi(la riforma pronta entro unmese) siano soltanto buoni einutili propositi: in caso con-trario, sarà sostituita. In teoria,il Cda scade a fine marzo. Inpratica, di nuovo in maggio-ranza, Pdl-Lega insistono per laproroga. Qui dove qualsiasi in-carico è precario, AlbertoMaccari può festeggiare: ieridoveva andare in pensione,oggi incassa la guida del Tg1sino al 31 dicembre.

IL PARTITO d e m o c ra t i c oinvade le agenzie di stampa,prepara mobilitazioni. Parlanoil segretario Pier Luigi Bersanie il presidente Rosy Bindi:“Non resteremo con le mani inmano. Non staremo fermi da-vanti a coloro che vogliono ve-dere distrutta un’azienda pub-bl i c a ”, dice Bersani. Rizzo Ner-vo scrive una lettera a SergioZ avo l i per spiegare le sue ra-gioni: “È stato un gesto medi-

tato e inevitabile anche – diceal presidente della commissio-ne parlamentare di Vigilanzasulla Rai – nella speranza chepossa suscitare, come lei au-spicava nei giorni scorsi, un’a-deguata riflessione politica eistituzionale a tutela del servi-zio pubblico”. E a Radio 24,Rizzo Nervo conferma il rega-lo per Bossi e Berlusconi: “Èchiaramente un accordo poli-tico tra Pdl e Lega Nord con loscambio di Maccari al Tg1 e

CONFLITTI televisivi

Basta giochi sulle frequenze tv. La Ue ci guarda

SERVIZIETTO PUBBLICO

Casarin al Tgr”.E il presidente Garimberti, cheminacciava ritorsioni e azioniclamorose? Non molla l'istitu-zionale poltrona, anzi: firmaun comunicato istituzional-mente impeccabile, un appel-lo al ministero del Tesoro, l’a-zionista di viale Mazzini. Ga-rimberti dice che l'azienda èingovernabile, ma ovviamentenon si dimette perché il nemi-co si combatte all'interno. Inviale Mazzini fanno notare:

“Sono tre anni che combatte,nessuno se ne accorge, e luiperde sempre”. Adesso senzaRizzo Nervo, mentre il veltro-niano Giorgio Van Straten eil casiniano Rodolfo De Lau-rentiis restano seppur dissi-denti, i partiti di centrosinistrasi scaldano per viale Mazzini.Nichi Vendola (Sel) è il piùcombattivo: “Sono senza paro-le. Quello che si è consumatoin Cda è uno scandalo lunga-mente preparato. Il serviziopubblico dell’infor mazioneancora una volta è umiliato dal-la protervia di un potere po-litico volgare e dozzinalmentepadronale. Non si può tacere,non si può rimanere inerti, nel-le istituzioni e nel Paese. L'op-posizione si muova, il governo

da parte sua non ha nulla dad i re ? ”.Di solito Lorenza Lei tace, noncommenta mai, non replicamai. In serata, stranamente,prende la parola: “R i ve n d i c ol’autonomia delle scelte e spia-ce che possano essere state in-terpretate con logiche chenon mi appartengono”. La Leifa riferimento a logiche dispartizione. Ma quelle in Rainon appartengono a qualcu-no, esistono e basta.

I consiglieriin scadenzaconsegnanoi Tg regionaliad AlessandroCasarinin quota Lega

Il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, 51 anni, ha sostituito Mauro Masi (FOTO ANSA)

di Loris Mazzetti

C he Mediaset (e non solo) sia “distur-bata” per la vicenda beauty contest è

evidente dopo che, per circa trent’anni,sua Emittenza ha potuto disporre a suopiacimento, grazie a politici compiacenti,del mercato tv. Che il ministro Passera siain “i m b a ra z zo ” perché costretto ad in-tervenire lo dimostra la decisione di so-spendere il beauty contest e non abolirlo,quando bastava applicare le direttive del-l’Unione europea, ma il sistema televisivoper il governo di Mario Monti è terrenominato, toccarlo si mette a rischio la fi-ducia.

Dal 2008 la Corte di Giustizia accusal’Italia di vivere in un regime che ha con-sentito l’occupazione abusiva delle fre-quenze, grazie a leggi che hanno impe-dito la crescita della concorrenza e delpluralismo: “Tale regime non rispetta il

principio della libera prestazione dei ser-vizi e non segue criteri di selezione obiet-tivi, trasparenti, non discriminatori e spro-positati”. È un’accusa diretta alle Autoritàpreposte al controllo per non aver svolto illoro lavoro, la cui anomalia sta nella no-mina dei commissari sempre di parte (ilpiù delle volte politici trombati) e mai al disopra di ogni sospetto. L’Italia è il Paesedelle mafie, delle cricche della P2 e de-rivati, dei “furbetti”, quelli del quartierinosono andati in galera, mentre quelli del-l’etere si sono arricchiti usando a loro pia-cimento un bene comune, le frequenzeradiotelevisive, grazie a leggi che non re-golamentavano ma si limitavano a pren-dere atto dell’esistente rendendo legitti-mo ciò che non lo era. Tra questi, oltre alCavaliere, Raimondo Lagostena il pro-prietario del circuito Odeon Tv, il networkche nel 2008 mise in onda VenerabileItalia condotta da Licio Gelli, arrestato conl’ex assessore lombardo Prosperini, percorruzione, turbativa d’asta e tangenti

per promozione in tv; Lucio Garbo titolaredi Canale Italia che, grazie alla sua ami-cizia con l’ex ministro Gasparri, è riuscitoa far diventare la sua tv, poco più cheregionale, il quarto network italiano.

Tra i furbetti va inserito l’ex ministroPaolo Romani che prima di essere fol-gorato da B. diventando il suo uomo dellatv, ha lavorato per Grauso, Peruzzo, perLigresti a Telelombardia, poi in propriocon Lombardia 7 rischiando fallimento ebancarotta, salvato solo dalla cessionedelle frequenze che l’acquirente tentò, asua volta, di cedere sottobanco alla Raidiretta da Flavio Cattaneo per la bellacifra di 24 milioni di euro. Chissà chi avevafatto da tramite? Grazie al mancato con-trollo le frequenze non sono mai stateassegnate, il più delle volte rubate. L’e t e reè diventato una sorta di Far West con oltre500 tv. Per riuscire a “d i s b o s c a re ” dalcanale 61 al 69, lo Stato è costretto asborsare 174 milioni a quelle tv che han-

no occupato, più o meno gratuitamente,le frequenze. Negli altri paesi europei sindall’inizio le tv illegali sono state imme-diatamente chiuse, da noi, invece, quan-do un pretore si permise di applicare lalegge oscurando i canali della Fininvestche trasmettevano irregolarmente a livel-lo nazionale, il presidente del ConsiglioCraxi tornò appositamente dall’e s t e ro ,abbandonando un vertice internazionale,per firmare il famoso decreto “salva Ber-lusconi”. I “furbetti” si sono arricchiticommercializzando i diritti d’uso delle fre-quenze ottenute gratuitamente grazie alegge come la Maccanico e la Gasparriche addirittura ha autorizzato il tradingprivato come “strumento ordinario di as-segnazione per la costituzione delle retidigitali”. Perché l’urgenza di Romani direndere esecutivo il beauty contest? (Idea-to da Roberto Sambuco, il lobbista diWind e Mister Prezzi, a sua volta uomodel piduista Bisignani, confermato da Pas-sera - alla faccia della trasparenza e del

cambiamento - a capo del dipartimentoper le Telecomunicazione del ministero).Nel beauty contest è presente un articoloche assegna le frequenze gratuitamenteper 20 anni, rinnovabili, ma dopo 5 annipossono essere cedute, l’urgenza era det-tata dalla volontà di anticipare la nor-mativa dell’UE che lo renderà illegittimo.

Perché impone agli Stati, alla fine delloswitch off (2012), l’adeguamento del co-dice delle Comunicazioni elettroniche,che contiene come principale emenda-mento “il divieto di trasferimento dei di-ritti d’uso se il diritto è stato ottenuto ini-zialmente a titolo gratuito”, bloccando co-sì di fatto il business garantito dalla leggeGasparri che ha permesso alle tv che era-no in possesso di frequenze analogiche diottenere gratuitamente quelle digitali. Ciòsignifica che le frequenze ottenute gra-tuitamente non possono essere commer-cializzate, se inutilizzate devono essererestituite all’unico proprietario: lo Stato.

Garimbertiresta attaccatoalla poltronaMonti semprepiù scontentodella gestionedi Lorenza Lei

Garimberti non si dimette mai (FOTO ANSA)

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pagina 8 Mercoledì 1 febbraio 2012

E U R O C R ACORA È TUTTOR I S O LT O ?

L’accordo sull’Unionefiscale è (quasi) inutile

di Stefano Feltri

Angela Merkel è soddisfat-ta. Mario Monti sorride.Nicolas Sarkozy spiegache “con Mario c’è gran-

de intesa. L’Italia è importanteperché è la terza economia eu-ropea e in tre, con lui e la Mer-kel, lavoriamo benissimo”. L’i-dillio che segue l’a p p rova z i o -ne, nella serata di lunedì, del“fiscal compact” invita all’otti-mismo. Il via libera politico –mancano tutte le ratifiche de-gli Stati membri – al trattato in-ternazionale che crea l’Unionefiscale tra 25 Paesi Ue sembrabenedetto anche dallo spread:ieri la differenza tra titoli pub-blici italiani e gli omologhi te-deschi è scesa da 433 a 417. Ep-pure sono passati solo diecigiorni da quando il presidentedella Bce Mario Draghi denun-ciava: “Crisi gravissima, è oradi agire”. Il fiscal compact hafatto il miracolo o l’allarme diDraghi è ancora valido? Vedia-mo punto per punto comestanno le cose.

BANCHE. Ci sono stati mo-menti peggiori, soprattutto inItalia. Unicredit ha conclusol’aumento di capitale e la com-binazione di panico e specula-zione attorno al titolo si è pla-cata. Ma questo non significache le cose vadano bene per gliistituti di credito europei in ge-nerale e per quelli italiani inparticolare. Soltanto un mesefa, le banche dell’E u ro z o n ahanno preso in prestito dallaBanca centrale europea 489 mi-liardi di euro, di cui 116 finiti inItalia. Quei soldi non sono finitinell’economia reale, a banche efamiglie, ma depositati sul con-to della Bce in perdita (allo 0,25per cento di rendimento) o sulmercato per ricomprare obbli-gazioni delle banche stesse.Morale: le banche ci guadagna-no due volte, l’economia no, gliStati riescono a piazzare un po’di titoli a breve scadenza a ren-dimenti bassi perché le banchecomprano. Ma come anticipa-va il Financial Times ieri, alla pros-sima finestra di prestito dellaBce, il 29 febbraio, le banchechiederanno quasi 1.000 mi-liardi in aggiunta ai 489 di di-cembre. I loro bilanci migliore-ranno, l’economia no, la Bce diMario Draghi che si rifiuta disalvare gli Stati continuerà a sal-vare le banche e i banchieri. Ilproblema di come garantirecredito al sistema per evitareuna recessione profonda resta.

BCE. La Banca centrale euro-pea ha fatto una scelta precisa:si aiutano le banche e non gliStati, lasciando poi al buon cuo-re dei banchieri di dare un po’di sostegno ai debiti pubblici.La settimana scorsa si è pratica-mente esaurito il programma diFrancoforte di acquisto dei

bond pubblici in circolazione:soltanto 63 milioni di euro con-tro i 2,2 miliardi dei sette giorniprecedenti. L’Italia sembra so-pravvivere anche senza la mor-fina della Bce, in buona partegrazie alla presenza di MarioMonti, ma lo spread del Porto-gallo è ormai fuori controllo al14,6 per cento.

DEBITO. La Germania ha im-posto la sua linea con il trattatofiscal compact che replica, pa-sticciandole, norme europeegià in vigore: per rassicurare imercati e far scendere lospread, bisogna tenere il deficitsotto lo 0,5 per cento del Pil eportare in fretta il debito al 60per cento del Pil. In teoria, dal2014 l’Italia dovrebbe fare ma-novre correttive da 40-50 mi-liardi all’anno per qualche de-cennio, per rispettare questiparametri. Monti sa che non èsostenibile, pena recessioni di-sastrose, sta quindi trattandoperché i cosiddetti “fattori rile-va n t i ”, citati nel trattato, per-mettano un rientro più gradua-le. Che questa linea di rigore te-desca sia fallimentare lo dimo-strano i mercati che non si fida-

no delle promesse dei governi esanno che tasse e tagli non ba-stano più.

GRECIA. Questa è la vera mi-na di cui i capi di governo a Bru-xelles lunedì non hanno nep-pure osato parlare. C’è una trat-tativa in corso da settimane trabanche creditrici e governo diAtene per stabilire lo sconto suititoli da rimborsare. Cioè quan-te perdite devono accollarsi lebanche. Ci sono mille dettaglitecnici, ma il punto principaleè che la Ue aveva chiesto allebanche di rinunciare volonta-riamente al 50 per cento del do-vuto. Ma non basta, ora si trattaper il 70 e l’80 per cento. Forsel’accordo arriva in settimana.Nessuno ha chiaro se dopo l’in-tesa scatteranno o meno i CDS,i credit default swap, assicura-zioni contro il rischio del de-fault greco. Rischiano di inne-scare una reazione a valanga.

FONDI SALVA STATI. Ilpasticcio è supremo, l’E u ro p aresta senza strumenti difensivi.Il Consiglio europeo ha ribadi-to lunedì che a febbraio devepartire il fondo Esm, dove gliStati verseranno a piccole dosi500 miliardi di capitale. Troppopochi, secondo tutti gli osser-vatori tranne i tedeschi. Vistoche l’Esm sarà un creditore pri-vilegiato, cioè avrà diritto a es-sere rimborsato per primoquanto presta soldi a uno Stato,renderà praticamente inutilel’Efsf, il finto fondo (si basa sugranzie e non capitali versati)

che è ora attivo. Consapevoliche questo schema non funzio-na, prima ancora di inaugurarel’Esm i leader europei si sonoimpegnati a modificarlo a mar-zo. Come non si sa, ma qualco-sa bisognerà fare.

RECESSIONE. Per la primavolta, lunedì, i leader della Ue sisono ricordati che bisogna pen-sare anche alla recessione,oltre che alla finanza. Perquesto hanno firmato unadichiarazione “verso un ri-sanamento favorevole allacrescita e una favorevolecreazione di posti di lavo-ro ”. Solo vaghi impegni,ma potrebbe segnare l’ini-zio di una nuova fase, co-me richiesto da Monti chepunta sul mercato unico(le liberalizzazioni a livelloe u ro p e o ) .In Europa la disoccupazio-ne è al 10,4 per cento (da-to di dicembre), in Italia conti-nua a crescere e, stando alle sti-me dell’Istat, a dicembre hatoccato il punto più alto daquando si raccolgono i dati(2004): 8,9 per cento, con i gio-vani disoccupati oltre il 31 percento.Le preoccupazioni di MarioDraghi, come si vede, sono an-cora un po’ troppo attuali pervedere nel fiscal compact lasvolta attesa. L’era dello spreadc o n t i nu a .

Il cancelliere tedesco Angela Merkel haimposto all’Europa il trattato

internazionale noto come “fiscal compact”.Sotto Alessandro Benetton (FOTO LAPRESSE)

ECONOMIA

Pubblichiamo un’anticipazione di Titanic Europa, ilnuovo libro dell’editorialista del Fatto Vladimiro Giacchéche esce oggi per Aliberti Editore

di Vladimiro Giacché

S e oggi si facesse un sondaggio sulle cause dellacrisi, ben pochi citerebbero obbligazioni strut-

turate, prodotti derivati, inefficacia del risk-mana-gement e simili. Questo perché molte delle causepresunte che hanno riempito i giornali all’iniziodella crisi sono poi scomparse dal proscenio, peressere riassunte in una categoria interpretativapiù generale: la “fi n a n z a ”, o – detto in altri termini– la “finanziarizzazione dell’economia”. E la spie-

gazione prevalente della crisi è diventata questa: “Si tratta diuna crisi finanziaria che ha contagiato l’economia reale”.Questa metafora rappresenta tuttora la più popolare chiave dilettura della crisi. Purtroppo è sbagliata. Per diversi motivi. Acominciare dal fatto che la sequenza temporale che sugge-risce (prima la crisi finanziaria, poi la crisi economica) è ro-vesciata rispetto a quella reale. Infatti a livello finanziario iprimi problemi si manifestarono nel 2007 in relazione ad al-cuni prodotti finanziari legati ai mutui subprime americani. Sitrattava di mutui ad alto rischio concessi a cittadini americanicon redditi bassi. Spesso il mutuo bancario copriva il 100%del valore dell’immobile (o addirittura di più), in cambio diinteressi più elevati sul credito concesso. Tutta l’o p e ra z i o n esi basava sul presupposto che il prezzo degli immobili, in for-te crescita da anni (tra il 2000 e il 2005 sia i prezzi delle caseche l’ammontare dei mutui contratti dalle famiglie americaneraddoppiarono), avrebbe continuato a salire. In questo modoil valore degli immobili acquistati sarebbe aumentato, per-mettendo ai loro proprietari sia di rivendere le case realiz-zando un profitto, sia di accendere ulteriori ipoteche sull’im -mobile con cui pagare il credito acceso con la banca o magarifinanziare il credito al consumo. Ma a un certo punto il prezzodegli immobili cominciò a scendere.

L’INVERSIONE DI DIREZIONE del mercato immobilia-re negli Stati Uniti era già chiara all’inizio del 2006, cioè oltre unanno prima dell’inizio della crisi finanziaria. Non solo: una ri-cerca pubblicata dall’Organizzazione per la Cooperazione e loSviluppo Economico nell’aprile 2009 ha evidenziato come ilsettore delle costruzioni Usa fosse in affanno già da due-quattroanni, precisamente a causa di “un problema di eccesso di of-fer ta”. Per un certo periodo – così si legge nella ricerca – èsembrato che “una forte spinta alla domanda attraverso un’e-stensione delle facilitazioni creditizie avrebbe potuto com-pensare i problemi dal lato dell’offerta. Ma alla fine si è dovutopagare pegno all’economia reale”. In prima linea, tra le “fa -cilitazioni creditizie”, ci sono per l’appunto i mutui subprime,che in pochi anni passano dal 10% dei nuovi mutui (periodo1998-2003) al 40% nel 2006. Credito e finanza servono quindi a“s p i n ge re ” la domanda di case, che cominciava a essere in af-fanno e non riusciva più a coprire l’offerta. Ma siccome la cosanon può durare all’infinito, il meccanismo a un certo punto siinceppa. La conclusione che i ricercatori dell’Ocse traggonodalla loro analisi è ovviamente espressa in termini diplomatici:“rispetto all’assunto che il deterioramento dell’economia rea-le sia stato semplicemente causato dalla crisi finanziaria, i datidanno sostegno a una relazione più complessa” (Oecd 2009).Detto in termini meno diplomatici: non è la crisi finanziaria adavere contagiato l’economia reale, è vero il contrario. I pro-blemi manifestatisi nel settore immobiliare degli Stati Uniti,ossia nell’economia reale, hanno fatto crollare il valore dei ti-toli finanziari costruiti attorno ai mutui subprime.

D opo averla sfangata sulle ta-riffe autostradali, i Benet-

ton si danno all’Opa. Non sen-za un giallo, potenzialmente adanno dei piccoli risparmiato-ri. Edizione srl, la cassaforte diPonzano Veneto, ha annuncia-to ieri a sorpresa di avere allostudio il lancio di un’of fertapubblica di acquisto su Benet-ton spa finalizzata al ritiro dalmercato della società dei ma-glioncini di cui la famiglia veneta che hafatto fortuna con Autostrade e Autogrill,possiede il 67 per cento. I dettagli sarannosvelati oggi, dopo che il cda della holdingavrà definitivamente deliberato in merito.L'unica certezza, per il momento, è che iltitolo della società che nel del 2011 avevaperso il 40 per cento circa, nell'ultimo me-se ha ritrovato un insolito smalto che gli hafatto registrare un balzo complessivo del25 per cento circa. Un andamento che hafatto nascere il sospetto che non tutti sianostati colti di sorpresa dall'annuncio. Tantoche perfino la Consob si sarebbe interes-sata al caso avviando accertamenti sull'o-peratività sui titoli del gruppo a partire da

lunedì, quando le azioni appa-rentemente senza motivo han-no chiuso con un maxi rialzodel 13,13 per cento.La Commissione di vigilanzasui mercati sta cercando di ca-pire chi abbia comprato e segli scambi (particolarmenteelevati) siano stati concentratisu pochi operatori – comesembra emergere dalle primerisultanze – oppure diffusi su

una vasta platea. L'obiettivo è chiaramentequello di verificare se siano stati commessiabusi di mercato e se qualcuno abbia in-debitamente approfittato di informazioniprivilegiate a scapito di chi, arrivato doposulla notizia, sarebbe in tal caso destinatose non a perderci, sicuramente a guada-gnarci di meno. A proposito di guadagni,con dei valori borsistici così depressi aiBenetton l'Opa dovrebbe costare circa185 milioni in una fase delicata per la so-cietà, che ha chiuso l'anno con 70 milionidi utili (-31 per cento sul 2010) e dovràaffrontare entro settembre la scadenza dilinee di credito per 400 milioni.

