Anno xxxii n° 11 22 marzo 2015

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ANNO XXXII N° 11 - 22 Marzo 2015 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Dragaggio del porto, firmato il protocollo d’Intesa A pag. 2 L’ORA A pag. 3 A COMUNANZA DALLA “CASA DELLA SPERANZA” TENDIAMO LA MANO Finestra aperta sul nostro Seminario regionale CONOSCIAMO MEGLIO L’ANNO PROPEDEUTICO Quando i Piceni divennero Romani: studio del territorio Madonna di Guadalupe Nella stanza di Santa Marta dove il Papa incontra i suoi più stretti collabo- ratori, domina un’immagine della Ver- gine di Guadalupe, una figura di fon- damentale importanza e di grande de- vozione per tutto il Continente latinoa- mericano. E’ in quella stanza che per espressa volontà del Papa si svolge l’intervista a tutto tondo concessa al- l’emittente messicana Televisa. La Ma- donna di Guadalupe è per Francesco “fonte di unità culturale, che porta verso la santità in mezzo a tanto peccato, a tanta ingiustizia, a tanto sfruttamento e a tanta morte”. Dramma delle migrazioni “I mali del Messico sono del tutto simili a quelli del resto del mondo: il dramma delle migrazioni e i muri eretti per con- trastarle. Francesco parla della frontiera tra Usa e Messico, ma ricorda anche i migranti costretti ad attraversare il Me- diterraneo in cerca di una vita migliore o in fuga dalle guerre e dalla fame. Sono i sistemi economici distorti a pro- vocare questi grandi spostamenti, la mancanza di lavoro, la cultura dello scarto applicata all’essere umano. E poi la piaga del narcotraffico. Dove ci sono povertà e miseria, il crimine trova terreno fertile. Papa Francesco ricorda i 43 ragazzi trucidati dai narcos a Iguala e svela di aver voluto rendere omaggio alla loro memoria anche nominando cardinale l’arcivescovo di Morelia, “un uomo - dice Francesco - che si trova in una zona molto calda ed è un testimone di vita cristiana”. Non girarsi dall'altra parte di fronte ai mali del mondo Il Papa, proprio perché figlio di migranti, si sente spontaneamente portato a dare voce alle vittime della tratta e di una società ingiusta, anche se – nota Fran- cesco – sarebbe infantile attribuire le responsabilità soltanto ai governi. Bi- sogna imparare a non girarsi dall’altra parte di fronte ai mali del mondo e questo riguarda ciascuno di noi. L’im- pegno dei cattolici nei confronti degli ultimi richiede un esercizio di prossimità. E’ il terreno sul quale la Chiesa viene sfidata dalle sétte e dai movimenti evan- gelici, soprattutto in America Latina. Clericalismo e riforma della Curia Il Papa ne parla con franchezza quando critica l’incapacità del clero di coin- volgere i laici a causa di un eccessivo clericalismo. Il Pontefice che è venuto dall’altra parte del mondo tocca tutti i temi che hanno caratterizzato i suoi due anni di Pontificato, primo tra tutti l’attenzione ai poveri e ai diseredati. E poi il lavoro di riforma della Curia, non tanto la forma di quella che definisce l’ultima corte d’Europa, ma la sostanza. Ogni cambiamento inizia dal cuore - spiega il Papa - e comporta una con- versione nel modo di vivere. Una con- versione che coinvolge la stessa figura del Pontefice e che è alla base dei fuori protocollo che tanto entusiasmano il popolo di Dio. OLTRE LA CRISI, LA SPERANZA LA CHIESA CON IL MONDO DEL LAVORO 19 Marzo 2015 S. Giuseppe Lavoratore La Chiesa è partecipe delle sofferenze e delle attese della crisi lavorativa di oggi. A fine anno 2014 a Salerno, città del Sud, la mano del Signore ci ha raccolti attorno al dramma della preca- rietà, davanti ad un lavoro che sembra non arrivare mai e ad un progetto di famiglia che non riusciamo a realizzare, se non troppo tardi. Abbiamo, infatti, dedicato un Conve- gno a livello nazionale a questo problema, che ormai riguarda tutti gli ambiti della nostra società: la famiglia, i giovani, le imprese, le rela- zioni sociali, il laicato e la Politica stessa. Ci ha illumi- nato l’intervento sempre ac- corato del nostro Papa Francesco. Capiamo che è necessario, oggi, superare anzitutto la scissione che in questi anni ha portato a separare la fede dalla vita. Per questo, come Chiesa, abbiamo cercato un tempo per farci interrogare dal dolore che spesso ri- mane inascoltato, come un grido lancinante che sembra non tro- vare ascolto né accoglienza presso le coscienze. Il lavoro è segno concreto della libertà dell’uomo: libertà di agire, ma so- prattutto libertà di sognare il proprio futuro, di costruire la pro- pria “casa”, di impiegare i propri talenti, di vivere in maniera propriamente umana. Più ancora, con il lavoro l’uomo realizza il mandato ricevuto dal suo Creatore di soggiogare e dominare la terra (cfr Gn 1,28). Nell'adempimento di tale mandato, dun- que, ogni essere umano riflette l'azione stessa del Creatore del- l'universo, divenendo suo collaboratore. Il lavoro, pertanto, coinvolge la persona umana nel disegno divino: qui è la fonte di tutta la sua dignità come pure, al contempo, l’ultimo fonda- mento di precise istanze etiche da esso indisgiungibili, quali il diritto al lavoro da garantire a tutti, il diritto alla giusta retribu- zione, il divieto alla mercifica- zione del la- voro. Oltre che ai lavoratori di- pendenti, ci ri- volgiamo anche agli imprendi- tori, non meno colpiti dalla crisi economica in atto. Occorre, infatti, ripetere ancora il grande valore dell’attività imprendi- toriale, la quale, se svolta in conformità ai principi morali sopra riportati, diviene leva non soltanto di sviluppo economico ma anche di promozione sociale e culturale. Quando guarda ad un modello di sviluppo che mette al centro la dignità umana e il bene comune, l’attività imprenditoriale diviene costruttrice di felicità, realizzatrice di sogni, per mezzo dell’operosità creativa specchio dell’opera sempre nuova di Dio nel mondo e per il mondo. Consapevoli dunque della centralità del lavoro nella questione sociale ma anche delle enormi difficoltà presenti la Chiesa dice a voi tutti: non scoraggiatevi! Ci rivolgiamo soprat- tutto ai giovani, a coloro i quali stanno forse pagando il prezzo più alto di questo momento drammatico: non perdete la spe- ranza! In voi ci sono enormi potenzialità di entusiasmo, creati- vità, competenza, impegno: mettendo in circolo queste energie vi invitiamo ad organizzare la speranza. Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro EDITORIALE NEL SOLCO TRACCIATO DALLA CHIESA VERSO IL CONVEGNO DI FIRENZE La Stazione quaresimale a Castignano, momento alto di Fede e di lode per tutta la Zona pastorale. Nella splendida cornice notturna delle vie di Castignano, nono- stante la fredda serata di metà marzo, molte persone si sono rac- colte dalle Parrocchie della Vica- ria della Beata Maria Assunta Pallotta per vivere insieme, sotto la paterna guida del Vescovo Carlo la terza Stazione quaresi- male, dedicata all’ascolto della Parola di Dio e alla Riconcilia- zione. segue a pag. 2 segue a pag. 2 PAPA FRANCESCO SI RACCONTA Migrazioni e narcotraffico, la riforma della Curia e le sfide del Sinodo per la Famiglia. Papa Francesco affronta tutti i temi caldi dei due anni di Pontificato in un’intervista alla giornalista Valentina Alazraki del- l’emittente messicana Televisa, manifestando il suo desiderio di compiere un viaggio in Messico. Il servizio di Stefano Leszczynski (Radio Vaticana) A pag. 4 A pag. 5 A pag. 6

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ANNO XXXII N° 11 - 22 Marzo 2015

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ANNO XXXII N° 11 - 22 Marzo 2015 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Dragaggio del porto,

firmato il protocollo d’Intesa

A pag. 2

L’ORA

A pag. 3

A COMUNANZA DALLA“CASA DELLA SPERANZA”

