27 agosto 2014
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L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pierpaolo
Nagni. L'assessore regionale è riuscito a tratte-
nere alla direzione della struttura il valente inge-
gnere, Rodolfo Cocozza che, altrimenti,
sarebbe tornato nuovamente in Comune. Visto
e considerato che chi ha voglia di fare, di lavo-
rare, di innovare, di razionalizzare il lavoro alla
Regione Molise spesso si trova nell’impossibi-
lità di agire e, quindi, aveva chiesto di lasciare,
di cambiare aria, di trovare dimensioni organiz-
zative, amministrative e politiche adeguate alle
personali capacità e aspirazioni. Ora è rimasto
in regione.
Il Tapiro del giorno
a Paolo Frattura
Il Tapiro del giorno lo diamo a Paolo Frattura. Il
presidente della Regione, in attesa di passare
alla seconda fase del suo governo (visto che il
primo non si è mai visto anzi, è stato un falli-
mento) si è lasciato coinvolgere nella secchiata
d'acqua gelata per i malati di Sla. In molti si
sono chiesti se il presidente della Regione
abbia, poi, contribuito, in termini economici al-
l'iniziativa a parte il gioco dell'acqua. Sarebbe
bello potere conoscere se il governatore abbia
inteso di contribuire economicamente alla ma-
nifestazione di solidarietà.
GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo SantagostinoRotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale)Tel.: 0874.698012Fax: 0874.494461E-mail Redazione Campobasso: [email protected]
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Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero
ANNO X - N° 172 - MERCOLEDÌ 27 AGOSTO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA
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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
L’Oscar del giorno
a Pierpaolo Nagni
CAMPOBASSO. La riduzione delle percentuali riguardanti le
competenze tecniche relative ai progetti per la ricostruzione post
sisma spinge gli Ordini e i Collegi regionali delle professioni tec-
niche ad esprimere un forte disappunto nei confronti della ge-
stione politica targata Frattura.
“E’ purtroppo amaro constatare come la correttezza istituzio-
nale, l’impegno ed i moniti sinora profusi dagli Ordini e Collegi
regionali delle professioni tecniche del Molise non siano stati an-
cora sufficienti a far comprendere alla classe politica regionale,
in primis al Governatore Frattura, che tutto ciò che riguarda il
mondo delle professioni tecniche debba essere valutato, perse-
guito ed ottenuto attraverso atti formali e concreti messi in
campo con correttezza morale e istituzionale.
Nonostante il disaccordo espresso dagli ordini rispetto alla
possibile riduzione delle percentuali inerenti alle competenze
tecniche relative ai progetti per la ricostruzione post sisma, sem-
brerebbe che la Regione abbia deciso d’imperio di ridurre di ben
7 punti tali percentuali. Una decisione che, sommata agli au-
menti di Iva e Cassa previdenziale, determinerebbe, di fatto,
una decurtazione complessiva dell’11%.
A parte la doverosa verifica dell’effettiva legittimità dell’atto
messo a punto dalla Regione, si tratterebbe, in ogni caso, di
un’azione totalmente fuori luogo ed inopportuna considerando la
condizione di crisi e di profonda sofferenza in cui versa l’intero
comparto delle professioni tecniche regionali.
In un momento in cui dai dati delle casse previdenziali di ap-
partenenza si evidenzia che il 30% dei liberi professionisti risulta
sotto la soglia di povertà, incidere sul lavoro delle categorie pro-
fessionali tecniche della regione con la formulazione di incom-
prensibili e dissennati tagli, appare quanto mai delittuoso e
politicamente molto poco savio.
A dodici anni dall’evento calamitoso è inaccettabile assistere
alla riduzione dei compensi professionali dopo che l’intera rico-
struzione si è basata, e tuttora si basa, sul lavoro svolto dai tec-
nici attraverso l’attività di identificazione e quantificazione dei
danni, prima, e la redazione di progettazioni esecutive, poi, pro-
prio perché si tratta di quegli stessi progetti che consentono al-
l’attuale classe politica regionale di essere fiera delle
sottoscrizioni dei vari “Accordi Quadro di Programma” , i cosid-
detti APQ. Inoltre non va dimenticato che i compensi professio-
nali sono frutto di una percentuale concordata con una specifica
ordinanza commissariale, la n. 13/2003, e che tali compensi sono
stati già ampiamente ridotti a causa degli aumenti degli oneri fi-
scali.
E’ ancor più inaccettabile se si pensa alla profonda disparità
che si verrebbe a creare, a parità di condizioni iniziali e di presta-
zioni professionali espletate, tra chi sino ad ora ha visto già liqui-
date le proprie competenze e chi, invece, per manchevolezze
certamente non addebitabili a se stesso ma alla classe politica di
questa Regione che ha fatto sì che a dodici anni dal sisma, in
maniera indegna, non si è ancora conclusa l’attività di ricostru-
zione dell’intera “Classe A”, si trova soltanto oggi a concludere
l’iter per ottenere il finanziamento del proprio progetto.
Le istituzioni ordinistiche e collegiali delle professioni tecniche
del Molise meritano la giusta considerazione e il dovuto rispetto
perché sono sempre state pronte, in passato così come nel pre-
sente e in qualsiasi situazione di necessità, a dare il proprio
contributo alle istituzioni pubbliche, come è giusto è doveroso
che sia.
Altrettanto rispetto merita il lavoro svolto da un esercito di tec-
nici che non può essere strumentalizzato da chi non riesce, evi-
dentemente, a risolvere in maniera corretta i problemi legati ad
una parte della ricostruzione post-sisma e che crede di potersela
sbrigare impunemente con mezzi ed azioni inaccettabili in
quanto lesivi della dignità professionale di ciascun professionista.
L’auspicio - chiude la nota degli Ordini e Collegi regionali delle
professioni tecniche - è che da parte del Presidente Frattura e
della sua Giunta, nella malaugurata eventualità che le notizie di
cui si è venuti a conoscenza rispondano a verità, ci possa essere
un immediato, repentino ed opportuno ripensamento”.
227 agosto 2014
Progetti di ricostruzione post sisma, la Regione riduce
le competenze dei tecnici e gli ordini professionali insorgono
TAagliolto
di Avv. Simone Coscia
A termine di questa estate climaticamente incerta, d'un tratto il ceto
politico-professionale molisano si è improvvisamente ridestato dal suo
sereno torpore a causa della ennesima proposta di “Riforma della Giu-
stizia”, così come prospettata dal neo ministro Orlando dell'attuale Go-
verno Renzi.
Naturalmente, dei 12 punti previsti dal ministro proponente ( respon-
sabilità civile dei magistrati, reato di falso in bilancio, intercettazioni tele-
foniche, tribunali specializzati ecc...), quello che ha creato scompiglio e
reale attenzione nostrana è quello previsto al punto 11 riguardante la “ra-
zionalizzazione della geografia giudiziaria”, dove si enunciano due semplici
regolette:
a) abbandonare la regola che ha imposto di mantenere almeno tre tri-
bunali per ogni distretto di corte di appello;
b) rimuovere il divieto di soppressione dei tribunali con sede nei ca-
poluoghi di provincia, a prescindere dalla conformità ad altri parametri
funzionali.
