Renzi si Ç preso anche la Rai - TFC srl Brescia · la proposta di incarico. ... da casa di Emma...

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Mercoledì 23 dicembre 2015 – Anno 7 – n° 353 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +,!=!$!?!% Il trabocchetto Arrestato grazie a una finta lettera anonima Assassinio Caccia, in manette il killer venuto dal 1983 q CON COMMENTI DI BOFFANO E CASELLI A PAG. 10 - 11 Passerotto non andare via » MARCO TRAVAGLIO “L a vita professionale di Berlusconi si fa sem- pre più fitta di impe- gni, giornate e notti dedicate al lavoro. La famiglia è serena, ma qualcosa nel rapporto con Carla cambia agli inizi degli anni 80. L’amore si trasforma in sincera amicizia. Silvio e Carla, di co- mune accordo, decidono di continuare la loro vita seguen- do ognuno le proprie aspirazio- ni... Berlusconi ha sempre avu- to un vero e proprio culto per la famiglia”. Per scrivere queste poche righe sul passaggio dell’Amato da una moglie all’al- tra (con figlia clandestina) sen- za mai pronunciare la parola “divorzio”, Sandro Bondi aveva lavorato di lingua, lima e carta vetrata per settimane, forse me- si. Ma il risultato finale giusti- ficò tanta devota dedizione: il fotoromanzo Una storia italia- na, distribuito per posta a milio- ni di elettori nel 2001, consentì al noto divorziato di sfilare di lì a poco al Family Day. Ora che invece il divorzio tocca a Bondi, ufficializzato ieri col passaggio suo e della fidanzata Manuela Repetti dal gruppo misto all’Ala dei traditori verdiniani, “ruota di scorta della sinistra” come lui l’avrebbe bollato fino a due anni fa, tutto intorno è silenzio. Tace l’Amato ingrato, che un mese fa lo salutò come “sfigato”. E tac- ciono i renziani, che incassano altri due voti alla Camera, ma preferiscono che non si sappia in giro. Come se il suo nome fos- se Nessuno. E invece è Bondi, James Bon- di. L’uomo che lasciò il Pci e le polizze Unipol per unirsi al Cav che gli aveva donato un Mein Kampf autografato nel castello dello scultore Cascella (quello del mausoleo di Arcore). Che dai colli di Fivizzano, nella ver- de Lunigiana, si trasferì in un orrido palazzo-alveare della Brianza velenosa per avvici- narsi alla Betlemme arcoriana. Che andò a sbrigare la corri- spondenza di B. in un ufficietto di Villa San Martino con vista sul mausoleo e le stalle imma- ginarie di Mangano. Che, terro- rizzato dagli aerei, fece per anni la spola Arcore-Roma in treno, prima che inventassero i Frec- ciarossa, perché l’Adorato lo voleva a Palazzo Grazioli. Che attese mesi, infilzato dalle ma- lelingue dei rivali Verdini e Sca- jola e irrorato da solinghe lagri- mucce, prima d’agguantare gli agognati galloni di coordinato- re forzista. Che condusse Aldo Cazzullo in visita guidata al parco di Arcore e, indicando due molossi, congiunse le pie mani: “Un giorno si pararono di fronte a Dell’Utri e a B., che li ammansì con un grido”. Che – raccontò Sgarbi – quando par- lava alle riunioni ed entrava Lui, si faceva piccolo piccolo: “Mi scusi, Presidente, se parlo in sua presenza”, com’è umano Lei. SEGUE A PAGINA 28 CRAC E SQUALI 2 miliardi ai soliti noti Etruria & C.: i banchieri che ci guadagneranno q FELTRI E MELETTI A PAG. 4 - 5 p Cambia la governance dell’azienda di Stato: pieni poteri al nuovo uomo solo al comando scelto da Mat- teo. Protestano Fnsi e Usi- grai: “Colpo all’autonomia del servizio pubblico” q ROSELLI A PAG. 3 I SEGRETI DEL POTERE/6 L’avvocato della Lega commissario di Geo Ambiente Il ministro lo fa papà Guidi: le nomine arrivano per telefono Tutto in famiglia Il ministro Federica Guidi col padre Guidalberto p Nell’inchiesta Breakfast di Reggio Calabria le con- versazioni tra il capofami- glia Guidalberto e Aiello, fedelissimo di Maroni, con la proposta di incarico. Poi la figlia Federica ratifi- ca e firma il decreto q LILLO A PAG. 2 RIMEDI Le donne e l’esoterismo come bene-rifugio per la virilità scomparsa METTI OSHO AL POSTO DEL MASCHIO » MASSIMO FINI N on conosco donna, fra i trentacinque e i cin- quantacinque anni, che non sia attratta dall’esoterismo, da Osho, da Milarepa o, le più colte, da Gurdjieff. È u- na cosa che ha poco senso perché si tratta di esperien- ze interiori che possono es- sere vissute solo là dove quelle religioni o filosofie o- rientali sono na- te e si sono svi- luppate e non possono essere esportate e sosti- tuite da letture (“Il Tao detto non è il vero Tao”) o da guru e Illuminati più o meno im- provvisati e spesso non in- nocenti trasferitisi in Occi- dente. Per la verità questo volgersi all’O- riente, religioso o filosofico, coin- volge anche gli uomini (anche se non ne ho visto mai uno, almeno di mia conoscen- za, salmodiare Nam Miyoho Renge Kyo) e fa parte di un fenomeno più generale. SEGUE A PAGINA 24 TUTTI I CLIENTI VIP Madame Bordello adieu: gli “amori” di Brando e JFK q A PAG. 21 Secondo Il Mattino slitta addirittura a maggio la sentenza d’appello su De Luca decaduto. Se fosse confermato, il nuovo porto delle nebbie sarebbe a Napoli La cattiveria Belen si è separata da Stefano De Martino. Almeno a giudicare dalle risate che arrivano da casa di Emma Marrone WWW.FORUM.SPINOZA.IT L’authority di Parigi Adesso Marine rischia l’ineleggibilità Le Pen, nuovi guai: “60% del patrimonio non è dichiarato” q DE MICCO A PAG. 21 IL CAIMANINO È legge la “riforma” della tv pubblica che dà pieni poteri all’Ad Renzi si è preso anche la Rai Il fido Campo Dall’Orto potrà piazzare chi vuole il premier ai tg e alle reti Mannelli OLTRE L’OROSCOPO Torna il gatto? E il mio ex? Ora c’è l’astrologo orario q AMBROSI A PAG. 24 DIRETTORE TG LA7 Enrico Mentana: “E se l’avesse fatto Berlusconi?” q DE CAROLIS A PAG. 3 Csm, sempre più nei guai il pm di Arezzo consulente del governo Sistema Leopolda Renzi e Campo Dall’Orto alla kermesse LaPresse q MASCALI E VECCHI A PAG. 6

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Mercoledì 23 dicembre 2 01 5 – Anno 7 – n° 353 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

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Il trabocchetto Arrestato grazie a una finta lettera anonima

Assassinio Caccia,in manette il killervenuto dal 1983q CON COMMENTI DI BOFFANO E CASELLI A PAG. 10 - 11

Passerotto non andare via

» MARCO TRAVAGLIO

“L a vita professionale diBerlusconi si fa sem-pre più fitta di impe-

gni, giornate e notti dedicate allavoro. La famiglia è serena, maqualcosa nel rapporto con Carlacambia agli inizi degli anni 80.L’amore si trasforma in sinceraamicizia. Silvio e Carla, di co-mune accordo, decidono dicontinuare la loro vita seguen-do ognuno le proprie aspirazio-ni... Berlusconi ha sempre avu-to un vero e proprio culto per lafa mi gl ia”. Per scrivere questepoche righe sul passaggiodell’Amato da una moglie all’a l-tra (con figlia clandestina) sen-za mai pronunciare la parola“divorzio”, Sandro Bondi avevalavorato di lingua, lima e cartavetrata per settimane, forse me-si. Ma il risultato finale giusti-ficò tanta devota dedizione: ilfotoromanzo Una storia italia-na, distribuito per posta a milio-ni di elettori nel 2001, consentìal noto divorziato di sfilare di lìa poco al Family Day. Ora cheinvece il divorzio tocca a Bondi,ufficializzato ieri col passaggiosuo e della fidanzata ManuelaRepetti dal gruppo misto all’Aladei traditori verdiniani, “ruotadi scorta della sinistra”come luil’avrebbe bollato fino a due annifa, tutto intorno è silenzio. Tacel’Amato ingrato, che un mese falo salutò come “sfigato”. E tac-ciono i renziani, che incassanoaltri due voti alla Camera, mapreferiscono che non si sappiain giro. Come se il suo nome fos-se Nessuno.

E invece è Bondi, James Bon-di. L’uomo che lasciò il Pci e lepolizze Unipol per unirsi al Cavche gli aveva donato un Me inKampf autografato nel castellodello scultore Cascella (quellodel mausoleo di Arcore). Chedai colli di Fivizzano, nella ver-de Lunigiana, si trasferì in unorrido palazzo-alveare dellaBrianza velenosa per avvici-narsi alla Betlemme arcoriana.Che andò a sbrigare la corri-spondenza di B. in un ufficiettodi Villa San Martino con vistasul mausoleo e le stalle imma-ginarie di Mangano. Che, terro-rizzato dagli aerei, fece per annila spola Arcore-Roma in treno,prima che inventassero i Frec-ciarossa, perché l’Adorato lovoleva a Palazzo Grazioli. Cheattese mesi, infilzato dalle ma-lelingue dei rivali Verdini e Sca-jola e irrorato da solinghe lagri-mucce, prima d’agguantare gliagognati galloni di coordinato-re forzista. Che condusse AldoCazzullo in visita guidata alparco di Arcore e, indicandodue molossi, congiunse le piemani: “Un giorno si pararono difronte a Dell’Utri e a B., che liammansì con un grido”. Che –raccontò Sgarbi – quando par-lava alle riunioni ed entravaLui, si faceva piccolo piccolo:“Mi scusi, Presidente, se parloin sua presenza”, com’è umanoLei.

SEGUE A PAGINA 28

CRAC E SQUALI 2 miliardi ai soliti noti

Etruria & C.: i banchieriche ci guadagneranno

q FELTRI E MELETTI A PAG. 4 - 5

p Cambia la governanced e l l’azienda di Stato: pienipoteri al nuovo uomo soloal comando scelto da Mat-teo. Protestano Fnsi e Usi-grai: “Colpo all’au to n o m i adel servizio pubblico”

q ROSELLI A PAG. 3

I SEGRETI DEL POTERE/6 L’avvocato della Lega commissario di Geo Ambiente

Il ministro lo fa papà Guidi:le nomine arrivano per telefono

Tutto in famiglia Il ministro Federica Guidi col padre Guidalberto

p N e l l’inchiesta Breakfastdi Reggio Calabria le con-versazioni tra il capofami-glia Guidalberto e Aiello,fedelissimo di Maroni, conla proposta di incarico.Poi la figlia Federica ratifi-ca e firma il decreto

q LILLO A PAG. 2

RIMEDI Le donne e l’esoterismo come bene-rifugio per la virilità scomparsa

METTI OSHO AL POSTO DEL MASCHIO» MASSIMO FINI

Non conosco donna, fra itrentacinque e i cin-

quantacinque anni, che nonsia attratta dall’esoterismo,da Osho, da Milarepa o, lepiù colte, da Gurdjieff. È u-na cosa che ha poco sensoperché si tratta di esperien-ze interiori che possono es-sere vissute solo là dovequelle religioni o filosofie o-

rientali sono na-te e si sono svi-luppate e nonpossono essereesportate e sosti-tuite da letture(“Il Tao detton o n è i l v e r oTao”) o da guru eIlluminati più o meno im-provvisati e spesso non in-nocenti trasferitisi in Occi-dente. Per la verità questo

volgersi al l ’O-riente, religiosoo filosofico, coin-volge anche gliuomini (anche senon ne ho vistomai uno, almenodi mia conoscen-za, salmodiare

Nam Miyoho Renge Kyo) e faparte di un fenomeno piùgenerale.

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TUTTI I CLIENTI VIP

Madame Bordelloadieu: gli “amor i”di Brando e JFK

q A PAG. 21

Secondo Il Mattino slitta addirittura a maggio la sentenza d’appello su De Lucadecaduto. Se fosse confermato, il nuovo porto delle nebbie sarebbe a Napoli

La cattiveriaBelen si è separata da StefanoDe Martino. Almeno a giudicaredalle risate che arrivanoda casa di Emma Marrone

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L’authority di Parigi Adesso Marine rischia l’ineleggibilità

Le Pen, nuovi guai:“60% del patrimonionon è dichiarato”

q DE MICCO A PAG. 21

IL CAIMANINO È legge la “r i fo r m a ” della tv pubblica che dà pieni poteri all’Ad

Renzi si è preso anche la RaiIl fido Campo Dall’Orto potrà piazzare chi vuole il premier ai tg e alle reti

Mannelli

OLTRE L’O RO S C O P O

Torna il gatto?E il mio ex? Ora c’èl’astrologo orario

q AMBROSI A PAG. 24

DIRETTORE TG LA7

Enrico Mentana:“E se l’ave ssefatto Berlusconi?”

q DE CAROLIS A PAG. 3

Csm, sempre più nei guai il pmdi Arezzo consulente del governo

Sistema Leopolda Renzi e Campo Dall’Orto alla kermesse La Pre ss e

q MASCALI E VECCHI A PAG. 6

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Il vero ministro è papà GuidiChe decide le nomine sul treno

E» MARCO LILLO

ra euforico al telefono l’a v v o-cato della Lega Nord Dome-nico Aiello il 14 marzo 2014.Era stato appena nominatocommissario straordinariodella Geo Ambiente Srl dalministro Guidi: “A m m i n i-strazione straordinaria! Lalegge Marzano! La Prodi bis!Siamo a livello di Parmalat!Non puoi capire... siamo a-vanti, noi...”. Dialogando conil commercialista MassimoDe Dominicis, Aiello già ve-deva le praterie verdi dellenomine milionarie delle am-ministrazioni straordinariecome Parmalat. Da tre setti-mane al governo però non c’e-ra la Lega ma la sinistra. Ep-pure era convinto, dopo avereincontrato Federica Guidi, diavere fatto “breccia”nel dica-stero. A De Dominicis confi-dava: “Ce ne sono altre duegrossissime in arrivo!”.

Le telefonate intercettatedalla Dia di Reggio Calabriaper conto del pm GiuseppeLombardo spiegano come hafatto Aiello, che pure ha uncurriculum non indifferente,a entrare nella lista dei com-missari straordinari.

CI VOGLIONO 19 minuti perpercorrere il tragitto da Reg-gio Emilia a Bologna con il tre-no ad alta velocità. Tanto è ba-stato ad Aiello, 46 anni, avvo-cato del governatore lombar-do Roberto Maroni per entra-re nel cuore del papà del mi-nistro di centrosinistra.

Il 20 febbraio 2014, giornoprima della nomina di Fede-rica Guidi a ministro dello Svi-luppo economico di Renzi,papà, Guidalberto Guidi, 74anni, presidente dell’aziendadi famiglia Ducati Energia,nonché ex vicepresidente diConfindustria, chiama Aiello.Vuole fissare un incontro per-ché gli deve fare “un discorsoa voce ... c’è un problema, un’i-potesi, una opportunità” peròha bisogno “di un consiglioche deve dare a un amico”. Il21 febbraio, giorno della for-mazione del governo Renzi,Aiello e Guidi senior si parla-no con modalità da spy story.Alle 8 e 40 del mattino Guidisale sul treno a Reggio E-milia e nella carrozza 3del treno Italo incontraAiello. Poi scende a Bo-logna dove c’è l’autistaad attenderlo. L’8 mar-zo del 2014, due setti-mane dopo l’in sed ia-mento della figlia, ilpadre dice ad Aielloche potrebbe “fare ilcommissario straordi-nario in qualcuna delle... o no?”. Aiello rispon-de di sì e Guidi chiede sesi trovi in situazione di in-compatibilità. Aiello repli-ca: “Assolutamente no!”.Poi i due ricominciano aparlare in modo criptico.Guidi dice “per quellacosa quindi non gli ha giàdetto tutto” e si danno

appuntamento a Roma o a Mi-lano. Passano tre giorni e il cel-lulare di Aiello squilla ancora.È Elisabetta Franzaroli, 50 an-ni, capo segreteria del papà inDucati Energia per vent’anni,ma appena nominata il 5 mar-zo del 2014, capo segreteriadella figlia al ministero. Fran-zaroli dice ad Aiello che il mi-nistro vuole incontrarlo al mi-nistero in via Veneto alle 15 e30. Due giorni dopo l’incontroil 13 marzo 2014, il ministroGuidi nomina Aiello commis-sario straordinario della GeoAmbiente srl di Belpasso (Ca-tania). La società raccoglie esmaltisce i rifiuti per molti Co-muni del Catanese e per la suadimensione (250 dipendenti,11 milioni di fatturato) il mi-nistero la mette sotto tutela af-fidandola ad Aiello. L’avvoca -

to, sempre al telefonocon il commerciali-sta De Dominicis,al l’inizio è entusia-sta: “Mi hanno no-minato commissariodell’azienda che ge-stiva la raccolta deirifiuti in 30 comunidella Sicilia orienta-le e in una parte dellaCalabria”. Molti pro-

fessionisti sognano dientrare in quel giro

senza riuscirci. I com-pensi dei commissarisono parametrati all’at -tivo e passivo: per Ali-talia, Parmalat o Ciriodiventano milionari.Non è mai stato unmistero che la politi-ca scelga persone vi-cine. Nel giugno

2014 proprio Federica Guidi èstata costretta a rispondere aun’interrogazione M5S che a-vanzava dubbi sulla nominada parte del ministro Pd Fla-vio Zanonato, a commissariodella Casa Divina Provviden-za di Bisceglie, dell’ex vicesin-daco di Bisceglie del Pd.

LA STRANEZZA è però che inquesto caso l’avvocato dellaLega è nominato da un mini-stro di centrosinistra su indi-cazione del papà. La Geo Am-biente, va detto, non è la Par-malat. Tanto che Aiello dice aDe Dominicis: “Anche se il mi-nistro mi ha fatto un piacere inrealtà è un danno”. Il commer-cialista però lo invita a insiste-re perché “si inizia semprecon la suppostina”. Dopo po-chi mesi Aiello lascia il postoproprio all’amico De Domini-cis, nominato con decretoGuidi (Federica) del 6 agosto2014. Solo le intercettazionisvelano che dietro le quintedello spettacolo inscenato peril pubblico l’economia prendeil sopravvento sulla politica egli accordi trasversali si fannobeffe delle contrapposizioni.Così il legale del governatoreleghista ottiene un incarico daun governo di sinistra grazieallo ‘chef express’ Guidi.

Guidi padre replica al Fat -to: “Aiello mi è stato presen-tato da Maroni ed è un avvo-cato molto bravo ma non mipare abbia incarichi dal nostrogruppo. Non ricordo quelviaggio in treno. Non posso es-sere stato io comunque a in-dicare Aiello a mia figlia che sisarebbe certamente irritata.

Una ventina di persone mihanno chiesto una segnala-zione per le amministrazionistraordinarie però vi sfido ascorrere la lista dei nominati enon troverete nessun amico”.A dire il vero ci sarebbe un cer-to Piero Gnudi, amico per de-cenni e già presidente del col-legio sindacale dell’az i e nd apaterna. Poi nominato dal mi-nistro-figlia consigliere eco-nomico e commissario straor-dinario dell’Ilva. Proprio conGnudi l’avvocato Aiello dialo-ga al telefono. A maggio Gnudigli chiede il curriculum per in-serirlo in una commissione diriforma della legge. E al solitoDe Domenicis, nel marzo2014, Aiello confidava: “D o-mani vedo il mio cliente. Ab-biamo un progetto importan-te su Ilva di Taranto. Roba se-ria”. Federica Guidi non parlama dal ministero fanno sapereche “Domenico Aiello avevatutti i requisiti necessari perricoprire quel ruolo. Era uncommissariamento compli-cato e non si trattava di un fa-voritismo. Tanto è vero che,dopo pochi mesi, l’av voca toAiello ha lasciato l’i nc ar ic o.Più che un favore era una ro-gna”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il triangoloGuidal bertoGuidi, ex vice-presidente diC on f i ndu st r i a .A sinistra, l’av -vocato Dome-nico Aiello.Sotto, Federi-ca Guidi, figliadi Guidalber-to e ministrodello Svilup-po economi-co La Pre ss e

C ontinua la galleria dei personag-gi che emergono dalle telefonate

dei leghisti intercettati. Abbiamo giàsvelato i retroscenade l l ’accordo Le-ga-Pdl con le mi-nacce di Berlusco -niaMaronidi usa-re la clava mediati-ca contro il Carroc-cio, l’impegno le-ghista per aiutarel’imprenditore S a-lini che mirava allepenali per la mancata costruzionedel Ponte sullo Stretto, le chiamate diMalagò che cercava il voto di un le-ghista per la presidenza del Coni.

L’indagine Breakfast della Procuradi Reggio Calabria contiene intercet-tazioni della Dia effettuate sotto il

coordinamento delp m G i u s e p p eL om b ar do e delprocuratore Fede -rico Cafiero DeRaho. L’indagineva avanti in gransegreto dal 2012.Probabilmente lei n t e r c e t t a z i o n inon porteranno a

nulla. Ma a prescindere dalla rile-vanza penale, devono essere pubbli-cate perché svelano fatti di rilievopubblico dietro le quinte del potere.

La vicendaGuidalber toGuidi, exnumero uno diDucatiEnergia ev i ce p re s i d e n tediCo n f i n d u s t r i a ,incontra int re n oD o m e n i coA i e l l o,avvocato delleghistaRober toM a ro n i

L’a z ie nd aIn pochiminuti i duediscutono diun’impresa incrisi, GeoA m b i e n te ,d e st i n a t aall’a m m i n i st ra -zionest ra o rd i n a r i a

L’i nca r icoAl terminedellac h i a cc h i e ra t aAiello sisente giàco m m i ss a r i oanche se lanominaspetta allafiglia di Guidi,Fe d e r i c a ,ministro delloSv i l u p p oe co n o m i co

I SEGRETI DEL POTERE/6 La figlia Federica è al governo, il capo è lui

In carrozzaGuidalberto vedel’avvocato di Maronie venti giorni dopola rampolla ratifica

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 3

» GIANLUCA ROSELLI

Un altro passaggio im-portante del consoli-damento del potererenziano ha preso

forma ieri in Senato con l’ap -provazione della riforma del-la Rai. Dopo un paio di slitta-menti dovuti alla mancanzadel numero legale la scorsasettimana, e a nove mesida ll’approvazione in Consi-glio dei ministri, il testo che dàal direttore generale poteri daamministratore delegato di-venta legge, con una votazio-ne addirittura per alzata dimano. Così facendo, quasi tut-to a Viale Mazzini sarà decisoda Antonio Campo Dall’Orto,il dg fortemente voluto daMatteo Renzi, gran frequen-tatore della Leopolda, doveperò quest’anno non si è fattovedere.

UN POTERE che disegnerà unanuova Rai su misura per il pre-mier. E per giunta a sei mesidalle elezioni amministrative,appuntamento politico in cuiRenzi potrà contare su una tvpubblica nelle sue mani. Cam-po Dall’Orto avrà poteri chenessuno in Rai ha mai avuto:massima indipendenza sullagestione economica e autono-mia sui contratti fino a diecimilioni di euro, oltre a poternominare dirigenti e direttoridi testate, anche se sulle nomi-ne editoriali dovrà avere l’okdel consiglio d’a m m in i s tr a-zione. Insomma, tanto poterenelle mani di un uomo solo,guarda caso renziano doc, conconseguente limitazione de-cisionale per Cda e presidente.Il fatto che la tv di Stato saràguidata secondo un’ottica ma-nageriale dopo anni di sprechitipici dell’azienda pubblica haanche una valenza positiva. E,come si sottolinea da VialeMazzini, “la riforma non fa al-tro che equiparare la Rai allealtre grandi aziende di Stato”.Oltre a introdurre il principiodella responsabilità: ti do piùpotere, ma se sbagli ti mandovia. Nello specifico, però, tuttosarà nelle mani di un’un i c apersona, l’uomo di MatteoRenzi a Viale Mazzini. Men-tre, dopo tanto parlare, nulla siè fatto per allontanare almenoun po’ il controllo famelico deipartiti su mamma Rai.

IL DIRETTORE generale, d’al -tro canto, dalla sua nomina si èmosso assai poco, in attesaproprio dei poteri che la rifor-ma ora gli conferisce. Finora,infatti, Campo Dall’Orto si è li-mitato a creare la nuova figuradi direttore editoriale, affi-dandola a Carlo Verdelli, man-dando in soffitta le newsroomspreviste dal piano di Luigi Gu-bitosi. A fine gennaio, da ple-

nipotenziario, il dg-ad proce-derà alle nomine dei direttoridi rete e di testata. E a quelpunto sarà interessante fare ilgioco del bilancino per vederequanti altri renziani doc sa-ranno piazzati a capo di reti etelegiornali.

SECONDO LA RIFORMA, il dgsarà nominato dal Cda su pro-posta del Tesoro, resta in ca-rica per tre anni e può essererevocato dallo stesso consi-glio. Inoltre l’ad potrà assume-re o rimuovere anche dirigentinon di prima fascia e i giorna-listi di ogni grado, su propostadei direttori, decidendone lacollocazione. Cambiamenti invista anche per i membri delCda, che scendono da 9 a 7:quattro eletti da Camera e Se-nato (e non più dalla Vigilan-za), due dal governo e unodall’assemblea dei dipenden-ti. Il presidente, invece, defi-nito “di garanzia”, viene elettodal Cda tra i suoi membri salvoil parere favorevole, però, deidue terzi della Vigilanza. I suoipoteri calano parecchio e sonolimitati alla “supervisione del-le attività di controllo inter-no”. Il Pd accoglie la riformacon un coro di giubilo. Criti-che, invece, arrivano dall’ap -posizione. Con il presidentedella Vigilanza, il grillino Ro-berto Fico, che attacca: “Sia -

mo di fronte a una Gasparri2.0. Si tratta della peggiorelegge che si potesse pensareperché mette in pericolo ilpluralismo e la libertà d’infor -mazione”. E anche Paolo Ro-mani (Forza Italia) non ci vamorbido: “Dopo la Consulta,la Rai: Renzi va avanti a strap-pi, passiamo dal servizio pub-blico alla tv di governo”. Pro-teste anche dai sindacati deigiornalisti, Fnsi e Usigrai:“Renzi aveva promesso di to-

gliere la Rai ai partiti e resti-tuirla ai cittadini. E invece l’hamessa alle dirette dipendenzedel governo. Colpita l’autono -mia del servizio pubblico”. DaViale Mazzini la replica: “Nonci sarà alcun uomo solo al co-mando, continuerà il gioco disquadra”. Peccato, però, chese il gioco non sarà gradito,Campo Dall’Orto potrà inter-rompere la partita e portarevia il pallone.

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Enrico Mentana Il direttore del Tg La7 all’attacco: “Ora è come se l’ad fosse Palazzo Chigi”L’I N T E RV I STA

» LUCA DE CAROLIS

Con questa riforma tornia-mo a prima del 1975, a una

Rai che dipende dall’esecu-tivo. La fonte di legittimazio-ne del Cda è la commissionedi Vigilanza, ma soprattuttol’amministratore delegatocon pieni poteri è PalazzoChigi”.

Il direttore del Tg La7, E-nrico Mentana, non usa sfu-mature. “Non si può dire‘fuori i partiti da viale Maz-zini’ e poi approvare una leg-ge del genere”.

Se l’avesse fatta Berlusconiuna riforma del genere cosasarebbe accaduto?

Sarebbe pure peggio, perchéBerlusconi possiede già trereti televisive. Ma guardi, quiil problema è di sistema.

Spieghi.Il nodo non è tanto MatteoRenzi, perché lui è un pre-mier pro tempore. Il tema ve-ro è che questa riformaschiaccia ancora di più l’e-mittente pubblica sotto il pe-so del potere politico, legan-dola al governo. E la dipen-

denza è rafforzata anche dalcanone che verrà rastrellatoinserendolo in bolletta. Unamisura che crea una chiaradistorsione nel mercato.

È una norma anti evasione.E questo è assolutamente po-sitivo. Ma se è vero che il ca-none in bolletta frutterà aViale Mazzini 420 milioni inpiù, che effetti ci saranno sul-la concorrenza con le azien-de private? Per di più, in unafase in cui c’è un incredibilecalo degli introiti pubblicita-ri, per tutti.

La Rai diventerà invincibi-l e?

Di certo avrà una forza enor-me.

Come si poteva, o si potreb-be rimediare?

Fissando un tetto per la Rai.Così com’è, questa misura èlesiva della concorrenza.

Rimane il fatto che un adscelto da Renzi, presenteanche alla Leopolda, avràun potere enorme. E tra seimesi ci sono le Comunali.

Io non ho mai creduto che letv decidano l’esito delle ur-ne. In questi anni lo schiera-mento politico che control-lava la Rai ha regolarmenteperso le elezioni. E anche la

Dc che governava a VialeMazzini perse il referendumsul divorzio.

E allora la questione princi-pale...

La questione principale èche non si può permettereche la tv pubblica sia l’ultimobrandello del-la comunica-zione gover-nata dalla poli-tica.

U n a l e g g ecosì sembrala sconfes-sione perfet-ta del Renziro t t a m a to-re .

Ma no, su que-sto il premierha una sua coe-renza, che nonmi piace ma che pure ricono-sco. Ha sempre detto che lapolitica non si deve far sosti-tuire da altro, e che si deveriappropriare di tutti gli spa-zi. Il problema è Renzi chevede questi spazi anche dovenon dovrebbero esserci.D’altronde il crinale è stato

superato la scorsa estate, conla nomina del Cda.

O ss i a?In quell’occasione tutti i par-titi hanno accettato una logi-ca lottizzatoria.

Tu t t i ?Spiace dirlo, ma sì, tutti

q u a n t i . A n-che i CinqueS t e l l e . E f ul’antipasto diquello che èaccaduto og-gi. Se tutti as-sieme hannovarato il Par-lamento dellaRai, è logicoche l’es e c u t i-vo decida peruna Rai legataall’esecutivo.

Tr a p o c h igiorni verranno nominati inuovi direttori delle testateRai. Sarà lottizzazione sel-va g g i a?

Di certo per l’ad sarà moltopiù difficile, perché ora la po-litica è seduta in Rai: tutta.

Twitter @lucadecarolis© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN VISITA AI MILITARI “Orgoglioso di voi”

Renzi in Libano con la mimeticaIl web sorride, Lega e Fi protestano

qIERI MATTEO RENZI è atterrato a Beirut per una visita i-stituzionale alla base Unifil di Shama, dove c'è il comando

italiano. La scelta di indossare la mimetica ha provocato ironie sulweb e le proteste di Fi e del leghista Salvini: “Indegno della divisa”.

Rai, tutto in mano al Leopoldino

“Così la tv di Stato ritorna al 1975”

Il direttore del Tg La7, Enrico Mentana La Pre ss e

RAPPORTO MEDIOBANCA

Viale Mazzini,il canone in bollettavale 420 milioni in più

qL’INTROITO del nuovo canone Raicon l’addebito in bolletta elettrica a-

vrebbe un incremento di circa 420 milionirispetto ai 1.569 del 2014, facendo dell’a-zienda pubblica il primo gruppo tv per ricaviin Italia. Lo afferma un rapporto di Ricerche eStudi Mediobanca, che ha calcolato il nuovoimporto di 100 euro e un’evasione al 5 percento rispetto all’attuale 30,5. Secondo il

Focus televisivo tra il 2010 e il 2015 di R&SMediobanca, la Rai ha il canone più basso frai maggiori Paesi europei: per esempio, nel2014 è stato pari a 113,5 euro, contro i 133 inFrancia, i 175,3 euro nel Regno Unito e i 215,8euro in Germania. “Va però sottolineato - silegge nel rapporto - che il tasso di evasionedel canone in Italia ha il primato stimato del30,5 per cento nel 2014, mentre è di circa il

5% nel Regno Unito e praticamente assentein Francia e Germania", dove il canone vieneriscosso legandolo alla residenza. “Immagi-nando una riduzione dell’evasione fino al li-vello registrato nel Regno Unito - continua lostudio - la Rai diventerebbe il primo gruppoper ricavi in Italia, avvicinandosi a FranceTélévisions, con circa 2,9 miliardi di fattu-ra to”, contro gli attuali 2,45.

