AO di Cremona Informa n. 12 Dicembre 2013

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Dicembre | 2013 12 Fotolaboratorio il dolore si fa racconto Sì al cioccolato salute e buon umore Dentisti in Ospedale nuova sede e cure innovative

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Giornalino periodico Ospedale di Cremona del 12 Dicembre 2013

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Dicembre | 201312

Fotolaboratorioil dolore si fa racconto

Sì al cioccolatosalute ebuon umore

Dentisti in Ospedalenuova sede e cure innovative

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Presidio Ospedaliero di CremonaLargo Priori 1, CremonaCentralino 0372 405 111Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0372 434 445Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0372 405 550e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

Poliambulatorio Specialistico TerritorialeViale Trento Trieste 15, Cremona Coordinatore Infermieristico 0372 405 878

Poliambulatorio Specialistico con Punto PrelieviVia Dante 104 A, CremonaCentralino 0372 405 111

Presidio Ospedaliero Oglio PoVia Staffolo n 51, Vicomoscano, Casalmaggiore - CRCentralino 0375 2811Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0375 281 651Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0375 281 552e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

NUMERI UTILIAzienda Ospedaliera di Cremona

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Sommario

Dentisti in ospedale

BPCO, prevenzione e nuovi farmaci armi efficaci

Che stress...

Come essere felici in tempo di crisi

Se fotografando... il dolore

Toglietemi tutto, ma non il cioccolato

Ho visto parole

Patologia mammaria, nuovo test genomico

Il DIPO “sposa” le cure palliative

IO sono nato all’Oglio Po

L’AO di Cremona è Social

Notizie flash

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A.O. L’Azienda Ospedaliera di Cremona Informa N° 12 | Dicembre 2013Direttore editoriale: Simona MarianiDirettore responsabile: Stefania MattioliHanno collaborato: Grazia Bodini, Daria Scalabrini Sede legale: Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona, Viale Concordia n 1, 26100 CremonaRedazione/Ufficio Stampa: 0372 405725 - [email protected] Tribunale Cremona n° 368 del 18-04-2001Grafica: Graphomedia s.a.s. [email protected]: Tipografia Gutenberg - Cremona (Cr)

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DS

DA

Per il terzo anno consecutivo l’AO di Cremona si aggiudica il primo premio Lombardia efficiente per la categoria enti sanitari. L’impiego di piattaforme te-lematiche per le procedure di acquisto, infatti, è prassi consolidata: ormai il 100% delle procedure di acquisto vengono svolte dall’UO Economato e Provvedito-rato (Diretta da Susanna Aschedamini) per via telematica.

I vantaggi? Processi più snelli, riduzione significativa dei costi e facilitazioni per il lavoro degli operatori. Non solo, a dimi-nuire è anche l’uso della carta e il rischio di errore umano. La strada intrapresa sino ad oggi, in fatto di snellimento delle procedure di acquisto con il supporto della tecnologia, si è rivelata proficua.

Il premio ha una valenza simbolica mol-to importante. In prima istanza gratifica la tenacia degli operatori del settore acquisti che in questi anni hanno sapu-to anticipare i tempi e fare propria una metodologia di lavoro innovativa e tesa al futuro. In secondo luogo il premio ci consente di porre in risalto la funzione di supporto e sostegno che l’attività ammi-nistrativa svolge all’interno di un’orga-nizzazione complessa come è quella di un ospedale.

Ida BerettaDirettore Amministrativo

Azienda Ospedaliera di Cremona

Il tumore alla mammella colpisce nel nostro Paese circa una donna su 13. Nella Provincia di Cremona vi sono ogni anno 550 nuovi casi. Con questi nume-ri, ricerca, aggiornamento continuo e confronto tra specialisti di alto livello è d’obbligo.

Il convegno organizzato dall’Unità Ope-rativa di Patologia Mammaria (servizio pag. 26) testimonia quanto la sperimen-tazione clinica sia fondamentale per offrire cure sempre più personalizzate ed efficaci. Le pazienti in carico alla Breast Unit sono circa 350 e in media, ogni anno, si registrano 70 nuovi casi di

tumore metastatico. Un dato significati-vo e soprattutto rassicurante riguarda la percentuale di guarigione che riguarda l’85- 90% dei casi.

I dati internazionali dell’ultimo decennio evidenziano una sensibile e continua ri-duzione della mortalità (10%), grazie sia alle nuove terapie sia alle campagne di screening che hanno contribuito a dif-fondere la cultura della prevenzione.

Patologia mammaria Terapie a bersaglio molecolare

Camillo RossiDirettore Sanitario

Azienda Ospedaliera di Cremona

Premio Lombardia efficiente L’AO di Cremona di nuovo sul podio

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L’attività del Poliambulatorio di Via Dan-te ha preso avvio il 1 ottobre 2012 quan-do l’ambulatorio di Oculistica e Cardio-logia, il Punto prelievi e il CUP sono stati riallocati nella nuova sede. Durante que-sti dodici mesi sono più di 47000 i cittadini che hanno fruito del servizio, un numero importante che restituisce la dimensio-ne dell’attività e valorizza l’efficacia di una sede ubicata in centro Città. Signi-ficativo anche il numero di utenti che utilizzano lo sportello Cup delocalizzato per effettuare prenotazioni e/o paga-menti vari. Ad essere apprezzati comfort e accessibilità grazie all’attivazione del gesticode e alla collaborazione sinergi-ca con i Medici di Medicina Generale presenti in sede.