TENDIAMO LA MANO

Finestra aperta sul nostro Seminario

regionaleCONOSCIAMO

MEGLIO L’ANNO

PROPEDEUTICO

Quando i Piceni divennero Romani: studio del territorio

Madonna di GuadalupeNella stanza di Santa Marta dove ilPapa incontra i suoi più stretti collabo-ratori, domina un’immagine della Ver-gine di Guadalupe, una figura di fon-damentale importanza e di grande de-vozione per tutto il Continente latinoa-mericano. E’ in quella stanza che per

espressa volontà del Papa si svolgel’intervista a tutto tondo concessa al-l’emittente messicana Televisa. La Ma-donna di Guadalupe è per Francesco“fonte di unità culturale, che porta versola santità in mezzo a tanto peccato, atanta ingiustizia, a tanto sfruttamento ea tanta morte”.Dramma delle migrazioni“I mali del Messico sono del tutto similia quelli del resto del mondo: il drammadelle migrazioni e i muri eretti per con-trastarle. Francesco parla della frontieratra Usa e Messico, ma ricorda anche imigranti costretti ad attraversare il Me-diterraneo in cerca di una vita miglioreo in fuga dalle guerre e dalla fame.Sono i sistemi economici distorti a pro-vocare questi grandi spostamenti, lamancanza di lavoro, la cultura delloscarto applicata all’essere umano. Epoi la piaga del narcotraffico. Dove cisono povertà e miseria, il crimine trovaterreno fertile. Papa Francesco ricordai 43 ragazzi trucidati dai narcos a Igualae svela di aver voluto rendere omaggioalla loro memoria anche nominando

cardinale l’arcivescovo di Morelia, “unuomo - dice Francesco - che si trova inuna zona molto calda ed è un testimonedi vita cristiana”. Non girarsi dall'altra parte di fronteai mali del mondoIl Papa, proprio perché figlio di migranti,si sente spontaneamente portato a darevoce alle vittime della tratta e di unasocietà ingiusta, anche se – nota Fran-cesco – sarebbe infantile attribuire leresponsabilità soltanto ai governi. Bi-sogna imparare a non girarsi dall’altraparte di fronte ai mali del mondo equesto riguarda ciascuno di noi. L’im-pegno dei cattolici nei confronti degliultimi richiede un esercizio di prossimità.E’ il terreno sul quale la Chiesa vienesfidata dalle sétte e dai movimenti evan-gelici, soprattutto in America Latina. Clericalismo e riforma della CuriaIl Papa ne parla con franchezza quandocritica l’incapacità del clero di coin-volgere i laici a causa di un eccessivoclericalismo. Il Pontefice che è venutodall’altra parte del mondo tocca tutti itemi che hanno caratterizzato i suoidue anni di Pontificato, primo tra tuttil’attenzione ai poveri e ai diseredati. Epoi il lavoro di riforma della Curia,non tanto la forma di quella che definiscel’ultima corte d’Europa, ma la sostanza.

Ogni cambiamento inizia dal cuore -spiega il Papa - e comporta una con-versione nel modo di vivere. Una con-versione che coinvolge la stessa figuradel Pontefice e che è alla base dei fuoriprotocollo che tanto entusiasmano ilpopolo di Dio.

OLTRE LA CRISI, LA SPERANZA

LA CHIESA CON IL MONDO

DEL LAVORO19 Marzo 2015 S. Giuseppe Lavoratore

La Chiesa è partecipe delle sofferenze e delle attese della crisi

lavorativa di oggi. A fine anno 2014 a Salerno, città del Sud, la

mano del Signore ci ha raccolti attorno al dramma della preca-

rietà, davanti ad un lavoro che sembra non arrivare mai e ad un

progetto di famiglia che non

riusciamo  a  realizzare,  se

non troppo tardi. Abbiamo,

infatti, dedicato un Conve-

gno  a  livello  nazionale  a

questo problema, che ormai

riguarda tutti gli ambiti della

nostra società: la famiglia, i

giovani, le imprese, le rela-

zioni sociali,  il  laicato e la

Politica stessa. Ci ha illumi-

nato l’intervento sempre ac-

corato del nostro Papa Francesco. Capiamo che è necessario,

oggi, superare anzitutto la scissione che in questi anni ha portato

a separare la fede dalla vita. Per questo, come Chiesa, abbiamo

cercato un tempo per farci interrogare dal dolore che spesso ri-

mane inascoltato, come un grido lancinante che sembra non tro-

vare ascolto né accoglienza presso  le coscienze.  Il  lavoro è

segno concreto della libertà dell’uomo: libertà di agire, ma so-

prattutto libertà di sognare il proprio futuro, di costruire la pro-

pria “casa”, di impiegare i propri talenti, di vivere in maniera

propriamente umana. Più ancora, con il lavoro l’uomo realizza

il mandato ricevuto dal suo Creatore di soggiogare e dominare

la terra (cfr Gn 1,28). Nell'adempimento di tale mandato, dun-

que, ogni essere umano riflette l'azione stessa del Creatore del-

l'universo, divenendo suo collaboratore.  Il  lavoro, pertanto,

coinvolge la persona umana nel disegno divino: qui è la fonte

di tutta la sua dignità come pure, al contempo, l’ultimo fonda-

mento di precise istanze etiche da esso indisgiungibili, quali il

diritto al lavoro da garantire a tutti, il diritto alla giusta retribu-

zione, il divieto

alla  mercifica-

zione  del  la-

voro. Oltre che

ai lavoratori di-

pendenti,  ci  ri-

volgiamo anche

agli  imprendi-

tori,  non  meno

colpiti  dalla

crisi economica

in atto. Occorre,

infatti, ripetere ancora il grande valore dell’attività imprendi-

toriale, la quale, se svolta in conformità ai principi morali sopra

riportati, diviene leva non soltanto di sviluppo economico ma

anche di promozione sociale e culturale. Quando guarda ad un

modello di sviluppo che mette al centro la dignità umana e il

bene comune, l’attività imprenditoriale diviene costruttrice di

felicità, realizzatrice di sogni, per mezzo dell’operosità creativa

specchio dell’opera sempre nuova di Dio nel mondo e per il

mondo. Consapevoli dunque della centralità del lavoro nella

questione sociale ma anche delle enormi difficoltà presenti la

Chiesa dice a voi tutti: non scoraggiatevi! Ci rivolgiamo soprat-

tutto ai giovani, a coloro i quali stanno forse pagando il prezzo

più alto di questo momento drammatico: non perdete la spe-

ranza! In voi ci sono enormi potenzialità di entusiasmo, creati-

vità, competenza, impegno: mettendo in circolo queste energie

vi invitiamo ad organizzare la speranza.Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro

EDITORIALE

NEL SOLCO TRACCIATO DALLA CHIESAVERSO IL CONVEGNO DI FIRENZE

La Stazione quaresimale a Castignano, momento alto

di Fede e di lode per tutta la Zona pastorale.

Nella splendida cornice notturnadelle vie di Castignano, nono-stante la fredda serata di metàmarzo, molte persone si sono rac-colte dalle Parrocchie della Vica-ria della Beata Maria AssuntaPallotta per vivere insieme, sottola paterna guida del VescovoCarlo la terza Stazione quaresi-male, dedicata all’ascolto dellaParola di Dio e alla Riconcilia-zione.

segue a pag. 2

segue a pag. 2

PAPA FRANCESCO SI RACCONTAMigrazioni e narcotraffico, la riforma della Curia e le sfide del Sinodoper la Famiglia. Papa Francesco affronta tutti i temi caldi dei due annidi Pontificato in un’intervista alla giornalista Valentina Alazraki del-l’emittente messicana Televisa, manifestando il suo desiderio di compiereun viaggio in Messico. Il servizio di Stefano Leszczynski (Radio Vaticana)

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Anno XXXII

22 Marzo 2015

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Parola del SignoreQUINTA DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B

CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO

Dal VANGELO secondo GIOVANNITra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. Que-sti si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: "Signore,vogliamo vedere Gesù". Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo anda-rono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: "E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo;se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita inquesto mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sonoio, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata;e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre,glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glo-rificherò!". La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri di-cevano: "Un angelo gli ha parlato". Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, maper voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me". Questo diceva per indicare di qualmorte doveva morire. (Gv. 12,20-33)

"E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. Io, quando sarò elevato da terra, attireròtutti a me”. La prima frase è la risposta che Gesù dà a Filippo che chiede udienza per alcuni greciche lo volevano conoscere. La seconda è una specie di profezia. Filippo era tutto contento perchévedeva che Gesù iniziava ad attirare persone anche al di fuori dei veri israeliti, ma Gesù cerca di

fargli capire che egli attraverso la passione e la croce attirerà tutti asé, ebrei e pagani, perché la sua missione è universale.Anche se la sua anima è turbata, il suo spirito è preso da paura, eglinon si tira indietro, non recede dalla strada intrapresa per salvare ogniuomo. La morte in croce non è una fatalità, è il risultato di una scelta,infatti egli dice: “Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso”;Gesù si incammina verso la sua ORA con la coerenza della sua vita,parlando come agisce e agendo come parla. E proprio questo suo es-sere VERITA’ lo rende pericoloso agli occhi dei potenti del mondo.E questi faranno di tutto per metterlo a morte, e ci riusciranno. Gesùaffronta l’ora della croce non come un eroe impavido, né tanto meno

come un incosciente, ma come un uomo vero, un uomo che ha paura di morire, di soffrire, infatti dice:“La mia anima è turbata”. Gesù non affronta la crocifissione con la forza, ma nella debolezza e nel-l’amore. Sulla croce Cristo non rivendica altra gloria all’infuori della GLORIA DI AMARE, di morireper i fratelli, di patire per la salvezza di ogni uomo. Nella croce non c’è gloria, infatti nessuno deisuoi sarà lì con lui, tutti fuggono, i discepoli, la folla, gli osannanti, i miracolati, tutti, non c’è più nes-suno, (salvo la Madre), Gesù è solo, solo con il Padre a cui affida il suo spirito, e a cui chiede perdonoper gli uomini, suoi fratelli. Sul terreno arido del Calvario, il seme sepolto, maciullato, e innaffiatodal suo “sangue e acqua”, innalzerà miracolosamente il suo stelo verso il cielo con la spiga carica difrutto. Chiediamo al Signore che questa quaresima sia anche per noi portatrice di frutti, frutti di con-versione e di carità fraterna. RICCARDO

