Anno xxxii n° 10 15 marzo 2015

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ANNO XXXII N° 10 - 15 Marzo 2015 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno DIARIO FIORENTINO/3 Abitare la città è palestra politica A pag. 2 IL SERPENTE INNALZATO A pag. 3 Resoconto Avvento di fraternità 2014 A pag. 5 A pag. 7 Il progetto Policoro nasce immediata- mente dopo il III Convegno ecclesiale di Palermo con un incontro tra i rappresen- tanti diocesani delle tre pastorali (lavoro, giovani e caritas). Si caratterizzax per aver raccolto “la sfida che la disoccupa- zione giovanile pone alle Chiese” con la precisa volontà di individuare delle rispo- ste all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla di- soccupazione dal lavoro alla disoccupa- zione della vita. La risposta elaborata è lavorare insieme per evangelizzare, educare, esprimere im- presa. L’obiettivo del Progetto Policoro è quello di: * offrire alle Chiese locali strumenti e op- portunità per affrontare il problema della disoccupazione giovanile in una prospet- tiva di evangelizzazione e di promozione umana; * aiutare le Chiese ad interagire tra di loro con spirito di solidarietà e di recipro- cità; * stimolare le varie pastorali e le aggre- gazioni laicali di ispirazione cristiana a lavorare “a rete” in un’ottica di sinergia e di collaborazione reciproca. Le linee di intervento che vengono in- dividuate sono: 1. una nuova modalità di lavoro in siner- gia tra pastorali e forze laicali; 2. l’evangelizzazione dei giovani disoc- cupati o in situazione irregolare di lavoro; 3. la formazione delle coscienze e della mentalità per una nuova concezione del lavoro; 4. i gesti concreti di solidarietà e i rapporti di reciprocità tra le Chiese. L’intuizione fondamentale del Progetto, ricchezza della Chiesa Cattolica offerta a tut to il Paese, è la collaborazione tra soggetti di- versi per un unico impegno: l’evangeliz- zazione. Il metodo è quello di imparare a lavorare insieme (a livello nazionale, re- gionale, diocesano) seguendo un progetto comune; lo stile è quello di aiutarsi a cre- scere insieme nel rispetto reciproco delle specificità e competenze, nella solidarietà e nella comunione; la virtù cristiana che lo sostiene è la speranza. La collaborazione tra diversi uffici pastorali stimola la sinergia tra asso- ciazioni e organiz- zazioni presenti sul territorio e li spinge a operare in reciprocità con i diversi territori del Nord e del Sud. Attraverso un me- todo globale (evangelizzazione, formazione, gesti concreti di solidarietà e di reciprocità) che investe la persona nella sua interezza e la società nelle diverse realtà (eccle- siale, istituzionale, associativa) si realiz- zano così opere concrete, capaci di far germogliare speranza e sviluppo. In ogni diocesi il Progetto rappresenta una novità e un’opportunità per la diocesi stessa, un lavoro di sinergia fra uffici di- versi: l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e la Caritas Italiana, solitamente non abituati a lavorare in- sieme su un progetto di grande respiro; novità per i territori che sperimentano una Chiesa locale presente nell’ambito del la- voro nella prospettiva della speranza, del futuro, con particolare riferimento ai giovani; novità per enti ed associazioni che ricevono dalla Chiesa una proposta di collaborazione per operare ciò che fanno ordinariamente, ma con una moti- vazione in più o, se si vuole, diversa. Ripensando la festa della donna Nel numero precedente abbiamo voluto ricordare la «festa della donna» cogliendo un «fiore» dalle poesie di Rainer Maria Rilke, ripromettendoci di ritornare sull’argomento dopo aver ascoltato le varie celebrazioni e cercato i tanti suggerimenti per trascorrere una giornata diversa tra la vigilia e la festa. Di alto tenore civile è stato il discorso del nuovo Presidente della Repubblica che può essere così sintetizzato:"Su di voi il peso maggiore della crisi. Senza le donne l'Italia sarebbe più povera e più ingiusta".. Un di- scorso sul tema Donne per la Terra: Così il presidente della Re- pubblica alla vigilia della Giornata internazionale: "Loro uniscono sviluppo e tutela dell'ambiente. Sono più capaci di produrre senza distruggere". Dopo la preghiera dell'Ange- lus,papa Francesco ha sa- lutato tutte le donne, in occasione della festa dell'8 marzo. "Oggi, 8 marzo - ha detto - un sa- luto a tutte le donne che ogni giorno cercano di co- struire una società più umana e accogliente. E un grazie fraterno a quelle che in mille modi testimoniano il Vangelo e lavorano nella Chiesa. E questa è per noi un'occasione per ribadire l'importanza delle donne e la necessità della loro presenza nella vita. Un mondo dove le donne sono emarginate, è un mondo che è sterile. Le donne non solo portano la vita, ma ci permettono di vedere oltre,..".Anche altre importanti Autorità hanno espresso lusinghieri apprezzamenti accompagnati da mazzi di mimose. La mimosa, così diffusa nei nostri giardini, in questa occasione, si fa complice nell’esprimere sentimenti di affetto e di riconoscenza nelle nostre famiglie, specie nei confronti degli anziani cresciuti in un riserbo in cui i sentimenti diventavano virtù. Sono feste queste che si gu- stano principalmente in famiglia in cui la riconoscenza si legge attraverso gli occhi, per usare un linguaggio di papa Francesco. Sono queste le famiglie che non fanno cronaca, mentre si è tenuto a pubblicizzare l’ennesimo atto di violenza contro le donne quasi ad evitare che queste sciagurate situazioni venissero dimenticate. Diciamo, ancora una volta, che questo è una conseguenza di una perdita di valori in cui guazzano invidie e gelosie, in un’abitudine spaventosa alla morte. L’altro è un oggetto che lascia il transitorio dolore della rottura di un vaso prezioso. Quelli che una volta erano peccati e vizi, il progresso ne ha fatto « un vitello d’oro»; non ci sono più scrupoli per l’aborto e il piacere è visto come scopo della vita. E non dimentichiamo corpi venduti come oggetti senza alcun rispetto per la loro dignità e usati in nome del dio denaro, a bene- ficio dei racket più abietti. Non mi sembra di essere pessimista se da una pubblicità, non certo nascosta, in manifesti e locandine, anche nelle immagini equivoche, c’è un invito, almeno una volta, alla trasgressione. Brutto quel proverbio: “ Passata la festa, gab- batu lu santu”. Gabbati saremo noi con il sapore amaro del vuoto e con l’insoddisfazione propria della caducità di certe nostre azioni. E non si dica così fanno gli uomini! Finché le donne sono convinte di raggiungere la parità imitando i vizi degli uomini, esse saranno sempre un oggetto del più forte. È il proprio valore che va contrapposto e fatto pesare. Non è necessario che giunga un nuovo Mosè a scaraventare blocchi di comandamenti per ottenere giustizia, basta essere convinti che l’amore è una cosa seria e che occorre non cedere alle lusinghe, perché queste sono di un mo- mento e lasciano un nostalgico vuoto che non tutti hanno la forza di riempire se non con la violenza. Pietro Pompei EDITORIALE ATTENZIONE Dalla CEI ci è stato segnalato come “la Nunziatura Apostolica in Italia, con lettera del 21 febbraio u.s.,N. 2577115. ha inte- ressato nuovamente la nostra Conferenza Episcopale circa il disdicevole fenomeno dei tentativi di truffa perpetrati in internet, soprattutto via e-mail, nei confronti di ignare Isti- tuzioni Ecclesiastiche e/o di sprovveduti privati cittadini, uti- lizzando in modo fraudolento il nome di Alte Autorità della Chiesa o adoperando false lettere intestate alle stesse”. Da parte nostra aggiungiamo che ci è giunta notizia come in varie città si sono presentati falsi sacerdoti che hanno chiesto di celebrare. segue a pag. 2 In questa 4ª Domenica di Quaresima riflettiamo su Educare: Progetto Policoro A pag. 4

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Anno xxxii n° 10 15 marzo 2015

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ANNO XXXII N° 10 - 15 Marzo 2015 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

DIARIO FIORENTINO/3 Abitare la città

è palestra politica

A pag. 2

IL SERPENTE INNALZATO

A pag. 3

Resoconto

Avvento di fraternità

2014

A pag. 5

A pag. 7

Il progetto Policoro nasce immediata-mente dopo il III Convegno ecclesiale diPalermo con un incontro tra i rappresen-tanti diocesani delle tre pastorali (lavoro,giovani e caritas). Si caratterizzax peraver raccolto “la sfida che la disoccupa-zione giovanile pone alle Chiese” con laprecisa volontà di individuare delle rispo-ste all’interrogativo esistenziale di tantigiovani che rischiano di passare dalla di-soccupazione dal lavoro alla disoccupa-zione della vita.La risposta elaborata è lavorare insiemeper evangelizzare, educare, esprimere im-presa.

