Anno xxxii n° 13 5 aprile 2015

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ANNO XXXII N° 13 - 5 Aprile 2015 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno AIRBUS PRECIPITATO A pag. 2 Cursillos di Cristianità A pag. 4 LA VEGLIA PER L’ANNUNCIAZIONE A LORETO Padre Antonio Desideri è tornato alla casa del Padre Verso Firenze e che la strada di avvicinamento che stiamo percorrendo resti tappa importante della nostra esistenza. “Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: «Siate misericor- diosi come il Padre” (Papa Francesco, Ome- lia 13.3.2015). A sorpresa papa Francesco ci ha regalato un partico- lare anno di grazia per poter fare una più intensa esperienza della Miseri- cordia di Dio che si è ma- nifestata in Gesù. É un ulteriore invito a camminare più spediti e lieti nella via della conver- sione del cuore e della vita a livello personale ed ecclesiale. Ed allora può essere d'aiuto il cammino di prepara- zione al Convegno ecclesiale che abbiamo iniziato nel tempo quaresimale e continueremo nei prossimi mesi. Spesso questi convegni di metà decennio ri- schiando di ridursi ad una bella esperienza di incon- tro e confronto. Non può bastare però la bellezza del convenire. Ecco perché, ci viene proposta una pre- parazione secondo il metodo sinodale, vissuto con franchezza e spirito di comunione, con l'obiettivo, indicatoci nell'Esortazione Evangelium Gaudium, di trovare "vie nuove al cammino della Chiesa nei pros- simi anni" (n. 1) A tal proposito è interessante un passaggio del discorso con cui lo scorso maggio Papa Francesco si è rivolto all'assemblea generale della CEI: "Le difficili situazioni vissute da tanti no- stri contemporanei, vi trovino attenti e partecipi, pronti a ridiscutere un modello di sviluppo che sfrutta il creato, sacrifica le persone sull’altare del profitto e crea nuove forme di emarginazione e di esclusione. EDITORIALE Oh, le campane! Oggi tante volte contestate! Ve- nivano “sciolte” (così si diceva dopo l’intona- zione del gloria il sabato santo) tra le grida gioiose dei ragazzi e le “capriole” tra l’erba novella e i “non ti scordar di me”. E nella fantasia riappare il “Comune rustico”, quando dopo la Santa Messa, ci si metteva all’ombra delle querce per discutere dei problemi di tutti. Sono tanti oggi, e molti da una crisi che sembra irreversibile. Era il tempo del linguaggio delle campane che vorremmo tanto riascoltare. Non quello livido ed uni- forme che scandiva le ore, ai nostri giorni il tempo lo teniamo appeso al polso, ma quello caldo delle feste, o quello triste della morte o quello che si rincorreva nel pericolo. Quanti rumori ci impediscono di ascoltare que- sta voce che faceva della gioia, della tristezza o dell’incertezza di uno, il problema di tutti. Quante volte abbiamo visto i nostri anziani, nei campi, nelle officine o in riva al mare, togliersi il berretto e farsi il segno della Croce, ai tre rintocchi distanziati, quasi vergognosi di dover dare una brutta notizia. E così si sentivano accomunati dal rincorrersi dello scam- panellio festoso, mettendo insieme problemi e sentimenti. E c’erano i campanellini in chiesa che per tre giorni avevano ceduto il suono ai crepitacoli (detti anche tricchetracche) fastidiosi nella loro raucedine. Cristo è risorto, Alleluia! La storia riacquista l’autentica realtà. “Trasumanar”, (Par.I,70) direbbe il sommo Dante, aggiungendo che le parole sono incapaci di spiegarlo. Ma l’angelo fu chiaro: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede”. (Mt. 28,7). Lo dobbiamo cercare su questa terra, per poi trovarlo dopo la morte in attesa che nella ricomposizione dopo la risurrezione promessa, possiamo godere intera- mente l’eternità. È la fede che ci Augura S.Paolo e che ogni S.Pasqua si accresce. E su questa roccia cementiamo i nostri AUGURI! Auguri al nostro Vescovo Carlo, al Vescovo emerito Gervasio, ai nostri lettori e collaboratori; non dimentichiamo certamente tutte le Autorità, così impegnate nel vortice del quotidiano, perché prevalga sempre in tutte l’amore e il senso del ser- vizio. E le CAMPANE con i loro rintocchi tornino ad augurare: “BUONA PASQUA, A TUTTI!”. Il Direttore segue a pag. 3 A pag. 5 A pag. 6 Gli Auguri del nostro Vescovo AVVISO La prossima settimana il nostro settimanale osserverà un turno di riposo. Ritroverete L’Ancora domenica 19 Aprile AUGURI FESTOSI, AL SUONO DELLE CAMPANE

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXXII N° 13 - 5 Aprile 2015 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

AIRBUS PRECIPITATO

A pag. 2

Cursillos di Cristianità

A pag. 4

LA VEGLIA PER

L’ANNUNCIAZIONE A LORETO

Padre Antonio Desideri è tornato alla casa del Padre

Verso Firenze e che la strada di avvicinamento

che stiamo percorrendo resti tappa importante della nostra esistenza.

“Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la

Chiesa possa rendere più evidente la sua missione

di essere testimone della misericordia. Per questo

ho deciso di indire un Giubileo straordinario che

abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un

Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere

alla luce della parola del Signore: «Siate misericor-

diosi come il Padre” (Papa Francesco, Ome-

lia 13.3.2015).A sorpresa papa Francescoci ha regalato un partico-lare anno di grazia perpoter fare una più intensaesperienza della Miseri-cordia di Dio che si è ma-nifestata in Gesù. É un ulteriore invitoa camminare più spediti elieti nella via della conver-sione del cuore e della vita

a livello personale ed ecclesiale. Ed allora può essere d'aiuto il cammino di prepara-zione al Convegno ecclesiale che abbiamo iniziatonel tempo quaresimale e continueremo nei prossimimesi. Spesso questi convegni di metà decennio ri-schiando di ridursi ad una bella esperienza di incon-tro e confronto. Non può bastare però la bellezza delconvenire. Ecco perché, ci viene proposta una pre-parazione secondo il metodo sinodale, vissuto confranchezza e spirito di comunione, con l'obiettivo,indicatoci nell'Esortazione Evangelium Gaudium, ditrovare "vie nuove al cammino della Chiesa nei pros-simi anni" (n. 1) A tal proposito è interessante unpassaggio del discorso con cui lo scorso maggioPapa Francesco si è rivolto all'assemblea generaledella CEI: "Le difficili situazioni vissute da tanti no-

stri contemporanei, vi trovino attenti e partecipi,

pronti a ridiscutere un modello di sviluppo che

sfrutta il creato, sacrifica le persone sull’altare del

profitto e crea nuove forme di emarginazione e di

esclusione.

EDITORIALE

Oh, le campane! Oggi tante volte contestate! Ve-nivano “sciolte” (così si diceva dopo l’intona-zione del gloria il sabato santo) tra le grida gioiose dei ragazzi e le“capriole” tra l’erba novella e i “non ti scordar di me”. E nella fantasiariappare il “Comune rustico”, quando dopo la Santa Messa, ci si mettevaall’ombra delle querce per discutere dei problemi di tutti. Sono tanti oggi,e molti da una crisi che sembra irreversibile. Era il tempo del linguaggiodelle campane che vorremmo tanto riascoltare. Non quello livido ed uni-forme che scandiva le ore, ai nostri giorni il tempo lo teniamo appeso alpolso, ma quello caldo delle feste, o quello triste della morte o quello chesi rincorreva nel pericolo. Quanti rumori ci impediscono di ascoltare que-sta voce che faceva della gioia, della tristezza o dell’incertezza di uno, ilproblema di tutti. Quante volte abbiamo visto i nostri anziani, nei campi,nelle officine o in riva al mare, togliersi il berretto e farsi il segno dellaCroce, ai tre rintocchi distanziati, quasi vergognosi di dover dare unabrutta notizia. E così si sentivano accomunati dal rincorrersi dello scam-panellio festoso, mettendo insieme problemi e sentimenti.