SAGGEZZA PER PENSARCI SU:GESU’ CHE GUARISCE GLI INFERMI, CHE RESUSCITA I MORTI, ECCO IL LATO UMILEDELLA SUA MISSIONE . IL LATO SUBLIME E’ IL SUDORE DI SANGUE, LA SUPPLICA DI ESSERE RISPARMIATO, LA SENSAZIONE DI ESSERE ABBANDONATO DA DIO. (S. WEIL)

Tempo a disposizione non sembra essere moltoUna semplicità che spiazza, anche quando Francescoammette che gli manca di poter girare liberamente,magari per poter andare in pizzeria senza esserericonosciuto. Ma il tempo a disposizione nonsembra essere molto. Francesco ammette di averela sensazione che il suo sarà un Pontificato breve,ma afferma anche di potersi sbagliare. All’intervi-

statrice che accenna all’eventualità di un ritiro perlimiti di età, come avviene per i vescovi, il Paparisponde di non condividere una simile evenienzaper la figura del Pontefice - definisce il Papatouna grazia speciale - ma dice anche di apprezzarela strada aperta da Benedetto XVI riguardo alla fi-

gura del Papa emerito. Una scelta coraggiosa ladefinisce, come coraggiosa fu la decisione di averereso pubblica la gravità degli abusi commessi daalcuni membri della Chiesa contro i bambini e lanecessità di prendersi cura delle vittime. Lo stessoFrancesco ne ha ricevute sei in Vaticano e la Com-missione istituita ad hoc in Vaticano ha proprio loscopo di prevenire e tutelare i bambini. Sinodo sulla famigliaTutelare, proteggere, accompagnare. Sono gli stessiimperativi che Francesco attribuisce alla Chiesaquando parla del Sinodo sulla famiglia che siriunirà a ottobre per la sua seconda tappa. Definiscesmisurate le aspettative su temi complessi e delicaticome quello della Comunione ai divorziati risposatio in materia di omosessualità. Quello che è certoper Francesco è che la famiglia attraversa una crisimai vista prima e che bisogna ripartire da una pa-storale che si rivolga innanzitutto ai giovani e aglisposi novelli. I segnavia del Papa sono tracciati egià Francesco guarda a settembre con l’appuntamentodi Filadelfia, la Giornata mondiale della famiglia,e all’Africa che visiterà presto e all’America Latinache lo attende.

Facendo seguito alle manifestazioni di volontàformulate a dicembre scorso su impulso diComune, Regione Marche e Comandantedella Capitaneria di Porto di San Benedettodel Tronto, il Provveditorato Interregionaleper le Opere Pubbliche ha trasmesso alsindaco Giovanni Gaspari per la firma ilprotocollo d’intesa che impegna formalmentequesti Enti a lavorare insieme per la realiz-zazione dei lavori di escavo del porto di SanBenedetto del Tronto.Obiettivi del protocollo sono l’elaborazionedi un progetto esecutivo, la gestione degliincarichi e dei relativi finanziamenti, laverifica della possibilità di utilizzare il ma-teriale dragato per il ripascimento del litoralecittadino eroso dalle mareggiate. Nello specifico il Comune predisporrà, pereventuali studi am-bientali, le autorizza-zioni che si rendesseronecessarie, la gestionedei finanziamenti fi-nalizzati alla caratte-rizzazione dei mate-riali e provvederà al-l'eventuale affidamen-to dell'incarico e al-l'onere per la redazio-ne della scheda di ba-cino portuale; il Prov-veditorato curerà laprogettazione, l'affi-damento e la direzionelavori per la caratte-rizzazione propedeu-tica al progetto d'esca-vo; la Regione, attra-verso l’ARPAM,provvederà alla carat-terizzazione dei ma-teriali anche ai finidel loro eventuale riu-tilizzo; la Capitaneriadi Porto svolgerà ogniadempimento relativoai dati necessari allaredazione della schedadi bacino portuale ealla disciplina delle

attività connesse sia alla caratterizzazionedei sedimenti che all'escavo e all'eventualericollocazione dei materiali dragati. Ricor-diamo che per avviare queste attività la Re-gione Marche ha messo a disposizione 100.000euro mentre il Comune stanzia 50.000 euro.“Questo documento costituisce un impegnoformale per tutti i soggetti che lo sottoscrivono– spiega il sindaco Giovanni Gaspari – ed èquindi una solida base di partenza per arrivarea garantire la navigabilità del nostro porto,la sicurezza di chi è a bordo e quindi la sal-vaguardia della vita umana in mare. Oradobbiamo lavorare affinché le azioni previstesi svolgano in breve tempo per far partireprima possibile l’intervento di dragaggio”.

PAPA FRANCESCO SI RACCONTA

NEL SOLCO TRACCIATO DALLA CHIESA VERSO IL CONVEGNO DI FIRENZE

Comune di San Benedetto del Tronto - Comunicato stampa

Dragaggio del porto,

firmato il protocollo d’Intesa Comune, Regione, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

e Capitaneria insieme per la progettazione dell’escavo

Si è voluto dare a questo appuntamento il tema “Da risorti per un nuovo umanesimo”, nel solco diquanto la Chiesa italiana ha tracciato per il prossimo Convegno ecclesiale nazionale, che si celebreràa Firenze nel novembre 2015. Ci si è data convocazione nel piazzale antistante l’ingresso del Cimiterocivico della stessa cittadina collinare, dove l’introduzione del nostro Vescovo ed il saluto a lui rivoltodal Parroco, don Tiziano Napoletani, hanno preceduto la lettura di un brano dal Messaggio per laQuaresima di Papa Francesco da parte del Vicario foraneo, don Dino Straccia, Parroco di Comunanza.Quindi con la richiesta di perdono per i peccati, dopo la bella e sentita testimonianza di una donnache vive la speranza della Risurrezione nella vedovanza, e la preghiera di Benedizione alle Tombe

dei Defunti, si è dato l’avvio al corteo processionale, che, at-traverso la meditazione del Salmo 50, da questa prima tappa(“Un umanesimo in ascolto”) ha accompagnato i fedeli presentilungo il viale fino al Teatro comunale. Qui, per vivere “un uma-nesimo concreto”, si è voluto riflettere sulla preziosa realtà degliOratori diocesani, che negli ultimi anni sta fattivamente ani-mando l’età adolescenziale e giovanissima della nostra Chiesalocale, attraverso la testimonianza di un giovane collaboratoredell’Oratorio castignanese e la visione del cortometraggio “ICare”, realizzato con la compartecipazione di tutti gli Oratori

parrocchiali diocesani. È stata poi la volta della terza tappa, “Un umanesimo plurale e integrale”, conuna sentita preghiera a voci “diverse” sul sagrato della chiesa, quasi a fare da introduzione alla verae propria Celebrazione penitenziale comunitaria, “Un umanesimo di umanità e trascendenza”, nellaquale il Vescovo, richiamandosi al Capitolo 15 della Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi,subito proclamato dopo l’ingresso in chiesa, ha tenuto una profonda riflessione sul Mistero della fedecristiana nella luce della Risurrezione di Gesù e nostra. L’ascolto delle Confessioni dei singoli fedeliha poi chiuso nel silenzio e nel raccoglimento la serata, nella parrocchiale di Sant’Egidio, che ha la-sciato le sue porte aperte alla Riconciliazione e al perdono sacramentale fin oltre la mezzanotte, incomunione con l’iniziativa diocesana costiera “24 ore per il Signore”. lauretanum

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22 Marzo 2015 PAG

di don Ulderico Ceroni

5° di Quaresima 22 marzo«Signore, vogliamo vedere Gesù»(Gv.12,20)

USCIREI greci chiedono di vedere Gesù:  oggi è possibile dove c’è una co-

munità trasfigurata dall’amore. Nessuno può ‘vedere’ Gesù se

qualcuno non lo annuncia. Per poter annunciare Cristo morto e ri-

sorto occorre per-

correre l’itinerario battesimale: come il seme

passare attraverso la morte per risorgere. Pren-

diamo in considerazione l’ultima parola del

Convegno  di  Firenze  :  ANNUNCIARE.

Orientiamo  le  nostre  parole  e  i  nostri  gesti

verso Dio per essere testimoni credibili e por-

tare la gioia del vangelo ovunque.

❖Durante la celebrazione Eucaristica conclu-

diamo  la costruzione della croce col colore

rosso, segno del martirio cioè dell’essere te-

stimoni.

❖ La Vicaria di S. Maria in Montesanto (S.

Egidio Alla Vibrata – Faraone – Villa Lempa

– Paolantonio e Ripe)  si  ritrova venerdì 27

marzo 2015 alle ore 21.00 presso…… per vi-

vere la veglia per i Martiri Missionari animata

insieme a Missio diocesana. 

❖ Personalmente  impegniamoci  a  testimo-

niare con fermezza la nostra fede specie nello

spazio pubblico e impegniamoci nel volonta-

riato.

