Arcireport n° 43

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18 dicembre 2012 anno X - n. 43 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Il trasformismo dei poteri forti Il debito pubblico oltre i duemila miliardi, gli squilibri sociali che crescono, con una mino- ranza del Paese sempre più ricca e la gran parte sempre più povera. Come pensiamo di uscirne, insistendo nella strategia dell'austeri- tà e del rigore, o cambiando passo verso una nuova stagione di sviluppo ed equità sociale, di ricostruzione civile, morale, istituzionale? Questo è il vero tema della campagna elet- torale. Che rischia di non emergere con chiarezza dalle nebbie di un dibattito ai limiti del surreale. Il Pdl, che solo pochi giorni fa sfiduciava il governo, oggi offre a Monti la leadership della destra. Il Pd, che continua a sostenerlo lealmente ingoiando non pochi rospi, rischia di ritrovarselo come avversario alle prossime elezioni. Difficile da capire per cittadini di buon senso non avvezzi ai codici del peggior politicismo. Al netto delle spregiudicate giravolte di Berlusconi il vero interrogativo è il futuro politi- co del premier. È legittimo che Monti pensi a un suo impegno in politica, ma non può cam- biare le carte in tavola. Il suo era un governo di transizione nato con alcuni obbiettivi limi- tati. In parte li ha centrati, in parte falliti clamo- rosamente. Ora quell'esperienza, comunque la si valuti, va superata ripristinando la nor- male dialettica fra diverse opzioni politiche. Il problema non è se il professore proseguirà il suo impegno in politica ma in quale prospet- tiva. Non è la stessa cosa essere punto di riferimento di un centro che dialoga con la sinistra o leader di un'improbabile accozzaglia con dentro i peggiori arnesi del berlusconi- smo. Se Monti si candidasse in alternativa a Bersani non potrebbe impedire la convergen- za della destra sul suo nome e finirebbe per uccidere la prospettiva di un vero centro mo- derato, che può esserci solo nel rapporto con le forze progressiste. Piaccia o no ai mercati, alle banche e alle tecnocrazie europee che in questi giorni esercitano imbarazzanti inter- ferenze nella politica italiana. Non siamo un paese sotto tutela, spetta ai cittadini scrivere l'esito di queste elezioni. Ma dietro quelle ingerenze emerge il vero problema: in Italia i poteri forti si mobilitano ogni qual volta si pro- fila l'ipotesi che il governo del paese possa avere una parvenza di sinistra. È una vecchia storia: mentre c'è chi cerca con fatica di ricon- nettere politica e società, si riaffaccia il trasformismo di oligarchie coalizzate solo nella difesa dei propri interessi. L'opposto di ciò che oggi serve all'Italia. Paolo Beni I l 18 dicembre del 1990 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione per i diritti dei lavora- tori migranti e delle loro famiglie. Un impegno ideale al quale molti dei Paesi che lo avevano promosso, tra questi l’Italia, non hanno dato seguito. La Convenzione è stata ratificata da 46 Paesi. Tra questi, non figura nessuno dei cosiddetti Paesi del mondo occidentale, compresi i 27 membri dell’Unione Europea. Organizzazioni sociali e sindacali, reti e movimenti - molti del mondo dell’immi- grazione - hanno deciso di proclamare per oggi una giornata di lutto. Migliaia di per- sone ogni anno muoiono nel tentativo di attraversare le frontiere in cerca di una vita migliore. Tra Messico e USA, tra Europa e Africa, molte tragedie si consumano a causa di leggi che impediscono la libera circo- lazione delle persone. Migliaia di famiglie, alle quali va la nostra solidarietà, hanno perso qualcuno dei loro cari. La nostra indignazione attraverserà oggi molte città italiane, in cui si terranno even- ti e manifestazioni con uno slogan unitario ‘Migrare per vivere. Fermiamo la strage!’. Ma la protesta e la solidarietà si trasformerà presto in proposta. Insieme ad un ampio schieramento di forze sociali in tutta Europa nei prossimi mesi promuove- remo una campagna per i diritti dei migranti, provando anche ad ottenere un impegno dell’UE per la ratifica della Convenzione. Alle forze politiche che si accingono ad affrontare la campagna elettorale chiedia- mo un impegno concreto in questa direzione e di assumersi la responsabilità di mettere fine alla stagione delle discrimi- nazioni e dell’emergenza. Va finalmente aperta una nuova pagina, spostando le risorse investite per controlli, detenzione, rimpatri forzati, in impegni per l’uguaglianza, i diritti di cittadinanza e per- corsi di integrazione inclusivi e plurali. AUGURI PER L’ANNO CHE VERRÀ Visto che sopravviveremo alla predizione dei Maya, dovremo attrezzarci a iniziare un altro anno dalle prospettive difficili, con la convinzione che «Siamo costretti, per rende- re la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche follia» (Marcel Proust) Migrare per vivere! Fermiamo la strage!

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* Il trasformismo dei poteri forti. L'editoriale di Paolo Beni * Migrare per vivere! Fermiamo la strage!

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18 dicembre 2012anno X - n. 43

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Il trasformismo dei poteri forti

Il debito pubblico oltre i duemila miliardi, glisquilibri sociali che crescono, con una mino-ranza del Paese sempre più ricca e la granparte sempre più povera. Come pensiamo diuscirne, insistendo nella strategia dell'austeri -tà e del rigore, o cambiando passo verso unanuova stagione di sviluppo ed equità sociale,di ricostruzione civile, morale, istituzionale?Questo è il vero tema della campagna elet-torale. Che rischia di non emergere conchiarezza dalle nebbie di un dibattito ai limitidel surreale. Il Pdl, che solo pochi giorni fasfiduciava il governo, oggi offre a Monti laleadership della destra. Il Pd, che continua asostenerlo lealmente ingoiando non pochirospi, rischia di ritrovarselo come avversarioalle prossime elezioni. Difficile da capire percittadini di buon senso non avvezzi ai codicidel peggior politicismo.Al netto delle spregiudicate giravolte diBerlusconi il vero interrogativo è il futuro politi-co del premier. È legittimo che Monti pensi aun suo impegno in politica, ma non può cam-biare le carte in tavola. Il suo era un governodi transizione nato con alcuni obbiettivi limi-tati. In parte li ha centrati, in parte falliti clamo -rosamente. Ora quell'esperienza, comunquela si valuti, va superata ripristinando la nor-male dialettica fra diverse opzioni politiche.Il problema non è se il professore proseguiràil suo impegno in politica ma in quale prospet-tiva. Non è la stessa cosa essere punto diriferimento di un centro che dialoga con lasini stra o leader di un'improbabile accozzagliacon dentro i peggiori arnesi del berlusconi -smo. Se Monti si candidasse in alternativa aBersani non potrebbe impedire la convergen-za della destra sul suo nome e finirebbe peruccidere la prospettiva di un vero centro mo -derato, che può esserci solo nel rapporto conle forze progressiste. Piaccia o no ai mercati,alle banche e alle tecnocrazie europee che inquesti giorni esercitano imbarazzanti inter-ferenze nella politica italiana. Non siamo unpaese sotto tutela, spetta ai cittadini scriverel'esito di queste elezioni. Ma dietro quelleingerenze emerge il vero problema: in Italia ipoteri forti si mobilitano ogni qual volta si pro-fila l'ipotesi che il governo del paese possaavere una parvenza di sinistra. È una vecchiastoria: mentre c'è chi cerca con fatica di ricon-nettere politica e società, si riaffaccia iltrasformismo di oligarchie coalizzate solonella difesa dei propri interessi. L'opposto diciò che oggi serve all'Italia.

Paolo Beni

Il 18 dicembre del 1990 l’AssembleaGenerale delle Nazioni Unite approvòla Convenzione per i diritti dei lavora-

tori migranti e delle loro famiglie. Unimpegno ideale al quale molti dei Paesiche lo avevano promosso, tra questil’Italia, non hanno dato seguito.La Convenzione è stata ratificata da 46Paesi. Tra questi, non figura nessuno deicosiddetti Paesi del mondo occidentale,compresi i 27 membri dell’UnioneEuropea. Organizzazioni sociali e sindacali, reti emovimenti - molti del mondo dell’immi-grazione - hanno deciso di proclamare peroggi una giornata di lutto. Migliaia di per-sone ogni anno muoiono nel tentativo diattraversare le frontiere in cerca di una vitamigliore. Tra Messico e USA, tra Europa e Africa,molte tragedie si consumano a causa dileggi che impediscono la libera circo-lazione delle persone. Migliaia di famiglie,alle quali va la nostra solidarietà, hanno

perso qualcuno dei loro cari. La nostra indignazione attraverserà oggimolte città italiane, in cui si terranno even-ti e manifestazioni con uno slogan unitario‘Migrare per vivere. Fermiamo la strage!’.Ma la protesta e la solidarietà sitrasformerà presto in proposta. Insieme adun ampio schieramento di forze sociali intutta Europa nei prossimi mesi promuove -remo una campagna per i diritti deimigranti, provando anche ad ottenere unimpegno dell’UE per la ratifica dellaConvenzione.Alle forze politiche che si accingono adaffrontare la campagna elettorale chiedia -mo un impegno concreto in questadirezione e di assumersi la responsabilitàdi mettere fine alla stagione delle discrimi-nazioni e dell’emergenza. Va finalmente aperta una nuova pagina,spostando le risorse investite per controlli,detenzione, rimpatri forzati, in impegni perl’uguaglianza, i diritti di cittadinanza e per-corsi di integrazione inclusivi e plurali.

AUGURI PER L’ANNO CHE VERRÀVisto che sopravviveremo alla predizione dei Maya, dovremo attrezzarci a iniziare unaltro anno dalle prospettive difficili, con la convinzione che «Siamo costretti, per rende-re la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche follia» (Marcel Proust)

Migrare per vivere!Fermiamo la strage!

