Anusca - notiziario gennaio 2014

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NOTIZIARIO ANUSCA Anno XXVIII, n. 1 • Gennaio 2014 Copia € 3,50 (stampato da Maggioli Editore - Santarcangelo RN) Viale Terme, 1056 • 40024 Castel San Pietro Terme (BO) • tel. + 39 051/944641 • www.anusca.it • e-mail: [email protected] • sped. in abb. post. AP 45% art. 2. comma 20/b legge 662/96 - DCI Umbria - Reg. Trib. BO n. 5270 il 10/06/1985 • Dir. Resp. Primo Mingozzi - Vice Dir. Paride Gullini Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe I SERVIZI DEMOGRAFICI: IL FUTURO È GIÀ INIZIATO Intervista al Presidente Anusca...........pag. 5 Intervista al Direttore Agenzia Italia Digitale.........................................................pag. 7 Intervista al Vice Capo Dipartimento Vicario Ubaldi............................................ pag. 8 Intervista al Prefetto Giovanna Menghini.................................................... pag. 9 Intervista al Garante per la Riservatezza dei dati personali.................................. pag. 11 Intervista al Direttore Censimenti ISTAT Mancini..................................................... pag. 12 Il valore della formazione nel nuovo quadro normativo..................................pag. 14 E ALL’INTERNO di Paride Gullini (continua a pag. 3) S ignor Sindaco, signor Presidente, Autorità, gentili Ospiti stranieri e italiani, Colleghe e Colleghi, la nostra manifestazione annuale, dopo un percorso itinerante per l’Italia ritorna, dopo 26 anni, ad Abano Terme una delle più rinomate località termali a livello internazionale. Nel nostro Paese si respirava allora un’aria di fiducia nel futuro con la convizione generale che il benessere delle famiglie avrebbe continuato a crescere. Il nord-est, dove ci troviamo, stava diventando la locomotiva XXXIII CONVEGNO NAZIONALE ANUSCA – ABANO TERME 25/29 NOVEMBRE 2013 POLIZZA DI TUTELA LEGALE A grande richiesta, dal 2014 Anusca propone ANCHE la Polizza assicurativa di Tutela Legale! Tutte le informazioni sul sito www.anusca.it Cambio alla Direzione Centrale per i Servizi Demografici AL PREFETTO GIOVANNA MENGHINI SUBENTRA IL PREFETTO CINZIA TORRACO Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 17 dicembre 2013, ha provveduto alla nomina di numerosi Prefetti e a diversi spostamenti che hanno interessato anche la Direzione Centrale dei Servizi Demografici. Il Prefetto Giovanna Menghini è stata destinata a svolgere il ruolo di Prefetto dell’UTG di Massa Carrara. Al Direttore Menghini, che per quattro anni ha seguito con grande attenzione e sollecitudine la realtà demografica del nostro Paese, va l’apprezzamento e la gratitudine di ANUSCA per l’impegno per il miglioramento del sistema demografico nazionale, specie in un momento di difficoltà come quello presente e per l’attenzione sempre dimostrata alle problematiche degli operatori demografici, di cui l’Associazione si fa portavoce. Al nuovo Direttore Centrale per i Servizi Demografici presso il Dipartimento Affari Interni e Territoriali, il Prefetto Cinzia Torraco, formuliamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, confermando la totale disponibilità di ANUSCA a collaborare con il Ministero dell’Interno per lo sviluppo dei Servizi Demografici, con immutati spirito di servizio e senso di responsabilità.

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Notiziario Anusca - Rivista di aggiornamento per operatori nei Servizi Demografici

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NOTIZIARIO ANUSCA

Anno XXVIII, n. 1 • Gennaio 2014 Copia € 3,50 (stampato da Maggioli Editore - Santarcangelo RN)

Viale Terme, 1056 • 40024 Castel San Pietro Terme (BO) • tel. + 39 051/944641 • www.anusca.it • e-mail: [email protected] • sped. in abb. post. AP 45% art. 2. comma 20/b legge 662/96 - DCI Umbria - Reg. Trib. BO n. 5270 il 10/06/1985 • Dir. Resp. Primo Mingozzi - Vice Dir. Paride Gullini

Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe

I SERVIZI DEMOGRAFICI: IL FUTURO È GIÀ INIZIATO

Intervista al Presidente Anusca...........pag. 5

Intervista al Direttore Agenzia Italia Digitale.........................................................pag. 7

Intervista al Vice Capo Dipartimento Vicario Ubaldi............................................ pag. 8

Intervista al Prefetto Giovanna Menghini.................................................... pag. 9

Intervista al Garante per la Riservatezza dei dati personali.................................. pag. 11

Intervista al Direttore Censimenti ISTAT Mancini..................................................... pag. 12

Il valore della formazione nel nuovo quadro normativo..................................pag. 14

E ALL’INTERNO

di Paride Gullini

(continua a pag. 3)

Signor Sindaco, signor Presidente, Autorità, gentili Ospiti stranieri e italiani, Colleghe e Colleghi, la

nostra manifestazione annuale, dopo un percorso itinerante per l’Italia ritorna, dopo 26 anni, ad Abano Terme una delle più rinomate località termali a livello internazionale.Nel nostro Paese si respirava allora un’aria di fiducia nel futuro con la convizione generale che il benessere delle famiglie avrebbe continuato a crescere. Il nord-est, dove ci troviamo, stava diventando la locomotiva

XXXIII CONVEGNO NAZIONALE ANUSCA – ABANO TERME 25/29 NOVEMBRE 2013

POLIZZA DI TUTELA LEGALEA grande richiesta, dal 2014

Anusca propone ANCHE la Polizza assicurativa di Tutela Legale!Tutte le informazioni sul sito www.anusca.itNOVITÀ!!!

Cambio alla Direzione Centrale per i Servizi Demografici

AL PREFETTO GIOVANNA MENGHINI SUBENTRA IL PREFETTO CINZIA TORRACO

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 17 dicembre 2013, ha provveduto alla nomina di numerosi Prefetti e a diversi spostamenti che hanno interessato anche la Direzione Centrale dei Servizi Demografici. Il Prefetto Giovanna Menghini è stata destinata a svolgere il ruolo di Prefetto dell’UTG di Massa Carrara.Al Direttore Menghini, che per quattro anni ha seguito con grande attenzione e sollecitudine la realtà demografica del nostro Paese, va l’apprezzamento e la gratitudine di ANUSCA per l’impegno per il miglioramento del sistema demografico nazionale, specie in un momento di difficoltà come quello presente e per l’attenzione sempre dimostrata alle problematiche degli operatori demografici, di cui l’Associazione si fa portavoce.Al nuovo Direttore Centrale per i Servizi Demografici presso il Dipartimento Affari Interni e Territoriali, il Prefetto Cinzia Torraco, formuliamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, confermando la totale disponibilità di ANUSCA a collaborare con il Ministero dell’Interno per lo sviluppo dei Servizi Demografici, con immutati spirito di servizio e senso di responsabilità.

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trainante dello sviluppo, con aziende nate, si può dire dal nulla, che esportavano i loro prodotti in tutti i mercati mondiali grazie all’ingegno, alla volontà e all’amore per il lavoro delle genti di questa terra. Questa rete di aziende richiamava nel sistema produttivo anche migliaia di cittadini stranieri assicurando loro un corretto inserimento nelle rispettive comunità locali. Oggi il clima è profondamente mutato. Il Paese è da tempo in recessione, migliaia di fabbriche ed esercizi commerciali chiudono ogni anno. Ogni giorno si ha notizia di imprenditori che trasferiscono le loro produzioni all’estero dove trovano condizioni economiche più favorevoli ma, soprattutto, meno burocrazia. La crisi economica morde sempre più e finisce per colpire maggiormente le categorie più deboli, con una disoccupazione giovanile in continua crescita. Sono messi in discussione i nostri modelli di vita, ma soprattutto l’ organizzazione dello Stato troppo costosa ed elefantiaca rispetto alla qualità dei servizi che mette a disposizione e non più compatibile con un mondo globalizzato dove le tecnologie consentono la circolazione immediata delle informazioni e la fruizione da parte dei cittadini di nuovi e più qualificati servizi.Voi direte, che cosa c’entra tutto questo con l’attività dell’Anusca? Abbiamo sempre creduto che un miglioramento dei servizi demografici, cui si rivolge oltre il 70% dei cittadini che si recano nei Comuni, e che gestiscono i dati della popolazione, poteva e può contribuire a raggiungere importanti risultati di efficienza e trasparenza non solo dell’attività municipale ma dell’intera Pubblica Amministrazione. Da anni Anusca sottolinea ad esempio che, pur in presenza in ogni Comune della più importante e delicata banca dati del Paese, aggiornata si può dire quasi in tempo reale, periodicamente i vari organi di informazione segnalano scandali con liquidazioni di pensioni ed assistenza medica a persone decedute da anni con uno sperpero assurdo di risorse pubbliche. Tutte le forze politiche, le categorie

produttive, la società civile, i sindacati chiedono una semplificazione dello Stato, ma all’atto pratico poco o nulla si è sino ad oggi riusciti a fare. I rapporti che abbiamo instaurato negli anni, nonostante i sorrisi ironici di alcuni, con la dirigenza delle Istituzioni di altri Paesi, spesso nostri ospiti ai Convegni nazionali, ci hanno consentito di allargare i nostri orizzonti, di essere meno provinciali, ma soprattutto valutare ed apprezzare soluzioni nella gestione della popolazione in grado di assicurare, attraverso una rivisitazione delle diverse procedure, non solo una

grande trasparenza ma anche notevoli risparmi gestionali. Realtà dove oltre all’anagrafe centralizzata è consentito ai Comuni che lo desiderano di avere una propria gestione dei cittadini residenti per una più semplice erogazione dei servizi.Oggi registriamo con piacere che anche il nostro Paese si è dato una strategia globale con la creazione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, per semplificare i processi burocratici, rendere meno costoso l’intero apparato pubblico, creare le condizioni per un salto di qualità del nostro sistema amministrativo.Anche se ancora pochi hanno la percezione di quali saranno i cambiamenti organizzativi che l’ANPR comporterà per gli enti centrali e le amministrazioni locali, e forse alcuni, seppure inconsapevolmente, freneranno la riforma, siamo sempre più convinti che una volta a regime assisteremo alla vera rivoluzione del

nostro sistema amministrativo.È sin troppo evidente che un progetto così ambizioso non può prescindere dal coinvolgimento e dalla collaborazione di tutti i soggetti interessati, ciascuno per la parte che gli compete e senza una loro penalizzazione, ma facciamo fatica a credere che tale progetto possa essere a costo zero. Questa mattina, per la prima volta in una grande convention pubblica, abbiamo il piacere e l’opportunità di ascoltare, dalla viva voce di coloro cui la legge affida la regia per la realizzazione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, il Direttore Centrale dei Servizi Demografici del Ministero dell’Interno, Prefetto Giovanna Menghini ed il Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Ing. Agostino Ragosa, quali saranno le tappe operative nei prossimi mesi per raggiungere questo obiettivo. Li vogliamo ringraziare per avere accolto il nostro invito e per l’onore che riservano alla nostra manifestazione che, si può dire, tiene a battesimo lo scenario futuro dei servizi demografici in quanto l’ANPR influirà direttamente anche nella gestione dello stato civile e dell’elettorale. In questo contesto parlando di trasparenza non dobbiamo dimenticare che un Paese civile, quale vuole essere il nostro, non può trascurare la privacy dei cittadini che va sempre più salvaguardata. In questo senso la presenza del Garante della Privacy ai lavori completa il quadro circa il futuro dei Servizi Demografici e quindi del nostro lavoro.Vogliamo loro assicurare che non mancherà la piena e convinta collaborazione dell’Anusca e di tutti gli operatori demografici per concretizzare un progetto nel quale crediamo fermamente, perché va nella direzione di semplificare e rendere più efficiente e trasparente l’organizzazione dello Stato, delle Regioni e dei Comuni ed in grado di supportare più adeguamente l’intero sistema produttivo.

