ANNO XXX N° 7 - 3 Marzo 2013

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ANNO XXX N° 7 - 3 Marzo 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Il Papa: Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze L’ultimo Angelus è un “cambiare pagina’’ nella storia della Chiesa. Il Papa chiama e il popolo cristiano risponde. “Grazie’’, la nota dominante della piazza. La logica dei fedeli non è quella dei media. Basta uno striscione per dimostrarlo, nove parole in tutto. C’è scritto: “Abbiamo ca- pito, continueremo ad amarti, grazie, i tuoi giovani’’. E ancora: “Non poteva nessuno, siamo partiti noi’’ Come ci si congeda da un Papa? Da un Papa che, con la sua rinuncia, ha cambiato e cambierà per sempre la storia della Chiesa. È questo il pensiero dominante oggi. A chiederselo sono le migliaia di fedeli che si sono messi in cammino, verso la stessa piazza, per un commiato finora inedito: un commiato “annunciato”, o meglio preparato, reso possibile da parole chiare, cri- stalline - prima davanti ai cardinali, poi ai fedeli, prima in latino, poi in italiano - che con lucida e serena con- sapevolezza si sono bagnate nell’umiltà e purificate grazie alla capacità di porsi al cospetto di Dio per tro- vare la forza di una decisione clamorosa, ma meditata nell’interiorità più profonda della propria coscienza, in- terrogata costantemente dalla preghiera. Per il bene della Chiesa. (da M. Michela Nicolais) Grazie Padre Santo!

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXX N° 7 - 3 Marzo 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Il Papa: Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi

ancora di più alla preghiera e alla meditazione.

Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi,

se Dio mi chiede questo è proprioperché io possa continuare

a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui

ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto

alla mia età e alle mie forze

L’ultimo Angelus è un “cambiare pagina’’nella storia della Chiesa. Il Papa chiamae il popolo cristiano risponde. “Grazie’’,la nota dominante della piazza. La logica dei fedeli non è quella dei media.Basta uno striscione per dimostrarlo, noveparole in tutto. C’è scritto: “Abbiamo ca-pito, continueremo ad amarti, grazie, ituoi giovani’’. E ancora: “Non poteva nessuno, siamopartiti noi’’

Come ci si congeda da un Papa? Da un Papa che, conla sua rinuncia, ha cambiato e cambierà per sempre lastoria della Chiesa. È questo il pensiero dominanteoggi. A chiederselo sono le migliaia di fedeli che sisono messi in cammino, verso la stessa piazza, per uncommiato finora inedito: un commiato “annunciato”, omeglio preparato, reso possibile da parole chiare, cri-stalline - prima davanti ai cardinali, poi ai fedeli, primain latino, poi in italiano - che con lucida e serena con-sapevolezza si sono bagnate nell’umiltà e purificategrazie alla capacità di porsi al cospetto di Dio per tro-vare la forza di una decisione clamorosa, ma meditatanell’interiorità più profonda della propria coscienza, in-terrogata costantemente dalla preghiera. Per il bene della Chiesa. (da M. Michela Nicolais)

Grazie Padre Santo!

Anno XXX

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Quale futuro? Abbiamo votato l’ingovernabilità. di Pietro Pompei

Al termine dello spoglio delle schede, a ri-

sultati acquisiti, dopo aver ascoltato tutti i

possibili commenti televisivi e vagabon-

dato in internet alla ricerca di qualche esul-

tanza locale, ho preferito dormirci sopra,

prima di scrivere, per evitare di arricchire

il vocabolario delle insulsaggini, quando

in uno stato di amarezza si cerca qualche

granello di zucchero in fondo alla tazza.

Ho fatto appello ai tanti detti popolari,

tavor di saggezza, per prendere sonno. Ne

ho trovati tanti, anche salaci a mo’ di boo-

merang di chi per far dispetto è ricorso a

misure drastiche. Nel sonno agitato ho ri-

percorso i tanti anni di militanza politica e

nel risveglio una patetica conclusione: “

Dopo sessant’anni di democrazia, si è

giunti a rendere ingovernabile l’Italia. In

una campagna elettorale fatta di chiasso,

senza un confronto serio, senza pro-

grammi, solo con promesse anche assurde,

che hanno fatto leva più sugli umori che

sull’intelligenza dei cittadini, il risultato

non poteva che essere quello che è stato ot-

tenuto. Nella storia “i vuoti” di potere sono

stati sempre pericolosi ed hanno dato se-

guito a catastrofi. Oggi anche noi, se non

ci fosse il Presidente della Repubblica, do-

vremmo dire che siamo di fronte ad un

“vuoto” di potere per riempire il quale do-

vremmo precipitosamente ritornare alle

urne, come molti sostengono. E’ la stessa

situazione in cui si è trovata la Grecia, col

rischio di sommosse per promesse non

mantenute. Si spera che se non proprio il

discernimento, almeno l’amor di patria

faccia leva sui gruppi politici e sugli eletti,

affinché questo futuro ci venga rispar-

miato. Nonostante tutto le possibilità di in-

contro ci sono. Se il popolo ha votato così

è perché vuole una politica di giustizia,

senza prevaricazioni. C’è bisogno di una

politica basata sull’umiltà, su esempi no-

bili, sul ritorno ai veri valori che tengono

conto in modo particolare del bene co-

mune. Purtroppo è venuta meno la tenuta

delle Scuole di Dottrina Sociale Cristiana,

dopo che alcuni decenni fa, il fervore post-

sessantottino ne aveva suscitato l’esigenza.

Non bastano i fuochi fatui che si accen-

dono qua e là, occorre qualcosa di serio e

continuativo. Non si può governare una

nazione sul filo degli slogan.

Nel loro campo specifico (elaborazione

delle leggi, attività di governo e controllo

su di essa), gli eletti devono impegnarsi

nella ricerca e nell’ attuazione di ciò che

può giovare al buon andamento della con-

vivenza civile nel suo complesso.

L’obbligo dei governanti di rispondere ai

governati non implica affatto che i rappre-

sentanti siano semplici agenti passivi degli

elettori. Il controllo esercitato dai cittadini,

infatti, non esclude la necessaria libertà di

cui gli eletti devono godere nello svolgi-

mento del loro mandato in relazione agli

obiettivi da perseguire: questi non dipen-

dono esclusivamente da interessi di parte,

ma in misura molto maggiore dalla fun-

zione di sintesi e di mediazione in vista del

bene comune, che costituisce una delle fi-

nalità essenziali e irrinunciabili dell’auto-

rità politica. (DSC n. 409)

L’Italia ha votato. Cala di poco più del 5% la percentuale deivotanti, che resta comunque alta, sopra il 75%. Di questi elet-tori, più di un quarto vota Movimento 5 stelle, la principalenovità della tornata elettorale. Se la coalizione di centro-si-nistra conquista di un soffio una risi-cata maggioranza relativa allaCamera (poco sotto il 30%), che levale una confortevole maggioranza inseggi, al Senato maggioranza non c’è.Il centro-sinistra ha la maggioranzadel voto popolare, ma il meccanismoelettorale gli attribuisce un numero diseggi tale da non poter governare. Ilcentro-destra, dal canto suo, fa unagrande rimonta e conquista il secondoposto (in voti popolari e seggi). Ne risulta una situazione inedita rispetto alla storia della Re-pubblica del maggioritario, per cui non è dato sapere qualesarà l’assetto del governo della XVII legislatura. Ma primadi affrontare la questione della “governabilità” occorre fareuna riflessione preliminare.In realtà, questi risultati elettorali fotografano con crudo rea-lismo la situazione del Paese e i sentimenti dei cittadini, travecchie appartenenze, smarrimento, crisi economica e istanzedi forte cambiamento, prima di tutto nei modi e nelle risorsedella politica.I cittadini si sono espressi e hanno evitato plebisciti e inve-stiture. L’Italia è un Paese variegato e complicato, tanto piùoggi, nel vivo di una crisi che morde. Con un voto molto ar-ticolato, che non si può rinchiudere in schemi di scuola, glielettori costringono tutte le forze politiche vecchie e nuove ei nuovi Parlamentari a produrre politica. Paradossalmente, unvoto a cui forse sbrigativamente si applica la categoriadell’“antipolitica” costringe la politica, quella alla quale ciha abituati la storia democratica del Paese, a risolvere final-mente problemi oggettivamente intricati e a indicare prospet-tive di governo possibili. Il tutto, però, con lo sguardo rivoltoalla concretezza della vita reale e ai problemi dei cittadini che

