Anno xxxii n° 15 26 aprile 2015

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ANNO XXXII N° 15 - 26 Aprile 2015 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno A pag. 3 Il CIR manifesta la propria indignazione per i ripetuti naufragi A pag. 4 Ripatransone: Don Vittorio Perozzi è tornato alla casa del Padre Oasi Grottammare: Festa di S. Aureliano FRANCESCO-MATTARELLA I solchi: simpatia sobrietà e sintonia Tre esse: simpatia, sobrietà e sintonia. In queste tre parole si può racchiudere il signifi- cato della prima visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Vaticano per incontrare Papa Francesco, il 18 aprile 2015. Simpatia che è il frutto diretto di quell’affetto che, giorno dopo giorno, cresce nel popolo italiano verso un Papa “preso dalla fine del mondo”, ma che sin dal suo primo in- contro ha saputo stabilire un rapporto tanto semplice quanto profondo fra il vescovo di Roma e il suo popolo. Sobrietà di due uomini che non amano il fasto delle istituzioni e che ne interpretano, ciascuno nella propria auto- nomia istituzionale, la dimensione più pura di servizio. Una propensione che, a loro avviso, non ha bisogno di particolari forme esteriori, quanto di una sollecitudine che dalle istitu- zioni si trasferisce ai singoli, alle famiglie, alle diverse articolazioni sociali. A loro si offre l’esempio della sobrietà personale come forma di rispetto verso un mandato che è in- nanzitutto servizio e non esaltazione autore- ferenziale. Sintonia sulle grandi emergenze del tempo e che mettono a dura prova la pace, la democrazia e la coesione sociale: la man- canza di lavoro soprattutto per i giovani, l’ac- coglienza degli uomini e delle donne in fuga dalle guerre e dalle carestie, la difesa dell’am- biente come patrimonio di tutti e di ciascuno nella costruzione del bene comune. Il tutto in un reciproco e convinto riconoscimento delle rispettive autonomie, nel solco dei Patti La- teranensi e delle buone pratiche maturate dal Concilio Vaticano II in poi. Come cittadini e come credenti non possiamo non essere grati (e immaginiamo lo sia anche il presidente Mattarella, che tutti ci rappresenta) per l’in- vocazione finale di Papa Francesco: “Dio protegga l’Italia ed ogni suo abitante”. EDITORIALE A pag. 5 A pag. 6 I 107 ANNI DELLA SIGNORA GINA! A pag. 7 CONFRATERNITA “MARIA SANTISSIMA DEL SUFFRAGIO” A pag. 7 Cinque anni dopo la precedente ostensione, la Sin- done è di nuovo visibile al pubblico, nel Duomo di Torino, dal 19 aprile al 24 giugno 2015. Sul Sacro Lino resta tuttavia il grande mistero: coincide col telo funebre che ha avvolto il cadavere di Gesù di Nazareth? “(…) Tra i due racconti, quello della passione e morte di Gesù riferi- toci dal Nuovo Testamento e i dati sindotici, non esiste incom- patibilità”, spiega Pierluigi Baima Bollone,(l’ esperto che da 40 anni studia il reperto) pro- fessore emerito di Medicina Le- gale, alla rivista Oggi Alcune precisazioni: “(…) Non sappiamo ancora attraverso quale meccanismo le membra di quell’uomo siano rimaste stampate sul telo funerario. Di certo non è stata colpa del ca- lore. (…) Navighiamo nel mare delle grandi ipotesi“.Tra queste ipotesi c’è quella di al- cuni studiosi che ipotizzano come l’immagine si sia ripro- dotta sul tessuto a causa delle esalazioni corporee, che interagendo con la miscela di mirra e aloe utilizzata nella sepoltura, avrebbero provocato l’impressione della misteriosa imma- gine, che non sarebbe stata neanche dipinta da una mano umana. Anche a fronte dell’inspiegabilità del fenomeno, quell’immagine di uomo così simile all’iconografia classica di Cri- sto continua a sconvolgere e allo stesso tempo affascinare tanto gli scienziati quanto i fe- deli. Il suo volto barbuto e i ri- voli di sangue sulla fronte, hanno portato a considerarla un “grande mistero della fede”. Nel 2013 papa Francesco ha detto:“Questo Volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un de- funto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. (…) Questo Corpo tortu- rato esprime una sovranità maestra. E’ come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza”. Sacra Sindone, mistero del volto di Gesù sul lenzuolo. Cosa dice la scienza. Domenica, 19 aprile, si è conclusa con la solenne S. Messa, presieduta dal vescovo Carlo e con la processione per le vie della nostra città, la 72ª “Setti- mana Eucaristica” svoltasi presso il San- tuario dell’adorazione dei Padri Sacramentini. Buona la partecipazione dei fedeli. Questo Ordine Religioso, vo- luto, nella nostra città, dall’indimentica- bile vescovo mons. Luigi Ferri, resta, da molti decenni, punto di riferimento della devozione eucaristica della nostra dio- cesi. Il vescovo Carlo nell’omelia così lo ha ricordato: “Nella nostra diocesi è ben presente il culto eucaristico, molte iniziative di preghiera mettono lodevol- mente al centro l’adorazione eucari- stica. E’ certamente una ricchezza della fede del nostro popolo per la quale non possiamo non ringraziare il Signore Dio. Più si medita il mistero eucaristico alla luce del Vangelo, più ci si lascia guidare da Gesù stesso a comprendere il mistero che nell’eucaristia è rac- chiuso, più siamo portati come i due di- scepoli di Emmaus a narrare a tutti come noi riconosciamo Gesù e noi stessi quando doniamo la nostra vita, quando la spezziamo come Gesù per donarla con amore”. Si è conclusa la 72ª Settimana Eucaristica con la Santa Messa solenne e la Processione segue a pag. 3 GENOCIDIO ARMENO "Le Chiese in Europa continuano a chiedere il riconoscimento" Maria Chiara Biagioni Una delegazione della Conferenza delle Chiese europee (Kek) sarà in Armenia, dal 22 al 24 aprile, per partecipare alle commemorazioni del genocidio. Guy Liagre, segretario dell'organismo, spiega il perché di questa scelta: "Per commemorare il passato, occorre raccontare le storie, far rivivere le memorie. Solo quando questo accade, possiamo vedere dove i ricordi dei conflitti e le storie divergono"

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ANNO XXXII N° 15 - 26 Aprile 2015

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ANNO XXXII N° 15 - 26 Aprile 2015 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

A pag. 3

Il CIR manifesta la propriaindignazione per i ripetuti naufragi

A pag. 4

Ripatransone:

Don VittorioPerozzi è tornato alla casa del Padre

Oasi Grottammare: Festa di S. Aureliano

FRANCESCO-MATTARELLA

I solchi: simpatiasobrietà e sintonia

Tre esse: simpatia, sobrietà e sintonia. Inqueste tre parole si può racchiudere il signifi-cato della prima visita del presidente dellaRepubblica, Sergio Mattarella, in Vaticanoper incontrare Papa Francesco, il 18 aprile2015. Simpatia che è il frutto diretto diquell’affetto che, giorno dopo giorno, crescenel popolo italiano verso un Papa “preso dallafine del mondo”, ma che sin dal suo primo in-contro ha saputo stabilire un rapporto tantosemplice quanto profondo fra il vescovo diRoma e il suo popolo. Sobrietà di due uominiche non amano il fasto delle istituzioni e chene interpretano, ciascuno nella propria auto-nomia istituzionale, la dimensione più pura diservizio. Una propensione che, a loro avviso,non ha bisogno di particolari forme esteriori,quanto di una sollecitudine che dalle istitu-zioni si trasferisce ai singoli, alle famiglie,

alle diverse articolazioni sociali. A loro sioffre l’esempio della sobrietà personale comeforma di rispetto verso un mandato che è in-nanzitutto servizio e non esaltazione autore-ferenziale. Sintonia sulle grandi emergenzedel tempo e che mettono a dura prova la pace,la democrazia e la coesione sociale: la man-canza di lavoro soprattutto per i giovani, l’ac-coglienza degli uomini e delle donne in fugadalle guerre e dalle carestie, la difesa dell’am-biente come patrimonio di tutti e di ciascunonella costruzione del bene comune. Il tutto inun reciproco e convinto riconoscimento dellerispettive autonomie, nel solco dei Patti La-teranensi e delle buone pratiche maturate dalConcilio Vaticano II in poi. Come cittadini ecome credenti non possiamo non essere grati(e immaginiamo lo sia anche il presidenteMattarella, che tutti ci rappresenta) per l’in-vocazione finale di Papa Francesco: “Dioprotegga l’Italia ed ogni suo abitante”.

EDITORIALE

A pag. 5

A pag. 6

I 107 ANNI DELLA SIGNORA GINA!

