AO di Cremona Informa n. 13 Aprile 2014

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Giornalino periodico Ospedale di Cremona del 13 Aprile 2014

Transcript of AO di Cremona Informa n. 13 Aprile 2014

Presidio Ospedaliero di CremonaLargo Priori 1, CremonaCentralino 0372 405 111Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0372 434 445Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0372 405 550e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

Poliambulatorio Specialistico con Punto PrelieviVia Dante 104 A, CremonaCentralino 0372 405 111

Presidio Ospedaliero Oglio PoVia Staffolo n 51, Vicomoscano, Casalmaggiore - CRCentralino 0375 2811Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0375 281 651Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0375 281 552e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

NUMERI UTILIAzienda Ospedaliera di Cremona

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Sommario

Salute e concretezza, binomio possibile

Open Day 7 marzo - La salute in evidenza

Osteoporosi, donne a rischio

Infertilità di coppia

Il fumo nuoce alla salute anche delle donne

Anoressia e bulimia, disagio interiore

Speciale Tiroide, occhio a farmaci e dieta

Come aver cura del nostro fegato

Allergopatie: maledetta primavera

Tre giorni per il tuo cuore

Aprile | 2014

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A.O. L’Azienda Ospedaliera di Cremona Informa N° 13 | Aprile 2014Direttore editoriale: Simona MarianiDirettore responsabile: Stefania MattioliHanno collaborato: Grazia Bodini, Daria Scalabrini Sede legale: Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona, Viale Concordia n 1, 26100 CremonaRedazione/Ufficio Stampa: 0372 405725 - [email protected] Tribunale Cremona n° 368 del 18-04-2001Grafica: Graphomedia s.a.s. [email protected]: Tipografia Gutenberg - Cremona (Cr)

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DS

DA

Sono buoni i risultati raggiunti, in termini di gradimento dell’utenza, per il servizio Cup ubicato in via sperimentale presso il CentroMed di Gadesco (centro com-merciale). Quasi mille le persone che sino a oggi ne hanno fruito apprezzan-do la possibilità di non doversi spostare e poter effettuare la prenotazione diret-tamente dal “medico di famiglia”. Per questo la sperimentazione continua per altri sei mesi.

Il progetto si inserisce nell’ambito delle iniziative tese a rendere più accessibili i servizi ai cittadini e valorizzare le risorse del territorio oltre che rendere più fattiva la collaborazione fra ospedale e medi-co di medicina generale.

Si ricorda che la prenotazione delle pre-stazioni può essere effettuata anche tramite il numero verde 800638638, da lunedì a sabato dalle 8 alle 20 o diret-tamente dal sito www.ospedale.cremo-na.it. Non solo, sempre dalla homepage del sito aziendale è possibile accedere (comodamente da casa propria) ad altri servizi on-line quali Pagocrs (paga-mento prestazioni) e consulta del fasci-colo sanitario elettronico.

Ida BerettaDirettore Amministrativo

Azienda Ospedaliera di Cremona

Dal 2013 l’AO di Cremona ha intrapreso un processo di riorganizzazione e cam-biamento sul modello per “intensità di cura” (già praticato al Presidio di Oglio Po) che a breve coinvolgerà anche il Presidio di Cremona. Ciò consentirà all’Ospedale di Cremona di divenire un ospedale ad alta intensità dove, favorire l’inter-pro-fessionalità, l’interdisciplinarietà e dove il medico – responsabile del percorso diagnostico – si muove verso il paziente e dove l’infermiere diventa il primo re-ferente assistenziale per tutto il tempo della degenza.

Tale riorganizzazione, fondata su principi positivi e propositivi di ottimizza-zione delle risorse e valorizzazione delle professionalità, implica una delicata fase di cambiamento che richiede un tempo fisiologico di comprensione e adattamento, per questo la formazione al personale e l’informazione al cittadi-no avranno un ruolo determinante.

Ripensare l’Ospedale per intensità

Camillo RossiDirettore Sanitario

Azienda Ospedaliera di Cremona

CUP, bene le prenotazioni al CentroMed

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Ogni azione verrà pertanto divulgata e promossa attraverso la comunicazione digital e social (seguiteci anche su Fa-cebook, Twitter!), ma anche dalle più classiche piattaforme generaliste quali Tv e radio locali, carta stampata, orga-nizzazioni di eventi ad hoc, locandine e brochure. Il desiderio è quello di puntare alla semplifi-cazione per assicurare ai cittadini piena e corretta conoscenza dei servizi disponibili, delle potenzialità diagnostiche, terapeuti-che e assistenziali delle nostre strutture. In tal senso è in fase di redazione la nuova edizione della Carta dei servizi e parti-colare attenzione verrà riservata all’infor-mazione attraverso l’adesione a giornate nazionali di sensibilizzazione rispetto alle patologie più diffuse in collaborazione con le Associazioni di volontariato.

Non è tutto, attraverso i progetti l’Ospe-dale in rete (collegamento fra sito azien-dale e testate on-line locali) e l’Ospeda-le in diretta (Programmi e spot pensati per TV, Web e Cinema) si cercherà di potenziare la promozione delle attività/servizi rivolti al cittadino, compresi quelli on-line SISS (prenotazioni, consultazioni referti e FSE, PagoCRS, ecc). Riguardo all’informatizzazione c’è un’im-portante novità: l’AO di Cremona ha aderito al progetto di Regione Lombar-dia ICARO che vedrà la creazione di postazioni operative per la registrazione anagrafica dei nuovi nati. I genitori po-tranno così espletare tutte le pratiche amministrative (sino alla scelta del pe-diatra) in Ospedale

Simona MarianiDirettore Generale

Azienda Ospedaliera di Cremona

Nel 2014 cittadini e comunicazione al centroCon l’obiettivo di raggiungere un target il più etero-geneo possibile, nel 2014 ogni azione di comunica-zione tenderà a mettere al centro il cittadino adot-tando strumenti diversificati. Strumenti che tengano conto delle differenti esigenze per fasce di età, in grado di coinvolgere molti soggetti, dai più giovani ai più anziani.