DIOCESI DISAN BENEDETTO DEL TRONTORIPATRANSONEMONTALTO

Incontri quaresimali nelle zone pastorali della diocesi

CUPRAMARITTIMAVENERDÌ

ORE 21:00

FEBBRAIO27USCIRE / Segni di risurrezione in una comunità

inclusiva Vicaria Madonna di San Giovanni

PORTO SAN BENEDETTO DEL TRONTOVENERDÌ MARZO6

TRASFIGURARE / Segni di risurrezione nel mondo della famiglia Vicaria P. Giovanni dello Spirito Santo

CASTIGNANOVENERDÌ MARZO13

ABITARE /da risorti per un nuovo umanesimo Vicaria B. Maria Assunta Pallotta

PORTO D’ASCOLI SS. ANNUNZIATAVENERDÌ MARZO20EDUCARE/ Segni di risurrezione nel mondo

del lavoro Vicaria S. Giacomo della Marca

VILLA LEMPAVENERDÌ MARZO27

ANNUNCIARE / Giornata dei Missionari martiri Vicaria Montesanto

MERCOLEDÌ APRILE1GMG diocesana Pastorale Giovanile

IN CRISTOCROCIFISSOE RISORTO+UMANITÀ

QUARESIMA DI CARITA'22 Marzo 2015

“ ... ogni comunità cristiana è

chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con

la società che la circonda, con i poveri e i lontani. ”

Papa Francesco(messaggio per la Quaresima 2015)

Il messaggio per la Quaresima 2015 di Papa Francesco si caratterizza per la sintonia con l'attuale

cammino pastorale della nostra Diocesi. Egli ci invita a passare dall'indifferenza alla compassione

verso i fratelli. Si tratta di cominciare ad abitare le periferie dell'esistenza umana sentendo che

fanno parte della nostra vita, per vivere il legame di fraternità che ci lega inscindibilmente gli uni

agli altri, città e periferia. E' una fatica che dobbiamo percorrere tutti, se vogliamo che ogni cre-

dente e ogni comunità cristiana possa compiere qualche passo in avanti nella capacità di amare.

Spesso le persone a causa dei molti impegni famigliari o professionali, ritengono di non potersi

impegnare in un'attività di volontariato. La volontà però c'è, e creando occasioni adatte che ri-

chiedono un impegno di tempo limitato, la partecipazione è garantita.

Per questo propongo i seguenti obiettivi per la Quaresima di Carità 2015:

la sensibilizzazione alle tematiche della sussidiarietà

la promozione dell'impegno sociale

l'aumento della visibilità di quanto avviene quotidianamente in Caritas Diocesana e nelle Caritas

Parrocchiali

Mi permetto di dare alcune indicazioni: Ogni Parrocchia è invitata a porre al centro della Cele-

brazione Domenicale “l'abito della carità” un grembiule o una Dalmatica (che aiuterebbe anche

a capire la vocazione Diaconale), individuando segni ed opere che stimolino tutta la Comunità a

crescere nella testimonianza Cristiana e nel servizio reciproco. E' auspicabile un incontro di co-

noscenza con una realtà caritativa, possibilmente in seno al proprio territorio Parrocchiale.

Durante la Celebrazione, un rappresentante della Caritas Parrocchiale può proporre un momento

di riflessione sulle attività caritative e, successivamente, un incontro informale al termine della

Messa. Vorrei  anche  indicarvi  di  inserire,  tra  le intenzioni di preghiera,  una  situazione  di

disagio/povertà vissuta nel Territorio Parrocchiale. Tutto questo non per essere buoni o “più”

buoni, ma per rafforzare in noi l'attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare

misericordiosi e operatori di misericordia. Augurandovi buon cammino Quaresimale, vi saluto

cordialmenteDiac. Umberto Silenzi

1 Cfr. Gv 2,3-4.2 Che noi sappiamo essere l’ora della croce e della risurrezione.3 Gv 17,1.4 Gv 19,30.5 Gv 16,2.6 Gv 21,19.7 Gv 2,4.8 Gv 12,23.9 Gv 13,1.10 Gv 17,1.11 Gv 19,30.12 Gv 12,37-50.13 Cfr. Gv 4,23-24.

14 At 3,30.15 Cfr. Gv 12,20.16 Cfr. Gv 12,21.17 Gv 12,23.18 1Cor 1,23-24.19 H.-U. VON BALTHASSAR, L’evento Cristo, in Mysterium Salutis, VI, Queriniana, Brescia 1971.20 Mc 15,34.21 2Cor 5,21.22 A. VANHOYE, Commento alla lettera ai Galati, Roma 1980, p. 101.23 Cfr. Gal 3,14.24 Cfr. IRENEO, Adversus Hæreses, 5, præf.: PG 7, p. 1120. L’idea è ripresa da altri Padri, quali ATANASIO, Oratio 3 contra Aria-nos, 33: PG 26, pp. 393-396; De incarnazione Verbi, 54: PG 25, pp.191-192. Cfr. anche, tra i Padri latini, AGOSTINO, De Trinitate, 4, 1, 2-3: PL 42, pp. 887-889.25 W. KASPER, Il Dio di Gesù Cristo, Queriniana, Brescia 19852.26 SANT’ANSELMO.27 GIOVANNI PAOLO II, Dives in misericordia, n. 8. Da Quaderni de “L’Ancora” di prossima pubblicazione

Page 4: Anno xxxii n° 11 22 marzo 2015

4 Anno XXXII

22 Marzo 2015PAG

AuguriFesta grande

per i 100 anni di

Concetta

Verdecchia

Originaria di

Ripatransone, perse

il marito per le ferite

di guerra allevando

da sola la figlia

Il 9 marzo la Chiesa celebra la memoria di Santa Francesca Ro-

mana, patrona del Movimento vedovile “Speranza e Vita”. In oc-

casione  di  questa  ricorrenza  le  persone  vedove  appartenenti  al

Movimento, ogni anno si riuniscono in Cattedrale per pregare in-

sieme e partecipare alla Liturgia Eucaristica celebrata dal Vescovo.

In Diocesi sono presenti diversi gruppi vedovili che si riuniscono

mensilmente nelle Parrocchie di residenza per pregare e condividere

le proprie esperienze. Don Ulderico Ceroni, Assistente diocesano

del Movimento ha curato la preparazione dell’incontro con pas-

sione, per que-

sto  a  lui  va  il

nostro grazie di cuore. Le sue parole, dense di

spiritualità nuziale, riflettevano il pensiero di

Padre Enrico Mauri, fondatore del nostro Mo-

vimento.  Il  Vescovo  Carlo,  nell’omelia,  ha

messo in evidenza  i due protagonisti del Van-

gelo del giorno (Lc 4,24-30): Naamàn, il Siro

e  la  vedova  di  Sarèpta. Naamàn  per  essere

guarito porta con sé le sue ricchezze pensando,

con queste,  di acquistare la salute, invece è

bastato semplicemente immergersi nell’acqua del Giordano, in obbedienza al Profeta Eliseo. L’in-

segnamento di cui dobbiamo far tesoro è che un semplice gesto di umiltà ci dà la “guarigione” e

la salvezza. La vedova povera di Sarèpta, è simile alla vedova che

aveva donato i due spiccioli al Tempio, entrambe lodate da Gesù

per aver donato tutto il poco che avevano. Non è la quantità di ciò

che si dona, ma i gesti semplici, pieni di ricchezza interiore, che

hanno valore per Gesù. Il Vescovo ha concluso dicendo che la ve-

dova è provata dal dolore e questo la rende più sensibile alle neces-

sità degli altri. L’umiltà e la carità sono due grandi virtù che ci

aiutano a metterci in contatto con Dio e a condividere con gli altri

ciò che abbiamo, anche se poco. Nel ringraziare il Vescovo Carlo

per il dono della sua presenza tra noi, ci siamo impegnate a pregare

per lui e per le necessità di tutta la Chiesa.

Comunicato Stampa

La riunione della Conferenza Episcopale Marchigiana si è tenuta martedì 10 marzo, nella residenzadell'Arcivescovo di Ancona, il Card. Edoardo Menichelli, che ha voluto ringraziare i Vescovi perla vicinanza mostratagli in occasione della sua nomina a Cardinale. Dopo una riflessione spirituale,presentata dal vescovo di Fano, Mons. Armando Trasarti, l'Arcivescovo di Camerino, Mons. Fran-cesco Giovanni Brugnaro, ha aggiornato circa la preparazione del Convegno della Chiesa italiana,che si svolgerà a Firenze nel prossimo mese di novembre. Alla riflessione sul tema «In CristoGesù un nuovo umanesimo» già avviata all'interno di ogni Diocesi, seguirà un incontro a livelloecclesiale regionale immediatamente preparatorio al Convegno di Firenze. è allo studio qualcheiniziativa utile per l'approfondimento del tema con tutta la realtà regionale. Ci si è poi confrontati,su proposta del Vescovo di Jesi, Mons. Gerardo Rocconi, sul documento predisposto dal ServizioRegionale per l'attuazione del Convegno Ecclesiale Marchigiano (SeRAC), che una volta appro-vato dai Vescovi verrà consegnato alle Diocesi. L'Arcivescovo di Pesaro, Mons. Piero Coccia, hapoi aggiornato circa gli Istituti Superiori di Scienze Religiose della nostra Regione ed è toccatoal Vescovo di San Benedetto, Delegato per la Vita Consacrata, informare che la celebrazione con-clusiva dell'anno della Vita Consacrata avrà luogo il 23 gennaio 2016 nel Santuario di Loreto. Èstata infine resa nota l'approvazione del nuovo statuto dell'Istituto Teologico Marchigiano da partedella Congregazione per l'Educazione Cattolica.Ancona, 10 marzo 2015 Arcivescovi e Vescovi delle Marche

