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Innanzitutto Buone Vacanze. È stato un anno difficile per molti, con una situazione generale che stenta a ripartire. Quindi più fatica per tutti e più problemi da risolvere. Spero davvero che la pausa esti- va restituisca energia e lucidità per affronta- re i prossimi mesi. Alla ripresa ci aspettano appuntamenti im- portanti. Ne voglio ricordare due in particolare. Il primo è a Londra a fine settembre dove il Ferma presenterà i risultati della ricerca 2010 Ferma Risk Management Benchmar- king Survey, condotta con il contributo di Ernst Young e di Axa Corporate Solutions e che ha visto direttamente impegnati mol- ti dei soci Anra. Il secondo è il nostro convegno annuale che quest’anno si terrà a Milano il 9 novembre nella possiamo dire ormai classica sede di Palazzo Mezzanotte e intitolato “Governance: rischio compre- so”. Anche per questa edizione abbiamo deciso di affrontare un tema secondo noi importante, per confermare il ruolo che la no- stra Associazione e i risk manager hanno nella vita delle impre- se e del Paese più in generale. Posso anticipare con sincera sod- disfazione che saranno con noi a parlarne tra gli altri il professor Guido Rossi, Carlo Salvatori, ceo di Lazard, Mario Boella, pre- sidente di Assirevi, mentre attendiamo altre conferme nei pros- simi giorni. Il tema di questa newsletter pre-estiva è quello dei rischi con- nessi con gli “eventi”. Un tema solo apparentemente leggero, pensato in un clima di Mondiali di calcio, di kermesse musica- li, di galà televisivi; in realtà un tema molto complesso e che in questi giorni ha drammaticamente guadagnato le prime pagine dei giornali per la tragedia di Duisburg. Roberto Bosco lo affronta portandoci il contributo molto prati- co ed efficace della sua pluridecennale esperienza come risk ma- nager di un Gruppo che vive di eventi. In realtà gli eventi sono un’attività comune a tutte le aziende. Che si tratti di fiere, convention, sponsorizzazioni, manifesta- zioni, grandi o piccoli appuntamenti, fare i conti con i problemi e i rischi connessi a un evento è un nodo che arriva, o dovrebbe arrivare, sulle scrivanie di ogni risk manager. L’evento presenta profili di rischio molto particolari, spesso per nulla connessi al core business dell’impresa, non di rado trascu- rati o sottovalutati da chi è chiamato ad organizzarlo, sponsoriz- zarlo, o anche solo a parteciparvi. Non mi riferisco solo ai pro- fili di responsabilità civile, verso lo sponsor, verso gli artisti o gli sportivi, verso il demanio, ma soprattutto verso il pubblico, co- me testimonia la tragedia di questi giorni; vi sono anche proble- mi connessi ai limiti di cumulo sulle assicurazioni infortuni (a terra e in volo); sono necessari piani di crisi, integrati da ade- guate polizze di assistenza; programmi di copertura per i dan- ni materiali, specie di natura atmosferica, e per le perdite dovu- te all’annullamento o al ritardo dell’evento, per cause di forza maggiore o per l’indisponibilità degli artisti. Per non parlare dei danni all’immagine aziendale, ai quali è dedicato l’articolo di Strategic Risk di questo numero. Bisogna quindi poter conta- re su prodotti sofisticati, su coperture non standard, che vanno definite, quasi inventate, insieme agli assicuratori. Prosegue inoltre il contributo di KPMG sull’Enterprise Risk Management, così come la collaborazione con il professor Mon- ti, che parlerà dei rischi legali connessi all’organizzazione di un evento e viene anche ospitata la testimonianza di Zurich su uno dei rischi meno prevedibili degli ultimi anni, la nube vulcani- ca (un buon esempio di potenziale causa di annullamento di un evento!). Vorrei poi segnalarvi che ANRA ha completamente rinnovato il proprio sito web, che è ora pronto per accogliere nuove infor- mazioni e nuovi servizi. Mi congratulo infine con il socio Jorge Luzzi, risk manager di Pirelli, che è stato nominato vice-presidente di FERMA, ripor- tando la nostra Associazione ai vertici della Federazione Euro- pea che aveva contribuito a far nascere e che aveva già presiedu- to in passato. Con questo auguro a tutti buona lettura e vi do appuntamento alla prossima edizione di ottobre. Numero 14 - Luglio 2010 Periodico d’informazione a cura di Occhio agli eventi

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Innanzitutto Buone Vacanze.È stato un anno difficile per molti, con una situazione generale che stenta a ripartire. Quindi più fatica per tutti e più problemi da risolvere. Spero davvero che la pausa esti-va restituisca energia e lucidità per affronta-

re i prossimi mesi. Alla ripresa ci aspettano appuntamenti im-portanti. Ne voglio ricordare due in particolare.Il primo è a Londra a fine settembre dove il Ferma presenterà i risultati della ricerca 2010 Ferma Risk Management Benchmar-king Survey, condotta con il contributo di Ernst Young e di Axa Corporate Solutions e che ha visto direttamente impegnati mol-ti dei soci Anra.Il secondo è il nostro convegno annuale che quest’anno si terrà a Milano il 9 novembre nella possiamo dire ormai classica sede di Palazzo Mezzanotte e intitolato “Governance: rischio compre-so”. Anche per questa edizione abbiamo deciso di affrontare un tema secondo noi importante, per confermare il ruolo che la no-stra Associazione e i risk manager hanno nella vita delle impre-se e del Paese più in generale. Posso anticipare con sincera sod-disfazione che saranno con noi a parlarne tra gli altri il professor Guido Rossi, Carlo Salvatori, ceo di Lazard, Mario Boella, pre-sidente di Assirevi, mentre attendiamo altre conferme nei pros-simi giorni.Il tema di questa newsletter pre-estiva è quello dei rischi con-nessi con gli “eventi”. Un tema solo apparentemente leggero, pensato in un clima di Mondiali di calcio, di kermesse musica-li, di galà televisivi; in realtà un tema molto complesso e che in questi giorni ha drammaticamente guadagnato le prime pagine dei giornali per la tragedia di Duisburg. Roberto Bosco lo affronta portandoci il contributo molto prati-co ed efficace della sua pluridecennale esperienza come risk ma-nager di un Gruppo che vive di eventi.In realtà gli eventi sono un’attività comune a tutte le aziende. Che si tratti di fiere, convention, sponsorizzazioni, manifesta-zioni, grandi o piccoli appuntamenti, fare i conti con i problemi e i rischi connessi a un evento è un nodo che arriva, o dovrebbe

