ANNO XXX N 11 31 Marzo 2013

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Un abbraccio caloroso ha suggel- lato l’incontro tra Francesco e Bene- detto XVI, quando il primo è atterrato con l’elicottero nell’eliporto delle Ville pontificie di Castelgan- dolfo, accolto dal secondo. Un’im- magine, ripresa dal Ctv, che sicuramente farà il giro del mondo, insieme con quella di Papa Bergo- glio e Papa Raztinger che, inginoc- chiati insieme nello stesso banco, pregano nella cappella del Palazzo apostolico. Immagini uniche di un momento che resterà storico nella vita della Chiesa. A dieci giorni dalla sua elezione, infatti, Papa Francesco si è recato a Castel Gandolfo per incontrare in privato Benedetto XVI e intrattenersi con lui a pranzo, per poi ritornare in Vaticano. Un programma semplice per un momento invece unico, pre- ceduto in questi giorni da molte manifestazioni di affetto da parte del nuovo Pontefice nei riguardi del suo predecessore. ANNO XXX N° 11 - 31 Marzo 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Carissimi, le feste pasquali di questo anno arrivano dopo una Quaresima, vissuta du- rante le prime settimane nell’attesa del nuovo Pontefice e poi rallegrata dall’arrivo, “da un Paese lontano”, di Papa Francesco. La scelta di Benedetto XVI di lasciare il suo mandato aveva scosso il mondo intero e me- rita il nostro profondo e ossequioso rispetto. E’ stata una decisione presa con sofferenza e ma- turata nella preghiera per “il bene della Chiesa”. Ora abbiamo Francesco, già cardinale italo-argentino, arcivescovo di Buenos Aires, che fin dai primi passi del suo ministero pasto- rale dimostra grande semplicità, profonda uma- nità, simpatica tenerezza, e soprattutto appare come un autentico uomo di Dio, che considera il potere come un umile servizio, attento special- mente a chi è più povero e maggiormente biso- gnoso. Siamo rimasti tutti conquistati dall’im- mediatezza del suo stile. Non si tratta solo di qualcosa di umano, pur bellissimo e suadente. Questo essere ed agire del Papa trova il suo fon- damento nel Signore Gesù, la radice spirituale dell’albero, sul quale fioriscono e maturano, come nella vita di San Francesco, i frutti della bontà, dell’umiltà, della cordialità, della poesia, della pace, dell’ecologia, della lode. Questi frutti sono amati da tutti e tutti vorremmo poter gustare la gioia umanissima, che da essi abbondantemente promana per la no- stra vita personale e sociale. Essi sono dono del Signore, morto e risorto per donare perdono, pace e speranza a tutti gli uomini disponibili a credere. Siamo tutti chiamati ad essere parte di questo rinnovamento spirituale, personale e co- smico, portato alla storia del mondo con la Pa- squa di Cristo. Tutti possiamo riprendere a camminare nella nostra vita, abbandonando paure e pessimismi che ci frenano e ci intristi- scono, per andare incontro al futuro con certa speranza e con viva gioia. Tutti dobbiamo avere rispetto per le realtà della natura, uscita armo- nica dalla potenza creatrice di Dio, che domanda a noi di essere custodita con amore. Questo si realizza, se viviamo in pienezza la Pasqua, da credenti che pensano e che vo- gliono convertirsi ogni giorno. Disse una volta il Card. Ratzinger che il rinnovamento vero della nostra vita consiste nel darsi da fare “per far sparire nella maggiore mi- sura possibile ciò che è nostro, così che meglio appaia ciò che è Suo, del Cristo. E’ una verità, che ben conobbero i santi, i quali, infatti, rifor- marono in profondo la Chiesa, non predispo- nendo piani per nuove strutture, ma riformando se stessi”. Il diffuso degrado spirituale e morale e la presente crisi materiale e sociale non devono spaventarci, ma piuttosto spronare, perché cia- scuno faccia la sua parte, senza tirarsi indietro, e non limitandosi alla denuncia dei mali. Essere credenti e pensanti significa, innanzitutto, essere persone che colgono la presenza di Cristo nella vita e nel mondo e vogliono vivere il Vangelo di- gnitosamente e coerentemente, sapendo testimo- niare la forza formidabile del Signore Risorto. Possiamo fare questo con la grazia del Si- gnore. Ci dobbiamo riuscire! La Pasqua è invito per ogni cristiano ad essere convinto della propria fede, orgoglioso di partecipare ad un Popolo di persone che hanno speranza, con la forte volontà di donare al pro- prio mondo qualcosa di nuovo, di vero e di grande. C’è una sete enorme di futuro certo e di gioia duratura. Auguri di buona Pasqua a tutti. Con la mia benedizione + Gervasio Gestori Vescovo Santa Pasqua 2013 Servizio a pag. 8 Sabato 23 Marzo 2013 FRANCESCO E BENEDETTO “Siamo fratelli’’ La visita di Bergoglio a Ratzinger nella splendida cornice di Castelgan- dolfo. Rispetto, amicizia e solidarietà, i sentimenti prevalenti. Inginoc- chiati uno a fianco all’altro in preghiera. Evocate l’umiltà e la tenerezza. Un colloquio durato 45 minuti Tratto dall’articolo di Gigliola Alfaro MESSAGGIO AUGURALE PER LA PASQUA Si è ormai conclusa, con le storiche immagini di Castelgandolfo e le consegne affidate ai giovani la domenica delle Palme, la fase di avvio del pontificato di Francesco. È ormai familiare il suo stile antico e nuovissimo di maestro di vita cristiana, i gesti, le parole, i segni di novità evangelica che hanno saputo parlare immediatamente al mondo. E anche su questa dimensione, della Chiesa nel mondo, nei suoi rapporti con questo mondo variegato eppure sempre più inte- grato, ha dato indicazioni sintetiche, precise, impegnative e chiare. Ricevendo il corpo diplomatico ha concluso con un appello, che è un programma, offerto a tutti, con semplicità e con libertà: “Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti”. Li ha pre- sentati “come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a pren- dere parte ciascuno dei Paesi che rappresen- tate”. La proposta di lottare contro tutte le povertà, di edificare la pace e di costruire ponti evoca diverse, strutturali questioni di relazioni in- ternazionali. La prima è quella dei destini delle due aree, sempre più interdipendenti, dello sviluppo e del sottosviluppo, destinate ad intrecciarsi in termini sempre più articolati. Accanto alla povertà materiale infatti ha evo- cato i problemi della povertà del tessuto etico e dunque civile che il relativismo e la sua “dittatura” generano, nei più diversi contesti. Se è chiaro l’impegno ad edificare la pace - laddove le guerre divampano, così come pure le persecuzioni - strategico è anche l’impegno comune per costruire ponti. Francesco evoca esplicitamente il mondo islamico, ma necessariamente si deve pensare anche alla Cina. Anche in questo senso il primo discorso al corpo diplomatico deve perciò essere letto in- sieme all’altro ai rappresentanti delle Chiese e delle religioni. Fondamentale l’incontro con Bartolomeo, “fratello Andrea”, la definizione dell’ecume- nismo come un “servizio di speranza” e le concrete parole di dialogo rivolte ad ebrei e musulmani, alle altre religioni, senza dimen- ticare coloro che non credono e sono in ri- cerca, “che sono nostri preziosi alleati nell’impegno a difesa della dignità del- l’uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato”. Ecco il punto essenziale: “Dob- biamo tenere viva nel mondo la sete dell’as- soluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana ad una sola di- mensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo”. Come ha scritto una rivista ameri- cana: “The new Pontiff is a uniter, not a divi- der”, nella Chiesa, tra le Chiese e nel mondo. E l’unità non può che essere fondata sull’es- senziale: “Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri”. Francesco Bonini La direzione e la redazione de L’Ancora porgono fervide espressioni augurali per una serena Pasqua vissuta nel mistero religioso della Redenzione. RELAZIONI INTERNAZIONALI Destini interdipendenti Nel programma di Papa Francesco c’è tutta la consapevolezza dell’intrecciarsi delle sorti delle due aree del mondo, quella dello sviluppo e quella del sottosviluppo

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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Page 1: ANNO XXX N  11   31 Marzo 2013

Un abbraccio caloroso ha suggel-

lato l’incontro tra Francesco e Bene-

detto XVI, quando il primo è

atterrato con l’elicottero nell’eliporto

delle Ville pontificie di Castelgan-

dolfo, accolto dal secondo. Un’im-

magine, ripresa dal Ctv, che

sicuramente farà il giro del mondo,

insieme con quella di Papa Bergo-

glio e Papa Raztinger che, inginoc-

chiati insieme nello stesso banco,

pregano nella cappella del Palazzo

apostolico. Immagini uniche di un

momento che resterà storico nella

vita della Chiesa. A dieci giorni dalla sua elezione, infatti, Papa Francesco si è recato a

Castel Gandolfo per incontrare in privato Benedetto XVI e intrattenersi con lui a pranzo,

per poi ritornare in Vaticano. Un programma semplice per un momento invece unico, pre-

ceduto in questi giorni da molte manifestazioni di affetto da parte del nuovo Pontefice nei

riguardi del suo predecessore.

ANNO XXX N° 11 - 31 Marzo 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Carissimi,le feste pasquali di questo

anno arrivano dopo una Quaresima, vissuta du-rante le prime settimane nell’attesa del nuovoPontefice e poi rallegrata dall’arrivo, “da unPaese lontano”, di Papa Francesco.

La scelta di Benedetto XVI di lasciare ilsuo mandato aveva scosso il mondo intero e me-rita il nostro profondo e ossequioso rispetto. E’stata una decisione presa con sofferenza e ma-turata nella preghiera per “il bene della Chiesa”.

Ora abbiamo Francesco, già cardinaleitalo-argentino, arcivescovo di Buenos Aires,che fin dai primi passi del suo ministero pasto-rale dimostra grande semplicità, profonda uma-nità, simpatica tenerezza, e soprattutto apparecome un autentico uomo di Dio, che considerail potere come un umile servizio, attento special-mente a chi è più povero e maggiormente biso-gnoso.

Siamo rimasti tutti conquistati dall’im-mediatezza del suo stile. Non si tratta solo diqualcosa di umano, pur bellissimo e suadente.Questo essere ed agire del Papa trova il suo fon-damento nel Signore Gesù, la radice spiritualedell’albero, sul quale fioriscono e maturano,come nella vita di San Francesco, i frutti dellabontà, dell’umiltà, della cordialità, della poesia,della pace, dell’ecologia, della lode.