A pag. 7

CONFRATERNITA “MARIA SANTISSIMA

DEL SUFFRAGIO”

A pag. 7

Cinque anni dopo la precedente ostensione, la Sin-done è di nuovo visibile al pubblico, nel Duomodi Torino, dal 19 aprile al 24 giugno 2015. Sul

Sacro Lino resta tuttavia il grande mistero: coincide

col telo funebre che ha avvolto il cadavere di Gesù

di Nazareth? “(…) Tra i due racconti, quello della

passione e morte di Gesù riferi-

toci dal Nuovo Testamento e i

dati sindotici, non esiste incom-

patibilità”, spiega Pierluigi

Baima Bollone,(l’ esperto che

da 40 anni studia il reperto) pro-

fessore emerito di Medicina Le-

gale, alla rivista Oggi

Alcune precisazioni: “(…) Non

sappiamo ancora attraverso

quale meccanismo le membra

di quell’uomo siano rimaste

stampate sul telo funerario. Di

certo non è stata colpa del ca-

lore. (…) Navighiamo nelmare delle grandi ipotesi“.Tra

queste ipotesi c’è quella di al-

cuni studiosi che ipotizzano

come l’immagine si sia ripro-

dotta sul tessuto a causa delle

esalazioni corporee, che interagendo con la miscela

di mirra e aloe utilizzata nella sepoltura, avrebbero

provocato l’impressione della misteriosa imma-

gine, che non sarebbe stata neanche dipinta da una

mano umana. Anche a fronte dell’inspiegabilità del

fenomeno, quell’immagine di uomo così simile

all’iconografia classica di Cri-

sto continua a sconvolgere e

allo stesso tempo affascinare

tanto gli scienziati quanto i fe-

deli. Il suo volto barbuto e i ri-

voli di sangue sulla fronte,

hanno portato a considerarla un

“grande mistero della fede”.

Nel 2013 papa Francesco hadetto:“Questo Volto ha gli

occhi chiusi, è il volto di un de-

funto, eppure misteriosamente

ci guarda, e nel silenzio ci

parla. (…) Questo Corpo tortu-

rato esprime una sovranità

maestra. E’ come se lasciasse

trasparire un’energia contenuta

ma potente, è come se dicesse:

abbi fiducia, non perdere la

speranza”.

Sacra Sindone, mistero del volto di Gesù sul lenzuolo. Cosa dice la scienza.

Domenica, 19 aprile, si è conclusa conla solenne S. Messa, presieduta dalvescovo Carlo e con la processione perle vie della nostra città, la 72ª “Setti-mana Eucaristica” svoltasi presso il San-tuario dell’adorazione dei PadriSacramentini. Buona la partecipazionedei fedeli. Questo Ordine Religioso, vo-luto, nella nostra città, dall’indimentica-bile vescovo mons. Luigi Ferri, resta, damolti decenni, punto di riferimento delladevozione eucaristica della nostra dio-cesi. Il vescovo Carlo nell’omelia cosìlo ha ricordato: “Nella nostra diocesi èben presente il culto eucaristico, molteiniziative di preghiera mettono lodevol-mente al centro l’adorazione eucari-stica. E’ certamente una ricchezza dellafede del nostro popolo per la quale nonpossiamo non ringraziare il SignoreDio. Più si medita il mistero eucaristicoalla luce del Vangelo, più ci si lasciaguidare da Gesù stesso a comprendereil mistero che nell’eucaristia è rac-chiuso, più siamo portati come i due di-scepoli di Emmaus a narrare a tutticome noi riconosciamo Gesù e noi stessiquando doniamo la nostra vita, quandola spezziamo come Gesù per donarlacon amore”.

Si è conclusa la 72ª Settimana Eucaristica con laSanta Messa solenne e la Processione

segue a pag. 3

GENOCIDIO ARMENO

"Le Chiese in Europacontinuano a chiedere il riconoscimento" Maria Chiara Biagioni

Una delegazione della Conferenza delle Chiese europee (Kek) sarà in Armenia, dal 22

al 24 aprile, per partecipare alle commemorazioni del genocidio. Guy Liagre, segretario

dell'organismo, spiega il perché di questa scelta: "Per commemorare il passato, occorre

raccontare le storie, far rivivere le memorie. Solo quando questo accade, possiamo vedere

dove i ricordi dei conflitti e le storie divergono"

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Anno XXXII

26 Aprile 20152

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Parola del SignoreQUARTA DOMENICA DI PASQUA - ANNO B

LA PIETRA SCARTATA DAI COSTRUTTORI ORA E’ PIETRA ANGOLARE

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore… Per questo il Padremi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie,ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla dinuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio". (GioVaNNi 10,11-18)

Questo brano ci offre diversi spunti di riflessione, tutti partono dalla figura di Gesù, il buonpastore che si sacrifica, che offre la sua vita per le pecore. Cerchiamo di analizzare i versettipiù significativi. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il buon pastore, a differenza di tuttigli altri, non fugge davanti al pericolo, non cerca la sua salvezza a scapito degli altri, anzi è di-sponibile a dare tutto se stesso per chi gli è stato affidato, e la sua passione e morte stanno lì atestimoniarlo. Conosco le mie pecore. Gesù Cristo non si è incarnato, non ha dato la sua vitagenericamente per tutta l’umanità, ma lo ha fatto singolarmente per ognuno di noi, egli ci co-nosce tutti personalmente, egli ci ama singolarmente, individualmente ed aspetta da noi unarisposta personale: vuole essere amato da me. Ognuno di noi può dire: Gesù Cristo, Dio, si èincarnato, ha sofferto la sua passione, è morto sulla croce per me ed io sono chiamato ad amarloper rispondere alla sua offerta d’amore.

Le mie pecore conoscono me. Il soggetto della frase ora siamo noi,noi cristiani, che abbiamo ricevute in eredità la Fede, la Scrittura, laTradizione e il Magistero e tutti noi insieme formiamo il Popolo diDio, il gregge di Cristo. Noi abbiamo la responsabilità di conoscerechi è Gesù Cristo, qual’è il suo insegnamento, per essere in grado didistinguere i veri dai falsi profeti, e soprattutto per poter discernerela volontà di Dio nei nostri confronti. Volontà che scopriamo soprat-tutto attraverso l’ascolto della Parola di Dio , attraverso la preghierae nell’intimo del nostro cuore, la coscienza, dove Dio ci parlad’amore e di salvezza. Infatti, nel versetto successivo, Gesù dei suoidiscepoli dice: ascolteranno la mia voce. Ultima considerazione, èvero che Gesù è il vero unico Buon Pastore, ma anche il sacerdoteè figura del buon pastore, nel momento in cui è responsabile di tuttoo di una porzione del popolo di Dio, anche noi, come padri o madri

siamo figura del buon pastore nel gregge della nostra famiglia, quindi possiamo concludere che sìsiamo pecore del Buon Pastore, ma Gesù affida anche a noi questa particolare missione, ad ognunodi noi nel nostro ambito, nella famiglia, nella scuola, sul lavoro. Non è una responsabilità da poco,ma una cosa su cui riflettere molto attentamente, e soprattutto su cui pregare. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA: CERChIAMO DI ABITUARCI A QUELL’ ASCOLTO TRANQUILLO DEL CUORE

ChE PERMETTE A DIO DI PENETRARVI ATTRAVERSO TUTTE LE VIE E I CAMMINI(rEGola DEi CErtoSiNi)

Signor Presidente,

Le sono grato per la Sua visita,che Ella compie a soli due mesida quando i Rappresentanti delPopolo italiano L’hanno elettaalla più alta magistratura delloStato. Tale gesto manifesta leeccellenti relazioni tra la SantaSede e l’Italia e si pone in con-tinuità con le visite effettuatedal Suo immediato Predeces-sore e con una ormai lunga tra-dizione, che, in particolare dalperiodo conciliare, vede infit-tirsi le occasioni d’incontro trale supreme Autorità civili ita-liane e quelle della Chiesa uni-versale. I Patti Lateranensi,recepiti dalla Carta Costituzionale repubbli-cana, e l’Accordo di Revisione dei medesimihanno offerto un solido quadro di riferimento,all’interno del quale si sono pacificamente svi-luppati e rafforzati i rapporti tra l’Italia e laSanta Sede, garantendo la reciproca sovranità eindipendenza e al tempo stesso il mutuo orien-tamento alla fattiva collaborazione, sulla basedi valori condivisi e in vista del bene comune...Signor Presidente, tra i diversi beni necessariallo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si di-stingue per il suo legame con la stessa dignitàdelle persone, con la possibilità di costruireun’esistenza dignitosa e libera. In special modo,la carenza di lavoro per i giovani diventa ungrido di dolore che interpella i pubblici poteri,le organizzazioni intermedie, gli imprenditoriprivati e la comunità ecclesiale, perché si com-pia ogni sforzo per porvi rimedio, dando allasoluzione di questo problema la giusta priorità.Nella disponibilità del lavoro risiede infatti lastessa disponibilità di dignità e di futuro. Perun’ordinata crescita della società è indispensa-bile che le giovani generazioni, tramite il la-voro, abbiano la possibilità di progettare conserenità il loro futuro, affrancandosi dalla pre-carietà e dal rischio di cedere a ingannevoli epericolose tentazioni. Tutti coloro che deten-gono posizioni di speciale responsabilità hannoperciò il compito primario di affrontare con co-raggio, creatività e generosità questo problema.Un altro ambito che richiede oggi particolareattenzione da parte di tutti è la cura dell’am-biente. Per cercare di alleviare i crescenti squi-libri ed inquinamenti, che a volte provocanoveri e propri disastri ambientali, occorre acqui-sire piena consapevolezza degli effetti dei nostricomportamenti sul creato, che sono stretta-mente connessi al modo con cui l’uomo consi-dera e tratta sé stesso (cfr Benedetto XVI, Lett.enc. Caritas in veritate, 51).

