Aquilão agosto 2014

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Alle nostre Suore e a tu gli Amici della Missione Orsoline Brasile. Eccoci di nuovo, fedeli all’appuntamento con le sorelle delle nostre Comunità, con gli amici che ci seguono sempre con affeo e con i leori occasionali che poi ci scrivono per chiedere, per sapere, anche per aiutare... Sembra sempre che non ci sia molto di nuovo da dire: le solite avità, il solito clima, i soli problemi di noi missionarie; ma poi, a poco a poco, ci rendiamo conto di piccoli e grandi avvenimen, di momen di festa che, pur ripetendosi ogni anno, acquistano un nuovo sapore, di quanto la nostra gente ci sia vicina e ci faccia senre il calore del suo affeo, di come alcuni problemi che sembravano insolubili, sano prendendo direzioni posive e anche di quan altri ne sorgano in questo grande Paese. Sparse in tre regioni molto diverse fra loro, camminiamo insieme, certe dell’aiuto costante del Signore che veglia su di noi e consapevoli del grande compito che ci è affidato: DIFFONDERE, OVUNQUE SIAMO CHIAMATE A VIVERE E A OPERARE, IL REGNO DI DIO. IN QUESTO NUMERO... La voce di Colina Azul : Feste religiose pag. 2 Mondiali di calcio pag. 4 Buon compleanno CEISU pag. 5 La voce di Indianópolis: Tonica pag. 10 Gocce d’amore pag. 11 La voce di Tabanga: anno vocazionale pag. 13 Non è mai troppo tardi pag. 16 Agosto 2014

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Giornalino della Missione delle Suore Orsoline di San Carlo in Brasile - agosto 2014

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Alle nostre Suore

e a tutti gli Amici della

Missione Orsoline Brasile.

Eccoci di nuovo, fedeli

all’appuntamento con le sorelle

delle nostre Comunità, con gli

amici che ci seguono sempre con

affetto e con i lettori occasionali

che poi ci scrivono per chiedere,

per sapere, anche per aiutare...

Sembra sempre che non ci sia

molto di nuovo da dire: le solite attività, il solito clima,

i soliti problemi di noi missionarie; ma poi, a poco a

poco, ci rendiamo conto di piccoli e grandi

avvenimenti, di momenti di festa che, pur ripetendosi

ogni anno, acquistano un nuovo sapore, di quanto la

nostra gente ci sia vicina e ci faccia sentire il calore del

suo affetto, di come alcuni problemi che sembravano

insolubili, stiano prendendo direzioni positive e anche

di quanti altri ne sorgano in questo grande Paese.

Sparse in tre regioni molto diverse fra loro,

camminiamo insieme, certe dell’aiuto costante del

Signore che veglia su di noi e consapevoli del grande

compito che ci è affidato:

DIFFONDERE, OVUNQUE SIAMO CHIAMATE A VIVERE

E A OPERARE, IL REGNO DI DIO.

AGOSTO 2010

IN QUESTO NUMERO...

La voce di Colina Azul :

Feste religiose pag. 2

Mondiali di calcio pag. 4 Buon compleanno CEISU pag. 5

La voce di Indianópolis:

Tonica pag. 10

Gocce d’amore pag. 11

La voce di Tabatinga:

anno vocazionale pag. 13

Non è mai troppo tardi pag. 16

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Continua, in Parrocchia, la bellissima tradizione degli adulti che, nella notte di Pasqua, si presentano numerosi per riceve i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, dopo un anno di intensa preparazione. Sono 65 quest’anno e provengono da un po’ tutte le nostre Comunità. In una celebrazione all’aperto, carica di significato e di emozione, vediamo sfilare giovani coppie, ragazzi e

ragazze, ma anche persone più attempate, mentre il coro intona il “veni Creator”.

Il parroco, Padre Vitor, ricorda a tutti quanto sia importante vivere la propria fede con i fratelli e per i fratelli e invita ad accompagnare i nuovi battezzati nel loro cammino e nelle loro scelte.

Pasqua 2014

Migliore età

Il gruppo delle religiose e dei religiosi della “migliore età” si é riunito, come ogni anno, per alcune giornate di riflessione, di studio, ma anche di simpatiche relazioni interpersonali. Chi era stato trasferito,

ritorna e racconta....chi sta per andare altrove, chiede preghiere e un ricordo. La presenza, sempre gradita e affettuosa dell’Arcivescovo Emerito, Don Antonio Ribeiro de Oliveira, che ha accolto quasi tutte noi in Diocesi, dà sempre una carica nuova, una speranza. Il tema scelto per questo incontro è stato: “Per una spiritualità di “dono” e Il gesuita, padre Quevedo, grande amico e ammiratore di Papa Francesco, ha commentato per noi alcuni articoli dell’Enciclica: “A alegria do Evangelho.”

