14ª RASSEGNA DEI LA CENA DEGLI AUGURI … · periodico indipendente Anno XXX - n. 12 - Dicembre...

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Attualità periodico indipendente Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008 - distribuzione gratuita www.ilbassoadige.it - e-mail: [email protected] - casella postale n. 8 - 37045 Legnago (Verona) Sede: LEGNAGO (VR) Via Mantova, 19/A Tel. 0442.600255 r.a. - Fax 0442.600825 ® PERCHÉ SCEGLIERE LE CALDAIE FRISQUET IN VILLAGGIO VACANZA CON "IL BASSO ADIGE" a DJERBA perla del Mediterraneo UFFICIO IMMOBILIARE di VENICIO GUZZO LEGNAGO - Via Fiume, 13 Tel. e Fax 0442 600788 E-mail: [email protected] VENDITA LEGNAGO CENTRO - Negozio ampia metratura con 4 vetrine e con magazzino. PORTO - Villetta a schiera di recente costruzione. LEGNAGO SAN VITO - Nuova bifamiliare in costruzione LEGNAGO CENTRO - Appartamento di ampia metratura a piano terra con giardino privato e garage. LEGNAGO - Lotti di terreno varie metrature. LEGNAGO CENTRO - Casa nuova costruzione con doppio garage. LEGNAGO CENTRO - Appartamenti di varie metrature di nuova costruzione con disponibilità di garage. LEGNAGO CENTRO - Splendida mansarda con garage. Da vedere. Ottimo prezzo. LEGNAGO - Lotto terreno mq 3100 artig. comm. LEGNAGO CENTRO - Ampio negozio frazionabile. PORTO CENTRO - Casa a due abitazioni con giardino di pertinenza. VILLABARTOLOMEA - Trilocale ottimo per investimento. Buon prezzo. SAN PIETRO DI LEGNAGO - Nuovi appartamenti con garage. VIA OSLAVIA - Nuovi appartamenti con mansarda e garage. BADIA POLESINE - Rustico con terreno. ALTRE PROPOSTE IN UFFICIO Associato F.I.M.A.A. - IS. RUOLO N. 1655 - C.C.I.A.A. VR 25% RISPARMIO SUL CONSUMO DI GAS BASSO INQUINAMENTO ATMOSFERICO (inferiore ai valori di legge) 5 ANNI DI GARANZIA TOTALE (pag. 22) Si è svolta sabato 13 dicembre, presso l’Ora- torio “San Biagio” l’inaugurazione della 14ª edizione della “Rassegna dei presepi artigia- nali ed artistici”. La cerimonia accompagnata dai canti del gruppo folcloristico “El Paiar”, e dalla benedizione del co-parroco Don Paolo, è stata assistita da molto pubblico, nonostante il tempo non sia stato dei migliori. Circa cento le opere esposte, presepi classici ma non solo, anche raffigurazioni pittoriche della natività, presepi fatti dai bambini e dai ragazzi delle classi elementari e medie, e opere degli allievi del corso di presepistica. Il miglior presepe verrà premiato al termine della rassegna, che rimarrà aperta fino a domenica 11 gennaio 2009. Per chi fosse appassionato di presepi, potrà iscriversi al prossimo corso d’arte prese- pistica 2009, organizzato dalla Proloco, dove verranno insegnate le tecniche di costruzione ma non solo, anche la storia e la cultura dei presepi. Per informazioni: tel. 045-6901489. Costantino Meo 14ª RASSEGNA DEI PRESEPI A BOVOLONE LA CENA DEGLI AUGURI E’ arrivata la mezzanotte senza che ce ne accorgessimo e di sicuro per chi partecipa ad una cena, è un buon segno; di sicuro la serata è stata piacevole, le pietanze ottime, i com- mensali simpatici, la compagnia divertente. Ed è stato forse proprio questo il segreto del successo della tradizionale “Cena degli auguri di Natale” che quest’anno il Basso Adige ha voluto condividere con soci, simpatizzanti ed amici, al Ristorante da “Zonaro” a Vigo di Legnago. Quasi 90 sono state le persone che hanno risposto all’invito lanciato dal presidente e dal direttivo; un modo per stare assieme e per farsi gli Auguri di Buone Feste dopo un anno intenso di attività e di iniziative. Una festa particolare è stata poi quella che hanno vissuto i piccoli ospiti con l’arrivo di Babbo Natale che ha avuto un dono ed un pensiero per ogni bambino presente. Non ci si è dimenticati neppure delle signore ed ecco il segretario Giuseppe Mutti, impegnato a distribuire loro un piacevole ricordo mentre ai più fortunati, la sorte ha messo a disposi- zione numerosi premi predisposti in una ricca lotteria. Libri offerti dagli amici de “Il Basso Adige”, altri rinomati prodotti, il fragrante Caffè Salieri e le splendide foto del mago della fotografia Augusto Frattini che andranno ad abbellire le pareti delle case dei fortunati vin- citori. All’ultimo numero estratto è andato un premio super: una preziosa serigrafia di Piero Gabrielli. Premi e divertimenti a parte, quello che ha colpito i presenti è stato lo spirito di amicizia e di unione che c’è; l’associazione è viva e di idee ne ha tante e nuove, non ultima, come ha precisato il presidente, quella di tra- scorrere una settimana assieme all’estero ad un prezzo del tutto speciale. (segue a pag. 3) Foto: Paolo Spinello SPRINCLUB

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Attualità

pe r i od i co i nd ipenden t e

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008 - distribuzione gratuitawww.ilbassoadige.it - e-mail: [email protected] - casella postale n. 8 - 37045 Legnago (Verona)

Sede: LEGNAGO (VR)Via Mantova, 19/ATel. 0442.600255 r.a. - Fax 0442.600825

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Associato F.I.M.A.A. - IS. RUOLO N. 1655 - C.C.I.A.A. VR

25% RISPARMIO SUL CONSUMO DI GAS

BASSO INQUINAMENTO ATMOSFERICO(inferiore ai valori di legge)

5 ANNI DI GARANZIA TOTALE

(pag. 22)

Si è svolta sabato 13 dicembre, presso l’Ora-torio “San Biagio” l’inaugurazione della 14ª edizione della “Rassegna dei presepi artigia-nali ed artistici”. La cerimonia accompagnata dai canti del gruppo folcloristico “El Paiar”, e dalla benedizione del co-parroco Don Paolo, è stata assistita da molto pubblico, nonostante il tempo non sia stato dei migliori. Circa cento le opere esposte, presepi classici ma non solo, anche raffigurazioni pittoriche della natività, presepi fatti dai bambini e dai ragazzi delle classi elementari e medie, e opere degli allievi del corso di presepistica. Il miglior presepe verrà premiato al termine della rassegna, che rimarrà aperta fino a domenica 11 gennaio 2009. Per chi fosse appassionato di presepi, potrà iscriversi al prossimo corso d’arte prese-pistica 2009, organizzato dalla Proloco, dove verranno insegnate le tecniche di costruzione ma non solo, anche la storia e la cultura dei presepi. Per informazioni: tel. 045-6901489.

Costantino Meo

14ª RASSEGNA DEI PRESEPI A BOVOLONE

LA CENA DEGLI AUGURI

E’ arrivata la mezzanotte senza che ce ne accorgessimo e di sicuro per chi partecipa ad una cena, è un buon segno; di sicuro la serata è stata piacevole, le pietanze ottime, i com-mensali simpatici, la compagnia divertente. Ed è stato forse proprio questo il segreto del successo della tradizionale “Cena degli auguri di Natale” che quest’anno il Basso Adige ha voluto condividere con soci, simpatizzanti ed amici, al Ristorante da “Zonaro” a Vigo di Legnago. Quasi 90 sono state le persone che hanno risposto all’invito lanciato dal presidente e dal direttivo; un modo per stare assieme e per farsi gli Auguri di Buone Feste dopo un anno intenso di attività e di iniziative. Una festa particolare è stata poi quella che hanno vissuto i piccoli ospiti con l’arrivo di Babbo Natale che ha avuto un dono ed un pensiero per ogni bambino presente. Non ci si è dimenticati neppure delle signore ed ecco il segretario Giuseppe Mutti, impegnato a

distribuire loro un piacevole ricordo mentre ai più fortunati, la sorte ha messo a disposi-zione numerosi premi predisposti in una ricca lotteria. Libri offerti dagli amici de “Il Basso Adige”, altri rinomati prodotti, il fragrante Caffè Salieri e le splendide foto del mago della fotografia Augusto Frattini che andranno ad abbellire le pareti delle case dei fortunati vin-citori. All’ultimo numero estratto è andato un premio super: una preziosa serigrafia di Piero Gabrielli. Premi e divertimenti a parte, quello che ha colpito i presenti è stato lo spirito di amicizia e di unione che c’è; l’associazione è viva e di idee ne ha tante e nuove, non ultima, come ha precisato il presidente, quella di tra-scorrere una settimana assieme all’estero ad un prezzo del tutto speciale. (segue a pag. 3)

Foto: Paolo Spinello

SPRINCLUB

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IO MI FACCIO IN QUATTRO PER LA MIA FAMIGLIAE LA MIA BANCA SI È FATTA IN 440 BANCHE PER ME.

(E ANC H’ IO NO N S CHE RZO ) .

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periodico indipendente 3

pe r iod i co i nd ipenden t e

e-mail: [email protected]

FONDATO NEL 1979Direttore responsabile: ROBERTO TIRAPELLEDirettore editoriale: GIANNI GALETTO

Autor. 462 del 25.05.1979 Tribunale di Verona.Sede in Legnago (VR) - Corso della Vittoria, 36 Pubblicità tel. 349 3157148.Foto di Paolo Pravadelli.Grafica, impaginazione e stampa:Grafiche Stella s.r.l. - Legnago (VR)

“Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile 6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il 20.09.1984 il cui Consiglio Direttivo è così composto:

Presidente: Gianni GalettoPresidente Onorario: Alessandro BelluzzoVice Presidente: Francesco OcchiSegretario: Giuseppe MuttiConsiglieri: Armandino Bocchi Renzo Peloso

www.ilbassoadige.it

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

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GRUPPO BERTASSELLOCarpenteria Metallica

di Bertassello Roberto di Bertassello Elena

La cena degli auguri - (segue da pag. 1)Un plauso e un grande merito di questo va al presidente Gianni Galetto che, durante la cena ha preso la parola per salutare gli amici. “E’ la serata dedicata agli auguri ma è anche il momento per trarre alcuni bilanci –ha ricor-dato- il giornale è in continua crescita ed il nostro grazie va anche al direttore responsabile Roberto Tirapelle. Il 2008 ci ha regalato anche una importante novità grazie a Silvia Zanardi e all’edizione internet della nostra testata; ora tra-mite essa ci possono leggere in tutto il mondo. Non dimentichiamoci però che “Il Basso Adige” non è solo il giornale ma una serie di iniziati-ve di grande interesse che ci hanno portato a visitare le ville del Palladio, a ricordare Lucio Battisti a 10 anni dalla sua morte, ad organizza-re serate culturali e poetiche con i nostri amici poeti, altri momenti culturali, medici e sociali di assoluto prestigio. Il nostro fiore all’occhiello è comunque il premio “Il Basso Adige” sempre più ambito, sempre più partecipato e questo gra-zie all’importante lavoro di squadra”. La serata degli auguri è così scivolata via con grande professionalità sotto l’attenta e capace regia di Giuseppe Mutti che riusciva a districarsi tra i vocianti e scatenati bambini nella impaziente attesa dell’arrivo di Babbo Natale, ed i tanti commensali; una parola, un saluto, una frase ed una risata Giuseppe l’ha distribuita proprio a tutti. Un bella serata quindi, la conferma della presenza di un grande gruppo di amici fatto di persone squisite ed è forse questo il segreto del nostro successo, della vitalità della nostra associazione, dello spirito sempre vivo e ricco di idee. Auguri di Buon Natale a tutti quindi, ed Auguri per un 2009 ricco di altri successi, a tutto “Il Basso Adige” ma soprattutto a voi che ci leggete e che ci siete vicini.

Francesco Occhi e tutto il direttivo

Anche se i colori sembrano attenuati da una luce celeste, il panneggio delle vesti, il rosso purpu-reo dell’Angelo e il blu della vergine emergono in tutto il loro splendore. Lo sfondo richiama un paesaggio boschivo con i tipici cipressi toscani che sfuma poi in lontane montagne azzurrine, mentre in primo piano notiamo le bianche margherite. Il giglio, tenuto dalla mano sinistra dell’angelo, simbolo di purezza di quel messag-gio che la Vergine sta per ricevere, sembra più realista. Lo sguardo attento e sereno di Maria all’annuncio dell’angelo, che alza la mano destra mettono in risalto il profondo affidamen-to della “Donna del sì”. Davanti a Lei un leggio con la Bibbia e con il braccio teso verso il ver-setto, quasi a verificare la veridicità della pro-fezia. Maria conosceva bene le Sacre Scritture essendo stata al servizio del Tempio, prima di sposare Giuseppe. L’annunciazione presente a Santa Maria Novella invece presenta elementi tematici diversi, che si distanziano e allo stesso tempo integrano le due appena analizzate. Nel fondo della Chiesa troviamo l’Annunciazione di Pietro di Miniato, allievo di Giotto. In alto a sinistra emerge l’immagine di Dio Padre, il quale essendo “l’Eterno nel tempo”, non ha età; per questo Pietro di Miniato non lo raffigura né giovane, né anziano; è Colui che può dire: «Io sono colui che sono». A destra dell’orecchio della Madonna appare una colomba, segno dello Spirito Santo e del mistero che sta per avvenire in Lei. La parola di Dio è una parola efficace, che si rivela per mezzo dell’annuncio dell’Angelo e che realizza ciò che dice. «Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù, e questi sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo…». Gesù entra con la sua nascita nella storia dell’umanità; dal suo con-cepimento si cominciano a contare i giorni; il Bambino dato alla luce dalla Vergine Maria è un bimbo speciale: il Figlio di Dio, nato da Dio per essere uomo in mezzo a noi uomini, uomo che assume in sé la natura umana e la natura divina. Battezzato da Giovanni nel fiume Giordano, una voce annuncia: «Questo è il mio Figlio predilet-to, ascoltatelo». Sullo sfondo dell’Annunciazir-ne di Pietro di Miniato non a caso sono presenti alcune formelle del Nuovo Testamento raffigu-ranti: la nascita di Gesù, la visita dei magi e il battesimo nel fiume Giordano. Tra l’angelo e la Vergine c’è un muro, a destra un colonnato. Nell’annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi un fiore. Qualcosa necessariamente separa sempre l’angelo dalla Vergine, quasi a dirci che la mano dell’Altissimo ha steso su di Lei la sua potenza e che è bastata la Parola di Dio per far esistere in Lei, nel suo ventre ver-ginale il Messia. L’angelo quindi si configura quale semplice e umile messaggio della Parola, udita, accolta e medidata da Maria e materia-lizzata il Lei quale Mistero di Salvezza, donato all’umanità intera.

Luisa Passarini

Senza nulla togliere alla magnificenza della bella città fiorentina, quattro passi nella soleg-giata Firenze, ventilata dalle brezze dell’Arno, non sono sufficienti a delineare con esattezza lo splendore che le opere d’arte racchiudono. Per scoprirlo è necessario visitare le chiese e i musei dove tutto parla d’arte, in particolare di arte cristiana. Mi trovavo a Firenze proprio il 15 agosto, giorno nel quale la Chiesa cattolica festeggia l’Ascensione di Maria al Cielo. Viene da chiedersi quale sia stato l’evento dal quale abbia avuto la sua scaturigine, sia partita cioè tutta la “storia della salvezza”. Nelle stanze degli Uffizi, a Palazzo Pitti, a Santa Maria Novella sembrano riecheggiare le parole di Luca. In un paese della Galilea l’angelo Gabriele apparve ad una donna promessa sposa di Giuseppe.«Non temere, Maria! Tu hai trovato grazia presso Dio. Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc, 1-30). L’annunciazione di Simone Maritini e Lippo Memmi richiama una scena di intensa religiosità e misticismo nella quale l’arte incantata e raffinata, impreziosita da ori e dalle stoffe variopinte attende il visitatore che varca, affascinato la sala 3 della Galleria degli Uffizi. La scena risale al Trecento senese. Al saluto dell’Angelo la Vergine si ritrae timi-dissima e spaventata, figura dolcissima e quasi impalpabile, eterea: una parentesi azzurra contro l’oro del fondo. La novità della scuola senese, come denota quest’opera consiste nell’impor-tanza data alla linea e al colore; novità plastiche e pittoriche che derivano dalla cultura gotica. L’opera caratterizzata dal raffinato uso dell’oro e da un linearismo accentuato e sinuoso, mostra anche preziosi dettagli realistici come il marmo policromo del pavimento, il mantello a scacchi dell’angelo, il vaso con i gigli bianchi, che richiamano ancora la preziosità, date le varie sfumature dell’oro. Simone Martini infatti e il cognato Lippo Memmi lavorano assieme a Siena ed escono entrambi da una bottega assai prolifica. Meno decorata ma in rapporto spazio-temporale si presenta invece l’Annunciazione di Leonardo da Vinci, conservata agli Uffizi ma che il giovane Leonardo aveva dipinto per la chiesa di San Bartolomeo. L’ora scelta da Leonardo per la rappresentazione è l’alba.

