Anno XXX-Numero 282 – Novembre 2017 · le vetrine da giorni ormai ci attraggono, l’aria che si...

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chio, incontriamo l’immagine del nostro corpo. Gesù ci aiuta a incontrare nella nostra persona: l’anima. È allora, l’emozione si trasforma in un incontro, lo sguardo non è più superficiale e sfuggente; è uno sguardo che ci aiuta a costruire un rapporto, un rapporto di vita, che ha come fulcro l’Amore, cioè Dio. Festeggiare il Natale è si una grande festa: la famiglia si riunisce, si sta insieme, ed è una bella cosa. Il Bambino Gesù, proprio perché nasce nel nostro cuore, ristabilisce quell’armonia di valori che permettono di riap- propriarci della nostra umanità, che spesso il mondo tende a snaturare. E allora, la festa del Natale vale la pena riscoprirla, per vivere la vita da protagonisti, e viverla con gioia. Auguro a ciascuno un Buon Natale Il vostro Parroco don Michele Palermo Cari parrocchiani, le vetrine da giorni ormai ci attraggono, l’aria che si re- spira è quella di una festa ormai prossima, tutti presi da- gli acquisti per festeggiare il Natale. Mi domando, immaginando di vedere scorrere le scene, di ciò che troviamo al di la del vetro delle vetrine, le per- sone che affollano i negozi, i centri commerciali strapie- ni di gente. Che centra tutto ciò, con la festa della nascita di Gesù Bambino? Nella corsa frenetica nel trovare i regali da donare a chi vogliamo bene, il Bambino Gesù rientra nella lista delle persone con cui trascorrerò la festa di Natale? A questa domanda sarebbe bene che noi cristiani, in pri- ma persona, trovassimo una risposta, e questo per dare senso e significato all’agire di tutti i giorni, in concreto, con fermezza, senza scappatoie. Forse detto così può spaventare, ma in realtà, il nostro Dio, nel rivelarsi non impone mai la sequela. Proprio per entrare nella vita di ogni uomo, Egli stesso si fa Uomo: Gesù. Nasce come tutti gli uomini: è il Bambino Gesù. Ammirandolo nel presepio, accudito da Maria e Giusep- pe e da tanti pastori che accorrono all’evento, anche noi, uomini di questo nostro tempo, con la festa del Natale accorriamo alla grotta per incontrare Gesù. Forse ci viene da dire: è un’esperienza di tenerezza, di umanità, di gioia, di calore familiare, e potremmo conti- nuare all’infinito. In realtà fissare lo sguardo nel Bambino Gesù, non è solo un’emozione, ma qualcosa di più di un’emozione; avvie- ne un grande miracolo: guardare il bambino Gesù produ- ce l’esperienza di come quando ci guardiamo allo spec- Anno XXX-Numero 282 – Novembre 2017 Web : www.parrocchiaspiritosantoeur.it Archivio Comunità Viva : www.parrocchiaspiritosantoeur.it/cv Viale Cesare Pavese 180 / Via Rocco Scotellaro 11 - Tel. 06-5015591 Fax. 06-5003394 Email: [email protected] IL NOSTRO PROGRAMMA PASTORALE Nella prolusione finale il nuovo Vicario non indica linee pastorali da seguire ma, in considerazione del cambiamento epocale dei nostri tempi, fornisce una serie di indicazioni da tener presente per riferirci alla attuale società “stanca e affamata, ma viva”. Tre sono le maggiori “malattie” sociali contemporanee non v'è più una chiesa “organizzata” nella predicazione, nel conferimento dei sacramenti, nel catechizzare., nelle pro- cessioni..; il che ci invita a dire “basta pelagianismi”; la necessità di credere di più alla logica delle beatitudini, che ci rende cristiani e fa costruire comunità; l'urgenza di dire basta individualismi e personalismi e riscoprire il piacere di essere “popolo di Dio”. Il consueto Convegno diocesano col quale la Diocesi indica temi pastorali da perseguire, ognuno secondo le proprie possibilità, durante l'anno appena iniziato si svolse regolarmente a luglio e si è concluso lo scorso 19 settembre. Titolo del convegno era: “Non lasciamoli so- li”. La Chiesa reputa opportuno continuare a lavorare, seminare, camminare con le famiglie e per le famiglie, constatato lo stato di crisi del matrimonio, della famiglia, dei giovani... Intanto, come comunicato nello scorso numero di questo notiziario, a seguito delle dimissioni per raggiunti limiti d'età del Card. Vallini, è stato nominato il successore nella persona di S. E. Mons. De Donatis.