VIA ALLA RIFORMA Il Senato approva la nuova legge sull’emittente pubblica. Pieni poterial dg Alessandro Campo Dall’Orto, renziano, che diventa anche amministratore delegato

La scheda

n LAR I FO R M Aapprovata ieriprevede unad nominatodal Cda suproposta delm i n i s te rodell’Eco n o m i a .Rimane incarica treanni e puòe ss e rerevocato. Unanormat ra n s i to r i aa t t r i b u i s ceperò subitoco m p i t ie poteridell’adall’attuale dgCampoDa l l ’Orto, chepotràn o m i n a redirigenti ef i r m a recontratti finoa 10 milionidi euro

Lede la concorrenzae aumentala sudditanzadel l ’aziendanei confrontidei partiti politici

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4 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

CHI GUADAGNA?

Spolpati Azzerare i risparmidi obbligazionisti e piccoliazionisti è stata una sceltadeliberata realizzata graziealla valutazione dei “c re d i t id e t e r i o ra t i ”. Ecco le prove

Esproprio da 2 miliardiai clienti di Etruria & C.

Beffato Il racconto di un falegname: “Mi fidavo. Avevo messo da parte 95 mila euro”

I risparmi del 92enne bruciati in bondLA STORIA

» ROBERTO ROTUNNO

Perdere 100mila euro di ri-sparmi, in un attimo, dopo

76 anni passati con fatica a la-vorare il legno. Tra gli “scip -pati” dal decreto “salva-ban -che”c’è anche Mastro Artigia-no (nome di fantasia), un fa-legname 92enne di Bibbiena,paese del Casentino, valle nel-la provincia di Arezzo. Unodei casi di cui si sta occupandoil gruppo “Vittime del sal-va-banche”.

Il nipote del falegname ciracconta la storia partendo daun particolare: “Mio zio è unodei più vecchi tra quelli chenella nostra zona svolgono lasua professione”. Dalla suastorica bottega passano tregenerazioni di clienti: la sua

attività gli provoca anchequalche infortunio e proble-mi alla vista e all’udito. Ma-stro Artigiano è anche ungrande risparmiatore: a finegiornata posa gli attrezzi ecerca di mettere da parte

qualcosa per dare serenità al-la famiglia. La sua banca è laPopolare dell’Etruria: quasitutti nell’aretino conservanoo investono nella “banca delterritorio”. E in quasi otto de-cenni, i suoi risparmi diven-tano sempre più consistenti:prima li investe in obbligazio-ni ordinarie; due anni fa vienechiamato dalla banca per unaproposta interessante. Qui vai n s e r i t a u n a p r e m e s s a :“Nell’istituto lavorano nostricompaesani - dice il nipote -con questi c’è un rapporto digrande fiducia”. Siamo al 3giugno 2013; la data non è i-ninfluente. Mastro Artigiano,dicevamo, allora 89enne e dapoco vedovo, riattacca la cor-netta e si reca in filiale. La pro-posta consiste nel rinegoziare

le sue obbligazioni ordinariein scadenza da lì a un anno tra-sformandole in un nuovobond quinquennale. Per farlo,deve firmare un documentoche riporta questa dicitura:“ I T 0 0 0 4 9 3 1 4 0 5 B P E L28/6/18 3,5% SUB”. Una se-quenza di numeri e lettere in-comprensibili quasi per tutti,figuriamoci per un signoredella sua età. Si tratta diun’obbligazione subordinata,con rendimento del 3,5%. Mail nuovo bond è molto più ri-schioso del precedente e per-ciò inadatto per un investito-re del suo profilo: se la bancafallisce, infatti, il rimborso èquasi impossibile essendo ap-punto subordinato alle esi-genze dei creditori privilegia-ti e chirografari. Le condizio-

ni in cui versa Banca Etruriaaggravano la situazione: il 14giugno 2013, infatti, intervie-ne la Consob con un “s u p p l e-mento al prospetto” - pubbli-cato sul web - nel quale avver-te gli investitori sui pericolidella sottoscrizione e fa par-tire sei giorni per poter revo-care l’ordine. “Ma di questonon lo avvertono. Lui non sanemmeno che sono questi ti-toli”, aggiunge il nipote.

M A ST RO Artigiano è un uomod’altri tempi, non ha compe-tenze finanziarie e natural-mente non è capace di usare ilcomputer per cercare docu-menti sul sito della banca: si af-fida alla compaesana in filiale.Diventa, quindi, titolare di unanuova obbligazione subordi-

» GIORGIO MELETTI

La verità sulla truffa su-bita dai risparmiatoriai quali sono state az-zerate le obbligazioni

subordinate di Banca Etruria,Banca Marche, Carife e Cari-chieti è custodita dalla Bancad’Italia più gelosamente delterzo segreto di Fatima. Sichiama “valutazione dellesofferenze”, un meccanismoattraverso il quale è stata e-spropriata agli obbligazionistie agli azionisti una cifra valu-tabile tra i 500 milioni e i 2 mi-liardi di euro.

Uno dei documenti supersegreti da cui si può ricavare lanotizia è la contabilità deicommissari di Banca Marche,Giuseppe Feliziani e F e d e-rico Terrinoni, due uominimandati il 31 agosto 2013 a ge-stire l’istituto di Jesi nond al l ’Adusbef o dalla Feder-consumatori, e nemmeno daqualche procuratore dellaRepubblica. Li ha scelti pro-prio il governatore della Ban-ca d’Italia, Ignazio Visco. Indue anni di gestione commis-sariale Banca Marche è anda-ta sempre peggio, tanto chealla fine la regia Bankitalia -per le quattro maggiori ban-che commissariate - per fer-mare il progressivo dissestoha dovuto escogitare il cosid-detto salvataggio del 22 no-vembre scorso.

PER CAPIRE lo scandaloso se-greto bisogna prima chiarire itermini del problema. Le quat-tro banche sono state dichia-rate di fatto fallite a causade ll ’insostenibile livello di“sofferenze”, cioè crediti con-cessi a clienti che non sembra-no in grado di restituire il do-vuto alla banca. Per rimetterlein carreggiata sono state costi-tuite le quattro “new bank”, al-le quali sono stati dati dal“Fondo di risoluzione” gestitoda Bankitalia 3,6 miliardi dinuovo capitale. Le quattronuove banche sono state an-che ripulite dalle sofferenze:8,5 miliardi in tutto che saran-no ceduti alla “bad bank”, la di-scarica dei crediti ammalora-ti.

Un credito ha un valore e unprezzo. Le banche, attraversocriteri assai complicati e spes-so controversi devono scrive-re nei loro bilanci quanti europrevedono di recuperare dei100 prestati a un cliente insol-vente o in difficoltà. Gli specia-listi nel “recupero crediti”compreranno i crediti in sof-ferenza di una banca a un prez-zo inferiore al prevedibile rea-lizzo: se dai crediti in sofferen-

za di Banca Etruria penso direcuperare il 40 per cento, cer-cherò di comprarli a una cifrainferiore. Se Etruria vuolevenderli al 50 per cento, nonglieli compro. Si chiama mer-cato.

Attorno alle sofferenze diEtruria e delle altre sono acca-dute strane cose. Il 17 novem-bre, cinque soli giorni primadel “salvataggio”, Banca Etru-ria - sempre per decisione deicommissari di Palazzo Koch -ha venduto al Credito Fondia-rio una pacchetto di sofferen-ze di 302 milioni a un prezzo“allineato al valore di caricodei crediti”, si legge nel comu-nicato. Il prezzo, in termininumerici, è un segreto. Voci di

mercato autorevoli e conver-genti indicano un importo tra i30 e il 40 per cento. Vuol direche Etruria aveva le sue soffe-renze in bilancio a un valorepari al 30-40 per cento dell’im -porto nominale sui crediti.

CREDITO FONDIARIOè presie-duto da Piero Gnudi, nomina-to da Matteo Renzi commis -

sario dell’Ilva. Fa capo al grup-po Tages di Londra, capitana-to dal fondatore, il noto finan-ziere Panfilo Tarantelli. In-somma, non sono dei pazzisprovveduti. Se hanno pagato30-40 euro ogni cento le sof-ferenze di Etruria avranno fat-to i loro conti.

E invece 5 giorni dopo, il 22novembre, la Banca d’Italia ha

deciso che le sofferenze delle 4banche salvate valevano solo il17,6 per cento del credito ori-ginario: 8,5 miliardi di soffe-renze totali sono state pagate1,5 miliardi. Chi ha deciso chevalevano così poco? Non si sa,perché la Banca d’Italia si ri-fiuta di rispondere a questadomanda.

Fatto sta che per i commis-sari di Banca Marche - messi lìda Visco - dopo due anni di la-voro indefesso di valutazioni erivalutazioni i 3,47 miliardi disofferenze (dati al 30 giugnoscorso) valevano 1,97 miliardi,cioè il 43 per cento. Peraltroproprio la primavera scorsahanno approvato una serie didelibere per rendere meno

stringenti i criteri di svaluta-zione dei crediti: una mossamai attuata perché serviva afar emergere 500-600 milionidi capitale utili a salvare labanca con l’aiuto del Fondo in-terbancario di tutela dei depo-siti, operazione poi abortita.Insomma, la valutazione dellesofferenze concede moltimargini discrezionali. La Ban-ca d’Italia li ha usati in modosevero, dando luogo forse oltrela sua consapevolezza all’e-sproprio dei risparmiatori.

FACCIAMO UN PO’ di conti. Sele sofferenze delle quattrobanche “salvate” fossero statevalutate al 25 per cento anzi-ché al 17,6, quindi sempre al di

La protestaIeri oltre 200r i sp a r m i ator i

beffati dalgoverno han-

no manifesta-to sotto la Ban-

ca d’It a l i adi Ignazio

Vis co La Pre ss e

I conti segreti“S o f fe re n z e ”: Bankitaliale valuta al 17%,i suoi commissariin Banca Marche al 43%

IL RACCONTODEL NIPOTE

In filiale gli proposerodi rinegoziarel’investimento. Firmòuna subordinata chedivenne carta straccia.Addio soldi accumulatiin 76 anni di lavoro

NEL MANTOVANO

Incidente sul lavoroalla Marcegaglia:morto un operaio

qCOSTA LA VITA a un operaio l’inci-dente sul lavoro avvenuto nello stabi-

limento Marcegaglia di Gazoldo degli Ippo-liti, in provincia di Mantova. La vittima si chia-ma Andrea Ghizzardi, 46 anni, da circa ventiimpiegato presso l’industria nel paese lom-bardo: l’uomo è stato colpito alla testa da unalamiera durante le operazioni di settaggio diun macchinario. I carabinieri e gli ispettori di

medicina del lavoro della Asl indagano per fa-re luce sulle cause e per verificare se nell’im-pianto del gruppo mantovano fossero adot-tate tutte le prescrizioni di sicurezza. Secon-do una ricostruzione, riportata dalla G a zze t tadi Mantova, alla base dell’incidente ci sarebbeun malinteso con un collega che ha avviato lamacchina non accorgendosi della presenzadi Ghizzoni. La Cisl, pur apprezzando la scelta

dell’azienda di sospendere la produzione pertutta la giornata, protesta dichiarando peroggi due ore di sciopero in tutti i siti Marce-gaglia: “Siamo indignati - scrive il sindacato inuna nota - dal ripetersi, con preoccupantefrequenza, di infortuni mortali nel settore si-derurgico e metallurgico. In questo gruppoindustriale la sicurezza deve essere una prio-rità e vanno superati ritardi e mancanze”.

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 5

» STEFANO FELTRI

Anche il bellicoso sot-tosegretario al Teso-ro Enrico Zanettisembra più mansue-

to: il governo manda lui in Par-lamento a rispondere all’i n-terrogazione del MovimentoCinque Stelle, per spiegareche la Banca d’Italia “non hainformazioni sull’identità de-gli investitori” nelle obbliga-zioni più rischiose di banca E-truria, quelle Lower Tier 2.Quindi non ci possono esserestati trattamenti di favore.

Il messaggio del Quirinaleè arrivato chiaro: non possia-mo permetterci di mettere indiscussione la Banca d’Italia.Il presidente Sergio Matta-rella lo aveva già fatto capirenei giorni scorsi, ricevendo ilgovernatore Ignazio Visco,poi ha chiarito le sue idee neldiscorso di due giorni fa: “Ilrispetto delle competenze al-trui costituisce la migliore ga-ranzia per la tutela delle pro-prie attribuzioni”. Parole ri-volte anche a Matteo Renzi.Al Quirinale sono consapevo-li dell’infinita lista di proble-mi giuridici che può aprire lascelta del governo di affidaregli arbitrati sui risarcimenti airisparmiatori vittime dei cracbancari all’Autorità anticor-ruzione di Raffaele Canto-ne. Che si trova a invadere ilcampo di Bankitalia e Con-sob, la Commissione che vigi-la sulla Borsa.

IL PRESIDENTE della ConsobGiuseppe Vegas ha capitoche sta diventando il capro e-spiatorio. Se non si può tocca-re Bankitalia, il governo hatutto l’interesse a scaricare leresponsabilità altrove. E chimeglio di lui, un ex sottosegre-

tario del governo Berlusconiaccusato fin dalla nomina dicapire poco di finanza, avendopassato la carriera in Parla-mento a occuparsi di contipubblici? Per questo Vegas ie-ri è andato a Ballarò su Rai3, alColle da Mattarella e ha datou n’intervista al Me s sa gg er oper respingere le accuse: è sta-ta la Commissione europea avietare di indicare la pericolo-sità delle obbligazioni subor-dinate (a cui non è più abbinatala probabilità di mancato rim-borso) e “nessun segnale”è ar-rivato alla Consob di limitarela vendita di certi titoli agli in-vestitori professionisti. Si ca-pisce che Vegas si sta tratte-nendo, sarebbe facile rimbal-zare le accuse verso la Bancad’Italia, come aveva fatto neiprimi giorni: la Consob comu-nica ai mercati le informazionidi cui è in possesso e quelle sul-le banche arrivano in gran par-te da via Nazionale. Ma la Ban-ca d’Italia non si può toccare.

E CHE SUCCEDERÀ se Cantonestabilirà che sono illeciti com-portamenti che invece Con-sob e Bankitalia hanno avalla-to? Il magistrato ha chiaritoche non ha intenzione di sta-bilire lui i criteri per decidere:si limita a mettere a disposi-zione la struttura delle camerearbitrali che l’Anticorruzioneusa per dirimere le controver-sie sugli appalti. Tocca a Renzifare un decreto per stabilire sucosa dovranno decidere gli ar-bitri. La questione pare desti-

nata a ingarbugliarsi ancora.Gli arbitri dovranno stabilirese l’impiegato allo sportello hacomunicato in maniera chiaraed esplicita al pensionato chevoleva investire i suoi rispar-mi? O dovranno stabilire seBankitalia e Consob, insieme ocon diversi gradi di responsa-bilità, hanno prolungato l’illu -soria stabilità del sistema ban-cario mettendo a rischio moltirisparmi? Mattarella pare l’u-nico consapevole delle riper-

cussioni sistemiche di quantosuccede: chi oserà ancoracomprare obbligazioni dallebanche? Quanti piccoli rispar-miatori investiranno sulle a-zioni di Veneto Banca, la gros-sa popolare di Montebellunacostretta a diventare societàper azioni e a quotarsi per so-pravvivere? Anche l’Abi, l’As -sociazione delle banche italia-

ne ne è consapevole e sta pre-parando una campagna di co-municazione per rassicurare.

Discutere delle responsabi-lità di Bankitalia, visto dallaprospettiva del Colle, significafar vacillare la credibilità ditutto il sistema. Ma difenderlain modo esplicito equivale adammettere che è debole. An-che altri due protagonisti diquesta storia sono molto silen-ti, per le stesse ragioni, il pre-sidente della Bce Mario Dra-g hi e il ministro dell’Econo -mia Pier Carlo Padoan. Dallato della Bce il criterio dicompetenza è chiaro: le ban-che piccole sono di competen-za delle autorità nazionali,Francoforte si concentra suquelle grandi. La crisi delledue grandi popolari del Vene-to, infatti, accelera quando lasupervisione passa alla Bceche impone criteri più strin-genti sul patrimonio: nel 2015la Vicenza deve registrare 1miliardo di perdite e chiedereai soci 1,5 miliardi come au-mento di capitale. Dal 2001Bankitalia sapeva che le azionivenivano rifilate ai soci a prez-zi gonfiati (e imposte al mo-mento dei fidi), ma pur avendosegnalato le irregolarità ai pmBankitalia non ha saputo o vo-luto evitare che il problemadegenerasse.

ANCHE PADOAN ha scelto dinon dire praticamente nullasulle banche. Forse per evitareche qualcuno cominci a chie-dere come mai le nuove regoleeuropee sul bail in (niente sal-vataggi pubblici, i crac bancarili pagano azionisti e creditori)sono state recepite dopo quasiun anno dalla direttiva Ue e u-na settimana prima di doverleapplicare alle quattro banchedecotte. Nei mesi in cui il go-verno ha rimandato il proble-ma, il ministero del Tesoro èstato impegnato in un duellocon Bruxelles sulla bad bank disistema (chiesta più volte daVisco), cioè un sistema se-mi-pubblico per ripulire i bi-lanci bancari. La Ue ha boccia-to tutti i piani italiani. Ma l’u-nica cosa che Matteo Renzinon può fare è attribuire partedelle responsabilità per i 2,6miliardi di risparmi in fumo airitardi del suo governo.

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nata da ben 95mila euro; a que-sta si aggiungono azioni, sem-pre dell’Etruria, per 4mila eu-ro. Pochi mesi dopo, a febbraio2015, nella sua famiglia vengo-no a sapere della crisi bancariae del commissariamentodel l’istituto aretino, perciòvanno allo sportello. “Solo al-lora - spiega il ragazzo - sco-priamo che zio è titolare di

quel bond”. Ne valutano lavendita. “Tranquilli - rispon-dono in filiale - la banca nonfallirà, non succede mai con gliistituti di credito”.

Le ultime parole famose: il22 novembre il decreto delConsiglio dei ministri cristal-lizza di fatto il fallimento diBanca Etruria, Banca Marche,CariChieti e CariFerrara, tra-

sferendo la parte sana deiquattro istituti nelle neonategood bank. In un attimo, i ri-sparmi di 76 anni di lavorovanno in fumo. Tutto per colpadella svalutazione dei creditideteriorati, delle direttive Ue,del bail-in e altre parole com-plicate. Sì, ma vagliele a spie-gare a Mastro Artigiano.

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Una questio-ne di fiduciaUn falegnamedi 92 anni havisto sparire inBanca Etruria irisparmi di 76anni di botte-ga Re u te rs

SCARICABARILE Vegas prova a salvarsi

La Consob temedi diventareil capro espiatorioIl Quirinale ha chiarito che Bankitalia non va criticatama resta scettico sul ruolo dell’Autorità di Cantone

Sul colle Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella La Pre ss e

Le protesteIl ComitatoVittime delSalva-ban -che, ieridavanti allaBanca d'Ita-lia La Pre ss e

sotto dei “valori di libro”, la“bad bank” avrebbe dato allebanche malate 2,1 miliardi an-ziché 1,5. Con quei 600 milionisi sarebbero potute onoraretutte le obbligazioni subordi-nate in mano ai risparmiatori.Se la valutazione fosse statadel 30 per cento il ricavato sa-rebbe stato di 2,5 miliardi, sisarebbero potute rimborsaretutte le subordinate (788 mi-lioni). Se il prezzo pagato per lesofferenze fosse stato confor-me al valore di libro di BancaMarche stabilito dai commis-sari mandati da Bankitalia, il43 per cento, sarebbero avan-zati 2 miliardi, sufficienti pergarantire non solo le subordi-nate ma anche tutti i piccoli a-

zionisti che hanno invece su-bito l’azzeramento dei loro ti-toli.

ADESSO VEDIAMO chi ci gua-dagna. Gli specialisti nel recu-pero crediti potranno rilevareper 17 euro crediti che i com-missari di Bankitalia riteneva-no - sia pure con criteri forte-mente prudenziali - potesserofruttarne 43. Sono appunto i 2miliardi di cui sopra. Fannogola a molti specialisti di tuttaEuropa e non solo. La gara peraccaparrarsi l’affare è già par-tita. E molti si guardano già in-torno per capire se ci sono deipredestinati.

Twitter@giorgiomeletti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Arbitrati sui rimborsiOra l’Anacrischia di trovarsia decidere sulle sceltedi Via Nazionale

1 3 0.0 0vittime Gli azionistie titolari di obbligazionisubordinate infuriati

INTERROGAZIONE M5S

Il teatro e papàRenzi: “Il premierfaccia chiarezza”

q“SI CHIEDE DI SAPERE se il governonon valuti un'indagine amministrativa

interna per accertare la corretta gestione dellavendita del bene immobile oggetto di compra-vendita da parte della Nikila Invest e restituiredignità alla cittadinanza di Firenze e dell'Italia”:è questo il nucleo dell’interrogazione parla-mentare che ieri la senatrice del Movimento 5stelle Michela Montevecchi ha rivolto al pre-

sidente del Consiglio Renzi e ai ministri dell'E-conomia e delle Finanze. “Emergono - si leggenell’interrogazione - preoccupanti intrecci e-conomico-politici, atti a falsare il delicato equi-librio tra le pubbliche amministrazioni e gli in-teressi privati... e intrecci familiari molto pocot ra s p a re n t i ”. Il riferimento è a quanto rivelatoin un articolo del Fatto Quotidiano (16/12), incui si racconta come la Nikila Invest, società

vicina al padre del premier, abbia acquistato ilTeatro comunale di Corso Italia, a Firenze, dallaCassa depositi e Prestiti per costruire 120 ap-partamenti di lusso. La Cdp lo aveva acquisitodal Comune nel 2013, quando era sindaco Ren-zi, al prezzo di 23 milioni di euro (ma era statovalutato 44 milioni di euro, diminuito dopo 3aste deserte) permettendo al Comune di nonsforare il patto di stabilità.

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6 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

» DAVIDE VECCHI

La consulenza di Ro-berto Rossi con il go-verno “era un incari-co legittimo quando

è stato affidato” ma “c onl'avvio dell'attività di inda-gine” su Banca Etruria e conil Salva-banche “e me ss oda ll'e secu tivo ”, per “Ro ssipoteva porsi il problema diun'eventuale incompatibili-tà” ed è ora “tutto da verifi-care se quell'incompatibili-tà ci fosse o meno”. Il vice-presidente del Csm, Giovan-ni Legnini, è fin troppo chia-ro. Il procuratore capo di A-rezzo ha ottenuto una con-sulenza legittima nel 2013quando a Palazzo Chigi se-deva Enrico Letta, ma le pro-roghe ottenute all'incariconel 2014 e nel 2015 con il pas-saggio dell'esecutivo nellemani di Matteo Renzi e l'a-pertura dei fascicoli sull'i-stituto in cui tra gli ammini-stratori figurava Pier LuigiBoschi, padre di uno dei mi-nistri più influenti, avrebbepotuto segnalare una possi-bile incompatibilità. La pri-ma commissione del Csm,che deve ora valutare il casoRossi, lo ha convocato per il28 dicembre. Il procuratorecapo di Arezzo ieri ha invia-to a Palazzo dei Marescialliuna nota difensiva nella qua-le ha riassunto l'iter seguitodalla consulenza e ricordatole tappe delle indagini cheriguardano la vicenda Etru-ria.

I FASCICOLI indicati sono tree sono tutti stati avviati daRossi dal 2014 in poi. In par-ticolare, quello che avrebbepotuto coinvolgere il padredel ministro Boschi è statoavviato nel febbraio 2014,proprio quando si insediò ilgoverno Renzi. Il 21 marzo,Rossi dispone le perquisi-zioni della Guardia di Finan-za agli allora vertici, notifi-cando contestualmente l'av-viso di garanzia anche perfalso in bilancio, reato chepoi viene stralciato e l'ipote-si del fascicolo rimane solol'ostacolo alla vigilanza a ca-rico dell'ex presidente Giu-seppe Fornasari, il direttoregenerale Luca Bronchi e ildiretto centrale Davide Ca-nestri. Il 10 dicembre 2015, aloro carico è stata avanzatarichiesta di rinvio a giudi-zio.

Rossi inoltre ricorda gli al-tri due fascicoli avviati. Unmodello 21 per omissione dicomunicazione di conflittodi interesse aperto in data 27maggio 2015 a carico di duecomponenti del Cda e, infi-ne, false fatture per 281 milaeuro a carico del presidentedel Cda e direttore genera-le.

Nella nota difensiva il pmricorda di aver ricevuto l'in-carico dal governo Letta eche quell'incarico venne au-torizzato dal Csm. Illustra i-noltre come si è svolto, “me-

diante scambio di email tra ildipartimento e lo scriventeche riceveva al proprio indi-rizzo di posta testi normati-vi da esaminare e risponde-va inviando parere tecnico”.Rossi ribadisce di “non avermai ricevuto alcuna somma,ad alcun titolo, dal diparti-mento: anche la somma dieuro 5 mila lorde previsteper l'anno 2015 viene corri-sposta solo a seguito di pre-sentazione di apposita rela-zione non è stata da me pro-d ot t a”. Nell'anno in corso,

infine, “ho inviato cinquepareri tecnici su vari proget-ti di legge, tra cui quello sullariforma dei reati tributari, u-no su di un progetto di mo-difica di fattispecie penali inmateria agro-alimentare euno sul decreto relativo allalegge delega in materia didepenalizzaz ione”. InfineRossi specifica: “Non ho maipartecipato, né sono mai sta-to invitato a farlo, a riunionidel Consiglio dei ministri oalle riunioni a esso prelimi-nari, esulando ciò dall'inca-

rico in oggetto”.Il fascicolo avviato dal C-

sm sul caso Rossi contieneperò diversa documentazio-ni che prova – come scrittoieri dal Fatto – un interventoper il rinnovo dell'incaricoanche negli anni 2014 e 2015.Inoltre anche il video dellapartecipazione con il mini-stro Maria Elena Boschi a unconvegno ad Arezzo sarà og-getto di richiesta di chiari-menti per comprenderequale sia il grado di cono-scenza tra i due.

Dell'intera vicenda a Pa-lazzo Marescialli si occupe-rà Renato Balduzzi, presi-dente della prima commis-sione. Il consigliere, a quan-to si apprende, è ritenuto u-na garanzia da parte dei ver-tici istituzionali dello Statoperché è considerato inavvi-cinabile da tutti i possibiliambienti che potrebbero a-vere interesse a tentare di e-sercitare pressioni su di lui oinfluenzarne in qualche mo-do le scelte. Del resto è sem-pre più evidente che il casodel procuratore Rossi si stiatrasformando in una vicen-da squisitamente politicache va oltre il ministro Bo-schi, ma rischia di coinvol-gere il governo Renzi.

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Le tappeL’impegno fuprolungato nel 2014e 2015 durantele indagini sull’istituto

La sedutaIl plenum delCsm riunitoieri con Mat-tarella; a de-stra, il procu-ratore di A-rezzo Rossi eil vicepresi-dente delCsm GiovanniL egnini Ansa

Aldo Morgigni Consigliere di Autonomia e indipendenza

“Regole chiare: evitare ogni interferenza”L’I N T E RV I STA

» ANTONELLA MASCALI

Il consigliere Aldo Morgi-gni, unico membro del Csm

di Autonomia e Indipenden-za, la costola che si è staccatada Magistratura Indipen-dente, accetta di parlare delcaso del procuratore di Arez-zo Roberto Rossi, sotto pro-cedimento della Prima com-missione (verrà ascoltato il28 dicembre) ma vuole in-nanzitutto chiarire quali so-no le regole generali che sta-biliscono i limiti delle consu-lenze per i magistrati. E, dun-que, partiamo da quelle: inbase alla legge del 1999 i ma-gistrati possono essere no-minati come consulenti dellaPresidenza del Consiglio deiministri o dai ministri. I re-quisiti sono disciplinati dalCsm. Ci vuole la richiestadell ’interessato, la produ-zione di documenti tra i qualiil parere del consiglio giudi-ziario e del capo dell’ufficio,

l’indicazione del tipo di inca-rico che si vuole assumere e ilcompenso. Il magistrato de-ve anche attestare che nonsta trattando procedimentipenali e civili che possanoentrare in conflitto con l’in-carico.

Per evitare casi an-che solo di inoppor-tunità secondo leicosa dovrebbe fare ilCsm e cosa il Parla-m e n to?

Se il contenuto delleinformazioni richie-ste e trasmesse è cor-retto e completo nonci sono problemi per-ché il Csm può già deciderese esiste una situazione di i-nopportunità o addiritturauna situazione di divieto

E nel caso specifico del pro-curatore Rossi?

Per quello che è arrivato alPlenum di cui faccio partenon c’era la rappresentazio-ne di alcuna situazione di i-

nopportunità.Mi risulta che il procuratoreRossi quando chiede l’a u to -rizzazione per fare il consu-lente del governo Letta scri-ve di “non avere procedi-menti penali in trattazio-n e” tali da “incidere nega-

tivamente sulsuo incarico”,m a n o n l oscrive per gliincarichi suc-cessivi. Il 5 novembre 2014,per il secondo incarico di tresettimane, invia una emailal Csm che gli aveva chiestochiarimenti sul tipo di con-

sulenza, per dire che “sitratta di rinnovo”e di rifarsialla pratica del 2013. Perl’ultimo incarico in scaden-za il prossimo 31 dicembrenon risulta che ci sia neppu-re una sua richiesta di rin-novo ma solo quella della

Pre s i de n-za del Con-siglio. Tut-to regola-r e?

Quanto allaprima auto-ri zza zio nen o n e r omembro delC s m . P e rquello che ri-g u a r d a s e-conda e terzaa u t o r i z z a-zione non ri-

sultavano queste circostan-ze che mi riservo di verifica-re. In astratto la circolare su-gli incarichi recentementemodificata prevedeva e pre-

vede che ci debba essere l’ap-posita richiesta con docu-menti allegati. Immaginoche la Prima commissione, dicui non faccio parte, nel cor-so dell’istruttoria farà le op-portune verifiche.

Nel momento in cui c ’èun‘inchiesta che potenzial-mente potrebbe coinvolge-re il padre di un ministro, co-me in questo caso, lei da ma-gistrato, al posto del procu-ratore Rossi si sarebbe di-messo da consulente delgoverno per opportunità?

Vanno sempre evitati i casi diinterferenza tra l’attività delmagistrato e i suoi eventualiincarichi esterni. Qualora vifosse stata l’iscrizione nel re-gistro degli indagati di un fa-miliare di un membro del go-verno sicuramente non avreiproseguito la consulenza maal momento non è noto checiò sia accaduto e l’incarico èpure in scadenza.

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Mancava una partedei documentiper la prorogadel 2014? Mi riservodi accertarlo,doveva esserci

Etruria, sotto esame al Csmil rinnovo dell’incarico al pm

BANCHE Il procuratore di Arezzo difende la consulenza per il governo: “Solo pareri tecnici”Il vicepresidente Legnini: “Nomina legittima, da verificare eventuali incompatibilità successive”

NUOVO ESPOSTO A ROMA

Il Codacons e la Cgilattaccano ancoraBankitalia e Consob

q“OGGIABBIAMOFATTO sentire lanostra voce in piazza, ma non ci fer-

meremo qui: abbiamo inviato una nuovadenuncia alla Procura di Roma contro Bancad’Italia e Consob”. Dopo il sit-in di ieri difronte alla sede di Bankitalia il Codacons ri-lancia la sua battaglia. Lo fa richiamando u-na denuncia del 2013 “in cui si chiedeva aidue organi di vigilanza di intervenire a tutela

dei risparmiatori, evidenziando i rischi con-nessi allo stato di difficoltà di alcuni istitutidi credito che continuavano a piazzare titoliai piccoli investitori”. Quella segnalazione,afferma il comitato, non ebbe conseguenze:“Da Bankitalia e Consob non è mai giuntoalcun riscontro a tali denunce, e proprio sulmancato intervento dei due organi dovrà o-ra pronunciarsi la magistratura. Chiedere-

mo inoltre di sospendere i vertici di Banki-talia e Consob in relazione all’assenza di in-terventi a tutela dei risparmiatori, pur es-sendo stati informati della grave situazionedi rischio”. Contro la Consob e gli altri con-trollori a si scaglia anche il segretario gene-rale dell Cgil Susanna Camusso: “I titoli tos-sici vanno vietati ma gli istituti di vigilanza ela Consob devono fare il proprio lavoro”.