A FIRENZE SULLE ORME DELL’ANNUNCIAZIONE

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L’arrivo del freddo e i prezzi non tanto abbordabili dei com-

bustibili petroliferi sotto Natale, da qual-che anno ormai nelle case modeste dalle nostre parti hanno rimesso in onore stufe e caminetti, fonti di riscaldamento e, talvolta, di fastidiosi disagi nelle nostre cucine dei tempi della civiltà contadina, sopravvissuta sino ai primi anni ’50 e tra-montata nei ’60. Se infatti la prima decade successiva a quella della Seconda Guerra Mondiale ancora consacra-va la tradizione del Natale presso il camino, riscaldati al massimo davanti e infreddo-liti sulla schiena, unitamente all’accensione di falò esterni, la composizione di presepi negli angoli più panoramici di casa e le ronde della Santa Notte sciamanti nel freddo e nel buio al canto di carole e strambotti, gli anni ’60 segnavano il trionfo del Natale televisivo, prevalentemente sedentario, con l’albero al posto del presepe e i nuovi camini finti, solo decorativi e senza camera di combustione. La nostra TV incominciava allora a dare intere serie natalizie filmate di acquisto americano: cose attuali per allora, ma anche vecchie di una ventina d’anni, con inquadrature di interni lussuosi degli anni ’30 e ’40, dove i pini erano alti cinque metri e le decorazioni - a carico di ditte specializzate - arrivavano su capienti furgoni: il tutto sullo sfondo di versioni solo un po’ aggiornate dei monu-mentali camini Rumford, di scoperta fine-set-tecentesca ad opera dell’omonimo conte, per la delizia della nobiltà e dell’alta borghesia anglosassone dei suoi tempi. Certo, altro che Rumford! I nostri di allora erano in genere camini piccoli, asfittici e sbilenchi perché tirati su amatorialmente alla men peggio, accanto ai quali era inevitabile trascorrere giornate intere a sacramentare sulla puzza di fumo che impregnava i vestiti in cucine dove bastava solo un po’ di vento in più per soffocare le braci. Per non tacere delle came-

re da letto con temperature polari in cui alla sera si tentava di evitare l’assideramento con l’uso di piccoli bracieri - ‘fogare’ - in terra-glia, posti in strutture leggere in legno e latta - ‘muneghe’ - per sollevare le lenzuola e permettere il passaggio del caldo sotto le col-tri. Se poi si considera anche la mancanza di acqua corrente e di servizi igienici in casa e il fatto che gli inverni di allora erano molto più

freddi e nebbiosi di adesso, ci si può fare un’idea di cosa significasse un vero ed ende-mico stato di crisi, in cui per i più le spese dovevano essere centellinate per non mettere in pericolo la sopravvivenza di intere famiglie, oltre che di singoli componenti. La slitta è un altro degli oggetti tipici collegati alla storia, all’aned-dotica e all’iconografia tradi-zionale natalizia. Venuta dal nord la sua simbologia è stata accolta anche alle nostre lati-tudini che poco l’annoverano

tra i comuni mezzi di trasporto e da diporto. Anche se a ben vedere essa ebbe un momento di effettiva ricaduta pratica nella nostra Bassa negli anni 1952 – ’53 in cui inverni partico-larmente rigidi aiutarono a creare le così dette ‘beaze’, lastroni di ghiaccio mobili lungo le rive dell’Adige, e strati persistenti nei fossati, per la gioia di tanti ragazzi che da già provetti costrut-tori di velocissimi carrettini dalle tipiche ruote di cusci-ni a sfera si improvvisarono allora anche falegnami, fat-tori con assi, pali di legno e fili di ferro di belle slitte fatte in casa, nelle varietà a singolo o a più occu-panti, con moto per effetto di trascinamento dall’esterno o, molto più comunemente, autopropulsivo a mezzo di paletti dall'estremità a chiodo. Fu un veico-lo di divertimento unico e velocissimo per un paio di Natali o poco più: una gioia per coloro che avevano l’età e la capacità per potervi partecipare direttamente, ma anche

per chi come la scrivente, troppo piccola per entrare nel frastuono doveva accontentarsi di guardare da lontano. Si trattò di una breve parentesi, tuttavia, perché l’addolcirsi del clima invernale negli anni successivi avrebbe presto messo in disuso quegli slittini, ridotti a tarlarsi e a marcire pian piano di traverso a qualche trave nei portici delle nostre case coloniche. La nostra manualità era comunque destinata man mano a ridursi in tempi recenti anche per l’arrivo della grande cultura, con i figli dei contadini e degli operai che anda-vano alle scuole superiori e all’università ed organizzavano i dibattiti ai cineforum locali, magnificando non di rado, il valore di gran-di film del passato come “Quarto Potere” (”Citizen Kane”) di Orson Welles. In quella pellicola, per esempio, uno slittino rifinito a regola d’arte nella sagoma e nelle imbottiture chiamato ‘rosebud’ – ‘bocciolo di rosa’ – fa da leit motiv sino alla fine della vita para-digmatica del protagonista Charles Foster Kane, figlio solitario di una madre d’acciaio diventato da adulto capo onnipotente di un impero giornalistico e alienato e bizzoso povero ricco da vecchio. Ciò mentre anche il teatro alla fine degli anni ’50 incominciava ad entrare nel vissuto della gente comune, sia pure attraverso il mezzo televisivo, con la trasmissione di alcune delle ultime ver-sioni autentiche della dinastia De Filippo di “Natale in casa Cupiello”, un testo iniziato a

scrivere da parte di Eduardo – dicono i precisini - addirit-tura nel 1931 e via via per-fezionato e attuale nella sua morale di fondo - sessanta o settanta anni fa come oggi - in cui c’è un protagoni-sta ingenuo e démodé che cerca di superare i fastidi e le angosce del suo vissuto di ogni giorno profondendo

le proprie energie nella costruzione di un pre-sepe ch’egli vede come una specie di opera d’arte, tra l’indifferenza del figliastro giova-ne e, diremmo oggi, rock, che gli riserva sino in fondo l’affronto di un avverso e dispregia-tivo “ O presepe nun m’o piace”.

Carla Faccio

NATALE 2008: TRA CAMINI, SLITTINI,TV DI UNA VOLTA E INCERTEZZE PRESENTI

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

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Carol di origine inglese, del XVI° secolo, fu pubblicato per la prima volta nel 1833 in una collezione di canti stagionali raccolti da William B. Sandys. Alcuni studio-si ne sostengono l’origine francese a causa dell’ortografia ‘Noel’ che appare in alcune lezioni, opposta a ‘Nowell’ la versione in antico inglese. Di questa melo-dia, notevole è stata anche la versione di sottofondo, ad uso finemente artistico, che il regista Steven Spielberg ne ha a suo tempo fatto in un passaggio di “Il Colore rosa”, uno dei grandi film di stagione da rispolverare a Natale. TESTO INGLESE:The First Noel, the Angels did say /Was to certain poor shepherds in fields as they lay. /In fields where they lay keeping their sheep / On a cold winter's night that was so deep. /Nowell/ Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel! //They looked up and saw a star /Shining in the East beyond them far /And to the earth it gave great light /And so it continued both day and night.//Noel, Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel! /And by the light of that same star /Three Wise men came from country far /To seek

for a King was their intent /And to follow the star wherever it went. // Noel, Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel! // This star drew nigh to the northwest / O'er Bethlehem it took its rest /And there it did both Pause and stay/Right o'er the place where Jesus lay. /Noel, Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel! //Then entered in those Wise men three /Full reverently upon their knee /And offered there in His presence /Their gold and myrrh and frankincense. / /Noel, Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel! // Then let us all with one accord /Sing praises to our heavenly Lord / That hath made Heaven and earth of nought / And with his blood mankind has bought./Noel, Noel, Noel, Noel /Born is the King of Israel!VERSIONE LETTERALE ITALIANA: Il primo Natale, dissero gli Angeli , / fu scoperto da per certi poveri pastorelli mentre giaceva-no nei campi. / Nei campi dove si trovavano a custodire le loro greggi / nel profondo di una fredda notte invernale // Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele. // Guardarono in alto e videro una stella / Che risplendeva ad oriente oltre loro, lontano / E alla terra essa dava gran luce / E la cosa continuò così di giorno come di notte. // Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele. // E alla luce di quella stessa stella / tre saggi vennero da lontani Paesi / con l’intento personale di cercare un Re, / seguendo la stella ovunque essa andasse. / / Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele. // Questa stella si avvicinò verso nord-ovest / e su Betlemme si fermò / E là si arrestò per qualche tempo / proprio sopra il luogo dove Gesù giaceva // Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele. // Poi quei tre Saggi entrarono / cadendo reverentemente in ginocchio / E offrirono là alla di Lui presenza / i loro doni di oro, mirra e incenso. // Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele. //Allora tutti quanti noi in un unico accento / cantiamo le lodi di nostro Signore, / che ha fatto il cielo e la terra dal nulla / e con il suo sangue ha riscattato l’umanità. // Natale, Natale, Natale, Natale / Nato è il re di Israele (Carla Faccio)

PAROLE STRANIERE IN MUSICA: “THE FIST NOWELL/NOEL”

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

livelli di soddisfazione quando riceve la visita di ex-allieve che la ricordano con affetto. Ogni mattina si sintonizza su Telepace per la santa Messa e il pomeriggio sgrana tutte e cinque le decine del rosario. Il suo centesimo compleanno l’ha trascorso con i nipoti, assi-stendo alla Messa celebrata nella sua casa da don Luca Masin e consumando un semplice rinfresco perché la frugalità, per esperienza diretta della festeggiata, allunga l’esistenza. La ricetta di Giacomina per varcare il secolo appare semplice e naturale: ritmi tranquilli regolati da sane abitudini, amore per la vita, fede solida e buone relazioni. Definito così, l’elisir di lunga vita si mostra alla portata di tutti. Auguri, dunque, alla centenaria e a tutti gli amici del Basso Adige, di un sereno 2009 e di tanti tanti altri felici anni venturi… Giacomina docet.

Renata Nalin

Cento anni. Una meta meno inarrivabile d’un tempo, ma pur sempre un traguardo da celebrare. Giacomina Donini l’ha raggiun-to con mente lucida e ricordi nitidi. Chissà quante volte si è sentita ripetere, il giorno di Santa Lucia, nella ricorrenza del suo natale, “Cento di cento di questi giorni”! Per lei non s’è trattato di un’iperbole, ma di un auspicio realizzato. Nata a Legnago il 13 dicembre del 1908, ha percorso il secolo scorso e ha varcato il terzo millennio scrivendo una lun-ghissima pagina di vita intensa e partecipata. Ha dedicato quarant’anni e forse più della sua esistenza alla scuola primaria istruendo e edu-cando, seguendo le orme dei genitori, nume-rose generazioni di fanciulli. Ha insegnato a Marega, a Orti, a Carpi e, per venticinque anni, a Vigo. Nubile, si è adoperata con pas-sione e dedizione nella scuola, ma anche per gli otto nipoti, figli della sorella Luisa, e a due generazioni di pronipoti: in tutto trentadue. Dal 1975 conduce vita da pensionata, una vita attiva che ha subito qualche rallentamento solo nell’ultimo biennio. Fino a qualche anno fa si preparava da sola la valigia per recarsi, d’estate, a villeggiare a Cerro Veronese. Ora si fa aiutare, ma solo da un anno e mezzo, da una cara signora di nome Angela che con lei condivide le ore del giorno e della notte, ma provvede ancora da sola alla propria igiene quotidiana e alla cura della sua persona, non tralascia mai l’appuntamento settimanale con la parrucchiera, si adorna con gioielli e sceglie di indossare abiti eleganti nei giorni di festa, legge il quotidiano “L’Arena” e il settimanale “Verona Fedele”, ultimamente solo i titoli perché la vista si è ridotta, dimostrando inte-resse e attaccamento alla vita. Raggiunge alti

AUGURI, GIACOMINA! AUGURI, LETTORI!

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periodico indipendente6

possono essere i regali di Natale più graditi ed apprezzati.Se volete esprimere la vostra opinione su questo tema o su quelli inerenti articoli pre-cedenti, se volete suggerirmi argomenti da trattare in futuro, se volete più informazioni sul mio libro o sugli eventi ai quali partecipo visitate il mio blog: www.chiacchierandocon-mariapia.it. Se volete mandarmi una email: [email protected]

Mariapia De Carli

Fervono i preparativi: luci, addobbi, proposte per festeggiare il Natale, il Capodanno, l'Epi-fania. Questa volta, però, qualcosa, almeno in apparenza, è cambiato. Tutto sembra essere sotto tono, meno enfatizzato, caratterizzato da poco entusiasmo. Il tormentone generale è questo: c'è crisi e la gente è sfiduciata e ama-reggiata. Ma ci siamo chiesti perchè? Erano davvero le luminarie più sfarzose, la possibi-lità di comprare tanti regali, l'opportunità di concedersi degli “Sfizi” a renderci così felici? A mio parere no. E' solo crollata la facciata, è stata rimossa la patina dorata che ricopri-va la realtà. Da tempo, ormai, lo spirito del Natale è morto; i veri valori sono scomparsi a favore e grazie al benessere e al consumi-smo. Siamo passati dalla società dell'essere a quella dell'apparire dove sono fondamentali il denaro, il successo ed il prestigio. Adesso che anche questi cominciano a vacillare cosa resta? Il vuoto, l'incertezza, l'insicurezza, il senso di smarrimento. In passato avevamo imparato a colmare la mancanza di amore, affetto, amicizia, solidarietà sostituendoli con cose materiali. E ora che comprare molti beni è difficile come riempire questi vuoti? Forse è il caso di fermarsi, riflettere su ciò che conta veramente e poi ripartire. A mio parere, proprio perchè siamo a fine anno, dovremmo fare un bilancio della nostra vita analizzando non tanto il nostro patrimonio economico ma il nostro patrimonio umano. Dovremmo guardarci dentro e riscoprire chi siamo, cosa desideriamo veramente, ciò che è davvero indispensabile per la nostra esisten-za. Probabilmente scopriremmo che anche un grazie, una carezza, un sorriso, un abbraccio

è DI NUOVO NATALE: UN' ALTRA OCCASIONEPER RIFLETTERE E POI RIPARTIRE

Via Rovigo, 50Vigo di Legnago

Tel. 0442 601299

iacerePdi servirvi

Ristorante - Pizzeria

CENONE DI SAN SILVESTRORotolino di carne salata, Salmone tiepido al pepe rosaBarchetta ripiena al formaggio, Gamberone saporito

Crespelle con funghi, speck e scamorzaGarganelli ai frutti di mare, Risotto alla Veneta

Rotolo di vitello al forno, Arista al latteCotechino con lenticchie, Crocchette di patate

Ananas con gelato e frutti di bosco

La serata sarà

accompagnata

dal duo musicale

PAOLO e MERY

musica con ballo

Semifreddo al torroncino con salsa al cioccolato

Caffè, amaro

Acqua, vini e spumanti

ore 2.00 verrà servita una buona pasta e fagioliore 3.00 cioccolata calda con brioche

Costo della cena 65 e a persona - Inizio cena ore 20.30

SUONI

Il fluire impetuoso dell'acqua di un torrenteè il ritmo frenetico della vita quotidiana.La forza del ventoè la veemenza con la quale scacciamo il passato.Le vibrazioni del terrenosono il risveglio delle nostre paure.Il crepitio del fuocoè il calore dell'amore.Il canto dell'usignoloè la melodia della natura.Gli schiamazzi dei bimbisono il suono dell'innocenza.Il rumore del silenzioè il campanello della nostra anima.

Mariapia De Carli

La Pace è il canto degli Angeli risuona-to sulla Capanna di Betlemme: "Pace in terra agli uomini di buona volontà". Per Essa serve una intesa reciproca e con-corde, il frutto della Buona Volontà.

ORAzION PAR LA VIGILIA

Caro Bambin, come mi gh'è ci sperache vivare in Pace el sia normale,ch'el mondo 'l guarissa da ogni male,che sparissa l'egoismo da la tera.

Caro Gesù, che te ven zo 'staseracome ogni ano parchè l'è Nadale,porta con ti on saco de saleda mètarghe in testa a cì vol la goera.

Gesù Bambin te prego: 'stanote fache se cata intorno a la Capanai Capi de Stato del mondo intiero.

Fa che la Pace el sia el so pensiero,che la me orazion no la sia vana,mèteghe in testa la Bona Volontà!

NaNDo CaltraN

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Il 22 Novembre in chiesa a Cerea si è esibita per la prima volta la nuova banda musicale intitolata al Maestro Ugo Pallaro (1885 1961) al quale è già stato dedicato un libro e una via. Erano presenti: l’Assessore regionale Raffaele Bazzoni, il Sindaco Marconcini, il presiden-te della banda Maria Grazia Moratello, le Autorità e i nipoti del Maestro scomparso: Rosanna e Edoardo Pallaro. Il nuovo Maestro di musica Gianfranco Zanchettin ha diret-to musiche di Haendel, Clark, Pachelbel. Entusiasta la partecipazione del pubblico che ha applaudito calorosamente. Il video è visi-bile su youtube digitando: banda Ugo Pallaro di Cerea. Il prossimo appuntamento è all’area Expo domenica 21 Dicembre, ore 16, per il gran Concerto di Natale eseguito in collabo-razione con il rinomato Corpo bandistico di Bovolone.