arrivare, sulle scrivanie di ogni risk manager. L’evento presenta profili di rischio molto particolari, spesso per nulla connessi al core business dell’impresa, non di rado trascu-rati o sottovalutati da chi è chiamato ad organizzarlo, sponsoriz-zarlo, o anche solo a parteciparvi. Non mi riferisco solo ai pro-fili di responsabilità civile, verso lo sponsor, verso gli artisti o gli sportivi, verso il demanio, ma soprattutto verso il pubblico, co-me testimonia la tragedia di questi giorni; vi sono anche proble-mi connessi ai limiti di cumulo sulle assicurazioni infortuni (a terra e in volo); sono necessari piani di crisi, integrati da ade-guate polizze di assistenza; programmi di copertura per i dan-ni materiali, specie di natura atmosferica, e per le perdite dovu-te all’annullamento o al ritardo dell’evento, per cause di forza maggiore o per l’indisponibilità degli artisti. Per non parlare dei danni all’immagine aziendale, ai quali è dedicato l’articolo di Strategic Risk di questo numero. Bisogna quindi poter conta-re su prodotti sofisticati, su coperture non standard, che vanno definite, quasi inventate, insieme agli assicuratori.

Prosegue inoltre il contributo di KPMG sull’Enterprise Risk Management, così come la collaborazione con il professor Mon-ti, che parlerà dei rischi legali connessi all’organizzazione di un evento e viene anche ospitata la testimonianza di Zurich su uno dei rischi meno prevedibili degli ultimi anni, la nube vulcani-ca (un buon esempio di potenziale causa di annullamento di un evento!).Vorrei poi segnalarvi che ANRA ha completamente rinnovato il proprio sito web, che è ora pronto per accogliere nuove infor-mazioni e nuovi servizi.Mi congratulo infine con il socio Jorge Luzzi, risk manager di Pirelli, che è stato nominato vice-presidente di FERMA, ripor-tando la nostra Associazione ai vertici della Federazione Euro-pea che aveva contribuito a far nascere e che aveva già presiedu-to in passato.Con questo auguro a tutti buona lettura e vi do appuntamento alla prossima edizione di ottobre.

Numero 14 - Luglio 2010 Periodico d’informazione a cura di

Occhio agli eventi

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Chi è ANRAANRA è l’associazione che dal 1972 raggruppa i Risk Manager e i Responsabili delle Assicurazioni Aziendali. Ad oggi l’associazione conta oltre 150 soci e svolge un importante ruolo per la creazione in Italia di una cultura della gestione dei rischi e delle forme più adeguate per assicurarli. In ANRA sono rappresentati i Risk Manager e i Responsabili Assicurativi Aziendali: i primi monitorano ed esaminano tutti i rischi, ordinari e straordinari, correlati all’attività aziendale, li condividono con il top management e formulano, con il loro accordo, un piano operativo per la gestione dei rischi; i secondi, invece, impostano, realizzano e gestiscono il piano assicurativo dell’azienda.

Redazione

Paolo Rubini - ANRA

Annita Pappagallo - [email protected]

Ecomunicare

Marco [email protected] [email protected]

link consigliati:

www.aiba.itwww.ania.itwww.andaf.itwww.ferma.euwww.rims.org/ifrimawww.isvap.it

iFRiMA

ANRA fa parte dell’IFRIMA (International Federation of Risk and Insurance Management Associations), l’organizzazione, la cui attività può essere fatta risalire al 1930, che raccoglie sotto di sé le associazioni internazionali di gestione del rischio, in rappresentanza di 23 organizzazioni e 30 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo primario di IFRIMA, è quello di fornire un forum per l’interazione e il confronto tra le varie associazioni di categoria e i membri che ne fanno parte.

FERMA

ANRA è iscritta al FERMA (Federation of European Risk Managemnt Associations), l’organizzazione che attualmente riunisce le associazioni nazionali di risk management di 20 nazioni europee. Essa rappresenta oltre 4800 professionisti che operano nei più svariati campi, dall’industria alla finanza passando per la sanità, presso organismi statali, privati o enti benefici.Scopo del FERMA è promuovere la cultura della prevenzione rischio e favorire il networking tra i propri associati.

ANRA LiNKPer maggiori informazioni:

Anra, Via del Gonfalone 3 - 20123 Milano T +39 02.58.10.33.00 F +39 02.58.10.32.33 - www.anra.it

www.axa-corporatesolutions.comwww.generali.itwww.hdi-gerling.dewww.kpmg.itwww.ugari.itwww.zurich.it

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In questo numero1 Il Punto: Occhio agli eventi

di Paolo Rubini - Presidente ANRA

4 Cosa c’è dietro un evento: quando il rischio rovina la festadi Roberto Bosco, Past President Anra e Corporate Risk Manager Mediaset

8 Il business case del Risk Executive di Nicolò Zanghi, Senior Manager KPMG Risk & Compliance

10 Diritto alla questione: La gestione dei rischi legali nell’organizzazione di un grande eventodi Alberto Monti - professore di Diritto privato comparato Università Bocconi – Studio Legale Monti