DG

NOMINATI I NUOVI PRIMARIecco i nomiAngelo Pan Malattie Infettive CremonaFulvio Alberto Tartara Neurochirurgia CremonaMarco Ungari Anatomia Patologica CremonaMaria Sessa Neurologia CremonaPasquale De Luca Psichiatria CremonaGiorgio Ragni Medicina Oglio Po

Nel prossimo numero di AO Informa la presentazione ufficiale con interviste esclusive.

18 dicembre 2013 - CONVENTION DI FINE ANNO

Salute e concretezza,binomio possibile

Affollata convention di fine anno all’insegna della “concretezza”, presso l’aula magna dell’Ospedale di Cremona e in video colle-gamento con Oglio Po, i dipendenti hanno seguito l’incontro che aveva lo scopo di tracciare un bilancio dell’attività svolta nell’ultimo triennio.

Apprezzata la formula dell’intervista live: Vittoriano Zanolli, direttore de “La Provincia” ha intervistato Simona Mariani (Direttore Generale AO di Cremona) che, con spirito e risolutezza giornalistici, ha risposto a tutte le domande analizzando le eccellenze e le criticità che han-no caratterizzato la vita aziendale dall’inizio del suo mandato.

Gilberto Compagnoni

Zanolli intervista Simona Mariani

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La sintesi emblematica dell’incontro? Confronto e scambio per lavo-rare insieme al meglio. Perché il ruolo non si esaurisce nelle compe-tenze assegnate bensì è fondamentale l’interazione e la possibilità di far circolare le idee.

Gli accadimenti del 2013 sono stati presentati attraverso la prima edizione del TG aziendale curato dall’Ufficio Stampa e Comunica-zione con il supporto di Greta Filippini (registrazione e montaggio) e Daniela Coelli (speaker).

Nei servizi si è parlato di cronaca, eventi e costume: un riassunto pe-culiare dei cambiamenti organizzativi e degli eventi di informazione dedicati ai cittadini.

In chiusura la consegna degli attestati di riconoscimento ai dipen-denti che hanno “conquistato” la pensione.

Alessandra Mariotti, Marco Storti e Simona Mariani, Bianca Maria Fadin durante la convention.

Beretta, Bodini, Mariani Mariani e Bodini Bosoni

Mariani, Budassi, Fasoli Martinotti Beretta, Marni e Mariani

La Salute in evidenzaSe è vero che prevenzione e informazione sono le armi per combattere la malattia è altrettanto vero che l’Open Day del 7 marzo 2014 ha rappresentato un’opportunità di salute in più per le donne di tutte le età e culture.

Nel complesso sono più di 1000 le utenti che hanno partecipato: più di 1500 le prestazione erogate quel giorno.Altro dato gratificante, emerso dai questionari di soddisfazione sommi-nistrati, è l’ottimo livello di gradimento dell’iniziativa, soprattutto in rela-zione alla sua utilità per avvicinare persone che in genere, per timore o resistenza, faticano a programmare i controlli medici (screening).

I servizi offerti? Visite senologiche e ginecologiche; consulenze per l’in-fertilità di coppia, valutazione del rischio di osteoporosi e tromboembo-lismo venoso; colloqui motivazionali per smettere di fumare; sportelli di ascolto per le fragilità psicologiche e i disturbi dell’alimentazione.

OPEN DAY 7 MARZO

Simona Mariani, operatori sanitari e volontari nell’atrio dell’ospedale di Cremona

Alcuni momenti significativi dell’Opena Day del 7 marzo 2014

DOPO I 40 ANNI VISITA SENOLOGICA E MAMMOGRAFIA Quali sono i fattori di rischio per il tumore alla mammella?Il rischio aumenta con l’età e i fattori che lo determinano possono essere di diversa natura: familiarità, stimolazioni ormonali prolungate (terapia sostitutiva, contrac-cettivi orali), precoce menarca e tardiva menopausa, nessuna gravidanza e non allattamento al seno. Una dieta ricca di grassi e alcol, fumo, obesità. Per questo è importante adottare stili di vita corretti.

Perché è importante la visita senologica?Perché alcune sedi (solco), come alcuni istotipi di tumori (lobulari) del seno, sono poco valutabili alla mammografia; inol-tre, secondo i report recenti il 65%-70% delle diagnosi è con autopalpazione mensile e visita senologica.

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Quando e con quale frequenza vanno effettuati i controlli?Quando non ci sono fattori personali di rischio (famigliarità, precedenti patolo-gie al seno, assunzione di terapia ormo-nale sostitutiva) sono sufficienti una visita annuale e una mammografia ogni due anni. Indicativamente le linee guida sug-geriscono di iniziare all’età di 40 anni.

A domanda rispondono gli specialisti dell’Azienda Ospedaliera di Cremona

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OGNI DUE ANNI CONTROLLI GINECOLOGICI E PAP-TESTQuali sono i fattori di rischio per i tumori dell’apparato genitale femminile?Il principale fattore di rischio è rappre-sentato dai rapporti sessuali non protetti, intesi come veicoli di infezioni che pos-sono causare tumori, specie se con part-ner diversi.

Perché è importante la visita gi-necologica?Perché, se eseguita regolarmente, con-sente di pianificare accertamenti perio-dici quali pap-test ed ecografia.

Con quale cadenza vanno effet-tuati i controlli?Da quando si hanno rapporti sino a 65 anni, la visita e il pap-test vanno eseguiti ogni due anni.

TROMBOEMBOLISMO VENOSO: PREVENIRE È CURAREQuali sono i fattori di rischio pre-valenti per trombosi venosa nelle donne?Il Tromboembolismo Venoso è una pa-tologia multifattoriale, alla cui genesi concorrono più elementi. Ogni indivi-duo ha un proprio “potenziale trom-botico” che dipende da fattori sia ereditari (es: familiarità, difetto di pro-teine anticoagulanti) sia acquisiti (es: chirurgia, terapie estro progestiniche, gravidanza). E’ plausibile pensare che l’evento clinico “trombosi” si manifesti solo quando l’insieme di questi fattori supera una determinata soglia.

Quando è indicato sottoporsi a visita di controllo? L’indicazione alla visita specialistica è utile in particolare nei soggetti che abbiano una storia familiare e/o per-sonale positiva per tromboembolismo venoso (Trombosi venosa profonda e/o embolia polmonare).