L’obiettivo del Progetto Policoro èquello di:* offrire alle Chiese locali strumenti e op-portunità per affrontare il problema delladisoccupazione giovanile in una prospet-

tiva di evangelizzazione e di promozione

umana;* aiutare le Chiese ad interagire tra di

loro con spirito di solidarietà e di recipro-cità;* stimolare le varie pastorali e le aggre-gazioni laicali di ispirazione cristiana alavorare “a rete” in un’ottica di sinergiae di collaborazione reciproca.Le linee di intervento che vengono in-dividuate sono:1. una nuova modalità di lavoro in siner-gia tra pastorali e forze laicali;2. l’evangelizzazione dei giovani disoc-cupati o in situazione irregolare di lavoro;3. la formazione delle coscienze e dellamentalità per una nuova concezione dellavoro;4. i gesti concreti di solidarietà e i rapporti

di reciprocitàtra le Chiese.L’intuizionefondamentale del Progetto, ricchezzadella Chiesa Cattolica offerta a tut to ilPaese, è la collaborazione tra soggetti di-versi per un unico impegno: l’evangeliz-zazione. Il metodo è quello di imparare alavorare insieme (a livello nazionale, re-gionale, diocesano) seguendo un progettocomune; lo stile è quello di aiutarsi a cre-scere insieme nel rispetto reciproco dellespecificità e competenze, nella solidarietàe nella comunione; la virtù cristiana chelo sostiene è la speranza.

La collaborazionetra diversi ufficipastorali stimola lasinergia tra asso-ciazioni e organiz-zazioni presenti sulterritorio e lispinge a operare inreciprocità con idiversi territori delNord e del Sud.Attraverso un me-todo globale

(evangelizzazione, formazione, gesticoncreti di solidarietà e di reciprocità)che investe la persona nella sua interezzae la società nelle diverse realtà (eccle-siale, istituzionale, associativa) si realiz-zano così opere concrete, capaci di fargermogliare speranza e sviluppo.In ogni diocesi il Progetto rappresentauna novità e un’opportunità per la diocesistessa, un lavoro di sinergia fra uffici di-versi: l’Ufficio Nazionale per i problemisociali e il lavoro, il Servizio Nazionaledi pastorale giovanile e la Caritas Italiana,solitamente non abituati a lavorare in-sieme su un progetto di grande respiro;novità per i territori che sperimentano unaChiesa locale presente nell’ambito del la-voro nella prospettiva della speranza,del futuro, con particolare riferimento aigiovani; novità per enti ed associazioniche ricevono dalla Chiesa una propostadi collaborazione per operare ciò chefanno ordinariamente, ma con una moti-vazione in più o, se si vuole, diversa.

Ripensando la festa della donnaNel numero precedente abbiamo voluto ricordare la «festa delladonna» cogliendo un «fiore» dalle poesie di Rainer Maria Rilke,ripromettendoci di ritornare sull’argomento dopo aver ascoltatole varie celebrazioni e cercato i tanti suggerimenti per trascorrereuna giornata diversa tra la vigilia e la festa. Di alto tenore civile èstato il discorso del nuovo Presidente della Repubblica che puòessere così sintetizzato:"Su di voi il peso maggiore della crisi.

Senza le donne l'Italia sarebbe più povera e più ingiusta".. Un di-scorso sul tema Donne per la Terra: Così il presidente della Re-pubblica alla vigilia della Giornata internazionale:"Loro uniscono sviluppo e tutela dell'ambiente. Sono più capaci

di produrre senza distruggere".

Dopo la preghiera dell'Ange-lus,papa Francesco ha sa-lutato tutte le donne, in

occasione della festa dell'8marzo. "Oggi, 8 marzo

- ha detto - un sa-

luto a tutte le

donne che ogni

giorno cercano di co-

struire una società più umana e accogliente.

E un grazie fraterno a quelle che in mille

modi testimoniano il Vangelo e lavorano nella

Chiesa. E questa è per noi un'occasione per ribadire l'importanza

delle donne e la necessità della loro presenza nella vita. Un

mondo dove le donne sono emarginate, è un mondo che è sterile.

Le donne non solo portano la vita, ma ci permettono di vedere

oltre,..".Anche altre importanti Autorità hanno espresso lusinghieriapprezzamenti accompagnati da mazzi di mimose. La mimosa,così diffusa nei nostri giardini, in questa occasione, si fa complicenell’esprimere sentimenti di affetto e di riconoscenza nelle nostrefamiglie, specie nei confronti degli anziani cresciuti in un riserboin cui i sentimenti diventavano virtù. Sono feste queste che si gu-stano principalmente in famiglia in cui la riconoscenza si leggeattraverso gli occhi, per usare un linguaggio di papa Francesco.Sono queste le famiglie che non fanno cronaca, mentre si è tenutoa pubblicizzare l’ennesimo atto di violenza contro le donne quasiad evitare che queste sciagurate situazioni venissero dimenticate.Diciamo, ancora una volta, che questo è una conseguenza di unaperdita di valori in cui guazzano invidie e gelosie, in un’abitudinespaventosa alla morte. L’altro è un oggetto che lascia il transitoriodolore della rottura di un vaso prezioso. Quelli che una volta eranopeccati e vizi, il progresso ne ha fatto « un vitello d’oro»; non cisono più scrupoli per l’aborto e il piacere è visto come scopo dellavita. E non dimentichiamo corpi venduti come oggetti senza alcunrispetto per la loro dignità e usati in nome del dio denaro, a bene-ficio dei racket più abietti. Non mi sembra di essere pessimista seda una pubblicità, non certo nascosta, in manifesti e locandine,anche nelle immagini equivoche, c’è un invito, almeno una volta,alla trasgressione. Brutto quel proverbio: “ Passata la festa, gab-batu lu santu”. Gabbati saremo noi con il sapore amaro del vuotoe con l’insoddisfazione propria della caducità di certe nostreazioni. E non si dica così fanno gli uomini! Finché le donne sonoconvinte di raggiungere la parità imitando i vizi degli uomini, essesaranno sempre un oggetto del più forte. È il proprio valore cheva contrapposto e fatto pesare. Non è necessario che giunga unnuovo Mosè a scaraventare blocchi di comandamenti per otteneregiustizia, basta essere convinti che l’amore è una cosa seria e cheoccorre non cedere alle lusinghe, perché queste sono di un mo-mento e lasciano un nostalgico vuoto che non tutti hanno la forzadi riempire se non con la violenza. Pietro Pompei

EDITORIALE

ATTENZIONEDalla CEI ci è stato segnalato come “la Nunziatura Apostolicain Italia, con lettera del 21 febbraio u.s.,N. 2577115. ha inte-ressato nuovamente la nostra Conferenza Episcopale circail disdicevole fenomeno dei tentativi di truffa perpetrati ininternet, soprattutto via e-mail, nei confronti di ignare Isti-tuzioni Ecclesiastiche e/o di sprovveduti privati cittadini, uti-lizzando in modo fraudolento il nome di Alte Autorità dellaChiesa o adoperando false lettere intestate alle stesse”.

Da parte nostra aggiungiamo che ci è giunta notizia come invarie città si sono presentati falsi sacerdoti che hanno chiestodi celebrare.

segue a pag. 2

In questa 4ª Domenica di Quaresima riflettiamo su

Educare: Progetto Policoro

A pag. 4

“Quando noi cantiamo, spianiamo la strada perché Egli venga nel nostro cuore e ci infiammi con

la grazia del Suo amore”. - San Gregorio Magno

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San Benedetto del Tronto, 21 febbraio 2015

Carissimo/a,

il settore giovani di Azione Cattolica rinnova il suo appuntamento diocesano per una due giorni di

riflessione e preghiera.

IL MIO CANTO LIBERO è lo slogan scelto per gli esercizi spirituali che si terranno nel weekend

dal 21-22 Marzo a Montedinove, rivolto a tutti i giovani di Azione Cattolica e non dai 19 ai 30

anni.

Il ritiro sarà accompagnato dal vescovo Carlo, dall’assistente unitario don Luigino, dal nostro

assistente giovani don Roberto e dagli assistenti che accoglieranno con grande gioia l’invito di

seguirci in queste due giornate.

Il costo di partecipazione è di 35€* vitto e alloggio compresi come da programma.

Se può sembrarti tanto, non lasciarti scoraggiare dal prezzo, perché cercheremo di venirti incontro.

Programma di massima:

SABATO Ore 07.45 Ritrovo a Madonna della Speranza Ore 09.30 Inizio attività a cura del vescovo Carlo Ore 12.00 Deserto Ore 13.00 Pranzo Ore 15.00 Ripresa dei lavori Ore 19.30 Cena Ore 21.00 Veglia di adorazione con confessioni

DOMENICA Ore 09.00 Pillole di spiritualità Ore 11.00 Santa Messa Ore 12.30 Pranzo Ore 15.00 Conclusioni e condivisione Ore 17.00 Saluti e baci

Ricordati di portare la Bibbia, lo strumento che scandirà il tempo del silenzio e canterà al tuo cuore.

Puoi aderire versando l’intera quota al tuo responsabile giovani parrocchiale, a cui puoi far

riferimento per qualsiasi tua delucidazione oppure contattando:

Gabriella 3491051655 Marco 3337550956 Don Roberto 3391207286

TI ASPETTIAMO

Settore Giovani di AC

* Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani non compresi.