In pratica, l'applicazione dei sopra indicati principi, potrebbero deter-
minare la chiusura della Corte d'appello di Campobasso e di uno o più
Tribunali presenti nella nostra amata regione.
E ovvio che tale riforma - a parte la questione specifica dell'organizza-
zione giudiziaria - se attuata avrebbe deflagranti conseguenze economi-
che sulla nostra regione, difatti più di qualcuno ne ha prospettato il
prodromo per la sua sostanziale cancellazione.
Le levate di scudi e le altisonanti dichiarazioni di guerra in difesa del-
l'attuale assetto giudiziario non sono di certo mancate, sia da parte delle
associazioni di categoria, nonché della totalità dei politici (- avvocati),
molti dei quali sedicenti ortodossi renziani.
E' difatti paradossale la circostanza dove flotte di neo “politici rotta-
matori” ( o sedicenti tali), immortalati con tanto di foto a fianco del neo
Cesare, oggi si trovano nella condizione di rischiare loro stessi tale de-
cantata rottamazione e di passare alla storia come gli ultimi dei moicani.
Il problema della razionalizzazione delle sedi giudiziarie, può essere
anche “ matematicamente” ineccepibile ma il taglio dei servizi, in una re-
altà come quella molisana, può avere conseguenze devastanti che possono
arrivare fino alla vera e propria negazione del diritto alla giustizia.
Il governo dei “riformatori ad ogni costo” sembra procedere come se
le innovazioni tecnologiche che dovrebbero compensare il venir meno
delle sedi fisiche dei servizi fossero già attive e rodate da diversi anni. In-
vece si procede ponendo il carro davanti i buoi, tagliando i servizi senza
tener conto delle distanze e dei relativi tempi di percorrenza necessari
ai cittadini per poter fruire degli stessi. Viene così a crearsi una evidente
disparità di accesso ai servizi pubblici tra chi vive in aree densamente po-
polate e chi invece vive in luoghi con una popolazione numericamente più
scarsa.
O dobbiamo credere che il ministro Orlando illustrerà insieme alla ri-
forma sulla “desertificazione dei servizi giudiziari” anche il brevetto e la
prossima messa in opera del “teletrasporto renziano” fulgido esempio di
risparmio ed efficienza della futura Italia dalle “magnifiche sorti interga-
lattiche”.
Il problema, secondo me, è anche metodologicamente mal posto dal-
l'attuale governo sotto l'aspetto organizzativo istituzionale.
In vero, prima di procedere alla c.d. “razionalizzazione” ( o meglio sa-
rebbe dire disintegrazione) dei servizi pubblici, si dovrebbe eventualmente
riorganizzare tutto il territorio statale in nuovi aggregati territoriali effi-
cienti e solo dopo prevedere i relativi servizi ( giudiziari, ospedalieri, uni-
versitari ecc..).
Sentite però le lacunose e per lo più fumose dichiarazioni dei nostri (le-
gali !) rappresentanti locali e nazionali, dovremmo comunque ringraziarli
almeno da un punto di vista dogmatico.
Sarà anche grazie alla loro cieca sottomissione che il nuovo titolo V
della nostra Costituzione conterrà l'istituzione di un nuovo tipo di ente
territoriale.
Il Molise sarà “orgogliosamente” la prima regione a “Statuto ridotto”.
L’intervento
Molisani... state sereni
“Frattura, meritiamo rispetto”
Alla Regione parlano di seconda fase del programma di
governo regionale, come se la prima l’avessero realizzata.
Stramberie della politica nostrana che riesce a far passare
per ragionevoli anche le assurdità. Non sappiamo qualificare
altrimenti questo tentativo di mistificazione da parte del go-
verno regionale che del programma elettorale con cui ha
convinto i molisani ha fatto perdere le tracce (tutti i governi
sono affetti dallo stesso vizio, anche perché nessuno chiede
loro conto).
Governo che sopravvive a se stesso tamponando qua e là
le falle che si aprono nei settori del’economia (industria,
agricoltura, turismo, artigianato, commercio, servizi sociali
eccetera), nei rapporti interpartitici (tensione costante tra Pd
e Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e con il
partenariato.
Un governo affogato nella quotidianità che rigurgita pro-
blemi, insufficienze, inefficienze, urgenze e ... maldicenze!
Vorrebbe far credere di aver sciolto i nodi del lavoro e dello
sviluppo, per cui sarebbe nella condizione di passare alla
fase due: quella delle Riforme. Roba da manicomio. Anzi,
da interdizione dai … pubblici uffici. Tant’è. Non ce lo stiamo
inventando noi.
Ci sono comunicati stampa che parlano in proposito.
Come quello, appunto, che prefigura il governo regionale
pronto per la fase due: le Riforme! Nelle intenzioni, lo sba-
raccamento dei vecchi apparati (intanto cominciassero dalla
la giunta, dalle commissioni, e dal consiglio regionali, quindi
ponessero mano una volta per tutte alla riorganizzazione dei
servizi e degli uffici regionali); lo snellimento delle procedure
burocratiche; la cancellazione degli enti inutili; l’introduzione
di Agenzie agili ed efficienti e della metodologia, in forma
stabile, della programmazione. Ma per programmare occor-
rono i programmi.
Che non ci sono. Magari accadesse. Ma non essendo
mai stata data per avviata né per conclusa la fase uno, non
possiamo prendere sul serio la fase due.
Stando ai fatti, stando cioè alla lettura pedissequa della
realtà in cui si contano a migliaia i cassaintegrati, i giovani
disoccupati, a migliaia le pale eoliche e i pannelli solari a
deturpare i profili delle colline e a rubare terreno coltivato, la
rete ospedaliera boccheggiante, il patrimonio storico-ar-
cheologico in abbandono, le industrie serrate e i negozi a
serrande abbassate, è il caso di saltare le fasi (uno e due)
e di mettere mano alla sopravvivenza.
L’avessero dimenticato, ci premuriamo di ricordare al pre-
sidente della giunta e all’assessore alle politiche Sociali e
del Lavoro che a sperare di sopravvivere sono i dipendenti
della Molise Dati SpA, di Esattorie SpA, della Biblioteca
Provinciale “P. Albino”, del Korai, in aggiunta a quelli di
Gam, di Ittierre e dello Zuccherificio, dell’indotto metalmec-
canico, dell’edilizia, del turismo, del commercio e delle im-
prese di vigilanza. Bastano, o ne occorrono altri di guai, per
darvi una mossa?
Dardo
327 agosto 2014
TAagliolto
Ma che fase una e fase due,cerchiamo di sopravvivere
CAMPOBASSO. Anche a ridosso del
Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
sarà possibile cacciare il cinghiale come nel
resto del territorio molisano.
La II Commissione consiliare ha appro-
vato, su proposta della Giunta regionale, il
Calendario e il Regolamento per la stagione
venatoria 2014/15. Soddisfatto il Presidente,
Carmelo Parpiglia: “Il Calendario tiene conto
del parere dell’Istituto Superiore per la Pro-
mozione e la Ricerca Ambientale, delle esi-
genze di tutela del patrimonio faunistico
molisano e delle richieste pervenute dalla
federazione e dalle associazioni di catego-
ria. Inoltre – continua il Capogruppo dell’Ita-
lia dei Valori a Palazzo Moffa – recepiamo
alcune Delibere di Giunta, tra cui la 43/2014,
per la tutela dell’orso bruno”.Il Delegato alla
Caccia Cristiano Di Pietro, sollecitato dai
Sindaci di Rocchetta al Volturno, Scapoli,
Cerro al Volturno, Castel San Vincenzo, Piz-
zone, Colli al Volturno, Montenero Valcoc-
chiara e Filignano, ha presentato un
emendamento che supera il vincolo della
caccia al cinghiale, nell’area contigua al
Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise,
esclusivamente con la girata e con un unico
cane limiere.