E c’erano i campanellini in chiesa che per tregiorni avevano ceduto il suono ai crepitacoli

(detti anche tricchetracche) fastidiosi nella loro raucedine. Cristo è risorto, Alleluia! La storia riacquista l’autentica realtà. “Trasumanar”,(Par.I,70) direbbe il sommo Dante, aggiungendo che le parole sono incapaci dispiegarlo. Ma l’angelo fu chiaro: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede”. (Mt.28,7). Lo dobbiamo cercare su questa terra, per poi trovarlo dopo la morte in attesache nella ricomposizione dopo la risurrezione promessa, possiamo godere intera-mente l’eternità. È la fede che ci Augura S.Paolo e che ogni S.Pasqua si accresce.E su questa roccia cementiamo i nostri AUGURI!Auguri al nostro Vescovo Carlo, al Vescovo emerito Gervasio, ai nostri lettori ecollaboratori; non dimentichiamo certamente tutte le Autorità, così impegnate nelvortice del quotidiano, perché prevalga sempre in tutte l’amore e il senso del ser-vizio.E le CAMPANE con i loro rintocchi tornino ad augurare:

“BUONA PASQUA, A TUTTI!”.Il Direttore

segue a pag. 3

A pag. 5

A pag. 6

Gli Auguridel nostro Vescovo

AVV ISOLa prossima settimana il nostro settimanale

osserverà un turno di riposo.

Ritroverete L’Ancora domenica 19 Aprile

AUGURI FESTOSI, AL SUONO DELLE CAMPANE

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Anno XXXII

5 Aprile 20152

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Parola del SignoreRESURREZIONE DEL SIGNORE - ANNO B

QUESTO E’ IL GIORNO DI CRISTO SIGNORE, ALLELUIA ALLELUIA

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era

ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse

loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".

Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per

primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche

Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario,

che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai

morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. (Giovanni 20,1-9)

Maria di Magdala, di fronte alla scena del sepolcro vuoto rimane sconcertata, ha paura che lesia stato sottratto anche il corpo mortale del suo maestro, ha paura di non poterlo lavare e accudirecon gli aromi che si era portata dietro, e corre dai discepoli a portare loro questa notizia. SubitoPietro e Giovanni si mettono a correre per constatare di persona che cosa è successo. Giovanni,più giovane, corre più veloce e arriva prima, ma rispettoso di Pietro aspetta il suo arrivo. Gio-vanni entrando nel sepolcro, nota qualcosa di formidabile che lo colpisce, che gli fa capire cheil corpo del Cristo non è stato rubato. Giovanni capisce che è successo qualcosa d’incredibile,

dopo aver visto il lenzuolo comprende, anzi VIDE E CREDETTEche il Cristo Signore era risorto, su quel lenzuolo vede la potenzadell’Altissimo, vede la Trasfigurazione, vede la Resurrezione. Vedela Sacra Sindone.In questo momento, come dopo un lungo parto, nasce la Chiesa,nasce il popolo cristiano, il popolo che ha visto la grande luce chesplende nelle tenebre, il popolo della speranza. I cristiani, da questogiorno diventano testimoni dell’incredibile, testimoni dell’amoredi Dio per gli uomini, testimoni dell’incontro tra cielo e terra.La pietra rimossa, apre la strada verso la terra promessa, è il pas-

saggio dalla schiavitù del peccato alla Libertà dei Figli di Dio. D’ora in poi niente sarà più uguale aprima, è finita la lunga notte dell’umanità, nasce un nuovo mondo. “Farò nuove tutte le cose” diceil Signore, e questa novità parte da qui dalla resurrezione di Gesù. Resurrezione che comporta nuoviincontri con i discepoli, che diventano i primi testimoni di una realtà sconvolgente: Il Signore èrisorto ed è apparso vivo. I discepoli sono i testimoni di questo evento, e hanno trasmesso a tuttinoi questa verità salvifica, e noi abbiamo in loro testimoni veraci, non creduloni, come ci attestaTommaso, che vuole vedere e toccare, (grazie Tommaso), o come dice Giovanni nella sua PrimaLettera: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con inostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbodella vita…. Noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostracomunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Questo vi scriviamo, perché la vostra gioia siapiena. ” Chiediamo al Signore la grazia di poter celebrare questa Pasqua risorgendo a vita nuova in-sieme a Lui. Vi auguro una buona Pasqua e una felice Resurrezione insieme con Gesù. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA

IL CRISTO RESUSCITATO FA DELLA VITA DELL’UOMO UNA FESTA CONTINUA

(Atanasio il Grande)

Dietro le notizie, anche quelle più tristi e assurde,si nascondono spesso storie di grande umanità edi luce. Ci sono anche queste “storie” dietro laterribile sciagura dell’airbus della Germanwingsche si è schiantato nel sud della Francia, gettandonell’orrore e nell’incredulità l’intera Europa. Araccontarle con parole cariche di emozione e com-mozione è il vescovo della diocesi di Digne, mon-signor Jean-Philippe Nault, che parla dei tregiorni vissuti a Le Vernet, a fianco della popolazionee dei familiari delle 150 persone che erano a bordodell’aereo. Sono storie di generosità e di profondadignità delle famiglie delle vittime giunte in questopiccolo paese di montagna per ricongiungersi inqualche modo con i loro cari. Eccellenza, quando

è partito per Le Vernet? “Subito dopo l’incidente,sono partito di notte da Lourdes dove era in corsol’assemblea plenaria dei vescovi francesi per essereil più presto possibile sui luoghi del disastro. Eroaccompagnato dal vicario generale e dal parrocodel villaggio più vicino. Siamo stati mercoledì,giovedì e venerdì. Siamo andati soprattutto peraccogliere le famiglie delle vittime e portare inmaniera discreta la presenza della Chiesa, unapresenza di Dio in questo che è diventato il luogodell’assurdo e del dolore”. Che clima si respira

in questo paesino? “Ho trovato una generositàincredibile. Tutta la popolazione si è stretta inquesto momento di dolore dando prova di unagrande accoglienza. Si respira un clima di pace.È strano, ma si respira pace. Tutta la gente si dàin maniera incredibile, facendo tutto il possibile,aprendo le case, preparando da mangiare, acco-gliendo le famiglie e gli operatori e i militariaddetti ai soccorsi. Una grande testimonianza.Evidentemente è un dramma che suscita unagrande generosità nella popolazione”. Ha potuto

incontrare i familiari delle vittime? Come li

ha trovati? “Sì, soprattutto nella giornata digiovedì quando nel pomeriggio erano più o menoarrivati tutti. Ci sono stati momenti di accoglienza,di preghiera, di silenzio che abbiamo organizzatosui luoghi del disastro. Erano divisi in due gruppi:il primo era quello delle famiglie del personale dibordo e un secondo con le famiglie dei passeggeri”.Ma ha potuto parlare con qualcuno di loro.

Che cosa le dicevano? “Sì, ho potuto parlare conqualcuno ma purtroppo non parlo né tedesco néspagnolo. Ma in questi momenti non è tanto im-portante dire qualcosa ma esserci. Essere presenti,nel silenzio. Essere una presenza di amicizia, di

preghiera, di Chiesa. E se qualcuno non aveva laforza di pregare, noi lo abbiamo fatto al loroposto. Abbiamo trovato grande dignità in tuttequeste famiglie che stanno vivendo nel silenzioun dolore terribile. Con loro sono andato nel luogopiù vicino all’incidente, sul punto oltre il qualenon si può poi continuare per la difficoltà delterreno. Proprio lì è stato costruito giovedì mattinaun memoriale e qui alla vista della montagna ab-biamo pregato. Si è pregato anche in una cappellaa Seyne-les-Alpes dove i familiari potevano andareanche per un tempo di preghiera e di silenzio,senza giornalisti, senza nessuno”. Molti si chiedono

dove era Dio nel momento della folle discesa

dell’aereo e dello schianto? “Dio era lì, nel cuoredi tutte le persone che si trovavano sull’aereo edelle loro famiglie. Io sono sicuro di questo. Masentiamo anche che questo è un momento in cuinon dobbiamo parlare perché parlare è difficile inquesti momenti e, forse, non è una cosa buona. Èmeglio il silenzio. Come ha fatto Gesù con il suoamico Lazzaro: non ha detto nulla. Come ha fattola Madonna ai piedi della Croce: non ha detto unaparola. Erano lì ma non dicevano niente. Per noioggi è così: essere presenti come amici chepregano”.

Eppure alla Messa per le vittime che celebrerà

in cattedrale dirà qualcosa. Cosa? “Leggerò ilmessaggio del Papa. Poi abbiamo scelto il testodei discepoli di Emmaus perché credo sia un testoindicato per questo momento. Narra di un camminoche comincia nella tristezza. Solo alla fine idiscepoli prendono coscienza che Gesù era statosempre con loro. Anche se il nostro è un camminodifficile, non siamo da soli, c’è sempre il Signorecon noi. È in silenzio ma è con noi”.