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Con mia grande sorpresa, arrivo, alle 20 di una sera abbastanza calda, nei pressi di una Parrocchia limitrofa.

C’è la chiusura del mese di maggio e mi fermo per celebrarla con quella comunità. Qui la gente è ancora molto semplice, molto legata alle tradizioni e alle pie devozioni degli antenati.

Entrano, uno dopo l’altro, i

gruppi di famiglie che, per tutto il mese, hanno pregato e cantato le lodi a Maria. Arrivano gli anziani con statue di ogni tipo, misura, colore, per la benedizione.

Arrivano i bambini e le bambine con i vestitini bianchi e le ali.

E si canta, si cantano gli antichi inni, uno in particolare che mi commuove sempre: mammina del cielo, io non so pregare....

31 maggio

Festa religiosa del Goiás

La prima settimana di luglio é contrassegnata dall’arrivo di almeno 300 carri trainati da dodici, o otto, o sei o anche solo quattro buoi. Sono carri coperti che vengono anche da lontano e i cui proprietari arrivano con le famiglie e con tutte le masserizie possibili, dopo aver

percorso a volte 600 o 700 chilometri di strada. Sfilano per le vie della cittadina di Trindade fino al Santuario del “Divino Pai Eterno”, uno dei più importanti del Brasile, dove riceveranno la benedizione. E dopo la grande festa della domenica, riprenderanno la strada

cantando: Padre Eterno, fammi tornare qui anche il prossimo anno!... mentre le ruote di un legno speciale di questi carri, si allontanano lasciando dietro di sé il loro cigolio, che è un lamento tutto particolare, un canto triste che rimane per molti giorni nelle orecchie e nel cuore.

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I mondiali di calcio

Nei pomeriggi di partita, tutto si ferma: banche chiuse, negozi con le saracinesche abbassate, rari gli

autobus, inesistenti le macchine per la strada.

E, se il Brasile vince, sono fuochi d’artificio, petardi, clacson, ubriacature a non finire, mentre la nostra

E’ decisamente una febbre, un morbo che prende tutti, che dà a ciascuno, piccolo o grande che sia, il diritto di sindacare sugli arbitri, sui giocatori, sui tecnici.

E dà, per fortuna, a molte persone che vivono del commercio informale, la possibilità di fare qualche soldo in più, vendendo bandiere, copri-cofano per le auto, berretti e soprattutto magliette, quasi sempre col numero 10 bem stampato sul dorso.

Nessuno è più giovane o vecchio, ricco o povero. Il Brasile è una cosa sola con la “Seleção” (Nazionale), che conosce a menadito.

coraggiosissima cagnolina, si stringe a noi,

uggiolando di paura.

Ma nel momento sconfitta, quando il

sogno della Coppa tramonta, allora le

bancarelle spariscono da un’ora all’altra, i

negozi tolgono dalle vetrine quello che

forse servirà solo fra 4 anni e la vita

riprende il suo ritmo, come se tutto non

fosse stato altro che un sogno .

Suor Emanuela

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Ricordiamo oggi la bellezza

di una missione che continua

con fedeltà instancabile e si

qualifica con il tempo,

sempre aperta al futuro e ci

prepariamo a celebrare i 20

anni nel prossimo 2015 con

un anno speciale ricco di

iniziative e di attività: CEISU

- RUMO [verso i] aos 20

ANOS!

28 AGOSTO 1995 – 2014

19 anni di servizio educativo per i bambini e la comunità

In questa numero di Aquilão desideriamo fare memoria degli inizi, dell’intuizione di avviare un servizio educativo Orsolino alla periferia di Goiânia e del coraggio della Congregazione di lanciarsi in una nuova avventura.

Per questo desideriamo dedicare alcune pagine di questa edizione e dei prossimi numeri, alla memoria della fondazione e costruzione della scuola.

Dagli archivi recuperiamo i primi giornalini della Missione.

Si chiamava “Vida Brasileira” – Trecho 1º, 2º.... cioè “un tratto”, uno spaccato della vita missionaria in Brasile, il 1º, il 2º... e così via.... fino ad oggi con la

nuova edizione di AQUILÃO.

Dal Trecho n. 13/luglio 1994 riportiamo la gioia per la nuova opera missionaria.

Così scriveva suor Sabina:

“Sembra proprio che il Signore

stia guidando i nostri passi per la

realizzazione della “CRECHE S.

URSULA” in Colina Azul.

Con il Vescovo Dom Antonio, con

il Parroco Padre Alaor e

l’amministratore della Curia, ci

stiamo dando da fare per la

ricerca e la scelta del terreno in un

punto di congiunzione dei quartieri

più poveri”.

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“La costruzione di una CRECHE = SCUOLA MATERNA per accogliere i bambini più poveri tra i poveri delle nostre comunità, è motivo di grande gioia”.

