Arcireport numero 33_2012

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9 ottobre 2012 anno X - n. 33 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Per il diritto allo studio, al lavoro, al futuro Il mondo della scuola torna a mobilitarsi in tutta Italia: venerdì saranno ancora in piazza gli studenti, con docenti e sindacati. I problemi sono quelli di sempre: i tagli che ancora si abbattono su quel che resta della scuola pub- blica, il diritto negato all'istruzione, al lavoro e al futuro delle nuove generazioni. La nostra scuola è allo sfascio: annuncia roboanti inno- vazioni tecnologiche ma continua a mancare di aule e insegnanti, dice di voler premiare il merito ma non garantisce a tutti uguali oppor- tunità di accesso. Con gli studenti in piazza sono tornati anche gli scontri con le forze dell'ordine, segnale pre- monitore di tensioni che possono dilagare in questo autunno difficile. C'è un dato nuovo e preoccupante nella rabbia di questi ragazzi giovanissimi, impauriti dalla crisi e disillusi dal- l'assenza di prospettive, che non credono più alle promesse degli adulti e a una politica che sentono lontana. Se la prendono col governo e le sue misure di austerità, ma anche con tutta la casta, istituzioni, partiti, sindacati, banche, imprese, giornalisti. È la dichiarazione di sfiducia di una gene- razione nei confronti dell'intera classe diri- gente. Dopo anni di discorsi sui giovani senza futuro questi ragazzi si sentono presi in giro. Non c'è da dargli torto. Si sentono dire che devono avere pazienza perché i soldi non ci sono e poi li vedono rubati e sprecati da per- sonaggi indegni di occupare le istituzioni. In questo quadro il malessere della scuola, som- mato alle crescenti tensioni sociali, può diventare una miccia esplosiva. Non va sottovalutato il rischio della violenza, ma alle istanze di questi ragazzi non si può rispondere coi manganelli. È sbagliato demo- nizzare la protesta gridando all'estremismo o all'antipolitica, così come pensare di cavalcar- la per fini strumentali. Istituzioni e partiti devono ricostruire un terreno di comuni- cazione con questi giovani. Che hanno biso- gno di non sentirsi abbandonati al loro destino, di vedere che il Paese crede in loro e che c'è un progetto di futuro per cui vale la pena impegnarsi. La rottura del patto fra generazioni è la cifra più allarmante della distanza fra la politica e il paese reale, mai come oggi così profonda. La catastrofe sociale, il degrado della morale pubblica e privata, la crisi della democrazia stanno raggiungendo il limite. Servono segnali immediati di reazione, ad esempio risposte concrete sul terreno del diritto allo studio e di un serio piano per l'occupazione giovanile. «C on la mafia, almeno, si lavora». Un’affermazione drammatica quanto realistica, ripetuta a mo’ di provocazione da quanti si sono ritrovati senza lavoro dopo che attività economiche e produttive simbolo del potere delle mafie sono state sequestrate dallo Stato e sono rimaste chiuse. E allora è tanto più neces- sario replicare con Io riattivo il lavoro, la cam- pagna per il riuso sociale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità orga- nizzata, presentata lo scorso 4 ottobre a Roma presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana. Perché le mafie fatturano, nel nostro paese, più di 170 miliardi l’anno, sottraendo risorse fondamen- tali all’intero sistema economico italiano e affiancando sempre più, alla violenza e alla condotta criminale, capacità imprenditoriali e abilità finanziarie. Ricostruire le condizioni per la legalità economica è quindi una delle prime risposte necessarie per uscire dalla crisi, ridando dignità al lavoro e ridistribuendo in modo più equo la ricchezza. Per fare ciò, però, serve aggredire i patrimoni mafiosi, combattere le organizzazioni criminali sul piano repressivo ma anche e soprattutto su quello economico e sociale. Queste sono, in sintesi, le motivazioni che hanno spinto la Cgil e un ampio cartello di associazioni (oltre all’Arci, sono coinvolte Avviso pubblico, Libera, Centro Studi Pio La Torre, Acli, Lega Coop, ANM) a presentare la proposta di legge di iniziativa popolare per favorire l’e- mersione alla legalità delle aziende seque- strate e confiscate e tutelare i lavoratori e le lavoratrici di questo importante settore. continua a pagina 2 ‘Io riattivo il lavoro’, una campagna e una proposta di legge di iniziativa popolare Il 12 ottobre manifestazioni degli studenti in tutta Italia - articolo a pagina 5 Continua la raccolta fondi, promossa dall’Arci nazionale d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto. I versamenti possono essere effettuati sul conto corrente aperto presso Banca Etica, intestato ad Associazione Arci, causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’. IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350 Se crolla la scuola frana il futuro

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La manifestazione degli studenti il 12 ottobre, la proposta di legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro" sulle aziende sequestrate e confiscate, il Forum della cooperazione internazionale a Milano, il provvedimento sulla regolarizzazione degli stranieri, la Tassa sulle Transazioni Finanziarie, la campagna Fai la spesa giusta, l'ICE sull'acqua pubblica e quella sulla libertà di informazione, la manifestazione No Muos, la Conferenza sul volontariato a L'Aquila

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9 ottobre 2012anno X - n. 33

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Per il diritto allo studio,al lavoro, al futuro

Il mondo della scuola torna a mobilitarsi intutta Italia: venerdì saranno ancora in piazzagli studenti, con docenti e sindacati. I problemisono quelli di sempre: i tagli che ancora siabbattono su quel che resta della scuola pub-blica, il diritto negato all'istruzione, al lavoro eal futuro delle nuove generazioni. La nostrascuola è allo sfascio: annuncia roboanti inno-vazioni tecnologiche ma continua a mancaredi aule e insegnanti, dice di voler premiare ilmerito ma non garantisce a tutti uguali oppor-tunità di accesso.Con gli studenti in piazza sono tornati anchegli scontri con le forze dell'ordine, segnale pre-monitore di tensioni che possono dilagare inquesto autunno difficile. C'è un dato nuovo epreoccupante nella rabbia di questi ragazzigiovanissimi, impauriti dalla crisi e disillusi dal-l'assenza di prospettive, che non credono piùalle promesse degli adulti e a una politica chesentono lontana. Se la prendono col governoe le sue misure di austerità, ma anche contutta la casta, istituzioni, partiti, sindacati,banche, imprese, giornalisti.È la dichiarazione di sfiducia di una gene -razione nei confronti dell'intera classe diri-gente. Dopo anni di discorsi sui giovani senzafuturo questi ragazzi si sentono presi in giro.Non c'è da dargli torto. Si sentono dire chedevono avere pazienza perché i soldi non cisono e poi li vedono rubati e sprecati da per-sonaggi indegni di occupare le istituzioni. Inquesto quadro il malessere della scuola, som-mato alle crescenti tensioni sociali, puòdiventare una miccia esplosiva.Non va sottovalutato il rischio della violenza,ma alle istanze di questi ragazzi non si puòrispondere coi manganelli. È sbagliato demo-nizzare la protesta gridando all'estremismo oall'antipolitica, così come pensare di cavalca r -la per fini strumentali. Istituzioni e partitidevono ricostruire un terreno di comuni-cazione con questi giovani. Che hanno biso -gno di non sentirsi abbandonati al loro destino,di vedere che il Paese crede in loro e che c'èun progetto di futuro per cui vale la penaimpegnarsi. La rottura del patto fra generazioni è la cifrapiù allarmante della distanza fra la politica e ilpaese reale, mai come oggi così profonda. Lacatastrofe sociale, il degrado della moralepubblica e privata, la crisi della democraziastanno raggiungendo il limite. Servono segnaliimmediati di reazione, ad esempio risposteconcrete sul terreno del diritto allo studio e diun serio piano per l'occupazione giovanile.

«Con la mafia, almeno, si lavora».Un’af fermazione drammaticaquanto realistica, ripe tuta a mo’

di provocazione da quanti si sono ritrovatisenza lavoro dopo che attività economiche eproduttive simbolo del potere delle mafiesono state sequestrate dallo Stato e sonorimaste chiuse. E allora è tanto più neces-sario replicare con Io riattivo il lavoro, la cam-pagna per il riuso sociale delle aziendesequestrate e confiscate alla criminalità orga-nizzata, presentata lo scorso 4 ottobre aRoma presso la sede della Federazionenazionale della stampa italiana. Perché lemafie fatturano, nel nostro paese, più di 170miliardi l’anno, sottraendo risorse fondamen-tali all’intero sistema economico italiano eaffiancando sempre più, alla violenza e allacondotta criminale, capacità imprenditoriali e

abilità finanziarie. Ricostruire le condizioniper la legalità economica è quindi una delleprime risposte necessarie per uscire dallacrisi, ridando dignità al lavoro e ridistribuendoin modo più equo la ricchezza. Per fare ciò,però, serve aggredire i patrimoni mafiosi,combattere le organizzazioni criminali sulpiano repressivo ma anche e soprattutto suquello economico e sociale. Queste sono, insintesi, le motivazioni che hanno spinto laCgil e un ampio cartello di associazioni (oltreall’Arci, sono coinvolte Avviso pubblico,Libera, Centro Studi Pio La Torre, Acli, LegaCoop, ANM) a presentare la proposta dilegge di iniziativa popolare per favorire l’e-mersione alla legalità delle aziende seque -strate e confiscate e tutelare i lavoratori e lelavoratrici di questo importante settore.

continua a pagina 2

‘Io riattivo il lavoro’, una campagna e unaproposta di legge di iniziativa popolare

Il 12 ottobre manifestazioni degli studenti in tutta Italia - articolo a pagina 5

Continua la raccolta fondi, promossa dall’Arci nazionale d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia,

da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto. I versamenti possono essere effettuati sul conto corrente aperto

presso Banca Etica, intestato ad Associazione Arci, causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’.IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350

