Newsletter ANRA n.21

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ari lettori, il 3 aprile scorso ANRA ha tenuto la sua Assemblea annuale, particolarmente importante perché il Consiglio Direttivo dell’Associazione era giunto alla scadenza del suo mandato triennale e si è quindi proceduto a rinnovare sia il CD che il collegio dei Revisori per il prossimo triennio. La partecipazione dei Soci all’Assemblea è stata molto numerosa: 70 presenze sono quasi un record, e testimoniano che l’Associazione è viva e che i soci hanno a cuore i momenti “ istituzionali”. Le candidature agli organi di governo e di controllo dell’Associazione sono state numerose e qualificate, con molti volti nuovi. Accanto ai consiglieri rinnovati - De Felice (Prysmian), Bosco (Mediaset), Terzago (SKF), Strani (Angelini) e il sottoscritto (Telecom Italia) - sono stati eletti 4 nuovi consiglieri: Maria Emilia Marsaglia (H3G), Alberino Battagliola (Fater), Filippo Miliani (Techint) ed Enrico D’Alessandro (Terna). Nel collegio dei revisori, accanto alla nostra storica vice presidente Adriana Motta, figurano altri due nuovi eletti: Riccardo Melandri (Enel) e Massimo Castorina (Autogrill). Il Consiglio Direttivo mi ha riconfermato Presidente ma ha anche voluto cogliere i segnali di rinnovamento emersi dall’Assemblea, nominando alla vice presidenza la neo-eletta Maria Emilia Marsaglia. Curiosamente, abbiamo ora due “TELCOs” alla guida di ANRA! Il primo dei non eletti, in panchina per un possibile ingresso nel corso del triennio, è un altro nome prestigioso: Domenico Floro (ERG). La nuova squadra risulta dunque ringiovanita e rafforzata; questo, del lavoro svolto, è forse il risultato che mi rende più orgoglioso e fiducioso nella capacità di ANRA di rispondere sempre meglio alle aspettative dei soci, dell’ industry assicurativa e della comunità che ci supporta e valorizza la cultura e la prassi del Risk Management. L’Assemblea ha anche approvato uno stato patrimoniale, un conto economico 2011 ed un budget 2012 solidi, dettagliati e trasparenti. Abbiamo quindi risorse, economiche e umane, in grado di affrontare gli obiettivi principali che ANRA si è data per il prossimo triennio: aumentare la base dei propri iscritti ed elevare il prestigio del Risk Manager in azienda. La qualità dei corsi di formazione, dei workshop, dei convegni organizzati da ANRA dovrà ancora migliorare, i contatti con le altre associazioni di settore, con le istituzioni e con il mondo delle imprese e delle banche saranno essenziali per sostenere la nostra professione e qualificarne il ruolo non solo aziendale ma sociale. Quest’anno non daremo tuttavia spazio solo al nostro impegno: ANRA ha infatti intenzione di festeggiare in allegria i suoi 40 anni: l’associazione è stata infatti costituita il 7 giugno del 1972, da un gruppo di lungimiranti manager che, dovendo gestire le coperture assicurative aziendali, compresero l’importanza di segnare, attraverso un’associazione, la propria autonomia rispetto al mercato assicurativo e la specificità del proprio ruolo, prima che di acquirenti di polizze, di gestori dei rischi assicurati. Alla festa del 7 giugno 2012 saranno invitati i soci, gli assicuratori, i broker e in genere tutti coloro che hanno interagito con ANRA, insieme a mogli, mariti o compagni; sarà l’occasione per divertirsi insieme e per premiare alcuni personaggi e istituzioni cui ANRA deve gratitudine. Questo numero del notiziario è dedicato prevalentemente al convegno che ANRA ha organizzato il 3 aprile, dopo l’Assemblea. Con il supporto di ACE Group abbiamo voluto affrontare il tema, caldissimo nella comunità internazionale dei Risk Manager, dei programmi assicurativi multinazionali e delle correlate problematiche contrattuali, operative e di compliance. Il successo del convegno, con oltre 200 partecipanti, ci ha confermato la bontà della scelta; la qualità dei contributi di ACE e dei nostri soci Guarnerio e Terzago è stata apprezzata, specie per la concretezza degli spunti offerti. Buona lettura. Periodico d’informazione a cura di Numero 21 – Maggio 2012 Il punto di Rubini C

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Newsletter Italian Risk Management Association

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ari lettori,il 3 aprile scorso ANRA ha tenuto la sua Assemblea annuale, particolarmente

importante perché il Consiglio Direttivo dell’Associazione era giunto alla scadenza del suo mandato triennale e si è quindi proceduto a rinnovare sia il CD che il collegio dei Revisori per il prossimo triennio. La partecipazione dei Soci all’Assemblea è stata molto numerosa: 70 presenze sono quasi un record, e testimoniano che l’Associazione è viva e che i soci hanno a cuore i momenti “istituzionali”.Le candidature agli organi di governo e di controllo dell’Associazione sono state numerose e qualificate, con molti volti nuovi. Accanto ai consiglieri rinnovati - De Felice (Prysmian), Bosco (Mediaset), Terzago (SKF), Strani (Angelini) e il sottoscritto (Telecom Italia) - sono stati eletti 4 nuovi consiglieri: Maria Emilia Marsaglia (H3G), Alberino Battagliola (Fater), Filippo Miliani (Techint) ed Enrico D’Alessandro (Terna).Nel collegio dei revisori, accanto alla nostra storica vice presidente Adriana Motta, figurano altri due nuovi eletti: Riccardo Melandri (Enel) e Massimo Castorina (Autogrill).Il Consiglio Direttivo mi ha riconfermato Presidente ma ha anche voluto cogliere i segnali di rinnovamento emersi dall’Assemblea, nominando alla vice presidenza la neo-eletta Maria Emilia Marsaglia. Curiosamente, abbiamo ora due “TELCOs” alla guida di ANRA!Il primo dei non eletti, in panchina per un possibile ingresso nel corso del triennio, è un altro nome prestigioso: Domenico Floro (ERG).La nuova squadra risulta dunque ringiovanita e rafforzata; questo, del lavoro svolto, è forse il risultato che mi rende più orgoglioso e fiducioso nella capacità di ANRA di rispondere sempre meglio alle aspettative dei soci, dell’ industry assicurativa e della comunità che ci supporta e valorizza la cultura e la prassi del Risk Management.L’Assemblea ha anche approvato uno stato patrimoniale, un conto economico 2011 ed un budget 2012 solidi, dettagliati e trasparenti.

Abbiamo quindi risorse, economiche e umane, in grado di affrontare gli obiettivi principali che ANRA si è data per il prossimo triennio: aumentare la base dei propri iscritti ed elevare il prestigio del Risk Manager in azienda. La qualità dei corsi di formazione, dei workshop, dei convegni organizzati da ANRA dovrà ancora migliorare, i contatti con le altre associazioni di settore, con le istituzioni e con il mondo delle imprese e delle banche saranno essenziali per sostenere la nostra professione e qualificarne il ruolo non solo aziendale ma sociale.Quest’anno non daremo tuttavia spazio solo al nostro impegno: ANRA ha infatti intenzione di festeggiare in allegria i suoi 40 anni: l’associazione è stata infatti costituita il 7 giugno del 1972, da un gruppo di lungimiranti manager che, dovendo gestire le coperture assicurative aziendali, compresero l’ importanza di segnare, attraverso un’associazione, la propria autonomia rispetto al mercato assicurativo e la specificità del proprio ruolo, prima che di acquirenti di polizze, di gestori dei rischi assicurati. Alla festa del 7 giugno 2012 saranno invitati i soci, gli assicuratori, i broker e in genere tutti coloro che hanno interagito con ANRA, insieme a mogli, mariti o compagni; sarà l’occasione per divertirsi insieme e per premiare alcuni personaggi e istituzioni cui ANRA deve gratitudine.Questo numero del notiziario è dedicato prevalentemente al convegno che ANRA ha organizzato il 3 aprile, dopo l’Assemblea. Con il supporto di ACE Group abbiamo voluto affrontare il tema, caldissimo nella comunità internazionale dei Risk Manager, dei programmi assicurativi multinazionali e delle correlate problematiche contrattuali, operative e di compliance. Il successo del convegno, con oltre 200 partecipanti, ci ha confermato la bontà della scelta; la qualità dei contributi di ACE e dei nostri soci Guarnerio e Terzago è stata apprezzata, specie per la concretezza degli spunti offerti.Buona lettura.

