APPUNTI SPARSI (per la terza e quarta parte)...evroniani e umani e la decisione di affidare la...
Transcript of APPUNTI SPARSI (per la terza e quarta parte)...evroniani e umani e la decisione di affidare la...
-
APPUNTI SPARSI (per la terza e quarta parte)
§ "Coraggio e Speranza?"
"È il nostro motto. Lo diciamo per... 'scimmiottare' quello dell'Impero Evroniano: Potere e
Potenza... il loro potere noi lo combattiamo col nostro coraggio, alla loro potenza opponiamo la
nostra speranza di un futuro in cui vivremo liberi. Coraggio e Speranza sono i nostri capisaldi che ci
guidano. In queste due parole è riassunta tutta l'essenza della nostra battaglia."
§ "Faust Freedom. Un nome che non si dimentica. Eravamo in accademia insieme. Mai conosciuto
uno così: ti giuro, un autentico genio. Era un ragazzo apparentemente esile, con i capelli radi, dal
fisico asciutto e le guance scavate, eppure negli allenamenti batteva la maggior parte di noi.
Possedeva un'intelligenza del tutto fuori dal comune. Era in grado di gestire schemi incredibilmente
complessi, di correlare fatti che sembravano non avere nulla in comune, trovare soluzioni semplici a
problemi apparentemente insolubili. Un volta completò in un minuto una formula sulla quale i
migliori scienziati dell'esercito si stavano scervellando da oltre un anno. Pari alla sua intelligenza
possedeva soltanto la malvagità. I suoi occhi azzurro chiaro erano gelidi come pezzi di ghiaccio, la
sua voce calma e velenosa come il sibilo di un cobra. Non gli importava niente di nessuno, fuorché
di sé stesso. Tutti lo evitavano, soprattutto perché erano spaventati da lui. Una volta un nostro
commilitone di nome Jimmy si era permesso di rubargli una sigaretta: quando Faust, con grande
impassibilità, gliela chiese indietro, Jimmy lo mandò al diavolo ignorando la sua richiesta; prima
che potesse accorgersene, il ragazzo si ritrovò entrambe le braccia spezzate all'altezza del gomito.
Non ne riacquistò mai la piena mobilità, e dovette lasciare l'esercito. Faust fu punito con parecchi
giorni di isolamento, ma da quel giorno nessuno più osò fargli il minimo torto. E fu da allora che
iniziammo a chiamarlo Dottor Faustus, ispirandoci alla tragedia di Christopher Marlowe: un genio
che aveva venduto la sua anima al diavolo. Rimanemmo sbigottiti quando ci rendemmo conto che
quel nome che gli avevamo affibbiato lo entusiasmava al punto di volersi sentir chiamare solo in
quel modo. Godeva del dolore che infliggeva agli altri e della loro paura. Era un vero malvagio."
"Un tipino raccomandabile, insomma."
"Sì, un autentico psicopatico. Ma il peggio venne dopo. A causa del suo genio scientifico e militare
fece carriera rapidamente nell'esercito, guadagnandosi il rispetto, l'ammirazione e soprattutto il
timore di tutti. Era già un generale quando io e Westcock - eravamo due scavezzacollo a quei tempi!
- eravamo ancora semplici tenenti. Ma andò troppo oltre. Mandava interi plotoni di soldati a morire
in missioni suicide che faceva apparire come necessarie solo per assecondare la sua sete di sangue.
In questo modo ha fatto uccidere migliaia di uomini... per puro piacere. E, cosa più atroce di tutte,
compiva degli esperimenti segreti su degli innocenti degni dei peggiori scienziati nazisti. Atrocità
che si fatica addirittura ad immaginare. Fui io stesso a scoprire queste attività e a denunciarlo
pubblicamente. Quando venne espulso dall'Esercito con Disonore, mi giurò vendetta. Purtroppo,
però, prima dell'inizio del processo che avrebbe dovuto condannarlo per abuso di potere e crimini
contro l'umanità, Faustus riuscì a fuggire in modo inspiegabile. Quella fu una delle poche occasioni
in cui ricordo di aver avuto veramente paura."
"E poi cosa è successo?"
"Per oltre vent'anni non si sono più avute notizie di lui. Uno dei peggiori criminali di guerra della
storia era scomparso nel nulla. Poi, qualche giorno fa, consultando gli archivi segreti del
Dipartimento 51 finalmente ho scoperto cosa ne è stato."
"Dunque? Non vorrai dire che...?"
"Sì, esatto: è lui a capo della base segreta su quest'isola."
"Ma come è possibile??? Come può il governo americano permettere a un animale degenerato come
quello di occupare un posto simile?"
"È proprio questa la cosa che più mi ha sconvolto, Paperinik: l'instaurazione dell'accordo tra
-
evroniani e umani e la decisione di affidare la direzione della base a Faustus non è stata una scelta
esclusiva del governo americano. È stato il frutto di un accordo tra tutti i governi dei paesi più
potenti del mondo!"
"COSA?! Vuoi dire che esiste davvero... UNA COSPIRAZIONE GLOBALE?"
"Purtroppo sì, Paperinik. E in questa torbida storia, ogni paese cerca di tirare l'acqua al suo mulino,
di guadagnarci a spese degli altri, ingannandosi a vicenda."
"Ma guadagnare cosa? Perché? Quale sarebbe lo scopo di tutto questo?"
"Il più semplice di tutti: POTERE, puro e semplice. La droga è solo un aspetto secondario, dato in
'appalto' alle mafie americane oggi e di tutto il mondo domani per tenerle sotto il controllo dei
governi, visto che alla fin fine si tratta di strutture che permettono di esercitare potere sulla società.
Il genio sadico del dr. Faustus è necessario per studiare da vicino la tecnologia evroniana e le loro
armi, ma soprattutto la loro fisiologia, e compiere esperimenti. È questo lo scopo del progetto
Chimera: la creazione di nuove e potentissime armi biologiche, basate sulla biologia evroniana, che
vanno da bombe intossicanti simili alle spore al potenziamento fisico indotto tramite mutazioni. Il
Krystal è il principale prodotto di questi esperimenti: una sostanza mutagena, che assume proprietà
differenti a seconda della lavorazione e dei dosaggi. Ne sono state approntate almeno venti versioni
diverse, tutte con applicazioni differenti. Droghe psicotrope, mutazioni, nuovi materiali organici
chitinosi prodotti dai mutanti, schiavi con intelligenza collettiva facilmente controllabili, acidi letali,
antibiotici miracolosi, pappe reali in grado di produrre supersoldati con forza e intelligenza
sovrumani. Le potenzialità risultanti in termini di potere e guadagno sono pressoché infinite. In
fondo, la vita di qualche barbone in tutto il mondo è un piccolo prezzo che si paga volentieri: è
come acquistare oro con la spazzatura."
"No, no, non è possibile... tutto questo è troppo... mostruoso per essere vero! Come possono essere
così ciechi? Come fanno a non capire che anche gli evroniani ci stanno studiando per distruggerci?"
"Quando lo capiranno, sarà troppo tardi. Perciò dobbiamo intervenire al più presto."
- 1952 -
>>SPLASH!!!
-
"Scusa, Biancaneve!"
"Di niente, PISCIASOTTO!"
"COME MI HAI CHIAMATO?!", gridò Westcock, sbattendo i pugni sul tavolo di legno tarlato
della cucina e facendo cadere una decina di patate.
"Pisciasotto!"
"Smettila!"
"E perché? Tanto ormai lo sanno tutti che un giorno sì e uno no fai la pipì a letto!"
"Piantala o ti faccio più nero di quel che sei!"
"Provaci!"
Uno sguardo d'odio corse tra i due ragazzi. Per qualche momento calò il silenzio.
"Ehi, Clint..."
"Cosa?"
"Però quel barattolo di vernice che hai lasciato sopra la porta del gabinetto del colonnello è stato
davvero un colpo di genio..."
"Beh... anche suonare l'adunata mentre lui c'era dentro non è stato niente male..."
I due si guardarono ancora un momento, e poi scoppiarono a ridere come imbecilli fino alle lacrime.
Erano come due fratelli: più litigavano, più si volevano bene.
"Ah ah ah ah ah... ehi, Abe... uh uh uh... la sai una cosa?"
"Eh eh eh eh... che cosa?"
"Ih ih ih... sei sporco sulla faccia!"
"Uh? E dove?"
"Proprio lì, sul naso!"
"Sei sicuro?", disse strofinandosi.
"Certo!", gridò Westcock tirandogli in faccia un uovo fresco. Wisecube ci rimase secco come un
idiota, mentre Westcock seguitava a ridere a crepapelle vedendo la sua testa pelata colante di
albume.
"Ti faccio ridere, eh?"
"OH, SÌ! DA MATTI! AH AH AH AH AH!!!"
"Vediamo se ridi anche adesso!", replicò Wisecube gettando addosso al commilitone una secchiata
d'acqua.
"Ah, allora vuoi la guerra, eh? Ebbene, guerra sia!"
Iniziò uno scontro a fuoco selvaggio a suon di patate, farina, uova, gallette e tutto quanto si trovava
in giro, per poi passare all'arma bianca (sedani contro carote) e infine al corpo a corpo. Alla fine
della terza guerra mondiale, la cucina stava peggio di Hiroshima e Nagasaki messe insieme; i due
erano coperti di cibo da capo a piedi, esausti e con le mascelle che gli dolevano dal ridere.
"Ma bene, a quanto vedo vi state divertendo."
I due conoscevano fin troppo bene quella voce sgradita; immediatamente tornarono seri e
guardarono all'unisono verso la porta aperta della cucina, alzandosi in piedi. Era entrato un ragazzo
dall'aria scarna, con i capelli radi e gli occhi di ghiaccio, che li squadrava come esseri inferiori.
"Da quale buco sei strisciato fuori stavolta, Faustus?", disse Wisecube con tono distaccato e
tagliente.
"È meglio che tu non lo sappia: la tua fragile mente non lo reggerebbe. E poi, non osare parlarmi
così: devo ricordarti che sono stato appena promosso sergente, e quindi sono un vostro superiore?
Sull'attenti!"
"Tu, viscido..."
"Soldato... ti consiglio di comportarti come si deve, o ti assicuro che il rapporto che presenterò al
colonnello ti farà pentire di essere nato."
Stringendo i denti per la rabbia, i due ragazzi si posero sull'attenti. Il loro coetaneo li guardava con
-
occhi gelidi, come se desiderasse vederli morire tra atroci sofferenze. Quegli occhi blu facevano
veramente paura, anche ai più coraggiosi.
Faustus li fece restare immobili sull'attenti per un minuto intero. Poi finalmente disse: "Riposo.
Adesso ripulite questo casino. E quando avete finito, ricordatevi di segnare sull'agenda che per il
prossimo mese potete scordarvi la libera uscita... dopo, naturalmente, aver fatto 50 flessioni. Buon
lavoro.". Uscendo dalla stanza, lo sentirono ridacchiare.
"Brutto figlio di...!"
"Calmati, Abraham. È inutile arrabbiarsi ora. Prima o poi le pagherà tutte."
"Ma lo hai sentito!? Si dà tante arie solo perché ora è sergente, mentre fino a ieri puliva i cessi
insieme a noi! Lui..."
"Poteva andarci peggio, Abe. Molto peggio. Adesso diamo una sistemata a questo posto: poi
decideremo sul da farsi."
§ Salendo su una formazione rocciosa che gli permettesse di dominare i soldati, Pk iniziò il suo
discorso.