Continua il progetto innovativo di imple-mentazione delle postazioni CUP sul ter-ritorio per facilitare l’accesso ai cittadini: CentroMed di Gadesco e Cremona Soli-dale i primi partner. Un risultato che apre nuove possibilità per un futuro a misura di paziente: servizi più accessibili me-diante operazioni concrete e maggior coinvolgimento del medico di famiglia. É solo la prima tappa di un percorso in iti-nere che nei prossimi mesi riguarderà al-tri studi medici associati della provincia.

L’AO di Cremona è DonnaONDA (Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna) ha assegnato il massimo riconoscimento ai nostri ospe-dali attraverso la consegna dei tre bollini rosa che attestano l’esistenza di percorsi di servizi e percorsi di cura pensati per i bisogni di salute delle donne. Un risultato davvero lusinghiero.

Simona MarianiDirettore Generale

Azienda Ospedaliera di Cremona

Poliambulatorio con punto prelievi di Via Dante a Cremona

Scelta vincenteSono più di 47.000 gli utenti che hanno fruito del servizio, inoltre le nuove sedi delocalizzate del Cup avvicinano l’ospedale ai cittadini con un’attenzione particolare al territorio.

DG

Buon Natale

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Nuova sede per un servizio completo che in materia di salute dentale spazia da pratiche conservative all’ortodonzia funzionale, dalla chirurgia alla protesica. La maggior consapevolezza da parte della popolazione rispetto alla possibilità di cura è uno degli aspettiindispensabili per una buona azione preventiva. Ecco perché l’informazione corretta diviene un momento importante nella relazione fra medico e paziente. Senza dimenticare che per i ragazzi (da 0 a 14 anni) residenti in Lombardia le prestazioni dentistiche sono gratuite.

Dentisti in ospedale

Ida Beretta, Simona Mariani e parte dell’équipe odontoiatrica

L’équipe odontoiatrica nella nuova sede dell’Ospedale di Cremona

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Nuova sede per un servizio completo che in materia di salute dentale spazia da pratiche conservative all’ortodonzia funzionale, dalla chirurgia alla protesica. La maggior consapevolezza da parte della popolazione rispetto alla possibilità di cura è uno degli aspettiindispensabili per una buona azione preventiva. Ecco perché l’informazione corretta diviene un momento importante nella relazione fra medico e paziente. Senza dimenticare che per i ragazzi (da 0 a 14 anni) residenti in Lombardia le prestazioni dentistiche sono gratuite.

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Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva

Prevenzione e nuovi farmaci le armi più efficaci

Oggi la BPCO è una delle malattie non ancorasotto controllo. La sua incidenza è in continuoaumento in relazione alla crescita demografica e all’invecchiamento della popolazione: negli ultimi anni è diventata la quarta causa di morte e la previsione è che nel 2030 passerà al terzo posto.Il fumo di tabacco il fattore di rischio più incisivo.Per questo la prevenzione diviene fondamentale.

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Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva

Prevenzione e nuovi farmaci le armi più efficaci

BroncopneumopatiaCronica Ostruttiva: di cosa si tratta? Di un’entità complessa che mette in-sieme varie patologie, come l’enfise-ma polmonare, la bronchite cronica e l’asma. Patologie simili fra la loro che in una fase avanzata - accomunate dalla limitazione del flusso aereo non rever-sibile - sfumano una nell’altra tanto da non essere più ben distinguibili. E’ bene sottolineare che la BPCO è prevenibile e curabile anche se progressiva.

Chi sono i soggetti più colpiti e perché? La BPCO ha un’incidenza molto alta in tutti i paesi industrializzati che va dal 5 al 10% della popolazione adulta. E’ una patologia spesso sotto diagnosticata e misconosciuta anche nelle sue forme avanzate. La diagnosi è strumentale e si fa con la spirometria che misura la funzione respiratoria. Un esame estrema-mente semplice, non dannoso, ripetibile tutte le volte che si vuole e a tutte le età, che dà informazioni importantissime. Tut-tavia, tra gli esami fondamentali è quel-lo forse meno prescritto e consigliato dai medici.

Perché è così diffusa? E’ una patologia molto diffusa e in pro-gressivo aumento perché le cause che la determinano sono legate alla crescita demografica e all’invecchiamento co-stante della popolazione.

Quali sono le cause e i fattori di rischio? Le cause che la determinano sono, su un terreno costituzionale genetico, il fumo di sigaretta, lo smog e l’inalazione (anche a scopo professionale) di fumi e polveri irritanti l’apparato respiratorio. Bene si capisce come tantissime perso-ne siano esposte al rischio di ammalarsi.

In che misura il fumo di tabacco incide sull’insorgenza della patologia? Consideriamo che circa il 40% dei fuma-tori sviluppa questa malattia: il fumo di tabacco è quindi una delle cause prin-cipali. Chi fuma tende a sotto stimare o addirittura rimuovere i sintomi iniziali della malattia che sono la tosse e il fiato “cor-to”. La patologia, che interviene piano piano, ha tempo di progredire in modo inesorabile e spesso portare il paziente all’insufficienza respiratoria.

Quali i sintomi e come riconoscerli? Come avviene la diagnosi? La presenza di tosse, espettorato e dif-ficoltà nella respirazione dovrebbero portare a eseguire la spirometria che è l’esame con cui facilmente si può fare diagnosi di BPCO. Il medico di medicina generale ha un ruolo strategico nella ri-cerca attiva di questa malattia. A livello mondiale si stima che circa il 50 % di que-sta malattia non sia stata diagnosticata.

A domanda risponde Giancarlo Bosio Direttore UO di Pneumologia – Ospedale di Cremona

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Esiste una relazione fra Asma e BCPO? L’asma è una malattia ben codificata e del tutto particolare, caratterizzata da una spiccata reversibilità dell’ostruzione bronchiale, questo soprattutto nei sog-getti giovani. Le due malattie nelle età avanzate si sovrappongono sfumando l’una nell’altra in modo indistinguibile soprattutto negli asmatici fumatori che purtroppo sono circa il 30%.