Periodico d’informazione a cura diNumero 21 – Maggio 2012

Il punto di Rubini

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Chi è ANRAANRA è l’associazione che dal 1972 raggruppa i Risk Manager e i Responsabili delle Assicurazioni Aziendali. Ad oggi l’associazione conta oltre 150 soci e svolge un importante ruolo per la creazione in Italia di una cultura della gestione dei rischi e delle forme più adeguate per assicurarli. In ANRA sono rappresentati i Risk Manager e i Responsabili Assicurativi Aziendali: i primi monitorano ed esaminano tutti i rischi, ordinari e straordinari, correlati all’attività aziendale, li condividono con il top management e formulano, con il loro accordo, un piano operativo per la gestione dei rischi; i secondi, invece, impostano, realizzano e gestiscono il piano assicurativo dell’azienda.

Redazione

Paolo Rubini - ANRA

Annita Pappagallo - [email protected]

Ecomunicare

Marco [email protected] [email protected]

link consigliati:

www.aiba.itwww.ania.itwww.andaf.itwww.cineas.itwww.ferma.euwww.rims.org/ifrima

iFRiMA

ANRA fa parte dell’IFRIMA (International Federation of Risk and Insurance Management Associations), l’organizzazione, la cui attività può essere fatta risalire al 1930, che raccoglie sotto di sé le associazioni internazionali di gestione del rischio, in rappresentanza di 23 organizzazioni e 30 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo primario di IFRIMA, è quello di fornire un forum per l’interazione e il confronto tra le varie associazioni di categoria e i membri che ne fanno parte.

FERMA

ANRA è iscritta a FERMA (Federation of European Risk Management Associations), l’organizzazione che attualmente riunisce le associazioni nazionali di risk management di 20 nazioni europee. Essa rappresenta oltre 4800 professionisti che operano nei più svariati campi, dall’industria alla finanza passando per la sanità, presso organismi statali, privati o enti benefici.Scopo del FERMA è promuovere la cultura della prevenzione rischio e favorire il networking tra i propri associati.

ANRA LiNKPer maggiori informazioni:

Anra, Via del Gonfalone 3 - 20123 Milano T +39 02.58.10.33.00 F +39 02.58.10.32.33 - www.anra.it

www.isvap.itwww.generali.itwww.ugari.itwww.zurich.itwww.chartisinsurance.it

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In questo numero1 Il punto

di Paolo Rubini - Presidente ANRA

4 Programmi assicurativi multinazionali: problemi e soluzioni in uno scenario sempre più complesso

7 I programmi multinazionali: la sfida per il futuro a cura di ACE Group

8 Programmi assicurativi multinazionali: la parola ai risk manager

12 La polizza di RC Amministratori come strumento di prevenzione e gestione del rischio di Massimiliano Colombo - Responsabile Financial Lines per AGCS Italia

13 Attenzione a come cambia il vento a cura di StrategicRisk

15 Cyber Risk: attenzione alle definizioni! di Phil Mayes, Head of Technology PI Zurich Global Corporate, Europe

16 Il rischio oltre il confine di Alberto Monti - professore di Diritto privato comparato - Università Bocconi - Studio Legale Monti

17 L’internazionalizzazione: le sfide della compliance a cura di XL Italia

19 ANRA informa

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Risk Manager

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Programm i ass i curat i v i mu lt i naz i ona l i

Cosa può fare un’azienda italiana che opera anche in un paese estero che si vuole tutelare dal punto di vista assicurativo? È a questo importante quesito che ha tentato di dare risposta il con­vegno “Programmi assicurativi multinazionali: problemi e so­luzioni in uno scenario sempre più complesso”, organizzato da ANRA lo scorso 3 aprile in collaborazione con il gruppo assicu­rativo internazionale ACE Group.Ad introdurre l’argomento è stato il Presidente di ANRA Paolo Rubini, che ha fin da subito sottolineato la complessità e l’importanza dell’argomento: “Si tratta di un aspetto ormai di­ventato centrale per chi si occupa di rischi aziendali: purtroppo è sempre più difficile riuscire a trovare programmi assicurativi multinazionali efficaci e si assiste sempre più spesso a dibattiti interni alle aziende su quale sia il programma giusto da adotta­re; la scelta infatti incide sull’equilibrio fra autonomia degli or­gani di governo delle società controllate e necessaria attività di coordinamento e controllo della Capogruppo”.Che si tratti di un argomento di forte interesse lo testimonia la sala gremita e la presenza di numerosi manager di aziende. A di­spetto del numero ridotto di imprese italiane che possano defi­nirsi realmente multinazionali, esistono in realtà moltissime pic­cole e medie società che hanno stabili organizzazioni all’estero. Si stima che siano oltre 10 mila le aziende italiane con un fattu­rato superiore ai 50 milioni di euro interessate dalla delocalizza­zione di molte attività produttive e commerciali che hanno un bisogno crescente di supporto ed assistenza, in particolare dal

punto di vista della copertura dei rischi.“Il nostro Gruppo vuole presentarsi ai manager come un sog­getto affidabile in grado di offrire un servizio di alta qualità e un sistema di soluzioni avanzate per questo tipo di proble­matiche – ha spiegato Orazio Rossi, Country Manager Ita-lia di ACE European Group. Non possiamo però nasconde­re il fatto che ai sempre più veloci processi di globalizzazione dei mercati spesso non si accompagna un programma assicu­rativo capace di tenere conto di questi cambiamenti, in par­ticolare dei delicati aspetti che coinvolgono i processi di giu­risdizione e legali, diversi da paese a paese. Inutile dire che a far le spese di queste mancanze sono le aziende stesse, che si trovano a dover fronteggiare situazioni critiche”.È toccato ad Enrico Guarnerio, Direttore del Comitato Tecni-co-Scientifico di ANRA, provare a fare il punto della situazione sui programmi assicurativi multinazionali: ”Viviamo in un con­testo economico e sociale radicalmente cambiato rispetto solo a pochi anni fa, basti pensare che oggi è la Cina ad essere il primo paese industriale al mondo, con uno spostamento del baricen­tro globale nella domanda e nell’offerta di beni e servizi. Tutto ciò ha portato ad una nuova dimensione dei rischi per le aziende e ad un bisogno di ridisegnare la scala delle priorità. Le aziende che per prime si sono rese conto di questi mutamenti si trovano oggi ad avere un vantaggio competitivo, dato anche dalla capa­cità di capire e valutare le nuove opportunità e soprattutto le mi­nacce, gestendo i rischi collegati in una maniera vincente. Pur­

Programmi assicurativi multinazionali:Problemi e soluzioni in uno scenario sempre più complesso

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troppo molte aziende vivono i cambiamenti in maniera passiva, non capendo i vantaggi che un corretto processo di Risk Mana­gement potrebbe avere sul proprio business”.Guarnerio ha illustrato come parte degli investimenti in attivi­tà produttive, marketing, vendita e post vendita da parte delle aziende italiane sia fatta all’estero. “Diventa quindi fondamen­tale avere un programma assicurativo multinazionale. Purtrop­po pochi player offrono programmi adeguati, in particolare centralizzati”Un buon programma assicurativo deve infatti permettere di ge­stire i rischi in maniera coerente e fortemente presidiata dalla Capogruppo. Fondamentale avere una comunicazione efficace tra quest’ultima e le filiali delocalizzate, dove risiedono i rischi. “Non si può pensare – ha concluso Guarnerio – che basti ave­re una polizza Master stipulata sul nostro territorio dalla Capo­gruppo, per sentirsi coperti. Assistiamo infatti sempre più spesso a casi di coperture “non admitted” in altri paesi. È quindi neces­sario un piano assicurativo che unisca polizze Master a polizze stipulate localmente che tengano conto degli aspetti regolamen­tari e soprattutto fiscali del posto. Purtroppo spesso le coperture si rivelano inadeguate ed insufficienti da questo punto di vista: ultimamente stiamo registrando sanzioni che colpiscono non solo l’azienda, ma anche gli intermediari assicurativi”.A ribadire che oggi chi si occupa di assicurazioni non può non considerare gli effetti della globalizzazione è stato Mi-chael Furgueson, President Multinational Client Group ACE Overseas General. “Gli ultimi anni di crisi e tensione econo­mica hanno sottolineato un punto chiave: l’economia mon­diale è più interconnessa che mai. In un contesto del genere avere un programma multinazionale adeguato dovrebbe es­sere la principale preoccupazione dei Risk Manager. Ed og­gi un programma valido non può non tenere conto, ad esem­pio, delle problematiche legate alla crisi finanziaria. Così come degli aspetti legislativi e fiscali a livello di ogni singolo paese in cui si opera, delle problematiche legate a Solvency II e dei rischi legati alla Supply Chain”.“Per costruire una polizza master efficace i rischi devono essere sempre analizzati a livello locale. La survey realizzata dal Ferma nel 2010 ha evidenziato come i Risk Manager europei si siano dichiarati delusi da come venivano liquidati i sinistri: non è solo la presenza o meno di una determinata copertura a rendere vali­do un programma assicurativo, multinazionale o no: anche il li­vello del servizio offerto è considerato fondamentale”Furgueson ha invitato i Risk Manager a non considerare solo la voce di costo quando si sceglie un programma assicurati­vo multinazionale. Certo, cost saving and cost efficiency so­no importanti, ma non sono l’unico elemento su cui basarsi. Allora quali sono gli elementi alla base della scelta di un pro­gramma assicurativo valido? “Anzitutto i Risk Manager de­vono avere esattamente chiaro cosa vogliono ottenere da un programma assicurativo di questo tipo. Per farlo il consiglio