Tra pochi giorni si aprirà a Milano l’Esposi-zione Universale, che ha come tema: “Nutrireil pianeta. Energie per la vita”. L’evento del-l’Expo sarà un’importante occasione in cui ver-ranno presentate le più moderne tecnologienecessarie a garantire cibo sano, sicuro e suffi-ciente per tutti i popoli, nel rispetto dell’am-biente. Possa esso contribuire anche adapprofondire la riflessione sulle cause del de-grado ambientale, in modo da fornire alle auto-rità competenti un quadro di conoscenze edesperienze indispensabile per adottare decisioniefficaci e preservare la salute del pianeta cheDio ha affidato alla cura del genere umano. De-sidero, infine, esprimere la mia gratitudine perl’impegno che l’Italia sta profondendo per ac-cogliere i numerosi migranti che, a rischio dellavita, chiedono accoglienza. E’ evidente che leproporzioni del fenomeno richiedono un coin-volgimento molto più ampio. Non dobbiamostancarci nel sollecitare un impegno più estesoa livello europeo e internazionale. Signor Pre-sidente, nel formularLe il mio più cordiale au-gurio per l’assolvimento del Suo alto compito,auspico che l’Italia, facendo tesoro delle sue no-bili tradizioni e della sua cultura largamenteispirata dallafede cristiana,possa progre-dire e prospe-rare nellaconcordia, of-frendo il suoprezioso con-tributo allapace e alla giu-stizia nelmondo. Dioprotegga l’Ita-lia ed ogni suoabitante.

Santità,

desidero in primo luogo esprimerLe la profondagratitudine per avermi ricevuto in Visita diStato, a poco più di due mesi dalla mia elezionee per le cortesi parole che, in quell'occasione,ha voluto rivolgermi. La ringrazio per le paroleche ha appena pronunciato. Considero il collo-quio appena concluso, anche per l'intensità chelo ha caratterizzato, una testimonianza preziosadel rapporto davvero speciale che esiste tra laSanta Sede e l'Italia. Le porgo, accanto al miopersonale, il saluto del popolo italiano, il cui af-fetto nei Suoi confronti vediamo cresceregiorno dopo giorno… Sin dalla Sua prima visitapastorale sul suolo italiano, a Lampedusa, pergiungere alla più recente, a Napoli, La abbiamosentita partecipe delle difficoltà e delle attesedell'Italia. Il nostro Paese, el'intera Unione Europea, assi-stono a quello che Lei ha de-finito un nuovo tipo diconflitto mondiale frammen-tato, sui territori più poveri, edi cui è immediata conse-guenza il dramma dei profu-ghi che tentano di approdaresulle nostre coste, sulle costedell'Europa, per sfuggire alleguerre, alle persecuzioni, allecarestie; chiedendo acco-glienza. Le istituzioni e la so-cietà italiane sono impegnate,con generosità, per fronteg-giare questa emergenza e l'Ita-lia invoca da tempo unintervento deciso dell'UnioneEuropea per fermare questacontinua perdita di vite umane nel Mediterra-neo, culla della nostra civiltà. Con quelle vitespezzate si perde la speranza di tante persone esi compromette la dignità della comunità inter-nazionale. Rischiamo di smarrire la nostra uma-nità. Così come il dramma della disoccupazione

e delle nuovepovertà - cheaffliggono lep e r i f e r i edella vita,raff iguratenelle perife-rie urbane,condizioneemblemati-camente dalei toccata aScampìa - ri-schia di in-ghiottire ilfuturo di in-

tere generazioni.Si impone una visione dellosviluppo economico e sociale che sappia rimet-tere al centro la persona e la famiglia.Nucleo essenziale della società, la famiglia,spesso, deve curare, da sola, le ferite infertedalla "cultura dello scarto", da Lei più volte de-nunciata. Governo e Parlamento italiani sonoimpegnati ad adottare misure che consentano alnostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi cheè stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si ini-zia a intravedere l'uscita. Le esprimo la nostrariconoscenza per l'azione che la Chiesa svolgea sostegno delle frange più deboli della popo-lazione.Il Giubileo della Misericordia, da pocoindetto, costituirà occasione di riflessione pre-ziosa sui valori della giustizia e della solidarietàinsieme a quello della pace…

La libertà religiosa appartiene alle più autenti-che aspirazioni delle persone e costituisce uncardine della Costituzione italiana. Qualsiasiviolazione di essa vulnera, nel profondo, i dirittiumani e delle comunità. La violenza scatenatacontro le comunità cristiane in alcune parti delmondo interpella, con forza, le coscienze di tutticoloro che amano la libertà e la tolleranza. Ildialogo tra le grandi tradizioni religiose apparetanto più urgente nel momento in cui si avverte- anche nel nostro Paese - la minaccia del ter-rorismo internazionale, che, spesso, si nascondedietro inaccettabili, e pretestuose, rivendica-zioni religiose. Santità, mi consenta di rinno-varLe l'invito a venire in visita al Quirinale, perconsolidare ulteriormente questo nostro dia-logo, nella continuità della relazione specialeche accompagna i rapporti tra Santa Sede e Ita-lia.

Riportiamo alcuni brani, particolarmente significativi, dei discorsi pronunciati dal Santo Padre e dal nostro Presidente in occasione della Visita di Stato in Vaticano

Discorso del Santo Padre Discorso del Presidente Sergio Mattarella

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26 Aprile 2015 PAG

Continua dalla prima pagina

Solo la verità dei fatti storici e il dialogosincero possono condurre al perdono ealla guarigione delle memorie e il genoci-dio del popolo armeno è oggi una feritanel cuore dell’Europa che chiede di esseresanata. Con spirito di fraternità una dele-gazione della Conferenza delle Chiese eu-ropee (Kek, oltre 100 membri delleprincipali tradizioni cristiane, in partico-lare protestanti, anglicane e ortodosse) sirecherà in Armenia per partecipare - in-sieme ad altri leader politici e religiosi eai rappresentanti dei sopravvissuti - alle

commemorazioni, in programma dal 22 al 24 aprile, per il centenario del genocidio armeno. Ladelegazione è formata dal presidente della Kek, il vescovo anglicano inglese Christopher hille il segretario generale Guy Liagre. Su questa stessa linea di guarigione delle memorie, dopo leparole di memoria, verità e pacificazione, pronunciate da Papa Francesco, si è mossa la risolu-zione approvata il 15 aprile dal Parlamento europeo che chiede al governo turco di aprire i propriarchivi per fare i conti col passato. In queste stesse ore un nutrito gruppo d’intellettuali italianie leader religiosi ha pubblicato un manifesto nel quale si chiede ai governi e agli esponenti dellacultura occidentali di non voltare le spalle “silenti e imbarazzati” alle centinaia di migliaia diuccisi perché “se s’inizia per opportunità a negare un genocidio, per motivi di diversa opportu-nità, se ne potrà domani negare un altro, chiudere gli occhi su quello dei cristiani di Oriente (edi zoroastriani e yazidi) in corso e magari, perché no, commetterne poi uno”.

GENOCIDIO ARMENO

"Le Chiese in Europa continuano a chiedere il riconoscimento"Maria Chiara Biagioni

Piazza Sacconi, 1 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Tel. 0735.581855 Email: [email protected]

San Benedetto del Tronto 14-04-2015

A tutti i Sacerdoti della nostra Diocesi

Carissimi confratelli, vorrei portarvi a conoscenza che la Pontificia Opera di San Pietro Apostolo è l’organo ufficiale della Chiesa che promuove un programma di sostegno, spirituale e materiale, alle vocazioni sacerdotali delle missioni in tutto il mondo. Attualmente sono affidati all’Opera circa 78.000 seminaristi distribuiti in poco meno di 1.000 seminari. Ogni offerta, anche la più piccola, diviene espressione concreta della cattolicità della Chiesa e della comunione universale dei credenti. Tutti coloro che desiderano accompagnare il cammino vocazionale di un giovane africano, asiatico, latinoamericano o dell’Oceania fino alla sua ordinazione sacerdotale, possono farlo attraverso “l’adozione missionaria” di un seminarista in terra di missione. Non ci sono limiti per sottoscrivere un’adozione: persone singole, famiglie, gruppi, comunità religiose e parrocchiali. Si può anche chiedere che l’adozione sia dedicata al ricordo di una persona cara, al suffragio di un defunto, alla memoria di una particolare circostanza. A puro titolo di orientamento vi comunico che il costo dell’adozione per un seminarista per i 5 anni di studio è pari a € 250,00 ed è anche possibile fare il versamento di € 50,00 ogni anno. Nel ringraziare tutti voi per quanto avete fatto, fate e farete per le Missioni della Chiesa Universale, vi saluto fraternamente. Uniti in Cristo.

BARLETTA, SEMINARISTA IN FIN DI VITA, DAL 16 APRILE, PRETE PER SEMPRE

Due giorni prima Salvatore Mellone ha ricevuto anche una telefonata di Papa Francesco(In questa settimana in cui celebriamo la 52ª Giornata Mondiale di preghiere per le vocazioni sul

tema «Vocazioni e santità:toccati dalla bellezza» e in ri-

cordo del nostro Venerabile P.Giovanni dello Spirito Santo

(Giacomino Bruni) che ottenne dal papa S. Pio X di essere

consacrato sacerdote un anno prima a causa della malat-

tia che lo portò alla morte, di cui celebriamo il 110° anni-

versario, ci piace far conoscere il caso di don Salvatore

Mellone di Barletta riportato su “In-terris on- line” scritto

da Marco Mondelci)

È stato ordinato sacerdote il 16 aprile alle ore 16:00 nella sua abitazione, Sal-vatore Mellone, il seminarista di Barletta di 39 anni, da mesi malato e ormaigiunto ad uno stadio terminale. Martedì pomeriggio Salvatore ha ricevuto una te-lefonata di Papa Francesco, che secondo quanto riportato in una nota della diocesi,avrebbe espresso il desiderio che “la prima benedizione che darai da sacerdote laimpartirai a me”. “Salvatore, io sono con te” avrebbe poi aggiunto. Così da oggisarà per sempre Don Salvatore, con la benedizione del Pontefice e il via libera delVescovo e della Congregazione del Clero che hanno confermato la sua idoneità acompiere questo passo. In queste ore Salvatore si sta preparando per essere ordinato nel letto di casa sua, luogo in cui celebreràanche la prima messa ripresa in diretta video, alla quale i fedeli potranno partecipare recandosi nella Chiesa parrocchiale delSS. Crocifisso a Barletta dove è stato allestito un maxischermo.