Oggi il Senato tornerà ad esaminare il disegno dilegge sulla riduzione dei tempi tra separazione edivorzio. Quello che hanno chiamato ‘divorziobreve’ e che, sotto le pressioni delle frange parla-mentari più oltranziste è diventato ‘divorziolampo’. Differenza non solo lessicale visto che inballo c’è la possibilità di scioglimento del matri-monio senza passareper la separazione o ri-ducendo la separazionead una parentesi pocopiù che simbolica.Ancora una volta c’è ingioco l’idea di famigliaed i rapporti tra la fa-miglia e lo Stato. Se lafamiglia è un corpo in-termedio privo di si-gnificato sociale nonc’è remora a tagliare leprocedure di scioglimento del matrimonio.Se invece la famiglia ed il matrimonio sono allabase del vivere comune la crisi e lo scioglimentodel rapporto riguardano lo Stato. La pausa di riflessione che intercorre tra separa-zione e divorzio permette ai coniugi di riflettereancora una volta, magari più approfonditamente,

sulle possibilità di riconciliazione e dunque dimantenimento del vincolo assunto con il matri-monio. Lo Stato e le Istituzioni non solo devonoverificare, attraverso l’intervento di un giudice enon di un semplice impiegato di anagrafe che iconiugi stanno decidendo lo scioglimento in co-scienza, senza costrizioni e senza prevaricazioni

di una parte sull’altra,ma devono anchesaper accompagnarele coppie attraversoservizi consultoriali,percorsi di media-zione, di assistenza edi tutela sia dei co-niugi sia degli even-tuali figli. Per questo èimportante che vengacomunque mantenutoe difeso un periodo di

tempo prima dello scioglimento definitivo delvincolo matrimoniale. Non un inutile tempo bu-rocratico, ma uno spazio utile per un estremo ten-tativo di ricomposizione o anche soltanto comesostegno per rendere meno traumatica la separa-zione. La fretta è spesso cattiva consigliera: nellavita ed in Parlamento. Daniele Nardi 

DIVORZIO BREVE. LA FRETTA È CATTIVA CONSIGLIERANELLA VITA ED IN PARLAMENTO

Santa Francesca Romana, patrona del Movimento vedovile“Speranza e Vita”

A COMUNANZA DALLA “CASA DELLA SPERANZA”

TENDIAMO LA MANO

La comunità di Comunanza, sempre pronta e disponibile a tendere una mano al prossimo. Anchein questa occasione dimostra di  farlo,  dando vita  ad un’associazione  “CASA DELLA SPE-RANZA” che da diversi anni, sostiene progetti per i bambini e non solo del Nord Uganda. DONCIPRIAN il loro contatto principale nonché cittadino onorario di Comunanza, insignito di questa

onorificenza nel maggio 2014 dal precedenteSindaco Domenico Annibali. Ha fatto visita di-verse volte alla comunità di Comunanza, altret-tanto  diversi  giovani  hanno  fatto  esperienzadiretta in terra Ugandese, riportando esperienzedi grande spessore. - La parrocchia di Don Ci-prian è quella di Atanga, Arcidiocesi di Gulu(Nord Uganda). I progetti già portati a terminesono:

Centro Medico con ambulatorio. Dispensario e

ostetricia  con  dottore.  Ostetrica  e  medicine.

Adozione  allo  studio  per  un  gruppo  di  venti

bambini/e ragazzi/e. Scuola Materna. Sviluppo

dell'agricoltura. Costruzione di pozzi artesiani.

Adesso è partito, un nuovo progetto che consiste nella costruzione della scuola materna in mura-

tura, fino ad oggi, l'asilo veniva svolto sotto gli alberi e all'interno di un capanna, quelle che loro

chiamano” Hot”, costruite con fango con il tetto di paglia. Desiderio espresso da CASA DELLA

SPERANZA sarebbe che per la Pasqua la struttura fosse terminata.

Riferimenti per chi volesse sostenere i progetti di “Casa della Speranza”CASA DELLA SPERANZA

63087 Comunanza (AP) Tel. +39.338.5076893

Conto Corrente Postale: 78125820

Iban: IT35O0760113500000078125820

[email protected]      www.casadellasperanza.org

L’assoluzione di Silvio Berlusconi “non cancella ilrilievo istituzionale e morale del caso”E’stata durissima la presa di posizione di Avvenire nei confronti di Silvio Berlusconi, che, secondoil quotidiano della Cei, esce pulito dal Rubygate solo da un punto di vista giudiziario. Il ragiona-mento contenuto nel fondo firmato dal direttore Marco Tarquinio è chiaro: l’esclusione della con-cussione e della prostituzione minorile fanno cadere nel vuoto la responsabilità penale, ma noncancellano il clima di promiscuità delle cene galanti di Arcore. Il leader di Forza Italia non subiràle conseguenze del processo ma fornisce un immagine di sé imperdonabile per un personaggiopubblico. “C’è molto da riflettere su come è stato imbastito il processo e sulle sue conseguenze –scrive Tarquinio – ma l’esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionalee morale del caso”. Anche solo per il fatto  “che un simile processo sia stato possibile, è evidenteche un’assoluzione con le motivazioni finora conosciute non coincide con un diploma di bene-merenza politica e di approvazione morale”.Un’analisi che ha trovato il plauso del segretariogenerale della Cei, mons. Nunzio Galantino: “Avvenire ha preso una posizione coraggiosa cheva sostenuta e confermata – ha commentato -.La legge arriva fino a un certo punto ma il discorsomorale è un altro”. Il vescovo, parlando a margine di un convegno sul servizio civile, ha aggiuntoche la questione non riguarda “solo Berlusconi. Tutte le volte in cui c’è una assoluzione bisogna

andare a leggere le motivazioni. Mail dettato legislativo arriva fino adun certo punto, il discorso morale èun altro”. Facendo l’esempio dellalegge sull’aborto Galantino ha sot-tolineato che “se un fatto è legalenon è detto che sia morale”. Paroleche all’ex premier non hanno fattopiacere,  specie ora che sta rilan-ciando la sua credibilità politica,terminata la condanna per il casoMediaset.

F O T O C R O N A C A

Page 5: Anno xxxii n° 11 22 marzo 2015

5Anno XXXII

22 Marzo 2015 PAG

Leggiamo Lc 7,36-50. In questo brano – uno

dei capolavori di Luca –  amore e perdono si

mescolano insieme e insieme crescono; la ra-

gione ultima di tanto amore e perdono è l’in-

contro con Gesù. I paralleli con Mt 26,7-9;

Mc 14,3-9; Gv 12,1-8  riguardano un’altra

donna, Maria di Betania.

1. Gesù è a pranzo in casa di Simone

«Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui.

Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a

tavola» (Lc 7,36). 

Gesù  accetta  l’invito  non  perché  è  un

mangione  e  un  beone,  ma  perché  «è  un

amico… di peccatori» (7,34). Il verbo geco,

anaklínô, dice che egli era reclinato a terra –

come gli altri commensali – sul fianco sini-

stro e con i piedi verso la parete; quindi alla

donna era facile raggiungerne i piedi. 

2.  La peccatrice

presso i piedi di

Gesù. «Ed ecco, una

donna, una pecca-

trice di quella città,

saputo che si trovava

nella casa del fari-

seo, portò un vaso di

profumo; 38stando

dietro, presso i piedi

di lui, piangendo, co-

minciò a bagnarli di lacrime, poi li asciu-

gava con i suoi capelli, li baciava e li

cospargeva di profumo» (Lc 7,37-39). 

Una donna peccatrice – Luca non vuole

proprio chiamarla “prostituta” quale essa è –

«saputo che si trovava nella casa del fari-

seo», cioè sente il forte bisogno di andare da

lui per rendergli omaggio in quanto profeta.

Non prevede in quel momento quale sarà il

risultato di quell’incontro. 

Di certo ritiene che è un incontro impor-

tante  tanto che  lo prepara anche material-

mente per il fatto che porta con sé «un vaso

di profumi»; in quanto poi esercitava la sua

attività «in quella città», quindi era ben co-

nosciuta, si trova nella necessità di armarsi

di un’audacia straordinaria per farsi strada e

giungere vicino ai piedi di Gesù. La forza le

viene dal desiderio profondo e ancora inde-

terminato di rendere omaggio al Profeta di

Nazaret. Una volta che è «presso i piedi di

lui, piangendo, cominciò a bagnarli di la-

crime». Quel piangere  liberatorio  le viene

dal peccato che sente dentro di sé, e Luca

non le ha risparmiato l’appellativo di «pec-

catrice»; ma ancor più perché, nonostante

tutto, incomincia a sentirsi amata da Gesù;

ed essa, con le lacrime di pentimento e di pu-

rificazione, risponde a tanto amore. Luca usa

tre  volte  il  verbo  all’imperfetto,  modalità

temporale che esprime la durata nel passato:

«poi li asciugava con i suoi capelli, li ba-

ciava e li cospargeva di profumo». cioè con-

tinuava ad asciugarli, a baciarli, a cospargerli

di profumo. 

