ANNO XXX N 14 28 Aprile 2013

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servizio”. Prima di tutto “la gratuità” quindi l’ascolto “attendere con pazienza e di rispettare i tempi degli altri”. Infine. il diacono-servo coltiva la speranza”. E in aiuto al nuovo diacono ha ri- cordato alcuni segreti perché “rimanga sempre un buon servitore”. Così li ha elencati: “Innanzitutto, la preghiera... Poi occorre il contatto con la Pa- rola del Signore... Ed infine, uno strumento antico e sempre valido, per essere abilitato e pronto a ser- vire, è la capacità di accogliere e vivere liberi e gioiosi sacrifici, compiuti non tanto dicendo dei no a cose anche lecite, ma vivendo dei sì per cose più importanti e durature”. E di fronte ai tantissimi fedeli attenti e commossi , il Vescovo ha così con- cluso rivolgendosi a Giuseppe: “Carissimo so bene che questo stile di vita, già appartiene alla modalità del tuo vivere. Continua su questa strada: sii feli- cemente servo, sii persona semplice, che vive la ricchezza di donarsi agli altri, e la gioia del donarti sarà ancora più eloquente del dono che vivrai. Ca- rissimo, sappi stare vicino alla gente, condividi le fatiche e le gioie degli altri, incoraggia tutti con pa- role di speranza, dona l’aiuto della tua preghiera. Quanto è bello, quanto è gratificante, e quanto è efficace, questo stile di servizio pastorale. Ti augu- riamo di cuore di fare della tua vita un dono gio- ioso, mentre ti accompagniamo con la nostra preghiera e con la mia benedizione”. ANNO XXX N° 14 - 28 Aprile 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Il Diacono è un servo, come dice la parola stessa, sull’esempio di Gesù, che quasi mo- strando la sua carta di identità aveva detto: “Io sono tra voi come colui che serve”. Lo ha detto il Vescovo Mons. Gervasio Gestori nell’omelia pronunciata durante la S.Messa celebrata nella ri- strutturata Chiesa di S.Basso di Cupra Marittima, durante la quale è stato ordinato diacono, Giu- seppe Giudici al quale ha chiesto di essere “come Gesù e come ogni buon pastore, deve amare le pe- core e avere addosso il loro odore, come ha osser- vato opportunamente il nostro papa Francesco”. Ed ha continuato: “L’odore delle pecore dice vici- nanza, servizio, amore. L’odore ricorda l’uso del grembiule, che il diacono deve cingersi ai fianchi, per essere sempre pronto a servire e ad amare gli altri. Nella Chiesa l’esercizio del dono, cioè l’of- ferta gratuita di un servizio libero e volontario, non deve mai andare perduto, in quanto ha una rile- vanza quasi sacramentale, imitando il Signore Gesù, venuto “non per essere servito, ma per ser- vire, e dare la sua vita”. E anche quando nella Chiesa viene conferito un potere, come quello del ministero diaconale, questo è un potere religioso, cioè potere di amore evangelico per i poveri, di te- nerezza ac- canto agli in- felici, di consolazione per chi è ab- bandonato, di dedizione generosa a chi è in neces- sità. E’ il potere del grembiule, come diceva un vescovo,( Mons. Tonino Bello di cui ricordiamo, in altra pagina, il ventesimo anno della morte n.d.r.) con riferimento all’atteggiamento del Si- gnore durante l’ultima cena”. Il Vescovo ha quindi aggiunto: “Il diacono è un servo, ma anche un amico: è un servo libero, perché amico. Gesù do- manda di servire e ci chiama amici: “Non vi ho chiamati servi, ma amici”. Amici suoi ed amici tra noi: “Come io ho amato voi così anche voi amatevi gli uni gli altri”.Se il diacono come servo deve avere addosso l’odore delle pecore, come amico deve far sentire l’odore di Gesù, deve emanare il profumo dell’amicizia con Lui, il Signore, che nutre le pecore con il suo infinito amore”.Ha quindi esclamato: “ Quale prospettiva alta e bellissima viene offerta a chi vuole seguire il Signore nel mi- nistero ecclesiale!”. Ha continuato con l’elencare i “valori debbano stare alla base di questo stile di Cupra Marittima in festa per l’ordinazione diaconale di Giuseppe Giudici Il Vescovo nell’omelia: “Quanto è bello, quanto è gratificante, e quanto è efficace, questo stile di servizio pastorale” Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti. Napolitano ha infatti accettato la propo- sta venuta da Pd, Pdl, Lega nord e Scelta civica per una sua conferma al Quirinale. L’aula di Montecitorio ha salutato con un fragoroso e lungo applauso l’avvenuta rielezione: tutti in piedi, con la vistosa eccezione dei parlamentari del Movi- mento 5 Stelle, che si sono alzati solo al momento della proclamazione (rima- nendo solo in pochi seduti) ma senza unirsi all’applauso, per il resto corale, dell’assemblea. Telegramma di augurio del Santo Padre Francesco al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano in occasione della sua rielezione A Sua Eccellenza On. Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica Italiana Palazzo del Quirinale 00187 Roma Nel momento in cui Ella, con grande disponibilità’ e spirito di sacrificio, ha accettato nuovamente la suprema magistratura dello Stato Italiano quale Presidente della Repubblica, desi- dero rivolgerle le più sincere e cordiali espressioni augurali e, mentre auspico che ella possa continuare la sua azione illuminata e saggia sostenuto dalla responsabile coopera- zione di tutti, invoco sulla sua persona e sul suo alto servizio al paese la costante assistenza divina e di cuore invio a lei ed alla diletta nazione italiana la benedizione apostolica, quale incoraggiamento a costruire un futuro di concordia, di solidarietà e di speranza. Franciscus pp RIELEZIONE NAPOLITANO Le felicitazioni della Chiesa italiana Espressa “vicinanza e partecipazione” al Presi- dente e avvertenza per “il peso della responsabi- lità che l’incarico conferito porta con sé, specialmente in quest’ora della storia” La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana Ecco il messaggio inviato dalla Presidenza della Con- ferenza Episcopale Italiana al Presidente della Repub- blica Italiana Giorgio Napolitano, in occasione della sua rielezione a Capo dello Stato. Gli auguri dell’Azione Cattolica Italiana a Giorgio Napolitano L’Azione Cattolica Italiana esprime gratitudine a Gior- gio Napolitano per la disponibilità a svolgere un se- condo mandato da Presidente della Repubblica con- tribuendo così al superamento di una pericolosa paralisi istituzionale. Siamo certi saprà essere ancora, come sempre è stato in questi sette anni, il Presidente di tutti gli italiani. Segue a pag. 2 Saluto di Peppe Quando sei anni fa sono entrato nel seminario di Fermo non immaginavo che oltre alla meta anche la strada che ad essa portava fosse così bella, a volte faticosa, ma sempre molto bella! Il Signore mi è stato vicino e mi ha dimostrato tutto il suo amore non in maniera astratta ma molto concreta. Attraverso la vicinanza del vescovo, dei formatori, dei sacerdoti delle no- stre parrocchie, che mi ha messo accanto. Segue a pag. 2

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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servizio”. Prima di tutto “la gratuità” quindil’ascolto “attendere con pazienza e di rispettare itempi degli altri”. Infine. “il diacono-servo coltivala speranza”. E in aiuto al nuovo diacono ha ri-cordato alcuni segreti perché “rimanga sempre unbuon servitore”. Così li ha elencati: “Innanzitutto,la preghiera... Poi occorre il contatto con la Pa-rola del Signore... Ed infine, uno strumento anticoe sempre valido, per essere abilitato e pronto a ser-vire, è la capacità di accogliere e vivere liberi egioiosi sacrifici, compiuti non tanto dicendo deino a cose anche lecite, ma vivendo dei sì per cosepiù importanti e durature”. E di fronte ai tantissimifedeli attenti e commossi , il Vescovo ha così con-cluso rivolgendosi a Giuseppe: “Carissimo so beneche questo stile di vita, già appartiene alla modalitàdel tuo vivere. Continua su questa strada: sii feli-cemente servo, sii persona semplice, che vive laricchezza di donarsi agli altri, e la gioia del donartisarà ancora più eloquente del dono che vivrai. Ca-rissimo, sappi stare vicino alla gente, condividi le

fatiche e le gioie degli altri, incoraggia tutti con pa-role di speranza, dona l’aiuto della tua preghiera.Quanto è bello, quanto è gratificante, e quanto èefficace, questo stile di servizio pastorale. Ti augu-riamo di cuore di fare della tua vita un dono gio-ioso, mentre ti accompagniamo con la nostrapreghiera e con la mia benedizione”.

ANNO XXX N° 14 - 28 Aprile 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

“Il Diacono è un servo, come dice la parolastessa, sull’esempio di Gesù, che quasi mo-strando la sua carta di identità aveva detto: “Io

sono tra voi come colui che serve”. Lo ha detto ilVescovo Mons. Gervasio Gestori nell’omeliapronunciata durante la S.Messa celebrata nella ri-strutturata Chiesa di S.Basso di Cupra Marittima,durante la quale è stato ordinato diacono, Giu-seppe Giudici al quale ha chiesto di essere “comeGesù e come ogni buon pastore, deve amare le pe-core e avere addosso il loro odore, come ha osser-vato opportunamente il nostro papa Francesco”. Edha continuato: “L’odore delle pecore dice vici-nanza, servizio, amore. L’odore ricorda l’uso delgrembiule, che il diacono deve cingersi ai fianchi,per essere sempre pronto a servire e ad amare glialtri. Nella Chiesa l’esercizio del dono, cioè l’of-ferta gratuita di un servizio libero e volontario, nondeve mai andare perduto, in quanto ha una rile-vanza quasi sacramentale, imitando il SignoreGesù, venuto “non per essere servito, ma per ser-

vire, e dare la sua vita”. E anche quando nellaChiesa viene conferito un potere, come quello delministero diaconale, questo è un potere religioso,cioè potere di amore evangelico per i poveri, di te-

nerezza ac-canto agli in-felici, diconsolazioneper chi è ab-bandonato, di dedizione generosa a chi è in neces-sità. E’ il potere del grembiule, come diceva unvescovo,( Mons. Tonino Bello di cui ricordiamo,

in altra pagina, il ventesimo anno della morte

n.d.r.) con riferimento all’atteggiamento del Si-gnore durante l’ultima cena”. Il Vescovo ha quindiaggiunto: “Il diacono è un servo, ma anche unamico: è un servo libero, perché amico. Gesù do-manda di servire e ci chiama amici: “Non vi ho

chiamati servi, ma amici”. Amici suoi ed amici tranoi: “Come io ho amato voi così anche voi amatevi

gli uni gli altri”.Se il diacono come servo deveavere addosso l’odore delle pecore, come amicodeve far sentire l’odore di Gesù, deve emanare ilprofumo dell’amicizia con Lui, il Signore, chenutre le pecore con il suo infinito amore”.Ha quindiesclamato: “ Quale prospettiva alta e bellissimaviene offerta a chi vuole seguire il Signore nel mi-nistero ecclesiale!”. Ha continuato con l’elencarei “valori debbano stare alla base di questo stile di

Cupra Marittima in festa per l’ordinazione diaconale

di Giuseppe GiudiciIl Vescovo nell’omelia:

“Quanto è bello, quanto è gratificante, e quanto è efficace,

questo stile di servizio pastorale”

Giorgio Napolitano

è stato rieletto Presidente

della Repubblica

con 738 voti.Napolitano ha infatti accettato la propo-

sta venuta da Pd, Pdl, Lega nord e Scelta

civica per una sua conferma al Quirinale.