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chio, incontriamo l’immagine del nostro corpo. Gesù ci aiuta a incontrare nella nostra persona: l’anima. È allora, l’emozione si trasforma in un incontro, lo sguardo non è più superficiale e sfuggente; è uno sguardo che ci aiuta a costruire un rapporto, un rapporto di vita, che ha come fulcro l’Amore, cioè Dio. Festeggiare il Natale è si una grande festa: la famiglia si riunisce, si sta insieme, ed è una bella cosa. Il Bambino Gesù, proprio perché nasce nel nostro cuore, ristabilisce quell’armonia di valori che permettono di riap-propriarci della nostra umanità, che spesso il mondo tende a snaturare. E allora, la festa del Natale vale la pena riscoprirla, per vivere la vita da protagonisti, e viverla con gioia. Auguro a ciascuno un Buon Natale

Il vostro Parroco don Michele Palermo

Cari parrocchiani, le vetrine da giorni ormai ci attraggono, l’aria che si re-spira è quella di una festa ormai prossima, tutti presi da-gli acquisti per festeggiare il Natale. Mi domando, immaginando di vedere scorrere le scene, di ciò che troviamo al di la del vetro delle vetrine, le per-sone che affollano i negozi, i centri commerciali strapie-ni di gente. Che centra tutto ciò, con la festa della nascita di Gesù Bambino?

Nella corsa frenetica nel trovare i regali da donare a chi vogliamo bene, il Bambino Gesù rientra nella lista delle persone con cui trascorrerò la festa di Natale?

A questa domanda sarebbe bene che noi cristiani, in pri-ma persona, trovassimo una risposta, e questo per dare senso e significato all’agire di tutti i giorni, in concreto, con fermezza, senza scappatoie. Forse detto così può spaventare, ma in realtà, il nostro Dio, nel rivelarsi non impone mai la sequela. Proprio per entrare nella vita di ogni uomo, Egli stesso si fa Uomo: Gesù. Nasce come tutti gli uomini: è il Bambino Gesù. Ammirandolo nel presepio, accudito da Maria e Giusep-pe e da tanti pastori che accorrono all’evento, anche noi, uomini di questo nostro tempo, con la festa del Natale accorriamo alla grotta per incontrare Gesù. Forse ci viene da dire: è un’esperienza di tenerezza, di umanità, di gioia, di calore familiare, e potremmo conti-nuare all’infinito. In realtà fissare lo sguardo nel Bambino Gesù, non è solo un’emozione, ma qualcosa di più di un’emozione; avvie-ne un grande miracolo: guardare il bambino Gesù produ-ce l’esperienza di come quando ci guardiamo allo spec-

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Web : www.parrocchiaspiritosantoeur.it Archivio Comunità Viva : www.parrocchiaspiritosantoeur.it/cv

Viale Cesare Pavese 180 / Via Rocco Scotellaro 11 - Tel. 06-5015591 Fax. 06-5003394 Email: [email protected]

IL NOSTRO PROGRAMMA PASTORALE

Nella prolusione finale il nuovo Vicario non indica linee pastorali da seguire ma, in considerazione del cambiamento epocale dei nostri tempi, fornisce una serie di indicazioni da tener presente per riferirci alla attuale società “stanca e affamata, ma viva”. Tre sono le maggiori “malattie” sociali contemporanee non v'è più una chiesa “organizzata” nella predicazione, nel conferimento dei sacramenti, nel catechizzare., nelle pro-cessioni..; il che ci invita a dire “basta pelagianismi”; la necessità di credere di più alla logica delle beatitudini, che ci rende cristiani e fa costruire comunità; l'urgenza di dire basta individualismi e personalismi e riscoprire il piacere di essere “popolo di Dio”.