13 Il nome e la reputazione in collaborazione con Strategic Risk

17 Il Vulcano: una sveglia per cambiare l’approccio al risk managementdi Lucio Silvio Casati, Head of Zurich Risk Engineering Italy

16 Apotropaico18 Post-it

Cosa c’e’ dietroun evento:

quando il rischiorovina la festa

Il business case del Risk Executive

La gestione dei rischi legali nell’organizzazione di un grande evento APOTROPAICO10 15

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Cosa c’e’ dietroun evento:

quando il rischiorovina la festa

Di Roberto Bosco, Past President Anra e Corporate Risk Manager Mediaset

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➜ Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

Il business casedel Risk Executive

Diritto alla questione ApotropaicoPost-It

Chi di noi non ha mai assistito, dal vivo o da semplice spettatore, ad un grande evento capace di catalizzare l’attenzio-ne di migliaia, se non milioni di perso-ne? Pensiamo al concerto di una gran-de rock band, alla finale del SuperBowl, al torneo di Wimbledon, alla festa del-la Repubblica o l’appuntamento con il Giubileo del 2000. Ma gli esempi pos-sono essere infiniti. Forse però non tut-ti si sono mai fermati a considerare i molteplici rischi che devono essere te-nuti in considerazione da chi si occu-pa di organizzare questo tipo di mani-festazioni. E che possono causare danni di entità diverse, non da ultimo l’an-nullamento dello stesso. Pensate, per restare nell’attualità, alla finale del-la Champions League trasmessa dalle Tv di tutto il pianeta. Esistono una se-rie di rischi, in gergo chiamati ridotti, che un’attenta attività di analisi e pre-venzione può scongiurare senza ecces-siva difficoltà: se normalmente, per una partita di calcio, viene predisposto un piano di riprese con 10 telecamere di-verse, gli organizzatori farebbero bene a prevederne 5 in più in caso di guasto; oppure se normalmente basta una regia mobile con ripetitore di segnale, per un evento così seguito occorre sicuramen-te prevederne una di riserva nel caso di problemi di carattere tecnico.Non bisogna poi sottovalutare even-tuali atti di sabotaggio che potrebbe-ro in qualche modo creare il problema della messa in onda: la soluzione mi-gliore è quella di raddoppiare la sorve-glianza e i controlli e, qualora questo tipo di servizi fossero affidati a socie-tà terze, magari in funzione di contratti quadro,verificarne di persona e più vol-te la loro affidabilità. Ma se una delle due squadre non do-vesse arrivare in tempo per motivi logi-stici, scioperi, ritardi,guasti? Se un vio-lento ed inaspettato evento atmosferico non consentisse di disputare la compe-tizione? Se un grave lutto colpisse la na-

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zione ospitante o una delle due competitrici? E se a seguito di tutto ciò, la gara non potesse essere disputata il giorno se-guente o addirittura l’evento sia di tale portata da procra-stinarla “sine die”?Provate a pensare al rimborso dei biglietti, alla perdita della pubblicità per i diritti televisivi, ai costi relativi ad un even-tuale prolungamento o differimento della trasferta di tut-to l’apparato organizzativo e le eventuali penali contrattual-mente previste; stiamo parlando di decine, in alcuni casi di

centinaia, di milioni di euro di danno. Voglio portare alla vostra attenzione un esempio attualissimo: si è appena con-clusa la manifestazione della Coppa del Mondo di calcio e l’evento, come si apprende da un articolo di ASSITECA, ri-sulta essere stato assicurato per 5 miliardi di dollari, benefi-ciari la FIFA, gli organizzatori, gli sponsor, le agenzie di pub-blicità e viaggi, i detentori dei diritti TV, per rischi connessi all’annullamento di gare o per eventi catastrofali e in alcu-ni casi anche per atti di sabotaggio e terrorismo, in particolar

modo legate alla la cerimonia di apertura. Ma questo è, in ordine di tempo, l’ultimo dei grandi rischi connessi ad un evento trasferito parzialmen-te al mercato assicurativo. Ma l’entertainment non è fatto solo di sport:, è anche il concerto unico di un gran-de musicista o la prima rap-presentazione mondiale di un’opera lirica, senza dimen-ticarsi dei rischi connessi al-la produzione di un film, di un format televisivo di suc-cesso, agli asset patrimonia-li di una squadra di calcio o di qualsiasi altro sport profes-sionistico, vedasi le coperture assicurative per diversi milio-ni di euro stipulate per alcuni fra i maggiori top player (Ti-ger Woods, Beckham, Fede-rer, Alonso e tanti altri) o ad-dirittura il raggiungimento o meno di determinati obietti-vi sportivi; qualche esempio lo abbiamo vissuto in prima persona ma di questo forse ne faremo un articolo in futuro.Concludo rifacendomi a quanto ripeto in continuazio-ne ai miei interlocutori, l’im-portante è essere a conoscen-za dei rischi a cui andiamo incontro, perché in ogni atti-vità che si possa definire ta-le un rischio esiste sempre. A presto.