L’aula di Montecitorio ha salutato con un

fragoroso e lungo applauso l’avvenuta

rielezione: tutti in piedi, con la vistosa

eccezione dei parlamentari del Movi-

mento 5 Stelle, che si sono alzati solo al

momento della proclamazione (rima-

nendo solo in pochi seduti) ma senza

unirsi all’applauso, per il resto corale,

dell’assemblea.

Telegramma di augurio

del Santo Padre Francesco

al Presidente della Repubblica Italiana

Giorgio Napolitano in occasione

della sua rielezione

A Sua EccellenzaOn. Giorgio NapolitanoPresidente della Repubblica ItalianaPalazzo del Quirinale 00187 Roma

Nel momento in cui Ella, con grande disponibilità’ e spirito disacrificio, ha accettato nuovamente la suprema magistraturadello Stato Italiano quale Presidente della Repubblica, desi-dero rivolgerle le più sincere e cordiali espressioni auguralie, mentre auspico che ella possa continuare la sua azioneilluminata e saggia sostenuto dalla responsabile coopera-zione di tutti, invoco sulla sua persona e sul suo alto servizioal paese la costante assistenza divina e di cuore invio a leied alla diletta nazione italiana la benedizione apostolica,quale incoraggiamento a costruire un futuro di concordia, disolidarietà e di speranza.

Franciscus pp

RIELEZIONE NAPOLITANO

Le felicitazionidella Chiesa italianaEspressa “vicinanza e partecipazione” al Presi-dente e avvertenza per “il peso della responsabi-lità che l’incarico conferito porta con sé,specialmente in quest’ora della storia”

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

Ecco il messaggio inviato dalla Presidenza della Con-

ferenza Episcopale Italiana al Presidente della Repub-

blica Italiana Giorgio Napolitano, in occasione della sua

rielezione a Capo dello Stato.

Gli auguri dell’Azione

Cattolica Italiana

a Giorgio Napolitano

L’Azione Cattolica Italiana esprime gratitudine a Gior-

gio Napolitano per la disponibilità a svolgere un se-condo mandato da Presidente della Repubblica con-tribuendo così al superamento di una pericolosaparalisi istituzionale. Siamo certi saprà essere ancora,come sempre è stato in questi sette anni, il Presidentedi tutti gli italiani.

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Saluto di PeppeQuando sei anni fa sono entrato nel seminariodi Fermo non immaginavo che oltre alla metaanche la strada che ad essa portava fosse cosìbella, a volte faticosa, ma sempre molto bella!Il Signore mi è stato vicino e mi ha dimostratotutto il suo amore non in maniera astratta mamolto concreta. Attraverso la vicinanza delvescovo, dei formatori, dei sacerdoti delle no-stre parrocchie, che mi ha messo accanto.

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Anno XXX

28 Aprile 20132

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

RIELEZIONE NAPOLITANO

Le felicitazioni della Chiesa italiana

Si è svolta giovedì 11 Aprile una delle piùattese Notti di Nicodemo, l’iniziativa delsettore giovani di Azione Cattolica che que-st’anno ha radunato giovani in un’ora di au-tentica adorazione, in un itinerario diocesanoiniziato a San Benedetto Martire, passandoper la Santissima Annunziata di Porto d’Ascoli,toccando San Basso di Cupramarittima e cheè arrivato fino a Force, uno dei paesi piùlontani della nostra diocesi. I giovani dallediverse parrocchie della riviera (Sacrocuoredi Martinsicuro, San Pio X, Madonna delSuffragio, San Pio V, Madonna della Speranza)sono stati accolti con grande attesa e trepidazionein questo ridente paesino nascosto nell’entroterrapiceno da tutta la comunità forcese che, oltre aigiovani della riviera, ha ospitato per la serata igiovani di Montelparo e Montalto Lago. Davverocoinvolgente è stato don Gianluca Pelliccioniche con il suo fare schietto e diretto ci haguidati in un’attenta riflessione sulla figura disan Tommaso, enfatizzando e sottolineando leparole che l’apostolo disse alla vista di GesùRisorto: ”Mio Signore e Mio Dio”. Per l’occa-sione l’altare è stato addobbato con stoffe blu earancioni, i colori scelti per la locandina dellaNotti di Nicodemo; a terra sono stati collocaticinque vasi di fiori per richiamare i cinque ap-puntamenti svolti duranti l’anno associativo.Infine non poteva mancare un vaso di rame asimboleggiare Force, città dei ramai. Inaspettataè stata la partecipazione e il saluto del sindaco

Augusto Curti ma sopratutto straordinario èstato il coordinamento di Gemma Testa, presi-dente dell’Azione Cattolica di Force, e di Do-natella Agasucci responsabile giovani parroc-chiale, che con grinta e fervore hanno fatto inmodo che tutto fosse perfetto, persino i bicchierie i tovaglioli arancioni e blu del rinfrescoofferto a conclusione dell’incontro. La serata èterminata con un giro al presepe permanentericavato sotto la navata della chiesa, un autenticocapolavoro di dedizione e passione. La comunitàdi Force ci ha fatto due regali: un testo dellabeata Maria Assunta Pallotta e una delle piùbelle “Notti di Nicodemo” perchè oltre all’intesomomento di adorazione ci ha travolto con ilsuo entusiasmo, con il suo calore, trasmettendotutto il valore di sentirsi Chiesa, di sentirsi acasa e unica famiglia!Ringrazio tutta l’equipe ACG per questi straor-

dinari appuntamen-ti di fede, ringraziodon Roberto per lasua costante pre-senza, ringrazio tut-ti quanti hanno ade-rito alle Notti diNicodemo in que-sto anno associati-vo e concludo conun augurio… TOBE CONTINUED!

Gabriella

Vice giovani di AC

Con Nicodemo sotto lo stesso cielo…

di Force!!

Signor Presidente,Le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioninel momento in cui Lei, avendo dato la Suaesemplare disponibilità da molti richiesta, èstato confermato Capo dello Stato.Nel farLe sentire la nostra vicinanza e par-tecipazione avvertiamo il peso della respon-sabilità che l’incarico conferitoLe porta consé, specialmente in quest’ora della storia.Sono, infatti, molteplici gli elementi che sem-brano oggi indebolire il riconoscimento delsenso della comune appartenenza.La gentee le famiglie vivono la crisi economica che,a sua volta, rimanda a una crisi più profondae generale; essa toccale radici stesse del-l’uomo. È crisi socialeed è crisi politica, cheemerge in contrapposi-zioni radicali, nellascarsa partecipazionee nella fatica a raggiun-gere consenso. Tuttociò fa di questo untempo di scelte impe-gnative, che richiedonola consapevolezza e lacapacità di cogliere lerisorse e le reali oppor-tunità per sviluppareuna rapida e incisiva ripresa. Del resto, lamisura dell’autentica politica si riconoscenella sua capacità di interpretare la societàe di ragionare in termini di sviluppo storicoe non all’insegna della contingenza, resti-tuendo priorità alla riflessione pacata, alconfronto, alla mediazione alta; nell’affron-tare seriamente quanto ha a che fare con lavita quotidiana della nostra gente. La rispo-sta migliore alla stanchezza e alla disillu-sione passa dal rispetto della democrazia e,

quindi, dalla fedeltà ai principi della Costitu-zione, che ha il suo cardine nella centralitàdella persona e impegna a garantire a tuttilavoro, speranza e dignità. L’esperienza cri-stiana ha sempre avuto una dimensione euna valenza pubblica: i valori del Vangelo,incarnati nella partecipazione attiva di tantifedeli laici alla vita pubblica, hanno contri-buito a costruire una società più umana,oltre che ad arricchire il tessuto della Comu-nità nazionale, portando frutti di cultura, dicarità, di sostegno dei diritti fondamentalidella persona. All’uomo, infatti, è diretto ilservizio della Chiesa come quello dello

Stato, nella piena di-stinzione e autono-mia, nonché nellareciproca e leale col-laborazione per ilbene dell’interoPaese. Come ab-biamo ribadito in oc-casione del 150°anniversario del-l’unità d’Italia, la coe-sione politica eistituzionale includeun’unità interiore espirituale che meritadi essere perseguita

come contributo vitale offerto a tutta la Na-zione. Il nostro cordiale augurio è che, sottola Sua rinnovata Presidenza, il Paese possacrescere nell’autentico progresso, in unastagione di effettiva e corale disponibilità,avendo come supremo obiettivo quello diservire il bene comune.Signor Presidente, Le siamo vicini con la no-stra preghiera, confermando il leale e gene-roso contributo della Chiesa che vivenell’amata Italia.

Messaggio del Movimento Studenti di Azione Cattolica (Msac) a Giorgio Napolitano

Gli studenti di AzioneCattolica, riuniti inqueste ore a Fiuggiper la Scuola di for-mazione per studenti(SFS) dal titolo “Lascuola che verrà”, esprimono viva riconoscenza al Presidente Giorgio Napolitano per la scelta didare la propria disponibilità a una ricandidatura. Il Presidente della Repubblica – ancora una volta– ha dimostrato una grande lungimiranza e senso di responsabilità nel portare avanti il suo incarico,nonostante le molte fatiche più volte da lui stesso ribadite. Il suo amore per la nostra nazione siad’esempio per le attuali forze politiche: perché possano iniziare un dialogo costruttivo con losguardo al futuro e una seria assunzione di responsabilità. Questo è l’appello dei più di mille stu-denti radunati in questi giorni a Fiuggi: l’entusiasmo che stiamo vivendo in queste ore possa rag-giungere anche i nostri rappresentanti politici, per dare all’Italia una nuova stagione di speranzae unità.

Saluto di PeppeAttraverso l’affetto di tanta, tanta gente dellecomunità parrocchiali di San Basso e san PioV che in questi anni, in tanti modi, ha saputoessere strumento nelle mani del Signore chenon usa altri modi per farsi vicino. Per me sonostati anni di ascolto attraverso i quali ho impa-rato molto da tutti e da ciascuno di voi. Ho ri-cevuto un grande insegnamento anche dacoloro che per svariati motivi, pur facendoparte della comunità, ne sono un po’ lontani,da loro ho imparato che bisogna uscire dalle“comode mura” per andar loro incontro e co-municare, con la vita più che con le parole labellezza e la gioia di essere discepoli di Gesù.

Arrivato a questa tappaimportante del diaconatosono ancora qui a chie-dervi preghiere perchél’amore e lo spirito diservizio che mi saràchiesto domani sarà an-cora maggiore di quelloche mi è chiesto oggi.Concludo con una frase

che mi porto nel cuore dagli ultimi EserciziSpirituali fatti a Bologna in preparazione aldiaconato: “Non so cosa accadrà domani ma

so che il Signore è con me. Alla fine tutto sarà

bene.”