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Dall’inizio degli anni novanta, gli Statimembri dell’UE hanno adottatoprovvedimenti che prevedono la

creazione di centri destinati ad accogliere,smistare, controllare ed espellere gli stra-nieri. Parallelamente, la politica europeadei visti, gli accordi di riammissione o stru-menti di ‘polizia a distanza’ come l’agenziaFrontex, hanno acquisito un ruolo prepon-derante nelle relazioni con i paesi vicini,inducendoli a cooperare nella lotta all’im-migrazione ‘clandestina’. L’Unione e/o isuoi Stati membri finanziano centri in Libia,Turchia e Ucraina, ma anche in Mauritania,paesi diventati avamposti dell’esternaliz-zazione dei controlli. Il numero di questiluoghi continua a aumentare. Nel 2012, la capacità totale conosciuta -per i due terzi in centri all’interno dell’UE -è di circa 37mila posti. Si tratta di una cifraè approssimativa perché da un lato, all’in-terno di molti centri, il numero di personeeffettivamente detenute è superiore allacapacità teorica. Dall’altro, le autoritàhanno utilizzato una quantità di altri luoghiche non figurano nelle liste ufficiali (‘luoghi

invisibili di detenzione’). La tendenza a ricorrere a strutture semprepiù grandi è dovuta in parte alla volontà dirazionalizzare le espulsioni e all’aumentodella durata della detenzione (da 32 a 45giorni o 6 mesi per le persone accusate diterrorismo in Francia, da 40 a 60 giorni inSpagna, da 2 a 18 mesi in Italia, da 3 a 18mesi in Grecia). Le condizioni materiali neicentri di detenzione variano a seconda deipaesi. Mentre in alcuni vigono regimi di tipocarcerario, in altri gli stranieri vengonodetenuti direttamente nelle carceri, raffor-zando così processo di criminalizzazionedei migranti, colpevoli solo di aver infrantole regole di ingresso e di soggiorno. Aldilàdelle condizioni materiali di detenzione, l’o-pacità delle procedure, la mancata infor-mazione dei detenuti sui loro diritti, le diffi-coltà o la mancanza di accesso all’assi-stenza giuridica e medica, i trattamenti inu-mani e degradanti imposti, costituiscono,diper sé, motivo di grande preoccupazione. All’interno di questi luoghi di detenzione, lamaggior parte del tempo chiusi ai giornali-sti e alla società civile, sembra comunque

impossibile assicurare il rispetto deidiritti fondamentali, che si tratti deidiritti dei minori, delle persone incerca di protezione internazionale oquelli relativi alla vita privata e fami-liare. La frequenza delle violenzeesercitate detenuti contro se stessi(suicidi, automutilazioni, scioperidella fame), degli incendi e degli attidi rivolta, moltiplicatisi negli anni due-mila, è rivelatrice della fragilità psichi-ca, del sentimento di impotenza edella disperazione di queste persone.Fermarsi a questi centri chiusi equi-varrebbe però a nascondere buonaparte della realtà. La diversità deiprovvedimenti amministrativi im po nedi non fare riferimento solo alladetenzione, ma di considerare l’insie-me dei luoghi di marginalizzazionedegli stranieri. Molti paesi (fra cuil’Italia) privilegiano il raggruppamentodei richiedenti asilo in grandi centri, lamaggior parte delle volte lontani daagglomerati urbani, dove la retoricadell’accoglienza maschera male lelogiche di gestione e di controllomesse in atto. Bisogna anche tenere conto dell’er-ranza degli esuli a causa delle vessa-zioni subite da parte della polizia,come a Calais, Patrasso o Oujda, odell’assurdità del regolamento UE‘Dublino II’ che fa sì che gli Stati si

rimbalzino continuamente i migranti.Questi comportamenti privano le personedella possibilità di vivere degnamente e diaccedere ai loro diritti.Migreurop chiede quindi ai governi degliStati membri dell’UE e dei paesi vicini dismettere di ricorrere alla detenzione perfini di controllo migratorio e di abbandona-re l’approccio ‘securitario’ delle politiched’asilo e di immigrazione per assicurare ildiritto fondamentale alla libertà di circola-zione.Info: www.openaccessnow.eu

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Pape Diaw, Presidente dellÊassociazioneSenegalesi a Firenze, lancia una petizioneper chiedere al Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano la cittadinanza onoraria aisenegalesi feriti nella sparatoria a Firenze neldicembre 2011, durante la quale persero lavita Modou Samb e Mor Diop. Di seguito il testo. ÿIl 13 dicembre 2011Sougou Mor, Mbengue Cheike e MoustaphaDieng furono gravemente feriti durante lÊattac-co armato di un fanatico razzista. Moustaphaè tetraplegico e non potrà più essere autosuf-ficiente. A dodici mesi dal gesto, frutto orren-do di un clima diffuso di intolleranza e di osti-lità nei confronti dei migranti, non ha fattoseguito nessun cambiamento. Ma ora, inoccasione della ricorrenza di un lungo anno, èvenuto il tempo di cambiare. A un anno di distanza vogliamo con questapetizione fare una proposta che dia il via adun clima diverso - di apertura, di accoglienza,di solidarietà - degni di una città e un Paesecivili, in cui non siano più possibili atti comequelli di un anno fa. Chiediamo la cittadinanzaitaliana per i tre feriti gravemente dal killerGianluca Casseri a Firenze: MoustaphaDieng, 34 anni, Sougou Mor, 32 anni, eMbengue Cheike, 42 anni. Firenze si è dimostrata molto solidale con lacomunità senegalese. Quanto è accaduto unanno fa è frutto di una cultura, di una ideolo-gia violenta e razzista alla quale la maggiorparte degli italiani è estranea: riconoscere aitre senegalesi feriti la cittadinanza italianasarebbe la dimostrazione di questo e un attoconcreto di riconciliazioneŸ.Per firmare: www.change.org/petizioni

Migreurop presenta la quinta edizione della Mappa dei campi

Cittadinanza onorariaai senegalesi feriti

Anche Catania celebrail 18 dicembre

Anche la città di Catania partecipa alle mobilitazioniorganizzate in tutto il mondo per la Giornata dei dirittidei lavoratori migranti e delle loro famiglie. A Catania, a promuovere le iniziative saranno lÊArcilocale e altre associazioni come il CO.PE.,CataniaInsieme, lÊOfficina Fotografica, Adif e Ghezà. Lo spirito della giornata è quello di rendere visibili leazioni che, a livello territoriale, si realizzano in difesadei diritti dei migranti. Con questo spirito, nella mattinata del 18 dicembre,piazza Stesicoro e il vico Santa Filomena si animeran-no di alcune delle attività che le associazioni citatesvolgono quotidianamente nelle rispettive sedi. In programma lezioni di italiano, sportello di consulen-za legale, laboratorio di teatro interculturale, il flashmobSiamo tutti Migranti. Libertà e Unità, reportage, lezionidi ballo e giochi. Il tutto accompagnato dalle musiche, iprofumi e i sapori dellÊintercultura. Molte altre iniziative sono previste in Italia e in tantissi-mi Paesi nel mondo, dallÊEcuador al Marocco, dalPortogallo alla Nigeria, dalla Francia alla Spagna, dallaGermania al Perù. Sono tutte descritte sul sito realizzato appositamenteper la Giornata.www.globalmigrantsaction.org

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Il tema scelto per questa edizione dellaBiennale dei Giovani Artisti è Errorsallowed (Gli errori sono ammessi), e si

concentra sui regimi di conoscenza e sullestrategie autonome di educazione nelmondo dell'arte e sul contributo di queste inuna riflessione sulla società in generale. Si vuole investigare sull'idea di un’educa-zione che va oltre il suo ruolo attuale disemplice strumento utile solo ad aumentarela propria competitività personale sul mer-cato del lavoro, incoraggiare la libertà dipensiero, immaginazione ed azione, cosìcome l’attitudine a correre dei rischi e a ri-concettualizzare il presente, con l’intento difavorire lo sviluppo del potenziale critico e lamessa in discussione dei sistemi egemoni-ci. Negli ultimi due anni molti paesi del baci-no del Mediterraneo hanno visto enormicambiamenti economici, politici e sociali. In che modo questi cambiamenti hannoinfluenzato la produzione artistica? Considerando l’instabilità generale ed ilcontesto in continua evoluzione, si è volutoesplorare le potenzialità di questa transizio-ne sociale, culturale e politica, cercando epresentando artisti che stanno lavorando su

forme sperimentali, che mettono in discus-sione il ruolo dell'arte nella società. Questasituazione socio-economica ha portato anuovi aspetti del processo di produzioneartistica: gli artisti hanno in larga misuracambiato il loro modo di lavorare, passan-do con frequenza da pratiche individuali aforme collettive, manifestando un crescenteinteresse nei confronti di azioni o lavori ano-nimi ed una rinnovata attenzione all’idea dispazio pubblico come terreno per pratichedi comunità auto-generative e di narrazionisociali, politiche, storico-artistiche alternati-ve. A tutto ciò si è accompagnata la neces-sità crescente di rivendicare gli spazi dellacittà come luogo di pratiche civili, sperimen-tando nuove forme di conoscenza e discambio nella società. Inoltre, in questo contesto di crisi su piùdimensioni, già il semplice atto di incontro,discussione e condivisione di idee implicala possibilità di ampliare lo spettro dei puntidi vista, delle competenze e della consape-volezza. Non si tratta quindi semplicementedi un’opportunità pratica, bensì una neces-sità in termini di pianificazione delle strate-gie di auto-crescita e sviluppo. Infine signifi-

ca prendere possesso di una narrazionecomune (metodo) e, conseguentemente, diuna comunità (principio), in grado di ali-mentare il processo di condivisione, imple-mentando la crescita di storie e narrazionicome una vera e propria proliferazione cel-lulare, capace di andare al di là della sem-plice dimensione spazio-tempo. Questo processo segue un percorso circo-lare e si trova in uno spazio collettivo dovequeste pratiche di apprendimento e di pro-duzione artistica libere ed indipendentihanno luogo. Queste ‘strategie informali’, in molte regionidel mondo, non sono una scelta ma unanecessità, determinata da limitazioni dovutea fattori quali classe, etnia o il grado di con-nessione sociale. Con un accesso all'istruzione ufficiale moltolimitato, l'auto-educazione - intrapresa indi-vidualmente attraverso l’uso di mezzi diapprendimento alternativi o attraverso unprocesso di condivisione e di scambio - rap-presenta una potente forma di resistenza. In questo modo, questa Biennale si misuraanche con la resistenza, in ogni forma pos-sibile, ai regimi di conoscenza.

