AO di Cremona Informa n. 11 settembre 2013

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Settembre | 2013 11 “Uno spaccato di buona sanità” Così si è espresso l’Assessore alla Salute Mantovani in visita all’Ospedale di Cremona Bimbi prematuri le cure migliori OPEN DAY 15 novembre Salute mentale al femminile OPEN DAY 10 ottobre

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Giornalino periodico Ospedale di Cremona del 11 Settembre 2013

Transcript of AO di Cremona Informa n. 11 settembre 2013

Settembre | 2013

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“Uno spaccato di buona sanità”Così si è espresso l’Assessore alla Salute Mantovani in visita all’Ospedale di Cremona

Bimbi prematurile cure miglioriOPEN DAY 15 novembre

Salute mentaleal femminileOPEN DAY 10 ottobre

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Presidio Ospedaliero di CremonaLargo Priori 1, CremonaCentralino 0372 405 111Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0372 434 445Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0372 405 550e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

Poliambulatorio Specialistico TerritorialeViale Trento Trieste 15, Cremona Coordinatore Infermieristico 0372 405 878

Poliambulatorio Specialistico con Punto PrelieviVia Dante 104 A, CremonaCentralino 0372 405 111

Presidio Ospedaliero Oglio PoVia Staffolo n 51, Vicomoscano, Casalmaggiore - CRCentralino 0375 2811Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0375 281 651Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0375 281 552e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

NUMERI UTILIAzienda Ospedaliera di Cremona

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Sommario

L’Assessore Mantovani visita l’Ospedale di Cremona

Le cure migliori per i bimbi prematuri

“Genitori prematuri” quali meccanismi psicologici

Salute mentale: 10 ottobre sportello di ascolto

Io non ho paura della mia fragilità

Donne & salute: la menopausa non è una malattia

Sindrome depressiva e menopausa studio multicentrico

Contro lo stigma umanità e fantasia

“Ecciù!” Sono in arrivo i malanni di stagione

Nuove tecnologie: l’Imaging che arriva al cuore

Come affrontare la Malattia di Parkinson

Profilo salute approda al cinema

Cardiologia Oglio Po: Il test che valuta la sincope

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A.O. L’Azienda Ospedaliera di Cremona Informa N° 11 | Settembre 2013Direttore editoriale: Simona MarianiDirettore responsabile: Stefania MattioliHanno collaborato: Grazia Bodini, Daria Scalabrini Sede legale: Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona, Viale Concordia n 1, 26100 CremonaRedazione/Ufficio Stampa: 0372 405725 - [email protected] Tribunale Cremona n° 368 del 18-04-2001Grafica: Graphomedia s.a.s. [email protected]: Tipografia Gutenberg - Cremona (Cr)

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DS

DA

Grazie ad un progetto innovativo pro-mosso dall’Azienda Ospedaliera di Cremona in sinergia con l’ASL della provincia di Cremona è stata attivata la collaborazione con il CentroMed di Gadesco (ubicato nelle adiacenze del Centro commerciale Iper).

Cosa significa? Gli utenti potranno pre-notare tutte le prestazioni erogate dalle nostre strutture direttamente in quella sede alla quale afferiscono dodici medi-ci di medicina generale del territorio per un bacino di utenza di 23.000 assistiti.

Un risultato che apre nuove possibilità per un futuro a misura di paziente: ser-vizi più accessibili mediante operazioni concrete e maggior coinvolgimento del medico di famiglia. Questa è solo la pri-ma tappa di un percorso in itinere che nei prossimi mesi riguarderà altri studi medici associati della provincia.

Si ricorda che la prenotazione delle pre-stazioni può essere effettuata anche attraverso il numero verde 800 638 638 (dal lun/sab dalle 8/20).

Ida BerettaDirettore Amministrativo

Azienda Ospedaliera di Cremona

Ricerca e sperimentazione clinica rap-presentano una autentica opportuni-tà per offrire ai pazienti cure all’avan-guardia a livello internazionale. Presso l’Azienda Ospedaliera di Cremona sono stati attivati oltre duecento studi, il 70% dei quali è dedicato alla ricerca trasla-zionale.

La ricerca traslazionale verifica la pos-sibilità di trasformare le scoperte scien-tifiche che arrivano dal laboratorio in applicazioni cliniche per ridurre, ad esempio, l’incidenza della malattia e la mortalità per cancro. “From bench to bedside”, “dal bancone del laboratorio al letto del paziente”, è la ricerca che

traduce nella pratica clinica le scoperte della ricerca di base. A vantaggio dei pazienti.

Testimonianza di rilievo (in campo se-nologico) è il convegno organizzato dall’Unità Operativa di Patologia Mam-maria - Breast Unit dal titolo “Fifth Inter-national Symposium – primary Systemic Treatment in the Management of Opera-ble Breast Cancer” che si svolgerà dal 5 al 7 ottobre a Cremona con il sostegno dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology).

Cure all’avanguardia grazie a ricerca e sperimentazione clinica

Camillo RossiDirettore Sanitario

Azienda Ospedaliera di Cremona

Prenotazioni CUP, nella sede più vicina a te

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DG

E’ stato gratificante per questa Azienda Ospedaliera poter ospitare l’Assessore alla salute di Regione Lombardia Ma-rio Mantovani e avere la possibilità di far conoscere alcune fra le eccellenze dell’Ospedale di Cremona. L’itinerario simbolico percorso dall’Assessore all’in-terno del nostro ospedale ha previsto la visita alle Unità operative di Patologia mammaria, Cardiologia con emodina-mica, Endoscopia digestiva, Medicina trasfusionale, Pronto soccorso e la Pia-stra operatoria. Itinerario che ha consen-tito di porre in risalto le nuove tecnologie impiegate per la diagnosi e la terapia nelle diverse specificità e di conoscere personalmente parte delle equipe che lavorano qui.

Esaustivo e partecipato l’incontro con gli operatori in aula magna dal titolo em-blematico “Come cambia la Sanità in Lombardia. Verso la riforma del sistema sanitario lombardo”; puntuale l’interven-to dell’Assessore che ha riassunto i princi-pali indirizzi strategici regionali in termini di riorganizzazione sia di razionalizzazio-ne delle risorse, finalizzati a garantire la continuità assistenziale e l’alta qualità dei servizi offerti. A testimonianza di que-sto, due sono gli esempi concreti che ci riguardano: il Poliambulatorio con punto prelievi di via Dante più di 200 utenti al giorno e la riorganizzazione per Intensi-

tà di cura del Presidio Ospedaliero Oglio Po dove è il medico a spostarsi verso il paziente. Anche i prossimi mesi saranno contraddistinti da nuove riorganizzazioni che terranno conto dell’appropriatez-za a garanzia della qualità dei servizi, come ad esempio la week surgery e l’accorpamento di Neurologia e Neuro-chirurgia.

In tutto ciò l’integrazione fra ospedale e territorio avrà un valore fondante: con-fronto aperto con le istituzioni, incontri con i Medici di Medicina Generale (primi interlocutori dei cittadini) e iniziative co-ordinate per la promozione dei corretti stili di vita saranno fra gli impegni priori-tari dell’agenda 2013-2014. Con un oc-chio di riguardo alla comunicazione e ai nuovi media per facilitare l’accesso agli utenti e favorire l’informazione.