Don Peppe

Come ogni anno, il 16aprile si celebra laGiornata Mondialecontro la Schiavitù In-fantile. E’ stata istituitanel 1995, dopo l’ucci-

sione di un bambino pakistano di 12 anni cheaveva denunciato le vessazioni subite sin dall’etàdi 4 anni, quando suo padre lo vendette per saldareun debito. Il fenomeno dei bambini lavoratori,schiavi, sfruttati o venduti è comune in molti paesidel sud del mondo ma anche in Europa, dove mi-gliaia di minori sono costretti a mendicare o a pro-stituirsi. Si tratta di 5/8 milioni di piccole vittime.In 27 paesi europei, secondo gli ultimi dati di Eu-rostat, diffusi dalla responsabile dei Diritti dell’In-fanzia di Save The Children, tra il 2008 e il 2010,sono state identificate 23.632 vittime della tratta,sebbene siano molte di più e spesso utilizzate percommettere delitti. In Gran Bretagna quando ibambini sfruttati per l’accattonaggio vengono

visti spesso in una zona e spostati in altre. In Spa-gna sono costretti a pro stituirsi. Oltre allo sfrut-tamento sessuale altrettanto gravi sono lecondizioni in cui questi minori lavorano e checomportano rischi per la loro salute fisica ed emo-tiva. Esempio di queste situazioni sono i piccolisfruttati nelle miniere di carbone in Brasile, quelliche spaccano le pietre in Benin, quelli usati perl’estrazione dei diamanti in Sierra Leone o del col-tan nella Repubblica Democratica del Congo, maanche dei bambini soldato nei paesi in conflitto,quelli sfruttati sessualmente, o quelli che vengonocomprati per i lavori domestici. Ad Haiti oltre 300mila di questi, poverissimi e provenienti dallezone rurali, sono venduti dalle rispettive famigliecon la speranza che vadano a stare meglio, ma inrealtà finiscono diversamente. In Cambogia, molticontadini li vendono per pagare debiti ma le vit-time vengono nuovamente vendute come lavora-tori o per essere sfruttate sessualmente.

16/4/2013 Agenzia Fides

EUROPA/ITALIA - Nel mondo ci sono tra 5 e 8 milioni di bambinilavoratori: Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile

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28 Aprile 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

La prima disputa110. SE È LECITO DARE I L TRIBUTO A CESARE

Dopo le parabole di rottura seguonoquattro discussioni. Leggiamo la prima (Mt22,15-22).

1. La domanda insidiosa dei discepolidei farisei e degli erodiani. “Allora i farisei se

ne andarono e tennero consiglio per vedere

come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Man-

darono dunque da lui i propri discepoli, con glierodiani, a dirgli: ‘Maestro, sappiamo che sei

veritiero e insegni la via di Dio secondo verità.

Tu non hai soggezione di alcuno, perché nonguardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi

il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo aCesare?’” (Mt 22,15-17). Degli erodiani, cheerano seguaci o funzionari di della dinastia ero-diana, il Nuovo Testamento parla solo tre voltee li presenta sempre come pericolosi avversaridi Gesù. Marco dopo che Gesù ha guarito lamano inaridita in giorno di sabato, “i fariseiuscirono subito con gli erodiani e tennero con-siglio contro di lui per farlo morire” (Mc 3,6).Le altre due volte si hanno nel racconto dellaquestione sulla liceità del tributo da pagare aRoma, nel brano che stiamo per leggere e chesi ha anche in Marco (Mc 12,13-17).

Nel nostro brano Matteo rileva l’in-tento cattivo degli erodiani ai quali si sono ag-giunti alcuni discepoli dei farisei. Dicono aGesù che veritiero, che indica la via di Diocioè il comportamento voluto da Dio, che parla

con schiettezza. Gesùli giudica come ipo-criti, perché le loroparole adulatorie noncorrispondono a ve-rità. A sua volta Mat-teo riferisce le loroparole, perché, nellaloro materialità, sonovere.

2. È lecito, ono, pagare il tributo aCesare? Il pagare ono il “tributo a Ce-sare”, all’imperatoreTiberio (anni 14-37)allora regnante, era una questione scottante e diestrema attualità.

Con la conquista della Palestina daparte di Pompeo nel 63 a. C. era stato introdottoanche il Palestina il nómisma tou kénsou, la mo-neta del tributo (Giuseppe Flavio, BJ 1,154). Etale tributo viene attestato storicamente per laprima volta in Giudea, Samaria e Idumea nel-l’anno 6 d. C. sotto il governatore della Siria P.Sulpicio Quirinio; rimane in vigore lungo tuttoil tempo dei Procuratori. Gravava sui proprietariterrieri come imposta sui proventi della terra(tributum agri) e sulla restante popolazione(esclusi i vecchi e i bambini) come imposta sul

patrimonio personale (tributum

capitis). Come moneta del tri-buto fu usato, al tempo di Gesùin tutto l’impero, il “denaro”d’argento (cf Mc 12,15) conl’immagine e la scritta di Tibe-rio imperatore. Ne segue che il tributo era

per sé stesso un segno di si-gnoria. Ma Signore della Pale-stina e degli ebrei è Jahvè enon l’imperatore! Da qui na-sceva il problema teologicodella liceità del tributo a Roma.I sadducei, da politici realisti

vi si erano adattati e non trova-vano motivi per opporvisi. I farisei lo pagavanomolto mal volentieri. Gli zeloti si rifiutavano inmodo assoluto di pagarlo, considerandolo unrinnegamento del diritto di Dio sul suo popolo.Tra il popolo stesso, nel suo insieme, era moltoforte l’irritazione per questa tassa.

3. La risposta di Gesù. “Ma Gesù, co-

noscendo la loro malizia, rispose: ‘Ipocriti, per-

ché volete mettermi alla prova? 19Mostratemila moneta del tributo’. Ed essi gli presentarono

un denaro. 20Egli domandò loro: ‘Questa im-magine e l’iscrizione, di chi sono?’. 21Gli rispo-

sero: ‘Di Cesare’. Allora disse loro: ‘Rendete

dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio

quello che è di Dio’. 22A queste parole rimaseromeravigliati, lo lasciarono e se ne andarono”

(Mt 22,18-22). Gesù qualifica i suoi interlocu-tori con ipocriti, in quanto non fanno corrispon-dere le parole alle loro vere intenzioni. Poi, conla moneta in mano, chiede a quelli che lo inter-rogano, di chi sono questa immagine e l’iscri-zione. Quindi incomincia a prendere unaposizione che non è né quella della lealtà deisadducei, né quella dell’adattamento dei farisei,né quella zelota dell’opposizione.

Con date a Cesare quello che è di Ce-sare e a Dio quello che è di Dio Gesù riconducela discussione entro i limiti della pratica. 1. ACesare appartiene il denaro in quanto porta lasua immagine e la sua iscrizione; quindi a lui èdovuto anche il tributo. 2. A Dio appartienequello che è di Dio; quindi l’imperatore stessonon deve pretendere di limitare Dio e di farsiuguale Dio. Si intravvede una distinzione trapotere civile e potere religioso. Per cui pagandoil tributo all’autorità civile non si compromet-tono i diritti di Dio che, d’altra parte, rimangonosempre sovrani.

Concludiamo con un testo di Paolo.“Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chisi devono le tasse (tòn fóron), date le tasse; a chil’imposta (tò télos), l’imposta; a chi il timore, iltimore; a chi il rispetto, il rispetto” (Rm 13,7).

[email protected]

Città del-

Vat icano,

16 aprile

2013 (VIS).Q u e s t amattina inoccasione

dell’ottantaseiesimo genetliaco del Papa emeritoBenedetto XVI, il Santo Padre Francesco ha ini-ziato la celebrazione della Messa nella Cappelladella Casa Santa Marta invitando alla preghieratutti i presenti con queste parole: “Oggi è il com-pleanno di Benedetto XVI, offriamo la Messa perlui, perché il Signore sia con lui, lo conforti e glidia molta consolazione”. Nel corso della matti-nata, il Papa Francesco ha poi fatto una cordialetelefonata di auguri a Benedetto XVI a Castelgan-

dolfo, estendendo i suoi saluti e auguri anche alfratello, Monsignor Georg Ratzinger, che si tro-vava da diversi giorni a Castelgandolfo, dove si ètrattenuto proprio per festeggiare in forma fami-liare e fraterna la ricorrenza odierna, e che festeg-gerà il suo onomastico il prossimo 23 aprile, conil Santo Padre.

AUGURI DI PAPA FRANCESCO

A BENEDETTO XVI

PER 86° GENETLIACO

La jeep bianca si ferma tra la folla inpiazza San Pietro, il Papa scende eaccarezza la fronte di Cesare, distesosu una piccola barella. E ancora, a di-stanza di qualche giorno, l’abbracciointenso e prolungato con un bambinodisabile durante le celebrazioni perla Pasqua. O il saluto con il giovanegiornalista non vedente accompa-gnato dal cane Asià alla primaudienza con gli operatori della co-municazione. Non è una sequenzacasuale quella scelta da Papa Fran-cesco in questo primo mese di pon-tificato. Sono le persone disabili, nelcorpo o nella mente, ad essere co-stantemente al centro dei gesti pub-blici del Santo Padre. Dalle periferiedella società al cuore della Chiesa, ilmovimento centripeto impresso dalPapa al mondo della disabilità sfidale prassi consolidate che trovano nel-

l’assistenzialismo enella commisera-zione la cifra distin-

tiva dell’attenzione ai fratelli in dif-ficoltà. Sembra quasi che Papa Fran-cesco stia tracciando, con unaripetizione affatto casuale e una vi-cinanza fisica all’esistenza in qual-siasi condizione vissuta, il percorsoda seguire per la Chiesa: guardarealla persona e non alla disabilità, va-lorizzare le risorse e non concentrarsisulle debolezze, alzare lo sguardoper comprendere il mistero profondodella vita. Da una Chiesa presente eaccudente, che da secoli presta unservizio insostituibile con le sue“opere pie” di aiuto socio-assisten-ziale, a una Chiesa accogliente eaperta, che renda protagonista la per-sona e non resti prigioniera dellapaura verso la diversità. Meno bar-riere e più coinvolgimento, a partiredalle parrocchie. Perché sia l’uomoal primo posto, sempre e comunque.