Il consueto Convegno diocesano col quale la Diocesi indica temi pastorali da perseguire, ognuno secondo le proprie possibilità, durante l'anno appena iniziato si svolse regolarmente a luglio e si è concluso lo scorso 19 settembre. Titolo del convegno era: “Non lasciamoli so-li”. La Chiesa reputa opportuno continuare a lavorare, seminare, camminare con le famiglie e per le famiglie, constatato lo stato di crisi del matrimonio, della famiglia, dei giovani... Intanto, come comunicato nello scorso numero di questo notiziario, a seguito delle dimissioni per raggiunti limiti d'età del Card. Vallini, è stato nominato il successore nella persona di S. E. Mons. De Donatis.

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primi e grandi responsabili dell'educazione anche spirituale dei propri figli; il volontariato non è un buonismo, una con-cessione ma un gratuito impegno che va assolto con grande determinazione; essere parrocchia non significa fare un'of-ferta, venire a Messa la domenica... ma sentirsi membro di una comunità di fratelli e di fede, che implica presenza, interessamento, comunione, assunzione di qualche compito del quale si assicura il perfetto adempimento.. Ognuno, quindi, rientri in se stesso e, secondo la sua predi-sposizione, operi in famiglia, nel condominio, sul lavoro in maniera da testimoniare agli altri d'essere “diverso” perchè attento all'altro, disponibile ai bisogni del prossimo, pronto al dialogo e all'ascolto... a tal punto che i circostanti, come all'inizio, esclamino: “guardate come si amano e ci voglio-no bene!”

Il Segretario del Consiglio Pastorale Parrocchiale

Per guarire da queste, ed altre, malattie non v' è ricetta in questa società in movimento e cambiamento. Giova l'atto di coraggio a “uscire” da me stesso, rimettersi in discus-sione, chiedersi cosa mi attendo da me nedesimo, “cambiare” senza pretesa di far tutto, senza il bisogno di pensare in grande, fidandoci nell'aiuto del Signore, sfi-dando la paura di sbagliare: una “Chiesa in uscita”, come dice Francesco. Dal momento che la vita spirituale soc-combe, nel nostro tempo, a quella sociale, ognuno si in-venti una strada, ognuno trovi la sua via E' stato chiesto dai nostri presbiteri alla Comunità di Villaregia, dove i nostri ragazzi svolgono gli esercizi spirituali, direttive e sostegno. Ignoranti della fede, in quaresima tenteremo di riflettere su “come conoscere il Signore?”. Pio Francesco Di Costanzo, membro del Consiglio pasto-rale parrocchiale, con qualcuno che vorrà aiutarlo, si im-pegna ad organizzare due, tre incontri per trattare i temi su esposti e tanti altri con essi connessi: i genitori sono i

CRESIME 2017

— C O M U N I T A ’ V I V A —

Il giorno 11 novembre c.a., 18 ragazzi/e della nostra parrocchia hanno ricevuto il sacramento della Cresima, loro confe-rito da S. Ecc.za Rev.ma Mons. Paolo Lo Judice, nostro vescovo di settore. Ci rallegriamo con loro e per loro, certi che vorranno collaborare con lo Spirito Santo, sempre presente nelle nostre vite e disceso su di loro in forma solenne, come nel cenacolo, onorando pure la chiesa parrocchiale romana a Lui dedicata. Essi sono: Alessio Arcese, Francesca Ciampi, Filippo Maria Clementi, Gaia Colangeli, Alessandro Cristiano, Carlotta Di Carluc-cio, Luana Giansanti, Lorenzo Lombardi, Francesca Marchetti, Giorgia Marchetti, Gabriele Mattei, Tommaso Pisani, Camilla Porzio, Michele Riverso, Anthony Rocco, Nicholas Rocco, Andrea Spaccatini, Mario Valerio Tarquini. (Foto Ottica Pavese)

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“AUTUNNO IN CORO”