“Né la Provincia di Campobasso né quella
di Isernia – spiega Di Pietro – hanno avviato
i corsi prescritti dall’Ispra per l’abilitazione
alla caccia in forma collettiva, la cosiddetta
girata.
Una lacuna istituzionale che non può es-
sere scaricata sui cacciatori.
Ecco perché, anche nei territori dei Co-
muni amministrati dai Sindaci che hanno
sensibilizzato la Regione su questa proble-
matica, sarà possibile cacciare il cinghiale
come nel resto del Molise.
Si tratta di una semplice deroga di un
anno e sarà mia cura convocare, in tempi
brevi, i due assessori provinciali competenti
affinché il problema possa essere risolto
prima della prossima stagione di caccia”.
Più in dettaglio, l’annata venatoria avrà
inizio il 21 settembre e terminerà il 31 gen-
naio 2015, con la sola eccezione delle Zone
di Protezione Speciale (ZPS) dove si partirà
il 1 ottobre.
Caccia, si sparerà dal 21 settembre
Approvato il Piano Venatorio della Regione Molise per la stagione 2014/2015
Stando al parere degli amministratori, a Palazzo Moffa sarebbe giunto il tempo delle riforme
E’ già tanto che il governo regionale riesca a tamponare le falle che
si aprono nei settori dell’economia (industria, agricoltura, turismo,
artigianato, commercio, servizi sociali eccetera), nei rapporti interpartitici
(Pd-Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e il partenariato
Questo che segue, tra virgolette, è un comunicato stampa,
tra i tanti, emessi dal vice presidente della giunta regionale
del Molise, Michele Petraroia. Riassume gli incontri cui ha
preso parte, gli eventi cui ha assistito, e le conclusioni che
ha tratte.
“Il Molise che non s’arrende è quello di due trentenni,
Tommaso e Giacinto, che la sera del del 23 agosto (alle
22.00) nello storico Chiostro Comunale di Limosano parla-
vano di vino e di latte con rara competenza e passione tutta
molisana. Ragazzi che dopo aver studiato hanno investito
sulle loro competenze realizzando una cantina che produce
e commercializza la Tintilia di San Biase o ampliando una
stalla con quaranta vacche per latte di alta qualità venduto
alla Granarolo. Ieri sera con lucidità insieme ad agronomi
ed agrotecnici illustravano ad oltre cento persone le poten-
zialità del biologico e della tipicità sollecitando la Regione a
spendere bene i 210 milioni di euro del Piano di Sviluppo
Rurale 2014-2020.
Tommaso e Giacinto non sono soli in questo Molise in cui
va di moda parlare solo in negativo. Bastava vedere
sempre ieri alle 16.30 il drappello di molisani che
al seguito del Vescovo di Trivento si erano ar-
rampicati fino a Castelguidone per ascoltare
Monsignore Tommaso Valentinetti e Don
Luigi Ciotti in una lectio magistralis su “
Carità e Giustizia “.
E se a San Giovanni in Galdo ci fosse
stata una telecamera chiunque avrebbe
letto nello sguardo del Maestro Nicolino
Di Donato, fondatore degli Zig Zaghini,
dell’archeologa Gabriella Di Rocco e
del Presidente della Socità Operaia
Rocco Barrasso, l’orgoglio di figure
che davanti a decine di persone in
uno scorcio di rara bellezza discetta-
vano delle monete di età augustea
ritrovate sul territorio o di mutualità
rurale e artigiana. Il Molise che non
si arrende è quello che oggi alle
17.00 riceverà il Ministro dei beni Culturali Dario France-
schini per mostrargli l’opera di un emigrante speciale come
Tony Vaccaro, è quello delle centinaia di eventi artistici, cul-
turali, sociali e della miriade di seminari, convegni e incontri
che animano i nostri borghi da Castel del Giudice a Tufara.
Volontari che si fanno in quattro per promuovere manife-
stazioni, pubblicare e presentare libri, coinvolgere artisti in-
ternazionali del jazz, far conoscere il patrimonio culturale
del proprio comune, e valorizzare tutto ciò che c’è di bello e
di unico nella nostra terra. Quello che manca è la sintesi
positiva sollecitata proprio da Don Luigi Ciotti ieri nel suo in-
tervento alla Caritas di Trivento in cui ha denunciato il senso
di depressione che assale ognuno di noi a seguire un qual-
siasi notiziario. Disgrazie, lutti, crisi, guerre e epidemie, in
una miscela che alimenta la disillusione e la passività. Serve
ribaltare la rappresentazione della realtà agendo fuori dagli
schemi come ci ha invitato a fare Papa Francesco creando
una rete virtuosa che sappia raccogliere le mille energie del
Molise che non si arrende e orientarle a condividere un per-
corso di riscatto e di rilancio”.
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(Ndr) - Scrivendo di ciò che ha visto e sentito, il vice pre-
sidente della Regione Molise, avrebbe dovuto avvertire il bi-
sogno, oltre quello di esternare i sentimenti vissuti e le
conclusioni tratte sull’esistenza di un Molise che non intende
arrendersi, di dimettersi.
Per coerenza. Perché, se c’è un ostacolo al Molise che
non intende arrendersi a crescere, a svilupparsi, a diventare
virtuoso nella misura necessaria per uscire dalla tristezza
dei tempi e degli uomini, è la classe dirigente che attual-
mente il Molise lo governa: ideologicamente carente, ammi-
nistrativamente inadatta, tecnicamente incompetente,
culturalmente presuntuosamente incontinente.
Delle iniziative cha tanto hanno bene impressionato il vice
presidente della Regione Molise non c’è una che possa farsi
risalire alla volontà politica e alla capacità amministrativa
dei regionali. Ma che ci stanno a fare!
427 agosto 2014
TAagliolto
Il Molise che non si arrende non si vede, ma c’è!
Impoveriti. Sempre di più. Di risorse finan-
ziarie, di progetti, d’idee, e ora anche di strut-
ture dello Stato: Corte d’appello e Corpo
Forestale.
Vogliono toglierceli senza colpo ferire. Po-
veri di classe dirigente lo siamo da anni, da
quando il declino del Molise è apparso chiaro
e trasparente anche all’occhio dell’inclita.
Arriverà il giorno che saremo noi molisani
per primi a chiederci a cosa serva la Regione
Molise oltre a dare potere e benessere ad un
manipolo di persone che con l’abilità degli in-
cantatori di serpenti e dei mistificatori, co-
gliendo le concomitanze storiche e
congiunturali, è riuscito a farsi eleggere in-
cassando 12mila euro al mese e mettendo da
parte il futuro vitalizio perché l’età della pen-
sione non sia meno sollazzevole del pre-
sente.