RICCARDo BeNoTTI

LE CAREZZE SPECIALIMeno paura… meno barrierePapa Francesco sta spingendo la Chiesa a farsi accogliente

e aperta alla diversità

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Quando Giuda fu uscito (dal cenacolo), Gesùdisse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato,e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio èstato glorificato in lui, anche Dio lo glorificheràda parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli,ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete,ma come ho già detto ai Giudei, lo dico oraanche a voi: dove vado io voi non potetevenire. Vi do un comandamento nuovo: chevi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato,così amatevi anche voi gli uni gli altri. Daquesto tutti sapranno che siete miei discepoli,se avrete amore gli uni per gli altri”.(gioVanni 13,31-33a.34-35)

Il contesto in cui troviamo questo brano é quellodella lavanda dei piedi, Gesù appena terminatodi compiere questo gesto di estrema umiltà, dàl’annuncio del tradimento di Giuda e quandoquesti esce, consegna ai suoi discepoli il “co-mandamento nuovo”.Nuovo nel senso che Gesù dà ai discepoli un

termine di paragone: Se stesso e il suo amoreper loro; nuovo nel senso che l’amore ha in sécome caratteristica principale l’auto-rinnova-mento.Gesù dice: “come io vi ho amato, così amatevigli uni gli altri” con un amore che porta aprendere l’ultimo posto, quello del servo, con unamore che è disponibile a morire per gli altri.Un amore senza doppiezza, senza nascondimenti,senza paura, poiché solo così si può entrare nelmistero pasquale, nel mistero della resurrezione,solo così si é abilitati a testimoniare Gesù e ilsuo vangelo.Solo con questo amore e la sua testimonianza, idiscepoli di allora e di ogni tempo saranno rico-nosciuti come seguaci del Cristo risorto e potrannorendere gloria al Maestro. Gesù ha testimoniatoil suo amore con la lavanda dei piedi (mansioneriservata agli schiavi e ai servi) e più tardi lo te-stimonierà con la sua passione, con la sua mortee morte di croce.Ma c’è un altro modo con cui Gesù dice e dirà

Parola del Signore5 DOMENICA DI PASQUA C

dal Vangelo secondo gioVanni

In questo tempo di crisi e di crescita delle po-vertà, chi lavora nell’ambito della solidarietà,come la Caritas, “non può limitarsi a curare leferite dei vinti” ma deve “fornire soluzioni e daresperanze concrete”. Rendersi cioè conto che“l’economia siamo noi”, e usare “il nostro poterein senso positivo e costruttivo”. È il parere diLeonardo Becchetti, docente di economia al-l’Università di Tor Vergata a Roma, che ha par-lato ai 600 delegati di 220 Caritas diocesaneriunite fino al 18 aprile a Montesilvano (Pescara)per il 36° convegno nazionale. Lo abbiamo in-tervistato. La crisi non finisce e i centri d’ascolto Caritassono sempre più affollati di famiglie italianein difficoltà. Cosa fare? “Chi lavora in Caritastende a curare le ferite di chi ha difficoltà a causadella crisi. Ma non possiamo limitarci a questo,perché porterebbe alla depressione e al pessimi-smo. Bisogna cercare di analizzare in maniera ri-gorosa il problema e fornire soluzioni. Perché ilnostro compito è dare speranza concreta. Le viedi risposta sono a tre livelli. Posso spiegare conuna metafora: in questo momento è come se fos-simo su un palazzo a tre piani: in alto la crisi fi-nanziaria a livello mondiale; poi l’Europa; quindil’Italia. Dal livello mondiale c’è stata una perditache ha allagato tutti i piani inferiori. È inutile chelitighiamo su chi passa lo straccio al piano terra.Dobbiamo andare a riparare quel guasto”.In che modo? “Serve un lavoro per ‘popolariz-zare’ la finanza, unito a campagne per la riformadella finanza. ‘Popolarizzare’ la finanza significaaiutare la gente a parlare di cose che capisce.Quello che conta, da un punto di vista econo-mico, non sono tanto i costi della politica quantoil fatto che una crisi finanziaria molto grave haprodotto danni enormi a livello mondiale e na-zionale. Bisogna rendere popolari questi temi. Lagente deve capire, ad esempio, perché è impor-tante separare le banche commerciali dalle ban-che d’affari, ecc. Poi abbiamo bisogno diun’Europa più coraggiosa, più solidale, che ab-bandoni l’ossessione del rigore (che non fa ripar-tire l’economia). E di molta più azione dal basso.I cittadini devono diventare protagonisti del-l’economia attraverso il cosiddetto ‘voto con il

portafoglio’, perché la democrazia non è solovoto politico ma voto economico. Dobbiamorenderci conto che l’economia siamo noi. Ab-biamo un potere enorme e dobbiamo usarlo insenso positivo e costruttivo. Dobbiamo votareper le aziende che sono all’avanguardia nelcreare valore economico sostenibile a livello am-bientale e sociale. E aumentare la consapevo-lezza dei cittadini”.Alcuni esempi? “Ad esempio, abbiamo avviatoun’iniziativa che si chiama ‘Next’. E’ un sito weba cui aderiscono associazioni e sindacati, unasorta di piazza virtuale dove cittadini e aziendes’incontrano per parlare di responsabilità sociale.Le aziende propongono le loro idee e i cittadinicommentano. Oppure si possono organizzare dei‘flash mob’, per far vedere all’opinione pubblicala forza che abbiamo. Ne faremo uno a fine mag-gio. Perché è molto più utile portare le personedavanti a un negozio e farle votare con il porta-foglio piuttosto che restare in una piazza. Dob-biamo trasformare questa voglia di cambiamentoe protesta in una forza positiva che premia leaziende migliori. Ci sono agenzie di rating eticonel settore bancario o campagne come quella diOxfam, che danno pagelle alle grandi aziendealimentari. Questo ha prodotto immediatamentedegli effetti: dopo una settimana alcune multina-zionali hanno dichiarato di aver concluso un ac-cordo per la difesa dei diritti. Il meccanismo damettere in azione è la partecipazione democraticae d’interazione. Queste proposte possono daresperanza, altrimenti finiamo per relegarci in unruolo marginale, ossia quello di curare le feritedei vinti”.Perché l’Europa del Sud è la principale vit-

Domenica 28 aprileOre 11.00 Fiuggi

Comunità “Maria” del RnS

Lunedì 29 maggioOre 16.00 S. Benedetto Tr. - S. Antonio:

Accoglienza del Corpo di S. Giuseppe da Copertino

Ore 19.00 S. Benedetto Tr. - S. Antonio: S. Messa

Mercoledì 1 maggioOre 08.30 Porto d’Ascoli - Cristo Re:

S. Messa, con S. Cresime

Ore 11.00 S. Benedetto Tr. Madonna del Suffragio: S. Messa, con S. Cresime

Sabato 4 maggioRoma Visita ad limina – Udienza dal S. Padre

Ore 18.30 S. Benedetto Tr. S. Filippo Neri: S. Messa, con S. Cresime

Domenica 5 maggioOre 11.15 S. Savino

S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del Vescovo

durante la Settimana 28 aPrile - 5 maggio 2013

tima della crisi? “La crisi è solo nell’Europadel Sud per motivi molto precisi: siamo vittimedi una crisi finanziaria dei Paesi ricchi. AltriPaesi ricchi l’hanno risolta con politiche eco-nomiche audaci che l’Europa non ha avuto il co-raggio di porre in atto. L’analisi delle cause èmolto chiara: errori della politica europea e crisifinanziaria. Per cui è chiaro anche ciò che dob-biamo fare. Il problema è la lentezza con cui cimuoviamo. Se l’Europa voleva sostenere i partitieuropeisti doveva pensare a sbloccare i creditiprima delle elezioni, non dopo. Questo ripensa-mento - con 50 miliardi di euro in più da utiliz-zare per sviluppare il Paese - sarebbe stato moltopiù efficace”.Intanto la situazione politica italiana certonon aiuta a uscire dalla crisi... “Non c’è biso-gno di grandi elaborazioni o scoperte per capireciò che l’Italia deve migliorare: i ritardi dellapubblica amministrazione, la lentezza della giu-stizia, il digital divide, l’istruzione... Le forze po-litiche devono evitare di cincischiare nei lorotatticismi a fini elettorali e assumersi la respon-sabilità di governare. Che vuol dire rischiare disbagliare. Questa è la cosa grave del momento:non c’è il desiderio di sporcarsi le mani perchési ha paura di governare. L’iniziativa del presi-

dente della Repubblica di mettere in azione isaggi è stata molto intelligente. Dimostra che esi-stono proposte ragionevoli e condivise. Se lecose da fare si sanno perché i partiti non formanodelle coalizioni e non governano? Questo è ilpunto”.C’è una vera consapevolezza che le politichedel rigore hanno peggiorato la situazione?“Sì, la consapevolezza è cresciuta ed è trasver-sale ai partiti. Certo, il problema è rimuovere ilvincolo che sta in Europa. Dobbiamo convincerei partner europei. L’euro comporta tutta una seriedi benefici. Ma se l’Europa continua a fare que-sta politica il rischio è che l’euro collassi. Che èdiverso dal dire: ‘Usciamo dall’euro’. L’Italia èsempre stata un Paese molto europeista. Noncredo ci sarà mai una maggioranza contro l’euro.Ma non bisogna arrivare all’inevitabile. Anche itedeschi hanno un partito anti-euro che è al 25%.Serve una politica economica europea che diavantaggi a tutti i Paesi membri”.

Patrizia Caiffa inviata Sir a Montesilvano (Pescara)

CARITAS DIOCESANE“Votare con il portafoglio”È quanto devono imparare a fare i cittadini consapevoli. Lo sostiene l’economista Leonardo Becchetti che invita il mondo della carità a “non limitarsi a curare le ferite dei vinti”. Occorre organizzare i consumatori per poter pesare sull’economia reale*

all’uomo in ogni tempo e luogo:io ti amo; lo fa attraverso l’EU-CARESTIA, l’UOMO-DIO cifa un dono così grande che cisconvolge se solo ci soffermiamo a rifletterci:l’EUCARESTIA è la sua presenza reale, inanima, corpo, sangue e divinità, egli nel Pane enel Vino, si rende disponibile ad una comune-unione inimmaginabile, che solo la fantasia el’amore di Dio poteva immaginare rendere pos-sibile. Una presenza così bella, così dolce, cosìmisteriosa, che solo un amore grande comequello di Gesù Cristo poteva “inventarsi”, perpoter rimanere sempre vicino a noi e per farcisentire la sua presenza, per poter essere semprea nostra disposizione.E in questo possiamo prendere l’insegnamentodel “rinnovamento” in questa “inventiva” diGesù, che trova sempre nuovi modi di amare, difarci sentire amati. Anche noi dobbiamo avereun amore sempre rinnovato (fatto nuovo) perchéun amore abitudinario é destinato alla noia e

alla morte, dobbiamo tro-vare sempre motivi nuovi,atteggiamenti nuovi chediventano il sintomo più

evidente della vitalità dell’amore. Ma intendiamociquesta vitalità deve essere rivolta sia verso glialtri: la moglie, il marito, i fratelli, il prossimo,sia verso Gesù. Perché solo così potremo esserecerti di avere imparato l’insegnamento del CristoRisorto. OH SIGNORE GESU’ DONACI LACAPACITA’ DI CAPIRE E APPREZZARE ILTUO DOLCISSIMO AMORE, E AIUTACI ARENDERTI GRAZIE ATTRAVERSO L’AMO-RE CHE DONIAMO AI FRATELLI.

Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZAL’amore è soprattutto saper accettare

l’altro così com’è. (anonimo)

L’amore sa morire, annullarsi, per nutrire un al-tro, tramutarsi nell’altro per rafforzarlo e da

due diventare uno solo. La sua legge è dunque donare. (Marie Noel)

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RoMA, (Pax Christi Italia) - Il 20aprile 1993 si spegneva a Mol-fetta monsignor Antonio Bello,conosciuto come “don Tonino”,vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, presidentedi  Pax Christi Italia dal 1985 al1993. Monsignor Luigi Bettazzi,vescovo emerito di Ivrea, ha rico-perto per oltre un decennio ilruolo di Presidente di Pax ChristiItalia per poi assumere, nel 1978,la presidenza di Pax Christi Inter-national. Con monsignor ToninoBello,  suo successore, partecipònel 1992 alla marcia di Pax Chri-sti che giunse fino a Sarajevo: “Ricordo moltobene il discorso che don Tonino fece in quel ci-nema di Sarajevo alla luce delle fiaccole. Un di-scorso vero, concreto, diretto, articolato in trepunti. Don Tonino prese la parola per dire cheeravamo giunti fino lì per dire ai nostri fratelli cheeravamo loro vicini e che il mondo non li avevadimenticati. In secondo luogo che eravamo giuntifin lì per richiamare le nostre responsabilità nelconflitto, nostre di europei e di italiani. In terzoluogo, per ribadire che in mezzo a quella violenzae a quella ferocia l’unica risposta possibile eraquella della nonviolenza. Lo disse in quel cinemadisadorno, senza luce, in mezzo a gente che sof-friva”. Dal 1985, don Tonino Bello, vescovo diMolfetta, fu presidente nazionale e leader cari-smatico, non solo di Pax Christi ma di tutto il mo-vimento pacifista in Italia, fino al 1993, annodella sua morte. Monsignor Bettazzi ricorda delvescovo Tonino Bello il costante richiamo alConcilio: “Il Vaticano II è diventato per lui unpunto di riferimento. Se penso alle costituzioniconciliari, don Tonino le ha vissute concreta-mente”. Monsignor Bello ha profondamente in-carnato le quattro costituzioni conciliari: “DonTonino era “mandato” in mezzo alla gente, inmezzo ai più poveri, per  far loro sentire la soli-darietà, per essere solidale con i più umili e i piùpoveri. Don Tonino incarnava questi ideali nellavita di tutti i giorni che costruiva sulla Parola diDio che sentiva viva e operosa”. Monsignor Bet-tazzi ricorda anche gli scritti di monsignor Bello

ai personaggi dell’Antico Testamento: “Attra-verso le donne e gli uomini  di ieri si rivolgevaalle donne e agli uomini di oggi. Quando scrivevaa San Giuseppe, don Tonino si rivolgeva alle per-sone umili, quando scriveva a Sara e alle altredonne dell’Antico Testamento, egli parlava dellasperanza. Quando scriveva ad Abramo, parlavaagli uomini di fede”. Prosegue monsignor Bet-tazzi: “Don Tonino sentiva la presenza viva diGesù. Dinanzi al Tabernacolo meditava i suoi di-scorsi e i suoi interventi. Sentiva la misericordiadel Signore che lo spingeva ad essere al serviziodegli ultimi. Don Tonino vedeva la Chiesa comeChiesa del grembiule, che deve essere accanto acoloro che più sono in difficoltà”. Infine monsi-gnor Bettazzi conclude con un riferimento a PapaFrancesco: “Sento vicini don Tonino Bello, chefu criticato per questi atteggiamenti, e Francesco.Il Papa sta rivalutando questo atteggiamento diservizio e solidarietà”. Il Congresso nazionale diPax Christi Italia in programma a Roma, IstitutoSeraphicum, dal 26 al 28 aprile, dedicherà nellagiornata di sabato 27 due importanti appunta-menti: alle ore 19 verrà proiettato il film su donTonino Bello “L’anima attesa” mentre alle 21verrà messa in scena Opera teatrale su don ToninoBello. Nella giornata di apertura, venerdì 26 alleore 17, ci sarà una tavola rotonda sul tema: “E’l’ora della nonviolenza. Per una chiesa del grem-biule in un Paese casa di tutti” a cui interverrannoAnnachiara Valle, Nicoletta Dentico, e il vicepre-sidente di Pax Christi Italia Sergio Paronetto.

Don Tonino Bello nel ricordo di monsignor Luigi Bettazzi durante il Congresso nazionale di Pax Christi, venerdì 26 aprile, tavola rotonda sul tema: “e’ l’ora della nonviolenza. Per una chiesa del grembiule in un Paese casa di tutti”

“Questo io vi chiedo: siate pastori con l’odoredelle pecore”. Così ci ha parlato Papa Francesco durante laMessa Crismale dello scorso Giovedì Santo. “IlSignore lo dirà chiaramente - ci ha ricordato il ve-scovo di Roma - la sua unzione è per i poveri, peri prigionieri, per i malati e per quelli che sono tri-sti e soli. L’unzione, non è per profumare noistessi e tanto meno perché la conserviamo inun’ampolla, perché l’olio diventerebbe rancido eil cuore amaro”. Non so se l’accostamento puòessere precipitoso, ma le parole del Papa mi sem-brano la didascalia più vera che ci fa ancora ri-cordare, soprattutto per i più adulti tra di noi,nitidamente quel 20 aprile 1993 e il tramonto lu-cente sul molo di Molfetta di monsignor AntonioBello.La celebrazione eucaristica fu presieduta da mon-signor Mariano Magrassi, arcivescovo di Bari-Bitonto, che introdusse l’omelia con questeparole: “È stato un tramonto luminoso, quasi piùfascinoso di un’alba. […] Ringraziamo il Signoreper averci dato una testimonianza così luminosa.Facciamo in modo che non si disperda nell’ariasolo per un istante,come il profumoeffimero di unfiore, ma si scolpi-sca nel cuore. Persempre. Sarà ilmodo migliore diricordarlo”. Mipiace ricordarlocosì don Tonino:un prete, un ve-scovo con l’odoredelle pecore, pro-fondamente im-merso neiproblemi della suagente, nella tri-stezza della sua gente, nella gioia della sua gente. La sua più grande aspirazione di pastore è stataquella di mettersi alla sequela di Cristo insiemecol suo popolo. Condividendo fino in fondo ilcammino della nostra diocesi, don Tonino lo ri-cordiamo come un pastore buono in mezzo al suopopolo, servendo anche nella sua malattia la no-stra gioia di vivere, la nostra capacità di sperare,la responsabilità di crescere come protagonistidella nostra storia personale e collettiva, della sto-ria della nostra Chiesa locale e del mondo intero.Entrando in solidarietà con i nostri percorsi ferialiha generato dentro di noi una qualità nuova del-l’esistenza. Per questo è stato un pastore conl’odore delle pecore. Nell’omelia pronunciata il 19 marzo 1993 in Epi-scopio, durante il rito di ammissione agli ordinisacri di due giovani seminaristi, dirà: “Vi auguroche non stiate mai in testa e neppure in coda, mapossiate stare sempre in mezzo al popolo, comeGesù. Sedetevi in mezzo alla gente, sentite il sa-pore e il profumo del popolo, inebriatevi di que-

sto grande ideale di annunciare Gesù Cristo”.Non so se ne fosse consapevole o no. È certo checon queste parole don Tonino non solo ha fattogli auguri più belli ai due futuri presbiteri, ma haanche tratteggiato lo stile prioritario del suo mi-nistero episcopale ricordandoci l’impronta diChiesa da assumere: in mezzo al popolo, conl’odore del popolo. Sono trascorsi venti anni da quel giorno e don To-nino, il suo esempio di uomo e di vescovo, con-tinua a essere per tutti quanti noi quel fascio diluce che porta impressi i tratti del Figlio di Dio.La fede di don Tonino ci permette ancora oggid’incontrare Cristo. La sua testimonianza conti-nua a parlarci di pace, di solidarietà, di bellezzadella vita. Lo sentiamo vicino perché continua asorridere, a incoraggiare i giovani, ad accarezzarei bambini; anche dall’altare scomodo della suamalattia ci ha benedetto ricordandoci che“quando camminiamo senza la Croce, quandoedifichiamo senza la Croce non siamo discepolidel Signore: siamo mondani”. Per questo lo sen-tiamo oggi più vicino che mai, perché continua aparlarci di Cristo e ad additarci la speranza.

La fede di ToninoBello, il suo amoreper l’unico Mae-stro ci ha allenati asaper riconoscereil Cristo nei per-corsi ordinari dellavita; lo ricordaPapa Benedettonel Motu proprio“Porta Fidei”: “Èla fede che per-mette di ricono-scere Cristo ed è ilsuo stesso amoreche spinge a soc-correrlo ogni volta

che si fa nostro prossimo nel cammino della vita”(n. 14). Don Tonino ci aiuti a non perdere la spe-ranza in questo tempo definito di passioni tristi,e il nostro impegno di cristiani responsabili sonocerto non deluderà lo stesso vescovo che il 27giugno 1992 in una riflessione dettata al Consi-glio pastorale diocesano così si esprimeva: “Ep-pure, tra le arterie di questa città che rassomigliasempre più a Babele e sempre meno a Gerusa-lemme, soffia il vento dell’attesa. Non si sa benedi che. Ma è certo un’attesa di significati. C’è do-manda di sale. Di sapori perduti. Di gusti pro-fondi. Nei giovani soprattutto. I quali, sel’insostenibile leggerezza dell’essere impedisceloro d’immergersi nel cuore delle cose e li tienelì a galleggiare sulla superficie dei fenomenicome su di una lastra di cristallo, avvertono peròil fascino dei grandi valori e sentono il profumodi un pane di cui non sanno presso quale fornofare la provvista”.Nicolò Tempesta - direttore di “Luce e Vita” (Molfetta-

Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi)

«Ci sentiamo in comunione con ogni comunità, anche con la più piccola, in cui rimane viva latradizione che dedica il mese di maggio alla devozione mariana. Essa trova espressione in tantisegni: santuari, chiesette, opere d’arte e, soprattutto, nella preghiera del Santo Rosario, con cui ilPopolo di Dio ringrazia per il bene che incessantemente riceve dal Signore, attraverso l’interces-sione di Maria Santissima, e lo supplica per le sue molteplici necessità. La preghiera - che ha ilsuo vertice nella liturgia, la cui forma è custodita dalla vivente tradizione della Chiesa - è sempreun fare spazio a Dio: la sua azione ci rende partecipi della storia della salvezza» Queste parole pronunciate da Benedetto XVI durante la il rosario pregato il 26 maggio 2011 contutti i vescovi italiani nella Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione dei 150 anni dell’Unitàd’Italia ci sembrano quanto mai opportune per orientare la preghiera del rosario verso il 2° Con-vegno Ecclesiale Regionale che si terrà a Loreto dal 22 al 24 novembre prossimo.Il legame fortissimo che lega i fedeli marchigiani a questa preghiera popolare è uno dei segni piùbelli della fede e delle solide tradizioni religiose della nostra terra. Siamo certi infatti che moltecomunità pregano il rosario oltre che in una chiesa anche per strada, davantia un’edicola, riunendosi in un garage o davanti a una casa o nei luoghi dellasofferenza. Questo uscire, e andare risponde infatti in qualche modo al titolodel nostro Convegno e all’icona biblica che lo descrive: «Alzati e va’ … »Rafforzare la preghiera del rosario nei solchi delle nostra terra marchigianavuol dire condividere le situazioni di disagio e di sofferenza, di gioia e disperanza di tanti uomini e donne, giovani, anziani e bambini. I misteri dellagioia, della luce, del dolore e della gloria vogliono dire a tutti che Gesù con-divide con noi la vita in ogni sua espressione e situazione: nulla gli è scono-sciuto e nulla gli è indifferente. Come vescovi delle Marche, che hannovoluto questo sussidio, desideriamo essere con Maria e insieme con tutti voiassidui e concordi nella preghiera perché lo Spirito Santo scenda abbondantee ci mostri il cammino.