"Soldati. Alleati. Amici. Siamo molto diversi tra noi. Alcuni di noi sono umani, abitanti della Terra.
Altri invece alieni, esseri giunti qui da mondi lontani ed estinti per aiutarci a condurre la nostra
guerra. Non abbiamo niente in comune, a parte una cosa. Uno scopo. Un nemico. E questo è
sufficiente per accomunarci tutti. Alcuni di voi sono qui per combattere per la Terra, la propria
patria; altri per liberare il cosmo dagli evroniani. Altri...", e lo disse guardando da principio
Xadhoom, ma poi pensando a un po' anche a sé stesso, "... per semplice vendetta. Qualunque siano
le vostre motivazioni, oggi siamo qui per combattere, se necessario fino alla morte. Molti di noi
potrebbero non uscire vivi dalla battaglia che sta per svolgersi, ma sono sicuro che ognuno di noi
combatterà strenuamente, fino alla fine. Se desideriamo vincere, non dovremo avere pietà:
l'innocenza è un lusso che non possiamo più permetterci. Tutti noi sappiamo che la potenza di
Evron è grande, che nella loro millenaria brama di conquista i nostri nemici hanno distrutto un
numero incalcolabile di mondi: ma tutto questo può finire, e perché ciò accada da qualche parte
dobbiamo iniziare. Stavolta non ci faremo fermare, da niente e da nessuno. Oggi compiamo un atto
di coraggio. Oggi noi osiamo ribellarci a Evron, osiamo muovergli guerra. Osiamo dire no a chi
vorrebbe vederci sparire, divorati da tetre fiamme azzurre. Osiamo scegliere il nostro destino.
Osiamo alzare il capo e urlare con tutta l'anima contro l'invasore che anche se ci ha tolto le
nostre case, le persone che amavamo, il nostro diritto di vivere un'esistenza felice nella pace, e
che anche se ci può togliere la vita, non potrà mai toglierci la speranza! Se proprio vogliono la
nostra energia, la nostra carne, il nostro sangue, CHE VENGANO A PRENDERSELO CON
LA FORZA! E ADESSO, MUOVIAMOCI E ANDIAMO LÀ A ROMPERGLI IL CULO A
CALCI!!!"
Alla frase conclusiva, un boato di approvazione giunse dall'esercito radunato al comando di
Paperinik: umani e alieni uniti, per combattere gli invasori evroniani. Sarebbe stata una giornata
storica.
§ "Ehi…"
Una mano si posò sulla spalla di Xado. La xerbiana si voltò: era Pikappa. La stava guardando fisso,
con un viso indecifrabile. Xado lo squadrò con aria interrogativa, aspettando una reazione, forse un
ordine. Invece Pk le sorrise in un modo che non aveva mai visto, si potrebbe dire carico di tenerezza
e gentilezza. Qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.
-
"Stai attenta durante la battaglia… Occhibelli."
Xado rimase a fissarlo a bocca aperta. Si sentì per un attimo il cuore in gola. Il suo viso… pareva
così sereno, era illuminato da un tenue raggio di sole che filtrava tra le foglie. Sembrava quello di
un antico eroe, un padre leggendario, un difensore di tutto ciò che è buono. Qualcosa di monolitico
e rassicurante, che si ergeva come un baluardo da tutti i demoni che popolano le nostre fantasie da
bambini. Lei non aveva mai visto quell'espressione su Pikappa prima d'ora. L'aveva chiamata
Occhibelli. Non l'aveva più fatto da quando si erano visti l'ultima volta.
Lo sbigottimento di Xado si trasformò in un sorriso commosso. Non si era mai sentita così
vulnerabile e fragile come in quel momento: era come se con uno sguardo Pikappa sarebbe stato
capace di leggere nel suo cuore. Lo abbracciò.
"Te lo prometto."
§ "Amico mio…"
Pk, con le mani tremanti di rabbia, si tirò su in piedi. Ancora vittime, che non aveva potuto salvare a
causa della sua debolezza.
"Ora BASTA… questo era l'ultimo! Adesso… la pagherete… CARA!"
Premette un pulsante sulla sommità della sua cintura, che si aprì in due senza slacciarsi, scoprendo
un grosso bottone rosso al centro.
"Non avrei mai voluto usare quest'arma, ma a questo punto non ho più scelta… ricorrerò alla
Configurazione Speciale BATTLECRY!"
Senza più esitare lo premette, e si accese di rosso. In un secondo tutti i bordi del costume tra le zone
nere e le zone rosse si illuminarono di una luce rossa. "È stata richiesta l'attivazione della configurazione speciale da battaglia BATTLECRY. Inserire password."
"ARMAGEDDON."
Un ronzio elettrico, come di un accumulatore che si carica, riempì improvvisamente l'aria. Le zone
rosse del costume iniziarono a risplendere di una intensissima luce rossa, così come la cintura e la
maschera di Pk, che si illuminò di bianco.
"Tutta la riserva energetica del costume… 200 anni a regime normale… DUE ORE in
modalità BATTLECRY! VE LA SIETE CERCATA, PARASSITI SPAZIALI! ORA
ASSAGGERETE TUTTA LA MIA POTENZA!!!"
Il costume iniziò a riconfigurarsi. L'armatura divenne più compatta, la maschera si allargò e divenne
completamente opaca, non lasciando più trasparire gli occhi di Pk. l'Extransformer tornò alla sua
forma precedente di scudo, ma conservando le sue bocche di fuoco, emettendo luce da ogni spia e
da ogni foro. Anche il guanto si riplasmò attorno alla sua mano, ma gli artigli cambiarono la loro
forma a coltello, divenendo lunghi, fini e incredibilmente affilati. Il tutto assunse un'aria più
muscolosa a causa dell'espansione della struttura interna delle fibre a memoria di forma. Terminata
la trasformazione, Pk faceva ancora più paura di prima.
Senza aspettare un solo istante, Pk puntò il braccio verso il gruppo di esoscheletri da battaglia,
reggendolo con la mano sinistra.
"CANNONE ENERGETICO WARLORD!"
L'Extransformer cambiò nuovamente forma, creando attorno al braccio di Pk un grosso cannone
circolare. Dall'interno un bagliore arancione: un'immensa quantità di energia era pronta ad essere
scaricata tutta insieme. Pk aderì con le suole al terreno per non essere spazzato via dal rinculo.
"FUOCO!!!"
>wwwuuuuuuuuUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU… B-
VOOOOOOMMMMMM!!!< Una bordata di energia della larghezza di un camion partì dallo scudo, producendo un boato che
risuonò per tutto il campo di battaglia, sovrastando spari, grida ed esplosioni. L'ondata di energia si
-
abbatté violentissima sul reparto di esoscheletri: ne spazzò letteralmente via una ventina, calando di
due terzi il loro numero totale e schiantandosi conto un edificio di 10 piani, che venne giù dalle
fondamenta come un castello di carte.
Skarn, che nel mezzo del campo di battaglia vide la scena, per un attimo rimase paralizzato a
guardare la devastazione. "Per Evron… che potenza… inumana!"
Il cannone Warlord ritornò alla forma di scudo. Pk trasse un profondo respiro… poi, con tutta la
voce che aveva nei polmoni lanciò un agghiacciante grido di battaglia.
"UAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!" A una velocità perlomeno quadrupla di quella di un essere umano al massimo delle sue capacità si
gettò nella mischia contro gli esoscheletri sopravvissuti. A ben otto metri di distanza dal più vicino,
che gli stava sparando, spiccò un salto mostruoso, di almeno sei metri, librandosi in aria come un
falco ad ali spiegate pronto a gettarsi sulla preda; non appena sentì che stava iniziando a discendere,
accese il propulsore dell'Extransformer che gli diede una forte accelerazione verso il basso: piombò
addosso all'esoscheletro con velocità sufficiente da sferrargli un pugno volante che lo sfondò
completamente, spezzandolo in due dalla testa ai piedi. Senza fermarsi un solo istante si gettò
contro un altro esoscheletro, stavolta trapassandolo dal petto alla schiena con tutto il suo corpo: il
macchinario esplose dietro di lui.
Gli altri gli spararono contro, ma era tutto inutile: Pk creò un campo di forza ad altissima energia
che lo riparò dai colpi. Caricò di nuovo ad artigli spianati: con un colpo netto tagliò un nemico al
livello della 'pancia'. Un altro venne raggiunto da un pugno potentissimo, che lo trapassò da parte a
parte: facendo emergere la mano destra dalla schiena dell'esoscheletro, Pk fece fuoco eliminandone
un altro dietro di lui.
Un altro alle spalle: con una spettacolare capriola all'indietro alta quattro metri l'eroe si portò dietro
l'avversario e fece fuoco, facendolo esplodere. Meno quattro.
Si gettò contro gli ultimi superstiti, con tutte le intenzioni di finirli. Uno tentò di afferrarlo, ma Pk
con un gancio artigliato gli staccò braccio e gamba sinistra, per poi infliggere un altro colpo alla
gamba destra, facendolo crollare a terra e rendendolo inoffensivo. In quell'istante ebbe la vaga
visione di Skarn che gli urlava qualcosa, ma era troppo preso dall'ebbrezza dello scontro per
ascoltarlo.
Distratto per un decimo di secondo, uno dei robot lo afferrò in un abbraccio mortale, iniziando a
stringerlo.
"Illuso… la potenza del Battlecry è TROPPO GRANDE! AAAAAAHHHHHH!!!"
Con uno spettacolare sfoggio di forza fisica Pk si liberò in un istante, allargando le braccia con un
impeto tale da strappar via di netto quelle del robot. Congiunse le mani a pungo e vibrò un
fortissimo colpo al centro della testa, facendola rientrare completamente nel corpo e disattivandolo.
"PIKAPPAAA!!!", lo chiamava Skarn.
In un berserk irrefrenabile Pk saltò contro uno degli ultimi due esoscheletri da abbattere: afferrò la
testa metallica tra le sue braccia e stringendo a morte la accartocciò facendola esplodere in mille
pezzi. Si lasciò scivolare dietro la schiena del macchinario, che inerte gli ricadde sulle spalle; Pk,
gridando, lo sollevò in aria e spingendo le spalle contro il bacino lo distrusse, schiacciandolo nella
sua presa.
"PIKAPPA!!! FERMATI! DENTRO QUEGLI ESOSCHELETRI…!!!", continuava a gridare
Skarn.
L'ultimo. Non accennava a ritirarsi. Pk senza pensarci due volte gli si gettò addosso, aderendo al
suo petto con gli scarponcini speciali e facendolo oscillare all'indietro nell'impatto a causa della sua
forte inerzia. Gridando di rabbia repressa gli tagliò il braccio sinistro. Una mitragliatrice sulla sua
spalla gli si puntò contro la faccia, ma Pk con una mano sola la strappò via e completando l'opera
affondò le dita nel metallo della spalla del robot e gli strappò via anche l'altro arto, con ferocia
inaudita.
-
Ormai incapace di fermare lo scorrere impetuoso della sua rabbia, Pk con un colpo di artigli
scardinò la piastra pettorale dell'esoscheletro, che saltò via, come nel tentativo di strappargli il
cuore. Un grosso spruzzo di EME rosso sangue uscì dall'abitacolo, investendolo in pieno. Pk,
praticamente senza accorgersene, alzò gli artigli per vibrare il colpo finale… e improvvisamente si
bloccò, paralizzato. Una visione sconvolgente si parò davanti ai suoi occhi.
"… CI SONO DELLE PERSONE!!!", gridò Skarn. Ma ormai, tragicamente, era troppo tardi.