Il 28 ottobre c.a. ha avuto luogo un concerto vocale, che ha interpretato composizioni musicali dal '500 ad oggi. La bella iniziativa è partita su proposta del Comitato di Quartiere EUR Ferratella, che intende promuovere iniziative utili e frut-tuose per gli abitanti del quartiere. Due i cori dell'Associazione musicale “Concentus Vocalis” che ha presentato il pro-gramma, avvalendosi della partecipazione di due suoi cori: L'Ensemble Ars Vocalis, diretto da Federico Fioretti e il Co-ro Polifonico Concentus Vocalis, diretto da Corrado Fioretti. Al pianoforte, unico strumento presente, Giulia Mariti. Ci hanno fatto volare alti gli intrecci melodici di voci acute e basse, la variegata interpretazione di testi sacri fatta da com-positori, provocatoria e coraggiosa modernizzazione di sacri e noti testi... Si è passati dal Cantico dei Cantici a temi am-bientalistici, dal Natale islandese a un pezzo tradizionale africano, molto ritmato... Strepitoso pensare che con solo 7 note si possano fare infinite melodie, come con 5 colori pitture policrome, con 10 numeri conti all'infinito, con 21 lettere scrivere pensieri, parole, libri... E' stata pure presentata la sorella della direttrice del Coro di Amatrice, deceduta nel re-cente terremoto, che coraggiosamente continua a partecipare al Coro Concentus Vocalis, che il prossimo anno festegge-rà il ventennale della sua costituzione. Siamo certi che ospiteremo ancora questo gruppo; siamo grati al Comitato di quartiere che si adopera per servire e fare comunione tra cittadini; come pure al parroco che ha aperto le porte della chiesa, perseguendo, in maniera diversa, l'unione fraterna tra parrocchiani e residenti. Con l'occasione ricordiamo che il Comitato di quartiere ha anche assunto l'iniziativa “Sapori della provincia romana”, consistente nella vendita diretta a km 0 di prodotti agricoli, quali ortaggi di stagione, formaggi, pane e dolci, confetture e conserve, che ha luogo tutti i martedì e venerdì nel parcheggio interno dell'Atlantico Live sito in Via dell'Oceano Atlantico 271.

APERTURA “EMERGENZA FREDDO”

Come ormai da 3 anni, anche quest'anno riaprirà nei locali della ex scuola media di Via Comisso la “casa di Heidi”, os-sia l'emergenza freddo. La struttura sarà aperta dal 1 dicembre al 30 aprile,, nelle ore serali dalle 20 alle 8 del giorno dopo per dare la possibilità a chi non ha una casa di dormire in un letto, lavarsi e avere un pasto caldo. Le varie Parroc-chie della Prefettura si alterneranno settimanalmente dal lunedì alla domenica (eccetto tutti i mercoledì e i giovedì giorni nei quali si farà carico la comunità di S. Egidio) ad assicurare la cena e la colazione. La nostra Parrocchia sarà di servi-zio dal 18 al 24 dicembre e dal 19 al 25 febbraio. Chi volesse partecipare si può rivolgere in parrocchia. L'iniziativa di papa Francesco di indire una “giornata mondiale dei poveri” (il 19 novembre) ha in sé il carattere della novità in ambito ecclesiale e sociale, ma sopratutto ribadisce anche la storia di un rapporto così forte, che possiamo chiamare “sacramentale” tra la Chiesa e i Poveri, iniziato dalle origini dell'annuncio evangelico (Mt 25, 31-46). Ci sono tanti passi del Vangelo dove Gesù si intrattiene con i poveri di ogni origine e specie. Disse pure efficacemente S. GPII: “L'uomo che soffre ci appartiene”! Raffaella Cardosa

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Notiziario della Parrocchia Spirito Santo alla Ferratella - Padri Rosminiani

Direttore Responsabile: Don Vito Nardin Direttore editoriale: Don Michele Palermo

Redazione: A.Pillucci Progetto grafico: A.Cerroni Reg. Tribunale di Roma: n°565 del 03.10.1990 - Stampa in proprio - Distribuzione gratuita