I vescovi delle Marche

I vescovi marchigiani e il mese di maggio

Erano assidui e concordi nella preghiera con Maria

la madre di Gesù

Erano assidui e concordi nella preghiera con Maria

la madre di Gesù

CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA2° CONVEGNO ECCLESIALE MARCHIGIANO

22-24 NOVEMBRE 2013

Vi chiedo un favore prima che il vescovo benedica il popolo,

vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo.

FRANCESCO

Per il testo biblico

© 2008, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena

© Libreria Editrice Vaticana

Testi e immagini a cura della Conferenza Episcopale MarchigianaCoordinamento editoriale di don Francesco Pierpaoli

Coordinamento grafico: Tonino Commissari Elaborazione grafica Studio Omegagraphics Bologna In copertina: “La Pentecoste”, icona realizzata dal laboratorio iconografico “Lungo la via Lauretana”. Foto di Roberto dell’Orso

© 2013 Centro editoriale dehonianovia Nosadella 6, 40123 Bologna EDB©

Codice 95055 Edizione fuori commercio Stampa: Grafica Editoriale Printing, Bologna 2013

SOMMARIO

Presentazione pagina 2

Note per la Preghiera » 4

Recita del Santo Rosario » 6

Misteri Gaudiosi » 76

Misteri Luminosi » 77

Misteri Dolorosi » 78

Misteri Gloriosi » 79

Salve Regina » 80

TONINO BELLOVenti anni dopo, una luceIl 20 aprile 1993 il tramonto luminoso del vescovo di Molfetta, profondamente immerso nei problemi della sua gente, nella tristezza della sua gente, nella gioia della sua gente. Come chiede Papa Francesco ai pastori di oggi

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Bombe e morte sulla maratona di Boston. Dueordigni sono esplosi, poco prima delle tre di po-meriggio di lunedì (ora locale), uccidendo trepersone, tra cui un bambino di otto anni; e feren-done oltre cento, una ventina delle quali sono incondizioni critiche. L’Arcidiocesi di Boston,retta dal cardinale Sean Patrick O’Malley, ha su-bito diffuso una nota chiedendo di pregare per levittime: “Mentre si susseguono le notizie che ciinformano tristemente di morti e feriti”, si leggenel testo diffuso su Facebook e Twitter, “vi chie-diamo di rivolgervi al Signore, di pregare perloro e per i loro cari, affinché possano riceverela consolazione dello Spirito Santo, la grazia diDio e l’abbraccio della Madonna”.Atmosfera surreale. “C’è grande caos per le

strade, l’area è tutta transennata”, ha raccontatoa caldo al Sir, Bob Maloney, un sacerdote dellachiesa Our Lady of the Victories, che si trova aquattrocento metri dal punto in cui si è verificatala prima esplosione. “Ora molta gente sta cam-minando nella nostra direzione, verso Sud-Ovest”, ha detto Maloney al telefono.“Personalmente non ho sentito il botto, ma alcuniconfratelli l’hanno avvertito. L’aria è molto tesa,è una tragedia. La maratona è un evento moltosentito qui a Boston, coincide con l’inizio dellaprimavera. E pensare che se quelle bombe fos-sero scoppiate un’ora prima avrebbero potutocausare ancora più vittime”. Più di 23mila atletihanno cominciato la maratona e 17.600 avevanogià tagliato il traguardo al momento della primadetonazione. Scene di guerra. Cercando tra le borse abban-

donate dai maratoneti dopo le esplosioni, gli ar-tificieri hanno individuato ben cinque bombeinesplose. Erano nascoste in sacche nelle qualisi trovavano anche cuscinetti a sfera. Se questebombe fossero esplose avrebbero avuto un ef-fetto simile a quelle a frammentazione. Questosembra suggerire che gli attentati non sono statimessi a segno soltanto per uccidere ma anche perinfliggere atroci mutilazioni ai presenti, soprat-tutto agli arti inferiori. Testimoni oculari parlanodi scene da “zona di guerra”. Gente che ha persogli arti inferiori, sangue sul selciato, persone inlacrime, sotto shock, provate dal dolore, marato-neti che dopo l’incidente si sono trasformati ininfermieri e hanno aiutato il personale medicoavvolgendo gli arti delle persone ferite con lacci

emostatici per fermare il loroflusso sanguigno.Corsa di solidarietà. Nel-l’orrore di questo lunedì difollia ci sono storie che ri-scaldano il cuore. Che se-gnalano come l’altruismo ela solidarietà possono con-trastare gesti inumani. De-cine di podisti hannocontinuato la loro corsa oltreil traguardo per arrivare adonare il sangue all’ospedaleMass General hospital. Al-cuni residenti hanno creatoun documento Google in cui

hanno inserito il loro indirizzo e si sono resi di-sponibili a ospitare i podisti venuti da lontano.Molti bostoniani sono scesi in strada con acqua,cibo e coperte per i maratoneti. Alcuni ristorantihanno messo fuori il cartello “entrate e pagatesolo se potete”.Patriot’s Day. Proprio ieri negli Stati Uniti ri-correva il Patriot’s Day, il giorno in cui gli ame-ricani festeggiano l’anniversario della battagliadi Lexington e Concord, i primi combattimentidella guerra d’Indipendenza americana. Quelladi ieri per Boston era la maratona numero 117,un evento storico e molto seguito, al quale di so-lito accorre più di mezzo milione di spettatori.L’edizione di quest’anno si è conclusa nel pa-nico, e ha rievocato in tanti americani gli attacchidell’11 settembre 2001 a New York in cui per-sero la vita quasi 3mila persone. DA New YoRk, DAMIANo BeLTRAMI

SANGUE SULLA MARATONA

Boston prega per i suoi mortiMessaggio dell’Arcidiocesi guidata dal cardinale O’ Malley: vicina alle vittime e all’intera po-polazione cittadina. Un sacerdote della chiesa Our Lady of the Victories:”Se quelle bombe fosseroscoppiate un’ora prima avrebbero potuto causare ancora più vittime”. Fra i primi soccorritori,gli stessi maratoneti. In tanti hanno continuato la loro corsa oltre il traguardo per arrivare a do-nare il sangue all’ospedale Mass General hospital. Una grande prova di solidarietà

ATTENTATO BOSTON

PROFONDO CORDOGLIO DEL PAPA Città del Vaticano, 16 aprile 2013 (VIS). Papa Francesco - tramite il Segretario di Stato, CardinaleTarcisio Bertone - ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Sean O’Malley, Ar-

civescovo di Boston (Stati Uniti d’America), per l’atten-tato che ha colpito ieri sera la città mentre vi si svolgevauna maratona, causando tre vittime e il ferimento di oltrecento persone. “Profondamente addolorato all’appren-dere la notizia della perdita di vite umane e dei gravi feriticausati dall’attentato perpetrato nella serata di ieri a Bo-ston - si legge nel telegramma - Sua Santità Papa France-sco mi prega di trasmetterle il suo affetto e la suavicinanza nella preghiera. A seguito delle conseguenze diquesta inaudita tragedia, Sua Santità invoca la pace di Diosulle vittime, la sua consolazione su coloro che soffronoe la sua forza su quanti sono impegnati nelle operazionidi emergenza e di soccorso. In questo tempo di cordoglioil Santo Padre prega affinché tutti i bostoniani siano unitinella determinazione a non essere sopraffatti dal male, madi combattere il male con il bene, operando insieme peredificare una società più giusta, libera e sicura per le ge-nerazioni future”.

Seconda giornata della famigliaProsocialità e open day,

sabato 27 al Centro Famiglia

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Al Centro Famiglia di via Pizzi, 25 torna l’open day perfar conoscere una realtà di sostegno e aiuto concreto per le famiglie del territorio. Sabato 27 pressola sede dell’associazione si svolgerà una giornata informativa sulle modalità d’azione delCentro e di sensibilizzazione rispetto al tema della prosocialità. In una società sempre più ca-ratterizzata da problemi relazionali, come lo testimoniano gli episodi di violenza e di disagio dif-fusi, è sembrato doveroso promuovere il valore della solidarietà e dell’aiuto verso l’altro per ilmiglioramento comune.

Dopo la presentazione intorno alle8.30 del presidente del Centro Fa-miglia, Nicola Farinelli, alle 9avrà luogo l’intervento del dot-tor Mario Giostra sul tema“Sguardo antico sulla crisi euro-pea: situazione visibile, cause sto-riche, cause sociali, conseguenzemicro e macro sociali” per poi af-frontare alle 10.15 circa l’aspettodella “Fraternità come paradigmaculturale, note storiche e sviluppoculturale” e della “Prosocialitàcome conseguenza del paradigmadella fraternità”. A seguire dibat-tito e attività laboratoriali per sti-lare le conclusioni della mattinata.Il convegno, aperto gratuitamentealla cittadinanza e agli operatoridel settore, è stato realizzato conla collaborazione della parrocchiaSant’Antonio di Padova, della co-munità parrocchiale di San Fi-lippo Neri e dell’associazione IGirasoli onlus, con il sostegno delCentro Servizi per il Volontariato.Nel pomeriggio, invece, tornal’iniziativa a porte aperte negliuffici di via Pizzi per la “Se-

conda giornata della famiglia”. Nell’ambito del progetto La famiglia per la famiglia, sostenutodall’attenzione al terzo settore della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno”, dalle 16 ivolontari del Centro Famiglia presenteranno le attività dell’associazione, i servizi erogati gratui-tamente a favore della famiglia e fornire materiale informativo. A sostenere questa iniziativa l’Am-bito territoriale sociale 21, alcune parrocchie cittadini, le Isc Centro e Nord, nonché il Comune diSan Benedetto. Centro Famiglia - Dina Maria Laurenzi

La famiglia tra lavoro e riposo festivoLavorare per vivere, vivere per lavoro. La famiglia tra lavoro e riposo festivo. È questo il titolode convegno che la Confersercenti di Ascoli Piceno ha promosso con il sostegno della Cei e lacollaborazione del Csi provinciale e dell’Azione Cattolica diocesana, sabato 27 aprile, alle ore 9.30 presso il convento di S. Maria delle Grazie a Monteprandone. Queste realtà,che hanno aderito al convegno, hanno a cuore il tema della famiglia e sono state chiamate a dareil proprio contributo “come sentinelle della difesa dei diritti umani e cristiani”. La famiglia oggiè al centro di tanti interessi, ma si trova a fare i conti con tempi di vita che si basano su ritmi la-vorativi e di riposo che non aiutano la vita familiare. L’attenzione vigile a scelte dettate da oppor-tunità economiche non può venire meno, occorre guardarsi intorno, leggere il presente e mostrarela vicinanza, espressa da diverse realtà, alla vita quotidiana e alle scelte di tutte le famiglie. La Confesercenti con il sostegno della Cei ha promosso la campagna “Libera la Domenica”, unaproposta di legge di iniziativa popolare per restituire alle Regioni la facoltà di decidere sulle aper-ture domenicali. Infatti gli eccessi di liberalizzazioni portano imprenditori e lavoratori a tenere“sempre aperto” e a sacrificare valori importanti come la famiglia. Anche in alcune nostre par-rocchie è stata fatta la raccolta firme a sostegno. Sabato sarà presente Don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempolibero, turismo e sport della Cei, con un intervento sul Tempo del Lavoro,Tempo della Festa. Oltrei saluti delle tre confederazioni sindacali, ci saranno interventi a cura del Csi e dell’Azione Cat-tolica sul ruolo della famiglia nel giorno di festa e sul suo ruolo educativo. Edio Costantini , con-sultore del pontificio Consiglio dei Laici, modererà la mattinata. La direttrice provinciale dellaConfesercenti Elena Capriotti farà il punto sulle aperture e le chiusure degli esercizi commercialidel nostro territorio in questo primo trimestre dell’anno e Bruno Tommaso Traini Presidente Pro-

vinciale Confeser-centi concluderà gliinterventi.Per sostenere la par-tecipazione, vistol’interesse del temache coinvolge molterealtà e molte fami-glie, sarà garantito unservizio di intratteni-mento ludico per ibambini dai 4 anni.

