A...periodico 12

12
pag. 2 -www.storiaetradizioni.it -“Il circondario di Frosinone” o l’araba fenice pag. 3 -Giuseppe Bonaviri - inedito pag. 4 -Genalogia di Romualdo Necci -Ferenno-Monte S.Angelo pagg. 5-6 -Dipingere con la luce pag. 7 -Cinema come terapia pag. 8 -L’operatrice an-violenza: tra lavoro di cura ed urgenza femminista pag. 9 -La mia passione per la meteorologia pag. 10 -Blues: fauves - naif pag. 11 -La perdonanza celesniaana 2014 Volantino di informazione e diffusione delle attività Culturali, Sociali e Sportive

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Volantino di informazione e diffusione delle attività culturali, sociali e sportive

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pag. 2

-www.storiaetradizioni.it

-“Il circondario di Frosinone” o

l’araba fenice

pag. 3

-Giuseppe Bonaviri - inedito

pag. 4

-Genalogia di Romualdo Necci

-Ferentino-Monte S.Angelo

pagg. 5-6

-Dipingere con la luce

pag. 7

-Cinema come terapia

pag. 8

-L’operatrice anti-violenza: tra lavoro di

cura ed urgenza femminista

pag. 9

-La mia passione per la meteorologia

pag. 10

-Blues: fauves - naif

pag. 11

-La perdonanza celestiniaana 2014

Volantino di informazione e diffusione delle attivitàCulturali, Sociali e Sportive

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“ L a r g o a i g i o v a n i ! ” … affermazione più che giusta e

condivisibile anche se ci viene da pensare che noi ormai non lo

siamo più tanto. Queste pagine, sto parlando di quelle dell’Ape-

riodico, sono state create soprattutto per dare spazio alle cose

giovani, se non proprio ai giovani stessi. Da più di tre anni, in do-

dici numeri, ci siamo sforzati di invogliare e stimolare le associa-

zioni e i loro componenti a lasciare un documento, un segno del

loro operato, tracciando un’orma del passaggio che qualcuno in

futuro potrà leggere, apprezzare oppure criticare.

Questi sforzi, ad essere onesti, non sono stati proporzionali ai ri-

sultati. Non vorrei adesso imboccare una direzione pessimistica

ma non mi sento nemmeno di esaltare cose che non ne hanno

pieno diritto. Forse sarà stato il metodo o forse sarà la formula

un po’ vecchia. Lo dico con un po’ di dispiacere ma ci aspetta-

vamo qualcosa in più. Ci sarebbe piaciuta più partecipazione

spontanea e meno sollecitata. Sarà forse che il giornale di carta

oggi comincia ad assumere un gusto troppo retrò?

Comunque, sempre largo ai giovani e per estensione largo al

nuovo. Che sia Facebook il documento e lo specchio dei tempi?

Questa domanda è da rivolgere a tutti noi e la risposta sta nei

contenuti della “bacheca” di ognuno.

Qualcuno potrebbe obiettare che quest’epoca, dove nessuno ha

più tempo da sottrarre al tempo, non ha nè bisogno nè voglia di

noiosi documenti: tutto deve essere funny e si deve esaurire in

un tweet, non c’è niente o quasi che non possa essere detto e ri-

solto con uno ShortMessageService. Con il rischio però che que-

sto “nuovo” affacciatosi speranzoso ne esca fuori impoverito.

Immagino un nonno del futuro raccontare con orgoglio al proprio

nipote delle mille e più persone tra i contatti con le quali scam-

biava “tantissimi auguri!!” nei giorni dei rispettivi compleanni

(anche se si trattava di perfetti sconosciuti e magari con date fa-

sulle).

Di fatto la rete è un mezzo potentissimo ma è anche un calderone

dove c’è troppo di tutto. La verità è che l’HomoSapiens2.0 è an-

cora in fase di beta testing e non si sa quando sarà effettivamente

operativo. I vecchi modelli (come chi vi scrive & company) sono

ancora alquanto confusi nel cercare di districare la matassa fatta

di cose effettivamente utili aggrovigliate con quelle certamente

inutili di internet.

Ciononostante anche noi, non avendo le risposte su cosa sia giu-

sto o meno, ci stiamo muovendo verso quel nuovo che avanza con

un paio di novità. La prima è che il nostro Volantino da agosto

2013 ha una propria pagina Facebook (finalmente anch’esso ora

è l’ennesimo ingrediente nel minestrone cibernetico di cui sopra).

La seconda è che, a partire da questo numero, l’Aperiodico non

sarà più distribuito in forma cartacea. La diffusione sarà on-line

e chi avrà intenzione di stamparlo potrà farlo comodamente a

casa con mezzi propri.

Ebbene dunque, per citare i maestri, diremmo Ad maiora!: verso

cose più grandi… verso il meglio.

Prima di chiudere vorrei evidenziare, a proposito di “largo al

nuovo”, il significato simbolico e se vogliamo ironico dell’imma-

gine in copertina. La vecchia scuola G. B. Paolini sta per essere

demolita per far posto a un nuovo edificio. Durante lo scavo però,

come si vede in basso nella foto, sono venuti alla luce dei resti di

un complesso termale di epoca romana. La cosa buffa è che

quello che deputavamo così vetusto da essere distrutto sta la-

sciando spazio a una novità che di fatto è molto più vecchia di

quella che se ne va.

(Sempre che non ricoprano tutto)

venanzio cellitti

Informazioni ai sensi delle leggi n.47/48 e n. 62/01

A...periodico

Volantino di informazione e diffusione delle Attività

Culturali, Sociali e Sportive

w w w. a p e r i o d i c o . i n f o

f a c e b o o k / v o l a n t i n o . a p e r i o d i c o

w w w. c h i c o r y. e u

Coordinamento:Venanzio CellittiAndrea Fontecchia

Hanno collaborato:Raffaele Principi CoppotelliGiorgio PicchiDon Luigi Di StefanoFernando PopoliIlaria MalanconaPaolo Affinati

Luogo della pubblicazione:Ferentino

Anno pubblicazione:2013

Impaginazione e Grafica:Venanzio Cellitti

Foto di Copertina:Venanzio Cellitti

Disclaimer e copyrightLa presente pubblicazione è soggetta ad aggiornamenti non periodicie non rientra nella categoria del prodotto editoriale diffuso al pubblicocon periodicità regolare come stabilito dalla legge 8 febbraio 1948, n.47 e legge 7 marzo 2001, n.62. Le fotografie pubblicate sono di esclu-siva proprietà dei singoli autori, pertanto tutto il materiale pubblicato ècoperto da copyright ed il suo utilizzo è consentito esclusivamente pre-via autorizzazione scritta del titolare e/o acquisto dei diritti di utilizzo.Le fotografie ove compaiono delle persone sono state realizzate co-

gliendo momenti di vita quotidiana in luoghi pubblici e sono state rea-lizzate senza scopo di lucro, con intento esclusivamente culturale eartistico, come consentito dalla normativa vigente sulla privacy. I sog-getti ritratti potranno in qualsiasi momento e senza nessuna spiegazionechiedere che vengano rimosse dalle gallerie e nodal database se lo ri-tenessero necessario.

A TUTTE LE ASSOCIAZIONI!!