Giovanna Lantini

BENETTON Via dalla BorsaAndamento del titolo un po’ sospetto

TITANIC EUROPADI VLADIMIRO GIACCHÉ, AL I B E RT I ,

176 PA G ., 14 EURO

Le cause della crisi

Il problemanon è

la finanza

8,9%D I S O C C U PA Z I O N ERECORD IN ITALIAA DICEMBRE

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 9

di Maurizio ChiericiLugano

C on prudenza la radio della Svizzeraitaliana annuncia che “nei primi gior-

ni di gennaio si è registrato un aumentosensibile nell’acquisto di abitazioni daparte di italiani facoltosi”. Dopo il raiddi Cortina, la grande fuga. Quando ban-che e immobiliari aprono gli sportellidell’anno nuovo “in poche ore migliaiadi transazioni”. Una decina di miliardiavrebbe attraversato il confine. “Datempo persiste l’euforia immobiliare. AZurigo e Ginevra i prezzi sono aumen-tati dal 40 e del 70 per cento in cinqueanni. In Ticino meno, salvo le zone su-per-privilegiate con vista lago. Dal 2000proprietari di case quasi raddoppiatima nessun pericolo di bolla, perché lebanche restano prudenti”. RobertoGiannetti, esperto ipotecario e respon-sabile per la clientela aziendale dell’Ubsdel Ticino, spiega perché l’ipotesi diuna casa di là dal confine stia crescendonegli ultimi mesi: “Lo chiamiamo effet-to Monti”. Bisogna aggiungere l’ef fettotramonto-Sarkozy: parigini in fuga neicantoni francesi in previsione dei socia-listi al governo.Non sono più gli anni OttantaI transfughi italiani degli anni Ottantacercavano giardini e panorami delle va-canze a un’ora da Milano. Dirimpetto allungolago di Lugano, ville senza lusso siarrampicano sul monte Bré, a Castagolao verso la collina d’oro del Paradiso. Fi-ne settimana di incontri discreti. Picco-le feste. Tanti amici: imprenditori dalnome che suona nell’editoria, chi stam-pa giochi di carte: ogni ramo d’industr iarappresentato da signore e signori cheal mattino scendono in città per l’ape -ritivo. Storie di ieri. Non solo nel buenretiro Ticino: quel “ci vediamo a Crans”,Crans sur Sièrre, resta il fine settimanadei milanesi fissati col golf. A Lugano inuovi palazzi crescono nella rete deiquartieri eleganti: paradiso che richia-ma tropici lontani. Il palazzo dell’hotelDan è ormai un condominio di lusso.

Sui campanelli nomi lombardo-veneti.Cento metri più in là, palazzo Mantegaz-za: 25 mila euro al metro quadrato. Ita-liani e russi accompagnati da ragazzecopertina. Luci del Methamorphosis, ri-storante per banchieri e affari milanesi,ma non solo. Invisibilità assicurata daimplacabili squadre di sicurezza. Dai ga-rage blindati si sparisce negli apparta-menti. Ombre. All’ultimo piano “quat -tro bellissime ville”, grandi spazi congiardini pensili. I portieri parlano di ba-gni dai rubinetti d’oro, leggende distri-buite dai cantastorie dei signori del mat-tone. Fra gli ospiti più o meno segretiFelipe Massa, campione di FormulaUno. Gli italiani trapiantati sono 9 mila,un quinto di chi abita la città. Vanno evengono senza regole. Assenze lunghis-sime, finestre che si riaprono all’im -provviso. Per distinguere i clienti daglistrateghi della fuga dei capitali basta se-dersi ai tavoli di mezzogiorno non lon-tano dalla Arner bank, dove il conto nu-mero uno è di Silvio Berlusconi. Nel

2008 la Procura di Como sospetta la Ar-ner di essere capolinea di spalloni.Adesso nei ristoranti attorno, bancari eclienti mescolano gli appetiti in tavoliseparati. Nessuno conosce nessuno,ma ciò che mangiano distingue la sere-nità di chi finalmente ha portato il mal-loppo al sicuro, dall’aplomb dei funzio-nari che accolgono i fuggitivi casual.Scelgono piatti raffinati, vini francesi,mentre per i giacca e cravatta della ban-ca, zuppe di verdura e acqua senza bol-licine.Gli altri italianiGli altri italiani sono diversi: frontalieri.Più di 9 mila, 3.400 euro al mese. Ne pa-gano 1400 per assicurazioni e tasse. Ri-partono dopo il lavoro su e giù dal con-fine con la Lega Ticinese: 30 per cento,primo partito del Cantone. La caccia ailumbard rimodula lo sciocchezzaio deileghisti di Bossi. Distribuiscono fanta-sie velenose, frontalieri che diventano“topi delinquenti”. Insorgono gli sviz-zeri normali “Come faremmo senza chi

arriva da fuori ? L’80 per cento degli in-fermieri è italiano…”.Paolo Bernasconi apparteneva alla ma-gistratura svizzera ispirata a Falcone eBorsellino. Le sue inchieste snidavano ilmalaffare. A Chiasso è stato il Pm delprocesso Texon-Credito svizzero, scan-dalo bancario del secolo. Riannoda i filidei capitali italiani in fuga, soldi nonproprio immacolati. Condanne pesan-ti, direttore che muore in prigione. Ber-nasconi fa ormai l’avvocato e insegna al-l’università. Si può immaginare un Ti-cino senza italiani? “Impossibile. Parlia-mo la stessa lingua, stesso dialetto. Conl’Italia settentrionale ci uniscono storiae cultura. Tante case, tanti appartamen-ti acquistati in passato in barba alla no-stra legge contro l’i n fo re s t i e ra m e n t o .Adesso si comprano legalmente graziealla libera circolazione in Svizzera deicittadini Ue”. L’ Italia è il secondo par-tner commerciale, ma le banche… “L’Italia del Nord è uno dei poli principalid’Europa. Ha bisogno di una piazza ban-

caria internazionale, sicura, efficiente,veloce. L’ipotesi di un Ticino senzaclienti italiani è assurda”. Il Ticino con-fida perché la crisi è arrivata anche qui.Segni che inquietano. Crollo del turi-smo, alberghi che chiudono. Cambioormai pesante: un euro valeva 1 francoe 65, ora siamo a 1,21. I tedeschi tro-vano conveniente l’Austria del Tirolo. Ei ticinesi dimagriscono. La leggenda del-l’albergo Du Lac immiserisce in un cro-nicario per vecchi milionari. Italiani, so-prattutto. La fuga di capitali continuaverso un Paese dove il lavoro costa dipiù e il fisco non perdona, ma il contri-buente straniero può trattare amabil-mente con esattori che, tra un controlloe l’altro, offrono caffè e cioccolata.Cioccolatini d’o roCome portano i soldi? Una volta gli spal-loni, adesso navigano nelle reti finanzia-rie e poi tecnologiche che in un clic spo-stano milioni. Eppure la manualità re-sta. E gli occhi di chi guarda, guardanoalla vecchia maniera. Fra i vacanzieri deiGrigioni, 007 vestiti da turisti aspettanoSuv e superautomobili con sci sul tetto etarga italiana. Appena gli indiziati esco-no dalle banche di Saint Moritz col sor-riso di chi ce l’ha fatta, le dogane di Chia-venna, Chiasso ricevono segnalazionidi targhe sospette. Da perquisire al ri-torno. La caccia ricomincia così. Il fun-zionario di una banca si mostra addo-lorato: la leggenda delle cassette di si-curezza ormai esaurite non è vera. Se netrovano a volontà. Disegna dimensionie prezzi. Dal piccolo box (alto 6 cen-timetri, largo 30, lungo 48 ) all’extralar -ge: 80 euro l’anno quello mignon, 140 ilgrande. Vanno a ruba per custodire oro.Nel Ticino tre grandi fonderie lavoranosenza smettere. Dopo il confine, a Ba-lerna, due chilometri da Chiasso, italia-ni in fila per comperare barrette da 50grammi con un nome da regalo: Valcam-bi Combi Barm, divisibile in “cioccola -tini” da un grammo. Ogni grammo 45euro, oro da infilare nel taschino. Nes-sun doganiere ha il tempo di frugare ilfiume di auto che torna in Italia.

LA LOTTA ALL’EVASIONE FA PAURABEFERA: “CAPITALI VERSO LA SVIZZERA”Usa pronti all’accordo sul segreto bancario. L’Italia ancora no

I cantoni e il Lombardo-Veneto

L’Eldorado oltre Ticino,storie di spalloni e frontalieri

ECONOMIA

di Marco Palombi

Gli spalloni hanno ripreso afare su e giù tra la Svizzerae l’Italia, le società “este -ro - ve s t i t e ” tornano in au-

ge quanto i giochi di scatole ci-nesi chiamati transfer pricing (ilpassaggio di quote di redditoverso società residenti in para-disi fiscali). È l’Italia del nuovoesodo verso l’estero dei capitaliimpauriti dalla guerra all’e vasio-ne e dall’aumento delle tasse: laGuardia di Finanza lo aveva re-gistrato già nel bimestre novem-bre-dicembre, ieri il direttoredell’Agenzia delle Entrate Atti-lio Befera l’ha definito in “au -mento esponenziale dall’iniziodi gennaio”. Per chi lo fa, po-trebbe comunque non essereuna buona idea: non solo i flussiin entrata e uscita dei conti cor-renti saranno disponibili per gliispettori a far data dal primogennaio (norma della manovrasalva-Italia), ma il segreto banca-rio svizzero ha preso a traballareassai.

DOPO I CONCORDATIbila -terali con Germania e Gran Bre-tagna, ieri la radio svizzero-tede-sca Drs ha annunciato – nonsmentita – che l’accordo con gliStati Uniti è vicino: Berna conse-gnerà subito “milioni” di daticrittati al fisco americano in at-tesa dell’accordo definitivo (senon lo farà, d’altronde, Washin-gton impedirà agli istituti elveti-

Il blitz della Finanza a Milano sabato (FOTO ANSA) e sopra Befera, dell’Agenzia delle entrate (FOTO LAPRESSE)

Una filiale di Ubs a Zurigo (FOTO OLY C O M )

LA SINDROME DI “REPUBBLICA”

MONTIANI IN ANTICIPON on contento di una doppia paginata, ieri il

direttore dell’Agenzia delle entrate AttilioBefera ha smentito parte dell’intervista pubblicatada Repubblica. Anzi, “pseudo-inter vista”, come lachiama. Si è pentito di essersela presa con i politiciche cavalcano la protesta anti-Equitalia. Repubblicasi difende e, questa volta, è chiaro dove stia laragione. Anche se nel giornale di Ezio Mauroultimamente si sono fatti trascinare un po’dal’entusiasmo per il governo. Forse per potercostruire un dossier al giorno (oggi le tabelle tirano,in edicola), forse per dimostrare la propria capacitàdi dettare l’agenda, Repubblica non si accontenta diraccontare l’attività – pur notevole – dell’e s e c u t i vo .Preferisce suggerirla. O immaginarla. 19 gennaio,titolo d’apertura: “Lavoro, ecco il piano”. Il 22:“Crescita e lavoro, ecco il piano”. Dopo unasettimana: “Lavoro, ecco il piano”. Ovviamente ilpiano ancora non esiste, il ministro Fornero ha soloiniziato a trattare con i sindacati. Ma questi sonodettagli, con i quali non è il caso di annoiare il lettoreabbagliato dai titoloni.Effetto collaterale di questomontismo da stadio: il veroMonti, a confronto di quelloraccontato da Repubblica,sembra un pigro scansafaticheche ha fatto solo tre decreti eun paio di riforme in due mesi,altro che una “r i vo l u z i o n e ” algiorno.

ci di operare negli Usa, una ca-tastrofe per colossi come CreditSuisse). Come si sa, Mario Montinon intende procedere sulla viadel concordato e sembra optareper una trattativa diretta traUnione europea e Svizzera: icondoni accettati da Berlino eLondra tassano infatti le renditedei capitali illegali molto al di sot-to dell’aliquota base comunita-ria. Fatto sta che, stime per difet-to della Gdf, i soldi portati versoil Ticino nel 2011 ammontano a11 miliardi di euro, cioè la stessacifra che Befera si è vantato ieridi aver riportato all’erario grazieai suoi due milioni di controlli.

A S P E T TA N D O le sottigliez-ze diplomatiche italo-euro-peo-svizzere, resta che molto sipuò fare anche senza concorda-ti. Intanto c’è l’arma “fine dimondo” dei controlli sui conticorrenti: è un’idea introdotta daVincenzo Visco nel 1996, ma ri-masta lettera morta fino al gover-no tecnico (manca ancora un re-golamento sulla privacy, maAgenzia delle Entrate e Garantelo emaneranno a breve). Tutti inuovi strumenti a disposizionedel fisco saranno operativi a par-tire da giugno, ha annunciato in-fatti Befera alla commissione Fi-nanze della Camera: “La speri-mentazione del nuovo reddito-metro, in cui vengono valorizza-te ben 100 voci di spesa, saràconclusa entro febbraio e il nuo-vo sistema sarà operativo in que-

sto semestre”, in coincidenzacon le dichiarazioni dei redditi. Ildirettore dell’Agenzia, poi, hasmentito frizioni con la Guardiadi Finanza (i militari, però, nonhanno gradito la recente presa diproscenio del nostro) e negatodi puntare sulla “spettacolar izza-zione” dei blitz anti-evasione:“Non ne abbiamo mai avuto lavolontà, preferiamo lavorare in

silenzio. Di interventi ne faccia-mo decine l’anno e non se n’e ramai parlato”. Peccato che dopoCortina, lui stesso rivendicasseche operazioni di quel tipo ser-vono a “incutere un sano timo-re ” in chi evade e costringerlo aravvedersi: funziona, peraltro vi-sto che – ha spiegato ieri ai de-putati - la cosiddetta tax complian-ce (diciamo lealtà fiscale) pare inaumento in questi mesi. Proble-mi? Almeno uno: Befera vuoleesentare l’Agenzia dal blocco delturn over a cui è costretta la P.A.“Nel triennio 2012-14 andrannoin pensione circa 1.800 unità,ma con l’attuale normativa po-tremmo rimpiazzarne solo il20% (360): ci serve una specificaautorizzazione di legge per assu-merne altre 1.440”.

11I MILIARDI DI EUROFUGGITI DALL’I TA L I AIN SVIZZERA NEL 2011

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AVVISO AL PUBBLICO

Realizzazione della nuova SE a 220/132 kV di Musocco e raccordi in cavo interrato;risoluzione interferenza con area EXPO; risoluzione interferenza nuova viabilitàCAL e PII Cascina Merlata; attuazione protocollo d’intesa con Comune di Milano.Interventi nei Comuni di Milano, Bollate, Pero, Rho, Arese e Baranzate in Provinciadi Milano. Posizione EL-265.

Ai sensi e per gli effetti della Legge 7 agosto 1990 n° 241 e dell’art. 52/ter del D.lgs. n°330 del 27.12.2004 e del vigente D.P.R. 8 Giugno 2001 n° 327, “Testo Unico sulledisposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazioni per pubblica utilità”.

RENDE NOTO

Che con riferimento alla procedura autorizzativa per la realizzazione della nuova SE a220/132 kV di Musocco e raccordi in cavo interrato; risoluzione interferenza con area EXPO;risoluzione interferenza nuova viabilità CAL e PII Cascina Merlata; attuazione protocollod’intesa con Comune di Milano. Interventi nei Comuni di Milano, Bollate, Pero, Rho, Arese eBaranzate in Provincia di Milano. Posizione EL-265;La Terna S.p.A. ha inoltrato Istanza al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministerodell’Ambiente – preordinata all’adozione dell’atto di autorizzazione alla costruzione condichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera; inoltre ha richiestoall’Amministrazione comunale, in parola, la pronuncia motivata sull’opera in oggetto el’apposizione sulle aree interessate dai lavori, del vincolo preordinato all’esproprio(asservimento) ai sensi del sopra citato DPR 327/01.Che con l’apposizione del vincolo, le opere saranno dichiarate inamovibili ed ad esse non siapplicheranno le disposizioni previste dal 4° e 5° c. art. 122 del T.U. 1775/33.Chiunque ne possa avere interesse ai sensi della normativa sopra citata, è invitato a prendereconoscenza degli anzidetti atti, e se lo ritenesse necessario, presentare eventuali osservazioniin merito, al Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per l’Energia - D.G. perl’Energia Nucleare le Energie Rinnovabili e l’efficienza energetica - Divisione III – RetiElettriche – via Molise, 2 – 00187 Roma o presso la stessa Segreteria comunale entro i trentagiorni successivi l’avvenuta pubblicazione simultanea, del presente avviso, all’Albo Pretoriodel medesimo comune e sul BURL della Regione Lombardia.Per maggior completezza, detti Atti sono depositati e pubblicati anche presso gli UfficiTecnici Urbanistici dei Comuni di Arese, Baranzate, Bollate, Milano, Pero e Rho.

IMMOBILI INTERESSATI

Comune di AreseDitta 2 - foglio 7 mapp.le 81 di S.C. JOHNSON ITALY S.R.L. Arese c.f. 00801980152; Ditta 3 –foglio 7 mapp.li 514. 531. di IMMOBILIARE IHN SRL Milano c.f. 03286510155; Ditta 4 – foglio7 mapp.li 332. 510. 511. 513. 522. 523. di FINECO LEASING SPA - BRESCIA c.f. 01582970172- FORGIATURA MODERNA ARESE SPA – MILANO c.f. 03678880158; Ditta 5 – foglio 7 mapp.li423. 494. Ente Urbano; Ditta 6 foglio 7 mapp.le 492. di JOHNSON WAX SPA – ARESE c.f.00801980152; Ditta 7 foglio 7 mapp.le 491. di TORNARI Anna Teresa c.f.TRNNTR28T53A389O n. a ARESE il 13/12/1928 - TORNARI Laura c.f. TRNLRA70C48A794U n.a BERGAMO il 08/03/1970 - TORNARI Luigi c.f. TRNLGU64S29A794E n. a BERGAMO il29/11/1964; Ditta 8 foglio 7 mapp.le 103 di ANAS; Ditta 9 foglio 7 mapp.li 438. 439. di SPAAUTOSTRADE CONCESSIONI E COSTRUZIONI AUTOSTRADE c.f. 00409040581; Ditta 10 foglio7 mapp.li 487. 493. di PROVINCIA DI MILANO c.f. 02120090150;

Comune di BaranzateDitta 35 foglio 68 mapp.li 146. 150. Ente Urbano; Ditta 53 foglio 68 mapp.li 59. 94. 96. 97.99. di CALIT S.R.L. – MILANO c.f. 09763970150; Ditta 101 foglio 68 mapp.le 60 diIMMOBILIARE CREDIT SECURITIZATION – ROMA c.f. 05697751005; Ditta 102 foglio 68mapp.le 95 di D`ALBERTAS Adalberto c.f. DLBDBR33E22L219Y n. a TORINO il 22/05/1933 -D`ALBERTAS Paola c.f. DLBPLA31E52L219Y n. a TORINO il 12/05/1931 - MANA Agostino natoin ARGENTINA il 18/11/1901 MNAGTN01S18Z600K - MANA Rina - MAR BOETTI nata il11/06/1904 - MANA PIPINA Agnese n. a CERIGNOLA 05/02/1878.

Comune di BollateDitta 1 foglio. 49. mapp.li 10 -23 – 31 di CAZZALINI Rosa c.f. CZZRSO36A50D141T n. aCREDERA RUBBIANO 10/01/1936 - NODARI Giovanni c.f. NDRGNN26T16D905S n. aGANDINO il 16/12/1926; Ditta 2 foglio 57 mapp.li 5. 6. di S.C. JOHNSON ITALY S.R.L. – ARESEc.f. 00801980152.