Lavorare per Vivere o Vivere per LavoroLa famiglia tra lavoro e riposo festivo

Sabato 27 aprile 2013 / Ore 9.30Santa Maria delle Grazie San Giacomo della Marca / MONTEPRANDONE

Con la partecipazione di:

SALUTI ore 9.30 S. E. GERVASIO GESTORI  Vescovo Curia S. Benedetto del Tronto STRACCI STEFANO Sindaco Comune Monteprandone  IntroduzioneELENA CAPRIOTTI Direttore Provinciale Confesercenti Aperture e chiusure degli esercizi commerciali e pubblici esercizi nel primo trimestre 2013, la risposta del territorio sui dati nazionali

Saluto delle tre confederazioni ALESSANDRO POMPEI Filcams - CgilPIETRO PIZZINGRILLI Fisascat CislALESSANDRO D’ISABELLA Uil TucsMons. MARIO LUSEK Direttore Uf�cio Nazionale CEI Tempo Libero Turismo e Sport

Tempo delle Festa – Tempo del lavoro

FRANCESCA BENIGNI Azione Cattolica Italiana La Famiglia che “Educa” a “Tempo Pieno”

TARCISIO ANTOGNOZZI Vice Presidente Regionale CSI La domenica rimette in gioco la “Famiglia”

Moderatore EDIO COSTANTINI Consultore del Ponti�cio Consiglio per i Laici

CONCLUSIONI ore 13.00 BRUNO TOMMASO TRAINI Presidente ProvincialeConfesercenti   (Intrattenimento ludico per bambini dai 4 anni )

La famiglia tra lavorLavorar

 

  

La famiglia tra lavore per ViverLavorar

 

  

La famiglia tra lavore o Vivere per Viver

 

  

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Introduzione

Sindaco Comune Monteprandone ANOSTRACCI STEFonto

escovo Curia S. Benedetto  V Vescovo Curia S. Benedetto ASIO GESTORI VVASIO GESTORI S. E. GERSALUTI ore 9.30

 

  

o e riposo festivoLa famiglia tra lavorLa famiglia tra lavoro e riposo festivo

Consiglio per i Laici Moderator

La domenica rimette in gioco la “Famiglia”ARCISIO ANTOGNOZZITTARCISIO ANTOGNOZZI

La Famiglia che “Educa” a “TFRANCESCA BENIGNI

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La domenica rimette in gioco la “Famiglia”esidente Regionale CSI Vice PrARCISIO ANTOGNOZZI

empo Pieno”La Famiglia che “Educa” a “TLa Famiglia che “Educa” a “Tempo Pieno” Azione Cattolica Italiana FRANCESCA BENIGNI

o empo del lavorempo delle Festa – Tempo delle Festa – Tempo del lavor

 

  

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La domenica rimette in gioco la “Famiglia”esidente Regionale CSI

empo Pieno” Azione Cattolica Italiana

 

  

Con la partecipazione di:

Santa Maria delle Grazie San Giacomo della MarSabato 27 aprile 2013 / Orempo LiberTTempo Liber

Mons. MARIO LUSEKALESSANDRO D’ISABELLAPIETRO PIZZINGRILLI ALESSANDRO POMPEISaluto delle tre confederazioni

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Fisascat CislPIETRO PIZZINGRILLI Filcams - CgilALESSANDRO POMPEI

Saluto delle tre confederazioni

dati nazionali

 

  

Santa Maria delle Grazie San Giacomo della MarSabato 27 aprile 2013 / Or

(Intrattenimento ludico per bambini dai 4 anni )

ConfeserBRUNO TOMMASO TRAINICONCLUSIONI ore 13.00

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(Intrattenimento ludico per bambini dai 4 anni )

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CONCLUSIONI ore 13.00

Consiglio per i Laici

 

  

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(Intrattenimento ludico per bambini dai 4 anni )

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da ripatransone a cura di A.G. - I.A.

La scomparsa di Roberto Lahoz: un uomo impegnato in più settori

A Ripatransone, nella propria abitazione in Corso VittorioEmanuele, all’età di 86 anni, si è spento serenamente RobertoJorge Lahoz, assistito dalla moglie Maria Fabi, dalla figliaProf.ssa Ilaria, dal genero Ins. Giovanni Basso, dai nipotiAnna e Roberto. Nato a Buenos Aires e trasferitosi da gio-vane in Italia, dopo esser vissuto per un periodo a Roma, neglianni ’70 Roberto Lahoz si è trasferito a Ripatransone, doveha intrapreso un’attività artigianale (lavanderia) ed ha messosu famiglia. Profondamente cattolico e molto portato ad essereoperoso nel sociale, si è inserito subito nella realtà ripana,dove per decenni ha svolto volontariato presso l’Associazione“Croce Azzurra” di Ripatransone-Cossignano; ha fatto parte della Corale “Madonna di SanGiovanni” e della compagnia teatrale “Settemmezzo”; ha ricoperto il ruolo di Priore dellaConfraternita del “Sacro Cuore” (detta dei “Sacconi”); ha gestito la chiesa comunale di SanRocco (sede della Confraternita) provvedendo non solo al decoro dell’edificio sacro, maanche all’animazione liturgica delle celebrazioni. I funerali si sono svolti nel Duomo-Basi-lica alle ore 15 di venerdì 19 Aprile 2013: la messa esequiale è stata celebrata dal vicarioparrocchiale della Città Don Gian Luca Rosati. Fra i tanti presenti, numerosi amici ed esti-matori; i Confratelli e le Consorelle della Compagnia del Sacro Cuore (che hanno pure ac-compagnato la salma al cimitero); volontari della Croce Azzurra con il labarodell’Associazione; coristi della Corale “Madonna di San Giovanni” con il direttore Nazza-reno Fanesi e con il presidente Antonio Giannetti.

Banca di Ripatransone e Amministrazione Comunale a sostegno degli Istituti Scolastici

A Ripatransone, nella sala di rappresen-tanza del municipio, il sindaco Prof. RemoBruni, il presidente del consiglio comunalecon delega alla pubblica istruzione Dott.ssaDiana De Angelis, i dirigenti scolasticiProf.ssa Laura D’Ignazi (I.S.C. “Consorti”)e Prof.ssa Rosanna Moretti (I.S.I.S. “Mer-cantini”), il presidente della banca di Ripa-

transone-Credito Cooperativo Dott. Michelino Michetti hanno firmato un protocollo d’intesache prevede l’erogazione di un contributo di euro 8.000 per ciascun istituto, rivolto a progettispecifici, che si svolgeranno nel corso delle attività didattiche. Viva soddisfazione è stataespressa dai due dirigenti scolastici, dal sindaco e dall’assessore De Angelis, che hannoevidenziato che è particolarmente utile e necessario il sostegno alle iniziative a favore dellapubblica istruzione, come luogo di crescita intellettuale e personale delle nuove generazioni.Presenti alla firma del protocollo anche il Prof. Marco Bagalini ed il Geom. Emanuela Con-sorti, rispettivamente presidente e vice-presidente della Fondazione “Mercantini”.

Mercatino dell’usato in ValtesinoA Valtesino di Ripatransone, in contrada Molino nei pressi della ex-scuola elementare (a

poche decine di metri dalla strada provinciale 92) si svolgerà un mercatino dell’usato (vendita dioggetti dal baule dell’auto), programmato dall’Associazione Culturale “CarArTe” di Grottam-mare con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Ripatransone. I partecipanti potrannotrascorrere una domenica diversa riempiendo il bagagliaio della propria auto di oggetti non piùusati, quali vestiti, attrezzature da giardinaggio o bricolage, libri, dischi, quadri, giocattoli, mobilie soprammobili, ed esponendo tale merce in un’area riservata, creando così un vero e propriomercato all’aperto; oltre a guadagnare vendendo gli oggetti esposti, si potranno trovare delle vereoccasioni di acquisti a prezzi stralciati. Il mercatino dell’usato si svolgerà nelle seguenti dome-niche: 28 Aprile; 12 e 26 Maggio; 9 e 23 Giugno; 7 e 21 Luglio 2013. Orari d’ingresso: per gliespositori: dalle ore 8 alle 10; per il pubblico: dalle ore 10 al tramonto. Costo per gli espositori:per le auto, 7 euro; per i furgoni, 10 euro. Per ulteriori informazioni: 338 8665315 (Domenico);348 1220375 (Katia); e-mail: [email protected] .

Musica e gastronomia A Ripatransone gli eventi di carattere mu-sicale sono quanto mai frequenti programmati sia dall’Amministrazione Comunale, sia da as-sociazioni, sia da privati. Venerdì 19 e sabato 27 Aprile 2013 al ristorante “La Petrella” alleore 21, è in programma l’esibizione del duo “Reds Jazz” (cena e concerto ad euro 25, info eprenotazioni al tel. 0735 779482). Domenica 28 Aprile alle ore 21.30 al teatro “Mercantini”,Concerto evento di Paolo Benvegnù in duo acustico con Guglielmo Ridolfo Galliano, con ilpatrocinio del Comune di Ripatransone e della Fondazione “Luigi Mercantini”, in collabora-zione con la cooperativa “0 per 0”; partecipa Andrea Franchi (batteria e organo). Il bigliettodi ingresso è di euro 12; prevendite abituali www.bookingshow.it . PAOLO BENVEGNU’ èil chitarrista-cantante fondatore degli “Scisma”; dopo lo sciolglimento della band si è trasferitoa Firenze, ha pubblicato tre LP, di cui l’ultimoil 18 Febbraio 2011. Un’altra iniziativa musi-cale, programmata pure al ristorante “La Pe-trella” è una serie di serate cabaret, che sisvolgeranno a Maggio con il seguente calen-dario: giovedì 2, show con Angelo Carestia;giovedì 9, spettacolo con il Mago Pierre; gio-vedì 16, show comico con Stefano e Gianluca;giovedì 23, varietà con Tony Russi. Il costodella cena-spettacolo per ogni serata è di 33euro; la prenotazione è obbligatoria (tel. 0735779482 – e.mail: [email protected]).