Il casoIl FattoQuotidianoha svelatoche ilp ro c u ra to recapo diA re zzo,Rober toRossi, titolaredelle indaginisu BancaEtruria nel cuicda sedeva ilpadre delm i n i s t roMaria ElenaBoschi, PierLuigi, ha unaconsulenza inm a te r i agiuridica perla Presidenzadel Consigliodei ministri.A ss e g n a t adal governoLetta, è stataprorogata dalgoverno Renzidi cui fa partela Boschi

Aldo Morgigni (Csm)

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8 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

» GIANNI BARBACETTOE MARCO MARONI

Nei prossimi mesi a Mila-no avremo due BeppeSala: il primo sarà il can-didato alle primarie del

centrosinistra che farà campa-gna elettorale per diventare sin-daco della città; il secondo sarà –e resterà –commissario straordi-nario, amministratore delegato emembro del consiglio d’ammini -strazione di Expo spa. Sala infattimanterrà i tre incarichi che cu-mula nella società che ha gestitol’esposizione universale: con re-lativo superstipendio. Farà cam-pagna elettorale stipendiato daExpo. Ha annunciato, è vero, diaver dato le dimissioni. Ma avevamandato una prima lettera al sin-daco di Milano in cui comunica-va le sue dimissioni da membrodel cda a partire dal 31 dicembre2015. Poi però a Giuliano Pisapiaè arrivata una seconda lettera, incui Sala dice di voler restare finoal 31 gennaio 2016. Un mese inpiù: proprio quello della campa-gna elettorale per le primarie(che si terranno il 7 febbraio).

NEL CDA, SALArappresenta il Co-mune di Milano: scelto dal sinda-co di centrodestra Letizia Morat-ti e poi confermato da Pisapia. Maattenzione: dal 1 febbraio 2016Sala non sarà più il rappresentan-te del Comune nel cda e quindianche l’amministratore delegatodi Expo spa, resterà però com-missario straordinario delegatodal governo. La nomina, che gli èarrivata con un decreto del 6 mag-gio 2013 del presidente del Con-siglio Enrico Letta, è quella che gli

ha conferito i super-poteri sull’e-vento Expo, soprattutto quello didare appalti pubblici senza gara,distribuendo un fiume di soldi inmodo discrezionale. È vero che iltesto unico sull’ordinamento de-gli enti locali sancisce l’ineleggi -

bilità alla carica di sindaco per icommissari di governo, ma diceanche che le cause di ineleggibi-lità decadono se l’interessato ces-sa dalle funzioni entro il giornofissato per la presentazione dellecandidature: cioè 30 giorni prima

della data fissata per le votazio-ni.

Dunque, visto che si voteràpresumibilmente a giugno, Salapuò restare commissario Expo fi-no a maggio: se dovesse vincere leprimarie, potrà fare quasi l’interacampagna elettorale successivarestando commissario, semprecon stipendio Expo.

Intanto i dati di bilancio Expocomunicati lunedì sono staticommentati molto negativamen-te da un altro candidato sindaco,Corrado Passera, che di bilanci sene intende: “È scandaloso. Non èsopportabile la mancanza di tra-sparenza di Sala. Le cifre che ha

diffuso prendono in giro i citta-dini. Non ha dato l’indicatore piùsemplice: gli incassi, non ci dicequanto ha incassato davvero coni biglietti”. Ci dice la cifra dei ri-cavi, che però possono essere nonancora incassati o addirittura non

incassabili (per esempio, per i bi-glietti venduti a pacchetto a qual-che grande operatore che non èriuscito a piazzarli ai visitatorireali). Poi ci dà la cifra del patri-monio netto, che si ricava sot-traendo l’utile (o la perdita)dell’anno dal patrimonio dell’an -no precedente: ma non ci dicequal è l’utile (o la perdita) dell’an -no. “Ci dà il margine operativolordo, ma non ci dice nulla di o-neri finanziari e ammortamenti.Nulla degli extracosti sui lavori,dei contenziosi con le aziende,delle bonifiche, dei costi per losmantellamento”.

Insomma, se questo è lo stile dilavoro di Sala alle prese con unpiccolo bilancio da 800 milioni,che cosa succederà se mai doves-se occuparsi del bilancio del Co-mune di Milano da 5 miliardi?

FINORA i conti Expo galleggianonella più assoluta mancanza ditrasparenza. Quando finalmenteSala si dimetterà da tutte e tre lecariche Expo, lascerà al suo suc-cessore le patate bollenti (e inqui-nate) degli extracosti, dei conten-ziosi, delle bonifiche, spese dacentinaia di milioni che non ave-va previsto; e di spiegare alla Cor-te dei conti (che ha già detto chenon si può fare) perché ben 200milioni dati dal governo sono statiiscritti a bilancio come investi-menti, cioè in conto capitale, in-vece che come costi. Ma quando inodi verranno al pettine sarà giàprimavera e sarà probabilmentegià scattata l’operazione che ren-derà illegibili le cifre: con la fu-sione tra Expo spa e Arexpo spa(la società che possiede le aree).

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» FABRIZIO D’E S P OS I TO

La battuta di due deputaticommensali è crudele e

riassume il senso del pranzo:“Abbiamo festeggiato i 40anni di Mara per fare il fune-rale a Renato, lui presente”.“Ma r a” è Carfagna. “R en a-to” è Brunetta e il doppio e-vento, compleanno vero edesequie politiche del capo-gruppo azzurro alla Camera,si è celebrato ieri in un risto-rante frequentato dal potereromano, “L’Osteria del So-stegno”. L’ennesimo capito-lo del caos nero che ha inve-stito Forza Italia, devastatadalle scissioni e dai nuovi as-salti dei verdiniani neoren-ziani.

DUNQUE, i 40 anni dell’exministra più bella del mondonell’ultimo governo Berlu-sconi. Questo il punto di par-tenza. Così ieri mattina, A-lessandro Ruben, compagnodi Carfagna ed ex deputatofiniano, si è sentito con Paolo

Romani, capogruppo al Se-nato e grande nemico del“co l l eg a ” Brunetta, dopo lefiguracce forziste su Consul-ta e sfiducia a Boschi. “Per -ché non facciamo un pranzoa sorpresa per Mara?”. Lascelta cade sull’“Osteria delSostegno”, il locale predilet-to di Romani dove pranza ecena a orari milanesi, alle 12 ealle 19. I due, Carfagna e Ro-mani, si vedono però prima.

Il colloquio dura un’ora esancisce il micropatto nata-lizio di quel che resta di For-za Italia: sostituire Brunettaalla Camera con l’ex capo-gruppo. Lei aspira da tempo el’altro giorno, al Tempo, ha ri-lasciato un’ampia intervistaparlando già da capogruppo.Al ristorante, in ordine spar-so, arrivano anche “a mic i”collocati altrove, tipo il cen-trista Pier Ferdinando Casi-

ni e il verdiniano Ignazio A-brignani. Il clima è talmentecordiale, ufficialmente, chesi presenta anche il de cuiusBrunetta, de cuius o vv ia-mente in senso politico, igna-ro del nuovo accordo fatto al-le sue spalle. Poco alla volta atavola si accomodano depu-

tati e senatori: Rizzotti, Ca-liendo, Gasparri, Pelino,Bernini, Fasano, Baldelli,Prestigiacomo, Ravetto, Ca-labria, Gelmini, Giacomoni,Napoli, Valentini, Polidori.Ci sono anche Lainati e Pol-verini, dati in partenza per ilgruppo neorenziano di De-

nis Verdini. C’è, infine, la te-soriera dell’ex cerchio magi-co, Mariarosaria Rossi. Qual-cuno fa notare, invece, l’as -senza di Elio Vito e RobertoOcchiuto, altri due preten-denti alla carica di capogrup-po e già bruciati.

Il menù parte con la gricia,tra i piatti più buoni della cu-cina romanesca, e finisce conuna torta sormontata da unsolo cande-l o t t o . Apranzo tieneb a n c o s o-prattutto l’a-desione del-l a c o p p i aBondi e Re-petti ai ver-diniani, do-po la fuoriu-scita di qualche mese fa daForza Italia. Baldelli, noto i-mitatore, scimmiotta siaBondi sia Verdini. I due,“Sandro”e“Denis”da grandiamici che erano, sono poi ar-rivati a odiarsi. Adesso nelsupremo interesse di lei, Ma-

Il commissario posticipa di un mese la scadenza delle sue carichenella Spa: farà campagna elettorale stipendiato dall’Esposizione

Sala raddoppia:da candidato Pdresta uomo-Expo

M I L A NO

“È la festa di Mara o il funerale di Brunetta?”Fratelli coltelli Adunata azzurra per i 40 anni della Carfagna:Romani le promette la poltrona di capogruppo alla Camera

C a m b iodella guardiaC a r fag n adov re b b esostituire Bru-netta, sempremeno soppor-t ato La Pre ss e

Il favorito Sala, candidato alle primarie del centrosinistra a Milano La Pre ss e

nuela Repetti, lui ha messoda parte l’odio e spera che ilPartito della nazione garan-tisca un seggio alla compa-gna. Questo il senso della co-sa.

DI FINTA PACE in finta pace, aun certo punto si appalesaanche Silvio Berlusconi, pro-prio tramite lo s martph onebrunettiano. Una telefonata

veloce, nean-che un minu-to. Il tempodi benedirel’armonia ri-trovata e poi“ciao ciao”.Ma sull’ondad el l’ar mo ni agià si affilanoi coltelli me-

taforici delle nuove idi con-tro Brunetta, Cesare assolu-to e mal sopportato del grup-po alla Camera. Lui, inconsa-pevole del funerale, è statopiù disponibile del solito,versando il vino a tutti.

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I numeri

800milioni,il bilancioco m p l e ss i vodi Expo.Il Comunedi Milano haun bilancioda 5 miliardidi euro

200milioni,dati dalgove r n oa Expoe iscrittia bilanciosotto la vocei nve s t i m e n t i .Per la Cortedei conti nonsi può fare

30Per legge, unco m m i ss a r i odi governo,se vuolec a n d i d a rs i ,deve lasciarela sua caricaalmeno 30giorni primadelle elezioni

L’accusa di Passera“Ha diffuso cifre ridicolesul bilancio dellakermesse: manca persinoil dato sugli incassi”

CONFLITTO D’I N T E R E S SI

Teatro di Firenze,interrogazioneparlamentare del M5S

qSUL TEATRO COMUNALE di Firen-ze, di cui il Fatto ha scritto lo scorso 16

dicembre, arriva un’interrogazione al gover-no da parte del Movimento 5 Stelle, firmatadalla senatrice Michela Montevecchi. Il Tea-tro comunale la scorsa estate è stato acqui-stato dalla Nikila Invest di Ilaria Niccolai. LaNiccolai è il nome di punta del sistema TheMall. Il suo nome, come abbiamo scritto nei

giorni scorsi, è legato alla Party, società im-mobiliare costituita nel 2014 con TizianoRenzi, il padre del premier. “Dai fatti – s c r i vela senatrice M5s nell’interrogazione –emer-gono preoccupanti intrecci economico-po-litici, atti a falsare il delicato equilibrio cheregola i rapporti tra le pubbliche amministra-zioni e gli interessi privati (...) quanto all’i-potesi di conflitto d’interessi, si evidenziano

intrecci familiari molto poco trasparenti e allimite della legittimità, sarebbe infatti op-portuno chiarire e riferire in Parlamento inrelazione ai fatti descritti”. Il testo si conclu-de con una richiesta al governo: “un’indagineamministrativa interna volta ad accertare lacorretta gestione della vendita del bene im-mobile e restituire dunque dignità alla citta-dinanza di Firenze e dell'Italia intera”.

Regalo di NatalePrima del pranzoa base di gricia,il patto per cacciarel’odiato Renato

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 9

CARA DI MINEO

C ommi ssionei m m i g rat i ,Castiglioneattacca “Il Fatto”» VALERIA PACELLI

P er la seconda volta,il sottosegretarioGiuseppe Castiglio-

ne non chiarisce la propriaposizione suipresunti in-contri nel2011 cons o g g e t t il e g a t i a lCara di Mi-neo. Non so-lo. Convocato dinuovo ieri in Commissio-ne parlamentare di inchie-sta sull’assistenza agli im-migrati ha preferito pren-dersela con il Fatto e chie-dersi dove siano stati maipresi i verbali di Luca Ode-vaine che rivela gli incon-tri. In realtà si tratta di attidepositati nel processo incorso in primo grado Ma-fia Capitale, dove Odevai-ne è imputato per corru-zione. Nei verbali, acquisi-ti anche dalla commissio-ne stessa, Odevaine rac-conta di essere stato por-tato a pranzo da Castiglio-ne nel 2011 con Salvo Calì,presidente del consorzioSisifo, la coop rossa che poivincerà la gara in un’Aticon La Cascina. Poi parladi un incontro al bar Ciam-pini tra lui, Castiglione el’ex capo della Cascina,Salvatore Menolascina.Convocato a giugno incommissione, Castiglionenon ha parlato di questopresunto incontro, men-tre sul pranzo a Catania di-ceva: “Quando Odevaine èvenuto per la prima voltal’avrò anche potuto invita-re a pranzo” ma aggiunge-va “nessuno avrebbe maipotuto pensare di indivi-duare un soggetto che a-vrebbe dovuto gestire leattività”. Ieri Vega Colon-nese (M5S) ha riproposto,leggendo due articoli delFatto, l’interrogatorio diOdevaine, chiedendo ledimissioni del sottosegre-tario. Che si è infervorato:“Nessun atto, nessuna in-tercettazione, nessunapresunta dichiarazione èstata legittimamente ac-quisita dall’autorità giudi-ziaria. Lei questi atti comeli conosce? Quale fonte liha acquisiti? Come li ha ac-quisiti? Come ha il giorna-le le dichiarazioni di Ode-vaine?”. È così intervenu-to il presidente della Com-missione immigrati, Gen-naro Migliore che ha ri-cordato a Castiglione chenon è lui a dover fare le do-mande, oltre spiegargli –secretando la seduta – chequei verbali sono stati ac-quisiti anche dalla com-missione. Nonostante ciò,non ha ottenuto risposte.

IL CASO SCOGNAMIGLIO

Sospensione bloccata:azione disciplinarecontro la giudice

qIL PROCURATORE generale dellaCassazione ha avviato l’azione di-

sciplinare nei confronti del giudice AnnaScognamiglio. Il magistrato è indagataper concussione per induzione nell’in-chiesta che la Procura di Roma ha apertosul tentativo del marito, l’avvocato Gu-glielmo Manna, di ottenere un incarico dirilievo nel sistema sanitario della Regione

Campania.Manna, è l’ipotesi degli inquirenti, avrebbecercato di sfruttare la posizione della mo-glie, che era la relatrice in due diverse pro-cedure di ricorso presentate dal governa-tore della Campania Vincenzo De Lucacontro l’applicazione della legge Severino.Anna Scognamiglio bloccò la sospensionedalla carica per il governatore. Secondo

l’accusa lei e il marito avrebbero minaccia-to una decisione sfavorevole per ottenereda De Luca una nomina per Manna.Il vicepresidente del Csm Giovanni Legniniha spiegato che il pg della Cassazione hadeciso di esercitare l’azione disciplinaresulla base dei capi di incolpazione ma nonha richiesto misure cautelari nei confrontidel magistrato.

Un altro rinvio per De Luca:stavolta arriva a mezzo stampaNon per vie ufficiali ma sul sito del “Mattino” la notizia che il tribunale civile lasciaaltri sei mesi al governatore nella sua guerra di ricorsi contro la legge Severino

Giovanni Canzio Mattarella avrebbe voluto l’unanimità, ma la sinistra non l’ha votatoGI UST I Z I A

Tutti gli incastri a posto,l’uomo del Quirinalea capo della Cassazione

Il titolo va in rete sul sito de “Il Mat-tino”: il Tribunale civile di Napoli a-

vrebbe rinviato a maggio ogni deci-sione sul caso di Vincenzo De Luca.Lasciandolo nella carica di Governa-tore della Campania e dandogli altricinque mesi di respiro nella sua guer-ra di ricorsi contro la Legge Severino,legge che ne imporrebbe la sospen-sione perché condannato in primogrado per abuso d’ufficio.

De Luca è in sella grazie all’o r d i-nanza Scognamiglio che ha eccepitoquattro profili di dubbia costituzio-nalità della legge. L’ordinanza è alcentro di un’inchiesta della Procuradi Roma che si fonda sul sospetto cheil marito del giudice sapesse le notizieprima degli altri, forse le riceveva di-rettamente dalla moglie in camera diconsiglio, e se le spendeva nel tenta-tivo di ottenere una nomina nella sa-

nità. Ed ora ci sarebbe di nuovo qual-cuno che sa le notizie prima degli al-tri.

In Tribunale non risulta deposita-to alcun provvedimento, e gli avvoca-ti delle parti in causa non lo hanno ri-

cevuto con il rituale messaggio di po-sta elettronica certificata (pec). Sonotutti in attesa dal 17 dicembre, quandoil collegio ha chiuso cinque ore di di-scussione a porte chiuse. Sono inter-venuti gli avvocati e il pm, che è tor-nato a chiedere la sospensione di DeLuca – riservandosi di decidere nelmerito del ricorso avanzato dai legalidel governatore Pd. Parevano apertesolo tre strade: l’accoglimento del ri-corso, il rigetto oppure la sospensionedel processo in attesa della Consulta,che si è già pronunciata sul caso DeMagistris dichiarando costituzionalela Severino sulla retroattività, ma nonha fissato una data sul caso De Luca.

Invece sarebbe stata aperta (il con-dizionale è d’obbligo) un’altra strada:il rinvio. Lo afferma “Il Mattino” chesul web non scopre le fonti. Gli avvo-cati che si stanno opponendo a De Lu-

ca sono allibiti. Salvatore Di Pardo (exconsiglieri di centrodestra): “P rovosconcerto, anche stavolta qualcunosa le cose prima degli altri e poi tec-nicamente un rinvio non ha senso,perché ci hanno fatto discutere cin-que ore? Peraltro ad un rinvio nonpuoi appellarti, a una ordinanza sì.G r o tt e s c o ”. Gianluigi Pellegrino(Movimento per la difesa del Cittadi-no): “Se fosse vero allora la Scogna-miglio non era l’unica a Napoli a te-lefonare dalla camera di consiglio”.Arnaldo Miglino (Sel): “Scorretto cheil rinvio sia stato fatto conoscere a ungiornale prima della pec a norma dilegge”. De Luca in radio ostenta sere-nità: “Era un falso problema che ri-guardava gli sfaccendati. Andiamo a-vanti”.

V. IUR.© RIPRODUZIONE RISERVATA

» GIANNI BARBACETTO

Èstato un gioco d’inca -stri perfetto: qualchegiorno fa, il presidentedel Consiglio Matteo

Renzi ha nominato il magi-strato Giuseppe Maria Berru-ti commissario della Consob.Così il posto di primo presi-dente della Cassazione si è re-so disponibile per GiovanniCanzio, presidente della Cor-te d’appello di Milano, che orasi trasferisce a Roma dove di-verrà anche membro di dirittodel Csm. Nato nel 1945, Can-zio avrebbe dovuto andare inpensione appena compiuti i70 anni. Ma la proroga di unanno decisa dal governo perchi compie i 70 entro il 31 di-cembre 2015 ha reso possibilela decisione di ieri del Consi-glio superiore della magistra-tura: il plenum, presieduto dalcapo dello Stato Sergio Mat-tarella, ha nominato Canzio,che così potrà concludere lasua carriera come primo ma-gistrato d’Italia.

È mancata l’unanimità, congrande dolore di Mattarella,perché ai 23 voti favorevoli sisono affiancate tre astensionipesanti: quelle dei magistratiLucio Aschettino e Piergior-gio Morosini, togati di Area(Magistratura democratica eMovimento per la giustizia) equella del laico indicato dalMovimento 5 stelle AlessioZaccaria.

Canzio viene da una fami-glia originaria di Salerno, co-

me suo fratello Mario, ragio-niere generale dello Stato dal2005 al 2013. Studi giuridici aNapoli, laurea nel 1966, in-gresso in magistratura nel1970. Primo incarico al Tribu-nale di Vicenza, poi a Rieti.Dal 1995 al 2009 è consiglierein Cassazione e poi coordina-tore delle sezioni unite penalie direttore del Massimariodella suprema corte. Nel 2009è nominato presidente dellaCorte d’appello dell’Aquila,nel 2011 di quella di Milano.

Negli anni in Cassazione furelatore al processo in cuiGiulio Andreotti era accusatod el l’omicidio del giornalistaMino Pecorelli: la sentenzad’appello, di condanna, è statadalla suprema corte annullata

senza rinvio. Relatore ancheal processo contro CalogeroMannino: anche in questo ca-so la condanna in appello perconcorso esterno in associa-zione mafiosa fu annullatacon rinvio a un nuovo proces-so che poi assolse definitiva-mente il politico siciliano. Fe-ce parte anche del collegioche annullò senza rinvio lasentenza contro CorradoCarnevale, ribaltando la sen-tenza d’appello che lo avevacondannato per concorso e-sterno in associazione mafio-sa e mandando definitiva-mente assolto il giudice cheallora i giornali chiamavano“a mm a z z as e n t e nz e ”, con u-na apposita modifica dellagiurisprudenza.

Da presidente della Corted’appello di Milano, è rimastomemorabile il suo interventoal l’inaugurazione dell’an nogiudiziario 2015, in cui ha, inmaniera inedita, criticato lescelte processuali di un altroufficio giudiziario, quello diPalermo, che aveva chiestol’audizione del presidenteGiorgio Napolitano (che loapprezzava molto) nel pro-cesso sulla trattativa Sta-to-mafia: “È mia ferma e per-sonale opinione che questadura prova si poteva rispar-miare al capo dello Stato, allamagistratura stessa e alla Re-pubblica Italiana”.

Negli ultimi mesi, il suo uf-ficio a Milano è stato coinvol-to in un’indagine che riguardail suo caposcorta: dai telefoniin uso al carabiniere che gli fa-ceva da assistente risulta par-tita una telefonata di minaccericevuta da una giornalistadel Corriere della sera che in-dagava sulle aste giudiziariedel tribunale di Milano. Unastoria oscura che resterà forsesenza soluzione, visto che chipoteva diradare i dubbi sul ca-poscorta d’ora in poi sarà im-pegnato a Roma nel ruolo diprimo magistrato del Paese.

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Un ricorso dietro l’a lt ro Il governatoredella Campania, Vincenzo De Luca

Al verticeIl nuovo pri-mo presidentedella Cassazio-ne, GiovanniCanzio, già acapo dellaCorte d’appel -lo di Milano.Sopra, il nuovopre sidenteaggiunto, Re-nato Rordorf

Ha fattoparte deicol le g iche hannoannullato leco n d a n n edi Mannino,Andreotti edel giudiceCarne vale

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10 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

» DAVIDE MILOSA

Milano

Omicidio di BrunoCaccia. In presa di-retta tre decenni do-po. “Ti sei fatto 30

anni tranquillo, fattene altri30 tranquillo”. L’augurio diPlacido Barresi va a RoccoSchirripa. Il primo è il cognatodel boss ergastolano MimmoBelfiore ritenuto il mandantedella morte del procuratorecapo di Torino ucciso il 26 giu-gno 1983. Il secondo, panettie-re di professione, ’ndranghe -tista di livello con dote di“quartino” e statua del Padri-no nel giardino della sua villa aChivasso, coinvolto nell’inda -gine Minotauro del 2011, è in-vece uno dei due presunti e-secutori materiali. Arrestatoieri, 32 anni dopo. Il secondoesecutore, ragiona il pm anti-mafia di Milano Marcello Ta-tangelo, “si ritiene sia Dome-nico Belfiore”. Killer e ideato-re di un omicidio del quale,spiega Belfiore intercettato,“in Calabria tutti sapevano”.

IL NUOVO FASCICOLO s ul l amorte del magistrato viene a-perto l’estate scorsa dopo chel’avvocato Fabio Repici, legaledella famiglia di Caccia, depo-sita diversi esposti nei quali laprospettiva cambia e dalla ’n-drangheta si passa a Cosa no-stra. Sul tavolo il riciclaggionei casinò di St. Vincent. Nelle108 pagine dell’ordinanza fir-mata dal giudice Stefania Pepedi questo non si fa cenno. Apianificare tutto è stata la ’n-drangheta “to ri nes e”. Tantopiù che l’identikit dell’epoca,sostiene l’accusa, coincide conquello di Schirripa. L’indagineinizia nell’agosto scorso quan-

do Mimmo Belfiore da duemesi è ai domiciliari per mo-tivi di salute. Si tenta quellache la Procura chiama una“scommessa investigativa”.L’escamotage è inviare un a-nonimo a Belfiore, al cognatoBarresi (assolto per l’o mi ci-dio) e a Schirripa. È l’articolodella Stampa che diede la no-tizia dell’arresto dei mandan-ti. Dietro a ogni foglio gli inve-

stigatori scrivono: “Omic idioCaccia: Se parlo andate tuttialle Vallette. Esecutori: Do-menico Belfiore, Rocco BarcaS c h i r ri p a ”. Nessuna fonteconfidenziale, solo un’esca. Ilnome di Schirripa, mai citatonelle sentenze, viene messo inbase alle dichiarazioni di Vin-cenzo Piva, cognato di Belfio-re, che nel 1995 lo legò allamorte di Caccia. Vengono at-

tivate le intercettazioni con ilVirus, un software che trasfor-ma gli smartphone in micro-spie. Le registrazioni avven-gono sul balcone di casa Bel-fiore e in largo Montebello aTorino. L’11 ottobre Barresidice a Belfiore: “Se Rocco haparlato con qualcuno, io nonmi fido”. Barresi non si fida“perché ritiene che se Schirri-pa avesse ricevuto la lettera sisarebbe fatto vivo”. Così non è.Il dubbio di Barresi nasce dalfatto che in una recente ope-razione anti-droga, nonostan-te il suo coinvolgimento, nonsia stato arrestato. “Il fattostrano è che lui non lo hannoa tt ac c at o”. Il 12 novembreBarresi incontra Schirripa. “Èuna cosa delicata – inizia Bar-

resi – il tuo nome chi lo cono-sceva? Hai parlato con qualcu-no?”. Schirripa ammette chelo ha detto a Rocco Piscioneri,trafficante legato alla ’ndran -gheta. Ma lui, Piscioneri, assi-cura Rocco Barca, “non hapa rl ato ”. Il tema è l’o mic id ioCaccia. I protagonisti, però,non entrano nei particolari.

“OH ROCCO–dice Barresi –èaprotezione tua che noi ci stia-mo preoccupando, parla conquell’altro (Piscioneri, ndr) seci è scappata qualche mezzacosa”. Barresi, poi, riassume ilragionamento di Belfiore:“Pure Mimmo (…) dice: delcoinvolgimento chi lo sapeva?Di sicuro insistono su di te”. Idue si rivedono il 27 novem-bre. Gli uomini del clan cerca-no “lo spione”. Dice Barresi:“Se io lo individuo...”. ChiosaSchirripa: “Vedi di indivi-duarlo che poi... non ti preoc-cupare”. Scrive il giudice: “Setutto ciò non fosse vero non a-vrebbe senso che Barresi , am-messo alla semi-libertà dopo20 anni di galera, valuti la pos-sibilità di uccidere chi è a co-noscenza di un tale segreto”.Eancora: “Ho parlato con Mim-mo –dice Barresi –non ne par-liamo più, fatti altri 30 annitranqui llo”. Questa frase, ra-giona il giudice , “c o nf e rm ache Schirripa è uno degli ese-c ut or i” . Chiude lo stessoSchirripa: “Cerco una siste-mazione così dormo tranquil-lo”. È l’ultimo atto. Pianifica lafuga? Scatta l’arresto.

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Le intercettazioni“Non ne parliamo più,ti sei fatto 30 annitranquillo, fattenealtri 30 tranquillo”

In manette Rocco Schirripa. A destra, il “Pad r i no” nella sua villa e la panetteria. Sotto, Domenico Belfiore

» ANDREA GIAMBARTOLOMEI

Manca il secondo esecuto-re. E non solo. Dietro di

loro c’era un’organizzazionepiù ampia”. Da quattro anniPaola Bellone, magistrato o-norario a Torino, legge e ri-legge le carte degli archivigiudiziari per capire cosa c’èdietro l’omicidio di BrunoCaccia. “Nella seconda sen-tenza d’appello con cui Do-menico Belfiore è stato con-dannato c’era un capitolomolto interessante sulle rela-zioni pericolose”.

Cosa riguardava quel capi-to l o?

Era una parte sui legami traBelfiore e i magistrati.

Quali legami?Si parlava del legame tra il

procuratore Luigi Moschel-la, il gestore del bar vicino altribunale Gianfranco Gonel-la e i Belfiore. È lì che vieneindividuato il movente. Cac-cia ostacolava la “disponibi-lità” di alcuni magistrati ver-so i malavitosi.

In che modo?Quando Caccia divenne pro-curatore capo alcuni pm sene andarono perché lui erainflessibile e attentissimo. Inprocura portò dei giovanigiudici. Gli altri avevano con-tiguità coi malavitosi.

Che tipo di contiguità?Per esempio Moschella era lapubblica accusa nel processoal nucleo storico delle Br eper tutelarsi dormiva in unacasa di Gonella, che si era in-teressato della sorte giudi-

ziaria di alcuni uomini di Bel-fiore. Furono indagati.

Come finì l’i n d a g i n e?Ci furono processi separati.Da una parte i calabresi, daun ’altra Gonella, che stavamale. Dopo fu processato pu-re Moschella perché l’i n d a-gine durò molto e alla finel’accusa cadde.

E l’arresto di Rocco Schirri-pa come si inserisce in que-sto quadro?

Conferma la correttezza del-la pista dei calabresi di Bel-fiore. Così venivano chiama-ti all’epoca questi malavitosi:non erano considerati della‘ndrangheta ed erano con-trapposti ai catanesi. Questiultimi avevano in mano iltraffico della droga, un affarepassato ai calabresi dopo la

morte di Caccia.Ne beneficiarono,ma è impensabileche sia stato soloDomenico Belfio-re, all’epoca 31en-ne, a decidere diuccidere il procu-ratore capo.

In che senso?Bisogna guardare gli altriprocessi in corso a Torinoall’epoca e ai fatti politici. Nel1983, prima di Mani Pulite ein piena Guerra fredda, scop-piò lo scandalo delle tangentidi Adriano Zampini, checoinvolgevano i socialistiche, proprio il giorno dell’o-micidio Caccia, ebbero unsuccesso alle elezioni politi-che con Bettino Craxi che di-venne premier. Poi era in

corso il processoper lo scandalod e i p e t r o l i : f uchiesta la messain stato d’accu sadei ministri Giu-lio Andreotti e diMario Tanassi,sospettati di averricevuto tangenti

per facilitare la nomina diRaffaele Giudice alla guidadella Guardia di finanza, cosìda favorire l’evasione delleaccise. Ho il dubbio che i po-teri forti abbiano quindi infil-trato la ’ndrangheta per l’o-micidio. D’altronde dal 1975l’organizzazione era diven-tata la “Santa” e poteva averelegami con forze dell’ordinee massoneria.

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L’OPI N ION E

MA RIMANEIL MISTEROSULLE MENTIRA F F I NAT I S S I M E» ETTORE BOFFANO

T rentadue anni do-po, sappiamo mol-to di più. Ma non

sappiamo ancora tutto.Conosciamo chi “o rg a-nizzò” la morte di BrunoCaccia: Domenico “Mim-

mo ” Bel fior e,già condan-

nato comem a nd a n-t e d iq u e l l ’ o-

micidio, epoi “quelli

di giù”, i capidella ’ndrangheta in Ca-labria, come lui stesso di-ce in un’intercett azioneraccolta nelle settimanescorse. Da ieri, infine,sappiamo che il panettie-re Rocco Schirripa, detto“Barca”, fu il killer che e-seguì la “sentenza”.

Ciò che non conoscia-mo (e forse sarà così persempre) è invece l’identi-tà di chi decise davverol’omicidio: il più “anoma-lo” tra quelli della crimi-nalità italiana che hannoavuto come vittime deimagistrati. Organizzatoed eseguito al Nord (nonera mai accaduto prima enon è mai più accadutodopo) da quella, tra le mo-stre mafie, che ha sempreevitato (a diversità di Co-sa Nostra) l’attacco diret-to alla Giustizia.