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L’attuale contesto macroeconomico, caratterizzato da elevata volatilità e dall’incremento del numero dei rischi che minacciano la capacità stessa di un’organizzazione di continuare ad operare ed essere competitiva, pone il tema del risk management all’ordine del giorno dei Board e dei vertici aziendali. Le autorità che vigilano sul corretto funzionamento dei mercati stanno introducendo nuovi e più robusti requisiti che prevedono una maggiore informativa (disclosure) sulle modalità con cui le organizzazioni intendono generare e soprattutto preservare valore nel medio-lungo termine (business model) nonché sulle strategie che intendono perseguire per raggiungere gli obiettivi prefissati.L’evoluzione della crisi in questi ultimi anni ha proposto nuovi e inaspettati rischi soprattutto di natura macroeconomica e

di carattere sistemico rafforzando, tra le organizzazioni, la convinzione di continuare a investire sull’ERM. L’approccio prevalente tuttavia è stato caratterizzato da obiettivi di compliance rispetto alla realizzazione di strumenti di gestione dei rischi trasversali a livello di enterprise.La mancanza di un approccio cosiddetto integrato, vale a dire trasversale all’organizzazione, produce sistemi di risk management reattivi agli eventi cioè efficaci solo dopo che essi hanno prodotto i loro effetti negativi e difficilmente proiettati verso il futuro anticipando i potenziali scenari e suggerendo soluzioni per prepararsi a prevenire i rischi e cogliendo le opportunità da essi derivanti.La soluzione per valorizzare gli sforzi già effettuati è identificare un Risk Executive (RE) in grado di rinnovare l’approccio (dalla

parte 1

Nicolò Zanghi, Senior Manager KPMG Risk & Compliance

Il business casedel Risk Executive

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compliance alla gestione dei rischi) e sviluppare un processo ERM sostenibile e in grado di proteggere l’organizzazione creando nuovo valore. Con un adeguato supporto del vertice aziendale e del Board, il RE definisce la governance, le politiche e le procedure di risk management, coordina il lavoro del management, trasversalmente all’organizzazione, integrando i risultati della gestione dei rischi cosiddetta verticale (per silo). La finalità è supportare e preparare l’organizzazione a rispondere efficacemente ai cambiamenti e ai rischi che da essi possono emergere fornendo contestualmente informazioni e conoscenza degli stessi in grado di supportare le decisioni del management e cogliere le opportunità che possono portare nuovo valore all’organizzazione.

Mentre i benefici derivanti dall’istituzione di una funzione di RE sono chiaramente identificabili, non è altrettanto semplice definire la posizione, il ruolo, le competenze e il tipo di risk governance più funzionali a rendere efficace il lavoro del RE.Il RE è chiamato a fornire risultati immediati e di lungo termine attraverso le seguenti direttrici:• Strategy. Molte organizzazioni non considerano i rischi strategici la cui gestione dovrebbe assicurare il mantenimento e la creazione di valore nel medio-lungo termine. Il RE ha il compito di testare la validità delle strategie definite e gli obiettivi ad esse correlati porgendo, ad esempio, alcune domande su cosa l’organizzazione sta facendo e quali sono le motivazioni sottostanti, riportando le proprie considerazione al vertice aziendale e al Board.• Expertise. La presenza del RE all’interno dell’organizzazione determina la disponibilità delle competenze necessarie per guidare il processo di risk management, la definizione del risk appetite e la gestione della risk governance. Il RE deve considerarsi come un partner del business fornendo il proprio supporto in modo che l’organizzazione assuma i rischi funzionali alle proprie strategie e corrispondenti al livello di rischio accettabile.• Objectivity. Le organizzazioni necessitano che i rischi siano conosciuti e gestiti adeguatamente. Il RE, adeguatamente posizionato e supportato dal vertice aziendale e dal Board, deve assicurare che i rischi siano identificati e gestiti dai risk owner, con modalità trasversali all’organizzazione.• Integration and Communication. Il RE deve dare un contributo essenziale nell’integrazione e nella sintesi dei rischi a livello di enterprise favorendo un efficace processo di comunicazione a tutti i livelli organizzativi e al Board.• Sustainability. Il RE deve implementare un processo integrato (trasversale e non per silo) di risk management che sia sufficientemente robusto e flessibile in modo da soddisfare le necessità dell’organizzazione. Il RE deve assicurare inoltre che i risk owner conoscano i propri rischi e li gestiscano adeguatamente.

Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

➜ Il business case del Risk Executive

Diritto alla questione ApotropaicoPost-It

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In più occasioni, nell’ambito di questa rubrica, abbiamo avuto modo di discorrere intorno al complesso tema dei rischi legali, della loro ampia estensione e dei loro riflessi sull’esercizio dell’attività di impresa.

Prendendo spunto dal focus di questo numero, questa volta ci occuperemo della dimensione di rischio, da un punto di vista strettamente giuridico, caratterizzante l’organizzazione di un grande evento.

In questa prospettiva, appare utile notare anzitutto come il fronte dei rischi legali in questo campo si presenti ampio e frastagliato. Ed infatti, l’organizzazione di un grande evento è attività intrinsecamente complessa, sulla quale poggiano molteplici relazioni giuridiche in delicato equilibrio.

In primo luogo, vi è la sfera di rapporti contrattuali che vede coinvolti, insieme all’organizzatore, gli sponsor, gli

appaltatori, i fornitori ed in generale tutte le imprese e gli enti che concorrono con la propria opera alla realizzazione dell’evento.

In secondo luogo, giacché l’evento è per sua natura diretto a coinvolgere un ampio numero di persone, vi è da tenere in debito conto il fatto che l’organizzatore potrà essere tenuto responsabile per la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti e del pubblico di spettatori, trovandosi così obbligato ad adottare opportune cautele.

In terzo luogo, vi è da considerare la rete di rapporti instaurati con le pubbliche autorità, in quanto la dimensione macroscopica dell’evento importa sovente la necessità ottenere permessi ed autorizzazioni per la manifestazione, concessioni di parcheggio, se non addirittura la redazione ed implementazione di un piano di coordinamento per la sicurezza con le autorità cittadine e con le forze

dell’ordine.

Date queste premesse, un sapiente uso delle tecniche di redazione dei contratti potrà anzitutto condurre al contenimento dei rischi legali nei rapporti con le controparti, ad esempio per effetto dell’impiego mirato di clausole di limitazione della responsabilità, di clausole penali per il caso di inadempimento o ritardo di fornitori e appaltatori, nonché di altri strumenti giuridici diretti ad una strategica allocazione dei rischi sul piano negoziale.