Questi frutti sono amati da tutti e tuttivorremmo poter gustare la gioia umanissima,che da essi abbondantemente promana per la no-stra vita personale e sociale. Essi sono dono delSignore, morto e risorto per donare perdono,pace e speranza a tutti gli uomini disponibili acredere.

Siamo tutti chiamati ad essere parte diquesto rinnovamento spirituale, personale e co-smico, portato alla storia del mondo con la Pa-squa di Cristo. Tutti possiamo riprendere acamminare nella nostra vita, abbandonandopaure e pessimismi che ci frenano e ci intristi-scono, per andare incontro al futuro con certasperanza e con viva gioia. Tutti dobbiamo avererispetto per le realtà della natura, uscita armo-nica dalla potenza creatrice di Dio, che domandaa noi di essere custodita con amore.

Questo si realizza, se viviamo in pienezzala Pasqua, da credenti che pensano e che vo-gliono convertirsi ogni giorno.

Disse una volta il Card. Ratzinger che ilrinnovamento vero della nostra vita consiste neldarsi da fare “per far sparire nella maggiore mi-sura possibile ciò che è nostro, così che meglioappaia ciò che è Suo, del Cristo. E’ una verità,che ben conobbero i santi, i quali, infatti, rifor-marono in profondo la Chiesa, non predispo-nendo piani per nuove strutture, ma riformandose stessi”.

Il diffuso degrado spirituale e morale e lapresente crisi materiale e sociale non devonospaventarci, ma piuttosto spronare, perché cia-scuno faccia la sua parte, senza tirarsi indietro, enon limitandosi alla denuncia dei mali. Esserecredenti e pensanti significa, innanzitutto, esserepersone che colgono la presenza di Cristo nellavita e nel mondo e vogliono vivere il Vangelo di-gnitosamente e coerentemente, sapendo testimo-niare la forza formidabile del Signore Risorto.

Possiamo fare questo con la grazia del Si-gnore. Ci dobbiamo riuscire!

La Pasqua è invito per ogni cristiano adessere convinto della propria fede, orgoglioso dipartecipare ad un Popolo di persone che hannosperanza, con la forte volontà di donare al pro-prio mondo qualcosa di nuovo, di vero e digrande. C’è una sete enorme di futuro certo e digioia duratura.

Auguri di buona Pasqua a tutti. Con lamia benedizione

+ Gervasio Gestori

Vescovo

Santa Pasqua 2013

Servizio a pag. 8

Sabato 23 Marzo 2013

FRANCESCO E BENEDETTO

“Siamo fratelli’’La visita di Bergoglio a Ratzinger nella splendida cornice di Castelgan-

dolfo. Rispetto, amicizia e solidarietà, i sentimenti prevalenti. Inginoc-

chiati uno a fianco all’altro in preghiera. Evocate l’umiltà e la tenerezza.

Un colloquio durato 45 minuti Tratto dall’articolo di Gigliola Alfaro

MESSAGGIO AUGURALE PER LA PASQUA

Si è ormai conclusa, con le storiche immaginidi Castelgandolfo e le consegne affidate aigiovani la domenica delle Palme, la fase diavvio del pontificato di Francesco. È ormaifamiliare il suo stile antico e nuovissimo dimaestro di vita cristiana, i gesti, le parole, isegni di novità evangelica che hanno saputoparlare immediatamente al mondo.E anche su questa dimensione, della Chiesanel mondo, nei suoi rapporti con questomondo variegato eppure sempre più inte-grato, ha dato indicazioni sintetiche, precise,impegnative e chiare.Ricevendo il corpo diplomatico ha conclusocon un appello, che è un programma, offertoa tutti, con semplicità e con libertà: “Lottarecontro la povertà sia materiale, sia spirituale;edificare la pace e costruire ponti”. Li ha pre-sentati “come i punti di riferimento di uncammino al quale desidero invitare a pren-dere parte ciascuno dei Paesi che rappresen-tate”.La proposta di lottare contro tutte le povertà,di edificare la pace e di costruire ponti evocadiverse, strutturali questioni di relazioni in-ternazionali. La prima è quella dei destinidelle due aree, sempre più interdipendenti,dello sviluppo e del sottosviluppo, destinatead intrecciarsi in termini sempre più articolati.Accanto alla povertà materiale infatti ha evo-cato i problemi della povertà del tessuto eticoe dunque civile che il relativismo e la sua“dittatura” generano, nei più diversi contesti.Se è chiaro l’impegno ad edificare la pace -laddove le guerre divampano, così come purele persecuzioni - strategico è anche l’impegnocomune per costruire ponti.

Francesco evoca esplicitamente il mondoislamico, ma necessariamente si deve pensareanche alla Cina.Anche in questo senso il primo discorso alcorpo diplomatico deve perciò essere letto in-sieme all’altro ai rappresentanti delle Chiesee delle religioni. Fondamentale l’incontro con Bartolomeo,“fratello Andrea”, la definizione dell’ecume-nismo come un “servizio di speranza” e leconcrete parole di dialogo rivolte ad ebrei emusulmani, alle altre religioni, senza dimen-ticare coloro che non credono e sono in ri-cerca, “che sono nostri preziosi alleatinell’impegno a difesa della dignità del-l’uomo, nella costruzione di una convivenzapacifica fra i popoli e nel custodire con curail creato”. Ecco il punto essenziale: “Dob-biamo tenere viva nel mondo la sete dell’as-soluto, non permettendo che prevalga unavisione della persona umana ad una sola di-mensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciòche produce e a ciò che consuma: è questauna delle insidie più pericolose per il nostrotempo”. Come ha scritto una rivista ameri-cana: “The new Pontiff is a uniter, not a divi-der”, nella Chiesa, tra le Chiese e nel mondo.E l’unità non può che essere fondata sull’es-senziale: “Non si possono, infatti, costruireponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Mavale anche il contrario: non si possono viverelegami veri con Dio, ignorando gli altri”.Francesco Bonini

La direzione e la redazione de L’Ancora porgono fervideespressioni augurali per una

serena Pasqua vissuta nel mistero religioso della Redenzione.

RELAZIONI INTERNAZIONALI

Destini interdipendentiNel programma di Papa Francesco c’è tutta la

consapevolezza dell’intrecciarsi delle sorti delle due aree

del mondo, quella dello sviluppo e quella del sottosviluppo

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Anno XXX

31 Marzo 2013

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ANGELUS: IL PAPA AUGURA AI GIOVANI UNBUON CAMMINO VERSO LA GIORNATA MONDIALEDELLA GIOVENTÙ

Città del Vaticano, 24 marzo 2013 (VIS).

Al termine della celebrazione liturgica della Do-menica delle Palme e della Passione del Signore,il Santo Padre ha recitato l’Angelus con gli oltre250.000 fedeli che hanno assistito alla celebra-zione. “Cari fratelli e sorelle, al termine di questacelebrazione, invochiamo l’intercessione dellaVergine Maria affinché ci accompagni nella Set-timana Santa. Lei, che seguì con fede il suo Figliofino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui,portando con serenità e amore la sua Croce, pergiungere alla gioia della Pasqua. La Vergine Ad-dolorata sostenga specialmente chi sta vivendosituazioni più difficili. Un ricordo va alle personeaffette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Gior-nata mondiale contro questa malattia. A Maria af-fido in particolare voi, carissimi giovani, e ilvostro itinerario verso Rio de Janeiro”. “A luglio,a Rio! Preparate spiritualmente il cuore!” Al ter-mine il Papa ha augurato a tutti i giovani in di-verse lingue un buon cammino verso Rio.

Gioia, croce, giovani. Sono le tre parole che Papa Francesco con-segna in questa domenica delle Palme, inizio della SettimanaSanta. Suggestiva cerimonia con quel procedere dall’obelisco alsagrato della basilica di san Pietro a ricordare l’ingresso di Gesùacclamato dalle folle mentre entrava a Gerusalemme. Le stessefolle che, pochi giorni più tardi, lo avrebbero condannato prefe-rendogli Barabba. Lui ha risvegliato nel cuore delle persone“tanta speranza, soprattutto tra la gente umile, semplice, povera,dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo”. Settegiorni dalla domenica delle Palme a Pasqua. Come per la crea-zione del mondo, sette giorni per consegnare ai popoli un mondonuovo, una gioia nuova: la certezza che Dio “è nostro amico enostro fratello”.Francesco accompagna il nostro cammino in questa settimanaindicandoci subito una parola che abbiamo più volte ascoltatodalla voce del suo predecessore: gioia. Quasi a sottolineare unacontinuità fatta d’impegni, una gioia che non nasce “dal posse-dere tante cose, ma dall’aver incontrato una persona: Gesù”.Gioia: il cristiano è l’uomo della gioia, non può essere triste;nemmeno nei momenti difficili “anche quando il cammino dellavita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormon-tabili, e ce ne sono tanti”. Ma sappiamo che Gesù ci carica sullesue spalle ed è “qui che sta la nostra gioia, la speranza”. Un ano-nimo poeta brasiliano descrive questo rapporto con Dio come un

camminare sulla sabbia con le impronte lasciate a de-scrivere il percorso della vita. Poi ad un certo punto leorme lasciate da quattro diventano solo due, e l’uomodice al Signore: proprio in quei momenti quando avevopiù bisogno di te, tu mi hai abbandonato. Ma il Signorerisponde: no, in quei momenti ti ho preso tra le miebraccia. È un’immagine che richiama, in un certosenso, le parole pronunciate da Papa Francesco a pro-posito del perdono: Dio non si stanca di perdonare,siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Equel prendere in braccio della poesia, quel caricarsi ilpeso delle nostre mancanze e delle nostre difficoltà èun invito a non lasciarsi prendere dallo scoraggia-mento: “Per favore, non lasciatevi rubare la speranza!Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dàGesù”. La seconda parola che propone Francesco è lacroce. Cristo entra a Gerusalemme non come un re po-tente, in senso umano, attorniato da una corte e da unesercito. Ma è un re che entra a Gerusalemme “per ri-cevere una corona di spine, un bastone, un mantello diporpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entraper salire il Calvario carico di un legno”. Gesù prendesu di sé “il male, la sporcizia, il peccato del mondo,anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava con il suo

sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio”.Quante ferite il male infligge all’umanità. Le guerre,le violenze, i conflitti economici “che colpiscono chiè più debole”. E poi la sete di potere, di denaro,come se queste cose fossero davvero essenziali nella nostravita. Anche qui quanta consonanza con Benedetto XVI che di-ceva ai cardinali: voi siete principi di un re crocifisso. E conle sue parole che proprio nel tempo di Pasqua ha sempre invi-tato ad avere uno stile di vita sobrio, azzimo. Bella l’immagineche propone della nonna, che “diceva a noi bambini: il sudarionon ha tasche”. La Pasqua, il tempo che stiamo vivendo e checi porterà a ripercorrere i fondamenti della fede cristiana dal-l’istituzione dell’Eucaristia al Venerdì Santo, alla domenica incui la pietra rotolata ci dice che un nuovo inizio è cominciato,e che proprio su quella croce i nostri peccati e le nostre man-canze sono stati sconfitti dall’amore che non porta mai alla tri-

stezza, come ci ha ricordato Francesco.Infine la terza parola: giovani. Papa Wojtyla parlava dei giovanicome “futuro del mondo, la speranza della Chiesa, la mia spe-ranza”. Papa Francesco dice loro: “Voi ci portate la gioia dellafede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane,sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni”. Di quil’invito a guardare a Rio, alla prossima Giornata mondiale dellagioventù, 23-28 luglio. Un incontro, afferma il Papa, un segnodella fede dei giovani che devono dire al mondo: “È buono se-guire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio diGesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo edell’esistenza per portare Gesù”.