la buona politica non può e non deve considerare secondari.In fondo, i cittadini chiedono solo di essere adeguatamenterappresentati, ma senza essere stressati. Anche le democrazie- lo sa bene chi ha alte responsabilità decisionali - rischiano

lo stress. Evitarlo al nostro sistema de-mocratico è una responsabilità che stain capo a tutti, Grillo compreso.A urne chiuse, dopo avere fatto i conticon la realtà, tutte le forze politiche sidovranno mettere al lavoro sul per-corso istituzionale, con l’elezione deipresidenti delle due Camere. Ripartiredalle istituzioni può essere un buon ri-ferimento, perché costringe alla con-vergenza. E, persino, a esercitarsi nellaragionevolezza politica. Si potranno

così avere, allora, le prime indicazioniper il governo e, subito dopo, perl’elezione del presidente della Repub-blica, altro cruciale appuntamento noneludibile.Serve la politica (quella buona) e,nello stesso tempo, le buone politiche:di qui poi la necessità, senza ideologi-smi, di affrontare le tre emergenze chesono sotto gli occhi di tutti, quella dellavoro, quella istituzionale e quella delrafforzamento del tessuto etico e dellafamiglia.Tutto questo ha il nome antico masempre decisivo di responsabilità.Dopo una campagna elettorale straor-dinariamente istruttiva per chi vorràriflettere a mente fredda, tutti sono difronte alla responsabilità della rappre-sentanza. Gli elettori hanno suonato lacampanella dell’ultimo giro: atten-dono risposte.

Il Paese chiede responsabilitàIl voto popolare non ha espresso una maggioranza e un governo certi. Ora tutte le forzepolitiche hanno il dovere di agire con responsabilità e generosità. Occorre dare rispostaalle tre emergenze: la domanda di lavoro, il funzionamento virtuoso delle istituzioni, ilrafforzamento del tessuto etico e della famiglia Francesco Bonini

Commiato

dal Presidente Napoletano

Città del Vaticano, 23 febbraio 2013 (VIS). Un Comunicato della

Sala Stampa della Santa Sede rende noto che: “Questa mattina

alle ore 11.30 il Santo Padre ha ricevuto per un incontro di com-

miato il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napoli-

tano, accompagnato dalla Consorte”. “L’incontro è stato

particolarmente intenso e cordiale, data la grande stima reciproca

e la ormai lunga familiarità dei due illustri interlocutori”.

“Il Presidente Napolitano ha manifestato al Papa non solo la gra-

titudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tanti momenti

cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma

anche l’affetto con cui esso continuerà ad accompagnarlo nei

prossimi anni. Il Papa per parte sua ha ancora una volta espresso

al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i

migliori auspici per il bene dell’Italia, in particolare in questi

giorni e in questo tempo di scelte impegnative”

3Anno XXX

3 Marzo 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

Parola del Signore3’ DOMENICA QUARESIMA C

dal VanGelo secondo luCa

In quel tempo si presentarono a Gesù al-cuni a riferirgli circa quei Galilei, il cuisangue Pilato aveva mescolato con quellodei loro sacrifici. Prendendo la parola,Gesù rispose: “Credete che quei Galileifossero più peccatori di tutti i Galilei, peraver subito tale sorte? No, vi dico, ma senon vi convertite, perirete tutti allo stessomodo. O quei diciotto, sopra i quali rovinòla torre di Sìloe e li uccise, credete che fos-sero più colpevoli di tutti gliabitanti di Gerusalemme?No, vi dico, ma se non viconvertite, perirete tuttiallo stesso modo”. Disseanche questa parabola:“Un tale aveva un fico pian-tato nella vigna e venne acercarvi frutti, ma non netrovò. Allora disse al vigna-iolo: Ecco, son tre anni chevengo a cercare frutti suquesto fico, ma non netrovo. Taglialo. Perché devesfruttare il terreno? Maquegli rispose: Padrone, lascialo ancoraquest’anno finchè io gli zappi attorno e vimetta il concime e vedremo se porteràfrutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”.(luCa 13,1-9)

Il brano si apre con la presentazione di duefatti di morte, una repressione politica e ilcrollo di un edificio, eventi che alcuni vannoa riferire a Gesù, come a chiederne spiega-zione. Gesù approfitta degli episodi per ap-profondire il suo discorso sulla necessitàdella vigilanza. La credenza popolare, infatti, metteva (vera-mente spesso succede anche oggi) in rela-zione un’avvenimento luttuoso, unadisgrazia, con l’eventuale peccato di chi neera colpito, vedendovi o volendovi vedere uncastigo per i peccati.Gesù rifiuta questa interpretazione, e spiegache la disgrazia può essere letta come avver-timento per tutti, ma non come il segno diuna colpevolezza personale.Gesù va contro una convinzione allora (maanche oggi) molto diffusa, secondo la qualemalattie, infortuni, povertà sono conse-guenza dai peccati commessi da coloro chele subiscono. Il Signore vuole liberarci daquesta visione castigatrice di Dio, e chiarirci

come nella parabola del fico, che il vero pec-cato é non portare frutti, non utilizzare i ta-lenti che ci sono stati donati, e che Dio épaziente, aspetta e rispetta i nostri tempi diconversione, anche se ci viene precisato chequesto tempo non é indefinito. Non possiamo leggere gli avvenimenti dellastoria secondo le nostre categorie mentali oi nostri pregiudizi o preconcetti, ma siamochiamati invece ad una riflessione ben più

profonda e personale.La storia, gli avvenimentiche accadono non dob-biamo leggerli sulla pelledegli altri, ma solamentesulla nostra, dobbiamo ri-fletterci per la nostra vita,per la nostra situazione, esoprattutto per la nostraconversione.Per questo Gesù trae daquesti avvenimenti lospunto per donarci delleesortazioni e invitarci allavigilanza e alla conversione.

Noi siamo abituati a rimandare sempre la no-stra conversione, a un altro giorno, a un’altraquaresima. E’ vero, Dio é paziente ma nondobbiamo chiudere occhi, orecchi e cuore aisuoi richiami, quelli che ci fa pervenire at-traverso gli avvenimenti della nostra vitaquotidiana.Il Signore aiuta e perdona SEMPRE ma soloquelli che si sforzano di trovarlo o di ritro-varlo. Non stanchiamo la sua infinita pa-zienza, e find’ora cominciamo a produrrefrutti di conversione. Chiediamo al Signoredi aiutarci a vigilare, per non lasciare passareinvano questo meraviglioso tempo quaresi-male ed essere svegli per accorgerci dellasua venuta in mezzo a noi, perché questo é ilMOMENTO FAVOREVOLE.

Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA: SE LEGGENDO UN PASSO

DEL VANGELO NON RIESCI A DIRE:GRAZIE SIGNORE, PERDONO SIGNORE, ECCOMI SIGNORE, SIGNIFICA CHE LA PAROLA

NON TI HA COLPITO, POICHE’ IN VERITA’ ERI TU IL SUO BERSAGLIO (M. QUOIST)

Martedì 5 marzo

Ore 10.00 S. Benedetto Tr. - Caritas:

Commissione Missionaria Regionale

Giovedì 7 marzo

Ore 10.00 S. Benedetto Tr.

Centro polivalente Caritas:

Incontro mensile del Clero

Sabato 9 marzo

Ore 17.30 Villa Rosa - S. Messa, a conclusione

della Missione Giovani

Ore 19.00 S. Benedetto Tr. - PP. Sacramentini:

Movimento Gloriosa Trinità

Domenica 10 marzo

Ore 17.00 Loreto - Scalabriniani:

S. Messa, per il Rinnovamento

nello Spirito delle Marche

Incontri Pastorali del Vescovo durante la settimana 3-10 marzo 2013

Leggiamo Mt 21,1-11 che racconta l’ingresso di

Gesù a Gerusalemme. Durante il suo ministero

in Galilea Gesù aveva avuto qualche incontro con

coloro che costituivano la classe dirigente, reli-

giosa e civile, cioè, scribi, farisei, sommi sacer-

doti. Ora vuole rivolgere direttamente ad essa

l’annuncio del Vangelo e per questo, per la prima

– e unica - volta secondo i Sinottici (cioè Matteo,

Marco e Luca) Gesù si porta a Gerusalemme. In

concreto, la sua predicazione consisterà in tre pa-

rabole, quattro controversie da lui sostenute con-

tro il giudaismo ufficiale; la concluderà con le

invettive che egli lancia contro le “guide cieche”

e contro Gerusalemme che si macchia del sangue

di coloro che Dio le invia. Tutta la sua attività è

racchiusa in tre giorni (21,23,23-39). 1. I prepa-

rativi per l’entrata. “Quando furono

vicini a Gerusalemme e giunsero

presso Bètfage, verso il monte degli

Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2di-

cendo loro: ‘Andate nel villaggio di

fronte a voi e subito troverete

un’asina, legata, e con essa un pule-

dro. Slegateli e conduceteli da me. 3E

se qualcuno vi dirà qualcosa, rispon-

dete: “Il Signore ne ha bisogno, ma

li rimanderà indietro subito’” (Mt 21,1-3). Ve-

nendo da Gerico, dopo la dura risalita lungo una

zona deserta e frastagliata, Gesù con i suoi è

ormai quasi arrivato al primo villaggio che si in-

contra, quello chiamato oggi Kafr el-Tur, Bet-

fage, situato sul fianco orientale del monte degli

Ulivi. Da lì invia due discepoli perché prendano

e portino a lui un’asina. Se il padrone farà resi-

stenza, i due devono dirgli che “il Signore”