cultura

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Dal 6 giugno al 7 luglio 2013 la città diAncona ospiterà Mediterranea 16Biennale Giovani Artisti, l’evento

internazionale multidisciplinare che si svolgeogni due anni in una città diversa delMediterraneo, che prevede la partecipazionedi oltre 250 artisti. La Biennale è nata nel1984 da un’idea dell’Arci, per consentire agiovani artisti di paesi europei e mediterraneidi incontrarsi periodicamente e costruire per-corsi creativi a rete. La prima edizione dellaBiennale si è tenuta a Barcellona nel 1985.Nel corso degli anni è diventata progetto col-lettivo, coinvolgendo enti locali e organizza-zioni sociali di tutta l’area cui si rivolge. Nel 2001, con la nascita a Sarajevo della reteinternazionale Bjcem, l’appuntamento si èulteriormente rafforzato ed è diventato la prin-cipale vetrina della creatività giovanile dell’a-rea euro mediterranea. Oggi Bjcem conta piùdi 70 membri e partner in Europa, MedioOriente e Africa, aree da cui provengono gliartisti che partecipano alla Biennale. L’invito è aperto ad artisti visivi, registi, scrit-tori, artisti, musicisti, designer e ricercatoriculturali nati dopo il 31 dicembre 1977. Gliartisti devono presentare un progetto attinen-

te al tema scelto per l’edizione, che quest’an-no è Errors Allowed (gli errori sono ammes-si). Gli artisti saranno selezionati da un teamcuratoriale composto da Charlotte Bank,Alessandro Castiglioni, Nadira Laggoune,Delphine Leccas, Slobodne Veze /Asso -ciazioni sciolti, Marco Trulli e Claudio Zecchi,che collaboreranno come collettivo sullaselezione degli artisti, sull’ideazione del qua-dro concettuale e sulla messa a punto globa-le della Biennale. La selezione finale avverràentro la metà del prossimo mese di marzo.L’Arci, presente con due operatori culturalinel team curatoriale internazionale, si occu-perà delle preselezioni che riguardano nume-rose discipline (Musica, Cinema, Teatro, ArtiApplicate, Cinema/Video) coinvolgendo lesue sedi territoriali e progetti tematici comeArci Real (Musica), Arci Teatro, Ucca (Unionedei Circoli del Cinema dell’Arci). Il testo del bando, le faq e tutte le informazio-ni su www.arci.it e www.bjcem.orgPer partecipare è necessario compilare ladomanda on line (il form deve essere compi-lato in inglese): https://adobeformscentral.com/?f=%2AeKzq1PCOSZAiJKmzer4kg

Mediterranea 16, il bando per giovani artisti. Lecandidature vanno presentate entro il 27 gennaio

Strategie autonome di educazione nel mondo dell’arte

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4internazionali

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La guerra in Afghanistan continua afare vittime. Almeno dieci bambinesono state uccise dallo scoppio di una

mina anti-carro, colpita accidentalmente dauna delle vittime mentre stavano raccoglien-do legna da ardere. Altre due sono rimasteferite gravemente. E mentre si diffondeva lanotizia delle giovani uccise, nella capitaleun'auto-bomba provocava un altro morto e ilferimento di una dozzina di persone. Questedue stragi arrivano a tre giorni dalla diffusio-ne degli ultimi dati sulle morti civili inAfghanistan contenute nel rapporto trime-strale presentato al Consiglio di sicurezza daBan ki-moon. Nel dossier si dice che l’ucci-sione di civili ha avuto un incremento del28% tra inizio agosto e fine ottobre 2012rispetto agli stessi dati dell'anno precedente.In aumento rispetto al dato generale che neiprimi dieci mesi del 2012 aveva registrato unincremento del ‘solo’ 4%. Dei 2.557 mortiaccertati tra i civili (l'84% rispetto al 70 del-l'anno prima) la maggior parte viene attribui-ta alla guerriglia anti governativa. Due gli ele-

menti da segnalare: il primo riguarda l'au-mento delle azioni ad effetto, tipiche dell'av-vicinarsi dell'inverno quando assalti all'armabianca e vere e proprie azioni militari diven-tano più difficili. Il secondo riguarda il livellodello scontro, per cui ora si tendono a colpi-re sempre di più contractor e simboli stranie-ri. Quanto alle mine, la situazione restadrammatica in un Paese dove ancora si con-tano in milioni. In dicembre, il governo afgha-no ha chiesto un'estensione del programmadi sminamento. Nel 2004, l'indagine sull'im-patto della persistenza di mine antiuomo eUxo stimava a rischio quasi 2mila comunitàdel Paese. Nel 2001, il momento più perico-loso per gli afgani, 2mila persone erano stateuccise da questi ordigni (molti furono lanciatidurante l'attacco ai talebani, i famosi ‘pappa-galli verdi’). Dal 2003 le cose sono andatemigliorando (‘solo’ 409 casi nel 2011 ) e già1200 kmq erano stati sminati, ma la speran-za di sminare tutto il territorio entro 10 anni sirivelava un miraggio. Ancora oggi oltremezzo milione di afghani vive a 500 metri da

campi minati e ci vorrebbero più di 600 milio-ni di dollari per completare i piani di smina-mento che però subiscono un continuodecremento di finanziamenti. La sezione italiana della Campagna contro lemine (quella che ha levato gli ordigni antiuo-mo dai nostri magazzini bellici e che si è bat-tuta contro le cluster bomb) è soddisfatta peressere riuscita a riottenere risorse che eranostate tagliate in passato e adesso sta lavo-rando a due progetti di legge per evitarefinanziamenti bancari a quel tipo di produzio-ni. Dal 2009, 137 banche e istituzioni finan-ziarie di 16 Paesi hanno investito più di 43miliardi di dollari in aziende che produconocluster bombs. Di queste istituzioni finanzia-rie, 27 provengono da Paesi che sono mem-bri della Convenzione sulle munizioni cluster,tra cui il nostro. Per far sì che anche il solosostegno finanziario alla produzione, deten-zione e commercio delle mine a grappolo siauna pratica da sanzionare penalmente cisono due disegni di legge presentati inParlamento.

Ha uno sguardo profondo, deciso. Cheracconta già un po’ della sua storia.Di patriottismo e di tenacia forgiata

anche attraverso la sua storia personale.Insegnante di scuola primaria, poi per 20 annidocente universitaria. Un dottorato in lettera-tura inglese presso l’università ebraica diGerusalemme, tre figli e un marito che ha mili-tato nella resistenza. Vera Baboun da ottobreè il nuovo, il primo, sindaco donna diBetlemme. Cosa significa essere sindaco di una cittàcome Betlemme?Ciò che sento più forte è il senso di respon-sabilità di cui mi sento investita e che cerche-rò di declinare nel mio lavoro quotidiano conattenzione ai problemi particolari e uno sguar-do d’insieme alla dimensione globale in cuiqualunque città al giorno d’oggi è inserita.Cosa significa essere sindaco donna?Viviamo in una cultura, in una comunità cheha un punto di vista prevalentemente maschi-le: le donne hanno una propria esperienza epossono metterla a disposizione come cittadi-ne e come amministratrici, aggiungendo unpunto di vista che rappresenta un pò l’altrolato della visione. Questo è molto salutare.Perché il sindaco della sua città deve esserecristiano?Si tratta di una millenaria tradizione cheYasser Arafat nel 1997 convertì in legge: sono7 le città della Cisgiordania in cui essa siapplica. Il sindaco deve essere cristiano e

altrettanto il vicesindaco: se l’uno è grecoortodosso, l’altro deve essere cattolico roma-no o viceversa. Questo nonostante la popola-zione cristiana locale sia da tempo in mino-ranza rispetto a quella musulmana. Il mio obiettivo è rilanciare la coesione deipalestinesi, cristiani e musulmani, partendodai giovani. Ecco, i giovani. Quanto pesa nel suo pro-gramma e nella sua azione di governo ilruolo dell’educazione e della formazione deigiovani? Sono le nuove generazioni il futuro diBetlemme e della Palestina. Ritengo che igiovani con la loro grinta e la loro creativitàrappresentino le colonne portanti, la strutturaossea di un paese. Hanno o dovrebbero avere un ruolo strategi-co anche nei luoghi di decisione e di respon-sabilità politica e civile. Non a caso aBetlemme abbiamo costituito una squadra digoverno e un consiglio comunale compostiprevalentemente da giovani. La mia squadraè composta da una classe non politica, si trat-ta piuttosto di professionisti: medici, ingegne-ri, insegnanti con un’età media compresa tra i30 e i 35 anni. Il nostro programma punta inmaniera strategica sull’educazione sia nellacittà che a livello di programmi internazionali:attraverso l’educazione possiamo secondome responsabilizzare i giovani di Betlemmenei confronti della città. Vivono una realtà diconfino che spesso è mancanza di speranza.

In un mondo interconnesso come quello dioggi diventa fondamentale aumentare la con-sapevolezza delle giovani generazioni.Che valore hanno i processi di cooperazioneinternazionale nell’ottica di una convivenzapacifica tra palestinesi e israeliani?Sono due piani che purtroppo non si incon-trano. Il piano del conflitto israelo-palestineseè il piano della politica formale, il piano dellacooperazione viaggia invece su un binario deltutto parallelo, quello dell’informalità, dalbasso. Il processo di cambiamento deve par-tire dall’alto e riuscire ad investire gli altri piani.Il riconoscimento della Palestina come Statoosservatore presso l’Assemblea delle Nazio niUnite. Quali conseguenze porterà? Quali pro-spettive apre?È stato un segnale dal valore fortemente sim-bolico ma non solo. Ha dato finalmente digni-tà, ha contribuito ad affermare uno status giu-ridico fino a questo momento disconosciutodalla società internazionale. La conseguenzapiù immediata sarà lo stop agli insediamentiebraici nei territori. Insediamenti che stanno strangolando unacittà come Betlemme. La costruzione delmuro sta ridisegnando i confini fra Israele eTerritori palestinesi portando ad una inclusio-ne di fatto per Israele del 10% della WestBank e Betlemme ne risulta il luogo piùemblematico. Della municipalità di Betlemmesolo il 33% del territorio è sotto il controllopalestinese.