DOMENICA DELLE PALME

“Il sudario non ha tasche”Le parole chiave di Papa Francesco: gioia, croce e giovani

Fabio Zavattaro

Quando un mondo nuovo si affaccia, viene anti-cipato dai segni che vanno interpretati. Accadenei grandi passaggi della storia, ma anche inquella cronaca minima che è la politica italiana.Spesso ridotta a chiacchiericcio di comari o acortile di casa per élites stanche e rassegnate, lapolitica va comunque presa sul serio perché daessa spesso dipende la vita di tanti. Basti unesempio: la montagna di debito pubblico che cisoffoca e pesa come un macigno sulle spalle ditutti i cittadini italiani sta lì a dimostrare che lescelte di pochi possono segnare il destino di unintero popolo. Dunque, tutto ciò che accade nelleaule parlamentari ci riguarda. Così come ci toccaanche quello che della politica non vediamo, ep-pure intuiamo che accada in qualche stanza dellaRepubblica. Il mondo nuovo è quello di un Par-lamento privo di maggioranza, incapace di espri-mere un governo stabile. Il mondo nuovo èquello che per eleggere i propri massimi organidi funzionamento demo-cratico, le presidenze,deve sperare nel soccorsodi quanti, disobbedendoalle indicazioni dettate viainternet dal proprio capo-partito, danno una manoper garantire la funziona-lità minima delle istitu-zioni democratiche. Ilmondo nuovo è quello chesi allontana sempre piùdalla normale dialettica

europea tra forze di ispirazione popolare o so-cialdemocratica e si avventura nel deserto del po-pulismo. Il mondo nuovo è quello in cui leculture politiche appaiono sempre più sfilacciatee sfibrate, quasi che la caduta di tutti i muri e ditutte le ideologie abbia lasciato i potenziali go-vernanti privi di ogni riferimento ideale. Il mondo nuovo è quello in cui una volgare im-precazione, una volta categoricamente proibitain famiglia, è spacciata alla maniera di una drogasociale e addirittura pretende di farsi programmapolitico. Il mondo nuovo è quello in cui i capi-partito non sono più soggetti alle dure pratichedemocratiche, ma vestono i panni padronali o deiguru. Bene, con questo mondo nuovo, nel qualetre cittadini su dieci non si presentano neppurealle urne, bisogna fare i conti armandosi del-l’unica arma in nostro possesso: il realismo.Una categoria dell’agire umano, il realismo, chein troppe occasioni viene stravolta non solo dalle

circostanze esterne dellastoria, ma spesso incro-cia l’irresponsabilitàdegli uomini e la loro in-capacità di individuare icontorni del bene co-mune. Se infatti ci simuovesse sulla stradadel realismo, si potreb-bero anche superare leangustie del tatticismoper scegliere la stradadella cooperazione re-

sponsabile. Se risultasse impossibile costruire ungoverno legittimato da una chiara maggioranzaparlamentare, non sarebbe comunque necessariogarantire la costituzione di un governo di corre-sponsabilità nazionale in grado di traghettarciverso un nuovo appuntamento elettorale? E qualicaratteristiche dovrebbe avere questo governoper tranquillizzare i mercati finanziari, rassere-nare le cancellerie europee, contenere da subitola spesa pubblica e dare un minimo di ossigenoalle famiglie e ai lavoratori? Per non parlaredell’urgenza di varare una legge elettorale ingrado di dare al Paese una maggioranza certadopo il voto.Si potrebbe obiettare che il mondo nuovo che ab-biamo tratteggiato ha prodotto comunque l’ele-zione dei presidenti di Camera e Senato. E magari qualcuno ipotizza che per questa stradasi possa far nascere un governo… Basta osser-vare che in Europa solo l’Italia si trova in questaimpasse e che evocare il caso belga (535 giornisenza governo e senza danni per la nazione) èsemplicemente improponibile per un Paese latinocome il nostro. Piuttosto, questo mondo nuovo,così come si presenta, è una vera anomalia chesembra fare dell’Italia una democrazia parlamen-tare balbettante e sotto ricatto. Una democrazia debole e dunque esposta a peri-coli di vario genere, a cominciare dal default fi-nanziario, senza voler evocare scenari ben piùdrammatici.Accade solo in Italia, dunque è un’anomalia dasanare al più presto.

NOTA POLITICA

Sanare l’anomalia italianaPreoccupano i contorni del mondo nuovo che avanza.

Non sarebbe necessario costituire, pur in vista di un appuntamento elettorale ravvicinato,

un governo di corresponsabilità nazionale? Domenico Delle Foglie

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3Anno XXX

31 Marzo 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

Il primo giorno dopo il sabato, di buon

mattino, si recarono alla tomba, portando

con sè gli aromi che avevano preparato.

Trovarono la pietra rotolata via dal sepol-

cro; ma, entrate, non trovarono il corpo

del Signore Gesù. Mentre erano ancora

incerte, ecco due uomini apparire vicino

a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le

donne impaurite e avendo chinato il volto

a terra, essi dissero loro:

“Perché cercate tra i morti

colui che è vivo? Non è qui,

è risuscitato. Ricordatevi

come vi parlò quando era

ancora in Galilea, dicendo

che bisognava che il Figlio

dell’uomo fosse consegnato

in mano ai peccatori, che

fosse crocifisso e risuscitasse

il terzo giorno”. Ed esse si ri-

cordarono delle sue parole.

E, tornate dal sepolcro, an-

nunziarono tutto questo agli

Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di

Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo.

Anche le altre che erano insieme lo rac-

contarono agli apostoli. Quelle parole

parvero loro come un vaneggiamento e

non credettero ad esse. Pietro tuttavia

corse al sepolcro e chinatosi vide solo le

bende. E tornò a casa pieno di stupore per

l’accaduto.

DAL VANGELO DI LUCA 24,1-12

Le ultime ad andarsene da sotto la Croce, omeglio le uniche a starci, sono anche leprime a ricevere l’annuncio della Resurre-zione di Cristo, per questo diventano anchele prime annunciatrici della novità attesa dasecoli : il Cristo é si morto, per mano dei ro-mani e istigazione dei sacerdoti del sinedrio,ma é risorto per la potenza di Dio. “NON éQUI, é RESUSCITATO“ Questo annunciosu cui si fonda tutto il cristianesimo, da se-coli viene ripetuto a tutte le genti, e i bam-bini vengono battezzati nel nome delRisorto, Cristo Signore. Ma quanti di noi battezzati, cresimati, si sof-fermano a pensare, a riflettere sul significatodi queste parole: E’ RISORTO.Anche di Lazzaro nel racconto evangelicoci viene detto che Gesù lo resuscitò, ma vi éuna differenza sostanziale, poiché in Laz-zaro la vita venne suscitata di nuovo, ma ungiorno prima o poi, sarebbe tornato a morire,a lasciare questa vita terrena. La resurre-zione di Cristo invece é per una vita senzafine nella gloria del Padre. Quindi la resur-rezione di Cristo ha per noi un significatoparticolare, egli ha promesso anche a noi

una resurrezione come la sua, egli ci hadice:” Non sia turbato il vostro cuore. Ab-biate fede in Dio e abbiate fede anche in me.nella casa del Padre mio vi sono molti posti.Io vado a prepararvi un posto; quando saròandato e vi avrò preparato un posto, ritor-nerò e vi prenderò con me, perché siateanche voi dove sono io.” (Gv14,1-4)La resurrezione di Gesù é garanzia delle sue

parole e della realtà dellesue promesse, noi, se vo-gliamo, saremo con Luinella casa del Padre. Il “vogliamo” si riferiscead una adesione con tutto ilcuore, con tutta la mente econ tutta la forza al suoprogetto di vita e di amore. Le donne che per primescoprono la resurrezione diGesù, sono invase da unagioia indicibile, da queltipo di gioia che non può

essere trattenuta, ma deve essere comuni-cata. Come la mamma e il papà che appenaviene comunicato loro che sono in attesa delfiglio tanto desiderato, subito lo comunicanoa parenti ed amici, affinché partecipino dellaloro gioia. Altrettanto fanno le donne perquell’ annuncio di gioia e di meraviglia. Noicristiani di oggi partecipi di questa gioia,dobbiamo essere comunicatori di questa ec-cezionale notizia sia con le parole che con ifatti. Quando la notte della Vigilia - la notteche sola ha meritato di assistere alla resur-rezione, notte veramente gioiosa che ricon-giunge la terra al cielo e l’uomo al suocreatore - saremo in chiesa a celebrare que-sto santissimo mistero ricordiamoci di que-ste parole: Questa é la notte in cui Cristo spezzando ivincoli della morte e risorgendo vincitoredal sepolcro, lava le colpe e restituisce l’in-nocenza ai peccatori che vogliono essere at-tirati da Lui, sulla via della conversione edell’amore a Dio e ai fratelli.Approfittiamo di questa rinascita in Cristo,di questa vita nuova che ci viene donata nellaPasqua del Signore per cambiare vita, periniziare quella che ci porta direttamente incielo.

Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA:

CERCATE PRIMA DI TUTTO IL REGNO DI DIO (MATTEO 6,33)

UN CRISTIANO DEVE GIUDICARETUTTO IN FUNZIONE

DEL REGNO DI DIO (C. Doquoc)

Parola del SignorePASQUA DI RESURREZIONE (VEGLIA) C

Dal VANGELO secondo LUCA

Prima parabola di rottura

107. LA PARABOLA DEI DUE FIGLIEntriamo nella prima delle tre para-

bole che rilevano la rottura progressiva traGesù e le autorità religiose. Si tratta della pa-rabola dei due figli, che vediamo questa volta(Mt 21,28-32), della parabola dei vignaioliomicidi e della parabola del banchetto nuzialerifiutato.

1. Il volere del padre e la risposta dei

due figli.“Che ve ne pare? Un uomo aveva due

figli. Si rivolse al primo e disse: ‘Figlio, oggi

va’ a lavorare nella vigna’. 29Ed egli rispose:

‘Non ne ho voglia’. Ma poi si pentì e vi andò.30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli

rispose: ‘Sì, signore’. Ma non vi andò. 31Chi

dei due ha compiuto la volontà del padre?».

Risposero: ‘Il primo’” (Mt 21,28-31a). “Cheve ne pare” – sottinteso – su ciò che sto perdire? Gesù vuole coinvolgere gli uditori, chesono gli stessi della parabola precedente, cioèi sommi sacerdoti e gli anziani (21,23). Essison invitati a prendere posizione del breve rac-conto che riguarda unpadrone proprietario diuna vigna il quale chiedeai due figli di andare alavorare nella vigna chepossiede. Si rivolge aciascuno di essi con l’af-fettuoso appellativo di“figlio”. Il primo ri-sponde no, e ci va; il se-condo dice sì e non ci va.

2. La spiegazione. “E Gesù disse

loro: ‘In verità io vi dico: i pubblicani e le pro-

stitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Mt21, 31b). Il comportamento dei due figli sta aillustrare il comportamento di due categorie dipersone. Nell’antichità si è pensato volentieriai pagani e agli ebrei. In realtà si tratta di ebreidivisi in due gruppi: coloro che sono conside-rati carichi di peccati, quali precisamente i pub-blicani e le meretrici; coloro che si ritengonoindividui per bene, quali precisamente i ricor-dati sommi sacerdoti e gli anziani del popolo.I primi aderiscono a Cristo e così passanoavanti agli altri. Si pensi al pubblicano Matteo,seduto al banco delle imposte, che, alla chia-mata di Gesù, lascia tutto e lo segue. In più, av-vicina altri pubblicani e peccatori a Gesùmediante il banchetto che egli dà per inaugu-rare la sua nuova vita. “Mentre [Matteo] se-deva a tavola nella casa, sopraggiunsero moltipubblicani e peccatori e se ne stavano a tavolacon Gesù e con i suoi discepoli” (9,10). Sipensi alla prostituta innominata, che va daGesù, esprime a lui quel grande amore che lecambia la vita. “Ed ecco, una donna, una pec-catrice di quella città, saputo che si trovavanella casa del fariseo, portò un vaso di pro-

fumo; stando dietro, presso i piedi di lui, pian-gendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi liasciugava con i suoi capelli, li baciava” e licospargeva di profumo” (Lc 7,37-38). E Gesùconclude il tutto con queste parole: “Per questoio ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati,perché ha molto amato. (...). La tua fede ti hasalvata; va’ in pace!” (Lc 7,47-50).

Da una parte, quindi, i pubblicani ele meretrici passano avanti i sommi sacerdotie gli anziani; d’altra parte, se vogliono averela grazia di seguirli devono impegnarsi deci-samente per la conversione.

3. L’applicazione ad hominem.

“Giovanni infatti venne a voi sulla via della

giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani

e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al

contrario, avete visto queste cose, ma poi non

vi siete nemmeno pentiti così da credergli’”

(21,32). Gesù ora si rivolge direttamente aisuoi avversari con tono particolarmente duro,

presentandoli peggioridei pubblicani e delleprostitute. GiovanniBattista venne a voisulla via della giustizia,con tutti i segni dellasantità mediante la suavita austera e la sua pre-dicazione ardente. Eb-bene, le folle lointerrogavano: “Checosa dobbiamo fare?’,

“i pubblicani, venuti a farsi battezzare, gli chie-devano: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”;la stessa cosa fecero alcuni soldati: “E noi, checosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10-14). Invece voinon vi siete fatti vedere. L’invito del Battistache, in quanto Precursore, voleva portarvi allafede in Cristo, lo avete ignorato.

Voi avete visto queste cose. lo stile divita del Battista, la sua predicazione, le folleche penitenti sono andate a lui; e tutto questomovimento spirituale e questi segni dovevanoportarvi alla conversione e alla fede in Cristo,ma non ne avete approfittato.

Certo, Gesù non chiude la porta anessuno. Proprio ad essi Gesù aveva detto:“Andate a imparare che cosa vuol dire: Mise-

ricordia io voglio e non sacrifici. Io non sonovenuto infatti a chiamare i giusti, ma i pecca-tori” (Mt 9,13).

La nostra riflessione conclusiva.“Nonchiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerànel regno dei cieli, ma colui che fa la volontàdel Padre mio che è nei cieli” (7,21). “Si com-pia la tua volontà” (26,42): così prega Gesù nelGetsemani; “sia fatta la tua volontà (Mt 610)”,così ha insegnato a pregare a noi. [email protected]

COMUNICATO DELLA CURIAIl Vescovo Diocesano S.E. Mons. Gervasio Gestori

ha confermato l’elezione delSig. GUERINO REGANATINI

a

PRIORE DELLA CONFRATERNITA “MADONNA DEL SUFFRAGIO”,

nel Comune di Colonnella (TE),

(Decreto n. 13/23013 del 19 marzo 2013)

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

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Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Il prossimonumero

de L’Ancorauscirà

domenica 14 aprile

BUONA PASQUA

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4 Anno XXX

31 Marzo 2013PAG

Domenica di Pasqua 31 marzoOre 11.00 Ripatransone Duomo:

S. Messa Ore 17.45 S. Benedetto Tr.

Cattedrale: Vespri Solenni Ore 18.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa PontificaleBenedizione papale

Lunedì 1 aprile Ore 11.00 Cupra Marittima - S. Messa

Martedì 2 aprile Ore 10,30 Grottammare

Casa S. Francesco: S. Messa

Sabato 6 aprileOre 09.30 S. Benedetto Tr

Concezioniste: Incontro con gli educatori dei Centri estividella Cooperativa Sport e Festa

Domenica 7 aprileOre 11,15 Ripatransone - Duomo:

S. Messa

Mercoledì 10 aprileOre 09.30 S. Benedetto Tr.

Centro Pastorale: Conferenza Episcopale Marchigiana

Giovedì 11 aprileOre 10.00 S. Benedetto Tr.

PP. Sacramentini: Incontro diocesano del Clero

Ore 19.00 S. Benedetto Tr. Santuario dell’Adorazione: S. Messa

Sabato 13 aprileOre 10.45 Montalto

Presentazione del libro su Sisto V

Domenica 14 aprileOre 09.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa, con la partecipazione del raduno Motociclistico

Ore 15.30 Grottammare Residence “Le Terrazze”: S. Messa, per il corso fidanzatidella Vicaria “S. Maria in Montesanto”

Ore 18.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa e Processione, a conclusione della SettimanaEucaristica

Incontri Pastorali del Vescovo

DURANtE LA sEttimANA 31 mARzO- 14 ApRiLE 2013

CALENDARIO CRESIME ANNO 2013Aggiornato all’11 Marzo 2013

Febbraio 24 domenica ore 11.00 Villa Rosa – S. Gabriele dell’Addolorata

Aprile 25 giovedì ore 11.00 Centobuchi – Sacro Cuore

Maggio 01 mercoledì ore 08.30 Porto d’Ascoli – Cristo Re ore 11.00 S. Benedetto Tr. – Madonna del Suffragio

04 sabato ore 18.30 S. Benedetto Tr. – S. Filippo Neri 05 domenica ore 11.15 Ripatransone - San Savino 11 sabato ore 17.00 S. Benedetto Tr. – S. Giuseppe 12 domenica ore 09.00 Grottammare – S. Giovanni Batt. (S. Lucia)

ore 11.30 Martinsicuro – S. Cuore di Gesù 19 domenica ore 11.00 S. Benedetto Tr. – Cattedrale (Pentecoste)25 sabato ore 17.00 Comunanza – S. Caterina 26 domenica ore 11.00 Ripatransone – Duomo

Giugno 01 sabato ore 17.00 Monteprandone – S. Niccolò 02 domenica ore 09.30 Centobuchi – Regina Pacis

ore 11.30 Colonnella – S. Cipriano 08 sabato ore 18.00 Colonnella – S. Giovanni Evangelista 09 domenica ore 9.00 Cupra Marittima – S. Basso

ore 11.00 Porto d’Ascoli – SS. Annunziata 15 sabato ore 17.30 Grottammare – Madonna della Speranza 16 domenica ore 11.00 Montalto (tutte le Parrocchie del Comune)

ore 18.30 S. Benedetto Tr. – S. Pio X 23 domenica ore 11.00 Montemonaco – S. Benedetto Abate

Agosto 10 sabato ore 11.00 Montedinove – S. Lorenzo

Settembre 08 domenica ore 11.00 Force – S. Paolo Apostolo 15 domenica ore 11.30 Cossignano – S. Maria Assunta 22 domenica ore 09.00 Faraone – S. Maria della Misericordia

ore 11.30 Castignano - S. Pietro Apostolo 28 sabato ore 17.00 S. Benedetto Tr. – S. Antonio29 domenica ore 11.15 Acquaviva – S. Niccolò

Ottobre 05 sabato ore 17.00 Villa Lempa – S. Maria del Carmine 06 domenica ore 11.00 Porto d’Ascoli – S. Famiglia 13 domenica ore 09.00 Paolantonio

ore 11.00 S. Benedetto Martire 19 sabato ore 18.00 Grottammare – S. Pio V 20 domenica ore 11.00 Valtesino – Madonna di Fatima 26 sabato ore 18.30 Grottammare – Gran Madre di Dio 27 domenica ore 09.00 S. Egidio alla Vibrata – S. Egidio abate

“Uno squarcio di luce”Raccolta viveri 2013Come ogni anno la parrocchia Madonna del Suffragio, zona Ponterotto, organizza una raccoltaviveri, nelle case del quartiere, da destinare alle popolazioni del Perù.Sabato 9 marzo i ragazzidell’ ACR e i giovani dell’ACG parrocchiali si sono incontrati nel piazzale della parrocchia alle15.15, orario settimale del catechismo. Dopo un breve discorso da parte del parroco, Don Roberto,sul significato del gesto che i ragazzi si accingevano a compiere, i ragazzi, insieme ai loro educatorie ai genitori (che hanno volentieri dato la propria disponibilità per aiutare nella raccolta), sono partitiverso le varie zone della parrocchia. Con grande entusiasmo sia i più piccoli che i più grandi hannocamminato per le vie della parrocchia, suonato ai campanelli e accolto quanto veniva loro donatodalle famiglie. Macchine colme di buste e scatolame facevano ritorno alla parrocchia, dove era statoallestito un punto di smistamento impacchettamento.Ogni anno è sempre sorprendente e gratificante notarela grande disponibilità e gratuità delle famiglie della

parrocchia: sebbene la crisi abbia colpito le famiglia,non è venuta a mancare in alcun modo la loro carità edumiltà, anche nel donare un piccolo e semplice paccodi pasta. Grande soddisfazione da parte del parroco

Don Roberto che nelle omelie delle messe di Sabato9 e Domenica 10 ha ringraziato di cuore tutta la comu-nità, informando che sono stati confezionati più di 80scatoloni. Un ringraziamento, dunque, a chiunque hapartecipato a questa iniziativa parrocchiale, dai ragazzi,agli educatori, alle famiglia, all’associazione “Mato

Grosso” che collabora ogni anno alla raccolta viveri

della parrocchia Madonna del Suffragio, facendosi

da tramite con il Perù e direzionando poi l’invio del

raccolto a destinazione.