Per quanto concerne i rischi più severi, primo fra tutti il rischio di cancellazione dell’evento per cause fuori dal controllo dell’organizzatore, le cui conseguenze economiche e finanziarie possono assumere proporzioni disastrose, attesa la dimensione degli investimenti non recuperabili e la perdita di profitto atteso, è possibile poi ricorrere a tecniche di gestione che passano attraverso la forma

La gestione dei rischilegali nell’organizzazionedi un grande evento

Alberto Monti - professore di Diritto privato comparato Università Bocconi – Studio Legale Monti

DIRITTO ALLA QUESTIONE

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Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

Il business case del Risk Executive

➜ Diritto alla questione ApotropaicoPostI-t

giuridica del contratto di assicurazione. Gli assicuratori specializzati nel settore della c.d. event cancellation insurance offrono, infatti, contratti mirati a far fronte alle specifiche esigenze di copertura poste da ciascuna tipologia di grande evento (fiere, concerti, manifestazioni sportive), ivi compresi i rischi connessi alla situazione meteorologica per gli eventi outdoor.

È interessante notare come in questo ambito siano state di recente sperimentate anche soluzioni d’avanguardia, quali il trasferimento dei rischi di cancellazione di un grande evento sul mercato dei capitali, attraverso una sofisticata operazione di cartolarizzazione.

Si tratta del caso che ha visto coinvolta alcuni anni fa la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) la quale, con l’ausilio di una nota banca di investimento e per il tramite di una società veicolo denominata Golden Goal

Finance Ltd., ha trasferito ad investitori istituzionali il rischio finanziario di cancellazione o posposizione del penultimo campionato mondiale di calcio (Germania 2006), mediante emissione di strumenti finanziari in quattro tranches ed in tre valute, per un valore complessivo equivalente a circa 260 milioni di dollari. La complessa operazione di finanza strutturata ha potuto abbracciare una vasta gamma di possibili cause di cancellazione o posposizione, tra le quali anche i disastri naturali e gli attacchi terroristici; le uniche esclusioni erano costituite dallo scoppio di una guerra mondiale e dal boicottaggio da parte di associazioni sportive o giocatori la cui partecipazione era in programma.

Anche con riguardo ai rischi di responsabilità civile verso terzi scaturenti, ad esempio, dalla mancata adozione da parte dell’organizzatore di sufficienti cautele atte ad evitare l’insorgere di conseguenze pregiudizievoli a carico

dei partecipanti o degli spettatori, è possibile ricorrere all’utilizzo del contratto di assicurazione per il trasferimento sul mercato assicurativo di passività potenziali di ingente rilievo. Si tratta, anche in questo caso, di coperture specifiche dedicate alla singola manifestazione ed offerte da assicuratori altamente specializzati.

Nella medesima prospettiva, particolare attenzione deve essere infine posta sul fronte del rischio terrorismo, atteso che un grande evento, il quale comporta l’affluenza di un vasto pubblico, può costituire bersaglio di un attacco terroristico e le più recenti evoluzioni delle frontiere della responsabilità civile a livello internazionale non consentono di escludere con certezza l’affermazione, in capo all’organizzatore, di una possibile responsabilità risarcitoria nei confronti delle vittime per non aver adottato adeguate misure di sicurezza a protezione dei partecipanti.

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Le organizzazioni del settore pubblico spesso possono affidare in outsourcing diversi servizi e funzioni nel tentativo di ridurre i costi, ma quando i risultati sono negativi ecco palesarsi immediata-mente un danno alla reputazione della società. Si tratta di un settore in cui il detto “bene o male, purché se ne parli” decisamente non funziona.Negli ultimi 10 anni ci sono stati, nel Regno Unito, ingenti investimenti nel-la pubblica amministrazione. Il risulta-to è che i cittadini ora hanno maturato

elevate aspettative riguardo i servizi che dovrebbero essere loro offerti e garanti-ti. Non tenerne conto significa mette-re in gioco non solo la fiducia dell’opi-nione pubblica ma la reputazione stessa dell’organizzazione e di professionali-tà specifiche coinvolte, nel caso in cui le colpe possano essere attribuite con certezza..Secondo Andrew Jepp, di Zurich Mu-nicipal, si tratta di una questione parti-colarmente delicata per le autorità loca-li, considerando le implicazioni interne ed esterne.“Quando le cose vanno male, si tende a respirare rassegnazione a tutti livelli e una conseguente perdita di fiducia tra i componenti dello staff di lavoro. Le persone non amano lavorare per un’or-ganizzazione con una bassa reputazio-ne; inoltre un ente potrebbe anche ri-schiare di perdere uno o più dei suoi principali partner, i quali non vogliono correre il rischio di essere accomunati ad un’organizzazione con un’immagi-ne negativa”.Senza dimenticare i costi aggiuntivi, in termini di tempo e risorse economiche, per poter risolvere il problema.Il cittadino riconosce l’organismo loca-le come il fornitore di determinati ser-vizi e lo ritiene quindi responsabile di determinate mancanze; ma in realtà quegli stessi servizi possono essere sta-ti affidati in outsourcing ad una o più agenzie esterne e l’ente agisce solo co-me supervisore.Esempi in cui la reputazione gioca un ruolo determinante sono molteplici, ba-sti pensare all’attività delle forze dell’or-