La corruzione “spuzza”: con la “esse” davanti, quasi a sottolineare il concetto, ha ripe-tuto il Papa a Scampia. “Spuzza” da due punti di vista, quello spirituale e quello sociale,due facce, necessariamente connesse, della stessa medaglia. “Spuzza”, come un animalemorto. Anche se purtroppo la corruzione sembra viva e vegeta, a leggere le cronache:scoperta in un settore, ricompare in altro. Per uscirne papa Francesco ha ripreso la for-mula di san Giovanni Bosco: buoni cristiani e onesti cittadini. Perché il Papa è così: ilsuo messaggio è semplicissimo, dunque modernissimo.Sembra possa andare finalmente in porto l’accidentato percorso parlamentare della co-siddetta legge“anti-corruzione”. E’ unpassaggio impor-tante, anche perchéaumentare le pene esoprattutto assicu-rarne la certezza rap-presenta uno degliingredienti fonda-mentali del processodi riassetto e di rilan-cio della democrazia,ovvero delle “ri-forme” che ci stannodavanti. Ma per rag-giungere questo obiettivo, occorre inserirla in un quadro. Da sola la legge non basta.Il singolo corrotto infatti chiama una catena. Perché mafia e corruzione sono due faccedella stessa medaglia, come ha detto don Ciotti all’annuale manifestazione di Libera,la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafieda tutte le mafie.Se la corruzione necessariamente richiama un contesto, una catena, questa catena deveessere spezzata. Servono dunque strumenti culturali, morali, economici e istituzionali.Altrimenti, semplicemente, cucita una toppa, lo “sbrego” si ripresenta, come si è vistoper i grandi lavori. Senza scomodare le mafie classiche, in tanti contesti, si pensi alle“terre di mezzo” di Roma, si costruiscono spezzoni di sistemi corruttivi e dunque ma-fiosi, che si chiudono e si riaprono a fisarmonica. Per questo bisogna interrogarsi sultono complessivo del sistema politico-istituzionale, mentre si parla giustamente di ri-forme. Bene dunque le pene e le nuove fattispecie di reato. Bene che si approvi unalegge seria, rigorosa e concreta, se possibile con un ampio consenso. Ma questo passodeve essere accompagnato da un altrettanto serio intervento sul sistema politico ammi-nistrativo. E’ un sistema malato quello che deve fare ricorso ad autorità, a quelli chenegli Stati Uniti si chiamano gli “zar”, ovvero funzionari o magistrati dotati di poterieccezionali, per garantire un minimo di decoroso funzionamento. Non possono essereche espedienti momentanei. Decisivo più che mai è il nesso politica-amministrazione, ovvero sistema politico - si-stema amministrativo. Nell’arco di poco più di vent’anni il vecchio quadro dell’ammi-nistrazione di carriera è stato smantellato a profitto di una “aziendalizzazione” che,combinata con la debolezza e la modestia del personale politico, in molti casi – emble-matico proprio quello oggi sotto i riflettori delle grandi opere – ha aperto praterie peril malaffare.Una “spuzza” che non ci possiamo più permettere e che non sopportiamo più.

FRANCESCo BoNINI

AIRBUS PRECIPITATO

"Dio è con noi anche nel silenzio della tragedia" Maria Chiara Biagioni

LOTTA ALLA CORRUZIONE

Noi, quella “spuzza” non la sopportiamo più

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3Anno XXXII

5 Aprile 2015 PAG

Continua dalla prima pagina

Verso Firenze e che la strada di avvicinamento

che stiamo percorrendo resti tappa importante della nostra esistenza.

Il racconto dell’ingresso di Gesù a Gerusalemmeè presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con dellevarianti: Matteo e Marco raccontano che la gentesventolava rami di alberi, o fronde prese daicampi, Luca non ne fa menzione mentre solo Gio-vanni parla di palme (Mt 21,1-9; Mc 11,1-10; Lc19,30-38; Gv 12,12-16). Cos’è successo real-mente? L’episodio rimanda a tradizioni legate allacelebrazione della festività ebraica di Sukkot (festadelle Capanne), una festa di pellegrinaggio in oc-casione della quale i fedeli arrivavano in massa aGerusalemme e salivano al tempio in processione.Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav,un mazzetto composto dai rami di tre alberi, lapalma (che simboleggiava la fede attiva), il mirto(che con il suo profumo richiamava la preghierache sale al cielo) e il salice (che per la forma dellefoglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, insilenzio di fronte a Dio), legati insieme con un filod’erba (Lv. 23,40). Spesso attaccato al centro c’eraanche una specie di cedro, l’etrog (il buon fruttoche Israele unito rappresentava per il mondo). Ilcammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza(Osanna, in ebraico Hoshana che significa aiutaci,salvaci) in quella che era col tempo divenuta unacelebrazione corale della liberazione dall’Egitto:dopo il passaggio del mar Rosso, il popolo perquarant’anni era vissuto sotto delle tende, nelle ca-panne; secondo la tradizione, il Messia atteso sisarebbe manifestato proprio durante questa festa,cosa che aiuta a comprendere l’importanza di ciòche avviene all’ingresso di Gesù a Gerusalemme.La benedizione delle palme è documentata sin dalVII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e dicanti adeguato all’importanza sempre maggioredata alla processione. Questa è testimoniata a Ge-rusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subitofu accolta dalla liturgia della Siria e dell’Egitto,più tardi in Occidente. Anche per la pluralità deiracconti evangelici, i cristiani utilizzarono ramidelle piante più diffuse nelle varie zone. Nel ba-cino del Mediterraneo l’uso dell’ulivo, anche peri suoi numerosi rimandi biblici, divenne prestopreponderante, ma durante la processione si sven-tolano anche palme (in Italia sono famosi i par-mureli liguri) o rami di salice, di acero, faggio,betulla, nocciolo, uva spina o ginepro (in diversezone europee).Questa diversità di costumi è di particolare con-

forto quest’anno, a causa della malattia che stacolpendo moltissimi ulivi nel nostro Paese: leuova dell’insetto, responsabile della diffusione delbatterio xylella, si dischiudono proprio in questoperiodo e si teme che il tradizionale utilizzo e loscambio dei rami d’ulivo diventi un pericolosovettore di contagio. Proporre di sostituirli con ramidi palma, salice, mirto, o di altre piante profumatepotrebbe quindi costituire un’alternativa sensata,e anche biblicamente fondata.

Il bisogno di un nuovo umanesimo è gridato da

una società priva di speranza, scossa in tante

sue certezze fondamentali, impoverita da una

crisi che, più che economica, è culturale, morale

e spirituale”.

E’ chiaro che lo scopo del convegno ecclesialeè quello di fare il punto sul cammino di fedeltàal rinnovamento promosso dal Concilio Vati-cano II e aprire nuove strade all'annuncio delVangelo, possibilità di vita nuova per l'uomo.In questo cammino ci è d'aiuto la lettera ai Co-rinzi in cui traspare come, non solo per l'Apo-stolo Paolo, ma anche per la comunità cristianadi Corinto, l'incontrocon Gesù Cristo di-venta l’esperienza de-cisiva, l’eventotrasformante che rige-nera tutta la vita perso-nale e comunitaria.Il compito che ci at-tende come Chiesa èl'esercizio del discer-nimento comunitario,che non si ferma sulpiano delle idee né suun modello storico dariproporre, ma nel cer-care di cogliere e com-prendere la realtà etrasformarla a partiredal vangelo.Si tratta in fondo difare una verifica sullabontà della strada chestiamo percorrendo per essere sempre di più unaChiesa in 'uscita', capace di annunciare e mo-strare quel Dio ricco di misericordia che ci èstato rivelato in Gesù. A nessuno sfugge la ne-cessità di una riforma, di una conversione chenon riguarda soltanto le strutture, ma richiedeuna terapia che arrivi a lavorare in profonditàsugli atteggiamenti interiori del singolo comedella comunità. La Chiesa italiana nella Traccia per il camminoverso il Convegno Ecclesiale Nazionale ha in-dividuato una terapia in cinque verbi già presentinella trama della Evagelium Gaudium: uscire,annunciare, abitare, educare, trasfigurare.Così le sintetizza Mons. Gianni Ambrosi, vicepresidente del comitato preparatorio:Uscire: si tratta di superare l’inerzia e la ripeti-tività, anche in vista di alleggerire il nostro ba-gaglio per procedere in modo meno impacciato,per ascoltare lo smarrimento della gente e perportare alla luce i tanti segni di buona umanitàche pure sono presenti.Annunciare: è il verbo tipicamente evangelicoche la Chiesa ha saputo coniugare scandendo nelcorso dei millenni i passi della missione ricevutada Gesù Cristo. Oggi l’annuncio deve essere piùmissionario e deve tenere presente il fatto cheviviamo in un contesto plurale per le espressionireligiose e culturali.Abitare: dice la prossimità della Chiesa al terri-torio, alla città, alla gente, attestata dalle straor-dinarie opere educative, caritative, assistenziali,artistiche. Ma le trasformazioni sociali e cultu-rali diffondono visioni riduttive dell’umano estili di vita che ignorano il bene comune, con unimpoverimento spirituale e morale che interpellail contributo di ispirazione, di testimonianza edi azione della Chiesa.Educare: il venir meno della passione educativa