è avvalersi di intermediari esperti. È importante che il Risk Manager possa contare sulla collaborazione di tutti i livelli coinvolti all’interno della azienda, dall’audit al legale fino ai vertici, pronti a rispondere tempestivamente alle esigenze del momento. Ed è importante la capacità di coordinare il loca­le con il centro, avvalendosi anche di piattaforme tecnologi­che globali e trasparenti”.Ad illustrare quali siano gli aspetti legali e fiscali di un program­ma assicurativo multinazionale è quindi intervenuto Suresh Krishnan, General Counsel Multinational Client Group ACE Overseas General: “Come è stato detto in precedenza, sono so­litamente tre le opzioni di scelta per chi vuole sottoscrivere pro­grammi assicurativi multinazionali: 1) sottoscrivere una polizza nel proprio paese credendo così di essere coperto anche per le attività fuori dai confini, quando in realtà non è così;2) sottoscrivere polizze a livello locale rischiando però alla fine di avere una situazione frammentaria e difficile da controllare, soprattutto quando si opera in più paesi contemporaneamente;3) scegliere un programma multinazionale in grado di garantire una soluzione ottimale in ogni contesto, grazie ad una gestione unica e razionalizzata degli aspetti operativi e delle problemati­che legali, giurisdizionali e fiscali dei vari paesi, permettendo un controllo centralizzato delle garanzie prestate e del flusso di pre­mi e sinistri”.“Alla base di tutto credo ci sia un quesito fondamentale: ci po­niamo le domande giuste quando valutiamo un programma as­sicurativo di questo tipo?”Krishnan ha quindi illustrato alcuni degli esempi più spinosi che potrebbero riguardare una multinazionale che operi in pae­si come la Cina, il Brasile l’India ma anche in un paese come il Canada, dove ogni singola provincia ha un sistema normativo diverso. “Le casistiche e le complessità da affrontare sono infi­nite perché ogni paese ha propri principi normativi anche mol­to diversi”.A spiegare come avvenga la gestione e la liquidazione dei sinistri nei programmi multinazionali è stata Marcella Accoto, Claims Manager Italia di ACE European Group: “Aspetto fondamenta­le all’interno della lunga dinamica che porta alla liquidazione di un sinistro è la comunicazione veloce e puntuale tra le affiliate estere e la capogruppo”.Il convegno si è concluso con la presentazione di un caso azien­dale: Marco Terzago, Risk Manager SKF Group, ha illustrato il programma assicurativo multinazionale PD/BI attuato dal gruppo SKF. “Siamo un gruppo svedese che opera nel campo dell’ingegneria meccanica che ha sempre puntato su fusioni ed acquisizioni. Ci siamo quindi trovati spesso ad operare in mer­cati diversi dal nostro. Basti pensare che siamo in procinto di inaugurare due nuove sedi in India e Cina. Avere una copertura assicurativa globale capace di darci un servizio locale si è rivela­to per noi fondamentale”.

➜ Programmi assicurativi multinazionali

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La parola ai Risk Manager

Allianz

StrategicRisk

Diritto alla questione

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ANRA informa

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Di fronte ad un sistema economico che diventa sempre più globalizzato, con meccanismi che superano i confini politi-ci e geografici, i sistemi giurisdizionali e fiscali che caratte-rizzano i vari paesi del mondo non sempre vanno nella stes-sa direzione e per tutte quelle aziende che coltivano interessi economici all’estero possono esserci grossi problemi quan-do si parla di copertura assicurativa. È ormai sempre più evi-dente come, anche in campo assicurativo, bisogna tener con-to degli effetti della globalizzazione e valutare attentamente come fenomeni che avvengono in una determinata parte del mondo possono in re-altà incidere profon-damente anche su altri paesi. È per questo che oggi i grossi gruppi as-sicurativi danno sem-pre più importanza ai programmi multina-zionali, cercando di of-frire il massimo sup-porto ai propri clienti, anche nei casi più diffi-cili. ACE Group è uno di questi. Anche se il numero di aziende multinazionali vere e proprie è molto limitato in Italia, esi-stono moltissime pic-cole e medie imprese che hanno stabili organizzazioni all’e-stero. Si stima che sono oltre 10.000 le aziende italiane con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e che operano anche fuori dall’Italia. “Il nostro programma multinaziona-le - spiega il Country Manager, Orazio Rossi - non si rivol-ge solo alle grandi e grandissime imprese, ma anche a questo target medio-piccolo che, con la delocalizzazione di molte attività produttive e commerciali all’estero, ha un bisogno crescente di assistenza e di supporto”. Il dottor Rossi, ricor-dando l’alta qualità dell’offerta di ACE anche in questo seg-mento assicurativo, sottolinea come “solo una realtà grande e ramificata come questa può rispondere alle esigenze di tante

aziende, anche in un contesto non del tutto chiaro e standar-dizzato”. ACE Group, infatti, è presente in oltre 170 pae si ed è capace di gestire contratti assicurativi in tutti i paesi mini-mamente sviluppati, grazie ad un nuovo approccio che può essere definito, per l’appunto, “globale”.Quando un’azienda italiana che opera in un paese estero si vuole tutelare dal punto di vista assicurativo le opzioni pos-sibili sono di fatto tre: sottoscrivere un contratto in Italia che però non ha valenza in tutti i paesi del mondo (esistono infatti quelli che rientrano nella categoria “non admitted”); sottoscrivere una polizza con broker locali rischiando però di avere alla fine una situazione frammentata e difficile da con-trollare, soprattutto quando si opera in più paesi contem-poraneamente; oppure scegliere un programma multinazio-nale in grado di garantire una soluzione ottimale in ogni contesto, grazie ad una gestione unica e ben razionalizzata. “ACE è in grado di offrire un servizio completo ed efficien-te - spiega Rossi - potendo contare su una lunga esperienza e su un network internazionale ampiamente esteso non solo come presenza sul territorio, ma anche in termini di servizi. La carta vincente è la capacità di gestire i problemi attraverso una piattaforma comune, sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello amministrativo-gestionale”. In questo modo, un programma multinazionale permette attraverso un’unica polizza di avere la massima tranquillità sia nei paesi “admit-ted”, sia in quelli “non admitted”, offrendo garanzie anche per quanto riguarda i limiti rappresentati dai sistemi norma-tivi, giurisdizionali e fiscali dei vari paesi. In Italia è necessario innanzitutto diffondere un approc-cio culturale nuovo che prenda in considerazione anche queste dinamiche globali, oggi ancora lontane per tanti che si occupano di Risk Management. ACE si è fatta così carico di una nuova mission: riuscire a sensibilizzare sia il mondo dei broker, sia quello dei manager riguardo a que-sta importante sfida del futuro. “Dai broker cerchiamo di farci riconoscere come gruppo di riferimento - sottolinea Rossi - come partner di supporto capace di dare un valore aggiunto grazie all’esperienza e alle competenze. Ai ma-nager vogliamo presentarci come soggetti affidabili in gra-do di offrire un servizio di alta qualità e in grado di risol-vere sempre qualsiasi tipo di problema”.

I programmi multinazionali:la sfida per il futuro

Orazio Rossi, Country Manager ACE Group

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In un mondo sempre più globale i Programmi Assicurativi Mul-tinazionali (PAM) giocano un ruolo fondamentale. Abbiamo chiesto ad alcuni Risk Maganer di fare il punto della situazione su cosa cercano in questo tipo di programmi e quale sia lo sce-nario italiano. A prendere parte a questa tavola rotonda virtua-le sono stati Paolo Rubini, Risk Manager Telecom e Presidente ANRA, Maria Emilia Marsaglia, Insurance & Guarantee Ma-nager di H3G e neo Vice Presidente di ANRA, Filippo Miliani, Risk Manager di Techint, Alberino Battagliola, Financial Plan-ning, Actual Reporting & Insurance Manager di Fater Spa e Mi-chele Strani, Risk Manager di FINAF Spa.

1 - Quali devono essere a suo avviso le finalità e i principi di un programma assicurativo multinazionale?