All’anno prossimo! Lorenzo De Angelis

Ufficio della Pastorale Familiare

BEATA LA FAMIGLIA CHE CREDETESTIMONIANZA“Tutto posso in Colui che mi dà forza”, dice San Paolo.È davvero il Signore il nostro tutto e la nostra forza! Sposati da diciotto anni con quattro figli, siamo una famiglia cometante. Viviamo la nostra quotidianità nella gioia e nella fatica accet-tando quello che il Signore ci dona nel bene e nel male con la radicatacertezza che Lui è con noi e non ci lascia mai soli. Lui ci ha voluto in-sieme, Lui ha intrecciato le nostre vite e ha voluto unirci nel sacro vin-colo del matrimonio. Tutto era nei suoi disegni noi abbiamosemplicemente risposto al suo progetto. Quando mio marito ed io cisiamo conosciuti percorrevamo strade diverse, io in un’ associazioneall’interno della Chiesa e lui fuori nonostante avesse ricevuto un’edu-cazione religiosa. Quando ho capito che la mia strada era la famiglia,l’unica cosa che ho chiesto a Dio era di donarmi una persona che con-dividesse con me la mia fede. E così è stato. Da quando ci siamo fi-

danzati, infatti, è tornato con molta semplicità e naturalezza in Chiesae abbiamo iniziato un percorso insieme. Non mi stanco mai di ringra-ziare Dio per questo perché non si può descrivere la bellezza straordi-naria di camminare uniti, un cuor solo e un’anima sola, diretti verso lameta finale, verso il nostro Tutto. Solo in Dio, si può sperimentare unacomunione così profonda da realizzare le parole della Scrittura: “Perquesto l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua mo-glie e i due saranno una carne sola”. Il matrimonio è come un sentierodi montagna. Tanta è la fatica mentre si sale. In alcuni tratti si attraversaun bosco bellissimo e si gode della sua ombra, tutto intorno è quiete epace, in altri, invece, si costeggia un burrone, il sole batte a picco esembra che le forze vengano meno ma come poter dubitare della Suapresenza? Quante volte nella nostra storia abbiamo toccato veramentecon mano che Lui era con noi soprattutto nelle difficoltà. Il Signore,infatti, non toglie le prove che vanno vissute piuttosto come doni percrescere nella fede, nell’amore e nell’abbandono confidente in Lui per-ché tutto concorre al bene di coloro che lo amano. Pian piano si im-parano a vivere la sofferenza e le difficoltà di ogni giorno come un attodi offerta per poter partecipare, anche se in minima parte, al sommo

sacrificio che Gesù ha fatto di sé sulla croce. Alla base di tutto peròdeve esserci la preghiera: personale, di coppia, familiare e comunitaria.Non sempre è facile conciliarla con la famiglia e il lavoro ma ciò checonta è fare quello che possiamo, il resto lo mette Dio. A volte è ne-cessario fare qualche rinuncia, magari sacrificando un po’ di sonno mane vale la pena perché poi il cuore entra in una dimensione nuova, ri-trova dentro di sé la voce dello Spirito e il desiderio di ascoltarlo. Coni figli preghiamo intorno alla tavola e al mattino quando vanno a scuolaspesso si legge il vangelo del giorno per iniziare con lo sguardo rivoltoa Dio. La sera li abbiamo educati a pregare ma, adesso, ormai abba-stanza cresciuti, li lasciamo liberi perché pensiamo che la fede non puòessere un’imposizione ma un’adesione personale. I frutti, siamo certi,si vedranno con il tempo perché il Signore ascolta sempre coloro chegli chiedono cose buone e perciò come potrebbe restare sordo alle ri-chieste di due genitori che incessantemente gli domandano di manife-starsi ai loro figli come a San Paolo sulla via di Damasco. Mettiamo nelle mani di Dio, nostro Padre, tutte le famiglie affinchépossano vivere in pienezza, giorno dopo giorno, la chiamata alla san-tità! Alfredo e Clelia

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San Benedetto del Tronto, xx marzo 2013

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nell’ambito del progetto “La famiglia per la famiglia”, ilCentro Famiglia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno propongono un nuovo in-contro con il dottor Ezio Aceti, socio onorario del Centro, che torna a San Benedetto del Trontoper incontrare le famiglie e gli operatori del terzo settore che lavorano o prestano servizio nelleassociazioni di volontariato.VENERDI’ 5 APRILE – Dopo aver affrontato le questioni della genitorialità e le problematichedell’infanzia nell’ambito scolastico e casalingo, l’incontro di venerdì 5 aprile, presso l’auditoriumcomunale di viale De Gasperi, sarà sul tema “Sostegno all’accoglienza: anziani e portatori di han-dicap nella famiglia” e avrà inizio alle ore 21.15.Durante la serata il dottor Ezio Aceti indagherà ladifferenziazione dei bisogni nella garanzia delladignità assistenziale per una migliore qualità dellavita nella convivenza familiare. IL CENTRO FAMIGLIA - Il Centro Famiglia, as-sociazione di volontariato nata nel 1978 e iscrittadal 2002 al Registro delle organizzazioni di volon-tariato della Regione Marche, risponde ai bisogniessenziali delle famiglie e dei giovani, operandoallo scopo di far conoscere e approfondire le pro-blematiche giovanili, matrimoniali e familiari.Grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Ascoli Piceno il servizio di consulenza,del tutto gratuito, è stato potenziato e mira alleazioni concrete in campo sociale e sanitario, met-tendo a disposizione la professionalità e l’espe-rienza dei suoi volontari. Per informazioni eappuntamenti è possibile chiamare la segreteria delCentro Famiglia al numero 0735 595093, dal lu-nedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30.

Anziani e portatori

di handicap nella famigliail dottor Ezio Aceti parla di sostegno all’accoglienza

Parrocchia S. Benedetto Martire

La Comunità parrocchiale in festa per il 45° di Sacerdozio del Parroco Mons. Romualdo Scarponi

Al termine della celebrazione della S. Messa per la Dome-nica delle Palme, i fedeli della parrocchia San BenedettoMartire sono stati invitati a gioire per i 45 anni di sacerdoziodel parroco Mons. Romualdo Scarponi, compiuti Sabato 23Aprile. L’assemblea si è sciolta in un applauso, ricambiatosubito dopo da quello del parroco, il quale con grande com-mozione ha ringraziato tutti i suoi parrocchiani per il lungocammino percorso insieme. È stata inoltre letta una letteracontenente gli auguri di Papa Francesco, il suo ringrazia-mento per il servizio prestato da Don Romualdo e la sua be-nedizione. Anche il nostro Vescovo Gervasio Gestori havoluto recapitare, in una lettera, i più sentiti auguri al suoVicario Generale. I festeggiamenti per Don Romualdo

sono proseguiti lunedì 25 Marzo, dopo la veglia di Ado-

razione Eucaristica che si è tenuta alle ore 21.15.

Il Telegramma del Papa Francesco

REVERENDO SIGNOREMONS. ROMUALDO SCARPONI

PIAZZA SACCONI.1 - 63039 SANBENEDETTO DEL TRONTO

AL REVERENDO MONSIGNORE ROMUALDO SCARPONI CHE RICORDA IL 45.MO ANNIVERSARIO

DI ORDINAZIONE PRESBITERALE IL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO

ESPRIME FERVIDI AUGURI E MENTRE INVOCA SU DI LUI ULTERIORI FAVORI CELESTI

PER UNA CRESCENTE FEDELTA’ A CRISTO SOMMO ED ETERNO SACERDOTE E PER IL GENEROSO SERVIZIO ECCLESIALE

GLI INVIA DI CUORE L’IMPLORATA BENEDIZIONEAPOSTOLICA ESTENSIBILE A QUANTI PRENDONO PARTE

ALLA SUA SPIRITUALE LETIZIA.

CARDINALE TARCISIO BERTONE

SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITA’

Gervasio GestoriVescovo

Cosa pensa un bambino quando viene affi-dato a una famiglia che non è la sua? Quali ragioni e motivazioni spingono un nu-cleo familiare ad aprirsi per accogliere un“figlio” che viene affidato temporanea-mente? Quali sono i principali nodi critici che tuttigli attori dei percorsi di affidamento eterofa-miliare (operatori sociali, sanitari e giudi-ziari, soggetti affidatari, famiglie di origine,bambini e ragazzi affidati) devono oggi af-frontare? Questi incontri di sensibilizzazione”…peruna cultura dell’affidamento”, presentanol’esperienza raggiunta dagli operatori socialie famiglie a sostegno della “campagna perla promozione dell’affido”, intendono illu-strare il complesso disegno dell’affidamentoeterofamiliare che emerge da anni di espe-rienze e lavoro. Tale disegno, variegato e cangiante, testimo-nia l’impegno, la dedizione, la profes-sionalità necessarie per “prendere sulserio” il diritto del minore a utilizzaretutti gli strumenti ritenuti adeguati enecessari al suo sviluppo emotivo- re-lazionale, cognitivo e sociale, qualiquelli che si offrono attraverso le espe-rienze di affidamento eterofamiliare.

si daranno info su:

Chi sono gli “attori” dell’affida-

mento familiare

Come si diventa affidatari

Quali sono i compiti che gli affida-

tari si assumono

Quali sono i compiti degli operatori

nei confronti degli affidatari

misure di sostegno all’affidamento

tipologie di affidamento familiare

Tutti siete invitati a partecipare agli in-

contri di sensibilizzazione all’affido fa-

miliare, che si terranno presso il

Consultorio Familiare di San Bene-

detto del Tronto (viale Dello Sport n.