Sergio Bissoli

EVENTO STORICO NELLA FESTA DI SANTA

CECILIA A CEREA

IN BICICLETTA

Ricordo che, negli anni dal 1950 al 1970, le ragazze andavano in bicicletta. Le strade erano sgombre di traffico e si poteva chiacchierare e fare amicizia mentre percorrevamo la stessa strada, pedalando verso un lontano paese. Ma non era sempre facile. Una volta sulla strada incontrai due ragazze che avevano forato la ruota e proseguivano a piedi. Io chiesi alla prima: “E’ rimasta a piedi signorina?” “Sì.” Gridò lei ridendo. “E deve andare lontano?” “Sì. Alle Brekane.” Era il nome di un paese immagina-rio. Io capii che non gradiva la mia compagnia e proseguii da solo. Dietro di me udii la voce della seconda ragazza che rimproverava l’amica: “Come sei scema.”

Sergio Bissoli

VITE DI DONNE - 6ª parte

Chiesa di San Tomaso: il più piccolo Santuario della provinciaSull’argine sinistro dell’Adige, in località Orti di Bonavigo, sorge il più piccolo Santuario della provincia veronese di cui si ha notizia ufficiale nei registri delle visite pastorali del vescovo di Verona Gian Matteo Giberti, che, giunto a Orti nel 1526, ordina il restauro della parrocchiale. È un luogo di culto assai conosciuto che accoglie i fedeli che si affida-no alla Madonna di San Tomaso. I numerosi ex voto conservati all’interno della Chiesetta testimoniano la devozione d’ogni tempo alla Beata Vergine raffigurata nell’immagine miracolosa che nel piccolo tempio si conser-va. L’opera, dipinta a olio su tavola di legno di rovere, è databile presumibilmente nella seconda metà del 1500 e ritrae la Madonna dallo sguardo pensieroso rivolto al Figlio il quale, sorridente, accoglie a braccia aperte i visitatori. In origine dedicato a San Tomaso Beckett, arcivescovo di Canterbury, il tempio successivamente viene intitolato a Maria per la venerazione alla Vergine e le grazie da Lei

I TESORI DEL NOSTRO CUOREconcesse. Nel tempo le due intitolazioni si sono fuse, dando origine alla Madonna di San Tomaso, come oggi viene definito il luogo sacro. Ogni anno, ai primi di settembre, la tradizionale sagra attira migliaia di persone che giungono numerose in questo luogo dove divertimento e devozione si fondono in un’unica grande festa.

Felice Nalin

conduzione della tavola rotonda. Nella prima parte sono intervenuti il dott. Giulio Fanton consulente psicologo della Fondazione San Giovanni Calabria “Dopo di noi”, l’avvocato Marco Vesentini Presidente della Cooperativa Sociale AIAS e della Fondazione Barbieri di Verona, il dott. Raffaele Grottola Direttore dei Servizi Sociali AULSS di Legnago. Nella seconda parte hanno portato la loro testimo-nianza di progetti e proposte di residenzialità innovativa per i disabili alcune associazio-ni e cooperative della zona e non solo. La tavola rotonda si è chiusa con le parole della Responsabile Progetti della Fondazione Futuro Insieme di Legnago, dottoressa Maria Scarmagnani. Durante tutta la mattinata si è parlato di temi cari alla Fondazione, come le preoccupazioni per la famiglia di un disabile riguardo la vita che il proprio familiare dovrà affrontare dopo la scomparsa dei genitori. Dai vari interventi si è capito come prima di tutto ci sia la persona che, seppur debole, deve poter realizzare il proprio progetto esistenziale in un

Spazi nuovi per viverci: percorsi possibili per la persona con disabilità è il titolo della tavola rotonda organizzata quest’anno dalla Fondazione Futuro Insieme. Quello svoltosi nella sede dell’Apindustria il 30 Novembre 2008 era il quinto convegno, a cadenza annuale, organizzato dalla Fondazione nata nel 2002. L’incontro si è aperto con il salu-to del Sindaco Silvio Gandini e dell’as-sessore alle politiche sociali della Regione Veneto Stefano Valdegamberi ed è poi con-tinuato con l’intervento di altri esperti del settore, tutti introdotti dal Presidente della Fondazione Futuro Insieme di Legnago, Roberto Maggioni, che si è occupato della

A LEGNAGO INSIEME PER PARLARE DI DISABILITÀambiente che le consenta una vita dignitosa, di conservare gli affetti e soddisfare i biso-gni, di essere il più possibile inserita nella società e non isolata in strutture, lontano dagli altri. È emerso dalla tavola rotonda che, per permettere al disabile di avere un futuro e un’adeguata assistenza, non si può fare affidamento solo su Enti e Associazioni, che già danno risposte alle richieste urgenti e gravi, ma la situazione deve essere gestita direttamente dalle famiglie di soggetti disabi-li. Inoltre non bisogna aspettarsi che le varie associazioni presenti sul territorio si occupi-no di ogni minimo bisogno di tutte le persone in difficoltà, dovrebbe esserci meno indif-ferenza da parte della gente che con piccoli gesti quotidiani può aiutare chi ha bisogno. Queste azioni, all’apparenza insignificanti, possono permettere una minor dispersione delle risorse sia economiche che fisiche di volontari e istituzioni, apportando un contri-buito significativo alla qualità della vita.

Emanuele Sarria

Con questo biglietto abbiamo contribuito a sostenere:

Sede: Via del Pontiere, 17 - 37045 Legnago (VR)

Tel. 0442 99027 - Sito internet: www.futuroinsieme.it

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Ceolaro. Il tono del convegno in Loggia frà Giocondo ha posto in risalto la strategia sinergica insita nelle relazioni dei relatori, polarizzando l'attenzione dei presenti. In apertura, il benvenuto del presidente Mosele: “Saluto con gioia il pubblico di questo convegno, a maggio ci eravamo promessi di incontrarci nuovamente e abbiamo mantenuto la promessa sancita nel corso dell'Assise, per una rinnovata promessa di turismo efficiente nel Veneto e nelle nostre province. Vorrei ringraziare il mio vicepresidente e assessore al Turismo Antonio Pastorello per il lavoro che continua a fare giorno dopo giorno a favore del comparto turistico”. A seguire, il vicepresidente Pastorello: “Siamo qui anche a presentare la pubblicazione degli atti dell'Assise dove è possibile trovare le trascrizioni delle relazioni, dei dibattiti e degli interventi emersi dai vari gruppi di lavoro. Mi auguro che questo convegno sia ambasciatore del nostro impegno a fare turismo, un impegno che svolgiamo in squadra. Perché non basta mettere a disposizione del visitatore il patrimonio artistico e monumentale, né fornirlo solamente di materiale informativo, dobbiamo seguirlo costantemente e adeguatamente. La presenza numerosa del pubblico oggi indica che stiamo lavorando bene, che il nostro impegno quotidiano è apprezzato e continuerà a portare buoni frutti”. Analizzando le finalità del piano d'intervento, Paolo Rosso: “Abbiamo l'obiettivo di realizzare degli uffici di informazione e accoglienza turistica regionali, con un miglioramento dei servizi dedicati al turista e un potenziamento della promozione del territorio veneto. E' il primo vero esempio di cooperazione istituzionale”. Nell'analisi dell'elemento di giunzione, Federico Saccardin: “Il turismo è sempre fortemente influenzato dal territorio circostante. La qualità dei luoghi, dei servizi, dei collegamenti, sono fondamentali. Una località turistica è un terreno su cui si sviluppa una forte capacità economica, ma perché questo avvenga il turista deve essere visto come un dono e deve avere un trattamento preferenziale.” Nella

Nella mattinata di venerdi 28 Novembre, a Verona, in Loggia fra' Giocondo, si è svolto un importante convegno, “Il valore dell'accoglienza e dell'informazione turistica”, introdotto dal presidente Elio Mosele e moderato dalla giornalista televisiva Monica Rubele. Hanno partecipato quali relatori, in ordine di intervento: il vicepresidente e assessore al Turismo Antonio Pastorello, il funzionario provinciale Monica Fonfriest, il presidente della Provincia di Rovigo e della commissione del turismo per URPV Unione Province Venete Federico Saccardin, il dirigente regionale Paolo Rosso, il vicepresidente della Regione del Veneto Franco Manzato, il sottosegretario al Turismo Michela Brambilla. Presenti in sala, tra gli altri partecipanti - l'amministratore unico di Provincia di Verona Turismo Srl Loris Danielli, il presidente del Consiglio provinciale Massimo Galli Righi, i presidenti dei Consorzi di promozione turistica Verona tutt'intorno Sergio Cucini e LagodiGardaè Giuseppe Greco, i consiglieri provinciali Valerio Corradi e Tosoni, il presidente dell'UGAV Antonio Pasotti, in rappresentanza di Confindustria il presidente della sezione Turismo Gianni Zenatello, i responsabili dei 21 Iat provinciali. Il convegno ha esaminato temi di grande attualità: qualità dell'accoglienza e dell'informazione turistica come strumento di promozione del territorio, il ruolo delle Province nel settore turistico, e ha illustrato i dati desunti dai lavori della seconda edizione dell'Assise dell'Ospitalità in Veneto, il convegno dell'URPV tenutosi il 7 e l'8 maggio 2008 a Lazise., dalla revisione della Legge Regionale n. 33 del 2002 al ruolo degli Iat. A testimonianza il bel volume (edito con il determinante contributo dell'URPV e delle Provincia di Belluno, Padova, Rovigo, Venezia, Treviso, Verona, Vicenza) che raccoglie gli atti, gli appunti, i dibattiti e le relazioni del gruppi di lavoro, frutto di una laboriosa ricerca messa a punto da Francesco Occhi – storico del nostro territorio - Francesca Caldarola e Giorgia Pradolin. Per la realizzazione grafica, Sabrina

IN LOGGIA FRÀ GIOCONDO, LA PROVINCIA INVITA MICHELA BRAMBILLA “IL VALORE DELL'ACCOGLIENZA E DELL'INFORMAZIONE TURISTICA”

BRAMBILLA: “QUESTA PROVINCIA è TRA LE PIù FORTI E COMPETENTI A LIVELLO NAZIONALE” scelta della più consona strategia operativa, Manzato: “La nostra intenzione è quella di aggredire il mercato europeo e di fare una programmazione turistica pluriennale con i consorzi e le aziende turistiche, perché tutti possano vedere cosa intendiamo fare con trasparenza. Tutto il sistema territoriale deve poter leggere immediatamente la strategia della Regione Veneto. Intendiamo creare un fondo dedicando alle aziende turistiche e stimare dei finanziamenti dedicati alle strutture alberghiere. L'obiettivo è trovare dei sistemi sempre più forti con cui primeggiare nel comparto turistico. Per favorire i turisti che non hanno la possibilità di spendere molto stiamo organizzando dei pacchetti turistici di soli 2 o 3 giorni che i visitatori possono programmarsi a piacimento”. A chiosa, un flash sulla programmazione di governo, illustrata dal sottosegretario Brambilla: “La carta dei servizi della provincia veronese è uno strumento straordinario per monitorare il livello di soddisfazione dell'utente e garantirgli lo standard minimo di servizio atteso. Il mio plauso alle amministrazioni locali del Veneto per quanto fanno a favore di un settore strategico dell'economia qual è il turismo. Il governo, a sua volta, sta redigendo una carta dei servizi che si occuperà in particolare di aiutare il turista a fronte di controversie nel suo soggiorno. In dicembre il Consiglio dei Ministri varerà gli stati generali del turismo, con un bilancio di provvedimenti circa: − Il sistema bancario e più specificatamente le linee di credito, oggi necessarie per la soprav-vivenza delle piccole e medie imprese.− Ammortizzatori sociali per il precariato giovanile.− Concrete forme d'aiuto per le famiglie che hanno un reddito basso.Il governo non ha intenzione di sostenere la proposta emersa da alcune città d'arte (Roma, Firenze, Venezia) sull'introduzione di una tassa d'ingresso per turisti, poiché anche il ministro Bondi concorda nel riconoscere quanto sia impropria in un momento di con-trazione economica per il turismo, che vede i visitatori meno disponibili a spendere. E' inoltre previsto un aiuto alle Pmi turistiche con linee di credito agevolate e un inter-vento su Irap e Ires. Alitalia verrà rilanciata grazie all'esperienza positiva che porteranno in dote Lufthansa e Air France. Il governo sta effettuando una riorganizzazione radicale dell'ENIT e un particolare sostegno all'espor-tazione del marchio Made in Italy, abbiamo l'energia e le risorse per fronteggiare questa crisi economica, ma per farlo serve potenziare i settori che possono generare risorse in tempi brevi, per l'Italia si tratta appunto del settore turistico. Mi auguro che venga al più presto varata la riforma sul federalismo fiscale; fosse stata applicata anni addietro ci saremmo but-tati alle spalle, da tempo, numerose proble-matiche, ma ora più che mai questa riforma è necessaria a premiare le regioni virtuose.

Roberto Tirapelle(Si ringrazia l'Ufficio Stampa e Comunicazione della Provincia di Verona)

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Coordinatrice, è stata recentemente effettuata a Cerea in un apposito convegno promosso nell'ambito dell'interessante manifestazione turistico-enogastronomica TERRA PIANA : mostra-mercato del turismo e dei prodotti tipi-ci della pianura veronese, quest'anno alla 5° edizione. Tale iniziativa a favore del mondo agricolo, forse irripetibile, va intesa come un nuovo patto tra cittadini, imprenditori, asso-ciazioni ed istituzioni per un fattibile sviluppo del nostro territorio, misurabile nel migliora-mento della qualità della vita, nel progresso economico sociale e culturale della nostra gente. Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili

Associazione di diritto privato riconosciuta dalla Regione Veneto, è costituita da oltre 60 partners fra soggetti pubblici e privati (28 Comuni, Camera di Commercio e Università di Verona con altrettanti enti fra cui Apindustria, Associazioni di categoria nell'agriturismo, artigianato ed agricoltura, Banche di Credito Cooperativo, Consorzi di bonifica ed altri ancora) e si propone di favorire uno sviluppo concreto e sostenibile delle aree rurali verone-si fino al 2013 secondo metodi e programmi stabiliti dall'Unione Europea. La presentazio-ne di tale associazione "GAL" da parte della dottoressa Isabella Ganzarolli, in qualità di

GRUPPO DI AZIONE LOCALE DELLA PIANURA VERONESEOppOrtunità per il mOndO agricOlO

migliorando la competitività, favorendo la conversione di produzioni agricole, promuo-vendo il risparmio energetico ed idrico, incen-tivando filiere di prodotti tipici e valorizzare una agricoltura accogliente che ne renda appetibile l'offerta turistica. La consistenza finanziaria a disposizione a fondo perduto ammonta ad Euro 6.180.000,00 generando un importo totale degli interventi a favore dei succitati programmi da realizzare nel periodo 2009-2013, pari a circa Euro 13.000.000,00. In momenti come quelli che stiamo vivendo, è sicuramente una occasione da non perdere.

Gianni Galetto

arrivo “Dietro l’angolo”, un secondo elaborato che coin-volgerà, stavolta, gli alunni e le insegnanti della scuola elementare di Terranegra. Protagonisti saranno i ricci e gli uccelli, quegli ani-maletti che, proprio dietro l’angolo, vanno zitti zitti alla ricerca di un cantuccio dove potersi fermare e pro-teggere le riserve di cibo. Con i bambini, Maurizio Antoniazzi ha costruito nidi e casette che, all’orto bota-nico, hanno dato rifugio ai piccoli vagabondi. Quanti segreti si nascondo dietro al loro vagare. Ci sono, eppure non ce ne accorgiamo, presi

dalla fretta e da una routine così incalzante da riuscire a rubare tempo persino alla curiosità. Per questo, l’erborista sanpietrino affida la sensibilità della scoperta proprio ai bambini, al loro stupore, ed alla loro voglia di capire altri mondi, che di fantastico hanno proprio il reale. A darne ulteriore testimonianza saranno le poesie ottocentesche dell’americana Emily Dickinson, raccolte in una sezione del libro. Una penna femminile, giovane, matura ed infantile al tempo stesso, che è riuscita ad immortalare i più timidi scorci della natura con la saggezza di chi, senza sforzo, è riuscito

“La Verbena dell’Adige” si mette in abito natalizio. E porta le sue novità alla fiera di Cerea, con un ban-chetto pieno di idee origi-nali per le Feste. Dal 21 dicembre sarà alla Perfosfati con libri, accessori, prodotti erboristici e, naturalmente, con l’immancabile degu-stazione delle tisane pro-dotte con erbe e fiori del nostro Adige. Che, ancora una volta, saranno servite dai giovanissimi del gruppo scout di San Pietro, sem-pre più entusiasti di segui-re il presidente Maurizio Antoniazzi nelle sue sco-perte naturali e, soprattutto, nostrane. Erbolario e Naturando hanno messo a disposizione de “La Verbena dell’Adige” saponette e prodotti di bellezza che potranno essere acquistati a prezzi ridotti: il ricavato sarà devoluto all’associazione “Medici senza frontiere”. Ad attrarre l’attenzione dei curio-si ci saranno poi alcuni libri del fotografo Luigi Ghirri, donati dalla ditta Riello, e l’or-mai conosciuto “Le chiamavano erbacce”, il primo libretto realizzato con i ragazzi della scuola media Don Bosco e sponsorizzato da Cereabanca. Primo ma, a breve, non più unico lavoro dell’associazione. E’ infatti in

NATALE A CEREA CON “LA VERBENA DELL’ADIGE”:TISANE, LIBRI, SAPONI E TANTE IDEE PER IL NUOVO ANNO

ad osservarla. Questo nuovo libretto sarà un vera sorpresa, ancora una volta arricchito dai meticolosi disegni di Eugenio S. Menini e sostenuto da Cereabanca. Con i banchetti di Natale, “La Verbena dell’Adige” fa anche il resoconto di un altro anno di attività a con-tatto con le persone e con l’ambiente. Un continuo crescendo di proposte ed entusiasmo che, passo dopo passo, arrivano a coinvolgere tutto il territorio. In programma, da gennaio a marzo, ci sono già dei cicli di lezioni sulle erbe officinali, che si terranno al Piccolo Salieri. Interverrà anche una biologa, che spiegherà l’influenza del ciclo lunare sulle piante e come dei semplici fiori colorati pos-sano diventare ottimi pesticidi. Altra novità del 2009, sarà inoltre la domenica ecologica, una giornata dedicata al rispetto ed alla puli-zia della natura e dello spazio urbano, che verrà riproposta anche in altre province.