Rubini: “Provo a riassumere brevemente le finalità di un PAM:• consentire coperture quanto più possibile ampie a tutte le so-

cietà di un Gruppo, ad un prezzo complessivo che tenga con-to della dimensione del gruppo stesso e possa godere della mu-tualità fra rischi e territori differenti

• consentire coerenza al sistema di risk transfer di un Gruppo, in accordo con il sistema complessivo di gestio-ne dei rischi definito centralmente

• garantire la massima efficacia ed efficienza alle singole polizze locali, seguendo criteri di gestio-ne predefiniti dei contratti e dei sinistri

I principi su cui si fondano tali programmi sono il rispetto dell’autonomia gestionale delle società controllate e la garanzia della loro compliance ri-spetto alle normative di ciascun paese, nel qua-dro di una policy di gestione del rischio adegua-tamente controllata dal centro”.

Miliani: “Le finalità sono essenzialmente quelle di garantire l’uniformità di finanziamento assicu-rativo dei rischi e l’ottimizzazione del costo com-plessivo di essi. Tuttavia, i benefici di una efficace gestione centralizzata delle politiche e delle strate-gie assicurative non si limitano al minor premio

corrisposto ma comprendono una maggiore efficienza delle scel-te di ritenzione (a sua volta premessa per implementazione di politiche di prevenzione) e maggiore chiarezza e consapevolezza delle coperture assicurative disponibili”.

Battagliola: “Per far fronte ad una crisi economica di così ele-vato impatto mondiale, oggi più che mai è necessario affrontare in maniera adeguata un PAM.I principi cardine di cui tener conto, possono essere così riepilogati:• capire se la nostra Azienda ha una corretta cultura del Risk

Management nel suo complesso e quindi comprenderne la di-sponibilità al rischio

• dove, come e in che modo l’Azienda produce e distribuisce• costruire il proprio programma partendo dal livello locale per

poi risalire al paese di esposizione• costruire un rapporto proattivo e collaborativo sia con il bro-

ker che con gli assicuratori dei paesi interessati• valutare nel complesso l’offerta del servizio finale mantenendo

costantemente il focus sull’obiettivo di portare valore a tutta la propria organizzazione”.

Programmi assicurativi multinazionali:la parola ai Risk Manager

Programmi assicurativi multinazionaliAce

➜ La parola ai Risk Manager

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Diritto alla questione

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Strani: “La principale finalità è la piena cono-scenza da parte del Risk Manager delle garan-zie prestate dalla polizza per tutte le società assi-curate: questo aspetto diventa infatti un fattore fondamentale in funzione della determinazio-ne del risk appetite e della risk tolerance.Altro aspetto, molto pratico ma non meno importante, è rappresentato dalla consapevo-lezza che il programma multinazionale copre simultaneamente tutti i paesi coinvolti, eli-minando il rischio di scoperture dovute a ri-tardo o mancato pagamento del premio da parte di qualche paese”.

Marsaglia: “Un PAM deve assolvere ai principi di uniformità delle condizioni, di allinea mento delle coperture in un’ottica di unificazione dei principi sottostanti alle scel-te di copertura per tutte le società che fanno parte del gruppo.Deve assolvere ai principi generali di gruppo ma non dimenti-care le particolarità e le esigenze proprie in ciascuna nazione. Il programma Master deve pertanto essere anche integrato da co-perture nazionali che rispondano alle normative proprie di cia-scun paese, o eventualmente includere le estensioni all’interno dello stesso Programma Internazionale.Un risultato di omogeneizzazione delle coperture è generalmen-te anche un’ottimizzazione dei costi assicurativi. Vi deve tuttavia essere un’uniformità nel trattamento dei rischi relativi nelle va-rie società del gruppo e l’implementazione di progetti di verifica sullo stato di prevenzione e protezione anch’esso generalizzato”.

2 - Per la sua esperienza le grandi aziende sottostimano i ri-schi derivanti dall’internazionalizzazione legata al proprio business?

Rubini: “Le grandi aziende, anche in Italia, hanno ben presente i rischi derivanti dalla globalizzazione, specie se soggette da tem-po alla pressione della concorrenza internazionale; al contrario le aziende piccole e medie potrebbero essere meno consapevoli di tali rischi o meno attrezzate a farvi fronte”.

Miliani: “Sono d’accordo con il Presidente: non credo che le grandi aziende oggi sottostimino i rischi derivanti dell’interna-zionalizzazione. Avverto, anzi, una crescente consapevolezza dei rischi (di mercato, di fornitura, di credito, socio-politici, etc.) di un contesto di mercato sempre più interconnesso”.

Battagliola: “Personalmente ritengo che siano ancora poche le grandi aziende che hanno ritenuto opportuno adottare un siste-

ma di copertura internazionale mediante il quale i rischi assunti localmente vengano gestiti in maniera centrale pur mantenen-do inalterati gli obblighi e le diverse normative di ogni paese.I grandi Gruppi oggi devono fare fronte a rischi addizionali ed eventi incerti, attualmente non prevedibili o che si ritengono al momento improbabili, che potrebbero influenzarne l’attività e le prospettive.Una check list dei rischi “multinazionali” è doverosa e utile per una corretta analisi della propria esposizione. Pertanto, è neces-sario pensare a:• rischi connessi alle condizioni generali dell’economia• rischi connessi al fabbisogno di mezzi finanziari• rischi connessi al rating• rischi connessi alla fluttuazione dei tassi di cambio e d’interesse• rischio di credito• rischi connessi ai rapporti con dipendenti e fornitori• rischi connessi al management• rischi connessi all’alta competitività nei settori in cui si opera• rischi relativi ai mercati internazionali e all’esposizione a con-

dizioni locali mutevoli• rischi connessi alla politica ambientale”.

Strani: “Credo vi sia ancora molta strada da percorrere da par-te di tutti gli operatori coinvolti nella internazionalizzazione del business, affinché si possa raggiungere una gestione ottima-le delle problematiche legate ai rischi connessi ad una presenza multinazionale delle grandi aziende”.

Marsaglia: “Per la mia esperienza vi è una differenza tra le gran-di aziende estere e quelle italiane. Nelle prime è consuetudine

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avere un programma internazionale unico per tutto il gruppo; le grandi aziende italiane lo stanno implementando. La coper-tura assicurativa è anche uno strumento utile a conoscere i ri-schi derivanti dall’internazionalizzazione in quanto ci si avvale di Compagnie e Brokers specializzati in ciascun paese e a cono-scenza delle relative problematiche che pertanto possono porta-re supporto alle scelte legate al business aziendale.Si è oramai attenti ai rischi derivanti dall’internazionalizzazione e se ne studiano i vantaggi e i rischi soprattutto in fase iniziale. Probabilmente si sottovalutano in quanto non si analizzano più i rischi a business già avviato. Gli eventi recenti relativi ai sinistri avvenuti nel mondo che portano effetti globali stanno riducen-do questa visione, il mondo è oramai globale”.

3 - A suo avviso esiste un aspetto fondamentale che un pro-gramma assicurativo multinazionale deve prendere in con-siderazione al giorno d’oggi? Se sì, quale?

Rubini: “Il tema più delicato è quello del rispetto dei diritti e dei doveri delle società controllate e quindi della garanzia di cor-rettezza del loro operato verso i propri stakeholders, in particola-re le autorità (politiche, amministrative e fiscali) dei singoli paesi ed i soci di minoranza”.

Miliani: “Sicuramente il tema della compliance con normative fiscali e assicurative in continua evoluzione nei vari paesi coin-volti è un tema di estrema attualità. Rispetto a non più di 5/10 anni fa sono stati fatti importanti passi avanti nella sensibilizza-zione a questi aspetti e sono sicuro che le grandi aziende abbiano studiato approfonditamente il problema; molto rimane ancora da fare nel trovare una soluzione, o comunque una piattaforma informativa condivisa da tutti gli operatori”.

Battagliola: “Aspetti fondamentali sono la globalizzazione dei mercati, l’internazionalizzazione delle imprese e l’abbattimento delle barriere sullo scambio commerciale.Bisogna, in sostanza, creare e lavorare a una in-ternazionalizzazione “ragionata”, nel senso che diventa fondamentale per l’Azienda calarsi nel-le realtà dei mercati ai quali si rivolge con uno sguardo particolare agli aspetti tecnici, ma so-prattutto legislativiIn sintesi bisognerebbe operare affinché l’inter-nazionalizzazione diventi attiva per l’impresa tale da rendere la stessa protagonista degli eventi e dei rischi attuali e futuri”.

Strani: “Vi sono molti aspetti da prendere in considerazione per sviluppare al meglio un pia-no multinationale:

• compliance risk: forte evoluzione della complessità delle leggi e del quadro regolatorio in ogni paese

• rischi legati strettamente al territorio (quali ad es. eventi natu-rali, rischio politico, terrorismo)

• crisi finanziaria globale• mantenimento degli standard qualitativi dei prodotti• difficoltà oggettiva nell’individuazione di tutti gli scenari di ri-

schio possibili nelle diverse aree geografiche• rischi finanziari legati alle fluttuazioni delle valute• rischio credito”.