“Mi ha manifestato il suo vivissimo desiderio di poter coronare ilsuo cammino vocazionale con l’ordinazione presbiterale; ancheun solo giorno da presbitero sarebbe per lui la realizzazione delprogetto di Dio sulla sua persona. Salvatore, anche nella malattia,ha vissuto intensamente la sua preparazione al sacerdozio, per cui ri-tengo opportuno, nell’esercizio dei miei diritti e doveri di arcivescovo,di ordinarlo presbitero, per dare gloria alla SS. Trinità e per l’edifica-zione del nostro presbiterio e del popolo di Dio. ho consultato pre-viamente la Congregazione del Clero che ha confermato il mioproposito di procedere all’ordinazione presbiterale; anche il Rettoredel Seminario Regionale di Molfetta ha dato il suo parere favorevolein merito; e i presbiteri diocesani che ho potuto sentire mi hanno con-fortato con il loro beneplacito. Salvatore riceverà i ministeri del Let-torato e dell’Accolitato il 14 del c.m. ore 16,00, l’ordine sacro delDiaconato il giorno successivo e il 16 aprile il Presbiterato semprealle ore 16,00, nel corso di celebrazioni eucaristiche nella propria abi-tazione. Grati al Signore per questa testimonianza di fede e di amore,vissuta da Salvatore nella sofferenza unita al sacrificio redentore diGesù Cristo sommo sacerdote, vi invito ad unirvi alla mia preghieraper il neo ordinando, accettando il misterioso disegno di Dio a noinon sempre comprensibile” questa la lettera che l’arcivescovo diTrani-Barletta-Bisceglie, monsignor Giovan Battista Pichierri, ha in-viato al clero e alla comunità diocesana per rendere nota la sua deci-sione lo scorso dicembre. Sarà così un grande giorno per Salvatore,un uomo da sempre impegnato nella vita della parrocchia comecatechista, educatore nell’azione cattolica e che a 34 anni aveva de-ciso di entrare in seminario, dopo aver lavorato a Bolzano come gior-nalista e dopo aver anche pubblicato un libro di poesie intitolato “Lescaglie intorno”. Dopo 3 anni dal suo ingresso in seminario i primisegnali della malattia e da agosto 2014 l’inizio delle cure molto in-vasive. “Mai ha voluto lasciare il suo impegno di studio e di avvici-namento a Dio”, “un esempio per tutti” dicono i suoi amici.

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Il CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati) manifesta la propria indignazione per i ripetuti naufragi

CIR: QUANTI MORTI ANCORA, PRIMA CHE L’EUROPA SI SVEGLI? CIR apprende con dolore delle nuove morti in mare. Un conto che continua inesorabilmente ad au-

mentare: un bilancio che nel corso del 2015 si è fatto ancor più drammatico rispetto agli anni pre-

cedenti. Dobbiamo denunciare che questo aumento non è casuale, ma è dettato dall’insufficienza

dell’Operazione Triton e delle politiche europee.

CIR: ECATOMBE NEL MEDITERRANEO, L’EUROPA STA TRADENDO ISUOI PRINCIPI FONDANTI. DIA RISPOSTE SUBITO. CIR è sgomento di fronte all'ultima ecatombe nel Mediterraneo. Il dolore e l'indignazione sono im-

mensi. Come è possibile che l'Europa, la terra in cui sono nati i diritti, continui ad essere indifferente

di fronte a tragedie che quotidianamente inghiottono la vita di centinaia di uomini, donne e bambini?

L'Europa si deve muovere al di là degli

interessi nazionali, in difesa dei diritti di

tutti gli uomini e di tutte le donne. Non

è più possibile aspettare, questa colpe-

vole indifferenza deve finire."Deve es-

sere subito convocata una riunione

straordinaria del Consiglio Europeo per-

ché l'Unione Europea si assuma final-

mente la responsabilità di dare risposte

politiche e operative al dramma dei mi-

granti e rifugiati. Deve essere immedia-

tamente istituita un'operazione Mare

Nostrum Europea per permettere una

efficace opera di ricerca e salvataggio.

Secondo, deve essere rapidamente af-

frontato il tema della sicurezza in Libia, dove le condizioni dei migranti e rifugiati, incastrati in una

guerra civile, sono drammatiche e i viaggi cui sono costretti, da trafficanti disumani, sempre più pe-

ricolosi. Infine, non ci stancheremo mai di dirlo, devono essere istituite forme alternative per entrare

in modo sicuro in Europa. E' il momento che un Consiglio Europeo decida su questioni che riguar-

dano il rispetto e l'attuazione dei valori fondamentali dell'Unione, in primis il diritto alla vita. L'im-

migrazione e la salvaguardia di diritti umani non sono temi che possono essere trattati solo in base

alle politiche decise dai Ministri dell'Interno, che si concentrano su ordine, sicurezza e interessi na-

zionali. Vogliamo infine fare un appello anche al Parlamento Europeo: dove è la sua voce? Dove

nella sua agenda i diritti dei rifugiati e dei migranti?" dichiara Christopher Hein direttore del CIR.

Questo comunicato viene diffuso ai mass media in Italia e attraverso le nostre organizzazioni sorelle

in tutta Europa. Siamo convinti che in questo momento l'opinione pubblica, i giornalisti, gli operatori

della comunicazione giochino un ruolo fondamentale.

Ulteriori informazioniUFFICIO STAMPA CIR - Valeria Carlini

L'uso massivo di Internet e dei social network(Facebook e Whatsup in testa) da parte degliadolescenti e pre-adolescenti solleva dubbi,conflitti e problematiche in adulti e ragazzi.Gli strumenti tecnologici del nostro tempo me-ritano una attenzione costante econtinua, chiamando a precise responsabilitàl’istituzione scolastica e le famiglie per una ca-pillare e attenta opera di informazione e pre-venzione dei rischi connessi ad un loro uso in-discriminato.Il 14 aprile il Ministerodell'Istruzione, dell'Uni-versità e della Ricercaha emanato il documen-to “Linee di orienta-mento per azioni di pre-venzione e contrasto albullismo e cyberbulli-smo”. L'obiettivo espli-cito è quello di “parlare

a tutti gli attori coinvolti: docenti, famiglie e,

soprattutto, studenti”.

In accordo con il documento ministeriale, nel-l'ambito del ciclo di incontri “Conoscersi per ri-conoscersi”, organizzati dal-l'Istituto Comprensivo “De Carolis” in colla-borazione con le Amministrazioni Comunali diAcquaviva Picena e Monsampolo del Tronto,il BIM Tronto, le Cooperative “Stelle a Colori”e “Lella 2001”, la giornata di venerdì 10 aprileè stata interamente dedicata a informare e sen-sibilizzare alunni, famiglie e docenti sul tema“Facebook e la rete: uso e abuso di Internet”. Grazie alla disponibilità dell'Ufficio Comparti-mentale della Polizia Postale e delle Comuni-cazioni Marche – Ancona, l'Ispettore Capo Gio-vanni Ceciliani, accompagnato dalla Dirigente

Scolastica Marina Marziale, ha incontrato glialunni di tutte le classi di Scuola Secondaria diAcquaviva Picena, presso l'Auditorium dellaBanca di Credito Cooperativo e successivamentedi Monsampolo del Tronto, presso il TeatroComunale. L'Ispettore Ceciliani ha affrontato il fenomenosotto diversi aspetti: ha prima informato iragazzi sui loro diritti e doveri in termini diprivacy e sui rischi che corrono nel pubblicare

e diffondere materialiin rete. Molte le do-mande e i “casi” pre-sentati dagli alunni chehanno mostrato mas-sima attenzione, tantoda sollecitare i genitoria partecipare agli ap-puntamenti a loro ap-positamente dedicati.Nel pomeriggio presso

la Sala Consiliare di Acquaviva Picena e inserata presso la Sala Convegni di Stella diMonsampolo si sono svolti altri due animatiincontri con i genitori e alcuni docenti. Le do-mande rivolte e le situazioni prospettate da fa-miglie e personale educativo hanno dimostratocome le problematiche tecniche siano semprestrettamente legate agli aspetti psicologici epedagogici. Nei prossimi incontri del 4 e 20maggio si affronteranno due altre problematichelegate all'adolescenza: “Disturbi alimentari...laprevenzione del rischio” con la psicologa epsicoterapeuta dott.ssa Ismaela Evangelista e“La gestione dell'aggressività” con la pedagogistadott.ssa Ambra Siliquini. Ulteriori informazionisul sito dell'Istituto Comprensivo www.iscdecarolis.gov.it.