Silvia Zanardi

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dimostrazione, ma soprattutto "Nero" con una sequenza di batteria sulla scia degli Isis più estremi; da segnalare anche "Ammonia", altro brano straordinario che vede la par-tecipazione dell’inglese Rose Kemp , che con la sua voce inquietante riesce a rende il pezzo più unico che raro. A chiudere l’album ci pensa “Void – Elephantom”, ovvero due pezzi racchiusi in una progressione di ben 27 minuti (nel finale c’è lo zampino di Lorenzo, uno dei due chitarristi dei Lento). Al loro quarto album in quasi dieci anni di carriera gli Ufomammut dimostrano ancora di saper colpire fino in fondo in una realtà che dà poco spazio al metallo pesante.

Carlo Polo

MEMBRI:Vita (batteria)Urlo (basso, voce, effetti)Poia (chitarra, sintetizzatore)PROVENIENzA: VogheraALBUM: IdolumGENERE: metal, doom - metal, rock psiche-delico, noiseLABEL: Supernatural CatIl 2008 è proprio l’anno dei grandi ritorni, e questo vale anche per i tre profeti dell’apo-calisse di Voghera, principali rappresentanti italiani del “doom” - la frangia più pesante, lenta e introspettiva del metal - che in Italia sta crescendo a vista d’occhio grazie a realtà emergenti come Vanessa van Basten, Nodus Karma e Lento - compagni di etichetta dei tre Ufo, con i quali hanno realizzato uno straordinario split "Supernatural Vol. 1", e stanno facendo un tour per l’Europa (in futu-ro suoneranno anche al gigantesco Roadburn Festival di Tilburg, in Olanda). Con questo nuovo album, il cui nome "Idolum" in lati-no significa sia "spettro" che "idea", i tre abbandonano le sperimentazioni elettroniche alla Aphex Twin del precedente "Lucifer Songs" (durante il cui tour hanno fatto pure una data alla Corte Samuele di Legnago) e tornano grezzi, pesanti e apocalittici come nel loro primo album "Godlike Snake" con il loro tipico sound a metà strada tra i Black Sabbath più oscuri, gli Electric Wizard e i Tool. Il brano d’apertura, "Stigma", con quel-la progressione di riff di chitarra, ne è la mera

UFOMAMMUT

La mostra personale del pittore Mario Turrina è durata dal 6 al 21 dicembre, presso Palazzo Corte Salvi a Bovolone. Turrina è 28 anni che vive a Bovolone, ma è originario di Valgatara in Valpolicella. Ha sempre avuto la passione per la pittura, ma lo stimolo e l’ispirazione per dipingere vanno a periodi, come ci ha confidato il pittore. Ha imparato a dipingere da autodidatta, usa la tecnica dell’olio su tela o su masonite, e in particolare i suoi quadri rappresentano paesaggi naturali, sia delle nostre zone che di posti più lontani. Oltre ai paesaggi, in qualche suo quadro rappresenta delle raffigurazioni diverse, più “sofisticate”,

I PAESAGGI DI MARIO TURRINA

Voglia di ricordare e di esprimere gratitu-dine alla maestra unica di un tempo, quella che ti plasmava a sua immagine e somi-glianza - per il meglio se era brava, o per il peggio se valeva poco – sui banchi della vecchia ma gloriosa scuola degli anni in cui eravamo tutti più poveri, operosi e pru-denti: questo il motivo di fondo ispiratore dell’incontro di ex-alunne degli anni 1954 – ’59 della sezione femminile A dell’istituto statale elementare di Porto-Legnago. Le ex-allieve, oggi sessantenni, si sono ritrovate sabato, 22 novembre2008 per una giornata conviviale all’insegna della memoria della loro insegnante di allora, Maria Sandrini, indimenticata maestra di cultura e di stile per tanti anni a Porto, pensionata dal 1964 e conosciuta e stimata in tutto il circonda-rio, in particolare nel centro cittadino dove ha abitato sino alla scomparsa, nei primi anni ’90. Il grande affetto per la maestra ha fatto propendere il gruppo per l’orga-nizzazione della rentrée proprio durante il periodo della tradizionale novena che si tiene a Porto ogni novembre in onore della Madonna della Salute, di cui la vecchia maestra era fervente devota. La giornata delle convenute, iniziata con una santa messa nel Santuario Salutis dalle 10.00 alle 11.00, è proseguita nei locali del vicino Circolo NOI per un pranzo comunitario, inframmezzato da un originale intervallo recitativo imperniato sui modi e la figura della brava e versatile maestra., ricordata in modo icastico anche nel foglio tipo-perga-mena distribuito alla fine dell’incontro.

Carla Faccio

PORTO-LEGNAGORICORDANDO CON

GIOIA E GRATITUDINE LA MAESTRA DI UN TEMPO

come nel dipinto dove è rappresentato il crocifisso con Gesù, rappresentato dal pittore in maniera personale e dove la riflessività prende il sopravvento sulla semplice visione dell’immagine. Già 4 anni fa aveva fatto una mostra a Bovolone, sempre a Palazzo Corte Salvi, ha partecipato a vari concorsi di pittura e ad estemporanee a Bovolone e San Giovanni Lupatoto. «Per creare un quadro posso impiegarci da pochi giorni ad alcuni mesi, dipende molto dal soggetto, e dal risul-tato finale, che deve soddisfare a pieno il pittore», ha spiegato Turrina.

Costantino Meo

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

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esperienze ed iniziative, abbiamo voluto organizzare la 18ma Edizione della rassegna “Con il Canto Testimoni della Gioia per i 30 anni di canto insieme” per fare festa con tanti cori amici per il traguardo raggiunto. Ecco quindi due rassegne corali con la presenza di 18 cori quali il: Coro Don Bosco di Legnago, la Corale Giovanile di Terranegra, la Corale Giovanile di Masi, la Corale Giovanile di Legnago, il Coro Angel’s Voices di Villa d’Adige, il Coro Arcobaleno di Castagnaro, il Coro Giovani di Megliadino San Vitale in provincia di Padova, il Coro di Vigo di Legnago, il Coro Giovani di Vangadizza, la Corale Giovanile di Angiari, il Coro Giovani di Giacciano con Baruchella, il Coro Sin-Tonia di Villa Bartolomea, il Coro Giovani di Veronella, il Coro Gospel del Liceo Cotta di Legnago, il Coro Giovani di Casette, il Coro Suaviter di Casale di Scodosia e la Corale San Nicola con i quali abbiamo condiviso tanti momenti importan-ti. Due concerti con la Banda Filarmonica di Castagnaro, domenica 21 dicembre nella chiesa di Castagnaro ed il 26 dicembre nella sala polifunzionale a Menà, una santa messa per ricordare i giovani coristi scomparsi (domenica 21 dicembre), una pubblicazione fotografica dei nostri primi 30 anni, un Dvd sul recente Musical allestito con il Gruppo Volo Libero di Angiari ed una serata, sabato prossimo per fare un po’ di festa. Un grazie per aver reso possibili questi appuntamenti va ai cori presenti, a tutti gli amici della corale San Nicola che hanno lavorato per allestire i vari momenti di festa, alle tante altre persone che si sono sempre prodigate in questi giorni, al parroco di Castagnaro don Vittorino Corsini, all’Amministrazione Comunale di Castagnaro, alla Pro Loco di Castagnaro, all’Avis di Castagnaro a Banca Veneta 1896, al Circolo NOI Verde Valle e alle ditte e alle persone che hanno partecipa-to all’organizzazione. Avremmo poi piacere che, alla serata finale del 17 gennaio a can-tare le nostre canzoni, ci siano pure tutti gli ex coristi che vorranno unirsi a noi cantando alcune nostre vecchie canzoni preparate per la rassegna finale e ai quali lanciamo già da questa sera un appello per essere presenti”.

Francesco Occhi

Era la notte di Natale del 1978 quando, per la prima volta, un gruppo di giovani di Castagnaro iniziava ad animare la messa. Fu quindi quasi per caso che la storia della corale San Nicola ebbe inizio e se nei primi giorni potè sembrare solo un’iniziati-va estemporanea, dal 1979 il gruppo corale animò le tante cerimonie religiose della par-rocchia ed ora, a distanza di 30 anni, questo gruppo di giovani, conosciuto ed apprezzato in molti paesi, festeggia il proprio anniversa-rio con vari appuntamenti che, tra dicembre e gennaio, porteranno la musica e la gioia del canto per pregare il Signore, risuonare a Castagnaro. due appuntamenti musicali e con un gemellaggio con una corale della Toscana. “Da tempo siamo impegnati per organizzare nel migliore dei modi gli appun-tamenti per i nostri 30 anni di canto –dicono alcuni componenti del coro- e per condivide-re con la nostra comunità e con le comunità limitrofe questo traguardo per noi importan-tissimo, abbiamo organizzato due rassegne corali la prima domenica 14 dicembre e la seconda sabato 17 gennaio. Saranno 18 le corali presenti e, tra le due date, avremo anche due concerti con la Banda Filarmonica di Castagnaro con la quale eseguiremo anche due brani assieme”. Da trent’anni cantante assieme ma siete sempre un coro giovanile di 40 elementi. Qual è il segreto di questa longevità. “E’ forse la gioia di stare assie-me e lo spirito di entusiasmo e di unione che dalla nascita con pochi amici ad oggi, ha sempre caratterizzato il nostro gruppo –spiegano- In tutti questi anni di esperienze la corale ne ha vissute molte e oltre alla costante presenza in chiesa, partecipa a varie rassegne e continua la collaborazione con importanti gruppi musicali quali il Gen Rosso ed il Rinnovamento dello Spirito dai quali attinge parte dei suoi brani. E’ gemel-lata con la corale Santa Felicita di Val di Castello Carducci in provincia di Lucca e con la compagnia teatrale “Volo Libero” di Angiari”. Di recente avete fatto anche un’interessante esperienza se non sbaglio. “Si, da 18 anni a Castagnaro organizziamo una rassegna corale dal titolo “Con il canto testimoni della gioia” a cui partecipa anche il coro Arcobaleno di Voci del nostro paese, ma di recente ha intrapreso anche una nuova ed intensa esperienza partecipando a due grandi musical (circa 70 persone coinvol-te) dai titoli “Il Sogno di Giuseppe” e “Il Risorto” di Daniele Ricci, messi in scena assieme al gruppo teatrale “Volo Libero”. Un’esperienza entusiasmante per tutti”. E per i 30 anni di canto cosa avete organizzato. “Per ricordare quei momenti e per proiettarci verso un futuro ancora ricco di tante nuove

LA CORALE SAN NICOLA DI CASTAGNARO COMPIE E FESTEGGIA 30 ANNI

SCENE DI GUSTOTROVATO IL TESORODELLE SEYCHELLES

Una serata ricca di sorprese al Castello di Bevilacqua lo scorso venerdì 5 dicembre, in occasione della cena con animazione “Sce-ne di Gusto – Seychelles”. A cominciare dal duello tra i pirati che ha dato inizio alla se-rata, e che ha consegnato ai partecipanti una mappa da decifrare. E’ iniziata così la caccia al tesoro delle Seychelles: tra una portata e l’altra (tutte a tema creolo), gli ospiti hanno superato le cinque prove di astuzia e abilità, fino alla sfida finale che ha rimesso in campo tutte le squadre per una gara alla risposta più veloce. I primi classificati si sono però trovati ad affrontare un’ultimissima e difficilissima prova, quella del fuoco. I coraggiosi vincitori sono stati ricompensati con la vincita del te-soro, ma molti altri premi sono andati anche alle altre squadre. La prima caccia al tesoro al Castello di Bevilacqua si è quindi conclusa con successo grazie all’ottima organizzazio-ne, all’ambientazione curata e fantasiosa de-gli ambienti, al menù creativo proposto dagli chef. Un risultato decretato soprattutto dagli ospiti, che hanno apprezzato l’animazione e partecipato con entusiasmo a tutte le prove.

Per informazioni e prenotazioniTel. 0442 93655

Mercoledì 31 dicembre 2008 - ore 20.30GRAN CAPODANNO

MEDIOEVALE Venerdì 30 gennaio 2009 - ore 20.30CENA CON DELITTO

ONOREFICENzEQualche giorno fà, presso il Centro Congressi dell'Ente Fiera di Verona, il nostro socio Fortunato Manente ha ricevuto dal Prefetto Italia Fortunati il diploma di Onorificenza dell'Ordine "al Merito della Repubblica Italiana" conferito dal Capo dello Stato quale cittadino benemerito residente in pro-vincia. Tutti gli amici de "Il Basso Adige" si congratulano.

LAUREACon una interessante tesi sulla politica

mediterranea di Bettino Craxi si è laureato Verdolin Stefano

alla Facoltà di Scienze Politichedell'Università di Padova.

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associazione culturale

2� www.teatrosalieri.it - tel. 0442 25477

orcHeStra deLL’arena di VeronaBoriS Brott direttoreSandro de PaLma pianoforte

venerdì 9 gennaio 2009 ore 21.00

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L. V. BeetHoVenLeonora ouverture n. 3

a. SaLieriConcerto n. 2 per pianoforte e orchestra

F. ScHuBertSinfonia n. 10 (9) “Grande”

www.teatrosalieri.it - tel. 0442 25477 25

“Sono composizioni di sicuro interesse e molto ben scritte, nello stile galante, […]. Il movimento lento del Concerto in do magg. è un’anticipazione diretta del grande II° movimento del Concerto K. 488 di Mozart. Mozart avrebbe potuto ascoltarlo? Molto probabilmente sì. Mozart con il padre si erano recati a Vienna in quell’anno 1773”. (H. Schoenberg, The New York Times, 1.3.1981)

“Un’invenzione raffinata e vivace, una gentile e romantica emozione italiana e un bel po’ di spirito arguto”. (S. Sadie, Gramophone, 5/1986).

Proseguiamo in questa Stagio-ne nella presentazione della grande musica strumentale composta dal nostro celebre Concittadino. Nelle tre precedenti Stagioni abbiamo ascoltato musiche per balletto (con Muti), un fugato per archi (con Brunel-lo), la Passione e le Variazioni sulla “Follia di Spagna” (con l’Orchestra della Fenice), la Sinfonia “Venexiana” e il Con-certo per f lauto oboe e orche-stra (con l’Accademia i Filar-monici), e quello per f lauto e archi (con l’Orchestra Barocca di Venezia).In questo concerto ascoltiamo uno dei due Concerti per pia-noforte e orchestra, che Salieri scrive nel 1773. Da sei anni a Vienna, il ventitreenne sta per essere nominato dall’Impera-tore Giuseppe II “Compositore a Corte e Maestro di cappella dell’Opera Italiana”; al Bur-gtheater va in scena la sua opera comica La Locandiera (da Goldoni). Sono già andate in scena a Vienna le opere La secchia rapita, Il Barone di Roc-ca antica, La Fiera di Venezia, Armida.

musica“Il primo movimento ha una scrittura quasi teatrale ed è caratterizzato da una virtuosi-stica brillantezza; il Larghetto è una siciliana ricca di sfuma-ture;[…]. In questi Concerti Salieri mette in evidenza una tecnica di strumentazione co-loristicamente molto ricca e va-riata, con insoliti effetti sonori”, scrive Brauenbehrens nella sua monografia sul compositore.

2� www.teatrosalieri.it - tel. 0442 25477

martedì 13 gennaio 2009 ore 21.00

arie dalla turandot di G. Puccinicon Vincitori del “concorso internazionale di canto 2009”

realizzato dall’istituto internazionale per l’opera e la Poesia di Verona

in collaborazione con l’uneSco, il comune di Verona, la regione Veneto, la Fondazione arena di Verona.

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testo(M. Brunello, intervistato al Festival “I Suoni delle Dolomiti” )

L’Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia è stato fon-dato nel 1996 a Verona dal Di-rettore Generale dell’Unesco, Federico Mayor, da un pro-getto di Gianfranco De Bosio, allora Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, in collaborazione con il Co-mune di Verona,Da allora l’Istituto collabora con la sede Unesco di Venezia e con la Regione Veneto.L’Associazione promuove la conoscenza del patrimonio lirico e poetico nell’ambito dei programmi della Regione Veneto; promuove e coordina l’educazione all’opera e alla poesia nell’ambito dei pro-grammi Unesco per l’arte e la cultura; promuove inoltre la cooperazione internazionale nel campo dell’opera e della poesia. La principale attività dell’Istituto, in collaborazione con Unesco, è l’organizzazio-ne di Concorsi Internazionali di Canto, a partire dal 1997.I vincitori hanno interpretato le opere a Verona, Budapest, al Bolshoi di Mosca, a Parigi.

musicaPer la Turandot le preselezioni si sono tenute in Italia, Unghe-ria, Germania, Francia, Cana-da, Cina, Polonia, Russia, Co-rea del Sud, Sud Africa. Le finali si terranno il 9-12 gennaio 2009. La giuria in-ternazionale sarà presieduta dalla celebre cantante Eva Marton.I vincitori interpreteranno la Turandot al Filarmonico di Ve-rona e, in seguito in numerose città europee.