Quali le terapie oggi disponibili? Molte sono le terapie oggi a disposizione, tra queste i broncodilatatori, il cortisone, gli antibiotici. In alcuni fenotipi partico-lari di BPCO sono possibili terapie inter-ventistiche broncoscopiche finalizzate a migliorare la meccanica respiratoria. Nuovi farmaci, da poco introdotti, sono capaci di ridurre la riacutizzazione della malattia. L’ossigeno terapia e la ventila-zione meccanica domiciliare sono tera-pie della fase di cronicità avanzata che danno risultati molto importanti.

InformazioniUO di PneumologiaTel. 0372 408 [email protected]

TERAPIA INALATORIA IN OTORINOPresso l’UO di Otorinolaringoiatria sono cinque le nuove postazioni a disposizio-ne degli utenti per inalazioni, aereosol e docce nasali. Il servizio è attivo dal lune-dì al venerdì dalle 8 alle 11 (5 piano - ala sinistra). Per accedervi è necessaria la prescrizio-ne del medico curante e la prenotazio-ne presso il CUP oppure al numero verde 800 638 638 (lun-sab 8-20)

In che misura è possibilefare prevenzione? È una malattia assolutamente preveni-bile con l’abolizione delle cause quali il fumo e l’inalazione di polveri irritanti. A ogni età e a ogni stadio della malattia vale la pena smettere di fumare e cam-biare abitudini di vita. La riabilitazione respiratoria è strategica una volta com-parsa la malattia. E’ dimostrato: le vac-cinazioni Anti-Pneumococcica ed Anti-influenzale ne riducono la mortalità.

Da sinistra S. Mariani, M. Magnani, C. Chiappani

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A domanda risponde Giacomo PoliResponsabile Servizio di Psicologia Clinica Aziendale

Cos’è lo stress? Oggi, il termine stress sta a indicare una complessa risposta fisiologica e psicolo-gica a una serie eterogenea di stimoli fisici, biologici o psico-sociali, interni o esterni all’organismo. Pertanto oltre a ragioni esterne, vi sono condizioni indivi-duali della persona sottoposta a stimoli che creano malessere, tensione e tutta una serie di sintomi fisici e psicologici. In definitiva la risposta allo stress varia da persona a persona: stimoli dotati dello stesso potere stressante non inducono necessariamente la stessa risposta in soggetti diversi, così come stimoli stres-santi di differente entità possono pro-vocare reazioni equivalenti in persone differenti.

Quali sono le principali fonti di stress? Molto frequentemente lo stile di vita e il mondo del lavoro, essendo basati sulla competitività e sul consumismo, induco-no ansia, tensione, timore di non essere all’altezza delle aspettative e quindi cre-ano stress nell’individuo. Accanto a ciò vi è una componente individuale che rielabora tali stimoli in modo personale. Quindi se ci si trova di fronte ad un sog-getto fragile o con problemi di persona-lità, lo stress assumerà maggiore rilevan-za rispetto a una persona dotata di un migliore equilibrio interno e quindi più in grado di affrontare le avversità esterne.

Se è vero che siamo tutti a rischio stress, è altrettanto vero che alcuni soggetti sono maggiormente esposti. Condizioni di vita e di lavoro gravemente svantaggiate, mancanza di sostegno sociale, età e la condizione di disabile sono fra i principali fattori di rischio. Migliorare la percezione di sé e imparare a volersi bene sono i rimedi più efficaci. Training, passeggiate e interessi nel tempo libero le cure migliori.

Che stress...

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Quali gli accorgimenti più efficaci per abbassare il livello di stress? A livello personale è anzitutto importante migliorare la conoscenza di sé per quan-to riguarda punti di forza, debolezze, vul-nerabilità e implementare le strategie di coping orientate alla soluzione dei problemi e al controllo delle emozioni.Bisogna imparare a volersi bene e avere cura della propria persona, aumentare il senso di iniziativa e di apertura al cam-biamento. Infine imparare a chiedere aiuto quando si è in difficoltà e ad avere fiducia negli altri.

In che misura le tecniche di rilas-samento possono essere di aiuto? Le tecniche di rilassamento come il trai-ning autogeno, ma anche passeggia-te o attività gratificanti che distolgano l’attenzione dai problemi, possono essre d’aiuto. A livello organizzativo è impor-tante condividere la gestione del cari-co di lavoro con il gruppo, partecipare attivamente al processo decisionale, creare e alimentare il senso di squadra, migliorare la comunicazione e darsi obiettivi realistici. Da non sottovalutare inoltre l’importanza dei contatti sociali e delle amicizie che vanno coltivate e valorizzate.

Quando è necessariorivolgersi allo specialista? Quando il malessere tende a compro-mettere bisogni fondamentali come dormire o le attività quotidiane (come il lavoro). In questi casi è necessario rivol-gersi al proprio medico di famiglia che valuterà l’opportunità di consultare uno psicoterapeuta.

TEST - QUANTOSEI STRESSATO?I sintomi dello stress riguardano il corpo, la mente, le emozioni ed i comporta-menti. Alcune domande possono essere utili per capire se sussistono i sintomi di stress

1 - Hai problemi di sonno? SI NO

2 - Ti senti stanco e dolorante? SI NO

3 - Ti senti sotto pressione?SI NO

4 - Senti di agire senza riposo? SI NO

5 - Sei spesso teso ed incapace di rilassarti? SI NO

6 - Hai perso di vista i piccoli piaceri della vita? SI NO

7 - I contrattempi ti disturbano in maniera eccessiva? SI NO

8 - Vai spesso di corsa e fai le cose di fretta? SI NO

9 - Ti capita di avere spesso dubbi ed atteggiamenti di auto-critica? SI NO

10 - Ti arrabbi più facilmente di prima? SI NO

Se la risposta è SI ad almeno la metà delle domande, vuol dire che stai attraversan-do un periodo di stress e corri un rischio maggiore di sviluppare patologie cardio-vascolari, quali ad es. l’ipertensione.