dine o agli enti benefici che raccolgono fondi per attività umanitarie.Un settore particolarmente delica-to è quello dell’istruzione: gli effet-ti di una percezione negativa da parte dell’opinione pubblica possono riscon-trasi nella bassa richiesta di iscrizione ad un determinato istituto scolastico. Questo ancor di più vero nel caso del-le università.Il ruolo chiave che ricopre il settore dell’istruzione fa sì che le conseguenze derivanti da un danno alla reputazione di questo settore possono avere un im-patto sull’immagine stessa di un Paese.I risk manager delle pubbliche ammi-nistrazioni, alle prese con un’attività sempre più complessa, devono tenere in forte considerazione le implicazio-ni legate alla reputazione. Vale la pena, quindi, pianificare con anticipo, identi-ficando i rischi legati alla reputazione, cercando il modo di ridurli al minimo e decidere come far fronte ad ogni pos-sibile ricaduta.Uno dei modi per arginare tali danni è una capace attività di relazioni pubbli-che, ma non sempre ci si affida alle per-sone giuste: spesso infatti le PR esterne sono più efficaci nel dare risalto ai risul-tati positivi conseguiti che capaci di ar-ginare situazioni di crisi Un sondaggio effettuato sulle crisi le-gate alla reputazione mostra come nel 64% dei casi l’unico modo per risolve-re il rischio reputazione sarebbe quello di cambiare le procedure in cui le attivi-tà vengono realizzate. Nel 36% è inve-ce necessaria un’abile attività di comu-nicazione post-crisi.

Spesso le aziende affidano in outsourcing, ad agenzie o figure professionali esterne, la realizzazione di specifiche attività, soprattutto quando si è alle prese con l’organizzazione di un evento. Non sempre però i risultati sono quelli sperati, anzi a volte si corre il rischio di mettere a repentaglio la reputazione della propria società senza riuscire a comprendere di chi sia realmente la colpa. L’articolo di questo mese, tratto dalla rivista Strategic Risk, del quale vi riportiamo un abstract, prova a descrivere le problematiche relative a questo tipo di situazioni, focalizzandosi sul settore pubblico in cui la reputazione, anche per i riflessi sull’opinione pubblica, è elemento di estrema importanza.

Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

Il business case del Risk Executive

Diritto alla questione ApotropaicoPostI-t

Il nome e la reputazione

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L’eruzione del vulcano Eyjafjallajo-kull nella primavera 2010 è stata un ve-ro “campanello d’allarme. Prima di allo-ra una nuvola di cenere non era mai stata tra le preoccupazioni dei risk manager, nè era stata inclusa tra gli scenari ritenuti de-gni di considerazione.Certamente il trasporto aereo e i tour operator sono stati i primi ad essere toc-cati, ma sono stati i modelli organizzativi “just in time”, “lean production” e le lun-ghe catene di “supply chain” ad andare in crisi: Nissan ha dovuto sospendere la pro-duzione in due stabilimenti a causa del-la mancanza di sensori pneumatici pro-venienti dall’Irlanda e BMW si è trovata a rallentare la produzione in 3 siti a causa di problemi con la propria “supply chain”.C’è da chiedersi se non funziona il mecca-nismo di riconoscimento dei segnali sent inella1 che solitamente precedono disa-stri, oppure se occorre cambiare l’approc-cio al risk management “tradizionale”2.1 Bazeman & Watkins, “Predictable Surpirses”,2 Erwann Michel-Kerjan, “The irrational economis”

Gli effetti del vulcano sulla Supply ChainIl Business Continuity Institute (BCI) inglese ha condotto un survey per ca-pire quali fossero stati gli impatti sulle aziende a fronte della chiusura dello spa-zio aereo nei famigerati 5 giorni di me-tà aprile.Circa il 33 % degli effetti negativi dell’eruzione ha comportato l’attivazio-ne del Business Continuity Plan (per chi ne era già dotato), e nel 50% dei ca-si l’impatto dell’eruzione ha coinvolto la “supply chain” con costi associati stima-ti fino a 500.000 Euro dall’ 8 % delle aziende e addirittura nell’ordine di mi-lioni di Euro per il 7 % delle aziende intervistate. Lo scenario di non-disponibilità del-lo spazio aereo era nel “risk register” so-lo nel 9% dei casi, il 50% degli inter-vistati ammette di aver “perso” questo scenario, ma il 23% non lo considera “pertinente”!

Pochi sembrerebbero trarre qualche in-segnamento: solo il 16% ha pensato di “riconfigurare” e migliorare la propria “strategia di supply chain”, mentre il 37% potrebbe considerarlo solo in caso di ricorrenza del fenomeno.

Quale Risk Management per scenari non convenzionali?L’approccio tradizionale al risk manage-ment, che prevede il catalogo degli sce-nari, la quantificazione (probabilità X severità) per decidere le priorità nel trat-tamento, potrebbe non intercettare ade-guatamente scenari “non-convenziona-li” di bassissima probabilità o inediti, tendendo a relegarli, nonostante l’ele-vata magnitudo, nel limbo della bassa priorità.Scenari inediti ovvero disastri natura-li, atti terroristici, pandemie, richiedono un approccio di risk management diffe-rente, svincolato dalla storicità di acca-

Il Vulcano: una sveglia per cambiare l’approccio al risk management

Ing. Lucio Silvio Casati, Head of Zurich Risk Engineering Italy

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dimento e dalla ricorrenza.Nelle circostanze di scenari “non-con-venzionali” non serve sforzarsi di pre-vedere tutto quello che potrebbe re-motamente accadere al business ed alla “supply chain”, ma capire nel profondo la “natura” delle proprie vulnerabilità e da qui partire con lo studio di sistemi di mitigazione (ad esempio riconfigurando la supply chain e la logistica), meccani-smi di reazione in termini di “business continuity plan” nonché soluzioni evo-

lute e più attuali di “trasferimento assi-curativo del rischio”.Aspetto importante sollevato da più par-ti è stata infatti la difficoltà in questa cir-costanza di richiedere un indennizzo at-traverso le proprie coperture assicurative “business interruption” tradizionali, non tutte e non sempre adeguate a coprire i rischi della supply chain poiché collega-te ad un evento di natura fisica e ad un danno materiale.Solo da poco sono stati messi a punto

prodotti assicurativi d’avanguardia che permettono una più ampia copertura del rischio “supply chain” anche in assenza di un danno materiale diretto.Zurich è stata tra le prime a studiare a fondo, con un proprio team di speciali-sti e con la collaborazione della Manche-ster Business School, i rischi della sup-ply chain ed a proporre “Zurich Supply Chain Insurance”, una copertura dedi-cata alla salvaguardia della supply chain dalle minacce esterne.