Se crolla la scuola frana il futuro

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2legalitàdemocratica

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C’è chi ritiene positivo che ilGoverno abbia affrontato per laprima volta le criticità del gioco

d’azzardo in Italia. Ma la campagnaMettiamoci in gioco, promossa, tra gli altri,da Libera e Arci - tutt’altro che un cartelloanti-proibizionista - giudica minimale lo sfor-zo fatto, paragonandolo al tentativo di svuo-tare l’oceano con un secchiello. L’originaleformulazione, peraltro molto moderata, incorso d’opera ha fatto i conti con il potentelavoro ai fianchi delle lobby, risultando svuo-tata di alcuni caratteri qualificanti. E la piog-gia di emendamenti (centinaia!) non avrà ilpotere di modificare la struttura del provve-dimento. Si chiedeva un decreto legge riordinativodella materia, una profonda revisione dell’e-sistente, e invece si congetturano piccoli,quasi ininfluenti, correttivi di sistema. Lerichieste sul tavolo erano chiare: moratoriasui giochi, a prevenire l’innaturale introdu-zione di nuove proposte, finalizzazione diuna percentuale del montepremi (fosseanche della quota riservata ai giocatori) indirezione della cura delle malattie patologi-che, minimalizzazione della pubblicità con

particolare attenzione al ruolo dei testimo-nial. Sembrerebbe garantita l’inclusione neiLEA (Livelli Essenziali di Assistenza), se nonche l’inserimento è a costo zero. Come dire:“In cassa non c’è una lira, arrangiatevi conquello che c’è”. Gli operatori scuotono latesta, scettici, perché, come è stato ampia-mente sottolineato nel recente convegnonazionale organizzato a Bologna dallaRegione Emilia Romagna, non prevedereun budget mirato vuol dire imporre alle Asl difare i conti con risorse che sono inevitabil-mente asciugate dalla spending review,costringendole ad una impossibile equazio-ne: più incombenze a fronte di minori dispo-nibilità economiche. Insomma, la congerie diben 18 possibili provvedimenti di legge, diiniziativa parlamentare o delle Regioni, stan-no producendo un bel misero risultato.Quasi tutti i parlamentari, anche tra i relatorie promotori, continuano a parlare dellamalattia patologica come di una ludopatia(termine gradito ai Monopoli di Stato),negando il carattere scientifico di una sin-drome riconosciuta dall’Organiz zazio neMondiale della Sanità sin dal 1980.Ignoranza che non meraviglia in un paese

che non riesce a tradurre in legge neanchel’allineamento ai parametri europei in termi-ne di lotta alla corruzione (qui la promessa èvecchia solo di 13 anni…). L’urgenza della legge è testimoniata dalladiffusione sul territorio di cifre preoccupanti.Sono circa 800.000 i malati patologici su ununiverso di due milioni di soggetti a rischio (igiocatori sono in totale 36 milioni, più di unitaliano su due gioca). E la spesa pro capiteper il gioco d’azzardo è stimata in cifre com-prese, a seconda delle valutazioni e delleregioni interessate, tra i 1.400 e i 1.900 euroannui, più di uno stipendio medio. Lo Statoha creato disvalori e ha paura di intaccareentrate pure curiosamente in diminuzione:‘appena’ 8,8 miliardi nel corso del 2011.Eppure la valanga non si frena e se non siporrà argine il fatturato del gioco d’azzardoalla fine del 2012 sfonderà i 100 miliardi,mentre si prevede che potrà toccare lapunta di 120 nel 2015. I dati registrano l’e-mergenza ma il Governo non ha fretta. Orala proposta è di legare un congruo numerodi parlamentari al rispetto di un impegno inprevisione della prossima legislatura. Ma ilpunto di non ritorno è ormai vicino.

Il piano di intervento per il riuso sociale delleaziende sequestrate e confiscate alla crimi-nalità mafiosa nasce proprio per contrappor-re alla prepotenza mafiosa un’alternativafatta di dignità, lavoro e sviluppo. Perchéoccorre ridare vita a queste aziende, valoriz-zando lo straordinario potenziale che hannoin dotazione, e far sì che diventino un model-lo per la lotta alla mafia, divenendo presidi dilavoro legale e dignitoso attraverso un impe-gno concreto di tutti gli attori coinvolti, istitu-zionali e non. Bastano pochi dati a confer-mare la validità delle proposte: le aziendeconfiscate alle mafie attualmente sono 1636.Quelle sequestrate potrebbero essere 10volte tanto. Tutti i settori produttivi sono coin-volti dal fenomeno, anche se una percentua-le molto alta riguarda settori chiave per ilnostro paese, come il terziario (45%), l’edili-zia (27%) e l’agroalimentare. Da Nord a Sud,è possibile trovare aziende confiscate esequestrate in tutta Italia: le regioni con ilnumero più alto di aziende sono la Sicilia(37%), la Campania (20%), la Lombardia(12%), la Calabria (9%), il Lazio (8%). Si pro-pone, quindi, di costituire una banca datinazionale che tuteli la posizione di mercato

delle aziende sequestrate e confiscate, disostenere il percorso di reinserimento deilavoratori, di favorire la riconversione e laristrutturazione aziendale e di agevolare l’e-mergere dei rapporti di lavoro irregolari.Bisognerebbe incentivare, inoltre, la costitu-zione di cooperative dei lavoratori disposti arilevare l’azienda oggetto della confisca efavorire, per gli stessi, un adeguato percorsodi formazione e aggiornamento. Le tantecooperative giovanili nate in questi anni,spesso senza alcun sostegno dalle istituzio-ni, hanno dimostrato che combattere lemafie attraverso il lavoro non è solo possibi-le, ma è l’unica strada da perseguire. Si sug-gerisce, ancora, di istituire presso l’Agenzianazionale per i beni confiscati un appositoufficio dedicato alle attività produttive e allerelazioni sindacali, con l’obiettivo di forniretutto il supporto necessario per scongiurare ilfallimento delle aziende sequestrate e confi-scate e tutelarne i livelli occupazionali, epresso le Prefetture dei Tavoli provinciali per-manenti sulle aziende confiscate e seque-strate. Dieci articoli, in totale, con cui si richie-de alle Istituzioni e in primis al Parlamentouna vera e propria ‘sfida’ alle mafie e al

malaffare, rendendo le aziende sequestratee confiscate presidi di legalità democraticaed economica, punto di riferimento capace digarantire lavoro dignitoso e legale in territorispesso dilaniati dalla presenza mafiosa. Èl’unico modo, come insegnava Pio La Torre,per combattere realmente le mafie e il malaf-fare in maniera incisiva ed efficace, colpen-dole alla radice. Tutti i cittadini maggiorennipotranno firmare presso le Camere delLavoro di tutta Italia e le sedi delle associa-zioni promotrici. Tutte le iniziative di raccoltasaranno segnalate su www.legalitalavoro.itUna volta raggiunta la quota necessaria di50mila firme, la proposta sarà depositata inParlamento, con l’obiettivo di sollecitare leforze politiche per una rapida approvazione.

‘Io riattivo il lavoro’, una campagna e una proposta di legge diiniziativa popolare

Il 12 ottobre alle 19 all’Arci Fanfullaserata dedicata alla Carovana 2013,

con lo spettacolo teatrale Malacarne.Peppino Impastato, Amore noi ne

avremo di Consuelo Cagnati, e musica con Francesca Prestia

ROMA

notizieflash

arci

n.33 9 ottobre 2012

di Daniele Poto, di Libera

Non si svuota l’oceano con un secchiello

segue dalla prima pagina

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La certezza che molti hanno maturato, aconclusione del Forum di Milano, è che isuoi risultati li potremo valutare da quelloche accadrà, o non accadrà, nei prossimigiorni e nei prossimi mesi, sul piano dellacoerenza e delle azioni concrete. Un primo risultato già acquisito è di grandeimportanza: la cooperazione internaziona-le torna al centro del dibattito pubblicocome testimoniato dalla presenza di Montie di tanti ministri e attori rilevanti. Adesso speriamo torni anche al centro del-l'agenda politica, a partire dalla prossimacampagna elettorale (…). Il messaggio di fondo emerso con chiarez-za è che la cooperazione, che per noidelle ONG parte da un'esigenza di solida-rietà e giustizia, non è un lusso, ma unanecessità. È un modo per capire quanto e comel'Italia concepisce se stessa, quale identitàe quale missione vuole darsi, come pensadi stare in un mondo in profonda trasfor-mazione. Lo ha detto bene Rossella Urru nel suointervento lucido è appassionato: la com-plessità del mondo con i suoi rischi e le

sue opportunità non si può negare, biso-gna conoscerla e affrontarla se vogliamopensare alla qualità del nostro futuro.Vogliamo sporcarci le mani per fare le dif-ferenza (…). Ma sul tema delle risorse, crollate in questiultimi tre anni, gli impegni sono stati vaghiper ipotizzare un ‘piano di rientro’. Cosa ne sarà del nostro 0,19% sul PIL perla Cooperazione del 2011 già ‘drogato’ daisoldi per profughi di Lampedusa e chesecondo gli stessi dati europei rischia didiminuire ancora nei prossimi due anni? Ci vogliono risposte, perché anche di que-sto è fatta la credibilità europea e interna-zionale dell'Italia (…).Dopo il Forum atten-diamo i fatti, dunque (…). Sarebbe impor-tante che l'Italia non facesse retromarciasulla tassa delle transazioni finanziarie, laTobin Tax, ora che Germania e Franciahanno deciso di procedere alla sua ado-zione, consentendo di cominciare ad appli-carla su scala europea. Si tratta di risorse ingenti per lo svilupposociale in Europa in tempi di crisi,decisiveper la cooperazione, la lotta alla povertà eai cambiamenti climatici.

cooperazioneinternazionale

arcireport

AMilano, l'1 e 2 ottobre si è svolto ilForum nazionale sulla cooperazioneinternazionale promosso dal Ministro

Andrea Riccardi, che ha coinvolto gli attoridell'Italia solidale impegnata sul tema, pub-blici e privati. È stato un percorso che havisto il lavoro di gruppi tematici confrontarsisugli aspetti più critici e contraddittori dellescelte politiche e delle pratiche della coope-razione. Si è parlato di stato di profonda 'in-troversione' della cooperazione internazio-nale dell'Italia, che condiziona negativamen-te la sua immagine e il suo peso nello sce-nario europeo e mondiale. Sicuramente ilForum ha 'sdoganato' temi nodali che pertroppo tempo non si sono voluti affrontare.Ma c'è reale volontà di scioglierli e di supe-

rare le contraddizioni? Non ne siamo sicuri.A partire dal posto d'onore dato alPresidente dell'ENI Scaroni alla 'cerimoniad'apertura' del Forum, dove è intervenutocon pari dignità e peso del Presidente delConsiglio, del Ministro degli Esteri, delCommissario Europeo, di altri. Il suo mes-saggio è stato totalmente improntato sullapriorità della cooperazione delle grandi mul-tinazionali, attori indiscussi della garanzia dicrescita per le società e i Paesi 'sottosvilup-pati': questo il termine utilizzato, questa lavisione dell'aiuto. Siamo lontani anni lucedal dibattito internazionale, quello delmondo della società civile, ma anche deglistessi gruppi finanziari, fuori da ogni pro-spettiva globale di uscita dalla crisi. La minuta descrizione degli interventi di ENIe delle prospettive di crescita che aprononel 'Sud del mondo' ha presentato alla pla-tea un modello francamente 'insostenibile' dicooperazione, che non rafforza le comunitàperchè non crea corresponsabilizzazione ecoesione sociale, non implica partecipazio-ne attiva della società civile e rischia di atti-vare meccanismi in cui il mondo produttivodetta le leggi dello sviluppo e frena anche i

processi di democratizzazione. Una coope-razione che rafforza prima di tutto i Governi,anche quelli dittatoriali. Eppure altro è stato detto e scritto, fino adun minuto prima e negli interventi a seguire,nei documenti del Forum e anche nelle con-clusioni che si possono leggere sul sitodedicato (www.forumcooperazione.it).Seduto accanto a Scaroni, sul palco, ecco ilPresidente del Burkina, Blaise Com paorè,l'uomo che ha ucciso Thomas Sankara e aiprocessi di democrazia e partecipazionenon è molto interessato. Con il Burkina ilnostro Paese si appresta a definire unimportante accordo di cooperazione econo-mica. Gli attori sociali hanno letto il Forumdi Milano come l'avvio di un processo dicambiamento. Se pure hanno apprezzatomolti degli elementi riportati nel documentofinale, che ha raccolto loro importanti contri-buti, sono rimasti colpiti da questi elementicontraddittori e vogliono andare avanti persciogliere i nodi nel senso della trasparenzae della efficacia della cooperazione interna-zionale, per la lotta alle povertà e per la giu-stizia globale. Info: [email protected]