L’AO di Cremona è donna

L’Open Day occasione d’incontro e conoscenza per operatori sanitari, volontari e cittadini

Quali sono le principali cause dell’osteoporosi e quali i sintomi premonitori?L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da ridu-zione della massa ossea ed alterazioni qualitative del tessuto osseo che si ac-compagnano ad aumento del rischio di frattura.

Quali sono le conseguenze più significative?La conseguenza più rilevante della pa-tologia è rappresentata dalla frattura da fragilità (1 ogni ogni 30 secondi in Europa) che insorge a seguito di traumi anche lievi, per lo più in seguito a cadu-te, ma si può manifestare anche sponta-neamente.

Come si effettua la diagnosi?La massa ossea-densità scheletrica può essere valutata con varie tecniche generalmente definibili come densito-metria ossea o mineralometria ossea computerizzata (M.O.C.). Attualmente il gold standard per la diagnosi è rappre-sentato dalla densitometria a raggi X o

D.X.A. utile per valutare separatamente la massa ossea della colonna e del fe-more (possibile anche l’esecuzione a li-vello del radio).

Quali sono i principali fattori di rischio?L’osteoporosi primitiva (post menopau-sale e senile) ha come maggiori determi-nanti la variazione dello stato ormonale, l’età, il peso corporeo, la familiarità, il picco di massa ossea raggiunto in età adulta (una sorta di deposito a cui at-tingere nelle età successive). Il picco di massa ossea raggiunto ai 30 anni è stret-tamente correlato allo stile di vita (atti-vità fisica, fumo di sigaretta o abuso di alcolici, dieta povera di calcio, carenza di vitamina D, denutrizione o basso peso corporeo) oltre che a fattori genetici.

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Osteoporosi donne a rischio

Oglio Po, molte le persone intervenute

Un anno fa l’Azienda Ospedaliera di Cremona ha inau-gurato presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Gineco-logia un ambulatorio dedicato alla fisiopatologia della riproduzione e il bilancio più che positivo. 10 gravidanze e la prima bimba nata a gennaio 2014.

Infertilità di coppiaprimo compleanno per l’ambulatorio

Quante le coppie che si sono ri-volte all’ambulatorio?Sono 126 le coppie prese in cura dall’ambulatorio nel primo anno di at-tività. Per 79 di queste sono state effet-tuate inseminazioni intrauterine omolo-ghe (procedure di 1°livello) da cui sono risultate 10 gravidanze. 7 coppie hanno ottenuto una gravidanza spontaneamen-te dopo il primo colloquio con la nostra equipe e una bimba è nata proprio all’ini-

zio del 2014. Questa è stata una grande soddisfazione oltre che emozione.

Da chi è composta l’equipe mul-tidisciplinare?L’equipe è composta due ginecologi, una biologa, un andrologo/endocri-nologo e un genetista. Se necessario è possibile fruire anche della consulenza di uno psicologo.

A domanda risponde Mariangela Rampino Referente dell’Ambulatorio di Fisiopatologia della Riproduzione, Poliabortività ed Endocrinologia

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Come si accede all’ambulatorio?Per accedere all’ambulatorio PMA è necessaria la prenotazione presso il CUP o telefonando al numero verde 800 638 638. Inoltre il rapporto diretto telefonico con l’Ambulatorio PMA sarà di fondamentale importanza per l’orga-nizzazione dei cicli di trattamento (es. comunicazione da parte della paziente del giorno della comparsa della me-struazione per l’inizio della stimolazione, durante il monitoraggio della stimola-zione, per la modificazione del proto-collo terapeutico, per qualsiasi tipo di comunicazione relativa all’insorgenza di effetti collaterali).

A quale tipologia di paziente si rivolge l’ambulatorio?All’ambulatorio possono afferire alme-no quattro tipologie di pazienti:1. Coppie già studiate da medici esterni all’Ambulatorio che chiedono di acce-dere alle procedure di “procreazione medico assistita”2. Coppie che scelgono l’Ambulatorio autonomamente3. Coppie inviate a procedure di “pro-creazione medico assistita” da profes-sionisti ginecologi o andrologi inseriti nel-le strutture degli Ospedali limitrofi e non.4. Coppie che hanno già effettuato procedure di “procreazione medico as-sistita” con esito negativo.

OMS, problema socialeLa condizione di infertilità, definita come incapacità di con-cepire dopo uno o più anni di rapporti intenzionalmente fe-condi, interessa circa il 15%-20% delle coppie (dato Orga-nizzazione Mondiale della Sanità). Si tratta di un problema di dimensioni sociali che oltre agli aspetti sanitari ne coinvolge altri di ordine psicologico, familiare e relazionale

Informazioninumero verde CUP 800 638 638Segreteria Tel. 0372 - 405638Equipe medicaTel. 0372 - 408365Équipe biologica Tel. 0372 - [email protected]

A domanda risponde Giancarlo Bosio Direttore UO di Pneumologia

Ospedale di Cremona

Perché il fumo fa male? Il fumo di tabacco fa molto male alla sa-lute perché tramite questo atto si intro-ducono nel nostro organismo circa 4000 sostanze diverse. Tra queste ve ne sono molte cancerogene, tante tossiche e velenose; una in particolare, la nicotina, è una droga che dà dipendenza. L’or-ganizzazione Mondiale della Sanità, nel-la sua classificazione delle malattie, ha stabilito che il fumare è già da conside-rarsi una vera e propria malattia.

Il fumo di tabacco determina direttamente circa 100.000 morti ogni anno in Italia, è così? Purtroppo sì. Strettamente correlati al fumo di tabacco sono i Tumori polmo-nari, della cavità orale, del laringe e dell’esofago. In chi fuma sono aumenta-

Il fumo nuoce alla salute

...anche delle donne

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InformazioniCentro AntifumoTel. 0372 408 [email protected]

ti anche i tumori gastrici, epatici, renali e delle vie urinarie. La bronchite cronica e l’enfisema sono gravi malattie anch’esse collegate a questa abitudine, così come molte patologie cardiache e vascolari.