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R isk Management NewsR i sk Management News

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Global solutionsCompanies operating in foreign markets all around the world need global insurance solutions. The HDI-Gerling Global Network is able to deliver tailor-made solutions to cover industrial companies today’s insurance and risk-management needs in more than 120 countries around the globe.

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Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

Il business case del Risk Executive

Diritto alla questione ApotropaicoPostI-t

(dal Greco “apotrépein”=”allontanare”) è un aggettivo che viene attribuito ad una persona o oggetto atto a scongiurare o annullare gli influssi maligni. Letteralmente ha il significato di una azione di allontanamento, ma nel mondo letterario ha assunto il carattere di rito che allontana il male, dunque esorcizzante.E l’Italia, come ben noto, è la terra degli scongiuri e delle scaramanzie. In questa pagina andiamo quindi a scoprire le diverse storie di scaramanzie, riti e scongiuri atti a evitare ogni tipo di malasorte.

RagnoVederli alla mattina porta generalmente male, mentre alla sera sono di buon auspicio. Portano sempre fortuna i ragni neri, i ragni bianchi quelli con le zampe lunghe e le ragna-tele nelle case e nelle stalle. Quest’ultima credenza ha ori-gine dall’assurda superstizione che lo sporco presente nel-le stalle fosse indice di prosperità e sanità per gli animali. Di buon auspicio anche scorgere un ragno in un buco, men-tre vederne uno sul proprio corpo è generalmente segno di miseria. I ragni non dovrebbero essere uccisi o maltratta-ti, soprattutto di pomeriggio, perché farlo porta sfortuna. A parziale spiegazione di queste superstizioni sono due leg-gende: la prima narra che per festeggiare la nascita di Gesù i ragni adornarono con una splendida te-la la ca- pan-na di

Betlemme; la secon-da ha per oggetto la Sacra Famiglia, che non sapeva dove nascondersi per sfuggire ai soldati di Erode. L’epilogo vi-de Gesù, Giuseppe e Maria salvati da un provvidenziale ragno che, con una grande tela, celò alla vista degli sbirri l’ingresso della caverna dove si erano nascosti. Per questo, prima di ripartire, Giuseppe benedì il ragno dicendo: «Per la tua pietà sarai bene accolto nelle case dei cristiani, do-

ve porterai fortuna e dove gli uomini ti risparmieranno». Fino a qualche decina di anni fa, le tele di ragno rappresenta-vano il migliore e più economico emostatico. Da sole, o ba-gnate nell’olio di scorpione, le tele venivano poste sulle ferite affinché il sangue coagulasse e si rimarginassero velocemente. Secondo alcuni, il liquido secreto dalla bocca dei ragni ave-va proprietà medicamentose La proverbiale fortuna dei ragni veniva anche sfruttata per scoprire i numeri vincenti da gio-care al lotto. Di solito, per farlo, si prendeva un ragno e lo si legava per una zampa, tenendolo sospeso su un sottile stra-to di sabbia. Dai segni che disegnava sulla rena, nell’impro-babile tentativo di liberarsi, i giocatori, con fantasia e buona volontà, ricavavano i numeri da giocare.

AlcioneFra i marinai nor-dici (ma non so-lo fra quelli) era una volta diffusa la convinzione che questo bellissimo uccello marino, che si suole identi-ficare con il martin pescatore, avesse la facoltà di indicare con il becco la dire-zione da cui sareb-be giunto il vento propizio alla navi-

gazione. Al pos-sesso di un

alcione era attribui-ta anche la facoltà

di arricchirsi con i commerci che implicassero la navigazione maritti-ma o fluviale. Si riteneva poi che una donna che si ornas-se con una o più piume di un alcione vedesse riconosciu-

ta con maggior enfasi la propria bellezza.Sull’origine di questo uccello esiste anche un racconto mito-logico: Alcione era una figlia di Eolo che aveva sposato Cei-ce, figlio della Stella del Mattino; erano così felici che Alcio-ne osò chiamare se stessa Era e Zeus il marito. Immancabile la punizione, infatti una folgore colpì la nave su cui viaggia-va Ceice, che morì annegato; Alcione si gettò in mare e al-cuni dei, impietositi, trasformarono entrambi in uccelli che presero il nome di alcioni.

apotropaico

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i WORKShOP ANRARoma e Milanosettembre e ottobre 2010

Si svolgeranno nei mesi di settembre e ottobre 2010, presso le città di Milano e Roma, i nuovi workshop di approfon-dimento, organizzati da ANRA, sul tema “Rischi azienda-li e Assicurazione”. Il primo, nello specifico, riguarderà la polizza della respon-sabilità civile vs terzi (RCT) e prestatori d’opera (RCO) e si svolgerà il 23 settembre a Roma (h 14-18).Il secondo, dal titolo “Fabbricati civili: le polizze ‘Globa-le Fabbricati’ e ‘Decennale Postuma’” si svolgerà il 12 ot-tobre a Milano (h 14-18) e il 13 ottobre a Roma (h 14-18).

le giornate di studi ANRAMilano e RomaSettembre 2010

ANRA organizza, nel mese di settembre presso le città di Mi-lano e Roma, “Le giornate di studio” focalizzate su specifiche tematiche di interesse nel mondo assicurativo.Nello specifico, la prima giornata sarà incentrata su “Le poliz-ze di trasporto” e si terrà il 28 settembre a Milano (dalle 9.30 alle 16.30) e il 29 settembre a Roma (dalle 9.30 alle 16.30)

CONVEGNO NAZiONALE ANRAMilano, Palazzo Mezzanotte9 novembre 2010

Corporate governance: è questo l’argomento attorno cui verterà l’annuale Convegno Nazionale ANRA, in pro-gramma il prossimo 9 novembre presso la prestigiosa se-de di Palazzo Mezzanotte a Milano. Si tratta dell’appun-tamento clou per tutti gli associati, occasione per ascoltare il prezioso contributo di qualificati relatori ed ampliare la propria rete di conoscenze.