Forum sulla cooperazione internazionale diMilano: le contraddizioni aperte pesano sul futuro

Dopo il Forum: quale coerenza nei fatti? La comunicazioneperdutaLa comunicazione, insieme alla valutazio-ne dei risultati, costituisce un’asse portan-te della cooperazione internazionale. È il nodo fondamentale per relazionarsicon tutti gli attori dei progetti internaziona-li, dai donatori ai Paesi partner, dalle ONGai beneficiari delle azioni di cooperazione.Questo almeno nelle intenzioni degli orga-nizzatori del Forum, a giudicare dal lungoe, a tratti, dettagliato documento cheavrebbe dovuto introdurre la discussionedel Panel di lavoro dedicato al tema. I lavo-ri della due giorni del Forum, però, sonoandati in tutt’altra direzione, dedicandopoco spazio all’argomento, persino nellesedi specifiche che avrebbero dovuto svi-scerarne i concetti chiave. Crowdfunding,social networks, internet, rapporto con imedia tradizionali, avrebbero dovuto esse-re le parole essenziali per costruire lacomunicazione del futuro: nessuno le hamai pronunciate, nessuno ne ha volutocogliere il senso. Ancora una volta si èpersa un’occasione per condividere le purricche esperienze che da tempo le ONGsperimentano sul campo per creare unalinea comune di intenti.

Il 16 ottobre, alla riunione

del Consiglio nazionale dell’Arci,

parteciperà il segretario del Partito

Democratico Pierluigi Bersani

per un confronto sulle proposte

contenute nella Carta di intenti del Pd

ROMA

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n.33 9 ottobre 2012

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Stralci dell’articolo di Francesco Petrelli (Oxfam) pubblicato da Repubblica.it

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4migranti

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C’è voluto un mese prima che i tunisiniscampati al naufragio dello scorso 6 set-tembre fossero trasferiti da Lampedusa inaltre strutture fuori dall’isola. Per tutto ilmese di settembre sono stati trattenuti nelCentro di Contrada Imbriacola, senzaalcun provvedimento restrittivo specifico,come invece prevede la legge.Il trattenimento per un periodo così lungoin un centro di prima accoglienza e soc-corso quale quello di Lampedusa è assolu-tamente illegittimo. Si tratta infatti di strut-ture in cui i migranti dovrebbero ricevere laprima accoglienza e l’assistenza necessa-ria per poi essere rilasciati o trasferiti entrole successive 48 ore.Invece, in continuità con la prassi seguitadal Governo Berlusconi, anche in centriche dovrebbero essere di transito comequesto di Contrada Imbriacola si viene trat-tenuti per periodi indefiniti, senza convali-da da parte di un magistrato, senza la con-testazione di un reato preciso, senza con-sentire alle organizzazioni di tutela indi-pendenti di accedere al centro per fornireinformazioni sui propri diritti a chi vi è rin-chiuso.

Per i rappresentanti delle istituzioni ilrispetto della legalità si trasforma ancorauna volta da obbligo in ‘optional’, in basealle convenienze del momento. Per gli stranieri trattenuti evidentementenon vale, secondo le autorità, l’articolo 13della nostra Costituzione, che tutela lalibertà delle persone come bene supremoe pilastro della nostra democrazia, subor-dinandone la restrizione esclusivamente aun provvedimento giudiziario. Ovviamente sia nel Centro, tra chi vi è rin-chiuso senza sapere quale futuro l’aspetta,sia tra gli abitanti dell’isola che temono ilripetersi di quanto successo due estati fa,cresce la tensione. È una situazione giàvista e che speravamo non dovesse piùripetersi. Ci chiediamo quindi, e chiediamo a chi neha la responsabilità, al Governo e alMinistro dell’Interno Cancellieri, a chi o acosa giova questo comportamento? Alimentare conflitti e paure non serve certoa rasserenare il clima nell’isola che ha piut-tosto bisogno di un intervento che ne valo-rizzi il ruolo di ponte e di luogo di acco-glienza del Mediterraneo.

Lunedì 15 ottobre si chiudono i terminiper la regolarizzazione prevista daldecreto legislativo 109/2012 iniziata lo

scorso 15 settembre. Ad oggi le domandepresentate non superano le 70mila e, perquanto si possa prevedere un aumentonegli ultimi giorni, è probabile che le doman-de alla fine non supereranno quota 100mila.Considerato che tutte le stime fatte da fontiistituzionali e non, nazionali e internazionali,indicano in almeno mezzo milione il numerodelle persone di origine straniera che lavo-rano oggi nel nostro Paese senza docu-menti in regola, appare chiara la scarsissi-ma efficacia del provvedimento.Potremmo anzi dire che alcune delle condi-zioni poste sono state fissate per impedire agran parte dei rapporti di lavoro di regolariz-zarsi. In particolare, la prova di presenza inItalia al 31 dicembre del 2011 per il lavorato-re straniero è chiaramente un ostacoloall’accesso molto difficile da superare: seuna persona è senza documenti difficilmen-te accede a uno di quei servizi a cui fa riferi-mento il provvedimento - anche nell’acce-zione più ampia data dall’Avvocatura diStato - per dimostrare la propria presenza in

Italia. L’autodenuncia del datore di lavoroprevista per l’emersione del rapporto di lavo-ro avrebbe dovuto essere considerata piùche sufficiente a testimoniare la presenza inItalia prima dell’apertura della regolarizza-zione. Non fidarsi della sola dichiarazionedel datore di lavoro equivale a sostenereche potenzialmente ognuna di esse è unfalso. Aver introdotto l’onere della prova incapo al lavoratore ha prodotto una grandedifficoltà di accesso e certamente facilitato letruffe. Inoltre questa condizione persecuto-ria si trascinerà dietro una serie di vertenzeche aggraveranno i costi collettivi, nonchéquelli delle persone coinvolte. A proposito dicosti, va ribadito che un’operazione dicassa, il versamento in anticipo di milleeuro, legata a una procedura di emersioneche già produce un reddito fiscale e contri-butivo enorme, sembra fatta apposta perscoraggiare i datori di lavoro e i lavoratori,che sanno che nel caso la domanda nonvada a buon fine perderanno quei soldi.L’Arci, insieme alle organizzazioni del Tavolonazionale Immigrazione, ha provato, attra-verso un confronto serrato con il Governo, amigliorare le condizioni di accesso. Il risulta-

to di questo confronto purtroppo è deluden-te. Abbiamo insistito per una proroga pursapendo che manca la volontà politica, laquale si sarebbe altrimenti palesata primacon la predisposizione di una circolare dichiarimento che ancora non c’è, a pochigiorni dalla chiusura. Il nostro giudizio suquesta iniziativa del governo non può cheessere negativo. Costretto dalla spinta cheveniva dalle forze sociali, dai pareri espres-si dalle Commissioni parlamentari coinvoltee dalla voce, quasi isolata, del MinistroRiccardi, a mettere in atto una operazione diregolarizzazione, il governo ha cercato unequilibrio che non scontentasse nessuno,accettando una mediazione al ribasso cheavrà un effetto negativo sul mondo del lavo-ro e sul rapporto tra lo Stato e le persone diorigine straniera. Come in molti altri casi, lapolitica ha rinunciato a fare il suo mestiere ead assumersi responsabilità pubbliche ope-rando scelte giuste ed efficaci, preoccupan-dosi invece di evitare motivi di frizione conuna parte della maggioranza. In questo i tec-nici non sembrano essere diversi da coloroche li hanno preceduti.Info: [email protected]

Un mezzo fallimento per il provvedimentosulla regolarizzazione

Il Centro di contrada Imbriacola nonvenga usato come luogo di detenzione

I premiMarenostrumSi svolgerà venerdì 19 e sabato 20 ottobrea Viareggio la VII edizione del premio gior-nalistico letterario Marenostrum dedicatoalla cultura migrante.Il premio, istituito dall’associazione Pun -tocri tico Onlus nel 2005, col sostegno dellaRegione Toscana e della Provincia diLucca, ha l’obiettivo di richiamare l’atten-zione sui temi dell’interculturalità, sui valoridell’accoglienza, del riconoscimento e delrispetto dell’altro. Due le sezioni di concor-so – giornalismo e letteratura, e due lesezioni speciali: il premio Solidarietà chequest’anno verrà assegnato a EfremTresoldi, direttore di Nigrizia e il premioTom Benetollo per i Diritti, che verrà asse-gnato all’Associazione Amici dei prigionieripalestinesi. L’iniziativa si aprirà venerdì alle 21 con laproiezione del film Mare Chiuso di StefanoLiberti e Daniele Segre, presentato dalgiornalista Umberto Guidi.Il giorno dopo, con inizio alle 16.30, la con-segna dei premi. La giornata si concluderacon la ‘Musica da Lampedusa’ di GiacomoSferlazzo dell’associazione Askavusa. Info: www.puntocritico.net