Si ricorda a tutte le associazioni operanti nell’ambito

culturale, sportivo o sociale che gli spazi sull’A...pe-

riodico sono gratuiti.

Inviate un articolo tramite e-mail:

[email protected]

-

Page 3: A...periodico 12

Categoria: NotePubblicato Venerdì, 09Agosto 2013 14:24 Scritto da GuglielmoLützenkirchen

Quando, nel1999, abbozzaiuna breve intro-

duzione a "Il tempodella raja" di EmilioCantagallo e LoretanaBianchi, ebbi occasione

di imbattermi in un testo ottocentesco che a mio av-viso ben 'fotografava' le disperate condizioni dellaplebe rurale (di Ferentino in particolare e della Cio-ciaria in generale) e non soltanto dal punto di vistadella sua alimentazione quotidiana: "Il Circondariodi Frosinone nella provincia di Roma. Disquisizionistorico-politiche-amministrative" di Achille Giorgi,stampato a Firenze nella tipografia della Gazzettad'Italia nel 1881 e del quale fu pubblicato soltanto ilprimo volume.

Il libro, estremamente raro, mi era stato segnalatoe quindi prestato da Agostino Lattanzi, fine bibliofiloe bibliografo: il fatto stesso che uscisse, sia pur perpochissimo tempo, dagli scaffali della sua biblioteca,costituì un'eccezionale prova di fiducia da parte delsuo gelosissimo possessore. Al momento della re-

stituzione dell'opera, feci omaggio all'amico di unacopia della ricerca compiuta; ricordo che fu – bontàsua – favorevolmente impressionato dalle miepoche righe introduttive e da quello che ebbe a de-finire un "rigorosissimo apparato bibliografico": altermine del nostro incontro volle donarmi il suo pre-zioso volume: "Hai fatto un bel lavoro" - mi disse –e poi ora vivi nel circondario di Frosinone: è più giu-sto che lo conservi tu."

A Ferentino avevo sempre sentito parlare di AchilleGiorgi come di un fervente patriota (termine che,chissà, perché da qualcuno è stato chiuso tra virgo-lette), di un onesto e valente amministratore dellacosa pubblica (fu il primo sindaco della città conl'unità nazionale), di un massone (che non fu mai,ma la qualifica gli è certamente stata attribuita invirtù del suo fiero anticlericalismo), di autore di unlibro su Ferentino e la Ciociaria sempre citato mamai valutato nella sua reale portata di impegno civilee di denuncia, un libro di cui si continua a favoleg-giare spesso senza nemmeno averlo mai visto - nondico letto - o a narrare di esemplari posseduti daqualcuno e poi misteriosamente scomparsi: un libroche sembra, in fondo, una sorta di araba fenice dimozartiana memoria: che vi sia ciascun lo dice /dove sia nessun lo sa.

nella foto: Achille Giorgi

w w w . s t o r i a e t r a d i z i o n i . i t

Da qualche mese un nuovo sito raccoglie i testi e le pub-blicazioni che hanno visto e vedono, nella storia e nella tra-dizione popolare, un valido punto di riferimento perconoscere la civiltà in cui viviamo nel naturale percorso cheessa ha seguito. Questo sito, ricco di spunti, ha tra i pro-motori il concittadino GuglielmoLutzenchirken, persona cuisono legato da profonda stimaed amicizia che si protrae ormaida circa un ventennio. Nonentro qui nel merito del valoreculturale dei lavori fatti, curati osupportati dal Lutzenchirken,sottolineo però l’importanza diquesto nuovo sito dove è pos-sibile accedere a circa un de-cennio di rivista “Storia eMedicina Popolare”, all’ormaiintrovabile “Il tempo della Raja– l’alimentazione delle classisubalterne fino al XVIII sec.” Di

Loretana Bianchi ed Emilio Cantagallo e fino ad arrivare a“Gli ebrei a Ferentino e nel Lazio meridionale”, solo per ci-tarne alcuni che conosco direttamente.

Dal 9 agosto poi il sito si è arricchito di una ulteriore perlache è il mitologico libro di Achille Giorgi “Il circondario diFrosinone” che più volte lo stesso Lutzenchirchen ha cer-

cato di far ristampare e finoraconosciuto più per sentito dire,data la difficoltà di reperimento.Qualche cenno sulle vicende diquest’opera è nel riquadro diquesta stessa pagina, per leg-gerlo ora vi basterà andare sulsito www.storiaetradizioni.it eprevia registrazione potreteanche scaricarlo. Se la curiosità ha permessoall’Uomo di progredire, la cono-scenza gli permette di miglio-rare.

A.F.

“ I l C i r c o n d a r i o d i F r o s i n o n e ” o l ’ a r a b a f e n i c e

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Quella che segue è un estratto inedito dell’intervistache feci il primo febbraio del 2003 allo scrittore Giu-seppe Bonaviri in occasione della mia tesi di laureasullo stesso (A. Fontecchia: “La narrativa di Bonaviri”inedito). Questa domanda fu tolta dalla versione defi-nitiva della tesi su proposta di una assistente dellacattedra di Letteratura Italiana Moderna e Contempo-ranea tenuta dal Prof. WalterPedullà, i motivi furono il nonvoler creare attriti verso lacommissione d’esame in sededi discussione.

Da allora era rimasta dor-miente ed in attesa del giustospazio, oggi credo che questospazio sia l’ A…periodico chenonostante le difficoltà vedocrescere e porsi quale riferi-mento culturale cui il tempodarà ragione.

Completamente eliminatoall’epoca, il testo è stato ritra-scritto dall’intervista registratasu supporto magnetico da meconservato.

Int: ho avuto modo di trovare,durante le mie ricerche, il suonome associato ad altri che sostengono ci sia unamafia della letteratura, di cosa si tratta?

G.B.: Non una mafia nel senso comune, tipo quellasiciliana ecc… ci sono dei punti in cui, e in Italia ilpunto fondamentale è Milano, si possono concentraredegli eventi, delle strutture che sono fondamentali incui hai la possibilità di un’organizzazione.

Se scrivi un libro a Milano, che so per la Bompiani, laMondadori, hai la possibilità nel giro di un giorno chequesti sia distribuito in tutta Italia e già questo è undato a favore.Se tu lavori in una casa editrice, in un certo settore,hai un certo potere, se poi tu conosci me ed abbiamoun buon rapporto o una tua amica su cui hai dellemire, questa è molto più favorita rispetto a chi è aimargini, evidentemente si può vedere come ad unaalleanza. Di fondo non si osa.

Per mafia si intende questo intrecciarsi di relazioni in

cui io aiuto te se ammazzo un altro. Chi vive in peri-feria e Frosinone è, tutto sommato, una città dal puntodi vista culturale ai margini degli ambienti letterari.Se tu stai a Milano sei più facilitato a trovarti in unacerta situazione di uno che sta a Torrice, a Forlimpo-poli, o a Udine permanentemente, è difficile da otte-nere in questo senso.