e l’emergere della questione antropologica coin-volgono tutta la vita umana, dal generare al rap-porto tra le generazioni, dalla configurazionedella famiglia al riconoscimento della differenzasessuale. Sono la grande sfida odierna. Il pri-mato della relazione, il ricupero del ruolo fon-damentale della coscienza e dell’interiorità nellacostruzione dell’identità della persona, la neces-sità di ripensare i percorsi pedagogici sono lecondizioni per la crescita umana, civile ed ec-clesiale.Trasfigurare: la luce di Cristo risorto dona losguardo nuovo e originale sulla vita umana,

sulle relazioni, sul cam-mino dell’uomo. Nellapreghiera, nell’ascoltoorante della Parola, neisanti misteri celebrati,nella carità risplende ilvolto di Cristo e nellasua luce viene illumi-nato il volto dell’uomoe viene valorizzata ealimentata la qualitàdella vita. L’importantevia del trasfigurare at-traversa ogni realtàumana per dischiuderlaalla buona umanità eincamminarla versoquel compimento che èla pienezza della vitadefinitivamente nuova.La Consulta laicale ealcune comunità di

consacrati ci offriranno nel tempo Pasquale unsussidio come semplice strumento per prepararenelle parrocchie, nelle comunità religiose e nellerealtà ecclesiali il contributo della nostra diocesiche verrà consegnato al Vescovo nella Veglia diPentecoste. Don Gianni Croci

Ma erano palme oppure ulivi?Tra Vangelo e storia Assunta Steccanella (articolo tratto da www.chicercate.net)

Cogliamo l'occasione per informarvi che gli orari delle ce-lebrazioni pomeridiane presso il convento Santa Speranzasubiranno una variazione:- ogni domenica alle ore 18.30 Vespri e alle ore 19.00 SantaMessa;- ogni lunedì e giovedì Santa Messa e Vespri alle ore 19.00

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SANT’EGIDIO ALLA VI-BRATA – Come ogni anno,in occasione del 19 marzo, aPaolantonio la comunità è infermento. A San Giuseppe,infatti, è dedicata la chiesaparrocchiale e tutto il com-plesso circostante: una strut-tura ampia e polifunzionale,che oltre a una cappella, di-verse sale e un auditorium,comprende anche il cosid-detto Centro Anziani. Dal 2002, anno in cui è stato costruito e inaugurato dall’allora vescovo Ger-vasio Gestori, il Centro è per eccellenza il luogo di ritrovo per svariate occasioni, come anche quelladi domenica scorsa, 22 marzo, che ha visto coinvolti 125 iscritti riunitisi per pranzare e condividereinsieme momenti di spensieratezza. A far loro compagnia c’erano anche il Parroco Don Marco DiGiosia, Padre Amal della parrocchia di Villa Passo di Civitella del Tronto e il Parroco Emerito di

Paolantonio, Don Pacifico Forlini, che con gioiaha salutato la comunità che conosce ormai da ben46 anni. Il tutto in un’ atmosfera di gioia e sere-nità, con un sottofondo musicale che ha allietatoun pranzo da tutti definito ricco e succulento.Inoltre, per l’occasione, giovedì scorso il Ve-scovo Emerito Gervasio Gestori, giunto a Pao-lantonio per celebrare la messa in onore delpatrono San Giuseppe, aveva benedetto le tesseredegli iscritti al Centro Anziani; così, domenica al

termine del pranzo, le nuove tessere, distinte in soci effettivi e soci sostenitori, sono state ufficial-mente consegnate, insieme ad un omaggio floreale per tutti i partecipanti. L’evento ha permesso amolti di ritrovarsi e di condividere ricordi ed esperienze lontane nel tempo ma ancora vive nellamente e nel cuore: grazie infatti a questa struttura ampia e polifunzionale, tanti anziani hanno la pos-sibilità non solo di trascorrere comodamente e quotidianamente del tempo insieme, ma di organizzaree festeggiare ricorrenze importanti. Oltretutto, la gioia dello stare insieme è sempre l’elemento do-minante di giornate come questa e, dopo tanti anni, al Centro Anziani di Paolantonio la giovialità el’allegria sono ormai di casa.

Nella serata di domenica 22 marzo, si è tenutapresso il Teatro San Filippo Neri, la chiusura del90° Corso Uomini della diocesi di San Benedettodel Tronto-Ripatransone-Montalto. I 24 partecipantial cursillos di cristianità, 10 laici e 3 sacerdoti del-l'equipe e 11 nuovi, sono stati accolti calorosamentee fraternamente, dai fratelli e le sorelle del movimentodella diocesi, per dare la propria testimonianza altermine della bellissima esperienza di tre giornivissuta presso l'oasi di Santa Maria ai Monti. Aguidare la serata il Rettore del corso ClesirioRipani, il Vescovo Carlo e il Padre Spirituale DonTommaso Capriotti. In sala erano presenti Leli En-rico, nuovo coordinatore del territorio 5, di cui fa parte la diocesi di San Benedetto del Tronto, eDon Ubaldo Speranza, ex Assistente Spirituale Nazionale ed attuale Assistente SpiritualeTerritoriale. Prima delle testimonianze individuali si sono tenute quelle delle tre decurie, i gruppiin cui erano stati suddivisi i partecipanti. Decuria di San Giuseppe:"Questa è stata unamagnifica decuria. Tutti hanno aperto le porte del cuore quando dovevano raccontare le loroesperienze, nelle riflessioni di gruppo, entrando nel clima di intimità spontaneità, davvero sor-prendente, che si è creato tra di noi. Ringraziamo il Signore di questa comunione natadall'adorazione eucaristica davanti a Gesù". Decuria Madonna delle Grazie:"Sin dall'apertura,siamo stati incoraggiati a vivere l'esperienza di condivisione e di amicizia con gli altri, in Cristonostro Signore. Nell'arco del breve periodo trascorso insieme, abbiamo riscoperto i valori dicristianità ed è stato indimenticabile il connubio tra la sacralità e la gioia. Questi tre giorni sonovolati e ci apprestiamo a lasciare il luogo sacro con una certa malinconia nel cuore. Sicuramenteun'esperienza da consigliare, sia per l'atmosfera mistica che per la serenità che lascia nell'animo".Decuria di San Paolo:"Il corso è iniziato con l'esperienza forte del deserto, nel quale abbiamoripercorso il film della nostra vita. Nel secondo e terzo giorno, abbiamo alimentato la nostrafede attraverso la conoscenza delle verità fondamentali che derivano dalla Parola di Dio e dallarelazione con Cristo, che abbiamo sentito presente con noi in ogni momento. Abbiamo inoltrecapito che il nostro compito è quello di far conoscere la Parola di Dio tramite la nostratestimonianza di vita che deve essere in sintonia con la Sua volontà. Dobbiamo, quindi, diventarecontagiosi della gioia nata dall'esperienza della vita al tabernacolo".Poi è stata la volta delle testimonianze individuali. ognuno dei 24 partecipanti si è avvicinato almicrofono, con molta emozione e qualche lacrima di gioia, per parlare della propria esperienza.

Alcuni avevano già vissutoquesta esperienza e si sonosentiti chiamati a rimettersiin gioco, altri avevano sentitoparlare dei cursillos e non ve-devano l'ora di partecipare,sentivano il bisogno di parte-cipare. Cuori, stanchi di tantecose, che si sono aperti al Si-gnore. Cuori che hanno avutoda Dio quello che altri o altronon possono dare. Cuori ac-compagnati nel loro camminodalle attestazioni di preghiereprovenienti non solo dai cur-sillos italiani, ma anche daquelli esteri: Spagna, Brasile,Australia, Perù, Porto Rico,Argentina, UK, Messico,...