(Kýrios), ne ha bisogno. E’ l’unica volta in cui

Gesù in Matteo si denomina col titolo molto evo-

cativo di Kýrios. 2. La citazione dal profeta Zac-

caria. Matteo sente il bisogno di spiegare la

portata messianica di quella solenne entrata. Si

serve del testo preso dal profeta Zaccaria, ma lo

modifica in più punti perché quanto Gesù sta per

compiere non abbia nessun significato politico.

“Ora questo avvenne perché si compisse ciò che

era stato detto per mezzo del profeta: 5 ‘Dite alla

figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, / mite, se-

duto su un’asina / e su un puledro, figlio di una

bestia da soma’” (Mt 21,4-5 citando Zc 9,9). Il

testo ebraico di Zaccaria aggiungeva a: “il tuo

re”, le parole seguenti: “giusto e vittorioso”; Mat-

teo le tralascia perché potevano essere intese in

senso politico. Zaccaria nomina l’asina e la bestia

da soma, o puledro, per creare il parallelismo si-

nonimico, che consiste nel dire due volte la stessa

cosa con parole sinonime. Matteo prende nella

sua materialità il testo di Zaccaria, quasi che parli

di due animali, e dà così l’impressione di far se-

dere Gesù su un’asina e su un puledro.

Con “la figlia di Sion”, testo preso da Is 62,2,

Matteo si riferisce alla città di Gerusalemme, per-

sonificata in una ragazza.

3. L’entrata a Gerusalemme. Matteo, più degli

altri evangelisti, si preoccupa di mostrare che la

profezia ha avuto un pieno adempimento. “I di-

scepoli andarono e fecero quello che aveva ordi-

nato loro Gesù: 7condussero l’asina e il puledro,

misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a se-

dere. 8La folla, numerosissima, stese i propri

mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano

rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. 9La

folla che lo precedeva e quella che lo seguiva,

gridava: / ‘Osanna al figlio di Davide! / Bene-

detto colui che viene nel nome del Signore! /

Osanna nel più alto dei cieli!’” (Mt 21,6-9; cita

il Sal 118-25-26). I discepoli conduco l’asina (il

puledro lasciamola alla poesia!), la coprono con

i propri mantelli e Gesù siede su di essa. La folla,

a sua volta, stende i propri mantelli sulla strada

in segno di grande rispetto: è quanto fecero gli

ebrei all’unzione di Jeu come re: “Allora si af-

frettarono e presero ciascuno il proprio mantello

e lo stesero sui gradini sotto di lui” (2Re 12,13):

Matteo parla genericamente di rami dagli alberi;

Marco 11,8 parla di “delle fronde, tagliate nei

campi”; Giovanni 12,13 parla di “rami di palme”.

Osanna, in ebraico hoši‘ah-nna, vuole dire: “su,

vieni in aiuto”, e diventa poi una esclamazione

di gioia e di saluto. Benedetto... era l’augurio abi-

tuale che i gerosolimitani rivolgevano al pelle-

grino che giungeva nella città santa; in questo

caso a Gesù. 4. La reazione della folla. “Mentre

egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu

presa da agitazione e diceva: ‘Chi è costui?’. 11E

la folla rispondeva: ‘Questi è il profeta Gesù, da

Nàzaret di Galilea’” (Mt 21,10-11). Fu presa da

agitazione traduce eseisthē, da séiô, da qui il no-

stro “sisma”, terremoto. Dice che l’entrata di

Gesù fu un evento escatologico di prim’ordine.

La città fu scossa come da un terremoto di grazia;

è l’appello alla salvezza che Gesù rivolge con

forza alla “Figlia di Sion”. Conclusione. Gesù

chiede in continuazione di entrare nella nostra

vita. La grazia, quasi come terremoto, ha la forza

di scuoterci. [email protected]

L’attività di Gesù nella Città Santa

103. ENTRATA MESSIANICA IN GERUSALEMME

Ai Reverendi Presbiteri, Religiosi, Diaconi della DiocesiLa liturgia è il culmine e la fonte della vita della Chiesa.

Carissimi, vi ricordo che il ritiro del Clero, presieduto dal nostro Vescovo, avrà luogo presso ilCentro Polivalente della Caritas Diocesana

GIOVEDÌ 7 MARZO 2013PROGRAMMA9.45 Recita dell’Ora Media10.00 Relazione sulla Costituzione Sacrosanctum Concilium offerta da don Franco Magnani,

Direttore dell’Ufficio liturgico nazionale11.00 Pausa11.30 Dialogo con il relatore13.00 Pranzo Augurandoci di vivere questo tempo nella preghiera e nel lavoro pastorale, protesi verso la gioiadella Pasqua, vi saluto fraternamente.San Benedetto del Tronto, 22 febbraio 2013

Il Vicario Generale, Mons. Romualdo Scarponi

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COMUNICAZIONE

A seguito della rinuncia di Benedetto XVI rimane vacante la Sede di S. Pietro.Anche la nostra Diocesi deve sentirsi profondamente unita alla Chiesa di Roma ed a quella

universale in questi giorni di attesa del nuovo Papa.Pertanto dispongo che:

Venerdì 1 marzo, in ogni Comunità, si celebri una santa Messa “Dello Spirito Santo” (Mes-sale p. 844 e ss, si scelga uno dei tre formulari previsti), per implorarela grazia del discernimento su chi è chiamato a compiere la designa-zione del nuovo Pontefice. Si usino i paramenti rossi.

Nel giorno in cui avrà inizio il Conclave dei Cardinali, in ogni Comunità sicelebri una santa Messa “Per l’elezione del Papa” (Messale p. 784).Si usino i paramenti bianchi.

I pastori d’anime avranno cura di aiutare i fedeli a vivere questi momentiimportanti per la vita del Popolo cristiano con una opportuna omelia sui testi bi-blici, indicati per le rispettive celebrazioni nel lezionario.

Non manchi il dovuto ricordo nella preghiera dei fedeli.

Durante i giorni della vacanza della Sede Pontificia nelle Sante Messe siricorderà il solo nome del Vescovo.

+Gervasio Gestori Vescovo

San Benedetto del Tronto, 22 febbbraio 2013

Festa della Cattedra di San Pietro

La presenza alla chiusura dei corsi di cristianitàè ormai divenuta un impegno inderogabile peril nostro Vescovo Monsignor Gervasio Ge-stori; il saluto ai singoli corsisti, prima dell’in-gresso nel teatro S. Filippo, è entrata a far parteintegrante della metodologia del movimentodiocesano. Nella circostanza trova per tutti unaparola di elogio, d’incoraggiamento a proseguireil cammino di fede, a mantenere costantel’amore per Cristo riscoperto nei tre giorni.

Nel Suo intervento di domenica scorsa, rivoltoai numerosi presenti in sala, dopo un doverosopensiero rivolto al Papa ed alla sofferta deci-sione delle Sue dimissioni e dopo aver ascoltatole testimonianze dei partecipanti all’89° corsouomini, ha manifestato sincera commozione perquanto ascoltato: le emozioni provate davanti alTabernacolo; l’amicizia sincera e fraterna sortafra persone che alcuni giorni prima neanche siconoscevano; alla testimonianza di Mario che,nella sua semplicità ed autenticità, ha raccon-tato:” nella mia vita ho conosciutol’amore di Cristo attraverso la sof-ferenza, in questi tre giorni, invece,ho riscoperto il Suo amore nellagioia”; Marco, invece, candida-mente riconosce che la sua chia-mata al corso l’ha voluta Cristo perfargli sapere quanto sia grande ilSuo amore per lui. Ilario, che avevagià vissuto l’esperienza dei tregiorni, chiamato a manifestare lesue vivenze, ammetteva di essere

andato al corso con molta preoccupazione, masi e subito tranquillizzato perché si è accorto chelo Spirito Santo e le numerose preghiere ed imessaggi d’incoraggiamento di fratelli di ogniparte del mondo sono state ventate che hannogonfiato la vela e spinta la barca sulla quale erasalito con tutti gli amici dell’89 vero un porto si-curo. Don Luigino, presente in sala, ha ringra-ziato per la testimonianza di un corsista che si èdichiarato disponibile ad aiutare il suo parroco.