Simona MarianiDirettore Generale

Azienda Ospedaliera di Cremona

L’Assessore Mantovani visita l’Ospedale di CremonaUn’occasione importante per porre in luce alcune fra le eccellenze della sanità cremonese e riconoscere il valore delle diverse professionalità ospedaliere

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L’assessore Mantovani all’Ospedale di Cremona

“Qui ho visto uno spaccato di buona sanità”

Mario Mantovani, vicepresidente di Regione Lombardia e Assessore alla Salute, lo scorso 17 luglio ha visitato l’Ospedale di Cremona. Breast Unit, Cardiologia con Emodinamica, Endoscopia, Piastra Operatoria, Pronto Soccorso e Medicina trasfusionale le unità operative del percorso ospedaliero. Poi l’incontro con gli operatori e le istituzioni in Aula magna per affrontare un tema peculiare “Come cambia la sanità lombarda, verso la riforma del sistema sanitario lombardo”. Presenti in sala il sindaco di Cremona Oreste Perri, il presidente della provincia Massimiliano Salini. Accanto al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cremona Simona Mariani, il direttore generale dell’ASL della provincia di Cremona Gilberto Compagnoni, il presidente dell’ordine dei medici di Cremona Gianfranco Lima e il presidente dell’Ipasvi cremonese Enrico Marsella. Al tavolo anche il consigliere regionale Carlo Malvezzi.

Mario Mantovani, assessore alla Salute di Regione Lombardia, con Simona Mariani e Gilberto Compagnoni. (Foto Sessa)

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“Sono lieto di aver potuto visitare questa struttura ospedaliera di cui ho notizie positive. Vado via contento e soddisfatto da una provincia considerata minore. Sono contento perché qui ho visto uno spaccato della buona sanità lombarda. Ho visto le tecnologie e l’entusiasmo. La salute è molto più del conto in banca. La buona sanità è fatta degli uomini e dalle donne che vi lavorano. L’ho visto qui a Cremona” .

“In più abbiamo deliberato 3 milioni e 700mila euro a Cremona per adeguamenti strutturali ed

acquisto di apparecchiature rispondenti agli standard di qualità clinica e diagnostica”.

Breast Unit Cardiologia

Endoscopia Aula Magna

Alcuni momenti della visita in Ospedale e l’incontro con gli operatori in Aula Magna

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“La prima sfida che dobbiamo affrontare e che riguarda il futuro della sanità consiste nell’affrontare la cronicità, che nelle sue varie forme e patologie assorbe circa il 70% della spesa sanitaria. Bisogna pertanto realizzare l’obiettivo di accompagnare i pazienti secondo modelli che mettano sullo stesso livello i medici ospedalieri e quelli che operano sul territorio perseguendo la logica del passaggio dalla cura al prendersi cura del malato”.(Tratto dall’intervento dell’assessore Mario Mantovani, Cremona 17 luglio 2013)

“Non ho intenzione di chiudere l’Oglio Po né ridurre il livello e la qualità di cura: territorio risorsa preziosa”.

Medicina Trasfusionale Incontro con i volontari Siamo noi

Piastra Operatoria Pronto SoccorsoMario Mantovani, vicepresidente di Regione Lombardia, con Simona Mariani

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Giornata Nazionale sulla Nascita Prematura - 15 novembre 2013

Le cure migliori per i bimbi prematuriIn Italia 5.000 bimbi nascono prima della 37a

settimana di gestazione. Un problema che trova soluzione grazie alle cure praticate nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale come quella di Cremona. Professionalità e tecnologie avanzate garantiscono la salute dei piccoli pazienti. Non solo. Ad essere fondamentali sono affetto e dedizione con un occhio di riguardo agli aspetti emozionali e psicologici che coinvolgono i genitori. Ecco perché il 15 novembre chi lo desidera può incontrare i nostri medici e visitare il percorso nascite dell’ospedale cittadino.

Qual è l’incidenza delle nascite pretermine? Ogni anno nel mondo nascono pre-termine circa 15 milioni di bambini, in Italia sono circa 5000 (circa il 7% delle nascite) e la prematurità è diventa-ta la principale causa di mortalità in-fantile e di disabilità congenite sia nei paesi sviluppati sia in via di sviluppo. In circa la metà dei casi la causa rimane sconosciuta, tuttavia esistono delle con-dizioni di rischio che aumentano questa possibilità (si veda box a pag. 13).

Quando un parto viene definito pretermine? La gravidanza dura mediamente da 37 a 42 settimane. Quando il parto si veri-fica prima del compimento della 37a settimana di età gestazionale la nascita è considerata pretermine. Se la nascita avviene prima della 28a settimana di gravidanza è considerata estremamen-te prematura.

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Cosa succede in UTIN quando un bambino nasce prima? Appena nasce un bambino prematuro viene posto in incubatrice per garantire il controllo della temperatura e ricostrui-re artificialmente l’utero della mamma; si posiziona all’interno del “nido” realizzato con materiali morbidi e gli si fa indossare il cappellino e dei piccoli abiti che servo-no a creare il senso di contenimento e i limiti del proprio corpo.

Di cosa hanno bisogno questi neonati? A causa dell’immaturità, questi bambini hanno bisogno di monitoraggio conti-nuo delle funzioni vitali, per cui i genitori vedono dei sensori collegati ad appa-recchiature; e nel caso in cui non siano in grado di alimentarsi autonomamente necessiteranno di tubicini per l’infusione per via venosa di miscele di nutrimenti. Se il bambino non è in grado di respirare autonomamente possono essere neces-sarie delle mascherine o delle nasocan-

nule per mantenere una pressione posi-tiva continua nei polmoni durante tutto il ciclo respiratorio, ma nei casi più gravi il bambino viene intubato e collegato ad un respiratore automatico.

Quali sono i rischi? Il neonato pretermine presenta un or-ganismo che non ha completato il suo sviluppo, più prematuro è il parto e mag-giore è il rischio di sviluppare complican-ze. I principali problemi a cui va incontro comprendono: difficoltà a mantenere un’adeguata temperatura corporea, a respirare e ad alimentarsi. Inoltre più bassa è l’età gestazionale e maggiore è il rischio infettivo per una riduzione dei sistemi di difesa immunitari. Le infezioni possono essere contratte dalla madre o dopo la nascita dall’ambiente esterno. Le complicanze più diffuse sono entero-colite necrotizzante, retinopatie, emor-ragie cerebrali, apnee, cardiopatie.

Carlo Poggiani (Direttore Pediatria e UTIN) con Monica Ravani (coordinatore infermieristico UTIN)

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Come può essere vissuta la genitorialità all’interno dell’UTIN? I genitori possono accedere al repar-to già dall’arrivo del bambino in UTIN, il papà può scattare fotografie da far ve-dere alla mamma che non può seguire il bambino immediatamente dopo il par-to. L’ingresso in reparto a entrambi i ge-nitori è consentito tutti i giorni dalle 15-20. I genitori sono invitati ad stabilire un con-tatto precoce con il loro bambino, ac-carezzarlo ed a parlargli dolcemente.

La mamma può in qualche misura accudire il suo bimbo? Quando il bambino presenta condizioni cliniche più stabili, la madre viene invi-tata a partecipare in maniera più atti-va nella gestione del bambino: fornire il pasto, il cambio del pannolino, l’esecu-zione del bagnetto, in questo modo la

madre impara a conoscere le abitudini del suo bambino e riesce a sviluppare un maggior senso di sicurezza. Per faci-litare gli spostamenti della madre e ren-dere meno disagevole la permanenza in ospedale sono, inoltre, disponibili due posti letto e una tisaneria.