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n.33 9 ottobre 2012

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Il 23 e 24 settembre a Genova si è svol-to il primo appuntamento del Progetto383 Lettera F Infanzia e Adolescenza,

buone prassi associative per lo sviluppo diun nuovo welfare, che viene curato dalgruppo di lavoro nazionale Infanzia e Ado -lescenza.Il progetto prevede una serie di occasionidi studio ed approfondimento su quanto dibuono riusciamo a fare nel nostro tessutoassociativo rispetto al tema in oggetto.In ognuna delle città che sono state coin-volte verrà realizzato un focus groupnazionale tematico, preceduto da un lavo-ro di approfondimento e preparazione condirigenti, operatori e volontari impegnati inquel territorio specifico.È stata una buona occasione di approfon-dimento sul nostro modo di interveniresull'Infanzia e sull'adolescenza, sulla filo-sofia che ci muove e su come possiamomettere a leva le buone pratiche dei nostriterritori. La domenica i partecipanti alla due giornisono stati coinvolti alla Festa del diritto altempo pieno, organizzata da Arci Genova,con le famiglie della periferia urbana del

quartiere di Cornigliano, per sensibilizzareil territorio al problema del taglio alla scuo-la pubblica che prevede anche una ridu-zione di orario nella Primaria ed avviareuna raccolta fondi per abbattere i costi deldoposcuola. È il primo caso, a Genova, di sostegno diun movimento dal basso che si organizzaper rendere collettivo un costo che, altri-menti, sarebbe sulle spalle unicamente deigenitori, sottolineando che un tempo scuo-la (ed extrascuola) di qualità è e deveessere un problema di tutti.Il lunedì presso la sede dell'Arci Genova siè aperto un confronto tra le varie realtàcoinvolte nel Progetto 383, con lo scambiodi buone pratiche su progetti educativi/cul-turali/ricreativi per minori presso i circoli,partendo dal racconto dei dirigenti, deglieducatori e dei civilisti dell'Arci Genova.Il dibattito è stato vivace, pieno di spuntidove si sono confrontate realtà moltodiverse tra loro come contesto, Genova,Bergamo e Corneliano d'Alba ma che allafine hanno trovato molte cose in comunesia come metodologia e sia come risultatida ottenere. Inoltre hanno partecipato due

rappresentanti liguri di Arci Ragazzi.Gli altri appuntamenti saranno a Ravenna(insieme a Bologna) a novembre, l'incon-tro verterà su metodo di rilevazione eforme di doposcuola, sulla base del pro-getto Arciscuola di Ravenna, in occasionedella giornata internazionale dei diritti del-l'infanzia e dell'adolescenza.Poi a gennaio si andrà nel Comitato Asti,Langhe e Roero per l'appuntamento dedi-cato all'associazionismo degli adolescenti(in collaborazione con il GDL giovani), inoccasione dell'anniversario dei 15 anni delcircolo Arci Cinema Vekkio.A marzo/aprile si andrà a Bergamo, perl'appuntamento dedicato ai nidi famiglia,micronidi, associazionismo sulla genitoria-lità, in occasione del Villaggio Lilliput.L'ultimo appuntamento sarà a L’Aquila agiugno, la giornata dedicata alla formazio-ne, linguaggi espressivi e poi primo campodi formazione (e gioco) per grandi e picco-li (una sorta di Cecina dell'Infanzia edell'Adolescenza), in questa occasioneverrà pubblicato ufficialmente il Manifestopedagogico dell'Arci.Info: [email protected]

giovani

arcireport

Come uscire dalla crisi è uno degliinterrogativi che più assillano oggi ilPaese. Forse, sarebbe però più

opportuno capire cos'è la crisi. Molto sempli-cemente, oggi come ieri, la crisi nella societàè l'acuirsi di una condizione di marginalità emarginalizzazione. Declinare oggi il verbodella crisi significa realizzare che chi avevaun salario lo perde, chi aveva un lavoro pre-cario vede la sua condizione sempre più pre-carizzata, chi studia non se lo può più per-mettere. Ciò che oggi il Governo quindi igno-ra sono le condizioni della gente, di chi vivela marginalità e ne viene travolto.Uscire da questo dramma, che giorno dopogiorno si acuisce, significa minare alle fonda-menta un sistema sociale fondato su privile-

gi e sulla conservazione del privilegio. Findalla scolarizzazione si è infatti incanalati inpercorsi più o meno qualificanti a secondadella propria estrazione sociale. Le statisti-che ci spiegano come chi proviene da quar-tieri ‘difficili’ o situazioni familiari svantaggia-te, tende a intraprendere percorsi formatividequalificati o ad abbandonare gli studi.L'Italia è il paese dove uno studente su cin-que è soggetto a dispersione scolastica; nonstudia e la ricaduta sociale di questo feno-meno è verticale sulla cifra delle disugua-glianze presenti nella società. Sfidare oggi lacrisi significa quindi affrontare le sfide stori-che del sistema formativo italiano: la preca-nalizzazione precoce, i percorsi formatividequalificati, l'impostazione frontale delladidattica, l'assenza di una legge nazionalesul diritto allo studio che indichi alle regioni ilivelli essenziali delle prestazioni da erogare.In Italia esiste infatti un sistema nazionale didiritto allo studio totalmente sregolato e diffe-renziato a seconda delle regioni, questo pro-duce ulteriori discriminazioni tra regioni vir-tuose e non, regioni in grado di finanziarel'accesso all'istruzione e non. È solo permet-tendo a tutti di studiare e di apprezzare i per-

corsi di studi che si potrà cominciare adabbattere dalle basi un elemento fondanteche frammenta la società. È fondamentaleanche riuscire ad affrontare sfide innovative,è improrogabile il riconoscimento del valoresociale ed economico dello studio, istituendoforme di welfare studentesco come il redditoper i soggetti in formazione, una forma disostegno allo studio in grado di emanciparetotalmente chi studia dalle proprie condizionidi origine. Istruzione per tutti significa ancheche la scuola deve essere insostituibilmentepubblica. Il ritorno della legge 953 (Aprea)rischia di privatizzare di fatto le nostre scuo-le, cancellando i diritti degli studenti (assem-blea e rappresentanza di classe ed istituto)conquistati in anni di lotta. Si vuole minareun'idea, che con tutti i suoi limiti, voleva esse-re integrante ed includente nella vita dellacomunità scolastica. La legge 953 fu giàrespinta dal movimento studentesco dell'O n -da nel 2008, non è un nuovo nemico per glistudenti, la sfida è respingerla immaginandouna scuola nuova. Il 12 ottobre saremo inpiazza per difendere la scuola di tutti, e perrivendicarne una migliore.Info: www.unionedeglistudenti.net

12 ottobre: studenti in piazza, le nostre ragioni

Infanzia e adolescenza, buone prassi associative per lo sviluppo di un nuovo welfare

Presentato il X Rapporto

di Cittadinanzattiva sulla sicurezza

degli edifici scolastici:

peggiorano i dati sulle certificazioni,

la manutenzione è scarsa,

le aule fatiscenti

EDIFICI SCOLASTICI

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n.33 9 ottobre 2012

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di Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Unione degli Studenti

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6versofirenze10+10

arcireport

Se il Forum di Firenze ha un obietti-vo chiaro e condiviso, è quello dicostruire una mobilitazione che

attraversi tutta l’Europa ricostruendo unospazio di alleanze strategiche per elabora-re strategie comuni e ricostruire una soli-darietà tra movimenti. È impensabile,come pure è successo alla Grecia, chealtri Paesi rimangano soli davanti agliattacchi dell’euroburocrazia finanziaria especulativa. Ed è per questo che, tra le retipresenti a Firenze figurano, in primo luogo,i gruppi di Occupy, da Londra, a BlockupyFrankfurt, al resto d’Europa, e quelli degliindignados, con in testa il Movimiento 15-M spagnolo, per finire con i gruppi di resi-stenza all’austerity che vedono protagoni-sti i greci e i tribunali contro il debito illegit-timo lanciati dalla rete sulla finanzaEurodad proprio a partire dal caso greco. Auna diversa governance europea guarda-no, invece, movimenti, sindacati e reti che,

nel giugno scorso, si sono raccolti intornoall’appello Another road for Europe, ilMovimento federalista e quelli dellaSinistra Eurome diter ranea, che contesta-no il fatto che negli ultimi vent’anni il signi-ficato dell’Euro pa - con un persistente defi-cit democratico - si sia sempre più ridotto auna visione ristretta del mercato unico.Diverse leggi europee di iniziativa popola-re (Eci) verranno promosse come stru-menti di convergenza tra le reti, a partiredal ‘milione di firme per l'acqua come dirit-to umano’ registrata a Bruxelles lo scorsoaprile. Un Mandato Alternativo sul Com -mercio (Atm) per la prossima Commis -sione è quanto chiesto dalla rete nata dallastorica piattaforma per la giustizia com-merciale Seattle to Brussels, che a Firenzecerca alleati per combattere i nuovi trattatibilaterali con l’altra sponda del Mediter -raneo, e per abbattere il primato dei dirittidi proprietà intellettuale sui diritti umani in

fatto di farmaci, semi e biodiversità, comechiede la campagna internazionaleSblocchiamoli. Alla sponda sud e a un diverso governodelle relazioni con il Mediterraneo punta ilcoinvolgimento nel processo del Forumdell’Arab Ngo network, che sta monitoran-do l’Euro-Mediterranean Partnership, com-plesso accordo che coinvolge l’Europa eotto Paesi arabi in trattati multi-bilaterali divaria natura, compresa una marcata spin-ta alla liberalizzazione di quei mercati avantaggio delle nostre imprese, moltopreoccupanti dal punto di vista sociale eambientale. Uno dei temi più rilevanti,insieme a quello delle migrazioni e delladelicata evoluzione della Primavera araba,in vista del Forum sociale mondiale 2013che si terrà in Tunisia e verso il Forumsociale mondiale tematico Palestina liberaconvocato sempre nel 2013 in Brasile.Info: [email protected]

Il Forum Civico Europeo, nato nel 2005,comprende più di cento associazioni dipiù di venti paesi dell’Unione Europea.

Il suo obiettivo e far sì che la voce dellasocietà civile organizzata sia pienamentepresa in considerazione nel processo didecisione europeo. Si tratta della legittimi-tà delle politiche pubbliche e della lorovalutazione. Senza tenere conto a livelloistituzionale della parola ‘associativo’, nonsi può avere né sentimento d’appartenen-za a un progetto condiviso, né una cittadi-nanza europea duratura.Constatando quanto le politiche messe incampo in questi tempi di crisi economica emonetaria sacrifichino la dimensionesociale e democratica del progetto euro-peo, il Forum Civico Europeo ha deciso dipartecipare a Firenze 10+10 per confronta-re le sue analisi e le sue attività con quelledi altri attori preoccupati per la dimensionesociale e democratica. Finora la maggiorparte delle nostre iniziative e delle nostrecampagne si sono svolte nel quadro dellequestioni istituzionali della costruzioneeuropea. Dal 2012, con una coalizione di reti diassociazioni, abbiamo ottenuto che unaparte maggioritaria dei parlamentari euro-pei si impegnasse per iscritto nella crea-zione di uno statuto europeo per le asso-ciazioni. Attualmente, stiamo promuoven-