Ci sono delle strutture di or-dine territoriale, di relazioneed anche di amicizie entro cuientri in simpatia ad un tizioper vari motivi ed ottieni dellecose che se stai a Ferentinoottieni con enorme difficoltà.Sono cose che ci sono inqualsiasi campo, non è che cisia una mafia nel senso chearrivano con un fucile e “o faicosì o ti ammazzo” no, inquesto senso no [intervista-tore: in sostanza dei favoriti-smi], anche quella è unamafia sono dei poteri, hai unpotere e ne usufruisci, in que-sto senso.

Se tu stai a Ferentino e scriviun libro bellissimo per pubbli-carlo devi attraversare milledifficoltà, se invece stai lì, ot-

tieni con maggiore facilità, puoi avere una rispostache può essere negativa o positiva ma da qui ancheper avere una risposta hai maggiori difficoltà. Infatti ionon ho mai fatto lo scrittore di professione, non ne honeanche diritto alla pensione. Ho fatto il medico (car-diologo all’Ospedale di Frosinone n.d.i.) mentre altrihanno fatto, e fanno in questo momento, gli scrittoridi professione.

Stare in quest’area di strutture in cui vive il cosiddettoscrittore, è un vantaggio. Io, per esempio, ora devoandare alla libreria Rizzoli di Milano, ci sto 2,3,4 giorniin un anno a Milano, non ho neanche il tempo di faresimpatia o antipatia, in questo senso.Da che mondo è mondo in alcune zone della nazionesi creano dei punti di riferimento come è successo aTorino con il boom della FIAT o altre fabbriche. Al nordc’è una struttura sociale proiettata nel futuro di ordinetecnologico molto più sviluppata che non nel sud, equesto per tante ragioni.

Andrea Fontecchia

Giuseppe Bonaviri - inedito

Estratto inedito di una intervista fatta il 01.02.2003 aGiuseppe Bonaviri (Mineo, CT 11.07.1924 – Frosinone 21.03.2009)

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Romualdo Necci, figlio di Francesco, possidente, e ni-pote per parte di madre di Girolamo Tibaldeschi eRosa Ancarani, aveva un fratello, Domenico, ed unasorella. Per questo personaggio ho testato, insieme ad altrevie, un tipo di ricerca ancorata al territorio, ovvero ba-sata sulla memoria storica delle persone e sono ad-divenuto ai risultati che riporto in questo articolo.Queste informazioni ho deciso di inserirle qui perchépresentano delle lacune che potrebbero essere col-mate, chiedo quindi a chi può aggiungere qualcosa dicontattarmi e contribuire a comporre questo puzzleche è il patriota Romualdo Necci. Dopo aver saputo che il ramo Necci era naturalmenteconfluito nei De Castris, ho cercato la giusta linea esono giunto ad Ambrogio De Castris, concittadino chemi ha ricevuto nella sua casa e mi ha aiutato a rico-struire la maggior parte delle informazioni che vadoriportando. Il figlio di Romualdo, Felice, è stato un ebanista ed in-segnante in Tivoli, sposò Natalina Cellitti ed ebbe dalei due figli: Giuseppe e Elda Necci.

Giuseppe partecipò alla seconda guerra mondialecome ufficiale di cavalleria e fu fatto prigioniero daglialleati, in Africa. Tornò dalla prigionia negli Stati Unitinel 1948 e lavorò come geometra al genio civile.Sposò Laura De Castris ma non ebbero figli.Elda sposò Mario Bianchi ed ebbero una figlia l’inse-gnante di musica Maria Bianchi, nubile e recente-mente scomparsa.Mi recai dalla professoressa Maria Bianchi qualchemese prima della sua dipartita.Questi sono i risultati portati dal metodo di ricercausato, utili perché esplicitano la continuità in Ferentinodi Romualdo Necci. Chiaramente sono in essere altre ricerche e quantoprima, grazie anche all’impegno del dottor GiacintoMariotti, i contorni di questo nostro illustre concitta-dino saranno delineati. Nel caso però il lettore avesseinformazioni utili o magari anche qualcosa di ricondu-cibile a questo personaggio (ideale sarebbe riuscireanche a dargli un volto) non esiti a contribuire a que-sta ricerca.

Andrea Fontecchia

Genealogia di Romualdo Neccinato nel 1827, morto nel 1883(?)

FERENTINO - MONTE S. ANGELO

Qualche anno fa i miei passi mi hanno por-tato ad Assisi e poi La Verna, in un’altra oc-casione a L’Aquila per la Perdonanzacelestiniana; questa volta mi sono direttoverso sud, in direzione di una delle mete dipellegrinaggio italiane più arcaiche: monteSant’Angelo, nella grotta dedicata all’Arcan-gelo Gabriele, luogo di culto dove, secondola tradizione nel 490 d.C., vi fu un’appari-zione.La leggenda vuole che qualunque oggettoche venga posto in questo luogo sia consa-crato, per questo in passato tutti i pellegriniche vi si recavano prendevano un sassodalla santa grotta per portarlo con loro.Francesco D’Assisi passò di qui nel suo viag-gio verso Gerusalemme ma non entrò nellagrotta perché non ritenne di esserne degno. Tornando al nostro viaggio:partiti dalla Cattedrale di Santa Maria Mag-giore in Ferentino sabato 24 Agosto, con labenedizione di Don Luigi De Castris, ab-biamo percorso l’antica via dei monaci finoall’Abbazia di Casamari passando per la cit-tadina di Veroli.Il viaggio è continuato verso Benevento, an-tica città longobarda, percorrendo la diret-trice Casilina oggi identificata come ViaFrancigena e un tempo percorsa per arrivarea Capua.A Benevento il viaggio era a metà, si abban-

donava la Casilina per prendere l’antica viaAppia Traianea entrando nei luoghi mistici diPadre Pio da Pietrelcina, attraversammo ilsuo paese natale fino a San Giovanni Ro-tondo per poi giungere alla meta: Monte San-t’Angelo.Ultimamente qualcuno inorridito e stupefattoda questi miei viaggi mi ha chiesto qualefosse la motivazione… semplicemente nonc’è.È una riscoperta del territorio, un riprendersiil proprio tempo camminando, misurando iltempo non più in ore ma in giorni.Con me c’è sempre stato lui: l’instancabilecompagno di viaggio asinino che con il suopossente raglio annunciava il mio arrivo neipaesi e con le sue enormi orecchie era lagioia di vecchi e bambini.Con questo viaggio si è contribuito a creareun filo immaginario che unisce Ferentino eMonte Sant’Angelo come lo ha unito con As-sisi e L’Aquila; spero di riuscire a creare unarete e di diffondere l’ormai perduta voglia dicamminare!!!Colgo infine l’occasione per dire che questemie avventure sono rese possibili da tuttequelle persone che credono in me e chespero si sentano intimamente partecipi attra-verso queste mie im-prese… GRAZIE A TUTTI!!!

Raffaele Principi Coppotelli

Finalmente questa impresa haricevuto il giusto rilievo media-

tico che abbiamo voluto eviden-ziare con i due articoli in questa

pagina, rispettivamente delMessaggero e Ciociaria Oggi

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Giorgio Picchi

Nasce a Ferentino nell'ottobre del 1969 dove vive e lavora

come avvocato.