Al termine delle testimonianze il Vescovo Carlo ha avuto queste parole per tutti:"È confortantesapere e sentire che è possibile fare esperienza di Gesù, una presenza nella tua vita che ti ribaltae ti sconvolge. Nel bene. Perché la fede parte da lì da un incontro personale, con una personaviva che ha qualcosa da dirti e da darti". Bresciani ha poi invitato tutti a portare questaconsapevolezza nella vita quotidiana:"L'esperienza di una relazione bella con Gesù ce lagiochiamo nell'essere costruttori di relazioni positive e non va custodita gelosamente. Seprendiamo una lampada e la chiudiamo in un vaso, pensando di conservarla, essa si spegneperché ha bisogno di aria per bruciare e per fare luce, e così la nostra esperienza con Gesù ladobbiamo portare dentro le nostre relazioni familiari, amicali e sociali, per renderle buone,perché è ciò che ci cambia che andiamo a seminare dentro la società e i nostri ambienti di vita.Non dobbiamo aspettare che siano gli altri a venire da noi, ma dobbiamo essere noi ad andareagli altri per portare semi di relazioni buone, perché l'esperienza di Cristo è l'esperienza di unDio che viene a noi, un Dio che si scomoda per venire da noi". Al termine della serata ognuno deipartecipanti ha ricevuto dalle mani del Vescovo un crocifisso accompagnato dalle parole"Ricorda: Cristo conta su di te!", un invito a portare la carica di Cristo nelle proprie relazioni,non per parlare necessariamente di Lui ma per portare un modo diverso di essere: quellocristiano, quello di Gesù. Chiappini Janet

Una bella e suggestiva cerimonia, ideata edorganizzata a dovere dalla parrocchia di SanMichele Arcangelo e dal suo Parroco, PadreAgostino Maiolini, ha dato risalto alla litur-gia prevista per la Domenica delle Palme.Con partenza dalla chiesa di San GregorioMagno, dove il Priore-Parroco ha benedettoi numerosissimi mazzi di Ulivi che i fedeliavevano recato con loro, una festante proces-sione ha portato i fedeli, che cantavano e pre-gavano con grande partecipazione etrasporto, fino alla Chiesa di Sant’Agostino.All’interno della Chiesa la cerimonia ha avutoil suo culmine nella lettura del Vangelo che ve-deva impegnati il Priore Padre Agostino, NicolaPagliari e Vittoria Schiavone! Un religiosissimosilenzio e un’attenzione al limite della commo-zione, nei numerosissimi fedeli che riempivano

la Chiesa, era palpabile ed evidente! La pas-sione e la morte del Cristo, così bene spiegata epresentata, ha mosso, anche oggi, i cuori deimontelparesi! I canti della Corale Gregorio Pe-trocchini hanno fatto da degna cornice ad unacerimonia indimenticabile! Giuseppe Mariucci

Una bella e suggestiva cerimonia a Montelparo

Paolantonio, il centro anziani in festaSara De Simplicio

Cursillos di Cristianità. Cuori toccati dall’incontro con Gesù, chiusura 90°Corso Uomini

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

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Leggiamo Lc 8,1-3. Riproduciamo subitol’intero sommario; poi passeremo al suo com-mento. «In seguito egli se ne andava per città

e villaggi, predicando e annunciando la

buona notizia del regno di Dio. C’erano con

lui i Dodici 2e alcune donne che erano state

guarite da spiriti cattivi e da infermità:

Maria, chiamata Maddalena, dalla quale

erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie

di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e

molte altre, che li servivano con i loro beni»(Lc 8,1-3).I

1. L’attività di

Gesù con i Dodici. «In

seguito egli se ne an-

dava per città e vil-

laggi, predicando e

annunciando la buona

notizia del regno di

Dio. C’erano con lui i

Dodici» (Lc 8,1). Lucavuole informare subitosull’attività di Gesùche si porta abitualmente e in modo sistema-tico nelle varie località, dando così un som-mario di quanto dirà fino a 9,50. Andava «per– katà distributivo – città e villaggi» indican-docene, purtroppo raramente, il nome. I Do-dici erano «con lui» come quando Gesù liaveva scelti (6,17), formanti un attento corteodi discepoli.

2. L’attività delle donne al seguito di

Gesù. Oltre i Dodici, c’erano con lui anche«alcune donne che erano state guarite da spi-

riti cattivi e da infermità: Maria, chiamata

Maddalena, dalla quale erano usciti sette de-

mòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, ammini-

stratore di Erode; Susanna e molte altre, che

li servivano con i loro beni» (Lc 8,2-3a).Luca fa il nome di tre donne che erano

state beneficate da Gesù e per riconoscenza loaccompagnavano. La più conosciuta è MariaMaddalena, in quanto nativa di Magdala, vil-laggio sulla riva occidentale del lago di Gali-lea, a nord di Tiberiade. Gesù l’aveva liberatada una potente ossessione, presentata comeespulsione di sette demoni. Non deve essereidentificata con la peccatrice senza nome delbrano precedente (7,36-50). Giovanna, mogliedi Cuza, persona importante, era probabil-mente una donna facoltosa. Non sappiamonulla di Susanna. Da un’informazione succes-siva, Luca ci fa sapere che queste e altredonne hanno seguito Gesù lungo tutto il suoministero pubblico e rimangono vicine a luianche nel suo triduo pasquale. «Erano MariaMaddalena, Giovanna e Maria madre di Gia-como. Anche le altre, che erano con loro, rac-contavano queste cose agli apostoli» (24,10).Sono «Le donne che erano venute con Gesùdalla Galilea» (23,55; cf 23,49).

Insieme a queste ce n’erano «molte altre»;quindi un gruppetto consistente e abituale.Con animo umile e servizievole, sostenutodall’amore, tali donne «li servivano, diekó-

noun, con i loro beni», ek tôn hyparchóntôn

autàis. Il verbo diakonéo non ha qui il signi-ficato di servizio alle mense, ma quello piùgenerale di assistenza economica a Gesù eagli Apostoli nelle loro necessità quotidiane,quali il cibo e il vestiario. Negli Atti Lucaporta l’esempio della vedova Tabita «la qualeabbondava in opere buone e faceva molte ele-mosine», confezionava anche «le tuniche e imantelli» (At 9, 36,39). E’ il miracolo checontinuamente si ripete: amore purissimo,concretizzato nell’esercizio delle necessità

quotidiane!3. La novità asso-

luta del modo di agire

di Gesù. Richiamiamouna sorpresa che ebberogli Apostoli nell’episo-dio della Samaritana(Gv c. 4). Gesù, affati-cato, siede presso ilpozzo. «I suoi discepolierano andati in città a

fare provvista di cibi» (Gv 4,8). In questo frat-tempo si ha l’incontro e il dialogo tra Gesù ela samaritana. «In quel momento giunsero [diritorno] i suoi discepoli e si meravigliavanoche parlasse con una donna. Nessuno tuttaviadisse: “Che cosa cerchi?”, o: “Di che cosaparli con lei?”» (Gv 4,27). Non pensano aniente di torbido; restano spiazzati dal fattoche Gesù «parlasse con una donna». Un verorabbi si guardava bene dall’istruire una donna,in quanto era ritenuta incapace di ricevere laTorah. Gesù si fa ospitare da Marta e Maria(Lc 10,38-42), aiuta la vedova di Nain to-gliendola dal lutto (7,11-17), guarisce ladonna con perdita di sangue (8,42-48); guari-sce quella ricurva (13,11-17). E’ «una donnadalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato ilgrembo che ti ha portato e il seno che ti ha al-lattato!”» (11,27-28). Mette una donna comeprotagonista della parabola (13,20; 15,8). Ilsuo amore è identico per tutti.

4. Le donne seguono Gesù nella sua pas-

sione, morte, sepoltura e risurrezione. Men-tre Gesù è sulla via del Calvario, «Lo seguivauna grande moltitudine di popolo e di donne,che si battevano il petto e facevano lamenti sudi lui»; e Gesù si rivolge direttamente alledonne (23,27-28). Le donne sono presenti allasua sepoltura: «esse osservarono il sepolcro ecome era stato posto il corpo di Gesù, (23,55).Si stanno congedando da Lui con tanta tene-rezza! Gesù le premierà con la sua appari-zione da risorto (24,1-10).