Don Tommaso, che eraconvinto di essere an-dato al corso per aiutaregli altri, si è accorto diaverne avuto giova-mento e di ritornare allasua parrocchia “ricari-cato”.Mons. Ubaldo Spe-ranza, animatore spiri-tuale territoriale, giuntoda Fermo, nel porgere ilsuo saluto ha sottoli-neato che la fratellanza,l’amicizia e la gioia spe-rimentata al corso de-vono essere le basi per

continuare a vivere la fede insieme a gruppi diamici ed in Ultreya.La cerimonia si è conclusa con la chiamata delRettore Peppino Boccabianca di tutti i corsistie degli animatori spirituali Diac. Galliano, DonTommaso e P. Renato, ai quali il Vescovo, dopoaverli benedetti, ha consegnato i crocifissi ricor-dando a ciascuno: “Cristo conta su di te”.

Elbano Rep. Seg.

La Conferenza Episcopale Marchigianain data 6 febbraio 2013 si è riunita a Loreto inseduta ordinaria. Dopo la preghiera e la medita-zione iniziale il Presidente S. E. Mons. LuigiConti ha presentato i punti salienti dei lavori delConsiglio Episcopale Permanente svoltosi aRoma alla fine di gennaio. Ha ripreso i diversitemi affrontati e le indicazioni del Card. Bagna-sco, tra cui quella a vivere con partecipazione eresponsabilità la prossima tornata elettorale.

I Vescovi hanno poi preparato la visita“ad limina apostolorum”, cioè l’incontro con ilSanto Padre BenedettoXVI che avviene normal-mente ogni cinque anni edè finalizzato a rafforzare ivincoli di comunione apo-stolica e l’impegno a ser-vizio del Vangelo nellacura pastorale delle sin-gole diocesi. Per i Vescovidelle diocesi marchigianel’incontro con il SantoPadre è previsto in due gruppi, lunedì 25 e gio-vedì 28 febbraio. Sono in programma anche in-contri con alcuni dicasteri della Santa Sede.

I vescovi hanno anche espresso il loro ap-prezzamento per i positivi sviluppi della colla-borazione tra la Regione Marche e la Chiesamarchigiana sul versante dell’impegno educativorealizzato, in particolare, attraverso gli oratori.Sono ormai più di 300 quelli presenti nelle dio-cesi della nostra Regione. Un nuovo impulsoverrà anche dal documento dei vescovi italianiapprovato di recente dal Consiglio EpiscopalePermanente e di prossima pubblicazione, dal ti-tolo “Il Laboratorio dei Talenti” - Nota pasto-

rale sul valore e la missione degli oratori nel

contesto dell’educazione alla vita buona del Van-

gelo.

Nel contesto dell’Anno della fede e nel-l’ottica della nuova evangelizzazione i Vescovimarchigiani hanno continuato il lavoro di prepa-razione del 2° Convegno Ecclesiale Marchigianosul Tema “Alzati e va… Vivere e trasmettere oggi

la fede nelle Marche” che si celebrerà dal 22 al24 novembre del 2013. Dopo la buona acco-glienza del Sussidio Pastorale predisposto dalComitato Preparatorio per un cammino comune

e condiviso delle comunitàecclesiali della Regione siè provveduto a diffondere,in circa 200.000 milacopie, il dépliant per la be-nedizione delle famiglieche presenta l’evento e in-vita ad accompagnarlo conla preghiera.

Un particolare pen-siero di vicinanza e di so-

lidarietà è stato espresso a tutti coloro che sonoprovati da questo momento di crisi e, in partico-lare verso coloro che hanno perso il lavoro e peri tanti giovani che fanno sempre più fatica a tro-varlo, con pesanti ricadute negative sulla vitapersonale e familiare. I vescovi auspicano l’im-pegno di tutti, istituzioni, mondo economico esocietà civile affinché si faccia ogni sforzo persuperare questo momento di difficoltà e si prestila necessaria attenzione alle categorie più deboli.

S. E. Mons. Claudio GiuliodoriVescovo delegato per le comunicazioni sociali

Loreto, 6 febbraio 2013

INDICAZIONI LITURGICHE

PER LA SEDE VACANTEDURANTE LA SEDE VACANTE

Omissione del nome del Papa nelle Preghiere Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore

Dalle ore 20.00 del 28 febbraio (inizio delle Sede vacante), fino all’elezione del nuovo Sommo

Pontefice, nella Preghiera eucaristica si ometterà il nome del Papa, come qui riportato a titolo

esemplificativo.

Preghiera Eucaristica II:

Ricordati, Padre, della tua Chiesa

diffusa su tutta la terra:

rendila perfetta nell’amore

in unione con il nostro Vescovo N.

e tutto l’ordine sacerdotale.

Preghiera Eucaristica III:

Per questo sacrificio di riconciliazione,

dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero.

Conferma nella fede e nell’amore

la tua Chiesa pellegrina sulla terra:

il nostro Vescovo N., il collegio episcopale,

tutto il clero

e il popolo che tu hai redento.

Nella Liturgia delle Ore si ometteranno le intercessioni per il Papa.

Preghiera per l’elezione del Romano Pontefice

La Chiesa raccomanda che durante il periodo della Sede vacante «tutti i pastori e i fedeli, in tutto

il mondo, elevino a Dio ferventi orazioni perché illumini le menti degli Elettori e li renda concordi

nello svolgimento del loro ufficio, sì che l’elezione del Romano Pontefice sia sollecita, unanime

e giovi alla salvezza delle anime e al bene di tutto il popolo di Dio» (Ordo rituum conclavis, 19).

Nelle diocesi si inviti pertanto alla preghiera per l’elezione del nuovo Papa. Il Vescovo diocesano,

se lo ritiene opportuno, può concedere o stabilire che nella propria Diocesi si celebri nei giorni

feriali la Messa «Per l’elezione del Papa» (Messale Romano, pag. 784) con il colore liturgico del

Tempo di Quaresima (Cfr. Ordinamento Generale del Messale Romano, nn. 374 e 347).

DOPO L’ELEZIONE DEL SOMMO PONTEfICE

A norma della Costituzione apostolica Universi Dominici gregis (22 novembre 1996), «Dopo l’ac-

cettazione, l’eletto che abbia già ricevuto l’ordinazione episcopale, è immediatamente Vescovo

della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio Episcopale; lo stesso acquista di fatto la

piena e suprema potestà sulla Chiesa universale, e può esercitarla» (n. 88).

Pertanto, dal momento della proclamazione del Romano Pontefice eletto, la Chiesa nelle celebra-

zioni liturgiche ricorderà il Papa nel modo consueto.

Conferenza Episcopale MarchigianaComuniCato Stampa

CURSILLOS DI CRISTIANITA’ IN ITALIACoordinamento Diocesano di San Benedetto del Tronto

TEATRO SAN FILIPPO NERI CHIUSURA 89° CORSO UOMINI

5Anno XXX

3 Marzo 2013 PAG

“Amore vero e fecondotra la coppia”, incontrodiocesano dei fidanzatial BiancazzurroSi è tenuto il 24 Febbraio, presso il Biancoaz-zurro, l’incontro dedicato alle coppie di fidan-zati della diocesi, sul tema “Amore vero efecondo tra la coppia, per una educazionealla reciprocità”. Grazie al relatore, ilProf. Ezio Aceti, i partecipanti hanno avutoun’occasione unica di approfondire le di-namiche psicologiche e affettive dell’amore co-niugale e i principi che lo fondano: il mettersinei panni dell’altro tenendo conto della sua vita,la comunicazione di sé, la libertà dell’altro.Principi che concretamente si esprimono negliatteggiamenti di ascolto, condivisione, sacrifi-cio e sostegno, nel rispetto del coniuge comepersona pienamente libera, ma sempre all’in-terno di una relazione d’amore fondata sullafiducia.