È iniziata la progettazione del Centro RicreativoEstivo - Gruppi Estivi (CRE/GrEst) dal titolo"tutti a tavola. Non di solo pane vivrà l’uomo”. In rappresentanza del Gruppo Estivo Animazione(Gr.Est.A.), le assistenti Valentina Grifi, Di

Pierro roberta, Giulia Pirri, adriana Buttafoco

e Veronica re, insieme all’animatore Davide

Cantore e al responsabile della formazione al-

fredo De Berardinis, si sono recati, sabato 11 edomenica 12 aprile, nella Diocesi di Bergamoper partecipare alla presentazione del tema delCRE/GrEst, proposto dall’Ufficio dell’Età Evo-lutiva (UPEE) – Oratori e Pastorale Giovanile.Sono stati ospitati nell’Oratorio Sacro Cuore diStezzano (BG) da Don andrea Pressiani, sper-

imentando la “vita comune” insieme agli altrisacerdoti della parrocchia, ai quali va il nostropiù sentito ringraziamento. Il Vescovo Francesco

Beschi e il Responsabile della PG Don Emanuele

hanno approfondito i contenuti catechetici, coa-diuvati dall’èquipe dell’UPEE, che ha animatola serata con le danze, i canti, la storia delCRE/GrEst 2015. Bella e significativa la presenzadegli animatori, circa 3.000, distribuita durantele 3 serate: nella sola Diocesi di BG se necontano quasi 15.000 che durante l’estate offronoil loro servizio nei CRE/GrEst parrocchiali.Queste esperienze in altri contesti pastorali per-mettono ai nostri adolescenti di vedere nuovi“mondi”, nei quali i loro coetanei sono concre-

tamente impegnati: l’uscire/il rientraredalla/nella propria realtà li abilita a crescerenella capacità di leggere criticamentequanto vivono, e a condividere i propri“sogni” attorno alla stessa “tavola”. Al ri-torno da Bergamo abbiamo effettuato unasosta a Cesena, ospitati dalla nostra re-sponsabile dell’animazione Francesca ad-

darii, universitaria in “Psicologia Scolasticae di Comunità”, con la quale abbiamoverificato l’esperienza e programmato iprossimi impegni. L’itinerario di formazioneal CRE/GrEst prevede, nelle prossime set-timane, giornate/week-end di vita comunea Casa Emmaus con proposte di attivitàlaboratoriali specifiche e tempi di spiri-tualità/condivisione secondo il metododell’apprendimento esperienziale. La pro-posta è aperta ad adolescenti e a giovani(dai 14 ai 25 anni) che desiderano offrireil proprio tempo estivo (giugno-luglio)nel servizio volontario di animazione ed-ucativa ai più piccoli. Per informazioni: segreteria (3349409756alfredo De Berardinis (responsabile della for-

mazione)

FACEBOOK E LA RETE: USO E ABUSO DI INTERNET

Circolo Parrocchiale “S. Giuseppe” - A.S.D."CRE/GrEst 2015... Work in progress"

NEWS DAL MLAC...Come Giuseppe, custodi della speranza

29�aprile�2015�-�ore�21.00

veglia di preghiera per il primo maggio:

s. giuseppe lavoratorezona agraria, presso azienda piemme

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Page 5: Anno xxxii n° 15 26 aprile 2015

La logica del dono genera condivisione è

stato il tema conduttore del XVIII Convegno

nazionale organizzato dal Servizio per la

promozione del sostegno economico alla

Chiesa. Si è aperto ad Assisi il 14 aprile

con la relazione del Segretario Generale

delle CEI Mons. Nunzio Galantino, dal

titolo La cultura della condivisione del Sov-

venire.

Il giorno dopo i lavori sono proseguiti con

il sottosegretario della CEI Mons. Domenico

Pompili su Comunicare è condividere. L’in-

formazione dell’8xmille tra falsi pudori e

necessaria trasparenza. Tra gli altri si sono

alternati sul palco il prof. Venerando Marano

su L’8xmille come espressione di libertà,

di partecipazione e di solidarietà, e Mons.

Giancarlo Perego della Migrantes sull’8xmille

di frontiera.

I lavori si sono conclusi il 16 aprile con la pre-

miazione dei vincitori del bando nazionale

8xmille senza frontiere (fatto in collaborazione

con la Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

e la relazione di Mons. Giuseppe Baturi «Sono

questi quasi i depositi della comune pietà»

(Tertulliano). La monetuzza della vedova, la

trasparenza della Chiesa.

Al convegno nella giornata di mercoledì 15

aprile sono stati presenti anche l'incaricato Dio-

cesano Giuliano Vagnoni e il Vescovo incaricato

regionale Mons. Gervasio Gestori.

5Anno XXXII

26 Aprile 2015 PAG

Tutti e tre i Sinottici riservano un capitolo in-

tero, o una sua parte, alle parabole. In Mt c. 13

leggiamo sette parabole; in Mc c. 4 ne ab-

biamo tre; in Lc c. 8 troviamo la sola parabola

che leggiamo, cioè Lc 8,4-8. Ancora. Tutti tre

partono allo stesso modo: riferiscono la para-

bola del seminatore; poi, il perché Gesù parla

in parabola; infine, la spiegazione della para-

bola del seminatore. Evidentemente si appog-

giano su documenti ad essi anteriori. A

ciascuno di questi tre momenti riserveremo

una puntata. Incominciamo con la parabola.

1. La nuova situazione che si è creata.

«Poiché una grande folla si

radunava e accorreva a lui

gente da ogni città, Gesù

disse con una parabola…»

(Lc 8,4). Con questa breve

introduzione Lc inserisce la

parabola del seminatore

nell’ampia cornice del mini-

stero che Gesù sta svolgendo

in Galilea (4,14-9,50). Ha

cacciato demoni, guarito am-

malati, risuscitato il giovane

di Nain, ha scelto i Dodici e

ha pronunciato il Discorso

della Pianura. Quindi, riassu-

mendo, Gesù «se ne andava

per città e villaggi, predi-

cando e annunciando la

buona notizia del regno di Dio» (8,1). Qui, in

8,4, Lc riprende quanto ha scritto precisamente

per introdurre la parabola del seminatore: la

folla è «grande», l’afflusso proviene da «ogni

città». Tutto ciò sta a dire l’importanza che Lc

assegna alla nostra parabola, che ha come pro-

tagonista la parola di Gesù.

2. Il seminatore semina «il suo» seme. Lc

inizia così: «Il seminatore uscì a seminare il

suo seme» (Lc 8,5a). Suscita interesse quel-

l’aggettivo «suo» seme che non si ha nel testo

parallelo di Mt 13 e neppure in quello di Mc

4. Con l’aggiunta - «suo» - Lc vuole richia-

mare che «la parola di Dio» (8,11) è, nella re-

altà profonda, anche «sua» parola, di Gesù

stesso, del Kýrios, del Signore, il Figlio di Dio.

Si noti come la parabola del «seminatore» (ho

speirôn, in Mt), in Lc diventa la parabola « del

suo seme» (tòn spóron autù).

3. La diversa sorte del seme. «Mentre se-

minava, una parte cadde lungo la strada e fu

calpestata, e gli uccelli del cielo la mangia-

rono. 6Un’altra parte cadde sulla pietra e, ap-

pena germogliata, seccò per mancanza di

umidità. 7Un’altra parte cadde in mezzo ai

rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la sof-

focarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno

buono, germogliò e fruttò cento volte tanto».

Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per

ascoltare, ascolti!”» (Lc 8,4b-8).

Una parte del «seme» cadde lungo la strada

(parà tēn hodòn) che correva al margine del

campo e non – come in Mt – sui sentieri oc-

casionali e temporanei che attraversavano il

campo. Quella parte finì per essere calpestata.

Un’altra parte cadde «sulla pietra». Qui Lc si

riferisce non al terreno palestinese con tanti

sassi, ma a quello dove la parte del terreno col-

tivabile si alterna a banchi rocciosi sui quali ri-

mane un leggero strato di terra che rende

possibile il primo germogliare del seme, ma

non il suo sviluppo.

4. Le perdite e il cento volte per uno. In

modo realistico la parabola dice che c’è la per-

dita delle tre sorti del seme, calpestato, divo-

rato, soffocato; ma che c’è

anche il portar frutto. Valuta-

zione negativa e valutazione

positiva devono persistere.

E’ quanto si è verificato fin

qui nell’apostolato di Gesù

in Galilea. «La folla gli fa-

ceva ressa attorno [a Gesù]

per ascoltare la parola di

Dio» (5.1); «di lui si parlava

sempre di più, e folle nume-

rose venivano per ascol-

tarlo» (5,15). Ma non tutti si

sono convertiti diventando

discepoli di Gesù. I nazare-

tani addirittura hanno cercato

di eliminarlo (4,28-29); gli

scribi e i farisei hanno conte-

stato, “calpestato”, il suo insegnamento

(5,21s). Nell’informazione, pessimismo e rea-

lismo convivono. Tuttavia, Lc dice che se cade

in terreno buono il seme fruttifica sempre e in

modo massimo: «cento volte tanto». Mt e Mc

presentano una scala di rendimento, del trenta,

del sessanta e del cento per cento; Lc presenta

solo il 100 per 1, «cento volte tanto». Manife-

sta così la grande stima per la parola di Cristo.

5. La frase finale. «Detto questo, esclamò:

“Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”» (Lc

8,8b). «Esclamò», in greco efônei all’imper-

fetto, esclamava, gridava in continuazione, per

portare gli ascoltatori alla disponibilità e alla

ricezione del messaggio. La cosa, in parte, si

era verificata nel suo passato ministero; Gesù

sprona perché la cosa continui ancora. Lo sto-

rico Luca sta forse constando che, nel quaran-

tennio successivo alla sua risurrezione, Gesù

viene accolto meno di quanto ci si sarebbe

aspettato.