Verso la fine degli anni ottanta prende coscienza delle poten-

zialità dello strumento fotografico arrivando, ben presto, alla

stampa in camera oscura. Dal 1996 si dedica alla stereofoto-

grafia sperimentandone le varie tecniche di scatto, di visua-

lizzazione e di stampa (anaglifìa, pellicola invertibile,

proiezione, visione a occhi paralleli e incrociati, stereo-

grammi). Affascinato dalla storia della fotografia si avvicina

alla fotografia stenopeica. Nel 2008 con Venanzio Cellitti, co-

stituisce l'Associazione Fotografica Pentaprisma nella quale

organizza corsi, workshop, mostre personali e collettive. Dopo

aver frequentato corsi di

gomma bicromatata e plati-

notipia con i maestri Ro-

berto Lagrasta e Daniele

Cinciripini, del Gruppo Ro-

dolfo Namias (associazione

di appassionati di ogni parte

d'Italia dediti alla stampa

con le A.T. www.gruppona-

mias.com ) di cui è socio, si

appassiona alle Antiche

Tecniche dedicandosi prin-

cipalmente alle stampe alla

gomma e alla cianotipia.

Gomma Bicromatata (1856)

Il processo alla gomma venne messo a punto dall'inglese

John Pouncy nel 1856 e si basa sulla proprietà insolubiliz-

zante dei composti di cromo esavalente. Tale tecnica di

stampa ha straordinarie possibilità creative.

Il supporto di carta di buona qualità viene “collato” con una

soluzione diluita di gelatina, per eliminarne la porosità. Si sen-

sibilizza la carta con una miscela di gomma arabica e pig-

mento, cui si unisce, immediatamente prima dell'uso, una

soluzione di bicromato di potassio.

Si lascia seccare al buio e si espone, a contatto, alla luce ul-

travioletta sotto un negativo.

La successiva operazione è lo

spoglio: si mette il foglio a bagno

nell'acqua, che asporta la gomma

e il pigmento nelle zone che non

sono state esposte, perché in cor-

rispondenza dei neri del negativo.

“Dipingere con la luce” è un pro-

getto fotografico che si pone

come obiettivo la narrazione della

storia della città di Ferentino attra-

verso immagini realizzate con tec-

niche di stampa risalenti agli

albori della fotografia.

La tecnica utilizzata è la stampa alla gomma bicromatata

(1850 ca), la quale ha

straordinarie

possibilità creative, per

cui è possibile interagire

completamente nelle

varie fasi di stampa, dalla

preparazione manuale

dell'emulsione, alla spal-

mata e all'asciugatura fi-

nale, quasi a poter dipingere con la luce.

“Dipingere con la luce: il Duomo di Ferentino” - “Prezioso

scrigno contenente tesori di arte, di storia e di fede; intes-

suto e trapunto di originali manufatti marmorei cosmateschi,

nati nelle botteghe romane e voluti dai Romani Pontefici per

ammantare di un rivestimento nobile e regale le più importanti

e artistiche chiese da essi spesso utilizzate per le solenni li-

turgie papali nell'Urbe o entro i confini del loro non esteso “Pa-

trimonium Sancti Petri”, che diventerà con il tempo lo Stato

Pontificio. (G.P.)

LA CATTEDRALE

Questa è la cattedrale di Ferentino,

che, dall'alto delle mura millenarie

dell'Acropoli, ernica prima e poi ro-

mana, sublima l'incanto di una città

vetusta e sempre in fiore.

Ci sembra di scorgere an-

cora le ombre dei Censori romani

addetti alle Opere Pubbliche, Aulo

Irzio e Marco Lollio, aggirarsi nella

penombra dei meandri del Cripto-

portico, così immaginiamo di ve-

dere i sacerdoti del dio Mercurio,

addossati alle otto colonne di granito scuro, che rimpiangono

angosciati la distruzione del loro antico tempio e la fine della

religione pagana. Restano misteriose le costruzioni di chiese

cristiane sul Campidoglio ferentinate.

Una lapide del quarto secolo ci parla di una doviziosa ma-

trona romana, che con i suoi beni ha contribuito a ricostruire

una primitiva basilica romana, abbattuta dai persecutori della

fede cristiana.

Se tutte si sono susseguite sulla stessa area del tem-

pio, tutte hanno riutilizzato parte delle colonne e dei capitelli

di quell'antico tempio pagano, e che ancora oggi noi pos-

siamo ammirare.

Dal paleocri-

stiano del quarto secolo

la documentazione lapi-

dea resa di plutei datati

al tempo del papa Pa-

squale I (817-824) e del

Vescovo Pasquale, oltre-

passando il lungo pe-

riodo di cinque secoli dell'alto medioevo, ci trasporta

direttamente alla

nascita del “Patri-

monium Sancti

Petri”, che costitui-

sce la testimo-

nianza visibile del

primo nucleo della

nascente autorità

politica del papato.

I vari plutei no-

bilitati dalla fine

arte di scultura lon-

gobarda ci parlano

già di una sontuosa basilica, ben fornita di un completo ar-

redo liturgico, ciborio, iconostasi, ambone, fonte battesimale:

il meglio che una comunità cristiana possa desiderare per la

sede dei suoi incontri liturgici.

Ma il prestigio papale si va sempre più consolidando

e con esso aumentano anche le espressioni di grandiosità e

di arte. Sembra proprio questo il motivo per cui in Roma, dagli

inizi del XII secolo, nascono le botteghe dei vari “marmorari

romani”, che si specializzano soprattutto nella splendida arte

di allestire i mosaici per le

chiese. Essi compongono

delle imprese preparate in

tutti i rami dell'edilizia.

Sono architetti, ingegneri,

operai, manovali, scalpel-

lini, ecc. Normalmente

sono suddivisi per fami-

glie, che si tramandano la

suggestiva arte di padre in figlio. Comunemente sono stati

chiamati “Cosmati”, pensando che formassero una sola fami-

glia, discendenti da un capostipite Cosma.

Anche se la breve cronaca, consistente in pochi versi

scolpiti su uno dei plutei, ci tramanda i nomi del papa Pa-

squale II (1099-1119) e del pio vescovo Agostino (1106-

1111), come i possibili fondatori dell'attuale cattedrale, gli

autografi degli abili marmorari romani, che hanno firmato le

loro opere, ci raccontano man mano

di altri nobili Pontefici che con la loro

presenza hanno dato lustro alla no-

stra cattedrale.

Viene così alla luce l'ec-

celsa figura di Innocenzo III, Lotario

dei Conti di Segni, grande giurista,

nativo della vicina Gavignano, ap-

partenente alla diocesi di Anagni,

che ha mostrato a più riprese la sua

benevolenza per Ferentino, dove

possedeva, oltre a terre, anche una

nobile residenza nei pressi di S.

Maria dei Cavalieri Gaudenti. Anche da papa egli amava sog-

giornare spesso a Ferentino.

Rimangono memorabili due grandi celebrazioni, av-

venute nella nostra Cattedrale nel Maggio del 1203: una, il

7 Maggio, per canonizzare S. Wlustano, Vescovo di Wolce-

ster e l'altra il 30 Maggio, per consacrare il suo intimo

amico, Alberto Longhi, canonico della Cattedrale di Anagni,

Vescovo della Diocesi di Feren-

tino. Potremmo parlare a lungo

di Onorio III, di Martino V, di Gre-

gorio XVI, del beato Pio IX, fino a

Paolo VI, che qui venne apposi-

tamente da Castel Gandolfo il 1

Settembre 1966.