Sarà questo manipolo di persone bene-
stanti (tutt’altro che benpensanti) oggi nel
consiglio regionale imperniato sulla proposta
del governo di sottrarre la Corte d’Appello di
Campobasso a discutere del fatto specifico e
di quant’altro potrà seguire in termini d’impo-
verimento strutturale e funzionale da parte di
un Governo che ha deciso di stringere la cin-
ghia prendendosela con le realtà economi-
che, sociali ,e culturali più deboli. Il Molise si
presta in tutta la sua dimensione geografica,
demografica ed economica ad essere sacrifi-
cato alla nuova politica di contenimento e di
razionalizzazione della spesa pubblica.
Il Molise dei disastri industriali configurati
nel dato numerico dei cassintegrati, dei
senza lavoro, dei fallimenti commerciali, del
vorticoso buco sanitario, dei servizi sociali al
lumicino, della politica della casa mortificata
dagli sfratti, delle pale eoliche a centinaia in
attesa che diventino migliaia, dell’ambiente
naturale costantemente a rischio inquina-
mento; con il fardello dei finanziamenti euro-
pei lasciati a metà; con i gestori della cosa
pubblica dediti alle divagazioni (la giunta a
cinque) e alle banalità che contornano la ri-
costruzione post-terremoto e non alla fatica
dell’impegno e della dedizione alla causa per
cercare di mettere riparo alle carenze e agli
errori, e per trovare il punto di leva per solle-
varlo dalla crisi.
Siamo certi che oggi il manipolo di persone
benestanti che governa il Molise alzerà la
voce, ricorrerà all’armamentario della peg-
giore demagogia per denunciare l’ennesima
ingiustizia, l’ennesima penalizzazione a no-
stro danno da parte di un potere centrale
bieco, cieco, e cinico. In questo sapersi la-
mentare daranno il meglio di sé stessi.
L’unica cosa in cui finora hanno eccelso. Aiu-
tando i molisani finalmente a chiedersi in che
mani sono finiti e quale sorte ingrata gli
venga riservata. Se non sarà trovato l’anti-
doto a questa perniciosa transizione politica
e amministrativa.
Dardo
Nel sapersi lamentare i regionali del Molise non sono secondi a nessuno
Vogliono toglierci la Corte d’Appello e il Corpo Forestale.
Oggi a Palazzo Moffa convocato un Consiglio monotematico per tamponare la falla
Arriverà il giorno che saremo noi molisani per primi a chiederci a cosa serva la Regione Molise
Proviamo a crederlo
Nel gergo giornalistico, il coccodrillo è un necrologio scritto
in anticipo, per averlo pronto al momento del bisogno; proba-
bilmente molti dei commenti che si leggono oggi a seguito
della dipartita di Tommaso Di Domenico fanno parte di questa
categoria.
Non è quello il “coccodrillo” a cui pensiamo noi: ci riferiamo
ai tanti necrologi caratterizzati da “lacrime di coccodrillo”, scritti
da personaggi che ben poco hanno a che fare con il reale af-
fetto e stima nei suoi confronti. Noi, invece, ci sentiamo in do-
vere di esprimere il nostro disinteressato e profondo dolore per
la morte di un uomo che, nel bene e nel male, faceva politica
perché credeva realmente in ciò che portava avanti, perché
credeva fino in fondo nell’obbligo di rispettare le promesse elet-
torali e, soprattutto, credeva nella necessità di lavorare per il
bene comune e per le classi disagiate, tutte, senza distinzioni!
E' sembrato quasi uno scherzo del destino. Proprio mentre
continua a sbriciolarsi l'autonomia regionale se ne è andato
uno dei più tenaci assertori dell'esistenza istituzionale del Mo-
lise: Tommaso Di Domenico.
E' come se quel mosaico, faticosamente costruito nel tempo,
se ne stesse andando un pezzettino alla volta, sgretolandosi
nell'assenza di abili manutentori. Tommaso era una di queste
tessere. Una giovinezza passata all'ombra del marxismo poi
l'iscrizione alla Democrazia Cristiana partito nel quale militò
fino alla caduta dello Scudocrociato. Un intermezzo alle ele-
zioni politiche del 1994 con una lista tutta sua e, poi, l'adesione
alla Margherita. Sindaco della sua Riccia e consigliere regio-
nale.
Poi l'addio alla politica istituzionale e la contestazione ad un
centrosinistra che non sembrava potesse incarnare la guida
della Regione. Numerosi i suoi interventi in Consiglio regionale
quando la politica era ben altra cosa rispetto all'oggi. quando
le parole non erano fumosità, quando il pensiero aleggiava in
quell'aula nella speranza di costruzione di un Molise nuovo e
all'avanguardia.
Tante le sue proposte di legge presentate e le battaglie su
specifici argomenti. Proprio perchè il nostro non è un cocco-
drillo giornalistico non ne facciamo un elenco. Ci piace, invero,
sottolineare la sua tenacia, la sua difesa fino allo stremo delle
tesi a sostegno delle argomentazioni poste all'attenzione con-
siliare.
La sua sagacia, la sua cordialità, la sua ironia, la sua sortita
filosofica che non mancava mai. Questo il Tommaso Di Do-
menico che abbiamo conosciuto sui banchi del Consiglio re-
gionale.
Questo il Tommaso Di Domenico politico che amava il con-
fronto, lo scontro dialettico per, poi, trovare la mediazione. Così
vogliamo ricordarlo e serbarlo nel ricordo e nel cuore. Per po-
tere immaginare ancora una politica capace di guardare al do-
mani per rappresentare anche ora un Molise possibile e
moderno. Come continuava a vedere il nostro Tommaso. Ciao.
La tua redazione
527 agosto 2014
TAagliolto
La scomparsa di Tommaso Di Domenico nel pensiero della sua redazione
Attività politica- Iscritto alla Democrazia Cristiana nel 1976, Segretario provinciale della Democrazia Cristiana dal 1981 al 1984.
Consigliere Nazionale della Democrazia Cristiana fino al 1994. Attività amministrativa- Sindaco di Riccia dal 1985 al 1990, Dirigente
provinciale amministrativo, Assessore all'Agricoltura e Foreste fino al termine della legislatura, Consigliere Comunale di Riccia dal
1980 al 1985, eletto Consigliere Regionale nel 1990 è stato capogruppo della Democrazia Cristiana, Vicepresidente del Consiglio,
Presidente della Commissione indagine, Presidente della I^ Commissione. Rieletto Consigliere regionale nel 1995 è stato capo-
gruppo e Presidente di Commissione, Presidente del Gruppo regionale Democrazia è Libertà, Componente Commissione speciale
per l'Autoriforma e per lo Statuto, Componente I^ Commissione consiliare permanente.
Quando la politica era guardare al domani
Appena un anno fa era entrato, in punta di piedi, con garbo signorile, nella
nostra redazione giornalistica. Da subito lo volemmo indicare come diret-
tore editoriale della testata La Gazzetta del Molise. Tommaso Di Domenico,
in silenzio, dopo avere combattuto fino all'ultimo con una terribile malattia
ci ha lasciati. Lascia un vuoto, è vero, come ogni qualvolta va via una persona
cara o, semplicemente, ci hai lavorato gomito a gomito.