Principi profondamente umani, ai quali peròsiamo educati anche dalla nostra fede, dai qualinon si può prescindere nella comunicazionedella nostra vita all’altro, e anche nell’annunciodel Vangelo. “Il Prof. Aceti ha espresso grandestima nella persona umana, sottolineando l’im-portanza di stabilire relazioni sane” ha com-mentato Don Alfredo Rosati, responsabiledella Pastorale Famigliare, “in un rapporto difiducia che in fondo è anche, in termini cris-tiani, un rapporto fondato sul perdono.” Come ha affermato una delle giovani coppieche durante l’incontro ha dato la sua testimoni-anza di vita, “il fidanzamento è una scelta di vo-cazione, vocazione all’amore, che per uncristiano non può prescindere dall’incontro conl’Amore di Dio.” Simone Caffarini

Siamo Roberta e Sandro sposati dal 1989.

Ci siamo conosciuti quando eravamo bambini,

vicini di casa e, sinceramente, visto che non nu-

trivamo una grande simpatia l’uno per l’altra,

non pensavamo proprio di innamorarci.

Invece questo è successo, ci siamo innamorati

e dopo otto anni di fidanzamento ci siamo uniti

in matrimonio: forse inconsapevoli di cosa

fosse vivere il sacramento del matrimonio, ma

desiderosi di formare una nostra famiglia e ac-

cogliere i figli che il Signore ci avrebbe donato.

Nei primi tempi della nostra vita matrimoniale

non sono venute a mancare difficoltà e pro-

blemi che non volevano

altro che farci allonta-

nare l’uno dall’altra e af-

fievolire il nostro amore,

ma niente e nessuno ci è

riuscito. Abbiamo avuto

una grossa prova

quando, dopo aver fe-

steggiato l’attesa del

primo figlio, vi è stato

un aborto spontaneo, che

ha spazzato via questo

momento di felicità.

Dopo un momento ini-

ziale di disorientamento, ci siamo rasserenati,

pur non capendo il perché, il nostro amore e la

nostra coppia ne usciva più forte e unita.

Poi finalmente è arrivata Ilaria, la nostra prima

figlia, grande dono che Dio ci ha fatto.

Ha riempito la nostra vita, la nostra casa di

amore e gioia. Ilaria, dopo qualche anno, espri-

meva il desiderio di avere una sorellina. Spesso,

dopo la messa domenicale, si recava davanti ai

gradini dell’altare e lo chiedeva a Gesù; visto

che questo desiderio non si realizzava, una do-

menica chiese: “Caro Gesù, se le sorelline sono

finite mandami un fratellino”.

Dopo tanta insistenza e dopo ben otto anni fi-

nalmente, il Signore ci ha fatto dono di Alessio

che ha ridonato una nuova luce e nuova linfa

alla nostra famiglia.

Noi non ci spiegavamo il perché ci succedes-

sero queste belle cose, perchè i nostri desideri

e i nostri progetti si realizzassero.

Negli ultimi anni si sono aperti un po’ i nostri

occhi, abbiamo intravisto Chi ci faceva tutti

questi doni…ERA, E’ e SARA’ il SIGNORE

GESU’.

Con la nascita della nuova parrocchia “Madre

Teresa di Calcutta” abbiamo iniziato a frequen-

tare insieme ai nostri figli, più assiduamente, le

attività parrocchiali e così

il Signore, camminando

insieme, ci ha davvero

voluto donare grazia su

grazia.

Che bello vedere i nostri

figli avere il desiderio di

stare con la comunità, vi-

vere insieme ai loro coe-

tanei tante esperienze di

fede e fraternità! Il Si-

gnore ha posto sul nostro

cammino esperienze di

fede che ci hanno fatto

sentire la Sua presenza e hanno fatto crescere

spiritualmente la nostra coppia e la nostra fami-

glia. Abbiamo compreso che, nel Sacramento

delle nozze, Gesù è presente in mezzo a noi…

.non soltanto nella celebrazione delle nozze, ma

Lui è e sarà sempre con noi.

Capendo questo, ci siamo spiegati i tanti bene-

fici ricevuti, la serenità e la pace provata,

l’amore che regna nella nostra famiglia. Pos-

siamo discutere, anche litigare, ma alla fine riu-

sciamo sempre a tornare nella pace e nell’amore

di Cristo. Che bello dare lode a Dio e ringra-

ziarlo per le meraviglie fatte nella nostra fami-

glia! Roberta e Sandro

Ormai da anni, Padre Diego Musso, in qualità

di coordinatore diocesano dei Gruppi di Pre-

ghiera di S.Pio da Pietrelcina, invita tutti i fe-

deli a qualche ora di preghiera e di

raccoglimento, in attesa del Natale e della

Pasqua. Sono momenti importanti nel

percorso spirituale dei cristiani e di forte

arricchimento interiore. Il pomeriggio

scorre veloce nella preghiera comunita-

ria soprattutto quando a condurre la ri-

flessione è un uomo di fede come Padre

Guglielmo ALIMONTI, un frate che ha

avuto il privilegio di vivere accanto a

Padre Pio nei suoi ultimi anni e, quindi, un te-

stimone prezioso del Santo di Pietrelcina.

Poterlo avere a San Benedetto, sentire le

sue parole e “toccare con mano” la sua pro-

fonda fede in Dio e l’amicizia verso il suo

“grande” confratello è veramente un dono dello

Spirito Santo, anche perché, come è facilmente

intuibile, Padre Guglielmo è avanti negli anni e

sente tutta la fatica degli spostamenti.

Il pomeriggio di domenica 10 marzo dalle ore

15,30, tutta la comunità dei fedeli è invitata

presso le Suore Concezioniste (dietro l’ospe-

dale civile) ad un momento di meditazione con

Padre Alimonti, alla Via Crucis e alla S.Messa

presieduta dal Vescovo Gervasio Gestori.

Stiamo vivendo un momento delicato come

cattolici e come uomini ed abbiamo tanto biso-

gno di Dio. Uniamoci al Santo Padre in questa

quaresima di preghiera. Alfiera Carminucci

Il progetto La famiglia per la famiglia, oltre a proporre incontri eapprofondimenti sulle tematiche familiari, vuole avvicinarsi allaquotidianità e dedicare uno spazio proprio alle domande dei genitori. Per chi necessita di un con-sulto approfondito, il Centro Famiglia offre uno sportello gratuito con una equipe specializzata dipsicologi, consulenti, mediatori e avvocati; con l’avvio di questa rubrica si potranno volgere do-mande inerenti le dinamiche del nucleo familiare a [email protected]. LA DOMANDA – Nostro figlio Giacomo, di quasi sette anni, da un po’ di tempo ha troppa paura.Non basta più rassicurarlo, accompagnarlo e parlarne; rimanere solo in una stanza o al buio, maanche giocare a nascondino, gli scatena il senso di paura. LA RISPOSTA DI EZIO ACETI – Pietro ha paura e avere paura non è una colpa, anzi è unacondizione che determina ansia e insicurezza, nonché disturbi somatici. Tutti i bambini manife-stano una varietà di paure durante l’infanzia, ma di solito diminuiscono man mano che si progre-disce verso l’età adolescenziale e, normalmente, non interferisco con lo sviluppo psicosociale;piuttosto sono funzionali allo sviluppo stesso in quanto permettono che il bimbo prenda coscienza,eviti determinati pericoli e rafforzi la definizione del sé nella realtà esterna. Generalmente, neiprimi cinque anni, le fobie riguardano gli estranei, le streghe e altri personaggi delle favole e, so-prattutto, l’oscurità; dai sei agli undici anni, invece, sono la possibilità di perdere i genitori, lascuola, i castighi, la violenza fisica, l’oscurità, alcuni fenomeni naturali e i ladri. Potrebbe essereutile evitare ammonimenti, proibizioni, costrizioni o punizioni, evitare di dare la massima atten-zione al bambino per non cadere nella strumentalizzazione e evitare di parlarne continuamenteper non aumentarne la portata. Se la paura tende ad ampliarsi, impedendo al bambino l’inserimentonel contesto sociale, a scuola e nella vita, allora sarebbe utile l’osservazione di uno specialista. I CONTATTI – Per contattare il Centro Famiglia è possibile chiamare lo 0735 595093 o recarsipersonalmente in via Pizzi 25 dal lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 18:30.