— C O M U N I T A ’ V I V A —

LE NOSTRE FARMACIE

Il nostro quartiere, pur essendo piccolo, ha ben due farma-cie. L'una fu farmacia comunale e, come le altre associatesi, successivamente divenne farmacap ed ha sede in Via Pavese. Naturalmente di essa si servono particolarmente gli abitanti di Ferratella bassa. Essa ha la particolarità di essere dotata di uno sportello attraverso il quale durante il servizio notturno serve il cliente al riparo di eventuali tentativi di furto. L'altra è la “farmacia Pavese”, perchè situata nel centro commerciale Gran Pavese, nella omonima strada, al n. 100, della dott.ssa Rita Lo Pinto.. Le farmacie sono negozi che vendono medici-ne, farmaci utili, talora necessari, qualche volta addirittura salvavita della nostra salute e vita. I farmacisti, assieme ai me-dici, sono i tutori del nostro corpo. Ambedue queste categorie richiedono un lungo periodo di studio universitario, 6 anni, quasi sempre di una ulteriore specializzazione, integrato da azione pratica, in ospedale o in farmacia. Questi due ordini, un tempo l'uno ancillare all'altro, si sono nel tempo avvicinati, instaurando una reciproca collaborazione. Tanto l'arte medica quanto quella farmaceutica fondano le loro origini nella notte dei tempi. E di strada ne hanno fatto tanta. I primi farmacisti erano mezzi maghi: gli “speziali” facevano intrugli che, conte-nendo sostanze a loro giudizio ricche di particolari proprietà utili a lenire dolori, sviluppare i vari sensi...aiutavano o addirit-tura guarivano. Poi, crescendo le conoscenze delle proprietà degli elementi presenti in natura, erano i farmacisti stessi che creavano diverse medicine. Nelle farmacie storiche son con-servate, in bella vista, i vasi contenenti le più utili ed usate sostanze medicinali. Fino all'avvento delle industrie farmaceu-tiche, che studiano e producono medicamenti. Più di recente, la cura della persona si è estesa anche alla bellezza, al colore, al profumo, alla freschezza della pelle... ed ha interessato an-che l'aspetto facilitatorio nella cura del bambino e dell'anziano. Per questi motivi, le farmacie sono spesso affollate, per il cre-scente numero di anziani nel nostro quartiere e per il bisogno e il piacere di sentirsi, donne e uomini, sempre a proprio agio.

Fa piacere quando il nostro farmacista ricorda i principali nostri deficit o desiderata, ci consiglia, si accomuna al nostro stato. Per l'importanza di tutelare la salute sempre, le farmacie assicu-rano anche nei giorni festivi, pure in piena estate, l'apertura a turno, giorno e notte, feriale e festivo, per un certo circondario. Ne sanno qualcosa le mamme e i papà che, in presenza di feb-bre del bambino, o di mancanza di latte materno, o di altra ano-malia, vanno (o, almeno, andavano) alla disperata ricerca di farmacie aperte, dotate di quel particolare farmaco o prodotto, o di quella speciale medicina dispensata direttamente dalla regio-ne e quindi da prenotare... Ricordo che, quando erano piccole le mie bimbe, imparai a conoscere farmacie dell'Eur (la famosa “notturna” a V.le Europa, o Laurentina, o V.le Africa), spingen-domi fino a Montagnola, Ottavo Colle, Torrino... I farmacisti sono “ministri della vita” sotto la guida dei medici; esercitano un ministero terapeutico. Anche essi , come i medici fanno il giuramento di Ippocrate, hanno la “Promessa del Far-macista cattolico”: si impegnano, cioè, a considerare la profes-sione un esercizio, ad aggiornare le proprie conoscenza, rispet-tare il segreto professionale, collaborare col medico, ad essere per il malato e la famiglia consigliere disponibile, prudente, disinteressato...Santo Patrono dei farmacisti è S. Giovanni Leo-nardi (1541-1609), che per dieci anni si dedicò alla nobile arte di speziale nella farmacia di Antonio Parigi in Lucca, poi di-venne presbitero lucchese, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide. Sede del Nobile collegio dei farmacisti romani è la Chiesa di San Lorenzo in Miranda. Il Leonardi additava nell'eucarestia il “Farmaco dell'immortalità”, quando già dalla fine del I° seco-lo, S. Ignazio d'Antiochia chiama il pane eucaristico “medicina e antidoto per non mai morire ma vivere eternamente in Cri-sto”. Con questi auspici, la parrocchia abbraccia i farmacisti, gli ammalati tendono con fiducia la mano ai farmacisti, che ricam-biano, assicurando accoglienza e servizio scientifico ed etico. Antonio Pillucci