do un’Alleanza di più di quaranta grandireti di associazioni europee per far sì chel’anno 2013, dichiarato dall’UE Anno dellaCittadinanza, non sia solo la promozione diuna cittadinanza ridotta alla mobilità dellepersone. Con la crisi, constatiamo le con-seguenze inquietanti in termini di cittadi-nanza derivanti dalle scelte dei politici perfarvi fronte. Queste politiche sembranocondurre a un indebolimento dei concetti di‘futuro condiviso’ e di ‘solidarietà’, che inprecedenza la politica aveva sempre pre-sentato come gli obiettivi del processo diintegrazione europea. All’interno di un’U -nio ne Europea più ricca che mai, le di -suguaglianze aumentano tanto tra paesi,che all’interno della maggior parte di essi.Lo spazio dell’economia è uno spazioeuropeo integrato che permette la concen-trazione geografica delle ricchezze prodot-te. Lo spazio del sociale resta invece unospazio nazionale, i paesi con le economiepiù deboli hanno quindi meno mezzi perattuare le politiche pubbliche necessarie albenessere nelle loro società e per realiz-zare le redistribuzioni necessarie alla lottacontro l’esclusione. Populismo e derivenazionaliste non possono che prosperaresu un tale terreno. E la cittadinanza, chenecessita di inclusione sociale e democra-tica, di conseguenza non può che regredi-re. Constatiamo anche un declino del

dibattito pubblico all’interno dello spazionazionale di ciascun paese quando invecec’è l’urgenza di poter pensare il futuroeuropeo e agire in questo senso comefosse un progetto condiviso. No, il lavora-tore greco non è un fannullone! No, il lavo-ratore tedesco non è un mostro di egoi-smo! In tempi di crisi, la comprensione diqueste questioni da parte dei cittadini euro-pei merita altro rispetto a questi luoghicomuni. Per il Forum Civico Europeo, nonc’è più grande urgenza che confrontare lerealtà delle nostre società per superare gliostacoli sulla strada verso una costruzioneeuropea solidale che assicuri l’accesso ditutti e tutte ai diritti fondamentali. La que-stione è quindi come rendere reali le paro-le positive del Trattato di Lisbona. La socie-tà civile organizzata porta concretamentel’idea della cittadinanza attraverso proprieiniziative che si basano sui suoi valori, lecapacità e le esperienze dei suoi membriche per le loro azioni quotidiane contribui-scono al bene comune. Ciò che viene fattonello spazio locale e nello spazio naziona-le, trova compimento nello spazio europeo.Noi speriamo che Firenze 10+10 ci offranol’opportunità di lavorare insieme alle socie-tà civili organizzate dei rispettivi paesi e ditrovare insieme le soluzioni per poter supe-rare le divisioni nazionali. Arrivederci aFirenze !

Un Forum che attraversi tutta l’Europa per elaborare strategie e azioni comuni

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n.33 9 ottobre 2012

di Jan Robert Suesser, vicepresidente del Forum Civico Europeo

A Firenze per trovare insieme soluzioni alla crisi

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Dal 13 al 28 Ottobre 2012 torna laSpesa Giusta, la campagna nazio-nale di promozione dei prodotti del

commercio equo certificato Fairtrade pro-mossa da Fairtrade Italia insieme a tutti isoci del Consorzio. Quest’anno FairtradeItalia e i suoi partner hanno scelto lo slo-gan Valore alle tue scelte, puntando sulconcetto di valore come elemento fondan-te di una scelta di consumo rispettosa del-l’uomo e dell’ambiente. I prodotti Fairtradeinfatti hanno un alto valore aggiunto:incentivano relazioni commerciali impron-tate alla giustizia e all’equità. Scardinanole logiche tradizionali di commercio e pro-muovono l’emancipazione e la salvaguar-dia dei diritti dei lavoratori e dei produttori,favorendo così l’autosviluppo delle comu-nità. Oltre al pagamento di un prezzo equoe stabile, il sistema di certificazione inter-nazionale Fairtrade garantisce incentivi aiproduttori che si convertono ad un’agricol-tura sostenibile, i suoi disciplinari prevedo-no il rispetto delle risorse naturali comeacqua e foreste, e incoraggiano i produtto-ri ad organizzarsi in strutture collettive e

democratiche, senza discriminazioni: tuttepratiche che favoriscono lo sviluppo di giu-stizia sociale. Dal 13 al 28 ottobre, periodoin cui si svilupperà la campagna, neisupermercati e ipermercati Auchan,Bennet, Cadoro, Coop, Crai, Despar,Naturasì, Cuorebio, Lidl vi saranno sconti,promozioni e iniziative speciali sui prodotticertificati Fairtrade. Inoltre presso leLibrerie Feltrinelli sarà possibile trovare lanuova linea di borse in cotone certificatoFairtrade. Sono le scelte quotidiane di cia-

scuno di noi che rendono possibile imma-ginare un futuro in cui non sarà più neces-sario aggiungere l’aggettivo ‘equo’ al com-mercio, perché le regole saranno cambia-te per tutti. Scegli di dare ‘Valore alle tuescelte’ con Fairtrade.Visitando il sito internet dedicato alla cam-pagna (www.fairtradeitalia.it/spesagiusta)si possono scoprire tutte le caratteristichedei prodotti e scoprire dove è possibileacquistarli.FAIRTRADE è il Marchio internazionale diCertificazione dei prodotti del commercioequo. Assicura che i prodotti con il suosimbolo siano stati lavorati nel rispetto del-l’ambiente e dei diritti dei lavoratori e chesiano stati acquistati secondo i criteri delcommercio equo. Fairtrade garantisce un prezzo equo e sta-bile ai produttori del Sud del Mondo(Fairtrade Minimun Price) e un margineaggiuntivo da investire in progetti sociali esanitari per le comunità e il rispetto dellecolture locali (Fairtrade Premium). Nelnostro paese il marchio FAIRTRADE ègestito dal consorzio Fairtrade Italia.

società

arcireport

Da anni moltissime reti e organizzazio-ni della società civile chiedono l'in-troduzione di una tassa sulle tran -

sazioni finanziarie (TTF). Uno degli strumen-ti più efficaci per frenare la speculazione eper generare un reddito da destinare allacooperazione allo sviluppo, alla lotta contro icambiamenti climatici e al welfare. Primaancora, un fondamentale segnale dellavolontà politica di chiudere il gigantesco casi-nò finanziario che ci ha trascinati nella crisiattuale. Lo scorso anno la Commissio neeuropea ha pubblicato una propria bozza didirettiva. Il Parlamento europeo si è espres-so a favore a larghissima maggioranza.Diversi tra i principali governi dell'UE,Francia e Germania in testa, appoggianoapertamente questa proposta. Tutto bene?

Non proprio, perché alcuni Paesi si sonomessi di traverso, in particolare la GranBretagna della City di Londra, vero e propriocuore pulsante della speculazione europea einternazionale. Per superare i veti una stradaè quella della cooperazione rafforzata. In pratica alcuni Paesi dell'UE formano unasorta di coalizione per andare avanti su scalaeuropea anche in assenza dell'unanimità.Per partire occorre che almeno nove governiscrivano alla Commissione europea chie-dendo ufficialmente l'avvio della procedura.La Germania sta trainando il processo,seguita a ruota dalla Francia. Altri quattroPaesi hanno già scritto alla Commissione:Austria, Belgio, Portogallo, Slovenia. Nemancano ancora tre. Al momento non si di -scute quindi del merito della proposta, delladestinazione del gettito o di eventuali riservetecniche. È importante fare partire il percorso. A oggi l'Italia non ha ancora inviato la sua let-tera. Un comportamento difficilmente com-prensibile considerando che siamo uno deiPaesi che sta maggiormente patendo la crisie gli impatti della finanza-casinò. Il governoMonti ha esplicitamente legato la propriaadesione al rafforzamento dei meccanismi

europei salva-stati. Il fatto è che con i mec-canismi salva-stati si cerca di mettere delletoppe ad alcuni degli effetti nocivi provocatidalla speculazione. Con la TTF si intervienea monte, direttamente sulle cause. È possi-bile preoccuparsi di come raccogliere i coccie non di come evitare che si formino? Laposizione italiana può essere determinante.Prima di tutto per raggiungere la soglia deinove Stati, ma anche per il peso economicoe politico del nostro Paese su scala europea.Tutti i sondaggi mostrano come la gran partedei cittadini italiani ed europei sia favorevolealla TTF. Il nostro Parlamento ha approvato già l'annoscorso diverse mozioni che impegnavano ilgoverno a lavorare per l'introduzione dellatassa su scala europea. È ora necessariofare sentire la nostra voce per chiedere algoverno italiano di smetterla con tentenna-menti e giochi politici e di rispettare la volon-tà dei cittadini. La finanza deve tornare aessere uno strumento al servizio dell'econo-mia e delle persone, non un fine in sé stessoper fare soldi dai soldi nel più breve tempopossibile. La tassa sulle transazioni finanziarie è untassello fondamentale in questa direzione.

Tassa sulle transazioni finanziarie: dov'è l'Italia?

‘Spesa Giusta’ per promuovere acquisti sostenibili coiprodotti certificati Fairtrade

L’Arci sta preparando una proposta di

attività per i circoli con la Campagna

Zerozerocinque. A breve saranno

diffuse tutte le informazioni utili

per organizzare dibattiti e iniziative

Info: www.zerozerocinque.it

LA CAMPAGNA

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n.33 9 ottobre 2012

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di Andrea Baranes, Presidente Fondazione culturale Responsabilità etica

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Un anno fa per i superguerrieri del XXIsecolo sembrava cosa fatta. Dopoqualche patimento, avevano strappa-

to dal governatore di Sicilia, RaffaeleLombardo, le autorizzazioni per innalzare nelcuore della riserva naturale di Niscemi (Cl) tremaxi-parabole del famigerato MUOS, il nuovosistema di telecomunicazione satellitare, pertrasmettere ai cinque continenti gli ordini delleguerre globali. Così i militari della Marina Usaavevano affidato i lavori ad una associazioned'imprese con sede a Vicenza. Ammini -stratori, partiti, sindacati, la gente comune,avevano allargato le braccia. «Non c'è piùnulla da fare. Onnipotente la triplice alleanzadi Obama, La Russa e del Governo trasver-sale dell'Isola!». Un centinaio di giovani ribelliavevano passato però intere notti in biancodella scorsa fine estate per coltivare laSperanza e l'Utopia. E dare un'ultima chancealla pace. Prima il porta a porta in città, poi isit-in di fronte l'immensa base militare che hadesertificato una delle aree più importanti perla sosta degli uccelli migratori. Infine lo scio-pero della procreazione: 50 coppie di fidanza-ti che di fronte al pericolo di generare piccolimostri per effetto dei bombardamenti elettro-magnetici, annunciano la diserzione dal matri-monio. Una provocazione-choc che cattural'attenzione mediatica e di altre migliaia di sici-liani che chiedono di capire cosa stia acca-dendo a Niscemi. In pochi mesi sorgerannocomitati No MUOS ovunque: dibattiti, ban-chetti, petizioni on line, poi i concerti-azione, iflash mob, il teatro dell'oppresso e i cortei,tanti cortei. Quelli delle befane, il 6 gennaio,