Anche con le manomis-

sioni subite nel mutare dei gusti ar-

tistici, soprattutto il barocco,

nonostante le difficoltà dei vari

eventi storici, quali guerre, cala-

mità naturali e terremoti, la Catte-

drale ha saputo mantenere il suo decoro, la sua luminosità e

il suo splendore nello scin-

tillio di ori e di colori, che,

come le icone bizantine,

incantano e creano sug-

gestione e un desiderio di

voler gustare valori ultra-

terreni, che donano pace

all'animo e luogo adatto

alla preghiera.

Don Luigi Di Stefano

D I P I N G E R E C O N L A L U C EStampe in antiche tecniche sul la Cattedrale di Ferentino di Giorgio Picchi

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Giorgio Picchi

Nasce a Ferentino nell'ottobre del 1969 dove vive e lavora

come avvocato.

Verso la fine degli anni ottanta prende coscienza delle poten-

zialità dello strumento fotografico arrivando, ben presto, alla

stampa in camera oscura. Dal 1996 si dedica alla stereofoto-

grafia sperimentandone le varie tecniche di scatto, di visua-

lizzazione e di stampa (anaglifìa, pellicola invertibile,

proiezione, visione a occhi paralleli e incrociati, stereo-

grammi). Affascinato dalla storia della fotografia si avvicina

alla fotografia stenopeica. Nel 2008 con Venanzio Cellitti, co-

stituisce l'Associazione Fotografica Pentaprisma nella quale

organizza corsi, workshop, mostre personali e collettive. Dopo

aver frequentato corsi di

gomma bicromatata e plati-

notipia con i maestri Ro-

berto Lagrasta e Daniele

Cinciripini, del Gruppo Ro-

dolfo Namias (associazione

di appassionati di ogni parte

d'Italia dediti alla stampa

con le A.T. www.gruppona-

mias.com ) di cui è socio, si

appassiona alle Antiche

Tecniche dedicandosi prin-

cipalmente alle stampe alla

gomma e alla cianotipia.

Gomma Bicromatata (1856)

Il processo alla gomma venne messo a punto dall'inglese

John Pouncy nel 1856 e si basa sulla proprietà insolubiliz-

zante dei composti di cromo esavalente. Tale tecnica di

stampa ha straordinarie possibilità creative.

Il supporto di carta di buona qualità viene “collato” con una

soluzione diluita di gelatina, per eliminarne la porosità. Si sen-

sibilizza la carta con una miscela di gomma arabica e pig-

mento, cui si unisce, immediatamente prima dell'uso, una

soluzione di bicromato di potassio.

Si lascia seccare al buio e si espone, a contatto, alla luce ul-

travioletta sotto un negativo.

La successiva operazione è lo

spoglio: si mette il foglio a bagno

nell'acqua, che asporta la gomma

e il pigmento nelle zone che non

sono state esposte, perché in cor-

rispondenza dei neri del negativo.

“Dipingere con la luce” è un pro-

getto fotografico che si pone

come obiettivo la narrazione della

storia della città di Ferentino attra-

verso immagini realizzate con tec-

niche di stampa risalenti agli

albori della fotografia.

La tecnica utilizzata è la stampa alla gomma bicromatata

(1850 ca), la quale ha

straordinarie

possibilità creative, per

cui è possibile interagire

completamente nelle

varie fasi di stampa, dalla

preparazione manuale

dell'emulsione, alla spal-

mata e all'asciugatura fi-

nale, quasi a poter dipingere con la luce.

“Dipingere con la luce: il Duomo di Ferentino” - “Prezioso

scrigno contenente tesori di arte, di storia e di fede; intes-

suto e trapunto di originali manufatti marmorei cosmateschi,

nati nelle botteghe romane e voluti dai Romani Pontefici per

ammantare di un rivestimento nobile e regale le più importanti

e artistiche chiese da essi spesso utilizzate per le solenni li-

turgie papali nell'Urbe o entro i confini del loro non esteso “Pa-

trimonium Sancti Petri”, che diventerà con il tempo lo Stato

Pontificio. (G.P.)

LA CATTEDRALE

Questa è la cattedrale di Ferentino,

che, dall'alto delle mura millenarie

dell'Acropoli, ernica prima e poi ro-

mana, sublima l'incanto di una città

vetusta e sempre in fiore.

Ci sembra di scorgere an-

cora le ombre dei Censori romani

addetti alle Opere Pubbliche, Aulo

Irzio e Marco Lollio, aggirarsi nella

penombra dei meandri del Cripto-

portico, così immaginiamo di ve-

dere i sacerdoti del dio Mercurio,

addossati alle otto colonne di granito scuro, che rimpiangono

angosciati la distruzione del loro antico tempio e la fine della

religione pagana. Restano misteriose le costruzioni di chiese

cristiane sul Campidoglio ferentinate.

Una lapide del quarto secolo ci parla di una doviziosa ma-

trona romana, che con i suoi beni ha contribuito a ricostruire

una primitiva basilica romana, abbattuta dai persecutori della

fede cristiana.

Se tutte si sono susseguite sulla stessa area del tem-

pio, tutte hanno riutilizzato parte delle colonne e dei capitelli

di quell'antico tempio pagano, e che ancora oggi noi pos-

siamo ammirare.

Dal paleocri-

stiano del quarto secolo

la documentazione lapi-

dea resa di plutei datati

al tempo del papa Pa-

squale I (817-824) e del

Vescovo Pasquale, oltre-

passando il lungo pe-

riodo di cinque secoli dell'alto medioevo, ci trasporta

direttamente alla

nascita del “Patri-

monium Sancti

Petri”, che costitui-

sce la testimo-

nianza visibile del

primo nucleo della

nascente autorità

politica del papato.

I vari plutei no-

bilitati dalla fine

arte di scultura lon-

gobarda ci parlano

già di una sontuosa basilica, ben fornita di un completo ar-

redo liturgico, ciborio, iconostasi, ambone, fonte battesimale:

il meglio che una comunità cristiana possa desiderare per la

sede dei suoi incontri liturgici.

Ma il prestigio papale si va sempre più consolidando

e con esso aumentano anche le espressioni di grandiosità e

di arte. Sembra proprio questo il motivo per cui in Roma, dagli

inizi del XII secolo, nascono le botteghe dei vari “marmorari

romani”, che si specializzano soprattutto nella splendida arte

di allestire i mosaici per le

chiese. Essi compongono

delle imprese preparate in

tutti i rami dell'edilizia.

Sono architetti, ingegneri,

operai, manovali, scalpel-

lini, ecc. Normalmente

sono suddivisi per fami-

glie, che si tramandano la

suggestiva arte di padre in figlio. Comunemente sono stati

chiamati “Cosmati”, pensando che formassero una sola fami-

glia, discendenti da un capostipite Cosma.

Anche se la breve cronaca, consistente in pochi versi

scolpiti su uno dei plutei, ci tramanda i nomi del papa Pa-

squale II (1099-1119) e del pio vescovo Agostino (1106-

1111), come i possibili fondatori dell'attuale cattedrale, gli

autografi degli abili marmorari romani, che hanno firmato le

loro opere, ci raccontano man mano

di altri nobili Pontefici che con la loro

presenza hanno dato lustro alla no-

stra cattedrale.