Così si esprimeva anche il Parroco sottolineando l’urgenza di questa opera.

“É una preoccupazione il grande numero di bambini senza condizioni di una alimentazione salutare e sufficiente. Molti sono denutriti o soffrono la fame, molti di loro trascorrono il giorno chiusi in casa senza la presenza di un adulto; papà e mamma, quando ci sono, lavorano, ma la situazione é più grave, ed é la maggior parte, quando il papà é assente e la madre deve lavorare, in genere come

collaboratrice domestica in capitale ed i padroni esigono la giornata intera. Non c’é una creche in questa regione costituita da 13 comunità cristiane. Non esistono iniziative da parte del Comune. In molte famiglie si vive solo con il lavoro della madre. Quante famiglie sono mantenute dalle donne, abbandonate dal marito o perché il marito é disoccupato. Esse non hanno dove lasciare i figli e sono comunque obbligate a

lavorare per … vivere!

La creche risponde a una richiesta e ad una necessitá forte in questa regione pastorale, é un servizio necessario, opportuno e in accordo con la pastorale dell’archidiocesi di Goiânia, una

É veramente molto bella.

É veramente un gioiello per i privilegiati di Dio, i più poveri.

Rispondere al grido dei fratelli che si trovano maggiormente in difficoltà, è rispondere all’appello del Signore; alleviare le sofferenze umane è scritto nel cuore del Vangelo: quando curiamo le ferite altrui è a Cristo che lo facciamo, è Lui, il Risorto che incontriamo”.

E con la Madre Generale di allora, madre Cristiana, in visita alla missione, si formulava la seguente benedizione:

Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, benedica questa opera e benedica la nostra Congregazione,

benedica tutti quelli che hanno partecipato alla

costruzione della creche e parteciperanno al suo funzionamento e per l’aiuto offerto a tanti bimbi che attendono con mani e cuore aperti.

Benedica tutti quelli che

lavoreranno in essa,

benedica ogni bimbo che sarà accolto e la sua famiglia,

benedica anche noi suore, mantenendoci nello spirito delle Beatitudini, nella semplicità, nella generosità, nella pace.

E dal TRECHO n. 35/gennaio 1995, si legge:

“E ...come non mostrare la CRECHE S. URSULA terminata?

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Del mese di Aprile, desideriamo ricordare la PASQUA.

Senza deludere la gioia dei bambini che da sempre sognano di ricevere un coniglietto di cioccolato, abbiamo realizzato la consegna delle tradizionali ... uova .... ugualmente gradite da tutti i bambini. Ma quest’anno il CEISU ha voluto celebrare la “Pasqua in Famiglia” con l’obiettivo di proporre ad ogni bambino con la sua famiglia un modo diverso di celebrare la pasqua. Facendo paragoni tra la pasqua commerciale e la festa cristiana con l’aiuto delle parabole di Gesú, si é cercato di favorire momenti di riflessione e di presa di coscienza di alcuni valori, come solidarietà, amore e fraternità. Per realizzare questo proposito, sono state inviate a casa per le cinque settimane del tempo pasquale cinque schede con una parabola, una proposta di riflessione ed una piccola attività il cui tema era: GESTO IN FAMIGLIA. É stato molto bello ascoltare i bambini raccontare la propria esperienza, ripetere

le parole dei genitori, scoprire i loro propositi, apprezzare ogni disegno, gioire per i minuscoli progressi. PASQUA ha lanciato nel terreno di ogni cuore una manciata di semi di solidarietà e

CEISU NEWS : Piccoli Flash

GRUPPO MAMME

“Tecendo a vida em ciranda”

Il nostro gruppo continua vento in poppa! Sia nel lavoro, sia nei momenti di “roda de conversa” = conversazione/terapia di gruppo. Abbiamo chiuso il primo semestre con “saldo attivo!”. Le mamme hanno realizzato molti lavori ed un piccolo mercatino, che ci ha permesso di ricavare qualche soldino da investire nell’acquisto del materiale per le prossime imprese e così... far girare il nostro capitale! Ma non possiamo trascurare di parlare del grande tesoro conquistato dal gruppo, e mi riferisco ai momenti in cui queste donne sono fiorite o ri-fiorite! Sono diventate persone forti e indipendenti, con maggior autostima, con vincoli di amicizia e unione tra loro. Queste donne/mamme hanno incominciato a

parlare dei propri dolori, delle gioie e dei problemi. Accadeva così, ascoltando ciascuna la storia dell’altra, ciascuna era stimolata a riflettere, si preoccupava per l’altra e si impegnava a donarle un aiuto ed una soluzione! Poco per volta, Luciana ed io (assistenti sociali coinvolte nel progetto) abbiamo assunto solo la parte di mediazione dei conflitti ed

esse via via si sono organizzate, sostenute mutuamente, al punto che alcune hanno aiutato altre ad inserirsi nel mercato del lavoro. Interessante é che questo é sbocciato tra loro, noi siamo state solo le “facilitatrici”. Mamme che ora stanno “meglio” con se stesse, stanno meglio con i propri figli che sapranno meglio gestire ed educare. Complimenti MAMME del CEISU!