Pk vide davanti a sé un coolflame, immerso in una vasca di EME, con molti cavi collegati al corpo
fin sotto la pelle. Le sue mani ricominciarono a tremare. Gli tolse il casco… e il suo mondo andò
completamente in pezzi. Le sue pupille si contrassero, riuscì a sentire il battito del suo cuore. Uno
shock violentissimo gli salì lungo la spina dorsale, fino al cervello, sconvolgendo il suo corpo e la
sua anima. Il coolflame, ferito e sanguinante ma ancora vivo, lo fissò.
Era un ragazzino umano di non più di 12 anni.
Il respiro di Pk si fece mozzo. Si rese conto di essere fradicio di quel liquido rossastro. Si guardò
intorno, in un momento irreale, osservando gli esoscheletri che aveva distrutto: nella furia del
combattimento non ci aveva fatto caso, ma ora vedeva ovunque gli esoscheletri distrutti in un lago
di quel liquido, e tra le lamiere contorte pezzi di carne azzurrognoli. "In nome di Dio… che cosa ho fatto?"
Guardò verso il cielo, annientato dal trauma.
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!"
§ Il colpo si abbatté vicino a lui, violentissimo: Pk venne sbalzato a due metri di distanza e sbatté la
testa contro un sasso, rimanendo completamente disorientato. Non si accorse che l'esplosione aveva
squarciato il tronco di un grosso albero che gli stava dietro, e che ora questo gli stava precipitando
addosso!
Girandosi leggermente di fianco, con la vista confusa e controsole, Pk vide solo una massa nera che
gli si avvicinava velocemente; non si rese conto di cosa si trattava, ma capì istintivamente che lo
avrebbe ucciso. Chiuse gli occhi e si preparò al colpo finale, incapace di reagire; ma non venne
colpito. Riuscì a riaprire gli occhi prima di svenire, e sopra di lui vide svettare una figura nera, alta e
maestosa, che aveva sollevato il tronco e lo stava gettando via. Non riuscì ad afferrarne i dettagli,
ma ebbe la sensazione di conoscere quella sagoma.
"Ken?", disse. Quindi rilasciò il capo sull'erba, che si inclinò verso destra, e i suoi occhi videro
anche qualcun altro tra gli alberi, chiaro e nitido: una bambina che gli sorrideva. E poi perse i sensi,
definitivamente.
§ "Liberate i pretoriani."
Da un palazzo si aprì, in alto, una paratia orizzontale. Strane figure alate si gettarono a decine nel
vuoto, solcando il cielo al di sopra della base, in uno stormo nero che per un attimo oscurò il Sole.
"Ma che cosa..."
"... sono... per Evron..."
"È impossibile!", gridò Trauma.
"SONO PRETORIANI! Gli angeli custodi del dio Evron! Che follia è mai questa?!"
"È la follia di Zoster, Skarn! Soltanto un essere abietto come lui poteva concepire una blasfemia
simile!"
Il grido di battaglia dei pretoriani, che si levavano in cielo in formazione d'attacco con le armature
-
lucenti e le ali spiegate, era agghiacciante. Le loro armature azzurre, grigie e bianche brillavano al
Sole, contrastando con forza le piume nere delle loro ali. I caschi coprivano interamente le loro
teste, dall'attaccatura del becco alla base del collo; sulla zona degli occhi avevano un visore a forma
di V, e sopra di esso, sulla fronte, un cerchio che formava col visore il simbolo di Evron.
Vedere quella fiumana infernale calare sul campo di battaglia paralizzò per numerosi istanti i ribelli,
lasciandoli del tutto impreparato al loro attacco. Ogni pretoriano brandiva una lancia, la cui lama
emetteva luce. Il capo dello stormo, che portava un'armatura dorata, diede l'ordine di scendere in
picchiata.
"POTERE E POTENZA! FUOCO!!!"
Come avvoltoi assetati di sangue, i pretoriani, gli angeli della morte di Evron, calarono sul campo di
battaglia. Alcuni spararono raggi di energia dalle lame, riducendo numerosi ribelli in cenere; altri le
posizionarono verticalmente sotto di loro, e le lame di luce taglienti si allungarono fino a terra,
formando una specie di mortale rastrello, con ogni lama affilata come un rasoio. A gran velocità le
lame di energia solcarono la terra, falciando tutto ciò che incontrarono sulla loro strada. Un soldato
vicino a Skarn fu tagliato esattamente in due, dalla testa al bacino; dietro di lui, un altro perse in un
colpo solo il braccio e la gamba sinistra. Fu un vero orrore. Li stavano letteralmente passando al
setaccio!
Xado evitò per un soffio di essere squartata in due, rotolando di lato. Dopo una prima e una seconda
ondata i pretoriani ripresero quota, preparandosi a sferrare un nuovo assalto.
"CERCATE DI ABBATTERLI! MIRATE ALLO STORMO!", ordinò Skarn gridando. I soldati e
gli esoscheletri da combattimento mirarono e iniziarono una sorta di grottesco tiro al piccione.
"ALL'ATTACCO!", gridò il capo dello stormo, e i pretoriani tutti insieme ridiscesero in picchiata
sull'esercito dei ribelli, sparando raggi di energia dalle loro lance. Avendo il sole a sfavore, i ribelli
non riuscivano a prendere correttamente la mira, mancando molti bersagli: cosa che non valeva per i
pretoriani. L'onda d'urto di decine di colpi simultanei fu devastante. Molti esoscheletri esplosero.
Xado, circondata da un incendio, si trovò isolata e fu costretta a ritirarsi nella giungla, per non
rimanere da sola in uno spazio aperto come facile preda. Tre pretoriani tuttavia notarono la sua
ritirata e la inseguirono, volando sopra gli alberi.
"Non va bene! Altri due assalti così e ci schiacceranno!", disse Skarn.
"Cosa possiamo fare? Non abbiamo mezzi volanti, e Xadhoom è priva dei suoi poteri!"
"Dobbiamo sorprenderli. Come tutti gli evroniani, anche i pretoriani senza un capo che li guidi sono
disorientati. Il capo è quello con l'armatura dorata... devo raggiungerlo e abbatterlo!"
"E come? Non vorrai mica...!"
"Hai capito bene: sollevami e scagliami contro di lui!"
"COSA?!"
Xado corse a perdifiato tra gli alberi, tentando di nascondersi nel sottobosco. Un colpo di lancia
energetica abbatté un albero a due metri da lei. Rotolò giù in un fossato, finendo in un rigagnolo
fangoso.
"Dannazione! Sono nei guai! Se solo avessi i miei poteri di Xadhoom ORA...!"
Gli avvoltoi volavano in circolo sopra di lei. Recuperò il suo fucile e fece fuoco, senza colpire alcun
bersaglio. Uno dei pretoriani calò giù in picchiata, col proposito di afferrarla; Xado corse a
perdifiato. Era vicino, vicino, sempre più vicino...!
All'ultimo momento rotolò per terra, evitando gli artigli del pretoriano, che riuscì solo a staccare un
ramo a un albero. Tuttavia nella caduta si scorticò un braccio. Sanguinava.
Su un alberò vicino si posò un pretoriano, che iniziò ad armeggiare con i controlli del suo casco. La
stava cercando. Si nascose dietro un albero.
-
"Dove credi di scappare, bellezza...?"
Un colpo energetico spaccò in due il tronco. Xado, terrorizzata, riprese a correre, ma oramai non
aveva più scampo: un nuovo colpo energetico la raggiunse troppo vicino, colpendola al fianco e
bruciandole due costole. Crollò a terra, incapace di continuare. Quando sentì il sinistro frullar d'ali
del pretoriano che le atterrava vicino, capì che era giunta la fine.
"Buffo. Credo che dovrei pensare a Xari in questo momento, eppure mi viene in mente solo Pk...
Pikappa... amico mio... mi dispiace... avrei voluto fare di più... ma sono... così stanca... il dolore di
questa ferita è troppo... mi brucia... brucia..."
[episodio narrato in flashback]
"Brucia..."
La lancia del pretoriano si alzò sul capo di Xado, ma improvvisamente i suoi occhi si riaprirono e
brillarono della luce di una stella.
"BRUCIA!"
L'esplosione del potere di Xadhoom, risvegliatosi in lei, vaporizzò l'evroniano mutante e un
centinaio di metri di foresta. Avvolta da un alone di energia, Xadhoom si levò in volo, brillante
come un piccolo sole. Si trovò di fronte i due pretoriani superstiti che le davano la caccia.
"Allora, bastardi... dove eravamo rimasti?!"
"Trauma, non ho tempo di ripetertelo: tirami contro il capo della guardia pretoria, quello lassù!
L'unico con la coda! Ora!"
"E va bene... contento tu!", annuì Trauma. Poi prese in mano Skarn e lo lanciò a grandissima
velocità contro il pretoriano. Contemporaneamente Skarn si caricò di energia, sperando di finirlo in
un sol colpo. Ma il pretoriano lo vide arrivare, e con un'agile manovra aerea si scansò in tempo per
evitarlo.
Allora Skarn, sfruttando prontamente lo slancio rimasto, riuscì ad afferrare la gambe di un altro
pretoriano; poi con una giravolta (usando tutta la sua incredibile forza fisica) riuscì ad afferrarlo
dietro le spalle e ad afferrargli la mano con la lancia energetica.
"CHE DIAVOLO CREDI DI F..."
"ZITTO!", gli intimò, e iniziò a usare la sua lancia per colpire ed abbattere gli altri pretoriani, in
uno scontro aereo che da terra poteva definirsi spettacolare. Quando ormai aveva mietuto diverse
vittime il pretoriano riuscì a scrollarselo di dosso, ma Skarn lanciò un'onda di energia dalle sua
mani che uccise il pretoriano e gli diede una nuova spinta verso l'alto, verso il punto in cui si
trovava il capo della guardia pretoria. Ancora carico di energia, con le mani lucenti, Skarn fece una
splendida giravolta in aria e tirò un pugno contro l'evroniano, convinto di riuscire a stenderlo. Ma il
pretoriano bloccò il suo pugno afferrandolo nella sua stretta, creando un campo d'energia contrario.
"COSA?! Anche tu hai poteri energetici!"
"Dovevo tenere il passo col mio nemico, no?!"
"Ma... ma questa voce...! NO!", gridò Skarn, tirando contro il pretoriano un nuovo pugno. Non andò
a segno, ma il suo slancio li rovesciò entrambi. Iniziarono a cadere in picchiata a testa in giù,
avvinghiati per qualche istante in un duello mortale. Poi si schiantarono a terra, creando un piccolo
cratere.
I due pretoriani sopravvissuti fecero fuoco su Xadhoom, che incassò i colpi.
"Non siete male, evroniani! Le vostre armi sono potenti! Ma per quanto possiate impegnarvi, ora
che ho recuperato i miei poteri..."
Allargò le braccia a croce, richiamando il suo potere. La sua sagoma formò in cielo un'enorme
croce di luce, che risplendette magnificamente per alcuni secondi. Poi protese entrambe le braccia
in avanti e lanciò contro gli evroniani due flussi di energia, così potenti da incenerirli.
"... NON C'E' PARAGONE CON ME!!!"
-
"E invece sì, traditore!", gridò il pretoriano dalla buca. Poi si sentì un colpo sordo e si vide Skarn
volare via per quattro metri, colpito da un potentissimo gancio destro. Skarn ruzzolò a terra
dolorante, mentre il pretoriano usciva dal buco, scrollandosi via la terra dalle ali e agitando la sua
coda, appuntita da una lama metallica.