Essere sindaco e donna a Betlemme

In Afghanistan si continua a morire

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La municipalità di Nikias, vicina al Pireo, èun comune di classe media impoverita. Moltissimi sono i disoccupati e gli immigra-ti. L'iniziativa è partita dal comitato dei geni-tori della municipalità, con il sostegno deiprofessori. Sono riusciti ad avere l'autoriz-zazione per l'apertura pomeridiana dellascuola. I genitori si occupano della guardia-nia e dei servizi. I professori, occupati e di -soccupati, tengono lezioni gratuitamente.Hanno un’assemblea di gestione che coin-volge 60 genitori e 22 insegnanti.Hanno cominciato con le lezioni di soste-gno obbligatorie per l'accesso alla universi-tà, che le famiglie non possono più permet-tersi di sostenere nelle strutture privatedeputate. Attualmente sono cento i ragazziche seguono le lezioni. La richiesta è piùgrande, e stanno cercando di organizzarsi. Sono iniziate anche le lezioni di recuperoper i ragazzi che hanno carenze nello stu-dio. Sono stati organizzati gruppi musicali efeste per il quartiere. In Grecia molte scuo-le chiudono, vengono accorpate classi escuole. Mancano gli insegnanti di sostegnoe i ragazzi con handicap sono costretti arimanere a casa. I ragazzi reagiscono alla

crisi interessandosi di più. Sono cambiatele priorità, si discute del lavoro dei genitori.I giovani sono diventati più duri, sonoimpauriti e non vedono nessun futuro. Ci sono casi di ragazzi svenuti in classe perla fame. Ma non è facile farlo diventare undiscorso pubblico. I ragazzi hanno paura diaccettare la realtà della povertà. E gli aiutiai casi più difficili bisogna darli con moltadiscrezione. Molte scuole hanno fattorichiesta di psicologi per affrontare i nuoviproblemi. Ma non ci sono i soldi per pagar-li. Con il taglio ai trasporti locali, aumenta ilnumero degli abbandoni scolastici nellezone rurali. E si sta verificando un aumen-to dell'analfabetismo di ritorno in diverselocalità. Ci sono 15 scuole fra Atene e Pireo dovesono nate esperienze simili di doposcuola.Il problema è che non sempre è facileavere l'autorizzazione all'apertura dellascuola. Al contrario, c'è una grande dispo-nibilità di insegnanti a fare lavoro volonta-rio. In alcuni casi, la scuola diventa il centrodelle attività di solidarietà nella comunità.Ci sono scuole dove si organizzano la rac-colta e la distribuzione di vestiti e cibo.

Di seguito la lettera inviata dallanascente rete greca ‘Solidarietà perTutti’. All’Arci la rete chiede di orga-

nizzare insieme una campagna di gemel-laggi con i circoli e le case del popolo:hanno bisogno di assistenza materiale maanche di formazione associativa. Lo scam-bio di esperienze potrebbe essere formati-vo anche per la nostra associazione, perindividuare nuove pratiche, intraprendereun percorso di educazione popolareall’Europa e costruire vera cittadinanzaeuropea.Ci rivolgiamo a voi per chiedervi collabora-zione nella costruzione di strutture e azionidi solidarietà. Vi diamo alcune informazionisugli effetti delle misure di austerità: la di -soccupazione è al 25%, quella giovanile hasuperato il 50%. Aree del paese soffronoun’intensa de-industrializzazione o la tota-le dissoluzione di importanti attività econo-miche, qui la disoccupazione raggiungeanche l'80%. I salari sono stati ridotti dioltre il 40% mentre i redditi reali (dopo l'e-norme crescita dell’imposizione fiscale)sono diminuiti ancora di più.Lo stato sociale, in particolare il SistemaSanitario Nazionale, è stato demolito: a

molti ospedali mancano le cose essenziali,persino le medicine, mentre a causa del-l'alta disoccupazione ci sono migliaia di cit-tadini che non hanno più accesso alla sani-tà pubblica perché non lavorano abbastan-za giorni. Le infrastrutture per la salutementale, per il trattamento delle tossicodi-pendenze, per la protezione delle donnevittime di violenza sono state demolite perprime. I gruppi sociali vulnerabili, come lepersone che soffrono di malattie croniche,sono stati abbandonati al loro destino oalle cure delle famiglie e delle reti amicali.Soprattutto nei centri metropolitani, comeAtene e Salonicco, ci sono diversi casi disofferenza da fame. Molti gruppi di solida-rietà, con ristretto potenziale economicovista la situazione descritta, collaboranocon negozi locali e taverne per offrire pac-chi di cibo alle famiglie o cucinare colletti-vamente in spazi pubblici, dando la possi-bilità a molti dei loro concittadini di averealmeno un piatto di cibo, e purtroppo noncon cadenza giornaliera. Tutto ciò è colle-gato a un problema ugualmente serio, lacrescita del partito fascista e l’intensitàdella offensiva da parte di bande fasciste.Sapete che la povertà non porta la popola-

zione automaticamente a sinistra. Al con-trario, essa costituisce piuttosto un terrenofertile per i gruppi che trasmettono unsenso di forza, specialmente nei confrontidi chi viene percepito come più debole.Questo sentimento non può essere contra-stato se non persuadendo le persone attra-verso le nostre azioni che la soluzione èdal lato opposto, dal nostro lato. Poiché lasituazione è davvero esplosiva, abbiamopromosso la campagna ‘Solidarietà perTutti’ che cerca di organizzare nel modopiù efficace una rete indipendente non par-titica di solidarietà. Nella Grecia della crisie della miseria, un’altra Grecia si stacreando rapidamente, una Grecia di perso-ne che si autoorganizzano per la sopravvi-venza e anche per la resistenza. La nostraesperienza sul campo ci dimostra che que-ste strutture di solidarietà giocano un ruoloimportante per aumentare la fiducia in sestessi dei nostri concittadini, mentre li assi-stono per evitare la totale depressione e ilcollasso. Nello stesso tempo, queste vitti-me della crisi arricchiscono le loro cono-scenze e le loro capacità e così si mettonoin grado di prendere la vita nelle loro mani.Info: www.solidarity4all.gr

Solidarietà alla Grecia contro il disastro umanitario

Il doposcuola di NikiasL’ambulatoriosociale di EllenikoElleniko è un comune metropolitano di Atenevicino al mare. Nell'ottobre del 2011 è statoinaugu rato l'ambulatorio. Già esisteva unarete sanitaria volontaria sostenuta dal Co mu -ne. La rete collegava medici e ambulatori pri-vati ai servizi sociali del Comune, per assiste-re coloro che non avevano diritto all'assisten-za sanitaria. Successivamente è stata creatala farmacia popolare. Con l'ambulatorio, allafarmacia e alla rete diffusa si sono aggiunteprestazioni sanitarie varie che vengono forni-te direttamente nel centro da medici volontari.Sono circa 3000 le persone assistite attual-mente; il centro è aperto a tutti, anche aimigranti, e non solo ai residenti. Oltre alle curenell'ambulatorio, si è allargata la rete dell'o-spedale diffuso. È grande la collaborazionecon enti pubblici e privati che offrono gratuita-mente analisi, operazioni chirurgiche o tratta-menti specifici come la chemioterapia e medi-cinali. Molti medici e direttori di strutture pub-bliche non accettano che i pazienti debbanopagare le cure secondo l’imposizione dellaTroika accettata dal governo, decidendo dun-que, con scelte di disobbedienza civile, diandare contro la legge e di offrire servizi gra-tuiti a chi ne ha bisogno.

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n Un obiettivo importante è quello di farconoscere nel modo più ampio possibilela drammatica realtà che la Grecia stavivendo e le azioni di solidarietà che lì sistanno realizzando. A tal fine, si potrebbe realizzare un video,stampare un quaderno con testi in italianoe in greco da diffondere in tutti e due ipaesi, aprire una pagina web, far circola-re notizie sulle attività dei centri di solida-rietà, stimolando l’invio di informazioni eprovvedendo alla loro traduzione.

n Favorire gemellaggi con circoli e casedel popolo per diffondere notizie, promuo-vere iniziative politico-culturali, concerti disolidarietà, raccolta di fondi per obiettivispecifici (medicine, latte per i neonati,vaccini per i bambini, attrezzature medi-che, riscaldamento nelle scuole). I centripossono inviare l’elenco dei beni di cui c’èpiù urgente necessità.

n Vendita nei circoli o attraverso accordi

sul territorio di prodotti con un prezzo leg-germente maggiorato, in modo da poterneinviare una quota ai centri greci.

n Lavorare per stabilire forme di collabora-zione con municipalità, strutture pubbli-che e private per la fornitura di attrezzatu-re mediche, di mezzi di trasporto per l'as-sistenza domiciliare e altre necessità.

n Organizzazione di visite da parte di socie dirigenti dei circoli, delle case del popo-lo e dei comitati alle strutture di solidarie-tà operanti in Grecia, anche in combina-zione con gite turistiche.

n Indirizzare il turismo individuale inGrecia verso agenzie che siano disponibi-li a lasciare una percentuale del guadagnoalle strutture di solidarietà.

n Coinvolgimento di altre associazionieuropee per costruire gemellaggi triango-lari con altri paesi del continente, sia del

nord che del sud.

n Presentare programmi di scambi giova-nili per finanziare viaggi, soggiorni elavoro comune sui temi associativi inItalia e in Grecia per ragazzi che parteci-pano, da utenti o da volontari, ai centri disolidarietà.

n Promozione di borse di studio - vacanzestudio - visite di conoscenza in Italia perlavorare insieme ai volontari sull'associa-zionismo.

n Organizzazione di stage con Universitàe strutture di formazione per l'invio di stu-denti nei centri di solidarietà, in base alleprofessionalità richieste.

n Collaborazione con insegnanti e asso-ciazioni di insegnanti per un lavoro con-giunto con i greci (anche coinvolgendoaltri paesi) sulla scuola e l'educazione neltempo della crisi.