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Non possiamo che essere orgogliosi, come categoria professionale, che uno dei progetti più ambiziosi per riformare l’attività amministrativa del Paese che il Governo ha messo in campo riguardi servizi di competenza statale, affidati per la gestione ai Comuni e che vede al centro la nostra professionalità. Proprio in questi giorni, un ministro del precedente Governo in una lunga intervista ha dichiarato che, a suo parere, tra i quattro obiettivi principali per modernizzare il Paese, figura la realizzazione dell’anagrafe centralizzata. Detto questo, non ci nascondiamo le difficoltà e le resistenze che la riforma incontrerà nel suo cammino. Ne siamo consapevoli, ma è una sfida che il nostro Paese deve vincere per la quale ci mettiamo a disposizione per essere anche noi interpreti del cambiamento e non passivi esecutori. Così come crediamo che l’ANCI nello svolgere un ruolo di piena collaborazione saprà tutelare le prerogative che la Costituzione assegna alle automonie locali. In questi ultimi trent’anni tutti i progetti innovativi e le soluzioni tecnico-organizzative che hanno interessato il nostro settore hanno visto protagonista l’ANUSCA, sia con proprie originali proposte che nella collaborazione con le istituzioni centrali e regionali, a testimonianza del ruolo di servizio che abbiamo sempre cercato di svolgere nell’interesse delle comunità locali e dello Stato.Stimolare gli operatori a migliorare la propria professionalità, farli sentire interpreti dei cambiamenti, allargare gli orizzanti oltre i confini del nostro Paese per cogliere le novità, collaborare con tutte le istituzioni condividendone gli obiettivi è stata ed è la mission di ANUSCA. In questi anni abbiamo dimostrato di avere la capacità di pensare, di agire, di comunicare ma soprattutto di concretizzare .Siamo riusciti a trasferire agli operatori

demografici, alle amministrazioni comunali ed alle istituzioni centrali ciò che è dentro di noi, i nostri obiettivi, il perché della nostra organizzazione professionale. Gli operatori ed i Comuni che ci sostengono associandosi all’ANUSCA, non comprano solo ciò che facciamo, ma perchè lo facciamo e soprattutto perché vedono che crediamo in quello che facciamo. Ogni giorno questo spirito si rinnova nelle azioni e nei contenuti della nostra

associazione, avendo come ricetta non solo lo sviluppo ma, specie in questo momento di grande difficoltà, anche la nostra stessa sopravvivenza.Ricordiamo che, grazie ad un parziale contributo dello Stato, ANUSCA ha costruito l’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile destinata ad ospitare i corsi di abilitazione ed aggiornamento degli operatori demografici, la seconda realtà europea dopo quella della Germania Federale. La situazione economica non consente oggi allo Stato, cui compete la formazione degli operatori demografici, di disporre delle risorse necessarie per l’organizzazione dei corsi residenziali di abilitazione e di aggiornamento. Mentre aspettiamo tempi migliori, le strutture che abbiamo realizzato devono comunque essere operative ed è doveroso cercare di salvaguardare il personale che vi opera. Pur in questi

momenti di difficoltà occorre quindi superare la paura e, facendo gruppo, avere coraggio, fantasia, voglia di intraprendere, ma anche tanta umiltà, per assicurare un futuro alla nostra associazione. Intanto siamo lieti che l’Accademia sia sede in questi giorni di due seminari di studio in lingua inglese della durata di 10 giorni ciascuno riservati agli ufficiali di stato civile, organizzati dall’Associazione Europea degli Ufficiali di Stato Civile nell’ambito

di un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e che ANUSCA ha predisposto e gestisce.È la prima iniziativa di spessore internazionale riguardo il nostro specifico settore, al quale partecipano colleghi di diversi Paesi dell’Unione, a testimonianza dell’interesse che questa tematica riveste per le istituzioni europee per costruire l’Europa dei Popoli.Per concludere un doveroso e sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica per l’Alto Patronato che assicura da sempre al nostro Convegno, ai Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio dei Ministri, ai Ministri degli Affari Esteri, dell’Interno, della Giustizia, degli Affari Europei, della Pubblica Amministrazione e la Semplificazione,

RINNOVA LA TUA ADESIONE AD ANUSCA:PIÙ SIAMO, PIÙ È FORTE LA NOSTRA VOCE

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IL FUTURO È GIÀ INIZIATO: UNA SFIDA DA VINCERE ASSIEME

Mai come nell’edizione n. 33, il Convegno Nazionale di ANUSCA si preannunciava una occasione

cui non mancare per il confronto, lo scambio e l’approfondimento. Gli operatori hanno ben colto il significato dell’evento e nonostante le oramai arcinote difficoltà che attanagliano i bilanci degli Enti alla voce formazione, in quasi mille unità si sono raccolti ad Abano Terme. Un risultato che ha ampiamente superato le più rosee aspettative in termini numerici, nonostante le risorse dei Comuni versino ancora in una situazione alquanto precaria. Per questa ragione le cifre a tre zeri riportate in termini di partecipazione indicano una piena consapevolezza degli operatori demografici di tutto il Paese che il momento è topico: un futuro profondamente diverso sta cominciando. Saranno richieste non solo nuove conoscenze e rinnovate competenze, ma anche una diversa forma mentis, perché è in atto un ripensamento radicale degli strumenti e delle forme operative, non solo dei Servizi Demografici, ma di tutta la Pubblica Amministrazione in generale. Un ripensamento che si è reso assolutamente necessario tenuto conto della situazione difficile che sta attraversando il Paese intero: occorre semplificare, ridurre i costi e ottimizzare i risultati.In questo senso si stanno muovendo le linee della riforma. Il Presidente Gullini, che nella sua relazione di apertura passando in rassegna questi concetti, ha sottolineato come sia giunto il momento di una consapevolezza più ampia della necessità di adeguare l’attività della Pubblica Amministrazione italiana al nuovo corso che si sta delineando e in quest’ottica, tutti gli attori coinvolti, le istituzioni e gli operatori, soprattutto, sono chiamati a collaborare per la piena realizzazione del risultato che il legislatore si è posto.Un domani che è più vicino di quanto si possa pensare e con il quale è già opportuno misurarsi fin da ora per non farsi trovare impreparati.

Allora Presidente, il futuro dei demografici è veramente già

Intervista al Presidente di ANUSCA

di Silvia Zini

iniziato?Il nostro Convegno si è onorato di accogliere i principali registi del nuovo progetto che rappresenta il futuro dei Servizi Demografici. Il Direttore Centrale dei Servizi Demografici, il Prefetto Giovanna Menghini e l’ingegner Agostino Ragosa dell’Agenda Digitale Italiana.Dalla loro viva voce tantissimi operatori presenti hanno potuto cogliere la filosofia e le tappe che attenderanno il loro lavoro nei prossimi mesi. Le difficoltà sono tante, non lo neghiamo, le resistenze saranno molte, ma credo che se il nostro Paese vuole emergere da questo stato di difficoltà, che attraversa anche tutti gli angoli della Pubblica Amministrazione sia questo il momento di fare qualcosa.Tutti gli interventi susseguitisi nella prima giornata si sono concentrati su questo: ammodernare la nostra Pubblica Amministrazione richiede un grande impegno come idee, ma soprattutto il coinvolgimento di tutti gli attori interessati: Comuni, Regioni, lo Stato Centrale, le aziende che lavorano in questo settore e soprattutto gli operatori, cui si chiede di aderire con spirito di servizio a questo progetto.

Un futuro che risponde prima di tutto a un obiettivo, quello della realizzazione dell’ANPR, l’Anagrafe della Popolazione Residente. Ma non solo. Altra parola chiave è l’innovazione. Che direzione sta prendendo il cammino dei Servizi

Demografici?Credo che i Servizi Demografici siano la base per riorganizzare l’intera attività della Pubblica Amministrazione nel suo complesso. Sempre più ci si sta rendendo conto di come dal dato anagrafico, se gestito correttamente, possa derivare una semplificazione enorme nei processi amministrativi.Accanto a questa rivisitazione dei processi, esistono servizi che possono essere assicurati ai cittadini con costi nettamente inferiori a quelli che oggi lo Stato sopporta. Questo è il nuovo che noi vediamo, la direzione che secondo noi è quella giusta da intraprendere, anche sulla base dell’esperienza che abbiamo avuto l’opportunità di maturare presso le Istituzioni di altri Paesi. Intravvediamo un Paese che può, con l’impegno di tutte le parti interessati, non solo i Comuni e gli operatori, ma anche le stesse aziende che servono le Amministrazioni comunali, diventare più efficiente e più moderno, ma soprattutto retto da una “macchina dello Stato” meno costosa rispetto a quello che attualmente registriamo.Durante i vari interventi, abbiamo sentito quali sono i problemi da risolvere e le difficoltà, ma devo dire che per la prima volta dopo tanti anni, vedo un vero progetto, in grado di modificare l’attività della nostra Pubblica Amministrazione, che è uno dei temi principali per supportare il contesto produttivo del nostro Paese.Abbiamo sentito per anni parlare di riforme, che poi non si riescono a concretizzare. Questo credo sia il momento buono: ci sono idee, passione, coinvolgimento, e soprattutto professionalità. E’ una sfida importante, che può essere superata con l’apporto di tutti.