Facciamo nostro il messaggio di Paolo:«Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante lafede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete statibattezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.28Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavoné libero; non c’è maschio e femmina, perchétutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,26-28). [email protected]

Li servivano con i loro beni49. L’ATTIVITÀ DI GESÙ

E LE «MOLTE» DONNE CON LUI

DOMENICA DI PASqUA

Ore 11.00 Ripatransone - Duomo: S. MessaOre 17.45 San Benedetto Tr. - Cattedrale:

Vespri SolenniOre 18.30 S. Messa Pontificale

LUNEDì 6 APRILE

Ore 10.00 Cupra MarittimaParrocchia S. Basso: S. Messa

Ore 17.00 Force - Parrocchia S. Paolo Apostolo: S. Messa per l’anniversario della Beata Assunta Pallotta

MARTEDì 7 APRILE

Ore 12.30 Grottammare Pranzo con i pescatori a Casa S. Francesco

Ore 18.00 Casa S. Francesco: S. Messa

GIOVEDì 10 APRILE

Ore 10.00 San Benedetto Tr. - Curia vescovile: Consiglio Presbiterale

VENERDì 11 APRILE

Ore 10.00 Ascoli Piceno - Casa di cura Villa S. Giuseppe: relazione al Convegno su S. Benedetto Menni

Ore 16.00 San Benedetto Tr. - Cattedrale: confessioni

Ore 21.15 San Benedetto Tr. - Curia vescovile: Incontro con i giovani delle parrocchie S. Benedetto martire e S. Antonio di Padova

DOMENICA 12 APRILE

Ore 11.00 Ripatransone - Duomo: S. Messa

Ore 19.00 Processione e cavallo di fuoco

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 5 AL 12 APRILE 2015

In occasione della Solennità dell’Annuncia-zione della Beata Vergine, la Basilica dellaSanta Casa di Loreto si è trasformata comeogni anno nella casa dei giovani. Infatti pro-segue con successo la bella consuetudine daparte del Servizio Regionale di Pastorale Gio-vanile, di organizzare una veglia di preghieraper i ragazzi di tutte le Marche, che si conce-dono un momento di riflessione sui “Sì” cheil Signore chiede a ciascuno di loro, sul mo-dello di Maria che col suo umile assenso hacambiato la storia della salvezza dell’umanità. Quest’anno a guidare la riflessione è stato chiamatoMons. Marco Frisina, noto ai più come musicista e compositore di tanti canti liturgici che si ese-guono normalmente nelle nostre parrocchie durante le celebrazioni, ma forse meno noto per lesue doti di biblista ed oratore. Il presule ha tenuto una lectio divina sul brano dell’Annunciazione,avendo l’accortezza di esporre le sue riflessioni ed osservazioni con un linguaggio chiaro ed ac-cessibile ad un uditorio giovanile. La preghiera è stata presieduta, con la sua immancabile affabi-lità, dal Vescovo di Jesi, Mons. Gerardo Rocconi, mentre tra i fedeli era presente Mons. NazzarenoMarconi, Vescovo di Macerata ed amico personale di Frisina, che lo ha introdotto con parole chedenotavano una profonda stima ed affetto. Il servizio liturgico invece è stato coordinato da DonSamuele Costantini della diocesi di Ancona, mentre l’accompagnamento musicale ed il canto sonostati eseguiti da alcuni seminaristi del Seminario Regionale di Ancona. Durante la lectio era statadata anche la possibilità a tutti di inoltrare domande all’oratore scrivendo ad un apposito numero

telefonico tramite il social network Wattsapp. Questaproposta poi non è stata sviluppata per mancanza ditempo sufficiente, ma comunque rappresenta un signifi-cativo segno che la chiesa vuole utilizzare i mezzi che igiovani normalmente usano per dialogare con loro. Pre-senti ovviamente anche un gruppo di ragazzi dalla nostradiocesi accompagnati da Don Pierluigi Bartolomei, DonRoberto Traini e Don Luca Rammella, essendo stata pro-mossa la partecipazione all’evento dall’èquipe che si oc-cupa del Servizio per la pastorale giovanile.

Silvio Giampieri

LA VEGLIA PER L’ANNUNCIAZIONE A LORETO

COINVOLGE ANCHE I GIOVANI DELLA NOSTRA DIOCESI

… UN POMERIGGIO DI ALLEGRIA IN FRATERNITA’…

Giovedì pomeriggio intorno alle 17.30, presso il centro Bian-cazzurro, si sono ritrovati per vivere qualche ora di fraternitàe augurarsi una Santa Pasqua, i diurni unitalsi di San Ben-detto Tr centro e Colonnella. La partecipazione è stata nume-rosa e gioiosa, hanno voluto manifestare solidarietà,amicizia,gli uni verso gli altri. I simpatici amici di Colonnellahanno allietato il pomeriggio con spettacolini teatrali e recitedi poesie in dialetto abruzzese… I protagonisti di queste sce-nette, dice Gilda Di Monte la responsabile della parrocchiaS.Cipriano, sono attori improvvisati, volenterosi, pieni di passione e gioia…. Uomini e donnesemplici ma dal cuore grande! Prima della festa pomeridiana, gli anziani e volontari del centroBiancazzurro si sono ritrovati in pizzeria per festeggiare “mangiando” la Santa Pasqua! La refe-rente orietta, ha omaggiato tutti con un buon dolce e un piccolo cadò!“La fraternità, come ogni dono del Signore, comporta e richiede la disponibilità all’impegno e

al coinvolgimento personali. La fraternità esiste solamente se ci sono uomini e donne disposti

a generarla e a farla crescere ogni giorno, con il proprio apporto e la personale dedizione.

La fraternità è l’impegno che, per vocazione, unifica-armonizza-qualifica-rigenera-orienta i

molteplici impegni di ciascuno”. A presto! Mascia

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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Sfogliando un vecchio librodi devozioni a San Giuseppedel secolo scorso, mi è capitatodi imbattermi in un raccontoambientato nel nostro territorioin un lontano passato.Si narra infatti che il 6 Febbraiodel 1870 verso le ore nove delmattino, nelle campagne dellaDiocesi di Ripatransone unquindicenne avesse attaccatoil cavallo al suo carretto in at-tesa del padre, per partire as-sieme per alcune commissioni.L’irrequieto animale, però, co-minciò a scalpitare e si lanciò in una furiosacorsa per i campi trascinando con sé il veicoloed il ragazzo che non riusciva più a controllarlo.Il giovane quindi, vistosi perso, invocò per trevolte la protezione di San Giuseppe e decise disaltare giù dal mezzo impazzito per trovarescampo. Sbagliando tuttavia la tempistica futravolto dalle ruote del carro stesso, ma nerisultò miracolosamente illeso. Il fatto prodigiosofu attribuito subito al Santo Genitore del Cristo,invocato tanto frettolosamente quanto sincera-mente. Tra realtà e leggenda, ancora oggicapitano vari incidenti in campagna, dovuti aimprevisti tecnici o disattenzioni, per questoancora molto sentita è la devozione verso alcunefigure di santi, che prontamente intercedano

presso Dio laddove l’uomo sisente troppo ignorante o inca-pace di farlo.Proprio in onoredi San Giuseppe sorge nellecampagne di Ripatransone unachiesa a lui dedicata (nei pressidei ruderi di una ancora più an-tica) dove è solita ritrovarsi lapopolazione locale per recitareassieme il Rosario in alcuni pe-riodi dell’anno, oppure per lacelebrazione eucaristica in par-ticolari occasioni. Per l’appuntoil 19 Marzo alle ore 19,00 l’Am-ministratore parrocchiale Don

Gian Luca Rosati si è recato nel luogo sacroper una santa Messa, che al di là della Solennitàprevista dalla Chiesa universale, è stata impor-tante anche perché ha visto riunirsi in preghiera,molti padri di famiglia e falegnami. La cele-brazione è stata curata ed animata dalle personeresidenti nel circondario che si sono adoperatecon molta premura per la buona riuscita dellacelebrazione e per un momento di fraternitàfinale con lo scopo di incontrarsi e salutarsiadeguatamente. Alla devozione si è accompa-gnata la concretezza di pregare per situazioniquotidiane personali del nostro territorio, cosìvasto e ricco di persone che, come san Giuseppe,portano avanti con semplicità e fatica il loro la-voro e la responsabilità di una famiglia.