Come avviene la comunicazione fra operatori e genitori? La comunicazione in questi casi è mol-to importante. Per questo il personale è attento alle problematiche psicologiche delle famiglie di questi bimbi: ai genitori vengono fornite quotidianamente infor-mazioni in modo semplice, ma detta-gliato riguardo alle condizioni cliniche del bambino e al programma diagnosti-co-terapeutico.

InformazioniUO Patologia neonatale con UTINTel. 0372 405 [email protected]

Due infermiere durante la preparazione della culla termica presso UTIN

Giornata Nazionale sulla Nascita Prematura

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La negazione: è una fase tipica che caratterizza il recupero da una situazio-ne critica. Equivale a nascondere tem-poraneamente la realtà e si può ma-nifestare in modi diversi, alcuni genitori assumono un atteggiamento pessimista, con la speranza di proteggersi sul piano emotivo: in caso di morte del bambino, saranno preparati.

La colpevolizzazione: si presenta come un senso di amarezza generaliz-zata verso un destino avverso. La rabbia può essere rivolta verso chi viene perce-pito come più fortunato o verso l’équipe medica. La rabbia può anche essere diretta interiormente, sotto forma di sen-si di colpa e biasimo di se stessi. Alcune madri si domandano se abbiano fatto qualcosa che potesse avere causato il parto prematuro. Quasi tutte le mamme sentono in una certa misura che la na-scita prematura del bambino è colpa loro.

Il patteggiamento: quando non si può fare nulla di razionale per modifi-care gli eventi, spesso si cerca rifugio nell’irrazionale. Questo è un tentativo di trovare una soluzione magica. Il patteg-giamento fornisce alla persona in crisi la sensazione breve e illusoria di avere la situazione sotto controllo: “Basta che faccia così e così e il mio bambino starà bene.”

Il patteggiamento, così come la nega-zione, offre un temporaneo rifugio dalla realtà e rappresenta una tecnica di po-sticipazione che consente all’individuo di affrontare la crisi nella sua interezza solo quando ha acquisito abbastanza forza per accettare la situazione ed ad-dattarvisi.

L’elaborazione della nascita pre-matura: l’accettazione. Il trauma, il rifiuto, la rabbia e il patteggiamento pur essendo, in definitiva, dei modi improdut-tivi per affrontare la situazione, hanno, se non diventano l’unico meccanismo di ri-soluzione del trauma, una funzione tem-poranea utile. Essi danno all’individuo il tempo per assorbire l’evento traumatico in piccole dosi, più facilmente gestibili. Sono delle reazioni a cui ricorrono molte persone nel corso di una crisi, prima di accettare la situazione e di assumere un atteggiamento costruttivo. Il papà del bambino prematuro si trova in una situa-zione oltremodo frustrante. Oltre a con-dividere le ansie della mamma, spesso è anche preoccupato per lo stato di salute della sua compagna, oltre ad es-sere l’unico ad avere una certa libertà d’azione e a dover quindi provvede-re agli aspetti pratici della situazione. Il papà spesso percepisce un forte senso di colpa, teme di non essersi reso abba-stanza utile in casa.

Spesso nei genitori dei bambini prematuri prevalgono le sensazioni di angoscia e impotenza. Ecco alcuni fra i meccanismi psicologici di protezione più diffusi.

“Genitori prematuri” quali meccanismi psicologici

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CONDIZIONI DI RISCHIO CHE AUMENTANO LA POSSIBILITÀ DEL PARTO PRE-TERMINE

Condizioni fetali: sofferenza fetale gravidanza multipla anomalie congenite

Condizioni materne:età materna avanzata (>35 anni);scelte di vita (fumo di sigarette anche passivo, alcool, abuso di droghe);la storia ostetrica pregressa può influen-zare una gravidanza successiva (TC, un bambino di basso peso o pretermine, una storia di poliabortività materna, MEU, condizioni genetiche); patologie materne preesistenti o insor-te durante la gravidanza: malattie cro-niche (diabete, ipertensione arteriosa, epilessia) malattie del sangue (anemia), infezioni materne (CMV, Toxplasmosi), malattie mentali; complicanze legate alla gravidanza: iperemesi gravidica che si protrae oltre il primo trimestre, polidramnios, oligoi-dramnios, alterazioni della crescita feta-le, placenta previa, distacco di placen-ta, rottura prematura delle membrane, sensibilizzazione RH in madri RH negative e feto RH positivo; gravidanza oltre il ter-mine.

GIORNATA NAZIONALE SULLA NASCITA PREMATURA

Venerdì 15 novembre incontro aperto con gli Operatori di Oste-tricia e dell’UTIN dell’Ospedale di Cremona. Per saperne di più rispetto alle nascite premature e conoscere le potenzialità as-sistenziali e terapeutiche dei ser-vizi. Conoscere aiuta a non aver paura e ad affrontare ogni situa-zione di difficoltà con risolutezza.

PROGRAMMA Visita guidata presso Ostetricia e UTIN ore 15 e ore 16.

Inizio percorso presso la sala d’attesa UO Ostetricia - 7° piano (lato destro).

l’iniziativa si svolge in collaborazione con

15 novembre 2013

InformazioniURP Tel. 0372 405 [email protected]

“Genitori prematuri” quali meccanismi psicologici

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Porte aperte sulla Salute Mentale al femminile

10 ottobre sportello di ascolto Il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera di Cremona partecipa alla giornata Nazionale della Salute Mentale in collaborazione con ONDA (Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna) che si svolgerà il 10 ottobre 2013. La giornata è declinata al femminile e dedicata a fragilità e disagi che possono interessare le donne di ogni età e cultura.

ProgrammaGiovedì 10 ottobre 2013 sportello di ascolto dalle 9 alle 14

Le donne che lo desiderano potranno avvalersi della consulenza dei nostri specialisti per un primo colloquio informativo.

Ambulatori Ospedale di Cremona - piano T(Largo Priori 1, Cremona)

Ambulatori Ospedale Oglio Po - piano R(Via Staffolo 51 - Vicomoscano - Casalmaggiore - CR)

CPS di Cremona (Viale Trento e Trieste 15, Cremona)

CPS di Casalmaggiore(Via Romani 52, Casalmaggiore - CR) CPS di Soresina(Presso Polo Ospedale Robbiani, Via Inzani 4, Soresina - CR)

URP Ospedale di Cremona Tel. 0372 405 550 [email protected] Ospedale Oglio Po Tel. 0375 281 552 [email protected]

Antonino Minervino Direttore Dipartimento di Salute Mentale

Per informazioni

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ProgrammaGiovedì 10 ottobre 2013 sportello di ascolto dalle 9 alle 14

Le donne che lo desiderano potranno avvalersi della consulenza dei nostri specialisti per un primo colloquio informativo.

Ambulatori Ospedale di Cremona - piano T(Largo Priori 1, Cremona)

Ambulatori Ospedale Oglio Po - piano R(Via Staffolo 51 - Vicomoscano - Casalmaggiore - CR)

CPS di Cremona (Viale Trento e Trieste 15, Cremona)

CPS di Casalmaggiore(Via Romani 52, Casalmaggiore - CR) CPS di Soresina(Presso Polo Ospedale Robbiani, Via Inzani 4, Soresina - CR)

Il pensiero comune identificale donne come più vulnerabili e fragili: è davvero così? No, assolutamente falso. Comunemen-te si indica nel maschio il sesso forte, ma questo è un retaggio storico, culturale e politico. Madre Natura non a caso ha affidato alle donne il compito di fare i figli, dando così continuità alla razza umana.