Quali gli effetti collaterali più no-civi alla salute? Gli effetti dannosi sulla salute sono de-terminati dalle numerosissime sostanze inalate che, tramite la superficie respi-ratoria polmonare, entrano nel nostro organismo. Questo spiega come i dan-ni non siano solo confinati all’apparato respiratorio, ma colpiscano tanti organi così distanti e diversi. Tra gli effetti meno importanti, ma che sono di particolare attenzione per i giovani, segnalo la mi-nore potenza sessuale nei giovani ma-schi fumatori, l’ingiallimento dei denti

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e un effetto irritante ed esteticamente peggiorativo per la pelle.

In che misura smettere di fumare significa fare prevenzione per evitare il tumore al polmone? Smettere di fumare ha senso in qualsiasi momento, anche in età avanzata specie se si sono già manifestati segni di insuffi-cienza d’organo. In chi riesce a smettere migliorano rapidamente la funzione respi-ratoria e la prognosi di molte malattie car-diache, in modo importante e rapido.Per tutti i tumori correlati al fumo i miglio-ramenti prognostici relativi ad una minore incidenza sono molto lenti a manifestarsi. Bisogna, infatti, aspettare dieci anni per-ché il rischio di ammalarsi di tumore pol-monare cali allo stesso livello di chi non ha mai fumato.

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In gravidanza il fumo è molto dannoso per il feto. Molte sono le patologie fetali correlate al fumo e i bambini nati da mamme fumatrici sono spes-so sotto peso alla nascita. Le mamme hanno, dal canto loro, una motivazione maggiore per smettere di fumare. Questo permette con mag-giore facilità il raggiungimento dell’obiettivo. Un appello accorato a tutte le donne gravide: non fumate, fate un grosso regalo al vostro bambi-no, ossia quello di poter nascere senza crisi da astinenza alla nicotina.

Quali sono le cause principali di questi disturbi?Numerose sono le teorie proposte per spiegare le origini del disturbo dell’ali-mentazione, dalle ipotesi sulla predi-sposizione genetica, ai fattori di natura psicologica, ambientale e sociale che portano il paziente a sopravvalutare il fattore corpo e ad anteporlo a tutti gli altri.Anoressia e bulimia ci parlano di un di-sagio interiore, sono modi di esprimere attraverso il corpo e il cibo un malessere che non è possibile comunicare con le parole. Ci parlano delle famiglie in cui queste ragazze sono cresciute, caratte-rizzate da alcuni aspetti ricorrenti, quali l’assenza di un buon rapporto d’amore tra i genitori, la presenza di madri intru-sive e/o di padri quasi assenti, famiglie incapaci di affrontare il cambiamento e di adolescenti che subiscono sia la deri-sione da parte dei compagni sia le pres-sioni e le aspettative eccessive da parte del contesto.

Quale il percorso di cura?Le cause dell’anoressia e della bulimia sono tante e proprio per questo la cura non può essere solo il ripristino di una cor-retta alimentazione. La cura inizia con il concedere al soggetto anoressico o bu-limico “uno spazio adeguato per comu-nicare”.L’approccio è comunque multidiscipli-nare, la terapia richiede l’intervento di diverse figure professionali: psichiatra, psicologo, endocrinologo, nutrizionista e dietologo.Il percorso di cura dovrà essere caratte-rizzato da alcuni passaggi quali la valu-tazione medica del paziente, un corretto regime alimentare, il supporto psicologi-co, la terapia farmacologica, la partecipazione a gruppi di aiuto e a programmi residenziali di riabilitazione psicologica e alimentare.

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Anoressia e bulimia, disagio interiore

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i Disturbi del Comportamento Alimentare rappresentano un problema di salute pubblica in costante crescita nei Paesi Industrializzati. Di “ali-mentazione” si ammalano oltre 9.000 nuove persone ogni anno, soprattutto nella fascia di età tra 12 e 25 anni. Bulimia e Anoressia colpiscono prevalentemente persone di sesso femminile (solo 1 caso su 10 o meno riguarda soggetti maschi) e riguarda in egual misura tutte le classi sociali.

A domanda rispondeDaniela BorellaResponsabile Centro Psico Sociale Casalmaggiore

Anoressia e bulimia, disagio interiore

Quanto è importante l’interazione dello psicologo e del nutrizionista nella gestione di queste proble-matiche?

Direi fondamentale: psicologo e nutrizio-nista ugualmente, corpo e i disturbi del comportamento alimentare sono una delle espressioni massime di questi due aspetti.Il corpo esprime ciò che la psiche non ri-esce a elaborare e quindi risulta eviden-te che il processo di cura deve essere condotto a quattro mani. E’ necessario sostenere psicologicamente il fisico che cerca di recuperare la salute ma che da solo non riesce a rimettere ordine nelle idee e nei sentimenti.

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InformazioniCentro Psico SocialeVia Romani, 52- CasalmaggioreTel. 0375 200 [email protected]

Tiroide occhio a farmaci e dieta

Malattie della tiroide, quale inci-denza?Dagli unici dati ISTAT disponibili, risalenti ormai al 2000, sono stati stimati circa 50 ricoveri ogni 100 mila abitanti per que-sta patologia e l’impatto economico di questa malattia è di oltre 150 milioni di euro all’anno. Per ciò che riguarda strettamente l’infanzia invece, in Italia 1 neonato su 2000 nati vivi nasce con una forma di ipotiroidismo congenito. Seb-bene nel nostro Paese sia attivo un pro-gramma nazionale di screening neona-tale tiroideo che, realizzando la diagnosi precoce, consente di prevenire le gravi sequele neuropsichiche conseguenti al deficit tiroideo alla nascita, disordini neurointellettivi minori sono comunque presenti in molti dei bambini affetti da questa patologia.

A cosa è dovuta una tale diffusione?La patologia tiroidea presenta un’eleva-ta prevalenza nella popolazione anche per la disponibilità di metodiche diagno-stiche sempre più raffinate (TSH ultrasen-sibile, ecografia ad alta risoluzione) e la loro larga diffusione, che hanno fatto sì che vengano identificate disfunzioni sub-cliniche oppure piccole lesioni nodulari che un tempo non sarebbero mai state riscontrate, creando, nello stesso tempo, problematiche gestionali nel determina-re il corretto utilizzo delle risorse per il loro inquadramento e follow up.