Quella donna, con la Sposa del Cantico

dei  Cantici,  avrebbe  potuto  dire:  «Trovai

l’amore dell’anima mia (Ct 3,4). Luca è riu-

scito  a  rendere manifesto  che  l’interno  di

quella donna è stato sempre più illuminato

da una luce del tutto nuova: “luce intellettual,

piena d'amore; / amor di vero ben, pien di le-

tizia; / letizia che trascende ogne dolzore”

(Dante, Paradiso 30,39-41).   

3.  Nota: l’amore verso la persona di

Gesù in Luca. Nel Nuovo Testamento, sulla

base di Dt 6,4-9, l’amore è rivolto abitual-

mente a Dio. Le eccezioni sono poche. Caso

notevole è: «Simone, figlio di Giovanni, mi

ami più di costoro?....»

(Gv  21,15-17)  e  la

frase, però,  di passag-

gio:  «Se  qualcuno  mi

ma...»  (Gv

14,15.21.23).  Altrove,

in 1Cor 16,22; Ef 6,24

e 1Pt 1,8. 

In  Luca,  invece,

l’amore,  nella  duplice

direzione, verso Gesù e

di Gesù, ha un rilievo notevole; muove al

perdono nel pentimento e nella conversione.

Il caso di Lc 7,36-43 prende quindi un lumi-

noso rilievo. Altro caso proprio di Luca: «Al-

lora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su

Pietro [che  lo  aveva  tradito  poche  ore

prima], e Pietro si ricordò della parola che il

Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo

canti,  oggi mi  rinnegherai  tre  volte”.  62E,

uscito fuori, pianse amaramente» (Lc 22,61-

62). Pianto di pentimento e di amore causati

dallo sguardo amoroso e severo di Gesù. 

Nel caso di Zaccheo Gesù precede l’inte-

ressato, autoinvitandosi: «Zaccheo, scendi

subito,  perché oggi  devo  fermarmi  a  casa

tua»  (19,5). E Zaccheo  reagisce  in questo

modo: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò

che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qual-

cuno, restituisco quattro volte tanto» (19,8). 

C’è il caso in cui la preghiera a Gesù esce

dal corpo straziato e umiliato, quello del la-

drone: «Gesù, ricòrdati di me quando entre-

rai nel tuo regno»; e «Oggi sarai con me in

paradiso»  (23,42.43).  E  ancora:  «Saulo,

Saulo, perché mi perséguiti?» (At 9,4); quel

duplice: Saulo Saulo, proviene dall’amore

misto a rimprovero.  

Conclusione. Signore Gesù, renditi pre-

sente  col  tuo  amore  nella  mia  vita  e  tra-

sforma la mia vita nell’[email protected]

Amore e perdono, perdono e amore

47. A TAVOLA IN CASA DI SIMONE. LA PECCATRICE

DOMENICA 22 MARZO

Montedinove Ritiro per i giovani di AC

Ore 15.30 San Benedetto Tr. - Sala polivalente 

Caritas: 

Ritiro per gli insegnanti di religione

Ore 21.00 San Benedetto Tr.

Teatro S. Filippo Neri: Conclusione 

del Corso di Cristianità Uomini

LUNEDì 23 MARZO

Ore 17.00 Ripatransone - Monastero S. Maria 

Maddalena: S. Messa

MARTEDì 24 MARZO

Ore 10.30 San Benedetto Tr. - Ospedale: S. 

Messa e visita ai reparti

Ore 16.00 Ospedale: visita ai reparti

MERCOLEDì 25 MARZO

Ore 15.00 San Benedetto Tr. - Ospedale: 

visita ai reparti

Ore 21.00 Porto d’Ascoli

Parrocchia SS. Annunziata: S. Messa

VENERDì 27 MARZO

Ore 16.00 San Benedetto Tr. - Cattedrale: 

Confessioni

Ore 21.00 Villa Lempa - Stazione quaresimale

DOMENICA 29 MARZO

Ore 10.30 San Benedetto Tr. - Cattedrale: 

Benedizione delle Palme, 

Processione e S. Messa

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 22 AL 29 mArZO 2015

Finestra aperta sul nostro Seminario regionale - (marzo 2015)

CONOSCIAMO MEGLIO L’ANNO PROPEDEUTICO

La comunità propedeutica di quest’anno è co-stituita da nove giovani provenienti da cinquediocesi marchigiane. Essa, seppur collegata allacomunità del maggiore, ha una sua fisionomiae autonomia, al fine di garantire a ciascuno unsereno discernimento vocazionale e una gra-duale introduzione al seminario maggiore. Que-sta introduzione è oggi quanto mai necessariaperché i giovani che entrano in Seminario pro-vengono da esperienze personali ed ecclesialitra loro molto diverse. Il propedeutico è untempo di formazione che precede quello del se-minario ed è caratterizzato da momenti di fra-ternità e di condivisione. È anche un tempo incui ciascun giovane è chiamato a staccarsi tem-poraneamente dal mondo per prendersi cura disé e imparare a habitare secum (abitare con sestesso), condizione essenziale per cercare il Si-gnore e radicarsi in lui, per conoscersi e peraprirsi alla comunione profonda con i fratelli. Durante questo periodo il consolidamento della ma-turità umana e spirituale è importante sia per l’esito positivo della formazione sia per una rispostapiù consapevole e libera alla chiamata del Signore. L’itinerario formativo è scandito da momenticomunitari e personali ed è guidato dell'educatore responsabile della comunità che, in costantecontatto con il rettore del maggiore, si preoccupa di organizzare la vita comunitaria, di tracciaree verificare gli itinerari formativi dei giovani. Il padre spirituale ha il compito di guidare i giovaninella vita spirituale e di preghiera per approfondire e purificare le proprie motivazioni vocazionali.Per integrare la formazione di base sia spirituale che culturale ci si avvale anche di alcuni corsi diintroduzione alla fede, alla vita spirituale, al discernimento, alla vocazione e alla figura del pre-sbitero diocesano, allo studio della filosofia e delle lingue classiche (latino e greco) per chi nonproviene da studi umanistici. Ma la vita dei propedeuti non si svolge solo al chiuso. Importantiesperienze esterne arricchiscono il cammino formativo: gli esercizi spirituali di inizio anno, vissutiinsieme al propedeutico del seminario regionale di Chieti e incentrato sulla figura di Pietro; i ser-vizi caritativi del lunedì alla mensa “Padre Guido” di Ancona e all’Istituto “Bignamini” di Falco-nara; le settimane di condivisione mensili presso il “Centro Giovanni Paolo II” di Montorso; ilpellegrinaggio francescano ad Assisi-La Verna; l’esperienza nelle case-famiglia della “ComunitàPapa Giovanni XXIII”; infine, il pellegrinaggio a Roma sulla tomba dell’Apostolo Pietro a con-clusione dell’anno formativo. Il propedeutico, dunque, è un vero tempo di grazia che, immergendoil giovane nel mistero di Cristo e della Chiesa, avvia un discernimento iniziale della vocazione epermette di avviare il cammino di formazione in Seminario nel modo più proficuo.Don Claudio Marchetti (Vicerettore e Responsabile del Propedeutico – Diocesi di San Benedetto)

ANCONA – Mercoledì 11 Marzo ha avuto luogo presso il Pontificio Seminario Regionale Mar-chigiano, un’esperienza formativa molto coinvolgente: il gruppo coro ha organizzato una giornatadi approfondimento musicale e testimonianza con i ragazzi appartenenti al Sermig.Il SERMIG (Servizio Missionario Giovani) nasce a Torino nel 1964, fondato da Ernesto Olivero,sua moglie e da un gruppo di giovani, per concretizzare un “sogno”: eliminare la fame e le grandiingiustizie del mondo. Dal 1983 il Sermig entra nel vecchio arsenale militare di Torino e grazieall’aiuto gratuito di migliaia di persone lo trasforma in Arsenale della Pace. Oggi l’Arsenale è unasorta di “monastero metropolitano” abitato da una fraternità che vive nella preghiera e nel servizioai giovani e ai più poveri. In questo contesto è nato anche il laboratorio del Suono, cioè il progettomusicale del Sermig, che dal 1998 vuole diffondere, attraverso la musica, la cultura del dialogotra giovani e non, di ogni etnia, razza ed età, un’idea condivisa oggi da oltre 200 allievi, dai 3 ai70 anni, che frequentano i corsi tenuti dai docenti e musicisti professionisti della Scuola di Musicadel Laboratorio del suono. Alcuni di questi allievi danno poi vita all’Orchestra Giovanile e alCoro dell’Arsenale della Pace, formazioni composte da circa 60 e 40 elementi, proponendosi ditrasformare in musica l’esperienza ed i contenuti del Sermig. Così dunque, nell’arco del suddettopomeriggio presso il seminario, l’incontro è iniziato con un laboratorio musicale, nel quale si èpotuta assaporare la reinterpretazione musicale di alcuni brani musicali normalmente eseguiti incontesti liturgici. Il gruppo coro ha potuto anche esercitarsi nell’esecuzione di alcuni canti notied altri peculiari di questo movimento, apprendendo delle tecniche atte a rendere più espressivaed incisiva l’esecuzione. In serata poi, dopo cena, le porte dell’auditorium del seminario si sonoaperte anche ad amici e persone esterne per ascoltare una testimonianza di vita di questa “spiri-tualità”, improntata all’attenzione ai bisogni del prossimo. Sono stati eseguite anche alcune per-formances musicali e proposti spunti di riflessioni sulle attività caritative del Sermig. Un incontro veramente ben riuscito ed apprezzato da tutti, per i contenuti trasmessi e l’aver rice-vuto un rinnovato stimolo alla cooperazione per vivere una carità vera nella gioia del Vangelo. Silvio Giampieri