FERMA SurveyLondra, hilton Metropole hotel29-30 Settembre 2010

Si terrà nella capitale inglese, i prossimi 29 e 30 settembre, il seminario organizzato dal Ferma per presentare i risulta-ti della “2010 FERMA Risk Management Benchmarking Survey”, organizzata con la sponsorizzazione di Axa Cor-porate Solutions e Ernst & Young e che ha visto un note-vole contributo partecipativo da parte dei soci ANRA. Tra i partecipanti all’evento anche il presidente dell’associazio-ne Paolo Rubini WORKShOP ANRA/LLOYD

Milano, Palazzo Mezzanotte13 Ottobre 2010

Si terrà a Milano il prossimo 13 ottobre, presso Palazzo Mezzanotte dalle ore 16 alle ore 18, il Workshop organiz-zato da Lloyd’s in collaborazione con ANRA incentrato su un nuovo progetto nel settore dei rischi emergenti.

post-it

i SOCi ANRA

ANRA è lieta di comunicare che Jorge Luzzi, Group Ri-sk Management Director del Gruppo Pirelli è stato eletto Vice presidente del FERMA, mentre Alessandro De Feli-ce, Group Risk Manager di Prysmian è stato eletto Secreta-ry di IFRIMA.

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Cosa c’e’ dietro un evento: quando il rischio rovina la festa

Il business case del Risk Executive

Diritto alla questione ➜ Post-ItApotropaico

CCTV & iP SECURiTY FORUMExpo Napoli, Palazzo dei Congressi, Stazione Marittima29 settembre 2010 Appuntamento a Napoli, il prossimo 29 settembre, con il

CCTV & IP security Forum, l’unica rassegna all-in-one di tecnologie e soluzioni per l’IP Security, la videosorveglianza e il networking. L’evento, con il patrocinio di ANRA, è de-dicato esclusivamente ai professionisti e ai decision-maker del settore security e TVCC

CORSi ANRAMilano, Politecnico – Campus LeonardoGestione sinistri 6 e 7 ottobre 2010Risk Management ii° livello 26-28 ottobre 2010

Da anni ANRA realizza corsi sui temi legati al risk manage-ment ed assicurazioni, destina-ti alle aziende, privilegiando gli

aspetti di gestione dei rischi nell’ambito di una corretta ge-stione aziendale e del ruolo del responsabile assicurativo o del risk manager all’interno e all’esterno dell’organizzazio-ne aziendale.I nuovi corsi ANRA, realizzati in collaborazione con il CINEAS, Consorzio specializzato sulle tematiche relative alla cultura del rischio, sono destinati a chi ha necessità di disporre di nozioni di assicurazione, di loss prevention, di business continuity e di enterprise risk management. A chi si rivolge: i corsi son rivolti a tutti coloro che affron-tano per la prima volta tematiche di risk management. Ed inoltre: Alle imprese: risk manager ed altri ruoli con funzioni rivolte al controllo e alla riduzione dei rischi aziendali.Al mondo assicurativo: ispettori tecnici, underwriter, claim handler, ruoli con funzioni di risk engineering e surveyor, intermediari assicurativi.Alle società di consulenza operanti nell’area dei rischi aziendali.La formazione è svolta da una faculty qualificata di docenti con esperienza in termini di executive education, provenien-ti dal mondo universitario, dalla consulenza e dalle aziende.

Gestione sinistriIl contratto assicurativo, per quanto perfetto, non garantisce all’assicurato un ottimale recupero del danno se non viene eli-minata la cosiddetta “asimmetria informativa” fra lo stesso as-sicurato e l’assicuratore circa le previsioni delle polizze in ca-so di sinistro, le procedure di stima e la gestione della perizia.Il corso, della durata di due giorni, fornisce gli elementi in-dispensabili all’assicurato per gestire al meglio il suo rappor-to con l’assicuratore e con il perito, nella fase cruciale del si-nistro, sia esso di danni materiali, diretti e indiretti, di danno da trasporto o di responsabilità civile.Se non si dispone di queste essenziali nozioni di claims mana-gement, è spesso impossibile estrarre dalla polizza di assicura-zione tutto il valore possibile.- Sede e organizzazione del corso: : il corso si svolgerà presso il politecnico di Milano, Campus Leonardo, il 6 e 7 ottobre 2010, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

Risk management 2° livelloIl corso si rivolge a chi intende approfondire i temi di gestione del rischio, nell’ottica della creazione di valore per l’impresa e di gestione integrata di tutti i rischi aziendali (Enterprise Ri-sk Management). Tra i temi trattati: Business Impact Analy-sis, Business Continuity Management, Crises Management e tecniche di salvataggio e ripristino, strategie di recupero pro-duttivo (Business Recovery), gestione del rischio “prodotto” (controllo qualità, reclami, tampering, richiamo dei prodotti difettosi) e dei rischi ambientali. Un particolare focus sarà ri-servato al contratto d’assicurazione, sia inteso in senso gene-rale sia con specifico riferimento ai diversi rami: danni ai be-ni (incendio, catastrofi, atti dolosi); danni indiretti (margine di contribuzione, loss of profit); danni da responsabilità civile (terzi, operai, prodotti, inquinamento).- Sede e organizzazione del corso: : il corso si svolgerà presso il politecnico di Milano, Campus Leonardo, dal 26 al 28 otto-bre 2010, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

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