14), organizzati dall’ASUR Marche 12

e dall’Ambito Territoriale Sociale 21,

nelle seguenti date:

26 Marzo 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0023 Aprile 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0028 Maggio 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0025 Giugno 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0023 Luglio 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0001 Ottobre 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0005 Novembre 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:0003 Dicembre 2013 dalle ore 19:00 alle ore 21:00

Segreteria organizzativa: Assistente So-ciale Caterina Lanciotti, Dott.ssa ManuelaLeonetti (Psicologa – Psicoterapeuta),Dott.ssa Fania Beatriz Lucci (Psicologa –Psicoterapeuta).Per ulteriori informazioni chiamare ai se-

guenti n. di tel.: 0735/ 7937423 - 7937424

-7937491

L’Affidamento familiareincontri di sensibilizzazione

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Tenerezza, questa parola richia-mata più volte da Papa France-sco ha certamente fattosussultare di gioia monsignorGiovanni Nervo perché luidella tenerezza aveva fatto lostile di vita personale e il bi-glietto da visita negli incontricon tutti, a cominciare dai po-veri e dai deboli. Credo proprioche sia morto con una gioia sconfinata nel cuorenel vedere e ascoltare un Papa venuto da così lon-tano ma a lui così vicino. Una vita di prete, la sua,interamente donata agli ultimi con la preghiera,le opere, il pensiero e il sorriso. Primo e unicopresidente della Caritas non vescovo, aveva com-preso e fatto suo il desiderio di Paolo VI di unaChiesa più consapevole e coraggiosa accanto agliultimi e così aveva immediatamente dato radiciculturali e spirituali alle opere di carità perché nonvenissero “confinate” nella mentalità dell’elemo-sina e della beneficenza. Si era messo in cam-mino sulla strada del Concilio. “La lezione piùimportante da cogliere anche per il futuro - avevadetto recentemente in un’intervista al Sir sul Con-cilio - è contenuta, a mio avviso, nell’introdu-zione della Costituzione conciliare ‘Gaudium etSpes’: ‘Le gioie e le speranze, le tristezze e le an-gosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattuttoe di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie ele speranze, le tristezze e le angosce dei discepolidi Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano chenon trovi eco nel loro cuore’”. La carità operosae la carità pensante avevano trovato in lui l’intel-ligenza della sintesi e con questa sua convinzioneaveva aperto una grande pagina nella storia dellanostra Chiesa e, quindi, della nostra Caritas.Aveva scosso la coscienza di molti dentro e

fuori la comunità cristiana con la forte promo-

zione dell’obiezione di coscienza, del servizio

civile, della cultura dell’accoglienza, dell’im-

pegno politico come servizio ai più poveri. Eraarrivato a mettere in discussione la regola politicadella maggioranza quando questa era fatta da eper interessi forti mentre, diceva don Giovanni,la democrazia per essere davvero tale deve sem-

pre avere a cuore la soffe-renza e i diritti dei più de-boli. Certamente avevasofferto per questa auda-cia, non sempre compresadentro e fuori la realtà cat-tolica, ma aveva saputorielaborare la sofferenza efarla diventare un motivoin più per amare e far

amare la Chiesa e i poveri. Di questi temi mi ca-pitava di parlare con lui quando, all’inizio del-l’esperienza del Sir, lo incontravo in un piccoloUfficio Cei di cui era direttore con l’incarico diseguire i problemi del territorio. Non rimase alungo con questo incarico ma mai venne meno ilsuo amore per il territorio perché qui vedevaun’espressione bella e alta della Chiesa, qui ve-deva una Chiesa capace di stare con amore nellastoria, qui vedeva una Chiesa che, senza venirmeno alla sua specificità, si poneva in dialogopermanente con le istituzioni per essere insiemeal servizio della città. Ed è per questo motivo cheamava i settimanali cattolici locali, i giornali dellaFisc e li incitava a essere più coraggiosi nel darevoce ai senza voce, nel denunciare le ingiustizie,nel proporre progetti di speranza, nel raccontarele esperienze di accoglienza e di solidarietà sulterritorio. Carità operosa e carità pensante è statoil binomio inscindibile che lo ha accompagnato eche egli ha sempre indicato come strada maestraper la Caritas italiana ma anche per la FondazioneZancan che aveva creato come laboratorio di pen-siero e di studio. Infine, in un altro momento è daimmaginare splendente il sorriso di monsignorGiovanni Nervo e precisamente quando PapaFrancesco ha parlato di “custodia” del creato,degli altri e di se stessi. “Custodire non è conser-vare, è esattamente il contrario”: in queste parole,questo prete innamorato del Vangelo della carità,riassumeva tutta la sua passione e la sua creativitàper far crescere nel cristiano e nella comunità cri-stiana la testimonianza di un padre che sta ac-canto ai figli non per mantenerli piccoli e amediocre misura ma per farli grandi e a misuradegli altri e dell’Altro.

ADDIO GIOVANNI NERVOLa tenerezza della caritàUna vita, la sua, donata alla Chiesa dei poveri. La carità operosa e la carità pensante avevano trovato in lui l’intelligenza della sintesi Paolo Bustaffa

“Pur tenendo presente l’anno della fede, la presente pubblica-zione non si lega direttamente ad esso. Vuole piuttosto “risco-prire la gioia nel credere e l’entusiasmo nel comunicare lafede” (Benedetto XVI) con la lettura integrale e meditata delleparole che Gesù ha pronunciato durante l’ultima Cena e qualisono riferite nel Vangelo secondo Giovanni capitoli 13-17.Anche se questi cinque capitoli non devono essere consideraticome una summa della fede cristiana, tuttavia essi si collo-cano al vertice del quarto Vangelo e questo, a sua volta, è alvertice dei Vangeli Sinottici, cioè Matteo, Marco e Luca”.

ElleDiCi è casa editrice nazionale (e internazionale). Per l’acquisto del libro ci si può rivolgere a qualsiasi editricecattolica. Prezzo € 14. L’AUTORE NON HA COPIE A DISPOSIZIONE.

Informazioni Giuseppe Crocetti, sacramentino, licenziato in sacra Scrittura al Biblico e laureato alloStudium Biblicum Franciscanum (Gerusalemme), è ordinario emerito di Sacra Scritturaall’Istituto Teologico Marchigiano (AN) e prof. emerito all’Istituto Abruzzese-Molisano(CH). Ecco alcune sue pubblicazioni recenti, presso EDB: Questo è il mio corpo e lo offro

per voi, 1999; Maria e l’Eucaristia nella Chiesa, 200 l; L’Apocalisse meditata e pregata,

2003; La lettera agli Ebrei, 2005; Dio è amore, 2007; Prima lettera di Pietro, 2007. Pressol’Editrice Rogate: Il Signore mi prese e mi disse (Amos), 2006; Va’ dove ti indicherò

(Abramo), 2008; In memoria di me (Eucaristia), 2009. Presso EDC; L’adorazione euca-

ristica alla luce della Bibbia e della Liturgia nella vita della Chiesa (Collana ScienzaLiturgica) 2011. La Madre di Gesù e l’Eucaristia nella prospettiva di Paolo e deiVangeli, in Gregorianum 92(2011) 470-494. Collabora varie riviste.

DIOCESI - Sabato 23 Marzo è stata presentata du-rante una conferenza stampa presso la Curia dellaDiocesi di San Benedetto del Tronto - Ripatransone- Montalto, la carta dei territori della Diocesi. Pre-senti alla conferenza, Il Vescovo Gervasio Gestori,gli autori della carta: Serafino Angelini, Simone

Incicco e Patrizio Moscardelli, Mons. Vincenzo

Catani e lo sponsor la ditta edile Marconi Pio.Simone Incicco: “La carta dei territori della Dio-cesi, rientra nelle iniziative messi in piedi dal gior-nale l’Ancora per l’anno della Fede. La primainiziativa è stata presentata la scorsa settimana ed èil primo concorso letterario “Joseph Ratzinger”

rivolto a tutte le scuole superiori della Diocesi. Lacarta della Diocesi ha visto il coinvolgimento ditanti sacerdoti di tutta la Diocesi e in particolarmodo di Mons. Vincenzo Catani. Un progetto im-portante che permetterà a tutti di comprendere comeè suddivisa la nostra Diocesi, e nel dettaglio di potervedere le vicarie e i confini parrocchiali.”Il progetto gode del patrocinio di S.E. il VescovoMons. Gervasio Gestori e dell’Ufficio di Presidenzadella Regione Marche.Vescovo Gervasio Gestori: “La prima diocesi diRipatransone è stata voluta da San Pio V nel 1571,la seconda diocesi di Montalto è stata voluta da PapaSisto V nel 1587.L’unificazione di questi due territori ha prodottoquesta configurazione geografica bisognosa di es-sere guardata e capita. Aggiungo che questa stra-nezza geografica non è così accentuata, perché ilterritorio è quello del Piceno. Quindi c’è un unitàculturale e linguistica e soprattutto c’è una tradi-zione religiosa.Le due Diocesi avevano un unico Vescovo nel se-

colo scorso, adesso invece è un’unica diocesi con ilproprio Vescovo. La Chiesa ha una legislazione ter-ritoriale, la legge è territoriale, questo territoriostrano ha un’unica legislazione di un’unica ChiesaTruentina che è quella di San Benedetto del Tronto.C’era bisogno di avere questa piantina per capire unpo’ questa storia complicata. Sono grato a chi hapensato questa piantina, a chi l ‘ha prodotta, a chil‘ha corretta e chi ne ha sostenuto le spese. Ci parladi una Chiesa, di un popolo di una realtà fatta di per-sone che vivono su questo territorio, La ChiesaTruentina di San benedetto del Tronto - Ripatran-sone - Montalto”.Serafino Angelini: “La “Carta dei territori dellaDiocesi di San Benedetto del Tronto - Ripatransone-Montalto” nasce dalla esigenza di fornire uno stru-mento immediato e facile da consultare, a tutticoloro che vorranno conoscere dal punto di vistaspaziale e informativo le caratteristiche della Dio-cesi e, come obiettivo più ambizioso, di completarela già dettagliata informazione contenuta nellaGuida Diocesana fino a fornire un valido supportogeografico. La carta è stata realizzata grazie alla pre-ziosa collaborazione di Mons. Vincenzo Catani,parroco di San Pio X e storico della Diocesi, e dimolti sacerdoti che si sono gentilmente prestati allaverifica puntuale dei dati cartografici. La carta sicompone di tre parti principali: una zona dedicataalla legenda, al frontespizio e al campo cartografico