Comune di MilanoDitta 5 foglio 7 mapp.li 61. 143. 168. 192. 202. foglio 26 mapp.li 53. 136. foglio 120mapp.li 72. 136. 294. 5002. foglio 121 mapp.le 39. foglio 171 mapp.le 349. Ente Urbano;Ditta 35 foglio 26 mapp.le 140. foglio 28 mapp.li 21. 170. 204. 214. 223. 226. 227. foglio57 mapp.le 148. foglio 58 mapp.le 179. foglio 59 mapp.le 192. foglio 89 mapp.le 98. foglio90 mapp.le 111. foglio 117 mapp.li 183. 202. 203. foglio 171 mapp.le 268 Ente Urbano;Ditta 39 foglio 4 mapp.le 5. POSTE ITALIANE S.P.A. c.f. 97103880585; Ditta 40 foglio 24mapp.le 3. di TRENITALIA S.P.A. c.f. 05403151003; Ditta 41 foglio 59 mapp.le 159. DiFERROVIE DELLO STATO - SOCIETA` DI TRASPORTI E SERVIZI PER AZIONI c.f. 01585570581;Ditta 42 foglio 7 mapp.li 72. 149. Intestato mancante; Ditta 46 foglio 28 mapp.le 194. diIMMOBILIARE LOMBARDA S.P.A. MILANO c.f. 07907770585; Ditta 47 foglio 28 mapp.le225. IMMOBILIARE FONDIARIA-SAI S.R.L. MILANO c.f. 06739720966; Ditta 48 foglio 28mapp.li 4. 157. 177. 180. 182. 183. 191. di PREMAFIN FINANZIARIA SPA; Ditta 49 foglio 27mapp.le 98. Ditta 95 foglio 7 mapp.li 127. 130. 139. 174. 188. 189. 190. 191. Foglio 27mapp.li 94. 127. 128. 129. 130. 133. Foglio 28 mapp.le 168 Ditta 96 foglio 7 mapp.li 48.49. 107. Foglio 27 mapp.le 4. di A.N.A.S. spa AZIENDA NAZIONALE AUTONOMA DELLESTRADE ROMA c.f. 80208450587; Ditta 64 foglio 58 mapp.le 177. Sub. 701 di ENELDISTRIBUZIONE S.P.A. c.f. 05779711000; Ditta 65 foglio 58 mapp.le 702. Sub. 702 di A2ARETI ELETTRICHE S.P.A. c.f. 12883430154; Ditta 66 foglio 26 mapp.le 51. di S.I.P.E. -SOCIETA` ITALIANA PRODOTTI ESPLODENTI; Ditta 75. Foglio 7 mapp.le 76. Sub. 701.Mapp.le 77. Sub. 701. mapp.li 78. 79. 80. 82. 177. 180. 181. 182. 183. di D`ALBERTASAdalberto c.f. DLBDBR33E22L219Y n. a TORINO il 22/05/1933 - D`ALBERTAS Paola c.f.DLBPLA31E52L219Y n. a TORINO il 12/05/1931 - MANA Agostino nato in ARGENTINA il18/11/1901 MNAGTN01S18Z600K - BOETTI VILLANIS AUFREDI Adalberto c.f .BTTLVC31B11L219Z n. a TORINO il 17.07.1932 - BOETTI VILLANIS AUFREDI AugustoBTTGST38M14A122Q n. a ALASSIO il 14.08.1938 – BOETTI VILLANIS AUFREDI LudovicoBTTDBR32L17L219S n. a TORINO il 11.02.1931; Ditta 76. Foglio 4 mapp.li 50. 62. 88. 96. diS.R.L. BELGIOIOSA MILANO c.f. 03353400967; Ditta 77 foglio 4 mapp.le 67. foglio 5mapp.le 48. di TRENO ALTA VELOCITA` - T.A.V. S.P.A. ROMA c.f. 04131961007; Ditta 78foglio 5 mapp.li 414. 416. 418. Foglio 7 mapp.le 105. Foglio 27 mapp.li 7. 13. diFONDAZIONE ENTE AUTONOMO FIERA INTERNAZIONALE DI MILANO c.f. 00842900151;Ditta 79 foglio 5 mapp.le 18. foglio 24 mapp.le 13. foglio 25 mapp.li 14. 66. 67. 68. foglio26 mapp.le 112. foglio 58 mapp.li 203. 204. foglio 59 mapp.le 187. di RETE FERROVIARIAITALIANA - SOCIETA` PER AZIONI ROMA c.f. 01585570581; Ditta 80 foglio 7 mapp.le 106.

foglio 25 mapp.le 49. foglio 28 mapp.le 6. di SOCIETA` AUTOSTRADA TORINO -ALESSANDRIA - PIACENZA S.P.A. - S.A.T.A.P. TORINO c.f. 00486040017; Ditta 81 foglio 7mapp.le 155. 154. 176. 179. 185. 187. Foglio 26 mapp.li 37. 38. 50. 57. 107. Foglio 57mapp.li 116. 131. 149. Foglio 58 mapp.li 3. 6. 12. 41. Sub 4. 5. 6. 7. mapp.li 44. 87. 111.118. 170. 171. 173. 174. foglio 89 mapp.li 81. 97. foglio 117 mapp.le 184. foglio 119mapp.le 179. foglio 120 mapp.li 71. 113. 128. 182. 292. 317. foglio 121 mapp.li 25. 45.51. 108. foglio 168 mapp.li 27. 29. foglio 171 mapp.li 5. 33. 155. 163. 267. 278. 280. 281.foglio 172 mapp.li 4. 11. 51. 54. 60. 164. 166. di COMUNE DI MILANO c.f. 01199250158;Ditta 84 foglio 58 mapp.li 30. 31. di SOC ACCOM SEMPLICE MARZORATI E PESSINA F INMILANO; Ditta 85 foglio 58 mapp.le 121. di FARINA Luigia detta LUISA FU CARLO VEDCABASSI c.f. FRNLGU09L69F205E n. a MILANO il 29/07/1909; Ditta 86 foglio 58 mapp.le43. di BOLLINI Renata c.f. BLLRNT40A44F205N n. a MILANO il 01/04/1940; Ditta 87 foglio57 mapp.li 117. 124. 130. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 140. Foglio 58 mapp.le 192. diCASCINA MERLATA S.P.A. MILANO c.f. 05774980964; Ditta 94 foglio 7 mapp.le 96. Foglio28 mapp.le 127. di UNICREDIT LEASING S.P.A. BOLOGNA c.f. 03648050015; DEMANIODELLO STATO; Ditta 97 fogl io 7 mapp.l i 184. 186. di NEBULONI Eugenia c.f .NBLGNE42L46B015B n. a BORGOFRANCO D`IVREA il 06/07/1942, TAVERNA Federico c.f.TVRFRC73L03H264M n. a RHO il 03/07/1973, TAVERNA Tamara c.f. TVRTMR71S47F205P n.a MILANO il 07/11/1971; Ditta 98 foglio 7 mapp.le 178. di SRL VEGAGEST POGLIANOMILANESE c.f. 12836530159; Ditta 99 foglio 7 mapp.le 175. di EUROPA SERVICE S.R.L.MILANO c.f. 04004790962; Ditta 100 foglio 7 mapp.le 60. di UNIONE DI BANCHE ITALIANESOCIETA` COOPERATIVA PER AZIONI , IN ACRONIMO UBI BANCA con sede in BERGAMO c.f.03053920165; Ditta 103 foglio 121 mapp.li 26. Sub 701. 702. 703. Mapp.le 28 di IM.GA.S.R.L. MILANO c.f. 05345610967; Ditta 104 foglio 121 mapp.le 29. di PENDOLINO Germanoc.f. PNDGMN63L02F205G n. a MILANO il 07/02/1963; Ditta 105 foglio 121 mapp.le 31 diCAVAZZI DELLA SOMAGLIA Guendalina c.f. CVZGDL04M63F205C n. a MILANO il23/08/1904, CAVAZZI DELLA SOMAGLIA Luisa c.f. CVZLSU11C53I138K n. a SAN REMO il13/03/1911, PATRIZI Giacomo c.f. PTRGCM38L16F205H n. a MILANO il16/07/1938, PATRIZIGiovanni;MARIA nata il 18/11/1936, PATRIZI Maria;FRANCESCA nata il 23/07/1935; Ditta106 foglio 121 mapp.le 42. di LABADINI Giulia c.f. LBDGLI40D62A646N n. a BARDI il22/04/1940, TOMAGNINI Orio c.f. TMGROI62B13F205V n. a MILANO il 13/02/1962; Ditta107 foglio 121 mapp.le 87. di PRAVETTONI Rosa c.f. PRVRSO21T56F827A n. a MUSOCCO il16/12/1921; Ditta 108 foglio 121 mapp.le 43. di GIUDICI Milena c. f. GDCMLN40P64F205Yn. a MILANO il 24/09/1940; Ditta 109 foglio 121 mapp.le 44. di GRILLO Carlo c.f.GRLCRL40T27F205S n. a MILANO i l 27/12/1940, GRILLO Salvatore Gerardo c.f.GRLSVT38S27F205W n. a MILANO il 27/11/1938; Ditta 110 foglio 121 mapp.le 38. diSGARAVATTI GARDEN SRL MILANO c.f. 01436220154; Ditta 111 foglio 121 mapp.le 36. diR.C.S. QUOTIDIANI S.P.A. MILANO c.f. 00748930153; Ditta 112 foglio 120 mapp.le 161. diISTITUTO AUTONOMO PER LE CASE POPOLARI DELLA PROVINCIA DI MILANO; Ditta 113foglio 172 mapp.li 9. 144. di CONSORZIO C.C.T.E. MILANO 08500010155; Ditta 114 foglio168 mapp.le 4 sub. AA. AB. di ALTAIR S.P.A. con sede in MILANO c.f. 00118440072; Ditta115 foglio 168 mapp.le 6. Foglio 167. mapp.le 2. di CASCINE TRENNO S.R.L. TORINO c.f.08549510017; Ditta 116 foglio 117 mapp.li 202. 204.205. Ente Urbano.

Comune di PeroDitta 5 foglio 7 mapp.li 403. 404. Ente Urbano; Ditta 35 foglio 8 mapp.le 28. Ente Urbano;Ditta 72 foglio 8 mapp.le 89. Sub 701. di CASA DI SPEDIZIONI GAZZOTTI - SOCIETA` PERAZIONI SASSUOLO c.f. 01537800367; Ditta 88 foglio 8 mapp.le 132. di DELLA VEDOVAMaria;MAR CARUGO n. a Vanzago il 06.06.1904; Ditta 89 foglio 8 mapp.li 35. 39. 40. 42.44. 212. 213. 310. di GR IMMOBILI S.R.L. MILANO c.f. 05046000963; Ditta 90 foglio 7mapp.li 370. 372. di COMUNE DI PERO c.f. 86502820151.

Comune di RhoDitta 5 foglio 36 mapp.li 494. 497. 498. 528. Foglio 37 mapp.li 167. 374. 375. EnteUrbano; Ditta 10 foglio 36 mapp.le 574. di PROVINCIA DI MILANO c.f. 02120090150; Ditta11 foglio 36 mapp.li 629. 631. 632. di REGIONE LOMBARDIA c.f. 80050050154; Ditta 12foglio 36 mapp.li 14. 628. 633. 635. 637. 639. LA PALAZZOLA SRL MILANO c.f.03387660156; Ditta 13 foglio 36 mapp.li 144. 145. di SIMARLUNO S.R.L. MILANO c.f.12262280154; Ditta 14-26 foglio 36 mapp.le 280. foglio 37 mapp.le 249 di Comune di RHOc.f. 00893240150; Ditta 15 foglio 36 mapp.le 284. di MCC - MEDIOCREDITO CENTRALES.P.A. ROMA c.f. 00594040586 - OCITRASMISSIONI SRL TREZZANO SUL NAVIGLIO c.f.11650870154 - UNICREDIT LEASING S.P.A. BOLOGNA c.f. 03648050015 - WU.DI.TEX SNCDI DONATI GIANLUCA E C. RHO c.f. 10916780157; Ditta 16 foglio 36 mapp.le 132. Sub. 4.5. 6. 7. 503. 504. di CAPITOL SRL MILANO c.f. 08853500158; ; Ditta 17 foglio 36 mapp.le132. Sub 10. di ESEDRA S.R.L. MILANO c.f. 10624580154 - IMMOBILIARE MARINA S.A.S. DISANZONE ROBERTO E C. MILANO c.f. 11649540157; Ditta 18 foglio 36 mapp.le 132. Sub12. 501. di FORSIL S.R.L. MILANO c.f. 13288250155; Ditta 19 foglio 36 mapp.le 132. Sub502. 701. di AEMME DI ANTONIO MONGIARDO & C. S.A.S. RHO c.f. 05281810969; Ditta20 foglio 36 mapp.le 63. Sub 1. 2. 3. di SOCIETA` ITALIANA NEOBIT S.P.A. BITONTO c.f.00743450157; Ditta 21 foglio 36 mapp.le 493. Sub 701. 702. di FIRSA SPA RHO c.f.02522860150; Ditta 22 foglio 36 mapp.le 115. Sub 1. 2. 3. di RAIMONDO Marina c.f.RMNMRN59S65F205T n. a MILANO i l 25/11/1959, RAIMONDO Roberto c.f .RMNRRT56R02F205J n. a MILANO il 02/10/1956, VIGNATI Franco c.f. VGNFNC48L21F205Fn. a MILANO il 21/07/1948; Ditta 23 foglio 36 mapp.le 541. di AUTORIGOLDI S.P.A. MILANOc.f. 00844650150 -CARROZZERIA TONALE DI CASATI MARIO E C. S.N.C. RHO c.f.01225150158; Ditta 24 foglio 36 mapp.le 134. Sub 2. 3. di CARUGO Diana c.f.CRGDNI70S59L424Y n. a TRIESTE il 19/11/1970, CARUGO Giorgio c.f. CRGGRG69L05L424Zn. a TRIESTE il 05/07/1969, FAVERO Gina n. a SAN MARTINO DI LUPARI il 17/11/1937; Ditta25 foglio 36 mapp.le 134 sub 4. di CARUGO Luciano c.f. CRGLCN37C17G772I n. aPOGLIANO MILANESE il 17/03/1937; Ditta 27 - 29 foglio 36 mapp.le 136. Sub 4. 6. 12. 13.14. 18. 19. 20. 701. 8. 15. 503. di EDERA IMMOBILIARE SRL c.f. 05009820159; Ditta 28-32-33 foglio 36 mapp.le 136. Sub 7. 101. 102. 502. di GRAFICHE BIESSEZETA SRL NOVARA c.f.03706130154; Ditta 30 foglio 36 mapp.le 136. Sub 9. 16. 17. di DEUTSCHE BANK LEASINGSPA; Ditta 31 foglio 36 mapp.le 136. Sub 10. 11. di CORRADINI Glauco Gabriele n. aMILANO il 12/10/1942; Ditta 34 foglio 36 mapp.le 136. Sub 504. di LAURA SAS DI ELLIROBERTO E C. NERVIANO c.f. 11144470157; Ditta 35 foglio 36 mapp.li 64. 75. 289. 399.404. 483. 484. 523. 590. 547. Sub 1 Ente Urbano; Ditta 36 foglio 36 mapp.le 547. Sub 2foglio 37 mapp.le 168. Sub 2 di FIERA PARKING S.P.A. TORTONA c.f. 02021070061 -FONDAZIONE ENTE AUTONOMO FIERA INTERNAZIONALE DI MILANO c.f. 00842900151;Ditta 37-38 foglio 36 mapp.le 584. Foglio 37 mapp.le 246. 248. COMUNE DI RHO c.f.00893240150 - FONDAZIONE ENTE AUTONOMO FIERA INTERNAZIONALE DI MILANO c.f.00842900151; Ditta 43 fogl io 36 mapp.le 288. di GRECO Francesco c.f .GRCFNC65M09D122D n. a CROTONE i l 09/08/1965, PUGLIESE Carla c.f .PGLCRL70R59H264I n. a RHO il 19/10/1970; Ditta 44 foglio 36 mapp.li 131. 133. diRHODINA SPA MILANO c.f. 03510860152; Ditta 45 foglio 36 mapp.le 121. di FANCHINIVincenzo c.f. FNCVCN43B06F205Q n. a MILANO il 02/06/1943.

TERNA S.p.A. - Sede in Roma – Viale Egidio Galbani n. 70Capitale sociale Euro 440.967.054 (al 31 dicembre 2010) interamente versatoRegistro delle Imprese di Roma, Codice Fiscale e Partita I.V.A. n. 05779661007R.E.A. di Roma n. 922416

Il Fatto Quotidiano - 01/02/2012

Rete Elettrica Nazionale - Area Operativa Trasmissione di Milano

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 11

STRANO, A TORINO D’INVERNO FA FREDDOCHIUSI ALCUNI REPARTI DELLE MOLINETTE

Neve e gelo in tutta Italia: studenti a casa e partite rinviate

di Stefano Caselli

D’accordo, temperatu-re così basse non siregistravano da unquarto di secolo; ma

che un’ondata di freddo possamettere in crisi uno dei piùgrandi ospedali italiani sem-bra davvero troppo, anche intempi di riscaldamento globa-le. Soprattutto se l’ospedale èa Torino, città – per quantoaccada sempre più raramente– non proprio disabituata aneve e gelo tra gennaio e feb-braio. Eppure, da oggi fino al5 febbraio, l’attività “e l e t t i va ”,

ossia non di urgenza, delleMolinette (1.200 posti letto, ilterzo ospedale italiano) saràparzialmente sospesa.Motivo: lo stato di manuten-zione di una centrale termicache, se davvero la colonninadi mercurio scenderà fino a16 gradi sotto zero, non sareb-be in grado di riscaldare e con-dizionare l’intera struttura.Per quasi una settimana, dun-que, si fermeranno quattrodei 15 blocchi operatori del-l’ospedale: la Clinica chirurgi-ca, il Dermatologico, la Chi-rurgia maxillo facciale e laChirurgia Generale. Attivitàridotta a Otorinolaringoiatria,Emodinamica, Cardiologia 1,elettrofisiologia, farmacia eCentro prelievi: “Sia chiaroche non si tratta di una chiu-sura – dichiarano dall’Azienda

ospedaliera – nessuno sarà ri-mandato a casa, tutto funzio-nerà come al solito, salvo al-cune attività diversamenteprogrammabili. Al massimoslitterà qualche operazione almenisco”.Difficile, però, non notare lastranezza di una manutenzio-ne programmata proprio agennaio: “L’Ospedale è statocostruito 77 anni fa – a n c o radall’Azienda – se fosse unastruttura perfetta non si par-lerebbe così insistentementedella necessità di una città del-la Salute a Torino. La centraletermica aveva bisogno di in-terventi, quella nuova entreràin funzione soltanto ad aprile2012. L’ufficio tecnico ha co-municato alla direzione sani-taria che, in caso di tempera-ture realmente così basse co-me quelle previste, c’è il ri-schio che l’impianto non reg-ga per tutto l’ospedale.

COSÌ SI È DECISO in viaprecauzionale di ridurre tem-poraneamente l’attività di al-cune strutture per garantire almille per mille il regolare fun-zionamento di tutto quelloche non si può fermare”. Ine-vitabili le polemiche. Sull’a-zienda sanitaria e sulla Regio-ne Piemonte piovono criticheda tutte le direzioni, perfino daPdl che pure in Regione, insie-me alla Lega, è maggioranza.I disagi, comunque, Torino lidivide un po’ con tutta l’Italia.Secondo gli esperti saranno al-meno dieci i giorni di freddopolare e di forti nevicate, an-che al Sud. Un freddo che po-trebbe trovare precedenti solonel 1956 e nel 1985. Tra gio-vedì e venerdì la neve potreb-be cadere anche su Roma,mentre sabato 4 e domenica 5febbraio dovrebbero essere legiornate maggiormente criti-che con venti fortissimi da nor-dest di origine siberiana. A far-ne le spese è stato anche i cam-pionati di calcio. Rinviate perneve Sampdoria-Empoli a Ge-nova e Parma-Juventus.

Un’immagine dell’ospedale Molinette di Torino (FOTO LAPRESSE)

CRONACHE

Concordia, audizione fiume per il manager CostaFERRARINI: “IL COMANDANTE SCHETTINO NON MI FECE CAPIRE LA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE”

NCONTESSA AG U S TA

Deserta l’astaper Villa Altachiara

È andata deserta l'astaper la vendita di Villa

Altachiara, la prestigiosaabitazione di Portofinodove trovò la morte nelgennaio 2001 la contessaFrancesca Vacca Agusta. Èprobabile, quindi, che orasi debba procedere conuna nuova asta al ribasso.Villa Altachiara venne fattacostruire nel 1874 per ilmagnate ingleseCarnavon. Acquistata allafine degli anni 60 dal conteCorrado Agusta, la villa èdiventata famosa nel 2001,quando l’ex moglie delnobiluomo cadde in mareda una scogliera. Il suocorpo venne ritrovatoqualche settimana dopo inCosta Azzurra. La Procuradi Chiavari archiviòl’accaduto come un tragicoincidente, ma sullavicenda resta ancora oggipiù di un mistero.

EX SA N TA RI TA

Non cammina più,indagati 3 medici

U n nuovo episodiodi presunta

malasanità intornoall’ex clinica SantaRita (oggi ospedaleCittà Studi) di Milano.Una bambina di 11anni ha perso lacapacitàdeambulatoria inseguito a unintervento avvenutonel 2010. Secondo laProcura meneghina,l’operazione sarebbeavvenuta senza inecessari esamipreparatori e sarebbestata eseguita in modoimperfetto. Tremedici risultanoindagati per lesionicolpose.

MILANO

Furto e sparatoria,ferito un vigile

R ocambolescofurto con

sparatoria ieri aMilano. Alcunimalviventi hannoeffettuato un furto inun negozio diantiquariato(rubando corni dirinoceronte delvalore di 30 milaeuro), ma sono statisorpresi da unapattuglia della polizialocale che ha esplosodue o tre colpi versol’auto in fuga che, nelcorsodell’inseguimento,l’ha poi speronata. Aquel punto i dueagenti sono scesi perchiedere i documenti:il malvivente alvolante però haschiacciatol’accelerator einvestendone uno, lecui condizioni nonsono gravi. L’auto e larefurtiva sono stateritrovate, dei banditisi sono perse le tracce

Coprifuoco a Scampia?Parte la mobilitazione del web

I morti dall’inizio dell’anno nella guerradi camorra a Scampia sono cinque. In

campo gli uomini del clan Abbinante, i figlidi “Papele ‘e Marano”, prima alleati di Pao-lo Di Lauro, il re della droga e del falso, poivicini agli “scissionisti”, i nemici del bossche tutti chiamavano Ciruzzo ‘o miliona-rio. In ballo il controllo del quartiere, dasempre il più grande supermarket delladroga. Si è pronti per un’altra guerra dicamorra. Un servizio de Il Mattino, il quo-tidiano più letto della città, descrive neiparticolari il controllo degli Abbinan-te-Abate, e parla di un coprifuoco impostoa famiglie e commercianti della zona. Vie-tato uscire di notte, limitare le uscite an-che di giorno. Stesso discorso per i com-mercianti, che sarebbero stati avvisati conuna sorta di “pizzino”. Insomma, una si-tuazione da narco-repubblica, con i soldatidei clan a presidiare un quartiere di 130

mila abitanti. Ed è partita la mobilitazionesul web, prima su twitter con un messag-gio della deputata Pd Pina Picierno, poicon una pagina su Facebook dal titolo “Oc-cup y-Scampia”. L’obiettivo è organizzareuna manifestazione nel quartiere napole-tano, per “far capire a quelle bestie chequel territorio non è loro”, scrive la de-putata.

“USCIAMO dalla dicotomia coprifuocosì, coprifuoco no – scrive un utente – Scam-pia non è solo questo, ma i cittadini onestiche ci vivono”, ed elenca le tante associa-zioni che quotidianamente, tra Le Vele e leCase dei Puffi, fanno attività di volontariato.“C’è una guerra di camorra – dice AngeloPisani, il Presidente della Muncipalità –, ser-vono più forze di polizia, ma attenti a par-lare di coprifuoco, si rischia di fare pub-blicità ai boss. Qui i ragazzini girano con lafoto dei camorristi sul cellulare”. Don To-nino Palmese è il referente di Libera a Na-poli. “Scampia – dice – va sempre verifi-cata, ho letto quel servizio e l’allarme chene è seguito, ma starei attento a mettereinsieme la realtà durissima del quartiere edella guerra di camorra, con la leggenda. Ilcontrollo del territorio c’è, qui come in altriquartieri della città, ma non siamo ancoraarrivati a questo punto. In ogni caso, tuttoquello che si fa per richiamare l’attenzionesulle condizioni di Scampia va bene”.