InformazioniServizio di Psicologia ClinicaTel. 0372 405 [email protected]

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Il dato oggettivo è che siamo letteral-mente bersagliati da messaggi che riguardano la crisi e continuiamo a os-servare iniziative prese a livello politico che portano poco beneficio a questa situazione. Dopo tre anni è difficile non sentirsi condizionati… Questa oggettività diventa però meno pesante se si pensa che la felicità non dipende da aspetti puramente materiali.

Il Natale trascina con sé aspetti malinco-nici da sempre, anche non legati ad un particolare periodo di crisi. Oggi si può essere felici solo se si sgancia il Nata-le dagli aspetti materiali: dalla corsa ai regali, dalla necessità di spendere ol-tre le proprie necessità, ma soprattutto dall’obbligo di sentirsi felici.

Se ci si libera da questi aspetti com-merciali e consumistici, allora sì che si può ritrovare la vera felicità del Natale. Una felicità non legata alla disponibi-lità economica, ma all’intimità della famiglia e all’autenticità dei rapporti. Questo Natale può essere il più felice di tutti riuscendo a essere più altruisti e so-lidali.

Antonino Minervino Direttore Dipartimento Salute Mentale

Altruismo e solidarietà per essere felici anche in tempo di crisi

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Caos. Tensione. Telefono che squilla in continuazione. Disordine organizzato. Senza finestre aperte sull’esterno. Pau-ra di quello che può accadere. Unione, accoglienza, sofferenza, abbracci. Inti-mità. Silenzi. Commozione. Piante verdi nonostante tutto.

Parole scritte durante un’esercitazione da chi abita i reparti oncologici per-ché è lì che lavora ogni giorno. Parole che raccontano in modo fulmineo una quotidianità fatta di malattia, professio-nalità e umanità; di fatica e doveri, di riconoscimento nella gratitudine di chi in quel momento ha bisogno di attenzioni e risposte. Parole in grado di restituire a ciascuno una visione che si fa immagine reale, empatica. Parole che racchiudo-no meglio di qualsiasi saggio l’essenza di quanto accaduto durante gli otto incontri che hanno caratterizzato il foto-

Se fotografando... il doloreUna classe eterogenea, un gruppo di tutor desiderosi di fare nuove esperienze, un’associazione di volontariato (ACCD) lungimirante. Creatività, pensiero, umanesimo e tanta voglia di mettersi in gioco. Questi gli ingredienti di un esperimento di comunicazione e formazione antesignano (il foto-laboratorio La cura in un gesto) per indagare, elaborare e raccontare il dolore di chi vive a contatto con le patologie oncologiche. L’esito? Il 99% dei partecipanti ha valutato con il massimo del punteggio possibile il corso in termini di utilità e ben-essere per sé e la propria professione.

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A cura di Stefania Mattioli Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione Azienda Ospedaliera di Cremona

Responsabile Scientifico del Progetto

laboratorio sperimentale “La cura in un gesto” ideato e realizzato, con il soste-gno lungimirante di ACCD, dall’Ufficio Stampa e Comunicazione dell’Azienda Ospedaliera di Cremona in collaborazio-ne con Aroproductions e molti altri pro-fessionisti autorevoli, portatori di “nuovi” saperi e conoscenze.

DA DOVE SIAMO PARTITI Dal desiderio di mostrare che professio-ne e passione sono due elementi com-plementari che costituiscono l’essenza di ciascuno. Dalla considerazione che osservare è capire, vedere è raccontare. Siamo partiti nel 2012 dalla realizzazione di uno spot commissionato da ACCD. Lo scopo era quello di illustrare il principio essenziale delle cure palliative e l’attività

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in Hospice. In quell’occasione proprio le stanze dell’Hospice, grazie ad Aropro-ductions, si sono trasformate in set cine-matografico e gli operatori sanitari in at-tori per un giorno. Cosa è accaduto? Un elemento vitale ed estraneo è entrato in un luogo al quale si associano in preva-lenza dolore e mancanza di speranza.

PERCHÈ LA CURA IN UN GESTO Se è vero che la terapia farmacologi-ca non è l’unica possibile, in che modo la cura passa attraverso il gesto? Qua-li sono i gesti che curano? Ogni gesto ha un peso nella relazione con l’altro? In che misura i nostri gesti comunicano esattamente ciò che desideriamo co-municare? Quali sono i gesti che espri-mono e raccontano il dolore? Come vengono percepiti e con quale esito?

Se fotografando... il dolore

Come vengono rappresentati e come potrebbero essere rappresentati? Inter-rogativi, questi, che non possono ave-re risposte univoche e universali, bensì declinate dal sentire individuale nella consapevolezza che la professione svol-ta in ambito sanitario (qualsiasi ruolo) è imprescindibile dalla relazione con l’in-terlocutore che (nello specifico) è una persona vulnerabile poiché attraversata da una fase complessa dell’esistenza (malattia/dolore).

SCOPO Fornire agli operatori dell’Hospice e dell’Area oncologica dell’Azienda Ospe-daliera di Cremona, attraverso elementi non sanitari (letteratura, fotografia, cine-ma ecc.) uno strumento di indagine e ri-flessione sulla loro professione/ruolo, sulla relazione con l’altro (paziente, collega, volontario) e con il luogo.