Gli operatori hanno colto l’importanza del momento e hanno vissuto il convegno nazionale di ANUSCA come una occasione fondamentale per una crescita

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professionale e di giusto confronto con tutti i protagonisti di un domani vicinissimo.E’ vero. Credo che il convegno di quest’anno abbia dimostrato la passione e la voglia di fare e di contare di migliaia di operatori che sono al servizio delle comunità locali e dello Stato. Un tassello importante in questo progetto è rappresentato dalla professionalità degli operatori demografici, la loro presenza, oggi così folta e il sapere che molti di loro sono qui presenti a loro spese, prendendo giorni di ferie, significa che ci sono ancora dipendenti pubblici che hanno a cuore il lavoro che fanno e il futuro del nostro Paese.Il nostro evento è stato sostenuto ampiamente dai numeri e questo è fonte di grande soddisfazione, per la consapevolezza che ancora una volta ANUSCA è in grado di coagulare l’attenzione di migliaia di operatori.Da un punto di vista della qualità dei contenuti non avevamo dubbi, avendo lavorato sul programma

tanto tempo e con molto impegno, ma in questi casi anche la quantità è importante: la partecipazione era in forte dubbio per una serie di motivi legati alla crisi che attraversa non solo le famiglie ma anche gli enti locali e devo dire che nonostante tutte queste premesse non propriamente positive, i numeri ci hanno ancora una volta dato ragione del nostro impegno e della nostra perseveranza.Nel momento di portare il saluto di ANUSCA alla platea, ho provato un forte senso di emozione, nel vedere una sala così gremita di colleghi di tutte le Regioni italiane. Abbiamo sentito aprirci il cuore di speranza nel futuro, nel constatare che c’è ancora la voglia, nonostante tutto, di essere protagonisti del cambiamento che aspetta il nostro Paese.

Quale viatico gli operatori potranno ricavare, per il proprio percorso futuro, dall’esperienza di Abano Terme?Chi si confronta giornalmente con le esigenze dei cittadini è chiaro che ha sempre uno sguardo rivolto al futuro:

è inevitabile. Per il tipo di rapporto che si stabilisce con l’utenza l’operatore demografico deve avere la capacità di sapere migliorare continuamente la propria professionalità senza rimanere attaccato a procedure che appartengono al passato. Tutto ciò va inserito in un quadro più generale, che già abbiamo detto, di innovazione intrinseca dell’agire amministrativo, attraverso nuovi strumenti e nuove modalità. Da Abano ripartiamo con una grande convinzione, che è quella che per la prima volta dopo tanti anni il nostro Paese si è dotato di una strategia su un grande progetto innovativo che per essere realizzato ha bisogno, ribadisco, della collaborazione, della disponibilità e dell’impegno di tutte le parti coinvolte. Parliamo del Ministero dell’Interno, dell’Agenzia per l’Italia Digitale, delle aziende che devono collaborare e avere un loro spazio riconosciuto, ma soprattutto, e lo sottolineo, di migliaia di operatori grazie ai quali si potrà veramente sperare che nei tempi previsti possa essere messo in campo questo progetto destinato a cambiare il domani di tutti noi.

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TAVOLE ROTONDE: UN SUCCESSO CONSOLIDATOCome da tradizione, ogni giornata del Convegno si conclude con una tavola rotonda su temi di particolare attualità, per approfondire criticità e spunti di discussione offerti dalla platea. Tavole rotonde seguitissime spesso fino a pomeriggio inoltrato.

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Intervista al Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale

RAGOSA: IL DIGITALE CHIAVE DI SVILUPPO PER IL PAESE

Un Convegno Nazionale rivolto al futuro, un futuro che è già iniziato, recitava il titolo

assegnato all’assise 2013. Un futuro che prima di tutto risponde ad un imperativo, individuato come chiave di volta per una trasformazione in senso migliorativo, ovviamente, della nostra Pubblica Amministrazione, l’imperativo della digitalizzazione.L’informatizzazione di documenti e procedure rappresenta un passo che oramai occorre compiere senza resistenze da parte degli attori coinvolti, ma va inserita in un contesto più generale di una rinnovata forma mentis sia delle istituzioni, sia dei pubblici funzionari. L’intervento dell’ingegner Agostino Ragosa, Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ha avuto proprio il senso e la finalità di una riflessione, con gli operatori, riguardo i risvolti di questo nuovo corso che sta intraprendendo la nostra Pubblica Amministrazione. Un occhio dunque allo specifico settore demografico, ma anche una panoramica più di insieme sui significati e le linee evolutive dell’intenso programma di digitalizzazione che tramite l’Agenzia, il Governo italiano si è proposto di coronare.Direttore, l’Agenda Digitale assume una valenza particolarmente importante non solo sul piano nazionale, ma anche in un’ottica europea. Che ne pensa?Sì importante perché il digitale è considerato una delle chiavi di sviluppo dell’economia del Paese e di tutti gli altri Stati europei. La Commissione ha l’intento di far competere, grazie all’informatizzazione, l’economia dell’Europa con quella degli altri continenti. L’Agenda Digitale europea è alla base di questa policy, poi declinata nei vari Paesi: noi abbiamo l’Agenda Digitale Italiana che sta proponendo alcuni progetti abilitanti per lo sviluppo di questa economia. Fra questi progetti, l’Anagrafe unica nazionale, uno dei primi che stiamo realizzando, insieme all’identità digitale, che è un altro concetto importante per semplificare l’accesso ai servizi in rete delle Pubbliche Amministrazioni

Europee e, ancora, il tema del pagamento elettronico, sia come incassi da parte della PA sia come pagamenti alle imprese attraverso la fatturazione elettronica.Questi obiettivi saranno più a portata di mano se sostenuti da una solida infrastruttura.È vero. Stiamo lavorando per la realizzazione di una infrastruttura pubblica, che sia solida e sicura, quindi un sistema pubblico di connettività integrato in un sistema di data center e supportato da avanzatissimi sistemi di sicurezza. Stiamo ridisegnando questa struttura, che risulta fondamentale per l’erogazione dei servizi digitali.Stiamo lavorando assieme alle Regioni e ai Comuni per implementare il sistema pubblico di connettività e consolidare le basi dati, perché riteniamo che il piano nazionale del digitale debba essere realizzato sul territorio e quindi assieme alla Conferenza Stato - Regioni stiamo preparando dei piani regionali per il digitale che attiveranno progettualità sul territorio in questa direzione, in ogni campo del sistema pubblico e del sistema di business. Stiamo non soltanto mettendo in campo la nuova gara del sistema pubblico di connettività, una gara che vale più di 2,5 bilioni di euro, ma stiamo anche avviando il bando di gara per il sistema del cloud. Cloud significa centralizzazione di alcuni servizi ed erogazione degli stessi attraverso le reti a banda larga, sia per gli operatori di sistema della Pubblica Amministrazione, sia, soprattutto, per i cittadini, che naturalmente potranno

fruire direttamente in rete e in modo sicuro di alcuni servizi.Quali vantaggi può dare una Pubblica Amministrazione digitalizzata?Riteniamo che ci siano risparmi importanti da porter fare, prima di tutto con la riqualificazione del sistema che abbiamo attualmente in campo. Non possiamo continuare ad avere in ogni Comune sistemi che necessitano di disaster recovery (l’insieme delle misure tecnologiche e logistico/organizzative atte a ripristinare sistemi, dati e infrastrutture necessarie all’erogazione di servizi a fronte di gravi emergenze che ne intacchino la regolare attività ndr) e business continuity (la capacità di mantenere continuità operativa anche a fronte di eventi avversi ndr). Spendiamo 8 – 10 miliardi di euro l’anno per manutenere fondamentalmente il vecchio. Possiamo inoltre riqualificare la spesa tramite una centralizzazione di alcune funzionalità. Anziché averle in ottomila punti, ad esempio, in ottanta. I risparmi verranno di conseguenza.Dall’altro lato possiamo mettere in campo nuovi servizi che possono facilitare l’uso dei sistemi e dei servizi declinati in senso digitale da parte dei cittadini.Nel semestre a guida europea da parte dell’Italia, ritiene che il nostro Paese potrà fare la differenza, dettando la linea nel settore dell’amministrazione digitale, ambito che possiamo dire sia all’avanguardia?Per primi in Europa, stiamo definendo l’identità digitale che è la chiave di accesso al sistema dei servizi informatizzati. Oggi abbiamo difficoltà nell’utilizzare i servizi di E-gov, perché per ogni servizio dobbiamo ricordarci un pin, una password od utilizzare uno strumento diverso, una carta con chip, una chiavetta. Dobbiamo semplificare questo tipo di accesso. In questo senso, nel semestre di conduzione europea, possiamo farci propositori di una proposta di legge che a livello europea definisca l’identità digitale, ritengo che potrà essere la chiave di volta.

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Intervista al Vice Capo Dipartimento Vicario Riccardo Ubaldi

AVANTI CON IL DIGITALE, MA ATTENZIONE ALLA RISERVATEZZA DEI DATI

Il Ministero dell’Interno, presente in forze al Convegno Nazionale di ANUSCA, è stato rappresentato dal

Prefetto Riccardo Ubaldi, Vice Capo Dipartimento Vicario Affari Interni e Territoriali, che è intervenuto come coordinatore della prima giornata dei lavori, portando il saluto del Capo Dipartimento, il Prefetto Umberto Postiglione, trattenuto nella Capitale per impegni istituzionali.Il Prefetto Ubaldi non ha mancato di coordinare con autorevolezza e puntualità gli interventi che si sono alternati, conducendo la platea a una riflessione approfondita sulle prossime novità che caratterizzeranno il domani dei Servizi Demografici.