per portare il carbone agli americani, quelliper visitare le querce ultrasecolari e le collinestuprate dalle ruspe delle aziende pro-MUOS,finanche la carovana antimafia e una controla militarizzazione. I primi momenti con pocomeno di un centinaio di persone. Poi un po' dipiù, infine l'esplosione sabato 6 ottobre, 5.000persone con bandiere e striscioni multicolori, itamburi, le casseruole e i fischietti, una festadi popolo come non se ne vedeva da decen-ni. «I volti e le espressioni di questi ragazzisono identici a quelli delle loro madri e dei loropadri quando trent'anni fa a Comiso ci batte-vamo contro l'installazione dei missili nucleariCruise», ricorda Gino Sturniolo, leader storicodei No Ponte di Messina. Solo che Nisceminon è Comiso, il movimento di quegli anni erafortissimo in tutta Italia e in Europa e c’era l'in-genuità diffusa che la guerra non appartenes-se più alla storia. Un'innocenza poi perdutacon le guerre nei Balcani, l'Iraq, l'Afghanistan,lo scorso anno in Libia. Domani la Siria, forsel'Iran. La rabbia e la voglia di contare sonoperò le stesse di allora. E i piccoli David diNiscemi con i loro amici di Modica, Ragusa,Enna, Piazza Armerina, Vittoria, Catania,Palermo, ecc., hanno messo tre volte inginocchio i signori della guerra. Una ventina digiorni fa hanno violato in piena notte la zonarossa, il confine invisibile che divide il territoriosotto sovranità nazionale da quello ‘di pro-prietà ed uso esclusivo della Marina Usa’. Poihanno costretto un organo d'inchiesta delSenato a notificare la richiesta di moratoriadell'installazione dell'EcoMUOStro per nonpregiudicare la salute delle popolazioni.

Infine, a qualche ora dalla grande marcia del6 ottobre, i No MUOS hanno ottenuto quelloche richiedevano da mesi: il sequestro deicantieri da parte dell'autorità giudiziaria conconseguente stop dei lavori per la palese vio-lazione delle normative di tutela ambientale egli irreparabili danni recati al patrimonio natu-rale. «Insieme alle associazioni ambientalistee ad alcune amministrazioni comunali abbia-mo denunciato, filmato e documentato gliscempi commessi dalle imprese aggiudicata-rie dei lavori», spiega Sandro Rinnone delcomitato No Muos di Niscemi. «Abbiamo purefortemente contestato le modalità con cui laRegione ha autorizzato l'esecuzione di opereformalmente vietate dai decreti istitutivi dellaRiserva naturale orientata ‘Sughereta’. Ma inquei cantieri sono state violate pure le norma-tive antimafia, consentendo a una impresalocale di effettuare gli sbancamenti e lacostruzione delle piattaforme del MUOS no -nostante fosse stata privata del certificatoantimafia». «Dopo l'intervento dell'autoritàgiudiziaria e lo straordinario successo dellamanifestazione di sabato - prosegue Rinnone- il Governo deve assumersi le proprieresponsabilità revocando le autorizzazioniall’installazione e imponendo alle forze arma-te statunitensi lo smantellamento delle struttu-re già esistenti, restituendo l'area alla popola-zione per fini di pace. Se ciò non dovesseavvenire, il Movimento No MUOS darà vita aduna campagna nazionale di disobbedienzacivile affinché siano ripristinati i principi disovranità nazionale e del diritto a un futurolibero dalle guerre».

La magistratura ferma i lavori: prima vittoria dei No Muos

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n.33 9 ottobre 2012

di Antonio Mazzeo, giornalista, del Comitato No Muos

Sono 28.869 le firme già raccolte inItalia a sostegno dell’iniziative dei cit-tadini europei (ICE) per il diritto l’ac-

qua. Ne vanno raccolte almeno 50mila entroluglio 2013. Perché un’ICE sull’acqua? Ilcomitato promotore ha deciso di lanciare lasfida di porre il diritto umano all’acqua e aiservizi igienico-sanitari all’ordine del giornodella politica europea, per costringere a undibattito pubblico e a una svolta nella politicaidrica europea. L’obiettivo principale dell’U -nione europea è sempre stata la creazionedel mercato unico dei beni e dei servizi. Ma iservizi idrici non sono servizi come gli altri.Sono servizi imprescindibili per la vita e l’ac-qua è una risorsa naturale limitata. L’acqua non è una merce, ma un bene pub-blico da salvaguardare e non può esseresoggetta alle logiche della concorrenza.

Spetta ai poteri pubblici fornire tali servizi. Aquesta conclusione è giunto anche l’Onudopo anni di dibattiti. Nel testo dell’ICE si esorta quindi laCommissione europea a proporre una nor-mativa che sancisca il diritto umano universa-le all’acqua potabile e ai servizi igienico-sani-tari e a promuovere l’erogazione di serviziidrici e igienico-sanitari in quanto servizi pub-blici fondamentali per tutti. L’iniziativa dei cit-tadini europei gode del sostegno dellaFederazione sindacale europea dei servizipubblici (FSESP). La FSESP rappresenta 275 organizzazionisindacali e oltre 8 milioni di lavoratori e lavo-ratrici del settore pubblico d’Europa. L’iniziativa è inoltre sostenuta da altre orga-nizzazioni europee o internazionali quali laRete europea contro la povertà (EAPN),

l’Alleanza europea per la salute pubblica(EPHA), l’Ufficio europeo dell’Ambiente(EEB), la Women in Europe for a CommonFuture (WECF - Donne in Europa per unFuturo comune) e l’Internazionale dei Servizipubblici (ISP), consorella della FSESP a livel-lo mondiale. Moltissime altre organizzazioniappoggiano l’ICE a livello nazionale, il cuilogo figura nella homepage del sito dell’inizia-tiva. La raccolta delle firme è possibile online,andando sul sito www.right2water.eu e clic-cando sul tasto ‘FIRMA’ o su supporto carta-ceo. Sarà possibile scaricare il modulo di sot-toscrizione nella lingua scelta cliccando su‘CHI SIAMO’. 10 persone al massimo posso-no firmare sulla stessa pagina. È necessarioassicurarsi di compilare TUTTI i campi, con-formemente ai requisiti nazionali. In casocontrario, la firma non sarà valida.

L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano!L’Iniziativa dei Cittadini Europei

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MOVING TFF è un’iniziativa di Uccae Arci Torino con il MuseoNazionale del Cinema e il Torino

Film Festival che insieme ne hanno curatol’ideazione e l’organizzazione, in occasio-ne della trentesima edizione del TorinoFilm Festival. A partire dal mese di ottobree fino alla fine di novembre verrà offerto alpubblico torinese un ampio panorama diiniziative: anteprime di film, proiezioni diclassici presentati da esperti, serate diintrattenimento, incontri e dibattiti, tuttilegati dal filo rosso rappresentato dalla sto-ria della manifestazione cinematografica. La filosofia del progetto sposa due pro-spettive: da un lato la volontà di costruirespazi aperti al dibattito, amplificando la

portata civile e culturale del Torino FilmFestival, raggiungendo anche realtà perife-riche della città e liberando il potere delleimmagini cinematografiche su tutto il terri-torio metropolitano. Dall’altro il desiderio dianimare e sensibilizzare la città in un per-corso di avvicinamento al Festival, attra-verso incontri culturali e ricreativi. Per que-sta ragione le iniziative non riguarderannosolo il centro, ma tutti i quartieri di Torino,coinvolgendo la bibliomediateca delMuseo Nazionale del Cinema, il piccolocinema, gli spazi delle circoscrizioni eovviamente numerosi circoli e associazionidella rete Arci - Ucca (fra gli altri CafèLiber, Oltre Po, Caffè Basaglia, ComitatoArci Torino di via Verdi 34).Il primo appuntamento per il MOVING TFFè fissato per mercoledì 17 ottobre alle ore20.30, presso l’Ecomuseo della circoscri-zione 3, in via Millio 20. Nell’ambito degliincontri dal titolo 2 o 3 cose che so diTorino verrà proiettato il film Trevico-Torino. Viaggio nel Fiat-Nam di EttoreScola, seguito dall’incontro con DiegoNovelli, che all’epoca ne curò la sceneg-giatura.

Fuori programma, martedì 16 ottobre, èprevisto un evento eccezionale, l’appunta-mento speciale di CULT! con la proiezionedi Death Row di Werner Herzog, presentein sala. In occasione della trentesima edi-zione, il Torino Film Festival, il MuseoNazionale del Cinema e il Goethe-InstitutTurin - organizzano, per quel giorno, alleore 20, nella Sala Uno del CinemaMassimo, un appuntamento speciale in cuisaranno proiettati i quattro episodi di DeathRow, la serie televisiva sulla pena di morterealizzata da Werner Herzog, presente insala per dialogare con il pubblico torineseal termine della proiezione. In replica lune-dì 22 ottobre, alle ore 16.30. Tra gli altriappuntamenti in programma: il 19 ottobreproiezione di O convento (I misteri del con-vento) di Manoel de Oliveira, Portugal, e aseguire degustazione di dolci conventualitipici; il 25 ottobre presentazione di MediaEducation a cura di Antonella di Nocera eproiezione di Scuola Media, documentariodi Marco Santarelli; il 5 novembre proiezio-ne di Jules et Jim di François Truffaut,Francia. Info: www.arcipiemonte.it/torino

9incircolo

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Dal 17 ottobre a Torino MOVING TFF, conanteprime di film, proiezioni di classici e dibattiti

Dall’11 al 13 ottobre l’Arci Laborintus

promuove Un concetto, un’idea,

rassegna di musica, arte,

cultura e altri nutrimenti

Info: www.laborintus.it

SASSARI

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n.33 9 ottobre 2012

Incontriamo il dragoMONTELUPO FIORENTINO (FI) -Venerdì 12 ottobre dalle 16.30 pres-so La casa del Drago, in via

Caltagirone, avrà luogo Incontriamo ilDrago, unÊiniziativa promossa e orga-nizzata dallÊArci Empolese Valdelsa inoccasione della settimana della salutementale. Il progetto rappresenta per icirca 50 pazienti coinvolti non solo unluogo ÂapertoÊ parallelo all'internamentoe alternativo all'isolamento, dove ri-tro-vare uno spazio umano diverso dall'isti-tuzionalizzazione, ma anche e soprat-tutto un luogo ÂterapeuticoÊ. LÊiniziativadel 12 ottobre prevede momenti diriflessione e di confronto, ma anche dianimazione e intrattenimento con mo -menti musicali interattivi, curati dai par-tecipanti stessi al progetto.Info: www.arcifirenze.it

Aperture 2012ROVIGO - Riaprire il dibattito su ar go -menti scientifici, storici, economici, filo-sofici, teologici scottanti, a volte pocofrequentati: è questo lÊobiettivo che si èposta lÊArci rodigina nella realizzazionedi Aper ture 2012, il ci clo di conferenzesulla contemporaneità giunto alla quar-

ta edizione. Undici appuntamenti che sirealizzeranno a Rovigo, ma anche adAdria, Ceregnano, Lendinara e PortoViro dallÊ8 ottobre al 18 dicembre.Info: [email protected]