"Ungh..."
"E così, dopo tanto tempo, di nuovo faccia a faccia, eh, Skarn? Forse è vero ciò che dicono i
terrestri, 'la storia si ripete'..."
"Non... non ci credo... tu dovresti essere morto..."
Il pretoriano si sfilò lentamente il casco. Gettiti di fumo bianco uscirono dai tubetti che lo
collegavano alla corazza.
"... non puoi essere davvero..."
Lo gettò a terra.
"SEIANO?!"
------------------------------
"Com'è possibile? Ho saputo che Evron ti aveva ridotto a un mucchietto di cenere!"
"Sciocco! I codici genetici degli ufficiali sono conservati nella banca dati genetica di Evron... è da lì
che Zoster ha preso il mio DNA e mi ha clonato, rendendomi più potente di quanto non sia mai
stato!"
"Sei... un clone? Una copia genetica?"
"Esatto, una copia genetica migliorata e perfezionata, con le memorie del capo della guardia
pretoria, Seiano, che tu hai rovinato. Zoster lo ha fatto apposta, mi ha creato perché fossi destinato
ad ucciderti... ed ora è venuto il momento di adempiere al mio compito. Anche tutti gli altri
pretoriani sono duplicati genetici potenziati dei migliori generali di Evron... sai, potrebbe anche
esserci un Trauma, lassù. A dire il vero, potresti esserci anche TU! Anzi, credo che tu ti sia già
ucciso!", esclamò con un sorriso sadico.
"Tutto questo... è un vero Abominio! Guardati, Seiano: pur di vendicarti di me sei tornato dalla
morte... sei diventato un mostro!"
"Mostro...? No, ti sbagli... tutto l'opposto. TU GUARDA ME: ora io sono la potenza di Evron
incarnata... sono un angelo del dio Evron! Anzi... IO STESSO SONO UN DIO! IL DIO EVRON!",
declamò allagando le braccia e le ali.
"Sei pazzo proprio come il primo Seiano! Già due volte ho battuto lui... e lo farò ancora!", minacciò
Skarn, caricandosi di energia emozionale. I suoi muscoli si contrassero, riempiendosi di potere.
"Fatti sotto... sono ANNI che aspetto di regolare i conti con te!", ribatté il clone di Seiano, anch'esso
caricandosi.
"CORAGGIO E SPERANZA!"
"POTERE E POTENZA!"
[scontro cruento. Seiano affetta un po' Skarn con la coda, tenta di cecargli un occhio, Skarn gli
taglia la coda, si prendono un po' a cazzotti e poi fanno di nuovo la presa pugno a pugno energetico]
"Io... ti ucciderò..."
"Sei sempre stato uno sciocco, Seiano... vuoi sapere perché hai sempre perso con me, e perché
perderai anche questa volta?"
"No! Io vincerò!"
"Tu non vincerai mai, perché combatti solo per vendetta, per metterti in mostra. Non hai mai capito
cosa volesse dire battersi per qualcun altro... non hai mai sentito scorrere dentro di te la forza
sconosciuta di chi ha dei cari da difendere! L'HAI MAI SENTITA QUELLA FORZA, SEIANO?!"
"AH!"
"SENTILA ORA!"
-
Aumentando improvvisamente l'afflusso di energia alle sue mani, Skarn si liberò dalla presa di
Seiano e gli sferrò un pugno potentissimo in faccia, che gli spappolò un occhio. Lo stesso occhio
che gli aveva strappato quel lontano giorno nell'arena.
"AAARRGGGGHHHH!!! CHE TU SIA MALEDETTO!!!"
Skarn afferrò Seiano alla testa, convogliando in un solo istante una grande quantità di energia, e poi
liberandola tutta insieme.
"Vattene all'INFERNO!!!"
La testa di Seiano esplose in mille pezzi, schizzando sangue dappertutto. Il suo corpo, mutilato,
ebbe un ultimo fremito e si accasciò a terra privo di vita. I soldati pretoriani, disorientati
dall'improvvisa fine del loro capo, furono colti di sorpresa dai ribelli, che con una serie di raffiche li
decimarono.
Skarn osservò attentamente le sue mani, colanti del sangue di Seiano.
Strinse i pugni.
"È questa, la differenza fra noi. Ma allora perché... perché il mio cuore è così triste?"
"Dovevo immaginarlo. Mai mandare un impiastro genetico a fare il lavoro di un evroniano!"
"Chi...?!"
Dietro di lui, Zondag.
Dentro un esoscheletro alto tre metri.
E con tutte le armi puntate su di lui.
[un colpo di coda colpisce Skarn alla pancia e gli fa sfondare un albero ecc.]
§ "STAI ALLA LARGA, SKARN! Questa è una cosa tra scienziati!"
"Fatti sotto, Gorthan! Ora vedremo chi tra di noi ha davvero..."
"POTERE E SAPIENZA!", gridarono in coro, gettandosi l'uno sull'altro in un combattimento
mortale.
§ Gorthan levò in alto i suoi artigli ed gridò, proclamando la sua vittoria, pronto a finire
l'avversario.
"THEI-DE, ZOS'-TERR!"*
* Dalla lingua Yautja (Predator): "Muori, Zoster!"
§ Trauma caricò a testa bassa contro Zondag, pronto a travolgerlo con il suo impeto; ma Zondag fu
abbastanza veloce da scansarsi, e frapposte una gamba dell'esoscheletro davanti a Trauma. A causa
dello slancio il superevroniano non riuscì a evitare di inciampare e ruzzolare a terra, causando un
boato nella caduta.
"Come dicono i terrestri... più grossi sono..."
Zondag puntò contro Trauma, che si stava rialzando, un braccio da cui fuoriuscì un missile. Un
sorriso malefico gli spuntò sul becco.
"... più fanno rumore quando cadono!"
Zondag lanciò il missile: Trauma, ancora confuso, non fu in grado di evitarlo. Il missile lo colpì in
pieno, trascinandolo contro un casermone, ed esplodendo nell'impatto. Zondag contemplò
soddisfatto le macerie avvolte dalle fiamme.
"Questa è la fine di tutti i traditori! AH AH AH!"
"NON SPERERAI DAVVERO DI FERMARMI CON COSI' POCO?!", gridò Trauma emergendo
dalle macerie. Il suo corpo era ricoperto di fluidi mutageni e ogni genere di sostanze chimiche, visto
-
che era precipitato su un magazzino di stoccaggio di sostanze sperimentali. Non era ferito, ma
barcollava a causa del botto: gli sarebbero bastati pochi secondi per riprendersi, ma Zondag non
aveva in programma di concederglieli. Un cannone emerse da una spalla dell'esoscheletro,
puntandosi automaticamente verso Trauma.
"Fa' silenzio, mostruosità! Tu non sei nulla, e ora tornerai allo stato che ti meriti!"
Il cannone sparò un raggio de-evolutivo contro Trauma, centrandolo in pieno. Il grido di Trauma
riempì il campo di battaglia, mentre il suo corpo si contraeva, si rimpiccioliva, tornando a un livello
primordiale. In pochi secondi, il superevroniano di terzo livello era tornato a essere niente altro che
una comunissima spora.
"Trauma! Per Evron! Zondag, questa me la pagherai!!!", gridò Skarn furioso.
"Oh, giusto! Dove eravamo rimasti, Skarn?"
Un nuovo pugno scaraventò Skarn contro un albero. Il tremendo impatto, pur non danneggiando
eccessivamente lo straordinario fisico di Skarn, lo lasciò senza fiato e completamente disorientato,
mentre Zondag si avvicinava per finirlo.
Nell'ansia di proseguire lo scontro, Zondag non fece più attenzione alla spora di Trauma: senza che
il generale se ne accorgesse, una delle sue radici si intrufolò in una cavo spezzato dell'energia
emozionale, iniziando a nutrirsene in grandi quantità. Nel frattempo i fluidi mutageni di cui era
ricoperta penetrarono all'interno, e l'ortaggio iniziò a contrarsi, a pulsare ritmicamente, e ad
emanare una debole luce...
Skarn era ormai allo stremo delle forze: con quell'esoscheletro Zondag era troppo forte anche per
lui. Esausto per i colpi subiti, crollò a terra. Zondag, non ancora soddisfatto, lo raccolse e lo sollevò
per il collo, desideroso di fargli saltare la testa come un tappo di bottiglia.
"Gh-... ghnnn..."
"Dovevi sapere che sarebbe finita così, Skarn... chi tradisce Evron non può che perire... e così ora
morirai, come sta morendo il tuo patetico esercito, massacrato dai nostri soldati mutanti..."
"M-maled... etto..."
"Una volta che avremo fatto pulizia qui non ci fermeremo, sai? Troveremo la vostra base... la
attaccheremo e la ridurremo a pulviscolo cosmico, come questo insignificante pianeta!
Distruggeremo tutto... anche quell'abominio di tua moglie Zakyra, sai? Gorthan non avrebbe mai
dovuto commettere un simile crimine, creare un essere così contrario alla nostra natura... la
strangolerò personalmente, come ora sto strangolando te, SKARN!"
Improvvisamente Zondag fu distratto da un bagliore di luce alle sue spalle: si voltò di scatto ad
osservare la spora di Trauma, che si schiudeva di nuovo, emanando un'energia accecante.
"Ma cosa...?!"
Dalla spora si levò qualcosa di mai visto prima: un essere avvolto da una luce così abbagliante da
sembrare irreale. Trauma era tornato alla statura normale, ma aveva subito una metamorfosi
completa. Il suo corpo era coperto da un rivestimento chitinoso liscio color rosso scuro, striato da
aree trasparenti delle dimensioni di una mano a forma di S disposte ordinatamente su tutto il corpo,
sotto cui si intravedevano le sue fibre muscolari giallastre pulsare, emanando un bagliore di energia
gialla ad ogni contrazione. Al centro del petto spiccava il simbolo di Evron. I suoi occhi avevano
assunto una pigmentazione verde, mentre sulla fronte si era aperto un terzo occhio; sulla nuca gli
erano spuntati degli aculei simili a quelli di Skarn. Sulla coda gli era cresciuta un'altra testa, simile a
quella dell'Imperatore. I suoi serbatoi a ipercompressione avevano formato un raccordo dietro le sue
spalle. La massiccia quantità di sostanze mutagene ed energia emozionale avevano compiuto un
miracolo dell'evoluzione: Trauma aveva raggiunto lo stadio di SUPEREVRONIANO DI QUARTO
LIVELLO!
Nella gloria del suo nuovo stato, Trauma, ancora raccolto su di sé come un bambino, si sollevò in
volo levitando. Lentamente, come un nuovo essere che osserva per la prima volta il mondo, aprì i
suoi occhi: prima quelli vecchi, poi quelli nuovi, e vide Zondag che lo fissava. Gli tornò la
memoria. Il suo corpo si distese, e lentamente si posò a terra, continuando a fissare Zondag.
"Trauma? Ma cosa..."
-
"Sei sorpreso, Zondag? Anch'io lo sono, in effetti. Pensavi di avermi neutralizzato, e invece mi hai
solo aiutato a raggiungere la mia forma completa. Ora che ho questo corpo... e questa mente...
questa ENERGIA... tu non sei più nulla.", disse, parlando dalla testa posta sulla coda.
"Non dire assurdità! Il tuo corpo si è rimpicciolito, non sei più forte come prima!"
"Non credi nemmeno tu alle sciocchezze che dici. Non solo sono più potente di prima... ma ora so
fare anche altre cose. Ad esempio..."