Qualche spunto di lavoro per rendere concreta la solidarietà dell’Arci col popolo greco

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n.43 18 dicembre 2012

Il centro raccoglie e distribuisce alimenti. Ogni quindici giornivengono consegnati zucchero, pasta, farina, legumi, latte eriso. Quando è possibile, si aggiunge l'olio, in questo periodo

regalato dai produttori dopo la spremitura. Il cibo viene conse-gnato in buste del supermercato, in modo che nessuno debbavergognarsi. A novembre i generi alimentari sono stati consegna-ti a 140 famiglie del quartiere. In questo periodo, ogni settimanasi registrano per l'aiuto da due a quattro nuove famiglie. Tantissime sono le persone che prima stavano bene, e che sisono impoverite negli ultimi tempi. Chi rischia di più sono ledonne sole con figli, i pensionati, le famiglie con i figli disoccupa-ti. Venticinque persone aiutate sono diventati volontari. Quasi tuttihanno partecipato alle manifestazioni per il centro di salute delquartiere.I generi alimentari sono raccolti in diversi modi: davanti ai super-mercati, dove molta gente aderisce alla raccolta, attraverso il sitoe i volantini, per richiedere alimenti specifici, attraverso feste disolidarietà in locali che si rendono di sponibili a lasciare parte del-l'incasso, con concerti dove per entrare si chiedono alimenti, conraccolte nelle assemblee e nelle manifestazioni della sinistra. Il centro organizza anche mercatini di quartiere. Gratuitamente o con il baratto i mercatini distribuiscono vestiti,giocattoli per bambini, scarpe. La solidarietà è per tutti, senzaesclusione alcuna. È anche un modo per contrastare i tentativi di entrata nel quar-tiere dei nazisti di Alba Dorata, che aiutano solo i greci. Il centro funziona con un’assemblea generale a cui possono par-tecipare tutti. L'obiettivo è sviluppare la partecipazione delle persone, in modoche non stiano sole a casa ad aspettare gli aiuti.

La raccolta alimentare e il centro di solidarietà di Burona

Lo spaccio culturale e la Casadei migranti ad Exarchia

Lo spaccio sta per aprire nel quartiere di Exarchia nel cen-tro di Atene. Tutto il vecchio edificio che lo ospiterà è statodato in gestione gratuita dal proprietario. Lo spaccio rac-

coglierà e distribuirà gratuitamente alimenti e altri generi di primanecessità. Chiunque potrà godere della distribuzione di cibo,senza nessuna esclusione. La maggior parte degli alimenti sarà di filiera corta, attraversoaccordi con i produttori. Oltre allo spaccio, l'edificio ospiterà altre piccole imprese socialiartigianali. Il gruppo di volontari che gestirà lo spaccio si è costi-tuito in cooperativa sociale. Lo stesso faranno le altre attività del-l'edificio. L'edificio verrà gestito collettivamente con un’assem-blea delle cooperative.In Grecia esiste una legislazione speciale per le cooperativesociali. Le loro attività sono tassate meno del normale, al 13%. Ad Exarchia esiste, dal 1998, anche il centro sociale dedicato alleattività con i migranti. Nel quartiere molti studenti universitari convivono con la popola-zione residente tradizionale.Nel centro lavora l'associazione ‘Dietro ai banchi di scuola’, cheinsegna il greco agli immigrati. Stanno iniziando ad insegnareanche altre lingue, poiché molti migranti vogliono lasciare ilpaese. Il centro è da sempre uno dei pochi luoghi di socializza-zione e inclusione dei migranti. Negli ultimi tempi stanno aumen-tando ovunque attacchi violenti dei neonazisti. Per reazione,stanno formandosi in diverse zone ronde antifasciste. Anche icentri di detenzione per migranti in Grecia sono una emergenzasociale e democratica. Nei centri, la spesa procapite per il cibodei migranti è di 80 centesimi al giorno. Le condizioni di vita sonodurissime, e molte sono le rivolte represse duramente.

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Ci sono due Europe, o forse di più.Sono i diversi volti che i nostri diplo-matici assumono a seconda delle

circostanze. Solo pochi giorni fa, in Qatar, laCommissaria Connie Hedegaard ha rilancia-to l'immagine di un’Unione paladina delclima, ultimo baluardo del Protocollo di Kyotoe decisa a dare il suo contributo per un futu-ro low-carbon. Sono bastati pochi giorni el’apparente sostenibilità del vecchio conti-nente evapora davanti al voto dell’Euro -parlamento che a Strasburgo ha dato il viaall'ultimo trattato di libero scambio, questavolta con Colombia e Perù, firmato dallaCommissione lo scorso 26 giugno. Il prossi-mo passo spetta ai Parlamenti dei paesimembri dell’Ue: basterebbe anche un solovoto contrario per bloccare la procedura. Unaccordo di liberalizzazione che, aldilà dellaretorica delle imprese europee, potrebbeavere impatti molto pesanti su ambiente eclima. Secondo il rapporto EU-Andean TradeSustainability Impact Assessment, una ricer-ca finanziata dal DG Trade della Commissio -ne Europea, il rischio di conseguenze inso-stenibili sulle foreste c'è tutto. «Come risulta-to» si legge nel rapporto, «l'accordo com-

merciale proposto potrebbe po tenzialme nteaumentare il tasso di deforestazione, in man-canza di adeguate misure istituzionali, dalmomento che l'industria è destinata ad aprir-si maggiormente agli investimenti stranieri».Investimenti stranieri che potrebbero aggra-vare situazioni di impatto ambientale e socia-le già al limite della tolleranza, come nel casodella Inter-Oceanic Highway (o CarreteraInteroceánica), 2600 chilometri che unisconola costa brasiliana con i porti pacifici del Perù.Più di due miliardi e settecento milioni di dol-lari per rendere l’America Latina «in grado diinserirsi in modo più competitivo nell'econo-mia globalizzata», parola dell’ex presidentebrasiliano Lula. Gli investimenti europei in quest’ambitopotrebbero aumentare ulteriormente il tassodi deforestazione. Degno di nota l’andamen-to delle emissioni di CO2, che a secondadello scenario previsto mostrerebbero unpicco più o meno deciso, ma non certo unadiminuzione. E la risposta non arriverà certa-mente da una certa Green economy: lo scor-so maggio a Bogotà è stato presentato il rap-porto sviluppato dalla collaborazione traMinistero colombiano delle miniere e dell’e-

nergia, il Banco interamericano di sviluppo eil Governo giapponese, in cui la Colombia siaccredita per diventare tra i principali produt-tori ed esportatori di biofuel. Una crescitanella produzione già incentivata dal recentetrattato di libero scambio con gli Stati Uniti eche potrà incrementare ancora di più con l’a-pertura del mercato all’Unione europea. Adiscapito anche di zone forestali, con conse-guente perdita di biodiversità e rilascio diCO2. Un problema che si sarebbe potuto evitarese la direttiva sui biocombustibili appenaapprovata avesse vietato l'utilizzo di quelli diprima generazione, derivante da colture ali-mentari e non ne avesse semplicementelimitato l'utilizzo. Ma l’obiettivo è ampliare imercati e dare certezze agli investitori. E iltrattato di libero scambio assicura pari tratta-mento e non discriminazione, oltre a unambiente d'investimento più prevedibile. Chepoi questo impatti o meno sul clima, pocoimporta. La domanda è se la Commissaria ConnieHedegaard, nelle sue filippiche alla COP indifesa delle prossime generazioni, tutto que-sto se lo ricorda.

ambiente

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Ameno di colpi di scena, siamo allavigilia del tentativo più organico distravolgere il risultato referendario,

quello che ha detto chiaramente che il servi-zio idrico va ripubblicizzato e che su di essonon si possono fare profitti. Infatti l'Authorityper l'energia elettrica e il gas, a cui il governoha delegato il compito di costruire un nuovosistema tariffario per il servizio idrico, haannunciato che, entro la fine dell'anno, fisse-rà la nuova tariffa per gli anni 2012 e 2013.Con la nuova tariffa, in spregio totale dell'esi-to referendario, viene ripristinata con effettoretroattivo la cosiddetta ‘remunerazione delcapitale investito’ abrogata un anno e mezzofa e si toglie il vincolo dell'aumento massimodelle tariffe del 5% su base annua che vige-va nel precedente sistema. Con un colposolo si calpesta la volontà della maggioranzadei cittadini italiani e si dà il via libera a fortiincrementi tariffari, finalizzati a far fare profittipiù alti ai soggetti gestori. Tutto ciò avviene inmodo sostanzialmente truffaldino: si omettedi dire che ci sarà ancora una voce della tarif-fa che si chiama remunerazione del capitale,ma se ne inserisce una nuova che viene

denominata ‘oneri finanziari’ che però è cal-colata nello stesso modo con cui si determi-nava la remunerazione del capitale. Siamo difronte a una mistificazione colossale, quelladi cui sono capaci solo tecnici raffinati: il pro-fitto si trasforma in ‘costo del capitale’ e latariffa così riformulata viene furbescamentepresentata come pura copertura dei costi delservizio. Siamo in presenza di un vulnusdemocratico inaccettabile, che contrastere-mo in vari modi perché la delibera del -l'Authori ty sia resa nulla, a partire dalla suaimpugnazione in sede giudiziaria per fareemergere la sua illegittimità costituzionale.Ma quanto annunciato dai ‘ tecnici’ non siferma qui. Senza entrare in dettagli, il nuovomeccanismo tariffario in realtà innalza il pro-fitto garantito e disincentiva gli investimenti:lo riconosce in un recente articolo sul Sole 24Ore anche Luciano Baggiani, presidentedell'Associazione delle Autorità d'ambito, chenon è certamente vicino alle nostre posizioni.Il movimento per l'acqua continuerà la pro-pria iniziativa, dalle campagne per l'obbe-dienza civile e per la ripubblicizzazione,come abbiamo fatto con la manifestazione di

sabato scorso a Reggio Emilia, al rilanciodella raccolta delle firme sull'Iniziativa deiCittadini Europei per far dichiarare l'acquadiritto umano in tutto il continente, e ne met-terà in campo di nuove. Ma non c'è dubbioche l'iniziativa che l'Authority intende adotta-re chiama in causa tutto quel grande schie-ramento democratico, quella larga coalizionesociale, che è andata oltre il Forum Italianodei Movimenti per l'Acqua, che è stato il pro-tagonista della vittoria referendaria di unanno e mezzo fa e che oggi è chiamato arispondere in modo forte e diffuso a questopesante attacco. E poi le stesse forze politi-che, a partire da quelle che hanno sostenutoi Sì ai referendum sull'acqua, espropriatedalle decisioni dell'Authority, che non posso-no sottrarsi dall’intervenire su una violazionecosì palese del voto popolare. Infine, è evi-dente che la battaglia per evitare la violazio-ne dell'esito dei referendum si salda oggiancor più con la necessità di arrivare ad unanuova legislazione per rendere effettiva lareale gestione pubblica del servizio idrico eanche per dare sostanza a quegli istituti didemocrazia diretta e partecipativa che sonoanch’essi sotto attacco. Due bei temi ancheper la campagna elettorale.