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In Luglio e in Agosto abbiamo ricevuto la visita di MADRE PAOLA e di suor M. Fiorina.

A questo proposito é la Prof. Miriam che scrive.

La presenza di Madre Paola tra noi, anche se per pochi giorni, ci ha portato la gioia di sentirci animate e animati da una fede che supera i limiti di un continente, facendoci prossime a un bene più grande che si esprime nell’attenzione educativa verso i nostri bambini. Durante la permanenza di Madre Paola è stato realizzato un incontro sul carisma di Santa Angela, ed io ho pensato: è come Maria che lascia la sua casa e va all’incontro di Elisabetta, rispondendo alla chiamata del Signore nell’amore e nel servizio ai fratelli. É un modello di

vita che ci invita a comprometterci con l’altro. La ricchezza di questo incontro é stata per me un momento di crescita nella fede, la riaffermazione di quanto ci chiede il Vangelo: “Lasciate che i bambini vengano a me” e ancora: “Dategli voi stessi da mangiare”. E la certezza di questa missione ci viene confermata dall’esempio di Sant’Angela che ci sprona: “Fate, muovetevi, credete, sforzatevi.... e sempre obbedite all’ispirazione e ai consigli che di continuo detta nel cuore lo Spirito Santo. È lui che insegna tutta la verità”. GRAZIE Madre Paola per questo momento e per la certezza che camminare al fianco di Gesù non é essere soli!

Mirian Maria de Jesus - Insegnante

BEM VINDO DAVI ! BENVENUTO !

É con riconoscenza e grande gioia che ringraziamo il Signore per il nostro carissimo DAVI MARQUES, alunno di 5 anni, che ha dovuto affrontare un intervento chirurgico delicatissimo al cuore. Ora già sta meglio e si sta recuperando per ritornare al CEISU ai primi di settembre. É stato a scuola che si é intuita la sofferenza cardiaca di Daví e con l’aiuto della nostra pediatra Dra Mariangela si é programmato l’intervento. Daví frequenta da 3 anni ed é sempre stato un bimbo timido e piuttosto lento, ma ora con un cuoricino rinnovato... chi lo fermerà? La famiglia ha avuto un po’ di difficoltà a capire la gravità della situazione, ma alla fine ha ascoltato i consigli, ha capito la nostra preoccupazione, ed ora é profondamente riconoscente. L’intervento per il SUS [= ASL] non si sa quando sarebbe stato reso possibile, 1 mese, 1 anno, 2 anni... non si sa... Ma il gerente di un prestigioso supermercato di Goiânia, dove la mamma lavora nelle pulizie, ha pagato l’intervento, facendo il miracolo! E il secondo é la VITA di DAVÍ.

Suor Simone – Direttrice

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Mese di Maggio Il mese di maggio canta, insieme alla vittoria Pasquale del Figlio, la fede della madre di Gesù e il suo aderire allo stupendo compito di madre e discepola del Figlio.

Con la preghiera del rosario, che tocca gli avvenimenti più importanti della vita di Gesù, si passa in rassegna la sua disponibilità, la forza della sua preghiera, la pazienza del suo vivere nella prova.

E tutta la sua vita si svolge alla luce dello Spirito.

Maria si lascia continuamente plasmare, indirizzare dallo Spirito Santo. Per tutto questo la omaggiamo nella preghiera e con la tenerezza di figli. In modo semplice, proprio nello stile della pietà popolare, le nostre bambine ( continuando un’antica tradizione di 75 anni fa) dopo un mese intenso di preghiera, coronano Maria. Oltre all’emozione delle bimbe c’è l’entusiasmo dei genitori che mostrano gioia e partecipazione facendo tante foto, inquadrando particolari che saranno conservati con cura negli occhi e nel cuore! La comunità parrocchiale è concentrata

nell’avvenimento che celebra e che riconosce importante.

Emozionate e commosse sono le persone anziane: si rivedono negli anni lontani quando, da bambine, coronavano la Madonna e rinnovavano a nome dell’intera comunità l’affidamento alla Madre celeste. Di generazione in generazione, infatti, si rinnova la certezza che Maria ci guida a Gesù e ci sostiene nel cammino della vita.