DOCENTI CHE HANNO COLLABORATOLorenzo Giglio (Fotografo Aroproductions), Giovanni Pelloso (Critico fotografico - Corriere della Sera), Vittorio Cigoli (Psico-logo, Professore Ordinario Università Cattolica di Milano), Ema-nuela Saita (Psicolga, Professore Associato Università Cattolica di Milano), Raffaella Gazzoni (Esperta di Aptonomia), Nadia Poli (Direttore Sitra AO di Cremona), Enzo Dal Verme (Fotografo)

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METODO Il laboratorio non ha valenze di appren-dimento in senso stretto, bensì valenze comunicative e ludico-esperienziali. Le-zioni frontali ed esercitazioni pratiche, sia in aula che a casa, contraddistinguo-no gli otto incontri del percorso. I tutor hanno il compito di gestire la relazione in aula mediante una forma di insegna-mento caratterizzato esclusivamente da uno scambio esperienziale e paritario. I partecipanti possono sperimentare una nuova modalità di interpretazione della realtà che passa attraverso il pensiero, l’emozione e la creatività.

UNA CLASSE ETEROGENEA Il confronto per essere autentico deve essere diversificato. L’idea di aprire il corso a medici, infermieri, oss, volontari, amministrativi, studenti è supportata dal-la convinzione che lavorare insieme in ogni contesto, in particolare all’interno di un’organizzazione complessa come è un ospedale, significa conoscere e riconoscere le singole professionalità, mettere in relazione diversi ruoli e com-petenze nella condivisione di una finalità comune.

ESITO La possibilità di elaborare vissuti ed emo-zioni in modo inconsueto e peculiare, comprendere le potenzialità della fo-tografia e delle immagini quale acces-so facilitato ai sentimenti e alla parola. I temi affrontati (gesto, dolore, attesa, con-tatto, luogo, scelta) hanno permes-so di creare un clima di fiducia in cui la testimonianza di ciascuno – talvolta mol-to privata – è stata vissuta come sponta-nea: l’assenza di giudizio ha fatto sì che il gruppo si comportasse come tale senza generare alcun conflitto. Durante il per-

corso formativo, grazie a metodologia e strumenti utilizzati, si sono annullati i ruoli e sono emerse le persone. Le diversità di cultura e formazione non sono mai state un ostacolo, anzi. L’intento riuscito è sta-to quello di costituire uno spazio di ascol-to e di intervento nel quale ciascuno ha potuto essere parte di un’esperienza che ammette il confronto, il dialogo, la ricerca e l’esplorazione.

FOTOLIBROIl laboratorio si è trasformato in una pubblicazione: un autentico racconto per immagini che attesta la sensibilità, il gusto estetico, la capacità riflessiva ed espressiva di ciascuno. Partendo dall’as-sunto che brutto e bello sono sterili con-venzioni, ogni linguaggio è degno di es-sere interpretato e una interpretazione è sempre possibile.

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Per informazioni Ufficio Stampa e ComunicazioneTel. 0372 405 725 / [email protected]

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“ACCD desidera rinnovare il proprio impegno in questa direzione nella convinzione che solo mediante lo scambio esperienziale, il confron-to aperto, lo studio e la ricerca si possa guar-dare in modo costruttivo al futuro”.

Antonio Auricchio Presidente ACCD Onlus

“La comunicazione non può essere efficace se non condivisa anche nella pratica quoti-diana. Per questo si è pensato di valorizzare, attraverso l’impiego di una didattica innovati-va, gli aspetti individuali e umani che contrad-distinguono ogni persona anche nello svolgi-mento della professione.”

Simona Mariani Direttore Generale AO di Cremona

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20A domanda risponde Antonio La RussaResponsabile Servizio Nutrizione Clinica

Toglietemi tutto, ma non il cioccolato

La notizia è di quelle rassicuranti: il cioccolato (meglio se fondente) non nuoce alla salute, anzi. Le sue proprietà lo rendono un alimento che produce effetti benefici per il nostro organismo. Due le leggende da sfatare: fra le cause di acne e obesità il cioccolato non c’entra.

Quali sono le proprietà nutrizionali del cioccolato? Il cioccolato è un alimento ad alto va-lore energetico: 100 g di fondente ap-portano circa 515 Kcal (il cioccolato al latte circa 550 kcal). E’ composto da pasta e burro di cacao miscelati a zucchero, lecitina di soia, vaniglia o va-nillina (c. fondente) o latte (c. al latte). Qual è la composizione del cioccolato? Nel cacao sono stati identificati oltre 200 costituenti. Le metilxantine ne rap-presentano circa il 3% e sono costituite per due terzi da teobromina e per un terzo da caffeina che danno al cacao il suo sapore amaro, oltre che effetti sti-molanti. Il cioccolato contiene anche polifenoli, triptofano e un grup po di al-caloidi neuroattivi, da cui le sensazioni di piacevolezza e gratificazione gustativa.

Quali, se ve ne sono, le proprietà curative del cioccolato? Il cioccolato, e quindi il cacao, avrebbe proprietà curative sul mal di testa; pare infatti che il cacao amaro abbia effet-ti antinfiammatori e contenga sostanze con proprietà antidolorifiche. Alcuni studi hanno rivelato che il fondente aumenta del 20% le concentrazioni di antiossidanti nel sangue, mentre quello al latte non ha alcun effetto; addirittura il fondente perde ogni “effetto” se accompagnato a un bicchiere di latte.