Quali sono le fragilità o le problematiche più diffuse fra le donne? Anche le donne hanno le loro fragilità che si manifestano in termini di sofferen-za psicologica soprattutto nell’ambito dei disturbi emotivi, come ansia e de-pressione.

Perché è importante non aver timore di mostrare il proprio disagio? Direi che è fondamentale. La parola è strumento di condivisione; la condivi-sione è il primo medicamento e prima viene somministrato più ci si ripara dal rischio che lo stesso disagio si trasformi in malattia. Parlarsi è la migliore cura!

Quale ruolo giocano famiglia, conoscenti e amici? Noi siamo esseri relazionali e il nostro patrimonio di relazioni è la prima rete cui affidarsi. Ecco perché vale la pena “fare costantemente manu-tenzione” alle proprie relazioni.

A chi rivolgersi? Al proprio medico di famiglia, ai vari servizi di ascolto, ai servizi di salute mentale e di psicologia. L’importan-te è non esercitare per primi un pre-giudizio verso la propria sofferenza. È bene ricordarsi che ricevere un aiuto è sempre possibile.

Io non ho paura della mia fragilità

l’iniziativa si svolge in collaborazione con

A domanda risponde Aldo Riccardi, Direttore UO Ostetricia e Ginecologia - Ospedale di Cremona

La menopausa non è una malattiaLa menopausa (o meglio il climaterio) non è una malattia. Tuttavia molte donne accusano disturbi causati da questo cambiamento fisiologico. Consapevolezza e autodeterminazione sono gli ingredienti da abbinare alla terapia ormonale sostitutiva che va assunta seguendo alcuni criteri di sicurezza. Controlli periodici, alimentazione corretta e lunghe camminate, perchè “imparare a volersi bene” è la ricetta più efficace.16

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Cosa è la Menopausa? Menopausa significa “ultima mestruazio-ne” per cui il termine è usato in modo im-proprio, meglio sarebbe parlare di “cli-materio “. Il climaterio non è certo una malattia ma una fase particolarmente lunga della vita di una donna che si estende da alcuni mesi prima dell’ultima mestruazione sino all’età senile.

Quali i sintomi e i rimedi oggi disponibili? In questa fase la sintomatologia è varia anche come tempistica di comparsa: si parla di sintomi precoci quali l’irregolari-tà del ciclo e i disturbi cosidetti “vasomo-tori” come le vampate e le sudorazioni notturne. Successivamente, nella mag-gior parte dei casi, compaiono sintomi relativi al deficit ormonale, ad esempio dolore osseo diffuso dovuto all’osteopo-rosi causata dalla incapacità delle ossa di fissare calcio, cistiti recidivante, vagi-niti su base atrofica, difficoltà a concen-trarsi, instabilità umorale, diminuzione della libido, aumento della patologia cardiovascolare.

Terapia ormonale sostitutiva quando e come va assunta? La terapia ormonale sostitutiva (TOS) per essere efficace deve rispondere ad al-cuni requisiti: essere pienamente accet-tata dalla donna, ossia non generare false paure; iniziare il più precocemente possibile; avere una durata congrua (og-gigiorno si preferisce non andare oltre i 6 anni di utilizzo. Inoltre la donna deve ac-cettare di sottoporsi ai (normali) follow-up quali pap-test e mammografia.

Quali sono i pro e contro e le “regole di sicurezza”? La terapia ormonale sostitutiva, oggi di-sponibile in cerotti o compresse, deve essere “bilanciata”, ossia contenere estrogeno e progestinico, proprio per non indurre patologie dell’endometrio (tumore dell’utero) - La formulazione

del solo estrogeno è consentita solo alle pazienti che per cause diverse hanno già avuto un intervento di isterectomia (asportazione dell’utero). Sono esclu-se dall’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva le pazienti con storia familia-re serrata di neoplasia mammaria e le pazienti con gravi patologie epatiche o cardiovascolari in atto.

In che misura alimentazione ed esercizio fisico possono aiutare la donna ad affrontare questo cambiamento? Certamente la terapia ormonale non esaurisce le armi a supporto di questa fase. Forse più importante risulta essere lo “stile di vita” inteso come abitudine corretta ad alimentarsi e alla attività fisi-ca. Il climaterio non deve essere accet-tato come qualcosa dalle conseguen-ze inevitabili. Ad esempio l’aumento di peso è in realtà foriero di “guai” in quan-to il grasso produce un ormone (estrone) pericoloso. Anche per questo va curata l’alimentazione, non eccedere in appor-to calorico, anzi.

Quali gli alimenti da privilegiare? Se non coesistono problemi di iperco-lesterolemia, vanno privilegiati latte e formaggi in quanto ricchi di calcio, poi legumi e pesce. Si può fare ricorso ad acque minerali addizionato di calcio e la giusta esposizione al sole è una buona pratica. Il tutto abbinato a un’attività fisi-ca costante, specie corse o quantome-no lunghe camminate che permettono sia un buon consumo calorico, sia di mo-dellare l’osso che è struttura elastica. Per il benessere osseo è preferibile una cam-minata rispetto a una nuotata, più utile per i muscoli. Una cosa è certa: la donna deve “imparare” a volersi bene anche in questa fase della vita, non isolarsi ma rispettare il proprio corpo e le sue esigen-ze, continuando a trasmettere voglia di vivere.

La menopausa non è una malattia

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A cura di Roberto Poli Responsabile Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura - Ospedale di Cremona

Sindrome depressiva in menopausa, studio multicentrico

L’ambulatorio della Unità Operativa di Psichiatria di Cremona ha aderito ad una ricerca su “Menopausa e Depressione”, coordinata dall’Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Si tratta di uno studio che coinvolge numerosi Centri ospedalieri italiani, e che nell’arco di 6 mesi arruolerà circa 400 pazienti di sesso femminile, di età compresa tra i 45 e i 65 anni. La ricerca ha l’obiettivo di quantificare la diffusione della depressione nel periodo della menopausa, del pre e post menopausa e di studiare quali sono le variabili collegate a tale condizione di malattia.

La menopausa è una fisiologica fase di vita della donna, in gran parte dei casi asintomatica. Ma le modificazioni ormo-nali e psicologiche, tra loro strettamente connesse, rappresentano un fattore di ri-schio per lo sviluppo di sintomi depressivi che possono esitare in un episodio de-pressivo maggiore.

Lo studio cui partecipa la Psichiatria di Cremona ha lo scopo di arricchire le conoscenze sul tema e in particolare di capire quali sono i possibili fattori pre-dittivi (età, stato civile, stili di vita, fumo,

alcol) e quali le differenze di rischio e cli-niche tra perimenopausa (attualmente considerata la fase a maggior rischio), menopausa e post-menopausa. Obiet-tivo secondario sul piano della ricerca, ma centrale per le sue implicazioni, è evidenziare lo scarso riconoscimento anche da parte dei medici generalisti del disturbo depressivo associato alla menopausa, soprattutto quando preval-gono i sintomi somatici e biologici, con conseguente inadeguato trattamento e con rischio di aggravamento e croniciz-zazione del quadro.

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A cura di Roberto Poli Responsabile Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura - Ospedale di Cremona

PSICHIATRIA

Contro lo stigma umanità e fantasiaLa malattia mentale è ancora troppo spesso vissuta come un limite insuperabile. Le persone che soffrono di disturbi psichici o che sono attraversate da momenti di disagio psicologico subiscono frequenti quanto ingiuste discriminazioni. Fra dire e il fare non sempre c’è di mezzo il mare. Accanto agli interventi prettamente sanitari le buone pratiche di assistenza psichiatrica promuovono anche interventi risocializzanti. Eccone alcune promosse dai diversi servizi in capo al Dipartimento di Salute Mentale. Per affrontare lo stigma in modo concreto con umanità, competenza e fantasia.