Ma, altrettanto, lascia una testimonianza. Il suo spirito libero, a tratti ribelle
di ogni ordine, il suo sincero essere democratico, la sua arguzia filosofica.
E, soprattutto, le mille domande che poneva quasi a volere il confronto
fino alla fine dell'ultimo rigo scritto. Gli era sempre piaciuto scrivere pur
dovendosi celare dietro qualche pseudonimo nel mentre sedeva sui banchi
del Consiglio regionale. Memorabili i duetti di lettere su Le Libertà con un
altro grande della politica molisana, Girolamo Lapenna, anch'egli celatosi
sotto lo pseudonimo di Sebastiano Rosso. Erano scatti felini, arguzie politi-
che, visioni di una società ancora da venire e da costruire.
Quella febbre si leggeva nelle note di quegli interventi che oggi, purtroppo,
non appartengono più alla sfera della politica. Per Tommaso, poi, anche l'iscri-
zione all'Ordine dei giornalisti del Molise che ha sempre voluto caramente
conservare con affetto.
Quindi l'esperienza con I Fatti del Nuovo Molise e, quindi, l'approdo alla
Gazzetta del Molise. In non poche prime pagine il suo editoriale ha carat-
terizzato la notizia o il fatto del giorno con la sua solita arguzia politica e una
sottigliezza filosofica che ne arricchiva il testo. Mai con acredine ha combat-
tuto i suoi avversari politici proprio perchè nella democrazia credeva e non
a chiacchiere.
Quel continuo confronto in redazione lo stava a dimostrare al pari del ri-
spetto dell'altrui pensiero.
E' quest'afflato che mancherà in redazione che resterà permeata, però, dal
suo sorriso, dalla voglia di lottare sempre e comunque per un ideale, gior-
nalistico o politico senza differenziazione alcuna.
E' questo che renderà presente la sua persona in redazione.
Un giornalismodi democraziaPer un anno è stato il nostro
direttore editoriale. Spirito libero
e arguzia filosofica nelle sue note
di Giovanni MUCCIO*
E' scomparso un mio grandissimo amico, Tommaso Di Do-
menico.Se ne va un compagno di una vita, ma resteranno
per sempre in me spicchi di vita trascorsi insieme, nel bene
e nel male, ricordi che custodirò per sempre nel preziosis-
simo scrigno della mia memoria. Il Guerriero Sannita, addo-
lorato, saluta una persona cara, intelligente, geniale, estrosa,
estroversa, disponibile ed umana. Il mondo, politico e non, è
oggi più povero, ma di sicuro una stella in più arricchirà il
cielo sopra noi.Ciao, Tommaso, Guerriero di vita e di politica.
*Presidente Regionale del Guerriero Sannita
Scompare con Tommaso Di Domenico un amico sincero, un
interlocutore schietto, intelligente e avveduto, un padre di fa-
miglia prodigo e coscienzioso. Fino a pochi giorni fa mi sono
confrontato con lui godendo della sua lucidità di analisi e della
sua lungimiranza nelle strategie. Oggi mi sento più povero
come credo ci si senta tutto il Molise.
Il suo ricordo però non mi lascerà mai come non abbando-
nerà mai tutti coloro i quali con lui hanno potuto vivere av-
venture politiche, sfide, successi e in alcuni casi sconfitte
dignitose.
Battagliero, coraggioso, sagace e capace di osare in politica
come nella vita privata, orgogliosamente iscritto alla schiera
coloro i quali credono che l’audacia sia una virtù imprescindi-
bile nella costruzione del bene comune, Tommaso Di Dome-
nico, con quel suo linguaggio forbito, da cui traspariva una cul-
tura vasta che sapeva unire in modo sapiente la conoscenza
tecnica con quella umanistica, ha servito la sua terra prima
come Sindaco di Riccia, poi come consigliere Regionale e
quindi da Assessore. Ha ricoperto incarichi importanti e di
primo piano nella Democrazia Cristiana e alla fine di questa ha
sempre mantenuto la sua presenza nella scena politica regio-
nale.
Rispettato da tutti, amici e avversari, Tommaso ha contribuito
a scrivere la storia della sua città e della sua terra. Tutti siamo
a lui debitori, tutti possiamo e dobbiamo imparare dal suo
esempio di impegno civile e sociale.
Il senatore Michele Iorio ricorda la figuraumana e politica di tommaso di domenico
"E' andato via un amico"
Tommaso Di Domenico era nato a Riccia il 26 maggio del 1946
‘Parcheggi rosa’ a Campobasso:
è l’idea del gruppo di Democrazia
Popolare. I consiglieri comunali
Marialaura Cancellario, prima fir-
mataria della mozione presentata
al presidente dell’assise di Palazzo
San Giorgio, e Francesco Pilone
sperano che l’assemblea possa
accogliere l’idea, tesa a favorire le
donne in stato di gravidanza e le
neomamme.
L’idea, studiata da Cancellario e
Pilone, nasce dall’esigenza di faci-
litare la vita delle donne che gui-
dano, in stato di gravidanza,
oppure mamme con figli fino a do-
dici mesi, alle prese con carrozzine
e passeggini. I ‘parcheggi rosa’, in-
fatti, faciliterebbero e non poco gli
spostamenti di coloro che si appre-
stano a diventare madri o lo sono
da poco.
“I parcheggi rosa – hanno affer-
mato in coro Marialaura Cancella-
rio e Francesco Pilone – sarebbero
per la città di Campobasso una
conquista sociale, perché la possi-
bilità per le donne incinte e le neo-
mamme di potersi spostare con
minori disagi e con la certezza di
trovare parcheggio, soprattutto in
aree sensibili, farebbe vivere la
gravidanza e la fase immediata-
mente successiva con minore
stress.
Ad oggi, purtroppo, i parcheggi
rosa non sono previsti dal Codice
della Strada, per questo motivo
l’azione comunale diventa impor-
tante, perché andrebbe a soppe-
rire, in un certo senso, a una
lacuna legislativa. Non essendo
previste multe per l’eventuale
sosta nei parcheggi rosa, l’azione
del consiglio comunale nei con-
fronti delle donne in gravidanza e
delle neomamme sarebbe un
‘gesto di cortesia’, mentre spetterà
al senso civico dei cittadini non oc-
cupare quei posti che si vorranno
contrassegnare e riservare. A dire
la verità – proseguono i consiglieri
comunali Cancellario e Pilone –
l’amministrazione comunale di
Campobasso già nel 2009 aveva
deliberato l’installazione di appositi
contrassegni, atti a creare aree di
parcheggio riservate, scomparse
nel giro di poco tempo”.
La mozione, presentata da Ma-
rialaura Cancellario e Francesco
Pilone, impegna il sindaco Antonio
Battista e la Giunta comunale ad
adottare tutti i provvedimenti ne-
cessari, al fine di consentire alle
donne residenti a Campobasso, in
stato di gravidanza e con figli fino
a dodici mesi e in possesso della
patente di guida, di poter ottenere
un contrassegno temporaneo rosa,
che consenta l’esenzione dal pa-
gamento del parcheggio negli ap-
positi spazi che saranno individuati
sul territorio cittadino, provve-
dendo quindi all’allestimento delle
aree di sosta denominate ‘Par-
cheggi Rosa’ con la segnaletica
orizzontale e verticale e discipli-
nando la procedura per la richiesta
del ‘contrassegno temporaneo
rosa’.