RIFLESSIONI SUL SIGNIFICATO DELLA FESTA

DI SAN GIUSEPPE NEL TERRITORIO RIPANO

Il Tempo di Quaresima che va concludendosi haportato nella Comunità cristiana montaltese unarinnovata attenzione al Mistero della Passione edella Morte del Signore. Il segno del Crocifisso,ora velato di rosso, colore che ci ricorda l’Amoree il dono dello Spirito, come suggerito dalla pro-posta pastorale diocesana, per richiamarci anchealla Giornata di digiuno e di preghiera in memo-ria dei Missionari Martiri del 24 marzo, ha as-sunto infatti in quest’ultimo scorciodell’itinerario in preparazione alla Pasqua un’at-tenzione tutta particolare. L’esercizio comunita-rio della Via Crucis poi è stato poi proposto nelleultime due settimane di questo Tempo sacro aiFedeli di tutte e tre le Parrocchie del Comune sistino in notturna. Venerdì scorso, 20 marzo, lungole vie dell’abitato di Porchia, partendo e rientrando nella parrocchiale di Santa Lucia, accompa-gnati dai canti polifonici del Coro, intervallati alla meditazione delle Stazioni della Via Crucisdello scorso anno al Colosseo, preparate per mandato di Papa Francesco, che l’ha presieduta ilVenerdì Santo 2014, da Monsignor Bregantini, Arcivescovo di Campobasso – Boiano. La seradel 27 marzo invece, in comunione con l’ultima Stazione quaresimale presieduta dal nostro Ve-scovo Carlo a Sant’Egidio alla Vibrata, sarà la volta di Patrignone, con appuntamento presso lachiesa di Santa Maria in Viminato alle ore 21. Si entrerà insieme nella contemplazione del Misterodella Croce, aiutati dai canti della Corale e dai testi proposti da Missio nazionale, per vivere piùefficacemente la proposta diocesana, riflettendo sull’essenziale Ministero della Chiesa di Cristoche è appunto l’annuncio missionario del Vangelo, anche a costo della stessa vita. Prossimi ap-puntamenti, che vogliamo ricordare a tutti, sono la Processione con le Palme e le Santa Messadella Passione del Signore di Domenica prossima, 29 marzo, in ciascuna chiesa parrocchiale (alleore 9:30 a Porchia, con partenza dall’edicola di Santa Caterina; alle ore 11:15 nel capoluogo, conpartenza dalla chiesa del Monastero; alle ore 17:30 a Patrignone, con partenza dalla chiesa dellaMadonna di Reggio). Inoltre Lunedì 30 marzo le Confessioni per tutti in Concattedrale, alle ore21, e Martedì 31 la “Cena ebraica” nella Ludoteca comunale, alle ore 20:30.

Da Montalto Marche a cura di LauretanumDa Ripatransone a cura di Silvio Giampieri

Padre Antonio Desideri è tornato alla casa del Padre

ACqUAVIVA PICENA – Giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Padre Antonio De-sideri è tornato alla casa del Padre, quattro giorni dopo la festa del 50° di sacerdozio. Ilfrate agostiniano lascia il vuoto nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto e che loricordano come uomo umile, mite e dotato di una grande intelligenza, doti che lo hannoportato a ricoprire importanti incarichi come si può vedere dalla biografia. Nato a Mon-sampolo (AP) il 5 marzo del 1938, il 27 settembre del 1956 professò nel Convento S. Lo-renzo Martire di Acquaviva Picena, dove fu poi ordinato sacerdote il 6 marzo del 1965.Conseguì lo stesso anno la licenza in S. Teologia presso la Pontificia Università Gregorianae fu per un breve periodo Maestro degli aspiranti in S. Maria dell’Istria a Marsala. Dal1966 in poi fece parte della provincia Brasiliana dove conseguì la laurea in Pedagogiapresso l’Università di Nuova Friburgo. Prestò servizio in qualità di Segretario e di inse-gnante nel Ginnasio parificato degli agostiniani di Bom Jardim. Visse nelle Case di BomJardin, di Ampère e di Rio de Janeiro, e nelle stesse località ricoprì gli uffici di Priore eParroco. Fu provinciale dal 1988 al 1991 e per vari anni anche Vicario Episcopale della diocesi di Nuova Friburgo. Al terminedel suo mandato come Priore Generale, dal 1999 al 2005, fece ritorno nella provincia del Brasile dove fu parroco nella parrocchiadi S. Antonio in Ourinhos (S. Paolo). Ritornò nel 2011 in Italia, fu parroco nella parrocchia di S. Agostino a Pesaro fino al2013 per poi trasferirsi di nuovo in Brasile a Rio de Janeiro. L’ultimo atto di generosità di Padre Antonio è stato compiutopoche ore dopo la morte con la donazione degli organi. I funerali sono stati celebrati sabato 21 marzo, alle ore 10:00, pressola chiesa S. Lorenzo Martire del Convento dei Frati Agostiniani Scalzi di Acquaviva Picena. A concelebrare il Vescovo Gestorie Padre Luigi Pingelli che durante l’omelia ha ricordato Padre Antonio come uomo di fortezza e con una volontà di ferro chegli derivava dal desiderio di voler portare avanti il progetto di Dio, un uomo la cui vita è stata una donazione fatta con gioia eserenità, visti i suoi 40 anni di missione in Brasile, paese che ha amato molto. Chiappini Janet

LA MEMORIA DEL MARTIRIO CI INVITA A CELEBRARE

LA PASSIONE DEL SIGNORE

La Via crucis in notturna a Porchia e a Patrignone e i prossimi appuntamenti comunitari.

Dopo essere stati ricevuti dall'Amministrazione comunalemercoledì scorso, sabato 28 marzo, i 15 tour operator dellaRepubblica Ceca, ospiti nel Piceno per partecipare all'"Info-tour" organizzato dall'associazione Piceno Turismo in colla-borazione con l'Agenzia "Centro Italia", hanno visitato laRiserva Naturale Regionale Sentina accompagnati dal consi-gliere comunale Andrea Marinucci e da Andrea Perazzoli re-ferente dell'agenzia. Complice una giornata soleggiata, i tour operator sono rimastimolto colpiti dalle bellezzenaturalistiche custodite nellaRiserva Naturale: le  zoneumide con i laghetti artificialidi acqua dolce e salmastra, lespecie floristiche, quelle fau-nistiche e la "Torre sul Porto"splendida costruzione del1543 che si erge lungo lacosta. Una sosta molto inte-

ressante è stata effettuata in corrispondenza delle altane, lestrutture in legno e canne installate in prossimità dei laghettiartificiali e utilizzate dagli appassionati di birdwatching chesono state adeguate e rese percorribili con carrozzine e pas-seggini, dunque accessibili a tutti. "Siamo contenti di aver po-tuto mostrare il nostro gioiello naturalistico ai tour operatorcechi - dichiara Marinucci - abbiamo notato grande interesseper l'area protetta e curiosità per il fatto che la zona è percor-ribile solo a piedi o in bicicletta. Sono rimasti molto colpiti

dalla possibilità di utilizzare bicicletteper il bike sharing posizionate all'in-gresso della Riserva. Abbiamo conse-gnato loro un opuscolo informativo e cihanno assicurato che anche la Sentinasarà una delle mete comprese nei pac-chetti turistici sul territorio di San Be-nedetto del Tronto e zone limitrofe cheoffriranno ai loro clienti di ritorno daltour". 

“Risposta all’editoriale dell’Ancora dell’8 marzo 2015”Il Signore nel Vangelo ci chiama a fruttificare i talenti e a non sotter-rarli!Gli amici veri e autentici li vedi nei momenti difficili.Quando Dio mi guarda, io non lo vedo, ma lo sento.Conservo l’anonimato, ma ti rendo grazie Signore perché la tua Spe-ranza non delude e ho sempre sperimentato la tua Misericaordia.Desidero dire grazie alla Fondazione Mons. Francesco Traini per tuttoquello che ha fatto con riservatezza e cortesia perché già in precedenza,ho sperimentato tramite la perdita di una azienda affermata, il processodi usura e criminale di qualche così detto…amico falso e menzognero.