principale realizzato alla scala 1:60.000 su base car-tografica propria (idrografia, orografia e toponoma-stica), all’interno del quale vengono riportati iconfini delle parrocchie appartenenti alla Diocesi, ilimiti amministrativi (Comuni, Province, Regioni)le chiese parrocchiali, le concattedrali e gli altri luo-ghi di culto presenti nel territorio (santuari, cappelle,monasteri). La seconda zona della carta è situata aest e in essa viene riportato, in appositi quadranti,l’ingrandimento alla scala 1:15.000 (4 volte ilcampo cartografico) di alcune zone dense di infor-mazioni: la fascia pianeggiante di San Benedetto delTronto, il centro abitato di Montalto delle Marche,il centro abitato di Ripatransone; questo amplia-mento sfrutta il dettaglio cartografico fornito dallaCarta Tecnica Regionale e si rende evidentementenecessario sia per facilitare la “lettura” della cartaprincipale sia per chiarire la posizione dei luoghi diculto. La terza area della carta è identificabile a suddel campo cartografico e comprende il testo infor-mativo sui riferimenti di tutte le parrocchie. Comeper le più recenti e avanzate produzioni cartografi-che, la “Carta dei territori della Diocesi di San Be-nedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto” non èsolo un oggetto cartaceo: è stata realizzata infattisimbolizzando informazioni cartografiche contenutein un Sistema Informativo Territoriale collegato aduna banca dati locale di tipo relazionale, nel sistemadi coordinate Gauss-Boaga. La strutturazione cor-retta dei dati geografici è avvenuta secondo unoSchema Logico appositamente creato, facilmenteaggiornabile, editabile, interrogabile, il quale per-mette analisi spaziali pressoché illimitate.”.Mons. Vincenzo Catani: “La Diocesi di San Bene-detto del Tronto-Ripatransone-Montalto si compone

di 53 parrocchie suddivise in 5 Vicarìe: la Vicarìadefinita “Venerabile padre Giovanni dello spirito

santo” che comprende le parrocchie di San Bene-detto del Tronto, Acquaviva Picena e Ripatransone,la Vicarìa di “s. Giacomo della marca”, che com-prende parrocchie di Monteprandone, Portod’Ascoli, Colonnella e Martinsicuro, la Vicarìa della“madonna di san Giovanni” (Beata Vergine di Lo-reto)” che comprende parrocchie di Grottammare,Ripatransone, Cossignano e Cupra Marittima, la Vi-carìa di “maria Assunta pallotta”, che comprendele parrocchie Castignano, Comunanza, Force, Mon-talto, Montedinove, Montelparo, Montemonaco eRotella e la Vicarìa di “santa maria in monte-

santo” che comprende le parrocchie situate nei co-muni abruzzesi di Sant’Egidio alla Vibrata eCivitella del Tronto”.

La stampa della “Carta dei territori della Diocesi diSan Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto”è stata possibile grazie al contributo della Ditta

“Marconi Pio” di Offida ed è realizzata in tre ver-sioni principali: una versione piegata (25,2x17cm)e autocopertinante con il frontespizio in evidenzaallegata a un numero del Settimanale diocesano“L’Ancora” per gli abbonati, una versione in for-mato steso distribuita a richiesta, una versione spe-ciale plastificata che verrà affissa in tutti i localidelle parrocchie della Diocesi e verrà regalata a tuttele istituzioni del territorio.

Presentata la Carta dei territori della Diocesi

di San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto

Page 7: ANNO XXX N  11   31 Marzo 2013

La Banca di Ripatransone Credito Co-

operativo apre un nuovo sportello ATM

in Val Tesino, mentre la filiale di Grot-

tammare taglia il traguardo dei venti

anni di attività.

RIPATRANSONE – La Banca di Ripa-transone Credito Cooperativo rafforza lasua presenza sul territorio, con l’aperturadi un nuovo sportello ATM in Val Te-sino, presso il Borgo Residenziale LaVigna: l’apparato, dotato di sistema cashin / cash out, permetterà sia i consuetimovimenti (prelievi, ricariche telefoniche,

estratti conto ecc.) che operazioni di versa-mento contante. La politica della vicinanza e del presidio co-stante, del resto, dà i suoi risultati in termini difiducia degli utenti e, dunque, di radicamentodelle filiali: sono passati, infatti, già vent’annidall’apertura della filiale di Grottammare, inVia Tintoretto; da quel giorno, una progressivae costante crescita ha caratterizzato il lavoro deicollaboratori che si sono succeduti nel tempo,fino all’attuale “formazione” caratterizzata daun mix di esperienza e gioventù, professionalitàe cortesia.

Ufficio stampa Logos

7Anno XXX

24 Marzo 2013 PAG

Da Ripatransone a cura di A.G. – I.A.

A Ripatransone, martedì 19 Marzo 2013, la festaliturgica di San Giuseppe è stata celebrata nell’omo-nima chiesa rurale, gremita di autorità, di residentinelle contrade limitrofe e di quanti operano nei set-tori del legno e del mobile (imprenditori, mae-stranze, tecnici).

Il vescovo Mons. Gervasio Gestori, sempre pun-tuale all’appuntamento, ha concelebrato una parte-cipata messa con il frate cappuccino PadreMarcellino Nucci (ideatore una trentina di anni fadi tale iniziativa), con il vicario parrocchiale DonGian Luca Rosati, con il diacono permanente WalterGandolfi. All’omelia il Vescovo, dopo aver ricordatoche è tradizionale e diffusa la devozione a San Giu-seppe, ha rievocato la figura del Santo come custodedella Vergine Maria, del Bambino Gesù, dellaChiesa universale, a lui affidata circa 150 anni fa dalPapa di origine marchigiana il Beato Pio IX. All’of-fertorio, illustrati da Padre Marcellino, sono statiportati all’altare i prodotti della terra di quelle con-trade. Al termine della celebrazione eucaristica, hapreso nuovamente la parola Padre Marcellino, cheha ringraziato il Vescovo per la presenza costante di“pastore” tra i fedeli della zona di San Giuseppenella festa del titolare della chiesa, presenza per pre-gare il Signore perché benedica le campagne diquelle contrade e gli stabilimenti del territorio.

Ha concluso il sacro rito il vescovo Gestori, che haaffidato la Chiesa, che è in mano al Signore, a SanPietro (il primo Papa), a Francesco (pontefice at-tuale, di cui la comunità cristiana ed il mondo ave-vano bisogno, per la sua umanità, immediatezza,semplicità, simpatia), e a San Giuseppe. L’anima-zione liturgica è stata affidata al gruppo di ragazzeche abitualmente prestano servizio nella chiesa diSan Giuseppe; alla tastiera, Eleonora Calvaresi; allachitarra, Alma Fabbrizzi. Tra le autorità sono statinotati: il sindaco della Città Prof. Remo Bruni, l’as-sessore comunale Dott. Roberto Pasquali, i consi-glieri Barbara Bassetti e Giuseppe De Renzis; ilpresidente della Banca di Ripatransone-CreditoCooperativo Dott. Michelino Michetti; consiglieri epresidente della Cantina dei Colli Ripani Sig. EmilioMalavolta (che ha invitato il vescovo a celebrare lamessa domenica 28 Luglio, in occasione della “festadel vino”); il comandante della locale stazione deiCarabinieri M.llo Domenico Princigalli; presentepure il decano dei mobilieri ripani Sig. GiuseppeCiotti.

Dopo la funzione religiosa, in un ampio locale at-tiguo alla chiesa, messo a disposizione dalla fami-glia Illuminati, è stato servito un ricco buffet, offertodalla Banca di Ripatransone e dalle famiglie dellecontrade della frazione San Giuseppe.

San Giuseppe custode della Vergine Maria, di Gesù Bambino e della Chiesa universale

A Ripatransone, la festa popolare in onore dellaMadonna di Loreto, venerata con il titolo di Ma-donna di San Giovanni, patrona della Città e dellaDiocesi di San Benedetto del Tronto-Montalto-Ripatransone dall’omonmima confraternita edall’amministrazione comunale è stata program-mata per sabato 6 e domenica 7 Aprile 2013. Ilprogramma religioso, che si svolgerà in Duomo,predisposto dal parroco Don Domenico Vitelli edal vicario parrocchiale Don Gian Luca Rosati,prevede:- da giovedì 4 a sabato 6 Aprile, triduodi preparazione con la celebrazione della messaalle ore 8.30 e 18.30;- domenica 7 Aprile, santemesse alle ore 8 e 9.30; alle ore 11.15 solennepontificale del vescovo Mons. Gervasio Gestori,con l’animazione liturgica della Corale “Madonnadi San Giovanni”, diretta da Nazzareno Fanesi;all’organo, Laura Michelangeli; alle ore 12 sul sa-grato del Duomo, benedizione del “Cavallo diFuoco”, alle ore 18 santa messa, a cui seguirà lasolenne processione con il miracoloso simulacrodella Madonna di San Giovanni, con la partecipa-zione delle cinque confraternite cittadine, delcorpo bandistico “Città di Ripatransone” direttoda Roberto Vespasiani e di tanti fedeli provenientida vari centri della Diocesi. Le manifestazioni ci-vili si svolgeranno con il seguente programma:- sabato 6 Aprile ore 9.30, nelle piazze XX Set-tembre e Donna Bianca, apertura della mostra-mercato di artigianato e di prodottienogastronomici tipici; ore 10.30, sala di rappre-sentanza del municipio, convegno sulle proble-matiche dell’agricoltura, promosso dallaColdiretti; ore 16.30 sala “Ascanio Condivi”, mo-stra dell’artista GIANDUZ (Giandomenico Ne-groni) che espone acrilici e fotografie(l’esposizione resterà aperta fino al 1 Maggio2013); ore 17 inaugurazione della sede dell’asso-ciazione Pro Loco; ore 21 accensione nelle piazze

Condivi e Matteotti,del “Cavallino diFuoco” per bambinie ragazzi;- domenica 7

Aprile, ore 9 mo-stra-mercato di arti-gianato e tipicità; ore10.30 per le vie delcentro storico sfilataed esecuzione di al-legre marcette daparte della bandamusicale ripana; ore 16 sala di rappresentanza delmunicipio presentazione del libro di Luigino Car-darelli: “Tra il burlesco, il serio e il semiserio”;ore 21.30 accensione del tradizionale “Cavallo diFuoco”, spettacolo folkloristico-pirotecnico risa-lente al XVIII secolo, offerto dalla Banca di Ri-patransone Credito Cooperativo e realizzato dallaDitta Alessi Events Srl.