Marsaglia: “Sicuramente ve ne è più di uno. Se dovessi indica-re quello attualmente sotto i riflettori, direi la compliance del programma alla normativa del singolo paese. Oramai i sinistri avvengono e vi è la necessità che vi sia la certezza che in caso di accadimento di un danno la copertura possa assolvere il suo compito nel paese che si è assicurato, evitando anche le sanzio-ni che si possono avere se il programma non fosse compliant”.

4 - In uno scenario politico, economico e sociale in così ra-pida evoluzione come quello che stiamo vivendo, quali sono le prospettive legate a questa tipologia di rischi?

Rubini: “Si andrà incontro ad una sempre maggiore complessi-tà nella formulazione dei PAM, che coinvolgerà sia la formula-zione delle polizze locali che la forma di collocamento sul mer-cato assicurativo delle stesse e l’operatività di tali polizze in caso di sinistro. Il numero di assicuratori in grado di offrire soluzio-ni globali è limitato, costringendo le aziende interessate ad ope-rare in un contesto scarsamente competitivo. Il rischio di rilievi da parte di autorità locali sulla legittimità di coperture assicura-tive originate in altri paesi sarà crescente. Le regole di governan-ce che si daranno le imprese potrà costituire una complicazione addizionale per il Risk Manager che voglia attivare un sistema integrato di gestione dei rischi; ma l’apprezzamento degli azio-

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nisti per tale sistema sarà crescente, all’aumentare della globaliz-zazione del business di un’impresa”.

Miliani: “A mio avviso le prospettive non cambiano; per con-tro la situazione che stiamo vivendo dovrebbe portare le aziende a considerare con sempre maggiore importanza gli aspetti lega-ti al monitoraggio e alle politiche di gestione e di finanziamen-to dei rischi”.

Battagliola: “Operare in diversi paesi emergenti, sia diretta-mente, sia tramite joint venture ed altri accordi di cooperazio-ne, oltre ad uno sviluppo in termini esponenziali in quanto a numero e crescita economica, può portare al verificarsi di svi-luppi politici ed economici sfavorevoli in tali aree, ad un signi-ficativo aumento dei rischi e quindi incidere negativamente sul-le prospettive di business e sui conseguenti risultati economici e/o finanziari”.

Strani: “Il quadro sempre più complicato dei rischi emergen-ti da situazioni mai affrontate in precedenza non può altro che portare ad una funzione di Risk Management sempre più affi-nata e capace di definire e sviluppare metodi e modelli integrati così da definire i possibili differenti scenari.L’evoluzione naturale della funzione di Risk Management sarà pertanto quella dell’Enterprise Risk Management”.

Marsaglia: “Secondo me i programmi multinazionali dovran-no essere implementati il più possibile perché deve esserci una visione globale del rischio. Tuttavia le singole società nei singo-li paesi sono sempre più società importanti e produttive e per-tanto dovranno avere una propria autonomia decisionale e un proprio intervento anche nelle scelte di copertura implementa-te dalla Casa Madre. Vi è una evoluzione nel senso che la Casa Madre pensa al gruppo e alla singola Società, ma la stessa sin-gola Società deve intervenire e pensare a sé e alle proprie esigen-ze, in modo che il programma nel suo complesso sia efficace ed efficiente per tutte le parti assicurate. Il sinistro deve poter esse-

re gestito in casa e la Casa Madre e il Pro-gramma Internazionale rispondere per gli eccessi di limiti e eventualmente anche di condizioni nel caso la copertura locale non fosse sufficiente”.

5 - Potrebbe esporci brevemente un ca-so, significativamente positivo, in cui la corretta gestione del rischio legato all’internazionalità è risultata importa-te per la sua azienda?

Rubini: “Il sistema di copertura del ri-schio Property (Danni materiali al patrimonio aziendale) di una controllata brasiliana è stato riformulato in conformità a quel-lo della Corporate in modo da includere garanzie addizionali; proprio tali garanzie hanno rivelato subito la loro utilità, dan-do luogo a risarcimenti su sinistri che, nella formulazione loca-le, non erano indennizzabili, a beneficio sia della Corporate che della controllata e dei suoi soci di minoranza. La successiva im-plementazione di un processo di Enterprise Risk Management presso la controllata brasiliana, secondo le linee guida della Cor-porate, ha contribuito alla diffusione della cultura del manage-ment locale nella gestione dei rischi”.

Miliani: “A titolo esemplificativo posso citare i positivi risulta-ti conseguiti in occasione di recenti acquisizioni di società este-re. Se molti di questi casi hanno rappresentato un momento di confronto con esperienze e modalità di gestione assicurati-va del rischio diverse da quelle che eravamo soliti adottare, in altri abbiamo dovuto costruire da zero una cultura di gestio-ne assicurativa.La maturità raggiunta su questo aspetto ci ha permesso di rela-zionarci in maniera costruttiva e collaborativa con la compagnia di assicurazione riuscendo a gestire un caso critico (data la com-plessità tecnica, la distanza geografica tra la compagnia, il paese coinvolto e la società sudafricana e l’elevata conflittualità della controparte) con l’obiettivo, raggiunto, di limitare le ripercus-sioni economiche in capo alla società”.

Strani: “Lo sviluppo di Piani Assicurativi internazionali hanno permesso una maggiore conoscenza delle dinamiche aziendali nella loro interezza grazie al lavoro di approfondimento reso ne-cessario (portando quindi evidenti benefici in termini di iden-tificazione di possibili rischi nascosti) ed anche ad una notevole ottimizzazione dei costi assicurativi”.

Marsaglia: “Stiamo adesso verificando un sinistro avvenuto, glielo saprò dire più avanti! Magari sarà l’occasione per riveder-ci su queste pagine”.

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Nel corso degli ultimi dieci anni si è assistito ad un radicale cambia-mento nella percezione dell’importanza della Polizza di RC Ammi-nistratori: da prodotto di nicchia importato dal mondo anglosassone noto, apprezzato e richiesto da pochi, a prodotto quasi di massa og-getto di articoli e seminari. Contrariamente a quanto accadeva qual-che anno fa, oggi non esiste imprenditore o amministratore delegato che non conosca questa copertura assicurativa, non esiste Risk Mana-ger che non la consulti con regolarità al fine di verificare la coerenza della garanzia prestata con i sempre più stringenti profili di responsa-bilità posti a carico dei soggetti preposti alla gestione aziendale.Sicuramente a ciò ha contribuito molto l’impegno di vari operatori del settore quali assicuratori ed intermediari ma il contributo decisivo alla diffusione del prodotto è stato dato da quei soggetti che in azien-da si occupano di prevenzione e gestione del rischio.La presa di coscienza dell’esistenza nonché recente entrata in vigore di nuove fonti di responsabilità poste a carico del ma-nagement aziendale ha inoltre notevolmente contribuito allo sviluppo di testi di po-lizza che hanno affian-cato alla generica defi-nizione di “assicurato” uguale amministrato-re (dirigente e sindaco) specifiche figure intro-dotte da nuove fonti del diritto. Basti pensare all’estensione della de-finizione di assicurato ai membri dell’Organi-smo di Vigilanza ai sen-si del d.lgs 231/2001, al responsabile della pri-vacy ai sensi del d.lgs 196/2003, al responsa-bile della redazione dei documenti contabili ai sensi della legge 262/2005, al responsa-bile della sicurezza ai sensi del d.lgs. 81/2008.In alcuni casi sono stati gli operatori del settore ad anticipare le ri-chieste degli assicurati prevedendo estensioni ed automatismi da va-ria natura quali, ad esempio, l’estensione della garanzia alle cariche ricoperte in qualità di amministratori di società ove la partecipazio-

ne è minoritaria, l’estensione ai costi reputazionali, nonché la modifi-ca della clausola che norma i costi di difesa mediante l’introduzione del riferimento al d.lgs 28/2010 in tema di mediazione obbligatoria.In aggiunta a quanto sopra è necessario avere ben presente co-me sempre più spesso i gruppi societari hanno interessi econo-mici in diversi Stati. Per questa eventualità è indispensabile av-valersi di un assicuratore dotato di un network internazionale in grado di garantire l’emissione di polizze assicurative in loco lad-

dove obbligatoriamente previsto dal le-gislatore locale. Non bisogna difatti di-menticare, anzi è bene ricordare che solo quest’ultimo ha il potere di decidere se, e secondo quali modalità una copertura assicurativa prestata da un assicuratore domiciliato in un altro Stato può opera-re. Allianz Global Corporate & Special-ty è stata fra le prime Società ad offrire ai propri Clienti piani internazionali nel settore D&O.Da quanto sopra detto emerge in manie-ra inequivocabile come, in questo conte-sto estremamente dinamico e dai contorni sempre più mutevoli, l’assicuratore è stato costretto a ripensare al proprio ruolo non-ché al proprio modus operandi. All’assicu-ratore non si chiede più e non solo la pre-

disposizione di un prodotto in grado di soddisfare le necessità di oggi ma anche e soprattutto la capacità di offrire un prodotto in grado di prevedere le possibili evoluzioni legislative e giurisprudenziali.La polizza Allianz Protect di Allianz Global Corporate & Specialty nonché il network del Gruppo Allianz rispondono appieno alle esi-genze sopra delineate.