(e .f.)

di Antonio Massariinviato a Grosseto

H anno ricostruito i minutipiù tragici della notte del

13 gennaio: quelli dell’impattoche provocò il naufragio, del-l’evacuazione, dei soccorsi. Èdurato oltre sette ore l’inter ro-gatorio di Roberto Ferrarini,capo dell’unità di crisi della Co-sta Crociere, ascoltato ieri daipm della Procura di Grossetocome persona informata suifatti. I pm vogliono capire se laCosta fosse al corrente dellagravità dell’incidente – comeha dichiarato Schettino –e qua-li disposizioni abbia dato Fer-rarini per agevolare i soccorsi.Nei prossimi giorni sarà ascol-tata anche Domnica Cemor-tan, la ragazza moldava che, almomento dell’impatto, era al-l’ingresso della plancia di co-mando: la sua testimonianzasarà utile a ricostruire la dina-mica dell’incidente che ha cau-sato 17 vittime e 15 dispersi.Tra i tentativi disperati di indi-

viduare dei corpi nel relitto, inquesti giorni, c’è stato persinol’utilizzo di “medium”che han-no inutilmente indirizzato isommozzatori verso alcune ca-bine.

E IN QUESTO scenario di-sperato, mentre si sposta di al-tre 24 ore il recupero del carbu-rante e cresce il timore di un di-sastro ambientale, s’è registratapersino un’asta on line, su eBay,con oggetti originali della naveaffondata e gadget creati perl’occasione. È anche questo ilclima in cui procedono le inda-gini, da un lato, mentre sonostate sospese le ricerche dei su-perstiti, dall’altro. La procuraguidata da Francesco Verusioora cerca di fare chiarezza sulruolo della Costa e di RobertoFerrarini, in attesa dell’aper turadella scatola nera, che inizierà il3 marzo. La scatola nera ha me-morizzato anche le telefonatein plancia di comando, inclusele parole che Schettino diceva aFerrarini ma, funzionando co-

me una microspia ambientale,non ha registrato la voce del ma-nager Costa. Secondo la sua ri-costruzione, Schettino lo avvi-sò dodici minuti dopo l'impat-to, e dalle 21.57 a circa mezza-notte nessuno lo informò dellagravità della situazione. In unprimo momento, dice Ferrari-ni, Schettino parlava di un solocompartimento stagno allagatoe di una galleggiabilità noncompromessa. Alle 22.06 icompartimenti allagati diventa-

no due e alle 22.33, dopo aversaputo di un black out a bordo,viene informato dello sbanda-mento della nave, ma non di li-vello preoccupante. È solo trale 22.35 e le 22.45 che Ferrariniè avvertito dell’intenzione dievacuare la nave. “Il comandan-te – ha sostenuto Ferrarini nellasua relazione – non mi ha maifatto intendere la gravità dellasituazione”. La Procura di Gros-seto, con l’interrogatorio di ie-ri, ha approfondito la pista delle

comunicazioni tra Schettino ela Costa Crociere, a partire dallaconsapevolezza dell’ar matoresulla rotta scelta da Schettino,quella dell’inchino all’isola, fi-nito poi tragicamente.

L’EX COMANDANTE, peril momento, è l’unico agli arre-sti domiciliari, mentre il suo vi-ce, Ciro Ambrosio, è indagato apiede libero per naufragio eomicidio colposo. Sulla sorte diSchettino, in questa fase d’inda -gine, si pronuncerà il 6 gennaioil Tribunale del Riesame. L’ac -cusa chiede il suo ritorno in car-cere, la difesa chiede la libertà,e non solo: l’avvocato Bruno Le-poratti chiede anche che l’e-ventuale iscrizione di Ferrarininel registro degli indagati – ilmanager è stato chiamato incausa da Schettino per la gestio-ne dell’emergenza – av ve n g aprima dell’analisi della scatolanera. L’esame è infatti irripeti-bile e, diversamente, potrebbevalere soltanto contro l’ex co-mandante della Concordia.

Per individuarei corpi, utilizzatianchei mediumAll’asta su eBaygli oggetti dellanave affondata

Una centraletermica, in casodi temperaturaa -16, nonsarebbe in gradodi riscaldarel’intera struttura

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pagina 12 Mercoledì 1 febbraio 2012

SIRIA SENZA CONTROLLO, I RIBELLI:AD ASSAD RIMANE SOLO METÀ PAESE

Stallo al Consiglio di sicurezza: la Russia ancora con il raìs

di Roberta Zunini

Idissidenti siriani, anchequelli costretti a vivere lon-tani dal loro Paese, in gene-re più fiduciosi nell’aiuto

esterno, non sperano più nell’a-zione della comunità interna-zionale per liberarsi di Bashar AlAssad. La Russia, che ha poteredi veto all’Onu, difenderà finoall’ultimo il presidente Assad.Non foss’altro che per conser-vare uno dei suoi migliori clientiper la fornitura di armi: un bu-siness di 6 miliardi di dollari, 4già sottoscritti. “Ma anche se laRussia non dovesse utilizzare ilpotere di veto al Consiglio di si-curezza dell’Onu, ipotesi im-probabile, e il Consiglio riuscis-se a mettersi d’accordo su unarisoluzione, non sarà per questoche Assad lascerà il potere”. Chiparla è il trentenne Yassar Al Fat-toom, un dissidente che dall’I-talia – attraverso i suoi contattiin patria e la sua abilità di infor-matico – sta contribuendo viaFacebook a informare sull’infer -no siriano”. Laureato, poliglot-ta, figlio e nipote di oppositoricomunisti imprigionati per anninelle galere siriane per essersiopposti alla dittatura di HafezAssad (il padre di Bashar), Yas-sar sostiene che a mettere la pa-rola fine alla repressione saran-no l’economia e il Free sirian ar-m y, il libero esercito siriano chesta combattendo in modo sem-pre più agguerrito ed efficace:“La lira siriana è crollata, per-dendo più della metà del suo va-lore, l’economia è paralizzatama l’esercito di liberazione èsempre meglio equipaggiato.

LA CADUTA del regime, cer-to, non è una questione di giornima nemmeno di mesi”. Una con-statazione che non consola, vi-sto l’impressionante numero divittime degli ultimi due giorni:

ALTRI MONDI

di Giovanna LocatelliBeirut

V enticinque anni, capelli medio lunghi,sguardo furbo. Si chiama Dlshad Othman. È

un hacker siriano – anche se non ama definirsicosì – in esilio a Beirut dal novembre 2011.Una decina di attivisti seguono, ogni mese, ilsuo training sulla protezione e messa in sicu-rezza dei dati da attacchi o intrusioni da partedel regime di Assad, che utilizza strumenti oc-cidentali per il monitoraggio di Internet.Il training – della durata di 4 giorni – si svolge al4° piano di un palazzo non lontano dal centrodella capitale libanese. Ed è finanziato da unaorganizzazione che si occupa di diritti umani.Per gli attivisti è tutto pagato; l’or ganizzazio-ne, oltre a pagare lo stipendio di Dlsahd e l’af -fitto dell’ufficio, si occupa anche di acquistaretelefonini android ultima generazione: “For -niamo ai ragazzi dei cellulari – spiega Dlshad –,messi in sicurezza: non vogliamo che gli atti-visti siano facilmente localizzabili e che la po-lizia possa leggere i dati memorizzati”.I ragazzi che, di volta in volta, seguono ‘il cor-so’ sono selezionati da gruppi di attivisti del-l'opposizione siriana impegnati nell'organiz-zazione di proteste antigovernative sul campoa Damasco, Homs e Qamishli. “Il mese scorsodue sono stati fermati alla frontiera siriana euna giovane è stata pure arrestata. Arrivano ascaglioni, a gruppi di due, attirerebbero trop-po sospetto se oltrepassassero il confine tuttiinsieme. Il training, visto che in Siria ci sonopochi giornalisti, è rivolto solo ai dissidenti” Agennaio sono presenti 9 partecipanti, tre pro-vengono da Homs, l’epicentro nevralgico del-la lotta contro il regime. “Se uno di loro vienearrestato chiudiamo immediatamente la suapagina Facebook. E mandiamo un’email a tuttigli altri militanti dicendo di non accettare file

neanche da amici o persone conosciute. Èsempre possibile che il regime, tramite le pas-sword acquisite, mandi virus”.Othman non è solo a impartire le elezioni, as-sieme a lui un ragazzo di 33 anni “Alex si oc-cupa dei i cellulari. Io spiego quali softwarescaricare sui computer portatili e li aiuto adinstallarli. Alla fine delle 4 giornate devono ri-spondere a un questionario così siamo certiche abbiano assimilato la lezione”.

IL CELLULAREdi Dlshad squilla in continua-zione, non compaiono mai i nomi sullo scher-mo, solo i numeri di telefono “Il regime sa tuttodi me, non posso permettermi di parlare in pub-blico o dire cose delicate al cellulare”. Poi, trauna telefonata e un post, spiega la differenzacon le rivoluzioni del Nord Africa “Youtube è ilsocial network più utilizzato in Siria. I cittadinicaricano migliaia di filmati fatti per strada, du-rante manifestazione; poi danno i link dei videoai principali network tv che riprendono, digiorno in giorno, il nostro materiale per fare iservizi. È una catena che funziona bene. Moltogettonata è ustream mobile: un’applicazioneche permette di riprendere filmati con i cellu-lari e trasmetterli in tempo reale sul Web”.Othman, autore del sito cyber-arabs.com, è inesilio a causa di un reporter inglese: “Gli ho per-messo di fare un documentario sul mio lavoroma non ha utilizzato programmi di sicurezzaper sgranare le facce delle persone. La polizia,quando ha fatto irruzione nel suo appartamen-to, ha recuperato tutto il materiale. Da quel mo-mento ho dovuto lasciare Damasco. Non bastapubblicare un buon articolo, i giornalisti devo-no proteggersi sulla rete per non mettere a re-pentaglio le loro ‘fo n t i ’. Chi entra in Siria, è be-ne che stia attento a ripulire, o almeno a ma-scherare, la memoria del telefono e del com-puter portatile. Un errore si paga con la vita”.

OPPOSIZIONE ELETTRONICA

IL CORSO CLANDESTINOPER SFUGGIRE AL GRANDEFRATELLO DI DAMASCO

circa un centinaiodue giorni fa equasi trenta nellasola giornata di ie-ri. Si sta combat-tendo soprattuttoa Idlib, Homs, De-raa ma anche in al-cuni quartieri pe-riferici di Dama-sco – la roccafortedel regime – d ovel’esercito di liberazione è riusci-to a spingersi. Dopo oltre 10 me-si di rivolta “il 50% del territoriosiriano non è più sotto il control-lo del regime” ha spiegato il co-lonnello Riyadh al-Asaad, a capodei militari che hanno disertatol’esercito regolare per unirsi aicombattenti della resistenza. Ilcolonnello ha però aggiunto:“Questo non significa che l’op -posizione controlli metà del Pae-se”. L’opposizione, riunita nelConsiglio nazionale siriano, co-

stituita soprattutto da personali-tà che risiedono all’estero, è ov-viamente ancora debole politi-camente anche se il Comitato ge-nerale della rivoluzione – il brac-cio operativo – è stato in grado dimotivare la gente a continuare ascendere in strada, nonostante laferocia dei soldati di Assad. Dal-l’Iran arriva anche la minacciadell’ayatollah Ali Khamenei:“Respingiamo qualsiasi ingeren-za degli Usa negli affari interni si-r iani”.

L’intelligence Usa:“La fine del regime èsolo questione di tempo”L’Iran: “Niente ingerenzeamericane”

Sarkozy: “Sono un suicida. Ma in forma”L’IDEA DELL’IVA SOCIALE A CARICO DELLE IMPRESE NON CONVINCE. E HOLLANDE NEI SONDAGGI VOLA OLTRE IL 31 PER CENTO

di Gianni MarsilliPar igi

C i aspettavamo l’effetto Sarkozy,abbiamo avuto l’effetto Hollan-

de”. Eccoli qua, i sondaggi raccol-ti a caldo dopo la grande messacatodica di domenica sera (Sarko-zy in contemporanea su nove reti:volenti o nolenti, 16 milioni di te-lespettatori), resi noti ieri dal gu-ru di Ifop, Frédéric Dabi: il capo

dello Stato guadagna un misero0,5 e si attesta sul 24,5 per cento.Ironia della sorte, è il suo rivaleFrançois Hollande a trarre vantag-gio dalla serata nord-coreana: ar-riva al 31 per cento, due puntiguadagnati senza battere ciglio,da semplice telespettatore. Nonparliamo poi delle intenzioni divoto per il secondo turno: tra queidue finirebbe 58 a 42, che alle pre-sidenziali è quasi cappotto e pre-

figura maggioranze bulgare allelegislative, previste per giugno. Anulla è servito l’annuncio dell’I va“sociale”, da trasferire cioè dalgroppone delle imprese a quellodei consumatori al fine di scorag-giare le delocalizzazioni dimi-nuendo il costo del lavoro. Anzi,numerosi sono a destra coloroche la considerano una misura“suicida”: la novità è che lo dico-no. Tanto che ieri mattina Sarko-

zy, alla solita colazione cheil martedì condivide con ileader della sua maggioran-za, ha sentito il bisogno direplicare: “Tranquilli, sonoil suicida più in forma diFra n c i a ”. Ha fatto anchedello spirito, per rassicura-re i tanti che lo sollecitano adichiararsi ufficialmentecandidato mentre guarda-no desolati la lepre Hollan-

de che prende la fuga: “A voltel’attesa fa aumentare il desiderio”.Che valga anche per le presiden-ziali, è tutto da provare.

HA SUSCITATO più fastidioche adesione anche il suo conti-nuo riferirsi alla Germania, non so-lo come indispensabile compagnasulla strada europea, ma soprattut-to come modello di relazioni so-ciali e di riformismo politico. Èoramai il totem di tutti i discorsi diSarkozy: la Germania e gli accordiaziendali sull’orario di lavoro, laGermania e la formazione profes-sionale esemplare, la Germania ela competitività delle sue indu-strie, la Germania e il saldo posi-tivo della sua bilancia commercia-le... Se cita Angela Merkel comepartner obbligato nella bufera del-la crisi, ormai ha arruolato nel suoargomentare anche l’ex cancellie-

re Gerhard Schröder, il socialde-mocratico che dodici anni fa av-viava un virtuoso ciclo di riformedel welfare e del lavoro, “m e n t rein Francia il socialista Lionel Jospinimponeva per legge le 35 ore set-timanali”.Insomma tutto ciò che è made inGermany, di qualsiasi colore sia,luccica come oro. Gli analisti sonocostretti a ricordargli che la Fran-cia ha caratteristiche sociali e po-litiche diverse, gli avversari hannogioco facile nel chiedergli dovediavolo abbia passato gli ultimicinque anni di vita, mentre i di-segnatori continuano a raffigurar-lo, piccoletto e ingrugnito, semi-nascosto tra le gonne di un’i m p o-nente e arcigna Angela Merkel.No, decisamente “rien ne va plus”per il presidente Nicolas Sarkozy,grande ammiratore delle riformealtr ui.

Cresce il vantaggiodei socialistiFrancesi insofferential rapporto privilegiatocon Angela Merkel

Onu Più di 1500 migranti morti in mare nel 2011Sono più di 1500 i migranti e rifugiati morti affogati odispersi nelle acque del Mediterraneo nel 2011 mentretentavano di raggiungere l’Europa: è il numero più altomai registrato dall’Alto commissariato delle Nazioni Uniteper i rifugiati (Unhcr) da quando registra questestatistiche, nel 2006. “Il vero numero potrebbe esseretuttavia più alto”, ha affermato l’Unhcr a Ginevra (FOTO ANSA)

Cittadinanza Il ministro: niente automatismiLa concessione della cittadinanza italiana ai figli degliimmigrati non può essere conseguenza di un “meroa u t o m at i s m o ”, ma va valutata “all’interno di unprocesso di reale integrazione”. Il ministrodell’Interno Annamaria Cancellieri a ribadito inSenato che su un tema così delicato non possonoesserci nemmeno “aperture incondizionate” (FOTO ANSA)

LA GUERRA DELLE CITTÀ

Mar

Med

iterr

aneo

Cipro

Israele

Libano

Giordania

Arabia Saudita

Iraq

Turchia

Siria

Homs

Idlib

Deraa

DAMASCO

dita

Luoghi degli scontrinegli ultimi giorni

100 km

Striscia di Gaza

Territorioccupatipalestinesi

Dlshad Othman (FOTO G. L.)

In difficoltà Nicolas Sarkozy (FOTO ANSA)

Bashar al Assad (FOTO LAPRESSE)

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 13

OBAMAE IL DISSENSOSILENZIOSOI dubbi dei democratici

sulla ricandidatura e la spina Hillarydi Angela Vitaliano

New York

La battaglia che stannoconducendo i candidatialle primarie repubblica-ne, conferma il clima ar-

roventato che caratterizzerà,come da previsioni, le elezio-ni di novembre per la presi-denza degli Stati Uniti. Un’at-mosfera, in qualche modo, “ti-pica”, caratterizzata da grandiattacchi fra componenti dellostesso partito, prima che poitutti, o quasi tutti, si ritrovino

a sostenere colui che si aggiu-dicherà le primarie. In casademocratica, ricordano anco-ra la battaglia appassionante evibrante fra Barack Obama eHillary Clinton che, per certiversi, fu quasi più combattutadi quella con l’anta gonistareale, John McCain.

QUESTA VOLTA Obama èil candidato “n a t u ra l e ”, essen-do il presidente in carica, e ilpartito può così concentrarsisul tentativo, non solo di re-stare alla Casa Bianca, ma an-

che di riacciuffare la maggio-ranza al Congresso. Dopo me-si di dati sconfortanti, poi, incui Obama, nel gradimentodegli americani, restava sem-pre al di sotto della maggio-ranza, finalmente qualcosa ècambiato e ora il presidentesembra riguadagnare un po’ diterreno ogni giorno. Gli ultimisondaggi peraltro lo dannovincente sia su Romney che suGingrich e con forbici moltopiù alte dall’inizio delle prima-rie. Ci sarebbe da pensare, in-somma, a una situazione idil-

SATIRA AMERICANA

I VIGNETTISTI LIBERAL NON RISPARMIANO NESSUNO

liaca, con i democratici tuttischierati a sostenere il capo.La cosa, in effetti, non è pro-prio così anche se, decisamen-te, nelle ultime settimane, levoci critiche hanno sceltopiuttosto la strada di un silen-zio strategico.

PER MESI, infatti, a partiredalla scorsa estate, e nono-stante le dichiarazioni di Hil-lary Clinton a proposito dellasua scelta di ritirarsi dalla po-litica alla fine della sua espe-rienza di segretario di Stato, il

ALTRI MONDI

refrain fisso è stato quello dichi voleva un nuovo “bagno disangue” fra i due o, addirittu-ra, una specie di scelta impo-sta in cui fosse l’ex first lady ilcandidato democratico. Hilla-ry, indubbiamente, ha fatto be-ne il suo lavoro e la sua po-polarità è cresciuta moltissi-mo, tanto che lo stesso pre-sidente l’ha citata nel suo di-scorso sullo Stato dell’Unio-ne.La Clinton, che la maggioranzacontinua a sognare almeno co-me vicepresidente in uno

scambio di ruoli con Joe Bi-den, ha sempre smentito il suointeresse, confermando l’at-teggiamento di “fe d e l t à ” neiconfronti di Obama e del suopartito. Le pressioni di unaparte dei democratici a pun-tare su un altro candidato sonostate la testimonianza più pa-lese dello scontento che ha ac-compagnato la presidenza diObama e che sono poi le stes-se che lamenta parte dell’elet-torato giovane, dei latinos edei liberal. Persino alcuni so-

stenitori “vip”, che nella scor-sa campagna elettorale furonoal fianco di Obama, ora si di-cono amareggiati e delusi, co-me Matt Damon che, più vol-te, lo ha attaccato pubblica-mente.

TANTO CHE, altri demo-cratici doc, come GeorgeClooney e Sean Penn hannosentito la necessità di replica-re. “Obama non ha fatto tuttociò che avrebbe potuto – ch i a -risce Sean Penn – ma ha fattomolto e resta una persona one-

sta che ti fa sen-tire orgoglioso diessere america-no”. Più duro conil partito, inveceClooney che dicedi essere “disillu-so da quelli disil-lusi da Obama e,onestamente,credo che i demo-cratici si faccianodel male da soli”.Va ricordato che,

in più occasioni, il presidentenon ha potuto contare sull’im-mediato supporto del suo par-tito come avvenne in sede diapprovazione della riforma sa-nitaria o, più recentemente,per il passaggio del “Jobs bill”in cui è stata necessaria l’ar tedella mediazione del navigatoHarry Reed. Una cosa è certa,Obama potrà contare ancorasul supporto incondizionatodi Oprah Winfrey che ha an-che dichiarato di essere otti-mista sulla sua rielezione.