“Noi riteniamo – hanno concluso
Marialaura Cancellario e France-
sco Pilone, rappresentanti di De-
mocrazia Popolare al Comune di
Campobasso – che chi amministra
un comune debba mettere il citta-
dino al centro dell’attenzione e nel
capoluogo molisano si deve fare
ancora tanto per far sì che anche
la ‘nostra’ Campobasso si elevi a
simbolo di una città all’avanguar-
dia sotto l’aspetto sociale. I par-
cheggi rosa sono solo il primo
passo della nostra politica, tesa
alla tutela dei cittadini e, soprat-
tutto, delle fasce più deboli”.
Questa mattina alle 10 presso
la Sala della Costituzione del-
l’ente, avrà luogo la cerimonia di
consegna dei biglietti di viaggio
del progetto “A scuola di turi-
smo”. L’iniziativa di mobilità in-
ternazionale “Leonardo da
Vinci” ha visto protagonista la
Provincia di Campobasso e pre-
vede 1 mese di tirocinio al-
l’estero nel settore turistico per i
ragazzi dell’Istituto professio-
nale di Stato “Cuoco” di Campo-
basso, dell’Istituto Alberghiero di
Vinchiaturo e dell’Ipseoa “Fede-
rico II” di Termoli.
827 agosto 2014 Campobasso
Gambatesa (CB) e Copertino (LE):prove tecniche di gemellaggio
Progetto “A scuola di turismo”, oggi la consegna dei biglietti di viaggio
Parcheggi rosa in città, la proposta di Cancellario e Pilone
“Paesi distanti e diversi ma con
un grande patrimonio culturale da
condividere, scambiare e valoriz-
zare”. Queste le parole d’ordine
dettate dai delegati alla cultura
delle amministrazioni comunali di
Gambatesa e Copertino, Luca
D'Alessandro dal paese fortorino,
ospite dell'omologo Cosimo Lupo
del comune salentino. L'impulso
ad iniziare un percorso finalizzato
ad un gemellaggio tra i due comuni
è partito del musicista copertinese
Emanuele Raganato, arrivato a
metà Agosto in Molise in qualità di
presidente di giuria al 25° Festival
della Canzone Dialettale Molisana.
Nei due giorni trascorsi a Gamba-
tesa per la kermesse canora, col-
pito dagli affreschi del Castello di
Capua firmati proprio da quel Do-
nato Decumbertino, quasi sicura-
mente proveniente dalla sua
stessa terra, e dopo aver apprez-
zato quanto il paese fortorino può
offrire in termini di arte, storia, mu-
sica e tradizione, non ha esitato a
mettere in relazione le due ammi-
nistrazioni locali.
Nell'incontro tra i delegati alla
cultura dei rispettivi comuni, tenu-
tosi nella biblioteca di Copertino
sabato 23 Agosto, sono emersi
tanti punti di contatto e la condivi-
sione di tante belle iniziative da at-
tuare in diversi settori. Si è parlato
di musica di storia e di tradizioni,
ma anche di sport (in particolare
cicloturismo) nonché turismo itine-
rante. All'incontro ha partecipato
anche la Pro-Loco di Copertino,
associazione molto attenta nel for-
nire servizi turistici nella città sa-
lentina, nella persona della
consigliera Laura Leo.
Per l'occasione è già attiva una
pagina facebook dal nome Coper-
tino LE - Gambatesa CB che in
poche ore ha raccolto oltre 100
likes a riprova dell'interesse che le
due comunità nutrono per l'inizia-
tiva. Da Gambatesa l'amministra-
zione comunale ci tiene a
sottolineare l'importanza della dif-
fusione della cultura, la storia e le
tradizioni locali al di fuori dei con-
fini regionali come strumenti di
marketing territoriale da promuo-
vere ai fini di un ritorno turistico.
Ora la palla passa ai sindaci Car-
melina Genovese (Gambatesa) e
Sandrina Schito (Copertino) per
l'ufficializzazione dei rapporti tra i
due comuni.
di Vittorio Venditti
GAMBATESA - Come volevasi di-
mostrare: I Caporali colpiscono an-
cora potenza del web e della
stampa: Altro che Dio! Altro che
Santa romana Chiesa! Qui,
quando si fa sul serio, si ottiene
qualcosa. Ma come la si ottiene?
E’ di venerdì scorso il mio inter-
vento/denuncia, ripresa e rilanciata
poi in un comunicato stampa in for-
mato ridotto, acquisito da giornali
e siti web che ringrazio a nome dei
miei amici spazzini.
La notizia però non è questa, ma
deriva proprio dagli effetti da que-
sta generati. E’ di ieri infatti un’e-
mail con la quale la nostra
Sindaca, in risposta al mio solle-
cito dei giorni scorsi, mi avvertiva
di aver girato l’articolo di giornale
alla ECOJunk, il nome che identi-
fica la società che dà lavoro a Sal-
vatore e Donato, dimenticando poi
di dar loro lo stipendio. E’ di oggi
alle dodici e trentasèi invece la te-
lefonata con la quale Totore mi av-
verte di essere andato in banca e
di aver trovato lo stipendio. Alle-
luia? Ma che! Magari! Il nostro, con
somma delusione, mi comunica di
aver trovati i soliti seicento euro e
nulla più. E gli ottanta euro di
Renzi? E gli straordinari di giugno
e luglio promessi dai caporali e di-
menticati anche questa volta? A
questo punto, chiedo pubblica-
mente e ribadirò immediatamente
in privato a Carmelina ed il suo
staff, di trasmettere anche questa
farneticazione a quella gente: Ce
la facciamo almeno a recuperare
gli straordinari di giugno e luglio?
Ad ogni buon conto io ho consi-
gliato a Totore di cercare la Sin-
daca e chiedere a lei se non sia il
caso di recuperare le ore non pa-
gate, dimezzando il servizio fino a
recupero concluso, atteso che
come ho dimostrato, questa gente
del beneventano crede di essere
furba prendendo in giro il gamba-
tesano medio che se però “s’in-
cazza”, sa come recuperare il mal
tolto!
Si son dovuti rimangiare le ordinanze in-
giuntive di pagamento. Per il comando dei vi-
gili urbani di Campobasso è l’ennesimo
smacco. Che fa seguito ad un precedente
smacco: il mancato introito delle violazioni
alle norme del Codice della Strada, accertate
nell’anno 2008/2009. Sia i verbali di contrav-
venzione che le ordinanze ingiuntive sono
stati applicati ed emanati in maniera errata.