La polizza di RC Amministratori come strumento di prevenzionee gestione del rischio

di Massimiliano ColomboResponsabile Financial Lines

per AGCS Italia

All i anz

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“Il nostro personale era fortemente scosso” così dice Alain Hocquet, Risk Manager della Orange riguardo la reazione dei dipendenti egi-ziani della Compagnia telefonica nello scoprire che all’azienda era sta-to imposto di chiudere su ordine del governo egiziano, proprio du-rante i momenti cruciali della Primavera Araba. Ma così è la vita, dice Hocquet. Non c’è nulla che un Risk Manager avrebbe potuto fare per evitarlo.Il rischio legato ad aspetti politici appare sempre più presente nel-la consapevolezza dei Risk Manager. Con le opportunità di crescita all’interno dell’Europa ferme o in declino, le grandi società hanno bi-sogno di guardare da altre parti. E questo significa, afferma Stanislas Chapron, managing director di Marsh, che sono costrette a prendere in considerazione regioni del pianeta che si trovano a vivere crescenti situazioni di instabilità politica.Sono molti gli sviluppi politici a causare preoccupazione nei Risk Ma-nager in questo 2012. In primis ciò che accade in Iran. Si tratta di un regime fondamentalista che parla di annientare Israele ed è sem-pre più radicato il sospetto che stia lavorando per realizzare un arma-mento nucleare e sia a buon punto. Altrove, nella stessa zona, si sono già verificati gli sconvolgimenti politici della Primavera Araba. La Si-ria resta una questione irrisolta, la Libia si trova in una situazione dif-ficile di stabilità così come l’Egitto. Per non parlare di Yemen, Liba-no o Arabia Saudita.Allo stesso modo in gran parte dell’Africa sono molti i rischi legati di questo tipo. JLT ha intitolato un proprio studio “L’instabilità della Ni-geria è un severo campanello d’allarme per gli investitori”. Il conflitto ancora in corso in Somalia non sembra avere fine mentre gli attacchi dei pirati continuano a creare problemi agli scambi commerciali via mare nell’Oceano Indiano.“Sarà un anno pieno di sfide” afferma Julien Artero, Control Risks Senior Business Development Manager. “Ci sono stati molti nuo-vi sviluppi nel 2011 di cui potremmo ancora doverne scoprire le conseguenze. Dobbiamo aspettare e vedere come si stabilizzino le situazioni”.Egli nota come ci sia stato un aumento dei rischi legati alla sicurez-za in zone prima considerate sicure. Cita inoltre come tema caldo la crescente consapevolezza della necessità di integrità aziendale per far

fronte alla corruzione dilagante. “Molte società stanno cominciando a realizzare che potrebbero essere esposte a questo tipo di problema e sono alla ricerca di consigli per porvi rimedio”.

CONOSCENZA LOCALEAnche Chapron è convinto che il 2012 sarà un anno pieno di sfide. Per le aziende francesi che hanno un legame storico con il Nord Afri-ca, ritiene che il rischio politico possa in parte essere attenuato dalla conoscenza che si ha della regione coinvolta. Ma quando le aziende non hanno legami diretti, la situazione è più complessa. Il suo consi-glio? “I Risk Manager devono avere ampie vedute ed essere preparati a

Attenzionea come cambia il vento Operare in terra straniera posta con sé tutta una serie di rischi legati alle situazioni politiche contingenti. Ne sa qualcosa la Compagnia di telefonia mobile Orange che si è vista costretta a chiudere la propria rete in Egitto su imposizione del governo locale durante gli scontri della Primavera Araba. Ma un occhio attento può indivi-duare in tempo le possibili minacce.

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R isk Management News

tutto”. Raccomanda di controllare con atten-zione i mercati in cui si opera. “Spesso si pos-sono cogliere i segnali di pericolo molto prima che questo si manifesti”.Ma i rischi politici, osserva Hocquet, non so-no sempre così ovvi ed immediati come si po-trebbe credere. Ad esempio, Orange opera anche nella Guinea Equatoriale, da molti clas-sificata come il secondo o terzo paese al mon-do per corruzione. Le probabilità che qualco-sa possa andare male in nazioni di questo tipo sono alte ma l’impatto possibile sul business del Gruppo sarebbe ridotto. In una nazione come la Francia invece le probabilità che si ve-rifichino problemi di questo tipo sono bassissime ma l’eventuale l’im-patto sul business sarebbe enorme. Quale delle due possibili situazioni dovrebbe essere più importante nella mente degli azionisti ed in quel-la dei Risk Manager?”.

RISCHIO INTERVENTOPer una compagnia telefonica come Orange il rischio di intromis-sione da parte di un governo è sempre alto, dato che questo tipo di compagnie sono soggette a licenza che può essere ritirata e che spes-so include clausole sulla sicurezza pubblica, cooperazione con la giuri-sdizione locale e così via. Sebbene questo tipo di clausole clausole non sia illegittimo, l’uso improprio di esse da parte di alcuni governi può causare molti problemi. Afferma Hocquet: “Il problema è che alcuni di coloro che opera-no nel campo della corporate social responsibility si aspettano che le aziende siano migliori delle nazioni nelle quali si trovano ad operare.

Dimenticano che, per operare in una nazione, devono essere accettate le regole della stessa. Questa è ancora la scelta migliore, anche a fron-te di possibili decisioni arbitrarie, garantendo invece alla persone l’ac-cesso alle moderne telecomunicazioni I rischi politici hanno molte facce: una è quella della tassazione ar-bitraria. “È il rischio più comune, pervasivo ed invasivo” dice Hoc-quet. “I governi di tutto il mondo considerano le compagnie telefo-niche delle mucche da mungere”. Gli operatori telefonici non sono i soli. L’industria del petrolio è un altro comune obiettivo dei governi in cerca di denaro, come quando nel marzo del 2011 il governo inglese chiese un tributo di 2 miliardi di sterline alla North Sea Oil Industry.I rischi politici sono la più grande variabile. “Una politica di espansio-ne all’estero del business fa parte delle nostre linea guida, ma porta ri-schi, così come ogni strategia di mercato” afferma Hocquet. “Ma i ri-schi politici sono un po’ come comprare un gatto dentro una borsa. Non sai mai come sarà”.

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Per tutelarsi contro rischi emer-genti occorre prestare massima at-tenzione alla corretta definizione del rischio, soprattutto nel caso di un concetto ancora nebuloso quale il “cyber”. Presentiamo qui di se-guito i punti cruciali individuati da Zurich sulla base della propria espe-rienza internazionale.

Definizioni e copertura assicurativa

A livello generale, con “Cyber” s’intende una perdita che non im-plichi danni fisici o alle proprietà tangibili. I dati non sono conside-rati proprietà tangibili, nonostante lo sia il mezzo su cui risiedono. La terminologia assicurativa suddivide con razionalità il rischio Cyber in rischio dei propri asset (First Par-ty Risk) e rischio verso terzi (Third Party Risk). Il First Party Risk è quello che genera un impatto di-retto sul fatturato dell’Assicurato, mentre il Third Party Risk si riferi-sce alle passività subite da parti ter-ze e imputabili all’Assicurato.

In questa definizione rientrano quindi sia i costi di ricostituzione dei dati, sia (elemento ancora più importante) qualsiasi interruzione di attività provocata da danni non fisici (come ad esempio l’impossibi-lità di accesso ai dati). La respon-sabilità dell’Assicurato in merito alla violazione del diritto alla pri-vacy di un’altra persona verrà coperta, come indicato di se-guito, dalle in-dicazioni rela-tive alla sezione Third Party Risk,

che includerà inoltre la responsabi-lità legale dell’Assicurato in caso di trasmissione di malware.

Esposizione al rischio e leggi vigenti

Il più grave Third Party Risk a livello di Cyber è, secondo la defi-nizione della nomenclatura UE, la perdita di dati sensibili di carattere personale (Sensitive Personal Data) o, secondo la definizione in vigore negli Stati Uniti, la perdita di in-formazioni personali identificabili e sensibili (Sensitive Personal Iden-tifiable Information). Nonostante alcune leggere discrepanze, le due definizioni sono sostanzialmente simili.