Chi aveva interesse,dunque, ad assecondare ea fomentare l’odio che gli’ndranghetisti torinesiprovavano verso il loronemico giurato, il procu-ratore capo Bruno Cac-cia? La risposta, proba-bi lmente , va cercatanell’incredibile e perversointreccio criminale che,all’inizio degli Anni 80, siera ramificato a Torinoattorno alle clamorose in-chieste che Caccia avevaaperto proprio nei mesiprecedenti la sua morte.Contro l ’infiltrazionedella mafia nel Casinò diSaint Vincent, contro lacorruzione dello “scanda-lo delle tangenti”e di quel-lo “dei petroli”, contro lapresenza della ’ndr an-gheta in Val di Susa e negliappalti dell’autostradadel Frejus. Infine, e forsequi è nascosta la vera“chiave” del delitto, con-tro i patti più occulti tra lapolitica legata alle ‘ndri-ne, i vertici della mala su-balpina e i nuovi capi ar-rivati dal Sud e il gruppodi magistrati corrotti cheinquinavano gli uffici giu-diziari torinesi. Le “mentir af f in at i ss i me ” de ll ’om i-cidio Caccia.

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Paola Bellone Da anni studia gli atti dei processi istruiti dal capo della procura assassinatoL’I N T E RV I STA

“Dietro le cosche un livello superiore ”

CASO CUCCHI

Carabinieri, telefonianti-intercettazioniper gli indagati

qI CARABINIERI indagati nell’inchie -sta bis sulla morte di Stefano Cucchi,

“valutavano e suggerivano varie modalità pereludere operazioni tecniche in corso”. È unadelle novità che emergono dall’i n fo r m a t i vadella Squadra mobile di Roma, finita nel fasci-colo del gip che oggi ha fissato la data, il 29gennaio, per l’incidente probatorio dal quale laprocura spera emergano le cause della morte

del giovane geometra romano, arrestato perdroga il 15 ottobre 2009 e morto una settima-na dopo nel reparto detenuti dell’ospedalePertini. Due le modalità “s u g ge r i te ” da alcunidegli indagati per eludere le intercettazioni al-le quali temevano di essere sottoposti: l’uti -lizzo di “telefoni citofono” con utenze intesta-te a terzi estranei, e l’utilizzo dell’applicazionedi messaggistica istantanea Te l e g ra f che con-

sente di autocancellare i messaggi dopo l’in -vio. Tante sono le intercettazioni trascritte de-gli indagati nell’inchiesta bis (si tratta di tre ca-rabinieri indagati per lesioni aggravate e duecarabinieri indagati per falsa testimonianza).Cucchi “non c’aveva niente; solo che non sidrogava, non mangiava e non beveva il cuore siè fermato. Fratello, è questa la realtà”, così Ro-berto Mandolini, uno degli indagati.

I trent’anni tranquillidel padrino-panettiere

OMICIDIO CACCIA È stato arrestato il presunto killer del procuratore torineseIncastrato con una lettera anonima-esca: “Se parlo andate tutti alle Vallette”

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 11

» GIAN CARLO CASELLI

Sono passati 32 anni daquando venne assassi-nato il procuratore diTorino Bruno Caccia.

La condanna all’ergastolo diDomenico Belfiore (definiti-va) come mandante aveva u-nivocamente ricondotto ildelitto alla criminalità ’n-dranghetista insediata a To-rino. Questo quadro sembraora confermato dall’arresto –con l’accusa di essere stato unesecutore materiale dell’a t-tentato – di Rocco Schirripa,già coinvolto e condannato ininchieste per fatti torinesi di’ndrangheta, fra cui il recentemaxi-processo “Minotauro”.Prova evidente che in tuttiquesti anni le indagini non sisono mai arrestate. Va anzidato atto alla Procura di Mi-lano e alle forze di polizia an-che torinesi di aver perseve-rato nella ricerca della veritàcon pazienza, tenacia e intel-ligenza. Da ultimo, stando al-le cronache, anche avvalen-dosi di “invenzioni”suggesti -ve, per preparare ad arte unterreno più propizio all’i m-piego degli strumenti tradi-zionali.

AI MAGISTRATI che come mehanno avuto il privilegio di la-vorare al suo fianco, BrunoCaccia ha insegnato a muove-re sempre da una convinzioneprofonda: la vita degli esseriumani è, per sua essenza, vitasociale e solo la convivenzapacifica è convivenza civile.Ma la pacifica convivenza ne-cessita di regole ed è compitodel magistrato farle osserva-re. Ogni cedimento, ogni de-bolezza, ogni contiguità im-plica la rottura del patto so-ciale, ed apre la strada alla so-praffazione. Caccia era consi-derato un magistrato “duro”,

ma severità e rigore per lui al-tro non erano se non il sem-plice richiamo al doveroso ri-spetto delle regole. Contro laviolenza e la prepotenza deicriminali che causano agli o-nesti ferite e torti profondi.L’uccisione di Caccia si inse-risce in un lunghissimo elen-co di magistrati uccisi, dallaviolenza terroristica e mafio-sa. Morti vicine nel cuore, an-che se lontane nel tempo. Inuno stato avvezzo a conviverecon personaggi che sul malaf-fare e sulla mafia hanno co-struito carriere e fortune, puòsorprendere che ci siano fun-zionari disposti a fare il lorodovere fino a morire per que-sto Stato.

E M E RG E nello stesso tempoche quelle vittime hanno difatto compiuto una missionestorica: restituire lo Stato allagente. Perché è grazie a loroche finalmente – nella storiadi questo Paese – lo Stato sipresenta agli occhi dei citta-dini anche con volti credibilinei quali ci si possa identifi-care, dando un senso alle pa-role “lo Stato siamo noi”. È no-to che nella sentenza di con-danna di Domenico Belfioresi legge che Caccia non venivaa patti, era anzi “accanito con-tro la criminalità organizza-ta”. Accanito… Quante volteabbiamo sentito ripetere que-sta parola, negli ultimi anni eancora oggi, con riferimento amagistrati “colpevoli” unica -mente di fare il loro dovere:anche nei confronti di poteriforti o di interessi refrattari alcontrollo di legalità, che si

mobilitano per osteggiare lamagistratura che “cr imi na-lizza” questo o quello.

ACC A N I TO … Ecco una parolache costituisce un titolo dimerito se riferita a un magi-strato morto, mentre per imagistrati ancora vivi – mascomodi – viene spesso usatacome una clava. Bruno Cacciaera “accanito” nel senso chericercava la verità con deter-minazione. Sempre attentoalle regole ma non indifferen-

te ai risultati. Scrupoloson el l ’adempimento dei suoidoveri e senza “sconti” o in-dulgenze per nessuno. Vale adire che non contava lo “sta -tus” sociale, economico o po-litico di questo o di quello.Nulla che non fosse la leggepoteva influire su di lui. Eraun esempio, ed è per questoche la sua fotografia figura an-cora nella stanza di amici ecolleghi. Un grande magi-strato. E dire che a parte al-cune celebrazioni più che al-tro formali (l’i nt it ol az io nedel Palazzo di giustizia e di u-na piazzetta periferica), lacittà di Torino sembrava averdi fatto dimenticato questosuo martire. Al punto che Ni-cola Tranfaglia dovette scri-vere (con Teresa De Palma)un saggio su di lui significa-tivamente intitolato “Il giudi-ce dimenticato”.

PER FORTUNA contro questooblio si sono efficacementemobilitati i giovani di Libera,che tra l’altro gestiscono la ca-scina di San Sebastiano Po, inprovincia di Torino, confisca-ta proprio alla famiglia Belfio-re, ora intitolata a Bruno Cac-cia e alla moglie Carla. Unquotidiano, coraggioso impe-gno perché la legalità coinvol-ga i cittadini e li renda semprepiù alleati dello Stato. Così daassumere Bruno Caccia comepunto di riferimento ancheoltre la stretta cerchia delleaule di giustizia. Riuscendopure –meritoriamente –a sti-molare e supportare l’azionegiudiziaria.

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Era accanito contro le mafieMa Torino lo ha dimenticato

LA TESTIMONIANZA Oggi c’è il coraggio dei giovani di Libera

INSIEMECONTRO IL CRIMINE

Ai magistratiche come me hannoavuto il privilegiodi lavorare con lui,ha insegnato che solola convivenza pacificaè convivenza civile

Chi èBrunoC a cc i a ,nato a Cuneonel 1917, morìa Torino il 26giugno 1983:era domenicasera e stavap a ss e g g i a n d ocol suo canequandodue uominia bordodi un’a u togli spararono

C a r r ie raDal 1980alla guidadella Procuradi Torinoav v i òle indaginisu Bre ’ndrine

TRUFFE A MILANO

Pirellone, quattro exassessori a giudizioper contratti falsi

qSONO STATI RINVIATI a giudiziodal gup di Milano Manuela Scudieri

quattro ex assessori regionali lombardi, Giu-lio Boscagli, Mario Scotti, Domenico Zam-betti e Luca Daniel Ferrazzi, e due ex consi-glieri regionali, accusati a vario titolo di falsoe truffa ai danni dello Stato, nell’udienza pre-liminare con al centro presunti contratti fan-tasma a collaboratori al Pirellone. Tra i po-

litici mandati a processo dal giudice (che hadichiarato prescritti alcuni capi d’imputa-zione), l’unico ancora in carica è Ferrazzi, at-tualmente consigliere regionale della ListaMaroni. Al centro dell’inchiesta condottadalla Guardia di Finanza, una ventina di con-tratti con 13 collaboratori, costati in tutto allaRegione circa 260 mila euro tra il 2008 e il2012, all’epoca della Giunta Formigoni. Con-

tratti che, secondo l'accusa, sarebbero statiaffidati anche a parenti degli indagati. Oltreagli ex assessori Boscagli, cognato dell’expresidente della Regione Lombardia Rober-to Formigoni, Scotti, Ferrazzi e Zambetti (giàsotto processo a Milano con l’accusa di votodi scambio con la 'ndrangheta), sono statirinviati a giudizio gli ex consiglieri del Pdl An-gelo Giammario e Paolo Valentini.

29 giugno198 3I funeralidel procurato-re capo BrunoCaccia a Tori-no. È intitola-to al giudiceil Palazzodi Giustiziadella città

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12 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42 - [email protected]

Con quei soldi per gli 80 eurosi doveva creare occupazionePiù volte nel vostro giornale si par-la degli 80 euro del bonus Renzi edegli effetti reali che ha avuto sullefamiglie e sui consumi. Io sono u-no di quelli che rientra nei famosi80 euro e per quanto mi riguardapotrei anche farne a meno, perchésinceramente non mi cambiano lostile di vita e sono d’accordo sulfatto che con i 10 miliardi stanziatiper finanziare questa operazionesi sarebbero potute fare tante altrecose e aiutare persone che nonpercepiscono niente. Se sommia-mo a questi un miliardo di bonusper poliziotti e i 500 euro per i di-ciottenni, circa 1 miliardo di pro-venti dal prelievo delle slot e 2 mi-liardi provenienti dal voluntarydisclosure, si avrebbero 14,1 mi-liardi che si potrebbero utilizzareper creare nuovi posti di lavoro. I-potizzando che in media un lavo-ratore che percepisce 1.200 euromensili costi all’azienda 26.000euro lordi annuali si creerebbero54.2307 posti di lavoro. E conside-rando che da questa somma lo sta-to incasserebbe il 23% di Irpef,ri-entrerebbero nelle casse delloStato ben 3,2 miliardi per far fron-te ad altre spese, senza considera-re che l’aumento di posti di lavororiattiverebbe l’economia, in quan-to più persone avrebbero possibi-lità di spesa. E questo se si accol-lasse tutte le spese lo Stato: se in-vece facesse a metà con l’azienda iposti sarebbero il doppio.

SALVATORE DUGO

A Bologna come a RomaLa strada è un colabrodoVedendo in televisione in qualestato versano molte strade di Ro-ma, penso come anche a Bolognavengono spesso sperperati i soldidei cittadini, cosa comune a granparte delle città italiane. Capitache il Comune decida di asfaltare imarciapiedi ridotti a un colabro-do, lavoro miracolosamente benfatto. Poco tempo dopo però sipassa per installare la fibra ottica esi rompono nuovamente i marcia-piedi e i lati delle strade che ven-gono richiusi in maniera superfi-ciale, con avvallamenti e buche.Alle lamentele dei residenti si in-terviene con qualche rattoppo.Periodicamente si fanno le strisceblu per i parcheggi a pagamento.Poco dopo il Comune decide diriasfaltare i marciapiedi e i lati del-le strade per sistemare ciò che erastato fatto in maniera vergognosae naturalmente dopo bisognerà ri-fare le strisce blu. I Comuni la-mentano sempre mancanza di de-

naro e alzano le imposte locali perfar fronte ai lavori di manutenzio-ne che servono alla città. Baste-rebbe un minimo di comunicazio-ne con chi ha in mano gli appaltidei vari lavori per organizzare almeglio, nel limite del possibile, lasuccessione degli interventi ne-cessari. Questo farebbe risparmia-re denaro pubblico e disagi ai cit-tadini per i continui lavori in cor-so.

MONICA STANGHELLINI

Geografia economica a scuolaper un’educazione finanziariaDa più parti in questi giorni è stataevidenziata la scarsa educazionefinanziaria del nostro Paese nono-stante sia uno dei più dotati almondo di risparmio privato. Que-sti dati non sorprendono affattochi conosce la scuola italiana sepensiamo alla significativa flessio-ne negli ultimi vent’anni delle i-scrizioni negli istituti tecnici com-

merciali e all’assenza nelle scuolesuperiori di una disciplina fonda-mentale quale la Geografia Econo-mica. Non scandalizziamoci quin-di se migliaia di italiani vengonoturlupinati da banchieri senzascrupoli e se l’economia italiana,seconda in Europa nell’industria equinta nel mondo nel turismo,manca di tecnici qualificati.

RICCARDO CANESICoordinamento Nazionale

SOS Geografia

DIRITTO DI REPLICA

In relazione all’articolo dal titolo“Il Viminale ha (ri)fatto cilecca:milioni di proiettili da buttare”, afirma di Silvia D’Onghia, apparsoil 24.11.2015, sentiamo la necessitàdi rettificare le affermazioni falseivi contenute, gravemente lesivedell’immagine della società Sellier& Bellot, che rappresentiamo consuccesso nel mercato italiano. Indetto articolo, avente per oggetto i

difetti riscontrati di recente inmunizioni fornite al ministerod el l’Interno dalla ditta FiocchiS.p.A., si fa inopportunamente ri-ferimento alla Sellier & Bellot, ac-costando in maniera del tutto fuoriluogo quanto sopra evidenziatocon presunti problemi riscontratiin munizioni fornite nel 2011 dallaSellier & Bellot allo stesso ministe-ro. In merito a tale fornitura, si af-ferma come “le pallottole acqui-state e distribuite esplodevano acausa di una polvere da sparo dibassa qualità”; orbene, questa af-fermazione è del tutto falsa esprovvista di ogni fondamento!Premesso come le munizioni inquestione, acquisite a seguito diregolare gara ad evidenza pubbli-ca, venivano utilizzate unicamen-te dopo aver superato la necessa-ria procedura di collaudo ed accet-tazione da parte di apposita Com-missione, è bene precisare come larelativa sospensione veniva deli-

berata solo in via cautelare, in se-guito ad alcune segnalazioni fatteda operatori durante l’utilizzo del-le stesse. A seguito però di accura-te analisi svolte direttamente dalministero, ed a specifici test rea-lizzati presso accreditati e ricono-sciuti Enti verificatori sia militariche civili, veniva appurato come isuddetti malfunzionamenti non e-rano in alcun modo riconducibilialle munizioni, le quali non pre-sentavano dunque alcun difetto,né tanto meno un basso livelloqualitativo dei componenti utiliz-zati. Alla luce di ciò, l’accostamen -to effettuato tra le problematicheriscontrate nelle munizioni Fioc-chi e quanto invece verificatosicon la fornitura Sellier & Bellot daVoi citata è del tutto inappropriatoe fuorviante. La giornalista giungepoi a mettere in dubbio pure la si-curezza delle munizioni Sellier &Bellot, affermando come “stavoltala partita (quella difettata dellaFiocchi n d r) sembra essere menopericolosa per gli stessi agenti”,circostanza questa del tuttosprovvista di fondamento e fruttodi una mera valutazione personaledell’autrice. Considerato come ta-le falsità, accreditata dal fatto diessere apparsa su di un quotidianoa diffusione nazionale, abbia or-mai danneggiato l’immagine com-merciale della Sellier & Bellot, re-stiamo in attesa di una doverosaquanto celere rettifica, riservan-doci di tutelare i diritti nostri e del-la Sellier & Bellot nelle sedi com-petenti.

DOTT.SSA TIZIANA REGGIANILegale rappresentante

The Four Company S.r.l.

I NOSTRI ERRORI

Nella rubrica di ieri “Noi e loro” diMaurizio Chierici è stato confusol’assassinio Br di Francesco Coco,procuratore di Genova, col rapi-mento del giudice Giovanni D’Ur -so liberato in catene ai porticiD’Ottavia di Roma. Per D’Urso l’I-talia si era divisa tra il “partito”della fermezza (nessuna trattativacon le Br) e il “partito” di chi vo-leva salvare la vita del magistrato.Tassan Din, amministratore P2del Corriere della Sera, aveva ordi-nato ai giornali del gruppo di nonpubblicare notizie sul dialogo sot-terraneo tra stato e Br. GiulianoZincone, inviato storico del Corrie -re e direttore del Lavo ro di Genovaaveva disobbedito. Costretto alledimissioni, si liberò dalla galassiaP2. D’Urso se ne è andato quattroanni fa. Le P2 in maschera sono an-cora vive. Ce ne scusiamo con gliinteressati e con i lettori.

A DOMANDA RISPONDO FURIO COLOMBO

La speranza di una leggeche regoli il “fine vita”CARO FURIO COLOMBO, sono Renato Biondini, segre-tario della cellula di Ancona dell’Associazione Luca Co-scioni. il 13 settembre noi dell'Associazione abbiamopresentato in Parlamento la proposta di legge di inizia-tiva popolare sul “fine vita” in Italia. Mi sto impegnando,assieme a Max Fanelli, malato di Sla di Senigallia, percalendarizzare la proposta affinché possa iniziare la di-scussione in Parlamento. Qualcuno nelle due Camerevorrà prendere questo impegno? Le scrivo per chieder-le se può scrivere su questo tema.

RENATO BIONDINI

RISPONDO VOLENTIERI a Biondini per tre ragioni: so-no membro dell’Associazione Luca Coscioni, ho lavo-rato alla Camera e al Senato per far nascere una leggecome questa. E, assieme ad altri, non molti, ho incon-trato sbarramenti come contro un pericolo per la Re-pubblica. Un caso da ricordare è quello di Ignazio Ma-rino, senatore Pd e presidente della commissione Sa-nità (2008) che aveva iniziato, nella sua commissione,la discussione di una decente proposta sul “fine vita”ovvero la possibilità per le persone coinvolte, di deci-dere in modo irreversibile e vincolante sulle ultime cu-re, oppure sull'aiuto a morire. Tutto ciò avveniva pri-ma della grande e penosa messa in scena intorno allanon dimenticata vicenda di Eluana Englaro. Ma qual-cuno ha visto in tempo il fenomeno di civiltà e di ri-spetto dei diritti umani e civili che una simile legge po-teva portare. E ha bloccato Marino, lo ha dimesso dallapresidenza della Commissione, ha fatto eleggere la se-natrice, allora Pd, poi Forza Italia (fino ai giorni no-stri) Dorina Bianchi, e ha spostato altrove il senso e il

valore della legge. Quando l’associazione Luca Coscio-ni ha scelto la strada della legge di iniziativa popolare,un bel po’ di cittadini hanno visto il senso e la civiltàdell’iniziativa, l’hanno sostenuta fino a che la legge hapotuto essere presentata in Parlamento secondo le re-gole costituzionali. Rischia di giacere insieme a tutte lealtre leggi di iniziativa popolare, in un limbo perenne. Eperciò concordo con Biondini che ringrazio di avermiscritto. Non smettiamo di parlarne affinché si risvegliqualcuno in Parlamento che si renda conto della svoltadi civiltà che questo testo rappresenta. È il tempo giustoperché, come si dice spesso (ma non da molti, salvo iRadicali, nella cui galassia l’associazione Coscioni èattiva) i diritti umani e civili sono l’anima e la vitadell’ordine giuridico – dunque della Costituzione – diun Paese. Il fatto che siano continuamente spinti sulbordo della strada nella vita italiana spiega le nostrepeggiori caratteristiche, dal feticismo per il segreto diStato all’abile bravura con cui si riesce a negare ai cit-tadini la conoscenza dei fatti così come sono, e le ra-gioni delle decisioni, che invece il più delle volte, sem-brano piovere dal cielo. Ma non voglio ripetere il man-tra pannelliano. Voglio chiedere al Parlamento, co-minciando dalla presidente della Camera Boldrini, chesu questi argomenti è tutt’altro che distratta, la calen-darizzazione legittimamente chiesta da chi ha scrittola legge, includendo la voce di dure e dolorose esperien-ze.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n° 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

PRO GR A M M I TV

11:10 A conti fatti - La parola avoi

12:00 La prova del cuoco13:30 Tg114:05 La vita in diretta15:00 Torto o ragione? Il ver-

detto finale16:30 Tg116:40 La vita in diretta18:45 L'Eredità20:00 Tg120:30 Affari tuoi raddoppia21:20 Panariello sotto l'albero00:00 Natale a Dubai01:20 Tg1 NOTTE01:55 Moviextra02:25 Sottovoce02:55 Settenote Musica e musi-

che con Bungaro, EnzoGragnaniello, GianniNazzaro

04:40 DA DA DA

11:00 I Fatti Vostri13:00 Tg2 GIORNO14:00 Detto Fatto16:20 La notte prima della not-

te di Natale18:00 Tg Sport18:20 Tg218:50 TELEFILM Hawaii Five-019:40 TELEFILM N.C.I.S.20:30 Tg2 20.3021:00 Zio Gianni e l’esame21:10 LOL ;-)21:14 FILM Asterix & Obelix al

servizio di sua maestà23:15 Generazioni00:15 Tg200:30 Speciale 90° minuto Se-

rie B01:20 TELEFILM Hawaii Five-002:10 FILM Racconto di Natale04:35 Videocomic Passerella di

comici in tv

11:00 Elisir12:00 Tg312:25 Geo12:45 Pane quotidiano13:10 Il tempo e la Storia Tre

torie di Fede e resistenza14:20 Tg315:10 TELEFILM La casa nella

prateria15:55 Aspettando Geo16:40 Geo19:00 Tg320:00 Blob20:15 #TreTre320:35 Un posto al sole21:05 Chi l'ha visto?00:00 Tg300:20 Diario Civile con Franco

Roberti01:30 Fuori Orario. Cose (mai)

viste02:01 Next

09:10 Bandolera - Prima Tv09:40 Carabinieri 410:45 Ricette all'italiana11:30 Tg412:00 Detective in corsia13:00 La signora in giallo14:00 Lo Sportello di Forum15:30 Hamburg Distretto 2116:39 FILM I tre giorni del

condor18:55 Tg419:30 Tempesta d'amore 920:30 Un Anno Dalla Vostra

Parte21:15 L'Urlo dell'odio23:44 FILM Magnolia00:52 Tg4 Night News03:26 Media Shopping03:42 Ieri e Oggi in Tv Special04:36 Magnum P.i.

07:59 Tg508:45 I Cesaroni III11:00 Il Meglio di Forum13:00 Tg513:41 Beautiful - Prima Tv14:10 Una Vita - Prima Tv15:10 I Segreti di Borgo Larici16:20 Il Segreto - Prima Tv17:00 Un bacio sotto l'albero18:45 Avanti un altro20:00 Tg520:40 Striscia La Notizia21:11 Senza Identità23:30 FILM Il Bosco01:30 Tg502:01 Striscia La Notizia02:15 Internado II - Che cosa

sognano i pesci04:30 Tg505:00 Media Shopping

10:10 Un bianco Natale perZeus

12:05 Cotto e Mangiato - IlMenu del Giorno

12:25 Studio Aperto13:05 Sport Mediaset13:45 I Simpson14:10 Un Semplice Desiderio16:05 Christmas In Wonderland18:05 Camera Cafè18:23 The store of my life18:30 Studio Aperto19:00 I Simpson19:25 Elf21:10 I Simpson22:10 I Griffin23:10 American Dad!23:35 Live A Casa Tua - Spe-

ciale Mika00:30 FILM In viaggio con una

rock star02:30 Premium Sport News

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dopo mezzanotte11:30 La libreria del mistero -

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8319:45 In Treatment - 1^TV20:20 Maratona Deutschland

8322:55 In Treatment

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 13

IL CAOS COMPETENZAE LE SENTENZE-CASINO

» BRUNO TINTI

Il problema di leggi inqui-nate da interessi extra-giu-diziari è che assomiglianoalle armi biologiche: a uncerto punto vanno fuori

controllo. Un buon esempio è ilprocesso Fondiaria-SAI-Ligre-sti.

NEL 2012 l’ISVAP accerta unacarenza nelle riserve sinistri diFondiaria-SAI pari a non menodi 314 milioni. La Procura di To-rino, dove la società ha la sedelegale, inizia le relative indagini:falso in bilancio e aggiotaggio (ibilanci falsi sono stati resi noti alpubblico con apposito comuni-cato, come previsto per le Spaquotate). Le prove sono consi-stenti. Nel dicembre del 2011 lostesso Cda di Fondiaria segnalala necessità di aumentare le ri-serve sinistri di 600/800 milio-ni oltre a quanto indicato da I-Svap; la consulenza del pm con-ferma le indicazioni del Cda, ac-certando una sotto-valutazione pari a 538milioni di euro; l’I-Svap non ha tenutoconto dei sinistri ve-rificatisi nell’a nn o2010 per i quali eranecessario un ulte-riore incremento del-le riserve.

538 milioni rap-presentano più del10% della posta di bi-lancio, indicata in 2miliardi e 100 milio-ni; questa è la soglia dipunibilità previstadalla legge: se non siraggiunge, il fatto nonsussiste. Guarda casol’Isvap, omettendo di

esaminare il bilancio 2010, ave-va contenuto le riserve omessein 314 milioni, somma non suf-ficiente a raggiungere la soglia.

La Procura ottiene la carcera-zione preventiva per Marchion-ni ed Erbetta, A.D.; Jonella Li-gresti, presidente di Fondiaria;Giulia Maria Ligresti, presiden-te di Premafin, società control-lante di Fondiaria; Salvatore Li-gresti, presidente onorario diFondiaria; Antonio Talarico, vi-ce presidente di Fondiaria. Ter-minate le indagini, chiede il giu-dizio immediato. Non può farealtrettanto per gli imputati apiede libero, tra cui Paolo Ligre-sti; per lui e altri viene chiesto ilrinvio a giudizio. All’u di e nz apreliminare la difesa di PaoloLigresti chiede il trasferimentodel processo a Milano per com-petenza territoriale: il comuni-

cato relativo al bilancio falso èstato pubblicato a mezzo delserver di Borsa Milano; questodunque è il luogo del commessoreato.

La tesi è puntualmente ripro-posta da anni dalla Procura diMilano che intende essere l’uni -ca Procura competente per tuttii reati di questo tipo, ovunquesiano commessi.

LA CASSAZIONE, con fantasticacoerenza, talvolta l’accoglie etalvolta la respinge; ad esempio,nel processo Gabetti-GrandeStevens, la respinse. Ma il Gip diTorino l’accoglie e Paolo Ligre-sti e coimputati vari se ne vannoa Milano. Analoga istanza, rivol-ta al Tribunale di Torino, doveintanto inizia il processo imme-diato a carico degli altri impu-tati, viene invece respinta. Il

motivo è ovvio: il co-municato falso, pri-ma di arrivare al ser-ver di Milano, è statoinserito in un termi-nale allocato in Tori-no da dove è statospedito; dunque quisi è consumato l’inol -tro, il resto è sempliceprocedura automa-tizzata. Il Tribunaledi Milano assolvePaolo Ligresti. Ridu-ce la posta falsificataal di sotto della sogliadi punibilità e assolveanche per il reato diaggiotaggio, cioè peril comunicato falso. Ilche proprio non si ca-

pisce, perché questo reato nonprevede soglia di punibilità edunque che il bilancio sia falsoper 300 o 500 milioni dovrebbeessere irrilevante.

RESTA IL FATTO che la normati-va sulla competenza per territo-rio, per questo tipo di processi, èsbagliata. I reati societari sonocommessi in un contesto rami-ficato sull’intero territorio na-zionale e spesso anche all’este -ro. Spezzettare il processo intanti tronconi significa creare lepremesse per sentenze con-traddittorie tra loro, allungarnea dismisura i tempi con conse-guente prescrizione e, soprat-tutto, impedire una visione uni-taria dei fatti. La soluzione è unacompetenza radicata sul luogodi accertamento: il primo pm di-viene competente per tutti i rea-ti connessi, in qualsiasi luogosiano stati consumati. Perchénon si fa così? Ovvio, perché inquesta materia l’efficienza non èconsiderata un pregio ...

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» ALESSANDRO ROBECCHI

E lezioni in Spagna? InFrancia? Papua NuovaGuinea? Tranquilli: due

compresse di Italicum primadel voto e passa la paura. Il r e-frain della settimana è questo:siccome il bipolarismo non e-siste più (tendenza europeaconclamata), facciamo unalegge elettorale che lo impongaa martellate alla festante popo-lazione, che così avrà final-mente in dono il bene che piùdesidera: la stabilità politica.Risolto con la fiction il proble-ma del bipolarismo, si affide-rebbe il potere, con scarsissimicontrappesi, a un partito solo,che a quel punto sarebbe su-per-maggioritario in Parla-mento e decisamente minori-tario nel paese. Sembrerebbe lavecchia storia della copertacorta: volete più libertà o più si-curezza?, si chiede per lottarecontro il terrorismo. Analoga-mente nella politica si chiede:volete più stabilità o più rap-presentanza?

ESISTE PERÒ in questa sempliceequazione una specie di erroredi base, un peccato originale, u-na gamba del tavolo non solidis-sima. Che è proprio lì: stabilità.Ma è così vero che l’Italia è la pa-tria dell’instabilità politica? Chele divisioni frenano il paese?Che non si riesce a governare? E

non è bizzarro che chi dice checosì non va bene, che non si go-verna, siano proprio quelli chegovernano, e dicono di farlo be-ne e con efficienza? Il ragiona-mento zoppica.

Anche perché, a guardare isuoi sviluppi generali, la stabi-lità politica italiana è strabilian-te. Persino quando si cambiavaun governo ogni sei mesi, ai tem-pi della Prima Repubblica, lastabilità era a prova di bomba, sidavano il cambio attori e com-

parse nella stanza dei bottoni,ma il disegno restava più o menoidentico. Facevano i turni, i vec-chi volponi della prima Repub-blica, ma il lavoro era semprequello.

Se si guardano per esempio lepolitiche sul lavoro degli ultimi

vent’anni, non c’è niente di piùtremendamente stabile. Co-minciò il governo Prodi (1996) asventolare la bandiera della“flessib ilità”, senza la quale, cidissero, saremmo morti tutti.L’allora ministro Treu stappò ilvaso di Pandora del lavoro fles-sibile e precario, che dilagò nelpaese, che si impose senza frenie controlli, fino alla sua regola-mentazione finale con il Jobsact: tutti un po’ precari, cioè li-cenziabili a un costo minimo,

tutti demansio-nabili eccetera,eccetera. Si puòdunque dire chenel giro di unaventina d’anni,con strappi im-provvisi e lunghepause, con go-verni di destra edi sinistra, con ifini economistiprodiani e con lacompagnia di gi-

ro del poro Silvio, il disegno diflessibilizzazione e precarizza-zione del lavoro si è perfetta-mente compiuto. Impeccabileopera di stabilità politica:chiunque governasse, il disegnoera quello, ed è stato eseguito.

Ci sarebbero altri esempi, ov-

viamente, non ultimo il fatto cheabbiamo sempre mandato aerei,armi e soldati dove ci hannochiesto di mandarli, altro esem-pio di stabilità. Insomma, nonsiamo così instabili, diciamo an-zi che specie nelle politiche e-conomiche siamo stabilissimi,come dimostra il fatto che le di-seguaglianze sociali sono au-mentate, negli ultimi anni, piut-tosto costantemente, e non di-minuite: un capolavoro a cuihanno concorso tutti, chi più chimeno, altro esempio di conti-nuità politica niente male.

L’ITALICUM come garanzia distabilità, dunque, lascia per-plessi. Indicare la Spagna dicen-do: “Visto? Col nostro trucchet-to non sarebbe successo” è sug-gestivo ma non porta lontano. Èvero: col trucchetto dell’I t al i-cum Rajoy finirebbe per forma-re un governo, in solitudine emaggioranza assoluta: un go-verno con superpoteri che sa-rebbe espressione di un elettoresu quattro. Una spallata abba-stanza decisa al concetto di de-mocrazia rappresentativa. Evabbè, non facciamola lunga, a-vrete un po’ meno democrazia,ma vuoi mettere la stabilità?