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Anno XXXII

15 Marzo 2015

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Continua dalla prima pagina

Parola del SignoreQUARTA DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B

IL RICORDO DI TE, SIGNORE, E’ LA NOSTRA GIOIA

Dal VANGELO secondo GIOVANNIE come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio del-l'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunquecrede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondoper giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in luinon è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nelnome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo,ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelatele sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che lesue opere sono state fatte in Dio. (Gv. 3,14-21)

Il brano di oggi ci svela una realtà incredibile: “DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DADARE IL SUO FIGLIO UNIGENITO”, questa dichiarazione è di una forza sconvolgente,non solo Dio ci ama, ma ci ama a tal punto! Cosa ho fatto per meritare un amore così grande?Cosa posso fare per meritarlo? La risposta a entrambe le domande è: NIENTE. Tutto questoè gratuito, è gratis, è grazia di Dio. Io posso solo cercare di contraccambiare questo amoreinfinito, nella consapevolezza che il mio amore non può essere che l’ombra dell’ombra delsuo. DIO È AMORE, dice San Giovanni nella sua Prima Lettera, e siccome l’amore è con-

cretezza, non chiacchiere, Dio rende concreto questo suoamore nel Figlio prediletto, Gesù Cristo. Egli concretamenteci svela, ci fa conoscere, realizza il grande amore che Dio, ilcreatore, ha per noi, sue creature. Come possiamo cercare dicontraccambiare al suo amore? La risposta è nello stessobrano: CREDERE IN LUI, IN GESU’ CRISTO, credere nel-l’amore, poiché Cristo è la realizzazione dell’amore stesso diDio, Gesù è l’Amore di Dio per l’uomo. Il cristiano, è coluiche per amore, segue Cristo, Via Verità e Vita, perché ricono-

sce in Lui, l’espressione dell’Amore, e se uno ama, non può stare lontano dalla persona amata.Gesù ci rivela il Padre e il suo amore; molte volte Gesù ci parla di questo Innamorato, comepure la Sacra Scrittura molte volte ci narra dell’amore di Dio per noi: Come il Padre ha amatome, così io ho amato voi (Gv15,9 ); Voi siete miei amici (Gv 15,14); l’amore di Cristo per noisorpassa ogni conoscenza (Ef. 3,19) ; Ti ho amato di amore eterno (Ger. 31,3) e tante altre di-chiarazioni di amore. In Cristo, questo amore si sublima, Egli perfino dalla croce dichiara il suoamore: Padre perdona loro. Noi siamo chiamati a rispondere a questo amore CREDENDO INGESU’ CRISTO, fede che deve essere concretizzata, realizzata seguendo il suo esempio e il suoinsegnamento: AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI. Chiediamo alSignore, in questa quaresima, di allargarci il cuore, di creare in noi un cuore di carne, aperto aifratelli, di aumentare la nostra fede, il nostro amore. RICCARDO

Pillole di saggezza:Una volta per sempre ti e’ stato dato questo breve comandamento:

Ama e fa quel che vuoi. Se taci, taci per amore Se parli, parla per amore. Se correggi, correggi per amore.

Se perdoni, perdona per amore Abbi sempre in fondo al cuore la radice dell’amore: da questa radice non possono che sorgere cose buone. (s. Agostino d’ippona)

La collaborazione tra le diverse pastorali e il coin-volgimento delle associazioni laicali è un verosegno di novità, e va nella direzione di quella con-versione pastorale auspicata dai vescovi italiani.Il Progetto si caratterizza nel porre dei gesti con-creti a livello diocesano attraverso un corretto svi-luppo del coordinamento diocesano (tre pastorali,filiere, animatore), nella cura dei gesti concreti, in-centivare l’attenzione verso i servizi alle persone eai disabili e di animazione, l’utilizzo di terreni estrutture, la gestione di musei diocesani, la cura del-l’ambiente, dei percorsi d’arte e del turismo sociale.Tali gesti concreti non pretendono di risolvere iproblemi che non sono di competenza specificadella Chiesa, ma vogliono essere dei segni autentici

da intraprendere per giungere a soluzioni corrette,e stimoli adatti a risvegliare nella coscienza di tuttigli uomini la responsabilità e le capacità al serviziodella collettività. Sono spazi d’impegno che rendonopresente la pedagogia dei segni, dove si intreccianofatti e parole, insegnamento ed esperienza: «Sitenga conto di alcune significative proposte emerse:promozione del “terzo settore”, forme di risparmiosolidale, di cooperazione, imprese, consorzi e diimprenditoria a favore dell’occupazione giovanile.Questi gesti concreti che molte Diocesi hannomesso in atto, dicono la possibilità di far germogliaresperanza e sviluppo e donano possibilità lavorativea dei giovani permettendo loro di sposarsi e generarefigli.

Sindaci di tutto il mondo si ritroveranno a Firenzeper un nuovo incontro a sessant’anni da quellovoluto da Giorgio La Pira. Lo faranno pocoprima del Convegno ecclesiale nazionale (“InGesù Cristo il nuovo umanesimo”). Tra i dueeventi non c’è collegamento. Ma possono diventaredi buon auspicio perché civile e religioso torninoa percorrere insieme le strade dell’uomo, a partireproprio dalla città che fu la culla dell’umanesimo.La “Traccia” verso l’appuntamento della Chiesaitaliana a Firenze ci ricorda che la dimensionedella fede è sempre iscritta nella configurazionedelle nostre città. Il “sindaco santo” lo aveva benpresente. Non solo per quella grande iniziativadel 1955 quando i sindaci delle capitali del mondosiglarono a Palazzo vecchio un patto di amicizia,ma soprattutto per la sua idea di città, che espressein una stupenda sintesi proprio in quella circostanza:“In una città un posto ci deve essere per tutti: unposto per pregare (la chiesa), un posto per amare(la casa), un posto per lavorare (l’officina), unposto per pensare (lascuola), un posto perguarire (l’ospedale)”.La Pira intendeva “lacittà come una me-tafora, come una sor-ta di documento vi-vente della civiltàumana”. Per lui ilconcetto di comunitàaveva un grande ri-lievo, sia come mo-dello organizzativo,sia come stile di vita:in quanto comunità,le città hanno il com-pito di tutelare tutte le diverse manifestazionidella personalità umana. La sua è una concezione“teologico-politica” della città. Ed è quanto maisignificativo che lo stesso paradiso, la “Gerusa-lemme celeste”, venga appunto paragonato a unacittà. Dalle città si irradiano i valori che costitui-scono il tessuto intero della società e della civiltàumana. L’“abitare” che ci propone la “Traccia”

va in questadirezione. Icattolici lo do-vrebbero sape-re, o lo do-vranno risco-prire, che bi-sogna vivereimmersi nel territorio “attraverso una presenzasolidale, gomito a gomito con tutte le persone,specie quelle più fragili”. È la “via popolare”,che ci impone di continuare a essere una Chiesadi popolo, “povera per i poveri”. Da questotessuto cittadino e da questi presupposti, comecon La Pira, può rinascere anche un rinnovatoimpegno dei cattolici nel sociale e nel politico.Ma c’è bisogno che anche le parrocchie, graziesoprattutto all’impegno dei laici, tornino ad essereluoghi in cui “abitare” e non solo erogatrici diservizi sacramentali e umani. Papa Francesco“chiede” addirittura a Dio “che cresca il numero

di politici ca-paci di entrarein un autenticodialogo che siorienti effica-cemente a sa-nare le radiciprofonde e nonl’apparenza deimali del nostromondo! La po-litica, tanto de-nigrata, è unavocazione altis-sima, è una del-le forme più

preziose della carità, perché cerca il bene comune.Dobbiamo convincerci che la carità è il principionon solo delle micro-relazioni: rapporti amicali,familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle ma-cro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici.Prego il Signore che ci regali più politici che ab-biano davvero a cuore la società, il popolo, lavita dei poveri!”.

In questa 4ª Domenica di Quaresima riflettiamo su

Educare: Progetto Policoro

DIARIO FIORENTINO/3

Abitare la città è palestra politicaLa "Traccia" invita a vivere immersi nel territorio "attraverso una pre-senza solidale, gomito a gomito con tutte le persone, specie le più fra-gili". È la "via popolare"... Da questo tessuto cittadino e da questipresupposti, come con La Pira, può rinascere l'impegno dei cattolici. Mac'è bisogno che anche le parrocchie, grazie soprattutto all'impegno deilaici, tornino ad essere luoghi in cui "abitare" Andrea Fagioli

Lavoro, si volta pagina.Sono entrati in vigore i primi due decreti attuativi delJobs Act, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale:al via, dunque, le nuove regole per le assunzioni con ilcontratto a tempo indeterminato a tutele crescenti maanche al riordino della nuova normativa sugli ammor-tizzatori sociali, con la Naspi, il nuovo sussidio di di-soccupazione, che entrerà in funzione da maggio.Ecco in sintesi le nuove regole:CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI, ADDIO REINTEGRO NEOASSUNTI;

INDENNIZZO MONETARIO ANCHE PER LICENZIAMENTI COLLETTIVI;

CAMBIA L'ASPI, ARRIVA LA NASPI, NUOVA ASSICURAZIONE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE DAL PRIMO MAGGIO;

NEL 2015 ANCHE LA DIS-COLL, PER I COLLABORATORI;

E L'ASDI, UN AIUTO PER GLI 'ESODANDI.