Una presa d’atto poco confortevole per il Co-
mando che ormai si vede costretto a fare re-
tromarcia con una frequenza inusuale e
inaccettabile se si tiene conto che ad incap-
pare in errore sono dei professionisti. Ovvero
gente che per indossare la divisa di vigile ur-
bano ha dovuto fare un concorso e vincerlo,
dimostrando di avere padronanza dei compiti
da svolgere. Poi però accadono cose come
queste che stiamo raccontando: decine di
verbali e di ordinanze ingiuntive di paga-
mento costretti ad essere revocati perché
sbagliati. Sicché, invece di incassare, il co-
mando a volte è costretto a restituire le
somme, e a volte , come in questo caso, ad
annullarle, con l’aggravante di averci ri-
messo le spese di notifica. Non è la prima
volta che capita un fatto del genere. Vuol dire
che alla base della questione quantomeno
c’è un’evidente quota di distrazione, come
peraltro la si può evincere dalle motivazioni
degli annullamenti. Ne diamo in sequenza
una dimostrazione, riportando ciò ch’è
scritto: “… l’ingiunzione di pagamento ri-
guardante il veicolo CHRYSLER con targa
CP769MG, è stata inviata al precedente rap-
presentante legale della società proprietaria
del veicolo”; … l’ingiunzione di pagamento ri-
guardante il veicolo Fiat Panda con targa
DE207VZ, è stata inviata a persona diversa
dall’effettivo proprietario”; “… l’ingiunzione di
pagamento riguardante il veicolo Lancia
lybra con targa BJ878HX, è viziato in quanto
l’atto tornato indietro per compiuta giacenza
dopo 180 giorni, era stato inviato ad indirizzo
errato del proprietario”; “… in quanto l’atto
era stato inviato ad indirizzo errato del pro-
prietario come si evince dai certificati alle-
gati”; “… l’ingiunzione di pagamento
riguardante il veicolo Ford Cmax con targa
DP885FE, annullata in quanto l’atto era stato
inviato ad indirizzo errato del proprietario”;
“…l’ingiunzione di pagamento riguardante il
veicolo Lancia Lybra con targa BM930LX, è
stata inviata a persona diversa dall’effettivo
proprietario”; “… le ingiunzioni di pagamento
riguardanti il veicolo Toyota Yaris targato
DT052HL sono state notificate a persona di-
versa dall’effettivo proprietario del veicolo
all’epoca dei verbali”. Una rappresentazione
poco gradevole del comando che, immagi-
niamo, si vorrà fare di tutto perché non si ri-
peta. Per il buon nome del comando stesso,
dei vigili e, perché no, dell’amministrazione
comunale. Ma soprattutto per la tranquillità
degli automobilisti.
Dardo
927 agosto 2014Campobasso
Si contano a decine gli annullamenti, perché sbagliati, dei verbali
di contravvenzione e delle ordinanze ingiuntive di pagamento
Gli spazzini di Gambatesahanno preso lo stipendio, ma…
La distrazione, fino a provacontraria, non rientra nei compiti dei vigili urbani
ISERNIA. Ho sempre pensato che
le piazze, come le strade o come
tutti i luoghi di una città, avessero
una funzione un po' di testimonianza
della e per la città stessa e un po' di
luogo dove si mettono in evidenza i
valori in cui quella città crede. Per
questa ragione mi ero anche per-
messo di pensare che "Piazza Cele-
stino V" che qualche tempo fa si
chiamava "Piazza della Fontana fra-
terna" (che, come sicuramente sa,
era stata "Piazza della Concezione")
erano state chiamate così per ricor-
dare qualcosa e per stimolare anche
a credere in quel qualcosa (forse la
santità di Celestino?, forse il carat-
tere e l'essenzialità della fontana?,
forse la purezza della Vergine
Maria?). Non ho nulla contro le
piazze che riescono ad essere luogo
di riunione e credo anzi che la piazza
italiana che esalta lo spazio aperto e
che spesso ha i portici (per questa
ragione in giro per il mondo la chia-
mano piazza italiana) inviti appunto
a questo. Fino ad oggi ho pensato
che, dato che la piazza è luogo di in-
contro per eccellenza, non era male
che testimoniasse e stimolasse a ri-
flettere e a identificarsi con qualche
valore ribadito appunto dal gesto di
governo che quel valore riconosce
mettendolo perciò in attiva evidenza.
Ora lei però mi indica che sbagliavo
e che il popolo, come lei ricorda,
vuole invece "panem et circenses",
per usare i detti che lei ama e che
nel suo stile usava Giovenale. Per
amore della quotidianità frettolosa e
ben finalizzata dei nostri giorni, ri-
porto la traduzione moderna: "auto-
strade e piazze", ovviamente per le
ragioni e le finalità che lei segnala.
1027 agosto 2014 Isernia
"Che fine ha fatto l'acqua?"
MONTAQUILA. “Siamo in carenza idrica ormai da mesi, ma negli ultimi
tempi la situazione si è fatta insostenibile. Sistematicamente, ogni sera i nostri
rubinetti vanno in secca e restano desolatamente asciutti fino alle 7 e 30 del
mattino, ben 12 ore senza una goccia d’acqua! Facile comprendere i disagi
che siamo costretti a sopportare, specie per quanto concerne la mancanza di
igiene. Una situazione esplosiva, che rischia di diventare anche un problema
di salute pubblica”. Questo l’accorato sfogo di un cittadino di Montaquila,
padre di famiglia per il protrarsi del disservizio. “In casa -continua l’uomo- ab-
biamo dei bambini, per cui è facile comprendere quali enormi disagi siamo
costretti a sopportare. Dal Comune finora non sono stati in grado di venire
a capo della questione, per cui abbiamo deciso di passare alle vie di fatto. Tra
qualche giorno terremo un’assemblea pubblica e daremo avvio ad una peti-
zione indirizzata al Prefetto ed alla Procura della Repubblica. Adesso basta -
questa la perentoria conclusione dell’inviperito cittadino-, gli amministratori
comunali intervengano senza ulteriore indugio. Diversamente saranno chia-
mati a rispondere delle loro inadempienze”.
ISERNIA. Il venafrano Ivan Forte é il nuovo
segretario provinciale di Forza Italia per il territo-
rio isernino. La comunicazione l’ha dato il diretto
interessato nel corso del recente vertice del cen-
trodestra svoltosi nel capoluogo pentro su inizia-
tiva dell’ex assessore regionale Di Sandro ed al
quale hanno partecipato l’ex governatore Mi-
chele Iorio, l’ex senatore Ulisse Di Giacomo, il
presidente della Provincia pentra Lugi Mazzuto
e numerosi sindaci ed amministratori comunali
dell’isernino. Ivan Forte, che fa parte della se-
greteria politica dell’europarlamentare Aldo Patri-
ciello, è stato designato dai vertici nazionali di
partito ed affinca Pier Luigi Lepore, attuale se-
gretario FI per la provincia di Campobasso.
Sempre in tale partito resta invece scoperto il
ruolo di segretario/coordinatore regionale, an-
cora da designare. Al momento infatti é l’on. Ro-
tondi a svolgere le mansioni di commissario
regionale di FI per il Molise.