Trauma protese un braccio verso Skarn e il suo terzo occhio si illuminò. Con un colpo telepatico di
grande potenza il braccio dell'esoscheletro che imprigionava Skarn esplose in due parti.
Nell'esplosione, Zondag perse una mano.
"AAARRGGHH!!! SPORA MALEDETTA! MI HAI STACCATO UNA MANO! Te la farò
pagare, mostruosità!"
"Davvero?"
Così velocemente che Zondag non riuscì a vederlo, Trauma si avvicinò in volo proprio davanti a lui,
e lo colpì con un pugno così forte che gli fece fare un volo di sei metri con tutto l'esoscheletro.
Zondag era così sorpreso che non riusciva a pensare.
"Skarn. Tutto bene?"
Skarn si rialzò, massaggiandosi il robusto collo.
"Sì... il tuo intervento mi ha permesso di riprendere le forze. Ora facciamola pagare a questo
evronide vigliacco!"
"Con grande piacere!", esclamò Trauma scrocchiandosi le dita.
I due guerrieri partirono all'attacco simultaneamente, tempestando Zondag di calci e pugni
potenziati dall'energia che gli scorreva dentro a fiumi. Colto alla sprovvista da quel tremendo
attacco il generale evroniano non riuscì ad organizzare alcun difesa. La forza combinata si Skarn e
Trauma era tremenda. Alla fine uno dei due riuscì a colpire le batterie, e l'esoscheletro si spense,
lasciandolo completamente inerme.
"Ti si sono scaricate le pile, Zondag?"
"Sacro Evron... devo andarmene da qui!", gridò mentre cercava di sbloccare la serratura della
cabina.
"Oh, no! E' BLOCCATA!"
Skarn e Trauma raccolsero le energie e si prepararono a finirlo con un colpo combinato.
"EHI, ZONDAG! QUESTO E' PER ZAKYRA!"
"POTERE E POTENZA", gridarono Skarn e Trauma, lanciando due colpi energetici potentissimi,
uno dalle mani e l'altro dalla bocca, che si unirono in un unico globo luminoso. Zondag ebbe appena
il tempo di guardare in faccia la morte. Il suo grido si spense nella tremenda esplosione
dell'esoscheletro, in cui venne completamente disintegrato.
"Ehi, Trauma... grazie."
"Non devi ringraziarmi, Skarn... tra fratelli ci si aiuta. E ora forza: abbiamo ancora una battaglia da
vincere!"
[Pikappa nel Ventre dell'Isola dei Sogni - è stato drogato col Krystal da Faustus e gettato nel pozzo
infernale da cui nascono i mutanti]
§ Pk rinvenne lentamente, quasi in modo flemmatico. Tornare alla realtà era troppo doloroso. La
testa gli batteva come un tamburo, segno che la droga che gli era stata iniettata iniziava a fare
effetto.
Aprì gli occhi. Il pavimento era soffice e appiccicoso. La luce era scarsa, ma permetteva di vedere.
Aveva una mano immersa in... acqua...? No... SANGUE?
-
Si rese conto di essere sulla riva di un... di un cosa? Si tirò su. Rimase esterrefatto: davanti a lui, in
una gigantesca cavità ovale, si estendeva uno sconfinato lago sotterraneo rosso.
Capì che non era sangue dall'odore. Ma si trattava di un odore che non aveva mai sentito.
"Che roba è...?"
Una voce nella sua testa rispose alla domanda.
"È la carne e il sangue dei sogni. È ciò che da' vita ai sogni."
"Chi è? Chi ha parlato?!"
"Benvenuto, Paperinik. Benvenuto nel Ventre."
"Cosa... cos'è?"
Più in là, a qualche metro di distanza dalla sponda, Pk notò alcune ombre. Figure ittioidi
semievroniane guizzavano e sparivano nelle profondità dell'abisso. Nello scorgere quelle forme
inquietanti e nascoste Pk provò un profondo senso di terrore.
"Mio Dio... ma che razza di posto è questo?"
La superficie iniziò a incresparsi.
"E ora...?!"
"Questo è il luogo dove l'irreale prende forma. Dove la tua anima si schiude e realizza tutti i tuoi
desideri più nascosti e inespressi."
Dove Pk lo aveva toccato, il liquido si modellò su sé stesso, creando una forma liquida che emerse
verticalmente dalla superficie. Pk si ritrovò a fissare un'imitazione liquida di Lyla nuda. La figura
parlò, insieme alla voce nella sua testa.
"Sei giunto nel luogo più segreto, nel luogo che dà vita. Questo è l'utero da cui l'Isola dei Sogni
partorisce i suoi figli."
Altre forme d'acqua si levarono intorno a lui: Xado, Paperina, Reginella, Mary Ann e ancora altre.
Tutte si avvicinarono a lui, iniziando ad accarezzarlo, a sfiorarlo.
"Statemi lontano! Statemi..."
"Non avere paura, Paperinik. Non vogliono farti del male."
Una nuova figura emerse dal lago, galleggiando all'altezza della vita.
"Gorthan?! No... Dio... Adam! Sei tu?"
"Non Adam. Sono il suo ricordo. L'immagine mentale che tu hai di lui, se vuoi il suo fantasma.
Anche loro non sono altro che immagini estratte dalla tua mente."
"Che cosa significa tutto questo...?"
Adam gli protese la mano.
"Vieni."
"Ah... mmmh... ancora un momento, ok...?"
"Non abbiamo tempo per le distrazioni!"
Adam schioccò le dita e le donne nude di EME si sciolsero in un attimo, schiantandosi a terra.
"Ooohhh...! Per una visione alienante che mi piaceva in quest'avventura!", esclamò Pk con
disappunto.
"Vieni."
Pk, come incantato dal richiamo di Adam, gli strinse la mano. Il liquido rosso gli si avvolse tutto
attorno al braccio.
"COSA...?!"
Dal liquido emersero tanti piccoli becchi delle dimensioni di un insetto. Le loro minuscole vocine
riempirono la testa di Pk. "VIENIVIENIVIENIVIENIVIENIVIENI..."
"No! NO! NOOOO!!!"
Uno strattone e Pk venne tirato giù, nel lago sotterraneo di EME dell'Isola dei Sogni.
§ Silenzio.
Un dolce, confortevole buio avvolse Pk. La sua sagoma esausta fluttuava stancamente, la sua mente
sospesa tra la coscienza e il nulla, annebbiata dalla droga, stremata dalla fatica e dalle sofferenze
-
subite. Era così dolce, così rilassante abbandonarsi all'abbraccio del sonno, mentre il suo corpo,
senza peso, sprofondava sempre più nel lago sotterraneo dell'Isola dei Sogni, nel fondo, nel cuore
più intimo e nascosto del serraglio genetico che aveva partorito tanti inverecondi abomini. Ad ogni
metro la sua anima si faceva più leggera, l'istinto combattivo si sopiva: ad ogni metro, Pk si lasciava
dietro un frammento della sua vita passata. La famiglia, gli amici, i nemici, la guerra... tutto si
perdeva a piccole schegge, come brandelli di carne che un branco di piranha staccavano
freneticamente dal suo corpo.
Era cosciente di riuscire a respirare, solo di questo: il suo respiro era l'unico legame che ancora lo
unisse alla realtà. Cosa esisteva e cosa no, non avrebbe saputo dirlo. Ormai non era più neanche
certo della sua stessa esistenza. Chi era? Un vecchio? Un animale? Un bambino, forse: ecco, sì,
doveva essere così. Era un bambino non ancora uscito dall'uovo, protetto e sicuro nel suo guscio dal
male del mondo.
Anche la debole luce proveniente dalla volta della caverna superiore man mano si perse: le tenebre
ora erano sole a fargli compagnia. Esse gli parlarono, curiose del nuovo arrivato.
"Tu... chi sei?"
"..."
"Tu... chi sei?"
"Io sono... non me lo ricordo."
"Sei tu il Difensore? Il Salvatore?"
"Io non lo so..."
"Ne sei sicuro? Devi pur sapere qualcosa su di te."
"Io... credevo di esserlo. Ero venuto..."
"Per che cosa?"
"Ero venuto..."
"Per quale motivo? Perché sei qui?"
"Credevo di dover combattere una guerra."
"Quale guerra?"
"Una guerra. Non le ho dato un nome."
"Se non sai per che cosa combattere, come puoi combattere?"
"Non lo so. So che dovevo farlo."
"Perché?"
"Dovevo e basta. Era giusto così."
"Sei sicuro di sapere cosa è giusto e cosa no?"
"Immagino che un tempo lo sapessi, o credevo di saperlo."
"Ti comprendiamo. È lo stesso per noi."
"... noi?"
"Noi."
"Chi siete voi?"
"Non lo sappiamo bene. Neanche noi abbiamo un nome... o non ricordiamo se qualcuno ce l'ha
dato. Ma sappiamo altre cose."
"Quali cose?"
"Cose su di noi, e su di te. Possiamo aiutarti a ricordarle, se vuoi."
"Prima devo sapere chi siete voi."
"Non è necessario che ti rispondiamo, se vuoi puoi guardarci: siamo qui davanti a te."
"Dove? Non vedo nulla."
"Hai gli occhi chiusi. Aprili."
A Pk ci volle qualche istante prima di ricordare di avere le palpebre e di ricordare come aprirle. Alla
fine vi riuscì: davanti a lui c'era soltanto buio. Poi, dopo qualche istante, una palpebra enorme
scorse di lato, scoprendo esattamente sotto di lui un monumentale occhio azzurro tondo, solcato da
-
una feritoia nera. Il luminoso globo azzurro, del diametro di un camion con rimorchio, emanava un
debole alone di luce bluastra, che rese distinguibile dall'alto la sagoma di Pk, che continuava a
inabissarsi a braccia aperte.
Pk lo osservò, non provando paura ma con un senso di vivo stupore, e in risposta l'iride dell'enorme
creatura, celata dal buio, si contrasse pigramente, mettendolo a fuoco. Mai in tutta la sua vita Pk
aveva visto qualcosa di così vivo e intelligente. Ecco, ora i suoi occhi si stavano abituando al buio...
riusciva a malapena ad afferrare i contorni di quell'immenso essere, che sembravano monti e valli
sommerse, prive di una forma definita, di cui vedeva la fine.
Dal fondo si staccarono degli oggetti globulari, dalla forma di cervelli con attaccato un midollo
spinale, che si abbandonava libero sotto di loro al fluido immobile in cui erano immersi. Dei piccoli
impulsi luminosi percorrevano le appendici delle creature, che si fecero più vicine, fino a
circondarlo. Quando furono vicine, Pk notò che quelle cose avevano due sottili e corte braccia e dei
becchi altrettanto piccoli. Tutti insieme comunicarono telepaticamente con Pk.
"Ma... cosa siete? Siete reali, o questa è soltanto un'illusione...?"
"Abbandona i tuoi sensi, e apri la tua mente a noi. Noi siamo come la tua mente sceglie di
vederci. La nostra evoluzione va oltre la realtà che tu conosci. In questo luogo ciò che sai non ha
senso, sogno e realtà si fondono e sono indistinguibili, poiché l'uno da' vita all'altro. È questo
l'immenso potere di cui è investita l'Isola dei Sogni."
"Siete evroniani?"
"È un termine troppo obsoleto per definirci. Noi siamo il Genitore e i suoi Figli, l'inizio e la fine,
un'unica entità costituita da tante entità collettive. La stessa mente e la stessa anima in tanti
corpi."