Carrón: "A San Pietro abbiamo vissuto un incontro con Cristo" Il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione com-menta l'incontro con Papa Francesco Erano oltre 80mila le personepresenti in piazza San Pietro, provenienti da 47 Paesi del mondo perl’udienza concessa da Papa Francesco a Comunione e Liberazione, nel10° anniversario della morte di don Giussani e nel 60° dell’iniziodel movimento. Ancora emozionato per le parole del Papa durante ilsuo discorso, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, hadichiarato: "Oggi in piazza san Pietro noi abbiamo vissuto di nuovo

l’esperienza dell’incontro con Cristo. Lo abbiamo visto primerear davanti ai nostri occhi attra-

verso la persona e lo sguardo di papa Francesco. Lo stesso sguardo che duemila anni fa ha con-

quistato Matteo, ma oggi!". "Oggi - ha aggiunto - abbiamo sperimentato che cos’è la carezza

della misericordia di Gesù. Il modo in cui il Papa ci ha abbracciati lo porteremo per sempre nei

nostri occhi. Così ci ha fatto capire che 'il centro è uno solo, è Gesù Cristo', la cui esperienza ci

consentirà di non ridurre il carisma a un 'museo di ricordi' e di 'tenere vivo il fuoco e non adorare

le ceneri'”. Solo questa esperienza dello sguardo di Cristo, secondo don Carrón, "ci impedirà di

soccombere a qualsiasi tentativo di autoreferenzialità e ci permetterà di scoprire in ogni uomo

che incontreremo quel bene che porta, come ci ha insegnato sempre don Giussani". "Questa espe-

rienza - ha concluso - ci metterà nelle condizioni di vivere il cristianesimo come "principio di re-

denzione, che assume il nuovo, salvandolo'". (Zenit)

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di don Ulderico Ceroni

DIOCESI DISAN BENEDETTO DEL TRONTORIPATRANSONEMONTALTO

Incontri quaresimali nelle zone pastorali della diocesi

CUPRAMARITTIMAVENERDÌ

ORE 21:00

FEBBRAIO27USCIRE / Segni di risurrezione in una comunità

inclusiva Vicaria Madonna di San Giovanni

PORTO SAN BENEDETTO DEL TRONTOVENERDÌ MARZO6

TRASFIGURARE / Segni di risurrezione nel mondo della famiglia Vicaria P. Giovanni dello Spirito Santo

CASTIGNANOVENERDÌ MARZO13

ABITARE /da risorti per un nuovo umanesimo Vicaria B. Maria Assunta Pallotta

PORTO D’ASCOLI SS. ANNUNZIATAVENERDÌ MARZO20EDUCARE/ Segni di risurrezione nel mondo

del lavoro Vicaria S. Giacomo della Marca

VILLA LEMPAVENERDÌ MARZO27

ANNUNCIARE / Giornata dei Missionari martiri Vicaria Montesanto

MERCOLEDÌ APRILE1GMG diocesana Pastorale Giovanile

IN CRISTOCROCIFISSOE RISORTO+UMANITÀ

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4 Anno XXXII

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Tanti auguri Padre Luigi!

ACQUAVIVA PICENA - Venerdì 6 marzo, Padre Luigi Pingelli, della comunità dei Frati

Agostiniani di Ac-

quaviva, ha rag-

giunto il traguardo

dei 50 anni di or-

dinazione presbi-

terale. L'importan-

te anniversario è

stato festeggiato

in parrocchia do-

menica 8 marzo

durante la messa

delle 11:15, dove

tutta la comunità

ha rinnovato gli

auguri già fatti nei giorni precedenti sul profilo Facebook di Padre Luigi. Tanti auguri

anche dalla redazione de L’Ancora! Chiappini Janet

SPORTELLI PRESSO PARROCCHIE E CENTRO FAMIGLIA

San Benedetto del Tronto, 3 marzo 2015 – Nell’ambito del progetto “Famiglia al centro”, promossodall’associazione Centro Famiglia e realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di AscoliPiceno sarà potenziato il servizio di consulenza (mediazione familiare, consulenza legale, consulenzapsicologica e consulenza finanziaria) presso la sede del Centro Famiglia (via Pizzi 25, San Benedettodel Tronto) e realizzato il servizio di sostegno psicologico presso le parrocchie partner del progetto.L’iniziativa interviene a sostegno delle famiglie, prefiggendo la promozione del valore e dell’identitàdella famiglia nel contesto sociale troppo spesso minato da una contemporaneità precaria e debole.Nella consapevolezza che la famiglia è l’istituzione fondamentale sulla quale si fonda la società, nel

biennio 2015-2016 saranno avviati percorsi specificiper rafforzarne l'identità, il ruolo educativo e of-frirle sostegno con occhio attento agli anziani, ai gio-vani e agli adolescenti.SPORTELLO DI AIUTO PRESSO IL CENTROFAMIGLIA – Con il coinvolgimento dello staffesperto del Centro Famiglia sarà potenziato il serviziodi consulenza che contraddistingue da anni il consul-torio familiare diocesano. Il servizio, offerto gratuita-mente all’utenza, rappresenta un’occasione di dialogoe sostegno per la persona e la famiglia in situazioni didisagio.Orari da marzo 2015 a novembre 2016: Presso gli

uffici del Centro Famiglia, in via Pizzi 25 a San Be-

nedetto del Tronto sono attivati gli sportelli di con-

sulenza legale il lunedì dalle 16.30 alle 18.30, di

mediazione familiare il mercoledì dalle 9.30 alle

11.30, di consulenza psicologica il mercoledì dalle

17.00 alle 18.30 ed il giovedì dalle 16:30 alle 18:30 e

di consulenza finanziaria il venerdì dalle 17.00 alle

18.00.

SPORTELLO SOSTEGNO PSICOLOGICONELLE PARROCCHIE – Il servizio, offerto gratuitamente all’utenza, rappresenta uno spazio diascolto per la coppia ai primi segnali di disagio, per affrontare le problematiche delle mamme e deipapà con figli adolescenti, per tutte le famiglie che si trovano a vivere un momento di crisi. Uno psi-cologo esperto sarà a disposizione dell’utenza per ascoltare, fare chiarezza rispetto alla natura deldisagio e orientare verso un percorso risolutivo adeguato. Orari da marzo 2015 a ottobre 2016: Par-

rocchia Sacra Famiglia, piazza Sacra Famiglia 10 a San Benedetto del Tronto, ogni lunedì dalle

17.00 alle 19.00; Parrocchia Sacro Cuore, servizio offerto presso Centro Giovarti in via De Gasperi

235 a Centobuchi di Monteprandone, ogni martedì dalle 17.00 alle 19.00; Parrocchia Gran Madre

di Dio, via Romagna 1 a Grottammare, ogni mercoledì dalle 17.00 alle 19.00. Per informazioni e ap-puntamenti è possibile contattare il Centro Famiglia al numero 0735 595093 o all’indirizzo mail [email protected]. La segreteria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30 e il mercoledìanche dalle 10 alle 12. Dina Maria Laurenzi per il Centro Famiglia

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pressol’Hotel Quadrifoglio di Porto d’Ascoli si è te-nuto la settimana scorsa un convegno organiz-zato dall’Associazione Nazionale FamiglieNumerose, un’associazione che opera su tuttoil territorio nazionale che riunisce in una“grande famiglia”: quasi 18.000 famiglie conalmeno tre figli (naturali, adottati o affidati), dicui 460 nella provincia di Ascoli Piceno cheper numero di iscritti è tra le prime 10 provincein tutta l’Italia. Argomento principale è stato ilProgetto Giacobbe finanziato con i fondi dellaComunità Europea, abbiamo chiesto a RolandoDi Matteo, coordinatore dell’associazione perla provincia di AscoliPiceno, papà di 7figli, in che cosa con-siste questo progetto:“Il progetto Gia-cobbe è un pro-gramma il cui fine èquello di facilitare ilcontatto direttodell’associazionecon le famiglie ade-renti, in questo modosi possono racco-gliere dati, informazioni che possono essereutili a tutti. Ad esempio se una famiglia nume-rosa ha ottenuto un contributo da parte del Co-mune di residenza grazie ad una legge che nonsi conosceva, si possono mettere al correntetutte le famiglie numerose sul territorio nazio-nale affinché anch’esse ne possano usufruire”.Insomma un modo per far circolare informa-zioni, rendendole disponibili a tutte le famiglie,in un periodo in cui a tutti i livelli, comunale,regionale e nazionale, non si sta facendo nienteper esse, come sottolinea Di Matteo: “L’arti-colo 31 della Costituzione afferma che ‘La Re-pubblica agevola con misure economiche ealtre provvidenze la formazione della famigliae l'adempimento dei compiti relativi, con par-

ticolare riguardo alle famiglie numerose. Pro-tegge la maternità, l'infanzia e la gioventù,favorendo gli istituti necessari a tale scopo’. Inquesti ultimi tempi, in questo senso non si stafacendo niente. Anzi. Prendendo ad esempio ilmodello ISEE, nella compilazione, che ultima-mente è cambiata, vengono presi in considera-zione dei fattori che fanno sembrare unafamiglia più ricca di quello che è, come la gia-