Centro Famiglia - Dina Maria Laurenzi

Mio figlio ha pauraI consigli del Centro Famiglia

Ufficio Diocesano Pastorale della Famiglia

Una nuova testimonianza

BEATA LA fAMIGLIA CHE CREDE

Nell’adorazione, un incontro personale con Gesù.Il gruppo giovani del Rinnovamento

nello Spirito Santo

Sabato 23 febbraio, presso la cappellina dellaDivina Misericordia della Parrocchia di San-t’Antonio da Padova a San Benedetto delTronto, si è tenuta la prima Adorazione Eucari-stica. programmata e animata dal gruppo gio-vani del Rinnovamento nello Spirito Santo. Unmomento di silenzio, di preghiera e di medita-zione della parola, a tu per tu con il SignoreGesù. Ogni incontro personale con Lui, è un in-contro d’amore, di speranza capace di stravol-gere la quotidianità delle nostre vite. Essi sonola risposta ad un invito, prima di tutto, perchéogni giovane possa sperimentare la bellezza dell’incontro, dell’ amore che Gesù continua a ma-nifestare verso tutti gli uomini. Già da tempo nei nostri cuori, Egli ha suscitato questo desideriod’amore che non deve rimanere un fatto isolato e personale, ma che porta a manifestarci all’altro,perché esso è vivo e presente nel cuore di ogni fratello e di ogni sorella. E’ un nuovo modo dievangelizzazione. Siamo spinti dalla consapevolezza che solo rimanendo attaccati alla vite, po-tremmo far germogliare tralci di nuova vita, uniti nella fede e in comunione in Cristo Gesù.

Gianluca Trionfi

Gruppi di Preghiera

di S.Pio da Pietrelcina

Incontro con

Padre Guglielmo Alimonti

il 10 marzo 2013

6 Anno XXX

3 Marzo 2013PAG

Quali sono i compiti di un comandante di compagnia importantecome quella di San Benedetto del Tronto?I compiti sono molteplici. La compagnia di San Benedetto del Trontosi estende su di un territorio molto vasto, con una superficie di circa370 kmq; gli abitanti sono circa 130.000, con una densità di popola-zione di circa 350 ab./kmq, distribuiti nei 16 Comuni della giurisdi-zione, di cui 6 privi di Comandi dell’Arma.In sostanza, dalla Compagnia di SanBenedetto del Tronto dipendono 10Stazioni. Il comandante di compagnia dirige, co-ordina, attiva e controlla l’attività deireparti dipendenti, inserendosi di fattonel settore operativo con una diretta, vi-gorosa e responsabile partecipazionepersonale; integra, inoltre, l’attività pre-ventiva e repressiva delle stazioni di-pendenti organizzando l’attuazione diservizi a largo raggio nell’ambito dellapropria circoscrizione territoriale.Altri delicati compiti riguardano le esigenze di ordine e sicurezza pub-blica nelle sedi ove non vi è un Commissariato di P.S. (tutte, tranneSan Benedetto del Tronto), nonché le ispezioni ai reparti dipendenti.Esistono dei reparti particolari?Nell’ambito della Compagnia di San Benedetto del Tronto, non ope-rano reparti particolari.In questi anni del suo servizio sul nostro territorio ci può dire l’evo-luzione della sicurezza sia percepita che reale?In questa, come in altre realtà sociali del nostro paese, sono molti i fat-tori che influiscono negativamente sul livello di sicurezza percepitadai cittadini, non di rado facendola risultare più bassa rispetto a quellareale. Anche se la percezione della sicurezza è decisamente elevato,azzarderei a dire invidiabile, rispetto a molte altre realtà, anche limi-trofe.Quali sono i reati che allarmano di più i cittadini? Questo territorio, seppure con una incidenza di molto inferiore rispettoad altre realtà nazionali, risente in maniera particolare del fenomenodei cosiddetti reati predatori, segnatamente furti e truffe, tanto più af-flittivi se, come spesso capita, commesso in abitazioni o in danno dellecategorie sociali più deboli ed indifese quali gli anziani e le personeche vivono sole. Si tratta di un fenomeno molto difficile da contrastare,sia sul piano della prevenzione che su quello della repressione, perchélegato a forme di criminalità migratoria, ovvero, a soggetti che vivonofuori Comune o Regione e che raggiungono questo territorio esclusi-

vamente per delinquere, facilitati da una favorevole rete di collega-menti viari e ferroviari. Quale tipo di criminalità opera in queste zone e se in particolare èstata riscontrata la presenza di gruppi criminali importanti. Se-condo lei è riscontrabile la frase di Falcone nel nostro territorioche le riassumo: bisogna aver paura della mafia quando dellamafia non si parla.

Il territorio della compagnia di San Benedettodel Tronto, è privo di organizzazioni criminalistrettamente connesse alla tipologia mafiosa,anche se registra la presenza di numerosi sog-getti di interesse operativo provenienti da areegeocriminali a rischio, molti dei quali familiaridi collaboratori o ex collaboratori di giustizianel tempo stabilitisi in queste zone. Il territoriodi questa Compagnia, risente della negativa in-fluenza delle presenze criminali stanziali nellaconfinante provincia di Teramo dedite per lo piùallo sfruttamento della prostituzione (bonificadel Tronto) e ai reati connessi con l’immigra-

zione clandestina, nonché del pendolarismo criminale di molti laziali,pugliesi e campani dediti a reati contro il patrimonio in danno di civiliabitazioni e delle numerose aziende dell’area industriale della vallatadel Tronto e del Tesino, favoriti dalla presenza di una importante reteviaria e, soprattutto, della vicina autostrada A/14. Costante la domandadi stupefacenti da parte di tutte le classi sociali, fronteggiata con l’im-piego di adeguate risorse.La frase da lei citata dell’indimenticato Giovanni Falcone, ritengovada contestualizzata e che fosse, quindi, riferita alla Sicilia di queglianni. Mi piace, invece ricordare un’altra frase dello stesso magi-strato:”Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunquesia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò chesta l’essenza della dignità umana”, come anche le altrettanto celebrifrasi del Gen.C.A. Carlo Alberto DALLA CHIESA (per chi non lo sa-pesse Comandante dell’allora Tenenza dei Carabinieri di San Bene-detto del Tronto nel periodo 1942-1943): ”Ci sono cose che si fannonon per coraggio, ma per guardare i propri figli negli occhi” e, infine,di Paolo Borsellino: “A fine mese quando ricevo lo stipendio facciol’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”.In questo periodo cambierà qualche servizio, anche in vista deitagli del governo?I tagli già operati ed altri annunciati dal governo non hanno influito enon influiranno in alcun modo sull’efficienza ed efficacia del disposi-tivo dell’Arma impegnato nel controllo del territorio. L’Arma dei ca-

rabinieri, forte dei suoi quasi due secoli di storia, nel costante sforzodi accrescimento dell’efficienza complessiva, da alcuni anni (benprima delle citate misure adottate del governo) sta sviluppando un pro-cesso di razionalizzazione basato sulla semplificazione delle proceduree, ciò, grazie anche all’impiego di sempre più evoluti strumenti di go-verno elettronico. La differenza, ritengo la facciano le persone, quelleche ci sono sotto ogni uniforme da carabiniere: cittadini in divisa, coni propri ideali e aspettative, autori di quotidiani gesti di generoso al-truismo, come di veri e propri atti di eroismo, spesso portati fino al-l’estremo sacrificio. Cosa si sta facendo per contrastare i venditori di merce contraf-fatta? In particolare secondo lei c’è una coscienza sociale sui reati?Oppure è a seconda della comodità personale?Nel corso degli ultimi anni, in particolare durante la stagione estiva,anche in collaborazione con le altre forze di polizia insistenti in questoterritorio ed i Corpi di Polizia Municipali dei comuni costieri di SanBenedetto del Tronto, Grottammare e Cupra Marittima, da sempremaggiormente investiti dalla problematica, sono stati attuati numerosiservizi finalizzati al contrasto dell’ambulantato abusivo e dei connessifenomeni della vendita di prodotti con marchi contraffatti e dell’im-migrazione clandestina. I carabinieri della Compagnia di San Bene-detto, però, ritenendo che la repressione, da sola non bastasse, sonoandati oltre, promuovendo, d’intesa con le citate amministrazioni co-munali, campagne di sensibilizzazione circa i rischi conseguenti al-l’acquisto di tali mercanzie, sintetizzate in un volantino distribuitopresso tutti gli chalet della “riviera delle palme”, esercizi pubblici eluoghi pubblici di affissione, nonché spedito a tutte le famiglie residentinel Comune di San Benedetto del Tronto attraverso il numero estivodel BUM (Bollettino Ufficiale Municipale). Di seguito una sintesi delcontenuto di tale dépliants:Prima di acquistare un oggetto di marca contraffatto pensa che:è costoso, sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10.000,00 euro acarico di coloro che acquistano merce contraffatta;è rischioso, punisce con la reclusione da 2 a 8 anni e con la multa da516,00 a 10.329,00 euro chiunque acquisti merce contraffatta;è un cattivo affare, viene prodotta con materiali scadenti e nocivi chenon rispettano le normative europee di sicurezza;è immorale: sono semplicemente “piccoli bambini” e NON “grandistilisti” quelli che assemblano senza sosta in un regime di puro sfrut-tamento;camorra, ‘ndrangheta, mafia cinese: queste ed altre sono le associa-zioni criminali che si alimentano grazie ai ricavati del commercio dimarchi contraffatti.