La truffa delle tariffe. Così l'Authority svuota il referendum

L'Europa a doppio senso

n.43 18 dicembre 2012

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di Alberto Zoratti - Fairwatch

di Corrado Oddi, Fp Cgil - Forum Italiano Movimenti per l'Acqua

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8società

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«Egregio Ministro, alcuni giorni faha presentato un emendamen-to alla legge di stabilità che

include l'ampliamento della casistica relati-va alla vendita di beni sequestrati e confi-scati. L'emendamento, inoltre, contiene pre-rogative sull'organizzazione e la dotazionedell'Agenzia nazionale per i beni sequestra-ti e confiscati, nonché correttivi al CodiceAntimafia (d.lgs 159/11) relativi ai soggettiche hanno maturato crediti o ipoteche neiconfronti dei soggetti destinatari di un prov-vedimento di sequestro o di confisca perassociazione mafiosa. La presentazione di un emendamento allalegge di stabilità, a poche ore dall'approva-zione della stessa, rischia di svilire gli inten-ti condivisi nell'incontro del 30 agosto 2012,in merito al percorso di ascolto che avrebbedovuto portare a interventi migliorativi delCodice Antimafia. Le nostre stesse organiz-zazioni sono venute a conoscenza del con-tenuto solo attraverso canali informali e gliorgani di stampa. Per questo Le chiediamodi ritirare la parte dell'emendamento relativaalla vendita dei beni mobili ai privati perriprendere, nonostante il breve tempo a di -

sposizione e l'imminenza delle elezioni poli-tiche, il percorso di ascolto e dialogo annun-ciato in questi mesi. Interventi estemporaneirischiano di creare ancora maggiore confu-sione e smarrimento per gli operatori delsettore in merito alle misure di prevenzioneantimafia. Se si continua a puntare sullavendita di questi beni, ma contestualmentenon si rafforzano gli strumenti tesi al riutiliz-zo sociale (cosi come previsto dalla legge109/96), risulterà sempre più debole l'azio-ne di contrasto alle organizzazioni criminali,sia sul piano repressivo sia sul piano eco-nomico e sociale. In questi mesi un cartellodi forze ampie (sindacati, associazioni dato-riali, numerose realtà dell'associazionismoantimafia e molti operatori del settore giusti-zia) avevano chiesto, ottenendo una Suadisponibilità in tal senso, di condividere unpercorso partecipato mirato a migliorare ilCodice Antimafia. Siamo convinti che lalotta alle mafie attraverso l'attacco ai patri-moni illeciti, sia un tema che debba vederela più ampia sinergia tra l'azione delleIstituzioni, degli attori economici e delle real-tà della società civile. Per questo Le chie-diamo di convocare quanto prima le tante

realtà (a partire da quelle presenti all'incon-tro del 30 agosto) che in questi mesi hannopromosso un complesso di interventi miglio-rativi del Codice Antimafia, con l'obiettivo dirisolverne le incongruenze sul piano legisla-tivo rilevate in questi mesi da tutti gli opera-tori del settore. A tal proposito non possiamoche ribadire la nostra contrarietà alla sven-dita dei beni mobili e immobili sequestrati econfiscati. Servono al contrario, interventicapaci di assicurare sempre di più strumen-ti per fare in modo che questi beni diventinopresidi di legalità attraverso il riutilizzosociale, che si è dimostrato – garantendolavoro legale e pulito – uno straordinariodeterrente nei confronti delle organizzazionimafiose. In questo senso, seppur condivi-dendo la necessità di proporre interventi inmateria, non possiamo esimerci dal definirela scelta di questi giorni un'ulteriore occa-sione mancata per la natura fortemente par-ziale e non esaustiva degli interventi propo-sti nell'emendamento del Governo allalegge di stabilità».Firmatari: Acli, Arci, Avviso Pubblico,Centro Studi Pio La Torre, Cgil, Legacoop,Libera

Una lettera al Ministro Cancellieri perchè ritiri l’emendamento sui beni confiscati

Dove sono i fondiper il servizio civile?Mentre la politica ha iniziato il conto allarovescia per la campagna elettorale delleprossime elezioni distogliendo nuovamentel’attenzione dai problemi del Paese, ilServizio civile nazionale rischia il default giàa partire dal 2013: è la denuncia di Cnesc edel Forum nazionale Servizio civile, chechiedono un incontro urgente al ministroRiccardi. Infatti, «nonostante gli annunci fatti in confe-renza stampa lo scorso giugno, i 50 milionidi euro che il Mini stro Riccardi aveva assi-curato di aver trovato per il servizio civile (20dai fondi per la gioventù e 30 dal fondo dirotazione per le vittime di mafia) ancora nonsono stati assegnati al Fondo nazionale ser-vizio civile. Ciò significa che in attesa che lalegge di stabilità definisca l’esiguo ammon-tare del Fondo per il 2013, dal quale dipen-de la vita del servizio civile, quei 50 milioni dieuro annunciati da Riccardi che dovrebberogarantire, insieme allo stanziamento annua-le previsto nella legge di stabilità, l’avvio dicirca 18.800 volontari nel 2013 non sono adoggi pervenuti. Abbiamo chiesto quindi alMinistro un incontro urgente per capire chefine hanno fatto questi fondi».

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n.43 18 dicembre 2012

Grembiule Fairtrade: per un Natale giusto

Il cotone è la principale fibra naturale impie-gata dall’industria tessile. Nell’ultimo biennio(2011-2012) ne sono state realizzate circa27 milioni di tonnellate: un valore paragona-bile a quasi 70 miliardi di t-shirt. La sua pro-duzione avviene principalmente in paesi invia di sviluppo, dove la lavorazione è spessolegata a problemi di violazione dei diritti deilavoratori, dei diritti umani e dell’ambiente. Inparticolare la produzione mondiale di cotoneè concentrata in Cina e India, e coinvolgeproduttori che lo coltivano su piccoli appez-zamenti di terreno a conduzione familiare. ANatale, scegliendo il grembiule Fairtradedisegnato da Olimpia Zagnoli, è possibilescrivere una storia di giustiziaper i piccoli coltivatori del cir-cuito del commercio equosoli-dale Fairtrade. Con l’acquistodel grembiule infatti si contri-buirà ad assicurare un futuroai circa 2.000 coltivatori dicotone di Agrocel. Qui infatti iproduttori fanno parte dellafascia più bisognosa dellapopolazione e abitano unaregione, il Rayagada, difficile e

povera di acqua. Possono fare affidamentosolo ad un raccolto all’anno durante il perio-do dei monsoni, che non sempre è sufficien-te per la sussistenza. Il livello di istruzioneinoltre è molto basso e solo il 30% di essi haavuto l’opportunità di frequentare la scuola.Grazie al circuito del commercio equo certi-ficato Fairtrade, ai produttori di Agrocel èriconosciuto il pagamento di un prezzo equoe stabile per il cotone, e un margine di gua-dagno aggiuntivo per realizzare progetti disviluppo della comunità. Ad esempio sonostati attivati dei programmi a favore dellasalute e dell’educazione dei membri, sonostati avviati dei corsi di formazione sulle tec-

niche di coltura per ottimizzareil rendimento delle piantagionidi cotone, sono stati piantatialberi da frutto per garantireun guadagno ulteriore ai colti-vatori e per prevenire l’inaridi-mento del suolo sono statiinstallati dei sistemi di irriga-zione a goccia. Il grembiuleFairtrade è a disposizione on-line sul sito www.fairtradeitalia.it

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Il circolo Arci SassiScritti di Porretta Terme,che organizza la rassegna di musica epoesia L’importanza di essere piccoli nei

borghi dell'Appennino tosco-emiliano, hapartecipato a Che fare, premio nazionale perprogetti culturali che ricompenserà quellomigliore con 100mila euro. Su 520 progettine sono stati scelti 32, quello di SassiScrittiè il numero 11. Il progetto si chiama Custodie prende spunto dal festival L’importanza diessere piccoli. Francesco Guccini, Paolo Benvegnù, Per -tur bazione, Andrea Appino di Zen Circus,Vivian Lamarque, Franco Buffoni, ValentinoZeichen, Giuliano Scabia, Carlo Maver sonosolo alcuni degli ospiti che hanno diffusopoesia e musica in frazioni spesso trascura-

te dalle traiettorie turistiche usuali, ma chesono speciali finestre su panorami di rarabellezza. Castelluccio, Poggiol fo rato, Montedi Badi, Guzzano, e Capu gna no sono alcunidei borghi che hanno dato asilo alla rasse-gna, una festa vissuta gioiosamente dagliabitanti stessi. I buffet con prodotti localisono infatti preparati dalle pro loco, dalleassociazioni locali, o da semplici cittadini ecittadine che desiderano contribuire alla rea-lizzazione della manifestazione. La parteci-pazione della comunità è il vero valore deL'importanza di essere piccoli, qui infatti gliartisti possono incontrare e condividere leloro esperienze con gli abitanti del luogo e ivisitatori, in un momento di ascolto e scam-bio reciproco che permette un contattoautentico e senza filtri. Custodi è un vero eproprio progetto di lavoro culturale, un modoper abitare diversamente un luogo, per pen-sarlo alla luce di una prospettiva: quella diospitare e collaborare con le realtà esterneche già operano nel settore. Insomma il progetto ha per obiettivo lavolontà di ‘costruire insieme’, a cominciaredal pensiero e dalla relazione tra le persone,partendo da un risultato positivo: un pubblico

nuovo e numeroso per le rassegne di poesiae musica sull'Appennino tosco-emiliano, incui alcuni borghi di montagna abbandonatitornano a essere abitati. Il dato interessanteè che gli abitanti dei borghi si prendono laresponsabilità della riuscita degli eventi alle-stendo spazi, cucinando, ospitando artisti.Durante l'anno vengono realizzate iniziativeche preparano il terreno. Un'occasione dicondivisione che si trasforma in un progettoa lungo termine, in cui abitare e animare imargini di un territorio che si spopola, confestival, rassegne, incontri nelle case, per lacreazione e il rafforzamento di comunità cul-turali. Per ‘rimettere a cultura’ quelle periferie, nonsolo geografiche, ci vuole tempo, spazi incoworking e una comunicazione che nonfaccia leva solo sul web e su eventi spot, mache sappia fare innamorare. Entro il 13 gen-naio verranno scelti 5 finalisti attraverso i votion line: i 5 che riceveranno più voti andran-no in finale e poi una giuria di esperti dichia-rerà il vincitore. Per sostenere il progetto,votate anche voi (è il numero 11) cliccandosu www.che-fare.com/progetto/custodi e dif-fondete l’iniziativa a tutti i vostri contatti.