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Le patologie tiroidee sono molto frequenti nella po-polazione generale. Nel nostro Paese circa il 20 % della popolazione è affetta da disordini tiroidei, tra questi il gozzo da solo colpisce oltre 6 milioni di perso-ne ovvero più del 10% della popolazione italiana.

SPECIALE

A domanda risponde Letizia Maninetti Responsabile Ambulatorio per la prevenzione e il trattamento dell’Osteoporosi Presidio Ospedaliero di Cremona

Quali le cause principali ? Per ciò che riguarda le cause delle patolo-gie tiroidee, è stato accertato che la causa più comune, in tutto il mondo, è la caren-za nutrizionale di iodio che rappresenta il costituente fondamentale degli ormoni ti-roidei, mentre nelle società industrializzate la causa principale di ipotiroidismo sono la patologia autoimmune e quella iatrogena (radioiodio e tiroidectomia). La carenza io-dica anche lieve compromette la funzione tiroidea e si traduce in quadri morbosi le cui manifestazioni variano in funzione del perio-do della vita interessato da questo deficit.

A parte la carenza iodica, esistono altre cause?Non tutta la patologia tiroidea è conse-guenza della carenza iodica. La causa delle malattie autoimmuni (morbo di Ba-sedow, tiroidite cronica di Hashimoto) non è completamente nota ma la parte-cipazione di fattori genetici è dimostrata dall’associazione con l’espressione degli antigeni HLA-B8 e DR3 nella razza cau-casica. Anche infezioni virali o batteriche possono infine indurre un processo infiam-matorio tiroideo con distruzione massiva del parenchima, flogosi locale sintomati-ca e tireotossicosi.

Alcuni farmaci possono alterare gra-vemente la funzionalità tiroidea? Si, tra questi sicuramente da sottolineare l’amiodarone, per l’elevato apporto di io-dio, il litio per l’interferenza con la sintesi degli ormoni tiroidei e l’interferone alfa, in grado di attivare processi autoimmuni ed indurre tiroiditi acute con distruzione flogi-stica del parenchima.

Come si effettua la diagnosi?Il cardine della valutazione della funzionali-tà tiroidea è il dosaggio del TSH tramite me-todica ultrasensibile. La metodica strumen-tale di riferimento per la valutazione della struttura ghiandolare tiroidea è sicuramente l’ecografia, in grado di fornire notizie circa il volume della ghiandola, la disomogeneità della struttura, la presenza di noduli e le loro caratteristiche (ecogenicità, dimensioni, margini, vascolarizzazione, calcificazioni). Tutti elementi fondamentali per la diagnosi differenziale ed il follow up .

Quali oggi le terapie disponibili? E’ possibile guarire?L’Ipotiroidismo è quasi sempre persisten-te ed evolutivo. Per qualunque causa la cura è rappresentata dalla terapia sosti-tutiva con L tiroxina, terapia che presen-ta problematiche di assorbimento (ga-stropatie, farmaci, cibo, ecc), ma nella maggior parte dei pazienti permette di raggiungere un compenso stabile ed ot-timale. Il suo fabbisogno aumenta netta-mente in gravidanza. L’ipertiroidismo da malattia autoimmune richiede un trat-tamento con farmaci tireostatici e può arrivare alla guarigione pur con rischio di recidiva che rende necessaria una te-rapia definitiva (tiroidectomia o terapia radio-metabolica). Il carcinoma tiroideo differenziato (papillare e follicolare) ne-cessita di tiroidectomia totale a cui segue una terapia radio metabolica con Iodio 131. La sopravvivenza è buona (80-90% a 10 anni).

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L’Italia ha deciso di far fronte alla ca-renza nutrizionale di iodio con la promul-gazione della legge (n.55 del 21 marzo 2005) che determina le modalità di uti-lizzo e di vendita del sale alimentare ar-ricchito con iodio destinato al consumo diretto, oppure impiegato come ingre-diente nella preparazione e nella con-servazione dei prodotti alimentari.

La percentuale di vendita di sale iodato nel 2010 è stata pari al 44% della vendita globale di sale in Italia. Una percentua-le ancora molto lontana da quel 90% indicato dal WHO come obiettivo da raggiungere perché un programma di iodoprofilassi abbia successo.

Un altro dato emerso da questa analisi è rappresentato dallo scarso utilizzo di sale iodato nella ristorazione collettiva: solo 20% nel 2010.

La patologia tumorale tiroidea, fortunatamente riguarda solo il 5% dei noduli tiroidei ed appare correlata all’ età, alla familiarità, all’esposizione alle radiazioni, in particolar modo terapie radianti in età infantile

Tiroide sale, meglio se iodato

SPECIALE

InformazioniCentro Endocrino MetabolicoTel. 0372 405 [email protected]

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L’eccessiva dismissione o produzione di ormoni tiroidei comporta l’insorgenza di un quadro clinico ben definito ma ad espressione variabile, indipendentemen-te dall’entità, dalla durata della malattia e dall’età del soggetto.

Il quadro clinico dell’ipertiroidismo com-prende: dimagrimento con prevalente perdita di massa muscolare, sudorazione calda, tremori, cardiopalmo (tachicar-dia sinusale fino alla Fibrillazione Atriale), dispnea da sforzo, astenia, iperfagia, diarrea, insonnia, ansia e nervosismo, ir-regolarità mestruali.

I sintomi cardiovascolari, sfumati nel gio-vane adulto, spesso sono il principale sintomo nel soggetto anziano, e possono comportare aritmie cardiache, ischemia miocardica, scompenso di circolo.

La carenza conclamata di ormoni ti-roidei, ormai sempre più rara visto lo screening diffuso, comporta, viceversa, incremento ponderale moderato, aste-nia, rallentamento psico-motorio, bradi-cardia, ipotermia, anemia, secchezza e fragilità capelli, cute secca, stipsi, voce roca, meno metrorragie, edema del volto, mixedema periferico, parestesie e mialgie con ipostenia muscolare.