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titolo rassegna musicale

SucceSSi ‘Scoranti’ neLLa Storia deLLa muSica cLaSSica

sabato 24 gennaio 2009 ore 21.00

SteFano BoLLani pianofortemirKo Guerrini saxdaVid riondino

S. Bollani - D. Riondinowww.teatrosalieri.it - tel. 0442 25477 29

SucceSSi ‘Scoranti’ neLLa Storia deLLa muSica cLaSSica

“Perché non mi va di fare quello che sale sul palco e suona ciò che sa che la gente vuole per applaudire”. (S. Bollani, intervistato da N. Pollastri, Allaboutjazz.com, 31.3.2008)

Scrivono Riondino e Guerrini: “Pochissimi sono in grado oggi in Italia di sostenere uno spetta-colo di Epistemologia Musicale sul tema: I successi ‘scoranti’ della musica classica. In genere perché non sanno cosa sono: e d’altronde nemme-no il pubblico sa di che si tratta. Ma nessuno osa affermarlo, in-timorito dal termine. Ebbene, Bollani lo sa, Guerrini anche e Riondino non scherza”. In uno dei primi episodi del film I Mostri, di Dino Risi, Gas-smann impersona sé stesso; sta per entrare in scena ed escla-ma: “Il nostro è un successo scorante!”. Scorante può essere arcaica-mente inteso nel significato di inaspettato, di incredibile. Ad-dirittura si può arrivare a in-tendere la parola come sinoni-mo di immenso. Ed è questo il significato che gli sceneggiatori del film, Age e Scarpelli, Ettore Scola, Dino Risi, Elio Petri, han-no voluto dare al termine.Stefano Bollani suona molto bene, conosce, ama anche la - cosiddetta - musica classica. Recentemente ha registrato il Concerto Campestre di Poulenc, con l’Orchestra Filarmonica del Teatro Regio di Torino; nella scorsa Stagione ha suonato con l’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia.

musica“Tutti i compositori del primo ‘900 sono stati importanti per la mia formazione” (S. Bollani, intervistato da P. Biamonte, La Repubblica, 8.11.2007).Il Teatro Salieri prosegue nel-l’offrire al suo pubblico vie nuove per conoscere il grande patrimonio semplicisticamente definito musica classica.Nel 2005-06 abbiamo ascolta-to il ciclo Mozart genio?... da vicino nessuno è normale, con conversazioni ed esecuzioni; l’anno scorso i Dialoghi attor-no alle Suites di J.S.Bach (tra-smessi in diretta da Radiotre). Quest’ anno abbiamo chiesto a un musicista dal multiforme talento come Bollani, assieme a un attore “sulla stessa lunghez-za d’onda”, come David Rion-dino e all’ironico sax di Mirko Guerrini di parlarci della mu-sica classica, di presentarcela, così come la vedono loro.

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Fill the Woods With Light musica P. Woods, Triads

domenica 25 gennaio 2009 ore 21.00

Brothers coreografia David Parsons e Daniel Ezralowmusica I. Stravinsky

the best ofParSonS dancecoreografie daVid ParSonS

nascimento musica M. Nascimento

my Sweet Lord musica G. Harrison

Kind of Blue musica M. Davis So What

caught musica R. Fripp

in the end musica D. M. Band

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David Parsons, vera e propria icona della Post Modern Dance statunitense, affascina il pub-blico di tutto il mondo tradu-cendo l’idea che lo strumento più meraviglioso per comuni-care siamo noi stessi, in una danza piena di energia e po-sitività, acrobatica e comuni-cativa al tempo stesso.Parsons presenta qui un’antologia del-le sue coreografie più note ed emozionanti, tutti i grandi classici del suo repertorio. Sin dagli esordi, alta prepara-zione atletica degli interpreti e grande capacità del fondato-re di dare anima alla tecnica sono state gli elementi distin-tivi della Compagnia. Come ha scritto il New York Times, “I danzatori vengono scelti per il loro virtuosismo, energia e sex appeal, attaccano il pubblico come un ciclone, una vera for-za della natura”. Le creazioni di Parsons portano tutte il se-gno di una straordinaria tea-tralità e di un lavoro fisico che si trasforma in virtuosismo e leggerezza. È una danza solare, che diverte

danza in quanto espressione di gioia; capace di trasmettere emozio-ni semplici e dirette. Gli spet-tacoli della Compagnia sono esaltati con fantasia e imma-ginazione dal light designer Howell Binkley, fondatore della Compagnia, con David Parsons; tra le collaborazioni eccellenti figura Luca Misso-ni, che ha firmato i costumi di numerosi lavori.

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“Bravure illimitate, una grande apertura sulle tradizioni moderne americane[…] la sua arte multipla e sempre fisicamente estrema[…] nel segno della musicalità e della perfezione nell’uso delle tecniche contemporanee”. (M. Pasi, Corriere della Sera, 30.1.2007)

associazione culturale

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periodico indipendente14

LUNEDI’ 05/01/2009 ORE 20.30Teatro Salus

“Otello Perazzoli Cantastorie”

SABATO 10 /01/2009 ORE 21.00Teatro Salus

Rappresentazione teatraledella compagnia THEAMA

dal titolo “L’anatra all’arancia”

Cineforum Legnagosecondo ciclo a partire da

venerdì 9 Gennaio 2009 alle ore 15.30e alle ore 21.00

CINEMA TEATRO SALUS - LEGNAGO

COMUNE DIVILLA BARTOLOMEAASSESSORATOALLA CULTURA

Invito gennaio 2008_2.indd 1 11-12-2007 23:46:37

Orchestra Filarmonica Veneta in

TANGO da CAMERASolista e Direttore Hector Ulisse Passarella

Martedì 6 gennaio 2009 - ore 21.00

Il “Tango da Camera”, ci permette di cogliere più che mai quelle sfumature interpretative che sono una caratteristica costante di Héctor Ulises Passarella. Il magnifico dialogare degli strumenti ad arco con il bandoneòn, sostenuto a momenti dal profondo suono dei timpani e dalla voce graffiante del guiro, [...]

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

to dalla guerra europea, avrebbe imposto una sferzata decisa all’industrializzazione del Paese. Soprattutto, 600.000 ragazzi avrebbero lavorato, studiato, messo su famiglia, anziché diventare carne da cannone per i generali. Variante numero 4: l’Italia viene sconfitta a CaporettoCaporetto fu una brutta batosta, del tutto inatte-sa, e che ebbe un impatto forte anche sul piano psicologico. Difficilmente però le armate degli Imperi Centrali avrebbero potuto portare le loro truppe, stramate dall’avanzata, fino al cuore della Padania, e senz’altro quello che rimaneva dell’esercito italiano, che non era poco, con il contributo di divisioni inglesi e francesi pron-tamente accorse a tamponare la falla, li avrebbe bloccati almeno sulla linea Mincio - Po. Sarebbe stata una tragedia, soprattutto per i nostri padri, quell’inverno di occupazione in cui gli austriaci, tormentati essi stessi dalla fame, avrebbero sfrut-tato le risorse agricole del Veneto sino all’ultimo chicco di grano. L’esito della guerra però non sarebbe cambiato: le industrie del nordovest, per quanto pericolosamente vicine al fronte, e soprattutto gli aiuti americani avrebbero messo gli italiani in condizioni di riprendere l’offensiva l’autunno successivo; invece che Vittorio Veneto la battaglia decisiva si sarebbe intitolata “Vittoria di Legnago” o “Vittoria di Albaredo”… Molto diverso sarebbe stato l’esito se la sconfitta avesse determinato il tracollo morale degli italiani: sol-dati che si sbarazzano delle armi, città saccheg-giate dai disertori e dagli sbandati, colonne inter-minabili di profughi, regioni “rosse” in rivolta, e nel caos, gli austro - tedeschi che avanzano stupiti e increduli fino a Roma: uno scenario da incubo. Possiamo immaginare che il re si sarebbe trasferito in Sardegna, sotto la protezione della Marina, mentre le truppe dell’Intesa sarebbero state obbligate a risalire la penisola partendo dalla Sicilia, e anticipando gli orrori di Cassino e della linea gotica. A questo punto, non avrebbe avuto neppure molta importanza chi avrebbe vinto o perso la guerra, perché l’Italia sarebbe precipitata negli orrori della fame, del “si salvi chi può”, della guerra civile. La pace avreb-be significato probabilmente la fine dell’Italia

Variante numero 3: l’Italia rimane neutraleEra la posizione di Giolitti, come abbiamo visto, ma anche dei cattolici, di buona parte dei sociali-sti e, possiamo dirlo tranquillamente, della gran-de maggioranza degli italiani. Senza la spina nel fianco dell’Italia, rimasta neutrale, gli austriaci avrebbero avuto le mani libere nei Balcani e, eliminati finalmente i tenaci serbi, avrebbero potuto concentrare le loro armate contro i russi, affrettando il crollo dell’Impero zarista. L’Italia, per tutta la durata del conflitto, avrebbe com-merciato con entrambi i contendenti, e di ciò si sarebbero avvantaggiati soprattutto gli Imperi Centrali, che avrebbero avuto libero accesso al mare; la guerra sarebbe durata molto più a lungo, e si sarebbe arrivati ad una pace negoziata, come proposto dal Papa, un piano di pace che il nuovo imperatore, Carlo I, avrebbe sostenuto caloro-samente; l’Italia, da parte sua, avrebbe svolto una funzione di mediatrice fra i contendenti, e si sarebbe ritagliata qualche vantaggiosa correzio-ne di confine, ma soprattutto avrebbe evitato la crisi del biennio 1919-21 e il successivo avvento del fascismo. Il rafforzamento del partito sociali-sta a guida del riformista con Turati sarebbe stato compensato dalla tenuta dei giolittiani e dalla creazione di un partito popolare di ispirazione cattolica; ciò avrebbe determinato la nascita di due schieramenti, uno di centro – destra, uno di centro – sinistra, alternativi ma rispettosi del sistema parlamentare. Il neutralismo avrebbe depresso il nascente nazionalismo, facendo infu-riare i vari D’Annunzio, Marinetti e simili, ma le classi dirigenti del primo novecento avrebbero potuto agevolare meglio la partecipazione delle classi popolari alla vita politica, e forse le donne avrebbero ottenuto il diritto di voto con 25 anni di anticipo. Lo sviluppo economico, alimenta-

LA “GRANDE GUERRA” CHE NON C’è STATA - 2ª PARTEcome paese unito: in fondo, non erano passati sessant’anni dalla nascita del Regno d’Italia, e gli anziani nati sotto il Granduca di Toscana, il Papa-Re o il Borbone, sarebbero morti sotto i discendenti dei loro antichi sovrani. L’Italia del tricolore, di Roma capitale, dei Savoia, sarebbe stata giudicata soltanto una fortuita parentesi, e ora il Comune di Legnago manderebbe suppliche a Vienna, indirizzate a Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica. A metà strada tra le due pos-sibilità, è immaginabile un intervento risolutore del solito Giolitti che, pur senza opporsi in modo diretto alla politica avventuristica di Salandra, aveva abbandonato l’impegno diretto, ma si era comunque tenuto in disparte proprio per una eventualità del genere. Allora: nel momento del tracollo, il leader liberale piemontese si presenta al Re e si offre di sobbarcarsi il fardello della sconfitta e far uscire l’Italia in modo morbido dalla guerra, sfruttando le buone conoscenze e la stima di cui gode presso i tedeschi: insomma, un Badoglio molto più abile e prudente. Bisogna vedere naturalmente cosa avrebbero detto e fatto gli inglesi e i francesi, perché nel ’18 li vediamo costringere la Russia a proseguire la guerra con sbarchi di truppe, ma forse all’Italia sarebbe andata meglio. Ovviamente, alla conclusione della guerra l’Italia, non avrebbe ottenuto nessun vantaggio territoriale, e si sarebbe portata dietro la fama di voltagabbana, con una depressio-ne forse irrimediabile dell’orgoglio nazionale. L’Italia non avrebbe avuto nulla da commemo-rare, né un Piave che mormorava, né un Monte Grappa, il fascismo si sarebbe vigorosamente sviluppato sotto forma diversa, come desiderio di riscatto dalla sconfitta e dal vergognoso cedi-mento morale delle classi dirigenti; l’isterismo nazionalistico avrebbe provocato guai a breve e lunga scadenza. Come sappiamo, nessuno di questi “scenari alternativi” si verificò, ma va detto che tutti furono presi in seria considera-zione a suo tempo, e non mi sembra sbagliato, per chi si appassiona di storia, immaginare le conseguenze “a cascata” di avvenimenti mai verificatisi. Se non altro, è un buon allenamento a non dare nulla per scontato.

Alberto Costantini

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Quale sensazione, di fronte ad un'opera di Giovanni Faccioli? Un tutto, flash sorpren-dente ed improvviso che si tras–forma in un caleidoscopico panta rei – tra luce, ombra, corporeità, a-fisicità – , dove questa espres-sione artistica in eterno divenire si fissa in un canone d'interpretazione a-temporale. E' un'idea, l'Idea nell'arte, la personalissima interpretazione di Faccioli, non un' esaspera-zione criptica fine a se stessa...Motivo ispira-tore per Faccioli, personalità silenziosa e schi-va, resta l'amore per le donne che informano il Tutto – le donne della sua casa che rieditano l'eterno feminino misterioso, sottile, sempre mutevole - fermato in un momento di chiara universalità stilnovista approdata all'adozione di quella dimensionalità statuaria propria dei ritratti di Piero Della Francesca. Nel tratteg-gio delle anatomie, nel plasticismo classico di quei corpi di fanciulle (siano vestali dome-stiche, ninfe o comunque dee, è irrilevante) sottese entro un arco invisibile ma pulsante che le protende nello spazio loro assegnato, lo assoggetta e le rende dominae di un loro creato: sia per l'inclinazione di una gamba, sia per la mano protesa ad accarezzare la gatta (Micia, raccolta nel verde della Camargue e

da allora musa dell'artista) o, una volta anco-ra, per la mano poggiata sulla tavola vestita con sontuosi drappi oro, carminio o perlati (rifrangenti in morbidi drappeggi). Anche nelle Nature morte, ispirate da Morandi e Balthus, un vaso di fiori, piccole composte carnali corolle, funge da spotlight cromatico... Torniamo a quei volti madreperlacei esaltati dal setoso cadere di tuniche quasi succinte. A quei capelli, amati nella nuance tiziano, rac-colti in due bande lisce sulla nuca che incorni-ciano uno sguardo severo rivolto ad un punto sospeso - chissà dove - nell'infinito. Eppure, dall'angolo della tela, si dispiega l'apertura di nuovi mondi per uno scorcio - attraverso la quinta architettonica di una porta socchiu-sa sul teatro del Nulla - di luce-non-luce, definito in campi diagonali. O nel paesaggio giorgionesco, dove, oltre le verdi fronde che richiamano il fondale della “Tempesta”, la nota campita di una massa di nuvole, sospesa nell'azzurro dell'orizzonte, indica universi di immota serenità... Filosofo della propria arte, il platonico Giovanni Faccioli comunica con una città ideale, dove la pittura, non in esilio, è libera di esprimersi. Cancellando gli idòla del mondo sottostante... (Caterina Berardi)

GIOVANNI FACCIOLI O L'A-TEMPORALITÀ DELL'ARTE

Del Moro (proprietà Vesentini), sono stati studiati in modo mirabile dalla dottoressa Anna Malavolta (Soprintendenza PSAE di Verona), autrice delle pagine ad essi dedicate nel volume che ho sopra menzionato. Per chi volesse meglio conoscere Villa Garzoni ed i suoi pregevoli affreschi, così a noi vicini, ma sconosciuti ai più, consiglio non solo la let-tura delle pagine a loro dedicate nel prezioso volume edito da Marsilio, ma una bella gita domenicale nel periodo primaverile od estivo in località Fittanza di Boschi S.Anna.