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Toglietemi tutto, ma non il cioccolato

Perché il latte può annullare i benefici del cioccolato fondente? Secondo i ricercatori il latte farebbe dimi-nuire gli effetti positivi in quanto cattura le epicatechine e i flavonoidi che hanno proprietà antiossidanti ed antitromboti-che benefiche in particolare per il cuo-re e le pareti delle arterie. Una recente metanalisi (Hooper 2012) pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutri-tion oltre a sottolineare i benefici effetti in termini di cardioprotezione (riduzione della pressione arteriosa e miglior con-trollo del colesterolo) e miglioramento della insulino resistenza, ha confermato che i benefici si osservano solo dopo il consumo di cioccolata fondente. Altri effetti positivi? La diminuzione dei livelli di colesterolo LDL. Certa anche la proprietà riminera-lizzante, soprattutto ferro, magnesio, fo-sforo e potassio, di cui il cacao è ricco. Taluni studi correlano la feniletilammina contenuta nel cioccolato con il suo ef-fetto antidepressivo. La teobromina, presente nel cacao insieme alla caffei-na, hanno la proprietà di aumentare la concentrazione e la prontezza di riflessi.

TIPI DI CIOCCOLATO •Cioccolato fondentecacao minimo 43%, burro di cacao 26% zucchero non superiore al 57 % e vaniglia;

•Cioccolato al lattecacao minimo 25 % , latte 14 %; Cioccolato bianco: burro di cacao minimo 20 % , latte

•Cioccolatini ripienicreme spalmabili (con composizione variabile): zucchero 50%, grassi vegetali 33 % nocciole 17 %, latte;

•Praline vari tipi con cacao minimo 8 %.

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LEGENDE DA SFATARE CIOCCOLATO & OBESITÀDalle centinaia di studi scientifici svolti negli ultimi anni non emergono risultati che dimostrino che il cioccolato possa causare direttamente condizioni di so-vrappeso. Ai fini della prevenzione del sovrappeso e dell’obesità sono invece rilevanti il totale delle calorie assunte, le calorie consumate e l’equilibrio nell’as-sunzione di proteine, carboidrati e gras-si. Gli studi dimostrano che il cioccolato consumato con moderazione alla dose di 10-20 g/die (e nell’ambito di una dieta equilibrata ) non costituisce una causa diretta di sovrappeso o obesità.

CIOCCOLATO E ACNE Non esistono studi che dimostrino la cor-relazione fra cioccolato e acne. Si pen-sa piuttosto a cambiamenti ormonali e influssi batterici. Oggi, l’American Diete-tic Association e l’American Academy of Dermatology respingono qua lunque possibile collegamento fra il cioccolato e l’acne.

CIOCCOLATOANTIDEPRESSIVO NATURALEUn componente del cacao, la tiramina, viene impiegata per la preparazione di farmaci antidepressivi. La presenza di tutte queste sostanze psicoattive con ef-fetto antidepressivo-euforizzante ha fatto ipotizzare una possibile dipendenza da cioccolato. Non esiste comunque nessu-no studio a conferma di questa condi-zione (o di una condizione di astinenza).

InformazioniServizio di Nutrizione ClinicaTel. 0372 408 [email protected]

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Sono due dolci molto energetici quindi occhio alle “dosi”. Si tratta di alimenti completi ricchi di amido e con un di-screto contenuto proteico, se non si vuo-le aumentare di peso si possono sostituire al pane. Data l’elevata presenza di gras-si è opportuno ridurre la quantità di olio durante il pasto in cui vengono mangiati. Devono prestare particolare attenzione all’introduzione di questi alimenti le per-sone affette da diabete, iperlipidemie e obesità. Sia il panettone che il pandoro possono (e devono) essere mangiati a Natale, magari sostituendoli ad altri ali-menti. Consiglio di privilegiare i prodotti artigianali (sempre nell’ottica di privile-giare la qualità alla quantità) che non contengano grassi idrogenati e con sca-denze non superiori ai 40 giorni. I grassi idrogenati (molto dannosi per la nostra salute) “drogano l’impasto e lo falsifica-no profondamente conferendogli una longevità ed una morbidezza che non gli appartengono.

COME RICONOSCERE QUELLI PIÙ BUONIPanettone Se si sceglie quello tradizionale di Mila-no occorre controllare che la cupola sia incisa a croce senza altri rilievi e spac-cature. La crosta deve essere aderente alla pasta, deve essere dorata e senza bruciature. La pasta interna deve essere soffice e di colore giallo carico e deve avere le caratteristiche alveolature (i bu-chi), segno che la pasta è lievitata natu-ralmente.

Pandoro Il fondo deve essere di colore bruno ma non bruciacchiato. La pasta deve esse-re di colore giallo, soffice e l’alveolatura deve essere meno evidente rispetto al panettone. Il sapore non deve essere acidulo o con note aromatiche esage-rate.

Panettone (gr 100)

Pandoro

(gr 100)

386

414

6

8

15

20

56

52

Kcal Proteine Lipidi Glucidi

Panettone e pandoro occhio alle dosi

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Ho visto parole STORIE CREATE E MOSTRA FOTOGRAFICA

La motivazione di tale scelta risiede nelle peculiarità stesse del progetto caratte-rizzato dall’incontro di giovani artisti e persone colpite da Alzheimer. Osservan-do e leggendo gli elaborati, a colpire è l’esito finale, ossia la capacità di mette-re in relazione - attraverso le immagini e il metodo di narrazione creativa - due mondi apparentemente distanti come quelli dell’adolescenza e della malattia.

L’atrio principale dell’Ospedale di Cre-mona è diventato così sede espositiva e soprattutto testimonianza di un modo al-tro di intendere, vivere e approcciarsi a

una patologia importante come quella di Alzheimer, nella piena consapevolez-za che la terapia farmacologica non è l’unica cura possibile.