Suor Michelina

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PUNTUALMENTE...ALLA PORTA DELLA COMUNITÁ “S. ANGELA“

TONICA è una vecchietta arzilla, originale, si direbbe “speciale”, legata alla nostra comunità in quanto spesso viene a chiedere e a trovarci. E’ davvero particolare: rifugge le regole per inseguire il suo grande desiderio di vivere “liberamente”. Facendo una vita da accattona in un continuo girovagare da mattina a sera, raccoglie tutto quanto chiede, o le danno o trova... rovistando tra i cestini della spazzatura. Riempie così la casa-capanna, -baracca- di cianfrusaglie, indumenti e il tutto, insieme a sporcizia e trascuratezza, rende la sua dimora non abitabile, per cui vive con la figlia.! Malgrado i servizi sociali si siano dati da fare non sono mai riusciti ad apportare modifiche al suo stile di vita. Il suo abbigliamento consiste in pantaloni alla zuava, che le piacciono molto e indossa sempre, malgrado il caldo, una sovrapposizione di golfini: tre o quattro anche se il sole è cocente.

Treccine al vento, magliette a buccia di cipolla! Quando e, spesso, viene da noi chiede acqua da bere o caffè e sempre pantaloni o golfini! Congedandosi, al nostro saluto risponde sempre dicendo: “ritorno a Natale!”. Poi prega l’immagine della Madonna che abbiamo all’entrata...a modo suo, biascicando qualche preghiera e cantando: Solo Dio e la Madonna possono capire!!! I servizi sociali, attraverso

l’assistente sociale, stanno studiando il caso per poterla convenientemente aiutare, vorrebbero farla entrare in un buon ricovero, tenuto dalle Suore di S. Vincenzo in Araguari. Chissà, perché... vento

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PRIMA GOCCIA:

SCUOLA PRIMARIA DI MONTORFANO (COMO)

É stata una esperienza molto simpatica quella del “ponte” che i bambini, le maestre e i genitori della Scuola Primaria di Montorfano hanno voluto creare con i bambini del Centro educativo comunale “Sementi del domani” di Indianópolis, dove lavoro. Dopo aver ascoltato con grande attenzione e interesse i miei racconti e aver visto le foto dei bambini del Centro, gli alunni della scuola primaria hanno voluto

raccogliere materiale di cartoleria da inviare a Indianópolis. Oltre a comprare matite colorate, quaderni, penne, e altro materiale, i bambini hanno voluto anche donare oggetti che erano loro e che dai miei racconti hanno capito essere molto ambiti in terra di missione (zaini, astucci,...) e hanno preparato album di disegni e messaggi di amicizia per i nuovi amici brasiliani. Così come l’incontro alla scuola di Montorfano, anche la consegna del materiale ai piccoli del Centro é stata una festa, con un misto di stupore,

GOCCE DI AMORE NELL’OCEANO DELL’UMANITÁ Durante la mia ultima permanenza in Italia ho avuto il piacere e la gioia di incontrare molti di voi, familiari e amici, di scambiare i racconti delle nostre vite, di condividere gli eventi tristi e felici che la vita ci riserva. Molti di voi hanno voluto anche fare gesti concreti di solidarietà con i “piccoli” della terra dove opero come missionaria, gocce di amore nell’oceano dell’umanità...

SECONDA GOCCIA:

PROGETTO “ABC DI UN FUTURO MIGLIORE”

Conoscendo un po’ meglio lo scorso anno la situazione

scolastica precaria e spesso preoccupante di molti bambini e ragazzi che frequentano il Centro educativo e considerata la lentezza del Comune nel provvedere a questa carenza, ho

pensato di mettere in atto, con le offerte ricevute da voi, amici italiani, questo Progetto di recupero scolastico e corsi professionalizzanti per bambini e ragazzi carenti, le cui famiglie, in molti casi analfabete o

comunque con grado di istruzione molto basso, non sono in condizione di incentivare lo studio dei loro figli. Il Progetto é partito e sta funzionando, per ora con quattro insegnanti e 12 bambini. Dopo due mesi di recupero, i risultati già si vedono, per la felicità di alunni e

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TERZA GOCCIA: RACCOLTA DI INDUMENTI

É iniziato quasi per scherzo, attraverso pubblicazioni e commenti sulle reti sociali, ma Chiara, ex membro del gruppo di giovani di San Vito al

Giambellino, ora felicemente sposa e mamma di due bei bimbi, ha preso molto sul serio il mio interesse per vestitini e scarpe per bambini e, movimentando le mamme di mezza Milano, ha fatto della sua casa un centro di raccolta pro missioni e prima della mia partenza é arrivata in via Lanzone con “un camion” di vestitini e scarpe in ottimo stato, divisi in sacchetti e scatole, catalogati per etá, sesso, stagione!! Lavoro degno di una mente di fisica!!! Nel frattempo anche a Ponzate (CO), mio paese, mi stava aspettando un mega-

scatolone di bellissimi vestitini per bambini, e a Rovello Porro e Turate i genitori dei “miei bambini ex-blu” in quattro e quattr’otto hanno raccolto vestiti e l’ambitissimo materiale sportivo che sapevo avrebbe