Prospectus al BiancovoltaVITERBO - Fino al 14 ottobre allo Spa -zio Arci Biancovolta sarà possibile visio-nare Prospectus, una mostra che vuolesviluppare una serie di ri fles sioni sulrapporto tra arte e anarchia, con pro-blematiche che riguardano aspetti stori-ci, formali e concettuali che si rifanno alpensiero degli artisti presentati. Lamostra si inserisce allÊinterno di Nero, lasettima edizione di Cantieri dÊarte, chesi propone di affrontare, attraversodeclinazioni e strumenti diversi, qualimo stre, dibattiti, installazioni, temi dedi-cati a problematiche politiche e so ciali.Info: arciviterbo.blogspot.com

Il pulcino ballerinoLORO CIUFFENNA (AR) - Anche que-stÊanno riparte il progetto educativo Ilpulcino ballerino a cura di Arci Valdarno,attivo dal 2009. Si tratta di un servizioeducativo scolastico per i servizi sociali,indirizzato soprattutto ai bambini dai 2 ai

14 anni con handicap o disagio socio-sanitario. Obiet tivo principale è favorirele relazioni interpersonali, il benesseree la crescita del bambino allÊinterno diogni ambiente con cui entra in contatto,dalla famiglia alla scuola allo sport. Leattività si svolgeranno da ottobre aluglio.Info: FB Comitato Arci Valdarno

Laboratorio di teatroVALENZANO (BA) - Continua il proget-to di sensibilizzazione al tema dellemafie promosso dai Comuni del circon-dario imolese, dalla Provincia diBologna e dalla Regione EmiliaRomagna, volto ad esplorare il temadella legalità tramite lÊespressione arti-stica narrativa e teatrale. Il percorsosarà guidato dallÊattore e registaMassimiliano Buldrini con lÊaiuto regia diPaula Cianfagna di T.I.L.T., circolo Arci.Gli incontri si terranno da ottobre adicembre e si terminerà con uno spet-tacolo nel mese di dicembre al TeatroLolli. Le performance realizzate saran-no poi rappresentate in alcuni Comunidel circondario Imolese a partire dagennaio. Il laboratorio è gratuito edaperto a tutti, anche senza esperienza

teatrale.Info: www.tiltonline.org

Teatro surrealeBOLOGNA - Tutte le domeniche, a par-tire dal 14 ottobre, appuntamento al cir-colo Spazio Indue con il laboratorio diteatro che porta in scena insolite strate-gie di comunicazione surreale. A fare dafilo conduttore la casualità e la coralità,messi in pratica attraverso un lavoro sulgioco e sull'ascolto del proprio corpo edi quello degli altri in azione, per unacomposizione poetica e drammaturgicadi uno spazio. Il corso è aperto a unmassimo di 12 partecipanti; martedì 9 emercoledì 10 ottobre alle 19.30 la pre-sentazione del laboratorio. Info: [email protected]

Lo spettacolo CroceviaGRUGLIASCO (TO) - Il 13 ottobre alle22 presso il circolo Casseta Popular vain scena Crocevia. Spettacolo di musicae parole. Tre musicisti e quattro poetiprovenienti da diverse parti dÊItaliaincrociano le loro strade, in un impastodi suoni e melodie, distorsioni e parole.Ingresso riservato ai soci Arci.Info: www.cassetapopular.it

Notizie Brevi

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L'Arci Salerno, nell'ambito delle atti-vità del Centro Informagiovani, halanciato CreAttiviamo la città, un'a-

zione permanente per stimolare e promuo-vere la creatività e la partecipazione deigiovani. Il Festival della creatività giovanilesi è svolto dal 4 al 7 ottobre presso gli spazidel Centro polifunzionale Arci in via PortaCatena 62 a Salerno, in collaborazione conil Comune di Salerno e l'OsservatorioComunicazione Partecipazione CultureGiovanili (OCPG) dell'Università di Salerno.Scopo della manifestazione è stato quellodi creare un'occasione di incontro tra i tantigiovani artisti coinvolti nei diversi linguaggie discipline dell'arte. Pittori, writers, attori,musicisti, insieme per promuovere la crea-tività e la partecipazione alla vita culturalecittadina e dare la possibilità all'arte diesprimersi in tutte le sue molteplici forme.Giovedì 4 ottobre si è dato il via alla mani-festazione con la conferenza stampa diapertura, in cui è stato presentato anche ilvideo Salerno made of Italy realizzato dallaboratorio Creatti via mo la città. A fare dacornice alla manifestazione, per tutta la

durata del festival, la mostra dei giovaniartisti campani presenti sulla web gallerydel progetto regionale di Chiamata alle Arti,istituito dal Settore Politiche Giovanili e delForum Regionale della Gioventù dellaRegione Campania e dal Dipartimento diScienze Politiche, sociali e della comuni -cazione dell'Università di Salerno. Nel corso della manifestazione, tre interes-santi momenti formativi rivolti ai giovani arti-sti per l'approfondimento di tecniche speri-mentali nel campo musicale, video e teatra-le. Il 5 ottobre il workshop Circuit Bending -fare dei rumori una musica nuova a cura diAlfonso D'Urso, che ha promosso una tipo-logia d'arte che ha iniziato a muovere i primipassi a partire dagli anni '60. Si tratta dimodificare in maniera creativa, attraversosemplici cortocircuiti, apparecchiature eoggetti elettronici a basso voltaggio e/o ali-mentati a pile: dal classico giocattolo all'og-getto decorativo, al vero e proprio strumen-to musicale riarrangiato. Lo scopo è digenerare suoni inediti e curiosi, crearenuovi strumenti musicali e generatori disuoni. Il giorno successivo due momenti

seminariali: il seminario introduttivo Teatrodi narrazione a cura di Antonio Di Maio eAntonello De Rosa, spunto di riflessione sulvalore che il racconto, l'uso della mimica ela gestualità possono avere sulla capacitàdi evocare immagini. Terzo appuntamentoformativo un seminario dal titolo ProjectionMapping. Animazioni virtuali su architetturereali che analizzava tutti gli aspetti teorici epratici dello sviluppo produttivo di un pro-getto di mapping attraverso la scomposizio-ne dell'oggetto. E ancora, numerosi glieventi realizzati, tra cui la premiazione delcappello più creativo realizzato nell'ambitodel contest Chapeau... tanto di cappello, unaperitivo con gli artisti della Chiamata alleArti e performance live artistiche a 360°:

10incircolo

arcireport

A Salerno ‘CreAttiviamo la città’, quattro giorni perstimolare la partecipazione e la creatività dei giovani

L’11 ottobre alle 21.30 al circoloBelleville, in via Calvi 4, andrà

in scena il poeta surreale Guido Catalano con il suo Ti amo

ma posso spiegarti tourInfo: www.arcibelleville.org

GENOVA

notizieflash

Il 14 ottobre Marcia sarda per la paceIl 14 ottobre si svolgerà l’XI Marcia sarda perla pace da Gesturi a Laconi. La Marcia di que-st’anno coincide con uno tra i periodi più diffi-cili che la Sardegna affronta da molti anni aquesta parte. La situazione sociale e lavorati-va dell’Isola è ormai allo stremo. Il lavoro che non c’è e il dramma che i lavora-tori e le loro famiglie patiscono quotidiana-mente condanna la Sardegna a una recessio-ne civile senza precedenti che dovrebbe inter-rogare a fondo tanto la politica e tutta la clas-se dirigente regionale quanto quella naziona-le. Vogliamo poter dare a ciascuno un futurodignitoso nella propria terra, vogliamo unanuova politica regionale che tuteli il lavoro,l’ambiente e la salute pubblica, a partire daquelle aree ancora sotto il controllo militare incui vengono sperimentate nuove armi enuove guerre. Lo scorso anno una giovanecooperante sarda in missione di pace erastata rapita in uno dei tanti luoghi in cui il pos-sesso del territorio rende nemici gli esseriumani. Dopo 9 mesi di prigionia Rossella è daqualche mese nuovamente libera. Teniamocistretti questi segnali di speranza, «restiamoumani». Appuntamento a Gesturi alle 9.30.Info: [email protected]

A Sesto S.Giovanni il 13 ottobre il MageOpen Day - Dalla fabbrica alle fabbricheDopo quasi due anni di sperimentazionepositiva, il Mage apre le porte per una seriedi eventi dedicati a una riflessione pubblicasulle trasformazioni economiche e culturalia partire dalle esperienze dell'area comuna-le di Sesto S.Giovanni e dalla nascita di unospazio creativo unico in Italia. Il Mage è unprogetto di riuso temporaneo volto all'attiva-zione di un polo di produzione creativa esostenibile per la valorizzazione del patri-monio industriale degli ex MagazziniGenerali Falck, realizzato in collaborazionecon Arci Milano e Comune di Sesto SanGiovanni - Settore Cultura e Politiche

Giovanili. Sabato 13 ottobre con il MageOpen Day - Dalla fabbrica alle fabbriche, ilprogetto si apre al territorio con presenta-zioni dei corsi, dimostrazioni e laboratoripratici a cura delle realtà che condividono lospazio di 1500 mq a Sesto. Costruisci i tuoibicchieri, gioielli e borse, trasforma la tuabicicletta, scopri come arredare ad impattozero. Sono previste due visite guidate alle11 e alle 15 ai laboratori dell'area ex-Falckattraverso un'attività di gruppo per metterein gioco la creatività dei partecipanti tramitel'utilizzo dello strumento video.Info: FB Arci Milano

arci

n.33 9 ottobre 2012

Il 12 ottobre alle 18.30 al circolo Arci Lineagotica ci sarà, alla presenza dell’autore, lapresentazione del libro Ci volevano con laterza media di Giovanni Barozzino.La narrazione inedita della vicenda che hamesso in ginocchio la Fiat e Marchionne:Giovanni Barozzino racconta le ingiustiziee le angherie subìte dagli operai di Melfinello stabilimento Sata e denuncia lavolontà dei ‘vertici aziendali’ di spremere i

lavoratori fino all’ultima goccia di sangue.Le sue battaglie sono l’ultima voce accora-ta dei più deboli, gli uomini in ‘linea’ nellacatena di montaggio. In occasione dell'e-vento di presentazione del libro verrà lan-ciata la campagna referendaria in favoredell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.Interviene, tra gli altri, Ottorino Arbia, pre-sidente di Arci Basilicata.Info: FB Linea Gotica Circolo Arci

‘Ci volevano con la terza media’