VENAFRO. Sono anni che i venafrani
ripetono il “ritornello”, ma non c’é da fare
: nessuno lo ascolta ! E’ strano, ma le
cose stanno esattamente così. Tanta
parte dell’opinione pubblica del posto
continua a chiedersi, “perché mai da noi
sono presenti tutte le forze dell’ordine per
prevenzione e tutela di territorio e patri-
monio pubblico e privato, meno che la
Polizia di Stato ? Un’assenza che sor-
prende, considerata l’utilità e la necessità
del Corpo -ovviamente alla stregua di tutti
gli altri- tanto che tutti i “giorni del Si-
gnore” uomini e mezzi della PolStrada
sono presenti su strade e piazze di Vena-
fro provenienti da Isernia, da dove evi-
dentemente si stima (a ragione)
l’opportunità di disporre il servizio a 20
km. di distanza per il più diretto e migliore
controllo del territorio, considerata la po-
sizione di Venafro, la sua importanza
socio/economica ed il rilievo del traffico
interregionale che quotidianamente l’at-
traversa. In parole povere gli uffici diri-
genti del Corpo di Polizia nel capoluogo
pentro avvertono la necessità della pre-
senza di propri uomini e mezzi a Venafro,
in modo da affiancare il lavoro di Arma,
Fiamme Gialle, Corpo Forestale ect. al
fine di garantire tutela, prevenzione e
controllo. “Se é vero, com’é vero, tutto
questo -aggiungono i venafrani- non ci
spieghiamo perchè tutte le forze dell’or-
dine sono presenti tra noi, da segnalare
che sono appena arrivati anche i Vigili del
Fuoco, sistematisi in uffici comunali di
piazza Vittorio Veneto dove sostano con-
tinuativamente i loro mezzi, mentre per la
Polizia di Stato nessun segnale di arrivo
in pianta stabile. Ovviamente non siamo
per la militarizzazione della nostra città,
quanto piuttosto per il più opportuno com-
pletamento del “biscotto” -o cerchio se si
preferisce- della prevenzione, in vista di
una vita più tranquilla e sicura. Ve-
dremmo ad esempio l’apertura a Venafro
quanto meno di un recapito della Pol-
Strada, in modo da sentirci tutti più garan-
titi e visto l’intenso traffico interregionale
che ogni giorno attraversa la nostra città.
Non resta che augurarci che la nostra
istanza venga finalmente ascoltata. Del
resto si concretizzerebbe anche un con-
sistente risparmio per la spesa pubblica
dello Stato, una volta venuta meno la ne-
cessità di spostare ogni giorno da Isernia
a Venafro mezzi e pattuglie del Corpo,
che viceversa espleterebbero il loro servi-
zio in toto a Venafro e dintorni. Pensiamo
che il nostro Comune farebbe il possibile
per accogliere il nuovo servizio”. Saranno
ascoltati i nostri ? Staremo a vedere !
I cittadini di Montaquila segnalano un problema rimasto senza soluzione
Piazza Celestino o Piazzadella Fontana Fraterna?
Venafro reclama il posto di PoliziaIl venafrano è stato nominatosegretario provinciale di Isernia del movimento
Forza Italia si affida a Forte
Da anni cittadini e amministratori chiedono
al Ministero l'istituzione di un presidio
L'interrogativo è stato posto da un lettore che richiama l'attenzione sull'area
TERMOLI. Stranamente, non ci
sono state grosse prese di posi-
zione (anzi, nessuna) dopo la re-
scissione del contratto tra l’Ati che
si era aggiudicata la gestione ven-
tennale del parco di Termoli e l’am-
ministrazione comunale adriatica.
A tirare fuori di nuovo la que-
stione pubblicamente è stato il ca-
pogruppo della lista Alleanza per
Termoli, Francesco Rinaldi, che col
supporto di altri firmatari come Di
Brino, Marone e Di Giandomenico,
ha presentato una mozione rivolta
al sindaco Sbrocca e al presidente
del consiglio Vigilante, con cui vor-
rebbe impegnare l’attuale maggio-
ranza a riaprire la piscina nella
villa intitolata a Girolamo La
Penna.
“La piscina scoperta del parco
comunale versa in totale stato di
abbandono da svariati anni, un
colpo alla memoria di una cittadi-
nanza che ne ha un ricordo spe-
ciale.
Per questa ragione, invitiamo il
sindaco a intervenire affinché si
possa rendere funzionale e fruibile
la piscina già dall’estate 2015, ri-
qualificando tutte le vasche, con
annessi spogliatoi e area pic-nic”.
TERMOLI. Prima l’ordinanza,
poi la riflessione. Commercianti
con l’umore variabile per i lavori
di riqualificazione del corso che
dovranno partire a settembre, pur
sapendo che sono necessari per
non perdere i finanziamenti,
anche se proprio nelle ultimissime
ore e dopo l’ordinanza di cui ab-
biamo dato notizia stamani, qual-
cosa potrebbe mutare. Non lupus
in fabula, però abbiamo incrociato
il sindaco Sbrocca nel mentre an-
dava a prendere un caffè con la
sua giunta e abbiamo chiesto se
fosse confermato l’avvio dal
primo settembre del cantiere affi-
dato alla Ditta De Francesco Co-
struzioni.
In realtà, è maturata l’idea di
posticipare l’avvio dei lavori al-
meno di una settimana, o comun-
que di arrivare all’apertura delle
scuole, così da permettere di
poter beneficiare fino in fondo
della coda bonaria di un’estate
anomala. Per questa ragione,
Sbrocca ci ha evidenziato come
l’ordinanza potrebbe dunque es-
sere rivista nei tempi e all’uopo
convocherà a giorni i commer-
cianti del corso per avere con loro
un confronto su quanto si andrà a
realizzare.
Tutti i lavori dovranno essere
rendicontati entri il 31 dicembre
2015 e uno slittamento ulteriore
potrebbe mettere a rischio questo
termine perentorio.
TERMOLI. Da Bari a Termoli bi-
glietto sola andata per Pasquale
Catalano, ufficializzato quale
nuovo allenatore del Termoli cal-
cio. Il tecnico di origine barese
questa mattina ha raggiunto l’ac-
cordo e già nel pomeriggio di oggi
potrebbe incontrare la squadra
che quest’anno allenerà. Una
scelta mirata, quella dello staff di
dirigenza, che consegna al Termoli
Calcio un tecnico molto giovane,
prossimo ai 43 anni a novembre,
proveniente da una buona espe-
rienza a Bellaria, in Lega Pro – se-
conda divisione.
Per lui Termoli sarà una sorta di
prima vetrina importante per mo-
strare le sue capacità puntando
non solo a salvarsi ma anche a
fare del suo meglio per portare la
città più in alto possibile.
1127 agosto 2014Termoli
Lavori sul Corso a settembreIn Comune arriva Tenore
“Piscina scoperta, che degrado”I consiglieri di opposizione hanno presentato una mozione al Sindaco
TERMOLI. Come avvenne già
per Petrosino, anche le previsioni
sul futuro segretario comunale
sono state azzeccate.
il dottor Vito Tenore, già compa-
gno di classe del sindaco Sbrocca
e dello stesso Pino Gallo al liceo
Classico di Termoli, è il nuovo se-
gretario comunale al municipio di
Termoli.
Ben 14 sono state le richieste di
adesione al bando indetto dal-
l’amministrazione il 12 agosto
scorso, pervenute entro la sca-
denza del 22 agosto.
Tra queste è stata scelta quella
di Vito Tenore, che già era in pre-
dicato di diventare segretario ge-
nerale del comune di Termoli con
l’amministrazione Di Brino, ma ci
un intoppo procedurale relativo
alla classe di appartenenza.
E' il nuovo segretario generale del Municipio di Termoli
Pasquale Catalano nuovo allenatoreLa squadra giallorossa sarà seguita dal giovane tecnico
Il sindaco ha confermato l'avvio per evitare lungaggini