QUARTA GOCCIA:

AIUTI ALLE FAMIGLIE

La generosità delle vostre

offerte, cari amici, ci permette

anche di aiutare le persone che

battono alla nostra porta

chiedendo aiuto o che sappiamo

in difficoltà. I racconti delle visite

alle famiglie sarebbero molti

commoventi...vedere la gioia di

Fernanda, giovane mamma, nel

ricevere della carne, insieme al

pacco di alimenti, e chiamare il

compagno dicendo “Amore,

guarda, c’é la carne!”; vivendo

l’imbarazzo di visitare una

famiglia che ti invita a sederti su

una cassetta della frutta (vuota!)

perché non ci sono sedie in casa;

o la tristezza che mi ha invaso

quando sono entrata nella casa

della giovane mamma Cicera per

portare alimenti, e mi sono

accorta che i vestiti erano tutti in

una cesta perché non hanno un

armadio. La settimana scorsa ho

incontrato la signora Cicera che

si portava a casa un armadio

enorme che le avevano

offerto....e lo portava a casa in

carriola, sulle salite di

Indianópolis, mezz’oretta di

cammino fino a casa....meritava

una foto, ma per rispetto non

QUINTA GOCCIA:

AEREI AMICI Solidarietà non é solo dare cose

materiali, ma é soprattutto dare

amicizia...é quello che hanno

fatto i bambini della mia

comunità parrocchiale di

Ponzate, consegnandomi alla

partenza tanti piccoli aerei di

carta con messaggi e disegni per

gli amici d’oltreoceano...in una

sorta di gemellaggio

dell’amicizia. E qui é stata una

festa! GRAZIE anche a voi,

bambini e ragazzi! Coltivate

sempre l’amicizia coi vicini e i

lontani...é la strada della Pace!

SESTA GOCCIA: DUE PONTI DI AMORE

Ultima ma non meno importante questa goccia che continua a regalarci il suo affetto e il suo sostegno : é la goccia delle nostre sorelle, in modo particolare delle comunità di S. Michele e di Casciago. Offrendo le loro preghiere e sofferenze le prime, inviandoci pacchi confezionati con la massima cura le altre, entrambe le comunità, rappresentando la Congregazione intera, si fanno da ponte per essere con noi missionarie nel mondo!

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Nella nostra comunità cerchiamo di aiutare un pochino in tutte le pastorali, ma ciascuna di noi accompagna direttamente alcuni settori. Suor Rosilda, oltre ai ribeirinhos, ci rappresenta nella coordinazione diocesana del Servizio di Animazione Vocazionale. É suo questo breve articolo.

Anno Vocazionale Diocesano “Eu os destinei para ir... e produzir frutos” (Jo 15, 16b).

L’Assemblea Diocesana dello scorso anno ha proclamato nella nostra Diocesi, a partire da aprile di quest’anno, un Anno Vocazionale. Il primo obiettivo é creare e diffondere nelle

parrocchie e pastorali la cultura vocazionale, riconoscendo che tutti abbiamo la grande missione di essere discepoli missionari. Inoltre, si desidera risvegliare nei giovani l’apertura per vocazioni specifiche.

Le nove parrocchie della nostra diocesi hanno ricevuto o riceveranno la visita dell’equipe di Servizio di Animazione Vocazionale (SAV) realizzando formazione, ritiri, visite, celebrazioni...

Le Settimane Vocazionali

richiedono la presenza di molti volontari che si dividono in gruppi e, durante il giorno, visitano le scuole promovendo incontri sul tema della Vocazione. Durante questi incontri bambini, adolescenti e giovani si coinvolgono in discussioni molto interessanti sulla chiamata di Dio, l’appartenenza alla chiesa, la responsabilità in quanto cittadini del mondo. Alcuni dibattiti sono stati cosí belli che ci hanno profondamente commossi e ci hanno fatto sperimentare, come i discepoli al ritornare da Gesù, la

gioia della missione compiuta. Oltre alla scuole visitiamo le varie comunità della parrocchia passando di casa in casa, chiacchierano, ascoltano, invitano a riflettere sulla chiamata di Dio, pregano insieme. Per questo motivo il SAV ha bisogno di persone che possano dedicare parte del proprio tempo per visite, lezioni, conferenze, sia nelle

scuole con gli studenti ed educatori, sia nelle famiglie. E in questi colloqui, dove avviciniamo la gioventù , le donne e bambini abbiamo capito che per arrivare ad una cultura vocazionale bisogna che tutta la chiesa si senta vocazionista.