Viene così alla luce l'ec-

celsa figura di Innocenzo III, Lotario

dei Conti di Segni, grande giurista,

nativo della vicina Gavignano, ap-

partenente alla diocesi di Anagni,

che ha mostrato a più riprese la sua

benevolenza per Ferentino, dove

possedeva, oltre a terre, anche una

nobile residenza nei pressi di S.

Maria dei Cavalieri Gaudenti. Anche da papa egli amava sog-

giornare spesso a Ferentino.

Rimangono memorabili due grandi celebrazioni, av-

venute nella nostra Cattedrale nel Maggio del 1203: una, il

7 Maggio, per canonizzare S. Wlustano, Vescovo di Wolce-

ster e l'altra il 30 Maggio, per consacrare il suo intimo

amico, Alberto Longhi, canonico della Cattedrale di Anagni,

Vescovo della Diocesi di Feren-

tino. Potremmo parlare a lungo

di Onorio III, di Martino V, di Gre-

gorio XVI, del beato Pio IX, fino a

Paolo VI, che qui venne apposi-

tamente da Castel Gandolfo il 1

Settembre 1966.

Anche con le manomis-

sioni subite nel mutare dei gusti ar-

tistici, soprattutto il barocco,

nonostante le difficoltà dei vari

eventi storici, quali guerre, cala-

mità naturali e terremoti, la Catte-

drale ha saputo mantenere il suo decoro, la sua luminosità e

il suo splendore nello scin-

tillio di ori e di colori, che,

come le icone bizantine,

incantano e creano sug-

gestione e un desiderio di

voler gustare valori ultra-

terreni, che donano pace

all'animo e luogo adatto

alla preghiera.

Don Luigi Di Stefano

D I P I N G E R E C O N L A L U C EStampe in antiche tecniche sul la Cattedrale di Ferentino di Giorgio Picchi

Page 8: A...periodico 12

La funzione terapeutica dell'arte è ormai assodata. Pittura,scultura, recitazione, teatro, cinema, scrittura creativa, artifigurative, sono tutti percorsi di miglioramento psicologicoapplicati nelle terapie aggiuntive per la cura delle malattiementali. Certamente da sole non sono affatto sufficienti acurare i malati ma, insieme ai trattamenti terapeutici clas-sici, aiutano e stimolano la psiche nel processo di miglio-ramento e integrazione sociale.

Lo psicoterapeuta e psichiatra Ignazio Senatore, docenteall'università Federico II di Napoli, ha pubblicato due libri:"Curare con il cinema" e " Cinema è terapia familiare" neiquali conferma questa tesi, forte della sua esperienza pro-fessionale e cinematografica. Senatore, oltre ad essereuno stimato e valente psicoterapeuta, e un grande espertodi cinema ed ha pubblicato moltissimi libri sulla settimaarte.

Io vorrei portare la mia testimonianza a questa tesi avendorealizzato con i Centri Diurni di Salute Mentale di Frosi-none, Ceccano e Ferentino alcuni progetti cinematograficinegli ultimi anni. Precisamente ho svolto dei corsi sul lin-guaggio del cinema, ho girato con gli utenti dei centri trecortometraggi, ho realizzato alcune rassegne di film. Ri-cordo che nella prima esperienza, che dette vita al film: "Ilmetodo perfetto", si creò una forte attesa per il momentodelle riprese e, quando venne, i partecipanti furono moltodisciplinati e più partecipativi e consapevoli degli attori pro-fessionisti.

Essi si sentivano presi in considerazione, valorizzati, sti-molati nella loro parte creativa, protagonisti di un eventoche li metteva al centro dell'attenzione e rispondevano allerichieste che facevo loro con enorme partecipazione. Il lorolavoro s'integrò perfettamente con quello degli altri attori apunto tale che nessuno, nella visione del film, distingueva

gli uni dagli altri, i diversamente abili dai normodotati. Que-sta esperienza mi accattivò la loro simpatia, con molti diessi si stabilì un rapporto familiare e, quando ci incontra-vamo, erano soliti baciarmi come si fa con le persone cheappartengono allo stesso gruppo e tra le quali c'è solida-rietà.

A questa esperienza ne seguirono delle altre, altri due cor-tometraggi, preceduti dalla parte teorica sul cinema. Nelterzo progetto: "Pazzi x Letizia". La platea si era molto al-largata sia tra i diversamente abili sia tra i normodotati.Anche in questo caso vi fu una forte sinergia e una volontàdi essere attivi, di sentirsi parte integrante del progetto, dirivedersi nel film, di essere importanti e al centro dell'atten-zione.

Essi si sentivano importanti e condividevano perfettamenteil lavoro da svolgere con disciplina e spirito di sacrificio. An-cora oggi, a distanza di due anni dal lavoro svolto, quandomi vedono, mi salutano con affetto, con calore e con sim-patia umana chiedendomi quando faremo il prossimo film.Io non posso argomentare in modo scientifico il migliora-mento che essi hanno avuto da queste esperienze, possosolo dire, con certezza, che sono rimastI soddisfatti, con-tenti e direi quasi felici.

Questo mi permette di affermare che l'arte in genere e, ilcinema nello specifico, servono molto per il miglioramentodella loro condizione e questo mi spinge a continuare suquesta strada, con soddisfazione e considerazione umana,per il raggiungimento di finalità culturali, artistiche e sociali.

Fernando Popoli

C i n e m a c o m e t e r a p i a

Page 9: A...periodico 12

Questo breve articolo prendespunto dall’esperienza perso-nale, formativa e poi pratica, di

tirocinante presso lo sportello antivio-lenza della cooperativa Be Free.Esperienza maturata dopo un breve,ma intenso, corso di operatrice anti-violenza tenuto dalla cooperativastessa. L’insieme di emozioni ambiva-lenti ed il carico di umanità incontratain questo viaggio mi hanno spinto acercare di evidenziare alcune criticitàriscontrate, non solo all’interno dell’at-tività prettamente intrinseca dell’ope-ratrice, ma anche quelle esplose neltempo intorno a questo lavoro, socialee femminile. Molte domande su cuitento di riflettere sono sorte anchedurante la scuola estiva di politichedi genere, tenutasi a Velletri nelsettembre scorso, ed, in partico-lare, durante la giornata, che piùdelle altre ha concentrato dibattitied interventi, sul ruolo professio-nale dell’operatrice antiviolenza. Occorre precisare subito che nonesiste nella terminologia ufficialeuna concezione univoca di opera-trice antiviolenza, figura professio-nale dai contorni non ben definiti,contrattualmente nemmeno previ-sta dagli Enti nazionali e non, chesi occupano di inquadrare il lavorodipendente. Anche i lavori che sisono concentrati su questi temisono scarsi, si ricorda il testo diAnna Alessi1 in particolare, e granparte della bibliografia cui far riferi-mento è prodotta dalle cooperativestesse, per colmare questa lacuna, osono delle guide regionali o comuni-tarie con indicazioni generali sulla me-todologia; guide spesso rivolte alcomparto sanitario o alle forze dell’or-dine, aspetto comunque fondamen-tale e necessario per una buonacollaborazione, ma non sufficiente.Allo stesso tempo, si deve purtroppoconstatare che gran parte del lavorosvolto è merito della perseveranza edella volontà di numerose donned’approcciarsi a questo servizio, po-tendo contare spesso solo sulla for-mazione che gli ormai numerosi centrimettono a disposizione, ma basan-dosi soprattutto sulle esperienze per-sonali e professionali maturate, su unquadro teorico che non può prescin-dere dalla storia delle donne, fattadalle donne, e dello schema “donnaascolta donna”, come elaborato dallapiattaforma di Pechino2. Imprescindi-