Il partito ufficialmenteè allineato dietroil presidente, ma si cercaun’alternativa e la spintaper un vice donna

Il vicepresidente Biden, Obama e il segretario di Stato Clinton. Sotto, Gingrich e Romney (FOTO LAPRESSE)

Frecciate controi repubblicani, maanche contro la CasaBianca. E Assangesbarca nei Simpson

Royal Bank L’ex capo perde il titolo di SirL’ex capo di Royal Bank of Scotland Fred Goodwinperderà il titolo di baronetto. Lo ha deciso unacommissione ministeriale rispondendo alle richieste delpubblico, oltraggiato da come Goodwin sia statoresponsabile della perdita di migliaia di posti di lavoroalla sua banca, che per evitare il completo collasso èstata comprata per l’82% dal governo nel 2008. (FOTO ANSA)

Francia “Il nucleare non conviene più”Il nucleare costa sempre di più, e con i miglioramenti allasicurezza previsti dopo il disastro di Fukushima, le spesecresceranno, tanto da rendere l’energia atomica (circa il 60%della produzione totale del Paese) sempre meno conveniente:perciò la vita delle attuali centrali andrà prolungata invece dicostruirne di nuove. Così la Corte dei conti francese, nelrapporto presentato al governo di Parigi. (FOTO LAPRESSE)

di Giampiero Gramaglia

U n asino esilarato assiste aigoffi – e infruttuosi – ten-

tativi di Mitt Romney dimontare sulla groppa d’unelefante: l’asino è il simbolodel Partito democratico, l’e-lefante quello del Partito re-pubblicano. La scenetta diun video della serie Amer icanDemocrac y indica le difficoltà

di Romney ad assumere ilcontrollo del Great Old Party.Ma a un certo punto l’asinoammutolisce, perplesso: s’èaccorto che Barack Obama èsalito a cavalcioni sulla suagroppa. Solo che il presiden-te è voltato al contrario e agi-ta una carota in cima a un ba-stone non davanti al musodel somaro, per farlo avan-zare, ma verso il suo dereta-

no.Come dire che, se i repub-blicani non hanno un leader,i democratici ne hanno unoche conclude poco. Il videoè molto cliccato, e vivace-mente commentato, nelgiorno in cui le primarie fan-no tappa in Florida. Romney,reduce dalla batosta nellaSouth Carolina, sembra,stando ai sondaggi, potersiprendere la rivincita su Ne-wt Gingrich.

N E L L’A M E R I CA delleelezioni, anche i disegnatoridi fumetti fanno i loro ‘endor-sement’, cioè schierano sestessi e i loro personaggi perl’uno o per l’altro candidato.Ma, essendo la satira e l’i ro n i ail loro mestiere, non rispar-miamo frecciate neppure al

loro beniamino. Così, è inne-gabile che Obama sia il favo-rito di tutti i disegnatori pro-gressisti d’America, quelli,tanto per intenderci, che sia-mo abituati a trovare sulle pa-gine di Linus, dal principe deiliberal Garry B. Trudeau(Doonesbur y) a Darby Conley(Get Fuzzy), fino ai meno in-clini a includere frammentid’attualità nelle loro strisceScott Adams di Dilbert, JimMeddick di Monty, StephanPastis di Perle ai Porci e Ri-chard Thompson di Cul deSac.Trudeau e – meno – Conle ynon hanno risparmiato alpresidente critiche e freccia-re, per la mancanza di leader-ship, specie sul fronte inter-no. Ma, adesso che la partitasi fa dura, Trudeau è meno

pungente. Del resto, micatutti i fumetti e i cartoon sonoliberal e pro Obama. Esem-pio: la famiglia dei Simpsonha ben poco di progressista edi democratico nei suoi com-portamenti. Buon per Oba-ma che Homer, al 90%, saràtroppo pigro per andare a vo-tare e che Bart non ha l’età.

MA SE HOMER si trasci-nasse, tra una birra e un rut-to, alle urne, rischierebbe divotare quello zombi di NewtGingrich. E quanto a Bart, ba-stian contrario com’è, se nonaltro per fare dispetto alla so-rellina Lisa, l’illuminata di fa-miglia, voterebbe Ron Paul illibertario. Ora, i Simpson simettono in combutta conuno che all’A m m i n i s t ra z i o n eObama ha dichiarato guerra

(e viceversa): Julian Assange,il discusso fondatore e anima-tore di Wikileaks, l’uomo ditutte le fughe, tranne la suadall’Inghilterra, dove si batteper non essere estradato inSvezia – Stoccolma lo vuoleprocessare per stupro –. As-sange sarà protagonista (e da-rà la sua voce al suo perso-naggio) di una puntata deiSimpson: non una qualsiasi, il500esimo episodio, in ondanegli Usa il 19 febbraio (trop-po lontano dall’Election Daydel 6 novembre, comunque,per contare qualcosa). Lecreature di Matt Groening so-no abituate a ospiti d’ecce-zione e leader politici, da To-ny Blair a Nicolas Sarkozy. MaJulian è uno scomodo: perCasa Simpson e per la CasaBianca.

PRIMARIE Floridatra Romney e GingrichN iente di buono all’or iz-

zonte per Newt Gingri-ch che, a poche ore dal-l’appuntamento elettora-le in Florida, di ieri, i son-daggi davano almeno 15punti sotto il suo rivaleMitt Romney. Una percen-tuale che potrebbe, con ilprocedere dello scrutinio,ridimensionarsi in parte,ma che non sembra lascia-re nessun margine di spe-ranza all’ex speaker dellaCamera. Quello che oggiappare come un risultatoscontato, tuttavia, era im-pensabile per Romney al-l’indomani del confronto

perso in Sud Carolina, conun Gingrich galvanizzatoe vincente in tutti i son-daggi. Data l’impor tanza“e l e t t o ra l e ” della Florida,tuttavia, la macchina elet-torale dell’ex governatoredel Massachusetts si èmessa in moto respingen-do tutti gli attacchi di Gin-grich che ha definito il suorivale un “m o d e ra t o ” lacui vittoria rischierebbedi spaccare il partito. Gin-grich, più volte, ha rimar-cato il fatto che l’ala con-servatrice del Gop è tuttadalla sua parte e che le po-sizioni troppo centriste di

Romney non porterebbe-ro il partito a sconfiggereObama che, ovviamente,resta il “nemico” c o mu n e .Notevole la distanza congli altri due candidati, RonPaul e Rick Santorum chenon sembrano, al momen-

to, avere chance di aggiu-dicarsi la nomination. Nel-le precedenti primarie,Mitt Romney fu sconfittoin Florida da John McCainche poi diventò il candida-to del Gop.

(A. V.)

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pagina 14 Mercoledì 1 febbraio 2012

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

Franzen“Scrivo senzau s a reInternet e glieBook sonoun danno”

Kessler“Se una cadein statove g e t a t i vo ,l’altra l’aiutaa morire ”

GioniIl 38enne è ildirettore dellasezione Artivisive dellaBiennale

InterMotta alPsg, dallaSampdoriaa r r i vaPa l o m b o

ma serata. Morandi ha rispar-miato alla platea il suo “s t i a-mo uniti”, insopportabile re -f ra i n della passata edizione eha duettato un po’ con RoccoPapaleo, sua spalla di que-st’anno. L’attore, un po’ i m-barazzato (e come dargli tor-to), ha provato a tirar su il to-no della presentazione conqualche battuta: è bravo e lesperanze sono tutte nel suotalento e nella beltà dell’unicafanciulla rimasta – Ivana Mra-zova – dopo la cacciata di Ta-mara Ecclestone, ieri protago-nista di un botta e risposta a

cade a San Remo, dove chi tirai fili sono sempre gli stessi:Mazzi, Presta (agente di auto-ri e presentatori) e compa-gnia cantante. Qui tutti sonoAmici di tutti: nei giorni scor-si è stata flebilmente smentita(non dall’interessato) la noti-zia che Gian Marco Mazzi ab-bia firmato una consulenzaappunto con Amici. Il quale siconclude all’Arena di Verona,di cui Mazzi è a sua volta con-sulente per la produzionenon lirica. Raiset è un’a l l e a n-za collaudata, spesso ai limitidel lecito in fatto di concor-renza, certamente inopportu-na. Non molto opportuno èanche che a collaborare conl’ufficio stampa Rai, per quan-to riguarda la direzione arti-stica del Festival, sia la societàdi comunicazione che si oc-cupa di Emma Marrone. “A b-biamo firmato il contrattocon Emma a settembre”, spie-ga la titolare di Goigest, DaliaGaberscik: “Quando abbiamoavuto l’incarico di Sanremoabbiamo affidato, per delica-tezza, a un nostro collabora-tore esterno l’incarico di se-guire Emma. E nessuno ce loaveva chiesto”. Sanremo è Sa-nremo, diceva lo spot: sem-pre Rai, anche un po’ Italia.

Noemi. Sopra, Morandi con Rocco Papaleo (FOTO LAPRESSE)

Sarà il Festival della beneficenza:Celentano fa annunciare al

direttore Mazzi che devolverà il suo cachet a sette sindaci e a Emergency

distanza con Mazzi&Moran-di.Fin qui tutto il contorno. Sa-rebbe il festival della canzo-ne, e di canzoni bisognerebbeparlare. Cominciamo con ildire che la squadra del 14(non tutti fantastici) partecon due incognite: Chiara Ci-vello e la coppia D’A l e s-sio-Bertè, in gara con “R e s p i-ra re ”. La canzone della Civel-lo era già stata presentata aSanremo giovani 2010 da Da-niele Magro e ancora ogginon si capisce se parteciperà.Certo almeno Mazzi l'archivio

di Sanremo potrebbe consul-tarlo: ce l'ha in casa. Ancheper la coppia più kitsch delmondo il problema è legatoall’inedito: avrebbero fattocircolare brani del loro pezzosu Facebook e YouTube. Spie-ga Mazzi che se verrannosqualificati non saranno rim-piazzati da nessuno. Bel guaioper D’Alessio, secondo i beninformati già in odore di po-dio: almeno terzo è quasi si-curo che arrivi. Per lui farà iltifo Silvio B, amico e collegachansonnier, al suo fianco aNapoli nel comizio di chiusu-ra del candidato sindaco Let-tieri. I due sono così legatiche avevano perfino pensatodi scrivere una canzone.

A PROPOSITO di amici,l’altra favorita è Emma Mar-rone, ex concorrente dell’o-monimo talent-show defilip-piano. Seconda lo scorso an-no con i Modà, la cantante an-ticipa che il suo testo è so-cialmente impegnato. Inun’intervista ad A oggi in edi-cola, racconta: l’Italia siamotutti noi. Che poi ci sia un go-verno a dare delle direttive ègiusto, altrimenti saremmo al-l’anarchia, come scimmie su-gli alberi”. Cosa che non ac-

LA MUSICA È CAMBIATA

SANREMOE SANTOADRIANO

in & out

14 cantanti in garaEmma Marrone Non è l’i n fe r n oNina Zilli Per sempreFrancesco Renga la tua bellezzaSamuele Bersani Un pallonePierdavide Carone-Lucio Dalla NanìD o l c e n e ra Ci vediamo a casaEugenio Finardi E tu lo chiami DioNoemi Sono solo paroleChiara Civiello Al posto del mondoMarlene Kuntz Canzone per un figlioGigi D’Alessio e Loredana BertèR e s p i r a reIrene Fornaciari Il mio grande misteroMatia Bazar Sei tuArisa La notte

di Silvia Truzzi

Più che un beau geste,una porta in faccia.Adriano Celentano, as-sente come sempre,

mortifica i suoi critici per in-terposta persona. Lo fa amezzo Mazzi, nel senso diGian Marco, direttore artisti-co del Festival della Canzoneitaliana, edizione 62, la primacon il loden sobrio del gover-no tecnico. Mentre a Roma ilCda si scanna per le nomine,qui tira aria di morigeratezzae un venticello d’a n t i p o l i t i-ca: Morandi e Mazzi s’i m-provvisano perfino in catili-narie contro senatori e depu-tati.Ieri la rituale conferenzastampa con cui s’inaugura ilcirco sanremese: la prima do-manda dei giornalisti, ovvia-mente, è su Celentano e ilcompenso che tanto ha scan-dalizzato. “Ho una delega diAdriano – spiega Mazzi – p e r-ciò vi confermo l’i n d i s c re z i o-ne per cui il suo cachet andràin beneficenza. Adriano hapreso contatto con sette sin-daci, lui li chiama i magnificisette perché pensa che sianopiù lontani dai Palazzi dellapolitica e più vicini alla gen-te. Ha chiesto loro che gli se-gnalino famiglie particolar-mente indigenti, cui destina-re i soldi. Sono Flavio Tosi(Verona), Giuliano Pisapia(Milano), Matteo Renzi (Fi-renze), Gianni Alemanno(Roma), Michele Emiliano(Bari), Luigi De Magistris(Napoli), Massimo Zedda(Cagliar i)”. Il contratto di Ce-lentano ancora non è statofirmato, ma è questione diore. Restano aperte le opzio-ni per il numero di serate, erelativi importi: per una se-rata 350 mila euro, per due700 mila che diventano 750se si esibirà tre, quattro o tut-te le puntate. Così in caso dicompenso da 350 mila euro,100 mila andranno a un ospe-dale di Emergency che ri-schia la chiusura e 250 milaalle famiglie povere segnala-te dai “magnifici sette”. In ca-so di compenso da 700 milaeuro, 100 mila a due ospedalidi Emergency e 500 mila o550 mila a 25 o 27 famiglie.Non finisce qui: “Come sape-te sulle donazioni beneficheci sono tasse alte. Celentanopagherà di tasca propriaquelle e pure tutte le altre

spese che sosterrà per le suepar tecipazioni”. E tuona: “Ipolitici che hanno criticatoAdriano si devono solo ver-go g n a re ”, incassando anchela solidarietà di Morandi. Perla serie innocenti evasioni,saputa la notizia, tale Caval-lotto della Lega Nord ha di-chiarato che bisognerebbedare in beneficenza anche ilcanone Rai.Morandi non canterà: non sicapisce perché, visto che è lacosa che gli riesce meglio. Incompenso ha spiegato orgo-glioso che nella serata di gio-

vedì saranno ospiti i Ct az-zurri Cesare Prandelli e Mar-cello Lippi. Loro sperano an-che nel Trap, ma non è an-cora certo: si fanno gli scon-giuri. Del resto, non dire gat-to se non l’hai nel sacco(cit).

A R C H I V I ATO l’affaire Ce-lentano, almeno finché nonaprirà la bocca sul palco delFestival provocando più d’unmal di pancia a quel che ri-mane della Rai, il resto è ilconsueto Festival. Frasi fatte,motti augurali, banalità da pri-

La coppiaD’Alessio-Bertè a rischioeliminazione;Emma Marronevincitriceannunciata

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 15

UNA DONNA TRA I POLIZIOTTI

“NÉ MOSTRI, NÉ EROI”La regista di “Po l i s s e ”, Maïwenn:

“Ho raccontato la realtà, evitando ogni giudizio”di Anna Maria Pasetti

Se non fosse così bella, an-che gli uomini non si fareb-bero problemi a detestar-la. Ma lei, dall’alto del suo

metro e ottanta senza tacchi, siporta avanti: “Mi dicono che so-no ingestibile”. La francese Maï-wenn, 35 anni, non ha peli sullalingua come nel suo cinema,due spade pronte a colpire ibersagli designati. “I giornalistifarebbero bene ad aprire il cer-vello prima di parlare” af fondasulla malcapitata cronista suaconnazionale che aveva “osa -to” chiederle se Polisse (che inItalia esce venerdì) fosse “unfilm diversamente personaledai precedenti”. La domandaera legittima, giacché la ex ba-by-compagna di Luc Besson neha passate di ogni, con una ma-dre monster (l’attrice poliglot-ta algerina Catherine Belkhod-ja) che viscontianamente l’hacostretta a diventare s h ow - b i ze n fa n t , un padre bretone-vietna-mita, un profluvio sparso di fra-telli e sorelle. La più famosa èIsild Le Besco, pure lei attri-ce-regista. Maïwenn la “male -detta”: due figli, tre film diretti etrenta interpretati, e soprattut-to 13 nomination ai prossimiCésar, gli Oscar francesi (è inpole position, superando persi-no il cult The Artist con 10) e ilPremio della Giuria già vinto al-l’ultimo Cannes. Ne ha fatta distrada la musa di Bresson. Fem-mina precoce, fragile e spieta-ta, possibile ex bimba bisogno-sa di affidarsi alla “sua” Br igadede Protection des Mineurs, eoggi una donna troppo allenataa difendersi dagli spigoli, pro-pri e altrui.Maïwenn, perché Polisse?Mi ha ispirato un documentariotelevisivo sull’operato della Se-zione Protezione Minori, mi so-no innamorata del soggetto.Difficile capire perché ci si in-namora di qualcuno e non diqualcun altro. L’innamoramen -to è l’azione più istintiva dell’es -sere umano e mi piace fidarmidel mio istinto. Ho scelto di far-ne un ampio film corale di fin-zione perché attraverso questaforma espressiva credo di avermostrato al meglio il senso diverità che intendevo comuni-c a re .Una verità che ha raccoltodirettamente dagli agenti dipolizia quando si è fatta ospi-tare da loro in qualità di “os -ser vatrice”. Come ha elabo-rato quel materiale?Ho raccolto storie verosimili,non reali. Ma soprattutto nonvolevo girare un film con poli-ziotti supereroi e pedofili mo-struosi. Ho tentato di evitareogni giudizio. Per quanto ri-guarda i poliziotti, ho notatoche veramente ciascuno di loroaveva un motivo molto perso-nale per aver scelto quella se-zione rispetto ad altre. Come ri-sultato mi sembra di averli ri-tratti profondamente umani,no?Lei è di sinistra come moltiartisti e registi. Non temevaun giudizio politico negativoper aver scelto un tema tra-dizionalmente “di destra”,cioè la polizia, come prota-gonista del suo film?Ecco l’agguato della gauche ca-

viar! Che io detesto con tutta mestessa. Ma vogliamo smetterladi praticare il pregiudizio comecriterio di valutazione?! Mostra-re un gruppo di poliziotti, esse-ri umani che lavorano con tuttele loro contraddizioni, è per ca-so un “tema di destra”? A menon sembra, e di fronte a ognicritica della “sinistra champa-gne” prendo le distanze.In varie sequenze del film la

Brigade de Protection desMineurs appare con pocherisorse. L’ha mostrata così“p ove r a ” per aprire una po-lemica sulla scarsità di fondiche il governo francese asse-gna a questa squadra?Più che per polemica, mi sonolimitata a mostrare la realtà deifatti. La BPM è la squadra di po-lizia francese che ha meno ri-sorse in assoluto. I media si con-centrano su ciò che crea noti-zia, anzi “p u bbl i c i t à ” per lo Sta-to, come la lotta al narcotraffi-co, alla criminalità organizzata.E in funzione dei media vienedunque deliberata la distribu-zione dei fondi alla polizia.Un’assurdità se si pensa al lavo-ro profondamente sociale chesvolgono questi agenti. Ma evi-dentemente per lo Stato france-se sono poliziotti meno “cool”.Qual è stato l’aspetto più dif-ficile di Polisse?Non quello che immaginatevoi, cioè lavorare sui poliziotti

“c a c c i a - p e d o fi l i ”, far recitare ibambini, o trattare tematichetanto delicate quanto l’a busosui minori. L’aspetto più com-plesso è stato gestire l’insiemedel cast, delle situazioni, dellanarrazione. In altre parole, te-nere insieme un film lungo e co-rale, dove non mancano sceneaction.Oggi lo farebbe identico omodificherebbe qualcosa?Lo cambierei completamente.Nel film recita anche il “no -s t ro ” Riccardo Scamarcionel ruolo di suo marito, chepoi lei mollerà per stare conil personaggio di Joeystar.Perché ha scelto proprio lui?Ci conoscevamo già. Da quan-do l’ho visto in vari film ho ca-pito che faceva al caso mio, tral’altro parla francese, che non èda tutti gli attori stranieri, inclu-si gli italiani! Si trovava a Pariginel periodo di preparazione delfilm e dunque l’ho chiamato edè stato perfetto.