Pierangela Vesentini

Il giorno 5 dicembre 2008 ho avuto il piacere di assistere nella sala del Piovego in Palazzo Ducale a Venezia alla presentazione del volu-me dal titolo “ Gli affreschi nelle ville venete. Il cinquecento”. Il testo, un’opera preziosa e prestigiosa, è stato curato dal professor Giuseppe Pavanello, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e da Vincenzo Mancini, profondo cono-scitore della civiltà artistica del 1500. Il volume, edito da “Marsilio” sarà disponibile nelle librerie dal mese di gennaio al prezzo, non proprio alla portata di tutti, di 150 euro. Per gli amanti dell’Arte ed in particolare per gli appassionati della pittura ad affresco del periodo rinascimentale, si tratterà comunque di un ottimo e gratificante investimento. L’opera è una ricognizione sistematica, meto-dica e capillare delle decorazioni ad affresco nelle Ville del Veneto e del Friuli ed ha fatto emergere, accanto a decorazioni del tutto sconosciute, aspetti nascosti o trascurati di capolavori ben noti. La ricerca è frutto della stretta collaborazione tra l’Istituto Regionale Ville Venete e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Tra i bellissimi palazzi a cui è stato dato spazio nell’importante volume, compa-re anche Villa Garzoni-Contarini-Bassani-Rinaldi ora Vesentini, parte rinascimentale di un complesso più ampio ed in parte più antico sito in località Fittanza di Boschi S.Anna. Nel palazzo rinascimentale, attualmente di proprietà dei fratelli Vesentini, possono esse-re ammirati affreschi attribuiti a Battista Del Moro, maestro della pittura veronese del 1500. Altre opere di pittura, sicuramente di mano felice, ma di cui non è noto l’autore ( o gli autori) sono pure presenti nella parte del complesso che si sviluppa senza soluzione di continuità rispetto alla costruzione rinasci-mentale e che è invece di proprietà del signor Aldegheri Giuseppe. Gli affreschi di Battista

PAGINE DI PITTURA

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

Villa Garzoni-Contarini-Bassani- Rinaldi ora Vesentini. “La Primavera” affresco attribuito a Battista Del Moro - opera rinascimentale - loc. Fittanza di Boschi S.Anna

Due successi teatrali di autori di spicco, rispetti-vamente in campo internazionale e locale, aprono il cartellone 2009 dei Teatri Salus e Mignon, anche quest’anno abbinati per un teatro migliore. Inizia in ordine cronologico il Salus il 10 genna-io 2009 alle 21.00 con la rappresentazione, ad opera del multiforme e multipremiato Theama Group di Vicenza, del classico della commedia brillante degli ultimi trent’anni “L’anatra all’aran-cia, riscrittura del francese Sauvajon di un’opera precedente di William Douglas Home, dell’omo-nima nobile famiglia di condottieri e politici di spicco britannici . La trama si svolge attorno al classico tema del Lui (Gilberto, quarantacinquen-ne, sceneggiatore di successo) e della Lei (Lisa, dedita alla casa e alla cura dei bambini) sposati da tempo, stanchi del solito tra tran e in vena di trasgressioni. Inevitabilmente salta fuori l'Altro (Francesco Maria, serio, distinto nobile: l'esatto opposto del Lui) . A Lei, quest'uomo nuovo più giovane e più bello non dispiace affatto, al punto da essere indotta ad abbandonare il suo Lui per partire con l'Altro per Parigi. . Ma i propositi non sempre si materializzano e tra Gilberto, Lisa, Francesco Maria, una segretaria sexy e una colf impicciona impegnata a preparare un succulento piatto di anatra all’arancia si trscorre uno spas-soso weekend tutti assieme appassionatamente. Rimanda al teatro classico genovese del grande Gilberto Govi il testo di Emerico Valentinetti (1886 – 1960) “Gildo Peragallo, ingegnere”, del 1949, oggi ripreso dalla compagnia “El Canfin” di Baricetta (Rovigo) e presentato sabato, 24 gennaio 2009 alle 21.00 al Mignon di Porto-Legnago .Il protagonista del titolo è un estroso personaggio: ingegnere senza laurea e inventore di astrusi marchingegni, che, trovatosi a soggior-nare in una modesta pensione di Genova, incon-tra Ines, giovane orfana a cui si affeziona. Gildo non sa resistere al fascino delle sue "spiritose invenzioni", e l'arrivo dell’amico Tagliavacche gli dà modo di dare il via a una sarabanda di fanta-sie e situazioni che coinvolge tutti quelli che gli stanno intorno: la "figlia" Ines, il "nipote" Silvio, la "defunta" moglie Teresa, il fratello sudameri-cano, la "fidanzata" Climene, il piccolo Paolino e così via… A tutto ciò si aggiunge un contrastato amore tra cugini, una improvvisa resurrezione e infine un ambasciatore sempre lontano da casa. Il lavoro in tre atti presentato dal Canfin è la tra-sposizione in italiano dell'omonimo testo scritto in genovese da Valentinetti (Carla Faccio)

MIGNON-SALUS: GENNAIO 2009

SUCCESSI TEATRALI INTERNAZIONALI E LOCALI

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periodico indipendente16

nunciabile di “ attribuire a tali contatti mag-giore visibilità, rendendoli un appuntamento significativo nella coscienza dell'opinione pubblica... Il concretizzarsi di una politica lungimirante che trova la propria ragione d'essere il 25 gennaio 1983, data d'origine dell'Unione tra il Landkreis di Mainz Bingen e la Provincia di Verona ...”. In occasione del 25° giubileo del "Freundschaftskreis", il cir-colo dell'amicizia di questi due poli culturali - la Provincia di Mainz-Bingen e la Provincia Verona – ha invitati due veronesi, il pittore Giovanni Faccioli e Francesca Aldrighetti di Isola della Scala. Portavoce di due esperienze svolte nell'arco di due generazioni, ma in definitiva di un solo mondo – all'insegna di quella propulsione all'amore dell'arte e dello studio e al confronto delle tradizioni culturali e delle radici storiche di questi due popoli in realtà così vicini - si sono confrontati con un folto pubblico presente al variegato alternarsi celebrativo (apertura, Martedì 2 Dicembre 2008 alle ore 18, nella Sala delle Assemblee dell'Amministrazione Mainz-Bingen, ad Ingelheim). Debutto, con una nota di merito

Il più antico gemellag-gio tra Comuni della Repubblica Federale Tedesca unisce da più di 50 anni - e, più esatta-mente, dalla data del 26 aprile 1952 - il Landkreis, la Provincia, di Bingen.

Nasce così una feconda partnership tra diver-si organismi politico – territoriali, comitati civici, scuole, associazioni, che si irradia, negli anni a seguire, a ben 14 gemellaggi, in percorsi di cultura interdisciplinare fra le comunità nella Provincia Mainz-Bingen e la Provincia di Verona. Un traguardo significa-tivo, rivolto all'approfondimento degli aspetti artistico-linguistici di queste due 'nationes' (a fianco dei Greci, le più antiche dell'Occidente europeo), secondo una traiettoria che guarda al futuro all'insegna di molteplici, impor-tanti manifestazioni dettate da quella siner-gia amica che resta il piedistallo dell'inter-scambio culturale. E proprio in quest'ottica, Claus Schick, Presidente della Provincia di Mainz-Bingen, ha annotata l'importanza irri-

25° GIUBILEO, MAINZ-BINGEN E VERONAAMICIZIA OLTRE CONFINE, DOVE LA CULTURA SPOSA L'ARTE

a Francesca Aldrighetti, per il suo interes-santissimo elaborato di laurea: "Amici del territorio del Reno centrale" e la "Provincia di Mainz-Bingen", vista attraverso l'annuario del territorio. Una 'lectio', frutto di una labo-riosa ricerca, che ha introdotto all'omaggio dei gemellati al maestro Giovanni Faccioli, nello splendido 'vernissage' della personale dell'artista, supportato dalla grande professio-nalità di Fiorenza Canestrari ( (già promotrice di attività di gemellaggio per le scuole vero-nesi ed interprete di lingua tedesca per diversi assessorati, oltre che curatrice della perso-nale di Faccioli – senza dubbio la più accla-mata - al Circolo Ufficiali di Castelvecchio), nonché talent-scout - lo si indica con ritrosa modestia...- di tanti artisti ormai famosi. Inoltre, ricorderemo come Canestrari - che ha al suo attivo prestigiosi eventi espositivi - sia presidente del sodalizio “ApertoArte” e, a sua volta, stimata pittrice e ceramista (inaugurazione, sabato 10 gennaio 2009, di una collettiva in“Arte al Castello”, sempre al Circolo Ufficiali di Castelvecchio).

C.B.

Carlo Vecchiarelli ordinò la resa delle trup-pe all’esercito tedesco, ma le condizioni dei nuovi nemici a Cefalonia erano di consegnare le armi nella Piazza principale a Argostoli, capitale dell’isola, subendo così una pubblica umiliazione. Spinti dall’orgoglio nazionale e da un radiogramma arrivato da Roma che invitava a prendere le armi contro il nemico, la divisione Acqui, comandata dal generale Antonio Gandin, decise di combattere. La lotta fra i due eserciti finì dopo appena dieci giorni quando arrivarono i rinforzi all’esercito tedesco, rinforzi e munizioni che invece non

L’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche con il patrocinio e la collabora-zione della Fondazione Fioroni, che ha messo a disposizione il proprio museo, ha presentato un incontro dal titolo Con la morte sempre in agguato. Una possibilità per conoscere un pezzo di storia della seconda guerra mondiale attraverso la testimonianza di chi quel periodo l’ha vissuto veramente. Per l’occasione, saba-to 6 dicembre 2008, sono stati esposti cimeli e immagini della Divisione Acqui al Museo Fioroni. La decisione di ospitare quest’even-to proviene dal fatto che la fondatrice della Fondazione, Maria Fioroni, a cui è dedicato il Museo, oltre ad aver vissuto tutti i conflitti che hanno caratterizzato il novecento dalla prima alla seconda guerra mondiale passando per le effimere guerre coloniali portate avanti dal regime fascista, è stata anche fonte di conforto e di consiglio per quei soldati con i quali intratteneva una corrispondenza epi-stolare. La ricostruzione storica pian piano è andata a prendere forma durante la mattinata, sia grazie alle parole di chi si è interessato a queste vicende, ma soprattutto con le testi-monianze di coloro che hanno vissuto in prima persona tutto quello che è accaduto alla divisione Acqui. Questa sezione dell’esercito italiano venne spedita a Cefalonia, dopo che il Duce aveva, grazie all’indispensabile aiuto dell’esercito tedesco, conquistato la Grecia. Sulla strategica isola di Cefalonia cominciò così una pacifica convivenza fra i due eser-citi conquistatori. Dopo l’armistizio firmato l’otto settembre 1943, le cose cambiarono in quanto gli Italiani da quel momento venivano considerati impostori e i buoni rapporti che prima c’erano tra le due milizie si dissolsero. Il Comandante delle truppe italiane in Grecia

PER NON DIMENTICARE: MEMORIE DI SUPERSTITI DELLA DIVISIONE ACQUI NELLA TRAGEDIA DI CEFALONIA

giunsero agli Italiani nonostante numerose e pressanti richieste. I soldati comandati da Gandin si arresero e l’esercito tedesco, per ordine dello stesso Hitler, ammazzò i milita-ri italiani considerati ormai dei traditori. La divisione Acqui, ancora oggi esistente, per il coraggio dimostrato è stata insignita della medaglia d’oro al valore militare. Dall’evento storico è stato tratto un film, con Nicholas Cage e Penelope Cruz, che ha come ambientazione Cefalonia e narra l’eccidio subito dall’esercito italiano: Il mandolino del Capitano Corelli.

Emanuele Sarria

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uomini per una semplice e banale ernia! L’idea di costruire in quel villaggio un ambulatorio medico dove dare assistenza sanitaria gratuita era la soluzione non solo per il villaggio, abi-tato da poco più di mille persone, ma poteva essere la soluzione per tutti i villaggi situati nel raggio di 40-50 chilometri; ma nel villag-gio mancava non solo l’ambulatorio, ma anche l’energia elettrica, l’acqua, la scuola…. Per il ricco ed operoso Veneto costruire tali strut-ture sarebbe stato semplice ed anche veloce: si raccoglievano i fondi, si partiva in un bel gruppo e nel giro di poche settimane i proble-mi sarebbero stati risolti: ma Don Hervè, agli amici che avevano preso a cuore il problema dell’Africa, ha saputo trasmettere un concetto molto importante: “aiutiamo l’Africa e gli Africani, ma facciamo in modo che quello che lì si costruisce siano gli africani stessi a farlo, perché solo così sapranno amare, conservare e rispettare quello che hanno fatto con le loro mani: ciò che hai costruito con le tue mani ha un valore superiore di ciò che ti è piovuto dal cielo”. E così è iniziata la grande avventura, è nata l’Associazione Ponte d’Amore Onlus, il progetto dell’ambulatorio dove potevano essere fatti anche piccoli interventi, dispen-sare cure e vaccinazioni, è iniziata la raccolta di fondi, le prime iniziative per sensibilizzare gli amici dell’importanza anche di un sem-plice gesto di carità, l’incontro con un’altra associazione “Maria Regina della Pace” di Arzignano che, con lo stesso entusiasmo e la

Ha sede in Bovolone, in Via Pomara n° 2, l’associazione PONTE D’AMORE Onlus, nata nel 2005 per volontà di Zago Tonina e dei suoi famigliari: lo scopo era, ed è, quello di sensibilizzare la nostra gente ai problemi dell’Africa e raccogliere fondi per creare, in uno sperduto villaggio del Congo Brazzaville dal nome quasi impronunciabile – Moubangou – un ambulatorio medico. Un progetto nato dall’incontro di Tonina con un giovane sacer-dote, Don Hervè, che in quel villaggio è nato ma da dove si è spostato, in giovane età, per iniziare gli studi; la guerra civile, che ha mietu-to migliaia di vittime per la lotta tra le diverse etnie presenti nel Congo, ha costretto il giova-ne Hervè a rimanere nascosto in seminario per più di un anno (i genitori lo davano per morto) finchè nel 1999 il giovane Hervè potè venire in Italia e completare gli studi di Teologia nel seminario di Firenze ed essere quindi ordi-nato sacerdote. Egli ora è collaboratore nella Parrocchia di San Martino di Brozzi, alle porte di Firenze, ma il legame con l’Associazione lo porta spesso nella nostra zona. Il progetto iniziale è nato dal racconto che Hervè faceva della sua terra, abitata da poveri contadini che per raggiungere la struttura sanitaria (sarebbe troppo generoso chiamarlo ospedale) doveva fare 70 chilometri a piedi in mezzo alla savana e a tutti i suoi pericoli, e una volta arrivato a destinazione chi non aveva i soldi non poteva farsi curare: ecco allora che in quei posti, ancora oggi, le donne muoiono di parto e gli

UN… PONTE D’AMORE… DALLA BASSA AL CONGOstessa disponibilità, ha condiviso il proget-to prendendosi l’onere di costruire accanto all’ambulatorio la scuola. Ora le due opere sono quasi terminate, è stato costruito l’acque-dotto, dall’Italia, questa estate, sono arrivati i mezzi economici e quelli materiali, le attrez-zature sanitarie, il generatore di corrente, la motozappa, i quaderni, tante altre cose donate dalla generosità della gente veneta ma che ha visto coinvolta, direttamente, la popolazione del villaggio. L’Associazione Ponte d’amore ha organizzato, in questi tre anni, numerosi eventi per sensibilizzare la gente sui proble-mi dei nostri fratelli dell’Africa: l’ultimo, lo spettacolo “Libero il Cielo” del coro “T’ho trovato” di Bovolone, tenutosi presso il Teatro Salieri di Legnago sabato 22 novembre, con la concreta collaborazione di Crediveneto che si è fatta carico dei costi del prestigioso teatro, ha riscosso un notevole successo di pubblico. Nell’occasione sono stati proiettati i filmati dell’arrivo al villaggio del container con il materiale raccolto dalle due associazioni, ed il pubblico ha potuto vedere i risultati raggiunti nel villaggio, confrontando la situazione con quella dell’anno precedente. Sempre in quella serata Don Hervè ha voluto ringraziare tutti per ciò che è stato fatto, a nome suo e del suo villaggio, ed ha invitato, chi volesse farlo, a visitare il villaggio e le sue strutture: potrebbe essere l’idea per una vacanza alternativa! Per informazioni: www.pontedamore.org 5 per mille sul c.f. 93180450236 ccp 70952064

Vince il cileno Tony Manero, importan-ti le retrospettive dedicate a Polanski, Melville e alla British Renaissance. La 26ma edizione del Torino Film festival ha registrato accrediti in crescita del 40% (2.396), e più del 15% di biglietti vendu-ti (18.929), per un incasso incrementato del 25% (la cifra totale si attesta su euro 168.739). Già l’edizione del 25°, quando il regista Nanni Moretti aveva accettato la direzione dopo polemiche e ripensamenti – ma solo per un biennio -, aveva visto nume-ri al raddoppio in tutte le categorie. Alla luce di questo grande rilancio del Festival, Moretti potrebbe pensare ad un altro biennio all’ombra della Mole. Equilibrata la compo-sizione dei giurati: il regista Alexey German Jr., gli scrittori USA Jonathan Lethem e Dito Montiel (in realtàn quest’ultimo ha anche esordito nella regia con Guida per riconosce-re i tuoi santi) e gli attori Alba Rohrwacher e il polacco Jerzy Stuhr. Come da pronostico, ha vinto Tony Manero del regista cileno Pablo Larrain, che si è guadagnato anche il riconoscimento della critica internazionale col Premio Fipresci. Per la verità era un titolo di seconda mano. E infatti il film di Larrain era già passato alla Quinzaine di Cannes ed è stato nominato all’Oscar per il suo paese. Del resto, nella lotta tra Festival per aggiu-dicarsi anteprime ed esclusive bisogna fare i conti con quello che offre il mercato. Non dimentichiamo che Torino va a collocarsi appena dopo il festival di Roma. Il soggetto del film vincitore è molto curioso: un disoc-cupato innamorato del John Travolta de La

febbre del sabato del sera, le tenta tutte pur di interpretarlo in un film prodotto in Cile. L'aspirante divo arriverà alla selezione per il miglior Tony Manero del paese ma senza la dote di quella fortuna che era certo di essersi conquistato, anche a prezzo altissimo, per le peggiori violenze sulle persone che gli stanno accanto. Alfredo Castro, nei panni dell’emulo di Travolta, è stato giudicato miglior atto-re. Premio speciale della giuria a Prince of Broadway, un titolo Usa molto apprezzato. Si è parlato di atmosfere alla Cassavetes: racconta di un emigrato del Ghana che cerca di sopravvivere vendendo merce taroccata per le vie di New York. Emmanuele Devos - per il film belga Non-Dit, di Fien Troch - è stata premiata quale migliore attrice. Nella sezione documentari italiani, che qui a Torino hanno una vetrina molto prestigiosa, la giuria ha scelto Napoli Piazza Municipio di Bruno Olivero, mentre il premio speciale è andato a Rata nece biti (Non ci sarà la guerra) di Daniele Gaglianone. Per i corto-metraggi vince A chi è già morto a chi sta per morire di Fulvio Pepe, premio speciale a Ottana di Pietro Mele e menzione speciale a La nonna di Massimo Alìm Mohammad. Nell'ambito del festival di Torino lo spazio più importante comunque è sempre lasciato alle retrospettive, che quest'anno erano tre. Le più significative dedicate a Polanski, presente al festival, e a Jean-Pierre Melville. A Torino è stata presentata la filmografia completa di Melville e sono intervenuti alcuni critici a parlarne, tra cui, Rui Nogueira, Olivier Bohler che ha realizzato un documentario,

CINEMA A TORINO: IL FESTIVAL DI NANNI MORETTI DAL 21 AL 29 NOVEMBRESandro Toni, Nicoletta Vallorami, Mauro Gervasini, Matteo Bortolotti, Emanuela Martini, Giorgio Gosetti. E Polanski ha fatto la parte del leone non solo per la sua parte-cipazione diretta ma anche per una copiosa presenza dei suoi film che ha curato perso-nalmente, selezionando le copie proiettate.