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IL BADANTE

Nativi digitali,la politica dimenticail loro futuro» OLIVIERO BEHA

L’ espressione “nativi digitali”, co-niata da uno scrittore americano,Prensky, all’inizio del Terzo mil-

lennio, mi ha sempre lasciato un po’ fred-dino. Troppo burocratica, troppo scivolo-sa, troppo precisa nella sua vaghezza. Madi recente l’ho messa pratica-mente alla prova ed è statotutto diverso: frequentoda qualche mese – ne hadieci – un bambinetto vi-spissimo, allegro, solaree molto, molto “digitale”.Si anima per un display lu-minoso, punta con il minusco-lo dito il rosso per spegnere il cellulare,riesce a manipolare, sempre con il suo di-tino digitalissimo, qualunque telecoman-do abbia a tiro. Che c’entra il pargolo conRenzi e Bersani, le elezioni spagnole lettealla luce (all’ombra?) dell’Italicum, il truf-faldino caos banche ecc. ecc.? Temo chec’entri, e tantissimo. Impersona un futuroo almeno una fondata ipotesi di futuro concui bisognerebbe cominciare a fare i contifin da ora, e siamo già in ritardo. Si potreb-be epidermicamente obiettare che il no-stro eppur giovane premier in fatto di co-municazione, di tweet e manzonianamen-te di questo genere di diavolerie sia un e-sperto, adatto alla bisogna assai più dellaclasse dirigente che all’inizio voleva rot-tamare e che ora sembra solo voler sop-portare con impazienza, vedendo gufidappertutto e perfino nella cravatta delpover’uomo che presiede il Senato.

EBBENE, è proprio questo il punto: siamotutti quanti così zincati nel presente, o an-cor di più nell’istante, senza uno stracciodi memoria, che prefigurarsi il futurosembra un’impresa atemporale fuori daqualunque logica contemporanea. Cosìche dalle elezioni spagnole si cava solo unamorale effimera, elettoralmente utilizza-bile per certificare che con l’Italicum (serisulterà costituzionale) verrà garantita lagovernabilità. Ma per chi? Per gli elettorisfiancati di oggi che boicotteranno la di-serzione dalle urne, e per lo scenario po-litico che abbiamo sotto gli occhi: che cosac’è in tutto questo di interessante e utileper quelli che verranno, per i nativi digitaliche tra poco votano e per quelli che si sus-seguiranno in una dimensione tecnologi-ca che ci comprime e ci sfugge insieme?Non si tratta di sceneggiare film di fanta-scienza per le nuove generazioni ma di i-potizzare dei processi differenti, di imma-ginare che cosa conterà tra dieci o ventianni. E chi lo deve fare tutto ciò se non lapolitica? Che ce ne facciamo altrimenti, alnetto delle ruberie e dell’impresentabili -tà? Davvero a essa chiediamo solo questacontrapposizione di facciata, per bandenemmeno troppo larghe, questa occupa-zione di suolo pubblico “perché qualcunolo deve fare”? Davvero il punto è che “nonci sono più i partiti” ma solo i supermer-cati? Prendete il Jobs act: avrà i suoi pregi,ma sembra remoto dal considerare i lavorispariti (con i relativi posti) che non tor-neranno più perché non più necessari equelli di cui invece ci sarà bisogno e su cuiè indispensabile investire. Il problema èche Renzi come tutti i suoi omologhi nonpuò, sa o vuole guardare oltre la siepe, cosìche tutto rimane circoscritto a un presen-te di minimo cabotaggio. È il Paese cheserve alla classe politica per essere tale,non il contrario. E questo intorcinamentoprovoca effetti negativi sulla quotidianitàdell’uomo della strada, di chi pensa e a-gisce come se senza la politica fosse im-possibile vivere decentemente, fare car-riera, impostare il futuro. Il paradosso èche tutto ciò è vero non in generale ma spe-cificamente con una politica degeneratache è solo ristagno, immobilità sociale eculturale malgrado le apparenze, quandonon recessione. Mentre il bimbo allegropunta il display…

www.olivierobeha.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

DOPO LA SPAGNASi affiderebbe il poterea un partito solo, che sarebbesuper-maggioritarioin Parlamento e decisamenteminoritario nel Paese

Una pasticca d’Italicume ti passa subitola voglia di democrazia

PIOVONO PIETRE

Paolo Ligresti La Pre ss e

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16 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

Picchiato dai rapinatorideve 50mila euro ai mediciIl 29enne Carlo Iannuzzi, italiano a Buenos Aires, dimenticato dalle istituzioni

» LUCIO MUSOLINO

A29 anni Carlo Iannuzzi ha mollato tut-to per seguire il suo sogno: lavorare inArgentina. Da quasi un mese, però, do-po una violenta rapina, è ricoverato in

gravi condizioni e deve pagare 50 mila di europer le cure.

Iannuzzi, dopo la laurea in Ingegneria in-formatica all’Università diCosenza, era stato assunto dauna società di Bologna comeanalista programmatore. Ri-masto in Emilia tre anni, si èdimesso perché quella non e-ra la sua vita.

HA ABBONDATO IL LAVORO,ha lasciato la famiglia a Roccel-la Jonica e ha preso un volo perBuenos Aires. Ad agosto, poi, aveva firmato ilsuo contratto con la “Arte Grafico Editorial Ar-gentino” e aveva affittato un appartamento nel

quartiere popolare di Almagro dove i suoi sognisono stati spazzati via la notte tra il 26 e 27 no-vembre: due rapinatori lo hanno colpito con u-na mazza di ferro e Carlo è stato trovato riversoin una pozza di sangue con la testa rotta.

ADESSO È RICOVERATO all’Hospital italiano diBuenos Aires, clinica privata scelta dopo chel’ospedale statale si è dimostrato poco attrez-

zato per le cure. Carlo ha subìtoun delicatissimo intervento dicraniotomia decompressiva,indispensabile per la fuoriu-scita dell’ematoma che com-primeva il tessuto cerebrale.Sembrerebbe fuori pericolo, siattendono gli esiti e intanto halasciato il reparto di terapia in-tensiva ma deve essere trasfe-rito in un’altra struttura per la

riabilitazione. L’assistenza medica però ha uncosto che finora, tra intervento e ricovero, am-monta a 50 mila euro. La famiglia non può pa-

gare la spesa e la Regione, dopoun mese, non si è mossa.

NON LO HA FATTO neanche do-po la lettera inviata il 16 dicem-bre dal console a Buenos AiresRiccardo Smimmo, che hascritto al dipartimento Tuteladella Salute della Regione Ca-labria chiedendo se esiste “unsistema affinché l’Asl possa provvedere a unrimborso almeno parziale” o, in alternativa, ilricorso a una legge regionale del 2012 che pre-vede “contributi per cure mediche non rimbor-sabili nel paese di residenza ai cittadini di ori-gine calabrese”che si trovano stabilmente all’e-stero. Dopo otto giorni la Regione non ha fornitouna risposta.

Di fronte alla lentezza di uno Stato che, daoltre un mese, non interviene per garantire ildiritto alla salute a un ragazzo di 29 anni, gliunici a battersi per il rientro di Carlo in Italiasono i suoi amici. Hanno creato il comitato “El

Puente per Carlo” che ha attivato un conto cor-rente per raccogliere le donazioni che serviran-no ad aiutare la famiglia: “A oggi – denuncia ilpresidente del comitato Francesco Ieraci – nonesistono atti per garantire l’assistenza sanitariaa un cittadino italiano rimasto vittima in Argen-tina. Questa vicenda evidenzia una falla di si-stema. Sappiamo che il caso Iannuzzi è statoportato a conoscenza del ministero degli Esterie di quello della Salute. Noi abbiamo interpel-lato la Regione”. Il comitato aspetta un segnale.E anche Carlo attende.

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L’a g g re s s i o n eAlla fine di novembreha subito una violentarapina. Poi il delicatointervento e il conto

In America Latina Carlo Iannuzzi durante un viaggio

A REGGIO CALABRIA

La cosca chiedevail pizzo sui restaurial museo dei “bronzi”

qANCHE I BRONZI di Riace pagano lamazzetta alla cosca De Stefano. È scat-

tata ieri mattina l’operazione “Pr i n c i p e ”, nomecon cui è noto il boss Giovanni De Stefano. Conlui sono state arrestate altre quattro personeindagate per l'estorsione alla ditta che ha ri-strutturato il Museo nazionale di Reggio Ca-labria dove sono esposti le celebri statue. Stan-do al provvedimento di fermo, eseguito dalla

Squadra mobile e dai carabinieri su richiestadella Dda, la cosca avrebbe preteso dalla Co-bar una tangente di 180 mila euro per operarecon tranquillità. Non solo. “Si occupavano an-che dell’aspetto logistico –spiega il tenente co-lonnello Alessandro Mucci –C’era un controllototale di un appalto nazionale”. I lavori, infatti,sono costati 20 milioni di euro di cui 17 erano ifondi statali e 3 i finanziamenti regionali. Le in-

tercettazioni e le dichiarazioni del pentito Enri-co De Rosa ai pm Lombardo, Musolino e Fer-racane hanno permesso di arrivare agli arresti.“Abbiamo colpito il cuore strategico della co-sca”, aggiunge il questore Raffaele Grassi. “La‘ndrangheta prende tutto – commenta il pro-curatore Federico Cafiero De Raho – Lascia ilcittadino inerme a subire”.

LU. MU.

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| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015 | » 17

A L L’I N T E R NO Gli industriali evadono, ma vogliono un fisco su misura •Consiglio di Stato, la guerra di Renzi • La manovra dei favori è legge •

C A PI TA N IDI SVENTURA

L OB BY Oggi il governo approva il decreto che permette ai colossi delle bionde di usare il sistemaanti-contrabbando che si sono fatti in casa. Poi tocca al regolamento che lo attuerà. Anticipando l’Ue

» MARCO FRANCHIL a madre di tutte le battaglienel grande mercato del tabac-co si chiama “t r a cc i ab i li t à”.Vede contrapposti PhilipMorris (insieme ai concor-renti) e le organizzazioni con-tro l’ingerenza dei produttoridelle bionde, la trincea è Ita-lia, e si sta per chiudere con unvincitore: i colossi delle bion-de potranno usare il sistemadi tracciabilità della filierache si sono fatti in casa. O me-glio: quello brevettato dal gi-gante americano e condivisocon i concorrenti British ame-rican tobacco (Bat), Japan to-bacco e Imperial tobacco.L’opposto di quanto l’Or ga-nizzazione mondiale della sa-nità (Oms) ha chiesto di fare aigoverni con un apposito pro-tocollo (Ftct), che l’Italia nonha ratificato per tutelare unsettore che porta miliardi nel-le casse dell’Erario.

In questi giorni almeno 18testate nazionali ospiterannouna campagna contro il con-trabbando di sigarette spon-sorizzata da Philip Morris.Nei mesi scorsi Bat si è fattasentire comprando paginepubblicitarie su l’U nit à c on-tro il mercato illegale delle si-garette, e non passa giornosenza pensosi convegni sul te-ma. Alcuni, come a Milanopochi mesi fa, sponsorizzatidalla fondazione Open, la cas-saforte politica di MatteoRenzi di cui il primo finanzia-tore è proprio la Bat.

CON I SUOI quasi 14 miliardi diimposte incassate dal settore,Roma è la linea di faglia euro-pea dove il mercato delle bion-de si gioca il futuro. Non stu-pisce che ci siano fughe in a-vanti. La tecnologia di PhilipMorris per combattere il con-trabbando è pronta: si chiamaCodentify e al Tesoro giace datempo un regolamento che,bruciando i tempi, le aprirà lastrada. Il primo tassello arri-verà oggi: il consiglio dei Mi-nistri approverà il decreto cherecepisce una direttiva euro-pea, la 40 del 2014, che riscriveil settore. Anche a Bruxelles labattaglia è stata aspra, e sullatracciabilità ha vinto la lineamorbida: niente divieto ai pro-duttori di farsi il sistema in ca-sa. Il testo del decreto - arri-vato dopo mesi di battaglia frale lobby - prevede che siano iproduttori delle sigarette afornire a “tutti gli operatori e-conomici coinvolti negliscambi”tutte le “apparecchia -ture necessarie per la registra-zione degli acquisti, delle ven-dite, dell’immagazzinamento,

del trasporto e delle altre ope-razioni di manipolazione deiprodotti del tabacco”. L’unicalimitazione è sull’archiviazio -ne, che dovrà essere affidata aun soggetto terzo, certificatoda un revisore esterno “propo -sto e retribuito dal fabbricantedel tabacco”.

Il contrabbando di sigarettecosta al fisco europeo 12 mi-liardi l’anno. Tra il 2004 e il2010, i 4 colossi hanno pagato2 miliardi per chiudere le con-troversie legali con i regolatoricomunitari legate al loro ruolonel mercato nero. Ora le cosesono cambiate, dicono i pro-duttori. “Non si mette la volpea guardia del pollaio”, denun-cia invece il gruppo di lavorocontro l’ingerenza del mondodel tabacco, il cui presidente,l’europarlamentare GillesPargeneaux ha scritto a Renziper chiedergli di ratificare l’F-tct. La direttiva Ue stabilisceche l’obbligo di usare la trac-ciabilità con l’identificativo u-nivoco entrerà in vigore solonel 2019, dopo che la commis-sione ne avrà fissato criteri ecaratteristiche (nel 2017). Dagennaio scorso, però, al Teso-ro è pronto un regolamento -che il Fattoha visto - che lasciacampo libero ai produttori e 18mesi per far partire tutto. Una

scadenza che ha creato malu-mori. Dopo mesi di stallo, la so-luzione è stata trovata: si pro-cederà “su base volontaria”.Tradotto: chi vuole può parti-re con Codentify. La Commis-sione si troverà quindi a vararei criteri sapendo che molti pro-duttori già si sono mossi. E, seil protocollo dell’Oms venisseratificato (come in Francia,Spagna e Austria), rendendodi fatto illegale Codentifysi po-trebbero aprire contenziosilegali miliardari. I produttoristudiano perfino come cederea terzi l’intero sistema. Nellescorse settimane, diversecommissioni parlamentarihanno chiesto al governo di ra-tificare l’Ftctn e fare una garapubblica (su cui premono glisvizzeri di Sicpa) e al Tesorosono arrivate anche le doglian-ze del Poligrafico dello Stato,che produce il tassello con l’ef -figie dei Monopoli applicatosui pacchetti pronto a esserearchiviato dal regolamento.

LA TRACCIABILITÀ non è peròl’unico tema aperto per PhilipMorris, che in Italia ha inve-stito un miliardo tra commes-se ai coltivatori e il lancio dellasua sigaretta di nuova genera-zione a cialda di tabacco masenza combustione (la Iqos)

Me rcatoa un bivioIl contrabban-do di sigaret-te costa alfisco europeocirca 12 mi-liardi di eurol’a n noLa Pre ss e

prodotta a di Bologna. Neigiorni scorsi, il Tar del Lazioha sospeso e rinviato alla Con-sulta il regime fiscale sulle si-garette elettroniche che ha lostesso sconto sull’accisa appli-cato alla Iqos. Era già successocon la vecchia supertassa, conil risultato che a oggi non si èincassato un euro (erano pre-visti 133 milioni nel 2015) e icontenziosi sono esplosi. Aiproduttori di e-cig proprionon va giù di avere la stessa tas-sazione di un prodotto col ta-bacco, che imputano alla pres-sione degli americani e hannosommerso di tweet critici lacampagna sul social del colos-so in tema di contrabbando,trasformandola in un boome-rang. In risposta a un’interro -gazione del deputato Seba-stiano Barbanti (ex M5S), ilTesoro ha spiegato che è pron-to a valutare “l’appropriatezzadi questo regime fiscale”. Nel-la bozza di decreto che arrive-rà in pre-consiglio dei Mini-stri, i “prodotti di nuova gene-razione”sono però esclusi dal-le nuove tariffe. Resta il divietodi fumo in macchina con mi-nori e donne incinte, mentreforse salterà la sospensionedella licenza per i tabaccai chevendono sigarette ai minori.

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l50%

Lo scontoI “p ro d o t t idi nuovag e n e ra z i o n e ,come quellodel colossoamericanohanno avutolo stessoscontosull’accisadelle e-cig

Padoane il prezzodella paura

qC’È UNA COSA che ilgoverno ha

sottovalutato e il ministroPier Carlo Padoan, che nesarebbe l’anima economica,prima di tutti. Il decreto“s a l va - b a n c h e ” del 22novembre ha forse salvatoquattro istituti bancari indifficoltà, ma ha messo incrisi l’unico elementofondamentale del sistema:la fiducia. S’è detto che laproduzione del capitaleimplica l’incertezza deltempo della sua creazionetanto quanto la fiducia nellasua restituzione da parte dichi fa credito: senza questodelicato rapporto tra fiduciae tempo non esiste ilcapitale, né forse il suo-ismo. Ecco, il 23 novembremattina in Italia il tempoc’era ancora, la fiducia menoe in queste faccende lafiducia ha un prezzo, omeglio un rendimento: èl’interesse che si paga sulcapitale, in sostanza ilprezzo della paura che queisoldi non tornino piùindietro. Oggi, il problemache dovrebbe assillare ilministro Pier Carlo Padoannon è tanto quello cheemerge dalle cronache (ilsuicidio del pensionato diCivitavecchia o la “rapina dir i p a ra z i o n e ” del 35enneazionista di Veneto Bancache si ritrova in tasca titolisenza valore), ma il prezzoche da ora in poi bisogneràdare alla paura e per quantoancora il sistema potràpermettersi di pagarlo.Il decreto di “risoluzione”per Popolare Etruria, BancaMarche, Carife e Carichietiha impaurito gli italiani o,meglio, li ha risvegliati:hanno finalmente capitoco s ’è il bail in, cioè ilmeccanismo voluto dall’Ueche vieta salvataggi pubbliciprima che siano statispennati i creditori privati.Correntisti e risparmiatoriitaliani oggi hanno paura equella paura, come detto, haun prezzo: sarà quello che lebanche italiane dovrannopagare per chiedere almercato nuovi capitali o (intermini di perdita di valore)per piazzare le loro azioni inBorsa come le GrandiPopolari sono obbligate afare per decreto. Questapaura il sistema bancarioitaliano se la puòpermettere? Ha i soldi pergarantirne il prezzo? Larisposta, come sarà chiaroall’inizio del 2016, non è cosìscontata: l’operazione del22 novembre è riuscita, mail paziente è moribondo.

MARCO PALOMBI

Tutti i fronti apertiIl Tar invia alla Consulta l’i mp ost asulle e-cig, la stessa dei nuoviprodotti lanciati dagli americaniIl Tesoro potrebbe riaprire la partita

I numeri

14miliardi circa,l’i n c a ss odello Statodalle accisesui tabacchi(fatto 100 ilprezzo, quasi60 vannoall’E ra r i o)

2m i l i a rd i ,q u a n topagato dai 4big delt a b a cco(PhilipMorris, Bat,Jti e Imperial)tra il 2004-2010 perchiudere ico n te n z i o s icon l’Ue sulco n t ra b b a n d o

133milioni,l’incasso dallatassa sulle e-cig, orasospesa dalTar e inviataalla Consulta

Tracc i a bi l it à , l’u lt i m aguerra vintada Philip Morris & C.

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18 » Il Fatto Economico | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

S» NUNZIA PENELOPE

essantatré provvedimenti dilegge in materia fiscale in die-ci anni, finalizzati a far pagarele tasse a tutti: con l’unico ri-sultato che l’evasione è au-mentata. Il j’accuse di Confin-dustria contro l’“ i ne f fi c ie n-za’’ del sistema parte da qui, emette nel mirino sia i legisla-tori, sia le autorità fiscali, A-genzia delle Entrate in primoluogo: incapaci di fare il lorolavoro, ma avidi del sanguedei (grandi) contribuenti.

Miliardi evasi, ma sisentono tartassatiNel dossier curato dal Centrostudi di Viale dell’A s t r o n o-mia, dal titolo “L’e va s i on eblocca lo sviluppo. Le misureper debellarla’’, sotto accusac’e’, innanzi tutto, la gestionedei controlli fiscali da partedell’Agenzia Entrate: “La se-lezione dei contribuenti daaccertare – si legge – è fina-lizzata a fare cassa e non allade ter ren za” . Nel biennio2013-2014, rivela il dossier, èstato sottoposto a controllofiscale il 94% dei grandi con-tribuenti con oltre 100 milio-ni di volume d’affari, contro il25% delle imprese medie e il3% appena delle piccole. Mail vero problema è un altro:“Sui grandi contribuenti siregistrano percentuali di ir-regolarità superiori al 96% inentrambi gli anni”.

La prova che sono tutti e-vasori? Al contrario, perConfindustria è la prova regi-na che il sistema non funzio-na: “Il dato è anomalo – a f f e r-ma il rapporto – se i controlliavessero un effetto deterren-te, un contribuente irregola-re nel 2013 non dovrebbe es-serlo l'anno successivo, a-vendo la certezza di essere ri-controllato. Dai dati sembre-rebbe invece che i grandicontribuenti siano incapacidi adempiere agli obblighi ri-chiesti”. In effetti, scorrendol’elenco dei big che negli ul-timi anni sono stati costrettidai controlli delle Entrate ariversare miliardi di tassenelle casse dello Stato, si e-vince che quasi tutti sono in-cappati in accuse di evasione,elusione, abuso di diritto, de-rivate da accertamenti.

Invece, accusa il dossier, ilfisco è molto più distratto suimprese minori e professio-nisti, che “rischiano un con-trollo rispettivamente ogni33 e 50 anni”. In sintesi: “o l-tre 6 milioni di contribuentinon saranno controllati mainell’arco temporale della lo-ro attività”. Una bella fortu-na, certo. Ma poiché “la pro-pensione all’evasione variain funzione della probabilitàdi controllo e sanzione’’ (macome? non erano inutili icontrolli?) proprio qui si ce-la, secondo Confindustria, lavera evasione: “Nelle piccoleimprese, caratterizzate da u-na più elevata numerositàche diminuisce la probabilitàdi finire nelle maglie dei con-trolli”.

AD AZIENDAM Confindustria vorrebbe un sistema di controlli su misura con “u n’unitàs p ec i al i zza t a” per i super ricchi. Che sottraggono all’erario gran parte dei 122 miliardi

Altro punto dolente, sulquale il dossier chiede di in-tervenire, è il sistema di in-centivi agli ispettori del fisco:“Sono necessarie norme chefavoriscano la trasparenzasulla definizione degli obiet-tivi e incentivi del personaledell’Agenzia delle Entrate”,in quanto “possono condi-zionare l’operato del perso-nale’’ e infatti spesso “hannodato adito a dubbi sospetti “.Ma l’Agenzia guidata da Ros-sella Orlandi è nel mirino an-che per un eccesso di autono-mia nell’applicazione dellenorme: “Motivo di forte cri-ticità è nella compresenza, inseno all'amministrazione de-putata al controllo dei contri-buenti, anche della funzionei nt e rp re t at i va ”. Poiché “lapolitica tributaria è compe-tenza del Mef”, per Confin-dustria “è opportuno affida-re a questi il compito di for-nire la cornice interpretativadella normativa”. La propo-sta è che “ogni norma fiscalesia accompagnata da una cir-colare quadro del ministero”che ne fissi l’interpretazione.L’Agenzia dovrà adeguarsi.Quanto alla politica, Confin-dustria accusa un’i n e f f i c i e n-za bipartisan: la “produzionenormativa è bulimica e com-pulsiva”, manca “una strate-gia chiara e lineare”', e le re-tromarce del legislatore sono

state “fr e q u en t i ”: “P ri m aconvinto di introdurre unanorma, poi restio nell'attuar-le o infine persuaso ad abro-garle, perché inefficaci o po-co opportune”.

L’unità specializzataper PaperoniInsomma: “Bisogna cambia-re radicalmente approccionell'analisi e nel contrastodell'evasione, prendendo at-to che quanto realizzato finqui si è dimostrato larga-mente insufficiente” . Laproposta di Viale dell’A s t r o-nomia è di porre fine ai “c o n-trolli ex post’’, per passare al-la “collaborazione preventi-va” tra fisco e contribuente.In tre mosse. La prima: asse-gnare a ciascun grande con-tribuente un unico funziona-rio come riferimento fissonel “dialogo’’ con l’a m m i n i-strazione, in modo da potercontare su un soggetto “c o m-pre nsiv o” che ne capisca leesigenze: “È importante chel'amministrazione compiamaggiori sforzi per conosce-re meglio le necessità e il fun-zionamento delle imprese,

che rappresentano la catego-rie di contribuenti con piùspiccate peculiarità”. La se-conda: istituire nuclei spe-cializzati per il transfer pri-c i ng , altro tasto dolente sucui sono nate infinite q u e r e l-le tra fisco e imprese.

Infine, per Confindustriaandrebbe colmata una terzaincredibile lacuna, e cioè lamancanza di un’ “unità spe-cializzata” del fisco per i su-per ricchi, tecnicamente H i-gh Net Worth Individual ,“persone fisiche ad alta ca-pacità contributiva’’. Lacunadavvero inspiegabile, poichéil nostro paese in materia dipatrimoni non ha nulla da in-vidiare al resto del mondo:l’Italia – sottolinea il dossier– è infatti “decima nella clas-sifica mondiale della popola-zione Hnwi, con circa 220mila super-ricchi a titolopersonale, con reddito an-nuo superiore a un milione dieuro, aumentati l’anno scor-s o d e l 1 2 , 6 % r i s p e t t o a l2013”. E vuoi che non ci siaun fisco su misura anche perloro?

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Il lamento degli i ndu st r i a l i :“Verifiche solo su di noi”Ma il 98% be ffa il fisco

Così fan tuttiDai professionisti alle pmi, la quasitotalità degli accertamenti riscontrairregolarità. Per Squinzi, però,la Orlandi ha troppa autonomia

Il Csc

n VERIFICHEM I R AT EGli industriali,tramite ilCentro studi,a cc u s a n o“l’i n e f f i c i e n za ”del sistemadei controlli.Il 94% delleve r i f i c h eco l p i s cele grandii m p re s e ,mentre lemedie ep i cco l eimprese sonoco n t ro l l a temolto meno

l122, 2milioni È lastimadell’e va s i o n efiscale ec o n t r i b u t i vasecondo ilcentro studidegliindustriali

l335mila Glioccupati inpiù sefo s s erestituita aicontribuentila metàdell’e va s i o n efiscale

l220mila I superricchi a titolopersonale inItalia, con unreddito annuosuperiore a unmilione dieuro. Siamo aldecimo postonel mondoper questop a ra m e t ro

l1 2 ,6 %

i n c re m e n t odel numerodi super ricchiin Italia nel2014 rispettoal 2013. Ma Ilfisco non èspecializzatosulle personefisiche ad altacapacitàc o n t r i b u t i va

A L L’U LT I MOC L IC K

Internet, in Italia1 famiglia su 3non è connessaCi salva il mobile

qUNA FAMIGLIA sutre, in Italia, non è

ancora connessa aInternet e chi è connessolo è perché o ha in casa unfiglio adolescenteo perchép ro b a b i l m e n teha compratounosmar tphonecon unpacchetto dati chegli permette di usareWhatsApp. I numeri sonoufficiali, rilasciati quasi afine anno dall'Istat. Se si èinfatti passati dal 52,4 percento al 66,2 (con unaumento del 2,2 percento) è soprattuttomerito della diffusionedelle connessioni mobile edell’aumento nellevendite dei dispositivismart. Non è infatticambiata la media di chiaccede a Internet tramitebanda larga fissa, cheresta la modalità piùdiffusa. Semplificando: seè verosimile che tutti igiovani siano connessi eche la fascia dei 40-50enni stia scendendo apatti con le nuovetecnologie, resta fermaquella degli ultra 65enni.Le meno connesse, infatti,secondo l’Istat sono lefamiglie composte dau l t ra s e ss a n t a c i n q u e n n i :fra queste solo il 18 percento dispone di unaconnessione a bandalarga. Poi c’è la differenzaculturale: sono piùconnesse le famiglie in cuic’è almeno un laureato,quelle in cui il capofamiglia è un imprenditoreo un dirigente: in questicasi, saremmo di fronteaddirittura allacompresenza diconnessioni mobile e fissedi ultima generazione.Curioso che, invece, lefamiglie che abbianocome capofamiglia unoperaio registrino i valoripiù alti per la sola bandalarga mobile: il 28,6 percento. Che la connessionefissa alla banda larga siaper i ricchi? Di sicuro,restano le differenzeterritoriali: il sud e le zonerurali stanno messepeggio, anche se in alcuneregioni del sud, dice l’Istat,il divario si è ridotto. Adesempio in Molise eCampania: poi peròspecifica che, anche inquesto caso, il merito è ditablet e smartphone.Forse, però, è meglio cosìvisto che, se pure qualcunaltro volesse connettersicon banda larga fissa,sorgerebbe il problemadella disponibilità: l’Italiaè tra gli ultimi sei paesid’Europa nellagraduatoria per la suadiffusione.

V DS

l97 %

I r re g o l a r i t à ,in media,r i n t ra c c i a t e ,nel 2013-2014,nei controllialle aziendecon volumed’affari soprai 100 milioni

Infografica di Pierpaolo Balani

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | Il Fatto Economico » 19

» MARCO PALOMBI

A lla fine il governo mette in-sieme 162 voti in Senato(contro 125) per approvare

la legge di Stabilità e il Bilancio sen-za modifiche rispetto alla Camera.Da ieri, insomma, la manovra delgoverno è legge, la cornice attornoa cui si muoveranno i conti pubbli-ci del prossimo triennio. Quelloche leggerete è un breve bilancio.

I GRANDI NUMERI. Nel 2016 la leg-ge di Stabilità vale oltre 30 miliar-di, 18 dei quali coperti con maggiordeficit rispetto al previsto. Il disa-vanzo della Pa, secondo il governo,si fermerà al 2,4% - parecchio piùsu di quanto promesso dall’Italia aBruxelles - mentre il Pil reale (cioèal netto dell’inflazione) dal 2016 inpoi salirà dell’1,5% o più. Qui co-minciano i problemi: l’Ufficio par-lamentare di bilancio sostiene chela previsione è troppo rosea per il2016 e poco seria per gli anni suc-cessivi. Dal 2017 in poi, peraltro, ilgoverno Renzi s’è impegnato a for-ti correzioni del deficit fino al pa-reggio di bilancio: in soldi, signi-fica subito un taglio da 20 miliardirispetto a quanto spenderemo nel2016. Una cura da cavallo - già an-

R ACCON TA NOBA L L E

Istat, ministerodel Lavoro e Inps:fine del “desolantecaos sui dati”?

qLA NOTIZIA è diquelle che fanno ben

sperare chi in Italia chiede datempo un’i n fo r m a z i o n estatistica più accurata, e negliultimi tempi ha dovutoassistere a una bulimia dinumerifunzionale afargli direqualsiasico s a .Ieri Istat,ministero dellavoro, Inps eInail hanno siglatol’accordo per larealizzazione di un sistemainformativo statistico sulmercato del lavoro e sullaprotezione sociale. “Unimpegno - hanno spiegatogli enti coinvolti - cheporterà alla realizzazione ediffusione di prodotticongiunti". La gestioneoperativa dell’accordo, cheha durata triennale,prorogabile per altri tre anni,verrà affidata a dueorganismi, entrambicomposti da rappresentantidi tutte le amministrazionicoinvolte: un Comitato diindirizzo inter-istituzionale,che definirà gli obiettivi, lemodalità e i tempi, e ungruppo di lavoro tecnico,coordinato dall’Istat, cheprogetterà il sistemainformativo e lecomunicazioni di analisiintegrata del mercato dellavoro. L’accordo prevedeche "i soggetti coinvolti” siadoperino per “collegare ipropri sistemi informativi”,“lo scambio automatizzatodelle informazioni” e larealizzazione “di un sistemainformativo statistico dellavoro in grado di risponderealle esigenze di caratterestrutturale e congiunturale".Saranno poi messi adisposizione del mondodella ricerca basi di datimicro-economici integrati.Tutti gli enti "lavorerannoinsieme per individuare unpercorso di elaborazione,infrastrutturazione, analisi ediffusione di dati statisticiche produca unm i g l i o ra m e n todell’informazione statistica”Il presidente dell’IstatGiorgio Alleva lo avevaanticipato ad agosto inun’intervista al Fa t to : “Ogniente è geloso dei propri dati,ma dobbiamo superare lelogiche proprietarie. Lastatistica è vitale per lad e m o c ra z i a ”, spiegòauspicando la fine del “caospoco edificante dei numerisul lavoro” a cui si eraassistito in quei mesi, conInps e ministero del Lavoro adiffondere - spesso conqualche figuraccia - “dati difonte amministrativa, cioècontratti, non teste”, trattatidai giornali con troppaleggerezza. Sia lode adA l l eva .