9incircolo

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‘Custodi’ del circolo SassiScritti tra i partecipantial premio per progetti culturali ‘Che fare’

Al circolo Arci Casa 28

appuntamento il 21 dicembre alle

18.30 con la presentazione del libro

Fermata Ferrosud di Vito Gruosso.

Presenta l’iniziativa Gianni Brienza

della presidenza nazionale Arci

RIONERO IN VULTURE (PZ)

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n.43 18 dicembre 2012

Nero di PugliaVALENZANO (BA) - Giovedi 20dicembre alle ore 21 nuovo appunta-mento con Orizzonte libri, la rasse-

gna letteraria proposta dal circoloLÊArcipelago. Sarà analizzata la raccol-ta di racconti noir Nero di Puglia, a curadi Sergio Carlucci e Valentino G.Colapinto, della casa editrice localeGelsorosso. Undici racconti noir cheraccontano di una Puglia diversa, nondi quella regione che ha saputo capar-biamente (ri)co struir si lÊimmagine, pas-sando da vetusto serbatoio di povertàed emigrazione a mirabolante diapa-son delle nuove correnti creative musi-cali, cinematografiche e letterarie, maquella che serba ancora, al suo interno,uno zoccolo duro di sfacelo tutto meri-dionale, qualcosa che lÊonda benevoladella recente attenzione mediatica pre-ferisce confinare in qualche reconditomeandro . Info: www.arcivalenzano.it

Piccole scuole di montagnaSALBERTRAND (TO) - Il 23 dicembrealle 21 presso la Sala convegni delParco Alpi Cozie gli attori dell'associa-zione Arci ArTeMu da presentano un

estratto dallo spettacolo Piccole scuoledi montagna. ArTeMuDa ha attinto almateriale del libro Ricordi di scuola,raccolto da Barbara Patria, DanielaOrdazzo e Luisa Morganti per la colla-na dei Cahier dell'Ecomuseo Colomba -no Romean del Parco naturale delGran Bosco di Salbertrand, e ne hafatto uno spettacolo che si compone didiversi quadri d'en temps. In scenaRoberto Micali, Renato Sibille ePatrizia Spadaro dell'associazioneArTeMuDa. Ingresso libero.Info: www.artemuda.it

Emergenza freddoBOLOGNA - Per il terzo anno conse-cutivo l'Arci e i suoi circoli collaboreran-no, in rete con tante altre realtà asso-ciative del territorio e con la ProtezioneCivile, al Piano Freddo coordinato dalComune di Bologna per rispondere aibisogni dei senza dimora che in nume-ro sempre crescente vivono in città. Daqui la proposta di Arci Bologna di crea-re diversi punti di raccolta in varie zonedella città, uno per ogni circolo Arci cheha confermato la sua disponibilità, incui i cittadini potranno consegnare,durante tutto il periodo invernale (fino a

marzo), coperte, sacchi a pelo, vestiti(per adulti) e cibo in scatola o confezio-nato che non necessita di essere cuci-nato. Il materiale raccolto verrà poi di -stribuito nei dormitori della città.Info: www.arcibologna.it

In nome della madreSALOÊ (BS) - AllÊArcilago giovedì alle 21va in scena In nome della madre, trattodal libro di Erri De Luca in cui si raccon-ta la storia di Miriàm/Maria di Nazareth,ragazza ebrea chiamata a diventaremadre del figlio di Dio Ieshu, Salvatoredell'umanità. Con questa storia Erri DeLuca ha saputo dare voce e anima allaragazza che diventò donna per diventa-re madre, prima ancora che sposa, pervolere Divino. Grazie all'interpretazionedi France sca Garioni e alla musica diAligi Colombi, questa storia sarà tra-sposta sulla scena. L'introduzione allarappresentazione sarà curata daBarbara Favaro, curatrice del progettoPan do ra, le storie del vaso.Info: fb ArciLago Salò

Una serata di solidarietàGROSSETO - Mercoledì 19 dicembrealle 20,30 al circolo Arci Khorakhanè, in

collaborazione con Legambiente, siterrà una serata di raccolta fondi, infor-mazione e sensibilizzazione per dareun aiuto concreto agli abitanti delpaese e delle zone limitrofe duramentecolpite dall'alluvione del 12 novembre. Ilricavato sarà destinato alle vittime del-l'alluvione. Nel corso della serata sialterneranno interventi, proiezioni etestimonianze. Sarà inoltre presentato ilvolume Albinia, i giorni dell'alluvione,una pubblicazione a quattro firme(Della Verde, Mastracca, Patanè,Russo), incorniciata dagli scatti delfotografo Enzo Russo, per ricordare idrammatici momenti dell'alluvione del12 novembre.Info: fb circolo Arci Khorakhanè

La mostra PhotophoneSAN PIETRO VERNOTICO (BR) - Il 23dicembre al circolo Arci La Factory vieneinaugurata la mostra fotograficaPhotophone a cura di Mauro Russo,regista e produttore di videoclip, accom-pagnata dalle selezioni musicali diFrancesco De Luca. A seguire in serataconcerto dei Toy Boy. Ingresso riservatoai soci Arci.Info: fb La Factory Arci

Notizie Brevi

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Dodici volti per dodici mesi. Dodiciimmagini per un intero anno. Dodicinomi che escono dal silenzio, che

frantumano l’oblio, che squarciano un velodi buio. Dodici declinazioni della parola‘impegno’. Dodici maniere diverse di rac-contare l’antimafia. Dodici storie personali,pure ed esemplari nella grande Storia italia-na. È questo l’intento del calendario 2013Dodici mesi come carte d’agrumi, promossodall’Arci Puglia in collaborazione con LiberaPuglia e realizzato dal grafico e artistamaterano Mauro Bubbico. Lo stessoBubbico che ha girato l’Italia e l’Europa coni pannelli della mostra 15 poster come carted’agrumi a bordo dei furgoni della CarovanaInterna zio nale Antimafie. Come per lamostra, anche il calendario parte dalla tro-vata dei tarocchi delle arance. E come giàper la mostra, le dodici pagine del calenda-rio scandiscono un 2013 in cui i giorni sonogocce di legalità democratica. Gocce colo-rate, occhi e volti di giustizia di quanti per lagiustizia vissero e lottarono, di quanti per lagiustizia operarono e morirono; di quanti perla legalità, intesa quale strumento di garan-

zia democratica, hanno alzato la voce. Frale pagine del calendario, dunque, c’è laparte migliore del Paese: ci sono politiciquali Emanuele Notarbartolo, esponentedella Destra Storica siciliana, prima vittimadi mafia nell’Italia post unitaria, assassinatoper essersi messo di traverso alla corruzio-ne dilagante; sindacalisti come PlacidoRizzotto, socialista, partigiano, uomo dispicco della Cgil e sostenitore dei movimen-ti bracciantili; uomini dello Stato comeFrancesco Marcone e Giorgio Ambrosoli(entrambi insigniti della Medaglia d’Oro alValor Civile) e come Antonio Montinaro(capo scorta di Giovanni Falcone) e RobertoAntiochia (assassinato da Cosa Nostramentre accompagnava a casa NinniCassarà); donne coraggiose come SilviaRuotolo e Lea Garofalo; giornalisti comeGiovanni Spampinato. Volti di uomini edonne resistenti, quelli scelti da Bubbico. Diquella resistenza quotidiana che non habisogno di eroismi, ma che alberga nellebuone pratiche del quotidiano. Facce chenon si sono abbassate di fronte alla crimi-nalità organizzata, che non hanno ceduto

alla prepotenza di chi chiedeva di chinarsiper timore o per rispetto.Facce di chi la faccia ce l’ha messa e nonl’ha mai persa. Volti che, alla stregua dellearance di Sicilia o del Gargano, rappresen-tano come marchi d’origine protettissima.Volti noti e non noti, patrimonio di un interoPaese, protettori della sua parte sana, stel-le polari, le più brillanti, sulla strada dellalegalità democratica. «Volti – come scrivenelle righe di presentazione AlessandroCobianchi, responsabile nazionale LegalitàDemocratica Arci e Presidente Arci Puglia –come maschere che ognuno ha il dovere,laico, di calzare. Per perpetuarne la memo-ria e proseguirne l'impegno».Info: [email protected]

10incircolo

arcireport

Dodici mesi come carte d’agrumi, il calendario di Arci Puglia che racconta l’antimafia

Al Malaussène il 21 dicembre alle 21.30 andrà in scena Io non so

niente, spettacolo di denuncia teatraledi e con Francesco Vaccaro.