SECONDA PUNTATASindrome depressiva

in menopausa, studio multicentrico

Ippoterapia e passeggiate in montagna per vincere lo stigma

In montagna per camminare e esplorare Le attività di escursionismo e di esplora-zione dell’ambiente montano, con usci-te mensili e soggiorni di alcune giornate in albergo o rifugio si sono dimostrate assai utili per riattivare mente e corpo dell’individuo. A essere coinvolta è la di-mensione interpersonale: faticare insie-me, partecipare all’organizzazione delle uscite, condividere la soddisfazione del-le mete raggiunte, riattivano la capa-cità di stare in gruppo, incentivano la cooperazione e la responsabilizzazione. Non solo. Tutto questo si è rivelato utile al fine di potenziare le conoscenze dei

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InformazioniDipartimento di Salute Mentale CPS Cremona Tel. 0372 408 911 CPS Casalmaggiore Tel. 0375 200 166

partecipanti e la loro sensibilità rispetto ai problemi ambientali promuovendo così comportamenti virtuosi per il rispet-to e la tutela dell’ambiente e quindi del-la nostra salute.

Ippoterapia e Tai-chi benessere ed equilibrio nella relazione con l’altro Negli incontri di Ippoterapia il cavallo è l’intermediario nella relazione intesa come “adattamento” all’altro, come mantenimento di un contatto, di un equilibrio fatto di gesti sguardi regole comunicative. Il terapista che dapprima guida il cavallo e il suo cavaliere porta quest’ultimo ad una fase evoluta di di-stacco. Alla fine il “neo fantino” guida l’animale prendendo coscienza di sé come soggetto attivo. Anche la ginnasti-ca attraverso il Tai-chi (c’è un corso an-nuale) porta benessere; i movimenti lenti, la respirazione profonda e la concentra-zione consentono di rafforzare i muscoli, riequilibrare le energie, a favorire rilas-samento e consapevolezza corporea. Quando la ginnastica è dolce Il giovedì pomeriggio, sotto la guida di un’insegnate di educazione motoria, si tiene il gruppo di ginnastica dolce. E’ un momento dedicato alla cura del proprio corpo; attraverso semplici eser-cizi e giochi a squadre si fanno insie-me esperienze piacevoli e divertenti. E’ anche l’occasione ovviamente per fare quattro chiacchiere e pensare in-sieme ad altre momenti di incontro. “Ora et Labora” Il gruppo “Ora et Labora” si incontra due sabati al mese ed è costituito da utenti e operatori del Centro Psico Sociale (CPS) di Cremona che condividono l’interesse e il desiderio di coltivare la propria di-mensione spirituale. Il gruppo è presen-te anche su Facebook con l’intenzione di far conoscere l’iniziativa e di aprirla ai contributi di eventuali simpatizzanti.

Sempre in “Pole Position” Per affrontare la malattia e sconfiggere la solitudine dal 1999 un gruppo ristretto di pazienti del CPS di Soresina, che negli anni si è sempre più allargato, si ritrova, ogni sabato mattina, per parlare ascol-tare, condividere. Se all’inizio tutto ciò accadeva all’interno di una stanza ora non è più così: grazie ai partecipanti che hanno sentito crescere nel tempo la ne-cessità di “uscire nel mondo”. A piccole tappe, dal mercato di Cremona al pic-nic sull’Oglio alle vacanze a Francolini di Folgaria sino a quelle più “avventurose” all’Isola d’Elba. Un autentico successo relazionale che è passato attraverso le emozioni.

Incontri culturali ed ecoattività Con cadenza variabile al sabato mat-tina vengono organizzati degli incontri culturali e delle mini-conferenze. Ecco alcuni dei temi trattati negli ultimi periodi: “Il mondo delle api”, “150 anni della no-stra storia”, “Cosa è meglio mangiare”, “Canali e irrigazione nella provincia di Cremona”, “Il mondo della fotografia”.

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“Ecciù!” Sono in arrivo i malanni di stagioneIn autunno raffreddore, mal di gola e mal di orecchi sono spesso i primi sintomi che colpiscono adulti e bambini. Cause, rimedi e prevenzione. Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla salute delle vie respiratorie.

RAFFREDDORE: SUFFUMIGI ANCHE SENZA SINTOMI AIUTANO A PREVENIRE Quali le cause e come avviene il contagio? Le cause più frequenti del raffreddore o rinite comune sono di tipo virale (ade-novirus, rinovirus, virus influenzali, virus parainfluenzali) per il 70% dei casi; il re-stante 30% riconosce una causa di tipo batterico (Klebsiella, streptococco, sta-filococco, haemophilus influenzae, mor-ganella catarralis). Le forme virali sono più frequenti nella patologia pediatrica, mentre le forme batteriche sono più frequenti nella popolazione anziana. Il contagio nelle forme virali avviene attra-verso la respirazione di particelle umide (gocce di flugge) eliminate attraverso lo sternuto o la tosse di persone infette, però occorre considerare anche lo sbal-zo termico eccessivo e la respirazione di aria poco umidificata (ambienti secchi o iper-riscaldati).

A domanda risponde Maurizio Magnani Direttore UO Otorinolaringoiatria - Ospedale di Cremona

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Quali i rimedi più efficaci? Una volta instaurato il processo patolo-gico, occorre “lavorare” sui sintomi: pa-racetamolo per bocca o per supposte (nella patologia pediatrica), come an-talgico ed antipiretico e come decon-gestionante. Uso di sostanze balsamiche per instillazioni nasali per almeno una decina di giorni. Uso di vasocostrittori nasali per periodi limitati per aiutare la respirazione e diminuire la cefalea con-comitante. Suffumigi caldo umidi con so-stanze balsamiche (eucalipto, mentolo, lavanda) utilizzando opportuni inalatori di plastica con maschera. Irrigazioni na-sali con soluzioni saline iso o ipertoniche. Quali le complicanze se trascurato? La complicanza più frequente è la sinu-site acuta, cioè l’estensione della flogosi alla mucosa dei seni paranasali (cavità pneumatiche nello scheletro facciale che comunicano con le fosse nasali at-traverso dei percorsi chiamati osti), che comporta cefalea anteriore, perdita transitoria dell’olfatto e talvolta tumefa-zione del volto e dell’orbita.

In che misura è possibile prevenire il raffreddore? Potenziando il più possibile le difese im-munitarie del paziente con opportuna vaccinazione antinfluenzale da eseguirsi entro il mese di novembre con mono-somministrazione. Particolarmente indi-cata negli individui anziani nel paziente adulto con patologie cardiorespiratorie croniche e nella popolazione pediatri-ca vivente in comunità. Occorre anche avere cura di evitare di respirare aria ec-cessivamente secca e riscaldata e fare uso di eventuali umidificatori ambien-tali. Buona norma è inoltre la regolariz-zazione intestinale mediante l’uso per medi periodi (15-20 giorni) di probiotici e fermenti lattici. Inoltre indicati suffu-miggi con sostanze balsamiche per una

settimana al mese nel periodo freddo, anche in assenza di sintomi. La terapia termale salsobromoiodica nelle forme infiammatorie ricorrenti da eseguirsi nei mesi di settembre e ottobre, terapia ter-male solforosa come prevenzione delle forme catarrali.