Il coinvolgimento oculare con esoftalmo mono o bilaterale associato a stato in-fiammatorio più o meno spiccato (Oftal-mopatia Basedowiana) è altamente sug-gestivo per la presenza di una tireopatia autoimmune. Può precedere anche di molti mesi l’esordio clinico dell’ipertiroidi-smo ma può anche essere assente.

La concomitanza dei sintomi di ipertiroi-dismo con iperpiressia, dolore e tume-fazione improvvisa della ghiandola tiroi-dea, è altamente suggestiva per tiroidite subacuta

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QUALI SONO I SINTOMI E COME RICONOSCERLI

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Epatite: di cosa di tratta?Con il termine “epatite” si intende una in-fiammazione del fegato che può essere acuta con ittero, febbre e dolore oppu-re avere un andamento cronico a volte anche senza sintomi per i pazienti. A vol-te si usa anche il termine di epatopatia, quando la componente infiammatoria non è elevata, ma si ha comunque un danno dell’organo.

Cosa intende per “un danno all’or-gano”?Se l’epatite acuta si risolve, come nella maggior parte delle epatiti virali, il fegato torna normale e non vi sono conseguen-ze. Le epatiti croniche invece, se non ben trattate, possono tutte evolvere nel giro di anni in una cirrosi epatica, malat-tia che non guarisce e che porta a molte sequele e complicanze.

Quando si parla di “epatiti virali” cosa si intende?Le epatiti virali oggi non sono la causa più frequente di epatopatia. Possiamo distinguerle in epatiti che si contraggono

FEG

ATO

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Il fegato è un organo importantissimo per il nostro corpo, una vera centrale metabolica e quando si “guasta” le conseguenze possono interessare tutti gli altri organi.

Per questo è molto importante trattarlo bene, a partire da una corretta alimentazione e limitando il più possibile l’assunzione di alcool.

A domanda risponde Paolo BodiniDirettore UO di Medicina Presidio Ospedaliero di Cremona

attraverso alimenti contagiati dal virus e quelle che si contraggono tramite con-tatti sessuali o contaminazioni da sangue infetto o altri liquidi biologici (trasfusioni, iniezioni, procure dentistiche etc) conta-minati.

Quali sono le epatiti contratte at-traverso gli alimenti e come si cu-rano?L’epatite A, la più frequente nelle nostre zone, e l’epatite E tipica di paesi tropicali ed in genere contratta da viaggiatori. In genere si presentano con una sintoma-tologia diarroica seguite da comparsa di ittero (colore giallo della cute e degli occhi). Si previene facendo attenzione a non consumare cibi potenzialmente infetti, quali frutti di mare non ben cotti. Recentemente frutti di bosco congelati e altri prodotti importati da paesi dell’Est Europa, hanno portato ad un aumento di casi. Esiste una vaccinazione per il virus A, utile soprattutto per chi viaggia. Non ci sono cure specifiche se non riposo e dieta molto leggera. Normalmente si ha la guarigione nel giro di qualche settima-na.

Mentre le epatiti contratte per via sessuale o da sangue infetto?L’epatite B e la C. La prima è in netto calo perché vi sono programmi inter-nazionali di vaccinazione nei bambini, mentre per la C non esistono vaccina-zioni. Più frequentemente queste epatiti si presentano in forma cronica con po-chi sintomi o nessuno. Vengono scoper-te in corso di esami del sangue eseguiti per svariati motivi. I soggetti più a rischio sono classicamente i tossicodipendenti con uso di farmaci endovena e soggetti con vita sessuale sregolata. Entrambe queste epatiti possono essere curate con farmaci specifici per evitare l’evoluzione verso la cirrosi.

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Epatopatie: qual è la causa prin-cipale?Nella società di oggi è la causa alimen-tare: da un lato la eccessiva alimenta-zione con vita sedentaria porta all’ac-cumulo di grasso nel fegato (steatosi) che può trasformarsi in “steatoepatite” ed evolvere verso la cirrosi. Dall’altro vi è il problema dell’alcool (socialmente molto diffuso specie tra i giovani) che, come noto, è la causa più classica di cirrosi epatica. Spesso le due condizioni descritte coesistono e si potenziano a vicenda accelerando l’evoluzione ne-gativa della patologia. In questi casi è soltanto una dieta rigorosa (bassa di calorie e totalmente priva di alcool) che può portare nel tempo a una gua-rigione dalla malattia o comunque a un sostanziale miglioramento.

In che misura l’assunzione di far-maci può danneggiare il fegato?Quasi tutti i farmaci sono eliminati o me-tabolizzati dal fegato e, in persone pre-disposte, possono potare a una epatite da farmaci, in genere acuta che, se non riconosciuta, può evolvere in cirro-si. Quando si è sottoposti a terapie pro-tratte con farmaci potenzialmente lesivi per il fegato (antiinfiammatori, farmaci per il colesterolo ecc.) è bene effettua-re periodicamente gli esami ematici per controllare l’esistenza di un danno.

Vi sono altre epatiti meno comuni?Sì, anche se rare: sono le epatiti autoim-muni e quelle causate “da accumulo” di sostanze come ferro, rame o glicogeno che richiedono approcci specialistici.

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Informazioni:UO Medicina Presidio Ospedaliero di Cremona Tel. 0372 405 243 [email protected]

Gli esami più comuni per verificare un danno epatico, qualunque ne sia la causa, sono esami del sangue, in parti-colare le cosiddette transaminasi e poi molti altri che esplorano alcune delle oltre 200 funzioni del fegato. Sempre come approccio iniziale, dopo una accurata raccolta della storia clinica del paziente e una visita generale ben condotta, l’esame base è una eco-grafia del fegato. Successivamente, se necessario, si può procedere a TAC, Ri-sonanza magnetica e altre procedure

più specialistiche, sino ad arrivare alla biopsia epatica, che si effettua con una puntura del fegato sotto controllo ecografico.

Va ricordato che il fegato è un organo molto “prezioso” e per questo va trat-tato bene a partire dalla corretta ali-mentazione. Particolare attenzione va riservata al consumo di alcool che - in ogni caso - va assunto con estrema pru-denza e in dosi davvero minime.