Il Progetto artistico-espressivo HO VISTO PAROLE è una mostra di storie create e di fotografie, nasce dall’idea condivisa di mettere a contatto persone, distanti per condizione esistenziale, quali stu-denti del liceo Artistico Munari e persone affette da demenza di Alzheimer, ospiti della Fondazione E. Germani, di Cingia dè Botti, per avere l’opportunità di un in-contro sul terreno fertile della creatività.

L’Azienda Ospedaliera di Cremona ha ospitato nel mese di ottobre il progetto espositivo “Ho visto parole” curato da Iris Dall’Aglio e promosso dalla Fondazione “Elisabetta Germani” Centro Sanitario Assistenziale – Onlus.

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Le fotografie scattate dai ragazzi/e han-no dato vita al laboratorio di narrazione creativa “Timeslips” che propone come punto cardine l’immaginazione, la fan-tasia e non la memoria; Timeslips passa attraverso i canali sensoriali, l’ascolto, il contatto, le emozioni espresse, lo sguar-do. La mostra, voluta dalla Fondazione, è un crocevia di SGUARDI dei ragazzi con le loro sensibilità e mondi, e degli anziani con demenza che conservano uno sguardo personalissimo sulle cose della vita.

Le storie sono state inventate da al-cuni ospiti del Nucleo Alzheimer della Fondazione E. Germani. Le immagini e le fotografie sono di: Filippo Antonio-li, Roberta Pavel, Isidora De Camargo, Floriana Osio, Anna Lorenzi, Angelica Bonavita. Ideazione progetto, conduzio-ne del laboratorio espressivo Timeslips, Iris Dall’Aglio educatrice e facilitatrice del metodo. Operatrici che hanno par-tecipato al progetto: Carolina Bazza-ni, Antonella Guerreschi, Ilaria Selmini, Angela Ciccone, Ebe Sala, Adele Rossi. Un ringraziamento speciale a Elisabetta Carutti.

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Sopra: da sinistra Iris Dall’Aglio, Simona Mariani, Riccardo Piccioni, Marina Generali, Luciano Abruzzi

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Bottini, Mariani e alcuni relatori intervenuti al convegno

Patologia mammaria Test genomico stabilisce la bontà della terapia

Lo scorso ottobre si è svolta a Cremona la 5° edizione del Simposio internazionale “Primary systemic treatment in the management of ope-rable breast cancer”. Organizzato da Azienda Ospedaliera di Cremona (UO di Patologia Mammaria - Breast Unit), in collaborazione con Azienda Ospedaliera “Spedali Civili” di Brescia ed il supporto dell’Università di Brescia, l’evento ha posto l’attenzione sulle novità terapeutiche in materia di patologia mammaria e ha presentato in anteprima un nuovo test genomico finalizzato a stabilire il reale beneficio di una chemioterapia e le probabilità recidivanti della patologia.

Ad attestare la rilevanza dei contenuti del convegno sono stati il riconoscimen-to dell’ASCO (American Society Of Cli-nical Oncology), che per la prima volta sostiene un evento “made in Italy” e la partecipazione di alcuni fra gli oncolo-gi più importanti a livello internazionale, provenienti da diverse città del mondo (ad esempio: Londra, Philadelphia, To-ronto, Monaco, New York Melbourne). Proprio per questo le novità e gli esiti delle tre giornate di studio saranno pubblicate su una delle riviste oncologiche più pre-stigiose a livello internazionale: il Journal of National Cancer Institute, giornale di riferimento per chi scrive le linee guida della terapia anti-tumorale nel mondo.

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InformazioniUO RadioterapiaSegreteria Tel. 0372 405 [email protected]

Cosa comporta questa integrazione tra Dipo e Dipartimento di Cure Palliative? Regione Lombardia ha fatto in questi anni un notevole lavoro per creare reti di patologia nei diversi ambiti della sanità al fine di integrare tutto ciò che è utile al cittadino per la diagnosi e la cura della patologia. La prima rete creata è stata quella oncologica con ottimi risultati. Il passo successivo per garantire la con-tinuità delle cure e la gestione globale del paziente in tutte le fasi di malattia è un network che riunisca tutte le risorse che si occupano sul territorio di palliazio-ne. L’integrazione è naturale e necessa-ria anche se chi si interessa di oncologia collabora già con i medici palliativisti.

Quali saranno i vantaggi per i pazienti? Il beneficio per il paziente sarà quello di poter fruire di una presa in carico anco-ra più precoce e tempestiva e di un ac-

Patologie oncologiche - III conferenza territoriale

Il DIPO “sposa” le cure palliativeLa terza Conferenza Territoriale, organizzata dall’Azienda Ospedaliera di Cremona in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Crema e l’Asl della provincia di Cremona è stata dedicata all’integrazione fra il DIPO (Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico) e il Dipartimento di Cure Palliative. L’obiettivo è quello di garantire la continuità terapeutica e la presenza di medici palliativisti non solo nella fasepre-terminale, ma anche durante tutte le fasi del percorso di cura.

cesso facilitato ai servizi. Il Dipartimento di Cure Palliative dovrà rispondere sì alle esigenze dei pazienti oncologici ma an-che ai bisogni di chi è affetto da pato-logie degenerative, soprattutto quando anziano.

Cosa cambierà nel processo di cura? In campo oncologico interfacciare en-trambi i dipartimenti (oncologico e pallia-tivo) comporta una migliore gestione del paziente e un intervento dei colleghi del-la palliazione anche nelle fasi iniziali della patologia neoplastica. Ciò per migliorare la qualità di vita e in alcuni casi impattare positivamente anche la sopravvivenza.