DON PRIMO MAZZOLARI

Don Primo (1890-1959) fu sacerdote che amava la Chiesa, voleva vivere secondo il Vangelo, predilesse i poveri e lonta-ni...: per tutti invocava giustizia, pace, perdono, ascolto... Ebbe la fortuna di avere per guida spirituale, in seminario, il futuro vescovo Geremia Bonomelli, che tanto si spese per gli emi-granti e emigrati italiani all'estero. Ne colse le componenti democratiche e popolari, scoprì il primato della coscienza, disciplinante la correlazione libertà-autorità. Nei suoi scritti si evidenziano appelli e richiami all'essere e vivere da cristiani, al conseguimento del bene comune. A buon titolo può essere considerato anticipatore e profeta del Concilio Ecumenico Vaticano II. Invita la Chiesa a non essere chiusa in sé stessa, bensì ad aprirsi ai lontani, ai nemici e a qualsiasi dialogo. Scrisse (in: “La pieve dell'argine” 1952): “Un sacerdote è sa-cerdote per tutti, anche per coloro che lo rifiutano e la calpe-stano” Nei “Discorsi” sulla visione paradisiaca, dice: “Il para-diso è sentire che c'è un cuore divino che non si stancherà mai di battere per l'uomo... qualcuno disposto a lasciarsi spaccare il cuore per dare un porto a questo povero mondo”. Ogni dolore umano è, per lui, parroco dei poveri, in comunione con quello di Cristo Re”. Aveva smisurato rispetto verso l'altro: “Nell'altro non si entra come in una fortezza ma come si entra nel bosco, in una bella giornata di sole”. Fondò la rivista “Adesso” con la quale rivendicava attenzioni e diritti a chi non li aveva. Gli fu ordinato di sospenderla. Ebbe diverse restrizio-ni nell'espletamento del suo ministero. Postumi apparvero “La

Chiesa, il fascismo e la guerra” e le lettere al suo vescovo rac-colte da Lorenzo Bedeschi con il titolo “Obbedientissimo in Cristo”. Recensì su “Adesso,”nel 1958, il libro “Esperienze pastorali” di don Milani, che ebbe molto in comune con lui: “La fede è il fondamento della Speranza; e chi sta saldo nella Fede sa che i rami secchi vengono recisi per la loro incredulità e perchè vi possono essere innestati rami nuovi”. I rami nuovi sono sbocciati. Albino Luciani, poi Giovanni Paolo I, lo capì e difese; Roncalli, futuro Giovanni XXIII, lo definì “tromba dello Spirito Santo”; Paolo VI prese atto che Mazzolari fu trattato “come tutti i profeti”; Papa Francesco gli ha reso omaggio. Giuseppe Crifò

P.S. Mazzolari fu anche un grande “amico” del nostro Rosmini. Entrò nel seminario di Cremona a 12 anni. In quel tempo, era vescovo di Cremona Mons. Geremia Bonomelli, noto per la sua condivisione del pensiero rosminiano. Si radicò in lui una pas-sione riformatrice che lo accompagnerà lungo tutta la vita. Nel 1912 venne ordinato sacerdote. Nel 1922 divenne parroco di Cicogna. Sono noti i suoi libri tutti sostenuti da un'ansia rifor-matrice “alla Rosmini”: rinnovamento della Chiesa, valorizza-zione dei laici, l'antitemporalismo... Come Rosmini, pure Maz-zolari conobbe l'incomprensione; come Rosmini rimase fedele e “obbedì in piedi”; come a Rosmini, oggi, si riconosce il dono della profezia e il posto che merita nella Chiesa.