"Avevate detto di non sapere chi siete."
"Nel senso che non conosciamo lo scopo della nostra esistenza."
"Come noi umani?"
"Supponiamo di sì. In fondo siamo simili. Per questo ti abbiamo chiamato a noi: tu dovrai dare
un senso alla nostra esistenza."
"In che modo? Volete... che io muoia?"
"Vogliamo che tu viva. Solo aiutandoti nelle tue azioni troveremo uno scopo nella nostra
esistenza a nostra volta."
"Non capisco più nulla. Spiegatemi."
"Fin dal giorno della nostra creazione, sapevamo che un Paladino sarebbe venuto a liberarci
dalla nostra schiavitù. Possediamo il potere della preveggenza. Tu sei destinato... tu devi vincere
questa guerra. Solo tu puoi. Noi lo sappiamo, lo abbiamo visto. E ti aiuteremo."
"Perché fate questo?"
"Non siamo più soltanto evroniani... dentro di noi portiamo parte del DNA di voi esseri umani.
L'E.M.E. in cui viviamo è il sangue e la carne dello spirito, è ciò che dà forma alla nostra anima
e ai nostri pensieri. Esso ci ha aiutati a evolverci velocemente fino ai nostri limiti, fino alle
estreme conseguenze del Progetto Abominio... fino a farci comprendere il significato che voi
umani attribuite a concetti per noi un tempo privi di senso. Perfino ora, estraendo immagini e
ricordi dalla tua mente, stiamo imparando... abbiamo capito il valore di una stretta di mano, di
una risata, della bellezza di un fiore, di una singola vita. Per la prima volta ci si spalancano
conoscenza e autocoscienza: è un mondo nuovo e bellissimo per noi... ora finalmente possiamo
provare sensazioni come felicità, dolore, amore, divertimento, angoscia, libertà. Con gli occhi
meravigliati e curiosi di bambini neonati guardiamo la realtà, e tuttavia la comprendiamo più di
quanto qualunque adulto sappia fare. Noi amiamo questo mondo, questa gente quanto te, e non
vogliamo che scompaia, devastato da una guerra senza senso alcuno. Ci hanno usato troppo a
lungo per perpetrare questa rovina... noi vogliamo che tu la impedisca. Vogliamo soltanto ciò che
tutti voi bramate... la libertà."
"Voi... che credete che io possa farlo? Dopotutto sono solo un papero..."
-
"Spesso è proprio ciò che appare più insignificante che è in grado di produrre i mutamenti più
incredibili. Il destino non è nulla, solo un ammasso di probabilità che si realizzano in una certa
sequenza... tu puoi cambiare questa sequenza. Puoi cambiare il destino."
"Perché io...?"
"Perché tu sei un eroe. Non c'è nulla che non puoi fare! Noi lo sappiamo, lo abbiamo visto.
Libera la tua rabbia, e sarai libero... vinci la guerra, annulla l'equazione del male, trova un
nuovo equilibrio! Spezza questo circolo di sangue... spezzalo, e tutto questo finirà da sé."
Intanto formarono attorno a Pk una bolla brillante di energia psichica, che iniziò a risalire
schizzando via alla velocità di un razzo.
"Come? Come devo fare?"
"Non c'è più tempo, devi trovare da solo il modo... neanche noi lo sappiamo, sappiamo solo che
puoi. Vai, Difensore... torna alla luce, risorgi alla vita, e affronta il tuo destino bruciando come
una stella! Combatti questo futuro, per il bene di ogni creatura vivente dell'universo..."
Pk , avvolto nella bolla psionica e in posizione fetale, schizzò dritto in verticale come un tappo di
spumante, attraversando a mo' di proiettile tutti i livelli sotterranei, trapassandoli direttamente a
gran velocità, fino a emergere in superficie, proprio in mezzo al campo di battaglia. Per un attimo,
molti combattenti si fermarono a guardare attoniti quella cometa di luce uscita dalla terra. Qualcuno
si lasciò scappare sottovoce un "Wow!" di meraviglia.
La sua corsa continuò fino al cielo, continuando ad accelerare. Arrivò fino alla stratosfera, fino ai
limiti dell'atmosfera terrestre, dove si infiammò, e per un attimo le stelle tutte restarono stupefatte a
guardare quel minuscolo astro, che si ergeva sopra a quel piccolo pianeta, illuminandolo dall'alto...
poi invertì la sua corsa e iniziò a ridiscendere: giù, giù, giù, incandescente e brillante come una
stella, come un angelo che cadeva dal cielo, dritto sull'Isola dei Sogni. Le nubi si squarciarono al
suo passaggio, trafitte da quella lancia di luce.
Il globo di fuoco si schiantò proprio nell'ufficio di Faustus, devastandolo completamente. L'onda
d'urto scaraventò a terra il malefico scienziato.
Faustus guardò con terrore una sagoma risorgere dalle macerie, circondata da fumo e fiamme. Per la
prima volta il suo cuore demoniaco conobbe la paura.
"Ma... chi sei tu...? Sei tu un uomo, un dio... o un angelo vendicatore, venuto a farmi pagare i miei
peccati?!"
Pk si tirò su facendo leva su un ginocchio. Un suo sguardo assassino trafisse Faustus, squarciando
la nebbia e scuotendo la terra.
"Sono la Giustizia."
--------------------------
Pk si ergeva davanti al Dottor Faustus, con sguardo feroce. Il suo costume era letteralmente a pezzi.
Il suo corpo era solcato ovunque da ferite e abrasioni, il suo volto rigato da gocce di sangue.
Sembrava reggersi in piedi per miracolo. Eppure era lì, contro ogni previsione, e nonostante fosse
quasi in fin di vita appariva come il più invincibile degli eroi.
"Tu... tu sei vivo? Come può essere?"
"Che vuoi fare, l'erba cattiva non muore mai."
"Ma... ma io ti ho gettato all'Inferno! Come puoi essere tornato?"
"Sono tornato per te, Faustus. Non esiste Inferno che possa trattenermi finché esisteranno mostri
come te. Ho giurato di fermarti, e per mantenere quella promessa ho attraversato anche l'Inferno!",
proclamò, cominciando ad avvicinarsi a passi lenti, ma sicuri e ineluttabili.
"Non... non è possibile! Muori!", gridò, sparandogli. Il proiettile rimbalzò per terra.
"Per essere un genio del male hai una pessima mira. Riprova! Hai ancora cinque colpi a
disposizione, prima che ti metta le mani attorno al collo e ti faccia saltare la testa come un tappo di
-
bottiglia."
"N-no! Sta' fermo! Ti ordino di fermarti!", minacciò Faustus, sparando ancora. Stavolta il proiettile
fischiò vicinissimo al viso di Pk, aprendogli un leggero taglio sulla guancia. Pk continuò ad
avanzare, come se niente fosse.
"Quattro."
"Come osi minacciarmi così? CREPA!"
Sparò di nuovo, altri tre colpi, uno per ogni passo di Pk. L'eroe evitò il primo scansando la testa. Per
il secondo inclinò leggermente il corpo. Il terzo gli sfiorò una gamba, tagliandogli il costume.
"Tre. Due. Uno."
Pk era ormai arrivato faccia a faccia con Faustus. I loro sguardi, quello di Faustus pieno di odio e
quello di Pk, pieno di furia, si incontrarono e si sfidarono. Nessuno dei due abbassò lo sguardo. Poi
Pk, con una mossa fulminea, afferrò la mano di Faustus che stringeva la pistola e, incredibilmente,
orientò la bocca dell'arma proprio verso la sua stessa fronte.
"Che cosa hai intenzione di fare, pazzo che non sei altro?!"
"Vediamo se ce la fai a premere il grilletto. Ti è rimasta un'ultima pallottola, no? Approfittane."
"Stai sfidando troppo la sorte, papero!"
Nonostante fosse il Dottor Faustus, nemmeno lui poté far a meno di restare impressionato dal
coraggio e dall'incoscienza del suo nemico. Questo Difensore era davvero un avversario
formidabile: ora capiva le ragioni del timore che incuteva.
Cercò di premere il grilletto, ma con sua grande sorpresa non vi riuscì. Più si sforzava e più il suo
dito restava immobile. La sua intera mano era paralizzata, nella stretta di Pikappa, che si faceva
sempre più forte e viva.
"Che cosa mi stai facendo? DIMMELO! Perché non riesco a ucciderti?!"
Senza rispondere, Pk continuò a trattenere la sua mano, finché Faustus non sentì crescere un
profondo calore, che in pochi istanti diventò ustionante. Sentì il suo polso sfrigolare e riempirsi di
vesciche, come se lo avesse messo su una piastra arroventata. Iniziò a tremare, finché non poté fare
a meno di gridare dal tremendo dolore che sentiva, finché finalmente Pk si decise a lasciarlo andare,
gettandolo a terra. Faustus si teneva la mano, rossa e dolorante, guardando Pk che troneggiava su di
lui con un terrore che non aveva mai provato in vita sua.
"Come è possibile?!", chiese Faustus, "Eri in fin di vita! Battuto! Possibile che il potere del
Difensore... SI STIA RISVEGLIANDO IN TE?!"
Faustus guardò di nuovo negli occhi di Pk, ma si accorse che ora erano diversi. Era come se non
fosse più lui.
"Lo senti, Faustus? Lo senti quel dolore? È il dolore che tu hai causato, rivolto contro di te. È il
dolore degli innocenti che tu hai torturato e ucciso in nome della tua follia, della tua sete di sangue.
Loro reclamano giustizia, Faustus! È il momento che tu paghi per i tuoi crimini!!!"
Stavolta Faustus si rese conto che Pikappa faceva sul serio. L'eroe autoironico, buono di cuore,
pietoso era come scomparso: restava solo l'ira di chi aveva subito troppo per perdonare ancora. Capì
che la sua vita era in serio pericolo: se Pikappa l'avesse preso, stavolta lo avrebbe ucciso sul serio.
Davanti a questo lapidario pensiero, perfino il terribile Dottor Faustus non poté fare altro che girare
i tacchi e darsela a gambe.
Chiuse dietro di sé la porta del suo ufficio, sperando di riuscire a trattenerlo. Per circa tre secondi
poté illudersene, finché con un solo pugno Pk la sfondò e la divelse. Faustus allora cercò di
raggiungere uno dei laboratori dove venivano tenuti gli esperimenti di laboratorio, ma Paperinik gli
era alle calcagna ovunque andasse.
Pk ormai sembrava essersi trasformato in qualcosa di inumano... il suo comportamento, il suo
sguardo, i tratti del viso e perfino il suo fisico si erano induriti e contratti. I suoi occhi sembravano
quelli di un demone assetato di sangue, privo della capacità di ragionare. Per disperazione, Faustus
liberò un mutante in sua difesa.
"Mutante... uccidi Paperinik!"
-
Il mutante emise un stridìo, avvicinandosi a Paperinik con l'intenzione di sbranarlo. Stava per
balzargli addosso...
Pk, senza dargli il tempo di reagire, lo afferrò velocissimo con due mani a una spalla e al collo; in
una furia assassina, con le droghe e l'adrenalina che gli scorrevano nelle vene, surriscaldandogli
ogni muscolo e ogni tessuto nervoso, lanciò un grido bestiale, al limite dell'umano, e tirando con
tutta la forza da parti opposte in un attimo squartò in due parti la creatura, aprendola letteralmente in
due e passandogli attraverso! Il mutante, spaccato brutalmente in due pezzi, non ebbe che il tempo
di emettere uno squittio... un'ultima contrazione involontaria, e morì con le interiora sparse sul
pavimento in un lago di sangue violaceo.