Diagnosi e prevenzione

Allergopatie

“Maledetta” primavera

Come ogni anno con l’arrivo del-la primavera si manifestano le allergie da pollini. Quali sono le principali forme di pollinosi nella nostra provincia? I rilievi pollinici di questi anni e lo studio dei pazienti, hanno consentito di indi-viduare due principali forme di pollino-

si in provincia: Precoci (da febbraio a maggio) da sensibilizzazione a piante arboree tra le quali prevalgono betulla ontano e nocciolo e Primaverili – estive (da maggio a settembre),di gran lunga le più frequenti, da sensibilizzazione a graminacee, parietaria e composite.

Negli ultimi decenni si è assistito a un aumento consistente delle allergopatie, soprattutto nelle aeree più ricche e indu-strializzate del mondo. Si stima che i pollinosici siano il 10% della popolazione in Italia, il 15% in Europa e probabilmente il 20% negli USA. E proprio nello stile di vita dei paesi sviluppa-ti, numerosi studi hanno individuato una delle possibili cause dell’aumento delle allergopatie. A giocare un ruolo determi-nante svolto dall’inquinamento atmosferico.

A domanda risponde Mauro Romeo ParpanesiCentro di Allergologia AziendalePresidio Ospedaliero di Cremona

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In che misura l’inquinamento at-mosferico incide sulla diffusione delle allergopatie?E’ stata inoltre dimostrata una interrela-zione tra granuli pollinici e inquinanti at-mosferici: da un lato i granuli assorbono e veicolano inquinanti aerodispersi fino alle vie respiratorie, aumentandone la concentrazione, dall’altro comuni inqui-nanti, come il particolato emesso dai motori diesel, possono fare da carrier, veicolando allergeni pollinici e favoren-do la produzione di anticorpi della clas-se IgE, propri dell’allergia.

Quali principali sintomi?La rinite allergica, congiuntivite, asma bronchiale. Accanto a queste manife-stazioni vi possono essere anche sintomi provocati da quella che viene definita Sindrome Orale Allergica. L’ingestione di alcuni alimenti durante la stagione primaverile determina l’insorgenza di sintomi immediati (anche solo dopo pochi minuti) successivamente all’in-gestione dell’alimento. I sintomi posso-no essere solo locali (bruciore linguale, tumefazione delle labbra) con risoluzio-ne in 30-60 minuti o possono avere una progressione sistemica con evoluzione verso dolori addominali, diarrea, con-giuntivite, rinite, asma, prurito cutaneo diffuso, orticaria e raramente shock anafilattico.La cosa accade poiché gli alimenti ve-getali presentano degli antigeni in co-mune con i pollini e ciò determina quella che si chiama cross-reazione o reazione crociata tra pollini ed alimenti.

Informazioni:Centro Allergologico AziendaleTel. 0372 408 [email protected]

Allergopatie

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Regole e suggerimenti per combattere le allergiePer la profilassi e la terapia appropriata è necessario che il paziente consulti il proprio medico curante o lo specialista allergologo.

Sono disponibili nuovi farmaci antistaminici per uso orale dotati di minori se non as-senti effetti collaterali. Possiedono uno scarso effetto sedativo e possono essere tran-quillamente utilizzati senza ostacolare l’attività di guida di un veicolo e inoltre non influenzano la capacità di concentrazione e l’attenzione allo studio.

Esistono inoltre preparazioni a base di antistaminici, cromoni e corticosteroidi da im-piegare per uso locale anch’essi praticamente privi di effetti collaterali. Va ricordato tuttavia che i cromoni ed i corticosteroidi sono attualmente gli unici farmaci in grado di influenzare in maniera radicale i complessi meccanismi biologici responsabili delle malattie allergiche.

Una particolare attenzione va rivolta però a quei colliri che contengono sostanze conservanti come il benzalconio cloruro che contribuiscono all’irritazione oculare. E’ bene quindi rivolgersi sempre allo specialista allergologo od oculista per una appro-priata terapia che eviti questi inconvenienti.

A completare il bagaglio degli strumenti che lo specialista ha a disposizione c’è poi l’immunoterapia specifica conosciuta come “vaccino”. L’opportunità di effettuare questo tipo di trattamento deve essere valutata dal medico perché non tutti i sogget-ti allergici possono effettuare questa terapia.

E’ importante che i pazienti comprendano che le misure di prevenzione, i diversi far-maci e l’immunoterapia specifica non sono tra loro antitetiche. Anzi, spesso può es-sere necessario un impiego combinato dei diversi strumenti per il completo controllo della malattia.

ALLERGIE CROCIATE, TRA POLLINI E ALIMENTIBetulla: mela, pera, pesca, albicocca, prugna, ciliegia, banana, noce, nocciola, sedano, finocchio, carota. Nocciolo: mela, pesca, ciliegia, carota, limone. Parietaria: gelso, basilico, ciliegia, melone. Graminacee: pomodoro, melone, anguria, arancia, kiwi, frumento. Composite: sedano, mela, melone, anguria. Ambrosia: melone, banana.

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Anche quest’anno l’Unità Operativa di Cardiologia (diretta da Salvatore Pirelli) dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Cremona, ha organizzato Tre giorni per il tuo Cuo-re, iniziativa dedicata alla sensibilizzazione e all’informazione rispetto alla prevenzione delle patologie cardiovascolari indi-rizzata soprattutto agli studenti (dalla scuola elementare alle medie superiori).Un autentico “laboratorio creativo” che ha utilizzato la mu-sica, la didattica interattiva e il teatro per veicolare un mes-saggio di salute e rispetto del proprio corpo. Al centro l’im-portanza dei corretti stili di vita con particolare attenzione allo sport e all’attività fisica in generale quale sana abitudine per pervenire le patologie cardiovascolari.

Passamonti, Cazzalini e Musa durante una scena dello spettacolo “Diamoci una mossa”

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Perché lo sport fa bene al cuore?Il nostro corpo è “costruito” per muoversi e perde efficienza se non lo fa: è impor-tante essere informati sui benefici di un regolare programma di attività fisica per limitare la sedentarietà e mantenere in forma il cuore.