SECONDO TEMPO

Impara l’arte e rendila abbordabileAUTORI EMERGENTI, PREZZO MASSIMO 5 MILA EURO AL PEZZO: DA DOMANI A MILANO LA PRIMA FIERA LOW COST

“Rifiutodi pensareche sia un temadi destra, moltiagenti svolgonoun ruolo socialeimportante”

Maïwenn, regista e interprete del film “Po l i s s e ”; in basso, “Morte di Partenope”, opera fotografica di Chiara Coccorese

NON SOLO ACAB di Malcom Pagani

LA POSSIBILITÀDI ESSERE NORMALI

D evi dire solo la verità” suggerisce la biondafunzionaria dell’ufficio minori dalla polizia

parigina a una bambina. Entrambe guardano oltre,perché è oltre che mestiere e innocenza tradita lehanno trascinate. C’è un istante in cui “Polisse” diMaïwenn costringe lo spettatore in un territoriorischioso, dove l’abisso è troppo profondo per risalire el’orrore l’ineludibile eventualità del quotidiano. Nellabanalità del male, nel dubbio che lacera tessutiancestrali e familiari, nelle richieste di aiuto gridate convoce malferma: “Mamma, papà mi ama troppo” ungruppo di poliziotti francesi insegue favole senza lietofine. Con le sue storie spaventose non prive dicontraccolpi personali che disegnano un infernoterrestre animato da orchi, sessuomani, spacciatori epadri padrone dal cognome importante e la confessionesofferta, “Polisse” fa male. Mentre da noi, l’ottimorisultato economico di un’opera non manichea come“Acab” restituisce l’immagine di una Polizia alla deriva,avviata alla legge del taglione per manifestoabbandono di regole e protezioni istituzionali, nel filmdi Maïwenn, Grand Prix a Cannes, è il senso comune aessere salvaguardato. L’idea che esista una collettività acui tra madri urlanti, ambulanze e commissariati debbaessere restituita una risposta. Se in “Acab”, il repartocelere è osservato come l’avamposto in cui giustizie enevrosi popolari pretendono reazioni estreme alconfine di leggi e costituzioni e i rapporti umani sonoscambi tra fratelli dello stesso branco che solo tra loropossono capirsi, nell’omologo “Polisse” in cui pure ilcameratismo trova cittadinanza, la ferocia della divisalascia orizzonte alla normalità. Ci si insulta tra colleghi,ma disarmati da lacrime infantili messe in scena senzapudori, l’ottica complessiva è diversa. Se il fotografodelle azioni della celere in “Acab” è la riprovazionecollettiva, in “Polisse” il ruolo, non metaforico, èoccupato da una ragazza che cerca di fissare ildisordinato copione della vita sui set della realtà. Comein “B l ow - U p ” di Antonioni, avvicinandosi all’og g e t t odell’indagine, ingrandendo il dettaglio o allargando ilgrandangolo, non solo sfugge il particolare ma anche esoprattutto, il generale.

di Erminia Della Frattina

S arà poi vero che chi ama l’arte saprenderla alla leggera? A giudica-

re dalle gallerie impancate, dai gal-leristi pieni di boria, dai collezionistiagée e gli artisti depresso-annoiativiene da dire di no. E allora servequalcuno per soffiare sulla polveredei musei e nelle teste dei soloni del-l’arte. Un soffio forte e leggero, co-me quello che arriva dal nuovo espe-rimento dell’arte low cost che sarà dal2 al 5 febbraio al Superstudio di Mi-lano, location molto conosciuta incittà per le sfilate di moda.Sarà un’arte democratica e accessi-bile a tutti (tetto massimo 5 mila eu-ro per opera) con artisti emergenti efreschi collezionisti che possono ac-quistare subito e a prezzi modici.L’uovo di Colombo sta tutto qui: con-tattare le gallerie e dopo un’attentaselezione scegliere quelle da espor-re. “La leggerezza è il contrario di su-p e r fi c i a l i t à ” diceva Fellini, citato dachi in questa storia ci sta scommet-tendo l’anima. Lui è Marco Trevisan,direttore dell’edizione italiana del-l’affordable art fair, la fiera dell’arte ab-

bordabile che quest’anno ospiterà77 gallerie di tutto il mondo (HongKong, Usa, Inghilterra, Francia, Mi-lano, Roma). Padovano quarantenneTrevisan si definisce manager del-l’arte, è laureato in Economia azien-dale e ha le physique: asciutto e vestitoinformale, elegante nella vaga somi-glianza con Steve Jobs. Marco è statoresponsabile comunicazione inAmerica per Franco Maria Ricci.Mentre abita a New York visita un’e-sposizione che gli cambia la vita: èAaf. “Sono andato senza alcuna cre-denziale, ho pagato il biglietto e l’hovisitata. Mi ha folgorato”.

FOLGORATO sulla via di Will Ram-say, il gallerista scozzese talmente no-to nei paesi anglosassoni da essere te-stimonial di Blackberry, trapiantatonella grande Mela dove ha inventato ilconcept dell’arte sostenibile. Lo sco-nosciuto Trevisan manda una mail aRamsay: vuole esportare il progetto ilItalia e incredibile dictu Ramsay gli ri-sponde subito: vediamoci in un pubdomani, parliamone. L’incontro èfruttuoso, in quel pub nasce il pro-getto che farà sbarcare Aaf nel nostro

Paese, l’anno scorso in edizione pro-va e ora con la prima milanese che sireplica a ottobre a Roma al MacroTe-staccio. “Voglio far conoscere l’ar tein maniera divertente, non conven-zionale e informale” è la mission diRamsay, altro quarantenne dalle ca-mice sgargianti che organizza festechiassose nelle gallerie. Un formatquello dell’arte di Ramsay che rompeil ghiaccio nel 1996 a Londra.Oggi l’arte per tutti è un network pre-sente in 10 città del mondo (Londra,Bristol, Parigi, Bruxelles, Amster-dam, New York, Sydney, Melbourne,Singapore) attira 800 mila visitatoriper un giro d’affari di 130 milioni diacquisti in opere d’arte. “Il 70% deivisitatori ha dai 25 ai 50 anni e oltre il50% non ha mai comprato un’o p e rad’arte. Significa far crescere un targetnuovo di collezionisti giovani, liberiprofessionisti, impiegati, manager efamiglie finora esclusi dalle gallerie”.Un tentativo di svecchiare un am-biente obsoleto o riservato a ricchicollezionisti d’età. “Se vai in una gal-leria a Milano devi suonare perché so-no in palazzi chiusi. Quando entri tisquadrano, hai paura di chiedere il

prezzo di un’o p e ra ”.L’arte sostenibile ha regole precise:ogni galleria porta minimo tre artistiviventi, obbligo di esporre i prezzisotto ogni opera, tutto acquistabilesubito. “Una formula vincente conun solo inconveniente: la contabilitàè a Londra, vogliono esser pagati unmese prima della fiera. Noi i soldi daigalleristi italiani li riceviamo con cal-ma, spesso con sconti che si autoap-plicano, a volte ce li danno in rotolinisfusi. È la differenza tra noi e gli an-glosassoni: siamo divertenti, ma fati-cosi”.

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pagina 16 Mercoledì 1 febbraio 2012

20.57 PREVISIONI DELTEMPO Meteo21.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 2421.27 PREVISIONI DELTEMPO Meteo21.30 RUBRICA Meridiana- Scienza 121.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo22.00 ATTUALITÀ Inchiesta3 (Interni) (REPLICA)22.30 NOTIZIARIO Newslunghe da 2422.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo23.00 RUBRICA Consumi econsumi23.27 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo23.30 RUBRICA Tempisupplementari23.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo0.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 240.27 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo

11.00 REAL TV Forum13.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 513.40 SOAP OPERA Beauti-ful14.10 SOAP OPERA Cento-Vetrine14.45 TALK SHOW Uominie Donne16.15 REALITY Amici16.55 ATTUALITÀ Pome-riggio Cinque18.45 GIOCO The MoneyDrop20.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 520.30 ATTUALITÀ Strisciala notizia - La voce dellacontingenza21.10 Riassunto: Il tredi-cesimo Apostolo - Il Pre-scelto21.15 PRIMA TV TELEFILM Iltredicesimo Apostolo - IlPrescelto23.30 ATTUALITÀ Matrix1.30 NOTIZIARIO TG5Notte - Meteo 5 Notte

11.30 TELEFILM Everwood12.25 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo -Sport13.40 CARTONI I Simpson14.35 CARTONI What’s mydestiny Dragon Ball15.30 PRIMA TV SIT COMCamera Cafè Ristretto15.40 PRIMA TV SIT COMCamera Cafè16.10 SIT COM CameraCafè - Nel secolo scorso16.20 TF The Middle16.45 TELEFILM La vitasecondo Jim17.45 GIOCO Trasformat18.30 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo - Sport19.20 PRIMA TV MEDIASETTF Provaci ancora Gary19.50 PRIMA TV CARTONI I Simpson20.20 TELEFILM C.S.I.21.10 FILM Lo spaccacuori23.25 SIT COM Così fantutte0.10 RUBRICA Contro-campo - Linea notte

11.30 NOTIZIARIO TG4 -Meteo12.00 TELEFILM Un detec-tive in corsia13.00 TELEFILM La signorain giallo13.50 REAL TV Il tribunaledi Forum - Anteprima14.05 REAL TV Sessionepomeridiana: il tribunaledi Forum15.10 TELEFILM HamburgDistretto 2116.15 SOAP OPERA Sentieri16.40 FILM Matrimonioimpossibile18.55 NOTIZIARIO TG4 -Meteo19.35 SOAP OPERA Tempe-sta d’amore20.30 TELEFILM WalkerTexas Ranger21.10 FILM Il piccolo Lord23.30 I bellissimi di R423.35 FILM La regola delsospetto1.45 NOTIZIARIO TG4Night News

11.10 ATTUALITÀ L’ariache tira12.30 RUBRICA I menù diBenedetta13.30 NOTIZIARIO TG La714.05 FILM Tempesta sulNilo16.15 DOCUMENTARIOAtlantide - Storie di uomi-ni e di mondi17.30 TELEFILM L’ispettoreBarnaby19.20 VARIETÀ G’ Day20.00 NOTIZIARIO TG La720.30 ATTUALITÀ Otto emezzo21.10 ATTUALITÀ Gliintoccabili (DIRETTA)23.15 FILM Riccardo III1.10 NOTIZIARIO TG La71.20 ATTUALITÀ (ah)iPi-roso2.20 VARIETÀ G’ Day(REPLICA)2.55 ATTUALITÀ Otto emezzo (REPLICA)3.35 ATTUALITÀ Omnibus(REPLICA)

��/ Viaggio al Centro della TerraDurante una spedizione scientifica inIslanda, Trevor Anderson, suo nipoteSean e la loro affascinante guida Han-nah rimangono intrappolati in unacaverna. Paradossalmente l’unica viad’uscita sembra condurli sempre più inprofondità, verso il centro della Terra.Lungo il tragitto il trio si troverà difronte a un mondo mai esplorato, popo-lato da creature sconosciute... Ispiratoal racconto di Jules Verne.Rai 1 21,10

��/ Il piccolo LordManhattan. La vedova Errol e suofiglio di 9 anni Cedric ricevono la visitadi un messaggero da parte del Conte diDorincourt, al secolo il nonno di Cedric.L’aristocratico chiede ai due di raggiun-gerlo nella vecchia Inghilterra di modoche il ragazzo possa essere istruitocome si conviene a un giovane nobile.L’impatto con l’anziano parente non èdei migliori. L’uomo si dimostra infattiun detestabile misantropo...Rete 4 21,10

��/ Lo spaccacuoriEddie, 40 anni, è proprietario di unnegozio di articoli sportivi ed è ancorasingle. Eddie appare felice della suavita. Almeno fino al giorno in cui par-tecipa, quale invitato, al matrimoniodella sua ex. Unico non accoppiato del-la sua generazione, Eddie si ritrova altavolo dei “single”, dove l’età media èattorno agli 11 anni. Sopravvissuto aglisbeffeggiamenti di rito, l’uomo, sullastrada di casa, s’imbatte in Lila...Italia 1 21,10

� MatrixE’ il Presidente del Consiglio MarioMonti l’ospite protagonista della pun-tata di “Matrix”. Il programma d’infor-mazione della testata Videonews con-dotto da Alessio Vinci, affronterà con ilcapo del governo i principali temi toc-cati dalle riforme e i passaggi che mag-giormente dividono parti sociali, rap-presentanze politiche e il nuovo esecuti-vo. Presenti in studio anche Enrico Let-ta, Maurizio Lupi e Roberto Castelli.Canale 5 23,30

TRAME PROGRAMMI

DI OGGI

DEI FILM DA NON PERDERE

LA TV

11.00 NOTIZIARIO TG111.05 ATTUALITÀ Occhioalla spesa12.00 VARIETÀ La provadel cuoco13.30 NOTIZIARIO TG114.00 NOTIZIARIO TG1Economia -TG1 Focus14.10 ATTUALITÀ VerdettoFinale15.15 ATTUALITÀ La vita indiretta18.50 GIOCO L’eredità20.00 NOTIZIARIO TG120.30 ATTUALITÀ QuiRadio Londra20.35 DAL TEATRO DELLEVITTORIE DI ROMA GIOCOSoliti ignoti21.10 PRIMA TV RAI FILMViaggio al Centro dellaTerra23.00 ATTUALITÀ Porta aPorta0.35 NOTIZIARIO TG1Notte - TG1 Focus1.05 PREVISIONI DEL TEM-PO Che tempo fa

11.00 ATT. I Fatti Vostri13.00 NOTIZ. TG2 Giorno13.30 RUBRICA TG2Costume e Società - Medi-cina 3314.00 ATT. Italia sul Due15.00 EVENTO Questiontime - Interrogazioni arisposta immediata (DIR.)15.45 RUBRICA CrazyParade16.15 TELEFILM GhostWhisperer17.00 TELEFILM DesperateHousewives17.45 NOTIZIARIO TG2Flash L.I.S. - Meteo 2 -Rai TG Sport18.15 NOTIZIARIO TG218.45 TELEFILM Numb3rs19.35 REALITY SHOWL’isola dei Famosi 920.30 NOTIZ. TG2 - 20.3021.05 PRIMA TV RAI - SETTI-MA STAG., PRIMI EP. TELEFILMDesperate Housewives23.25 RUBRICA Speciale90° Minuto

11.00 ATTUALITÀ Appre-scindere12.00 NOTIZIARIO TG3 -Sport Notizie - Meteo 312.25 ATTUALITÀ TG3Fuori TG12.45 ATTUALITÀ Le storie13.10 PRIMA TV TELEFILMJulia 14.00 NOTIZIARIO TGRegione - Meteo - TG3 -Meteo 314.50 RUBRICA TGR Leonardo15.00 NOTIZ.TG3 L.I.S.15.05 TELEFILM Lassie15.55 DOCUMENTARIOCose dell’altro Geo17.40 DOC. Geo & Geo19.00 NOTIZIARIO TG3 -TG Regione - Meteo20.00 VARIETÀ Blob20.15 FILM Amor di capra20.35 SOAP OPERA Unposto al sole21.05 ATT. Chi l’ha visto?23.15 RUBRICA Glob Spread

� Glob Spread“L’Hit Parade del Governo”. Chi sono iministri più bravi a comunicare? E suquali messaggi puntano? A “Glob Spre-ad” Enrico Bertolino propone una hitparade della comunicazione del governoMonti: le caratteristiche del linguaggiodei ministri, i contenuti, i punti di forzae le debolezze espressi nelle apparizioniin Tv. Ospite, poi, Massimo Giannini, perriflettere sui messaggi legati alla lottaall’evasione: sono efficaci? Rai 3 23,15

� Gli intoccabiliGli angoli bui del potere e gli intreccitra politica, economia, finanza e malaf-fare. I retroscena e i lati oscuri dellaverità. Gianluigi Nuzzi torna con “GliIntoccabili”, per indagare su vicendeitaliane e internazionali del passatoprossimo e del presente. Ospiti in studioRoberto Formigoni, Renata Polverini eMassimo Mucchetti del “Corriere dellaSera” . A seguire, si parla di sprechi edei privilegi della “casta”.La 7 21,10

TELE+COMANDOIL PEGGIO DELLA DIRETTA

La fiction corresulla strada

di Luigi Galella

L a notizia è la nuova deba-cle del Grande Fratello. An-

cora una volta ascolti chenon brillano. Non per glistraordinari exploit dell'irri-petibile F i o re l l o , ma grazieall'ordinaria competizionedi una fiction, una delle tan-te: 4 milioni per l'ormai in-glorioso capostipite dei rea-lity, ai limiti del flop, 6 per laconcorrente di Rai Uno. Lavita che corre (lunedì e mar-tedì, 21.10) ha un titolo leo-pardianamente evocativo:vago, indefinito. E all'oppo-sto, tuttavia, drammatica-mente legato a una cronica,circoscritta realtà: quella set-timanale delle stragi del sa-bato sera. Corre via la vita,come le automobili e le mo-to, che di notte volano fol-lemente sull'asfalto: questo,lo spunto iniziale del raccon-to. Ma la trama devia fuoridalla cronaca, che tristemen-te si ripete, verso un intrigodi pieghe e piaghe, sociali epsicolog iche.C'è una coppia di fratelli,molto diversi l'uno dall'altro;Andrea un po' scapestrato,Luca quasi medico, in pro-cinto di sposare la figlia delprimario. In compagnia ditre ragazze, future soubrettetelevisive, subiscono un in-

cidente notturno. Andrea edue delle tre muoiono, Lucaè illeso, la terza ballerina hail volto sfigurato, l'autista delfurgone con cui si sonoscontrati perde una gamba.Il dramma si fa drammone.Con un incipit narrativo cosìcarico sarebbe facile scivo-lare nella retorica pietosa,ma sul filo del rasoio, mira-colosamente, il racconto tie-ne. Anche perché da questoprimo troncone si dipartonoaltri rami: la ricerca della ve-rità da parte del padre, pri-ma assente e ora spinto daisensi di colpi e dall'esigenzadi sapere; l'implicazione diLuca nei traffici di cocainadel fratello; la serenità fami-liare spezzata del trasporta-tore amputato, con moglie edue figli, uno dei quali locontesta pensandosi a suavolta rifiutato. E perfino unasorta di giallo, con l'entratain scena di un certo Garibal-di, ristoratore e trafficante didroga: aveva ceduto ad An-drea sessantamila euro di co-caina, e ora li rivuole da Lu-ca. Poi, lo scioglimento fina-le dei nodi: l'autista del fur-gone è innocente, ritrova l'a-more e l'unità della famiglia;

Luca, personaggio chiave, siriscatta: non potendo ripa-gare quanto dovuto si era la-sciato coinvolgere da Gari-baldi nel traffico di droga,ma trova il coraggio di rac-contare la verità: era lui allaguida della moto, lui l'unicoresponsabile. Perde il lavo-ro, ma riabilita la memoriadel fratello, riconquistandola stima smarrita di se stes-so.Gli attori risultano credibili,ben diretti dalla regia di Fa-brizio Costa. Gli esperti En-zo De Caro e Barbara DeRossi, padre e madre di An-drea e Luca, sanno misurarel'enfasi drammatica nei mo-menti topici della trama. An-che i giovani attori se la ca-vano, con Flavio Parenti (Lu-ca) – protagonista della for-tunata serie C e n e re n t o l a – inevidenza. Massimo Wertmul-ler caratterizza con efficaciala figura dell'ispettore. Buo-na la fotografia di GiovanniGalasso. Una prova comples-sivamente convincente, no-nostante l'oggettivo deterio-ramento del genere fiction,stressato dall'eccesso d'of-ferta. E dalla cristallizzazio-ne dei linguaggi, che induceal riflusso e a rientrare neiranghi. Accontentiamoci.Alcuni, perlomeno, riesco-no a mantenere la fila.

TG PAPI

Fa freddopure a Berlino

Una foto di scena della miniserie“La vita che corre”, regia di

Fabrizio Costa, su Rai Uno

SECONDO TEMPO

di Chiara Paolin

T g1Nel dubbio, vai con Napo-

litano. Giorgino apre sul pre-sidente della Repubblica e l’in -viato a Bologna Andrea Mon-tanari, romanticamente inqua-drato sotto la neve, ricorda: “Èora di sacrifici, ma anche dicoesione sociale, e basta conl’immobilismo”. Monti nonsta fermo un secondo, va a Pa-rigi e subito gli danno il pre-mio di personaggio dell’annoin Europa, Sonia Sarno in diret-ta dalla torre Eiffel è felicissi-ma. Marina Nalesso inveceparla di crisi dell’impiego, perfortuna “sotto la media euro-pea”, e senza i “livelli record”della Spagna sui giovani. E ilMilleproroghe? Va via tranquil-lo, Lupi chiede anzi “più corag-g io” a Monti per il mercato dellavoro e il Pd “più sensibilità”di fronte ai rischi di manomet-tere i diritti dei lavoratori.Chissà se parlano della stessa

cosa, intanto arriva il nuovoR e dd i t o m e t ro : pare che laroulotte non sia più nel panie-re. È l’Italia che cambia, e cheper il funerale di Scalfaro ha so-lo il tempo di qualche imma-gine: niente servizio, ce ne so-no tre per la Costa affondata etanto basti.

T g2Fa freddo a Berlino, tem-

perature polari, pullmini cheraccolgono per strada gli ho-meless, centri notturni apertia tutti con tè caldo e coperte:anche la Germania avrà qual-che problema, finalmente. AlGiglio intanto si svuota la navedal gasolio, mentre il capitanoDe Falco (quello del “torni abordo, cazzo!”) viene interro-gato sulla tragica notte del nau-fragio. Fu vera gloria? Chissà,ma già incalza il processo perSarah Scazzi, e sulla scenastavolta c’è il maschio conte-so, Ivano. Con la cugina “haconsumato solo parzialmente

un rapporto sessuale”, detta-glio fondamentale. Senza con-fondervi però con la tenebro-sa vicenda di Villa Altachiara,la residenza della contessaVacca Augusta andata inven-duta all’asta causa tragica mor-te della nobildonna. Nessunola vuole, troppo macabro il ri-cordo. O sarà il pernicioso an-dirivieni della guardia di finan-za a Portofino?

T g3Giovani, disoccupati e

nemmeno più carini sono i ra-gazzi italiani. Perché la lorocondizione è ormai struttura-le, cioè non si sa per quanti an-ni dovranno starsene a casa afare i bamboccioni e gli sfigati.Ma l’Europa a ‘sto punto ci aiu-ta o ci ammazza? Secondo il di-rettore del Corriere della Sera,ospite di Bianca Berlinguer, cela dobbiamo cavare da soli,perché l’Ue in 24 summit nonha ancora trovato il bandolodella matassa. Unico fatto con-creto che piace ai mercati: i500 miliardi concessi alle ban-che dal nostro D r ag h i . Lui Su-perMario, noi a vedercela colMerkonty (l’organismo modi-ficato Merkel, Sarkozy, Monti)e soprattutto coi finti tagli allostipendio dei deputati. “È unapresa in giro” dice De Borto-li. Fini ribatte: mica vero, è unbuon inizio. L’importante, di-ceva invece Mina, è finire.