Signor Prefetto, la prima giornata dei lavori del Convegno di ANUSCA non poteva prescindere dal tema ANPR, con un accento sulla digitalizzazione dei Servizi Demografici. Quali sono le risultanze degli interventi ascoltati in sala?Il convegno annuale di ANUSCA rispetta la tradizione di essere un’assise di grande interesse e mantiene, in ogni edizione, alto il livello della qualità degli interventi.Si sono alternate relazioni importanti e interessanti, tra esse abbiamo avuto una riflessione sulla digitalizzazione, che rappresenta il prossimo futuro, e sulla riservatezza dei dati. L’interesse della platea è stato alto perché la tutela dei dati diventa di primaria importanza in un contesto in cui l’Amministrazione è aperta nei confronti del cittadino.Altro aspetto che è stato messo in luce è stato quello relativo all’ANPR. Ho sottolineato che l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente rappresenta un salto di qualità rispetto al passato perché porta a livello nazionale e centrale, quella che, oggi, è la memoria depositata presso i singoli Comuni. Gli operatori non devono vedere sminuita la loro importanza: in realtà, ANPR rappresenta un ottimo biglietto da visita nei confronti dell’Europa. Non a caso, a

livello governativo, ci siamo impegnati ad inserire la nuova Anagrafe nell’Agenda del Governo italiano per il semestre di presidenza che inizierà il 1 luglio 2014.È avvertita l’esigenza che non ci sia un’Europa dei tecnocrati, che non sia l’Europa della burocrazia, come appare e, in certi casi, è effettivamente, ma sia soprattutto l’Europa dei cittadini. Imporre a livello europeo questa nuova modalità di gestire l’anagrafe, come modello sia di conoscenza qualitativa, sia quantitativa, ma anche delle dinamiche di movimento della popolazione, può essere un passo per essere, una volta tanto, più europei degli altri.Mi sembra un discorso importante, molto apprezzato e ben colto dalla platea.Tutto questo si inserisce in un modo nuovo di pensare alla nostra Pubblica Amministrazione, nel segno di una trasparenza che si deve anche conciliare con il principio di riservatezza dei dati. Non a caso, Lei ha sottolineato più volte il ruolo del Garante per la protezione dei dati personali.Nel passato avevamo Pubbliche Amministrazioni che erano Moloch impenetrabili al cittadino. Oggi l’Amministrazione è aperta, ma il cittadino va anche difeso: l’esigenza di trasparenza è sacrosanta e viene tutelata dalle norme, ma oggi è forte il rischio che ognuno si costituisca una propria banca dati, con il fenomeno del datagate. E’ un problema che ho posto al Garante, affinchè venga posta all’attenzione del Parlamento la necessità di intervenire

in caso di violazioni non soltanto con sanzioni pecuniarie, ma con interventi più decisi quali l’oscuramento dei dati ad esempio. Il codice per la protezione dei dati personali è del 2003, forse va rivisto, anche ad un livello superiore del Garante. Gli operatori avvertono il problema, perché si vedono da un lato destinatari di responsabilità penali e dall’altro si rendono conto che chiunque può realizzare una banca dati frugando nella vita del cittadino. Dobbiamo restituire dignità alla sfera privata del cittadino, altrimenti cadiamo nella barbarie giuridica.

33° Convegno Nazionale ANUSCA

ABANO TERME - PDClassifica Regionale

di Presenze

01. VENETO 25902. EMILIA ROMAGNA 13903. LAZIO 11304. LOMBARDIA 6705. PUGLIA 5606. SICILIA 4207. PIEMONTE 4108. FRIULI VENEZIA GIULIA 3709. CALABRIA 3610. CAMPANIA 3511. SARDEGNA 2912. TOSCANA 2613. UMBRIA 2314. TRENTINO ALTO ADIGE 1715. ABRUZZO 1716. MARCHE 1517. LIGURIA 1518. MOLISE 619. BASILICATA 320. VALLE D’AOSTA 2

RAPPRESENTANTI DELEGAZIONIESTERE 1

TOTALE PRESENZE

N. 979

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Fra i protagonisti del Convegno Nazionale di ANUSCA, un ruolo importante nel confronto con

gli operatori e nell’approfondimento dell’immediato futuro della Pubblica Amministrazione italiana è stato giocato dal Direttore Centrale dei Servizi Demografici del Ministero dell’Interno, il Prefetto Giovanna Menghini. La Direzione del Prefetto Menghini è in prima fila nella realizzazione dell’Anagrafe della Popolazione Residente, un sistema destinato a centralizzare il dato anagrafico e pensato per renderlo fruibile anche da altre Pubbliche Amministrazione nell’ottica di un maggiore risparmio di risorse e di semplificazione delle procedure amministrative. L’ANPR porterà non solo una rivoluzione copernicana nel lavoro degli uffici anagrafici, ma dalla sua creazione ne ricadranno immediati effetti anche per quanto riguarda lo stato civile e gli adempimenti elettorali.Il Convegno Nazionale di ANUSCA è stato colto dunque quale occasione ideale per fare il punto sullo stato dell’arte e delineare gli scenari del prossimo futuro.Da sottolineare come l’intervento del Direttore Centrale sia stato salutato da un grande applauso degli operatori, a suggello di una collaborazione con l’Associazione, che perdura oramai da molti anni e con proficui risultatI.

La nostra presenza ad Abano Terme al 33° Convegno Nazionale di ANUSCA - ci conferma infatti il Prefetto Giovanna Menghini - vuole proprio testimoniare la nostra partecipazione, affettuosa, professionale e istituzionale alle attività che in questo momento stanno investendo gli uffici demografici in conseguenza di queste grosse riforme, organizzative e strutturali recate dalla legge 221/2013, che richiede, per la sua compiuta attuazione, un grosso sforzo da parte dei Comuni e soprattutto degli operatori demografici.Operatori che ho visto attenti come non

Intervista al Direttore Centrale dei Servizi Demografici

UN’ANAGRAFE NUOVA, INFORMATIZZATA, INTEROPERABILE

mai, attenti partecipativi anche durante le pause. Hanno proprio colto l’importanza di questo momento aggregativo rappresentato dall’assise nazionale di ANUSCA e quindi hanno potuto sfruttare ogni momento di vicinanza fra di loro e con noi del Ministero: quando abbiamo potuto, abbiamo cercato di offrire il nostro supporto anche in termini di risposta a quesiti o di indicazione di linee evolutive. Siamo veramente molto contenti, anche se non nascondiamo che nei prossimi mesi avremo delle difficoltà attuative in una riforma così importante, ma cercheremo di essere ottimisti. Ci sono problemi, ma dobbiamo trovare delle soluzioni, tutti insieme.

Il titolo scelto per il Convegno di quest’anno è paradigmatico. Il futuro dei Servizi Demografici, che è già iniziato, si chiama prima di tutto ANPR. Un’anagrafe nuova che consolida e consacra il ruolo della digitalizzazione dell’agire amministrativo.Attualmente l’anagrafe è digitalizzata perché trascinata dall’INA. L’obiettivo è quello di realizzare un’anagrafe centralizzata che dovrà essere interoperabile con le altre Pubbliche Amministrazioni che vi accederanno, ma anche con le anagrafi comunali, perché, attenzione, nei Comuni c’è l’anagrafe della popolazione residente, ma anche tributaria, elettorale. Si tratta di una base dati che dovrà consentire di continuare a svolgere i servizi all’interno del Comune ed essere costruita

tecnologicamente per non essere di ostacolo ai fruitori dell’anagrafe stessa.Dunque sarà una anagrafe nuova, informatizzata, interoperabile. Particolare attenzione verrà riservata al principio di privacy. I dati anagrafici sono personali e come tali vanno sottoposti alla protezione prevista dal codice di riservatezza dei dati. Già con INA abbiamo messo in piede delle cautele, lo stesso si dica in sede di progettazione del sistema di ANPR: tutti i decreti relativi alla nuova anagrafe hanno avuto il parere favorevole del Garante.

Il Suo intervento ha riguardato le strategie del Ministero, che avranno un impatto sulla macchina amministrativa per la realizzazione di diversi obiettivi.A volte si usa la parola strategia per indicare una tattica volta ad evitare. Noi, invece, usiamo la parola strategia per indicare un piano di azione; in questo momento abbiamo bisogno di essere chiari e concreti. Al Convegno di Abano Terme, ho visto la partecipazione di altre importanti realtà istituzionali del settore, quali l’Agenzia per l’Italia Digitale, il Garante della Privacy, una presenza che non solo riconosce il ruolo di ANUSCA, ma anche quello degli operatori demografici che spesso si sentono trascurati. Occorre cogliere l’intervento di queste Autorità in questa assise come segno di attenzione e gli operatori debbono tornare a casa rafforzati, consolati nelle difficoltà che hanno, nella consapevolezza che chi sta al centro condivide la complessità della loro attività. Come ho sottolineato nel mio intervento, l’informatizzazione dell’anagrafe comunale attraverso l’anagrafe nazionale della popolazione residente comporterà subito dopo l’informatizzazione dello stato civile, peraltro attesa da alcuni anni. Non posso fare previsioni di tempi, perché

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dobbiamo anche rispettare il principio di economicità dell’azione amministrativa, basilare di tutta l’impalcatura. Abbiamo cominciato a porre mano a questa informatizzazione attraverso un decreto, per consentire agli operatori demografici di utilizzare un formato che sia più compatibile con la successiva digitalizzazione. Sono contenta dell’accoglienza positiva di questa notizia, che effettivamente ci fa toccare con mano, che il problema è sentito e la direzione in cui stiamo andando è quella attesa. Ho captato un interesse della platea anche verso la formazione erogata con il sistema telematico. Per la formazione on line abbiamo costituito un gruppo di studio, che si è già riunito presso la sede dell’Accademia, formato da esperti ANUSCA, da esponenti ANCI, per mettere

a punto le materie. Dovremo quindi vedere ora le modalità di erogazione, per offrire agli operatori demografici quella

formazione a distanza che ci viene chiesta, con un aspetto interattivo che la rende più interessante.”

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AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE: SOS ANUSCA….IL SERVIZIO CONTINUA

Continua il gradimento per il servizio “Amministrazione trasparente: SOS ANUSCA”: centinaia di Comuni ne hanno già richiesto l’attivazione per adempiere correttamente agli obblighi di pubblicazione e trasparenza secondo le indicazioni dell’articolo 35 del decreto legislativo 33/2013.Il servizio propone, relativamente ad oltre 60 procedimenti demografici, tutti gli elementi che la norma prescrive debbano comparire sui siti comunali. L’adempimento era previsto per lo scorso 30 settembre, ma chi ancora non l’ha fatto deve mettersi in regola quanto prima.La delibera 71/2013 della CiVIT prescrive verifiche precise quindi è opportuno aver adattato in maniera adeguata i siti: viene individuata all’articolo 3, una attività di vigilanza e controllo sul rispetto delle prescrizioni e sulla corrispondenza dei dati contenuti su un campione di Amministrazioni operata sia da parte delle CiVIT stessa sia da parte della Guardia di Finanza. Per questa ragione, ANUSCA continua a mettere a disposizione il servizio di consulenza, che comprende gratuitamente anche tutti gli aggiornamenti già realizzati e quelli che si renderanno necessari.Per richiedere il servizio occorre compilare il coupon scaricabile dal sito www.anusca e inviarlo via fax allo 051942733 o via email a [email protected] unitamente alla ricevuta di versamento effettuato sui conti indicati nella sezione dedicata del costo del servizio.Ricevuta questa documentazione, la segreteria provvederà a inviare all’indirizzo email indicato i contenuti del servizio. Ulteriori informazioni possono essere reperite nella sezione del sito dedicata al servizio.