Roberto Tirapelle

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Il primo pianeta dal Sole: MercurioCi siamo, eccoci alla terza puntata della rubrica di Astronomia del Basso Adige. Da oggi cominceremo a parlare dei pianeti e più precisamente dei pianeti interni, rocciosi... vi ricordate come sono divisi i pianeti del Sistema Solare? Vi faccio un breve ripasso: i pianeti del nostro Sistema Solare sono divisi in due categorie da una fascia di asteroidi posta tra Marte e Giove. Essi differiscono per composizione e grandezza: Mercurio, Venere, la Terra e Marte sono i pianeti interni, rocciosi (o terrestri) e invece Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono pianeti ester-ni, giganti e gassosi. I pianeti interni sono di composizione rocciosa, cioè composti di materiale simile a quello terrestre, sono di piccole dimensioni (la Terra è il più grande e Mercurio il più piccolo) e hanno densità abbastanza alte. Hanno un moto di rivoluzione molto veloce rispetto a quelli ester-ni ma hanno una rotazio-ne più lenta e hanno pochi satelliti (al massimo 2). I pianeti esterni invece sono gassosi, cioè formati da gas con solo il nucleo solido, sono di grandi dimensioni (Giove è il più grande ed è 318 volte più grande della Terra, Nettuno invece è il più piccolo) e hanno densità prossime ad 1. Hanno un moto di rivoluzione più lungo (Nettuno, per esempio, compie un giro attorno al Sole in 163,8 anni) ma hanno una rotazione più veloce (Giove compie una rotazione su se stesso in 9 ore 55 minuti e 29 secondi). Possiedono un’insieme di anelli e un gran numero di satelliti (Giove ne possie-de ben 63). Ora che abbiamo ripassato come sono divisi i pianeti possiamo passare all’ar-gomento del giorno: Mercurio. Il nome del pianeta deriva dal dio romano del commer-cio, della medicina, dei viaggi e dei ladri. Si pensa che abbia ricevuto questo nome a causa del suo rapido moto di rivoluzione attraverso il cielo; infatti il pianeta possiede il moto di rivoluzione più rapido di tutto il Sistema Solare. Il suo simbolo astronomico è la rappresentazione stilizzata del caduceo del dio Mercurio:Nelle culture dell’Estremo Oriente il pianeta

è indicato come l’astro dell’ac-qua, uno dei cinque elementi fondamentali. Mercurio è il primo pianeta in ordine di distan-za dal Sole, il più piccolo dei pianeti rocciosi e degli 8 pianeti ma non è, come molti credono, il più caldo!! Vi ho scon-volti... ebbene Mercurio non è il pianeta più caldo anche se

sulla sua superficie ci sono ben 467°. Il pia-neta più caldo è Venere che con i suoi 480°, supera Mercurio di pochi gradi. Mercurio però detiene vari primati: l’escursione ter-mica di Mercurio è la più elevata di tutto il Sistema Solare (a causa dell’assenza di atmosfera e della sua rotazione estremamen-te lenta). Pensate che l’emisfero illuminato raggiunge, come abbiamo detto prima i 467°, e invece l’emisfero in ombra arriva a183°! Mercurio è il pianeta del Sistema Solare con il più breve periodo di rivoluzione ed è l’uni-co dove il periodo di rotazione (la durata del giorno) è maggiore di quello di rivoluzione. Il pianeta ruota attorno al Sole in 88 giorni e compie un giro su se stesso in 58,6 giorni ter-restri. Mercurio quindi completa tre rotazioni

ogni due rivoluzioni. Questo fa sì che la durata dell’espo-sizione ai raggi solari per ogni punto della superficie sia molto lunga, pari a 176 giorni terrestri. La massa di Mercurio corrisponde a 0,055 della massa terrestre e il suo volume a 0,054 rispetto a quello della Terra. La densità di Mercurio è molto vicina a quella della Terra (0,984 di quello terrestre) e si disco-

sta molto da quella lunare. Mercurio infatti, dopo la Terra, è il secondo corpo nel Sistema Solare per densità. Il primo pianeta dal Sole non possiede satelliti naturali ne un sistema di anelli e ha un piccolo campo magnetico (la cui forza è pari all’1% di quella della Terra). Mercurio dista dal Sole 0.387 UA cioè 57.909.175 Km. (l’UA “Unità Astronomica” è l’unità di misura usata in astronomia, pari alla distanza media tra la Terra e il Sole 149.597.870,691 Km). L’UA viene utilizzata soprattutto per misurare distanze all’inter-no del Sistema Solare; mentre per misura-re distanze superiori, cioè fuori dal nostro Sistema Solare o dalla nostra galassia (la Via Lattea), gli astronomi preferiscono utilizzare l’anno luce o il parsec. Per confronto, la stella più vicina a noi Proxima Centauri si trova ad oltre 250.000 UA di distanza. Mercurio si può osservare nel cielo solamente subito dopo il tramonto, oppure poco prima dell’al-ba, perché durante il giorno la luminosità solare impedisce ogni osservazione. Inoltre

c’è da dire che questa osservazione è pra-ticamente possibile solamente per pochi giorni consecutivi, per l’estrema brevità del suo moto di rivoluzione. L’atmosfera di Mercurio, per via della sua bassa attrazione gravitazionale, è molto sottile ed è composta da atomi staccati dalla superficie dal vento solare. Poiché Mercurio è molto caldo, que-sti atomi sfuggono rapidamente nello spazio perciò, contrariamente alla Terra e a Venere, Mercurio ha un’atmosfera costantemente rinnovata. La sua superficie ricorda molto quella della Luna, ricca di crateri (chia-mati “bacini”) ed enormi scarpate, alcune delle quali lunghe centinaia di chilometri e profonde anche tre. I crateri più piccoli di Mercurio hanno un diametro minore di 10 Km mentre quelli più grandi superano anche i 200 Km. Il bacino più grande (e il più noto) è il Mare Caloris, del diametro di 1.300 Km. Si tratta di una grande pianura circolare, uno dei punti più caldi del piane-ta, circondata da monti. Probabilmente si è formato a causa di un gigantesco impatto avvenuto quando il Sistema Solare era anco-ra giovane. Mercurio ha un’orbita molto ellittica ed è soggetta a variazioni irrego-lari nell’arco di miliardi di anni; quindi gli astronomi prevedono che tra 3,5 miliardi di anni Mercurio e Venere potrebbero entrare in collisione. In ultimo, essendo la gravi-tà di Mercurio molto meno intensa della Terra, un uomo dalla massa di 100 kg che si trovasse su Mercurio peserebbe solo 38 kg. Mercurio è stato visitato finora da un’unica sonda (la Mariner 10) che ha map-pato il 45% della sua superficie. Nel 2004 la NASA, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti d’America, ha lanciato una sonda diretta su Mercurio che incontrerà il pianeta il 2011. Nel 2013 inoltre verrà lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con la JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) la sonda Bepi Colombo, dedicata al matemati-co e fisico italiano del XX secolo Giuseppe Colombo. Le sonda dovrebbe effettuare un viaggio di 6 anni verso Mercurio e usando la spinta gravitazione della Luna, di Venere e di Mercurio, dovrebbe entrare in orbita attorno a Mercurio nell’agosto del 2019. Ora un po’ di curiosità sul mondo dell’astro-nomia: dopo 25 anni l’Italia torna alla guida dell’ESA! Per chi non lo sapesse l’ESA, fondata nel 1975, è l’Agenzia Spaziale Europea che ha il compito di coordinare i progetti spaziali di 17 paesi europei. L’Italia, che manterrà la presidenza dell’ESA fino al 2011, è uno dei Paesi fondatori dell’Agen-zia Spaziale Europea ed è attualmente il terzo contributore dopo il CNES (l’agenzia spaziale francese) e il DLR (l’agenzia spa-ziale tedesca). Altra notizia che sicuramente non tutti sapranno: come potete constatare, il 2008 è agli sgoccioli e tra pochi giorni si entrerà nel 2009 “l’anno internazionale dell’astronomia”! Si, avete capito bene, il 2009 è l’anno internazionale dell’astrono-mia. Perciò viva il 2009!!! Nel prossimo numero della rubrica si parlerà del secon-do pianeta in ordine di distanza dal Sole: Venere. Auguro a tutti i lettori buon Natale e felice anno nuovo.

Gianluigi Viviani

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In questi giorni i pensionati stanno ricevendo dall’INPS i modelli da compilare e da presentare, con la dichiarazione ISEE (che può essere fatta in Comune, all’INPS o presso i patronati) all’ufficio postale.2) Bonus famiglie: è un contributo una tantum concesso alle famiglie residenti in Italia che posseggono un reddito, di tutto il nucleo fami-gliare, come da seguente prospetto:

A ciò si deve aggiungere che agli anziani soli e con un reddito non superiore a 15.000 € spetta un bonus di € 200.Il reddito a cui fare riferimento può essere costituito solo da redditi di lavoro dipendente o assimilato, da pensione, da redditi di lavoro autonomo di natura occasionale o da redditi fondiari che, da soli, non devono superare i 2.500 €.Il bonus si ottiene compilando un’apposita domanda (attualmente ancora non disponibile) da presentare al proprio datore di lavoro o all’ente pensionistico entro il 31 gennaio 2009 se i redditi si riferisco-no al 2007, oppure entro il 31 marzo se i redditi si riferiscono al 2008. Nel primo caso il bonus verrà accreditato nella busta paga di febbraio o nella pensione di marzo, altrimenti in aprile o maggio.Notizia dell’ultima ora: il bonus famiglia è cumulabile con la social card. Nel prossimo numero affronteremo le altri principali misure anti-crisi.

Penso che tutti noi, fedeli consumatori di telegiornali e notiziari più o meno economici, abbiamo sentito parlare in questi giorni di tutti quei provvedimenti, varati dal governo, definiti “piano anti-crisi” per le famiglie e le aziende: forse allora è qui interessante approfondire i punti che possono interessare la maggior parte dei nostri lettori.1) Social card (carta acquisti): è una tessera a pagamento (tipo carta di credito o bancomat) “caricata dallo Stato” con una somma di € 80 ogni due mesi (cifra che potrà essere spesa entro i due bimestri successivi). E’ concessa ad anziani e a famiglie con bambini piccoli; va richiesta agli uffici postali e se ciò viene fatto entro dicembre 2008 verrà accreditata, da subito, la somma di € 120 corrispondente ai mesi di ottobre/novembre/dicembre 2008. Le somme della social card potranno essere utilizzate inizialmente per l’acquisto di generi alimentari nei negozi convenzionati e, in seguito, per pagare le bol-lette di energia elettrica e gas. La carta la possono ottenere i cittadini italiani anziani ed i genitori di bambini di non più di tre anni.Gli anziani devono soddisfare tutte le seguenti condizioni:- avere più di 65 anni e non abbiano pagato imposte l’anno preceden-te o l’anno precedente ancora;- non possedere redditi superiori a 6.000 € (8.000 se l’età è superiore a 70 anni);- avere un ISEE inferiore a 6.000 €;- non essere intestatari di più di un’utenza di energia elettrica o gas, di più di un autoveicolo, di più di un immobile abitativo o di un immobile non abitativo;- non fruire di vitto pagato dallo Stato o altre pubbliche amministra-zioni per ricovero in istituti di cura.I bambini, invece, devono rispettare tutte le seguenti condizioni:- non avere più di tre anni;- avere un ISEE inferiore a 6.000 €;- non essere, con i genitori, intestatari di più di un’utenza elettrica ecc..

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Forme farmaceutiche:T.M. :30 gocce diluite in un po’ d’acqua 3 volte al dì.

Sciroppo: un cucchiaio 3-4 volte al dì.Granuli : 5 granuli ogni ora a scalare fino alla scomparsa del sintomo.Nei bambini dimezzare le dosi.

Effetti secondari:a dosi elevate si possono avere fenome-ni di irritazione gastrica quindi è sconsi-gliato in presenza di ulcera gastrica.

Dott. Adamo FeriottoDott.ssa Nicoletta Furlani

Dott.ssa Erica Mori

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chi si è sempre prodigato a favore del prossi-mo con umiltà e disponibilità –ha ricordato il primo cittadino- e noi come amministrazione crediamo fermamente in queste persone che sono un vero esempio per tutti noi”. “Come

istituto di Credito abbiamo sempre creduto in quello che Monsignor Dario ha fatto e siamo convinti di questo premio interpretando anche i sentimenti di chi opera con dedizione e pas-sione nel donare il proprio tempo agli altri –ha ricordato il presidente Alfonso Vicentini- per questo spirito e con questi principi siamo qui per dare un giusto riconoscimento ed un segno tangibile a persone che si sono donate agli altri e che noi stimiamo ed ammiriamo per il lavo-ro svolto”. Il premio intitolato a Monsignor Dario Cordioli, è promosso dal Comune di Cerea assessorato alle Politiche Sociali, da CereaBanca 1897, dalla Fondazione Antonio Salieri ed in collaborazione con l’Austrian Master Classes e la parrocchia di Cerea, ed è stato voluto per premiare chi si sia distinto in particolari azioni o attività di solidarietà ed aiuto verso il prossimo. A cadenza biennale,

E’ stata un chiesa gremita di gente ad acco-gliere il doppio appuntamento che già da alcuni anni vede protagoniste nella chiesa parrocchiale di Cerea la musica ma, soprat-tutto, la bontà e la disponibilità verso il pros-simo. Infatti l’evento dal titolo: Terza edizione del Premio Bontà 2008 “Monsignor Dario Cordioli” e la rassegna di “Giovani Artisti Europei” è ormai divenuto un appuntamento irrinunciabile che la gente di Cerea e non solo, attende con piacere per veder premiato chi nel silenzio e con tanta dedizione, si occupa del prossimo. Il pre-mio, intitolato a Monsignor Dario, è quindi divenuto un momento di giusta e gradita riconoscenza verso chi lavora nell’ombra ed in silenzio si mette a disposizione degli altri. A vincere l’edizione del 2009, a seguito del verdetto della commissione composta da sei membri, è stato Gabriele Bezzetto ,un instancabile ed indomo volontario presente in svariate asso-ciazione come Croce Rossa, Unitalsi, Gruppo Parrocchiale di Aselogna, Aido, Avis, Pro Loco. Il cui tempo e la cui disponibilità sono a servizio degli altri. A fare gli onori di casa è stato il parroco don Giorgio Marchesi che ha evidenziato come siano importanti figure come quelle di Don Dario per essere d’esem-pio a tutti. E’ stata poi la volta della musica e, a metà concerto, della cerimonia di consegna del premio da parte del sindaco di Cerea Paolo Marconcini, dell’assessore ai servizi socia-li Emanuela Carmagnani, dell Presidente di CereaBanca 1897 Alfonso Vicentini, del diret-tore Giuseppe Lucchi oltre ad Elena De Carli, commissario straordinario della Croce Rossa. “Questo premio è un giusto riconoscimento a

è GABRIELE BEZZETTO IL VINCITORE DEL PREMIO DELLA BONTÀ A CEREAnelle precedenti edizioni ha visto vincitori Natalina Brunelli direttrice dell’associazio-ne “Piccola Fraternità” e Giovanni Finezzo presidente della “San Vincenzo”. Monsignor Dario Cordioli è stato per lungo tempo par-

roco di Cerea in un periodo par-ticolarmente difficile. Uomo di azione, instancabile, dinamico ma unico per la sua sensibilità con la quale sapeva arrivare diretta-mente al cuore dell’uomo, non è stato dimenticato ed il premio ne è l’esempio concreto. Alla cerimo-nia di premiazione, che ha avuto protagonista della serata la musi-ca classica eseguita da Giovani talenti musicali, ha visto presenti anche i parenti di don Dario: Paolo Cordioli con la signora Laura, Pasquale Cordioli con la signo-ra Gianna, Dario Cordioli con la signora Luigina. “Monsignor Cordioli è stata persona dal cuore

sensibile, amabile e paterno –hanno ricordato il direttore di CereaBanca 1897 Giuseppe Lucchi e l’assessore comunale alle politiche sociali Emanuela Carmagnani- sapeva coglie-re con serenità ed umanità il complesso animo umano e con le sue parole, ma soprattutto con il suo lavoro, riusciva ad arrivare diret-tamente al cuore di ciascuno. La comunità di Cerea non l’ha mai dimenticato ed il premio che abbiamo voluto istituire d’intesa con il Comune di Cerea, è il giusto riconoscimento per chi continua a dedicare il proprio tempo a favore del prossimo. Sia come comune che come Istituto di Credito, ci sentiamo vicini a questa sua figura, ai sentimenti e ai valori che ci ha trasmesso e convinti di questo e dell’im-portanza di quanto ha fatto”.