Conclusione. Accresciamo la stima per la

parola di Dio che è anche parola di Cristo.

«Come infatti la pioggia e la neve / scendono

dal cielo / e non vi ritornano senza avere irri-

gato la terra, / senza averla fecondata e fatta

germogliare, / perché dia il seme a chi semina

/ e il pane a chi mangia, / 11così sarà della mia

parola uscita dalla mia bocca: / non ritornerà a

me senza effetto, / senza aver operato ciò che

desidero / e senza aver compiuto ciò per cui

l’ho mandata» (Is 5,10-11)[email protected]

Gesù e la sua parola

51. «IL SEMINATORE SEMINA IL SUO SEME»

DOMENICA 26 APRILE Ore 11.00 Grottammare - Parrocchia Gran

Madre di Dio: Cresime

LUNEDì 27 – MARTEDì 28 APRILE

Ripatrannsone

Incontro Clero giovane

MERCOLEDì 29 APRILE

Ore 18.30 Martinsicuro - Parrocchia

S. Cuore: S. Messa per il 25°

anniversario di ordinazione di

don Patrizio Spina

VENERDì 1 MAGGIO Ore 8.30 Porto d’Ascoli

Parrocchia Cristo Re: Cresime

Ore 11.30 Porto d’Ascoli

Agraria: S. Messa

DOMENICA 2 MAGGIO Ore 11.00 San Benedetto Tr.

Parrocchia Madonna

del Suffragio: Cresime

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 26 APRILE AL 2 MAGGIO 2015

Mons. Gervasio Gestori e Giuliano Vagnoni al convegno del “Sovvenir” ad Assisi

GENDER. LE PAROLE DEL PAPA, LA CENSURA DEI GIORNALI,IL SILENZIO DEGLI INTELLETTUALI

Il Consiglio direttivo del Forum, riunito a Roma, ha lungamente riflettuto sulle parole pronunciateda Papa Francesco nella sua catechesi sulla famiglia. Parole che con la forza della semplicità,riassumono e sposano la saggezza della Chiesa in materia di sessualità e matrimonio.«Per conoscersi bene e crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità trauomo e donna. Quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze». La critica a chi vorrebberendere equivalenti le unioni omosessuali alle unioni matrimoniali è evidente: sul rapporto trauomo e donna «la cultura moderna e contemporanea ha introdotto molti dubbi e molto scetticismo.Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di unafrustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa piùconfrontarsi con essa».Una condanna chiara e definitiva della strategia lgbt che chiude la porta ad ogni ipotesi di tiepi-dezza da parte di Papa Bergoglio. Anzi è un potente rilancio della ricchezza matrimoniale alla so-cietà intera, anche oltre i confini di una pastorale rivolta ai credenti: «Il legame matrimoniale efamiliare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali anon disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una so-cietà più libera e più giusta».Peccato che gli intellettuali non abbiano colto l’occasione per avviare una sana riflessione cheavrebbe aiutato la società e la politica a fare scelte lungimiranti. Una disponibilità che invece nonsi è colta nei giornali di oggi impegnati in una campagna di censura come da tempo non si vedeva.Come dice il Papa «rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è ilproblema, non la soluzione». Daniele Nardi 

Da Ripatransone - Don Vittorio Perozzi è tornato alla casa del Padre

La triste otizia della morte del canonico teologo don Vittorio Perozzici giunge in tipografia impedendo un ricordo ponderato e ampiocome il sacerdote merita. Raccolti in preghiera, raccomandiamol’anima preziosa di don Vittorio al Signore di cui in questi giorni ce-lebriamo la vittoria sulla morte. Ricordiamo che le esequie sarannocelebrate il giorno 21 aprile alle ore 10.30 in duomo; in assenza delvescovo Carlo a presiederle sarà il vescovo emerito mons. GervasioGestori. Nel portare a conoscenza che la S. Messa del die settimosarà celebrata dal vescovo Carlo martedì 28 aprile in duomo alle ore18.30, pubblichiamo le parole di conforto inviate dallo stesso presuleai familiari.

Cari familiari,

sono molto dispiaciuto di non poter as-

solutamente partecipare di persona a questo momento di suffragio, di preghiera e di raccomanda-

zione a Dio dell'anima di don Vittorio. Con tutti i sacerdoti esprimo il vivo cordoglio dell'intera

diocesi che si unisce nella preghiera di suffragio. Molti sono i motivi di riconoscenza che gli dob-

biamo per i lunghi anni di generoso e competente servizio pastorale donati con amore alla Chiesa

diocesana. La nostra diocesi con lui perde un testimone della gloriosa storia di fede che ha carat-

terizzato il nostro popolo e di cui noi continuiamo a raccogliere i frutti.

Ho avuto la possibilità di visitare don Vittorio il giorno di Pasqua e di portargli la benedizione

del risorto. Eri a letto, caro don Vittorio, e non riuscivi a parlare, ma mi fissavi con occhi ancora

vivi e prendesti tra le mani la croce pettorale, forse volevi baciarla, ma non ci riuscisti. Fu un

gesto commovente, semplice e significativo di una fede sincera. Caro don Vittorio, il Signore ti

doni la meritata ricompensa di coloro che hanno accettato di lasciare tutto per seguirlo. Riposa

nella pace che il Cristo risorto ha promesso ai suoi discepoli fedeli.

+ Carlo Bresciani

vescovo

Page 6: Anno xxxii n° 15 26 aprile 2015

6 Anno XXXII

26 Aprile 2015PAG

La festa dell’Ottava di Pasqua a Ripatransoneè senza dubbio resa celebre dallo spettacolo pi-rotecnico del “Cavallo di Fuoco” unico nel suogenere e recentemente dichiarato “Patrimoniod’Italia per la tradizione”. Per risalire alle ori-gini di questa usanza dobbiamo arrivare al 10Maggio del 1682. Tale data fu scelta infatti perla solenne incoronazione del simulacro dellaBeata Vergine Lauretana, venerata localmentecon il titolo di Madonna diSan Giovanni, a motivodella Confraternita chetutt’ora la tiene in custodiae ne provvede ad un ade-guato culto. L’onorificenzadella corona d’oro era unprivilegio che fu concessodal Capitolo dei Canonicidi San Pietro a Roma, qualesegno di riconoscimentoper la grande venerazione di cui era oggetto iltaumaturgico simulacro (il quale fu tra l’altro ilprimo ad ottenerla nella “Provincia dellaMarca”). Il Marchese Filippo Bruti Liberati inuna sua memoria di storia antica tenta di rico-struire l’invenzione dello spettacolo, soste-nendo che al termine dei festeggiamenti diquell’evento memorabile, il maestro fuochistaproveniente da Atri, percorse la piazza del paesein sella ad un cavallo, facendo a tratti esploderefuochi artificiali. Non sappiamo se ciò avvenneper una causa accidentale, come taluni sosten-gono, oppure per l’intento di creare un nuovogioco pirotecnico, sta di fatto che la realizza-

zione piacque a tal punto tanto da trasmettersifino ai giorni nostri, con le sole interruzioni do-vute ad eventi bellici. Con il progressivo incre-mento della partecipazione popolare anche daipaesi limitrofi, il successo della manifestazioneè cresciuto a tal punto che è stata da alcuni anniintrodotta la versione per bambini, il cosiddetto“Cavallino di fuoco” la sera precedente la do-menica in Albis, quando invece viene acceso

quello tradizionale. Oltreche permettere una parteci-pazione più adeguataanche ai più piccoli,l’evento del sabato serasegue un momento di pre-ghiera mariana, dedicatoproprio ai giovani, per edu-carli al vero senso dellafesta che è prettamente re-ligioso. Forse molte per-

sone che afferiscono da altri paesi ignorano,differentemente dai Ripani, che quello del Ca-vallo di Fuoco è un momento che chiude legiornate dedicate ad onorare la Madonna di SanGiovanni, culminanti nella Domenica dopo Pa-squa con il solenne pontificale del Vescovo dio-cesano e la grande processione con il Simulacroper le vie della Città. È bene quindi che la festadell’Ottava non sia ricordata solo per lo spetta-colo pirotecnico, indubbiamente nel cuore ditutti, ma anche per l’affetto che i Ripani nutronoe manifestano per la “loro” Madonna di SanGiovanni, la cui devozione costituisce un ele-mento unico per la loro identità culturale.

Lo spettacolo "EGO" è una ricostruzione sto-rico-creativa della vita a corte di Enrico VIII edalcune delle sue mogli.Attraverso gli occhi e lasensibilità di personaggisemplici, ma singolari chevivono a corte, emerge unquadro intessuto di intri-ghi, pettegolezzi, amori,tradimenti e ossessioni chemettono a nudo persona-lità dominate dalla smaniadi potere fino a divenire

vittime di un Ego che si impossessa della lorovita in un crescendo senza via di fuga.EGO è per la prima volta uno spettacolo inte-

ramente inedito. Le musi-che, le coreografie, lascenografia e sceneggiaturesono ideate dall'Associa-zione "Caleidoscopio".Giovedì 30 aprile alle ore21.15 presso il Teatro LuigiMercantini Ripatransone,non potete mancare! 