A tu per tu con il Capitano dell’Arma dei Carabinieri Giancarlo Vaccariniringraziamo il Capitano Giancarlo Vaccarini per la cortesia e disponibilità dimostrate nei nostri confronti.

a cura di Simone Incicco

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

7Anno XXX

3 Marzo 2013 PAG

da ripatransone a cura di A.G. – I.A.

A Ripatransone, nella notte tramercoledì 20 e giovedì 21 Feb-braio 2013, con un atto vanda-lico è stata incendiata e distruttal’automobile del sindaco Prof.Remo Bruni, parcheggiata in viaDon Augusto Camei, a pochimetri dalla sua abitazione.

Il consiglio comunale, il Cir-colo ripano del P.D., la cittadinanza tutta hannoespresso unanimemente la propria solidarietàverso il loro sindaco, conosciuto ed apprezzato inambito locale e provinciale per le sue doti umanee professionali e per la sua rettitudine, trasparenzae fermezza nell’amministrare da circa 15 anni lacosa pubblica e nel ricoprire da otto mesi la carica

di primo cittadino. Nel con-tempo hanno condannato questoatto di violenza gratuita nei con-fronti di un amministratore pub-blico irreprensibile e dinamico.

Nella conferenza stampa divenerdì 22 Febbraio, il Sindacoha affermato che non ha nemici,che la Città è tranquilla e che

quindi l’ipotesi più accreditata è quella di un puroatto vandalico; ha agguinto che da questo episo-dio increscioso ed inspiegabile, l’amministra-zione comunale trarrà una nuova forza ed unnuovo entusiasmo per continuare a perseguire ilbene comune della popolazione ripana.

Atto vandalico contro il sindaco Bruni: la solidarietà di tutta la cittadinanza

Questa esclama-

zione di Pietro

davanti a Gesù

che si trasfigura

potrebbe riassu-

mere quello che

sento in questo

momento. Sa-

bato 23 febbraio, infatti, il Vescovo Mons.

Gervasio Gestori mi ha ordinato diacono.

Ogni ministero nella Chiesa nasce da un incon-

tro personale con Gesù, non un incontro con

un’idea, ma con una persona vivente, e anche

per me non potrebbe che essere così. Tutto è co-

minciato otto anni fa quando il Signore mi ha

mostrato il suo volto, mi ha fatto capire che mi

voleva tutto per sé, in quel momento mi sentivo

più o meno come Pietro: non capivo molto su

quello che il Signore volesse da me, avevo solo

scoperto che si sta bene con il Signore! Non sa-

pevo che bisognava scendere da quel monte e

iniziare un lungo cammino. Iniziai un cammino

per fare chiarezza su quello che il Signore vo-

leva da me, questo mi portò ad entrare in con-

vento con i Frati Minori, ricominciando un

nuovo cammino di discernimento.

Il Signore attraverso tante gioie e qualche dif-

ficoltà mi ha accompagnato in questi anni di

formazione e mi ha portato a consacrarmi per

tutta la vita, nella famiglia francescana lo scorso

13 ottobre. Da allora vivo nel convento di Santa

Maria delle Grazie e di San Giacomo della

Marca di Monteprandone.

Nel cammino il Signore mi ha fatto capire che

mi voleva completamente al suo servizio e al

servizio della sua santa Chiesa, questa co-

scienza mi ha spinto a chiedere di ricevere il

ministero del Diaconato.

Il Diacono letteralmente è il servo, colui che

serve nella liturgia, colui che annuncia la Parola

di Dio e colui che serve i fratelli nella carità, e

un vero diacono (di nome e di fatto) è stato

anche il nostro padre San Francesco. San Fran-

cesco scoprì la sua vocazione facendosi vicino

ai più poveri e bisognosi del suo tempo, i leb-

brosi. Nel suo testamento scrive “Il Signore

stesso mi condusse tra loro [i lebbrosi] e io usai

con essi misericordia”, e credo che questa sia

una splendida immagine del diacono, come

colui che serve tutto il corpo di Cristo, che è la

Chiesa, ed in modo particolare le sue membra

più bisognose, usando con esse misericordia.

Oggi non ci sono molti lebbrosi, ma è più che

mai importante farsi vicino a tutti, in modo par-

ticolare a quanti sono nella prova, nel dolore, a

quanti sono sfiduciati, a quanti hanno perso la

fede, a quanti non se ne pongono più il pro-

blema.

Certamente sento di essere indegno a compiere

questo servizio, come lo sarebbe ogni uomo, ma

so che il Signore sarà con me, mi sosterrà, quel

Signore che mi ha chiamato, che ha fatto con

me “alleanza”, il Signore che mi ha accompa-

gnato fino ad oggi, non mi può di certo abban-

donare.

Ora, come per Pietro è giunto il momento di

scendere dal monte, è giunto il momento di vi-

vere nella vita di tutti i giorni il dono che il Si-

gnore mi ha fatto, è giunto il momento di

servire il Signore nei più piccoli, per questo

chiedo a ognuno di voi una preghiera affinché

il Signore mi conceda di portare a compimento

le grandi promesse che ho fatto a Lui, per l’in-

tercessione particolare di San Francesco e di

San Giacomo della Marca.

Monteprandone, Santuario S. Maria delle Grazie

Fr. Rudy Fraticelli, Diacono“Maestro, è bello per noi essere qui.”

La rassegna corale provinciale itinerante, chia-mata “Picenincoro”, giunta alla XVII edizione, fi-nanziata dall’Assessorato alla cultura dellaProvincia di Ascoli Piceno ed organizzata dal-l’Associazione Regionale Cori Marchigiani, ini-ziata il 15 Dicembre 2012 a Massignano, si èconclusa a Ripatransone nel tardo pomeriggio didomenica 24 Febbraio 2013. Nell’accoglientesala di rappresentanza delMunicipio si sono esibite dueaffermate Corali: la Polifo-nica “P. Domenico Stella” diSan Benedetto del Tronto, di-retta da Stefania Spacca, chesi è servita della collabora-zione della pianista SofiaMarino e dei solisti: Lore-dana Gaspari, Alessandra Car-minucci, Natalino Andreoni, Enzo D’Altorio; ilGruppo Corale “Montefiore” di Montefioredell’Aso, diretto da Barbara Bucci.Tra gli intenditori e le autorità presenti sono statinotati: il sindaco di Ripatransone, pro. Remo

Bruni, gli assessori alla cultura dott. Andrea MariaAntonini (provincia) e prof. Paolo Polidori (co-mune); i direttori delle corali di Ripatransone eForce, rispettivamente N. Fanesi e A. Coccetti; ilsegretario A.R.CO.M. Federico Vita. La Corale“Madonna di San Giovanni” di Ripatransone, di-retta da Nazzareno Fanesi, insieme con la Corale“Beata Assunta Pallotta” di Force, diretta da Aldo

Coccetti, aveva partecipato a “Pice-nincoro” il 2 Febbraio nella sede diCupra Marittima. La Corale ri-pana, ha fatto omaggio del libro acolori (di oltre 600 pagine) pubbli-cato per i suoi 40 anni di attività(1971 – 2011), a Cupra Marittimaal sindaco Prof. Domenico D’An-nibali e all’assessore alla cultura

Prof. Luciano Bruni (la corale for-cese già ne è in possesso); a Ripatransone ai dueCori esibitisi il 24 Febbraio. Il libro sulla storiadei primi 40 anni di attività della Corale di Ripa-transone è ancora disponibile presso la bibliotecacomunale di Piazza XX Settembre, 12.