A domanda risponde Ines Cafaro Direttore UO Radioterapia e Coordinatore DIPO

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IO sono nato all’Oglio Po

Partoanalgesia, camere singole con vista e bimbi accanto alla mamma dal primo momento come fossero a casa propria. Ecco come partorire in sicurezza con il massimo del comfort presso l’Ostetricia dell’Ospedale Oglio Po.

A domanda risponde Mauro MelpignanoDirettore UO Ostetricia e Ginecologia - Ospedale Oglio Po.

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A seguito della riorganizzazione dei re-parti chirurgici - spiega il Dr. Mauro Mel-pignano – Direttore dell’UO Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Oglio Po – abbiamo a disposizione nuovi spazi dap-prima destinati alla Ginecologia.

Per questo siamo in grado di garantire la camera singola a tutte le donne che si ri-volgono alla nostra struttura per partorire e i vantaggi riguardano sia privacy che comfort. L’offerta della camera singola, con abbandono delle vecchie stanze a quattro letti, è straordinariamente im-portante perché consente di vivere mo-menti di grande emozione in un’atmo-sfera familiare e intima.

L’obiettivo è giungere ad un tipo di de-genza che somigli un po’ meno all’ospe-dale e un pò di più all’atmosfera di casa propria. Di conseguenza, viene forte-mente caldeggiato il rooming-in, che consiste nella presenza costante del neonato nella camera di degenza in modo da favorire sia la creazione del le-game madre neonato sia l’allattamen-to al seno. Proprio per questo anche la presenza dei neopapà è molto gradita, senza limitazioni di orario.

Ad oggi, circa il 25% dei parti avviene con l’ausilio della analgesia Epidurale, tecnica che prende il nome di Partoa-nalgesia e consiste in una iniezione, a livello del tratto lombare della colonna vertebrale, di una combinazione di far-maci anestetici e antidolorifici.

Tale tecnica permette di controllare il dolore senza interferenza alcuna con la evoluzione del travaglio, ben consenten-do la partecipazione attiva della donna all’evento nascita. Le controindicazioni sono molto rare e consistono soprattutto in infezioni sistemiche, in turbe gravi del-la coagulazione e lievi cefalee nei giorni successivi il parto.

Per verificare la possibilità di procedere con la Partoanalgesia, circa un mese prima del parto la gestante candida-ta si sottopone ad una visita da parte dell’anestesista che fornisce le necessa-rie informazioni sulle caratteristiche della tecnica. La Partoanalgesia, una volta stabilita l’idoneità della donna, è garan-tita dal Servizio Sanitario Regionale ed è quindi completamente gratuita.

InformazioniUO Ostetricia e GinecologiaTel. 0375 281 [email protected]@ospedale.cremona.it

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Comunicazione interattiva per un ospedale moderno e “virtualmente” aperto ai cittadini 24 ore su 24.Facebook, Twitter e Youtube sono ormai una realtà aziendale tesa a facilitare il contatto con l’utente e a coinvolgere i più giovani. Il primo tweet da una paziente spagnola capitata per caso nel nostro ospedale. Moltissimi i contatti e i commenti positivi ricevuti in questi mesi. Ecco alcuni dati significativi. Seguiteci e segnalateci informazioni utili, novità, o eventuali problematiche alla mail [email protected].

L’AO di Cremona è Social

www.ospedale.cremona.itDa aprile 2013, data della messa on-line del nostro sito,i visitatori sono stati oltre150.000. Più di 700 le visite giornaliere.

Youtube L’AO di Cremona ha creato un proprio canale youtube dove ospita più di venti video. Oltre 3.200 visualizzazioni sino ad ora.

FacebookLa nostra pagina viene visitata ogni giorno da 450 persone. Per un totale di 140mila visualizzazioni da inizio ottobre ad oggi.

TwitterPiù di 100 i tweet ricevuti dall’AO di Cremona.

A cura di Daria Scalabrini Referente Aziendale Social MediaUfficio Stampa e Comunicazione30

Seguiteci in diretta! Segnalazioni e commenti a [email protected]

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Notizie Flash

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Attraverso il progetto “Piedini Grigiorossi”, l’Unione Sportiva Cremonese calcio, desi-dera omaggiare tutti i nuovi nati sul territorio e le loro famiglie di un piccolo pensiero, studiato appositamente per promuovere tra i giovanissimi una cultura dello sport. Dal 1° dicembre i bimbi che nasceranno presso le unità operative di Ostetricia degli ospe-dali di Cremona e Oglio Po riceveranno in dono i calzini grigiorossi.

Grazie alla creatività degli Artisti dell’Atelier (UO di Psichiatria n° 29) del Presidio Ospeda-liero di Cremona, quest’anno l’Albero di Na-tale dell’Ospedale di Cremona è dedicato a tutte le donne del mondo. Un tocco di colore e leggerezza, che invita a riflettere sulla condi-zione femminile nelle diverse culture.

Profilo Salute, il nuovo format pensato per il web con lo scopo di fornire informazioni corrette ai cit-tadini, è on line con quattro nuovi episodi. Gli ar-gomenti trattati sono: Glaucoma (Massimo De Mi-cheli), Uso corretto degli antibiotici (Angelo Pan), Donazione degli organi (Alberto Bonvecchio) e Radioterapia (Ines Cafaro). Il Format è stato ideato e realizzato dall’ufficio stampa e comunicazione dell’Azienda Ospedaliera di Cremona in collabo-razione con Aroproductions. (Foto di Lorenzo Giglio)

Guarda video: www.ospedale.cremona.it

Un albero per tutte le donne

Profilo salute 4 nuovi video

Piedini Grigiorossi

Mariani, Poggiani, D’Avico, Riccardi consegano i calzini alle neo mamme

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Si ringrazia