MAL DI GOLA: DISINFETTANTI E LENITIVI PER EVITARE COMPLICANZE

Quali le cause e come avviene il contagio? Il mal di gola (angina) ha come la rinite una causa virale con i virus precedente-mente elencati per un 60% dei casi, ma anche una causa batterica (streptococ-co beta-emolitico gruppo A, stafilococ-co aureo, pseudomonas) nel restante 40% dei casi. Alla base comunque esiste sempre un calo delle difese immunitarie locali e generali, che sono ulteriormente depresse da affaticamento, dall’inqui-namento ambientale e dalla respirazio-ne di aria poco umidificata.

Quali i rimedi più efficaci? Nelle forme lievi ricorrere a disinfettanti e lenitivi locali presenti in commercio, come prodotti di banco in compresse da sciogliere in bocca, paracetamolo o acido acetilsalicidico in caso di modico aumento della temperatura corporea.Impiego di terapia antibiotica di alme-no sei-sette giorni qualora comparisse aumento della temperatura corporea e disfagia.

Quali le complicanze se trascurato? La presenza di una flogosi tonsillare tra-scurata può evolvere verso la compli-canza più temibile di un ascesso periton-sillare e/o latero-faringeo che richiede una ospedalizzazione per idoneo tratta-

mento di drenaggio e di terapia. Nelle forme streptococciche ricorrenti occor-re escludere problemi di complicanze delle valvole cardiache e complicanze di tipo renale.

In che misura è possibile prevenire il mal di gola? Le stesse misure prese per la rinite posso-no avere valore anche in questo caso; solo con una storia di ricorrenza di epi-sodi flogistici si può pensare a intervento di tonsillectomia o ad adenotonsillecto-mia. L’intervento trova la sua indicazione quando il paziente ha avuto una com-plicanza di tipo settico legata all’asces-so peritonsillare.

TOSSE: ATTENZIONE ALL’ABUSO DI FARMACI SEDATIVI

Quali le cause e come avviene il contagio? La tosse non è una malattia ma è essen-zialmente una difesa in quanto serve ad

eliminare le particelle tossiche, i microbi introdotti nell’albero respiratorio. Le cau-se più frequenti durante la stagione au-tunnale-invernale sono le infiammazioni (flugge) delle prime vie respiratorie (la-ringiti, tracheiti, tracheo-bronchiti), che riconoscono una eziologia di tipo virale e di tipo batterico analoga alle riniti pre-cedentemente elencate. Il contagio av-viene attraverso le gocce di Plufge, ma riconosce una grande partecipazione degli sbalzi termici e della respirazione di aria inquinata, specie nelle grandi città.

Quali i rimedi più efficaci? Nelle tossi secche (irritative) utili i suffu-miggi con sostanze balsamiche, tisane calde di camomilla e frutti rossi, anche ti-sane con miele diluito in acqua calda. E’ bene ridurre l’impiego di farmaci sedati-vi della tosse soltanto a quei casi limitati di grande impegno bronchiale. Idratare l’organismo e utilizzare preparati muco-litici e mucoregolatori (sobrerolo, acetil-cisteina). Nelle forme catarrali (umide) impiego di terapia antibiotica mirata su tampone colturale dell’escreato.

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Malanni di stagione ecco i rimedi più efficaci

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Quali le complicanze se trascurato? Qualora comparisse febbre sarà bene ricorrere a terapia antibiotica per sei-set-te giorni, per evitare complicanze temi-bili come la polmonite e la pleurite. In che misura è possibile prevenire la tosse? Avendo attenzione nei confronti degli sbalzi termici ed adottando idoneo ab-bigliamento “a cipolla”, senza eccedere nella iperprotezione calorica. Vaccino-terapia antinfluenzale, impiego di pro-biotici e di immunostimolanti nelle forme ricorrenti, suffumiggi balsamici al primo comparire dei sintomi

MAL DI ORECCHI: FARMACI PIÙ IMPACCHI CALDO UMIDI PER LENIRE IL DOLORE Quali le cause e come avviene il contagio? Il mal di orecchi da otite (otalgia) è le-gato in gran parte a fenomeni flogisti-ci delle prime vie respiratorie, per cui il contagio avviene come nelle riniti. Nel bambino esiste la predisposizione della brevità della tuba di Eustachio e delle manovre di “succhiamento” che produ-cono un’aspirazione di muco nell’orec-chio medio e generano dei gradienti pressori. Esiste una particolare forma di otite definita “esterna”, legata a infezio-ne della pelle del condotto uditivo ester-no in rapporto ad eccessive manovre di pulizia (cotton fioc) con microabrasioni cutanee e contaminazione da parte dei germi dell’acqua (piscine).

Quali i rimedi più efficaci? Gocce otologiche con antibiotici, corti-sonici ed anestetici locali, impacco auri-colare caldo-umido per ridurre il dolore

ed ammorbidire le secrezioni, terapia antibiotica per sei-sette giorni, vasoco-strittori nasali e inalazioni caldo-umide balsamiche, paracetamolo per conteni-mento del dolore.

Quali le complicanze se trascurato? L’otite acuta può evolvere verso una perforazione della membrana timpani-ca con fuoriuscita di muco-pus, gene-ralmente - se correttamente trattata - la perforazione si ripara spontaneamente con un processo cicatriziale. Solo in alcu-ni casi (otiti ricorrenti, otite necrotizzante) la perforazione permane e richiede un intervento chirurgico di timpanoplastica. L’estensione della flogosi alla mastoide (osso al di dietro del padiglione auricola-re) comporta una mastoidite con febbre elevata che può richiedere un intervento di mastoidectomia, ma le complicanze più temibili sono l’estensione del proces-so infiammatorio alla meninge (meningi-ti) e alla cavità encefalica (encefaliti ed ascessi cerebrali).

In che misura è possibile prevenireil “mal di orecchi”? Nelle forme infiammatorie come quan-to detto in precedenza per le riniti, nei piccoli pazienti può essere indicato un intervento di adenoidectomia o di adenotonsillectomia in presenza di otiti ricorrenti con stenosi respiratorie. L’otite esterna può essere prevenuta mediante autolavaggi con soluzioni acidulate da eseguirsi la sera dopo il bagno in piscina, avendo cura di irrigare l’orecchio con la soluzione acquosa acidulata a tempe-ratura corporea per evitare la comparsa di vertigini.

InformazioniUO OtorinolaringoiatriaTel. 0372 405 280 [email protected]

A cura di Lucio Olivetti Direttore UO Radiologia e Salvatore Pirelli Direttore UO Cardiologia

Ospedale Cremona

Nuove tecnologie

L’Imaging che arriva al cuore

A cura di Lucio Olivetti Direttore UO Radiologia e Salvatore Pirelli Direttore UO Cardiologia

Ospedale Cremona

La Radiologia dell’Ospedale di Cremona è dotata di una TC di ultimissima generazione che consente una lettura minuziosa dell’organo cardiaco. Questo grazie a immagini prodotte da 320 strati (di scansione) anziché 16. Ancora una volta a vincere è l’approccio multidisciplinare. La collaborazione sinergica con l’UO di Cardiologia favorisce diagnosi sempre più precoci e corrette a garanzia di interventi tempestivi (coronarografia) solo quando necessario.