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Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 17

RADIO

I FILM LO SPORTSC1= Cinema 1SCH=Cinema HitsSCP=Cinema Passion

SCF=Cinema FamilySCC=Cinema ComedySCM=Cinema Max

SP1=Sport 1SP2=Sport 2SP3=Sport 3

Su Radio3, “L’Angelo di fuoco” in diretta dal Teatro Regio In diretta da Teatro Regio di Torino, “Il Cartellone”, suRadio3 alle 20,00, trasmetterà “L’angelo di fuoco”, ope-ra in cinque atti e sette quadri di Sergej Prokof'ev, sulibretto di Sergej Prokof’ev dall’omonimo romanzo diValerij Brjusov. L’opera torna al Regio di Torino dopoquasi 50 anni, sotto l’autorevole conduzione del Diret-tore artistico del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo,Valerij Gergiev, che ha diretto quest’opera in tutto ilmondo. Dal teatro russo provengono anche gli interpre-ti solisti- Mlada Khudoley (Renata), Nikolaj Putilin(Ruprecht), Leonid Zachožaev(Mefistofele) e MichailPetrenko (l’Inquisitore)- e l’allestimento (in coprodu-zione con Royal Opera House, Covent Garden di Lon-dra); l’Orchestra e il Coro sono quelli del Teatro Regio.La regia è di David Freeman, le scene e i costumi diDavid Roger; le luci sono di Steve Whitson e di Vladi-mir Lukasevič. Maestro del Coro Claudio Fenoglio.Radiotre 20,00

19.20 Lost in Love SCP19.25 Sex Therapy SCC19.25 Il delfino SCF19.25 The Son of No One SC119.30 Happy Family SCH21.00 Nottataccia SCC21.00 The Twilight Saga:Eclipse SCF21.00 Billy Bathgate - A scuola di gangster SCP21.00 Fair Game - Caccia alla spia SCM21.10 Mine vaganti SCH21.10 Amore e altri rimedi SC122.50 Scary Movie SCC22.55 Ubriaco d’amore SCP23.05 Tra le nuvole SCH23.10 Save the last dance SCF23.15 Omicidio per amore SCM0.25 Come se fosse amore SCC0.35 The Company Men SCP0.55 Paura.com SCM1.00 Alpha Dog SCH1.05 The Box SC11.25 The Karate Kid - La leggenda continua SCF

16.45 Rugby, Torneo Sei Nazio-ni 2011 4a giornata Italia -Francia (Replica) SP218.15 Calcio, Coppa del Re2011/2012 Semifinale, gara diandata Mirandes - Athletic Bil-bao (Replica) SP319.00 Wrestling WWE Super-stars Episodio 31 SP220.45 Calcio, Serie A 21a g.Turno infrasettimanale Napoli -Cesena (Diretta) SP321.15 Wrestling WWE Domestic Raw Episodio 32 SP222.45 Calcio, Serie A2011/2012 21a g. Turno infrasetti-manale Lazio - Milan (R) SP30.00 Poker WPT Series 5Episodio 9 SP20.30 Calcio, Serie A 2011/201221a giornata Turno infrasettima-nale Napoli - Cesena (R) SP31.00 Basket, NCAA 2011/2012Georgetown - Uconn (D) SP21.00 Calcio, Copa Libertadores2012 Flamengo - Real Potosi(Diretta) SP1

f e e d b ac k$Commenti al post“Tagli col trucco per laCasta: sono applicatiagli aumenti deiparlamentari” diThomas Mackinson sulsito del FattoQuotidiano.

èQUALI sacrifici fanno iparlamentari per l’uscitadalla crisi? Vorrei che unavolta per tutte ci spiegasserochiaramente senza giri diparole quanto viene detrattoloro a fine mese senza peròfar rientrare le detrazionisotto un’altra forma, cioèfateci vedere le buste pageprime a dopo la cura. Saràper queste ragioni che lacredibilità della gente neiconfronti dei parlamentari èpari a zero.

franco 49

è LA SOLITA commediaall'italiana. Non ci sono piùparole .

Tizi79

è AH, ADESSO sì che èchiaro. Per un attimo (maproprio un attimo) avevopensato male...cioè che fosseuna cosa seria!

Pp2738

è CHIEDERE alparlamentare di tagliarsi lostipendio è come chiedere altacchino di autoinvitarsi ilgiorno del ringraziamento.

Anc he

èO COME chiedere ad unpesce di sopravvivere fuoridall'acqua. Non possonotagliarsi lo stipendio oeliminare le indennità perchèaltrimenti non avrebberoscopo in politica. Lo scopo èprendere agli altri per dare ase stessi, lo vediamo tutti igiorni, è sotto gli occhi ditutti. Io non capisco perchèancora pago le tasse nellasperanza vana che i mieisoldi vengano usati per iservizi di tutti.

ilpaesedipulcinella

è ANCHE fosse stato verosarebbero comunque statenoccioline, io voglio sentiretagli da almeno 5000 euro aparlamentare, e tagli veri noncome questa buffonata! E leauto blu??? E l'elenco di coseda tagliare è ancora lungo!

tsaeb

èMA CHE bravo ilGoverno tecnico de ‘oProfessore. Agli italiani, anziai tartassati, ha tolto dasubito gli euro aumentandoIva, accise, chiesto sacrificiulteriori. Ancora una volta 2pesi e 2 misure.

gar ibaldi

è NON SI smentiscono maii parlamentari dei segretaridei partiti, certamente nonparlamentari degli italiani,visto che sono stati eletti dailoro segretari.

francesco 43

è IN QUESTO p i t t o re s c oPaese si applica unameritocrazia al contrario. Iosono molto arrabbiato,credo in numerosacompagnia, e non sono piùdisposto a tollerare iprovvedimenti di ungoverno, che, continuando asvolazzare fra teorici edinapplicabili modellisocio-economici, siconcretizza soltanto nelmomento in cui indeboliscel'esistenza delle personenormali o rinvia ogni giustoed opportunoprovvedimento che disturbilobby caste e corporazioni.

macacomc

MONDO WEBdi Valerio Venturi

È passata la voglia. ChiudeTeledurruti. Grazie a chi

c ' e ra ”. Termina così, con po-che parole scritte su pizzinimostrati in camera, l'avventu-ra della tv monolocale di Ful-vio Abbate, scrittore, giorna-lista e intellettuale d'originesiciliana collaboratore de IlFatto Quotidiano.La notizia è del 25 gennaio. Po-chi giorni, e già arriva la lacri-muccia-fiume del popolo delweb. Non è una sorpresa. I fil-mati “f u n ky ” di Teledurruti la-sciano molti orfani. I servizi diAbbate – cazzeggi, discussio-ni, approfondimenti culturalie di attualità – sono commen-tati da migliaia di utenti suyoutube e sono linkati o segui-ti da un popolo piuttosto con-sistente. Non stupisce quindiche siano in molti a rimpian-gere uno spazio che dice ter-minata la sua storia. Eppurenegli anni, Teledurruti avevaresistito anche ad avventurosipassaggi mediatici: l'emitten-te monolocale, che ha preso ilnome dall'anarchico spagno-lo Buenaventura, aveva co-

èTRUFFE VIA MAILNASCE LA SANTA ALLEANZAA STELLE E STRISCEContro le truffe informatichevia mail è nata una “santaalleanza”: i più grandi colossi diInternet, da Facebook aGoogle, si sono unitinell’iniziativa Dmarc.org,presentata in California, persviluppare un sistema diriconoscimento che dia lacompleta garanzia sulcontenuto della postaelettronica ricevuta. Il sistemache le 15 grandi compagnie,che comprendono anche BankOf America, stanno mettendoin piedi ha come obiettivosoprattutto il “phishing”, cioèl’invio di email cheassomigliano a quelle di bancheo servizi conosciuti per“c o nv i n c e re ” chi le riceve afornire i propri dati sensibili. Latecnologia di Dmarc che almomento è insperimentazione, si basa su duefirme digitali che il provider delmittente dovrà mettere suimessaggi, garantendo così aquello del destinatariol’autenticità dell’autore .

minciato a trasmettere nel1998 su due tv romane, Te-leAmbiente e TeleDonna, do-po l'esperienza-embrione aItalia Radio con Avanti Italia.

NACQUE ALLORA un’e-mittente-palafitta, un’av ve n t u -ra mediatica a fondo perdutodove è stato possibile, fra mol-to altro, promuovere prima unseminario sul tema dello s t ro n -zo e lanciare poi Vladimir Lu-xuria come soggetto politico.Nel 2008 la mono-tv sbarcò sulweb, collezionando in pochianni una audience significati-va. Dal marzo al giugno 2009, aOmnibus Life, show di La7, vol-lero l'Abbate di Teledurrutiper la rubrica Abb(i)ate pa-zienza. Ora il giornalista haperso la voglia di tirare avantila carretta. Conseguenza? Cen-tinaia di commenti di dolorepostati sul sito. Qualche esem-pio. Rita Savio: “Dai Fulvio,non mollare! Non capisco… Tiprego non smettere!”; J: “Spe-riamo sia solo un momento discazzo passeggero. Viva Tele-dur r uti!”. Carolina Cutolo: “Loso che è solo un mio problemase sono dipendente ossessi-

SECONDO TEMPO

L’INTERVISTA IN CHAT

CINQUANTA MINUTI CON OBAMA: DRONI,AL QAEDA E VITA PRIVATA

vo-compulsiva della tua fanta-sia, parassita quotidiana e insa-ziabile delle tue felici intuizio-ni, sanguisuga che vive di luceriflessa del tuo estro. Lo so chemi merito la fine di Teledurruti(…) Però lasci un grande vuo-to!” Alberto: “Fulvio non soche farmene di internet senzaTd. Restano le donne gnudenoiose come nient’a l t ro ”. CheFulvio Abbate ci ripensi? “Almomento considero l'espe-rienza chiusa” spiega Abbate.Perché? “Tutto nasce da una fe-rita narcisistica. Trovo para-dossale che debba essere unoggetto come la mia mono-tv, a

supplire alle carenze di mediache sarebbero più abilitati a da-re risposte, sia dal punto di vi-sta dell'informazione cultura-le, sia della provocazione”. Mal'emittenza radiotelevisiva diserie A, salvo qualche eccezio-ne – Blob, Omnibus – non ha col-to le potenzialità di una ideache sul web ha sbancato. “La tvmonolocale nasce dall'espe-rienza di Avanti popolo, trasmis-sione cult che facevo su ItaliaRadio. Quando venne norma-lizzata dal gruppo Espresso eio cacciato, continuai a fareuna radio visiva in tutta libertàsu Youtube. Non fosse stato

per la rete, sarei stato tagliatofuori in nome dell'etica moltoopinabile di emittenti comeRadio Dj”. Ora, nonostante ilsuper-successo sul web, leprospettive alt(r)e dellaweb-tv restano relative.

LA BUONA NOTIZIA èche il futuro di Teledurruti re-sta aperto: “Penso che non riu-scirò a tenerla chiusa per l'eter-nità: per me è anche una scia-luppa di salvataggio. D'altron-de posso ricominciare quandocazzo mi pare. Mica solo Men-tana può dire che se ne va e poidire che stava scherzando”.

I n un prossimo appuntamen-to qui su Google Plus potrei

decidermi a cantare ancora”.Parola di Presidente. Bastanopochi minuti a Barack Obama eal suo pubblico “vir tuale” pertrovarsi a proprio agio durantequella che è stata la prima in-tervista “l i ve ”, trasmessa instreaming su You Tube, fra unpresidente americano e il po-polo del “we b ”, quello che, an-cora una volta, potrebbe con-tribuire in maniera decisiva allasua rielezione. La chat, duratacinquanta minuti, durante iquali il presidente ha risposto adomande di tutti i tipi, spazian-do dall’economia, alla guerra, fino alla vita personale, preve-deva la presenza in diretta di un campione di americani cheavevano precedentemente inviato le loro domande e che, inbase a queste, erano stati selezionati. Sebbene visibilmenteemozionati di trovarsi “video a video” con il Presidente, i “p re -scelti” sono stati bravissimi a rendere la conversazione interes-sante e anche divertente, tanto che Obama stesso si è rilassatopassando da un’espressione più seria al suo fare amichevole. E ilpubblico ha premiato il suo “char me” facendo registrare su YouTube, a pochi minuti dalla conclusione del collegamento, 6.123“mi piace” a fronte di 1635 “non mi piace”. Nei giorni scorsi, daquando cioè era stata lanciata l’iniziativa “Ask the President”,erano state inviate ben 225mila domande di cui solo un piccolocampione ha trovato risposta facendo, quindi, immaginare unapossibile replica dell’esperimento. Fra i momenti più signifi-cativi, quello in cui Obama, dialogando con Jennifer, del Texas,che raccontava di suo marito, ingegnere disoccupato da tre an-ni, le ha chiesto di fargli avere il suo curriculum perchè “a quan-to mi dicono gli esperti, c’è sempre carenza di ingegneri e alloravoglio vederci chiaro”. L’economia è stata sicuramente il temapiù caldo con le domande degli studenti sulle future iniziativeper rendere l’istruzione universitaria meno costosa e sugli aiutialle piccole imprese. Il presidente, poi, non si è sottratto a do-mande più “insidiose” difendendo, ad esempio, l’utilizzo deidroni (gli aerei senza pilota) in operazioni di guerra perché“compiono attacchi molto precisi contro al Qaeda e i suoi af-fi l i a t i ”. Gli ultimi dieci minuti sono stati tutti incentrati su do-mande personali come quella relativa al prossimo ventesimoanniversario di matrimonio (“che cade proprio a un mese dalleelezioni quindi forse festeggeremo dopo”) alla difficoltà di vi-vere una vita blindata. “Servire il paese è un onore ma un po’ mimanca, il sabato, uscire, senza nemmeno farmi la barba, e an-dare al più vicino Starbucks per un caffè”. Angela Vitaliano

GLI ORFANI DI TELEDURRUTI

Si spegne la tv monolocale:“Abbate, ripensaci!”

PIÙ TABLET e cellulari:così navighiamo in reteN el 2011, secondo la rilevazione Audiweb-Doxa, è

cresciuta del 6,9% rispetto al 2010 la diffusione del-l'online in Italia, con 35,8 milioni di italiani tra gli 11 ei 74 anni che hanno dichiarato di accedere a Internet daqualsiasi luogo e con qualsiasi strumento. È aumentatadi molto, in particolare, la possibilità di navigare at-traverso nuovi cellulari (9,7 milioni gli italiani si con-nettono in questo modo, con un +55,4% rispetto al2010) e tablet, oggi nelle mani di 949 mila Italiani. Nel2011, gli utenti hanno speso online, mediamente, 1 orae 23 minuti al giorno. La maggior parte delle famiglieche dichiarano di avere un accesso a Internet da casa,dispone di un collegamento veloce via Adsl/fibra ottica(67,6% dei casi), con una crescita dell'11,5% rispetto al2010. La banda larga, infatti, risulta essere nelle case di9 milioni 130 mila italiani. Analizzando in dettaglio ladisponibilità di accesso dalle singole location, risultainfatti in crescita dell'8% la disponibilità di accesso dacasa attraverso il computer, mentre si mantiene so-stanzialmente stabile (+1%), l'accesso da luogo di la-voro, disponibile per 9 milioni di italiani occupati (il40,3% degli italiani occupati).

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pagina 18 Mercoledì 1 febbraio 2012

il badanteÉdi Oliviero Beha

PUBBLICITÀREGRE SSON on è affatto un cazzotto per la Ragione la scelta di Mike

Tyson come testimonial per il lancio “international” dellaNuova Panda da parte dell’effervescente Fiat di Marchionne. Nehanno combinate tante negli ultimi anni, e hanno sbagliato(secondo gli esperti del settore) un tale filotto di campagnepubblicitarie, che un Tyson in più o in meno ci fa un baffo:l’omone, con il corredo della sua immagine sportivaaffascinante, ma leggermente macchiata dal risvolto giudiziario,farà discutere un pochino e criticare come del resto sto facendoqui, poi il binomio Panda-Tyson verrà ingoiato dalla routinevisiva e la faccenda finirà lì. Venderanno più Panda così, grazie aquesto spot da ex pesi massimi per clienti mosca o gallo?Vedremo. Se dovesse accadere, giacché non possiamo piùescludere nulla... di sicuro la qualità dell’auto inciderà ben pocoe, come accade ormai da un pezzo quasi sempre, la pubblicitàfarà in realtà pubblicità alla pubblicità. Altro che Tyson: giri perRoma e trovi una superba e consistente cartellonistica dedicataa un aspetto abbastanza interessante, direi anchepubblicitariamente irreversibile, della vita, la morte. A carattericubitali leggi “Perché piangere due volte? Ti offriamo unfunerale completo a 99 euro”, (a rate) decisamente conveniente.E presumo che ormai qualcuno la trovi una genialata, da maestridi advertising. In una piazza romana assai frequentata c’è peròchi risponde da par suo, come se i cartelloni si parlassero adistanza e noi davvero non c’entrassimo per nulla, o quasi. Silegge di incontri in una parrocchia romana intitolati a “Leragioni cristiane della vita”. Tema senz’altro di straordinario,discutibile e magari intermittente interesse per chi non èsicurissimo della propria fede, ma che fa un certo effettoschiaffato com’è in mezzo ad altri cartelloni luogo di pubblicitàdi altri “p ro d o t t i ”: il dubbio o la certezza di uno svilimento delmessaggio per il contesto della comunicazione del medesimoforse potrebbe venire. Ancora pubblicità della pubblicità o diun’idea di pubblicità, nel caso del funerale a buon prezzo oppuredel meeting sulle nostre più profonde origini, come detto “dipar te”: ma in questi casi è forse assai più significativo che l’alonedi promozione stressi il motivo di essa, cioè se crepi o vuoi sapereda dove vieni, di quanto non rappresenti un Tyson su una Panda.Il punto è che ci si regola nella stessa maniera. Un altro aspettocruciale che colpisce in questa pubblicità d’affissione è lasopravvivenza del reale nell’era di Internet: probabilmente sispiega con il nostro attardato analfabetismo digitale, in questigiorni sventagliato dai media tradizionali. Si ha ancora fiducia inun cartellone tangibile allo sguardo, e questo è bello anche se oforse perché “vintage”. Forse si sta per prendere la rincorsa percampagne solo virtuali e magari esequie da celebrare soltanto inRete: il web potrebbe semplificare di molto le operazioni eanche le spese (cfr. i 99 euro tutto compreso di cui sopra...). Loso, questi sembrano rigurgiti d’antan, del tutto anacronistici. Lemerci prodotte in un sistema capitalistico pur in crisi comequello contemporaneo esistono sul mercato quasiesclusivamente se godono di veicoli pubblicitari adeguati. Ma ildubbio da overdose è che si siano rovesciati i termini delrapporto. Si producono merci, e di tutti i generi compresiappunto quelli ultramondani, per poterne cavare campagnepubblicitarie, nel trionfo della pubblicità alla pubblicità. Questosta azzerando qualunque dimensione non pubblica della nostravita, e con essa la nostra facoltà critica. Siamo insiemepubblicitari e pubblici, produttori e consumatori del prodottoadvertising, in un vortice per lo più stupido che non prevede altripiani esistenziali. Non si saranno estinti così anche i dinosauri?w w w. o l i v i e ro b e h a . i t

PIAZZA GRANDEPerché lo sdegno è una virtùPubblichiamo un estratto de“L’i n t ra n s i ge n t e ”, il nuovo libro diMaurizio Viroli, professore diTeoria politica all’Università diPrinceton, in uscita domani perLaterza.

di Maurizio Viroli

Primo requisito della buo-na intransigenza è senzadubbio la saggezza politi-ca, intesa come capacità

di capire uomini, circostanze etempi. È un sapere che non si ba-sa su regole certe, ma sull’ar teraffinata di interpretare parole,segni, gesti e sulla capacità dicogliere la “verità effettuale del-la cosa”, come scrive Machiavel-li, che sta dietro ai veli dellemenzogne della politica. È larealtà delle motivazioni e dellepassioni che spingono individuie popoli ad agire in un modo an-ziché un altro, a perseguire de-terminati fini e a disinteressarsidi altri. Se vogliamo disegnarecongetture probabili su comeagirà questo o quel politico,questo o quel popolo, dobbia-mo leggere bene le sue passioni,capire se sono avidi di gloria, oattaccati agli interessi materiali,audaci o cauti, ambiziosi o umi-li. Solo chi è in grado di inten-dere la geografia delle passionipuò disegnare e mettere in attostrategie politiche vincenti.

LA SAGGEZZA che aiuta l’in -transigenza viene da una cono-scenza specifica che diffida dimodelli generali: non le interes-sa sapere come dovrebbero agi-re gli esseri umani se fossero ra-zionali, ma com’è probabile cheagiscano in determinate circo-stanze. (...) Tale qualità si acqui-sta con l’esperienza e con la co-noscenza della storia. Quest’ul -tima permette di capire la realtàentro la quale dobbiamo operarericonoscendola, vale a dire indi-viduando le analogie con situa-zioni simili che si sono verificatein passato. Ma il riconoscimentoè opera delicata, che richiede,ammoniva Guicciardini, “buonoe perspicacie occhio”, perché,ai fini dell’azione politica, unapiccola differenza rispetto alla

situazione del passato fa tutta ladifferenza del mondo. (…) Dasola, la voce della coscienza mo-rale difficilmente può vincerecontro avversari agguerriti co-me le lusinghe, le promesse dionori e la pena e il senso di colpache affliggono chi per il proprioideale fa soffrire le persone piùcare; è necessario che accorra insuo aiuto una passione tenacequale lo sdegno, inteso comequel profondo senso di repulsio-ne per l’ingiustizia, che è pro-prio degli animi grandi. Diversodalla compassione, che è dolorenei confronti della immeritatasfortuna di altri; diverso anchedall’invidia, che è il dolore perun bene che gli altri hanno e noino; lo sdegno è, in senso stretto,

l’ira dei buoni: l’ira per giusti mo-tivi, l’ira nei confronti delle per-sone contro le quali è giusto pro-vare ira. Lo sdegno è insomma l’i-ra guidata dalla ragione. In talunicasi, lo sdegno dal furore elabo-rato e meditato razionalmente esi traduce in più matura consa-pevolezza e in serenità interioree servizio. (…) Lo sdegno impo-ne di operare anche quando lesperanze di vincere sono esigueo nulle, quando bisogna agirenell’indifferenza dei più, e quan-do lottare espone a pericoli cer-ti. Ciononostante, solo lo sde-gno spinge a difendere la libertànei tempi bui. Bobbio l’ha defi-nito “l’arma senza la quale non viè lotta che duri ostinata, senza laquale, vittoriosi, ci si infiacchi-sce, e, vinti, si cede”. È la virtùdei precursori, degli anticipato-ri, di quelli che dimostrano che sipuò lottare e incoraggiano gli al-tri a seguire il loro esempio an-che quando la prudenza, conbuoni argomenti, consiglia distare fermi, di tacere, di adeguar-

si. La fatica di chi agisce per sde-gno spesso non riesce ad incri-nare il potere di chi opprime e afermare l’o p p re s s i o n e .