cenza media mensile sul conto corrente: se unafamiglia negli ultimi mesi ha preso un mutuoper comprare una casa, questo dato verrà com-preso nel calcolo e andrà ad alzare la mediafalsando la visione reale della situazione eco-nomica, oppure il numero delle auto: una fa-miglia può avere più di un auto ma non è dettoche sia indice di ricchezza perché possono es-sere anche auto molto vecchie”. Per le famiglienumerose cosa si potrebbe fare ad esempio? “Sipotrebbe pensare al quoziente familiare, conquesto strumento di politica fiscale che prendein considerazione il numero di figli presentinelle famiglie, si potrebbe assicurare l’equità

dell’imposizione fi-scale tra famiglie nu-merose e non, sipotrebbero detrarredalle tasse un tot perogni figlio,ecc… Noichiediamo l’equità,non la carità. Sonoquestioni importanti:ci sono poche nascitecontro molti decessi,la popolazione invec-chia e non c’è il ri-

cambio, non ci si rigenera. Senza figlil’economia non si muove, non c’è futuro. Inpaesi come la Francia e la Germania c’è unapolitica familiare a favore di chi fa più figli, inFrancia, ad esempio, c’è chi fa il terzo figlioperché ci sono maggiori agevolazioni. Più diuna volta ho chiesto all’Amministrazione Co-munale di San Benedetto del Tronto, degli in-centivi per le famiglie numerose, la rispostache ho sempre ottenuto è che non ci sono ifondi”. Ma là dove non arriva lo Stato arrival’Associazione Nazionale Famiglie Numerose,e così la “grande famiglia” si è attrezzata perdare una mano a alle famiglie numerose che sitrovano a vivere nella precarietà a causa dellaperdita del lavoro, gli aiuti arrivano dal5xmille, dai proventi del rinnovo delle tesseree dal Banco Alimentare. Inoltre grazie agli ac-quisti di gruppo, compattando gli ordini, quindigiocando sui quantitativi degli ordini, le fami-glie possono acquistare pagando di meno e c’èanche la possibilità di andare a fare la spesa,nei negozi convenzionati, con una tessera chepermette di ottenere sconti. Chiappini Janet

Diocesi di San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto

INCONTRO DIOCESANO PER FIDANZATI 15 MARZO 2015 - S. BENEDETTO DEL TRONTO

Presso BIANCAZZURRO Viale dello Sport, 110

Ore 9,30 AccoglienzaOre 9,45 Recita LodiOre 10,15 Relazione “Eros, Amore, Carità” S. E. Mons. Carlo Bresciani

Ore 11,15 Riflessione individuale - Riflessione di coppia - Riflessione di gruppo Ore 12,30 Pranzo insieme (per chi vuole)Ore 14,00 FilmOre 15,45 Confronto con il Vescovo Ore 16,45 Break Ore 17,00 Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo S. E. Mons. Carlo Bresciani

Prenotazioni: entro 8 marzoAnelide e Marco Mori cell.3478255179 Federica e Riccardo Coccia 3204793140

Famiglie numerose, l’unione fa la forza!

Page 5: Anno xxxii n° 10 15 marzo 2015

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

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5Anno XXXII

15 Marzo 2015 PAG

Leggiamo Lc 7,29-35. Il brano si muovetra accoglienza e rifiuto, sia riguardo alla per-sona e al battesimo di Giovanni Battista (7,29-30), sia riguardo alla predicazione e allapersona di Gesù (7,31-35).

1. La gente di questa generazione e il Bat-

tista. «Tutto il popolo che lo ascoltava, e anchei pubblicani, ricevendo il battesimo di Gio-vanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto.30Ma i farisei e i dottori della Legge, non fa-cendosi battezzare da lui, hanno reso vano ildisegno di Dio su di loro» (Lc 7,29-30).

E’ Gesù che sta continuando il suo elogiosul Battista che concluderà con il brano se-guente. Gesù rileva chel’ascolto della predica-zione del Battista erastraordinario e che ilsegno impegnativo dellaconversione, cioè il bat-tesimo, veniva ricevutoaddirittura anche dai«pubblicani», i detestatiriscuotitori delle tasse.Altrove infatti Lc avevaenumerato tre categoriedi persone che erano an-date da Giovanni per ri-cevere il battesimo, cioèle folle, i pubblicani aiquali aveva detto: «Nonesigete nulla di più diquanto vi è stato fissato» i soldati (3,10-14) e,infine, « tutto il popolo veniva battezzato»(3,21). Insomma, il Battista ha scosso le co-scienze e che molti si sono aperti a Dio che vo-leva renderli giuste avviandoli a un processodi conversione.

Gesù ricorda anche che una duplice cate-goria di persone è stata assente, cioè « i fariseie i dottori della Legge». Oltre che dei ben notifarisei si tratta anche dei nomikòi, “legisti”,dottori della Legge, un termine che Lc usa difrequente. In concreto, sono scribi ben istruitinella Legge. Contro di essi Gesù lancerà un“guai”: «Guai a voi, dottori della Legge, cheavete portato via la chiave della conoscenza;voi non siete entrati, e a quelli che volevanoentrare voi l’avete impedito» (11,52). Data laloro alta posizione sociale, il loro rifiuto erastato ben avvertito. Purtroppo, con tale rifiuto« hanno reso vano il disegno di Dio su diloro», cioè quel processo penitenziale che do-veva portarli alla conversione.

2. La gente di questa generazione e Gesù.31«A chi dunque posso paragonare la gente diquesta generazione? A chi è simile? 32È similea bambini che, seduti in piazza, gridano gli uniagli altri così:) / “Vi abbiamo suonato il flautoe non avete ballato, / abbiamo cantato un la-mento e non avete pianto!”. / 33È venuto infattiGiovanni il Battista, che non mangia pane enon beve vino, e voi dite: “È indemoniato”.34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia ebeve, e voi dite: “Ecco un mangione e un

beone, un amico di pubblicani e di pecca-

tori!” (Lc 7,31-34). Una parte di questi «bambini» voleva ri-

produrre la scena festiva in occasione di unmatrimonio; fingono di suonare il flauto, magli altri non si mettono a ballare. In un altrotentativo volevano ricreare una scena di fune-rale, che comportava fare il cordoglio rumo-roso e teatrale.

L’applicazione utilizza queste due catego-rie di bambini in riferimento sia al Battista, sia– e ancor più – a Gesù stesso per dire che sitrovano sempre pretesti per sottrarsi alla vocedi Dio. Quei «bambini» di allora si sottrag-gono alla seria richiesta di pentimento predi-

cata dal Battista per il fattoche egli è un nazireo fuoridel normale, «non mangiapane e non beve vin» (cfNm 6,1-21); dicono che «èindemoniato», cioè ha persola testa a causa della suavita penitenziale; quindi chenon merita ascolto.

Si sottraggono anchealla predicazione di Gesù,qualificandolo come «unmangione e un beone, unamico di pubblicani e dipeccatori». Criticano conferocia il suo stato sociale,che, quale missionario iti-nerante era nella necessità

di accogliere gli inviti a mensa… che pagavapoi donando il suo amore e il suo perdono.

Li infastidisce, ancor più, il rapporto ami-cale di Gesù con i pubblicani e i peccatori. Al-trove Luca riferisce: «I farisei e gli scribimormoravano dicendo: “Costui accoglie i pec-catori e mangia con loro”» (Lc 15,2). Nellostesso tempo riporta le tre celebri paraboledella misericordia con le quali Gesù difende lasua condotta: egli è il misericordioso che cercala pecora smarrita, la moneta perduta, il figlioche ha lasciato la casa paterna (cf 15,9.24.31).«Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercaree a salvare ciò che era perduto» (19,10.Quindi, Gesù mangia con i peccatori perchévuole portarli alla conversione!

3. Gesù, la Sapienza divina. «Ma la Sa-pienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoifigli» (Lc 7,36).

Nonostante tutto, «Cristo… sapienza diDio» (1Cor 1,24) è stato riconosciuto «da tuttii suoi figli», cioè il popolo e dagli stessi pub-blicani del primo brano (Lc 7,29), come da noicristiani tutti.

Notiamo che Luca associa di frequenteGesù e la Sapienza di Dio: La regina del sud«venne… per ascoltare la sapienza di Salo-mone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Sa-lomone» (1,31; cf. 2,20.52; 21,15).

Concludiamo. Signore Gesù, donati a mecome Sapienza incarnata, perché io ti accolgasempre meglio; “che sì e no [a volte] nel capomi tensione (tenzona)” (Dante, Inferno 8,111). [email protected]

Gesù riflette sulla sua generazione

46. BAMBINI IN PIAZZA CHE GRIDANO FRA LORO

DOMENICA 15 MARZO

Ore 9.30 San Benedetto Tr. - Biancazzurro: Ritiro per i fidanzati della diocesi

MARTEDì 17 MARZO

Ore 7.30 Montalto - Monastero S. Chiara: s. Messa

MERCOLEDì 18 MARZO

Ore 11.00 San Benedetto Tr. - Cattedrale: Precetto pasquale interforze

GIOVEDì 19 MARZO

Ore 9.30 San Benedetto Tr.R.S.A. S. Giuseppe: S. Messa

Ore 18.00 Parrocchia S. Giuseppe: S. Messa

VENERDì 20 MARZO

Ore 16.00 San Benedetto Tr.Cattedrale: Confessioni

Ore 21.00 Porto d’AscoliParrocchia SS. Annunziata: Stazione quaresimale

SABATO 21 MARZO

Montedinove Ritiro per i giovani di ACOre 19.00 San Benedetto Tr.