F.O.

te, Margherita Franceschini al violoncello, Mladen Dabizlievic al pianoforte, Martina Gallo al violino, Federico Donadoni al pia-noforte, Demian Baraldi al violino e Andrey Rozendent dalla Russia al violino. Un tour il loro che non solo ha toccato la chiesa parroc-chiale di Cerea in occasione del premio della bontà, ma anche alcuni paesi della provincia come Trevenzuolo, Villa Bartolomea, Verona al Conservatorio di Verona Dall’Abaco e il teatro Salieri di Legnago per una lezione musi-cale al cospetto di una folta platea di studenti legnaghesi. La conclusione è stata al Castello di Bevilacqua per un concerto, sublime nell’esecuzione tra le antiche mura del manie-ro che fu della famiglia Bevilacqua, organiz-zato dal Rotary di Legnago, dalla Fondazione Antonio Salieri e da CereaBanca 1897. Bach, Busoni, Faurè, Saint-Saens, Massanet, Chopin, Marinau, Schuman, Paganini e Wieniawski, hanno risuonato tra le antiche mura della fortezza e questi giovani e preparati musicisti hanno dato sfoggio delle loro gradi capacità. “Ho avuto occasione di conoscerli ed apprez-zarli in Austria dove sono stato invitato ad assistere ai loro saggi –ci ha spiegato Mario Mattioli presidente della Fondazione Antonio Salieri- e grazie alla fattiva collaborazione con l’Austrian Master Classes, abbiamo potuto avere dei veri e propri virtuosi dei rispettivi

Di sicuro per loro è stata un’esperienza unica; intensa e ricca di fascino ma anche una pia-cevole sorpresa per tutte quelle persone che, al primo appuntamento nella chiesa parroc-chiale di Cerea e poi via via negli altri paesi, hanno potuto gustare l’esibizione dei “Giovani Artisti Europei” all’interno dei questa 12ma edizione. E per noi che di musica ne sentiamo tanta e che possiamo vantare due importanti Conservatori come il Dall’Abaco a Verona ed il Venezze a Rovigo, avere questi giovani ma grandi musicisti è stato un arricchimento per-sonale e musicale. Non è facile infatti sentire dei veri e propri artisti, tutti giovanissimi per la cronaca dai 14 ai 23 anni, avere una tale padronanza con il proprio strumento tanto da incantare un pubblico eterogeneo e vederli, nel breve volgere di alcuni giorni, catapultati dalla chiesa parrocchiale di Cerea, al teatro Salieri di Legnago fino alla serata conclusiva al Castello di Bevilacqua. L’appuntamento, giunto alla sua 12ma edizione, ha come tito-lo “Rassegna di Giovani Artisti Europei” e per l’edizione 2008, il presidente della Fondazione Antonio Salieri Mario Mattioli, d’intesa con CereaBanca 1897 ed in collabora-zione con l’Austrian Master Classes è riuscito a portare nel nostro territorio dei veri e propri talenti; giovani virtuosi dello strumento come Tomoka Shigeno dal Giappone al pianofor-

UN SUCCESSO LA 12ª EDIZIONE DELLA “RASSEGNA DI GIOVANI ARTISTI EUROPEI”strumenti. Per loro quella trascorsa nel vero-nese è stata un’esperienza unica e di sicuro formativa. Tra i momenti importanti vorrei ricordare oltre ai concerti che si sono svolti in luoghi ed in ambienti diversi come aule didattiche e chiese o teatri, l’appuntamento con le scuole al teatro Salieri di Legnago sotto l’attenta regia di Emanuela Mattioli. I ragaz-zi hanno partecipato in silenzio e con tanta attenzione a questa lezione musicale. Il gran finale al castello di Bevilacqua con il Rotary di Legnago e CereaBanca 1897 oltre naturalmen-te alla Fondazione Salieri con l’onore, non per tutti i musicisti, di poter suonare tra le mura di un antico maniero”.

F.O.

Anno XXX - n. 12 - Dicembre 2008

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di varie associazioni: Pro Loco, Alpini, Avis, Corale, per citarne alcune, ai suoi colleghi insegnanti, ai giovani studenti, alla Sua banda e a tanti altri musicisti oltre che a moltis-sima gente. Anche noi, come Basso Adige eravamo presenti e lo ricordiamo con affetto e stima, attivo promotore di tante attività ed iniziative e sempre pronto e disponibile nella loro promozione. Mancherà a tutti caro Maestro e noi non riusciamo a pensare a quel posto vuoto senza credere che la sua sia solo un’assenza temporanea dovuta ad una breve indisposizione e che presto ritornerà a pro-grammare, organizzare e preparare concerti accanto al direttore Massimiliano Negri. E’ difficile infatti per una persona di Castagnaro, immaginare la Banda Filarmonica senza il Suo presidente che per oltre 50 anni è stato seduto al comando di questa grande istitu-zione musicale. Se ne è voluto andare in silenzio, lontano dalla gente, dal clamore dalla folla, quasi a non voler disturbare la bellezza e l’armonia della musica e di chi l’ha amata ed apprezzata per tanti anni. Ci è difficile pensare al suo come ad un viaggio senza ritorno e questo è il sentimento che nutre l’intera comunità di Castagnaro e di chi la musica l’ha vissuta con il cuore e con

Una chiesa gremita di gente in attesa ed un lungo corteo accompagnato dal suono della sua banda sono stati il tributo che tanta gente ha voluto condividere per salutare il “Presidente” della Banda Filarmonica di Castagnaro Felicino Sordo, nel suo ultimo concerto. Non se lo aspettava nessuno infat-ti che dopo tanti anni di presidenza (quasi 50, un vero record di amore e di trasporto per questa prestigiosa istituzione), il grande Maestro Felicino ci lasciasse in maniera tanto improvvisa. Così la notizia della sua scom-parsa ha colto tutti di sorpresa e nel giro di breve tempo la notizia della sua morte ha rag-giunto tutte le persone non solo di Castagnaro ma di molti altri paesi. Perché il Maestro Felicino era una vera e propria istituzione; presidente della banda, sindaco del comune di Castagnaro, maestro elementare per 36 anni, socio fondatore e presidente della locale Pro Loco, direttore del Centro di Lettura e di Informazione del paese, membro del direttivo della Fondazione Ercole Donella, segretario del Sindacato Pensionati Cisl e Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Ecco per-ché tante sono state le personalità presenti al suo funerale, dal sindaco di Castagnaro Luca Sordo, a vari assessori; dai presidenti

UN CARO RICORDO PER UN AMICO CHE NON C'è PIù: IL MAESTRO FELICINO SORDO lo spirito. La sua formazione, la sua intelli-genza, la costanza in quello che faceva sono state d’esempio per molti caro Maestro; sono qualità umane sempre più difficili da trovare. Il suo impegno nel sociale è sempre stato grande e lei in tanti anni di lavoro a nessu-no ha mai rifiutato un consiglio, un aiuto, un’attenzione. Alle comunità di Castagnaro e Menà ha dedicato il proprio tempo con amore, passione ma anche con tanto senso di moralità sia nel ruolo di Maestro di scuola che di Primo cittadino e di amministratore, di Presidente e membro di Pro Loco e di Presidente della Banda Filarmonica. Caro Maestro ci mancherà, tanto, tantissimo, e questo lo diciamo interpretando il pensiero di tutte quelle persone che hanno lavorato e suonato accanto a Lei e che hanno condiviso in tutti questi anni la gioia di stare assieme. Anche negli ultimi periodi, quando la salute non La sosteneva più, ha voluto sempre esse-re vicino al suo paese, alla sua gente e alla sua banda. Il nostro saluto è un arrivederci per ritrovarci tra le dolci armonie della musi-ca e del piacere di condividere l'amore per il proprio paese e la propria terra. Arrivederci a presto caro Maestro Felicino.

F.O.

€) ed altro materiale e di recente sono voluti tornare a Madras (ora Chennai) per consegna-re la somma raccolta. “Quando abbiamo visto la condizione in cui vivono e le necessità più elementari di cui mancano, abbiamo deciso di mobilitarci per aiutare queste persone -conti-nua Lido Mnatovani- ed abbiamo parlato con il nuovo direttore del Centro Padre Patrick Alphonse. Così con l'aiuto del “Gruppo Il Girasole” di Bergantino, con l' associazione di promozione sociale “Costia Russo” e con le donazioni di vari benefattori di Castagnaro, Menà, Begosso e dei paesi vicini, abbiamo raccolto altri soldi e comperato quello che per loro è oggi indispensabile per vivere”. La struttura il cui nome è Beatitudes Social Welfare Centre di Chennai, Opera Padre Mantovani, si occupa di asilo nido con 500 bambini; 1.200 ragazzi nella scuola primaria e 800 in quella superiore. Ha pure scuole di edu-cazione non formale con 102 ragazzi e ragaz-ze ospitati e senza genitori, quindi una casa per ragazzi speciali per bambini dei lebbrosi, orfani, mendicanti, semi orfani con 203 pic-coli ospiti. Nell’istituto sono pure presenti il “Don Bosco Centro Gioventù” frequentato da 350 ragazzi ed un “Centro scouts e guide” con 120 giovani. Vi è anche uno spazio dedicato all’addestramento tecnico con 101 persone. La struttura si occupa pure della cura pasto-rale della comunità seguendo 1.650 famiglie. Accanto a questa grande realtà troviamo il centro per la riabilitazione dei lebbrosi con il “Giardino di Papa Giovanni XXIII”, il luogo più caro a padre Mantovani dove attualmente vengono ospitati 145 malati, 65 donne e 80 uomini. A loro collegata, un’azienda agricola gestita sempre da lebbrosi con 12 operai. Poco lontano la Casa di San Tommaso che ospita

Ne abbiamo parlato nei primi mesi del 2008, quando il nipote Lido Mantovani con la moglie Lisa e gli amici Flavio Fioratti, Luigina Arellaro, Guglielmo Zanarotto, Marisa Zanarotto, Bacchisio Usai con il fra-tello Salvatore e Maria Speranza Russo erano andati nel cuore dell’India a portare aiuto e soldi a Madras, nell'istituto più grande al mondo realizzato da padre Orfeo Mantovani, un padre salesiano originario di Menà di Castagnaro, che ospita 2.600 persone delle quali ben 200 orfani ed abbandonati che vivono all’intero di questa grande struttura. E dopo aver consegnato al direttore del Centro 4.220 euro, la somma delle offerte di tanti amici con i quali sono riusciti a mantenere il lebbrosario, l’asilo, le scuole e la casa di riposo per 10 giorni, hanno deciso di tornare per aiutare chi, in quel grande istituto, lavora per mantenersi e per vivere con un minimo di dignità. “Dopo essere partiti nei primi mesi del 2008 dall’Italia per andare a visitare per la prima volta la grande struttura che prende il nome di “Don Bosco Beatitudes – Opera Padre Mantovani - Centro di promozione sociale riabilitazione e formazione al lavoro e servizio allo sviluppo integrale”, gestito dal 1965 dai Salesiani di don Bosco e per portare aiuti all’istituto di zio Orfeo -ci dice Lido- ci siamo resi conto della miseria in cui vive quel-la gente ed abbiamo voluto, una volta ritornati in Italia, di raccogliere altri soldi per acqui-stare alcuni elettrodomestici e delle macchine da lavoro indispensabili per la sopravvivenza delle persone che vivono e lavorano dentro al grande Centro”. Così, facendo leva sul buon cuore di tante persone, Lido, Lisa e tanti altri amici hanno raccolto il necessario per acqui-stare un telaio (1.270 €), una lavatrice (576

LIDO MANTOVANI NELLA MISSIONE DI MADRAS IN INDIA DI PADRE ORFEO MANTOVANI PER PORTARE AIUTI E SPERANZA

anziani abbandonati con 80 ospiti e la Casa di RUA con altre 54 persone. A fondare tutto questo un giovane padre missionario, Orfeo Mantovani, nativo di Menà di Castagnaro, che negli anni ’60 del secolo scorso, dall’India fece parlare di sé il mondo intero per l’aiuto verso i malati di lebbra ai quali regalò con tanti aiuti e contributi, il più grande istituto di assistenza nonché lebbrosario del mondo. L’opera svolta da padre Orfeo Mantovani è una di quelle che non dovrebbero mai essere dimenticate. Questo grande istituto è stato creato dal nulla da padre Mantovani che ne è stato il direttore dal 1963 al 1967 e cioè fino a quando la malattia l’ha stroncato. Lui, giovane missionario di campagna andato a fare aposto-lato in una delle regioni più povere dell’India: Madras. Qui Mantovani vide la miseria, la leb-bra, l’abbandono, l’emarginazione più com-pleta. Decise di costruire un grande Istituto che potesse accogliere i più sfortunati, i più diseredati. Acquistò e bonificò estese paludi, raccolse i derelitti ed i lebbrosi per strada e li curò come esseri umani e non come animali. Fu lui a smuovere l’opinione pubblica di tutto il mondo e non solo in Italia ma anche in Europa ed in America dove il presidente degli Usa aveva già programmato di incontrarlo per conoscerlo. A fermarlo fu solo la malattia. “Il nuovo direttore, Patrick Alphonse, sarà qui in Italia nel 2009 nel mese di maggio -conclude Lido Mantovani- per visitare i luoghi che furono di Padre Orfeo Mantovani e per recarsi in processione al capitello dove mio zio era solito pregare, quello di via Cimitero. Noi cercheremo per quella data di raccogliere altre offerte, altri fondi da inviare a quella gente povera e bisognosa di aiuto”.

F.O.

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CALCIO ECCELLENZA. IL LEGNAGO HA CEDUTO 6 GIOCATORI,4 GLI ARRIVI. IL 6 GENNAIO 2009 L’ANDATA DELLA SEMIFINALE DI

COPPA ITALIA CON IL DERBISSIMO LEGNAGO - CEREA Il Legnago cambia pelle con il trasferirento di 6 giocatori e 4 nuovi elementi. Dopo l’in-gaggio della punta brasiliana Diogenes Presa che ha esordito in notturna in Coppa Italia contro il Romano d’Ezzelino, sono arrivati in riva al Bussè il difensore Paolo Lodi Rizzini, il centrocampista Federico Di Fuzio e il portiere Susani Chizzoni, classe 1975 dal Casaleone.Il Legnago tessererà un’altra punta, in sostituzione di Giordano Rossi, svincolato a sorpresa ( “per scelta societa-ria”- ha dichiarato il d.g. Preto). Il portiere Carpi che non gradiva il ruolo di riserva è stato ceduto in prestito al Sommacampagna. Hanno cambiato casacca: Parise (Chioggia), Cordioli (Lugagnano), Guccione (Azzurra 2000 di Bagnolo di Po), Menini (Bevilacqua), il portiere Carpi (Sommacampagna) e Giordano Rossi. Intanto in città si pensa al superderby di Coppa Italia con il Piccolo Toro. L’andata della semifinale Legnago- Cerea al “ Sandrini “ il giorno dell’Epifania con inizio alle 14,30. Queste le schede di Lodi Rizzini e Di Fuzio: Lodi Rizzini è nato a Guastalla l'11 luglio 1982, ha giocato in serie D con il Ravenna, poi promosso in C2, quindi a Castel San Pietro (C2), Sanremese (C2), Rovigo (C2) e Comacchio (D). "Il mio ruolo – dichiara Lodi Rizzini- è quello di difensore centrale, ma posso giocare anche come terzino destro. Il mio campionato più

bello ? Quello a Ravenna per la promozione in C2 con un punto di vantaggio sul Real Montecchio, con mister Massimo Gadda in panchina. Ho accettato Legnago perchè mi è piaciuto il progetto che mi è stato presen-tato. Dove può arrivare il Legnago ? Non voglio dirlo per scaramanzia..." Di Fuzio è nato a Napoli il 20 dicembre 1983, ha giocato in serie D con il Ravenna e Centese, in C2 con Castel San Pietro, in D con la Giacomense, con il Teramo in C2 e in D con il Comacchio." Sono un centrocampi-sta che fa filtro - ci ha detto- , ma mi piace

anche andare a rete. Qualche anno fa avevo scelto come mio modello Edgar Davids. I miei ricordi migliori di calciatore ? A Ravenna per la vittoria in campionato con Lodi Rizzini, con il quale ho giocato assie-me in tre stagioni con varie squadre. Perchè Legnago ? Mi ha convinto il signor Sergio ad accettare il progetto legnaghese e spero di far bene.". Nelle foto: tre nuovi volti del mercato di dicembre del Legnago: il por-tiere Chizzoni, il difensore Lodi Rizzini e il centrocampista Di Fuzio.

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Na sgradela desaladi, e panzeta,e una de polenta,

Ghemo fato sagra,anca se i diseche vien la pelagra,

Mi la pelagra lame vien, quandono la ghe,

Go ciapa delpolenton, daun gran coion.

Dino Barbieri

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