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IL FUTURO DEI DEMOGRAFICI È GIÀ INIZIATO:MOLTO LAVORO ANCHE PER IL GARANTE DELLA PRIVACY

Il tema di una massiccia digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana non può

prescindere da, come è stato da più relatori giustamente osservato, una puntuale e attenta tutela del dato personale dei cittadini, che molto spesso costituisce il cuore dell’informazione trattata dai Pubblici Uffici. Il trend è verso una maggiore trasparenza dell’agire amministrativo, ma occorre anche non perdere di vista un principio di riservatezza che va quanto mai tutelato, in maniera proporzionalmente intensa al perfezionarsi delle tecnologie informatiche. Al Convegno ANUSCA si è parlato del futuro dei Servizi Demografici, all’insegna di una sempre più pregnante informatizzazione e proprio per questo, accanto alle strategie operative che disegnano il domani dei nostri uffici, non poteva mancare un confronto con l’organo che per il nostro ordinamento è deputato a tutelare la riservatezza dei cittadini. Ad Abano, infatti, presenti Licia Califano, membro del collegio del Garante per la protezione dei dati personali e il Direttore Dipartimento Libertà Pubbliche e Sanità presso il Garante Claudio Filippi, che prima di tutto hanno precisato i contorni di questa Authority: L’Autorità Garante risponde a un’esigenza europea, per cui esiste in ogni Paese un organo di questo genere, volto a garantire il rispetto delle regole nella circolazione dei dati. Questo per quanto attiene l’aspetto funzionale. Per quanto riguarda l’aspetto soggettivo, si tratta di un collegio di individui nominati dal Parlamento, due dal Senato e due dalla Camera per sette anni, che rappresentano, per questo lasso di tempo, ciò che la collettività sente riguardo la riservatezza dei dati personali.Il concetto di privacy sta cambiando: l’esplosione delle nuove tecnologie inevitabilmente incide anche sulla riservatezza delle informazioni. Quanto mai sensibile alla problematica anche il settore anagrafico.

Intervista al Garante Privacy

La riservatezza sta cambiando forzatamente – conferma la professoressa Califano - perché c’è una maggiore circolazione delle informazioni; il punto è come tutelare correttamente i dati inseriti in tutte le banche dati.Ci sono criticità quali la indicizzazione e la tracciabilità dei dati personali (individuabili tramite motori di ricerca), la riutilizzabilità, i tempi di pubblicazione, in termini di durata eccessiva. Sono problemi che violano i principi di tutela essenziali e già codificati e, in ultima analisi, la dignità della persona. In questo momento il Garante ha diverse problematiche da trattare.

Occorre consolidare il problema della trasparenza nella Pubblica Amministrazione che rappresenta un punto d’approdo importante, di visibilità dell’azione amministrativa. Essa non deve diventare visibilità del cittadino e trasparenza dei dati che lo riguardano, incidendo sulla dignità della persona. In questo senso, l’autorità garante non solo ha avuto un ruolo importante nella fase della predisposizione del parere dato al Governo, ma anche nel prossimo futuro, nella definizione delle linee guida in caso di violazioni e in un intervento puntuale in caso di segnalazioni da parte dei cittadini.

TUTELATI PER TEMPO CON LA POLIZZA ANUSCA

Dati del tesseramento alla mano, oramai l’82% degli associati di ANUSCA ha scelto la quota comprensiva di polizza assicurativa, che a prezzi assolutamente vantaggiosi, consente agli operatori di garantirsi la tranquillità che la compagnia assicurativa risponda in caso di richieste di risarcimento danni in caso di errori commessi anche con colpa grave. Il lavoro negli uffici si complica, le norme si rivelano di sempre più difficile applicazione e parallelamente evolvono i bisogni espressi dal cittadino allo sportello: poter contare su un “paracadute” di questo genere è quanto mai importante.Ricordiamo però che la polizza assicurativa copre rispetto a eventuali pretese risarcitorie se è stata attivata PRIMA che l’interessato abbia notizia ufficiale e contestazione formale dell’addebito, quindi per dare prosecuzione alla tutela invitiamo gli operatori che già hanno scelto questa opportunità a provvedere tempestivamente al rinnovo 2014. Si sono verificati casi in cui gli operatori da un anno all’altro non hanno compiuto la medesima scelta: nonostante la polizza si attivi anche in maniera retroattiva per fatti risalenti ai due anni precedenti, tale tutela opera solo se la polizza viene rinnovata senza soluzione di continuità.

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MANCINI (ISTAT): “CENSIMENTO PERMANENTE, UNO SGUARDO AL FUTURO”

di Sauro Dal Fiume

Il Censimento permanente è una “novità molto importante non solo per il Ministero dell’Interno, ma anche

per tutti i Comuni”, come ha detto a Abano Terme il Direttore Centrale per i Servizi Demografici del Ministero dell’Interno, Giovanna Menghini, un’affermazione condivisa da Andrea Mancini, Dirigente Dipartimento per i Censimenti e gli archivi amministrativi e statistici ISTAT, intervenuto al 33° Convegno Nazionale ANUSCA proprio sulle “prospettive del Censimento permanente e le prossime sperimentazioni”.Dr. Mancini, finalmente novità e concrete prospettive in vista per i Censimenti?Stiamo guardando al futuro perché il Censimento decennale ha un difetto grande: è troppo raro nel tempo, in quanto fornisce delle informazioni una volta ogni 10 anni. E quando escono queste informazioni censuarie, di fatto, sono già vecchie… L’idea portata dal DL 179 è quella di arrivare ad avere risultati annuali e per fare questo bisogna fare affidamento sull’uso statistico dei dati amministrativi ed in particolare dei dati anagrafici. Abbiamo utilizzato fortemente le Anagrafi nell’ultimo Censimento ed abbiamo anche registrato un miglioramento continuo della qualità intrinseca di questi dati.In più c’è una prospettiva importante data dall’Agenda per l’Italia Digitale che è quella dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), un sistema ancor più centralizzato che porterà ad un ulteriore incremento della qualità dei dati anagrafici. Il conteggio di popolazione, il conteggio degli individui e delle famiglie potrà essere fondato su questi dati amministrativi. Serviranno poi le rilevazioni campionarie per il completamento delle informazioni, anche perché il Censimento non serve solo a contare ma a conoscere i territori e le famiglie che stanno sul territorio.Pilastro della rilevazione campionaria saranno le famiglie prese “a campione” dal 1° gennaio

33° Convegno Nazionale ANUSCA

2016 ed il ruolo dei Comuni?I primi cinque anni del Censimento permanente saranno di ‘accumulo di informazioni’, in particolare per i Comuni più piccoli. Queste metodologie statistiche le stiamo studiando con molti colleghi di altri Paesi e da questo punto di vista ci aspettiamo un grosso risparmio, in primo luogo per i contribuenti italiani, perché i costi diretti saranno molto più bassi di un Censimento decennale, puntando sempre più sulle tecnologie come l’uso di internet.

L’uso dei dati amministrativi consente di cambiare. Sino ad oggi i Comuni hanno fondamentalmente dato servizi all’ISTAT; ecco, con questo maggiore uso dei dati amministrativi, con il Censimento permanente, in qualche modo cambia questo flusso. Già oggi abbiamo informazioni da integrazione di base-dati amministrative differenziate che possono essere utili alle Amministrazioni locali, sia per la pianificazione territoriale sia per la pianificazione delle proprie politiche pubbliche.Con il Censimento permanente, si potrà definitivamente dire addio al Censimento decennale, costato per quello del 2011, ben 590 milioni di euro?Nelle nostre prospettive rispondo sì. Ovviamente ci saranno dei passaggi istituzionali che bisogna curare, in particolare la “Legge Censuaria” che sinora è sempre stata emanata dal

Parlamento sulla base decennale. Quindi dovrà essere basata su un altro criterio che sostanzialmente è quello della continuità. Un primo atto normativo c’è già stato: si tratta dell’art.3 del Decreto legge 179 (commi 1 e 3) che ci consente di sperimentare, utilizzando i residui dello stanziamento del 2011. Abbiamo le risorse per andare avanti, ma i tempi sono già stretti per fare una nuova normativa e quindi serve muoversi nel 2014-2015.Ci sarà un Comitato Scientifico in ISTAT per la preparazione del Censimento?Un’operazione di questo genere ha bisogno delle menti non solo dell’ISTAT, ma anche dell’Accademia, delle Università, dei Comuni stessi. In particolare devo dire che ANUSCA è stata tra le prime a designare i propri rappresentanti in questo Comitato Scientifico che ha cominciato i propri lavori il 5 dicembre.Il Convegno nazionale ANUSCA ha vissuto la 33esima edizione: che ne dice?La prima volta che ho partecipato al Convegno ANUSCA è stato a Salsomaggiore, dopo aver preso l’incarico nel 2006 di predisporre i Censimenti del 2010 e 2011. Appena sono entrato nella Sala plenaria, mi sono trovato davanti ad una gigantesca platea di persone che stavano discutendo di un sacco di cose in modo molto, ma molto partecipato. Ecco, la prima impressione che ho avuto di ANUSCA è stata di grande partecipazione e credo che nel tempo questa cosa si sia sempre più confermata.Ritengo ANUSCA un ‘corpo tecnico’ che considero di assoluto rilievo e, nello stesso tempo, anche un’Associazione molto partecipante alle questioni. Ed in un momento di innovazione come questo, con l’Agenda dell’Italia Digitale, ANUSCA è sicuramente una ricchezza per l’Italia e spero davvero che questo sia compreso a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione italiana. Ripeto, per me ANUSCA è un corpo tecnico che sa fare ‘rete’ e oggi l’Italia senza ‘reti’ non va avanti!

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Nella seconda giornata del 33° Convegno nazionale ad Abano Terme è intervenuto Luigi

Balestra, Professore Ordinario di Diritto Civile – Università degli Studi di Bologna per parlare di nuovi modelli di famiglia e delle indicazioni per chi quotidianamente svolge il ruolo dell’Ufficiale di stato civile.La riforma della filiazione – da spiegato il Prof. Balestra - introduce novità di rilievo per gli Ufficiali di Stato Civile, perché vi sono significativi cambiamenti, ad esempio in materia di accertamento dello status e questo si ripercuote non poco nelle attività che quotidianamente gli USC sono chiamati a compiere. Unicità, perché?...Aggettivare significa

33° Convegno Nazionale ANUSCA

NUOVI MODELLI FAMILIARI

di S. D. F.

differenziare delle posizioni. La tendenza degli Ordinamenti a livello europeo è stata, invece, nel senso di unificare lo status, quindi lo status del figlio è lo

stesso sia che i genitori siano uniti o no in matrimonio e questo è un aspetto importante perché prevalentemente accentra l’attenzione sulla posizione del figlio e non guarda la posizione dei genitori.L’introduzione della filiazione unica costringerà a fare delle riforme, in particolare quella del DPR 396, soprattutto per la scomparsa del concetto di naturalità dei figli. Questo ha anche delle ripercussioni sul cognome e su altre caratteristiche dello Stato Civile, che Balestra ha motivato perché scompare la dicitura figlio naturale e figlio legittimo e

33° Convegno Nazionale ANUSCA

REVISIONE DELLE NORME DI DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO SULLA FILIAZIONE

di S. D. F.