Alzando le braccia al cielo, mostrando i muscoli induriti e gonfi a causa del Krystal, col mantello
strappato che dietro di lui formava una sorta di ragnatela, Pk ruggì in alto, chiamando il suo
avversario con un urlo viscerale. Il colore dei suoi occhi era diventato lilla.
"FAaaAUSSssTUSSSSs!!!!!!!!" Per la prima volta dacché ricordasse, il dottor Faust Freedom si sentì invadere dal terrore. Aveva
commesso il più tremendo e grossolano errore... aveva liberato il lato più nascosto e bestiale del suo
nemico, aveva scatenato la furia di Paperinik, e gli aveva fornito i mezzi per renderla
incontrollabile. Capendo di non poter più fermare l'eroe, fuggì con tutto il fiato che aveva in corpo.
Ma il corpo di Pk oramai era diventato qualcosa di superumano... gli era alle costole, e sembrava
spuntare dappertutto. Un demone uscito da un incubo d'infanzia, da cui non si può fuggire... il
carnefice era diventato la vittima.
Da qualche parte giunse un gancio, che lo fece volare per tre metri. Il colpo fu vibrato con tale
potenza che la milza di Faustus si ridusse a un purè.
"Perché lo hai fatto, Faustus? Non avresti dovuto rendermi così... non ne avevi il diritto!",
disse Pk sollevandolo per il bavero e scagliandolo come un fuscello contro una parete. Due costole
si frantumarono.
"Perché hai voluto liberare la parte peggiore di me... io l'ho sempre temuta, Faustus, l'ho
sempre temuta!"
Lo sollevò di nuovo afferrandolo per il dorso della camicia e lo scagliò dall'altro lato della stanza,
facendogli sfondare un armadio di metallo. Un braccio si spezzò come un rametto. Lo stava
letteralmente massacrando.
"Ecco, hai visto?! Volevi vedere quanto potevo diventare cattivo... non sei contento, dottore?
Ora che hai visto quello che posso diventare, sei soddisfatto?! Ecco a cosa ha condotto la tua
crudeltà indiscriminata, Faustus! Hai liberato tutta la rabbia e il risentimento che tenevo
chiuso dentro di me, e ne pagherai le conseguenze!", continuò a gridare Pk, mentre faceva volar
via sedie e scrivanie come pezzi di carta per raggiungere il suo avversario.
Con un montante dato col dorso del braccio Pk fece volare Faustus quattro metri più lontano. Era
una forza della natura inarrestabile... niente avrebbe potuto affrontarlo ora!
"Perché hai voluto scatenare tutto questo orrore... io ti punirò per le tue colpe, mostro!
PAGHERAI PER IL DOLORE CHE HAI INFLITTO! PAGHERAI PER AVERMI RESO
COSI' TERRIBILE E SPIETATO!!!"
Pk estrasse le lame dal guanto speciale e si avvicinò lentamente. Faustus era così ferito e stordito
che non era in grado di reagire.
"TORNATENE ALL'INFERNO, DEMONIO...!", disse, in procinto di vibrare il colpo finale.
"PIKAPPA! FERMATI, TI PREGO!", gridò una voce dietro di lui. Era Xadhoom. Pk si arrestò.
"Perché... perché dovrei...? Questo... essere... non merita di vivere... non vorrai dirmi... che
ucciderlo non è una soluzione...?", disse con difficoltà, con la mente parzialmente ottenebrata dalla
droga. Xadhoom gli protese le mani e gli si avvicinò lentamente.
"No, non è per questo... io sono sempre ricorsa alla violenza per fare giustizia... a volte ci capitano
delle tragedie che ci incattiviscono, che corrompono la nostra anima. A me questo è successo tanto
tempo fa, e non posso più tornare indietro... ma tu, amico mio, non sei mai stato così... non sei mai
-
stato questo! Il tuo desiderio di farti giustizia è giustificato... ma capisci che se lo facessi, non
morirebbe solo Faustus, morirebbe qualcuno di ben più importante... morirebbe Paperinik stesso, il
Paperinik che in questi anni mi ha dato forza e fiducia... non puoi ucciderlo così, né tu né io
sopporteremmo questa perdita! Lo sai... tu sei un eroe. Da ogni sconfitta puoi trarre una vittoria... da
questo conflitto sanguinoso e orrendo, trai una nuova pace! Un nuovo equilibrio! Tanto sangue è
stato versato invano... versarne altro non servirà se non a rendere l'inutilità di tutto questo ancora
più drammatica. Ti prego, spezza questo circolo di sangue... salvaci tutti, come tu solo puoi fare, e
soprattutto salva te stesso!"
Le parole di Xadhoom fecero lentamente breccia nell'animo sconvolto di Pk. Tremando
vistosamente, Pk abbassò gli artigli e lasciò andare Faustus... e i suoi occhi tornarono del solito
colore nero. Xadhoom gli tese le mani, e lui la abbracciò, e insieme caddero in ginocchio, e Pk si
raccolse sul suo ventre, come un bambino tra le braccia della mamma.
Riaprì gli occhi.
Tutto svanito.
Si rese conto che doveva essersi trattato di un'allucinazione, o qualcosa del genere. Forse era stata la
droga, forse o lo spirito di Xadhoom, o la sua coscienza o qualcos'altro che gli era venuto in aiuto...
forse, una mano dal cielo.
Barcollando, si tirò su. Faustus era svenuto, incapace di muoversi a causa delle ferite. L'aveva quasi
ucciso, ma di nuovo aveva trovato la forza di fermarsi. Ma ora che quel momento di rabbia era
passato, si sentiva così spossato, svuotato, privo di forze. Passato l'attimo di potenza superumana
conferita dalla droga, sentì che il suo corpo stava letteralmente collassando. Riusciva a sentire
alcuni dei più piccoli vasi sanguigni spezzarsi come fili di vetro, dopo la tremenda tensione a cui
erano stati sottoposti. L'unica cosa che lo teneva sveglio era il dolore.
Si appoggiò al muro e si costrinse a restare in piedi. La sua determinazione era incrollabile.
"Forza, Pikappa... hai una guerra da fermare. Non è ancora il momento di riposare.", si disse.
Arrancando, lasciando tracce di sangue sulla parete, si portò faticosamente all'ascensore. Fuori, la
battaglia infuriava in un combattimento disperato e violento oltre ogni immaginazione: legioni di
soldati e mutanti che si trucidavano l'un l'altro senza alcuna pietà. Lo spettacolo era raccapricciante:
un'orgia senza fine di distruzione e sangue, di fumo e acido.
Pk raggiunse il tetto, e si trascinò faticosamente fuori dall'ascensore affacciandosi al balcone. Tutto
il suo corpo gli doleva come se si stesse frantumando in pezzi, ma non poteva ancora arrendersi.
C'era ancora una battaglia da combattere... un'ultima battaglia. Ma aveva bisogno di aiuto.
"Vi prego... amici miei... aiutatemi... aiutatemi... AIUTATEMI!"
Nel bel mezzo della battaglia, Trauma si bloccò. Con i suoi poteri psichici di superevroniano aveva
udito il grido psichico di Paperinik... un grido che non doveva restare inascoltato. Si alzò in volo
abbandonando la mischia e si precipitò verso la torre, da dove veniva il richiamo. Trovò Paperinik
riverso a terra, quasi svenuto.
"Pikappa! Stai bene?"
"Trauma... ho bisogno di te... aiutami ad alzarmi..."
"Che cos'hai in mente?"
"Devo fermare questa assurda lotta... devo parlare a tutti... userò il tuo potere psichico come
amplificatore."
"COSA? Ma non funzionerà! È assurdo...!"
"Funzionerà... devo tentare... se non fermo questa guerra ci massacreremo tutti a vicenda. Dammi la
possibilità di fermare quest'inutile carneficina... solo tu puoi."
"Ma...!"
"Aiutami, Trauma!"
"... e va bene. Appoggia le tue mani sulle mie spalle: tenterò di amplificare i tuoi pensieri per
permetterti di comunicare con tutti."
-
Pk posò le sue mani sulle robuste spalle dell'evroniano mutante, cercando di concentrarsi. Anche
Trauma raccolse il suo potere, emanando onde psichiche.
"Guerrieri... ascoltatemi... vi prego, basta... smettete... di combattere...!"
Nessun effetto.
"Non funziona, Pikappa! Ho usato gran parte delle mie forze in battaglia... non ho a disposizione
abbastanza energia per raggiungere una simile quantità di menti!"
"Sforzati... non abbiamo altra scelta!"
"Sono già al massimo!"
"Allora forse possiamo darvi una mano noi!"
Dal cielo atterrò Xadhoom, che trasportava con lei Skarn.
"Ti daremo la nostra energia... sommando i nostri poteri dovresti riuscire a comunicare
telepaticamente con tutti!"
"Amici... grazie."
"Non ringraziarci... ferma questo massacro!"
Skarn e Xadhoom presero per mano Trauma, che sentì la loro energia sgorgare dai loro corpi e
fluire dentro di lui. Il suo fisico di superevroniano di quarto livello si illuminò di una luce nuova.
"Ora, Pikappa! Sono pronto!"
"Sì!"
Pk posò le sue mani sulla schiena di Trauma, facendo ricorso a tutto ciò che gli era rimasto ancora
nel cuore. I suoi pensieri, scorrendo attraverso la mente dell'evroniano, raggiunsero la mente di ogni
creatura, tentando di toccarne la coscienza.
"Soldati... guerrieri... amici! Qui è Paperinik che vi sta parlando... dovete smettere di combattere!
Questa guerra non ha più alcun senso... ve ne prego, basta! Dobbiamo fermarci! Non capite che ci
stiamo annientando l'un l'altro? Siamo stati usati per gli scopi di chi ci ha manipolato... questa non
è la nostra guerra, non è qui che dobbiamo morire! Mi rivolgo anche a tutti voi, innocenti che siete
stati rapiti... a voi, di cui hanno abusato, che siete stati usati per essere trasformati in mutanti,
schiavi di chi ha giocato con la vostra vita! So che dentro di voi è rimasta ancora una scintilla
d'umanità... so che potete ancora capirmi! Ricordate chi eravate, chi siete ancora! Non lasciatevi
più usare, liberatevi dal giogo di chi vi ha reso schiavi! Siamo tutti fratelli, non dobbiamo
continuare a ucciderci a vicenda... vi supplico, tornate in voi! Cercate la vostra natura umana,
quella natura che nessuno vi può togliere, quella dignità di esseri indipendenti e liberi! Tutti noi...
umani, ribelli, evroniani e mutanti... tutti noi, ogni creatura vivente dell'universo... è parte di un
tutto, è espressione di una cosa sola, di una realtà unica che va oltre noi stessi! Ecco
l'insegnamento che ho tratto da questa guerra! Questa è la Condivisione dell'Anima, ora la sento
anch'io... so che anche voi la sentite! Basta guerra... basta morte... BASTA ODIO! Noi siamo una
cosa sola! Capito? UNA COSA SOLA!"
Lentamente, le parole di Pk fecero breccia nel cuore dei combattenti. Le azioni si fecero più lente, i
cuori più calmi. Tutti si fermarono ad ascoltare attoniti... i soldati abbassarono le armi. Anche i
mostri mutanti smisero di combattere, e iniziarono a ricordare... a ricordare chi erano, a ricordare le
cose semplici della loro esistenza umana... chi aveva figli, parenti, amici, li ricordò. Tornarono a
galla le cose belle e le cose brutte, i successi e le tragedie.