Cossignano e i luoghi dello sport

Le valutazioni dell’Unione Europea vedono l’Ita-lia come uno dei Paesi con il maggior numero dipersone sedentarie, da cui derivano numeroseproblematiche provocate dalla mancanza di atti-vità fisico-sportiva. La scomparsa di luoghi sto-rici di aggregazione giovanile, quali spaziall’aperto, cortili e campetti, ha determinato unainvoluzione della motricità; inoltre, i nuovi stilidi vita hanno modificato i bisogni della popola-zione soprattutto in funzione delle evidenti emer-genze di carattere sociale, economico e sanitario.Il Coni è da sempre attivo nella diffusione dellapratica sportiva e nella promozione di attività lu-dico-motorie volte ad aumentare il benesserepsico-fisico individuale e della collettività, a con-trastare la sedentarietà e l’emarginazione sociale,per creare opportune forme di aggregazione, disocializzazione ed inclusione.Il Comitato regio-nale Marche del CONI ha promosso, pertanto,una progettualità sperimentale di promozionedella pratica sportiva denominata “I luoghi dellosport” al fine di incrementare il benessere psico-fisico individuale e di favorire uno stile di vitasano, in favore di due piccoli Comuni della Mar-che, tra questi Cossignano, dove saranno realiz-zate varie azioni che prevedono il coinvolgimentodi varie fasce di età. In particolare è prevista una

azione destinata agli alunni della scuola primaria,con attività di orienteering e di pratiche ludico-motorie, una iniziativa di attività motoria per gliadulti, oltre ad una serie di incontri itineranti“Passeggiando qua e là… in mezzo alle nostrebellezze”. L’inserimento del Comune di Cossi-gnano nel progetto regionale del Coni ha per-messo anche, attraverso un contributoappositamente erogato, il ripristino di tutta la se-gnaletica e dell’attrezzatura ludico-ginnica delPercorso Natura, situato nell’area verde degli im-pianti sportivi di Cossignano.Tutta l’iniziativasarà presentata a Cossignano, nella Sala delleCulture, domenica 19 aprile 2015 alle ore 16.30in un incontro pubblico al quale parteciperà ilPresidente regionale del Coni Fabio Sturani, ilSindaco Roberto De Angelis, oltre le altre istitu-zioni e le associazioni locali, con le relazioni diArmando De Vincentis, Maestro dello Sport eDelegato Coni il quale approfondirà il tema “Losport: come, quando e perché” e di DomenicoChiovini che si soffermerà su “L’attività motorianell’età evolutiva. I luoghi dello sport a Cossi-gnano”. A tutti i bambini della Scuola primaria diCossignano che parteciperanno all’incontro verràdonata una maglietta del Coni, che sarà utilizzatadurante le lezioni di Orienteering e ludico-moto-rie che i maestri sportivi svolgeranno a scuola neimesi di maggio e giugno 2015.

Grottammare OasiDomenica sera si è conclusa la Festa di San-t’Aureliano Martire, che si è svolta presso il

convento Santa Maria dei Monti dei Frati Mi-

nori di Grottammare. Ad aprire i festeggiamenti

nella serata di venerdì 10 il tradizionale “Con-

certo di Sant’Aureliano” della Corale Sisto V,

che ha riscosso un notevole successo, sia per

l’afflusso di pubblico (la chiesa era piena!), sia

per la scelta del repertorio e la qualità

dell’esecuzione. Il sabato pomeriggio

ha visto la gioia dei tanti bambini che

si sono divertiti con le Letture Ani-

mate di Andrea Persiani e con la cac-

cia al tesoro, mentre alcune signore

si sono cimentate nella gara di torte,

il tutto nella stupenda cornice del bel-

vedere dietro il convento; la serata è

stata poi piacevolmente allietata dalle

note leggere del gruppo musicale

“That’s Amore”. Anche la domenica

ha visto un notevole afflusso di per-

sone. Le celebrazioni liturgiche, animate da p.

Pierpaolo Fioravanti, sono state dedicate alla

sensibilizzazione sulle attività missionarie dei

Frati Minori nel mondo. La tradizionale proces-

sione con il simulacro di Sant’Aureliano, ha

percorso le vie circostanti il convento ed è ter-

minata con la benedizione alla città. Hanno ri-

scosso grande successo anche le varie iniziative

che si sono susseguite nella giornata: la mostra

di navi da modellismo, la tradizionale gara di

“Uova a Scoccetta”, la sfilata di trattori d’epoca

per le vie di Grottammare, il torneo di calcetto,

il concerto tributo a Lucio Battisti, il torneo di

Burraco… Per l’occasione è stata anche inau-

gurata l’area verde attrezzata nei pressi del con-

vento, con la presenza del sindaco Enrico

Piergallini e del Comitato di Quartiere. Noi frati

dell’Oasi sentiamo veramente di ringraziare

tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita

di questa bellissima festa: gli amici del comitato

organizzatore, che hanno lavorato senza sosta,

con sacrificio e amore, per il convento e per

sant’Aureliano; l’amministrazione comunale,

che ha sostenuto questa iniziativa contribuendo

anche a rendere bella e pulita l’area circostante

il convento; l’Associazione Lido degli Aranci,

che ha curato i vari eventi; il comitato Stazione;

tutti coloro (famiglie, istituzioni, attività com-

merciali…) che con il loro contributo, anche

economico, hanno reso possibile lo svolgersi

della festa. E ringraziamo soprattutto Sant’Au-

reliano, che ci ha ottenuto dal Signore la grazia

di un bellissimo fine settimana pieno di gioia e

di sole! i frati di San Gloria’

IL CAVALLO DI FUOCO, SEGNO DI DEVOZIONE DEI Ripani VERSO LA MADONNA DI SAN GIOVANNI

Spettacolo "EGO" a Ripatransone da non perdere!

Nella splendida cornice della chiesa rurale dellaSantissima Annunziata di Patrignone, in Montaltodelle Marche, restaurata per la ferrea volontà e perla fattiva collaborazione di alcuni amici e di di-versi parrocchiani legati a questo antichissimoluogo di culto, Sabato prossimo, 18 aprile, dalleore 21:15, si è tenuta, come da tradizione all’iniziodella stagione primaverile, l’ormai affermata Ras-segna corale “Voci dalle colline”. Nata dall’espe-rienza dei coristi della Corale parrocchiale “SanctaMaria in Viminatu”, diretti da sempre dal MaestroMarco Fazi, il quale, dal confronto e dalla spintainiziale del compianto Parroco don Tiberio Ca-ferri, estremamente sensibile alla musica e al cantocorale, riorganizzò nel 1995 il più modesto Coroparrocchiale, che animava le celebrazioni liturgi-che, e che oggi può invece contare su un organicodi oltre trenta elementi, questa Rassegna è giuntaalla sua nona edizione, da quando, dopo aver inprimo momento iniziato una collaborazione conil Coro “La Cordata” del capoluogo sistino, nellapartecipazione al “Festival degli Appennini” e nel-l’organizzazione del Concerto natalizio “CapannaSanda”, entrambi nella Basilica montaltese, la re-altà corale patrignonese ha iniziato un suo fecondocammino di visibilità e di apprezzata partecipa-

zione a iniziative e concorsi a livello regionale enazionale. Ospiti della Rassegna di Sabato altridue Cori: la Corale "Cantando" di Macerata, di-retta dal Maestro Gian Luca Paolucci, e il Coro"Slavaz" di Tesero (TN), con la direzione delMaestro Alberto Zeni. Nel presentare la manife-stazione di Sabato prossimo, il giovane Presidentedella bella e vivace realtà collinare, Mattia Ama-dio, ha ricordato lo straordinario potere dei cantialpini e popolari, che arricchiscono la nostra quo-tidianità di nuove immagini che ci parlano diamore, di valori, di unità e, purtroppo, anche diguerra. “Qui mi sono ricollegato – sottolinea Mat-tia – al Centenario dello scoppio della PrimaGuerra Mondiale. ho ricordato tuttavia che questicanti parlano anche di amicizia, come quella chepuò instaurarsi tra Cori. E al fatto che proprio conqueste due realtà corali c'è un rapporto di amiciziae di collaborazione ormai da diversi anni. Con la"Cantando" già fin dal 2007, con lo "Slavaz" qual-che anno dopo. Molti dunque i presenti a Patri-gnone, nei pressi del Cimitero Civico, dove sorgel’ampia ed elegante chiesa che accoglierà questoevento, per una serata vissuta all’insegna dellamusica e del canto, ma ancor più della fraternità edella gioia cristiana.

Da Montalto Marche a cura di lauretanumDa Ripatransone a cura di Silvio Giampieri

LA RASSEGNA CORALE “VOCI DALLE COLLINE” GIUNGE ALLA SUA NONA EDIZIONE

Dalla Corale patrignonese l’invito a partecipare un momento alto di amicizia

e di canto corale.