Accorgimenti da adottare

• Dai il buon esempio e pratica un’attività fisica regolarmente

• Limita le attività sedentarie

• Cerca di limitare l’uso dell’auto a favore della bicicletta o degli spostamenti a piedi

• Utilizza le scale invece dell’ascensore

Benefici dell’attività fisica

• riduce il rischio di infarto e di ictus• migliora l’apporto di ossigeno ai tessuti• facilita il controllo del peso corporeo• migliora il controllo della pressione arteriosa • riduce i livelli di colesterolo nel sangue• riduce il rischio di diabete• facilita lo smettere di fumare• migliora il controllo dello stress• facilita il sonno regolare• rafforza l’autostima• migliora il tono dell’umore

Attività semplici come camminare, andare in bicicletta sono attività che devono essere svolte per almeno 30 minuti ogni giorno. Un’attività fisica moderata se eseguita regolar-mente comporta benefici sia a breve che a lungo termine.Una attività fisica più intensa eseguita 30-60 minuti per 3-4 giorni alla settimana è in grado di migliorare ulteriormente l’efficienza del cuore e può determinare un maggiore bene-ficio nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

Non è necessario essere un atleta per essere in forma

Venturini, Braga, Marchesi e Bencivenga L’orchestra Mousikè fa il tutto esaurito Pirelli e Marchesi

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200 bambini della scuola primaria, dottori e infermieri che interpretano se stessi e Nicola Cazzalini che nei panni di Fermo, ragazzino pigro che trascorre il tempo davanti alla Tv mangiando pop-corn. Questi gli ingredienti del bellissimo spet-tacolo “Diamoci una mossa” messo in scena presso l’aula magna dell’Ospeda-le di Cremona dal Franco Agostino tea-tro festival in collaborazione con l’Ufficio comunicazione aziendale. Lo spettacolo, che ha saputo coniugare

Diamoci una mossa L’ospedale si fa palcoscenico con il Franco Agostino Teatro Festival

educazione alla salute e divertimento, ha letteralmente catturato i bambini che per due ore hanno interagito con l’atto-re e appreso l’importanza della corretta alimentazione e dello sport per la propria salute. Bravi anche infermieri e medici di cardio-logia e 118 che si sono improvvisati atto-ri per un giorno al fine di spiegare cosa fare in caso di comparsa dei sintomi pre-monitori da dolore toracico, come com-portarsi per intervenire tempestivamente e cosa fare per la salute del cuore.

I bambini all’arrivo in ospedale per lo spettacolo (Foto: Valentina Zanzi)

Meccanici coi palloncini Merenda a Km 0 per tutti L’aula magna in festa

VANOLI, LA SQUADRA DEL CUORE Finale a sorpresa con la Vanoli basket, che si è rivelata la vera squadra del cuo-re. Andrea Conti (team manager) e i giocatori Klaudio Ndoja e Gianluca Mar-chetti hanno testimoniato l’importanza dello sport per mantenere in forma corpo e mente prestandosi alle domande dei giovani spettatori. Entusiasmo, interesse e biglietti omaggio per tutti i bambini inter-venuti: l’appuntamento è al Palaradi per la prossima sfida.

IL GOLF E’ PER TUTTIChiusura in bellezza per la “tre giorni del cuore” con il Golf Club “Il Torrazzo”. La palestra Spettacolo di Cremona si è tra-sformata per un giorno in un vero campo da golf per consentire ai ragazzi di spe-rimentare uno sport poco noto e le sue caratteristiche benefiche per la salute. Alle classi che hanno partecipato è stata offerta l’opportunità di fare una lezione teorico – pratica sotto la guida attenta degli direttamente sul campo da golf (data la stagione) ricostruito in un am-biente coperto e riscaldato.

CARDIOLOGIE APERTE ANCHE ALL’OGLIO PO La sala riunioni dell’Oglio Po trasformata per un giorno in laboratorio “didattico” per bambini e genitori della quinta elementa-re di Dosolo. Informazione e prevenzione cardiovascolare per tutti grazie all’equipe della UO di Cardiologia (Diretta da Massi-mo Carini).Partecipazione interattiva e alla fine tanti palloncini a forma di cuore liberati in cielo.

GRAZIE A ...Libera Associazione Agricoltori, Coldiretti Cremona, Ipercoop per aver fornito la “merenda della salute” con prodotti del nostro territorio: biologici e a Km Zero. A Grazia Bodini (Ufficio stampa e Comunicazione AO Cremona) e Stefania Reali (Politiche Educative Comune di Cremona) e a tutti coloro che si sono prodigati per la buona riuscita dell’iniziativa.

CARDIOLOGI IN PIAZZA SABATO 10 MAGGIO 2014 Piazza Roma (Giardini pubblici, Cremona) dalle 9.00 alle 13.00 Informazione, misurazione della pressione arteriosa, frequenza cardiaca e valutazione del rischio di scompenso cardiaco. Intervengono i Medici Cardiologi dell’UO di Cardiologia dell’Ospedale di Cremona.

SABATO 17 MAGGIO 2014 programma In Ospedale dalle 9.00 alle 13.00 Auto misurazione della pressione arteriosa Come fare un uso corretto delle apparecchiature o insegnano gli operatori sanitari DOVE Presidio Ospedaliero di Cremona Ambulatorio per l’ipertensione e altri fattori di rischio cardiovascolare UO Medicina Generale – 6° piano Presidio Ospedaliero Oglio Po Ambulatorio n 1 e n 3 UO Cardiologia – 1° Piano In Piazza dalle 9.00 alle 17.00 Misurazione della pressione arteriosa e dosaggio della microalbuminuria indice che consente di individuare precocemente i pazienti ipertesi DOVE Piazza Roma, Cremona (gazebo angolo galleria 25 aprile) Saranno presenti i nefrologi dell’Ambulatorio per la diagnosi e terapia dell’ipertensione UO di Nefrologia e Dialisi – Ospedale di Cremona

INFORMAZIONI URP Ospedale di Cremona Tel. 0372 405 550 - [email protected] Ospedale Oglio Po Tel. 0375 281 552 - [email protected] Si ringrazia

A maggio appuntamento con i cittadini

Giornate Nazionali per lo Scompenso cardiaco

Giornata Nazionale per l’Ipertensione