Nella filiazione c’è una norma base che viene mantenuta: riguarda l’art. 33 comma 1.

Questo significa che per accertare lo stato di figlio, di qualsiasi figlio si tratti, bisogna richiamare la legge nazionale del figlio. Da questo punto è partita la relazione di Roberta Clerici, professore ordinario di Diritto Internazionale privato dell’Università degli studi di Milano intervenuta al 33° Convegno ANUSCA sul tema “La revisione delle norme di diritto internazionale privato sulla filiazione”. Per favorire il minore – ha spiegato la prof.ssa Clerici – o per favorire l’accertamento dello status di un minore, nel nuovo decreto legislativo verrà aggiunta la legge nazionale del figlio, quella di un genitore se è più favorevole a tale accertamento, senza dimenticare però la legge di applicazione necessaria che deve essere applicata nei casi più problematici, cioè qualora la legge nazionale del genitore o del figlio, non permetta di arrivare all’accertamento di uno status, ovvero allo status di figlio.

Questo perché è importante che la realtà biologica emerga nel mondo del Diritto, anche se la verità biologica non sempre corrisponde alla verità giuridica… Nel caso ad esempio di contratto di maternità surrogata, dove abbiamo tre madri coinvolte, ci si chiede ‘ma di chi è il figlio?’ e vien da dire che se questo contratto è lecito secondo una legge straniera, ad un certo punto sarà la legge straniera che ci dirà di chi è il figlio. Questo significa affidarsi alla legge straniera per superare la realtà biologica, a favore della verità giuridica.Per l’articolo 35, la prof.ssa Clerici ha

spiegato che finalmente gli Ufficiali di stato civile vengono sollevati da un grosso problema: quello relativo all’accettazione del riconoscimento di un figlio naturale da parte di un padre che non può riconoscerlo, perché nel suo ordinamento nazionale non è prevista la filiazione naturale e parliamo di padri cittadini di Stati con ordinamento islamico. La nuova legge favorisce gli USC perché introduce una norma di applicazione necessaria prevedendo che, nel caso il riconoscimento non sia possibile come dicevamo, si applica la legge italiana e così scompaiono tutti i problemi di valutazione, ecc. che esistevano. Considerazione conclusiva dedicata allo Stato Civile, materia molto vasta per la quale serve davvero tanta passione, ed in particolare al Diritto Internazionale privato che in passato era riservato a dei casi abbastanza rari, adesso invece…e non parliamo solo della mobilità internazionale, ma dell’immigrazione in Italia! Si moltiplicano i casi cosiddetti transazionali.

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IL VALORE DELLA FORMAZIONE NEL NUOVO QUADRO NORMATIVOdi Romano Minardi

Sintesi della relazione tenuta al Convegno Nazionale ANUSCA di Abano Terme

Il sapere e la conoscenza sono la seconda natura dell’uomo; dunque non ci sarebbe alcun

bisogno di altri motivi per fondare la giustificazione dell’impegno sociale in quella direzione. Tuttavia, la formazione ha assunto un diverso valore a seconda dell’epoca e delle priorità sociali del nostro Paese. Nella fase di maggior sviluppo (anni 50/60 del secolo scorso) si è passati attraverso una sorta di “economia dell’istruzione”, diretta a dimostrare, la correlazione positiva tra sviluppo dei livelli di istruzione e di formazione della società, e dinamica dello sviluppo economico. Le analisi più recenti non si discostano sostanzialmente da queste conclusioni, anche se è cambiato il tipo di approccio. Si tende a mettere in correlazione la formazione con l’importanza della “risorsa umana” nello sviluppo dell’impresa e dell’economia. L’Unione Europea dal 2000 sta portando avanti la cosiddetta “strategia di Lisbona”, in base alla quale si riconosce che l’istruzione e la formazione svolgono un ruolo chiave nella trasformazione e nello sviluppo dell’Unione. Il programma “Istruzione e formazione 2020” è un quadro strategico aggiornato per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione che individua degli obiettivi strategici comuni per gli Stati membri, incluso un certo numero di misure volte a raggiungere gli obiettivi stabiliti. L’obiettivo fondamentale è quello di affrontare le sfide sostanziali che l’Europa deve superare per diventare un’economia basata sulla conoscenza e rendere l’apprendimento permanente una realtà per tutti.La spesa in istruzione e formazione, misurata in rapporto al Pil, rappresenta uno degli indicatori chiave per valutare le politiche attuate in materia di crescita e valorizzazione del capitale umano.

I dati Istat forniscono un quadro significativo della collocazione dell’Italia in ambito europeo, in merito agli investimenti destinati alla formazione. L’Italia, secondo i dati del 2010, si colloca al 22° posto della classifica degli Stati europei, con una spesa pari al 4,5 in percentuale al Pil (nel 2012 è scesa al 4,2), contro l’8% della Danimarca e il 7% di Svezia e Inghilterra che occupano i primi posti di questa classifica.La media europea è del 5,3.Naturalmente, si tratta di dati complessivi e comprensivi di tutta l’istruzione e la formazione; giustamente, come è naturale che sia, circa il 90% della spesa è destinata alla scuola, compresa la formazione universitaria; nel restante 10% vanno

comprese tutte le altre voci di spesa in formazione professionale giovanile, formazione per adulti, sia di carattere generale che professionale.Questi dati ci dicono che la spesa per la formazione nel nostro Paese è insufficiente; tuttavia, va detto che l’investimento in formazione, in questa fase storica sempre più invocato come necessario, ha un elevato fattore di rischio e dunque richiede scelte attente e selettive sugli oggetti e sui costi dell’investimento stesso. Per essere più chiari, con risorse pubbliche così limitate e in un periodo di profonda crisi economica generale, non si può sbagliare la scelta di cosa e di chi finanziare in nessun settore della spesa pubblica, compreso quello della formazione!

Chi non ha le carte in regola per professionalità, esperienza, affidabilità e trasparenza non può e non deve ottenere finanziamenti pubblici; per la semplice ragione che non solo l’Italia, ma l’Europa intera non se lo può permettere. Questo non significa che non si debba investire; anzi, al contrario, più l’investimento è mirato e selettivo, più sarà in grado di raggiungere risultati eccellenti, in linea con le scelte strategiche dell’Italia e dell’Unione Europea.Il giudizio su ciò che è stato fatto fino ad oggi per i servizi demografici in materia di formazione è sicuramente positivo!L’impegno personale, professionale e finanziario del Ministero non avrebbe potuto essere più importante ed efficace. Lamentarsi è lecito, chiedere di più è doveroso, ma nessuno di noi può dimenticare le iniziative, i progetti, i corsi di abilitazione, di aggiornamento e riqualificazione, le risorse faticosamente ottenute proprio per merito del Ministero a favore degli operatori demografici, ai quali nel 2007, da un giorno all’altro, furono trasferite tutte le competenze in materia di riconoscimento del diritto di soggiorno dei cittadini comunitari!E la nascita dell’Accademia, fortemente voluta dal Presidente Anusca Paride Gullini, non poteva e non potrà avere un futuro senza il sostegno convinto e concreto del Ministero.Per parte sua l’Anusca è orgogliosa di avere potuto collaborare con i Dirigenti e i funzionari del Ministero, mettendo al servizio degli operatori demografici, in una sinergia positiva e di alta potenzialità, tutta la sua esperienza, la professionalità della sua organizzazione e dei suoi collaboratori, le idee e i progetti dei suoi dirigenti.Insieme, pensiamo di avere fatto un buon lavoro; e ci confortano in questo le parole di moltissimi colleghi e operatori, vecchi e nuovi, che riconoscono un fatto, peraltro inconfutabile, e cioè che:

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(continua da pag. 14)

SCEGLI LA QUOTA D...E IL TUO COMUNE RISPARMIA!SCOPRI COME...

“senza l’Anusca” e, per le motivazioni che ho appena citato, dobbiamo doverosamente aggiungere “senza il Ministero dell’Interno”, gli operatori dei servizi demografici non sarebbero stati in grado di affrontare e gestire le tante novità legislative, informatiche, organizzative, addirittura vere e proprie riforme basilari per la costruzione di un Paese moderno e in grado di sostenere le sfide dell’integrazione europea. Ormai, tutto passa attraverso la corretta gestione delle banche dati dei servizi demografici e della loro interoperabilità con tutti i soggetti, pubblici e privati gestori di servizi di pubblico interesse; in particolare, gli obiettivi dell’Agenda digitale non potranno essere raggiunti senza l’istituzione e la piena operatività dell’ANPR: la banca dati nazionale indispensabile per far funzionare il Paese nel prossimo futuro; e se la formazione ha avuto, nel passato un ruolo fondamentale, siamo certi che nel presente e nel futuro, questo ruolo assumerà una rilevanza ancora maggiore.E, dunque, se è vero che “squadra che vince non si cambia”, dobbiamo continuare nella strada intrapresa, confermando la sinergia ampiamente collaudata fra il Ministero e l’Anusca. E però, è anche vero che una squadra

che vince si può anche rafforzare; e dunque, per ottenere questo risultato, l’Anusca ha già messo in campo tutte le sue energie per essere pronta ad affrontare le sfide del futuro, in particolare con la creazione di un “campus” della formazione in grado di sostenere l’aumento inevitabile dei bisogni formativi nella pubblica amministrazione, della qualità e della specializzazione. E tuttavia l’Anusca, da sola, non può farcela; i finanziamenti per la formazione continua provengono soprattutto dalle imprese e sono destinati al settore privato, sebbene anche questi risultino insufficienti. L’Anusca, da sempre, svolge la sua funzione al servizio del settore pubblico e, in particolare, dei servizi demografici, di competenza funzionale del Ministero dell’Interno. È necessario, quindi, che l’impegno e il sostegno che il Ministero ha garantito fino ad ora, sia mantenuto e, se possibile, intensificato. D’altronde, nessuno di noi ha dei dubbi su questo; conosciamo bene la professionalità e il senso di responsabilità dei funzionari ministeriali della Direzione Centrale dei Servizi Demografici, a cominciare dal suo Direttore; piuttosto ci preoccupa la perdurante situazione di crisi e ci preoccupano i cosiddetti “tagli lineari” da tutti criticati, ma che poi risulta sempre difficile abbandonare.