É certamente complicato parlare di

vocazione a giovani le cui famiglie non prendono in considerazione questa ipotesi . Quante volte, durante questi giorni, abbiamo pregato “ Invia Signore molti operai e operaie per la tua messe, perché la messe è grande ma gli operai e operaie sono pochi”, aiutando a riflettere sulla dimensione dei vari servizi e ministeri, valorizzando la varietà di vocazioni che lo Spirito Santo continua a donare alla sua Chiesa. I missionari che servono quotidianamente rispondono alle necessitá del popolo, ma tante volte abbiamo pregato il Signore perché invii più operai, perchè siamo in una situazione molto bisognosa, le forze umane sono poche e limitate, le distanze enormi... abbiamo bisogno di molti missionari e missionarie che raggiungano i nostri fratelli e sorelle ribeirinhos (abitanti dei fiumi) e indigeni che aspettano una catechesi, un battesimo, una presenza che gli parli di Dio e condivida la propria fede con loro. Al termine di queste settimane vocazionali rientriamo a casa con il cuore pieno di questi volti , felici di stare

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Durante il mese di luglio ho potuto condividere un po’ del mio servizio missionario con Madre Paola e sr. Fiorina, che non si sono lasciate scoraggiare dalle condizioni delle strade né

dalle distanze. Riuscire a visitare tutte le settimane questa comunità é per me un impegno importante, specialmente per le mamme e i tanti bambini che mi corrono incontro. Non é facile trovare il modo giusto per poter aiutare, perché sono persone abituate a sentire molte promesse che non sono mai realizzate, e quindi sono per natura e necessitá, un po’ increduli. In questo periodo stanno difendendo con i denti il pezzettino di terra che il municipio, durante l’amministrazione precedente, aveva assegnato alla comunità per costruire le case e la maloca comunitaria e che l’attuale sindaco vuole indietro! Quando

non siamo presenti le minacce, più o meno velate, lasciano le persone molto insicure. E cosí ci chiamano e noi arriviamo “armate” di un giovane avvocato che sta facendo un’esperienza di volontariato nella nostra parrocchia. Come é difficile la vita dei poveri: non solo non hanno niente, ma c’é sempre qualcuno che vuole portargli via anche il poco che riescono ad ottenere... Un’altra cosa che ci hanno subito richiesto é

stata la preparazione per il battesimo: dai neonati alle persone più anziane della comunità! Con l’aiuto di irmã Rosilda abbiamo organizzato un mini-corso, ma il giorno dei battesimi una pioggia torrenziale ci ha impedito di raggiungere la comunità... Quando piove é veramente impossibile non cadere: il fango sembra sapone, risucchia i sandali e le pozze d’acqua nascondono la profondità dei buchi. Inoltre, per poter

arrivare nella comunità, attraversiamo un’area di vegetazione molto fitta, impraticabile quando piove. Ma non ci siamo date per vinte e quindici giorni dopo abbiamo vissuto una bella celebrazione, semplice, partecipata, molto

emozionante. In mancanza della pia battesimale, una bacinella e un bicchiere di plastica hanno risolto il problema! Le pareti della cappellina improvvisata sono state decorate con palloncini che, al termine delle celebrazione, si sono trasformati in giocattoli molto desiderati. Un bel pranzo comunitario ha rallegrato l’ambiente con risate, conversazioni animate, bambini che correvano di qua e di là,

COMUNITÁ KOKAMA Continua l’instancabile missione di Irmã Sirlene nella comunità indigena Kokama. Malgrado la distanza e le pessime

condizioni delle strade, la nostra giovane suora passa per le case portando il suo allegro sorriso.

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Non mi dilungo sui risultati della Coppa del mondo: una tristezza... ma qui, in questa triplice frontiera, la cosa più simpatica è stata l’allegria condivisa dopo ciascun gioco. Per lo meno fin quando siamo stati squalificati! Dopo il gioco del Brasile, tutti per le strade, sfilando con le moto e le macchine, colorando la città di verde e giallo. E non solo in Tabatinga, ma anche nella vicina Leticia (Colombia), il tutto scortato per la polizia dei due rispettivi paesi. E dopo il gioco della Colombia, la stessa cosa! Cambiavano solo le bandiere, la città si dipingeva di giallo, rosso e blu, ma la stessa allegria, la stessa gioia di incontrarsi, lo stesso orgoglio patrio. Solo una volta la frontiera é stata chiusa: quando il gioco é stato Brasile-Colombia e, pur essendo buoni vicini, nessuno poteva garantire le reazioni dei tifosi. In questo caso, polizia e esercito hanno garantito la sicurezza delle due città. Il Brasile ha vissuto qui la sua ultima vittoria...

dopo di che é stata solo “vergogna nazionale”! Per la finale ci siamo trasformati tutti in tifosi tedeschi: niente poteva essere peggio di una vittoria dell’Argentina! A tutti insegniamo subito due

Irmã Patrizia continua la sua attività nel carcere, con i rifugiati haitiani, partecipando al consiglio municipale di salute (organismo di controllo del sistema unico di salute) e presiedendo il Consiglio della Comunità (organismo del sistema giudiziario). Ma, ogni tanto, vive situazioni “normali”, non sempre “al limite”! È quanto ci racconta nei testi seguenti.