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Durante la serata di sabato, 11 aprile, si è tenuta nel centrostorico di Acquaviva Picena la “Passio”, la sacra rappresen-tazione prevista per il 28 marzo e rimandata per motivi tec-nici e organizzativi. Grande soddisfazione per il successo ela partecipazione da parte delle associazioni organizzatrici:Palio del Duca, Laboratorio Terraviva e l’associazione tea-trale A-6A. La regia del presidente dell’associazione Labo-ratorio Terraviva, Filippo Gaetani, basata sul racconto delVangelo secondo Matteo, ha guidato gli attori lungo il per-corso della Passio che ha preso il via dal commento intro-duttivo del parroco don Alfredo a cui è seguita la primascena, quella dell’ultima cena ambientata nella piazza del colle, cioè piazza Mariano Vulpiani.Dopo l’ultima cena, l’arresto di Gesù nell’orto degli ulivi e quindi in piazza San Niccolò il Sine-drio, con i sacerdoti, i soldati e Pilato. La Passio si è poisnodata tra le vie del centro storico per arrivare in piazzadel Forte; lungo il percorso ci sono stati gli incontri conSimone il Cireneo, le pie donne e la Veronica. Nellapiazza, sotto la maestosa Fortezza acquavivana, le ultimescene: la crocifissione, l’incontro di Maria di Màgdala el’altra Maria con l’angelo e infine l’incontro del risortocon gli apostoli, con Gesù che scende dalla suggestivascalinata della Fortezza per andare incontro agli apostoliincreduli dopo che Maria di Màgdala aveva portato lorola lieta notizia. Alla rappresentazione era presente il Ve-scovo Gestori che ha potuto apprezzare le vie del centrostorico sotto una nuova veste, con le luci cittadine spenteper dar modo ad una serie di luci disposte ad hoc dicreare l’atmosfera adatta, con i co-stumi dell’associazione Palio delDuca che sono stati adattati allostile dell’epoca e, soprattutto, congli attori, che si sono distinti per labravura nell’interpretazione deiruoli; menzione particolare va aMassimiliano Civita, che ha sa-puto rendere, con grande espressi-vità, la sofferenza e la forzad’animo del Cristo, calandosicompletamente nel ruolo. Chiappini

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Anche S. Savino ha animato la Passione del Venerdì santo

Acquaviva: “Passio” ambientazione suggestiva e grande interpretazione degli attori

I 107 ANNI DELLA SIGNORA GINA!

Nella frazione di Paolantonio di Sant’Egidio alla Vibrata vive una donnina eroica, da record..unrecord firmato 107 anni. Si tratta di Maddalena Gabrielli, detta “Gina”, che è la signora più anzianadi Sant’Egidio alla Vibrata e sicuramente una tra le più longeve della nostra diocesi. Nata nel lon-tano 18 novembre del 1908 ad Offida, oggi Gina porta dignitosamente sulle sue spalle più di unsecolo di storia: dopo aver cresciuto quattro figli, oggi ha 5 nipoti e 12 pronipoti ed è accuditapremurosamente da sua figlia Angela, che vive con lei. E proprio la signora Angela, insieme aglialtri figli Bernardina, Francesco e Maria Pia, ci hanno raccontato cosa si cela dietro questa “piccolagrande donna”. … Oggi la signora Gina “vive” nellasua camera da letto a causa di una caduta avuta all’etàdi 102 anni che le ha procurato la frattura del femore.Le sue condizioni di salute, dopo tante vicissitudini edinspiegabili e sorprendenti riprese, sono stabili: nono-stante la sua età, non assume nessun farmaco e dai suoiocchi un po’ velati ma ancora vispi trapelano la sua re-sistenza e la sua forza d’animo. La sua corporatura, dasempre gracile e minuta, non rende giustizia alla grandelaboriosità delle sue mani: mani che hanno lavato, cu-cinato e lavorato a maglia, all’uncinetto, per un totaledi ben 13 coperte matrimoniali, oltre ad abiti, centrinie tovaglie..anche cucite a 94 anni.Una vita, la sua, tuttadedita al lavoro dei campi, alla casa e ai figli. Lei, Gina,l’ultima di sette figli, sposatasi a 27 anni, si trasferì da Offida ad Ancarano nel 1952 e poi dal1957 si è stabilita definitivamente a Paolantonio. Una donna silenziosa, di poche parole, ed anchedi pochi gesti, quasi anaffettiva all’apparenza ma attenta ai bisogni primari dei suoi figli: unadonna eccezionale che, in anni di ristrettezza e con poche risorse, si è fatta in quattro pur di nonfar mancare loro mai nulla. Un affetto, il suo, dimostrato con la premura del caffè d’orzo preparatola mattina, con il fuoco sempre acceso, con il duro lavoro dei campi per dar loro da mangiare, conla raccolta di fiori di camomilla da rivendere nei mercati per poi comprare stoffe con le qualicucire gli abiti e farli essere sempre ordinati e all’altezza. Una donna instancabile, dal forte sensodel dovere, temprata al sacrificio e alla fatica… dignitosa ma determinata, dallo spirito arguto (lostesso di suo padre) ma sempre rispettosa del marito. Una donna di buon gusto, anche nel vestire,dalla vita ordinata e da un’alimentazione regolare, senza eccessi, precisa e meticolosa, patita peri fazzoletti da naso più che per il portafoglio.Una donna di molta fede, sempre puntuale alla Messa, per la quale si preparava molto tempoprima; una donna molto legata alle sue origini, alla contrada Ciafone e alla sua Offida, al BeatoBernardo Peroni e alla chiesa della Colleggiata. Negli ultimi anni, infatti, Gina “ritorna” spessocon i ricordi alla sua famiglia, ai suoi fratelli e alle sue sorelle perché, forse, quando il contattocon la realtà si fa più labile, la mente inizia a seguire gli stessi percorsi del cuore… e, si sa, nesiamo certi, che il cuore di Gina è ben saldo alla sua terra e alla sua gioventù. Una “piccola grande donna”, dunque, che dal 2008, nell’annuale Festa degli Ultrasettantenni aPaolantonio, ha portato a casa ben 7 medaglie d’oro per il titolo di “donna più longeva” e che,oggi, sembra avere tutte le intenzioni di aggiudicarsi anche l’ottava! E noi.. non possiamo che au-gurarglielo con tutto il cuore!

A TU PER TU CON IL PRIORE DELLA CONFRATERNITA

“MARIA SANTISSIMA DEL SUFFRAGIO” DI COLONNELLAdi Sara De Simplicio

Le Confraternite cristiane sono realtà speciali chemeritano di essere raccontate. A Colonnella, quellaintitolata a Maria Santissima del Suffragio ha ra-dici molto antiche, risalenti addirittura al 1740. Ciha raccontato come è oggi il suo Priore GuerinoReganatini che, con gentilezza e disponibilità, ciha accolto nella sua casa a Colonnella: lui si sentepersonalmente legato alla figura della Madonnadel Suffragio ed è onorato di ricoprire questo ruoloda 5 anni. Come si è evoluta nel tempo e com’èoggi la confraternita? La confraternita è “rinata”nel dicembre 2005 per volere mio e di altri con-fratelli. Era ormai una realtà “spenta” da tantianni… Negli anni gli stimoli si erano affievoliti,come anche le iniziative. Abbiamo voluto ridareforza e vigore a questa realtà tanto importantequanto antica e fortunatamente stiamo ottenendo nuovi consensi e membri. È quindi oggi una bella realtànella quale investo cuore e passione..perché: o le cose si fanno bene, o non si fanno per niente. Quattro annifa è nato anche un gemellaggio, con la confraternita del Suffragio di Castel del Monte, la quale spesso ci coin-volge nelle manifestazioni. Quali sono le vostre finalità? La finalità della confraternita è offrire la nostra vi-cinanza e dare il nostro aiuto alle persone che hanno più bisogno e veicolare le personale alla preghiera..Lapreghiera è fondamentale: non è solo il mezzo che permette di far sentire le persone ‘unite’ ma il primo passocon il quale si avanza nel percorso di ricongiungimento alla grande famiglia che è la Chiesa. La finalità ultimainfatti è proprio questa, poiché riportare le persone all’interno della comunità cristiana vuol dire ricoprirle deibenefici e degli aiuti di cui necessitano. Per questo ogni primo giovedì del mese in parrocchia alle 21 c’èun’adorazione a cui partecipano anche persone non legate alla Confraternita. Quanti sono i membri e comesi diventa “confratello”? La nostra è una confraternita in fase di crescita e tra le più “giovanili”. Oggi conta92 membri e un direttivo composto da me e da altri 6 confratelli consiglieri, che ogni mese si riunisce. Abbiamodue divise: una rossa e una azzurra che utilizziamo come ufficiale. Non ci sono requisiti particolari per acce-dervi, se non quello di essere “fedeli”. La cosa positiva è che la nostra è una confraternita “viva”: molti gio-vanissimi sono già dei nostri. La “vestizione” avviene a luglio, in occasione della festa di Maria Santissimadel Suffragio, davanti al Vescovo: i neomembri indossano una tunica bianca, la mantella azzurra e sono ac-compagnati da un padrino o da una madrina. Quali sono le prossime iniziative in programma? A luglio,

precisamente nel sabato della seconda settimana,ci incontreremo per la 4° volta con le confrater-nite delle Marche e dell’Abruzzo in un raduno,a cui presiederà anche il vescovo. L’anno scorsoha partecipato anche la confraternita di S. Gior-gio, tra le più antiche. In quell’occasione avver-ranno anche nuove vestizioni. Abbiamocomunque un ricco calendario … spesso realiz-ziamo santini, calendari e organizziamo mo-menti di preghiera dedicati alle famiglie comegite a Santa Rita, San Gabriele, Assisi… Que-st’anno ci sarà anche una “tappa” di preghieranelle Marche, in collaborazione con il parrocodi Santa Lucia. Cosa si augura per il futurodella confraternita a Colonnella? Mi auguroche la confraternita aiuti a far tornare la gente inchiesa e soprattutto a pregare..è questa per me lacosa più importante. La preghiera dirige la vitanella giusta direzione… e tramite quella si puòringraziare il Signore per il dono della vita. Que-sta è la cosa più importante: se manca questo,manca tutto!

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