15 tour operator della Repubblica Ceca ospiti nel Piceno

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5 Aprile 2015 PAG

L’ECLISSI OGNI GIORNONoi reclusi purtroppo il sole lo vediamo solo in parte, perché lesbarre alle finestre delle nostre celleimpediscono la visualizzazione completa. Quindi è come se pernoi ci fosse sempre l eclissi.Riflettendo su questo fenomeno naturale,ci rispecchiamo perchévedendo la luna che oscura in parte il sole,ci rendiamo conto diquanto è stata oscurata la nostra vita correndo dietro i nostri vizi,alle cose materiali non abbiamo dato peso e valore alle cose dav-vero preziose, ovvero agli affetti,all'amore e alla natura. C’è dadire che la luna ha oscurato il sole per alcuni minuti mentre acausa dei nostri errori perdiamo i migliori anni della nostra vitain quattro mura. E' come se l'eclissi rappresentasse in questo mo-mento la nostra anima oscurata. G.M. G.D.

Di che eclissi vogliamo parlare? Di quella che sta oscurando ilmondo con i focali di guerra?Di quella che oscura i nostri politici che vanno avanti imperterritiper la loro strada senza pensare seriamente ai veri problemi delnostro paese?. Non voglio parlare della mia eclissi,non è riuscitaad oscurare il mio cuore, neanche parzialmente, anzi nel mio in-timo sto trovando una nuova luce interiore di speranza che vorreifosse perenne. Parliamo invece dello spettacolo che la natura ciha offerto,e anche se tutti noi l'abbiamo potuta vedere a “scac-chettini” posso assicurarvi che è stato un evento meraviglioso,quasi irreale; infatti alle 10.30 sembrava quasi notte.

Tra 60 anni se ne verificherà un'altra, molti di noi non saremopiù, ma spero che il pianeta sia migliore di quello attuale,e chel'uomo non distrugga quanto di meraviglioso ci regala la natura.

A.D.VOLTI AFGANIGuardando queste tre cartoline,rappresentanti volti e posti di cul-ture molto differenti dalla nostra, mi va all'occhio la tristezza chec è negli sguardi di queste giovani ragazze,il buio e l'oscurità diquelle case, per me molto tetre, che posso paragonare un po' alluogo dove mi trovo ora ristretto. Mi fa pensare che la libertà varicercata nei nostri pensieri dentro le nostre teste, perché si puòessere prigionieri finché non liberiamo le nostre teste. Comunquetornando alle foto,vedo che nei loro occhi c’è una piccola fiam-mella che rimane sempre accesa che secondo me rappresenta lasperanza che un giorno venga un mondo migliore anche per loro.

R.Oggi ho visto delle cartoline di donne afgane, e ho pensato aquello che succede in medio oriente. In questa guerra senza ra-gione e senza scrupoli, gli innocenti soffrono e si leggono benenei loro occhi umidi le sofferenze. Ti spezza il cuore sentire que-ste ingiustizie solo perché sono cristiani o vogliono avere la lororeligione. Spero che qualcuno intervenga in aiuto di queste per-sone che lottano per la libertà.

M.J.

PRIMAVERALe giornate si stanno allungando e siamo nel pieno cambio distagione. La primavera è alle porte. E' tempo di raffreddore distarnuti provocati dal polline. Gli alberi si riempiono di fiori edi foglie e nell’ aria si sente il profumo della primavera. Il cielosi è schiarito e quel tetro cupo invernale rimane solo un ricordodi quelle giornate umide e fredde. Le braccia si scoprono e il solescalda la nostra pelle, aspettiamo ancora un po' prima di sdraiarcia terra con gli asciugamani per poterci abbronzare a poco a poco.Ancora un po' di pioggia alternata al bel tempo, prima che la na-tura sfoggi il suo splendore. Le persone spolverano la biciclettao il motorino lasciando da parte l’auto e la città si libera dal traf-fico riempiendo i marciapiedi e le piste ciclabili . Gelati, pizze ebibite, gruppi di giovani che ripopolano le panchine nei giardini.Le palestre si svuotano per dar sfogo ad una corsa all'aria aperta.I campi da calcetto si riempiono e negli oratori si sentono le risadei bambini che giocano dopo il catechismo. La città riprendevita dopo il letargo. Nelle vie davanti ai bar si siedono in cerchioanziani e giovani che discutono delle partite di calcio , di politicao di fatti di cronaca. Così gli animi un po' affievoliti dal gelo tor-nano a brillare e torna quella voglia di muoversi e fare tardi lasera, di godersi appieno la giornata,secondo dopo secondo,mi-nuto dopo minuto,ora dopo ora,sfruttando il più possibile, aspet-tando che torni la stagione invernale. A.S.

Dal Carcere di Marino del Tronto

Cartoline dal Carcereoggi 14 marzo vedere questa bellissima cartolina della Thailandia mi ricorda il passato, una bellissimaesperienza del 2006, quando sono stato in vacanza in Grecia. I paesaggi erano simili a quelli di questacartolina: il lungomare, gente che passeggiava e giocava, l’aria che si respirava, l’immensa tranquillità;un ricordo meraviglioso che rimarrà per sempre nella mente, come una foto stampata. J.M.

Sole, mare. Mi immagino sulla spiaggia bianca delle Maldive, sotto il fresco di una palma, con unabella sdraio, un cocktail fresco, a prendere il sole e guardare le persone passeggiare spensierate sulbagnasciuga, i bambini giocare in mare insieme a mio figlio e mia moglie. Rido tra me e me, miritengo fortunato per avere una famiglia così bella e poter aspettare insieme il tramonto, sdraiati sullaspiaggia, passeggiare mano nella mano con mio figlio e mia moglie, mangiare piatti tipici, osservarele bancarelle colorate piene di collane, bracciali e portafortuna. La stanchezza inizia a farsi sentire,rientriamo felici in albergo; all’indomani ci attende una bella escursione in barca…Magari la realtàfosse sempre così. L.C.

Guardo questa foto: spiaggia bianca, mare azzurro, aria di libertà per questa nazione troppo inquinata.Questo mare è l’unico luogo dove respiro aria pulita e dove mi sento davvero libero. D.C.G.

Montagna, solo questa parola ispira in me profondo senso di libertà. Quando la mattina esco dallamia cella per andare a lavoro ho la fortuna di uscire nel cortile, così i miei occhi hanno la fortuna diguardare lontano; quando vedo la montagna, qui sopra la nostra “casa” attuale, con le cime imbiancatedi neve candida, mi dà un senso di purezza assoluta. La natura è purezza e quando tutti gli uomini ap-prezzeranno la natura, avranno imparato ad apprezzare se stessi e ad essere più puri. R.

Acquaviva PicenaAl Palio del Duca le classi “quinta primaria” «Vivono la storia da protagoniste»La delegazione dellacommissione storicadell’associazionePalio del Duca in-contra le classi Vdella scuola primariadi Acquaviva Picenaper illustrare le ori-gini delle armatureed evoluzioni fino al-l’impero romano. Ilpresidente dellacommissione storicadel Palio del DucaRoberto Casali ha illustrato l’evoluzione delle armi e armature vista attraverso l’ottica di una pro-fonda interazione con i sistemi politici che caratterizzano le società antiche.Particolare attenzione è stata posta nel rapporto dualistico fra cambiamento della politica internaed esterna di Roma (prima come repubblica poi come impero) e evoluzione della strategia militare.Evoluzione che ha ovviamente introdotto cambiamenti evidenti nell’equipaggiamento delle le-gioni. Altro argomento è stato lo studio dell’evoluzione di armi e armature fino alla caduta del-l’impero romano, e l’apparente immobilismo evoluzionistico durato fino alla comparsa delle armida fuoco. l’incontro è stato possibile grazie all’interessamento della docente Rita Bartolomei re-sponsabile del progetto Palio dei Bambini “Vivere la storia da protagonisti”.La scolaresca si è di-mostrata attenta ed entusiasta.

ACQUAVIVA PICENA

Corona di alloro per Roberta Illuminati!

Roberta impegnata nel gruppo Scout di Ac-quaviva si è laureata il 20.02.15 in ScienzeAgrarie c/o l'Università di Perugia con unaTesi dal titolo:"Innovazione in agricolturae capitale sociale. L'impatto della misura1.2.4 del PSR 2007/2013 dell'Umbria", conun risultato ragguardevole: 110 e Lode conBacio Accademico. Tanti auguri dal gruppoScout, il parroco don Alfredo e la redazionede L’Ancora.

Chiappini Janet

Page 8: Anno xxxii n° 13 5 aprile 2015

8 Anno XXXII

5 Aprile 2015PAG

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