Monteprandone: Sulle orme di San Giacomo della MarcaVisita alla Grotta di San Giacomo, Medjugorie e Sarajevo

“Sulle orme di San Giacomo, con visita alla Grotta di San Giacomo,Medjugorie Sarajevo” è il viaggio che le tre parrocchie del territorio or-ganizzano dal 13 al 17 giugno 2013.Il programma prevede giorni di visita e di preghiera a Medjugore, Sara-jevo e Dezevice. In quest’ultima località si trova la grotta dedicata a SanGiacomo della Marca: è storicamente accertato che il Santo montepran-donese vi fosse vissuto per alcuni anni per predicare la Buona Novellae pacificare la diverse fazioni in lotta tra loro.Questo è il legame storico culturale che per il secondo anno consecutivoha mosso gli organizzatori. Le cinque giornate in terra di Bosnia e Er-zegovina hanno anche una notevole valenza civile: è previsto un in-contro ufficiale tra i rappresentanti della municipalità monteprandonesee quella del Comune di Kresevo componente del progetto “La rete dellecittà di San Giacomo della Marca” per la valorizzazione condivisa dellafigura di San Giacomo della Marca.Il programma della visita è il seguente: Giovedì 13 GiugnoOre 17,00 ritrovo dei signori partecipanti nel luogo concordato al mo-mento della prenotazione per Ancona. Arrivo alle 18,30 e imbarco sultraghetto, sistemazione nelle poltrone prenotate, cena libera. Ore 20,15partenza per Spalato. Pernottamento a bordo.Venerdì 14 Giugno Prima colazione a bordo libera. Ore 7,00 arrivo a Spalato, sbarco e pro-seguimento per Medjugore. Arrivo e Santa Messa nella Basilica. Siste-mazione nella pensione e pranzo. Pomeriggio visita alla collina delleApparizioni. Cena e pernottamentoSabato 15 GiugnoPrima colazione. Partenza per Sarajevo, visita guidata di due ore circae proseguimento per Dezevice. Pranzo al sacco fornito dall’hotel, visitaalla Grotta di San Giacomo e funzione religiosa. Nel tardo pomeriggiorientro in hotel a Medjugorie cena e pernottamento.Domenica 16 GiugnoPrima colazione in hotel. La mattina presto salita al Monte della Croce.Pranzo in hotel. Pomeriggio partenza per Spalato, breve passeggiata li-bera in centro. Ore 20,00 partenza con la nave per il rientro. Cena al sacco fornita dall’hotel, pernotta-mento a bordo.Lunedì 17 GiugnoOre 7,00 arrivo ad Ancona, sbarco, (visita al Santuario di Loreto) rientro in sede previsto per ore 12,00.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai rispettivi referenti delle tre Parrocchie: “S. Niccolò”, “S. Cuore” , “Regina Pacis”.

Fernando Ciarrocchi

PROFILO DI STORIA DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

“IL NOSTRO MARE”La storia di San Benedetto del Tronto è misurata dal suo rapporto con il mare. Un mare che diventarisorsa straordinaria per l’economia locale. Protagonista è l’uomo che va per mare e lavora per esso.L’ andare per mare significa andare alla pesca, a procurarsi una risorsa ritenuta sempre preziosa oltreche per le sue caratteristiche alimentari. A differenza del mondo rurale nel quale il duro lavoro del-l’uomo lascia tracce evidenti con i solchi e le orme sulla terra, il lavoro del mare non lascia di “tem-poraneamente” stabile e visibile. La semplice scia delle barche che sembra tagliare le acque, pocodopo, quasi immediatamente, svanisce. San Benedetto, dove vai? Il nostro futuro… è ancora nel mare.Con la mancanza di leggi giuste e l’elevato costo del carburante si crea solo rabbia e disperazione.Nel mare sono le nostri radici e il nucleo forte del nostro straordinario progresso e opportunità per ilfuturo. È che manca una classe di dirigente capace di argomenti intellettuali, politici e sociali per as-sicurare relazioni socio-economico per nuove strategie di sviluppo. Abbiamo bisogno che le istituzionipolitiche sambenedettesi si facciano promotrici di intesa ed interventi legislativi efficaci nel tempo.Ecco che il lavoro del pescatore è sempre più duro, il reddito diminuisce e le nuove generazioni fug-gono da questo mestiere. La passata classe dirigente ha avuto la straordinaria capacità di assicurarcisviluppo e progresso, adesso spetta alla nuova classe assolvere questo compito nelle mutate condizionistoriche. Negli anni ’60 S. Benedetto era un centro di primaria importanza per l’industria della pesca.Ogni cosa che serviva per la pesca e ad un natante di qualsiasi proporzioni trovava nel luogo l’ambientedi produzione in grado di incentivare il fatturato, accrescere gli utili, creare nuovi posti di lavoro, ge-

nerare nuove ric-chezze per lacomunità locale. Lamarineria sambene-dettese è semprestato orgoglio dellavoro Piceno.Paolini Giuseppe

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8 Anno XXX

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Grande successo per il primo numero di Credere, la gioia dellafede, il nuovo settimanale popolare religioso dei Periodici SanPaolo che è andato subito esaurito in molte chiese e in tante edi-cole. Il linguaggio semplice, le storie di fede vissuta, il piaceredella grafica e delle immagini fotografiche sono stati apprezzatidai moltissimi lettori che hanno scritto e telefonato in redazione.“Prima di tutto grazie!” ha scritto il direttore don Antonio Riz-zolo nell’editoriale del secondo numero rivolgendosi ai lettori.“In tanti avete acquistato la rivista e in tanti avete scritto perdimostrare il vostro apprezzamento. Con parole che fanno beneal cuore. Ho ricordato ciascuno di voi nella Messa di ringra-ziamento che ho celebrato giovedì 4 aprile, anniversario dellanascita di don Giacomo Alberione, insieme con i redattori, igrafici e tutti quelli che hanno contribuito al primo numerodi Credere”. Non era scontato. Anzi, pareva una vera e pro-pria sfida: un settimanale rivolto a chiunque voglia prestareattenzione al messaggio religioso e vivere la gioia della fede.Invece il primo passo è riuscito bene, convincendo la San

Paolo a tenere il prezzo a 1 euro e ad alzare la tiratura: saranno 300 mila le copie distribuitedei prossimi numeri. Sulla copertina del terzo numero i lettori troveranno insieme Papa Giovanni ePapa Francesco: “La pace è nelle tue mani. Da Giovanni XXIII a Francesco le nuove sfide a 50 annidalla Pacem in terris” è infatti il titolo del servizio. “I due sembrano assomigliarsi talvolta addiritturafisicamente”, scrive don Rizzolo, “ed è un segno della Provvidenza che la nostra rivista, alla qualestiamo lavorando da molti mesi, sia nata proprio all’indomani dell’elezione di Francesco”. “Il titolo dicopertina affida alle sue mani le nostre attese e le nostre speranze. Ma è anche rivolto a te, lettore: ac-cogliamo il perdono e l’amore di Dio che ci dona la vera pace”.Poi: “Sotto le bombe ci resta solo la fede”: incontro con monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo,la martoriata città siriana teatro di violenze terribili; un ritratto di don Tonino Bello a vent’anni dallamorte; vocazioni: “A Scampia il buon pastore si chiama Ciro” e, per gli itinerari di fede, “Ad Assisi,sui passi di Francesco”. Quindi otto pagine dedicate al commento alla liturgia quotidiana della Paroladi Dio. Per il rito romano si alternano mons. Giovanni D’Ercole, noto volto televisivo, nei giorni ferialie il cardinale Angelo Comastri nei giorni festivi, mentre per il rito ambrosiano saranno Gloria Mari,laica consacrata, e mons. Ennio Apeciti, storico, rispettivamente nei giorni feriali e festivi. Ricordiamoinfine come fare per abbonarsi: www.edicolasanpaolo.it oppure telefonare al numero 02.4802.7575oppure scrivere una mail ad [email protected] Mauro Broggi

Grande successo per il primo numero di Credere, la gioia della fede

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����������� �������� ������ �� ������������� Cosa pensa un bambino quando viene affidato a una famiglia che non è la sua? Quali ragioni e motivazioni

spingono un nucleo familiare ad aprirsi per accogliere un "figlio" che viene affidato temporaneamente?

Quali sono i principali nodi critici che tutti gli attori dei percorsi di affidamento eterofamiliare (operatori

sociali, sanitari e giudiziari, soggetti affidatari, famiglie di origine, bambini e ragazzi affidati) devono oggi

affrontare?

Questi incontri di sensibilizzazione "…per una cultura dell’affidamento", presentano l’esperienza raggiunta

dagli operatori sociali e famiglie a sostegno della “campagna per la promozione dell’affido”, intendono

illustrare il complesso disegno dell'affidamento eterofamiliare che emerge da anni di esperienze e lavoro.

Tale disegno, variegato e cangiante, testimonia l'impegno, la dedizione, la professionalità necessarie per

"prendere sul serio" il diritto del minore a utilizzare tutti gli strumenti ritenuti adeguati e necessari al suo

sviluppo emotivo- relazionale, cognitivo e sociale, quali quelli che si offrono attraverso le esperienze di

affidamento eterofamiliare �� ����� ��� ��� ��� ��� ��� �������� ������������� �������� ��� �� ����� ���������� ����� ��� � ������� �� ��� ���������� �� ������� ����� ��� � ������� ���� �������� � ������� ���� ���������� ����� �� ������ ������������� ������� �� ��������� ��������

Tutti siete invitati a partecipare agli incontri di sensibilizzazione all’affido familiare, che si terranno

presso il Consultorio Familiare di San Benedetto del Tronto (viale Dello Sport n. 14), organizzati dall’ASUR Marche

12 e dall’Ambito Territoriale Sociale 21, nelle seguenti date:

• 23 Aprile 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:00. • Segreteria organizzativa: Assistente Sociale Caterina Lanciotti, Dott.ssa Manuela Leonetti (Psicologa –

Psicoterapeuta), Dott.ssa Fania Beatriz Lucci (Psicologa – Psicoterapeuta).

• Per ulteriori informazioni chiamare ai seguenti n. di tel.: 0735/ 7937423 -- 7937424 -7937491

COMUNICATODELLA CURIA

Il Vescovo Diocesano

S.E. Mons. Gervasio Gestori in data 5 aprile 2013

ha nominato il nuovo Consiglio Direttivo della

Fondazione Mons. Francesco Traini contro l’usura - ONLUSper il triennio 2013 - 2016:

Presidente: Col. Alfredo Grunieri

Consiglieri: Avv. Patrizia Logiacco

e Dott. Enrico Giacomozzi,

confermando a Mons. Romualdo Scarponi,

Parroco della Parrocchia

S. Benedetto Martire,

la Delega per tutte le firme necessarie

www.giovaniloreto.it/campomissionario