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Dalla conferenza nazionale del l'Aqui -la può cominciare un percorso dirinnovamento culturale e politico

dell'universo del volontariato italiano. Piùconvinto e consapevole che una sfida cultu-rale deve trasformare il ruolo della cittadi-nanza attiva e il suo rapporto con le istitu-zioni e la ‘politica ufficiale’ del paese. Sirespira un'aria di insofferenza, il primo gior-no, per il luogo che ospita i lavori dellaConferenza - la scuola sottufficiali dellaguardia di Finanza, nota per le prolusioniberlusconiane e gli show televisivi post ter-remoto - da parte dei tanti che sono venutida ogni parte di Italia, circa settecento, conuno spirito ben diverso da quello delle cla-que alle passerelle istituzionali. Invece ècosì che si aprono i lavori della sesta Confe -renza nazionale. Prima il ministro Elsa Fornero, poi il presi-dente della Regione Abruzzo, affrontano laplatea spiegando cos'è il volontariato, cosadeve fare, perchè è importante l'apportovolontario nelle emergenze e nella stagionedei tagli al welfare ed alla spesa pubblica.Difficile intravedere un riconoscimento delruolo di coprogrammazione, lettura dei biso-

gni e advocacy della cittadinanza attiva.Piuttosto l'impressione è quella di una dove-rosa interlocuzione con un mondo utile asostituire l'impegno pubblico che si ritira dalsociale. Molto diverse invece sono le aspettative e lavoglia di protagonismo di chi è arrivatoall'Aquila per discutere e confrontarsi sucome proporre e sostenere un diversomodello di sviluppo, oltre la crisi, più equo,più giusto e rispettoso delle persone e del-l'ambiente. Per fare ciò c'è bisogno di inve-stire, e non disinvestire nella promozionedel volontariato e del terzo settore, nel wel-fare, nella cultura e nell'educazione dei gio-vani e nel servizio civile, nella valorizzazio-ne dei beni confiscati alle mafie ed ai corrottiin destinazioni d'uso a finalità sociali,tagliando le spese militari e promuovendocomportamenti e stili di vita individuali e col-lettivi improntati alla responsabilità pubblica,alla trasparenza ed alla solidarietà sociale.Tutti temi che sono stati discussi, non solocondividendo obiettivi, ma anche percorsi estrumenti, negli otto gruppi di lavoro dovesono state protagoniste le associazioni ed ilvolontariato.

La conferenza ha chiuso i suoi lavori indiriz-zando una ‘lettera al paese’, un appello aicittadini e a tutte le componenti sociali, isti-tuzionali, produttive ed economiche, in cui ilvolontariato prende impegni, ma pure chie-de alle istituzioni e alla politica una serie diinterventi concreti e circostanziati. Più spazisociali e aggregativi, ma anche più spazi dirappresentanza, tanto nel territorio quanto alivello nazionale. Vanno riconosciute final-mente le reti nazionali, la loro funzione rap-presentativa e promozionale, ricostituendol'Osservatorio nazionale su una base mag-giormente democratica e plurale. Va rimes-sa al centro delle scelte economiche e digoverno la persona, che è la misura di ognipolitica credibile di sviluppo umano.Info: [email protected]

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Dall’Aquila parte il rinnovamento culturale e politicodel volontariato italiano

Hanno collaborato a questo numeroAndrea Baranes, Roberto Campanelli, FrancescaColeti, Giorgio Crana, Monica Di Sisto, AntonioMazzeo, Filippo Miraglia, Daniele Poto, Silvia Stilli,Jan Robert Suesser, Francesco Verdolino

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n.33 9 ottobre 2012

Museo della MemoriaLo scorso 6 ottobre è stata inaugurata pres-so la Sala Alpi nella sede nazionale di Arcila mostra Museo della Memoria - MemoryMuseum, oggetti e storie dalla Jugoslavia -le memorie Âin prestitoÊ delle nuove genera-zioni. LÊevento si inserisce nel quadro delprogetto Networking Memories, nato per raf-forzare in Serbia, Bosnia Erzegovina eKosovo il ruolo della società civile attraversoil consolidamento della democrazia parteci-pativa, la creazione di ÂpontiÊ tra le organiz-zazioni della società civile di questi Paesi etra queste e le organizzazioni della societàcivile dellÊUnione europea. La mostra è stata costruita raccogliendo, pertutta la durata del progetto, oggetti chehanno contribuito a costruire la memoriadella Jugoslavia. LÊinstallazione sarà visitabi-le fino al 23 ottobre, quando si sposterà aTrento.

Il progetto in TanzaniaEntra nel vivo il progetto Salute materno-infantile. Sala operatoria e campagne diprevenzione e sensibilizzazione in Tanzania,Distretto Bunda, Regione Mara. In particola-

re dopo un training teorico/pratico diretto a12 persone tra medici, clinical officers, infer-mieri e tecnici di laboratorio, sono iniziate levisite ginecologiche e i Pap-Test eseguiti dalpersonale in loco sotto la supervisione delledottoresse del nostro staff. Precede nte -mente era stata svolta una campagna diinformazione e di invito per le donne dei vil-laggi ubicati intorno allÊospedale, per solleci-tarle allo screening gratuito. La richiestadelle donne del posto è stata molto piùampia di quanto ci aspettassimo, incorag-giando il lavoro che si sta portando avanti:alla fine della prima settimana di lavoroerano già stati eseguiti poco piuÊ di 200 PapTest. Gli ostacoli non mancano: ad esempio la dif-ficoltà a reperire lÊacqua, lÊigiene non accu-rata, lÊimpossibilità al corretto smaltimentodei rifiuti sanitari, per cui non esiste attual-mente alcuna procedura.Continueremo a lavorare affrontando i pro-blemi insieme ai partner locali e alle istitu-zioni coinvolte nel progetto (CBR-ACT Marae Bunda District Council) e fra poche setti-mane sarà online il sito del progetto permaggiori approfondimenti..

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Azioni solidali / Le notizie di Arcs

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12speciale

arcireport

L’Iniziativa dei Cittadini Europei sul Pluralismodell’Informazione e la Libertà di Stampa

La situazione della libertà di infor-mazione e del pluralismo deimedia nell’Unione europea è

sempre più preoccupante. Le istituzionieuropee si sono, finora, generalmenteastenute dal prendere una posizioneforte nei confronti dei singoli Stati inrisposta ai singoli fenomeni che hannocontrassegnato questo deterioramento. Tale approccio inerziale sembra avercontribuito ad un effetto domino negati-vo, con un peggioramento della norma-tiva in un Paese, come nel casodell’Italia, che ha portato indirettamenteall’adozione di mosse restrittive in altriPaesi (come testimoniato dal recentecaso ungherese). Ci troviamo, dunque, ad affrontare unacrescente tendenza alla concentrazione e alla sovrapposi-zione dei poteri politici ed economici con la proprietà deiprincipali mezzi di comunicazione in paesi come il RegnoUnito, l’Italia, la Romania o la Bulgaria.

I singoli casi che, in particolare, ci auguriamo possanoessere affrontati grazie agli impegni che tutte le forze coin-volte nella campagna chiedono alle istituzioni europee diassumere pienamente, vengono richiamati immediatamen-te alla mente del cittadino. Si tratta, infatti, delle tre esemplari minacce al pluralismodell’informazione ormai parte dell’attualità europea degliultimi vent’anni come il caso del Primo Ministro unghereseViktor Orbán e i suoi ripetuti attacchi all’indipendenza deimezzi di informazione, l’offerta dell’impero economico emediatico di Rupert Murdoch per entrare in possesso dellametà degli organi di informazione britannici rischiando dicompromettere il supporto britannico ed europeo ai dirittiumani e alla democrazia e, infine, il caso dell’ex PrimoMinistro italiano Silvio Berlusconi e del suo monopolio inquanto a mezzi dell’informazione come minaccia alla liber-tà di espressione in tutta l’Europa.

Un’ampia iniziativa della società civile a livello europeo chespingesse per un ruolo più incisivo da parte delle istituzioniEuropee per la salvaguardia e la protezione dell’indipen-denza e del pluralismo dell’informazione era, dunque, atte-sa da almeno venti anni. Per questa ragione si lavora già dal 2010 alla costruzionedi un’Iniziativa Europea per il Pluralismo dell’Informazione,una coalizione in grado di promuovere l’idea che le istitu-zioni europee abbiano il dovere di salvaguardare il diritto aun’informazione indipendente e pluralista come sancitodalla nuova Carta dei Diritti Fondamentali dell’UnioneEuropea.

Oggi, l’Iniziativa Europea per il Plu -ralismo dell’Informazione riunisce uncentinaio di organizzazioni della societàcivile, organi di stampa, categorie pro-fessionali di tutta Europa, che insiemehanno presentato un’Ini ziativa deiCittadini Europei (ICE) per chiederel’implementazione di una Direttiva euro-pea che tuteli il pluralismo dell’informa-zione e la libertà di stampa in manieraeffettiva e imparziale in tutti gli statimembri dell’Unione Europea.

Dal mese di Ottobre 2012, per un perio-do di dodici mesi, l’Iniziativa sarà allavoro nei singoli paesi e a livello trans-nazionale per raccogliere almeno unmilione di firme attraverso una vera e

propria campagna transnazionale, la prima in difesa dellalibertà di informazione attraverso le potenzialità garantitedal nuovo strumento dell’ICE.

La scelta di questo percorso prevede, infatti, la raccolta di(almeno) un milione di firme (dichiarazioni di sostegno deicittadini) in (almeno) 7 stati membri dell’Unione europea (9nel nostro caso) durante il periodo di un anno (12 mesi a fardata dalla registrazione della proposta) per richiedere diret-tamente alla Commissione europea di farsi carico di tale ini-ziativa legislativa sulle questioni della libertà di stampa edel pluralismo dell’informazione atta a garantire una prote-zione maggiormente efficace rispetto alle garanzie attualiapplicabili in tali ambiti in maniera imparziale ed effettivasull’intero territorio europeo, includendo i paesi di più recen-te adesione.

I Coordinamenti Locali per lo sviluppo nei singoli paesidell’Iniziativa dei Cittadini Europei sul Pluralismodell’Informazione sono già attivi nei seguenti Stati Membrifinora attivamente coinvolti nella realizzazione dellaCampagna Europea: Italia, Francia, Portogallo, Paesi Bas -si, Belgio, Ungheria, Romania, Regno Unito, Bulgaria.L’intero percorso dell’Iniziativa dei Cittadini Europei durerà24 mesi, di cui 12 quali periodo di tempo massimo ammes-so per la raccolta delle dichiarazioni di sostegno.

Tutte le organizzazioni della società civile, i gruppi formali oinformali e gli stessi mezzi di informazione sono invitati adaderire e partecipare alla prima mobilitazione transnaziona-le per la libertà e il pluralismo dei mezzi di informazione. Per informazioni generali e adesioni: [email protected]

Info: www.mediainitiative.eu

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n.33 9 ottobre 2012