UN COINVOLGENTE INCOTRO CON IL SERMIG

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Anche quest’anno verrà ripro-posto alla comunità di Ripa-transone il tradizionaleappuntamento quaresimaledel Settenario in onore dellaMadonna Addolorata.Si aprirà infatti nel pomerig-gio del 20 Marzo alle ore17,30 quando avrà luogo laVia Crucis in Duomo, come diconsueto sinora nei Venerdì diQuaresima; a seguire verso leore 18, la meditazione delSanto Rosario, contestual-mente alla traslazione dell’im-magine della Vergine dallachiesa della Confraternitadella Misericordia e Mortesita nella cripta, terminandopoi con la celebrazione dell’eucarestia nellaconcattedrale ripana alle ore 18,30.Il Settenario proseguirà con la celebrazione eu-caristica al solito orario feriale delle 17,30 eculminerà con la processione per le vie della

città con il venerato simulacroVenerdì 27 (preceduta alle ore17,30 dal Rosario ed alle 18,00dalla santa messa). Domenica22 poi, per coloro che lo desi-derano, al termine della messadelle ore 8,30 presso la chiesadi Santa Croce, ci sarà una vi-sita comunitaria nell’attiguo ci-mitero, come sosta in preghieraper ricordare anche i defunti inquesto periodo di quaresima.Da segnalare anche che Merco-ledì 25 alle ore 21,30 verrà ri-proposto un incontro dipreghiera per gli ammalati, surichiesta dei parrocchiani, dopola riuscita del precedente ilmese scorso. La comunità tutta

verrà dunque coinvolta a vari livelli ad affidarsiall’intercessione della Beata Vergine Addolo-rata, per essere da Lei accompagnati in que-st’ultimo tratto di quaresima che prepara almistero pasquale. Silvio Giampieri

Domenica 22 Febbraio nella tarda mattinata si ètenuta a Ripatransone l’annuale Assemblea ordi-naria degli associati della locale AVIS comunale.L’incontro è avvenuto, come di consueto, pressoi locali della sala parrocchiale Mons. Radicionidi Piazza Condivi, per rendere più agevole l’af-fluenza degli iscritti. Il Presidente Decio Mari-nelli ha aperto i lavori relazionando in merito alleattività dell’associazione nell’arco dell’anno ap-pena trascorso. In modo particolare negli ultimimesi è avvenuto l’accreditamento del punto pre-lievi ripano, ora adeguato alle norme di legge edotato di tutti i comfort necessari per una rego-lare donazione, nel rispetto alle normative euro-pee vigenti. (Il Presidente e i volontari sono stati,tra l’altro, elogiati dall’autorità sanitaria, per lozelo dimostrato nel provvedere rapidamente al-l’adempimento dell’ammodernamento dei locali,adoperandosi fattivamente anche nel periodoestivo). Da segnalare al tempo stesso nell’assem-blea, anche la gradita presenza di MassimoLauri, Presidente Regionale dell’associazione e

del Vicepresidente dell’AVIS Pro-vinciale Carlo Oddi. Come di con-sueto ha avuto luogo anche larelazione sul bilancio annuale del te-soriere della sezione comunale, Dott.Vito Verdecchia, mentre la Segreta-ria Rosalba Salvi ha illustrato i datiinerenti l’andamento delle donazionidel 2014. Sono state poi avanzate al-cune proposte tra cui quella di costi-

tuire un gruppo ciclistico amatoriale,coinvolgendo sportivi residenti sul territorio, colduplice scopo di condividere la propria passionee fare da cassa di risonanza per sensibilizzare allapratica della donazione di sangue sempre nuovepersone. Questa ipotesi, come altre iniziativeportate avanti negli ultimi anni, sono il segno delcoinvolgimento dei giovani in questa associa-zione, i quali forniscono il loro apporto di entu-siasmo e creatività per rilanciare questo servizioimportantissimo per tutta la comunità. In un se-condo momento Domenica 8 Marzo ha avuto poiluogo il pranzo sociale degli iscritti pressol’Agriturismo “Colle del Giglio”, di proprietà delnostro “concittadino” Jury Chechi, che è statomomento di condivisione fraterna e di ulteriorescambio di idee e progetti in modo più informale.L’auspicio è che la pratica della donazione delsangue possa diffondersi sempre più nella popo-lazione, sostenuta da questa associazione chemeritoriamente ne provvede alla sensibilizza-zione ed al sostegno. Silvio Giampieri

BILANCIO POSITIVO PER L’AVIS DI RIPATRANSONE

L’APPUNTAMENTO CON IL SETTENARIO DELL’ADDOLORATA A RIPATRANSONE

Quando i Piceni divennero Romani: studio del territorio

Splendido raduno a Cupra Marittima e Ripatran-

sone  dei membri Archeoclub del territorio pi-

ceno,organizzato, dopo vari incontri, da Marchecentro d’Arte per il progetto di conoscenza ter-

ritoriale, dal titolo” Quando I Piceni divenneroRomani”.  Negli incontri  preparatori presso l’-

Hotel Calabresi di San Benedetto si sono tenute

due conferenze:  la prima con l’Archeologa Ti-

ziana Capriotti sui Piceni, la seconda sui Romani

con il professore Mariano Malavolta docente di

Storia Romana presso l’Università Tor Vergata di

Roma. Fanno seguito le escursioni sul territorio

alla verifica diretta di quanto riportato nei testi di

storia locale. Per il primo tour, la  zona nord (Carassi, Cossignano, Cupramarittima e Ripatransone)

ha invitato la zona sud (Martinsicuro, Monsampolo, Monteprandone, Offida e San Benedetto del

Tronto) a visitare a Cupramarittima  il Ninfeo, con la storia della scoperta, l’ambientazione del litorale

la ricostruzione virtuale con Giovanni Ciarrocchi ed  il minuzioso studio dei mosaici ad opera del

mosaicista Germano Vitelli. Poi il gruppo ha proseguito percorrendo  la Valmenocchia lungo il parco

archeologico  e con deviazioni per strade interrotte dopo le ultime terribili piogge. Il suggestivo arrivo

a Ripatransone, con le maestose mura di cinta recentemente restaurate e la visita all’interno del torrione

del Balzo ove la sede locale di Archeoclub d’Italia ha esposto in occasione dei festeggiamenti dei

2000 anni dalla morte dell’imperatore Ottaviano Augusto,  la carta Teodosiana  ad uso dei militari

del periodo augusteo per gli spostamenti e dalla quale si  identifica la conoscenza del territorio al-

l’epoca, con la V regio augustea. Proprio di fronte al torrione si trova la sede del  Museo della civiltà

contadina, dove  il suo presidente Nazareno Vespasiani, ha accolto i turisti, un po’ infreddoliti, con

del vinsanto. Il raduno presso il museo

Archeologico ha evidenziato l’impossi-

bilità di entrare tutti assieme (il numero

massimo posto per ogni tour  non può

superare 25 persone) ed è stato neces-

sario dividere in tre gruppi,alternandosi

nella presentazione la dott.ssa Tiziana

Capriotti e Ilene Acquaroli per la parte

picena, romana e quella medioevale. La

suggestione nel vedere i reperti, la rico-

struzione  rappresentata visivamente e

la spiegazione del punto dove gli og-

getti erano stati ritrovati, la tomba della

donna picena nella sua interezza, le monete romane e il continuo ricordo della personalità lungimirante

del parroco Don Cesare Cellini che nel 1800 ha cominciato a valutare gli oggetti trovati e fondare il

Museo nel 1877 ha suscitato i commenti delle persone di paesi vicini che dicevano “ma tu lo sapevi

che a Ripa c’erano tutte queste cose?”. I due gruppi rimasti in attesa di entrare hanno trovato inte-

ressanti diversivi: un gruppo assistendo in teatro alla lezione del corso biennale  di pedagogia teatrale,

partecipando in modo diretto su chiamata  del direttore del corso Francesco Aceti e l’altro gruppo

presso la sala Condivi  con visione della Mostra fotografica del Cinefotoclub  sulle antiche mura di

cinta e i torrioni della Ripa mediovale. La conferenza  conclusiva nella Sala di rappresentanza del

Municipio, alla presenza del Sindaco Remo Bruni e dell’assessore alla cultura con le relazioni dei

presidenti degli archeoclub di Carassai, Cossignano, Cupramarittima e Ripatransone ha concluso la

parte culturale, quindi dopo un rapido passaggio al palazzo settecentesco di Luzio Bonomi, la cena

presso le cantine del palazzo ha concluso la splendida giornata.