CARLO DI FOGGIA

Nomine Novità: il governo decide il presidente da una cinquina selezionata con criteri chefavoriscono l’ex collaboratore di Mattarella e penalizzano un giudice sgradito ai renziani

Consiglio di Stato, due l lofinale per scegliere il vertice

» STEFANO FELTRI

La nomina del presiden-te del Consiglio di Sta-to è sempre stata unafaccenda piuttostonoiosa: il presidente

del Consiglio chiedeva un nomeal l’organo di autogoverno deimagistrati amministrativi che sioccupano del rapporto tra citta-dini e Pubblica amministrazione.Il nome fatto era sempre quellodel giudice con la maggiore an-zianità, il premier portava il no-me al capo dello Stato che lo no-minava con un decreto. Poi è ar-rivato il governo Renzi.

OGGI SI RIUNISCE il Consiglio deiministri. Che deve scegliere tracinque nomi: il premier ha chiestoall’organo di autogoverno dei ma-gistrati di indicare una cinquinadi candidati. Cosa che al Consigliodi Stato non è piaciuta, perchéspostava la decisione reale a Pa-lazzo Chigi, rompendo la tradi-zione. E allora i magistrati hannoreagito offrendo sì una rosa, macon un ordine preciso, una gerar-chia. Che sta creando parecchietensioni al vertice del Consiglio,perché considera diversi parame-tri di carriera e non soltanto l’an -zianità. Risultato: il numero uno èStefano Baccarini, quello con lamaggiore anzianità, sarebbe ilpresidente naturale se non fosseche tra un anno circa dovrà anda-re in pensione. Al numero duedella “graduatoria” c’è Alessan -dro Pajno, candidato fortissimo,soprattutto in questo momento,visto che è stato capo di gabinettodi Sergio Mattarella quando il

capo dello Stato era ministrodell’Istruzione, nel 1989-1990.Per anzianità Pajno doveva esse-re al terzo posto. Dove invece sitrova Filippo Patroni Griffi, giàministro della Funzione pubblicacol governo Monti, poi sottose-gretario a Palazzo Chigi con E-nrico Letta, ma che ha sempresottolineato di essere solo in pre-stito alla politica (e che, più gio-vane degli altri candidati, può en-trare anche in successive tornatedi nomine). Per anzianità, dovevaessere quinto. Posizione in cui si

trova Raffaele Carboni, l’outsi-der della partita.

Chi viene penalizzato da que-sta inedita cinquina ordinata concriteri originali è Sergio Santo-ro: per anzianità doveva essere ilsecondo, quindi il favorito allapresidenza, nel caso il governovoglia un presidente di medio pe-riodo, su cui non incombe il pen-sionamento come nel caso di Bac-carini. Il problema è che Santoro,classe 1951, non è esattamente ilmagistrato più popolare nella sta-gione renziana. È stato capo di ga-binetto del sindaco di RomaGianni Alemanno, anche se èscappato dopo cinque mesi daq ue l l’amministrazione. Guidaval’Autorità di vigilanza sui contrat-ti pubblici quando il premier Mat-teo Renzi ha deciso di cannibaliz-zarla nell’Autorità anticorruzio-ne di Raffaele Cantone. Nell’oc -casione, l’allora ministro dei Tra-

sporti Maurizio Lupi l’aveva sot-tomessa, trasformandola da con-trollore del ministero in control-lata. E nell’inchiesta sugli appaltiItalferr in Umbria alcuni dirigentidell’Autorità si lamentavanodell’intransigenza di Santoro.Che nelle ultime settimane stabloccando un aspetto non secon-dario della rottamazione renzia-na, il pensionamento a 70 anni in-vece che 75 dei magistrati ordina-ri: la sezione del Consiglio di Statopresieduta da Santoro ha accoltola richiesta di alcuni giudici di a-vere una sospensiva (cioè di rima-nere in servizio) in attesa di unadecisione su un “ricorso straordi-nario al capo dello Stato”. Il go-verno si oppone.

Santoro pare lo sconfitto sicurodella corsa alla presidenza. Chiu-sa quella, a gennaio si apre la que-stione del presidente aggiunto: seBaccarini diventa presidente,toccherebbe a Santoro. Se prevalePajno, il posto di numero due puòandare a Baccarini (che però èsempre pensionando) o a Santo-ro. Se venisse escluso ancora, San-toro potrebbe anche fare ricorsoal Tar.

Al Consiglio di Stato in questesettimane è tutto sospeso in attesadelle nomine: finché non si sa chicomanda, meglio non muoverenulla. Da gennaio già ci sono pro-blemi perché mancano dieci giu-dici di nomina governativa e sonobloccate le “promozioni” dal Tar.A questi problemi strutturali siaggiunge l’incertezza sul vertice.Che, forse, comincerà a scioglier-si con il Consiglio dei ministri dioggi.

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ticipata da aumenti dell’Iva per 16miliardi e più messi a bilancio dal2017 - che sarà anche peggiore se leprevisioni di crescita si riveleran-no infondate (probabile).

A CHI PARLA? La manovra 2016 diMatteo Renzi ha caratteristichespiccatamente elettorali: il gover-no concede bonus o sgravi di tassead alcuni e lascia agli altri ganglidello Stato (Regioni, comuni, Ser-vizio sanitario, etc) il ruolo del cat-tivo che taglia i servizi o aumenta letasse. La novità sono i corpi socialia cui il premier si rivolge: i dipen-denti pubblici ad esempio, tradi-zionale bacino elettorale del Pd,vengono penalizzati con un fintorinnovo del contratto (300 milionisignifica pagare solo l’indennità divacanza contrattuale) e il bloccodel turn over; ci sono 2 miliardi ditagli alla sanità; un salasso per leRegioni; la proroga del bloccode ll’indicizzazione delle pensio-ni. Vincono ceti abbienti, impresee partite Iva: i primi sono i prin-cipali beneficiari dell’aboliz ionedelle tasse sulla prima casa (3,6 mi-liardi); le seconde incassano gliammortamenti al 140% delle spe-se in investimenti (2,5 miliardi iprimi tre anni, di più nei successivi

tre), la proroga degli sgravi sulleassunzioni anche se ridotti al 40%rispetto al 2015 (quasi 5miliardinel triennio), i soldi per il salario diproduttività e la contrattazione disecondo livello (altri 2,5 miliardi intre anni), l’abolizione dell’Imu suimacchinari “i m b u l lo n a t i ” (530milioni l’anno), Imu e Irap agrico-le (600 milioni l’anno) e il tagliodell’Ires (imposta sui redditi d’im -presa) già messo a bilancio per il2017 e 2018 per complessivi 7 mi-liardi e dispari. Per le partite Iva si

torna a un più serio “regime dei mi-nimi ” (quello per chi guadagnameno di 30mila euro), peraltropeggiorato dallo stesso governogiusto l’anno scorso. Non tuttiguadagnano: detratta la sterilizza-zione per un anno degli aumentiIva, il conto tra meno e più tassedella legge fa 1,5 miliardi.

POI CI SONO le solite mancette delgoverno e dei parlamentari - spesemicrosettoriali o norme ordina-mentali pro-lobby - che nella leggedi Stabilità non dovrebbero pro-prio esserci: soldi a quel comune, aquesta regione, al tal museo o cen-tro di ricerca o banda musicale...

In definitiva, questa è la mano-vra che può permettersi il governoconservatore di un Paese a sovra-nità economica limitata: è recessi-va solo un po’ (il deficit pubblicoscende, ma poco), regressiva soloun po’ (premia i più ricchi), con-cede vantaggi immediati ad alcunecategorie di cittadini/elettori, na-sconde sotto il tappeto l’impegno arilanciare le politiche di austeritàdal 2017. Una manovra di questogenere - volendo attribuire capa-cità strategica a Renzi - serve adandare a votare quanto prima.

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E le t tora le Via le tasse sulla casa a tutti, trasferimenti alle imprese, bonus a poliziotti e 18enni, mance a piovere

La manovra dei favori (a deficit) da ieri è legge

La scheda

n CO S’È ILCO N S I G L I Odi Stato? È ilm a ss i m oorgano dellagiustiziaa m m i n i s t ra t i va ,una sorta diC a ss a z i o n eper i ricorsicontro les e n te n zeemesse daiTr i b u n a l ia m m i n i s t ra t i v ire g i o n a l i( Ta r ) .Funge ancheda massimoco n s u l e n tel e g i s l a t i votanto per ilgoverno (chegli sottoponei decretilegislativi)che per ilQuirinale

La graduatoriaSergio Santoro guidaval’Autorità poi passata aCantone, è quarto in listainvece che secondo

Chi perde e chi vince I magistrati Sergio Santoro e Alessandro Pajno

Ce l’a b b i a mofat t aM ag g iora n z ae governofesteggiano ilsì alla Stabilitàieri in SenatoAnsa

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20 » Il Fatto Economico | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

CARO LARS Lettera al consigliere della Merkel, Feld: “Forse dovremmo fare come la Germaniae nazionalizzare il credito, ma il problema è che in Europa la legge è più uguale per il più forte”

Banche, nel panico pure le éliteE Berlino ci consiglia la Tro i ka» ALBERTO BAGNAIC aro Lars, ho letto con interesse masenza sorpresa la tua affermazio-ne sul Corriere della Seradi sabatosecondo cui nel 2016 l’Italia dovràaffidarsi alla Troika. Conosco letue posizioni da quando ti invitaial convegno sull’Eurozona orga-nizzato l’aprile scorso dal thinktank a/simmetrie: i paesi del Sudsono in una crisi di debito pubbli-co causata dalla loro scarsa com-petitività, cioè dal fatto di averesalari privati troppo alti (ma chec’entra il debito pubblico coi sa-lari privati?); dato che il deficit èbrutto, il surplus è bello, quindi laGermania non deve cooperare echi è in crisi deve fare i compiti acasa (ma se nessuno fosse in de-ficit, come farebbe la Germania aessere in surplus?). Con questipresupposti, è ovvio che tu ti op-ponga allo schema europeo di as-sicurazione dei depositi (Edis,European Deposit InsuranceScheme), offrendoci, in alternati-va, il ricorso alla Troika.

LA STRADA giusta verso l’unione,per l’élite tedesca cui appartieni,non è attenuare i rischi creando i-stituzioni che li mutualizzino, maalzare l’asticella a chi è in difficol-tà. Un darwinismo che non portada nessuna parte, come l’a g on i adella Grecia dimostra. Oggi perfi-no il Cepr, vestale dell’ortodossia,scopre quanto avevamo scritto nelTramonto dell’euro: il debito pub-blico, con la crisi, c’entra poco. Pe-ter Bofinger, membro del Cepr etuo collega nel collegio degli e-sperti della Merkel, ha detto il 30novembre un’altra cosa che sape-vamo (perché l’Ilo, agenzia dell’O-nu, l’aveva detta nel 2012): il suc-cesso tedesco non è dovuto allevirtù della finanza pubblica, ma al-la “moderazione salariale”. Pa-gando relativamente di meno la-voratori relativamente più pro-duttivi la Germania ha trionfatosui mercati esteri. Così facendo,però, ha costretto gli acquirenti e-steri a indebitarsi per acquistarebeni tedeschi. Le banche del Nord,per sostenere l’industria naziona-le - cioè i profitti nazionali (vistoche i salari erano “mode rati ”) -hanno finanziato con grande di-

sinvoltura gli acquirenti esteri dibeni nazionali. Finanziare i consu-mi, però, non è sempre una buonaidea: alla fine, il governo tedescoha dovuto spendere più di 250 mi-liardi di aiuti di Stato per salvare lesue banche. A noi, invece, è statovietato di spenderne quattro e c’èscappato il morto: primo dato nonscontato di questa triste storia.

Quando Renzi, insediandosi al-la presidenza del semestre euro-

peo, ha giustamente osservato chela Germania era stata la prima asforare il parametro del 3% nel2003, non credo sapesse il veromotivo di questa violazione: finan-ziare con oltre 90 miliardi di soldipubblici l’abbattimento del costodel lavoro (tramite riduzione delcuneo fiscale e misure di sostegnoai redditi troppo “moderati” dalleriforme Hartz). Un primo aiuto diStato, distorsivo della concorren-za, seguito durante la crisi da unsecondo, gigantesco: i 250 miliardidi cui parlavo. Tu dici: “Allora e-rano necessari per evitare il con-tagio, ma oggi lo Stato italiano nondeve intervenire, perché forse nonci sarà panico”. Scusa, Lars! Cosavuoi che provochi, se non panico, ilrifiuto di procedere verso l’Edis, u-nito a quello di farci aiutare da soli

le nostre banche? La sfiducia versole banche si sta diffondendo a mac-chia d’olio, e non è escluso si arrivia una corsa agli sportelli. Ma so-prattutto, caro Lars, menzionan-do la Troika hai scatenato un pa-nico più pericoloso per voi: quellodelle nostre élite. Finché il “ce lochiede l’Europa”serviva a tagliarei nostri stipendi e le nostre pensio-ni, ai nostri piani alti erano d’ac -cordo. Ma tu ci sei andato giù duro,e gli hai fatto capire che da oggi il“ce lo chiede l’Europa” serve a e-spropriarli delle loro banche e delloro potere, via commissariamen-to della Troika. E questo ai nostrileader piace molto di meno!

I M P ROV VI SA M E N T E Renzi vuole“uscire dalla cultura della subal-ternità”, Patuelli invoca parità ditrattamento per il sistema banca-rio italiano, Bankitalia si lamenta,per bocca di Barbagallo, dei vostri“nein”. Chissà se Renzi accetteràdi essere “berlusconizzato”a colpidi spread? E se lo fosse, siamo si-curi che l’elettorato benpensante,la nostra “sinistra lompo”, non co-mincerà a porsi domande sul pro-getto europeo? Qualche curiositàgliela fai venire tu, quando dici chesì, voi avete appena salvato la Nor-dbank per 3 miliardi, ma che c’en -tra: lì l’azionista non potevi colpir-lo col b a il - i n , perché è pubblico!Ah sì!? Quindi mentre al Sud pri-vatizziamo per “fare le riforme”,nel paese moralizzatore par excel-lence il 45% del sistema bancario èin mano pubblica, incluse Lande-sbanken e Sparkassen, piene dicrediti deteriorati che però sfug-gono alla vigilanza europea, co-struita su misura per ignorare 1697piccole banche tedesche, che al bi-sogno vengono salvate con soldipubblici “perché l’azionista è pub-b l i co ”. Ma allora, forse, un’alter -nativa alla Troika c’è: fare come laGermania, nazionalizzare le ban-che. Se lo fate voi che siete bravi! Ilproblema è che in Europa la leggeè uguale per tutti, ma più ugualeper il più forte. Ti ringrazio di a-verlo ricordato al mio governo,che spero ne tragga le debite con-clusioni. Lo avrai, caro Lars, ilbail-in che pretendi da noi italiani,ma con che moneta si salderà a de-ciderlo tocca a noi.

2 50m i l i a rd i I soldi pubbliciimpiegati dal governotedesco per i suoi istituti

I numeri

4 5%La parte dels i s te m abancariotedesco inmanopubblica. Intutto si parladi 1697 istitutiche sono fuoridal controllodelle autoritàUe

3M i l i a rd i .Co s todell’ultimos a l va t a g g i obancariop u b b l i cote d e s co :quello dellaHSH a ottobre

3%Il vincolo Uesul deficit: laGermania fula prima asforarlo nel2003 perfinanziare leriforme dell avo ro

LA CLASSE NON È ACQUA Rimane inalterato il metodo di calcolo che comprende le pensioni di invalidit à

» SALVATORE CANNAVÒ

L a prova del nove sull'inaffidabilità del-l'Isee (l'indicatore della situazione e-conomica equivalente) è avvenuta po-

chi giorni fa. Quando la Camera ha respinto,con il supporto del governo, l'emendamentoalla legge di Stabilità che chiedeva di esclu-dere dal computo dei redditi per la sua de-terminazione le pensioni di invalidità e le in-dennità di accompagnamento per personedisabili. Che, invece, continueranno a com-porre il reddito complessivo con l'effetto, im-proprio, di innalzare, ad esempio, rette perassistenza sanitaria o di altro tipo. Circa 300mila persone vengono colpite in una moda-lità che, probabilmente, il Consiglio di Stato,con una sentenza imminente, potrebbe con-

siderare illecita.Il governo non ha sentito ragione, richia-

mando i soliti “saldi di bilancio”. La vicendadelle persone disabili e dei pensionati di in-validità, però, è solo quella più emblematicadi un problema che si trascina nel sostanzia-le silenzio.

COME RICORDAVA recentemente sul F a tt oQuo tidi ano la collega Patrizia De Rubertisnei primi tre mesi del 2015 i nullatenenti sonocrollati dal 75 al 25% con la soddisfazione diministri come Giuliano Poletti per la capacitàdi stanare i “furbetti”. Non c'è dubbio, in ef-

fetti, che con l'alto tasso di evasione presentein Italia, stringere le maglie delle dichiara-zioni passando dalla sostanziale autocertifi-cazione all'Anagrafe dei tributi, costituiscaun obiettivo virtuoso. A condizione di evitareaggravi di spesa per categoria più deboli co-me, appunto, le persone disabili o, ancora, glistudenti universitari. Il nuovo calcolo pre-vede, infatti, sia l’inclusione di tutti i redditiesenti ai fini Irpef (per esempio le pensioni diinvalidità) sia la valorizzazione del patrimo-nio immobiliare e una franchigia minore perquello mobiliare. Si conteggiano i redditi de-gli studenti (compresa la borsa di studio che

va a comporre un reddito calcolato, poi, per lasua concessione). L'effetto paradossale è sta-to visibile soprattutto per coloro che paganoregolarmente le tasse e vivono di redditi dalavoro o da pensione. Improvvisamente si so-no ritrovati tutti più ricchi, pagando di piùservizi che già pagavano (la quota mensa nel-la scuola primaria e dell'infanzia) pur in pre-senza di redditi identici.

Gli Enti locali non hanno modificato le so-glie di accesso e in questo modo si sono createdisparità improvvise nella fruizione di ser-vizi sociali come, ad esempio, gli alloggi po-polari. Chi invece elude le tasse o, addirit-tura, le evade, nel caso di utilizzo dell'Iseenon ha trovato modifiche sostanziali conti-nuando come prima.

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La beffa dell’Isee per i disabilie le disparità nella lotta all’e va s i o n e

ILL I B ROCome provare a vendereun hamburgeranche ai vegetariani

qAVETE NOTATO cheormai McDonald’s ha

tutto di colore verde? Una voltanon si faceva scrupoli a evoca-re, fin dal colore dorato degliarchi doro che lo identificano, ilcolore croccante dei bocconci-ni di pollo fritti e soprattuttodelle sue patatine unte. Inveceora vuole accreditare - e ci rie-sce - un’immagine opposta,tanto che staco n q u i s t a n d oanche unmercato diffi-cile comequello dell’In-dia, dove lam i n o ra n zache non è de-nutrita tendea essere ve-getariana. Èla fine deibrand come liabbiamo co-nosciuti?Wa l l yOwens, unconsulente dimarketing britannico, offremolte domande (e, per fortuna,meno risposte) in un libro mol-to godibile, “Brand New”, ap-pena pubblicato da Einaudi. Lapiazza del web rende molto piùfacile manifestare la propria in-soddisfazione per prodotti eservizi o rivelare sporchi segre-ti aziendali che una volta sa-rebbero finiti solo su giornalisemi-clandestini. Le multina-zionali hanno problemi di im-magine. Mentre avanza unamoda dell’autenticità che spin-ge milioni di consumatori con-sapevoli (o che si credono tali)a non chiedere più solo prezzibassi e quantità crescenti, maanche informazione: sulla filie-ra produttiva, sulla matricegeografica del prodotto (usatacome indicatore di qualità, nonavendo criteri autonomi di va-lutazione si ricorre al made in),sull’ostentato rifiuto dell’omo-logazione industriale. È finital’epoca dei brand novecente-schi, quelli che evocavano tuttosenza dire niente, come CocaCola? Ci siamo finalmenteemancipati dai reparti marke-ting delle aziende? Il sospetto èche, invece, sia crollata ognibarriera tra cioè che è prodottoda consumo e il resto degliaspetti della nostra vita. E tuttoè diventato un brand.

l B ra ndNe wWall yOli n sPagine: 19 7Prezzo: 20eE ditore:E i n aud i

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 21

» LUANA DE MICCO

Pa r i g i

Iguai col fisco per i dueLe Pen, padre e figlia,sembravano aver giàtoccato il limite quan-

do, appena alcuni mesi fa, e-ra emerso che il vecchio pa-triarca del Front National,87 anni, teneva nascosto untesoretto in denaro e lingot-ti d’oro per più di 2 milioni dieuro su un conto svizzero.

Quanto a Marine, la lea-der del partito paterno, è giàinvischiata in una bruttastoria di finanziamenti ille-citi per la campagna eletto-rale delle legislative del2012 e contro di lei, e alcunisuoi stretti collaboratori, è

stata aperta a settembreu n’inchiesta per truffa (igiudici sospettano che dellefatture siano state gonfiateper ottenere rimborsi stata-li più consistenti).

Invece no, un nuovo capi-tolo del feuilleton i Le Pen eil fisco si è appena aperto.Secondo l’Authority france-

F R A NC I A Le Pen, divisi in famigliama uniti dai guai col fiscoOltre a multe e carcere, Marine rischia di essere ineleggibile per dieci anni

se per la trasparenza dellavita pubblica, “esistono seridubbi riguardo alla comple-tezza, all’esattezza e allasincerità delle dichiarazio-ni patrimoniali” compil ateda Jean-Marie e Marine LePen nel 2014. Per l’autoritàamministrativa indipen-dente mancherebbero nelladichiarazione diversi beniimmobiliari di cui padre e fi-glia si dividono la proprie-tà.

LA REAZIONE del vecchio LePen non si è fatta attendere esuona ripetitiva come un di-sco che si è incantato: “Que -sto è accanimento da partedel governo e di tutto l’esta -blishment. Ma –ha aggiunto– non mi impedirà di dormi-re”. La presidente del FN hadenunciato un “abuso di po-tere” da parte dell’Authori -ty e ha annunciato che a-vrebbe fatto ricorso presso ilConsiglio di Stato. Ma se-condo diversi media france-si, che citano una fonte ano-nima vicina al dossier, i dub-bi sarebbero più che fondati.Poiché mancherebbe all’ap -pello almeno il 60% del pa-trimonio reale, più di un mi-lione di euro per Jean-Ma-rie, diverse centinaia di mi-gliaia di euro Marine. Que-sto tipo di reato in Francia èpunito con una multa fino a45 mila euro e tre anni di re-

clusione. Ma anche – e que-sto potrebbe essere noiosoper Marine – di 10 anni di i-neleggibilità, come previstodalla legge sulla trasparen-za della vita pubblica votatanel 2013, dopo la scopertadei conti nascosti di un exministro socialista del Bi-lancio, Jérôme Cahuzac.

A QUESTO PUNTO è ancorpiù incerto l’ammontaredelle ricchezze dei due LePen che pure non erano ab-bienti per tradizione fami-liare.

Jean-Marie, di originimodeste, era poi diventatoricchissimo nel 1976 dopo a-ver ricevuto un’eredità di 30milioni di vecchi franchi(circa 6 milioni di euro) daparte di un certo HubertLambert, che fu mecenatedel FN e proprietario di uncolosso del cemento.

Con quei soldi Le Pen a-veva tra l’altro acquistato lagigantesca proprietà in stileNapoleone III di Montre-tout, a Saint-Cloud, neiquartieri chic dell’ovest diParigi, di cui ha ceduto unaparte alla figlia nel 1993.

Marine possiede anchedelle quote della casa di fa-m i g l i a d i L a - T r i n i t é -sur-Mer, in Bretagna, e a-zioni in diverse società im-mobiliari del padre.

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Pa r i g i

Era convinta che esistono so-lo due cose al mondo per cui

le persone saranno sempre di-sposte a pagare, le cul et la bouf-fe, il sesso e il cibo. E lei – p r e-cisava – non era molto brava incucina. La notizia della morte diMadame Claude, la regina fran-cese delle alcove che regnò perv e nt ’anni sull’industria dellaprostituzione di lusso in Fran-cia, deve aver strappato più diqualche sospiro ieri.

SU DI LEI si sono raccontate cosìtante storie che realtà e mito simescolano e, alla fin fine, pocoimporta. La maîtressedi Franciaè morta sabato a 92 anni nel suobuen retiro sulle alture di Nizza.A dar la notizia è stato ieri il set-timanale Le Point, che si è chie-sto se mai le verranno aperte leporte del Paradiso.

Negli anni 50, F er n a nd eGrudet, una donnina bionda, e-legante, borghese, appena tren-tenne, era diventata Madame

Claude mettendo su la più esclu-siva agenzia di ragazze che ave-va per base la sua casa della ruede Boulainvilliers, nei quartierichic del 16°arrondissement diParigi. Un indirizzo che princi-pi, imprenditori, presidenti,star del cinema, conoscevanobene. Erano disposti a pagareanche 10 mila dollari al giorno.

S e m b r a c h e i l t e r m i n ecall-girl si debba proprio a Ma-dame Claude, che organizzava irendez-vous amorosi per telefo-no. Le ragazze non solo eranobelle, ma parlavano più lingue,potevano discutere di storia eletteratura, ed erano “discrete”.Tra i clienti, Marlon Brando, ilcolonnello G he d d a f i . Si rac-conta che il presidente Jo hnKe nn ed y avesse chiesto unadonna che assomigliasse allamoglie Ja ckie , ma in versionehot. Il patron della Fiat, GianniAg ne ll i, avrebbe addiritturaportato in chiesa alcuni “cigni”-come venivano chiamate le ra-gazze - di Madame Claude dopo

un’orgia di gruppo per chiederela benedizione del prete. “Hoconosciuto tutti i grandi delmondo”, diceva lei. Le casechiuse erano vietate in Franciadal ‘46, ma molte case clandesti-ne furono tollerate fino agli anni‘70.

E LE AUTORITÀ francesi non o-savano intralciare il lavoro diMadame Claude che alla fine ri-sultava utile: sotto le lenzuola igrandi del mondo finivano perlasciarsi andare in confidenze.

Chissà quanti segreti MadameClaude avrà portato via con sé.

Ispirò film e romanzi. Nel ‘75pubblicò la sua autobiografia.Poi nel ‘77 il presidente ValeryGiscard d’Estain g decise didarle la caccia. Rincorsa dal fi-sco, fuggì negli Stati Uniti. Tor-nò in Francia nell’86 e finì in pri-gione per qualche mese.

Una volta libera, decise di ri-tirarsi nel sud. Ieri la radio Fran -ce Info ha ritrovato Ma r t in eM on t ei l, l’ex dirigente dellabuoncostume che le aveva stret-to le manette ai polsi.

E che l’ha ricordata così: “Ma -dame Claude era una donna conla testa sulla spalle, una vera bu -siness woman. Organizzava tut-to in dettaglio, con le ragazze eramolto severa. Dovevano esserele più belle, le obbligava persinoa subire operazioni di chirurgiaestetica. Così loro si indebitava-no, e dipendevano in tutto e pertutto da lei”.

L .D.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Morta a 92 anni la storica maîtresse parigina, fra i clienti delle sue ragazze politici e vipLA STORIA

Cinquanta sfumature di Madame Claudè

Clienti Jfk e Agnelli La Pre ss e

Una verabusinesswoman .Le ragazzedove vanoessere lepiù belle, leobbligava ao p e ra z i o n ie s te t i ch e .Così sii n deb i t a va -no ed eranolegate intutto a lei

M A RT I N EMONTEIL

IL CASO

L’ex presidenteMar tinelli:frodi per spiarei panamensi» ROBERTA ZUNINI

L a Corte Suprema diPanama ha spicca-to un mandato d’ar-

resto nei confronti dell’expresidente Ri-cardo Mar-tinelli ac-cusato diaver usa-t o f o n d ip u b b l i c iper spiare il-legalmente ol-tre 150 persone: opposi-tori politici, sindacalisti,giudici e avvocati. Marti-nelli, 63 anni, è uno degliuomini più ricchi delCentramerica, noto in I-talia per essere stato im-plicato nel caso Berlusco-ni-Lavitola. All’inizio digennaio, subito dopo la fi-ne del mandato iniziatonel 2009, ha lasciato Pa-nama per rifugiarsi pro-babilmente a Miami, inFlorida, visto che la stessaCorte aveva già aperto al-tri 4 procedimenti per a-buso di fondi pubblici,crimini finanziari e cor-ruzione. L’ex imprendi-tore ha risposto con un t-weet in cui si dice vittimadi un processo politico.

Il giro di spionaggio èstato definito dai pubbli-ci ministeri “costante esistematica violazionedella privacy e dei dirittiumani dei cittadini. Se sicostituisse, ipotesi deltutto irrealistica, e venis-se giudicato colpevole ri-schierebbe fino a 21 annidi carcere.

Panama è un paese conun alto livello di corru-zione e ancora viene uti-lizzato come buen retiroda chi ha conti in sospesocon la giustizia. Ma forsele cose stanno cambian-do. “Penso che sia unbuon inizio per il Paese ilfatto che vengano assicu-rati alla giustizia non sologli ex presidenti, comeMartinelli, ma anche iministri, i membri delCongresso e tutti quelliche calpestano la dignitàdel popolo panamense.Basta con l’impunità cheha regnato per decenni”,ha detto il pm Marco An-tonio Bernal.

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FRANCIA SVENTATO ATTACCO A ORLÉANSUn progetto di attentato contro le forze dell’o rd i n eè stato sventato a Orléans; lo ha dichiarato il mi-nistro dell’Interno Bernard Cazeneuve. Due fran-cesi di 20 e 24 anni sono stati fermati; per la poliziaerano in contatto con un altro francese, partito perla Siria. Secondo France Info, i due erano riusciti atrovare i soldi necessari e cercavano di procurarsile armi per passare all’azione. Ansa

T U RC H I A MIGRANTI, MORTI TRE BAMBININuova tragedia nel mar Egeo: 11 migranti, tra cuitre bambini, sono morti annegati. La barca direttaverso l’isola di Samos si è capovolta. Altri 7 profu-ghi sono stati tratti in salvo. Il dramma prosegue;ha superato quota 1 milione il numero di rifugiatientrati in Europa nel 2015. Lo riferisce l’O rga n i z -zazione internazionale per le migrazioni: gli arrivisi sono quadruplicati rispetto al 2014. Ansa

PARIGI Via gli omaggi per le vittime della strage

Grandi pulizie al Bataclan

qNETTURBINI al lavoro dinanzi al locale Bataclan, per rimuo-vere il memoriale nato in modo spontaneo dopo la notte del 13

novembre, dedicato alle vittime dell’attacco terrorista, riunite per as-sistere a un concerto. Quella notte morirono 130 persone Re u te rs

La “dimenticanza”Nella dichiarazionedel 2014 mancano beniper più di un milioneintestati a padre e figlia

30milioni di franchi lacifra ereditata nel 1976dal patriarca del FN

C’eravamo tanto amati Jean Marie e Marine prima della rottura Ansa

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22 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

L’A NA L I SI

Anche in Italia la crisi e il votohanno demolito Pd e destre

Trend da paura Il nostro Paese in linea con il terremoto spagnolo:le due formazioni tradizionali hanno perso il 24% in sette anni

» FEDERICO FORNARO *

Quest’anno sono andatial voto i tre paesi (Gre-cia, Portogallo e Spa-gna) che insieme all’I-

talia sono stati ribattezzati,con disprezzo, dalla finanzainternazionale “P igs ”. Glistessi ambienti che hanno im-posto in questi anni a questenazioni, con intensità diffe-renziate, politiche di austeri-tà particolarmente dure perriportare in equilibrio i contipubblici, che hanno prodottoun vero e proprio terremotonel sistema politico. A dovercertificare i maggiori dannidelle scosse sono stati i mag-giori partiti delle due grandifamiglie, quella socialista equella popolare-conservatri-ce, che stanno uscendo lette-ralmente a pezzi da questi set-te anni di crisi.