Monastero S. Speranza: S. Messa per i papà della Parrocchia S. Benedetto martire

DOMENICA 22 MARZO

Montedinove Ritiro per i giovani di ACOre 15.30 San Benedetto Tr.

Sala polivalente Caritas: Ritiro per gli insegnanti di religione

Ore 21.00 San Benedetto Tr.Teatro S. Filippo Neri: Conclusione del Corso di Cristianità Uomini

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 15 AL 22 MARzO 2015

DECRETI

IL VESCOVO S.E. MONS. CARLO BRESCIANIha concesso

Licenza di proferire Esorcismi nella Diocesi al Rev. Mons. Giovanni Flammini

(prot. n. 10/2015)

“Quando noi cantiamo, spianiamo la strada perché Egli venga nel nostro cuore e ci infiammi con

la grazia del Suo amore”. - San Gregorio Magno

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San Benedetto del Tronto, 21 febbraio 2015

Carissimo/a,

il settore giovani di Azione Cattolica rinnova il suo appuntamento diocesano per una due giorni di

riflessione e preghiera.

IL MIO CANTO LIBERO è lo slogan scelto per gli esercizi spirituali che si terranno nel weekend

dal 21-22 Marzo a Montedinove, rivolto a tutti i giovani di Azione Cattolica e non dai 19 ai 30

anni.

Il ritiro sarà accompagnato dal vescovo Carlo, dall’assistente unitario don Luigino, dal nostro

assistente giovani don Roberto e dagli assistenti che accoglieranno con grande gioia l’invito di

seguirci in queste due giornate.

Il costo di partecipazione è di 35€* vitto e alloggio compresi come da programma.

Se può sembrarti tanto, non lasciarti scoraggiare dal prezzo, perché cercheremo di venirti incontro.

Programma di massima:

SABATO Ore 07.45 Ritrovo a Madonna della Speranza Ore 09.30 Inizio attività a cura del vescovo Carlo Ore 12.00 Deserto Ore 13.00 Pranzo Ore 15.00 Ripresa dei lavori Ore 19.30 Cena Ore 21.00 Veglia di adorazione con confessioni

DOMENICA Ore 09.00 Pillole di spiritualità Ore 11.00 Santa Messa Ore 12.30 Pranzo Ore 15.00 Conclusioni e condivisione Ore 17.00 Saluti e baci

Ricordati di portare la Bibbia, lo strumento che scandirà il tempo del silenzio e canterà al tuo cuore.

Puoi aderire versando l’intera quota al tuo responsabile giovani parrocchiale, a cui puoi far

riferimento per qualsiasi tua delucidazione oppure contattando:

Gabriella 3491051655 Marco 3337550956 Don Roberto 3391207286

TI ASPETTIAMO

Settore Giovani di AC

* Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani non compresi.

“Quando noi cantiamo, spianiamo la strada perché Egli venga nel nostro cuore e ci infiammi con

la grazia del Suo amore”. - San Gregorio Magno

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San Benedetto del Tronto, 21 febbraio 2015

Carissimo/a,

il settore giovani di Azione Cattolica rinnova il suo appuntamento diocesano per una due giorni di

riflessione e preghiera.

IL MIO CANTO LIBERO è lo slogan scelto per gli esercizi spirituali che si terranno nel weekend

dal 21-22 Marzo a Montedinove, rivolto a tutti i giovani di Azione Cattolica e non dai 19 ai 30

anni.

Il ritiro sarà accompagnato dal vescovo Carlo, dall’assistente unitario don Luigino, dal nostro

assistente giovani don Roberto e dagli assistenti che accoglieranno con grande gioia l’invito di

seguirci in queste due giornate.

Il costo di partecipazione è di 35€* vitto e alloggio compresi come da programma.

Se può sembrarti tanto, non lasciarti scoraggiare dal prezzo, perché cercheremo di venirti incontro.

Programma di massima:

SABATO Ore 07.45 Ritrovo a Madonna della Speranza Ore 09.30 Inizio attività a cura del vescovo Carlo Ore 12.00 Deserto Ore 13.00 Pranzo Ore 15.00 Ripresa dei lavori Ore 19.30 Cena Ore 21.00 Veglia di adorazione con confessioni

DOMENICA Ore 09.00 Pillole di spiritualità Ore 11.00 Santa Messa Ore 12.30 Pranzo Ore 15.00 Conclusioni e condivisione Ore 17.00 Saluti e baci

Ricordati di portare la Bibbia, lo strumento che scandirà il tempo del silenzio e canterà al tuo cuore.

Puoi aderire versando l’intera quota al tuo responsabile giovani parrocchiale, a cui puoi far

riferimento per qualsiasi tua delucidazione oppure contattando:

Gabriella 3491051655 Marco 3337550956 Don Roberto 3391207286

TI ASPETTIAMO

Settore Giovani di AC

* Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani non compresi.

Page 6: Anno xxxii n° 10 15 marzo 2015

6 Anno XXXII

15 Marzo 2015PAG

Nella notte tra il 27 e il 28 feb-braio è morto p. Antonio Bel-fatto della Congregazione dlSS Sacramento, uno dei Sacra-mentini più conosciuti nella no-stra diocesi essendo nato aGrottammare il 30 marzo 1930.È stato ordinato sacerdote il 31ottobre 1954 a S. Benedetto delTronto.P. Antonio era figura moltonota a tutti i Sacramentini dellanostra Provincia ed anche inaltre Provincie, in particolareper la sua competenza neglistudi sul santo Fondatore, S. Pier Giuliano Ey-mard. Per molti anni è stato apprezzato anchecome insegnante presso i seminaristi della Con-gregazione. In questi ultimi anni ha prestato ser-vizio di confessione e direzione spiritualepresso il nostro santuario dell’adorazione, ac-compagnando diversi gruppi e movimenti ec-clesiali. Esemplare la sua testimonianza di

preghiera davanti all’Eucari-stia continuando a svolgere ilsuo ministero, pur nei limitidella fragilità a causa dei pro-blemi di salute che, manmano, si sono sempre più ac-centuati. Lascia un grande vuoto anchetra i numerosi amici con iquali spesso si soffermava a ri-cordare avvenimenti passatidella nostra città. Oggi conpadre Antonio essi voglionoricordare i tanti Padri Sacra-mentini che hanno contribuito

alla nostra formazione spirituale partecipandoattivamente anche agli avvenimenti che hannocostituito la nostra storia.P. Antonio è tornato alla casa del Padre miseri-cordioso nella notte tra il 27 e 28 febbraio 2015,per contemplare eternamente quel Dio che quiha annunciato, adorato e servito. Lo accompa-gniamo con la nostra preghiera. La Redazione

Esattamente unanno fa nascevain cielo l’animacandida di Ema-nuel Tiengo chedopo una lungaed estenuante ma-lattia, ha lasciato isuoi cari alla te-nera età di 4 annie mezzo.La famiglia,esempio digrande forza spi-rituale, ha volutocelebrare un annodi questo passag-gio con una S. Messa celebrata presso laChiesa Sacra Famiglia di Ragnola dal parrocoDon Francesco Ciabattoni, a cui è seguita l’oradi adoraione. Tantissime le famiglie con rosecolorate in mano, i bambini con i palloncinirossi, compagni di asilo di Emanuel, e tantiparrocchiani della SS Annunziata che si sonostretti intorno al ricordo di Emanuel ed all’af-fetto sincero per lui, mamma Monia, papà Gil-berto e Denis. Sono le parole di mamma Monia a far vibrarele corde del cuore. “E’ appena trascorso un anno dalla nascita in

cielo del mio angelo Emanuel, il primo marzo

alle 4.40, nella stessa ora in cui 4 anni prima

era nato. Il tempo è trascorso, a volte scan-

dendo attimi di prova e di dolore, a volte vo-

lando velocemente, insieme al nostro pensiero

che ogni ora, ogni istante, ogni attimo di ri-

trova accanto allo spirito del nostro bambino.

A distanza di quel tempo di grande dolore, solo

ora, dopo la partenza della mamma di Don

Francesco, posso testimoniare che quegli at-

timi in cui la sua candida anima di bambino

lasciava il suo corpo terreno per raggiungere

il Paradiso nelle braccia di Maria, sono stati

attimi fondamentali per affrontare questo

anno, animati dalla Speranza.

In quei momenti, grandi sono state le emozioni,

abbiamo invocato in maniera intima e solitaria

lo Spirito Santo d’Amore e di Pace ed abbiamo

chiesto preghiere di sostegno ai nostri amici,

alle persone vicine. Le nostre preghiere erano

tante, e forti. Abbiamo sentito e continuiamo a

sentire la comunione nell’intercessione del-

l’Amore di Gesù. Si è accesa in noi quella Spe-

ranza per la quale aspettiamo la vita eterna

come nostra felicità, riponendo la nostra fidu-

cia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci

all'aiuto della grazia dello Spirito Santo per

meritarla e preservarla.

Ciò può accadere solo con la preghiera solita-

ria e comunitaria; per questo quando mi chie-

dono come riesco ad affrontare tanto dolore,

racconto che la preghiera del rosario dona

davvero la pace del cuore, oltretutto gratis,

senza ausilio di dottori e psicologi.