All’interno dell’Unione Europea, l’articolo 8.1. della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo dichiara che tutti i cittadini hanno il diritto alla privacy della propria vita privata e familiare; tale dirit-to è sancito dalla direttiva 95/46/EC (Direttiva per la Tutela dei Dati Personali). A tal riguardo gli Stati

Uniti hanno introdotto invece normative diverse, quali

l’HIPAA, l’HITEC e il Gramm Leach Bliley Act.

Violazione dei dati

Fino a poco tempo le normative UE non

prevedevano l’obbligo

legale di segnalare ai Proprietari dei Dati l’eventuale perdita o compro-missione dei loro Dati Personali, anche se nel maggio del 2009 ven-ne imposto l’obbligo di notifica di violazione a tutte le società operanti nel settore delle telecomunicazio-ni. Sulla base di questo esempio il Commissario Europeo alla Giusti-zia Viviane Reding, nella sua im-portante revisione della legislazione per la privacy, ha reso nota l’inten-zione di estendere l’obbligo di noti-fica a tutte le restanti società. Negli Stati Uniti tale legislazione è in vi-gore a livello statale in 46 stati e in altri due la sua implementazione è in fase di dibattito.

Fortunatamente questo tipo di ri-schio è coperto dalle polizze Cyber, che si impegnano a rimborsare i co-sti relativi alla notifica ai Proprie-tari dei Dati, al controllo dei conti bancari al f ine di individuare attivi-tà sospette, all’istituzione di misure di PR di emergenza (quali l’apertu-ra di call center dedicati), all’analisi forense e alle consulenze specialisti-che volte a determinare gli obblighi legali dell’Assicurato.

Il futuroL’incidenza del rischio Cyber re-

gistrerà un notevole incremento a causa della crescente adozione del-le architetture cloud e del modello Bring Your Own Device. Vi invitia-mo a seguire i prossimi sviluppi con attenzione.

Cyber Risk: attenzione alle definizioni!

Per saperne di più:

[email protected]

Phil Mayes,Head of Technology PIZurich Global Corporate, Europe

Page 16: Newsletter ANRA n.21

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D ir i tto a l la quest i one

La professione del Risk Manager si muove oggi in un contesto multi-giurisdizionale il quale, per sua natura, esorbita i confi-ni domestici. Le tecniche di gestione del rischio ubicato “oltre frontiera” assumono, pertanto, connotati di rilevanza ed at-tualità, sollevando al contempo interrogativi che non posso-no essere trascurati.Limitando il campo d’indagine all’impiego dello strumento assicurativo a copertura del rischio oltre il confine, le proble-matiche che il Risk Manager si trova qui ad affrontare sono in larga misura generate dalla sussistenza di regole giuridiche di-somogenee nei diversi ordinamenti nazionali.Passare la frontiera, infatti, non comporta soltanto la necessi-tà di doversi rapportare a diversi contesti linguistici, rispetto ai quali sarebbe sufficiente ipotizzare una traduzione dei contrat-ti assicurativi originariamente redatti in italiano e già negozia-ti – con dispendio di energie e risorse - per la copertura dei ri-schi posti dalle attività c.d. domestiche.Per converso, l’operatività in ambito multi-nazionale è compli-cata dalle specificità delle diverse discipline giuridiche, sia per quanto concerne le condizioni di accesso ed esercizio dell’at-tività assicurativa e riassicurativa, sia sul piano della regola-mentazione di dettaglio del contratto di assicurazione – quan-do non addirittura del rischio sottostante, come accade, per esempio, nel caso dell’assicurazione a copertura del rischio di responsabilità civile.Appare utile distinguere i due aspetti.D’un canto, infatti, numerosi ordinamenti (tra i quali il no-stro) non consentono l’operatività c.d. cross-border delle impre-se di assicurazione straniere in difetto di apposite autorizzazio-ni rilasciate dalle competenti autorità locali. Il che comporta, in pratica, per il Risk Manager nostrano, l’impossibilità di co-prire direttamente dall’Italia, attraverso una Polizza Master, i rischi ubicati nel territorio di quei paesi. È questo il tema della c.d. non-admitted insurance, la quale può essere, appun-to, proibita dalle regole di accesso ed esercizio dell’attività as-sicurativa in vigore in un determinato sistema di diritto, co-me avviene, in concreto, in Brasile, Russia, India e Cina (c.d. BRIC), ma anche in Argentina, Messico e nei paesi del Golfo, solo per fare qualche esempio. In questo caso è, dunque, neces-sario utilizzare lo strumento della polizza locale, emessa da un assicuratore debitamente autorizzato, mentre non è di regola ammissibile neppure l’operatività in DIC/DIL, in favore del-la controllata estera, di una Polizza Master stipulata in Italia.Per ovviare a queste problematiche, sono state ideate formule assicurative originali, quali la copertura del c.d. “financial inte-rest” della controllante in relazione al valore delle partecipazioni detenute nella controllata estera. In questa prospettiva, oggetto dell’assicurazione non sarebbe più il danno subito dalla società straniera (che, in ipotesi, non può essere direttamente coperto da un assicuratore non-admitted), bensì il pregiudizio finanzia-

rio risalente in capo alla controllante ubicata in Italia, per effetto della corrispondente diminuzione del proprio patrimonio, ov-viamente nei limiti della quota di partecipazione al capitale del-la controllata. Ovviamente la soluzione non è scevra da profili problematici, soprattutto se l’indennizzo versato in Italia viene poi - più o meno surrettiziamente - trasferito alla società estera attraverso finanziamenti infruttiferi, operazioni di ricapitalizza-zione o altre forme di “travaso” infragruppo.In argomento, va precisato che in ambito europeo è ammes-sa per le imprese autorizzate in qualsiasi Stato Membro l’ope-ratività in regime di libera prestazione dei servizi – oltre che in regime di libertà di stabilimento - nell’intero mercato unico e che alcuni paesi, quali il Regno Unito (ma non l’Italia), con-sentono altresì l’operatività transfrontaliera di imprese assicu-rative autorizzate in stati terzi (non-admitted, dunque, ma non prohibited).Quanto al secondo aspetto, vi è da notare che molti ordina-menti impongono requisiti specifici in merito al contenuto dei contratti di assicurazione stipulati a copertura di rischi ubica-ti sul loro territorio. È questo, ad esempio, il caso delle assicu-razioni obbligatorie, ma anche quello delle garanzie assicura-tive contro i rischi di calamità naturali e/o eventi terroristici, le quali vengono disciplinate in maniera assai eterogenea nei diversi ordinamenti nazionali, anche nel contesto dell’Unione Europea. Basti rammentare, al riguardo, il sistema di coper-tura dei “rischi straordinari” vigente in Spagna, al cui vertice si colloca il Consorcio de Compensación de Seguros e gli schemi di assicurazione contro i rischi di calamità naturali, incidenti tecnologici e terrorismo in vigore in Francia, tutti riassicurati in larga misura dalla Caisse Centrale de Réassurance (CCR), la quale a sua volta beneficia di una garanzia statale.Il tutto a tacere delle problematiche giuridiche legate alla scel-ta della legge applicabile ai diversi contratti di assicurazione che compongono il programma internazionale, nonché delle implicazioni di carattere fiscale che, nuovamente, risultano in larga parte influenzate dalla effettiva ubicazione del rischio as-sicurato con le varie polizze.Appare ormai chiaro che, allungando lo sguardo oltre il con-fine, lo scenario che si profila è complesso e frastagliato. Ma si tratta, in fondo, soltanto dell’ennesima sfida per il Risk Ma-nager globale.

Il rischio oltre il confine

di Alberto Montiprofessore di Diritto privato

comparato - Università Bocconi - Studio Legale Monti

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In un mondo scosso dalla crisi finanziaria, in continua accellera-zione e spinto dai cambiamenti tecnologici e dalla liberalizzazio-ne dei mercati, la globalizzazione sembra inarrestabile. Da un lato le società traggono vantaggio dai nuovi sbocchi del mercato e da un costo del lavoro molto conveniente di alcuni paesi del mondo, dall’altro devono tenere gli occhi ben aperti sui nuovi rischi emer-genti. Ora più che mai, un sistema di gestione del rischio coe rente dovrebbe avere una priorità crescente nella nostra to-do list.In che modo un’azienda che internazionalizza il proprio business e che affronta nuovi mercati può avere una gestione dei rischi e coper-ture assicurative coerenti e integrate? Come rispettare la complian-ce, gestendo le polizze e i sinistri in modo efficace? Dare una rispo-sta a queste esigenze diventa via via più complicato al crescere del livello di internazionalizzazione e nel momento in cui queste azien-de si rivolgono ai mercati emergenti, con sistemi giuridici poco co-nosciuti e autorità sempre più severe nel controllo del loro operato.