Ingresso: 3 euro con tessera ArciInfo: www.associazionemalaussene.it

PALERMO

notizieflash

Per i più piccoliNatale al BiancovoltaIncontri con teatro e laboratori per bambinie per ragazzi per Natale al Biancovolta, ini-ziativa realizzata da Arci Percorsi, ArciViterbo e Arci Solidarietà. Il 22 dicembrealle 16.30 andrà in scena lo spettacoloL’arca avversa a cura del Teatro delleCondizioni Avverse, di e con AndreaMaurizi e Valentina Piazza per la regia diLidia Di Girolamo. Il 23 dicembre si terrà La regina delle nevi,laboratorio sul teatro dell’ombra, a cura del-l’associazione Maninalto con AugustoTerenzi e Marcella Brancaforte.Attraverso il teatro d’ombra verranno‘costruite e rappresentate’ storie ispiratealla Regina delle Nevi, da una favola diHans Christian Andersen; la storia messa inscena sarà lo spunto per le attività del labo-ratorio manuale ludico-didattico. Le attivitàsono pensate per il lavoro di coppia: geni-tore/bambino. Infine, il 28 dicembre semprealle 16.30, Un due tre...tombola! a curadella Ludoteca di Arci Solidarietà Viterbo,rivolta a bambini di tutte le età, a patto cheportino un gioco ben incartato da scambia-re con altri bambini.Info: http://arciviterbo.blogspot.it

Il documentario ‘Le mani libere’ al terzoposto nel concorso ‘Raccorti sociali’Disabilità, immigrazione, carcere e antima-fia, questi i temi dei corti che al CinemaOdeon a Firenze hanno vinto la quarta edi-zione del concorso Raccorti Sociali, la cuipremiazione ha chiuso la 50 Giorni diCinema Internazionale. I registi FrancescaArchibugi e Guido Chiesa, ospiti d’onoredella serata, hanno consegnato il primopremio al cortometraggio A mano libera diGiuseppe Stasi (Matera), il secondo aCunegonde di Antonella Barbera e FabioLeone (Enna), mentre al terzo posto, exaequo con Give me another chance diLorenzo Tozzi (Chieti), il cortometraggio Le

mani libere di Antonio Chiavacci (Firenze).Il documentario è stato prodotto da ArciFirenze e descrive l'impegno di ragazze eragazzi nel corso di uno dei campi dellascorsa estate presso la cooperativa Lavoroe non solo di Corleone. Le mani liberenasce con l’obiettivo di documentare, mainnanzitutto raccontare una storia semplice,quella di tanti che nell’adolescenza decido-no di dedicare una settimana delle lorovacanze ad un divertimento diverso, chemette insieme fatica, tempo libero, impe-gno civile e partecipazione democratica.Info: www.arcifirenze.it

arci

n.43 18 dicembre 2012

Dal 15 dicembre al 9 febbrario 2013, ognisettimana, dal mercoledì alla domenica,Cinema e cinema - Winter time, la rasse-gna cinematografica, giunta alla XII edizio-ne, promossa dall'amministrazione comu-nale e cofinanziata e organizzata dall'Arcidi Lamezia Terme in collaborazione conUcca Cinema.La rassegna presenterà due proiezioni algiorno, una alle 17.30, per i piu piccoli, e

l'altra alle 20.30 per gli adulti. La locationsarà il Teatro Umberto. I film in programmaoffrono una vasta scelta per tutti i gusti,suddividendosi in classici di Natale, filmmusicali, film per bambini, film indipenden-ti e film per tutti. Prossimi appuntamenti inprogramma, il 20 dicembre, A ChristmasCarol per i più piccoli e Angeli con la pisto-la per gli adulti.Info: www.arcilamezia.it

Con ‘Winter time’ film per tutti a Lamezia

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Sono scaduti il 17 dicembre i terminiper il pagamento del saldo Imu perl'anno 2012. Dopo infinite polemiche

su quali fossero gli enti esonerati dal tributoin virtù della loro natura non commerciale, ilregolamento convertito in legge nei giorniscorsi ha risolto la questione nel modo peg-giore, lasciando intollerabili margini di incer-tezza che penalizzano fortemente le orga-nizzazioni non profit. Come Forum del Terzo Settore avevamochiesto regole chiare ed eque e invece ci tro-viamo di fronte a una normativa vaga, incoe-rente, inutilmente persecutoria nei confrontidi meritevoli attività sociali, destinata ad ali-mentare infiniti contenziosi e soprattutto acreare gravi difficoltà al mondo del non pro-fit. Non eccepiamo alcunché sul fatto che sipreveda l'esenzione dal pagamento dell'Imusolo nel caso in cui l'ente non svolga attivitàcommerciali, ribadendo quindi i requisiti chetali enti devono possedere, dal divieto di di -stribuire utili, all'obbligo di reinvestire glieventuali utili per scopi di solidarietà sociale.Ma riteniamo inammissibile la pretesa didefinire ulteriori condizioni legate alla defini-zione di ‘non commercialità’ delle attività

svolte, con criteri del tutto inediti e in palesecontrasto con la normativa civilistica e fisca-le attualmente in vigore. Si stravolge la rela-zione fra attività istituzionali e commercialidegli enti non profit finora consolidata e san-cita dalle norme, operando un sovvertimentodelle regole senza alcun confronto preventi-vo e per giunta con effetti retroattivi. Chesenso ha parlare di corrispettivi di ‘importosimbolico’ e, comunque, ‘non superiori allametà dei corrispettivi medi previsti per analo-ghe attività svolte con modalità concorren-ziali’ nel caso di enti che non operano inregime di mercato? Si introduce un'astrusanozione di mercato che non ha alcuna collo-cazione nel mondo del non profit, nel qualele attività economiche di autofinanziamentosono indirizzate esclusivamente al consegui-mento dei fini istituzionali. É del tutto impro-prio invocare la normativa europea in mate-ria di concorrenza al riguardo di organizza-zioni sociali che operano palesemente fuorida ogni logica di profitto, caricandosi altresìdi maggiori oneri nell'interesse generaledella comunità sociale grazie all'impegno deiloro volontari.In Italia parliamo di oltre 235mila organizza-

zioni, circa 750mila lavoratori retribuiti e oltre3 milioni di volontari. Un sistema che contri-buisce al 5% del pil nazionale e fornisce ser-vizi fondamentali ai cittadini: dalle mensesociali ai dormitori, dall’assistenza alle per-sone con disabilità alla cura degli anziani,dalla protezione civile alla difesa del patrimo-nio culturale, dalla promozione della praticasportiva per tutti ai centri di aggregazione esocialità. Molti di questi enti sono posti oggidi fronte alla drammatica scelta fra adempie-re al pagamento di un'imposta dovuta o ces-sare la propria attività eliminando servizi diimportanza vitale per tanti cittadini e cittadi-ne. È un'ingiustizia intollerabile, ed è ancheuna scelta miope da parte dello Stato, per-ché le risorse dell'Imu a cui rinuncerebbesono ampiamente compensate dai beneficisociali prodotti da tali attività.Per questo le organizzazioni aderenti alForum nazionale del Terzo Settore continue-ranno la mobilitazione perseguendo condeterminazione l'obbiettivo di cambiare radi-calmente queste norme ingiuste e sbagliate,che rischiano di mortificare un patrimoniocivile che rappresenta una ricchezza di tuttoil Paese.

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Imu e non profit: lettera aperta del Forumnazionale del Terzo Settore

Hanno collaborato a questo numeroMonica Falezza, Piero Ferrante, Manuela Longo,Filippo Miraglia, Francesco Verdolino

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n.43 18 dicembre 2012

Una menzione d’onoreSi è conclusa la scorsa settimana la visitastudio di due partner senegalesi del proget-to Percorsi educativi e professionali perlÊempowerment di giovani donne escluse dalsistema scolastico nella banlieue di Dakarfinanziato dalla regione Emilia Romagnacon capofila Educaid, e che vede tra i part-ner Nexus, Arcs e Arci Emilia Romagna. Lavisita ha permesso ai due partner, lÊassocia-zione ASDOB (Association Sénégalaisepour le Développement des Organisationsde Base) e CNTS, sindacato senegaleseimpegnato nella difesa dei diritti delle donneparticolarmente vulnerabili, di affrontare itemi relativi ai diritti delle donne, alla paritàdi accesso al mondo lavorativo, allÊassocia-zionismo, alle migrazioni in unÊottica inter-culturale, per lÊempowerment femminile e lapromozione dei diritti e della partecipazioneattiva delle donne, per individuare strategiepossibili e percorsi comuni. In questa occasione Arcs e Arci hanno rice-vuto, così come gli altri partner coinvolti nel-lÊiniziativa, una menzione dÊonore dai colle-ghi senegalesi come riconoscimento perlÊimpegno profuso nella realizzazione delleattività.

In Rwanda con lo Sve!Il progetto SVE Join the CREW 2012 inRwanda è in pieno svolgimento. Bruna eManuela, le due giovani volontarie, sonomolto impegnate nel lavoro associativo conSevota, lÊorganizzazione partner di Arcs chele ospita. La mattina ci si sveglia molto presto e la serasi va a dormire al calare del sole. Durante lagiornata cÊè sempre da fare: corsi di ingleserivolti ai bambini del Distretto di Kamony, sup-porto alle donne attiviste di Sevota nelle atti-vità di sostegno psicologico e nei progetti direinserimento economico delle donne vittimedel genocidio, attività di documentazione ecomunicazione. Le ragazze sono molto felici e soddisfatte delprogetto e fiduciosamente quasi ogni giornosi recano allÊUfficio Immigrazione del Rwandaper lottare contro la burocrazie e presentaregli innumerevoli, variabili documenti richiestiper ottenere il permesso di soggiorno. Non sarà questo a scalfire la loro motivazioneed il loro entusiasmo, anzi è uno dei tantimodi per confrontarsi con la diversità e met-tersi nei panni dellÊaltro. Po tete seguire la loro avventura sul blog dedi-cato: www.arciculturaesviluppo.it/sverwanda/

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w.arcicu

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o.it - [email protected]

Azioni solidali / Le notizie di Arcs

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arci Anche quest’anno l’Arci ha realizzato un calendario sui temi dell’impegno antirazzista.Per acquistarlo scrivere a [email protected] o telefonare allo 06.41609503