Immagini RM, TC e coronarografia

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L’imaging ovvero la documentazione per immagini dell’anatomia normale e patologica del corpo umano nasce come radiologia convenzionale; evolve successivamente in ecografia, tomogra-fia computerizzata e risonanza magneti-ca. Coronarografia ed ecocardiografia, metodiche di imaging, da tempo han-no un ruolo essenziale nella diagnostica della patologia cardiaca. I limiti della coronarografia (invasività, elevato co-sto e non trascurabili rischi di morbilità) hanno indirizzato gli sforzi della ricerca tecnologica verso la realizzazione di strumenti diagnostici non invasivi come la tomografia computerizzata a fascio elettronico (EBCT), la risonanza magneti-ca (RM) e la tomografia computerizzata multistrato (TCMS).

Il cuore è un organo in movimento che varia di volume dalla fase sistolica a quella diastolica; richiede, pertanto, apparecchiature ultraveloci in grado di fissarne l’immagine in un fase di relativa immobilità come la telediastole, prefe-ribilmente nell’intervallo di tempo di un singolo battito. L’attuale miglior risposta tecnologica a tale istanza è rappre-sentata da scanner a doppia sorgente radiogena oppure dotati di elevato nu-mero di strati di detettori (320), come quello presente nell’UO di Radiologia della nostra Azienda Ospedaliera e che ha affiancato il precedente sistema a 16 strati, con enorme salto di qualità nella diagnostica del cuore.

La disponibilità di tale apparecchiatura (TC) consente di identificare calcifica-zioni coronariche (correlando queste al rischio di presenza di stenosi significati-ve), lo stadio nelle coronarie native, la pervietà di bypass e stent, di valutare morfologia e funzione del cuore. Nume-rosi studi della Letteratura e, tra questi, anche i nostri hanno ormai evidenziato alti valori di accuratezza diagnostica.

InformazioniUO Radiologia - SegreteriaTel. 0372 405 [email protected]

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Come affrontare la Malattia di ParkinsonIn Italia sono 120mila le persone colpite dalla malattia di Parkinson. Diagnosi corretta e terapia personalizzata sono due elementi fondamentali per contrastare i sintomi e rallentare il processo degenerativo dei neuroni. Per fortuna oggi i farmaci efficaci a disposizione sono molti. A migliorare la qualità della vita e il buon umoredei pazienti anche l’attività fisica e le relazioni sociali.

La malattia di Parkinson ė una delle piú frequenti patologie neurodegenerative, vale a dire una di quelle condizioni in cui si verifica un precoce ed anomalo invecchiamento di alcune parti del cer-vello così da determinare una sintoma-tologia progressivamente ingravescente e complessa. Le indagini epidemiologi-che indicano una prevalenza di circa 200 casi ogni 100.000 abitanti.

In Italia vi sono almeno 120.000 persone affette da questa patologia. Studi re-centi hanno dimostrato che la malattia non coinvolge solo la Substanzia Nigra, come ritenuto un tempo, ma il proces-so degenerativo colpisce diverse altre strutture dell’encefalo, compresa la cor-teccia cerebrale. Questo spiega perchè i sintomi non sono solo di tipo motorio (tremore, rigiditá, lentezza dei movimen-ti), ma sin dall’inizio possono essere an-che di altra natura (disturbi dell’umore, disturbi neurovegetativi, alterazioni del sonno, deficit cognitivi). Il motivo di tale

A cura di Luciano Abruzzi UO di Neurologia - Ospedale di Cremona

fenomeno patologico ė stato identifica-to in un anomalo accumulo all’interno dei neuroni di una proteina: l’alfa-sinu-cleina. Gli agglomerati di questa sostan-za provocano inizialmente un malfunzio-namento delle sinapsi dopaminergiche e successivamente la morte del neurone stesso. Se un domani si riuscirá a bloc-care la degenerazione dei neuroni si potrá guarire la malattia al suo insorgere. Ė quanto si vorrebbe fare anche per al-tre patologie neurodegenerative come l’Alzheimer e la SLA.

In attesa di procedure terapeutiche ri-solutive dobbiamo limitarci ad utilizzare i farmaci tradizionali che fortunatamen-te nella malattia di Parkinson sono molti, riescono efficacemente a contrastare i sintomi e, parzialmente, a rallentare il processo degenerativo. Curare un pa-ziente parkinsoniano, tuttavia, non è fa-cile perchè, nonostante le linee guida internazionali che suggeriscono gli ap-procci terapeutici, l’esperienza clinica

insegna che ogni individuo reagisce a modo suo ai farmaci e la terapia va ade-guata e progressivamente modificata in base alle necessitá della singola perso-na. Conoscere e riconoscere la malat-tia di Parkinson richiede specifica com-petenza, tanto piú che in una discreta percentuale di casi la malattia si presen-ta in alcune varianti definite Parkinsoni-smi Atipici, che hanno aspetti clinici ed evoluzioni diverse. Riuscire a formulare una precisa diagnosi é il primo passo per una corretta gestione della patolo-gia in tutte le sue manifestazioni. Oltre alla necessitá di rilevare segni e sintomi patognomonici, entrano in gioco alcu-ne procedure diagnostiche strumenta-li ad esempio la SPET cerebrale con DATSCAN” o la Scintigrafia Miocardica con MIBG”che, in questi ultimi anni, sono divenute di importante supporto nella diagnosi differenziale dei parkinsonismi. Dal momento della diagnosi il paziente va quindi accompagnato in un percor-so che durerá molti anni, durante i quali medico, paziente e familiari lavoreranno insieme per attuare tutte le possibili stra-tegie al fine di ottenere la migliore qua-litá di vita.

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L’ALTRA TERAPIA Oltre ai farmaci tradizionali, hanno dimo-strato di essere efficaci: la riabilitazione motoria, l’attività fisica regolare, alcune terapie di gruppo (quali ad esempio mu-sicoterapia, tai chi, ginnastica dolce...), psicoterapia, educazione alimentare. Le potenzialità per poter curare in modo adeguato un paziente parkinsoniano sono molte. La sfida e l’impegno quoti-diano sono quelle di poter offrire il me-glio, per consentire a chi è ammalato di potersi curare nel miglior modo possibile, anche nella propria città.

InformazioniUO Neurologia-Stroke UnitTel. 0372 405402

UNA “TARTARUGA” SEMPRE IN CAMMINO Dal 2008 a Cremona è attiva l’associa-zione “La Tartaruga” che sostiene i pa-zienti con malattia di parkinson e i loro familiari. Moltissime sono le iniziative promosse che integrano quanto offerto dalle strutture sanitarie pubbliche. Per conoscere i programmi dettagliati delle diverse attività è possibile consultare il sito www.latartarugaparkinson.it

Per informazioni:La Tartaruga onlus, Viale Trento Trie-ste, 35, Cremona; Sportello aperto: martedì e venerdì 16.00 - 18.00 Tel. 329.4297082

UN CONVEGNO PER SAPERNE DI PIÙIl 15 novembre 2013, presso l’Aula Magna dell’Ospedale (8.30 – 14.30) di Cremona si svolgerà il convegno “La Malattia di Parkinson e i Parkinsonismi: diagnosi, te-rapia e problematiche assistenziali”. La giornata di studio è accreditata ECM e si rivolge a Medici, Infermieri e Radiologi. Scopo precipuo è offrire agli operato-ri gli strumenti per una conoscenza più approfondita delle sindromi parkinsonia-ne con conseguente possibilità da parte dei pazienti di essere meglio assistiti sia al proprio domicilio, sia nella eventualità di ricovero ospedaliero.