Il nostro auspicio e la nostra speranza è quella di poter assistere, da oggi e per il futuro, ad un incremento delle risorse destinate alla formazione, nella piena consapevolezza che si tratti non di una spesa, ma di un investimento. C’è un ultimo aspetto che riguarda la formazione e che non va sottovalutato: si tratta delle diverse tecniche formative; in pratica delle modalità con le quali si intende raggiungere il maggior numero possibile di utenti potenziali, con i minori costi e la maggiore efficacia. Il Ministero dell’Interno, anche per effetto delle limitate disponibilità economiche, ha coinvolto l’Anci e l’Anusca con l’obiettivo di ripensare le modalità formative tradizionali, al fine di elaborare una strategia che introduca anche nei servizi demografici le più moderne tecniche di formazione a distanza, senza tuttavia abbandonare i più collaudati e apprezzati sistemi formativi “in aula”, che consentono un più diretto e personale contatto con il docente, oltre al valore aggiunto costituito dalla conoscenza reciproca fra colleghi e dallo scambio di esperienze di lavoro (best practice). Stiamo lavorando per questo e per ottenere risultati migliori con costi più contenuti.

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(continua da pag. 4)

alla Regione Veneto, all’ANCI, all’ISTAT ed al Comune di Abano Terme per il Patrocinio e l’adesione al Comitato

d’Onore.Ma è a Voi, cari Colleghe e Colleghi che vanno i nostri più sinceri sentimenti di gratitudine per avere assicurato, nonostante le difficoltà che tutti

conosciamo, la Vostra presenza ai lavori, consentendoci di proseguire in un percorso che dura ormai da 33 anni. Grazie.

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Fra i “piatti forti” del Convegno ANUSCA, da sempre, possiamo annoverare il momento “L’esperto risponde subito”: in una saletta dedicata, i partecipanti, a orari e turni prestabiliti, possono contare sulla disponibilità e il sapere dei docenti dell’Associazione per chiarire dubbi e semplificare difficoltà operative incontrate nel lavoro quotidiano.Quest’anno al Convegno una novità: oltre alla turnazione indicata nel vademecum, alle porte della saletta dedicata, era stato predisposto un sistema di gestione della fila offerto dall’azienda Ermes s.r.l. (www.ermes-online.it) per prenotare il proprio appuntamento dai consulenti. Ogni

AL CONVEGNO ANUSCA…L’ESPERTO RISPONDE SUBITO

partecipante interessato ad avvalersi della consulenza degli esperti, servendosi del monitor touch screen del totem, ha potuto prenotare il proprio momento di confronto con l’esperto individuato per materia di competenza, in maniera semplice e intuitiva. Grazie a questo sistema e al monitor che indicava il tempo di attesa prima del proprio turno, i parecipanti non erano costretti ad aspettarlo in coda. Gli esperti muniti di telecomando, invece, potevano far avanzare la coda senza alcuna difficoltà. Puntualità, organizzazione e tanti quesiti risolti….anche in questo il Convegno ha centrato l’obiettivo.

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quindi bisogna apportare una correzione per quel che riguarda tutti questi profili. Indubbiamente l’unificazione comporterà che l’applicazione della disciplina debba essere la stessa, fermo restando che rimane un aspetto di differenza non trascurabile, nella misura in cui le modalità di accertamento dello status rimangono differenti. Lo status viene accertato in maniera pressoché automatica quando si tratta di figlio nato all’interno di una relazione matrimoniale, mentre occorre un atto del genitore, il riconoscimento o l’avvio di una procedura giudiziaria quando si tratta di figlio fuori dal matrimonio. Al termine della sua relazione, il Prof.

Balestra non si è sottratto a dare un parere sul ruolo di ANUSCA dopo questi 33 anni d’attività. Il ruolo di ANUSCA è fondamentale – ha detto il docente dell’Università di Bologna - perché è “aggregatrice” e al tempo stesso svolge un importante ruolo di formazione. Un Ufficiale di Stato Civile per tutte queste problematiche che attengono allo status, alla cittadinanza, è in prima linea ed è chiamato alla risoluzione di questioni assai complesse e quindi il poter contare sul supporto di un’Associazione qual è ANUSCA, consolidatasi ormai nell’arco di più di trent’anni, penso rappresenti un momento fondamentale di ausilio per l’Ufficiale di Stato Civile che si trova a dover rispondere ogni giorno a problematiche di non poco conto.

(continua da pag. 13)

33° Convegno Nazionale ANUSCA

C’È ANCHE IL TURISMO...”DIVORZILE”di S. D. F.

Ai già tanti “turismi” esistenti, la maggioranza dei quali da molti di noi già praticati, ma purtroppo

con altri turismi (come quello sessuale o quello in parte legato al narcotraffico) che andrebbero cancellati, se ne aggiunge uno che interessa la materia dello Stato Civile, il turismo “divorzile”. Ne ha parlato nel suo intervento al 33° Convegno ANUSCA a Abano Terme il professor Bruno Nascimbene, ordinario di Diritto dell’Unione Europea dell’Università di Milano, nella sua relazione su “Divorzi esteri e possibile abuso del diritto”.In alcuni Stati europei si può andare per pratiche di separazione e divorzio, con il vantaggio della rapidità e dell’economicità dell’intero percorso rispetto all’Italia, tanto che si parla addirittura di una “moda” dovuta a questo turismo divorzile!Professore, di cosa si tratta?Partiamo col dire che il tutto è riconosciuto da un Regolamento Comunitario, il 2201 del 2003, si chiama ‘Bruxelles 2bis’ che riguarda le condizioni per ottenere le sentenze di separazione, divorzio e annullamento del matrimonio, pronunciate in uno dei Paesi dell’Unione Europea. In particolare quando le sentenze di divorzio vengono confermate dal Regolamento, sono poi riconosciute

negli altri Paesi della UE.Spagna e Romania si può dire che…vadano per la maggiore!Si, in questi due Paesi della UE si è registrato un flusso consistente di ‘turismo divorzile’ e come dicevo se le sentenze ottenute in Spagna e Romania (in particolare in questo Paese gli avvocati costano molto meno che in Italia e anche le spese di giustizia sono inferiori) vengono riconosciute dal Regolamento Comunitario, poi sono riconosciute anche in Italia, con l’obbligo per l’Ufficiale di Stato Civile di trascrivere le sentenze ottenute all’estero.C’è poi da definire bene la residenza abituale, che credo sia il punto nevralgico, perché la completezza del Giudice a pronunciarsi dipende dal fatto che i coniugi, oppure uno dei due coniugi,

abbiamo stabilito una residenza abituale nel Paese in questione e quindi devono aver rispettato le regole di quel Paese. Per ottenere la residenza, si devono rispettare le regole di quel Paese, ma se sono, diciamo, ‘semplici’, è chiaro che diventa tutto più facile e veloce… Insomma, se non esiste il controllo, oppure mi si passi il termine, è un ‘controllo addomesticato’ sulla reale residenza di uno dei coniugi in quel Paese, ecco che chi vuole ottenere in pochi mesi una sentenza di divorzio è probabile che si rechi in Spagna o Romania. Dopo di che il Giudice di questi Paesi si pronuncia e la sentenza circola, arrivando magari anche in un Comune italiano. In certi casi si parla di un tempo inferiore ai tre mesi con costi molto limitati, mentre in Italia magari servono dai 3 ai 5 anni con una spesa certamente superiore.Lei ha parlato di un “abuso di diritto”, ci spieghi.Si ho parlato di possibile ipotesi di abuso di diritto, perché in queste condizioni può integrare gli estremi dell’abuso e quindi di un possibile contrasto con i principi di carattere generale del nostro Ordinamento. Ripeto ho avanzato un’ipotesi, ma sulla quale credo sia opportuno riflettere….

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INSIEME PER CRESCERE:DA ABANO SI RIPARTE CON PIÙ FORZA

di Andrea Antognoni

Dove eravamo rimasti? L’inizio di un nuovo anno è il momento delle riflessioni su ciò che è stato

e di propositi per ciò che verrà. Alcune provo a condividerle qui cogliendo l’invito a scrivere un articolo sul ruolo degli esperti ANUSCA nell’attuale, delicato momento per gli operatori demografici. Non si può fare a meno di partire dal Convegno nazionale di Abano Terme da poco concluso, che ha confermato non solo la forza dell’associazione in termini numerici ma soprattutto la crescita complessiva della qualità del dibattito. Una spinta verso il futuro – è già arrivato!, ricordava intelligentemente il titolo – che si è respirata profondamente anche e soprattutto nelle parole, negli sguardi, nelle domande dei partecipanti che hanno puntellato la 33.ma edizione con una puntualità e un interesse forse mai così intenso. È questa la mission di ANUSCA: far crescere il livello di conoscenza e professionalità attraverso la formazione, il dibattito, lo scambio di idee e di buone pratiche, che vive nel convegno il suo momento clou. Le novità normative e organizzative che gli operatori demografici stanno attraversando in questo momento storico sono a dir poco dirompenti: dall’avvio della nuova Anagrafe nazionale della popolazione residente, che rivoluzionerà completamente la tenuta dell’anagrafe, ai continui interventi della giurisprudenza italiana e comunitaria in tema di diritti della personalità e tutela degli status personali; dagli opportuni snellimenti burocratici che, con un uso sempre maggiore e consapevole delle nuove tecnologie, comportano però l’obbligo di ripensare completamente le procedure fino alle inevitabili riorganizzazioni nei processi di fusione e gestione associata dei servizi comunali. Un costante turbinio in cui l’operatore deve, per forza di cose, rifugiarsi nell’occhio del ciclone per orientarsi, comprendere, riflettere e affinare i propri strumenti per fornire

risposte corrette. O almeno porsi le domande giuste. Gli spunti forniti al Convegno Nazionale sono, in questo senso, determinanti per riconsegnare alle amministrazioni operatori più capaci, più consapevoli anche delle difficoltà e delle problematiche ma, soprattutto, più stimolati a intraprendere e migliorare la qualità del proprio lavoro. Proprio perché è sempre più evidente che l’operatore non lavora più (da tempo) eseguendo automaticamente ma bensì è chiamato, volta per volta, a valutare e ponderare l’intreccio di normative, diritti e principi di non semplice applicazione e a volte persino contraddittori. Ad Abano Terme si è toccato con mano il ruolo dell’associazione nel presentare, accanto ad esponenti del mondo accademico, le relazioni della squadra degli “esperti”, che hanno come sempre toccato moltissime tematiche. Quest’anno, in particolare, all’approfondimento di alcune novità relative all’ordinamento anagrafico, di stato civile ed elettorale, gli interventi in sala plenaria e nei seguitissimi workshop hanno avuto il merito di alzare ulteriormente l’asticella del dibattito, andando molto spesso a esplorare tematiche nuove, controverse e anche “di sistema”, vista la crescente necessità di maggiore consapevolezza del quadro complessivo delle pubbliche amministrazioni locali. Ma ciò che fa davvero la differenza è, a mio parere, l’analisi e l’approfondimento che arriva dalla squadra ANUSCA, fatta di operatori che faticosamente