La Speranza ci ha fatto affrontare anche la

perdita del nostro papà ad appena 4 mesi di di-

stanza dal distacco di Emanuel, ma con l’unità

della famiglia siamo riusciti a trasmettere la

serenità ai nostri bambini. A loro abbiamo

spiegato che il nonno ed Emanuel ora giocano

insieme in Paradiso. Lo Spirito Santo ha agito

su di noi anche nel farci incontrare questa Par-

rocchia della Sacra Famiglia, guidata da don

Francesco. L’incontro è stato uno di quelli che

cambia la vita. Tutta la comunità ci ha soste-

nuto economicamente nel periodo che abbiamo

trascorso a Genova, organizzando un piccolo

spettacolo realizzato proprio in questa chiesa

dai bambini e dai ragazzi del catechismo, dai

genitori che si sono coinvolti e che hanno dato

il loro contributo operoso oltre che economico,

da tutti coloro che, sensibilizzati dalla nostra

esperienza, hanno donato qualcosa senza che

ci conoscessimo, fissa nella riva del Paradiso.

Questo ci sussurra Emanuel con la sua voce di

bambino più pura del vento che ci guarda con

lo sguardo più puro dell'azzurro del cielo e di

un raggio di stella.”

Una mongolfiera di cuori rossi lanciata, nellospazio blu della notte chiude un anno di doloree di amore, ma apre alla speranza, alla condi-visione ed alla carità.

“Beati i miti perché avranno ineredità la terra. Beati i puri dicuore perché vedranno Dio(Mt 5, 5. 8)”Probabilmente sono queste leparole del Vangelo che a moltidi noi della Parrocchia “Ma-donna di Fatima” sono venutein mente quando abbiamo ap-preso della morte del nostroamato Sante Mozzoni, Santuc-cio come tutti noi lo abbiamosempre chiamato. Forse perchésono quelle che meglio lo de-scrivono e che meglio raccon-tano ciò che lui è e rappresenta per la nostraComunità Parrocchiale. Il nostro Parroco DonLuis senza timore di esagerare, nella Santa Messain occasione dei funerali concelebrata con PadreAlfredo Botticelli, nostro ex Parroco, e DonGianni Capriotti, nipote di Santuccio, ha eviden-ziato come il nostro Santuccio abbia costruito ededificato la nostra Parrocchia. Santuccio anzituttofu uno di coloro che accolsero in Parrocchia lanostra Immagine della Madonna di Fatima an-dando a prenderla a Ripatransone ed accompa-gnandola in processione fino in Valtesino ed hacontribuito, in primo luogo, a costruire fisica-mente, ormai quasi cinquant’anni fa, le stessemura della nostra Chiesa e, nel tempo, ha contri-buito in tanti modi a mantenerla nel giusto decoroper accogliere tutti noi per le nostre celebrazioni.Santuccio ha sempre lavorato, assieme ai Parrociche hanno guidato la nostra Comunità, ogni voltache la nostra Chiesa ha avuto bisogno di qualcheritocco e, assieme alla sua adorata moglie Ago-

stina, l’ha arricchita di molti ar-redi che ogni giorno la rendonoaccogliente per noi tutti (le sediedel Presbiterio, i tappeti sotto edavanti all’Altare, il banchettosul quale le coppie della nostraComunità celebrano il loro Ma-trimonio e molto altro). Ma San-tuccio ha edificato la nostraParrocchia anche, e soprattutto,con il suo esempio di personaumile, mite e silenziosa ma sem-pre presente e pronta a mettersi alservizio della nostra Comunità. Nella nostra Parrocchia, poi, ha

festeggiato le tappe più importanti dei suoi 66anni ed oltre di matrimonio con la sua sposa Ago-stina: le nozze d’argento, le nozze d’oro, i sessan-t’anni. Sempre con tutti i Parrocchiani a far loroda corona e ad ammirarli per l’amore e la devo-zione con cui si sono donati l’uno all’altra ognigiorno. Santuccio, insieme a sua moglie, è semprestato il primo a contribuire alle necessità della Co-munità Parrocchiale, ad accogliere chiunque nellasua casa. Anche il Vescovo emerito Gervasio Ge-stori ha incontrato spesso Santuccio ed Agostinaa casa loro o in Parrocchia durante le sue visite e,lo scorso 18 Gennaio, anche il nostro VescovoCarlo è stato loro ospite quando, visitando la no-stra Parrocchia in occasione della Festa di San-t’Antonio, si è recato a casa di Santuccio perportargli la Santa Comunione. Il suo esempio, lasua vita, non possono che suscitare in noi un ren-dimento di grazie al Signore. Come ha detto DonLuis al termine della sua omelia il giorno dei fu-nerali.

Un anno di cielo. Celebrata presso la sacra Famiglia di Ragnola la S. Messa ed Adorazione

Eucaristica in ricordo di Emanuel Di Michela Galieni

Ricordiamo P. ANTONIO BELFATTOIL BENE CHE HANNO FATTO

E IL LORO RICORDO RIMARRANNO IN BENEDIZIONEL’affetto dimostrato davvero grande e la corale partecipazione cittadina agli ultimi lutti montaltesi.La Comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta, nel capoluogo montaltese, ha vissuto negli ul-timi giorni due momenti di lutto molto sentiti, che hanno richiamato l’attenzione e l’approccio diFede di moltissime persone, dai più giovani ai più anziani, sul Mistero della vita e della morte,Mistero che ci coinvolge più da vicino quando a dipartire da questa vita sono persone estrema-mente conosciute, non tanto per la loro popolarità a livello di fama, quanto piuttosto per il beneche, spesso silenziosamente, si sono sforzati di seminare in mezzo a noi. Sono passati ormai ottogiorni dalla morte di Antonio (Tonino) Subrini, volato prematuramente alla Casa del Padre Ce-leste nel primo pomeriggio di Venerdì scorso, 27 febbraio. Tonino è sempre stato un gran lavora-tore; la sua Famiglia, come la gran parte delle Famiglie della Contrada San Lorenzo (zona che sidistanzia dall’abitato sistino, degradando verso il fiume Aso), è una Famiglia dai forti legami alletradizioni della terra e della Fede cristiana, che nella fatica quotidiana e nella più assoluta discre-zione vive l’esistenza di ogni giorno nella continua ricerca del bene, raggiungibile si a livello per-sonale che comunitario. In effetti egli è stato per lunghi anni dipendente apprezzato e stimato delComune di Montalto delle Marche, dove ha profuso la sua capacità lavorativa davvero poliedricaa servizio della Cittadinanza tutta. E sono ormai passati quasi otto giorni anche dall’essersi ad-dormentato in Cristo, dopo novant’anni di vita terrena, del caro e già compianto Maestro Am-brogio Di Stefano, che dalla sua nascita, e per tutta la sua esistenza, ha fatto della nostra Città illuogo di insegnamento ed esempio di virtù umane e di valori cristiani per intere generazioni dimontaltesi. Dal suo impegno nella formazione primaria di bambini e fanciulli, alla collaborazionecon le diverse Amministrazioni Comunali, alla partecipazione alle realtà culturali del luogo, comela Banda cittadina o il Coro “La Cordata”, fino al riconoscimento della sua opera sociale con ilconferimento dell’Onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana. Li ricorderemo ancoranella preghiera di suffragio Sabato 7 c. m., alle ore 18:30, nell’Ottavario della morte delMaestro Ambrogio, e Domenica 29 c. m., alle ore 9, nel Trigesimo della morte del caro To-nino, nelle Celebrazioni eucaristiche domenicali della Basilica Concattedrale. lauretanum

Da Montalto Marche

“BEATO TE, SANTUCCIO, CHE HAI SAPUTO SCOPRIRE LA BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA”

di Alessio Rubicini

Roma, 7 marzo 1965:

Paolo VI celebra la prima Messa in italiano nella parrocchia di Ognissanti sull’Appia Nuova a Roma

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In cella si sta in cinque, ma anchein nove e qui si dorme, si cucina,si mangia, ci si lava, si legge, sivede la tv, si scrive ai propri cari,si gioca a carte, si discute, si va aprendere un caffè. L’acqua dellapasta bolle, come fuori, ma perfare prima, con a disposizionesolo i fornellini da campeggio, siimmerge la bomboletta del gasimmersa in una bacinella diacqua calda, per dare più pres-sione al gas. La scelta del canaletelevisivo da vedere è di chi fa ilcaffè, oppure ce lo giochiamo acarte, o, infine, sceglie chi fa lepulizie. A Lanciano mi avevanomesso a giro e mi toccava sem-pre fare tutto; dopo aver impa-

rato a pulire benissimo, hoimparato pure a giocare a carte:

questione di sopravvivenza. Incerte carceri si gioca per il pezzodi dolce fatto in cella: pastiera,bombe e cornetti, se hai la for-tuna di avere il compagno dicella pasticcere. In quel casosperi di essere fortunato al gioco.Per pulire le scarpe da tennis, simettono a bagno col sapone, poisi spazzolano con il dentifricio elo spazzolino... ovviamente nonlo stesso con cui lavi i denti. Incella non si butta via niente e sirisparmia per quello che si può.Si allunga l’olio di oliva conquello di semi, si diluisce il sa-pone dei piatti; si lavano le po-sate usa e getta; si mettono daparte le mele del vitto per fare lemarmellate. E con i noccioli

delle olive si fanno le collane e irosari…uno lo abbiamo regalatoal vescovo D’Ercole, che vienespesso a trovarci. Per fare le tar-ghette con le iniziali si usa laparte larga delle palette dilegno… con il manico si fa lacremina del caffè. In carcere iltempo è sempre uguale e nonmanca mai; puoi vivere la stessagiornata per mesi o per anni. Ilsegreto per dormire di notte è dinon sdraiarsi mai di giorno, manon si può adottare la stessa tec-nica tutti insieme perché lo spa-zio del pavimento non basta perstare in piedi tutti insieme.E se non si dorme si pensa…sesi pensa non va bene….i figli, lemogli, i cari…. sempre troppolontani. Gianluca, Luigi, Singh