Il tradizionale sistema bi-polare, che ha poggiato perdecenni sull’asse di orienta-mento destra-sinistra e sucui, vale la pena di ricordarlo,è fondata anche l’architetturadelle istituzioni europee, èstato parzialmente demolito.La Spagna è stata l’ultima inordine di tempo a essere statacolpita da questo sisma di-struttivo. Nelle elezioni poli-tiche del 2008, infatti, il Par-tito socialista e il Partito po-polare rappresentavanol’83,3% dei votanti e il 61,5%degli aventi diritto al voto.Sette anni dopo, nel 2015, idue maggiori partiti spagnolisono crollati al 50,3% dei vo-tanti e al 36,8% degli elettori:un vuoto riempito dall’e n t r a-ta sulla scena politica di Po-demos e di Ciudadanos.

IN PORTOGALLO, invece, lamancata nascita di nuovi mo-vimenti capaci di intercettarela domanda di cambiamento edi critica radicale alle politi-che di austerità, ha ridotto glieffetti delle scosse provenien-ti dal sistema sociale, che han-no, invece, favorito un aumen-to dell’astensionismo. Nellerecenti elezioni politiche, in-fatti, socialisti e il raggruppa-mento del centrodestra hannoraccolto il 69,2% dei consensiespressi (76,1% nel 2009) e il39,4% degli elettori (46,0% seianni fa).

Dal canto suo, il popolo gre-co è stato chiamato per bendue volte al voto nel 2015. Nelsettembre di quest’anno, le ur-ne hanno restituito un quadrodelle preferenze degli elettoriradicalmente diverso da quel-lo dell’ultima consultazioneprima della crisi, le Politichedel 2007. In quell’anno, infat-ti, i socialisti del Pasok e i con-servatori di Nuova Democra-zia avevano raccolto il 77,8%dei votanti e il 57,7% degli a-venti diritto. Dopo una crisisenza precedenti che ha por-tato la Grecia sull’orlo dell’u-

Pregiudizi di oggi L’accoglienza danese “comprata ” dai profughi, la blacklist di ebrei in ItaliaIL COMMENTO

» SANDRA BONSANTI

D a qualche giorno hoaggiunto agli anelliniche porto assieme alla

fede un cerchietto che sembrauna fede d’argento. Ma non èargento, è ferro.

È la fede che la mia mammafu costretta a portare quandodurante il fascismo a tutti icittadini italiani fu chiesto didonare l’oro alla patria. Hodeciso che la porterò sempreal dito, questa testimonianzadel tempo della dittatura. E hoanche trovato, fra le carte difamiglia, un grande manife-sto intitolato: “GRF.G:Berta”e sotto il titolo “Oro alla Pa-tria 12° elenco dell ’oro edell ’argento raccolto dalG r u p p o”. Tra i donatori piùgenerosi anche il mio nonno.Questo elenco è dell’aprile del1936 e io non ero ancora nata.Ho poi fatto una rapidissimaricerca e ho trovato che Gio-vanni Berta era stato un mi-

La situazione non è la stes-sa, ma lo spirito sì: l’ac co-glienza e dunque la sopravvi-venza non la si dona, la si ven-de. Paga se vuoi esser salvato.Un sentimento osceno, unsentimento na-zista.

Dal 17 dicem-bre scorso ha co-minciato a gira-re (e non è la pri-ma volta) una“b lac klis t” di e-brei sul web. Sitratta di una pa-gina dal titolo “Ilgiudaismo in I-tal ia” e con sot-totitolo “Li st adegli ebrei in-fluenti in Italia”.La pubblicazione è apparsasul sito di “radio Islam Italia-no” e ora è stata aperta un’in-chiesta dalla Procura di Ro-ma. La Federazione dellaStampa ha definito la pubbli-cazione “un’iniziativa squal-

lida”. Squallida e inaccettabi-le, squallida e pericolosa.

Noi di Libertà e Giustiziaabbiamo in questi anni tenutoalta la bandiera dell’an tifa-scismo, abbiamo denunciato

ogni tentativo diricostruzione delpartito fascista edi manifestarec o n s i m b o l i ebandiere inneg-gianti al nazifa-scismo. È uno deimolti compiti dicultura politicache ci siamo sob-barcati. Accantoall’Anpi, accantoa tutti coloro chen o n v o g l i o n omuri ma ponti e

porte aperte.Ora, col mio anellino di fer-

ro all’anulare, mi sento fortis-sima e pronta a qualunque sfi-da presente o futura, palese omascherata.

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scita dall’Europa e ridotto allamiseria milioni di cittadini, idue grandi partiti greci hannovisto confermare la fiducia del33,5% di chi si è recato ai seggie di soltanto il 18,9% del corpoelettorale. In particolare, l’an -tico e glorioso Partito Sociali-sta greco è stato spazzato via:341.000 voti nel 2015 contro i2.727.000 del 2007. Il vincito-re tormentato del 2015, Syrizadel premier Tsipras, con2.246.000 di voti, nel 2007 a-veva ottenuto solamente361.000 consensi. Questi dati

finiscono per far rileggere sot-to un’altra luce anche lo stessorisultato delle elezioni politi-che italiane del febbraio 2013 egettare elementi di forte in-certezza sulle prossime con-sultazioni per il rinnovo delParlamento.

RISPETTO alle elezioni del2008, infatti, dopo cinque an-ni di crisi e la parentesi del go-verno Monti, Pd e Forza Italia(Pdl) aveva-no lasciatos u l c a m p oquasi diecimilioni di vo-ti passandodal 67,9% deiv o t a n t i a l45,2% e dal5 4 , 7 % a l34,0% deglielettori. Un risultato che mi-gliora nelle Europee, grazieal l’ex pl oi t del Pd, rispetto aivotanti (54,6%), ma non in re-lazione agli elettori (32,0%),anche per il sempre minor ap -pealdel voto per il ParlamentoEuropeo.

Se poi, si prova a guardare ipiù recenti sondaggi, i due (ex)maggiori partiti italiani, vistoche Forza Italia è stata ormaidoppiata dal Movimento 5Stelle e superata anche dallaLega, raccolgono la fiducia del44% di coloro che dichiarano

che andranno a votare (-24%in sette anni) e quindi di pocopiù di un terzo soltanto deglielettori (con il 75% di votanti).Una crisi di fiducia e di rappre-sentanza dei grandi partiti, u-nita a una veloce obsolescenzadell’asse portante dell’orien -tamento elettorale destra-si-nistra (fenomeni che hannocaratterizzato anche le recen-tissime elezioni regionali inFrancia, con il Fronte Nazio-

nale primopartito) cheha indebolitoil fronte deipopolari e deic on se r va to ri ,ma che sta fa-cendo pagareil prezzo piùalto alla sini-stra di matri-

ce riformista.Il vuoto lasciato dai partiti

identificati come espressionedel sistema, nei paesi “Pigs” èstato variamente occupato damovimenti con radici più na-zionali che di respiro europeo,tutti uniti però dalla contesta-zione radicale sulla cura im-posta da Francoforte e Bru-xelles, con effetti sugli equili-bri politici nazionali ed euro-pei oggi difficilmente preve-dibili.

*senatore del Pd© RIPRODUZIONE RISERVATA

Requiem per i PigsGli effetti elettoralidell’austeritànei quattro Statieuropei più disastrati

L eaderA sinistra, ilgreco AlexisTsipras; a de-stra, lo spagno-lo Pablo Igle-sias; sotto,Matteo RenziAnsa /LaPresse

PIÙ FORTI CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

litante delle squadre d’azionefiorentine e che era stato uc-ciso nel 1921 dai militanti co-munisti durante gli scontri al-la Pignone.

Quanta storia in un cer-chietto di ferro! Quanta vitadi una famiglia di ebrei cheancora nel ’36, poco primadelle leggi razziali, erano certiche nessuno li avrebbe perse-guitati, loro italiani da sem-pre e anzi grandi finanziatorin el l ’Ottocento di GiuseppeMazzini e dell’unità d’Italia.

Ho pensato al mio anellino

di ferro, alla raccolta dell’oro,e agli ebrei spogliati di tutti iloro averi quando ho letto diquella legge che sta appro-vando il governo di destra inDanimarca e che costringeràgli emigranti che chiedono a-silo a consegnare parte dei lo-ro beni in cambio di asilo, as-sistenza sanitaria, alloggi ecorsi di lingua. Una legge“meschina e crudele” h an nodetto le opposizioni rimar-cando le analogie con gli ebreiperseguitati e privati dei beniprima della deportazione.

La listaa nt i s e m it aSul sito RadioIslam Italianoera stato pub-blicato l’e le n -co di persona-lità di religio-ne ebraica

I numeri

32 %Pd ed ex Pdlra g g i u n go n osolo il 32%reale deglielettori. Nel2008 hannoperso 10milioni di voti

3 6, 8 %In Spagna, ilPsoe e Ppsono crollatial 50,3% deivotanti e al36,8% deglielettori aventid i r i t to

1 8 ,9 %In Grecia,socialisti eco n s e r va to r isono al 33,5%dei votanti eal 18,9% deglie l e t to r i

L’i mp eg no“LeG ha semprede nu nc i atofascismi e muri.Ora siamo prontia qualunquesfida futura”

Lo sberleffo

NON È UN PRESEPEPER PESCATORI» FQ

, ESPRESSIONE inten -sa, occhio vispo, sorriso

accennato e incorniciato dalrossetto. Giorgia Meloni augurabuon Natale a tutti gli italiani conuna foto sui social network, accanto alpresepe. Un presepe speciale. Ci sonotutti, il bue, l’asinello, Giuseppe e Maria. Ilbambinello no, perché la buona tradizio-

ne cristiana vuole che sia aggiun-to la mattina di Natale, il giornodella nascita. Già immaginiamol’angoscia dei meloniani più in-transigenti. La loro domanda è i-

stintiva: “E i marò?”. Nessuna paura:Giorgia non li ha dimenticati. Tra le dita dirosso smaltate, protetti sotto un sorrisobirichino, ci sono le statuine dei due fu-

cilieri di marina. Nel “presepe partecipa-t o” di Fratelli d’Italia non potevano man-care. Sospiro di sollievo, ma non per tutti.C’è un’altra domanda, tra i commenti. Piùimbarazzante. La scrive Emiliano: “Ci a oGiorgia, ma come avete fatto con i pesca-tori? Ricordo di averli messi quando fa-cevo il presepe, da piccolo. Ma se ci sonoanche i marò forse non è il caso”.

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 23

» ELENA MARISOL BRANDOLINI

Madrid

Professor Joan Botella,cosa dicono le elezionis p a g n o l e?Ha vinto il Pp e il Psoe

è arrivato secondo, il ventodel cambiamento a favore diPodemos e Ciudadanos è sta-to più moderato di quanto s’i-potizzasse. I due principalipartiti hanno avuto perditedi voti importanti, ma il lororetrocesso è stato minoredello sperato: all’ultimo mo-mento una parte degli eletto-ri si è come frenato. Comun-que, la dimensione del cam-bio è rilevantissima, perchési è passati dal bipartitismo a4 partiti, e inoltre senza alcu-na combinazione maggiori-taria. È un fatto nuovo e po-sitivo: uno dei principali pro-blemi che abbiamo avuto èstata la confusione tra gover-no e partito. E ha anche mes-so in ginocchio le forze tra-dizionali del cambiamento,come Izquierda Unida.

Perché i commentatori siconcentrano sull’in sta bi li-tà piuttosto che sul cambia-m e n to?

Perché sono conservatori e lastabilità in sé è considerata u-na virtù. Siamo in quella fasedi mezzo, che si presenta co-me una tappa di disordine, incui si è rotto l’ordine costitui-to ma ancora non esiste quel-lo nuovo.

Pensa si sia all’inizio di unaseconda transizione?

Possiamo chiamarla così, co-munque stiamo andandoverso un processo di cambia-menti molto importanti. Cisono partiti che si sono esau-riti nelle idee, nel modo di es-sere e questo spazio è occu-pato da altre formazioni checorrispondono alla societàche è cambiata ed è molto piùcolta e informata. I partitiche hanno capito questo e sisono adattati sono andati be-ne, gli altri hanno fracassa-to.

Che effetti ci saranno sullaquestione catalana?

È chiaro che il negoziato inCatalogna per fare il nuovogoverno era fermo in attesadel risultato elettorale.Nell ’insieme, i partiti indi-pendentisti hanno ottenutomolti meno voti di tre mesi fa.È simbolico che la notte delleelezioni, la Cup abbia fatto uncomunicato dicendo che noninvestiranno Artur Mas pre-sidente. Ora, la Cup è molto

prossima a Podem che è pri-mo partito in Catalogna. LaCup perciò non può permet-tersi di dare il suo voto a Mas,perché ha un competitore asinistra che è il primo partitoin Catalogna. Esquerra Repu-bli cana ha avuto un certosuccesso, ma non è riuscita aconseguire il voto metropo-litano di Barcellona, quello

che ha fatto è stato estendereil suo dominio alla Catalognarurale, alla Catalogna più tra-dizionale. La Cup dunquenon può permettersi di la-sciare questo spazio vuoto aPodem. La cosa più probabileè che in Catalogna si vadapresto a nuove elezioni.

Cosa può succedere perquel che riguarda il gover-n o?

Credo ci sarà un governo,non so con quali componenti,basato su un accordo parla-mentare più ampio. In que-st’accordo ci saranno impe-gni di riforma immediata e diriforma costituzionale. Eprobabilmente una legisla-tura corta, di un paio d’anni.Non una coalizione alla tede-sca, ma un accordo che coin-volga almeno uno dei nuovipartiti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» CECILIA ATTANASIO GHEZZI

Pe c h i n o

La legge non discrimina: non dice che ilmatrimonio è l'unione di un uomo e di

una donna, ma di marito e moglie. Unaterminologia che si può applicare anchealle coppie gay”. Con queste motivazioniun ragazzo della regione dello Hunan hafatto causa al governo locale per averglirifiutato il permesso di sposarsi con il suocompagno. Si tratta del primo caso legalein Cina a difesa dei matrimoni tra personedello stesso sesso. Un evento storico in u-na società in cui i diritti delle comunitàLgbt hanno fatto straordinari progressi inpochissimo tempo, quasi in parallelo allacrescita economica. Nonostante fosse unfenomeno largamente diffuso in epocaimperiale, la Repubblica popolare ha su-bito etichettato l'omosessualità come una

“pratica decadente” impor -tata dall’Occidente. Fino al1997 è stata considerata unreato e solo nel 2001 è statacancellata dalla lista dellemalattie mentali. Oggi l’atti -tudine del governo è quella di“non approvare, non disap-provare e non incoraggiare”ma la pressione sociale con-tinua a essere enorme. La di-scendenza non è qualcosa a cui cinesi so-no disposti a rinunciare. Ecco perché cisono ancora cliniche che praticano l’elet -troshock per “r ett if ica re ” gli orienta-menti sessuali. Ma avranno vita breve.Proprio lo scorso Natale un tribunale diPechino ha sentenziato che “l’o mo se s-sualità non è una malattia mentale e cometale non può essere curata”. Neanche unmese dopo una corte di Shenzhen si è do-

Prima causa al governo per matrimonio rifiutato

Il Dragone ora accetta le coppie omo:valgono affari per 300 milioni di dollari

C I NA

“Elettori giovanie colti, punitii vecchi partiti”

“Quei movimentiscelti perchélontani dal passato”

Madrid

Professor Oriol Homs,cosa è successo nelle ur-n e?È successo quello che

era prevedibile, perché c’è uncambio generazionale moltoimportante, di tutta una gene-razione che non ha attraver-sato la Transizione e perciònon si sente coinvolta dai pattiche l’accompagnarono e cheha vissuto molto duramente lapolitica di austerità. Questagenerazione si è ribellata.

Il tema generazionale ri-guarda anche i candidati?

C’è un cambio demograficoimportante che spiega uncambiamento di attitudine.La gente giovane vota diver-samente e trova nei partiti e-mergenti chi è riuscito a capi-talizzare questa novità. Tra I-glesias e Sánchez l’elementoin comune è che nessuno deidue ha gestito la crisi e perciòpossono avere una posizionesimile contro la gestione che siè fatta. Ma tra i due c’è un dif-ferenza importante ed è cheSánchez è situato nello statuquo, viene da un partito figliodella Transizione che ha go-vernato per molti anni, noncosì Iglesias. In Spagna, c’è unatteggiamento generazionaleche non si riconosce nel pas-sato perché ne contesta l’esi -to. Queste nuove formazioninon si sentono eredi della lot-ta democratica per la Transi-

zione. Io considero che que-sto sia molto legato alla durez-za della crisi economica. LaSpagna è l’unico paese in cui lacrisi ha spostato l’elettorato asinistra e non a destra.

Perché in Spagna non nasceun partito xenofobo come inFra n c i a?

Sicuramente perché siamopassati per il franchismo e ce

n’è memoria storica e poi per-ché l’estrema destra è integra-ta nel Partido Popular. Diffe-rentemente che in Grecia, inFrancia e in Germania, la crisiin Spagna non ha portato unaumento di voti all’estr emadestra, semmai il contrario.

Siamo in una seconda transi-z i o n e?

Il problema non è se facciamoun po’più di politiche sociali omeno, le questioni in gioco so-no la crisi e la disaffezione allapolitica. Il cambio è anche sullivello d’istruzione: nel grup-po di Podemos non ci sono o-perai, sono tutti professori u-niversitari, perché la gentegiovane ha una formazionemolto superiore alla genera-zione precedente e ciò dà unamaggiore capacità di critica,di elaborazione di proposta edi reazione. Podemos ha vintopiù nelle aree urbane e nelleperiferie industrializzate,meno nelle aree rurali.

Che movimento è P od e-m o s?

È un movimento di sinistra,che apprende molto rapida-mente dai suoi errori. Di genteche vive nelle grandi città, conalti livelli d’istruzione, di clas-se media. Sono i figli dellaclasse media, i giovani chehanno patito la crisi, che nonhanno futuro e che voglionocostruirselo rompendo congli schemi del passato a cuinon si sentono molto legati.Che hanno elaborato una teo-ria di rinnovamento della de-mocrazia in senso partecipa-tivo e questo è molto interes-sante.

Perché in Europa quando na-sce una nuova forza si dicesempre che è populista?

Dire, come si è fatto, che Syri-za e Podemos sono populisti ènon voler dare riconoscimen-to alle forze politiche emer-genti. Ma nessuno dei duepartiti lo è.

E .M.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA

J OA NB OT E L L A

Siamo in quella fasedi mezzo, una tappadi disordine, in cuisi è rotto l’o rd i n ecostituito ma ancoranon esiste quello nuovo

ORIOLHOMS

Non si sentono eredidella lotta democraticaper la transizioneSiamo l’unico Paese incui la crisi ha spostatol’elettorato a sinistra

Pop ol a r ie socialistiPedro Sán-chez, segreta-rio Psoedal 2014e Mariano Ra-joy, premierdal 2011 Ansa

C iud ad a nose PodemosPablo Iglesiase Albert Rive-ra. Podemosè stato fonda-to nel 2014,C iud ad a nosnel 2006 Ansa

SPAGNA rivoluzionata dalle urne C ambiamento

vuta confrontare con il primocaso di discriminazione ses-suale sul lavoro: un ragazzo li-cenziato dopo aver messo o-nline un video in cui faceva co -ming out. Una studentessa del-l'università di Guangzhou hafatto causa al ministero dellapubblica istruzione perché su31 libri di Psicologia pubblicatidopo il 2001, 13 descrivevano

l'omosessualità come un disordine dellapersonalità. Il fenomeno è divenuto, co-me in Occidente, un segmento di merca-to: a San Valentino, il gigante dell'e-com-merce Alibaba, ha premiato 10 coppie o-mo cinesi con un matrimonio a Los An-geles. Mossa coraggiosa, ma anche astuta.Secondo Forbes i presunti 70 milioni digay cinesi hanno un potenziale commer-ciale di circa 300 miliardi di dollari.

Diritti Manife stazionegay a Hangzhou Ansa

U SA TRUMP, INSULTI A HILLARY CLINTONIn Michigan Donald Trump, candidato repubblica-no alla Casa Bianca ha preso di mira l’av ve rs a r i a ;prima per una “pausa bagno” durante un dibattitodemocratico: “Io so dov'è andata. È disgustoso”.Ha poi aggiunto: “È una che non ha mai vinto nul-la”. Ricordando la sconfitta di HiIlary alle primarie2008, Trump ha usato il termine schlonged, tra-sformando in verbo un sostantivo osceno.

U SA GAY POTRANNO DONARE SANGUELe autorità hanno parzialmente revocato il bandoper le donazioni di sangue di uomini gay e bisessua-li. La Food and Drug Administration ha emesso unadirettiva che permette di donare sangue a patto cheil donatore non abbia avuto rapporti sessuali per al-meno un anno. Per la comunità gay la preclusione è“d i s c r i m i n a to r i a ”. Gli Usa si allineano così a Fran-cia, Regno Unito, Giappone e Australia. La Pre ss e

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24 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

I» ELISABETTA AMBROSI

l vostro gatto è sparito e nonsapete se tornerà? Pure il vo-stro ex marito è svanito e mo-rite dalla voglia di sapere se siè messo con qualcun’altr a?Stasera gioca la Juventus e vo-lete conoscere se vincerà?Nessun problema, per avererisposte esatte e puntuali po-tete rivolgervi a un astrologoorario, anche via telefono o e-mail. Ma chi è l’astrologo ora-rio e cos’è questa branca mol-to particolare dell’a s t ro l o gi aclassica, e molto meno cono-sciuta dell’astrologia moder-na (quella alla Paolo Fox, perintenderci)? Da oggi è dispo-nibile in italiano il testo di unodei maggiori esperti mondia-li, John Frawley, A s t ro l o gi aOr ar ia (A rm il la /M er id ia noZero edizioni, prefazione diRoberta Damiata, direttoredella rivista di astrologia S i-r io ), tradotto da Il Cuore delTempo, una società bologneseche si occupa di divulgare iprincipi dell’Astrologia Ora-ria (i cui testi di riferimentofondamentali sono i tre volu-mi della Christian Astrologydi William Lilly, astrologo emedico del Seicento). E pro-prio a loro ci siamo rivolti percapire come funziona questadisciplina. “L’A s t r o l o g i a O r a-r i a”, ci spiega un astrologodella società, “è capace di e-laborare non solo previsioniaccurate, ma anche investiga-re il passato (aiutandoci, ad e-sempio, a ritrovare un oggettosmarrito). Inoltre può dare ri-sposte che le carte natali(quelle formulate in baseall’orario e al luogo di nascita)non possono fornire. Prendail caso Stasi. Ponendo la do-manda: la Cassazione ricon-fermerà la pena? Abbiamo ot-tenuto una risposta molto piùprecisa che quella previstadalla carta natale di Stasi, do-ve si trovava solo la vaga in-dicazione che a un certo pun-to della sua vita avrebbe avutoun incidente di tipo legale”.

MA COME funziona questa di-sciplina che promette di ri-spondere esattamente a tutti inostri quesiti? Grosso modocosì: si formula una domandarispetto alla quale si vuole a-vere una risposta e si impostauna carta astrologica sulla ba-se del momento in cui la do-manda è ascoltata e compresadall’astrologo. Dall’a na l i s idella carta astrologica oraria sihanno indicazioni precise sul-la risposta al quesito. “T or-nando alla domanda sul gattoscomparso: si predispone lacarta oraria in base all’ora e-satta in cui l’astrologo com-prende la domanda, poi si va averificare qual è il settore (cioèla casa astrologica) che riguar-da il gatto e il pianeta che lo i-dentifica: a seconda della con-dizioni in cui si trova tale pia-neta riusciremo a capire se ilgatto sta bene o male, e in basealla direzione del pianeta, riu-sciremo a capire se il gatto sta

CAPODANNO Meglio dell’oroscopo, l’Astrologia oraria

sione, indifferenza) fornendo-ci informazioni sui sentimentidella coppia. L’Oraria può fareprevisioni anche sulla morte?“Sì”, risponde l’astrologo, “an -che se, trattandosi di argo-menti molto delicati, l’astrolo -go può anche rifiutarsi di ri-spondere; tuttavia è possibilefare previsioni sullo stato disalute di una persona amma-lata. So ad esempio che unacarta oraria era stata predispo-sta per il pilota di Formula uno

tornando oppure no: ad esem-pio la retrogradazione del pia-neta potrebbe essere una testi-monianza convincente del suoritorno”.

UN ALTRO esempio? “P os soraccontarvi il caso di due sposiche volevano sapere se il gior-no del matrimonio avrebbepiovuto: in quel caso la carta o-raria mostrò che il pianeta cheidentifica il luogo in cui si tro-vavano gli sposi cadeva in unsegno d’acqua. Quel giornopiovve sempre”. L’Oraria siapplica anche al mondo deisentimenti, come spiega l’a-strologa Patrizia Nava, autricedel libro I semi del tempo. Lerelazioni amorose nell’astrolo -gia oraria(Capone): si indivi-duano i pianeti riguardanti lepersone coinvolte nel rappor-to, e attraverso uno schema in-terpretativo ideato da Fra-wley, basato sulla metaforad e ll ’amore/odio, vengonochiariti in modo semplice e in-tuitivo alcuni dei possibili si-gnificati delle ricezioni, ovve-ro dei sentimenti che un pia-neta nutre nei confrontidell’altro (amore, odio, repul-

Jules Bianchi dopo l’inciden -te, dove la previsione non la-sciava purtroppo spazio a unaripresa e in effetti un anno do-po Bianchi è morto”.

Ma l’Oraria può essere utileanche per la politica o doman-de su figli e gravidanze, o sullavoro. Insomma, è possibilesapere quasi tutto, “a patto dinon abusarne” (e di pagare ilcompenso all’astrologo). E sipuò apprendere l’Oraria an-che attraverso i corsi che la

stessa società Il Cuore del Tem-po organizza, aspettando laprossima traduzione italianadel testo Sport Astrology, sem-pre di Frawley: un volume de-dicato alle previsioni nellosport e in particolare nel cal-cio. Per diventare ricchi colcalcio scommesse, forse, sedavvero l’Oraria funziona. Lo-ro giurano di sì. Ai più curiosinon resta che provare. Al costominimo di 30 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sp os ibag n at iL’a st rolog i aoraria ritienedi esserein grado diprevedere an-che il meteo.Così comel’e sitodel processoStasi Ansa

Non solo segniTutto il futurominutoper minuto

NUOVE MODE Attratte da misticismo ed esoterismo, chiamate a colmare un grande vuoto

SEGUE DALLA PRIMA

» MASSIMO FINI

Il fatto è che la Chiesa non è riu-scita a intercettare i bisogni spi-

rituali che, per contraccolpo, sicreano in una società materialisti-ca come la nostra. La progressivadesacral izzazioned el l’Occidente ha o-rigini lontane e com-plesse, nella compar-sa e nel graduale pre-valere della Ragioneilluminista.

MA PER STARE a unpassato recente sipuò fare l’esempio diPapa Wojtyla. PiùWojtyla si affermavac o m e S u p e r s t a rmondiale, grazie alla

sua esposizione mediatica, più, incontemporanea e in correlazione,nel quasi quarto di secolo del suopontificato crollavano le vocazio-ni, sacerdotali e monacali, e in Oc-

cidente si illanguidivafin quasi a scomparireil senso del sacro. E te-mo che alla stessa finesia destinato un altroPapa Superstar, Ber-goglio, troppo inseri-to, al di là delle sue pa-role, ma non della suavolontà, nel mondo.Del mondo, in Europae in Occidente, ne ab-biamo fin sopra i ca-pelli. Abbiamo biso-gno di qualcos’altro. E

lo andiamo a cercare altrove. Solol’Isis può credere che sia rimastoqualcosa di cristiano in Occidente.Torniamo alle donne. Il loro eso-terismo non è solo il segnale deltentativo di colmare un vuoto spi-rituale, ma marca anche un’alt raassenza, più concreta e terrena:quella del maschio. Non per una

scopata (quella non la si nega a nes-suna) ma per un rapporto serio eduraturo. I maschi, dicono, sonoscomparsi. E hanno ragione, anchese qualche attenuante ce l’abbia -mo. Non ci sono più le condizioniper dimostrare la nostra, vera opresunta, virilità. Non andiamopiù in guerra, non siamo più legati

Il maestrospi r it u a leindiano Osho,mor tonel 1990, ècon s ide ratou n’icona dellaNew Age

Le donne pregano Oshoperché non hanno più il maschio

Prezzominimo30 euroDove è fi-nito il gat-to? Al ma-trimoniop i ove r à?E chi vincelo scudet-to? Maistato cosìfacile

L’i nut i l it àNon riusciamopiù a dimostrarela nostra virilitàAl massimole aiutiamo asollevare i bagagli

P illola

n LEGA PROSC EG L I EG R AV I N AFinisce, dopo18 anni, l’e raMacalli. Ga-briele Gravi-na è il nuovop re s i d e n tedella LegaPro. Lo haeletto l’as-semblea deiclub riunitasiieri a Firenze.Gravina haottenuto 31voti ed è sta-to preferito aRaffaele Pa-gnozzi e Pao-lo Marche-schi. Del nuo-vo assettodovrà tenerconto CarloTave cc h i o,che punta al-la presidenzadella Figc

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 25

» GIORGIO CERASOLI

Interessa al Paese con-servare la propria me-moria storica? Si è con-sapevoli della sua im-portanza? La classe

politica è sensibile a questiproblemi? Da quello che ve-do no”. A esprimersi in modocosì netto è Mauro Canali,storico dell’età contempora-nea, ma il suo collega MarcoDe Nicolò lo è ancor più: “Lastoria è anche formazione diuna coscienza critica, pernon andare a casaccio e diresciocchezze. Se un giornonon dovessimo più disporredelle fonti vincerebbe chi laspara più grossa!”. O, peggio,chi ha la voce più forte.

LA QUESTIONE sul tappeto èquella che riguarda l’Archi -vio Centrale dello Stato, nellacui stracolma sede romanaall’Eur si vorrebbe ora farconfluire anche il Museo Na-zionale di Arte Orientale. Inrealtà si tratta di una tra lescelte che il Mibact sta com-piendo in nome di una sban-dierata razionalizzazionedelle risorse e del patrimonioche amministra. Davvero ne-cessario che vi debba essereun unico direttore per museisituati a molti chilometri didistanza, in Puglia (Manfre-donia e Gioia del Colle) e inCalabria (Sibari e Vibo Va-lentia), o che –giusto per tor-nare alla questione Capitale–si debba procedere a questo‘accorpamen to’? Appurata

l’impossibilità di avere di-chiarazioni dai responsabilidelle Istituzioni, è dai direttiutilizzatori che si riesce araccogliere informazioni,cose ben note agli addetti ailavori ma in gran parte igno-rate dall’opinione pubblica.

“La situazione dell’Archi -vio Centrale – precisa Canali– è la cartina tornasole diquello che è l’interesse dellaclasse politica, non solo l’at -tuale ma pure quella che l’hapreceduta. Ricordiamociche quella sede accoglie an-

che le carte private di statistie politici. Stiamo parlandodei Padri della Costituzione,testimonianze preziosissi-me”. Eppure quello dell’Ar -chivio Centrale dello Stato –caso peraltro emblematico diuna situazione complessivariguardanti archivi e biblio-teche statali – è un problemache non riguarda solo gli stu-diosi. “Esistono tanti sogget-ti –spiega De Nicolò, respon-sabile del settore archivi del-

la Sissco (Società italiana perlo studio della storia contem-poranea) – che sono varia-mente interessati a reperiremateriale. Possono esserciquestioni riguardanti il cata-sto ma, per esempio, i parentidelle vittime di Ustica perchénon dovrebbero poter esa-minare le carte che esistono?Adesso con la direttiva cheporta il nome dell’att ualepresidente del Consiglio,questa documentazione di-

venta consultabile e ci sonopersone che hanno un moti-vo legittimo ad accedere almateriale storico, a cercare laverità. Immaginiamo anchequalsiasi cittadino che abbiainteresse diretto a conoscerequali sono stati i soggetti chehanno preso una determina-ta decisione, che hanno fattouna scelta politica, o a rin-tracciare le carte di un pro-cesso o di un tribunale”.

Finanziamenti insuffi-

cienti, mancato turnover delpersonale, risorse inghiotti-te per ben due terzi dal paga-mento di affitti di locali ester-ni (invece di studiare la ri-conversione di beni dema-niali in dismissione). L’elen -co sarebbe lungo e testimo-nia l’assenza una visionestrategica complessiva.