bile a ciò è il mettere a tema la meto-dologia di accoglienza delle donneche si rivolgono al servizio, rifiutare lavittimizzazione delle donne che subi-scono violenza ed arginare l’approc-cio giudicante: “Da questo punto divista l’interesse per la figura dellaOperatrice di accoglienza di centriantiviolenza è particolarmente rile-vante poiché intercetta, rendendoloevidente, proprio questo processo so-ciale di negoziazione nella rappresen-tazione degli oggetti di lavoro e mettea tema esplicitamente la rilevanza delconcetto di genere sia sul versantedell’oggetto di lavoro che della iden-

tità statutaria della operatrice di acco-glienza.”3 Ne deriva, ancora,l’urgenza che questa professionalitàsia riconosciuta ufficialmente, dandogiusta enfasi al tema della violenzadomestica in primis, ed arricchita dipercorsi formativi e criteri selettivi chenon lascino il campo di azione al merobuonismo, al semplice volontariato,alla non-professionalizzazione, ri-schiando di svalorizzare e svuotare dicontenuto il fenomeno della violenzadi genere. Aspetti importanti da leggere in mododuplice: le donne che si rivolgono aicentri devono essere garantite sullapreparazione delle operatrici, le ope-ratrici, d’altra parte, devono poteradoperarsi nel pieno riconoscimentodel loro lavoro, con le conseguenti ga-ranzie economiche e di tutela contrat-tuale. In un quadro di riferimento normativoincerto è auspicabile un aggiorna-mento ed una ridefinizione della ma-teria, a cominciare dalla legge

regionale 63 del 1994, (ove, ad esem-pio, non erano previsti nemmeno icentri di accoglienza) per molti versisuperata, ma, paradossalmente, an-cora largamente inapplicata nel suocorpus normativo. Si deve quindi constatare come nel la-voro dell’operatrice antiviolenza la co-siddetta femminilizzazione del lavoro,sia stata da sempre parte inficiantedel suo svolgimento. Di fronte alle criticità logistico-giuridi-che si vuole inoltre sollevare, comeaccennato poco sopra, l’importanzadella presenza femminile come ope-ratrice e di come questo si intersechi,

con tutte le sue specificità, ancheevidenziando ambiti complessi, conil concetto di cura largamente dibat-tuto in ambito femminista e del le-game indissolubile con la biopoliticaed il suo esercizio. A tal proposito,imprescindibili i lavori di studiosefemministe che vi si sono adden-trate, come Carol Gilligan, AdrianaCavarero, Joan Tronto e altre.

Il mio lavoro, presentato in ultima

versione come elaborato finale del

Master in Pari Opportunità dell’Uni-

versità Roma Tre, sì è avvalso anche

di contributi fondamentali come

quello della dottoressa Antonella

Petricone, corresponsabile del ser-

vizio SOS donna della cooperativa

Be Free, che qui ringrazio ancora af-

fettuosamente, e di tutte le professio-

niste appassionate incontrate in

questo viaggio umano e professio-

nale, che ora mi vede dalla parte della

barricata più attiva.

Eh, sì! Sono diventata anch’io un’ope-

ratrice anti-violenza!

Ilaria Malancona

1 Anna Alessi L’operatrice di accoglienza dei

centri Antiviolenza 2004, Edizioni Anteprima

s.r.l., Palermo.2 Cfr. Nazioni Unite, Report of the Fourth World

Conference on Women, Pechino, 4-15 settem-

bre 1995 (United Nations publication, Sales

No. 96.IV.13), cap. 1, risoluzione 1, allegato I.3 AA. VV., La violenza verso le donne e le pro-

fessioni di aiuto 

“STRUMENTI” - Linee guida per operatori/trici

dei servizi sociali - 2004, Edizioni Anteprima

s.r.l., Palermo.

L’operatrice anti-violenza:

tra lavoro di cura ed urgenza femminista

Page 10: A...periodico 12

Mi chiamo Paolo, ho cinquantadueanni e lavoro in un’industria farma-ceutica. Che dire di me! Ho un ca-

rattere estroverso, molto deciso, amo labuona compagnia e la musica. Ho parec-

chi hobby, vivere all’aria aperta, la pesca, le escur-sioni in montagna e mi dedico allaraccolta dei funghi. Negli ultimianni però il mio hobby principale, lamia passione è la meteorologia.M’interessano anche tutte le disci-pline che hanno attinenza con lameteorologia: la fisica, la chimica,l'analisi matematica e la statistica,materie nelle quali ho dovuto docu-mentarmi, per svolgere al meglio lamia passione.

Come sono arrivato alla meteorologiaLa mia passione per la meteorologia risale a sei annifa, e mi è stata trasmessa da un carissimo amico, Al-fredo Collalti. Ricordo che ho iniziato con una piccolastazione Oregon, ma siccome per carattere vadosempre alla ricerca del meglio, sono subito passato auna Lacrosse cablata, con la quale sono riuscito adandare avanti per un paio di anni. Mi sono iscritto al-l’Associazione Meteo Network – Epson Meteo, allaquale sono iscritto tuttora, frequentandone il forum einviando dati meteo della mia stazione in diretta. Tor-nando al fatto che sono sempre alla ricerca del me-glio, la Lacrosse l’ho tenuta per un annetto dopo diche sono passato alla “DAVIS VANTAGE PRO 2 WI-RELESS”, a mio parere e a quello degli altri oltre chein base alle recensioni, il top.

A questo punto, avendo uno strumento del genere adisposizione mi son detto “Perché non mettere a di-sposizione degli altri questa mia passione?” Nasce ilsito: “FERENTINOMET.IT”. Sito molto semplice e in-tuitivo, dove entrandovi, anche il meno esperto puòvedere i dati online, trasmessi dalla stazione meteo,usufruire dei modelli matematici, radar, satelliti ecc.Logicamente il sito bisognava arricchirlo e allora hodeciso di mettermi a fare le previsioni per il Lazio. Hoiniziato lo studio dei fenomeni atmosferici con il fineprincipale di formulare delle previsioni del tempo il piùpossibile attendibili. La previsione in sé è effettuata inbase allo studio fisico di masse d’aria diverse, lad-dove le precipitazioni e i fenomeni di cattivo tempo sipresentano più intensi. I dati meteorologici delle rile-vazioni effettuate contemporaneamente a intervalli re-golari e raccolti da molteplici stazioni distribuite nelmondo vengono prima trasformati in messaggi se-condo dei codici internazionali stabiliti dall’Organizza-zione Meteorologica Mondiale e poi elaborati neicentri di previsione per mezzo di elaboratori elettronici