Compliance come standardIndipendentemente dalla grandezza della società e dalla sua inter-nazionalizzazione, un programma globale dovrebbe essere adatta-to e realizzato sulla base delle specifiche esigenze.Gli assicuratori in grado di sviluppare un programma internazio-nale devono garantire una rapida emissione di polizze locali se-condo gli standard del paese, devono disporre di una buona cono-scenza del framework legislativo per gestire e liquidare al meglio i sinistri e tenere sotto controllo il pagamento dei premi in modo da consentire una rapida rimessa alle captive ove coinvolte.XL Insurance condivide le informazioni raccolte localmente sul profilo di rischio, sui sinistri e sul flusso dei premi attraverso una

piattaforma IT integrata che registra centralmente tutti i da-ti raccolti permettendo una gestione efficace e veloce di tutte le problematiche.“Abbiamo maturato un’esperienza importante in questo settore”, afferma Maurizio Castelli, Country Manager di XL Italia, “tanto è vero che a oggi gestiamo più di 1700 programmi internaziona-li operando in più di 100 paesi in tutto il mondo; grazie a questa esperienza siamo in grado di sviluppare soluzioni ad hoc per ogni genere di azienda internazionalizzata, dalle multinazionali tasca-bili alle grandi corporate globalizzate”I programmi globali sono molto di più di un semplice prodotto, sono soluzioni assicurative e di Risk Management flessibili e strut-turate per rispondere alle esigenze delle aziende.“Non c’è nessuna bacchetta magica che riesca a fornire soluzioni di full compliance”, sottolinea Davide Gilli, direttore commercia-le di XL Italia, “solo attraverso una conoscenza approfondita dei mercati internazionali e del framework legislativo si riescono a in-dividuare le migliori soluzioni per sviluppare un programma assi-curativo che rispecchi al meglio la copertura dei rischi e che otti-mizzi la compliance”.In questo mondo in continuo cambiamento anche la realizzazione delle coperture globali è in continua evoluzione, le sfide da affron-tare sono molte e non spariranno facilmente, per questo è necessa-ria una collaborazione costante tra assicuratori, assicurati e broker.“Il nostro slogan «Make your world go»”, prosegue Castelli, “sot-tolinea efficacemente la nostra vocazione a supportare la cre-scita dei nostri clienti nel complesso e inevitabile percorso di globalizzazione”.

L’internazionalizzazione:le sfide della compliance

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Maurizio Castelli e Davide Gilli nei nuovi uffici di XL Italia

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Campagna Soci ANRA 2012- Varata la campagna “Socio presenta Socio”, per la quale il Socio ANRA che presenta un altro Socio, ri-ceverà un voucher per un workshop ANRA 2012 a sua scelta (per sé o per un suo collaboratore); - Gli iscritti del gruppo ANRA in Linkedin possono di-ventare nuovi Soci ANRA usufruendo, per il primo an-no di iscrizione, di uno sconto pari al 30% sulla quo-ta di pertinenza;

- Ai nuovi Soci e a quelli vecchi che rinnovano, se nati dopo il 31/12/1981, si applica per il 2012 una speciale quota di iscrizione annuale ANRA di € 50,00;- I nuovi Soci iscrittisi nel 2012 hanno la possibilità di concorrere per una partecipazione gratuita al FERMA Forum 2013 che si terrà a Maastricht.

Alessandro De Felice nuovo membro del board FERMA Alessandro De Felice, Risk Manager di Prysmian e membro del consiglio direttivo di ANRA è entrato a far parte in pianta stabile del board FERMA.

Paolo Rubini nominato nuovo Vicepresidente Cineas per il settore aziendePaolo Rubini, Presidente di ANRA, è stato nominato Vicepresidente per il settore aziende di Cineas, consor-zio universitario specializzato nello studio e nella for-mazione sulle tematiche legate alla gestione del rischio, per il triennio 2012/2015.

Assemblea Dei Soci Anra“L’assemblea dei Soci ANRA tenutasi a Milano il 3 aprile 2012 ha eletto i seguenti soci quali membri del Consiglio Direttivo per il triennio 2012-2013: Albe-rino Battagliola, responsabile Financial Planning, Ac-tual Reporting e Assicurazioni di Fater S.p.A. - Rober-to Bosco, Risk Manager del Gruppo Fininvest - Enrico D’Alessandro, Responsabile Assicurativo presso Ter-na S.p.A. - Alessandro De Felice, Group Risk Ma-nager di Prysmian S.p.A - Maria Emilia Marsaglia, Insurance & Guarantee Manager presso H3G - Filip-po Miliani, Risk & Insurance Manager presso Techint S.p.A. - Paolo Rubini, Risk and Insurance Manager di Telecom Italia S.p.A. - Michele Strani, Responsabile Comparto Assicurativo del Gruppo Angelini presso la Holding FINAF - Marco Terzago, Corporate Property Risk Manager e Risk/Insurance Manager South – Eu-rope and Asia del Gruppo SKF Indstrie S.p.A. Il Consiglio, riunitosi al termine dell’Assemblea, ha eletto per acclamazione Paolo Rubini Presidente e Maria Emilia Marsaglia Vice Presidente. I seguen-ti Soci sono stati eletti rappresentanti nel Collegio dei Revisori: Massimo Castorina, Insurance Mana-ger Autogrill S.p.A. - Riccardo Melandri, Unità Insu-rance and Environmental Risk Management del Group Risk Management di ENEL - Adriana Motta, libera professionista, nel settore Energy, con specifiche colla-borazioni e consulenze di Risk Management.Adriana Motta è stata eletta Presidente del Collegio dei Revisori. A tutti gli eletti, sopratutto ai nuovi, auguri di buon lavoro!”

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Programmi assicurativi multinazionali Ace

La parola ai Risk Manager

Allianz

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Diritto alla questione

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Page 20: Newsletter ANRA n.21

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Festa 40 Anni Anra

Si terrà a Milano il prossimo 7 giugno il party organizzato per festeggiare i 40 anni dalla nascita dell’Associazione. Per tutte le informazioni ed aggiorna-menti www.anra.it

Workshop Pool Inquinamento – Belfor

Si terrà il prossimo 30 maggio alle ore 16.30, presso i Chiostri dell’Umani-taria a Milano, il workshop organizzato da Pool Inquinamento in collabora-zione con Belfor e patrocinato dall’ANRA, dal titolo “Soluzioni assicurative innovative per il rischio ambientale”. Tra i partecipanti, e moderatore, il Pre-sidente Paolo Rubini.

Corsi Anra

Milano, Politecnico – Campus Leonardo

Risk Management II° livello 8-10 maggio 2012 UNICA EDIZIONE 2012

Gestione sinistri in azienda 22-23 maggio 2012 UNICA EDIZIONE 2012Da anni ANRA realizza corsi sui temi legati al Risk Management ed assicurazioni, destinati alle aziende, privilegiando gli aspetti di gestione dei rischi nell’ambito di una corretta gestione aziendale e del ruolo del responsabile assicurativo o del risk manager all’interno e all’esterno dell’or-ganizzazione aziendale.

Risk ManageMent 2° LiveLLo

Sede e organizzazione del corso: il corso si svolgerà presso il politecnico di Milano, Campus Leonardo, dall’8 al 10 maggio 2012, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

gestione sinistRi in azienda

Sede e organizzazione del corso: il corso si svolgerà presso il politecnico di Milano, Campus Leonardo, il 22 e 23 maggio 2012, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

Perché iscriversi ad Anra? Hai a disposizione L’espeRienza e La CoMpetenza dei soCi c’è sempre un socio che si è trovato a gestire un tuo problema simile prima di te e può parlartene con competenza

RiCevi notizie e infoRMazioni UtiLi peR Lo svoLgiMento deL tUo LavoRo tramite la newsletter trimestrale Risk Management News e segnalazioni via mail

pUoi paRteCipaRe gRatUitaMente a seMinaRi e Convegni ANRA organizza nel corso dell’anno almeno due eventi dedicati ai soci, per approfondire gli argomenti tra i più scottanti dello scenario dei rischi e delle assicurazioni

pUoi segUiRe CoRsi di foRMazione UsUfRUendo di sConti i corsi sono impostati da ANRA e prevedono soci come docenti con un approccio pratico al Risk Management e all’assicurazione

pUoi esseRe infoRMato sU RiCeRCHe di insURanCe o Risk ManageR sul sito www.anra.it, nell’area riservata ai soci, vengono esposti gli annunci provenienti dalle società di ricerca di personale o dalle società dei soci

tRoveRete tUtte Le infoRMazioni peR L’isCRizione sUL sito anRa www.anra.it

post-it

Per tutti gli aggiornamenti sulle iniziative ANRA vi rimandiamo al sito dell’Associazione www.anra.it

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