15 ANNI: FESTA DELLE DEBUTTANTI!

Dovevo arrivare in Brasile per assistere alla festa delle debuttanti!

Ricordo la mia mamma quando mi raccontava che, nella buona società della sua epoca, le giovani completando 18 anni facevano la festa del debutto in società: valzer, abito lungo, papà commossi, mamme orgogliose... qui in Brasile la festa esiste a tutt’oggi, solo che per il 15 anni.

Tutti, ricchi e poveri, cominciano a economizzare quando la figlia compie 10 anni, per poter offrire una festa con il maggior numero di invitati. Come si dice qui da noi: 15 anni si compiono solo una volta nella vita, e devono essere indimenticabili!

Generalmente siamo considerate invitate di onore, con l’incarico di fare il discorso iniziale e benedire i presenti e gli alimenti.

Quanto più la famiglia è semplice, più mi godo questo momento, perché posso contemplare la creatività con cui risolvono i problemi legati al poco denaro: incredibile quanto cose riescono a fare con TNT, carta igienica e palloncini! Il menù è più o meno sempre lo stesso: riso, fagioli, pollo e pesce alla brace, bibite e uno spumante per il brindisi. E l’immancabile torta, piena di crema e tutte

colorata, la cui prima fettina è offerta alla persona più cara, più amata. Messaggi letti o proclamati, musiche, discorsi dei genitori, amici e parenti, foto proiettate sulla parete... e l’imperdibile valzer danzato con il papà (quando c’è) o un fratello maggiore, o uno zio. Veramente un debutto

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NON É MAI TROPPO TARDI!

Chi di voi ha la mia età, o qualche anno in più, ricorda certamente un programma televisivo (in bianco e nero!) intitolato: “Non é mai troppo tardi”. Un maestro insegnava a leggere e scrivere ai molti analfabeti adulti che ancora popolavano il nostro paese. Faceva bellissimi disegni alla lavagna e aveva una calligrafia invidiabile. Quando, alcuni anni fa, ho conosciuto Arilson e la sua numerosa famiglia, mi sono improvvisamente ricordata di quel programma. Non che Arilson fosse analfabeta; quando era giovane aveva completato le magistrali e si era arruolato nell’esercito nella speranza di poter continuare gli studi. Ma subito dopo aveva conosciuto Cleia... e con l’arrivo del primo figlio il sogno di poter studiare era stato chiuso in un cassetto.

La famiglia é cresciuta rapidamente (cinque figli... i due suoceri anziani... la sorella più giovane della moglie che ha accolto e educato come una figlia...) e Arilson ha dovuto lasciare l’esercito e impiegarsi come operaio nell’azienda municipale dell’acqua: un lavoro duro, sempre sotto il sole, che però non gli ha cancellato il sorriso sulle labbra né il sogno di, un giorno, poter fare l’università ed essere professore. E qui comincia il progetto: quattro anni fa una famiglia casciaghese ha ‘Adottato” Arilson aiutandolo negli studi universitari, e il denaro del progetto (ben amministrato e economizzato) ha permesso che, non solo potesse laurearsi, ma anche partecipare della festa insieme ai suoi compagni di corso... e noi con loro!

Sono stati quattro anni di sacrifici, lavorando, studiando, sempre appoggiato dalla famiglia, in particolare i due figli

adolescenti, che il giorno della laurea guardavano ammirati e commossi il loro papà ricevere, dalle mani della vice-rettore dell’Università dell’Amazzonia, il diploma di laurea in pedagogia. Credo che non esista cosa più bella che investire

nell’educazione delle persone, sia giovani che adulte. Durante il breve discorso che mi hanno chiesto di fare prima della cena, ho sottolineato l’importanza di poter essere dei buoni professori, capaci di conquistare la stima e il rispetto dei propri alunni perché, per primi, li rispettano e stimano. Professori che sentano la gioia di entrare in

classe per contribuire, con la propria saggezza e competenza, nella costruzione di un futuro differente; professori integri, che non lavorano solo per lo stipendio, ma che sappiano motivare i propri alunni ad essere i veri protagonisti della

propria educazione. Nel suo discorso di ringraziamento Arilson ha ricordato la famiglia italiana che lo ha aiutato e ha dichiarato che la festa non era completa perché mancavano i suoi “angeli custodi”. Ho fatto del mio meglio per rappresentarli, guadagnandomi ringraziamenti che non erano per me... la prima volta che tornerò