tentano di tenere insieme teoria e pratica, giurisprudenza e ripercussioni operative, con il punto di vista di chi ogni giorno deve formare atti e fornire risposte mettendoci la faccia. Forse è proprio questo che gli operatori demografici sempre di più cercano nell’associazione: un ponte che tenga insieme la pratica degli adempimenti (è un duro lavoro…), l’universo sociale e culturale in cambiamento e un quadro giuridico estremamente complesso e variegato, con cui è d’obbligo confrontarsi. Orientarsi, capire e poi operare è la chiave per migliorare, ed è questa la risposta che ANUSCA ogni giorno propone. Alcuni esempi sono giunti anche nella giornata del venerdì, dedicata ai quesiti. Si è parlato ad esempio di una particolare annotazione di fondo patrimoniale (tema particolarmente delicato rispetto al quale l’assicurazione di ANUSCA è già intervenuta a coprire una richiesta di risarcimento per errore dell’operatore nell’annotazione) su un atto di matrimonio sono emerse risposte contrapposte tra la dottrina e gli esperti dell’associazione. A seguire, dal pubblico, una collega alzando la mano ha posto una domanda apparentemente banale ma che probabilmente rappresenta il segno del tempo che stiamo vivendo, e della necessità di alzare lo sguardo: “In Germania hanno istituito il terzo sesso che comparirà anche nei documenti di identità e nei passaporti: se mi arriva un cittadino tedesco con “sesso indefinito” come lo registro e come mi comporto?”. Al di là della risposta, prontamente fornita, il dibattito che nacque fu stimolante ed è probabilmente il segno di quanto, in un’epoca di cambiamenti sociali, culturali e normativi così rapidi e complessi, l’unica strada da seguire sia quella della condivisione e dello sguardo rivolto effettivamente al futuro, senza paura. Uno sguardo collettivo, di chi sa che la propria professionalità si misura anche con la condivisione e il supporto fornito quotidianamente dalla squadra ANUSCA, che vive e cresce proprio grazie alla partecipazione di tutti gli associati.

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FAI QUALCOSA OGGI PER IL TUO LAVORO: RINNOVA L’ADESIONE AD ANUSCA

di Silvia Zini

Si è appena concluso un anno ricco di novità, e perché no, anche di incognite. Il futuro dei Servizi

Demografici, già disegnato nelle sue linee essenziali, anche in occasione del Convegno Nazionale di Abano Terme, sarà all’insegna di molte sfide per gli operatori demografici, chiamati non solo a variare le procedure, ma anche la propria forma mentis nell’approcciare un cambiamento sostanziale che riguarderà non solo l’anagrafe, ma anche lo stato civile e l’elettorale.Come affrontare un futuro che si presenta all’insegna di molteplici sfide? La chiave di volta, come ANUSCA sostiene da oltre trent’anni, è nella formazione. Paradossalmente in questi anni di difficoltà economiche spesso la formazione risulta la cenerentola quanto a destinazione delle risorse, ma l’Associazione, che da sempre, intende dare concretezza alle proprie idee, ha già dimostrato di avere una soluzione.Il tesseramento costituisce un bacino fondamentale di risorse per poter mettere in campo un programma ricco e articolato, non solo in Accademia, ma anche sull’intero territorio nazionale, di iniziative gratuite per gli Enti in regola con l’adesione annuale. Rinnovare l’adesione dell’Ente ad ANUSCA dunque significa non solo assicurarsi un carnet di servizi aggiornati e utilissimi per il lavoro quotidiano degli uffici (ad esempio, il Bollo on line, che consente di avere immediatamente delle risposte relative all’applicazione dell’imposta di bollo, continua da mesi a mantenersi sulla vetta della graduatoria dei servizi più utilizzati dai nostri associati, e ancora: Convenzioni internazionali, Stranieri on line e tanto altro), ma anche sostenere l’Associazione per aiutare gli operatori. A ciò si aggiunga che gli Enti associati godono anche di interessante scontistica nelle iniziative a pagamento, quindi, calcolatrice alla mano, convenienza si aggiunge a convenienza.Ricordiamo infine che la quota D, sempre più scelta dagli Enti, in maniera,

ci permettiamo di dire, piuttosto oculata, consente la partecipazione ad una iniziativa – giornata o pomeriggio di studio - scelta liberamente (convegno nazionale escluso) che sarebbe a pagamento, in modo totalmente gratuito per un numero illimitato di operatori. Non serve essere economisti per comprendere comunque che in ogni caso si tratta di un risparmio: per il piccolo Ente, perché la quota D (che comprende tra l’altro il carnet massimo di servizi, consultabili su www.anusca.it ) è di poco più alta rispetto alle altre, ma anche per l’Ente di dimensioni più grandi perché comunque la partecipazione di molti dipendenti a una iniziativa sarebbe più costosa della differenza di denaro

impiegata per acquistare la quota D. Ma ANUSCA ha voluto fare anche uno sforzo ulteriore sempre a favore di chi sceglie la quota D: per diverse iniziative seminariali che si svolgeranno in Accademia su più giornate, ANUSCA offre gratuitamente anche il pernottamento presso la foresteria ai primi trenta operatori che si iscriveranno.Ci sembra di poter dire che ANUSCA dimostra concretamente il sostegno agli operatori demografici, ma, come si dice, una mano deve aiutare l’altra. Aderire ad ANUSCA non è solo dimostrare una adesione concreta e convinta agli

ideali e alle attività dell’Associazione, ma anche, alla fin fine, sostenere la propria professionalità e favorire il proprio lavoro quotidiano.Non è da trascurarsi infine il discorso della rappresentatività. È del tutto evidente che per l’Associazione poter contare su numeri del tesseramento sempre importanti, come è avvenuto in tutti questi anni, è un biglietto da visita, in termini di considerazione istituzionale di fondamentale importanza. I numeri si traducono in una forza di tutti, la voce degli operatori può acquistare maggior vigore e incidere sulle decisioni che interessano la categoria.Ci pare significativo, e naturalmente ci onora, il giudizio che il Direttore

dei Censimenti ISTAT Andrea Mancini ha dato dell’Associazione al Convegno Nazionale; condensata in poche efficacissime parole la forza del sodalizio: “ANUSCA è sicuramente una ricchezza per l’Italia e spero davvero che questo sia compreso a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione italiana. ANUSCA è un corpo tecnico che sa fare ‘rete’ e oggi l’Italia senza ‘reti’ non va avanti!”. È importante che questa consapevolezza si instauri in un numero sempre più ampio di operatori: insieme si vince. O almeno ci si prova.

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Rubrica Innovazione 1/2014

BIG DATA: OPPORTUNITÀ E PERICOLIA cura di Diego Giorio

Ogni tanto si sente parlare di “Big Data”, anche su giornali non specializzati. E non

intendo specializzati solo in materie informatiche, perché il fenomeno riguarda la sociologia, la giurisprudenza, la privacy, oltre che naturalmente, gli aspetti tecnici.Cerchiamo di capire anzitutto di cosa si tratta. Dagli anni ‘80 dello scorso secolo moltissime procedure sono diventate digitali, molti archivi sono stati trasferiti o duplicati in forma digitale, i giornali vengono redatti e spesso distribuiti in via telematica. In alcuni Paesi l’informatizzazione è ancora più spinta: già 15 anni fa negli Stati Uniti una ricetta presentata in farmacia veniva ribaltata in un archivio informatico, accessibile a tutti i negozi della catena: se da Los Angeles volavi a NY dimenticandoti le tue pillole, potevi andare in un negozio della catena ed ottenerne altre senza ricetta, così come al farmacista erano visibili altri dati, come la storia clinica, eventuali allergie ecc, e poteva quindi dare consigli o fermare una somministrazione incompatibile con la situazione del paziente.L’aver insistito nel sottolineare che il servizio era disponibile esclusivamente per una specifica catena (negli USA le farmacie sono spesso come i supermercati: grandi catene di negozi che coprono l’intero territorio nazionale) non è casuale, ma evidenzia come quella banca dati sia utile, ma isolata: se compro un primo farmaco in una farmacia ed un secondo in una concorrente non c’è modo di correlarli.Questa caratteristica (non voglio parlare necessariamente di problema) delle banche dati è stata sinora ritenuta ineluttabile, ma qualcosa inizia a muoversi: per evitare che la motorizzazione sappia che guido una Rolls Royce, il catasto che posseggo una villa in collina, l’agenzia viaggi che passo tre mesi all’anno alle Seychelles, ed i servizi sociali debbano erogarmi un contributo povertà, si cerca di mettere in comunicazione queste banche dati.Anche le aziende private sono molto

interessate alle potenzialità, perché tanto più è accurato il profilo di una persona (gusti, abitudini, disponibilità economiche) tanto più mirate potranno essere la pubblicità e le offerte commerciali.Si tratta chiaramente di una grande opportunità per lo Stato, che può prevenire il crimine, organizzare un sistema tributario più equo, strutturare i servizi in funzione delle esigenze dei cittadini. È un vantaggio per le imprese, che possono anticipare le tendenze di mercato ed offrire pubblicità efficaci senza sperperare soldi in campagne inutili. Infine è una potenzialità enorme per le persone, che possono godere di un’amministrazione più efficiente, di offerte commerciali adeguate

senza essere invasi da pubblicità indesiderata, avere informazioni sanitarie ovunque si trovino, esercitare un controllo democratico sulle Istituzioni.Per contro, si tratta altrettanto chiaramente di un grosso rischio per la privacy, poiché tutti dati accumulati negli anni, le battute e le condivisioni sui social network, le abitudini di acquisto, i dati sanitari e così via possono essere salvati ed analizzati. Dal datore di lavoro che ti scarta per qualche critica o vignetta ironica postata anni prima, magari dimenticata dall’interessato ma non dai computer, alla banca che rifiuta un prestito per qualche stupidaggine giovanile, all’assicurazione che rifiuta una polizza perché dai report di manutenzione dell’auto o dai dati GPS risulta uno stile di guida troppo vivace. Per non parlare di un possibile controllo sulle letture, le frequentazioni, in generale delle opinioni. Avere la cartella clinica on-line, magari già tradotta nelle lingue principali, può salvare la vita; un accesso non autorizzato ai dati sanitari può essere come minimo sgradevole.Senza contare che i computer sono tendenzialmente stupidi e rischiano quindi di fraintendere un dato, non inserendolo nel contesto generale: se compro un giochino per neonati non è detto che abbia un figlio piccolo, magari sto comprando un regalo per un amico, se compro il Mein Kampf non è detto che sia nazista, magari sto semplicemente eseguendo ricerche storiche, anzi, voglio proprio confutare un’argomentazione.Ecco perché in tutto il mondo esperti di varie discipline, non solo giuridiche, stanno dibattendo la tematica: si vuole cercare di massimizzare le enormi possibilità derivanti dall’incrocio di dati diversi, senza però compromettere le libertà individuali, affinché l’informatica possa anzitutto consentire una libera espressione del pensiero e non un controllo dello stesso.

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