ORA DUNQUE si prevede pu-re lo smantellamento dei ma-gazzini laterali dell’ArchivioCentrale dello Stato, per ‘farp os to ’ al Museo Nazionaled’Arte orientale, senza cu-rarsi delle conseguenze sullaconsultabilità dei 23 km difondi archivistici che trova-no posto in quell’ala. Fondiche nessuno sa esattamentedove verranno collocati, es-sendo saturi i magazzini chegià l’Archivio affitta pressoPomezia, a sud di Roma. “In -vece il vero problema – pro -pone Canali – è che l’Archi -vio dovrebbe acquisire purel’altra ala, ora occupata da uf-fici comunali. La Capitale diun Paese che si rispetti do-vrebbe far diventare il Piaz-zale dell’Eur un polo archi-vistico, sarebbe una soluzio-ne ideale e piuttosto ovvia.Ma sembra di parlare di fan-tascie nza”. In Francia, aPierrefitte-sur-Seine, nel2013 è stato inaugurato unnuovo grande polo archivi-stico centrale, progettatodall’italiano MassimilianoFuksas. La fantascienza è vi-cina.

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Le alidel passatoL’A rch iv ioC e nt ra ledello Statosi trovanel quartierede l l’Eu r,a Roma

PARADOSSI Il Mibact vuole ottimizzare spazi e immobili e manda un museo nazionaleall’interno dell’Archivio centrale dell’Eur. Verranno sacrificati 23 chilometri di documenti

Al posto dei segreti di Statoun bel pezzo di arte orientale

Quentin, stella di HollywoodTarantino ha ottenuto la sua stellasulla Walk of Fame. A pochi giorni dalnuovo film, il regista ha visto incidereil suo nome su una mattonella

Torino conferma BarberaAlberto Barbera è stato confermatodirettore artistico del Museo delCinema. Si farà invece un concorsoper un direttore organizzativo

a ideologie che comportino rischi,pericoli, qualche prova di corag-gio, fisico e morale, la tecnologia hareso inutile la forza fisica, tutt’alpiù ci serve, sui treni, per aiutarle amettere le loro pesantissime vali-gie (ma che cosa mai ci mettonodentro?) sulle reticelle. A questo cisiamo ridotti.

E COSÌ INVECE del Principe Azzur-ro (nonostante tutto un po’roman -tiche lo sono restate) si trovano difronte quello che l’uomo in realtà èsempre stato: un bambino (“Ricor -dati che in ogni uomo c’è sempreun bambino che vuole giocare”scrive Nietzsche). E ne sono delu-se. Ecco perché molte donne e mol-ti uomini d’Occidente sono attrattidall’Isis. Le prime per trovare unmaschio propriamente detto, i se-condi per ritrovar se stessi.

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ONDA SU ONDA Il twittare selvaggio dell’Eni contro l’inchiesta di Report

» LORIS MAZZETTI

G li uffici stampa so-no i cani da guardiadel potere, gli ese-

cutori materiale dellalenta ma inesorabile cor-rosione dell’articolo 21della Costituzione. Renzialla Leopolda ha scatena-to i sostenitori contro igiornali non allineati, cri-tici sull’operato del go-verno. Il taglio dato all’i-niziativa è stato giocosocome se la vicenda fossefine a se stessa e non por-tatrice di sciagura per lalibertà d’informare.

ANCHE NEL 2001 a Tele-lombardia sembrò un gio-co quando Gasparri, alloraAn, insieme a Di Luca di

Forza Italia e Buttiglionedei Cdu, sollecitato dalconduttore di Isberg,compose la lista di proscri-zione: Biagi, Santoro, Lut-tazzi, Tg3. Dopo qualchemese Berlusconi con l’e-ditto bulgaro colpì duro.Oggi l’opinione pubblica èmeno consapevole di ciòche sta accadendo all’arti -

colo 21, il berlusconismoha creato un clima, cheprescinde da chi governa,di autocensura, percetti-bile solo all’interno delleredazioni: sono gli ufficistampa che organizzano lapresenza dei politici in tvcon interviste concordate,che impongono il parterredegli ospiti altrimenti ri-fiutano di mandare il loropolitico alle trasmissioni.

GLI UFFICI stampa dei po-tenti si sono allargati ai so-cial, hanno scoperto cheTwitter può essere utiliz-zato contro l’inchiesta chesta andando in onda, cheovviamente è registrata e

non può replicare, facen-do passare per falsi i fattiraccontati.

È accaduto con Repo rtnella puntata in cui MilenaGabanelli raccontava del-la presenza dell’Eni in Ni-geria e di un presunto girodi tangenti.

L ’ u f f i c i o s t a m p adell’impresa energetica hacominciato a twittare, dif-fondendo nella rete mes-saggi in cui si affermavache gli autori dell’inchie -sta avevano occultato do-cumenti che avrebberoprovato la limpidezzadell’azione dell’Eni, de-nunciando che la Gabanel-li avrebbe rifiutato di invi-

tare in diretta gli accusati,la ragione per cui i vari Sca-roni, Descalzi non hannoconcesso interviste.

RICHIESTA ridicola perchétutti sappiamo che un’in -chiesta ha tempi di realiz-zazione ben diversi rispet-to a un talk show. Quellasera, grazie a Dagospia, ab-biamo scoperto quanti so-no i cani da guardia del pa-drone, mimetizzati daguardiani della democra-zia, evidentemente obbli-gati da Eni a intervenire suTwitter a difesa del poten-te, quindi a rivelarsi. Il gio-co di Renzi non deve farsorridere perché c’è sem-pre chi è più realista delre.

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Gli uffici stampa, ovveroil potere della censura

Lo storico Canali: ‘Ciinteressa conservarela nostra memoriastorica? La classepolitica è sensibilea questi problemi?’

Il Chelsea vuole GuardiolaL’allenatore del Bayern Monaco,che lascerà a fine stagione, secondoil “Daily Express” è l’obiettivo numerouno del magnate russo Abramovich

Milena Gabanelli La Pre ss e

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26 » SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 23 Dicembre 2015

Libri

A» CAMILLA TAGLIABUE

parte il nome, la RepubblicaPopolare Democratica di Co-rea di democratico non hanulla: finalmente se n’è ac-corta anche l’editoria nostra-na, a dispetto della malafededi certa politica e stampa, checontinuano a blaterare sullebizzarrie del dittatore KimJong-Un o sulla impeccabilepulizia del Paese (© Razzi eSalvini). Peccato che qui sa-rebbe più giusto parlare di“pulizia umana”, che tienenei campi di prigionia tra le80 e le 120 mila persone (cir-ca lo 0,5 % della popolazio-ne). Human Rights Watch eAmnesty International de-nunciano da anni che la“Nord Corea è uno dei Paesipiù repressivi al mondo” el’Onu ha dichiarato che lì “gliabusi non hanno pari nel re-sto del pianeta e includonosterminio, schiavitù, tortu-ra…”.

IN ITALIA sono le case editricia interessarsi sempre di piùalle storiacce di Pyongyang edintorni: a fine 2014 è uscitoFuga dal Campo 14 di BlaineHarden (Codice) su ShinDong-Hyuk, uno dei pochiscampati al centro di concen-tramento. Recentemente so-no state pubblicate le scioc-c a n t i a u t o b i o g r a f i e d iHyeonseo Lee (La ragazzadai sette nomi, Mondadori) eYeonmi Park (La mia lottaper la libertà, Bompiani), en-trambe esuli, rifugiate in Co-rea del Sud e ora attiviste peri diritti umani. Meno truce,ma altrettanto sconvolgente,è poi il saggio di Paul Fischer,Una produzione Kim Jong-Il(Bompiani), che affabulal’“audace rapimento” di ChoiEun-Hee, attrice sudcoreanasequestrata dall’allora mini-stro della propaganda (KimJong-Il, poi dittatore e padredell’attuale despota) per ac-crescere il prestigio del cine-ma di regime.

“Ho vissuto tante vitequanti sono i miei nomi”,spiega al FattoHyeonseo Lee,ultimo degli pseudonimi, chesignifica “luce del sole” e“buona sorte”. Scritto conDavid John, La ragazza daisette nomi racconta la rocam-bolesca fuga dell’adolescenteLee dal proprio Paese, la clan-destinità in Cina e l’attuale vi-ta a Seul. “Forse mi sentiròsempre una rifugiata e il miosogno è vedere unite le dueCoree, ma la mia patria reste-rà sempre il Nord: lì sono natae ho vissuto per 17 anni (oggine ha 35, ndr). Ora sono sullaloro lista nera e, da esule, fac-cio tutto ciò che posso contro

il regime, aiutando i rifugiaticome me e girando il mondoper divulgare la mia storia”.

IL SUO DISCORSO alla TEDconference del 2013 è uno deipiù visti sul web con oltre 4milioni di clic. “La sensibilitàd e ll ’opinione pubblica stacrescendo, ma secondo meservirebbero meno parole epiù azioni, anche un inter-vento militare. Certo nel XXIsecolo si dovrebbe evitare laguerra, ma perché la comuni-tà internazionale non fa nul-la, non tenta altro? La Cina, adesempio, dovrebbe essere laprima a reagire, e invece spes-so rispedisce i rifugiati al re-

gime”. Sperare in una rivolu-zione locale è utopistico: “Inordcoreani non sono liberi,nemmeno di muoversi: comepotrebbero organizzare unaresistenza? Moltissimi poinon sanno nulla, non si ren-dono conto di vivere sotto unregime, sono disabituati per-fino alla bellezza. Forsequando arriverà internet lenotizie viaggeranno più velo-cemente e la dittatura collas-serà. Forse Gates o Zucker-berg potrebbero darci unamano, almeno per contrasta-re il perenne lavaggio del cer-vello cui la popolazione è sot-toposta”.

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Tante vite, settenomi e una solapatria da cui fuggire

DI T TAT U R E L’editoria italiana si occupa finalmente degli esuli della Coreadel Nord. Hyeonseo Lee: “Sono una rifugiata, ma quella rimane la mia terra”

l Laragazza daisette nomiHy eo n seoLee, DavidJoh nPagine: 350P rezzo: 20 eE ditore:Mond ador i

Il libro

Quale de-mo craziaNei campidi prigio-nia riman-gono trale 80 e le120 milapersone

D. C. (DOPO CHRISTIE)

Malaffare senzascampo: l’aldilàè cinese e corrotto» FABRIZIO D’E S P OS I TO

L e discese ardite dell’ipnotista nei cu-nicoli e nei meandri cerebrali sem-bravano un confine estremo. Invece

no. Stavolta Lars Kepler, famoso pseudoni-mo della premiata ditta coniugale Ahndoril,va ancora oltre e ovviamente si ritrova nelsovrannaturale con l’ultimo best-seller, Ilporto delle anime. Si partesempre dal cervello e la zo-na buia, meglio, grigia eplumbea, è quel tunnel chemolti dicono di vederequando si trovano tra la vi-ta e la morte a causa di uninfarto o di un incidente. Ilporto delle anime, appun-to. L’anticamera del regnodei morti dove si parla ci-nese perché la Cina sin dal-le origini venne modellatacome la città portuale dovesostano le anime. Propriocosì. “Com’è che l’aldilà ècinese?”.“Perché noi cine-si abbiamo sempre rispet-tato i nostri antenati... Cosìabbiamo interrogato quel-li che sono tornati dalla città portuale. Dopole prime dinastie, erano tornate alla vita cosìtante persone che le loro descrizioni comin-ciarono a ispirare l’intera società”. Capito ilsegreto?

Jasmin ha i capelli rossi ed è una militaresvedese con traumatiche esperienze diguerra in Kosovo. Va e viene dal porto delleanime ma non le credono ed è rinchiusa inun manicomio. Ha un figlio piccolo, Ja-smin, che si chiama Dante e così quandoaccade l’irreparabile in un incidente d’a u-to, ossia Dante in fin di vita, lei si provocauna morte apparente con un paio di inie-zioni e torna nel porto delle anime. L’a n-ticamera del regno dei morti è una cittàcorrotta e violenta, dove si mangia, si fasesso, si beve. A dominare sono dei clan cherubano le piastrine a chi deve ritornare nelmondo dei vivi per destinarle a potentiboss e funzionari del popolo che voglionovivere. Ecco, scoprire che anche l’aldilà ri-produce le dinamiche terrene induceall’angoscia, favorita dal ritmo veloce.

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STRENNA La rilettura di Maurizio Bettini

Il kolossal dei miti classiciè meglio anche di Star Wars» STE. FEL.

C’È UNA GRANDEquantità di retorica sull’impor-tanza delle radici. E ci sono schiere di umanistipronti a difendere l’importanza dello studio delgreco e del latino, ma pochissimi che si sforzano dicondividere i loro piaceri intellettuali con il pub-blico (gli studenti non contano, non hanno pos-sibilità di scelta). Per questo è interessante il libro“Il grande racconto dei miti classici”, la strenna delMulino, un volume elegante dove il testo di Mau-rizio Bettini ha la stessa dignità delle immagini.Bettini, che è professore di Filologia classica all’U-niversità di Siena ma anche infaticabile divulga-tore, si dedica a un compito trascurato: riportare ilmito alla sua dimensione originaria, quello del rac-conto, di kolossal tramandato per via orale. L’Eco -nomist ha dedicato il numero di Natale alla “mo-derna fabbricazione di miti”, con la Disney di StarWars al posto di Omero e i cavalieri Jedi come eredidi Prometeo e Teseo. Bettini torna all’originale fa-cendo un’operazione che di solito viene riservata alibri “d i v u l ga t i v i ” (aggettivo usato spesso consprezzo, ma solo in Italia). Racconta, affabula, ri-costrusce - anche con mappe genealogiche det-tagliatissime - Olimpo e dintorni con un approccioche dimostra come alla Disney (e alla Marvel) nonabbiano poi inventato molto.

l Il grandera cco nt odei miticl a s s ic iM au r i z i oB ettiniPagine: 5 03Prezzo: 48eE ditore:Il Mulino

IL RICORDO Testimoni e capolavori

Graziani, quando il rockincontrò il cantautorato» ANDREA SCANZI

OSSERVATORE attento della canzone d’a u to re ,Paolo Talanca ha scritto un libello agile e volu-tamente breve – ma non frettoloso – sul cantau-tore italiano più atipico e non ancora compresoappieno: Ivan Graziani. Lo ha fatto da abruzzesequal è, e anche per questo ha insistito a iniziolibro su quanto le origini teramane abbiano in-fluenzato la creatività dell’artista. Graziani è sta-to il primo, nella seconda metà dei Settanta, afare incontrare rock e canzone d’autore. Un con-nubio, prima di lui, quasi impensabile. Addirit-tura eretico. Chi ripete che negli ultimi anni nonavesse più molto da dire non sa di cosa parla, econ Graziani capita spesso, ma certo fu lo snodotra Settanta e Ottanta a portare i frutti artisticipiù ispirati.Dischi come Pi g ro e Agnese dolce Agnese a n d re b-bero portati nell’isola deserta, o anche “s o l o” a-scoltati regolarmente come dono prezioso a ses te ss i .Talanca non usa toni cattedratici, ospita virgo-lettati di chi Ivan lo ha conosciuto bene, si sof-ferma giustamente su quel capolavoro quasi i-naudito chiamato Fuoco sulla collina. Il suo è unlibro affettuoso, divulgativo e necessario. Micapoco, di questi tempi.

l Iva nGraziani –Il primoca nt autorero ckPaol oTal anc aPagine: 90Prezzo: 12 eEditore: C racE dizioni

FOTOGRAFIA L’arte di Becchetti

Gli sguardi degli uominiche uno scatto rende veri» FERRUCCIO SANSA

SFOGLIARE le pagine e ritrovare i propri sguardi. Im-magini tanto familiari che le credevi parte della tuamemoria personale. Come il volto in bianco e nero diPier Paolo Pasolini, i suoi occhi così penetranti cheancora ti raggiungono. Accade leggendo “L’I n ga n n odel vero” di Sandro Becchetti, diario di viaggio di ungrande fotografo che per decenni ha seguito la cro-naca italiana – romana soprattutto – fino a comporreil ritratto di un Paese. Un libro non comune, perchéalle immagini accompagna le annotazioni non di uncritico, ma di chi le ha scattate. Si scopre così cheBecchetti aveva un’ottima penna. Ma soprattutto cisi accorge di quanto diverso sia il messaggio che cilasciano l’immagine e la parola. I volti senza nomecatturati da Becchetti nelle manifestazioni degli anniSettanta, ai funerali di piazza Fontana, nelle campa-gne della sua Umbria, sono universali, come sa es-sere la grande fotografia. Il racconto invece li iden-tifica. Li rende particolari. “La fotografia non è un’ar -te ”, sostiene Becchetti. Ma proprio le sue immaginilo smentiscono. Scatti di una naturalezza geniale, incui si riconosce la passione del cronista per gli uo-mini: volti famosi –Pasolini, Alfred Hitchcock, DustinHoffman – catturati in atteggiamenti che li rendonocosì umani, persone comuni che diventano improv-visamente protagonisti del loro tempo.

l L’I n ga n nodel veroS androB ecchettiPagine: 1 92P rezzo:13,50 eE ditore:Postca r t

l Il portodelle animeLars KeplerPagine: 360P rezzo:16,90 eE ditore:L ongane si

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Mercoledì 23 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 27

Libri Arte & Fumetti

L’OM AG GIO Al Macro di Roma una mostra dedicata al grande intellettuale: pittore,grafico, teorico del gusto, critico. A cavallo tra i secoli e le abitudini italiane

Gillo DorflesUltime esplorazionidi un secolo d’arte

O» ANGELO D’ORSI

gni tanto, anche agli occhi dinoi laici, i miracoli accadono:nel novero rientra la meravi-gliosa vecchiezza di GilloDorfles, che ha traguardato i105 anni, con una creatività eun acume che non apparten-gono al suo lungo passato, masono cosa viva. La bella mo-stra aperta fino al 30 marzo2016, al MACRO di Roma“Gillo Dorfles. Essere neltempo” a cura di Achille Bo-nito Oliva, ne è un esempioragguardevole. Il comunicatostampa recita il vero, parlan-do di “omaggio all’opera tota-le di un padre storico dellacultura visiva italiana”.

E LA MOSTRA dà conto dellamultiforme attività di un intel-lettuale che ha ben pochi e-sempi che possano tenergli te-sta: pittore, grafico, teorico delgusto, critico d’arte. Se lo sivuole conoscere, però, soprat-tutto, che andiate o meno a vi-sitare questa ricchissima mo-stra, non perdete il volume ap-pena pubblicato da Skira, Gliartisti che ho incontrato, cheraccoglie l’intera produzionecritica dorflesiana. Divisi incapitoli che corrispondono adecenni, i testi di questostraordinario scrittore –uso laparola non a caso – ci illumi-nano sulle vicende di arti e ar-tisti, dagli anni 30 in avanti, fi-no si può dire ai nostri giorni,ma ci danno anche la possibi-lità di penetrare, attraverso leopere, e gli ambienti di questoo quel pittore, o scultore, o gra-fico, nelle diverse temperiestoriche e culturali attraversa-te da Dorfles. È come avere u-na guida personale che ci ac-compagni lungo le tante sale diun museo del ’900, che congarbo, finezza, talora sapida i-ronia, dipinge, usando la pen-na proprio come un pennello, imondi biografici e storici delledozzine di personaggi da luiconosciuti, in un modo on e l l’altro. Si legga l’i n ci p i t

R ica r ica

n SORELLATERRAI n a u g u ra t aieri a PalazzoBraschi, a Ro-ma, la mostraideata da Na-tional Geo-graphic Italia:un viaggioideale tra lep a ro l edell’enciclicae gli scattisulla fragilità,la sofferenza,la bellezzadella Terra inpericolo. Ilpercorso siapre sullam a g n i f i ce n zadel creato eprosegue conil degradoambientale eumano, l’ur-b a n i zza z i o n eselvaggia, gliesclusi, maanche la bio-diversità. Inmostra anchealcune foto-grafie esclu-sive di papaFra n ce s co

dell’incontro con Carrà, unpiccolo capolavoro letterarioma anche di introspezione: “Ilminaccioso corrugare dei so-praccigli sotto l’in sep ar abi lebasco, la ruggente e catarrosaparlata, s’attenuano e s’a m-morbidiscono nell’atmos feralinda e ordinata di Casa Car-rà.” Sempre, sotto la bonomiadell’osservatore, vive la pennapronta ad essere intinta, comescriveva Antonio Gramsci,“nell’acido corrosivo dell’im -becillità”. Ecco i futuristi, or-

mai divenuti patetici espo-nenti di un’arte di regime, chesi affida a mezzi artificiosi,meccanici, estemporanei perdimostrare di esser viva: e-spressione di un movimento,quello di Marinetti, “che hacontinuato a vegetare rumi-nando quello che non avevaancora ben digerito”. E conti-nua, impietoso, Dorfles, conparole che vanno ben oltre glianni ’30: “Non mi sembra cheun artista vero abbia bisogno,per rendere originale la sua o-

pera, di mettersi a dipingere agambe all’aria o con delle lentideformanti dinanzi agli oc-chi… Tutto ciò rientra nell’or -dine di quell’arte adulterata dastimoli fisici e corporei: la no-vella scritta col mal di testa, ilromanzo composto sotto i fu-mi dell’oppio, la sinfonia scrit-ta con un litro di alcool nellostomaco”.

E COSÌ VIA,in una rassegna chelascia estasiato il lettore esper-to, ma appassiona quello chenon fa della critica d’arte il suomestiere. Naturalmente nonlesina, l’autore, complimenti,ma solo quando davvero sonomeritati. Scorrono i decenni, etra mostre personali e collet-tive, pubblicazioni e grandi e-venti, Dorfles è sempre lì colsuo taccuino in mano, pronto acogliere valori e disvalori, a su-scitare problemi, a porre do-mande: curioso e attento e-sploratore e di un mondo,quello dell’arte, dove le patac-che e i capolavori si mescola-no, un mondo in cui autenticiartisti spesso vengono posti inseconda o terza fila mentresulla ribalta le luci si accendo-no solo su alcuni, che, nellavulgata, sono “i soliti”, tantofamosi in vita quanto spessogiustamente dimenticati do-po. Sicché il volume è un pre-zioso vademecum per tutti: ar-tisti, critici, e, soprattutto, pernoi che l’arte la vogliamo sem-plicemente godere. Grazie,Gillo.

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Viaggionella sto-ria Fino al30 marzol’esposi -zione sulpadre del-la culturav i s i va

F U M E T TO Il miglior fumetto del 2015 è l’opera di Manu Larcenet

Blast, ovvero la necessità di manipolarei propri ricordi per continuare a vivere» STEFANO FELTRI

S e vogliamo scegliereun fumetto dell’a nn o,per il 2015, la scelta de-

ve cadere su B la st di ManuLarcenet. Il quarto volume èuscito da poco per CoconinoPress - Fandango, ultimo to-mo (oltre 200) pagine diun’opera molto ampia. Mache, come i lavori di Larce-net, non è mai eccessiva: Lar-cenet si è fatto conosceregrazie a una combinazionerara nel fumetto francofono,cioè i tratti tipici della bandede ssin ée umoristica, arro-tondati, gradevoli, abbinatoperò a storie drammatiche(basti ricordare il suo capo-lavoro, Lo scontro quotidiano).

Blastè un fumetto che può lasciareperplessi, soprattutto nel primo vo-lume: Larcenet dedica centinaia dipagine a uno dei protagonisti più

sgradevoli della storia della lettera-tura, un uomo obeso dal nome assur-do (Polza Mancini) che sceglie di ab-bandonare una vita ordinaria per in-seguire la libertà, lontano dalla mo-

glie, dal lavoro, nei bo-schi, nelle periferie.Questa è un’epoca chenon consente idilli bu-colici, l’unica libertàpossibile è quella del ni-chilismo: Polza vive dimerendine, sbronze so-litarie, stordimenti chi-mici da stupefacenti. Ilmassimo della libera-zione, per Polza Manci-ni, arriva attraverso i“blast”, esplosioni cere-brali di colori che ren-dono all’improvviso ilmondo leggero, bello.Una specie di delirio fe-lice che di solito arrivadopo una congrua dosedi alcol e di pillole.

Tutta la narrazione è costruita se-condo il modello reso celebre dallaserie True detective (successiva all’i-nizio del fumetto di Larcenet), cioèun interrogatorio di due poliziotti

che cercano di capire non tanto sePolza è colpevole, ma perché. C’è unomicidio. Per spiegarlo bisogna risa-lire all’inizio. Con il passare delle pa-gine, Polza inizia a sembrare sempremeno orribile, quasi simpatico, dicerto comprensibile, rispettabile nelsuo tentativo di costruirsi una vitanon convenzionale. Il suo resocontoagli agenti sembra dimostrare checomprendere tutto significa giustifi-care tutto.

Solo nelle ultime pagine si capisceche Blast è un’opera sull’incredibilecapacità umana di giustificare, in re-trospettiva, tutto quello che abbiamofatto, di modellare l’infida materiadei ricordi per costruire il passatoche ci consente di non disprezzarci.Di continuare a vivere. Il disagio del-le prime pagine che Larcenet ha sfu-mato e trasformato in empatia neiquattro volumi torna a travolgere illettore quando capisce lo iato tra i ri-cordi di Polza e la realtà. E lo travolgecon la forza di un “blast”.

l Blast 4 - Spero chei buddisti si sbaglinoManu LarcenetPagine: 208; P rezzo:22eEditore: Coconino Presse

A ROU N D

• Affinità elettiveda De Chirico a BurriGalleria d’Arte Moderna,Roma. Fino al 13 marzo 2016

LA MOSTRA nasce dalla volon-tà di accostare, sulla base diconsonanze e suggestioni, di te-mi e ambiti figurativi, alcuni ca-polavori della collezione par-mense della Fondazione Ma-gnani Rocca a quelli della colle-zione capitolina della Galleriad’Arte Moderna. Una selezionedi circa 40 opere della collezio-ne permanente in dialogo con leopere della Galleria d’Arte Mo-derna. Ad aprire la mostra Gior-gio De Chirico al quale vengonoaffiancate opere di artisti comeMarino Marini e Carlo Mattioli. Irimandi sono molteplici e vale lapena scoprirli uno a uno.

• Recto VersoFondazione Prada,Largo Isarco 2, MilanoFino al 14 febbraio 2016

LA MOSTRA presenta operenelle quali gli artisti hanno postoin primo piano l’elemento di so-lito nascosto o trascurato del re-tro del quadro. La tradizione oc-cidentale concepisce il dipintoprincipalmente come un artefat-to frontale (“re c to”). Il retro(“ve rs o”) sembra trasmettereun significato culturale trascura-bile, non essendo destinato allosguardo del pubblico, perché vi-sibile solo dall’artista e dagli ad-detti ai lavori. In alcune opere e-sposte, la tecnica del trom-pe-l’oeil è impiegata per focaliz-zare l’attenzione sul telaio piut-tosto che sull’immagine dipinta.

• Giovani Designerin MostraMaxxi, RomaFino al 20 gennaio 2016

DAL PROGETTO al prototipo,per arrivare alla realizzazione ealla sua esposizione pubblica. LoSpazio D del MAXXI accoglie ilavori più meritevoli tra quantihanno preso parte a DAB6 –Design per Artshop e Bookshop.In mostra prototipi che creativiunder 35 hanno immaginato perartshop e bookshop dei musei.

A CURA DI CL. COL.

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Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Che si immolò per smentire leorge eleganti di Arcore: “A

casa Sua ci si ritrova con tantebelle famigliole. L’unica situa-zione piccante fu una cena a lu-me di candela in una notte tem-pestosa con Fabrizio Cicchitto”.Che, con grave sprezzo del pe-ricolo e del ridicolo, appena ilpadrone sparava una cazzata, silanciava a lingua morta giuran-do che aveva ragione da vende-re.

Una volta Silvio raccontò che“nella Cina di Mao i comunistibollivano i bambini per conci-mare i campi”, innescando unincidente diplomatico con Pe-chino, il Fantozzi lunigiano sal-modiò: “È paradossale che Pro-di e la sinistra esprimano valu-tazioni indignate contro chi ri-corda un fatto storico tragica-mente indubitabile, piuttostoche condannare una delle vi-cende più abominevoli dellastoria umana e dell ’or ro redell ’ideologia comunista” .Un’altra volta l’Adorato gli or-dinò di premiare al Festival diVenezia il film Goodbye Mamade ll’amica bulgara DragomiraBonev e lui, ministro della Cul-tura, intuì che il presidente del-la Giuria Quentin Tarantinonon le avrebbe dato il Leoned’Oro. Inventò dunque un finto“Premio speciale della Bienna-le nel 60° anniversario dellaConvenzione europea sui dirit-ti umani”, con targa farlocca ac-quistata in un negozio di coppee medaglie, con tanto di loghidel l’Ue e del Mibac e premia-zione-patacca in una salettavuota della Biennale con veriministri (Galan e Carfagna), fal-si giornalisti e fotografi, più 32comparse bulgare aviotraspor-tate da Sofia.

Sommo vate (senza r finale),sciolse endecasillabi e rime ba-ciate a politici & affini d’ogni co-lore: da Ferrara (“Antro d’a m o-re ”) alla Brambilla (“Fiore re-clinato”), da Dell’Utri (“Velataverità”) a Gianni Letta (“B e a t i-tudine presente”), da Veltroni(“Foglio mio ritrovato”) a Ber-tinotti (“Disperata speranza”),giù giù fino a Cicchitto (“La miafede è la tenerezza dei tuoisguardi”) ed Elio Vito (“Fra letue braccia intenerito ardore”),su su fino a Silvio (“Vita nova”)e a mamma Rosa (“Madre diD io ”). Liriche che gli valsero,sul Foglio, un paginone dal so-brio titolo “Il Nuovo Bottai”.Solo che Bottai non aveva maidetto del Duce, come lui di B.,che “svolge un’azione storicaa l l’altezza delle sue vocazioniuniversali”, “dovremmo dargliuna medaglia per gli stessi mo-tivi per cui è imputato da unamuta di pseudomagistrati”, “èenormemente buono, per Luiandrei anche in carcere”, “d o b-biamo difenderlo fino al sacri-ficio del nostro corpo”, “sperodi non dover mai scegliere fraLui e la mia famiglia”. Né avevamai esaltato la sua “forza mora-le, religiosa, umana” di “l um i-noso imprenditore cattolicocon venature giansenistiche”,“il più vicino al pensiero femmi-nile”, autore di “molti miraco-li”, dunque “da studiare nelle u-niversità”, paragonandolo a O-livetti, ma anche ad “Aristotele,Platone, Domenico, Agostino eGioacchino da Fiore” (e in tan-dem con Dell’Utri).

Bondi disse pure, nel 2004:“B. ci guiderà per i prossimi 30anni”, “Lui rappresenta il futu-ro dell’Italia e del centrodestra,dopo di Lui non c’è nessuno”.Ma solo perché non aveva an-cora visto Renzi.

Q ualche decennio fa, quelli chevolevano i colonnelli –gente ti-po il giovine Maurizio Gaspar-

ri – gridava per strada lo slogan “An -kara, Atene / adesso Roma viene”. Al-ludevano, i bambinoni, a una prossimaestensione della cintura delle dittaturesponsorizzate dalla Nato nel Mediter-raneo (anche Spagna e Portogallo ave-vano i loro “duci” all’epoca).

Oggi c’è l’Europa del bail-in, i ducid’antan non si portano più e MaurizioGasparri ha fatto persino il ministrodella Repubblica. La cintura mediter-

ranea, però, esiste ancora: quelladella corsa allo sportello. Ad Ate-ne, l’estate scorsa, la Bce l’ha stret-ta talmente che le banche hannodovuto razionare i soldi ai cittadini.

Da noi, invece, il 22 novembre il go-verno ha espropriato per decreto duemiliardi di euro ai piccoli risparmia-tori per il salvataggio di Pop Etruria,Banca Marche, CariFe e CariChieti.Domenica il governo portoghese hafatto più o meno la stessa cosa col Ba-nif (Banco Internacional do Fun-chal), ottavo istituto del Paese che a-

veva già inghiottito 1,1 miliardi difondi pubblici nel 2011. Sia chia-ro: nessuno è più garantito.Ieri la stampa di Lisbona sostene-

va che nell’ultima settimana i corren-tisti avevano già ritirato dal Banif unmiliardo di euro. Lo stesso - ci assicu-rano - sta accadendo con le 4 nuovebanche create dal governo e pure inVeneto, dove Popolare di Vicenza eBanca Veneto attraversano momenti,diciamo, non felici. Tutto questo perdire: ma che si ride Renzi? Non ha ca-pito che è lui il tacchino di Natale?

R I M AS U G L I

Lisbona, Atene,ora Roma viene:

si parla di banche(e di tacchini)

» MARCO PALOMBI