UNA DELEGAZIONE DELLA BANCA DI RIPATRANSONE IN VISITA DAL PAPA

Una delegazione della Banca di Ripatransone di Credito Cooperativo ha partecipato all'udienzain Vaticano riservata ai cooperatori aderenti alla Confederazione Cooperative Italiane (Confcoo-perative). La delegazione della Banca di Ripatransone era composta dal Presidente Michetti dalConsigliere Massi dal sindaco effettivo Carminucci e dal direttore Verdecchia.“Non fermatevi – ha detto in particolare Papa Bergoglio - a quello che avete realizzato, ma con-

tinuate a rafforzare le vostre realtà. Abbiate il coraggio di uscire

da esse, per portare la cooperazione ai confini del cambiamento,

dove la speranza ha bisogno di emergere”.“Accogliendo l'invito del Papa - ha detto il Presidente della Bancadi Ripatransone Michelino Michetti – mi piace ricordare i concetti

espressi durante l'udienza in Vaticano dal presidente di Federcasse

Alessandro Azzi il quale ha sottolineato l'importanza di proseguire

un percorso che abbia centrale lo sviluppo delle comunità locali.

Significativo per il nostro lavoro il richiamo di Papa Bergoglio

alla qualità di una nuova economia che possa far crescere le per-

sone in tutte le loro potenzialità ed in piena dignità, ricordando in

modo particolare il dramma dei senza lavoro o degli esclusi

a vario titolo da un percorso di crescita”.

Da ripatransone

Prontagonisti del nostro tempoSabato e domenica 7/8 marzo, noi ragazzi del Clan/Fuoco Jonathan del Grottammare 1, cisiamo riuniti a Monteprandone, per gettare le basi della nostra nuova Carta di Clan!Tornati ad agosto dalla route nazionale, dove siamo stati travolti da ondate di positività e idealicondivisi, con lo zaino pieno di entusiasmo e nuove idee, abbiamo da subito sentito un bisognodi rinnovamento, per poter dar spazio alle nostre esigenze, che non si rispecchiavano più in quelledel passato. La nostra vecchia Carta di Clan, un documento dove viene definita la nostra comunitàe stabiliti gli obiettivi da raggiungere, ci stava ormai troppo stretta e non dava più gli input neces-sari per aspirare a nuovi margini di miglioramento. Allora ci siamo messi al lavoro, dapprima inpiccoli gruppi, ed in seguito come in un vero e proprio parlamento, per votare e dar vita ai puntisalienti del nostro “documento di identità” quali la COMUNITA’, il SERVIZIO, la STRADA, laFEDE e la SCELTA POLITICA. Dopo una lunga ma proficua “seduta parlamentare” siamo final-mente riusciti a concordare la nuova e definitiva Carta di Clan e ad accogliere a tarda notte i nuovimembri della nostra comunità. Ora, nell’attesa della stesura completa e della firma ufficiale deldocumento, siamo già orgogliosi di essere stati anche noi parte di un piccolo ma importantissimocambiamento. Alice Marconi - Gruppo Scout Grottammare 1

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7Anno XXXII

22 Marzo 2015 PAG

Oggi  mi  è  capitata  tra  le

mani una cartolina di Foce

degli anni 50. Non ci sono

mai stato in questo piccolo paese dell’ascolano, ma le cronache di que-

sti giorni hanno parlato molto di questo paese, i pochi cittadini che vi-

vono lì sono rimasti bloccati dalla neve. Per cui è rimasto isolato.

Immagino le persone che vivono lì con tanti problemi che ha causato

la neve. Ho desiderato essere lì per poter essere di aiuto,anche sempli-

cemente per tenere compagnia alle persone anziane sole. Penso che

noi detenuti, anziché farci scontare la pena rinchiusi in quattro mura,

potremmo essere “utilizzati” per servizi sociali. Molti rifiuti vengono

differenziati per poi essere riutilizzati siccome noi detenuti veniamo

definiti “rifiuti della società” perché non possiamo essere riutilizzati

per riscattare i nostri errori?             G.

Quasi tutti i giorni ascolto “radio aut”, è un'emittente che mi piace

molto, perché tutti i radioascoltatori sono come una famiglia. Sono en-

trato anch' io a farne parte. Non ho la possibilità di telefonare, e l unico

mezzo che ho per comunicare con loro sono le lettere, che il direttore

G. Guardabassi legge in diretta. Grazie a questa radio ho avuto la pos-

sibilità di conoscere persone nuove. Alcuni radioascoltatori mi scrivono

per tenermi compagnia. Sapere che qualcuno che non mi conosce mi

saluta per radio, non mi fa sentire solo in questo momento difficile.

Ringrazio di vero cuore tutto il cast della radio e tutti i radioascoltatori.

G.

Guardando queste foto mi piace il paesaggio, la montagna le case vec-

chie. Mi fa venire in mente di fare una gita con mia moglie e mia figlia

perché c è aria fresca e neve.

Mi piacerebbe fare una passeggiata a cavallo con le mie donne, adden-

trandoci nei sentieri nevosi e non tornare più. Penso a quanto può es-

sere antico questo paesino, alla    storia che ha avuto, mi affascina

pensare alle leggende che sono legate alla montagna, streghe, maghe

e folletti.

Mi chiamo Vejsel, e come tanti altri, sono ristretto in questo istituto

per una sventura..... Domani è dome-

nica  otto  marzo  ed  è  la  festa  della

donna, tutti noi o quasi la domenica otto

marzo avremmo desiderato trascorrere

questa giornata con la propria compa-

gna, anche se,io penso che non bisogna

aspettare  l'8 marzo  per  dedicare  una

giornata di festa alla donna. Io, quando

sto con la mia compagna, mi impegno

in tutti i modi per farla sentire sempre

speciale e unica come se fosse  tutti  i

giorni un 8 marzo. Certo ci sono alti e

bassi come in tutte le coppie, ma ciò

non ci fa allontanare, ma rafforzare il

nostro rapporto. Anche se mi trovo ri-

stretto qui, lei non mi ha abbandonato, anzi è l unica persona che mi

sta molto vicino, mi dà coraggio a superare questa brutta esperienza

lontano da lei. Spero di uscire presto da qui per regalarle il resto dei

miei giorni di vita, perché lei è la mia vita. Tanti auguri amore mio sei

unica e speciale per me.   V.

Oggi mi vengono presentate delle cartoline che raffigurano bellissimi

paesaggi di montagna. Tra queste ce ne sono alcune in bianconero. Ho

da subito associato questi paesaggi alla festa della donna, perché è ca-

ratterizzata dalla pianta della mimosa, un fiore appunto che cresce

spontaneo ma che ha una nobile finalità:festeggiare la DONNA. Lo

scrivo in maiuscolo per dargli l'importanza che merita e basterebbe per

renderne l'idea che tutti siamo figli delle donne. Mi vengono diverse

associazioni tra il paesaggio e la donna, penso al potere di entrambi,un

monte irto innevato pieno di insidie difficile da scalare, posso asso-

ciarlo alla donna di carattere, impenetrabile. I paesaggi fioriti di pri-

mavera ti contagiano la gioia nel cuore, come la donna che ti vuole

bene, come la mamma quando ti abbraccia che ti avvolge con il suo

calore. Anche il paesaggio ti avvolge con i suoi colori ed il sole. Voglio

chiudere dicendo: viva la donna viva il paesaggio.          T.

Ho visto una cartolina di Foce di Montemonaco. Sullo sfondo c'è “lo

scoglio del lago” e ci sono delle casette isolate in una conca. Immagino

di essere lì con mia moglie e mio figlio, poter fare delle belle escursione

a cavallo e dei bei picnic. Mi piace stare a contatto con la natura, poter

respirare aria pulita, non inquinata dallo smog della “civiltà moderna”.

Rimarrei in silenzio per sentire il canto degli uccellini e sentire il vento

tra gli alberi. Insegnerei a mio figlio il rispetto per la natura, e  lo aiu-

terei a riconoscere ogni animale e lo vedrei felice e meravigliato.

Aiuterei mia moglie ad accendere il fuoco a cucinare per poi mangiare

all'aperto. Potremmo rilassarci sotto un albero a pancia all'insù,guar-

dare insieme il cielo infinito, le nuvole cambiare forma a seconda del

vento e fantasticare su cosa potrebbero essere. Potrei scambiare dei

gesti di affetto con la mia compagna per poi  giocare a calcio con mio

figlio, perché lui va pazzo per il pallone.Mi auguro che tutto questo

possa al più presto avverarsi per far sì che  non sia solo fantasia.   L.

Dal Carcere di marino del Tronto

Cartoline affidate al vento con dentro un cuore pieno di nostalgia

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

La presentazione del libro “La parola secondo Gio-vanni” di Tito Pasqualetti, dopo quella avvenutanel mese di dicembre 2014 a San Benedetto delTronto, si effettuerà nei seguenti luoghi e con talescadenza:

Libreria Rinascita Ascoli Piceno Ore 17,30 del 31 marzo 2015

nella sala delle conferenze

Presenterà    don  Domenico

Poli, docente di Sacra Scrit-

tura    presso  l’Istituto  di

Scienze  religiose  Mater

Gratiae

RipatransoneOre  18,30  dell’8  aprile

2015 nella Sala Rossa delle

sede comunale

Presenterà don Gian Luca

Rosati

AcquavivaOre 17 dell’11 aprile 2015 presso l’Auditorium San Gia-

como della Marca della Banca Picena Truentina

Presenterà Mons. Gervasio Gestori, Vescovo emerito della

diocesi  di  San  Benedetto  del  Tronto-Ripatransone-

Montalto M.

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Page 8: Anno xxxii n° 11 22 marzo 2015

8 Anno XXXII

22 Marzo 2015PAG

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