Volontariato

InformazioniUO Neurologia-Stroke UnitTel. 0372 405402

Profilo Salute è il nuovo format pensato per il web (e non solo) con lo scopo di animare la notizia e fornire informazio-ni corrette, quasi didascaliche, ai cit-tadini rispetto a specifiche patologie. Una sorta di prontuario per ricono-scere i sintomi e affrontare il percorso diagnostico e terapeutico più effica-ce e indicato rispetto al problema. Il Format è stato ideato e realizzato dall’ufficio stampa e comunicazione dell’Azienda Ospedaliera di Cremo-na (Stefania Mattioli) in collaborazio-ne con Aroproductions (Lorenzo Gi-glio, Gianmaria Carrara, Luca Orioli).

AREAVIDEO

Profilo Salute approda al cinemaDopo l’esordio on line (con un certo successo), il nuovo format di video-informazione dell’AO di Cremona dal 9 settembre arriva sul grande schermo (multisala di Cremona). Ipertensione, infertilità di coppia, incontinenza urinaria e tromboembolismo venoso i primi argomenti trattati. Buona Visione!

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Guarda i video dell’AO di cremona www.ospedale.cremona.it.

Foto di Lorenzo Giglio. Da sinistra Guido Garavelli (Responsabile Ambulatorio Ipertensione e altri fattori di rischio), Sophie Testa (Direttore UO Laboratorio Analisi), Luigi Benecchi (UO Urolo-gia), Mariangela Rampino (Infertilità di coppia).

Cardiologia

All’Oglio Po il test che valuta la sincopeIl Tilt Test è un esame che conferma il sospetto diagnostico in caso di sincopi recidivanti e viene eseguito presso la Cardiologia dell’Ospedale Oglio Po. Il vantaggio? Evitare altre valutazioni strumentali più invasive a garanzia di un esito sicuro.

A domanda risponde Massimo Carini Direttore UO Cardiologia - Ospedale Oglio Po

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Un paziente durante la preparazione prima di eseguire il Tilt test

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Tilt test: di cosa si tratta? L’Head-Up tilt test è l’esame che per-mette di valutare la sincope riflessa va-gale, ed in particolare quella vaso-va-gale (dovuta ad un transitorio ed errato funzionamento dei centri del sistema nervoso autonomo che regolano i va-lori della pressione arteriosa e frequenza cardiaca), e si pone tra la valutazione di base della sincope e gli accertamenti strumentali più avanzati. Come si svolge l’esame? L’esame in sè consiste nel mettere l’or-ganismo in una situazione tale da faci-litare un’insorgenza di sincope: in prati-ca, si cerca di provocarla in ambiente controllato. Per fare questo, al mattino a digiuno il paziente viene coricato su di un lettino regolabile, dove è appog-giato ad una pedana ed assicurato con cinghie, e poi portato in una posizione a testa in su con il corpo inclinato a 60° ri-spetto al pavimento, e mantenuto cosi’ per 30-45’; questa postura può evocare in persone predisposte archi riflessi ano-mali a loro volta responsabili di perdita di coscienza; il passaggio immediato alla posizione di Trendelenburg risolve la situazione (capo situato più in basso ri-spetto al bacino e alle ginocchia).

Quando è indicato e per quale tipologia di pazienti?L’esame appare indicato per conferma del sospetto diagnostico in caso di sin-copi recidivanti in pazienti senza eviden-za di patologia organica, o prime sinco-pi associate a situazioni particolari (es. se complicate da lesioni traumatiche, o in persone con mansioni particolari come i piloti o gli autisti di mezzi pubblici). Viene inoltre eseguito in quelle persone in cui l’orientamento iniziale era per una car-diopatia organica ma in cui gli accer-tamenti strumentali specifici non hanno confermato la genesi cardiaca della sin-cope. Appare inoltre utile nella diagnosi differenziale con situazioni interpretate

inizialmente come di tipo neurologico (es. “drop attacks” o alcune forme di epilessia), geriatriche (episodi di “cadu-ta” nell’anziano), ORL (sindromi vertigi-nose), psichiatriche (cadute/lipotimie in pazienti trattati con psicofarmaci) ma in cui lo specialista di riferimento ritenga vi siano elementi di dubbio sull’eziopato-genesi dei sintomi.

Esistono controindicazioni? Le controindicazioni (oltre all’assenza di collaborazione da parte del paziente) riguardano soprattutto la presenza di stenosi aortiche, carotidee o coronari-che critiche che potrebbero generare fenomeni di ischemia da ipoperfusione in caso di marcata ipotensione indotta dall’esame. Per quanto non piacevole in caso di positività, il test non risulta peri-coloso per il paziente, fatte salve le pre-cisazioni di cui sopra; è previsto un perio-do di osservazione alla sua conclusione, specialmente se positivo, e per questo dal punto di vista logistico si consiglia alle persone di tenere libera per l’esame almeno tutta la mattinata, e se possibile, di farsi accompagnare.

Perché è importantesotto il profilo diagnostico? La sua importanza sta nel fatto che in caso di positività permette di conferma-re la diagnosi e spesso di evitare valuta-zioni strumentali ulteriori (in particolare, neurologiche) con conseguenti risparmi in tempo/fatica e monetari.

INFORMAZIONIL’esame viene prescritto dal medico di famiglia e/o dallo specialista (Car-diologo, Neurologo, Otorinolaringoia-tra, Geriatra, Pediatra) ed è prenota-bile telefonicamente presso l’U.O. di Cardiologia di Oglio Po chiamando il numero 0375-281571.

C A L E N D A R I O C O R S I E C O N V E G N I 2 0 1 3

FORMAZIONE 10 e 11 ottobre 2013 Disabilità intellettive ed evolutive: un up-date, strategia di presa in carico Sede: Aula Magna “Magda Carutti”Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 17.30 Iniziativa destinata a: Medici, Psicologi Logopedisti, Fisioterapisti, Pedagogisti, Assistenti sanitari, Insegnanti, Terapisti della riabilitazione, Infermieri. Costo: € 120 per i non dipendenti

24 ottobre 2013 Andrologia e infertilità Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona(Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 17.30 Iniziativa destinata a: Medici, MMG, Ostetriche, Infermieri, Assistenti sanitari; Biologi, Tslb. Costo: gratuito 15 novembre 2013 Malattia di Parkinson e Parkinsonismi: diagnosi, terapia e problematiche assistenziali Sede: Aula Magna “Magda Carutti”Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 14.30 Iniziativa destinata a: Medici, MMG, Infermieri Costo: gratuito 20 novembre 2013 L'efficacia delle Tecniche di riabilitazione psichiatrica: dall'assessment alla recovery Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 17.00 Iniziativa destinata a: Medici, MMG, Infermieri Costo: gratuito

23 novembre 2013 3° Conferenza oncologica Territoriale (DIPO) Sede: Aula Magna “Magda Carutti”Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 14.30 Iniziativa destinata a: Medici, MMG,Infermieri Costo: gratuito

30 novembre 2013 Convegno tecniche di laboratorio Sede: Aula Magna “Magda Carutti”Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 16.30 Iniziativa destinata a: Tecnici di Laboratorio Costo: gratuito

Si ringrazia

CI PRENDIAMO CURA DEL TUO INGLESE Corsi di Medical Englishrivolti agli operatori sanitari della Provincia di Cremona.

Per informazioni ed iscrizioni:Segreteria Organizzativa Ufficio Formazione e Aggiornamento Presidio Ospedaliero di Cremona Viale Concordia, 1 – 26100 Cremona Tel. 0372/405185 - Fax 0372/[email protected]

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