Il musicista e manager NANDO RIPA (nomed’arte di Fernando Cannella) è mortoimprovvisamente nella sua abitazionedi Milano, città dove viveva da oltrecinquant’anni; la sua improvvisascomparsa ha destato viva impres-sione a Ripatransone, dove era nato il18 Aprile 1937 e dove aveva cono-scenti, amici, estimatori, e dove tra-scorreva le ferie estive con regolaritàfino alla morte avvenuta nel 1986della mamma Annunziata Altobrandi,che “adorava”. Già componentecome trombettista del Corpo Bandi-stico “Città di Ripatransone” prima di trasferirsinel capoluogo lombardo, anche qui la tromba èstata per decenni lo strumento prediletto, che gliha favorito di sviluppare il suo talento di musicista,compositore, arrangiatore, grande intrattenitore,manager (Mario Carotenuto, Julio Iglesias, AlvaroVitali, Peppino Principe, Charles Aznavour, VascoRossi ed altri personaggi del mondo dello spetta-colo, dell’arte, dello sport nazionale ed internazio-

nale). Fra le sue composizioni, le canzoni: “Nont’amo più Marisa”, “Annunziata” (de-dicata alla madre), “Gianluca” (dedi-cata al figlio), “Faustino di Ripa”(dedicata al primogenito di un amico ri-pano); tra le più recenti: “Sarnano” (de-dicata alla città termale) ed “Onegolden lake” eseguita alcuni anni fa dalCorpo Bandistico di Ripatransone conl’arrangiamento del direttore M° Dott.Roberto Vespasiani: per questa esecu-zione la Banda Musicale espresse lapropria gratitudine ed i rallegramenti,consegnando un’artistica targa al M°

Nando, presente al concerto. La sua prolifica atti-vità ha ricevuto altri apprezzamenti e riconosci-menti da varie personalità, quali: Mike Bongiornoche lo ebbe ospite in un’affermata trasmissione te-levisiva; il sindaco di Milano Letizia Moratti, chegli ha inviato una lettera per complimentarsi “perla sua intensa attività artistica e lunga carriera pro-fessionale, che l’hanno portato ad incontraregrandi personalità distintesi in vari campi”.

A Ripatransone la conclusione di “PICENINCORO”

L’improvvisa scomparsa di NANDO RIPA, musicista e manager

ucciso sacerdote a zanzibar La diocesi africana è da tempo nel mirino dei fondamentalisti. Lacaccia ai cristiani torna a colpire in Africa. A Zanzibar (Tanzania),isola a maggioranza musulmana, è stato assassinato il sacerdote cat-tolico padre Evarist Mushi, 55 anni. Intorno alle 7, il presbitero sistava recando presso la cattedrale di San Giuseppe per celebraremessa. Giunto sul posto, prima ancora di scendere dalla propria au-tomobile, è stato bloccato nell’abitacolo da due giovani, uno deiquali l’ha ucciso con un colpo di pistola alla tempia. La ricostruzione del delitto è stata riferita al-l’agenzia Fides dal vescovo di Zanzibar, monsignor Augustine Shao. Il presule ha sostenuto che il de-litto sia da mettere in relazione con le minacce fisiche e verbali che da tempo si susseguono contro ilclero locale. A Natale un altro sacerdote della diocesi di Zanzibar, padre Ambrose Mkenda, era statogravemente ferito ed è tuttora ricoverato in ospedale, mentre nel corso del 2012 sono state tre le chiesecattoliche bruciate in tutta l’isola. Anche le comunità protestanti ed evangeliche hanno subito attentati,

con chiese distrutte e pastori uccisi. Padre Evarist eragià da tempo nel mirino dei fondamentalisti. Loscorso Natale era stato gravemente ferito da colpi diarma da fuoco, mentre rientrava nella sua abitazione,dopo aver celebrato messa. Il gruppo jihadista “Rin-novamento Musulmano” avrebbe già rivendicato ildelitto. Un sms ricevuto da alcuni vescovi e sacerdotilocali, reca le seguenti parole: “Ringraziamo i nostrigiovani, addestrati in Somalia, che hanno ucciso uninfedele. Molti altri moriranno. Bruceremo case echiese. Non abbiamo ancora finito: per la Pasqua pre-paratevi al disastro”. Zenit.org

Diocesi: Inaugurato il centro missionario diocesanodi Nicolas Abbrescia

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3 Marzo 2013PAG

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Due mesi or sono, attraverso una videointervista (http://www.ancoraonline.it/2012/12/24/videointervista-a-don-nicola-scopriamo-insieme-il-centro-missionario-diocesano/), abbiamo sco-perto una realtà molto importante: il Centro Missionario Diocesano,organismo di primaria importanza, la cui sede è stata inaugurata, a SanBenedetto del Tronto, in località Ponterotto, presso la Caritas dioce-sanaSi tratta di una associazione che ha lo scopo di sostenere e coordinarela pastorale missionaria sul territorio diocesano e in tutto il mondo, incui il Vescovo è il principale responsabile. Proprio il nostro Vescovo

ha partecipato alla cerimonia d’inaugura-zione, affermando l’importanza di questocentro. S.E. Mons. Gervasio Gestori haringraziato Don Nicola Spinozzi, direttoredi una struttura formata dall’economato,dalla segreteria e dai responsabili P.O.M.

(Pontificie Opere Missionarie) riguardantii settori: adulti-famiglie, consacrati, ra-gazzi, opera San Pietro Apostolo e gio-vani. Essa si basa su tre parole chiavimolto importanti: animazione, collabora-zione e cooperazione, ed opera insiemealle altre realtà diocesane e non in manieraisolata. Dopo il momento di preghiera si èproceduti all’inaugurazione ufficialedella sede, con la benedizione del nostroVescovo. Un momento davvero molto im-

portante e, soprattutto, condiviso, in cui mons. Gestori ha raccontatoai presenti la sua esperienza missionaria nel mondo, tra America La-tina, Africa, Medio Oriente e Sud-Est Asiatico. “Il Centro Missionario

Diocesano vuole arrivare a tutte le persone; ci sono già tantissimi

collaboratori, volontari, che ci aiutano ognuno con un compito” , haaffermato Don Nicola Spinozzi, direttore dell’ufficio pastorale di Mis-sio Diocesana e Pontificie Opere Missionarie. Al termine ha illustratoai nostri microfoni l’iniziativa “Dona un Prete”, promossa dalle pon-tificie opere missionarie, consistente nell’adottare un seminarista interra di missione.

La Santa Messa di suffragioè stata celebrata dal nostroVescovo Gervasio Gestori,il quale nell’omelia così haricordato don Giussani: “L’amore alla Chiesa fu lasua grande virtù, ha recen-temente dichiarato p.Mauro Lepori, abate diHauterive e generale deiCistercensi: “Amare laChiesa malgrado tutto èun dono, è la santità”(Tracce, febbraio 2013, p.69). E noi ci ritroviamo an-cora una volta per ricordarela sua dipartita da questaterra e per rinnovare l’ade-sione al suo alto insegna-mento. Quale? In unaintervista leggo che per donGiussani “il” dono piùgrande alla Chiesa è stato quello dell’educazione: “Se il fatto cri-stiano non è educato da una comunità, una fraternità, una compagniae continuamente richiamato alla fede, a riconoscere Cristo presente,tutto diventa non solo fragile, tale da non resistere agli attacchi o alletendenze del tempo, ma vano”. Anche in questi nostri momenti civiene chiesto di vivere la missione educativa nella Chiesa e dentrola compagnia mediante quella ubbidienza che, in pieno ’68, donGiussani con il coraggio della verità e della realtà disse di essere an-cora una virtù: ubbidienza-virtù che sapeva affidarsi nello stessotempo alla libertà di chi lo seguiva, non alla sua passività. Non eracontraddizione, ma affermazione di una libertà vera, una libertà nonvuota e priva di senso, una libertà senza relativismo, come leggiamo

nella Nota dottrinale sull’impegno dei cattolici in politica, promul-gata nel 2002 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e fir-mata dall’allora cardinale prefetto Joseph Ratzinger (Cfr Tracce,febbraio 2013, p. 13). Lì leggiamo che “nella vita (dei cattolici) nonpossono esserci due vite parallele: da una parte, la vita cosiddettaspirituale, con i suoi valori e le sue esigenze; e dall’altra, la vita co-siddetta secolare, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti so-ciali, dell’impegno politico e della cultura. Il tralcio, radicato nellavite che è Cristo, porta i suoi frutti in ogni settore dell’attività e del-l’esistenza…Ogni attività, ogni situazione, ogni impegno concreto…sono occasioni provvidenziali per un continuo esercizio della fede,della speranza e della carità” (ib p. 14)”..

Presso la Chiesa di Sant’Agostino di Grottammare, venerdì 22 febbraio è stato ricordato Don Giussani

fondatore di Comunione e Liberazione.

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