LO SDEGNO non è soltanto lapassione dei momenti straordi-nari, ma deve ispirare l’agire deicittadini nella vita ordinaria dellarepubblica. Ogni volta che vieneviolato un principio di libertà edi giustizia, l’azione guidata dal-lo sdegno dovrebbe essere la ri-sposta normale di cittadini ma-turi. Nella realtà, prevalgonospesso docilità, indifferenza op-pure azione rabbiosa, che è se-gno di impotenza più che di for-za. Per i suoi presupposti – ilprincipio morale e la grandezzadell’animo – lo sdegno è passio-

ne difficile. Lo insegnano soltan-to, con l’esempio, i migliori aimigliori. Il movimento degli in -dignados, nato pochi mesi or so-no in Spagna e già diffusosi nelresto del mondo, usa apertamen-te il linguaggio dello sdegno. Neisuoi manifesti esprime una con-danna radicale della corruzionepolitica e del sistema economicoche mira soltanto a produrre im-mensi profitti per pochi e disoc-cupazione e povertà per molti.Rivendica una “rivoluzione eti-ca” che metta il denaro al servi-zio dell’essere umano, non que-sto al servizio di quello. (...) Pergran parte dei giovani che hannodato vita al nuovo movimento sitratta della prima esperienza dipartecipazione politica: hannoimparato a tenere assemblee, adiscutere, a deliberare. Voci au-torevoli hanno commentato cheindignarsi non basta per realizza-re effettivi cambiamenti sociali epolitici. L’osservazione è giusta,ma non coglie il dato di maggiorrilievo, vale a dire la nascita di unmovimento che si pone obiettividi giustizia e di libertà ed è ani-mato dal giusto sdegno contro leingiustizie e la corruzione. Unmovimento di protesta socialeche nasce dallo sdegno può per-dere, se manca di sagacia politi-ca; un movimento che non na-sce dallo sdegno, ma dall’ideolo -gia o dall’interesse non può con-seguire i suoi obbiettivi neppurecon il soccorso della più raffina-ta sagacia politica.

R i c o rd a r e :ma come?

Esce in questi giorni ilromanzo dell’israeliana NavaSeme “E il topo rise”(Atmosphere edizioni), conprefazione di Furio Colombo,di cui pubblichiamo unapar te.

di Furio Colombo

Ricordare. Ma come ri-cordare? Nel mio Pae-se, l'Italia, ho sollevatoio stesso il problema.

Appena eletto per la primavolta deputato al Parlamen-to, nel 1996, ho presentatouna proposta di legge detta"Istituzione del Giorno dellaMemoria". Ho sempre pensa-to, da bambino, da quandovidi accadere quel che acca-deva, anche nella mia scuola,nella mia classe, che la Shoahfosse un delitto italiano. Ho

visto italiani cacciare dallacattedra e dai banchi altri ita-liani, compresi bambini. Hovisto italiani controllare neitreni, nei rifugi antiaerei, aiposti di controllo, nei negoziancora aperti, dopo un bom-bardamento, se ci fosseroebrei fra coloro che tentava-no di salvarsi o di trovare delpane per i bambini. Ci rac-contavano che li cercavanopersino negli ospedali.

C E R CAVA N O i malati, idottori, chi sedeva al capez-zale, purché fossero ebrei.Hanno cercato nelle prigioni,ed erano italiani. Nella stazio-ne di Milano, che è un bel-l'edificio in pieno centro cit-tà, c'era un binario (il binario21, che è in una galleria sottoterra e c’è tuttora) dove por-tavano le famiglie ebree mi-

lanesi, compresi i piccoli e gliammalati, dopo una sosta nel-la grande prigione di San Vit-tore, in attesa che si formasseun convoglio di carri merce,destinazione Oswiecim, Polo-nia, luogo più noto come Au-s ch w i t z .Nella città di Roma, lo storicoquartiere del Ghetto è a cin-quecento metri dalla Città delVaticano, capitale della Chie-sa Cattolica. In quel quartie-re, fra via Arenula e il Portico

Passione politicafondamentale ,sinonimo direpulsione versol’ingiustizia, è l’iradei buoni, la rabbiaguidata dallaragione. Se manca,nessuna sagaciapuò rendere efficaceuna proposta

SECONDO TEMPO

d'Ottavia, la notte del 16 ot-tobre 1943 hanno cercato gliebrei romani casa per casa,scala per scala, porta per por-ta. Ne hanno trovati più dimille e solo sette sono tornatie per anni non hanno parlato.Oppure la gente scuoteva latesta, incredula. Se ne dicono

tante, dopo le guerre. Un ado-lescente di nome GiacomoDebenedetti è restato nasco-sto, ha visto tutto, si è salvato,è poi diventato un grande cri-tico letterario, e ha scritto unpiccolo libro, 16 ottobre. Nel-la mia proposta di legge vo-levo che quella data diventas-se, per gli italiani, il giornodella memoria della Shoah.Ma volevo anche il voto una-nime di un Parlamento, divisosia dalla politica che dalla me-

moria. È stato più facile tro-vare il consenso sulla data del27 gennaio, giorno dell'abbat-timento dei cancelli di Au-schwitz, perché il simbolosembrava più grande, com-prendeva i Rom, gli omoses-suali, gli antifascisti, i cristia-ni, cattolici e protestanti, chesi erano opposti. La legge èstata approvata all'unanimitànel 2000. Da allora, ogni 27gennaio, sono in tanti a chie-dermi: ricordare, ma come?Non starà diventando una ce-rimonia? I testimoni, ogni an-no, sono sempre meno. E do-po, a chi spetterà il raccontodel racconto? Come fa la me-moria a non diventare un fio-re secco?

NAVA SEMEL, in questosuo libro che è necessario leg-gere, affronta con volontà fer-rea, ossessiva, il compito dientrare nel labirinto della me-moria nello stesso modo incui, nella medicina più ag-giornata, le microtelecamereesplorano i percorsi interni diun corpo umano. Va dovenon si può andare e racconta,accettando di addossarsi uncarico che forse non si può

reggere e a cui è impossibilerinunciare. E allora, nel suogioco che combina la misuradel dolore con l'atrocità delricordo, la diversità dei tempie delle voci, che però sonosempre in un solo punto in-sopportabile e invivibile do-ve si sta svolgendo una solainsopportabile, piccola esi-stenza, si compie il cambio ditestimone, come in una staf-fetta della storia, ma anche diuna sola vita, in un solo luogo,con una sola, abbandonataignota sofferenza che conti-nua e continua.Nel libro la voce è implaca-bile, come di un giudice:"Che cosa è un ebreo? E se èuna cosa così terribile, per-ché mi avete fatto nascereebrea?". La voce è affabile,narrativa. gioca con il lettorecome il gatto col topo: "Ades-so la nipotina cerca di nascon-dere alla donna anziana la suagioia per la memoria perduta.Il quaderno su cui avrebbedovuto prendere nota è vuo-to. Che brava bambina. Se cifosse scritto tutto, la donnaanziana sarebbe morta dissan-guata. Che fortuna non ricor-d a re " .

L’intransigenteDI MAURIZIO VIROLI

LAT E R Z A

PA G I N E 192, 15 EURO

Mike Tyson, nuovo testimonial della Panda (FOTO LAPRESSE)

E il topo riseNAVA SEMEL

ATMOSPHERE

PA G I N E 182, 16 EURO

Una voceimplacabile ripete:“Che cosa è unebreo? E se esserloè così terribile,perché sono natae b re a ? ”. È perrispondere aqueste domandeche Nava Semel hascritto il suo libro

Page 19: 1,20 –Arretrati: 2,00 LADRI DI MARGHERITAs3.amazonaws.com/cuttings/cuttingpdfs/11601/9ae41955ba0e4315cb… · Redazione: via Valadier n° 42 –00193 Roma tel. +39 06 32818.1 –fax

Mercoledì 1 febbraio 2012 pagina 19

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXScalfaroe la verità sulle stragiLo abbiamo marchiato a fuoco nel-le nostre teste uno dei passaggi deldiscorso a reti unificate del Presi-dente Scalfaro del 3 Novembre1993, oggi riportato dal televideodella Rai in occasione della mortedel Presidente della Repubblica aitempi delle stragi del 1993: “Io nonci sto... prima hanno provato con lebombe”.Vogliamo infatti ricordare cosìOscar Luigi Scalfaro mentre solen-nemente pronuncia quella frase, elo vogliamo ricordare a Firenze da-vanti al corpicino di Caterina Nen-cioni mentre piange tutte le lacri-me delle istituzioni per la strage piùignobile che la storia della Repub-blica ricordi.Ma non possiamo dimenticare, enon lo dimenticheremo mai, cheper una qualsiasi Ragion di Statoancora oggi oscura, non ci sia statodetto almeno fino ad oggi in un pro-cesso penale “chi” ha provato pri-ma con le bombe del 1993 e poicon i più vili ricatti.E’ un dovere di questo Paese ren-der nota la verità completa su queimassacri del 1993, altrimenti le la-crime delle istituzioni non avrannonel tempo nessun valore.

Giovanna Maggiani ChelliP re s i d e n t e

“Associazione tra i familiaridelle vittime della strage

di via dei Georgofili”

Diritto di Replica/1Gentile Direttore,“Il Fatto Quotidiano” del 20 gen-naio scorso ospita una anticipazio-ne del libro “Eutanasia di un pote-re ” di Marco Damilano in cui si at-tribuisce all’ingegner Carlo De Be-nedetti la seguente frase: “C’eranotre mandati di cattura, per me, perGianni Letta e per Adriano Gallia-ni. Il gip Augusta Iannini disse diavere ottimi rapporti di famigliacon Letta e con Galliani, per via delmarito Bruno Vespa, e che non po-teva essere obiettiva. Io obiettaiche questo valeva anche per me, alcontrario, per i miei pessimi rap-porti con Berlusconi. Comunqueci fu un interrogatorio, chiarii lamia posizione, uscii di prigione enel processo venni assolto (in par-te per prescrizione, ndr)”. Analogainsinuazione sulla mia presuntamancanza di obiettività nell’emet -tere nei confronti di De Benedettiordinanza di custodia cautelare co-me richiesto dalla Procura dellaRepubblica di Roma, avanzata inverità nel 1997 con accenti più te-merari da “La Repubblica”, costòalla società editrice controllata daDe Benedetti una condanna di ri-sarcimento in mio favore di 80 mi-lioni di lire. Nella sentenza il Tribu-nale di Roma afferma infatti che “ilpezzo giornalistico accosta in mo-do suggestionante fatti reali per in-generare nel lettore la convinzioneche l’attrice sia un giudice non im-parziale” e che, invece “l’o rd i n a n z adi custodia cautelare emessa su ri-chiesta della Procura nei confrontidell’ingegner De Benedetti è ab-bondantemente motivata, met-tendo in luce una serie di elementiesistenti a carico dell’indagato”.Nella stessa sede veniva condivisala mia decisione di astenermi neiconfronti di Letta e Galliani. In real-tà, si trattava di due procedimenti

Il primato degli affari si è consoli-dato dopo la cosiddetta Mani pu-lite. Quanti anni dovranno ancorapassare per definire l’affare SME untentativo spregiudicato di svenditadi un bene pubblico, sventato daCraxi? Così come per Berlusconioggi per le frequenze. E poi, il ter-rore degli industriali, Agnelli in te-sta, per la violenza inquisitoria di DiPietro; la confessione delle dazionifatte dalla sua Olivetti (poiché sitrattava del Pci, bastò la confessio-ne).De Benedetti spiega che il Pci fu sal-vato da Mani Pulite, e sconsolatoammette: “Mani Pulite non ha cam-biato nulla. La bufera è passata, l’I-talia è rimasta la stessa”.Voglio sperare che non si pensi adun’altra Mani Pulite, che aggrave-rebbe il già flebile quadro istituzio-nale. La politica risolva i nodi po-litici, qualunque intromissione vio-lenta distruggerebbe il tessuto so-ciale già scosso dalla crisi.

Oggi, come non fu fatto allora, l’I-talia va riformata totalmente. La viamaestra è un’Assemblea Costi-tuente, che consegni al Paese unaNuova Costituzione. Siamo allaGrande Riforma. Caro Ingegnere,come vede, non ci siamo mossi dalì.

Stefania Craxi

Diritto di Replica/3Caro direttore,il sapido commento di AndreaScanzi sull’intervista del Tg1 aMonti di venerdì sera confermal’affanno in cui la nostra categoria sista dibattendo in questi anni. Stret-ti tra la furia servile di tanti e la gra-tificante opposizione di pochi (maneanche troppo pochi) siamo riu-sciti a perdere di vista il baricentrodella nostra fatica quotidiana: unacorretta informazione. Che puòdiventare “e ro i c a ” quando si op-pone alla propaganda, ma che restapreziosa quando non si appiattiscesulla velina. Ebbene, con uno sguar-do appena un po’ più avvezzo a se-guire i migliori telegiornali interna-zionali l’articolista avrebbe coltoelementi ben diversi da quelli citatinel pezzo: la novità del collegamen-to live dallo studio del presidentedel Consiglio; domande e rispostea braccio; argomenti vasti ma nongenerici, puntualmente ripresi datutti i giornali, etc. Per complessivi6 minuti e mezzo, e non 14 comescritto (l’intervista era inframmez-zata dai servizi in sommario). Al dilà degli aspetti, diciamo così, tec-nici, ci sarebbe qualcosa da dire sul-la spericolata comparazione con lagestione precedente della comuni-cazione presidenziale (videomes-saggi e dintorni). Ma qui siamo nelcampo delle personali opinioni emi limito a osservare che Rai e Tg1sono da sempre un soggetto trop-po ghiotto per non sollecitare ieri

la penna e oggi il mouse del criticodi turno. Con il quale però concor-do in pieno su una cosa: la primadomanda era imperfetta, “aggran -cuta”, direbbe Camilleri. Ma non èil bello della vera diretta?

Alessandro Cassieri

Caro Cassieri,la ringrazio per l’attenzione e per lasottesa lezione di giornalismo carita-tevolmente elargita. Riguardo ai 14minuti, l’articolo specificava che “l’in -ter vista” era appunto “inframmez -zata da servizi in sommario” (“filma -to, non-domanda, non-risposta. Per14 minuti”).Travolto dal ritmo rutilante del collo-quio, e dal tono vibrante delle sue“domande”, non mi sono colpevol-mente accorto della novità epocaledi “un collegamento live dallo studiodel presidente del Consiglio”. Mi per-donerà della distrazione.Ancora ebbro degli “argomenti vastima non generici, puntualmente ri-presi da tutti i giornali” (e non è dettoche sia un bene), la saluto. Certo diassistere a nuove, e stoiche, “d i re t t ea g g ra n c u t e ”.

Andrea Scanzi

I nostri erroriSul numero di ieri, è comparsa inprima e in nona pagina la foto di An-gelo Deidda, sindaco di Domusno-vas, al posto di quella di AdrianoPuddu, sindaco di Portoscuso dicui si parlava nell’articolo a firma diGiorgio Meletti. L’errore è dovutoall’agenzia fotografica che ci ha for-nito l’immagine sbagliata. Ce nescusiamo con l’interessato e con ilettori.

C aro Furio Colombo,la Rai vuole il canone e si fa

presto a capire perché. È una legge. Ela Rai vuole sopravvivere. Ma perchéarriva al punto da usare la voce diMartin Luther King per persuaderci apagare un tributo purtroppo dovuto?

A n d re a

PE RSINO dopo Minzolini (bè,diciamo, dopo la cacciata per incriminazione diMinzolini) e anzi, a causa di quella cacciata,continuo a credere che la Rai vada sostenutafino a quando esiste Mediaset, non le personeo l'impresa, ma l’uso politico della famigliaBerlusconi. Tuttavia concordo con il lettore.Vanno in onda, radio e televisione, spot cheinvitano a pagare il canone, sono espressioniufficiali dell’azienda e sono un po’ indecenti.Uno è quello citato nella lettera a cui rispondo:si sente la voce di Martin Luther King in unodei passaggi più belli del discorso “I have ad re a m ”, Washington, 1963) seguita dalla vocedi uno speaker che usa la parola “tr ibuto” siacome sinonimo di “o n o re ” al grande leader

afro-americano, sia per non chiamare “tassa”il cosiddetto “canone” Rai. Comprendo econdivido non solo il fastidio ma, diciamo pure,lo scandalo. King stava parlando di essenzialidiritti umani negati e stroncati dal razzismo,stava ammonendo il suo Paese e il mondo sulpericolo immenso della discriminazione echiamava “s og n o ” ciò che era, in tuttaevidenza, un grande progetto politico, perfortuna vincente. Ma tutto ciò, voce, parole ecircostanza storica unica (e grandiosa etragica) nel mondo contemporaneo, vienemesso al servizio della pubblicità per il canoneRai. Parlare di “uso improprio” mi pare poco.Direi che si tratta di una svista ottusa,singolarmente priva di sensibilità storica,politica, ma anche morale. Non è troppochiedere alla Rai di ritirare quello spot in cuiMartin Luther King viene declassato a“p ro m o t e r ” Rai come se fosse una comparsa,di cancellarlo subito.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

DIRITTO CANONICODELLA RAI

IL FATTO QUOTIDIANOvia Valadier n. 42 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri1 febbraio 1893Fu il primo delitto politico di mafia. Un vero e proprioagguato sul treno diretto a Palermo in cui viaggiavaEmanuele Notarbartolo, ucciso da due killer il 1 febbraio1893 con 27 pugnalate e gettato lungo la strada ferrata traTermini Imerese e Trabia. Per quattro anni sindaco diPalermo, in lotta contro il malaffare, Notarbartolo, liberalee gentiluomo, vicino alla Destra Storica, era diventato, aitempi dello scandalo della Banca Romana, il rigorosoDirettore del Banco di Sicilia, impegnato a riformarel’Istituto sull’orlo del fallimento, dopo anni di gestionispericolate e corrotte. Troppo per una mafia ormai prontaal salto di qualità e decisa a eliminarlo su mandato di undeputato malavitoso, tale Raffaele Palizzolo, di tendenzeclerico-separatiste, amico di boss mafiosi, banditi e altipolitici. Un pezzo da novanta per anni al riparo da indagini efinito poi alla sbarra nel processo del secolo, in cui per laprima volta la parola mafia, come struttura criminale,comparirà in un pubblico dibattito. Condannato a 30 anni,tra lo sdegno popolare, don Raffaele se la caverà poi conun’oscura assoluzione per insufficienza di prove. Accoltoda una Palermo in festa per quella vittoria della mafia.

Giovanna Gabrielli

che la prepotenza di Craxi fosse ilsolo modo per non soccombereallo strapotere di quella morsaconservatrice, di cui i suoi giornalisono stati interpreti consapevoli, edifendere una propria autonomia?Se si sforzasse di comprendere,dopo 30 anni, il conservatorismodecadente a cui Pci e Dc, e chi fa-ceva affari con loro, avevano legatoil Paese, giustificherebbe forse ilpoco elegante “s u d o re ” di chi haspeso una vita per dargli una pro-spettiva di modernizzazione. Se“era difficile dargli torto”, perchélo avversò con tutte le sue forze?Molti imprenditori ritengono didoversi appropriare di beni Pubbli-ci in virtù del principio che il pri-vato gestisce meglio del pubblico.In realtà, quando non si cede alleclientele territoriali o alla conser-vazione sindacale, le aziende pub-bliche potrebbero generare bene-fici alla collettività più di tanti “pri -vati” concessionari monopolistici.

nettamente distinti, nel numero enell’oggetto: Letta e Galliani eranoimputati per presunti illeciti nel-l’assegnazione delle frequenze; DeBenedetti, come ammise lui stessonell’interrogatorio di garanzia,aveva pagato alcuni miliardi percorrompere al ministero delle Po-ste chi aveva garantito alla Olivettil’acquisto di telescriventi obsolete.Dall’astensione per l’uno, dunque,non conseguiva alcun dovere - nep-pure sotto il profilo dell’oppor tu-nità - di astensione per l’a l t ro.

Augusta Iannini

Diritto di Replica/2L’intervista a De Benedetti contie-ne contraddizioni e vuoti di memo-ria, ma anche molte verità. Nel di-chiararsi accanito avversario dimio padre, egli fa propria la termi-nologia calunniosa delle note di Ta-tò: “Bandito”, “fascistoide”, “pre -potente”; salvo poi riconoscernele qualità politiche: “un personag-gio che ha marcato la storia italiana,l’unico ad aver compreso che la te-naglia conservatrice aveva strettoil Paese in una morsa di arretratez-za economica e culturale. L’unicoad avvertire la necessità di moder-nizzare il Paese”. Per De Benedetti,“Craxi capì che non si fa politicasenza soldi e cominciò a reclamarerisorse in modo palese”.La protervia con cui chiedeva so-stegno finanziario per il Psi non riu-sciva, tuttavia, ad essere pari allaprotervia determinata dallastraordinaria capacità finanziaria diDc e Pci, i quali oltre a beneficiare,prima e più del Psi, di risorse finan-ziarie illecite, ricorrevano, nel casodel Pci, a finanziamenti provenientida paesi nemici dell’Italia. Forseper l’Ingegnere quei quattrini nonrisultavano frutto di arroganza etradimento verso l’Italia, ma il so-stegno necessario a chi operavaservizievolmente all’a f fe r m a z i o n edel “Socialismo informatico” del -l’Urss? Non ritiene, l’Ingegnere ,

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