che riproducono i processi fisici atmosferici alla basedi quelli meteorologici mediante l’applicazione di spe-cifici modelli matematici (denominati modelli numericidell’atmosfera).I dati fondamentali dai quali prendere spunto per l’ela-borazione di una previsione sono i seguenti: tempe-

ratura, pressione, tendenzabarometrica, punto di rugiada, umi-dità relativa, quantità di precipita-zioni o in osservazioni nonstrumentali (qualità e tipo di nubi edi precipitazioni). Fondamentale èla visione dei satelliti meteorologici,come Meteosat, mediante il quale èpossibile scattare fotografie su tuttoil globo terrestre per identificare i si-stemi nuvolosi, la cui individuazione

aiuta a prevedere i cicloni, i fronti e le correnti a gettoper poi seguirne l’evoluzione. Ho collaborato anchecon Meteo Portale Italia, sempre come previsoremeteo. Logicamente ho creato un gruppo e una pa-gina Facebook sempre sotto il nome di FERENTINO-MET.IT, per comunicare eventi meteo di sismologia edelle scienze naturali. Questo mio impegno, è statopremiato da parte di Meteo Network – Epson Meteocon il seguente diploma:

“L’Associazione Meteonetwork vuole ringraziare il Sig.Paolo Affinati titolare della Stazione Meteo-climaticadi Ferentino Piazza Gramsci per il continuo e puntualeinvio di dati meteorologici, e attribuisce alla stazioneil massimo punteggio nel Ranking della Rete MeteoNetwork per l’anno 2012.”

Una piccola soddisfazione!

Vorrei finire questo mio articolo con questa citazione:La meteorologia non fa il tempo, non decide quandosplende il sole o quando piove, ma aiuta a navigare.I marinai sanno che non si governa il mare ma lanave, che si manovrano le vele e non il vento.

LA MIA PASSIONE PER LA METEOROLOGIA

Page 11: A...periodico 12

Se girando per il centro di Ferentino chiedi chi sia

Giuseppe Ciuffarella probabilmente nessuno saprà rispon-

dere alla domanda, diversamente sono pochi in zona a non

conoscere Peppe detto “er Blues”.

Quando l’ho conosciuto io, sul finire degli anni ’90,

era un ragazzo venuto da fuori, forse da Roma a giudicare

dalla cadenza capitolina. Con la sua chitarra si cimentava

in prorompenti rhythm and blues e lo faceva dove capitava,

lo potevi trovare seduto in un angolo per terra o sui gradini

di qualche chiesa che faceva da colonna sonora a quelle

lunghe e pigre giornate estive. Per questo motivo noi tutti

lo abbiamo sempre classificato come musicista, come si

evince tra l’altro dal suo nome d’arte.

La mia sorpresa perciò è stata grande quando

giorni fa ho visto delle illustrazioni fatte di suo pugno. Mia

madre ne aveva comprate un paio per regalarmele. Devo

dire che mi hanno colpito subito. Sono quelle in figura in

quest’articolo.

I supporti sono dei cartoncini un po’ di fortuna, sui

bordi di una delle due si vedono gli spazi tratteggiati dove

scrivere Nome; Cognome; Alunno; Classe…ecc. La tecnica

invece di primo acchito mi ha lasciato un po’ perplesso, ho

pensato inizialmente a un qualche colore dato con il pen-

nello che il cartoncino aveva assorbito troppo. Poi guar-

dando meglio ho capito che si trattava di comunissimi

colori a spirito stesi (se così si può dire) con abbondanza e

infinita pazienza tanto da addensarsi in un insieme abba-

stanza uniforme di pigmenti e pelucchi della carta. L’effetto

finale non è male e il risultato è gradevole.

L’altra cosa che mi ha dato da pensare riguarda lo

stile. Mi ripetevo “cosa mi ricorda?”. Ho dovuto ripescare

tra le mie nozioni di storia dell’arte moderna e contempo-

ranea di un esame complementare dato anni fa all’univer-

sità. Ecco! La pittura fauves! … Facciamo una piccola

digressione: agli inizi del ‘900 a Parigi un gruppo di pittori

diede vita a una corrente pittorica in seno al movimento

impressionista e in occasione di un’importante mostra

esposero le loro opere. Un critico, a scopo denigratorio de-

finì coloro e le loro opere “fauves” per l’appunto. Il termine

sta ad indicare qualcosa di selvaggio.

I loro quadri infatti erano caratterizzati da tinte

forti, figure con lineamenti marcati e assenza di chiaro-

scuro, per citare alcune delle caratteristiche peculiari di

questo stile.

Tutto questo è nell’arte di Peppe er Blues.

Lui è un fauves, lo è probabilmente suo mal-

grado e perciò è anche un naif, ovvero denota

ingenuità nell’espressione artistica, scevra da

concetti e preconcetti accademici. Lui è così e

così sono le sue opere. Blues: Fauves – Naif

quindi.

Oppure, più semplicemente, per citare le

sue proprie parole alla domanda:

“…ma questa è pop art?” lui risponde

“No! questa è Pepp’art”

venanzio cellitti

B l u e s : f a u v e s - n a i f

Page 12: A...periodico 12

La perdonanza celestiniana 2014

[sulle tracce di Celestino V]

Da Ferentino (Fr) chiesa di S. Antonio Abate, partenza perl'eremo in vita di Pietro dal Morrone a L'Aquila (Aq) Santuario diCollemaggio dove riposano i resti mortali del santo.

19 AgostoPartenza Ore 8,00 da Ferentino (Fr) - Chiesa S. Antonio

AbateArrivo a Fiuggi (Fr) nel pomeriggioPernotto

20 AgostoOre 8,00 partenza da Fiuggi per Su-

biaco (Rm) [Monastero benedettino SacroSpeco]

21 Agosto partenza da Subiaco in direzione Monte

Livata (Rm)

22 Agosto in cammino da Monte Livata verso il

santuario di Vallepietra (Rm)

23 Agosto In cammino da Santuario di Vallepietra (Rm) verso Valle della

Dogana

24 Agosto In cammino da Valle della Dogana verso Tagliacozzo (Aq)

25 Agosto In cammino da Tagliacozzo (Aq) verso Rifugio CAI "Fonte Ta-

voloni" (Aq)

26 Agosto In cammino da Rifugio CAI "Fonte Tavoloni" (Aq) verso

Rocca di Mezzo (Aq)

27 Agosto In cammino da Rocca di Mezzo (Aq) verso Onna (Aq)

28 Agosto In cammino da Onna (Aq) verso L'Aquila (Aq) Abbazia di Col-

lemaggio

Prenotazione obbligatoria entro il 04 Agosto.Acconto del 50% alla prenotazione, saldoalla partenza.

E' possibile per i partecipanti scegliere legiornate a cui partecipare [minimo 6 parteci-panti per 6 giorni]

Il trekking avrà luogo con un minimo di 6partecipanti, in caso contrario verrà restituito

l'intero acconto versato.

Contributo richiesto: 50,00 euro al giorno [comprende organiz-zazione, assicurazione, guida, il pernottamento in tenda ed iltrasporto di parte del bagaglio da parte degli asinelli].

per informazioni: [email protected]