Jamie si avvicinò al mutante che aveva riconosciuto come Karen, e la chiamò.
"Karen... ascoltalo... lui ha ragione! Ricordati chi sei... ricordati di me! So che puoi farcela, io credo
in te! Ti prego... RICORDA!"
La mutante lo fissò per interminabili istanti... il muro della memoria si infranse lentamente, e i
ricordi vennero liberati. Jamie vide chiaramente una lacrima scorrere giù da uno di quegli occhietti
gialli, che ora brillavano nuovamente della scintilla dell'umanità
"Karen... mi riconosci...?"
"Krrrrr..."
-
Pk sorrise, mentre una goccia di sudore gli scendeva giù per la fronte... ci stava riuscendo... ce
l'aveva quasi fatta...!
Improvvisamente, un impatto tremendo e un dolore lanciante alla schiena. Pk cadde a terra a peso
morto.
"PIKAPPA!", gridò Xadhoom. Dietro di loro, c'era il dottor Faustus, appoggiato alla cabina
dell'ascensore, con una pistola fumante in mano. Sanguinava un po' dappertutto, ma era ancora
vivo.
"Difensore... quanto sei ingenuo... avresti dovuto sapere che la storia si ripete sempre, mai
risparmiare un nemico... da Haishido, ti ha salvato Ken... ma stavolta non avevi nessuno che si
beccasse una pallottola per te! Ah ah ah... >ungh
vendetta! Lasciagli compiere almeno questo...!"
Jamie raccolse a terra la catenina che portava al collo quella ragazza, che aveva conosciuto per così
poco, e la strinse forte.
"Non è giusto... KAAAREEEEENNN!!!"
"BASTARDO!", gridò Xadhoom, iniziando a caricare un colpo energetico così potente da ridurre
Faustus in cenere.
"Xadhoom! Aspetta... Pikappa è vivo! Faustus lo ha colpito a una spalla, e il costume lo ha
protetto... ha solo perso i sensi!", disse Skarn.
"Davvero?! Pikappa! Come stai?" ">nnngh...
-
avventandosi tutti insieme su Faustus. Il generale vide i loro occhi feroci, le loro bocche fameliche
gettarsi su di lui...
----- Flashback -------
- 1944, Auschwitz -
Da una finestra del laboratorio di suo padre, Faust guardò oltre la rete del campo di
concentramento... i visi degli ebrei prigionieri lo fissarono, con i loro occhi sgranati, le loro guance
scavate, i loro visi smunti, le loro teste rasate e i denti sporchi. Lo fissarono nel grigiore di una
giornata di pioggia, quando il fango gli sommergeva le scarpe rotte fino alle caviglie. Lo fissarono,
e guardando i loro occhi spenti a Faustus sembrò che lo volessero mangiare. Dietro la porta del
laboratorio di suo padre sentì le urla di un altro prigioniero. Si andò a nascondere in uno
sgabuzzino, desiderando che morissero tutti...
------------------------
"È questa dunque la fine del Dottor Faustus... ucciso dai miei stessi servi... sì, ora ho finalmente
capito... che uomo ridicolo sono stato. Mi verrebbe quasi da ridere, se non mi stessero facendo a
pezzi... avrei dovuto saperlo... l'odio, alla fine, ti si ritorce sempre contro.", pensò all'ultimo istante,
sorridendo.
"Lo stanno divorando...!", disse Xadhoom, sopraffatta dall'orrore.
"Sì... si stanno vendicando del loro crudele carceriere, di chi ha abusato di loro e li ha trattati peggio
di bestie, calpestandone la dignità. Non credevo che avrei mai capito questo, ma Pikappa me lo ha
insegnato.", spiegò Trauma.
"Direi che abbiamo vinto... EHI, ASPETTA UN MOMENTO!", gridò Skarn.
"Che c'è?"
"CHE FINE HA FATTO GORTHAN?!"
"Gorth... OH, NO! Doveva essere sul campo di battaglia quando il virus si è liberato!"
"CHE COSA?! Ma allora significa che...!"
§ "Ora riuscirete a conquistare quel pianeta su Andromeda?"
"Sarà una passeggiata... il difficile era qui. Se sono sopravvissuto a una battaglia simile non morirò
almeno per altri 200 anni...!"
Ne risero in coro.
"Ehi, Skarn... grazie di tutto. Sei in gamba."
"E tu sei un vero eroe, come quelli di cui si legge nelle leggende del vostro pianeta. È stato un onore
combattere al tuo fianco, Pikappa."
"Ti ringrazio... lo è stato anche per me."
"Allora perdonami se ti dico... che preferirei non doverlo fare mai più."
"Oh, neanch'io... sai, da noi c'è un detto... 'Sfortunato è il paese che ha bisogno d'eroi'. Io spero che
il mio pianeta non abbia più bisogno di altri eroi come oggi. Anche se temo che questa sia solo una
pia illusione."
"Ho paura che tu abbia ragione... ma se non altro, quando ce ne sarà bisogno, potranno contare sul
più grande di tutti."
§ "È tutto finito. La base evroniana è distrutta per sempre, i patti tra Evron e il Governo hanno
subito un serio colpo, il Krystal è stato debellato, Ken, Haishido, Adam e tanti altri sono morti.
Soltanto una cosa rimane da chiarire: dov'è finita Hope?"
"Credo che ci porteremo appresso il dubbio per sempre."
"Io credo di no. Sai, forse sarà stata la botta, forse un'allucinazione, un miraggio o quello che ti
pare, ma io l'ho vista su quell'isola."
-
"Non è possibile."
"Non era possibile neanche la nostra vittoria, eppure eccoci qui. Me lo sento, Uno: non è affatto
finita. Rivedremo quell'enigmatica bambina. E forse, anche qualcun altro..."
"Beh... lo spero."
"Io ne sono certo. È comparsa dal nulla quando avevamo bisogno di lei; ci ha messo sulla strada
giusta, e poi è sparita di nuovo, come se avesse terminato un compito. Come ha potuto fare tutto ciò
che ha fatto? Ti sembra normale una che a sei anni disegna una cartina? No, secondo me quella
bambina è molto più che sembra."
"Forse. O forse è solo una tua fantasia."
"Già... forse."
Pk si appoggiò al bordo della nave, lasciandosi accarezzare dalla brezza marina e guardando
lontano. Poi, dopo qualche istante, aggiunse una frase a bassa voce, ma abbastanza forte da farsi
sentire. "Uno... tu credi negli angeli?"
"Cosa hai detto, socio?"
"Niente, niente..."
§ EPILOGO
Pk scese dal lettino. Uno stava finendo di consultare alcuni dati.
"Allora?"
"Ti ho effettuato tutti i test medici che ho in memoria. Ho sondato le profondità del tuo corpo e
della tua mente, scannerizzato ogni singola molecola, analizzato ogni cellula, monitorato ogni
bioritmo. E..."
"E...?"
"E sei sano come un pesce. Sì, certo, sei stanco, debilitato, hai qualche linea di febbre e lividi qua e
là, alti livelli di stress e livelli ormonali ancora anomali nel sangue... ma i tuoi valori si stanno
rapidamente stabilizzando. È straordinario... dopo tutto quello che hai passato sull'isola, mi
aspettavo di ritrovarti in fin di vita! Ti hanno traumatizzato, bombardato, picchiato, sparato,
affogato, affumicato, sei stato anche drogato con il Krystal, eppure non presenti alcun sintomo di
assuefazione, indebolimento, mutazioni genetiche o infezioni... stai meglio di un reduce da
un'influenza. Anzi...!"
"Anzi, cosa?"
"Beh... tono muscolare sopra la media, massa muscolare leggermente irrobustita, reazioni nervose
più veloci, attività cardiocircolatoria migliorata, metabolismo migliorato. Sembra quasi che ti sia
allenato per mesi per una gara sportiva! Sono stupefatto... non so spiegarlo scientificamente, ma stai
meglio di prima, sia fisicamente che mentalmente. È incredibile! Mai visto nessuno riprendersi così
dopo tante traversie!"
"Credo che le recenti avventure mi abbiano... come dire... temprato. Sai come si dice... 'quello che
non mi ammazza, mi rende più forte.'"
"C'è solo una piccola anomalia..."
"Quale?"
"L'attività bioelettrica all'interno del tuo corpo è molto più elevata di prima. È come se nel tuo corpo
scorresse un'energia... nuova."
"Credo che c'entri quello strano globo di energia che mi è entrato dentro al braccio nel tempio nella
giungla. Mi sono sentito diverso, da allora... non so spiegarti come, ma... diverso, tutto qui."
"Vorrò osservarne gli sviluppi nelle settimane a venire. È bene non correre rischi."
"Fai pure, se sono sopravvissuto a una simile battaglia sopravviverò anche ai tuoi noiosi test."
"In ogni caso è una vera fortuna che tu sia tornato tutto intero da un'avventura così rischiosa.
-
Questa battaglia ha fatto la storia."
"Già..."
Pk si appoggiò alla vetrata del piano segreto, scrutando la città piovosa. Ancora la copriva una
coltre di nubi nere, che riversavano senza sosta un fitto diluvio sui palazzi, sulle strade, sulle
macchine, sui cuori delle persone. Il vento spazzava incessante, portando via rumori, suoni, odori,
desideri e ricordi, di un mondo che ogni istante viveva e respirava. Mille storie si confondevano,
soffiate in alto dai venti, scorrendo via tra rivoli sporchi e pozzanghere calpestate.
"Credi che quello che abbiamo fatto servirà a far conoscere al mondo la pace?", chiese Uno. Pk
rispose, senza voltarsi.
"Non lo so. So che abbiamo posto un tassello. Abbiamo fatto una scelta. Un nemico ha subito una
sconfitta... ma, vedi all'orizzonte? Le nubi non si sono ancora diradate. Ci saranno altre battaglie da
combattere, amico mio. Alcune con i nemici di sempre... altre, ben più gravose, dovremo
combatterle con noi stessi, per capire quello che sull'Isola dei Sogni abbiamo intravisto per un
attimo. È stato un primo passo, in verità. Il primo di una lunga strada, che non riguarderà solo noi,
ma ogni essere vivente di questa Terra."
"Forse non così lunga. Alcuni hanno visto. Alcuni hanno capito. Qualcuno avrà compreso il
messaggio di speranza che è stato lanciato. Qualcuno potrà trovare... una nuova via?"
Pk si voltò e guardò Uno.
"Sì. Ma solo alcuni.".
Tornò a guardare fuori. Lentamente la pioggia si diradò, pur senza smettere del tutto, e un timoroso
raggio di sole si fece strada a fatica tra le nubi nere.
Westcock, scesa la scaletta del suo motoscafo, fu travolto dai suoi bambini che gli si
gettarono addosso. Li strinse a sé e poi diede un bacio a sua moglie. Insieme
tornarono a casa, mentre lui raccontava alla sua famiglia le sue grandi imprese
militari.
Jamie, consumato dall'ansia di tornare finalmente a casa, salì le scale di corsa,
bagnato fradicio di pioggia. Aprì la porta ed entrò, cercando sua madre. Irruppe in
camera da letto, e finalmente la trovò.
La sua mano cadeva senza vita giù da una sponda, mentre il suo sguardo vitreo,
aperto, fissava il soffitto nel gelido silenzio della morte.
Zakyra si gettò addosso a Skarn, appena sceso dall'astronave. Il suo compagno,
ancora una