Il Simulacro della Madonna fu commissio-

nato dalla Confraternita di San Giovanni al-

l’artista Sebastiano Sebastiani, un camerte

trasferitosi a Recanati. Ultimata l’esecuzione

della Statua, l’autore fu talmente soddisfatto

del lavoro, che ebbe a dire che nessun’altra

opera gli era riuscita tanto conforme al suo de-

siderio, né credeva di poterne eseguire di mi-

gliori.

Il trasporto del Simulacro a Ripatransone fu

compiuto naturalmente dai Confratelli di San

Giovanni e durante il viaggio la Statua operò

dei prodigi. La sacra Immagine giunse a Ripa-

transone la domenica in Albis (Ottava di Pa-

squa) del 1620 e fu sistemata nella chiesetta

della Compagnia (di fianco alla nuova Catte-

drale, che si stava edificando), che i Confratelli

cercarono subito di rendere più accogliente.

Sabato 6 e domenica 7 Aprile:

festa popolare della patrona della Diocesi

GEstO iNDimENtiCABiLE

Francesco ha baciato CesareIn piazza San Pietro il Papa ha fatto fermare l’auto per avvicinarsi a un disabile:

l’abbraccio, la carezza e il bacio. E l’emozione raccontata dalla nipote Valentina

“Lo zio è rimasto paralizzato quando aveva 8 mesi, a causa di un vaccino dell’antipolio. Non cela fa a far niente, non riesce a stare in piedi e da allora è sempre stato in carrozzina o su questolettino speciale con cui lo trasportano. Ma la sua vita è ‘normale’ e ha voluto essere in piazza S.Pietro per salutare il nuovo Papa. Non ci aspettavamo che Papa Francesco si fermasse proprio danoi, che si avvicinasse, lo abbracciasse. È stata una emozione fortissima”: a parlare al Sir èValentina, la nipote ventenne di Cesare Cicconi, il disabile che stamane ha avuto il grande onoredi diventare l’uomo che, a nome di tutti i malati e disabili presenti in piazza San Pietro, riceveval’abbraccio, la carezza e il bacio del Papa. La nipote Valentina, figlia della sorella Cinzia, studen-tessa all’istituto chimico-biologico di San Benedetto del Tronto, spiega che “quando il Papa si èdiretto verso di noi, e si è avvicinato e ha carezzato lo zio Cesare, una emozione fortissima ci hapreso tutti. Lo zio era emozionatissimo, è rimasto a bocca aperta, non sapeva cosa dire. Il Papaera emozionato anche lui, ci ha detto di pregare per lui, ha stretto la mano anche a me e all’amicoche accompagnava lo zio. È stata un’esperienza bellissima”. Nel racconto della nipote emergonoscorci della vita di un disabile a causa di una medicina che ha avuto un effetto perverso sul suocorpo di infante: “Lo zio è nato a Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1962. La fa-miglia si è poi trasferita a S. Benedetto e da allora vive lì. Nonostante la paralisi, cerca di fare unavita ‘normale’. Esce molto, grazie all’aiuto che gli viene dai parenti e da un gruppetto di amicivolontari dell’Unitalsi. Va allo stadio a vedere le partite di calcio, è tifoso dell’Ascoli e dell’Inter.Ha fatto molti viaggi, gli piacciono i pellegrinaggi, è stato a Lourdes”. a cura di Luigi Crimella

Dopo il bacio del Papa a Cesare

un’altra bella notizia raccontata da Don PioSAN BENEDETTO DEL TRONTO - Come ormai tutti saprete, mercoledì 19 marzo il Papa hasalutato Cesare della Parrocchia Cristo Re, rivedi l’articolo: Ma ciò che non sapevamo ce l’hasvelato il parroco Don Pio durante la Messa di sabato 23 marzo. Don Pio ha raccontato che allafine della cerimonia i giovani dell’Unitalsi sono stati avvicinati in un ristorante dalla troupe dellaCNN. Alla fine dell’intervista un ragazzo non vedente, scherzando, ha affermato  ”Questi lo sannoche le interviste si pagano?”, il pranzo è poi proseguito normalmente. Al momento di saldare ilconto, con grande stupore e piacere i ragazzi dell’Unitalsi, scoprivano che il tutto era stato pagatodalla troupe della Cnn. Da “l’Ancora on line”

Si rafforza la presenza sul territorio.

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8 Anno XXX

24 Marzo 2013PAG

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Si è svolto a Castel-gandolfo l’incontro

tanto atteso tra Bene-detto XVI, Papa eme-

rito e Francesco. Tutto siè volto nella riservatezza e se-

condo la volontà manifestata al momento delledimissioni: nascondersi agli occhi del mondo percontinuare a vivere accanto alla Croce di Cristo.Solo qualche immagine o il racconto del porta-voce a testimoniare il clima di fraternità – quasidi tenerezza – tra Papa Francesco e il suo prede-cessore. In molti si sono domandati come laChiesa avrebbe vissuto questa pagina ineditadella sua storia, dovuta alla compresenza delnuovo pontefice con chi lo ha preceduto. Se siguardano le cose solo da un punto di vistaumano, in questo caso dal punto di vista politico,ci si aspetterebbero tensioni: chi assume un in-carico nuovo, facilmente, al fine di affermarsi,finisce con il prendere le distanze da chi lo hapreceduto; chi ha lasciato, frequentemente, man-tiene ancora contatti così da influenzare l’anda-mento delle cose e mostrare che ancora conta.Questo non è avvenuto nella delicata successionedel Papa, perché nessuno ha considerato il go-verno pastorale come un esercizio di potere, maBenedetto XVI e Francesco si sono dichiarati alservizio di un Altro che guida la Chiesa. Conquesta considerazione si entra in un ambito deli-cato, che è quello della dimensione soprannatu-rale della Chiesa; esso non è accessibile solo achi ha fede, ma a chiunque - con onestà - siapronto a riconoscere che gli uomini possano ren-dere conto non solo a se stessi, ma anche a Dio eche questo riferimento ultimo sia per loro più im-portante di ogni altro. Se ci si mette nella pro-spettiva giusta, si comprende che parole e gestinon sono né formali né di circostanza, ma espri-mono la propria intima convinzione. Si può cosìprovare ad entrare nel pensiero di Papa France-sco che, all’indomani della sua elezione, ricor-dava ai confratelli cardinali, quanto avevaimparato dal suo predecessore. “Come ci ha ri-cordato tante volte nei suoi insegnamenti e, daultimo, con quel gesto coraggioso e umile, ilPapa Benedetto XVI, è Cristo che guida laChiesa per mezzo del suo Spirito.

Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa con lasua forza vivificante e unificante, di noi fa uncorpo solo, il Corpo mistico di Cristo”. Il Pastoredei pastori dunque non è il Papa, ma Cristo, cheaffida il suo gregge a chi sceglie per questo com-pito; è lui, mediante lo Spirito Santo, a crearequella comunione o armonia tra personalità chesono diverse. Qui c’è un altro punto importante: nessun pon-tefice è uguale ad un altro. E non c’è da meravi-gliarsi dal momento che Dio, chiamando gliuomini a collaborare con sé, non sopprime la loropersonalità, ma li lascia liberi di esprimere contutto se stessi il ministero loro affidato.

Lo Spirito Santo “dà a cia-scuno di noi carismi diversi,ci unisce in questa comunitàdi Chiesa, che adora il Padre,il Figlio e Lui, lo SpiritoSanto” sono ancora le paroledel Papa ai cardinali. Sba-glierebbe, dunque, chi volesse vedere nelle legit-time differenze, dovute alla propria storia oformazione, una contrapposizione, peggio unarottura. Al contrario, resterebbe ammirato chiconsiderasse il fatto che uomini appartenenti aaree geografiche così distanti, si riconoscanonella medesima fede e nello stesso impegno. Se

possono esserci diffe-renze di stile, se ogniPapa ha la libertà dimodificare come ri-tiene meglio la formaesteriore, non verràmai meno la fedeltà aCristo nell’eserciziodel magistero. Rice-vendo il Corpo diplo-matico accreditatopresso la Santa Sede,Papa Francesco ha giàrivelato quella conti-nuità di pensiero, chelega, come un filorosso, un Papa all’al-

tro. Ha parlato dei poveri della Terra, che a luistanno molto a cuore a motivo della condizionedella diocesi in cui era vescovo sino a pochigiorni fa. C’è una povertà materiale, ma c’è unanon meno diffusa povertà spirituale che “ri-guarda gravemente anche i Paesi considerati piùricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e ve-nerato Benedetto XVI, chiama la dittatura del re-lativismo, che lascia ognuno come misura di sestesso e mette in pericolo la convivenza tra gliuomini”. Insomma, appare chiaro che quandonella Chiesa gli uomini si pongono al servizio diDio, rinunciano ad ogni logica umana di potereo di influenza sugli altri. Sono coinvolti in unprogetto di fedeltà, che va oltre le logiche mon-dane e possono restare anche vicini. Qualcuno hasognato per Benedetto XVI una dimora lontana,quasi la sua presenza fosse un ostacolo alla li-bertà di papa Francesco. Siamo realisti: difendereil ritiro dal mondo di un Papa non è una cosa dapoco; qualunque soluzione avrebbe comportatomaggiori disagi, che non dimorare ancora ac-canto alla tomba del beato Pietro. Insieme come fratelli: non c’è pericolo!

LETTURA TEOLOGICA DI UN INCONTRO

Né contrapposizione né rotturaQuando nella Chiesa gli uomini si pongono al servizio di Dio, rinunciano ad ogni logica umana di potere o di influenza sugli

altri. Sono coinvolti in un progetto di fedeltà, che va oltre le logiche mondane e possono restare anche viciniMarco Doldi

FESTEGGIAMENTI PER I 50 ANNI DEL COMUNE DI MARTINSICURO