Oggi è una giornataccia: anche se rido, mi famale la testa perché un compagno di cella ha di-menticato aperta la finestra che sta dietro al mioletto. Avrei voglia di bere qualcosa che mi rallegriun po’: un bicchiere di vino amarone o anche unpo’ di grappa calabrese, ma qui si beve soloacqua, liscia, gasata o leggermente frizzante …per chi la può comprare; gli altri bevono quelladel rubinetto, ben disinfettata dal cloro. Il clorodona luminosità alla pelle, aiuta a digerire me-glio e piace molto allo “zio” coincellante (neolo-gismo per indicare il compagno di “stanza”). Ilmio mal di testa passerà presto, già mentre scrivosembra aver mollato la presa e così posso tornarealla mia giornata molto lunga ed intensa contanti impegni da portare a termine: privare Vejseldelle sue mele quotidiane per poterci fare la mar-mellata. Vi insegno come si fa: prendere 15 mele(almeno 10 devono essere di Vejsel), sbucciarle etagliarle a pezzetti e metterle in una pentola.Grattugiate la buccia di un limone o di un’ aran-cia; mettere sul fuoco per 5 min coperte; versare½ kg di zucchero, mescolare e poi, sempre te-nendo la pentola sul fuoco con il coperchio, nonmescolare per 10 min. se vuoi la marmellata

venga morbida, aggiungi 100ml di acqua; copriredi nuovo e far cuocere a fuoco basso fino aquando il preparato non sia della consistenza de-siderata. Per avere una marmellata molto densa,non aggiungete acqua e fate cuocere senza co-perchio, mescolando spesso. State attenti a nonfarla bruciare altrimenti Vejsel fa pagare lemele. Mettere a raffreddare fuori della finestra,coperta con un tovagliolo. E oggi facciamo anchelo yoghurt: scaldare un litro di latte (anche di più,dipende dalla pentola che avete) fino a quandonon sta per bollire; farlo raffreddare (con un ditosentite che non scotta); in un bicchiere si mettonodue cucchiai di yoghurt e un po’ di latte e si me-scola bene; mettere questo preparato nel latte;coprire, avvolgere bene con un asciugamano,plaid o altro (a casa magari avete uno strofinaccioe una tovaglia….è meglio); far riposare per 6/7ore. Se si vuole mangiare fresco metterlo in frigo(noi lo mettiamo fuori della finestra). La prossimavolta vi daremo le ricette delle lasagne al frescoe del sultiaç. Dopo aver scritto tanto il mal ditesta è tornato a stringere la presa, ma adesso piùdi prima…torniamo nella realtà senza marmel-late e yoghurt. Dino Arianit e Vejsel Miftari

Dal Carcere di Marino del Tronto

LE NECESSITÀ CHE AGUZZANO L’INGEGNO

LE GIORNATACCE E IL MAL DI TESTA

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AgENZIA gENERALE dI s. bENEdETTO dEL TRONTO

Agente generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Acquaviva Picena

AssOCIAZIONE PALIO dEL dUCA: AL VIA LA REALIZZAZIONE dELLA sACRA RAPPREsENTAZIONE “PAssIO”

Dopo l’Assemblea dei soci per approvare il bilan-cio preventivo 2015, l’associazione si appresteràa realizzare per il settimo anno consecutivo la Viacrucis, avvalendosi per l’edizione 2015 anchedella collaborazione dell’Associazione Laborato-rio Terraviva e dell’Associazione Teatrale A-6A; lasacra rappresentazione della “PASSIO”, in co-stume storico, avrà luogo all’interno del centrostorico, sabato 28 marzo, con la partecipazionecommovente del bravissimo Massimiliano civitanel ruolo di Gesù.

rITIro DI QUarESIma15 marzo 2015

PrESSo LE moNaCHE CLarISSE PONTEROTTO: MONASTERO SANTA SPERANZA

MONACHE CLARISSE - VIA VALLE D’ORO, 2SAN BENEDETTO DEL TRONTO

PEr TUTTI I grUPPI DI PrEgHIEra DI PaDrE PIo

amICI E SImPaTIzzaNTI

15,30 accoglienza16,00 MEDITAZIONE TENUTA DA SUOR PATRIZIA17,00 tempo per le confessioni - Via Crucis o Santo Rosario18,00 recita del Vespro 18,30 SANTA MESSA

PADRE PIO L’APOSTOLO DEL CONFESSIONALE DISPENSATORE DI MISERICORDIA

L’ANIMAZIONE LITURGICA (canti e letture)SARA’ TENUTA DALLE MONACHE

Conosciamo l’associazione “MinDc Calcio”, dove losport diviene strumento di testimonianza cristianaTutto ebbe inizio quasi tre anni fa quando, a Sant’Egidio alla Vibrata, da un’idea di alcuni ragazzidel Movimento in Direzione Cristiana appoggiati dal loro parroco Don Marco Di Giosia, nacque ilMinDC Calcio, un’associa-zione calcistica dalle finalitàaggregativo - oratoriali, desti-nata a crescere nel tempo. Ildesiderio di alcuni giovani disviluppare l’esperienza delcristianesimo nella vita realedi tutti i giorni, e coinvolgerecosì ragazzi di ogni età, tro-vava così il suo effettivo com-pimento precisamente l’8giugno 2012, data ufficialedella fondazione di questa squadra di calcio a 7, oggi iscritta al CSI di Teramo, nel Girone B dellacategoria open maschile, e composta da 18 ragazzi. A raccontarci le caratteristiche di questa specialeavventura sportiva, il cui fine è quello di formare buoni cristiani e persone mature camminando sulleorme lasciate da San Fillippo Neri, ci ha pensato il presidente del MinDC calcio, l’avvocato FabioMeco: “Lo sport di per sé è già un’esperienza meravigliosa, ma questo tipo di realtà lo è ancora dipiù. Per questi ragazzi stare insieme non significa solo giocare e divertirsi ma camminare e migliorareinsieme, in un percorso di crescita dal punto di vista prima cristiano, poi umano e infine sportivo. Ilbello qui è poter fare esperienza che Dio si manifesta nel quotidiano, è potersi sentire accettati percome si è, crescere nell’amicizia, nell’educazione e nello spirito di sacrificio.. Qui tutto acquista unsenso liturgico, anche i colori delle divise, che sono il bianco (simbolo di festa, gioia, amicizia) e ilrosso (simbolo di martirio e passione di Cristo). I nostri allenamenti, due a settimana, iniziano semprecon una preghiera e vengono curati da un calciatore professionista che stila dei programmi in basealle difficoltà avute durante le partite del giovedì. Questo è un ambiente calcistico dove nessunodeve sentirsi emarginato per cui non esistono titolari e la fascia di capitano viene assegnata ognivolta a chi ha dato, durante la settimana, particolari segni di discernimento. Certo, anche qui a voltenon mancano segni di umana competizione e si creano piccoli attriti ma velocemente si smorzano elasciano spazio al dialogo, alla solidarietà, al fair play, alla coesione e al forte spirito di squadra, chemai vengono meno”. Il MinDc calcio, che presto comparirà con un editoriale anche in un album difigurine di tutte le società sportive della zona, è dunque una viva testimonianza di come fede e sportsiano perfettamente compatibili: anche Papa Francesco, in occasione del 70° anniversario della fon-dazione del Centro sportivo italiano (Csi) celebrato lo scorso giugno, ha ricordato come lo sport siaun’importante "esperienza educativa" che deve insegnare ai giovani a mettersi in gioco, nella vitacome nello sport, con gli altri e con Dio, alla ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senzapaura, con coraggio ed entusiasmo: «appartenere a una società sportiva vuol dire respingere ogniforma di egoismo e di isolamento, è l'occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vi-cenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternità… perché comportarsi da veriatleti significa saper dire no all'individualismo!». Sara De Simplicio

PARROCCHIA SAN BENEDETTO MARTIRE

FESTA DI

S. GIUSEPPEFesta del papà

20-22 marzo 2015

Programma

20 MarzoORE 21,00 SALONE PARROCCHIALE

INCONTRO CON I CONIUgI bETTONI

sUL TEMA “LA MIssIONE dEI PAPA’ OggI”

21 MarzoORE 19,00 MONASTERO SANTA SPERANZA

s. MEssA PREsIEdUTA dAL VEsCOVO

ORE 20,30 SALONE PARROCCHIALE

CENA INsIEME

22 MarzoORE 11,00 MONASTERO SANTA SPERANZA

s. MEssA PER TUTTI I PAPA’:

VERRANNO RICORdATI TUTTI I PAdRI dEFUNTI dELLA PARROCChIA